Sport p.18
Animali p.27
p.37
on-line: La scuola da salvare
OTTOBRE 2019
Periodico d’informazione locale - Anno XXVI n.155
Cultura p.17
di Cavarzere
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SICUREZZA
Videosorveglianza, nuove telecamere ma non per fare multe
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Insegnanti vincitori di concorso e rimasti a piedi in Veneto non ce ne sono più e quindi si ricorre ai precari. A causa delle graduatorie esaurite molti di questi poexcelsior.adria@gmail.com excelsior.portoviro@gmail.com group1excelsior@gmail.com sti sono stati coperti dai 7.821 docenti ancora precari. Più grave la situazione del sostegno, in cui i posti vacanti sono 2.284. E anche in questo caso i posti sono stati assegnati a precari, spesso non qualificati per lo specifico incarico. Questi i dati forniti dal dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada. Più ancora degli anni precedenti, l’avvio della scuola è stato caratterizzato dalla solita narrazione: convocazioni ai precari partite in anticipo e poi annullate in attesa del definitivo aggiornamento delle graduatorie; dirigenti disorientati nei primi giorni di scuola con il problema delle cattedre da assegnare e le classi prive di docenti; alunni in attesa, come ormai accade da anni in barba alla continuità didattica, del nuovo insegnante di turno; docenti, pochi, di ruolo che cercano di conoscere a pag 7 i moltissimi volti nuovi in sala insegnanti; eservizi poi i ragazzi che hanno bisogno dell’insegnante di sostegno che non arriva. All’orizzonte si profila una soluzione, quanto meno una toppa: il concorso straordinario per i docenti oltre a quello ordinario, inserito in un decreto “salva precari”. Che poi non sono i precari da salvare, quanto piuttosto la scuola che sui precari si è retta fino ad oggi. Il nuovo governo ha preso tempo e tra le cose ha valutato i criteri di selezione del concorso che, appunto, doveva essere più selettivo. Che di per sé non fa una piega, se non fosse che quei precari per 3, 6, 10, 15 anni sono andati bene alla scuola e sono stati considerati idonei ad insegnare le materie delle loro classi di concorso. Altro capitolo a sé poi è quello delle infrastrutture. Cosa dire? La Finlandia è lontana, la scuola italiana invece è un tema vicinissimo che chiede interventi rapidi per le emergenze e una più ampia visione, a mediolungo termine, ben al di là della durata di una legislatura. La continuità è un criterio che dev’essere adottato in ambito politico per le decisioni sulla scuola. Che si sa è un tema caldo, che può portare voti, ma non ha bisogno di proclami. Gli insegnanti sono esseri pensanti, anche in cabina elettorale.
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G
uarda al modello finlandese ma di fronte si trova una situazione… da terzo mondo. Ha ereditato un non facile compito il ministro all’Istruzione Fioramonti, chiamato a mettere a posto l’intricata matassa della scuola italiana. L’anno scolastico è iniziato con la paradossale situazione di avere gli alunni in classe e non gli insegnanti. In Veneto al 1° settembre si contavano 9.421 posti vacanti per tutti i gradi di scuola. segue a pag 3
In questo numero il nuovo inserto
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