2013 - Novembre | La Piazza della Provincia

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 17 N.11 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

IL PUNTO DI VISTA

Dall'Ulivo al Pd: duelli vittorie, cadute di Alessandro Roveri* - In questi tempi di subitanei mutamenti della situazione politica, che espongono al rischio dell’intempestività coloro che vi si avventurano, converrà fermarsi un momento per riflettere. A tale determinazione mi ha spinto la comparsa nelle librerie di un bel lavoro Laterza di Marco Damilano, intitolato Chi ha sbagliato più forte. Le vittorie, le cadute, i duelli dall’Ulivo al Pd. Damilano è inviato di politica interna del settimanale “l’Espresso”, e nel suo libro ho ritrovato tutto quanto da anni vado scrivendo per “la Piazza”. D’ora in poi ascolterò Damilano in televisione più di quanto abbia fatto in passato. A partire dai 101 grandi elettori presidenziali del Pd del 19 aprile 2013, con i quali il libro comincia e finisce. Come ha già fatto il sottoscritto su queste pagine, Damilano ha definito i 101 di quel giorno, in cui essi hanno negato il voto a Prodi chiesto in mattinata dal segretario Bersani, come «l’autobiografia di un partito mai nato». «Mentre chi dice di no a Marini non ha

NOVEMBRE 2013

Bilancio partecipato, incontro senza cittadini MORCIANO - 49

CATTOLICA - 29

Pd, democratico mangia democratico? Tra quelli di Magrini (corrente Cuperlo a livello nazionale) e quelli di Russomanno (renziani) si è consumato il valzer non proprio del fair play. A Misano raddoppiate le tessere

MADE IN ITALY

Pagine 2-3

Breve massima di saggezza Nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per la sua avidità

LO SPORT - BOCCE

Nel suo palmarès lo scudetto nel 2010

Il Pd è un partito serio! Perché questa moltiplicazione di tessere?

Perché l'è più facile che multiplichè i pèn e i pès...

Montegridolfo, l'unica A del Riminese

- Democratico mangia democratico. E’ terminata il 29 ottobre scorso la lunghissima fase delle primarie per l’elezione del segretario provinciale del Partito democratico, un congresso annunciato come “storico” per la presenza di due candidati alla segreteria, uno espressione di Matteo Renzi (Paolo

Gandhi Segue a pagina 13

‘Pane, Amore e...’ conferenze di notevole successo

RICCIONE - 21

RIMINI - 5

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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Pd, segretario figlio dell'alleanza Renzi-Civati

Galasso, amministrare col silenzio dei nuovi poveri

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Cecco-Guttuso - 2013

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Pd, triste gara di tessere

San Clemente Pd, corsa alle tessere Teatro, parte la stagione San Giovanni Riviera Golf, 5mila metri quadri Coriano Politica, la bellezza dello scontro Montegridolfo Bocce, non solo la salvezza Mondaino Festa di santa Bibiana Saludecio Addio suor Clementina

Siliquini (54%) supera Barogi (46%) RUBRICA

Condomini Tutta la nuova legge sulla riforma del condominio in vigore da giugno 2013 Pagina

- Il Montegridolfo è l'unica cittadina del Riminese che vanta una società sportiva in A. Gioca per lo scudetto delle bocce; la trovi nella stampa sportiva italiana, dove si raccontano le discipline minori. Fino a due anni fa era uno squadrone; la compagine da battere. Lo scorso anno si è salvata con onore. Aspettative maggiori quest'anno. Nel suo palmarès: uno scudetto e due Coppe Italia. Pagina 58


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INCHIESTA

Per la segreteria il cuperliano Yuri Magrini prevale sul renziano Paolo Russomanno

Pd, democratico mangia democratico? L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina

Russomanno) e l’altro di Cuperlo – Bersani (Juri Magrini). Per la prima volta i delegati ammessi al voto finale per l’elezione di colui che si appresterà ad essere il grande “king maker” della provincia di Rimini, hanno avuto la possibilità non di votare un candidato unico, come era d’uso nella tradizione dei partiti del real socialismo, bensì due giovani politici con idee differenti. Al termine della competizione congressuale i votanti che si sono recati ai seggi allestiti presso i tanti circoli della provincia hanno eletto il segretario di area cuperliana: Juri Magrini. Per il candidato di aerea renziana il 46% di suffragi ottenuto, oltre alla vittoria in comuni chiave quali Riccione, Cattolica, Bellaria e San Giovanni, è stato salutato come un grande successo. La corsa di Russomanno era stata sottovalutata da molti militanti storici del Partito. Un notabile del Pd aveva a proposito coniato un perfido slogan per la fase congressuale: “Con Juri vinceremo senza neppure fare riscaldamento”. I mostri La paura di perdere, manifestata da entrambi gli schieramenti in un continuo sorpasso dell'uno sull’altro, ha generato però i suoi tremendi mostri: una bassa corsa alle tessere. La corsa al tesseramento,

Yuri Magrini (cuperliano), neo segretario del Pd della procvincia di Rimini e Paolo Russomanno (il suo contendente, renziano)

che in alcuni circoli ha preso la forma dell’arruolamento di vere e proprie truppe cammellate, ha gettato ombre sul risultato generale. Il Pd provinciale nei giorni precedenti il congresso si è

manifestato in alcune porzioni del territorio come “un non Partito” con una manciata di tesserati: in Valconca poco meno 200 tesserati in un territorio di oltre 27 mila abitanti. E’ balzato addirittura alla

L'INCHIESTA

Berlinguer: “La politica è un mercimonio” L'INCHIESTA

Enrico Berlinguer era il segretario del Pci (una delle radici del Pd). Il 28 luglio del 1981 uscì una sua storica intervista su Repubblica. La concedette a Eugenio Scalfari. Riportiamo il passaggio fondamentale.

Enrico Berliguer

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 6 novembre

ribalta delle cronache nazionali l’intruppamento di circa una decina di uomini di origine africana (che un lavoratore regolare possa esprimere la propria preferenza politica non c’è proprio nulla di male), che si sono

recati negli ultimi minuti utili al voto presso i seggi del Circolo Riccione San Lorenzo per sostenere, a quanto pare, il vincitore della contesa . Sempre dai giornali, si è anche appreso che i dieci in questione avevano rapporti di collaborazione diretta con chi li aveva indirizzati ai seggi. Il cosiddetto ”fenomeno dell’incammellamento”, che ha dato alcuni segnali sospetti anche a San Clemente, Riccione, ha visto la sua massima espressione in quel di Misano Adriatico (raddoppiate le tessere, da 270 del 2012 a quasi

- “I partiti non fanno più politica. Hanno degenerato e questa è l’origine del mali d’Italia. Gestiscono interessi, i più disparati i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura

organizzativa si è ormai conformata su questo modello: non sono più organizzazioni che promuovono la maturazione civile e l’iniziativa del popolo, ma piuttosto federazioni di correnti e di

Camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le istituzioni a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai, alcum grandi giornali. Molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato e delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ottenuto vantaggi o sperano di riceverne o temono di non riceverne più. La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essen-

dovi del ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, denunciarli e metterli in galera. La questione morale nell’Italia di oggi fa tutt’uno con l’occupazione delto Stato da parte del partiti. Fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo. Ecco perché la questione morale è il centro del problema italiano ed ecco perché i partiti possono provare ad esser forze di serio rinnovamento soltanto se affronteranno in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche.

550). Sicuramente nella paura generale di perdere il prestigioso scranno, sia i renziani che i cuperliani, hanno caricato i loro delegati presso il comune di Misano, l’ultimo comune chiamato alle urne, diramando il seguente ordine categorico: tesseramento di massa! E così è stato. Che tristezza. E' questa la politica? Il prodotto di questa folle corsa è stato il seguente: 510 votanti a Misano contro i 529 di tutto l’intero comune di Rimini! Le più segrete cronache di partito, narrano di tessere last second e low cost, “vendute” a prezzi stracciati all’ultimo momento, come se fossero gli ultimi posti liberi di un volo continentale della nota compagnia aerea irlandese. Resta il mistero e soprattutto, restano le ombre, di quali siano le modalità reali nel pagamento delle tessere del Pd, visto che il costo minimo della tessera è fissato in 15 euro (si narra di 5 euro per i pensionati, ma si è sentito parlare anche di 2 o 3 euro). I tanti politici del Pd hanno salutato questo Congresso come il primo “Congresso vero della storia del Pd riminese”, fugando di qualificare la contesa chiusasi ufficialmente la sera del 4 novembre come una “squallida conta di voti”. Visti i tanti deprecabili ed inquietanti fatti accaduti, l’ultimo congresso del Pd provinciale e stato molto meno della stima in termini numeri del consenso di ogni mozione. Oltre al solito partito spaccato all’interno, ci ha restituito un pessimo esempio in termini di correttezza e trasparenza. Questa corsa al sotterfugio, alla ricerca affannosa di deplorevoli espedienti, ha restituito un Pd sempre più chiuso all’interno di se stesso, composto da sedicenti militanti disposti a tutto pur di conservare o conquistare un posto in prima fila. Se questi sono i procedimenti che porteranno alla scelta della classe dirigente futura, espressione di un partito che in queste condizioni non può dirsi democratico, non possiamo aspettarci poi domani l’azione politica di buone amministrazioni, che richiedono due caratteristiche. La prima, un buon programma fatto di cose da fare e non slogan. La seconda, a portarlo avanti persone di riconosciuto prestigio.


INCHIESTA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

- Un'ora vale 10 giorni di uno stipendio medio, secondo i calcoli dell’Economist, che stila una classifica con 22 paesi in cui l’Italia si distingue per gli stipendi più alti dei capi-azienda e per una delle più alte differenze rispetto alle retribuzioni dei dipendenti - Un'ora vale 10 giorni di uno stipendio medio, secondo i calcoli dell’Economist, che stila una classifica con 22 paesi in cui l’Italia si distingue per gli stipendi più alti dei capi-azienda e per una delle più alte differenze rispetto alle retribuzioni dei dipendenti Quanti giorni deve lavorare una persona che prende uno stipendio medio per gua-

Novembre 2013

Il doppio degli svizzeri. La legge di stabilità dovrebbe partire da costoro e dai grandi servitori dello Stato?

3 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Supermanager, gli italiani i più pagati d'Europa Carlo Clericetti

LA RIFLESSIONE

dagnare quanto il suo capoazienda prende in una sola ora? Quasi 10 giorni in Italia, più o meno il doppio che in Gran Bretagna o in Svezia che già non sono, tra i paesi europei, quelli dove questo rapporto è tra i più bassi. Peggio di noi solo Romania, Ucraina e Russia. Lo si rileva da una tabella elaborata dall'Economist, che contiene anche una notizia forse ancora più stupefacente: i nostri Ceo - ossia i capi-azienda - sono i più

pagati tra quelli dei 22 paesi presi in considerazione, con ben 957 dollari l'ora. I Ceo tedeschi ne guadagnano poco più della metà, 546, più o meno come quelli francesi (551), mentre gli inglesi arrivano a due terzi (616). Naturalmente si tratta di medie, sia per le retribuzioni dei manager che per quel-

le dei dipendenti (quest'ultima ottenuta combinando le retribuzioni del settore privato con le ore lavorate in media per settimana). Sulla precisione assoluta dei dati non c'è da scommettere perché è molto difficile che queste statistiche siano impeccabili, ma è invece molto probabile che i rapporti

offrano un quadro attendibile della situazione reale. Scopriamo così che la "forbice" delle retribuzioni è in Italia tra le più ampie, mentre la Norvegia è campione di egualitarismo seguita a poca distanza dalla Svizzera, dove pure è in preparazione un referendum che vuole limitare a un massimo di 12 volte la differenza tra le retribuzioni più alte e quelle più basse. Gli altri paesi in coda a questa classifica (cioè con le differenze minori) sono Germania, Danimarca, Irlanda e Islanda.

La tabella esamina anche le retribuzioni più basse e anche qui l'Italia è messa malissimo. E' alla pari con l'Ungheria e peggio, oltre ai tre paesi dell'Est ricordati sopra, sta solo la Spagna. E' una situazione che fa un po' a pugni con il famoso "declino" in cui da tanti anni l'Italia si dibatte: che, certo, sarà in buona parte colpa dei politici, ma davvero i nostri supermanager possono chiamarsene fuori? Forse bisognerebbe smetterla di parlare di costo del lavoro e cominciare invece a discutere di costo del management. Carlo Clericetti (pubblicato su Repubblica.it il 12 giu 2013)


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RIMINI

Un'unione con dieci Comuni. Funzionerà oppure naufragherà come la Valconca?

Addio Alta e Bassa Valmarecchia Ci sono da stabilire, e lo stanno facendo i vari consigli comunali, le nuove regole dell’ente, come ad esempio la rappresentatività dei vari Comuni: perché se è vero che il nuovo Consiglio dovrebbe essere costituito da 22 consiglieri più un presidente, è anche vero che i vari Comuni potranno contare su “quote voto” diverse a seconda della grandezza

Santarcangelo

FOCUS di Daniele Bartolucci - C’erano una volta Malatesta e Montefeltro a contendersi il primato lungo il fiume. Poi con l’avvento dell’Unità d’Italia la storia ci ha consegnato per un secolo la “bassa” e “alta” Valmarecchia, divise da un confine che i cittadini hanno deciso di cancellare con il referendum del 2006 e dal 2009 il territorio è tornato sotto un’unica bandiera, quella dell’Emilia Romagna. Ma non ancora unito, almeno fino a primo gennaio del 2014, quando, salvo colpi di scena, partirà la nuova Unione dei Comuni che ricomprenderà tutti gli undici enti fino ad oggi divisi tra Comunità montane e vecchie Unioni. AI NASTRI DI PARTENZA – Per la verità ai nastri di partenza saranno in dieci, visto che come scelto (con un altro referendum a inizio ottobre) Poggio Berni e

Torriana daranno vita, in contemporanea, alla nascita della prima fusione di Comuni della Romagna, dopo che Savignano e San Mauro hanno scelto di No, in attesa che gli ammiccamenti tra Verucchio e San Leo favoriscano se non un muovo “matrimonio”, almeno un primo fidanzamento. Un doppio battesimo, insomma, per l’Unione a 10 e per Poggio Torriana (così si chiamerà infatti il nuovo Comune). Ma non sarà per tutti una festa: questa è pur sempre l’Italia dei “mille campanili” e decidere di buttarne giù dieci (o undici) in una volta sola è impresa ardua. NUOVE REGOLE - Ci sono da stabilire, e lo stanno facendo i vari consigli comunali, le nuove regole dell’ente, come ad esempio la rappresentatività dei vari Comuni: perché se è vero che il nuo-

vo Consiglio dovrebbe essere costituito da 22 consiglieri più un presidente, è anche vero che i vari Comuni potranno contare su “quote voto” diverse a seconda della grandezza, come è il caso di Santarcangelo che con 4 consiglieri (2 di maggioranza e 2 di minoranza) avrà ben 15 “quote voto” su un totale di 51 (34 di maggioranza e 17 di minoranza). Ma anche le funzioni associate rappresentano un rebus: la normativa regionale lascia infatti un po’ di spazio di manovra ai singoli Comuni, nello scegliere ad esempio di associarsi

solo con alcuni e non con tutti. Ma questo comporta poi un calcolo complesso per il costo e le spese degli stessi, da suddividere poi tra chi ci sta. Ed è su questo piano che ora si sta discutendo nei Consigli comunali, dopo oltre due mesi di discussioni all’interno delle Commissioni. Nel nuovo statuto, insomma, dovranno essere inserite tutte queste cose, che per certi versi (si pensi all’Altavalmarecchia) rappresentano delle novità assolute. Così come di novità assoluta si parla per lo statuto del futuro Comune

di Poggio Torriana: una volta che la Regione approverà la legge della fusione, scatteranno i due mesi finali per gli amministratori per redigere lo statuto e consegnarlo nelle mani del Commissario prefettizio che subentrerà alle due amministrazioni odierne (affiancato dai due sindaci, però) fino alle prossime elezioni. Già, quelle elezioni dove quasi tutti gli stessi Comuni (esclusi dalla competizione Novafeltria e Pennabilli che lo faranno nel 2016) dovranno rinnovare sindaci e consiglieri comunali. Anche per questo l’attua-

le dibattito e “gestazione” rappresenta un passaggio politico anche in vista di questa tornata elettorale. LA CAMPAGNA ELETTORALE - Una tornata che si preannuncia già prima ancora che parta la campagna elettorale, un unicum nella storia della Valmarecchia: ben tre Comuni degli otto che predisporranno le urne, arriveranno all’appuntamento guidati da un Commissario. Santarcangelo, che ha visto cadere in Consiglio comunale il sindaco Mauro Morri; Casteldelci, che dopo l’arresto del sindaco Mario Fortini ha visto anche le dimissioni dei consiglieri comunali proprio in queste settimane; Poggio Torriana, che per scelta dei cittadini, dal 1 gennaio vivrà una transizione “prefettizia”. Insomma, ci sarà da “pedalare” per tutti, sia per chi deve recuperare credibilità sia per chi volesse approfittare della debolezza dell’avversario. Sarà una competizione serrata, perché disegnerà non solo il futuro dei singoli Comuni, ma anche la futura composizione dell’Unione a 10, che sarà, dovesse venire abolita la Provincia, l’organo decisionale più “pesante” della zona.


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RIMINI

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Intervento dell'assessore provinciale Mario Galasso: “La pace al tempo della crisi”

Amministrare con i silenzi della disperazione - Amministrare i propri beni è difficile. Amministrare la cosa pubblica è ben più complicato. Amministrare la cosa pubblica oggi è difficilissimo, faticoso, impegnativo. Le risorse sono ai minimi storici, le necessità e i bisogni a livelli mai visti prima. Assistiamo quotidianamente, attoniti, ad urla – silenzi – di disperazione. Le persone, alcune amiche, angosciate dal licenziamento, dalla cassa integrazione, dal non essere mai riuscite ad avere un lavoro regolare, le incontriamo per strada, in fila davanti a qualche sportello d’aiuto, in piazza, nei nostri uffici. Sono tante, troppe, in aumento… Se abitassimo in un Paese normale assisteremmo ad una mobilitazione generale con azioni straordinarie, tempestive, per rispondere agli esorbitanti ed incombenti bisogni di persone, imprese e territorio. Così non è. Perché? Cosa sta succedendo? A volte mi chiedo dove vivono questi amministratori. Forse sono accecati dall’autorità o dalla piccineria, forse ricoprono quel

L'angoscia del lavoro perso. In un paese normale ci sarebbe la mobilitazione generale con azioni straordinarie e tempestive

Mario Galasso

L'INTERVENTO di Mario Galasso* ruolo solo perché di quel partito o di quella “corrente” o, forse, sono annebbiati da quelle persone che, attratte dal potere, li circondano e, pur di aggraziarsi i favori e le simpatie del capo, rappresentano una realtà fatta di luccichii, di frizzi e lazzi, di “mi piace”. Basta, basta, basta. È indispensabile, improrogabile invertire la rotta e puntare con decisione verso le città e le persone che vi abitano. Macchine avanti tutta! Con decisione e coraggio, senza alcun indugio e paura.

Per uscire dalla crisi non vi è altra strada se non ripartire dalle città, da quelle città dove si consumano i drammi di tanti nostri concittadini. Non c’è altra via se non il farsi carico di queste vite, di queste storie così complicate, articolate, difficili. Abitare le nostre periferie, abbattere muri e costruire ponti è la ricetta per non lasciare nessuno indietro. E, seppure ci abbiano rubato la speranza, abbiamo il dovere e la responsabilità di ricostruirla. Speranza, pace, comunità. Parole svuotate di significato. Trop-

po annunciate, mai praticate. Meno discorsi, più coerenza, esempio, condivisione, solidarietà. L’ostacolo è uno solo. L’ostacolo sono io. L’ostacolo sono io quando non ho la consapevolezza che il cambiamento dipende dalle mie scelte quotidiane. Il futuro e il cambiamento dipendono da me. Certamente, avete capito bene, il futuro dipende da ognuno di noi, non da qualcun altro. Cambiare, scegliere, agire, sono azioni impegnative che dipendono da ciascuno di noi ma,

condivise con altri, diventano più semplici. Così nascono fraternità e comunità: i valori sono le fondamenta. Sembra facile, non lo è. Serve una rivoluzione culturale di portata epocale che si appropri dei mezzi di comunicazione e che sappia valorizzare l’educazione come cardine indispensabile per costruire il futuro. Non facciamoci spaventare dalla complessità. Definita la meta, individuata la rotta dobbiamo metterci in cammino. Lo hanno capito bene le tante città dove vengono organizzate Marce della Pace. La Marcia diventa un mezzo fisico e simbolico per accendere i riflettori sui problemi ma, soprattutto, sulle soluzioni. Grazie alla Marcia, almeno per un giorno, i media sono costretti ad affrontare temi dimenticati, scabrosi, scomodi per i lettori, ma anche per molti amministratori. Grazie alla Marcia ci si sente meno soli, si cammina insieme ad una folla che condivide, anche con pensieri ed idee differenti – ma questa è la ricchezza della diversità – le nostre stesse preoccu-

pazioni, le nostre speranze. È con questa attenzione e sensibilità che è iniziato il cammino che ci porterà, fra un anno, a marciare tra Perugia e Assisi. Abbiamo pensato ad un percorso che ci porti al percorso, a tante strade che ci porteranno su un’unica strada. La marcia non è un evento, uno spot. La Marcia è consapevolezza, cambiamento, rivoluzione. I protagonisti saranno i giovani che, a cominciare già da oggi, avranno modo di progettare ed organizzare la Marcia del 2014. I giovani sono il nostro presente e come tali vogliamo valorizzarli. L’Italia diventerà una bottega formata da tanti laboratori – nelle scuole, nei luoghi formali ma anche in quelli informali – dove i ragazzi avranno la possibilità di lavorare e confrontarsi su pace, fraternità e dialogo ridando significato e valore a queste tre parole. Ripartire dalle città, valorizzando i giovani, con pace, fraternità e dialogo: un grande impegno e una grande scommessa per il popolo della Marcia della Pace. Buon cammino. Mario Galasso, assessore provinciale e vice presidente nazionale enti locali per la pace e i diritti umani


Aziende informano

Alcune immagini del locale In basso, Marco Brasey La mitica Ford Gran Torino

Semplice, vera, genuina e gustosa: la cucina della tradizione e non solo a San Marino - A San Marino, la più antica Repubblica del mondo, come recita il grande cartello di benvenuto, che sovrasta il confine con l'Italia, vive una realtà culinaria di tradizioni romagnole eccellente. L’eccellenza si chiama “Country Club di Marco Brasey” (Tiro a Volo), si trova a Serravalle località Ciarulla. Marco ha donato alla caratteristica struttura, in legno, un gioiellino in continua evoluzione, un tocco della sua personalità, creando un punto nevralgico di ritrovo per tutti gli avventori e gli amanti della buona cucina ed anche una confortevole “Club House” per la Federazione Sammarinese di tiro a volo, e tante altre associazioni. Dietro c’è il mondo. L’artefice si chiama Marco Brasey. Di lontane origini scozzesi, si arriva fino a giorni nostri, Cesena città Natale di Marco. Poi, scende e cresce a Rimini ed infine con grande orgoglio arriva a San Marino “L’antica Terra della libertà”. Marco (Marcone per gli amici) è un cuoco che fin da giovane, con serietà ed impegno, si avvicina all’arte culinaria, frequentando la scuola di cucina. Muove i primi passi, perfezionandosi sempre più, nella cucina del ristorante “Tuf Tuf” di Morciano di Romagna, guidato dalla passione del titolare Mario Celotti, un’eccellenza di maitre. La passione di Marco Brasey per la cucina gli viene trasmessa dalla nonna cuoca sopraffina; fin da bambino l’aiuta ad impastare la farina e

primi e grigliate. Poi, la pizza e gli hamburger rivisitati in chiave Brasey. “Cose semplici, genuine e gustose”, racconta Marcone, con addosso una felpa che reca Starsky & Hutch, dello storico telefilm degli anni Settanta. La sua passione per l’America la si può ammirare sia fuori dal locale, dove è parcheggiata una Ford Gran Torino restaurata: gioiello da museo. Sia all’interno; tanti simboli americani, compre-

state da fattorie del territorio, compresa la deliziosa fiorentina, la costata e la grigliata. Marco Brasey ha creato i suoi mitici ed originali hamburgers; con pane da lui realizzato,cotto e appena sfornato dal grande forno a legna. Non si può tralasciare la “Grande Sfida all’ultimo morso” per animare le serate e sfidare i grandi appetiti, “Big Man” Marco invita a battere i record: del “GIANTBURGER” un

Al COUNTRY CLUB “Tiro a Volo” a Serravalle (Ciarulla).Pizze e primi con farina macinata a pietra. Salumi e carni a km 0, la grande fiorentina. Hamburger con pane fatto in casa. L’artefice di tali delizie è Marco Brasey, ristoratore e cuoco dalla grande passione ed esperienza consolida l’amore per l’arte culinaria. L’impegno e la passione nel lavoro accrescono la sua esperienza. Per anni ha gestito il blasonato agriturismo “Case Mori”. Negli ultimi tre invece, ha ridato vita con successo ad un locale storico che si era spento, deliziando i suoi clienti al New Country House, alle porte di Dogana, in Italia. Dai primi di ottobre, ha intrapreso, una nuova sfida,il “COUNTRY CLUB” (TIRO A VOLO) raggiungendo un piccolo traguardo, avere un locale, in Repubblica, una grande piccola realtà sociale che da anni ospita lui e la sua famiglia. Al “Country Club” si degustano i piatti della tradizione romagnola: antipasti,

sa la lampada da scrivania diventata famosa perché fa bella mostra sul tavolo da lavoro dei presidenti americani. Farina e macine di pietra Andiamola ad assaporare questa cucina semplice, genuina e gustosa. Si parte dalla farina; viene utilizzata quella della fattoria Zavoli macinata a pietra, come un tempo. La farina è la base per fare a mano piadina, pane, pizze, primi della tradizione (tagliatelle, strozzapreti, ravioli, gnocchi).. Antipasti Le tradizionali tavolozze di salumi e formaggi provenienti da fattorie dell’entroterra. Grigliata Sulla brace le migliori carni, scelte personalmente ed acqui-

hamburger gigante di KG. 2,2 in meno di 43 minuti e 33 secondi e la Gara di Birra e Salsiccia. Chi batte il record, diventerà il nuovo “RE” del Country e verrà immortalato nel “WALL OF FAME” ovviamente non dovrà pagare il “GIANTBURGER”. Gratis e ufficiale incoronazione anche per chi riesce a mangiarsi più di 16 salsicce e 8 birre. Lasciatevi allora consigliare, un locale da visitare e da frequentare, per una cucina semplice, genuina, gustosa e una sincera cordialità che saprà conquistarvi. Country Club - Via dei Giacinti 24 - Serravalle Zona Ciarulla (San Marino). Tel. 337.1007077


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RIMINI

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All’interno della FAR di Rimini sino all’1° dicembre 2013 la mostra dal titolo Concava Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Maimouna, Islam più vicino

Dopo la conversione all’Islam diviene Patrizia Guerresi Maimouna. L’artista veneta ha optato da allora per un altro sguardo, più ampio e più profondo, discostandosi dalle proprie origini, combinando temi afroasiatici con le proprie radici iconografiche che affondano nella tradizione classica. Ma ha osservato anche che la civiltà occidentale ha perfezionato e diffuso il concetto di paura verso le altre culture

Patrizia Guerresi Maimouna

SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci - Prima si chiamava solo Patrizia Guerresi, nata in provincia di Vicenza, artista poliforme, scultrice, fotografa, autrice di video e installazioni, partita dalle esperienze europee della body art negli anni ‘70. All’inizio della carriera ha partecipato alla Biennale di Venezia, padiglione italiano (nel 1982 e nel 1986), così come a Documenta K18 (1987) a Kassel, Germania. Nel 1983 realizza una personale alla Galleria Studio Ennesse di Milano, a cura di Marco Meneguzzo, e nel 1990 alla Galleria Bianca Pilat, Milano, curata da Arturo Schwarz. Il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in tutto il mondo.

Dopo la conversione all’Islam diviene Patrizia Guerresi Maimouna. L’artista veneta ha optato da allora per un altro sguardo, più ampio e più profondo, discostandosi dalle proprie origini, combinando temi afroasiatici con le proprie radici iconografiche che affondano nella tradizione classica. Ma ha osservato anche che la civiltà occidentale ha perfezionato e diffuso il concetto di paura verso le altre culture. La familiarità con l’Africa e la conversione dell’artista all’Islam che si data al 1991 sono divenute parti del suo lavoro, trasformandoli in atto creativo. “Quello che cercavo erano soprattutto le radici storiche

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dello sviluppo del corpo e delle simbologie. Ero attrice-protagonista e, nello stesso tempo, opera”. E sottolinea: “Cercavo di avere un contatto cosmico con l’universo”. Patrizia Guerresi fonda la sua poetica intorno al corpo umano, inteso come corpo religioso e mistico, che inserisce in una ricerca che aspira al superamento dei confini delle diversità. Si riappropria di relazioni antiche che regolano i rapporti tra uomo e universo, come gli elementi, la terra, il fuoco, l’acqua, e agisce con materiali spe-

cifici, quali il gesso, la pietra, le resine, il legno, la terracotta. Racconta: “Il destino ha voluto che conoscessi un’Africa musulmana...Una conoscenza che ho approfondito con i frequenti viaggi in Senegal, recandomi ogni volta nella città Santa di Touba”. Rimasta affascinata dalla fede islamica in particolare dal muridismo della comunità di Baifall, confraternita sufi, ha percorso una strada complessa nella sua ricerca artistica, verso una diversa prospettiva di lavoro. Il sufismo è una forma di ricerca mistica tipica della cultura islamica ed è caratterizzato dalla ricerca della luce interiore, dalla forza spirituale, dalla com-

passione, la devozione, l’ascetismo e da un rapporto costante con l’invisibile nella ricerca della consapevolezza dell’unione con l’infinito divino attraverso pratiche religiose, preghiere e invocazioni. Dalla macchina fotografica al video, dalle installazioni alle sculture, Maïmouna Patrizia Guerresi continua a raccontare, con la stessa lucidità e senza compromessi, il disagio e la bellezza della diversità. Simbolo e metafora sono elementi fondamentali per esplorare le complesse implicazioni del termine “diversità” in ambito sociale, politico, culturale, psicologico. «Ai personaggi che fotografo impongo segni prevalentemente bianchi, quelli neri attraggono e respingono. Il bianco è un elemento di purificazione, che indica personaggi di luce. Realizzo una specie di impasto con latte e colore e traccio una riga bianca sul volto, sulle mani e, a volte, sui piedi, ovvero sulle parti visibili del corpo. Questa linea diventa come una bisettrice – una frontiera – che taglia in due la parte conosciuta e quella sconosciuta. Un segno particolare che mi è venuto in mente partendo proprio dall’idea del latte, usato in diverse culture, asia-

tiche e africane, come simbolo di purificazione, ma anche del primo sacrificio. Il “sacrificio bianco” è quello del dare il latte materno. Il manto è l’altro segno ripetuto spessissimo nei miei lavori, insieme al velo, perché mi interessa indagare la spiritualità, soprattutto femminile”. All’interno della FAR (Fabbrica Arte Rimini di Piazza Cavour) sino all’1° dicembre 2013 la mostra dal titolo Concava consente di vedere da vicino alcune sue opere recenti; un’esplosione di forme, di suggestioni, di miti: dalla grande madre, al corpo sovrano, espressione del mistero divino, ai costumi, ai paramenti, agli accessori, corpi cavi e corpi pieni, mantelli e abiti che inglobano, veli che nascondono e rivelano, la vita dentro lo spazio vuoto, come nei Giants o “giganti” che nascono anch’essi come ricerca sul corpo mistico, inteso come metafisico e sovrannaturale, rappresentato da un manto che copre i personaggi, segnando le forme e lasciando scoprire i volti, i piedi, le mani, come nelle icone cristiane. “Mi rifaccio chiaramente ad artisti come Piero della Francesca e Antonello da Messina. Il corpo, però, è vuoto. È come un universo, qualcosa di buio, una grotta. Credo che il richiamo al pudore, alla bellezza e al mistero divino sia come un manto interiore che esprime la bellezza cosmica».


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RIMINI

I rifiuti che salgono alla dignità artistica. Mostra al Museo dell'Emigrante

Geminiani:“Restituzioni” ARTE - SAN MARINO

- Cerca di far sopravvivere i rifiuti e strapparli alla distruzione dando loro, nella logica del frammento recuperato, una nuova dignità, caricandoli di valore poetico, indugiando sui loro rimandi emotivi. Con i frammenti sparsi ritrovati, riportati in superficie e raccolti, Gabriele Geminiani allestisce uno spazio sacro, in quanto apre a un tempo interiore; cambia le coordinate ed invita alla sosta, all’ascolto. “Restituzioni”. E' il titolo della mostra di Geminiani inaugurata lo scorso 31 ottobre, alle 18, a San Marino. Organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e dal Museo dell’Emigrante e patrocinata dalla segreteria di Stato per l’Istruzione, la Cultura e l’Università, la collaborazione tra le due istituzioni è nata dalla volontà di valorizzare le testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente e dal desiderio di rinsaldare il passato ed il contemporaneo, per restituire al tempo una possibile continui-

Gabriele Geminiani e un suo allestimento

tà. Le opere di Gabriele Geminiani, osservate negli spazi del Museo dell’Emigrante invitano a una riflessione sugli oggetti e sul loro valore, che sopravvive alla funzione d’uso e investe la dimensione affettiva ed emozionale. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del segretario di Stato per l’Istruzione, la Cultura e l’Università, Giuseppe

Maria Morganti e del critico Luca Cesari, professore di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Urbino e presidente del Centro Pio Manzù. Gabriele Geminiani è nato a Pesaro nel 1962. Vive e lavora tra Marche e Romagna. Il suo percorso si snoda tra interventi e installazioni in luoghi abbandonati o dismessi e incursioni grafico-poetiche nel mondo editoriale dell’illustrazione e del libro d’artista. Raccoglie da anni gli oggetti perduti e abbandonati sulla battigia con l’infaticabile costanza del collezionista e la tempra del vero combinatore di frammenti e reperti della memoria umana recente. La mostra resta in piedi fino al 7 gennaio.

Paesaggio della Gioconda, una finestra aperta sulla Valmarecchia? FOCUS

- Rosetta Borchia e Olivia Nesci hanno individuato nella valle riminese il paesaggio dipinto da Leonardo alle spalle di Monna Lisa, che in realtà sarebbe stata Pacifica Brandano, cortigiana di Urbino. Una finestra aperta sulla Valmarecchia, da Urbino fino ai due Sassi e Pennabilli, lungo il letto del fiume e su a toccare le cime dell’Appennino. Con un po’ di fantasia possiamo immaginare che fosse la vista di cui godeva dalla sua finestra o dal balcone la Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci. La Gioconda, il sorriso più misterioso della storia dell’arte italiana, ora ha un enigma in meno da svelare. Le “cacciatrici

di paesaggi” Olivia Nesci e Rosetta Borchia, ricercatrici urbinati, sono riuscite infatti a riconoscere e individuare nello scorcio dipinto da Leonardo alle spalle di Monna Lisa (ma è questo il suo vero nome? sembrerebbe proprio di no) le alture e i corsi d’acqua della Valmarecchia. Una conclusione alla quale sono giunte dopo un lungo studio, durato quattro anni (in libreria col titolo “Codice P. Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda”). Ma chi è, realmente, quella che da tutti è conosciuta come Gioconda? Il nome le deriva, è noto, da una figura storica, Monna Lisa Gherardini, nobile italiana moglie del mercante fio-

rentino Francesco del Giocondo. Recenti studi hanno avanzato l’ipotesi che invece non si tratti di lei ma di una dama della corte urbinate, Pacifica Brandano, amante di Giuliano De’ Medici durante il suo esilio dalla città toscana. Una tesi che confermerebbe anche la ricostruzione di Borchia e Nesci che hanno riconosciuto proprio una porzione del Ducato riprodotto in molti dettagli a sfondo del ritratto e ne farebbero un contesto molto coerente con “Monna Pacifica”. Non paesaggi immaginari, dunque, ma corsi d’acqua, rilievi, edifici e percorsi reali. Sono la Valmarecchia e uno scorcio


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Ipotesi delle studiose Rosetta Borchia e Olivia Nesci. Ora, un rinascimento turistico?

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Rosetta Borchia Diplomata all'Accademia delle Belle arti di Urbino, è responsabile dell'assessorato alla Cultura del Comune di Urbino. Pittrice e appassionata di botanica ha dato vita al Giardino delle rose perdute, vivaio che raccoglie centinaia di specie di questo fiore, alcune in pericolo d'estinzione.

Olivia Nesci Professore associato di Geografia fisica e Geomorfologia all'università di Urbino, è esperta di genesi ed evoluzione del paesaggio fisico con particolare riguardo a quello dell'Appennino centro-settentrionale e della costa adriatica. Ha collaborato alla stesura delle Guide geologiche regionali a cura della Società geologica italiana

Individuato nella valle riminese il paesaggio dipinto da Leonardo alle spalle di Monna Lisa, che in realtà sarebbe stata Pacifica Brandano, cortigiana di Urbino di Marche osservati da uno stesso punto di vista, il Ducato, verso due direzioni poco differenti. Olivia Nesci e Rosetta Borchia sono due ormai esperte cacciatrici di paesaggi. Hanno già individuato e riconosciuto gli sfondi di diversi dipinti di Piero della Francesca (come il Dittico dei duchi e il Battesimo di Cristo), Raffaello e Bellini. Ma la portata di questa rivelazione è davvero straordinaria, trattandosi del ritratto e del qua-

dro più famoso, ammirato e fotografato al mondo. “Della Gioconda non avevamo proprio intenzione di occuparci – hanno raccontato – perché è troppa l’attenzione e tanti i rischi”. E invece, come spessissimo accade, le grandi scoperte arrivano quasi per caso. Questa è avvenuta durante una ricognizione: due rupi, un ponte. L’illuminazione è un lampo: è il paesaggio della Gioconda. Il tassello destro del dipinto sono le rupi di

Pozzale. Il ponte attuale ha aiutato parecchio l’identificazione, è in un luogo distante solo poche centinaia di metri dal sito di un ponte molto più antico, quello che avrebbe potuto vedere Leonardo in uno dei suoi viaggi in queste zone, all’inizio del ‘500, al seguito di Cesare Borgia o proprio Giuliano De’ Medici nel 1516. Lo stesso ponte che ritorna anche a sinistra del ritratto, con una prospettiva differente. Questa è stata la prima tessera del mosaico. Poi, cercando tutto attorno, sono venute le altre. Il lavoro è stato lungo e complesso perché serve una chiave in-

terpretativa: “Per capire come Leonardo ha inteso rappresentare il paesaggio serve una ‘password’ - spiegano ancora le studiose – che noi abbiamo ritrovato studiando i codici. Il metodo è quello della compressione”. Un po’ come stirare o stringere un’immagine. Lo si osserva per esempio nella parte superiore destra, dove si trova il monte Aquilone, che sulla tela Leonardo ha schiacciato, deformandolo, ma senza privarlo del suo profilo caratteristico. Una ulteriore scoperta nella scoperta le ha aiutate a confermare che erano sulla strada giusta. Alcuni disegni preparatori

rinvenuti nel codice Arundel, alla Royal Library di Londra. Uno dei quali è un abbozzo proprio della valle del Senatello, affluente del Valmarecchia, anch’esso presente nella Gioconda. Sulla sinistra ancora i profili inconfondibili della Valmarecchia e della dorsale appenninica: il Sasso Simone, il Simoncello, il colle di Bascio e la torre. E a fondo valle ancora il fiume Marecchia che scorre. Lo studio di Rosetta Borchia e Olivia Nesci racconta anche di un Leonardo geologo, geomorfologo e osservatore delle trasformazioni del territorio. A conferma, se mai ce ne fosse bisogno, dell’immenso

ingegno riconosciuto a quest’uomo. Il volume è un volo affascinante, ben documentato attraverso tantissime immagini, confronti con l’attuale aspetto del paesaggio, fonti storiche e scientifiche, studi geologici e archeologici a supporto e conferma della validità di questa teoria. E ora che Monna Lisa non è più Lisa, Pacifica semmai, e sembra aver traslocato dalle rive dell’Arno alle alture della Valmarecchia, cosa resta da fare? Perché no cogliere al volo un’occasione troppe volte rimandata. L’entroterra come Paesaggio della Gioconda (continueremo a chiamarla comunque così nei secoli a venire, statene certi) potrebbe essere un volano di incredibile fascino, portare il territorio ad essere scoperto e riscoperto per dare una spinta nuova a un turismo con una spina dorsale più forte di prima. È il proposito lanciato anche dal presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali con l’auspicio che la società civile, prima ancora della politica, sappia cogliere la palla al balzo. Vedi mai che sia proprio una cortigiana feltresca del Rinascimento, per giunta Marchigiana, aprendo la sua finestra, a portare finalmente un po’ d’aria fresca nell’entroterra romagnolo.



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CULTURA nibile. In legno, ferro e vetro, alta quasi due metri, l'opera è stata fatta in gran parte con materiali di recupero che nulla tolgono alla preziosità dell'idea: con un blu cobalto che ti avvolge in un abbraccio di pensieri. Il difficile volo della farfalla che non può sopravvivere in un ambiente inquinato, è metafora di una umanità la quale nella sua miope espansione può generare la sua stessa fine. Unico rimedio urgente: cambiare subito direzione e utilizzare le energie pulite. Bastianelli e Cardellini, novelle Cassandre, anche in questo caso, affrontano temi di pressante attualità, legati alla sopravvivenza dell’uomo e del creato. Denunciano, col linguaggio dell'arte evidenti contraddizioni e concreti pericoli. Perché avete voluto esporre a Ecomondo?

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Franco Bastianelli (scultore) e Giuliano Cardellini (poeta) hanno esposto la loro nuova opera durante Ecomondo

Nella natura cercare l'energia della terra - Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini stanno vivendo un momento di grande creatività. In luglio hanno esposto “Il canto del cigno” a Casette d’Ete (Fermo), a settembre “Spettro” sul Canal Grande a Venezia, a novembre (6-9) espongono “La fata” a Rimini, alla Fiera Internazionale Ecomondo. “La fata” ha fatto bella mostra di sé al padiglione Energia B5, grazie alla sensibilità di Wide Automation; imprenditori che vedono l’arte come comunicazione, come bellezza anche in contesti commerciali. L'installazione è stata creata proprio per sensibilizzare sullo scottante tema dell’Energia come bene finito. L’arte come presa di coscienza civica, come strumento per denunciare i mali e miopia della società; in questo caso l’abuso di energie inquinanti e, per contro, l’invito ad usare energie pulite per uno sviluppo soste-

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“Riteniamo che non ci siano solo luoghi deputati all’arte, come musei, gallerie, etc, ma che l’espressione artistica debba raggiungere tutti, non solo gli addetti ai lavori o appassionati, affinchè il messaggio di bellezza e il contenuto concettuale dell’opera possano sensibilizzare e far prendere coscienza della vita“. Voi state continuando in questo connubio tra scultura e poesia che appare strano e non pare avere tanti esempi in campo artistico, perché? “Riteniamo che non sia solo un semplice accostamento artistico, ma molto di più; stiamo cercando di fondere le due esperienze per avere una terza risultante: costituita da installazioni, performance e chissà cos’altro. Così come, per rimanere in tema, l’ossigeno e l’idrogeno sono due gas autonomi, però uniti tra loro danno l’acqua, la quale è tutt'un’altra cosa rispetto agli elementi originali”.

Franco Bastianelli (a sinistra) e Giuliano Cardellini mentre lavorano alla loro nuova opera d'arte

Cosa vuol dire “La fata?” “Riteniamo che le opere non vadano ‘spiegate’ completamente; non si può togliere a chi osserva la riflessione, l’emozione, la ricerca di quello che gli artisti hanno voluto esprimere. Poi ognuno, in base al proprio vissuto, al proprio

stato d’animo, vi ‘leggerà’ qualcosa di diverso: in questo caso si potrà parlare di arte. Solo ponendosi di fronte all’opera cercando di percepire quello che è in grado di trasmetterci, si potrà consapevolmente ammirare la bellezza, l’armonia, il contenuto,

prendendoci degli attimi solo per noi. ‘La fata’ vuol essere una denuncia contro l’uso di energie inquinanti e, allo stesso tempo, una sensibilizzazione per il pieno utilizzo di energie pulite: la natura può dare con una generosità assoluta”. Progetti per il futuro? “Tanti, ma non sappiamo se e quando saranno concretizzzati. In questo sodalizio creativo, in cui è sorta spontanea una grande affinità artistica, si parla tanto di progetti, si eseguono bozze di nuove installazioni, si ricercano attualità sociali, soprattutto si cercherà di esporre opere, poiché solo così potremo essere spunto per riflessioni”. L'installazione artistica “La fata” è stata presentata il 26 ottobre a Cattolica al pubristorantino “Breeze Life”, dove gli artisti Bastianelli e Cardellini hanno lanciato l’idea di tenere in questo locale sulla darsena incontri per scambi di opinioni tra artisti e amanti di arte e cultura.


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RIMINI - VALMARECCHIA

Titolo: “Nel nome di Marco”. Alla storia del campione, si intreccia quella di don Fausto, che lascia la tonaca per una donna

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Marco Pantani nel romanzo Marziani - Per vent'annni giornalista (una noia), Michele Marziani è diventato un signor scrittore. Da ragazzo gli sarebbe piaciuto fare il disegnatore di fumetti, ma il poco talento lo ha dirottato verso la scrittura. Ha appena vinto il Serantini con “Barafonda”. In questa intervista racconta del suo ultimo romanzo e della sua idea della vita. Ha vissuto in una casa con pile di libri. Dove hai tratto le storie per il suo ultimo libro? “Il mio ultimo romanzo, uscito da poco in libreria, si intitola Nel nome di Marco ed è una storia che gira attorno a Marco Pantani, il grande campione di ciclismo. Narra le vicende di un sacerdote, don Fausto, appassionato di biciclette e tifoso di Pantani. Le storie dei due uomini avvengono in parallelo, come in una sorta di specchio: uno passerà dai fasti delle grandi vittorie alla morte tragica a Rimini il 14 febbraio del 2004, l’altro abbandonerà la tonaca per sposare la donna che ama e da lì cominceranno delle vicende che lo porteranno a Rimini lo stesso giorno della scomparsa di Pantani. Dove ho tratto queste storie? Beh, quella di Pantani è nota, ma mi ha fatto venire in mente le altre vicende che si intrecciano con la sua. Non so bene come sia accaduto. A volte basta fermarsi su un particolare della vita e questo prende forma, fa venire in mente dei personaggi, diventa un libro... Credo che il segreto, se segreto c’è, stia

Allo scrittore riminese appena assegnato il premio “Serantini”. “Si scrive per immaginare un'altra vita”

Michele Marziani

CULTURA nel lasciare spazio ai pensieri vaganti, nel lasciarli andare seguendoli con curiosità”. Il primo pensiero dopo il premio? “Il premio ‘Francesco Serantini’ che mi hanno assegnato per il mio romanzo precedente, Barafonda, è stato una bella sorpresa. Un riconoscimento al mio lavoro di narratore. Ne sono soddisfatto soprattutto se guardo al palmarés del premio che in passato è stato assegnato ad autori come Piero Meldini, Eraldo Baldini, Cristiano Cavina, Silvia Di Natale, Francesco Fuschini, Gino Montesanto, Gian Ruggero Manzoni... Non solo, per me che sono sempre un po’ nomade e spesso mi ritrovo senza radici, vincere un premio in Romagna significa un po’ ritrovare un’identità, un luogo dove riconoscersi”.

Può raccontare qualcosa della sua storia umana? ”Beh, io mi sento da sempre un po’ un senza terra. Sono nato a Rimini, ma i miei genitori venivano dal Friuli, mio nonno era capostazione, quindi nomade per mestiere. Sono cresciuto e ho vissuto in diversi luoghi: San Leo, Rimini, il lago d’Orta, Milano, per periodi più brevi anche altrove. Ho sempre girato molto. E sin da bambino ho sempre desiderato raccontare storie. Volevo fare il disegnatore di fumetti ma non ne ero capace. Per questo ho iniziato a scrivere. Poi ho fatto quello che considero insieme il più grande errore della mia vita e la mia fortuna: sono diventato giornalista. È stato un errore perché ho passato più di vent’anni dentro a una scrittura che non era narrativa e non era quella che amavo. Il giornalismo è stato però anche la mia

fortuna perché mi ha permesso comunque di avere a che fare con la penna e con le parole, ma soprattutto di girare tantissimo, in ogni angolo d’Italia”. Famiglia, educazione. Nella sua vita di scrittore chi ha contato di più, come esempio? “In famiglia ho sempre respirato i libri. Mio padre faceva l’insegnante di filosofia, mia madre stava a casa a occuparsi di me e di mia sorella. Non c’erano molti soldi ma quelli che c’erano finivano tutti nei libri. Sono cresciuto in una casa senza scaffali, ma con centinaia di volumi stipati in cassette della frutta, appoggiati ovunque. A scuola ho avuto la fortuna di incontrare due figure fondamentali della mia formazione: il mio maestro delle elementari a Rimini, Gioenzio Baldazzi, che mi ha insegnato a leggere e scrivere e il mio professore delle medie a Gozzano, Mario Bilardo, che mi ha insegnato a non smettere più di farlo”. E' esperto di eno-gastronomia, che come può aiutare il nostro turismo? “Sono stato in passato un esperto di enogastronomia. Nel senso che sono diversi anni che mi sono allontanato anche dalla scrittura legata al cibo e al vino per privilegiare il mio lavoro di narratore. Vedo che l’enogastronomia è oggi un grande motivo di richiamo, ma non so se potrebbe essere un volano per il turismo. Non ho mai fatto il turista, per me la vacanza ideale è

stare a casa a leggere un libro, quindi non saprei proprio dare consigli”. Che cos’è per te il cibo? “Cerco che sia sempre ‘buono, pulito e giusto’, per rubare le parole a Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food. Dopo, ma solo dopo, può anche rappresentare un territorio, le sue tradizioni, la sua storia”. Qual è l’attestato, il gesto più commovente che ha ricevuto? “Un meccanico di biciclette a cui ho portato casualmente a riparare una foratura e ha voluto essere pagato con una dedica sul mio Umberto Dei che è un romanzo che racconta la storia di un meccanico di biciclette. Lui aveva il libro in bottega, mi ha riconosciuto per una foto apparsa su un giornale ed era emozionatissimo. Io più di lui. I grandi attestati vengono dalle persone che amano i tuoi libri”. Chi è uno scrittore? “Credo sia qualcuno a cui non piace la vita com’è e cerca di immaginarne un’altra, di andare a fondo, di indagare nei lati meno esposti dell’umano e di restituire quello che scopre ai lettori. Sperando di ricevere dai lettori ulteriori risposte. Personalmente scrivo perché sento che sia quello che sono chiamato a fare nella vita, il mio modo di essere un poco utile all’umanità. Spero di riuscirci, almeno in parte. Se solo riesco a far sognare una sola persona per pochi minuti, se riesco a portarla in un altro mondo, se riesco, anche per un semplice attimo, a farle pensare qualcosa che non aveva mai pensato, credo di aver fatto la mia piccola parte nella vita”.

Quali sono i tuoi hobby? “Non ho hobby. Ho grandi passioni: la lettura, la pesca alla trota in torrente, la montagna, i funghi, il whisky di malto, un sigaro ogni tanto. Soprattutto mi piace ascoltare le vite che gli altri raccontano. In fondo lo scrittore è anche questo: una sorta di voyeur della vita che poi prende tutto quello che ha raccolto e lo trasforma in altre storie”. Di che cosa ha bisogno l’uomo? “Di sentirsi libero, credo. Perlomeno è sempre stato quello che ho percepito negli anni: per raggiungere un obiettivo, un sogno, realizzare un desiderio, occorre sentirsi liberi. Che non significa poter fare quello che si vuole, ma accettare di spogliarsi dell’inutile per seguire la propria strada. Conduco una vita estremamente sobria ma non sento la mancanza di niente e questo mi fa sentire molto libero, ad esempio, rispetto alle richieste del consumismo”. Che cosa vedi, quando guardi la natura? “Capisco cose che in altri ambiti mi sfuggono: soprattutto di fronte all’acqua, ai fiumi, ai torrenti, ai laghi, al mare d’inverno sento che ci sono delle risposte possibili anche alle situazioni più difficili. Sento che la vita è forte, potente, ‘galantuoma’. Capisco che di fronte all’immenso non sei nessuno, ma hai avuto la grande fortuna di poterci essere, di poter partecipare”..


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l'OPINIONE

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Damilano, giornalista dell'Espresso narra la nostra storia contemporanea Inizia in prima pagina difficoltà a chiarire in pubblico i motivi, chi dice di no a Prodi può votare contro solo nell’ombra». Un partito non è un partito, se contiene dei franchi tiratori che vanno per conto loro, e se non si chiede loro ragione della loro decisione. Ripetutamente Damilano osserva che nessuno di quei 101 ha mai spiegato le ragioni del suo atteggiamento. «Sciacalli al riparo del voto segreto […]. Quasi che i 101, e i loro protettori, siano uniti da un legame invisibile, un giuramento, una filiazione. I dirigenti del partito, a partire dal segretario eletto al posto di Bersani, Guglielmo Epifani dimostreranno scarsissimo interesse almeno a cercare i nomi dei 101». Una confessione di uno dei 101 Damilano ha pubblicato alla fine del suo libro, ottenuta («niente registrazione, nessun nome, ovviamente») l’estate scorsa «davanti a un piatto di orecchiette alle melanzane e ricotta salata», ma si tratta di un testo del quale interessa qui l’unico dato storicamente interessante: la decisione assunta come disubbidienza a un Bersani, un segretario che «ha

Dall'Ulivo al Pd: duelli, vittorie, cadute Apre e chiude con i 101 parlamentari del Pd che non votarono Prodi. “Un partito non è un partito, se contiene dei franchi tiratori che vanno per conto loro, e non si chiede loro ragione della loro decisione” IL PUNTO DI VISTA

pensato solo a se stesso, ha fatto come se il voto non ci fosse mai stato. Sapeva bene che mai e poi mai Napolitano gli avrebbe concesso di fare un governo di minoranza, c’erano i precedenti». E ha perso un sacco di tempo per niente. L’ ambizione personale lo tradì. Un’altra osservazione interessante dell’anonimo commensale di Damilano è rappresentata da quanto egli dice: «C’è un’ altra categoria di elettori che non poteva votare per Prodi: quelli che avevano tutto da perdere dall’elezione di Prodi e tutto fa gua-

Alessandro Roveri

dagnare dalla sua sconfitta. I nomi? Giudichi lei, chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato. Per esempio, chi è andato al governo». Al governo Letta, voleva dire l’anonimo commensale, l’attuale governo delle larghe intese. Su questa base Damilano ha costruito tutto il suo libro sulle vittorie, le cadute, i duelli dall’Ulivo al Pd. Ne emerge il conflitto degli Ulivisti con l'oligarchia di partito di cui ho parlato nel numero scorso della “Piazza”, citando Roberto Michels. L’oligarchia di partito ha sempre messo i bastoni tra le ruote del progetto ulivista, inteso a fondere cattolicesimo di sinistra e tradizione comunista, il modo migliore per liberare il Pd dalle

tare storiche della provenienza dal vecchio Pci e per dare spazio al nuovo senso della giustizia sociale nell’epoca della globalizzazione. I nomi degli oligarchi, qui, ci sono: sono Bertinotti, Marini, Bersani, D’Alema (del quale pure Damilano pubblica una intelligente pagina sulla situazione attuale). E campeggia il nome del Nanni Moretti del 2 febbraio 2002, che esclama: «con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai», e conduce con i Girotondi la sua battaglia. Lo spirito oligarchico viene da lontano, dalla lezione di Togliatti. Non a caso Damilano cita il caso di Giancarlo Pajetta, che nel 1990 andava ad una manifestazione del Pci al Pantheon contro la legge Mammì, voluta fortissimamente da Craxi per consolidare il potere televisivo di Berlusconi. E che cosa fece Pajetta? «Non nominava mai Craxi e il Partito sociali-

sta, che erano i principali sponsor politici di Berlusconi e del suo monopolio televisivo. Non li citava perché il Pci in molte amministrazioni era in giunta con i socialisti, quindi era meglio rimanere sul vago, fare un intervento generico». Particolarmente duro, giustamente duro, il giudizio di Damilano sull’oligarca Bertinotti, che il 9 ottobre 1998 fece cadere il governo Prodi. «Fu la crisi su una legge finanziaria, sui ticket sanitari e sull’aumento dei testi scolastici. “Questa maggioranza è di impianto moderato!” sentenzia Bertinotti nel discorso nell’aula di Montecitorio. Stando attento ad arrotare la erre, in un tripudio di narcisismo, conclude: “Noi vorremmo essere gli eredi di Marx, siamo sicuramente eredi di quello che ci ha lasciato Gandhi: volevate piegarci ma non ci avere piegato”». Sulla situazione odierna Damilano non ha dubbi. Le speranze di vittoria sull’oligarchia di D’Alema e Bersani si chiamano Matteo Renzi, un uomo al quale sulla prima pagina dell’“Unità” Michele

Prospero rimproverò un giorno un «atteggiamento fascistoide». «Oggi, per la prima volta, un candidato alla premiership non chiede il permesso a nessuno. Non fa come Prodi, Rutelli, Veltroni, che furono candidati dal caminetto dei capi–corrente. Non si presenta come un pezzetto di apparato. “Noi non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per correre. Noi siamo quelli che non devono portare la giustificazione: quando loro erano già in Parlamento noi eravamo all’asilo». «Non è per caso che dovendo indicare – ha scritto Damilano alla fine del suo libro – una radice del suo impegno il sindaco di Firenze ha allontanato quella dei giovani democristiani e ha preferito riconoscere quella dell’Ulivo nel 1995–1996: «Io nasco con i Comitati Prodi». Sia consentito al sottoscritto, allora professore dell’Università di Ferrara, che l’11 febbraio 1995 fondò il Comitato Prodi di Ferrara interrompendo il suo corso di lezioni, di augurare successo all’allora ventenne Matteo Renzi. *Libero docente all'Università di Roma



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ECONOMIA

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Nell'azienda di S. Giovanni c'era: part-time per le mamme, riscatto del Tfr, partecipazione agli utili - Il 28 e 29 ottobre Rai1 ha trasmesso un film sulla vita dell'imprenditore Adriano Olivetti, l'uomo che impose l'Olivetti come un'eccellenza mondiale. In tanti a chiedere: “Hai visto il film su Olivetti? Grande uomo”. Per caso è nato l'articolo che segue.

- L’altra sera dopo avere visto le due puntate del filmato su Adriano Olivetti, mi sono fermato a pensare alla mia vecchia azienda che ho lasciato da diversi anni, ma della quale ho sempre vivi la riconoscenza e il

Tullio Badioli e Alberta Ferretti fondatori e artefici dell'Aeffe

ECONOMIA

ricordo. Erano gli anni ‘80 e ‘90 e c’era ovunque un grande fermento, anche se la parola “crisi” era continuamente, e impropriamente sulla bocca di molti. La storia di Adriano Olivetti mi ha fatto ripassare le “novità” che facevano rassomigliare la mia AEFFE alla sua Olivetti. L’attenzione alle persone: la proprietà e la dirigenza erano sentiti vicini alle persone, spesso si vedevano in giro fra le varie catene di lavorazione, negli uffici o nei magazzini, Ripensando a quegli anni mi sono sempre più convinto che: il sorriso di un capo, di qualsiasi livello o grado, accom-

ne avessero necessità. Da ultimo, ma non per importanza, ricordo che in Aeffe abbiamo avuto, fra i primissimi e i pochi in Italia, la partecipazione ai risultati aziendali”. Era previsto che al raggiungimento di risultati positivi, definiti in modo chiaro e facilmente verificabili da tutti, Sindacati in primis, ai dipendenti venisse erogato un premio aziendale in proporzione alla entità dei risultati raggiunti. Non lo so se esiste ancora; forse la inconsistenza e la chiusura mentale di molti sindacati

importante, ma da solo non basta. Infatti, non si dormiva neppure sul fronte della innovazione; anche qui come Olivetti ha insegnato l’Aeffe ha realizzato, Si sono costruiti in quegli anni i magazzini più moderni d’Italia nel nostro settore. Non lo so se anche d’ Europa, ma visto che l’Italia nel settore abbigliamento era all’avanguardia, probabilmente sì. Per la prima volta sono stati applicati concetti allora modernissimi: chiusura automatica dei cartoni pieni di capi, trasmissioni dati via radio, computerizzazione delle operazioni di carico e scarico, collaborazione tra elaboratori diversi per un unico risultato, ecc. Sono passati diversi anni,

Aeffe, quell'Olivetti riminese pagnato da una “pacca sulla spalla” che significa: “ Avanti, io ci sono; se hai dei problemi o delle proposte io sono qui” sia un antidoto eccezionale contro depressione, problematiche inutili e incomprensioni. La famiglia godeva di un rispetto eccezionale. Ricordo che nel Contratto Integrativo Aziendale era previsto che le mamme dopo la nascita di un figlio potessero richiedere ( e

La famiglia godeva di un rispetto eccezionale. Era un modo per vedere le mamme felici e non angosciate per l'eccessivo lavoro

l’azienda era obbligata a concederlo) un congruo periodo di orario part-time. Era un modo per veder al lavoro delle mamme felici e non angosciate da un eccessivo carico d lavoro. Se qualcuno aveva esigenze finanziarie poteva richiedere anticipi sul Tfr, senza complicazioni inutili o limiti di importo. C’era inoltre una finanziaria del gruppo che concedeva prestiti a tasso agevolato ai dipendenti che

ha eliminato, anziché approfondire, questa strada che sarebbe stata una ottima soluzione per lasciare la direzione della azienda alla proprietà, senza la intromissione di persone non sempre competenti, con la possibilità, nel contempo, per i lavoratori di partecipare degli utili che la “loro” azienda aveva prodotto. Tutto questo riguarda il campo etico sociale, che è molto

purtroppo sono successi anche diversi fatti, non ultimo la crisi che ancora imperversa. Mi auguro però che le cose buone che c’erano allora siano rimaste e, possibilmente, ulteriormente migliorate. Da parte mia posso solo trasmettere un caro saluto a tutti: proprietà, dirigenza e maestranze e augurare buon cammino! Un ex dipendente un po’ nostalgico

Caffè? “In sospeso per te” Un’iniziativa semplice come ‘bere un caffè’ sta prendendo piede in tutta Italia. E anche in provincia di Rimini, grazie all’associazione Bimbi a Rimini e a Eureka Lavoro, ritorna un tipo di solidarietà del dopoguerra a favore di tanti disagiati - Da un piccolo gesto di generosità a favore di sconosciuti nasce l’idea di un atto di solidarietà a favore degli altri. È l’essenza di ‘In sospeso per te’, promossa nella provincia di Rimini dall’associazione culturale Bimbi a Rimini e da Eureka Lavoro. L’idea di partenza riprende l’antica pratica del cosiddetto ‘caffè sospeso’, diffusa a Napoli nel dopoguerra quando chi era meno abbiente talvolta po-

teva trovare al bar un caffè in omaggio, pagato da un’altra persona che lo lasciava “in sospeso”. La pratica è ricomparsa in diverse città d’Italia dove, avventori sensibili lasciano caffè pagati e sospesi, come segno di altruismo ma anche per manifestare fiducia a chi riceve il denaro in cambio di una sorta di promessa. A chi andrà quel caffè sarà infatti il barista - o i suoi dipendenti - a deciderlo. In questo caso l’idea è di

estendere la formula anche ad altre attività commerciali: un panino, un gelato, un biberon, un pacco di pannolini, una spianata, una piada o un pezzo di pane… “Potenzialmente tutti possono fungere da veicoli di divulgazione per questa forma di ‘beneficenza’ nella loro zona – spiega Barbara Farkas, presidente dell’ass. Bimbi a Rimini -

bar, gelaterie, pizzerie, cartolerie e tanti altri esercizi commerciali di vario genere L’adesione al progetto è ‘certificata’ da un adesivo da esporre all’ingresso del locale, in modo che chi entra possa vedere se c’è la possibilità di fare un piccolo gesto di solidarietà”. L’obiettivo è comunque aiutare chi ha bisogno con un gesto non eclatante, com-

misurato alle risorse di ognuno. L’adesione al progetto è ‘certificata’ da un adesivo da esporre all’ingresso del locale, in modo che chi entra possa vedere se c’é la possibilità di fare un piccolo gesto di solidarietà. Per aderire basta mandare una mail all’indirizzo dedicato insospesopertern@gmail.com - e si riceverà l’adesivo e la descrizione dettagliata del progetto. I locali, bar e negozi che aderiscono a ‘In sospeso per te’ saranno inseriti in un apposito elenco, consultabile da chi cerca un

volontarimini@volontarimini.it

posto nelle sue vicinanze dove poter ricorrere a questa possibilità. I negozianti possono promuovere questa iniziativa parlandone a tutti quelli che conoscono, che a loro volta possono poi condividerla con altre persone ancora. “I negozianti possono promuovere questa iniziativa parlandone a tutti quelli che conoscono che a loro volta possono poi condividerla con altre persone ancora – aggiunge Emanuela Romito di Eureka Lavoro - L’obiettivo è che nelle zone coinvolte dall’iniziativa il maggior numero di persone possibili sia a conoscenza di questa possibilità nel locale (bar, negozio, ecc.), e quindi chi voglia fare un piccolo dono in quell’esercizio, possa farlo”.


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Novembre 2013

Lavori che stanno per finire prima del tempo grazie alla generosità dei riccionesi

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

RICCIONE

degli Scrondi

HALLOWEEN, LUCCIOLE & PD Halloween - Leggiamo: "Tutti i parroci dicono:

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Centro21, casa quasi pronta COMUNITA'

vade retro Halloween". Con tutti i guai che ci sono, compresi quelli della Chiesa, perché prendersela con una carnevalata dei bambini?...

Coltivatore dal pollice verde - Leggiamo: "Lascia gli arresti domiciliari, ma continua a coltivare marijuana". Quando si dice l'attaccamento al lavoro...

Violenza - Leggiamo: "Violenza contro le donne: scarpe rosse nelle vetrine per fermare la strage". Scarpe col tacco per colpire in testa i violenti!...

Dancing - Leggiamo: "Sondaggio albergatori: più dancing per gli anziani". Il futuro del turismo riparte dal liscio e mazurca?...

Evasione - Leggiamo: "Evasione Ici e Imu, 40mila euro per aggiornare i dati". Come dire: bisogna spendere per incassare di più... Zanzare e tessere Pd - Leggiamo: "Caldo e pioggia: invasione di zanzare fuori stagione". Un po' come il proliferare delle tessere last minute del Pd?... Congresso Pd - Leggiamo: "Congresso Pd. Sfida senza esclusione... di tesserati. 8 senegalesi iscritti all'ultima ora - Ma Galli non ci sta, e ricorda che alle primarie per il sindaco del 2009 (duellava con Pironi) c'erano file di cinesi, ucraine, ecc.". Il Pd è diventato un vero partito multietnico?...

di Claudio Casadei

- Quando incontrammo il Centro 21 e i suoi nobili obiettivi, quando incontrammo il sorriso pacato e deciso della signora Maria Cristina Codicè, apprezzando la sua fantastica determinazione capimmo immediatamente che i tempi di costruzione della Casa di via Limentani, se non si fossero rispettati sarebbe stato perché di certo accorciati. E questo è quanto sta accadendo! Da allora Riccione ha dimostrato l’altro lato della sua bellezza: si è distinta per generosità! Dal Circolo del Buon Vicinato, alle importanti donazioni del Comune, alla Ceramica del Conca, alla gelateria Panna e

Palas - Leggiamo: "Firma da notaio, il Palas è del Comune. Pironi: ‘Ora è un bene dei cittadini’". E così i debiti li pagheranno tutti... i cittadini...

Lucciole - Leggiamo: "Sigilli al centro massaggi di viale Santarosa. Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione". Le lucciole che brillavano anche d'inverno... Ecomafie - Leggiamo: "Infiltrazioni ed ecomafie, 300 studenti a ‘lezione’ sui dossier di Legambiente". Una bella lezione! Equitalia - Leggiamo: "Equitalia, chiude l'ufficio di piazza Unità". Visti imprenditori di ogni taglia festeggiare con caroselli di auto per la città.....

Cioccolato, alle innumerevoli ditte che hanno regalato il proprio lavoro e la propria disponibilità, allo studio 84, a Ikea, dal Lions Club al Polistudio Riccione ad ogni singolo cittadino che ha dato un centesimo agli straordinari Babbi Natale, alla Famija Arciunesa, la Perla Verde ha dimostrato un cuore grande. E adesso manca poco, manca pochissimo per arrivare alla

mèta. Poche decine di migliaia di euro e i ragazzi del Circolo 21 potranno finalmente avere quel punto di riferimento dove lavorare e produrre per la loro autonomia e una vita migliore. Nel frattempo guidati dalla signora Cristina e dai volontari che ogni giorno li assistono nelle loro attività anche loro, siano bomboniere, musical o una cena sociale, si conquistano la loro

parte di mattoni sfoderando quel sorriso che solo loro sanno regalare. Forza Riccione e zone limitrofe: trova il coraggio dell’ultimo sforzo, fa in maniera che i ragazzi e i genitori del Centro 21 possano coronare il loro sogno. Sarebbe bellissimo cominciare l’anno nuovo col coronamento di un sogno per uscire dalla crisi con specialissimi sorrisi!

RICCIONESITA'

Bolle di sapone, quelle opere pensate e mai fatte - Famija Arciunesa presenta un nuovo libro sulla città. Titolo: “Bolle di sapone a Riccione”; sottotitolo: 88 anni di progetti per la ‘Perla verde’ svaniti nel nulla. Il volume viene presentato il 9 novembre alle ore 11,30 al Blue Bar, viale Ceccarini. Il momento vale anche come aperitivo, lancio del tesseramento annuale di Famijaa arciunesa e libro omaggio ai soci. “Dalla sua raggiunta autonomia (19 ottobre 1922) –

scrive nella sua introduzione al volume Giuseppe Lo Magro, presidente di Famija Arciunesa – Riccione è stata un fermento di idee moderne, all’avanguardia nel lanciare le mode, lasciando agli altri la sola possibilità di imitarla accodandosi. E si è distinta anche nell’inventarsi i luoghi, sognando e progettando senza sosta. Dai tanti sogni e progetti sono nati il Parco della resistenza; il Centro Sportivo, col fiore all’occhiello dello Stadio del Nuoto con due splendide

La copertina

piscine olimpiche (coperta e scoperta); il Lungomare pedonale, che coi suoi due chilometri ricchi di fontane, piante, fiori e panchine è tra i più belli (e invidiati) d’Italia. E ci sono stati anche annunci di opere clamorose, di modernizzazioni ultra avveniristiche, di investimenti miliardari (veri) e milionari (oggi), di progetti strombazzati ai quattro venti e svaniti nel nulla… come bolle di sapone”.


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RICCIONE

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Libro di cartoline che narra Riccione. Sala gremita. Pubblicato dalla BPV

Maestri, un romantico racconto - Un romantico racconto “La mia Riccione”; come romantica è la fotografia proposta nella prima pagina del libro di cartoline che Raffaele (Tino) Maestri ha dedicato alla “sua” Riccione. Era tipografo Tino e, complice la professione, ha avuto l’idea (e’ sbóz, lui direbbe) di raccogliere cartoline, e ora che la sua parabola professionale si è conclusa vive l’orgoglio di possederne una collezione da fare invidia. Quella delle cartoline è stata una raccolta che quasi tutti i ragazzi di allora hanno iniziato a fare: fiammate di gioventù che nella maggior parte dei casi non hanno retto al tempo. Quella di Tino, invece, si è trasformata in una passione che è cresciuta col crescere dell’amore per la sua città e gli fa dire con vanto “ne ho più di cinquemila!”. Le cartoline che Tino ha prestato alle pagine de “La mia Riccione”, per la maggior parte “ormai non più inedite”, come egli stesso dice, costituiscono un racconto non soggettivo ma fatto con lo sguardo di chi attraverso quegli scatti intendeva reclamizzare una città desiderosa di imporsi nel panorama turistico. Pur se molte delle immagini contenute, tuttavia, costituiscono un déjà vu, il volume va ad arricchire il patrimonio storico/culturale di Riccione, accumulato nel tempo gra-

“La Mia Riccione è un lavoro che non muore confinato nelle ottanta pagine cartonate che la BPV ha accettato di sponsorizzare, ma crescerà nel tempo”

La presentazione del libro. Da sinistra: Tino Maestri, Massimo Lazzarini, Massimo Pironi, Luigi Sartoni, Gabriele Maestri, Francesco Cesarini e Edmo Vandi

FOCUS

di Teresio Spadoni zie alla passione e all’impegno dei suoi cittadini che, nell’offrire la propria testimonianza, consegnano alla memoria un tesoro inestimabile. Un bel libro, dunque, ma che sarebbe rimasto solo un’idea dormiente in un cassetto se non avesse trovato qualcuno ugualmente appassionato disposto a finanziarne la realizzazione. E in questa occasione, la parte del principe azzurro che libera dal sonno la bella idea dei Maestri, è stata sostenuta, egregiamente visto il risultato, dalla Banca Popolare Valconca. Come hanno sottolineato in conferenza stampa il presidente Massimo Lazzarini e il direttore Luigi Sartoni, la BPV considera

un vanto l’aver contribuito alla realizzazione del progetto sia per il forte legame che ha con il territorio - a Riccione è presente da una quarantina d’anni e, come ha ricordato Lazzarini, “ha avuto per presidente il compianto Elios Speroni, un grande riccionese la cui impronta è ancora viva nel pensiero e, vorrei dire, nelle azioni di tutti noi” - sia perché è frutto di una scelta imprenditoriale precisa. Si assiste ormai da tempo, infatti, ad una evoluzione del mondo bancario con scelte che non sempre si rivelano positive in assoluto. La BPV non si è fatta irretire dalla smania delle fusioni. La scelta di rimanere radicata

nel tessuto economico e sociale locale la mette in condizione di spendersi per iniziative di valore come questa: e lo fa con orgoglio. “Purtroppo - ha detto Sartoni come banche siamo rimaste ormai poche a sostenere queste cose; lo dico non per criticare la concorrenza, ma perché un po’ alla volta questo aggancio al territorio sta venendo meno”. Da banca volutamente locale, è stato detto, la BPV, oltre a varie iniziative benefiche, ha sostenuto il grosso lavoro da poco ultimato su Marotta e quello su Mondaino (che sarà pronto per Natale); l’anno prossimo, invece, vedrà l’uscita di un

DVD realizzato in collaborazione con Radio Icaro che, sulla falsariga di quello che è stato fatto per i novant’anni di Riccione, riguarderà la storia recente di Cattolica. “La mia Riccione”, dunque, quale elemento di valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio anche per il sindaco Massimo Pironi il quale, oltre a sottolineare l’impegno dell’Amministrazione negli interventi di recupero in tema di urbanistica, ha raccontato come questo desiderio di testimonianza dei cittadini abbia avuto origine con le manifestazioni per i cinquant’anni della città, quando il sindaco Biagio Cenni propose un premio per quei ragazzi che avessero prodotto ricerche su Riccione. “Fino ad allora credo esistessero solo uno o due libri sulla storia di Riccione - ha detto - e fu quella iniziativa a mettere in moto quel desiderio di raccontarsi che ha finito per costruire il grande

archivio storico riccionese”. “La mia Riccione” è sicuramente nato dall’amore di Tino per la sua città e dalla sua voglia di collezionare cartoline, ma sarebbe rimasto ‘solo’ un bel libro se il figlio Gabriele non avesse prodotto la versione digitale (e senza copyright) per renderlo fruibile a tutti gratuitamente. Per dirla con le sue parole “La Mia Riccione è un lavoro che non muore confinato nelle ottanta pagine cartonate che la BPV ha accettato di sponsorizzare, ma crescerà nel tempo. Nella prima pagina, infatti, abbiamo inserito un QR code (codice leggibile da Smartphone e Tablet attraverso le applicazioni QRreader o Inigma scaricabili gratuitamente da Internet) che consentirà l’accesso alla versione digitale, la quale verrà aggiornata continuamente con l’inserimento di nuove immagini, perché La mia Riccione non vuole essere un nostalgico libro di ricordi”.

Photo Andrea Bianchi

100mila pagine visitate online Dallo scorso 1° marzo la Piazza online è anche quotidiano. I numeri. Visite: 43.581 Visite uniche: 30.938 Pagine sfogliate: 92.955 (su base annua, le pagine visitate superano abbondantemente le 100.000).

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- Oltremare e Aquafàn passano di mano con un'operazione da 40 milioni di euro. I due parchi del divertimento di proprietà della Valdadige Costruzioni finiscono all'Acquario di Cattolica, che è di proprietà della Costa Edutainment, che controlla anche l'acquario di Genova, più una struttura simile a Livorno. E' la fine di un'epoca. La transazione è stata chiusa lo scorso 9 ottobre. A piegare la Valdadige sono stati i conti in rosso di Oltremare, il parco scientifico che richiedeva una certa sensibilità. Invece, Aquafàn è sempre stata la gallina dalle uova d'oro. Nel dettaglio. Costa Edutainment SpA, tramite la controllata Parconavi SpA, acquisisce, le quote di maggioranza (82% circa) di Valdadige Futura SpA che comprendono il 67,5% di Idrorama srl, gestore di Aquafàn, il 100% di Oltremare srl. Il piano industriale presentato da Costa Edutainment, e approvato da Valdadige Costruzioni e dagli Istituti di credito coinvolti nell’operazione (cinque, tra cui Unicredit e Carim), prevede entro fine 2013 una fusione tra Parconavi SpA, Valdadige Futura SpA e Oltremare Srl. L’operazione prevede l’immissione all’interno del grup-

- Domenica 20 ottobre Ancona. Campionato interregionale organizzato dal comitato regionale Marche. Per il taekwondo Olimpic Cattolica e Riccione hanno gareggiato il riminese Giacomo Guiducci nei -80 kg cinture blu che viene sconfitto al secondo turno (dopo aver passato il primo a tavolino) da Davide Guangelini del Bm Team taekwondo Rimini e Santarcangelo che aveva precedentemente sconfitto il sammarinese Davide Borgagni e che in finale si arrende a Darling Davanzo dell’Accademia dorica. Oro per l’atleta cattolichino diciassettenne Alessandro De La Rua -63 kg, reduce dalla partecipazione senza medaglia al campionato europeo juniores vestendo la maglia della nazionale. Ha affrontato per la prima volta la categoria seniores (18-35 anni). Primo incontro vittorioso 8 a 4 contro Mauro Minotti atleta esper-

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Acquisisce l'Acquario di Genova della famiglia Costa. Ha pesato il flop Oltremare

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Aquafàn e Oltremare venduti all'Acquario di Cattolica Un'operazione di 40 milioni di euro. Costa coordinò la costruzione e l'apertura dell'Acquario di Cattolica. Dato in affitto per 6 anni ad una cooperativa, ne sono ritornati alla gestione piena

40 milioni

40 L'operazione AquafànOltremare è stata valutata per un valore di 40 milioni di euro

TURISMO

po di nuove risorse finanziarie. Valdadige Con quest'operazione, Valdadige Costruzioni lascia il business dei parchi di divertimento per concentrare le proprie risorse esclusivamente nel settore delle costruzioni. La società veneta è stata una delle protagonsite del boom del mattone nella provincia di Rimini degli ultimi 20 anni. Si è concentrata soprattutto su Riccione. Opera in Italia e all’estero, con nuovi importanti investimenti in Polonia attraverso la società Verona Building. Tra i progetti di maggior rilievo in corso d’opera, in Italia, la realizzazione del progetto turisti-

Maria Ceccarini (1840 - 1903)

co immobiliare di Porticciolo Sistiana (Trieste) e del complesso di Trilogia Navile a Bologna con l’importante riqualificazione urbanistica delle aree dell’ex mercato ortofrutticolo. Oltremare Sviluppato su una superficie di circa 13 ettari, Oltremare è un parco tematico specializzato nelle attività di intrattenimento e approfondimento in ambito scientifico e naturali-

stico. Conta circa 224.000 visitatori annui, per 200 giorni di apertura all’anno. Aquafàn Aquafàn è uno tra i primi parchi acquatici in Europa con una superficie di circa 11 ettari, oltre 340.000 visitatori all’anno e un’apertura stagionale da giugno a settembre. A Costa è legato l'Acquario di Cattolica voluto dal sindaco Gian Franco Micucci negli anni Novanta. Socio im-

portante, ne fu il coordinatore nella costruzione e nell'apertura. Dopo il flop iniziale, ne lasciò la gestione, affittando la struttura ad una cooperativa per sei anni. Scaduta la locazione, ne è rientrata a pieno titolo nella gestione cattolichina. Fanno sapere: “L'obiettivo della società è creare un sistema integrato tra l’Acquario di Cattolica e i due parchi appena acquisiti che, sul modello del network creato a Genova a par-

COMITATO PROVINCIALE FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO to pisano della minotti team. Nel secondo incontro vince 13 a 1 contro Fabrizio Ciminera della STN (società diretta dall’allenatore della Nazionale e delle Fiamme oro Claudio Nolano). La semifinale lo vede ancora vincente per 12 a 7 con Mattia Castellaneta del gruppo sportivo della Polizia. In finale domina 16 a 8 con Gianluca Camusi della STN .Ottimo inizio in vista dei campionati italiani seniores assoluti a Bari il prossimo 22, 23 e 24 novembre dove parteciperà anche il riccionese Simone Salvatori. 3 novembre. Attività provinciale con oltre 70 giovanissimi tra le società BM Rimini Santarcangelo, tkd Morciano Yonghon Villa Verucchio e Taekwondo Cattolica Riccione Rimini , giochi di abilità motorie, combattimenti, forme e socia-

lizzazione. Per info sui corsi www.tkdteam.com Davide Berti 5° dan maestro federale e presidente comitato Emilia Romagna federazione italiana taekwondo

cell. 329/2286086 istruttore federale e delegato provinciale al Coni; Luigi Livi 4° dan cell 328/ 9540393 e Luciano Martelli all.fed. 3° dan federale cell. 3282848825; Mauro Merli all.

fed. 2° dan 3358088916; Charles Cromwell 2° dan all. fed. e nazionale ghanese. SEDI Cattolica 1 - Via Del Porto 17 (zona comune) adulti lun mer h

tire dall’Acquario di Genova e che comprende Galata Museo del Mare, La città dei bambini e dei ragazzi, Museo Nazionale dell’Antartide, Biosfera e Bigo, sfrutti la varietà della proposta per strutturare un’offerta turistica ed edutainment in grado di creare un importante indotto sul territorio”. Gestisce anche l’Acquario di Livorno, riaperto al pubblico dal 31 luglio 2010, l’Acquario di Cattolica attraverso la controllata Parconavi SpA e dal 1° settembre 2011, in collaborazione con Panaque srl, l’Acquario di Cala Gonone in Sardegna.

20; bambini (4-7 anni) mar gio dalle h 16:15 alle 17:05 e dalle h 17 alle 18; (8-12 anni) sab dalle15 alle 18. Cattolica 2 - Via Comandini (scuola Repubblica) mer ven dalle 17:15 alle 18:15 (4-7anni) e dalle 18:15 alle 19:30 (8-12 anni). Taekwondo Riccione NUOVA SEDE segreteria cell. 3485687184 sopra palestra BEVERLY HILLS Via Cella Raibano, 43, zona industriale Riccione, mar-gio dalle 17:30 alle 18:30 (4-7 anni) dalle 18:30 alle 19:30 (812anni) e sabato dalle 16:30 bambini e dalle 17:30 adulti taekwondo music con Elisabetta (intensa attività aerobica a tempo di musica con tecniche di taekwondo) mar e gio dalle 13:15 alle 14, inoltre lezioni individuali, circuito funzionale di preparazione fisica cross fit. Taekwondo Morciano (cell. 338.5948124), BM Taekwondo Rimini e Santarcangelo (cell. 336.335641), Yonghon Villa Verucchio (cell.

347.6806030),


“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Macchina per scrivere, freni ad aria compressa per treni

Henry Ford

La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1868 - Macchina per scrivere La macchina per scrivere diventa realtà. Sviluppando la geniale e sfortunata esperienza di Ravizza, il giornalista, editore, postino ed esattore delle tasse americano Christopher Latham Sholes (1819-1890) brevetta l’apparecchio «definitivo». La macchina di Sholes, dall’aspetto che resterà immutato fino a oggi, utilizza il nastro inchiostrato, un rullo portacarta che avanza con un meccanismo a scappamento e, soprattutto, sfoggia la tastiera che resterà inalterata anche nei computer. Si tratta della tastiera così detta «Qwerty» dalle lettere dei primi sei tasti della fila superiore. Sholes ha l’idea di raggruppare le lettere in modo che ai lati si trovino quelle più frequenti e le dispone in modo che (almeno nella lingua inglese) risultino distanziate quelle che si trovano affiancate nelle parole di uso più comune, in modo da poter essere battute alternativamente con le dita delle due mani. Vivendo in un Paese in cui le buone idee riescono a trovare quasi sempre anche dei buoni finanziatori, Sholes vende il brevetto per 120 mila dollari dell’epoca a una fabbrica di fucili, la Remington Fire Arms Co., che dà inizio alla produzione di massa della macchina. Il primo scrittore che utilizza il rivoluzionario strumento è Mark Twain, che il 19 marzo 1875 le dedica un racconto umoristico, il primo composto con una

macchina per scrivere. 1869 - Freni per treni ad aria compressa Dopo aver assistito a un incidente ferroviario e aver sentito un ferroviere che diceva «questo si sarebbe potuto evitare se i treni avessero freni su tutte le ruote», l’inventore

autodidatta americano George Westinghouse (1846-1914) prende a studiare un metodo per trasferire energia dalla locomotiva ai vagoni in maniera da installare freni anche su di essi. Leggendo un articolo che parla dell’impiego dell’aria compressa per il traforo del Frejus, Westinghouse intuisce

che questo è il sistema che cercava e tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 realizza il primo sistema di frenatura ad aria compressa, che può essere trasmessa attraverso tubi da un vagone all’altro. A soli 23 anni dimostra il sistema con successo e dà inizio a una industria che ancora oggi è tra le più importanti degli Stati Uniti (anche se nel 1900 Westinghouse ne sarà estromesso dal finanziere John Pierpont Morgan, 1837-1913). Westinghouse inventerà innumerevoli altri congegni, tra cui un sistema automatico di segnalazione ferroviaria, il contatore del gas, le valvole di sicurezza per l’uso domestico del gas e infine si adopererà per l’adozione della corrente alternata nella distribuzione dell’energia elettrica, a fianco di Tesla e in opposizione a Edison.


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Novembre 2013

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Una rivoluzione nella politica riccionese in vista per le primarie a sindaco

CULTURA

Biblioteca, signore serate Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, ospite il 21 novembre

Eletti anche i sette segretari dei circoli. “Ora, dobbiamo lavorare per il bene di Riccione”, dice un dirigente

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Fabio Ubaldi, neosegretario riccionese del Pd

Mauro Masi, Omar Venerandi, Cinzia Bauzone, Marino Masi, Massimo Pironi. I cuperliani: Guglielmo Serafini, i fratelli Andrea e Stefano Piccioni, Federica Torcolacci, Ulrike Bonfini, Nicolini, Maltoni. Oltre al segretario, i militanti del Pd hanno scelto anche i segretari per i sette circoli.

LA POLITICA - Signor programma in novembre per la Biblioteca Comunale “Osvaldo Berni” di Riccione. Adulti, ragazzi e neonati: il pubblico delle letture ad alta voce. Corso di Formazione per Lettori Volontari (5 incontri organizzati dalla biblioteca di Riccione con quella di Coriano e i Servizi alla persona del Comune di Riccione) per il progetto “Nati per leggere”. Progetto di promozione della lettura ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni promosso a livello nazionale dalle associazioni professionali di bibliotecari e pediatri. L’obbiettivo finale è quello di creare una vera e propria rete di promozione della lettura che permetta di sensibilizzare un numero quanto più elevato di famiglie. Per quanto riguarda novem-

bre, ci sarà la rassegna “whoCHI whatCOSA whenQUANDO whereDOVE whyPERCHE ...LEGGERE”. Gli incontri si terranno alle 21, coordinati da Ennio Grassi (saggista-scrittore). Gli ospiti: Piero Meldini, scrittore (7 novembre). Lia Celi, scrittrice-giornalista, e Roberto Grassili, fumettista-illustratore (14 novembre). Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini (21 novembre). Paolo Maggioli, presidente Confindustria Rimini (28 novembre). Si conclude il 29 novembre alle ore 18 con Paolo Massobrio (giornalista di economia agricola ed enogastronomia) che racconterà il suo libro “Adesso 2014. 365 giorni da vivere con gusto”.

Segretario Pd, esce Fabio Ubaldi d'alleanza renziani-civatiani - Il renziano Fabio Ubaldi è il nuovo segretario del Pd di Riccione. E' stato eletto nelle primarie dello scorso ottobre. Dopo il pasticciaccio delle primarie per la corsa al sindaco del 2009 (Massimo Pironi vs Fabio Galli) c'è stata una corsa quasi col fair play Strana e santa alleanza a Riccione. Si sono messi insieme i renziani, i civatiani e qualche transfugo di Cuperlo. Un dirigente del Pd ha commentato: “Diciamo che tra i renziani c'erano persone rassicuranti,

mentre noi avevamo il voto della base ed è stata fatta quest'alleanza. Ora, bisogna lavorare per il bene di Riccione. E' chiaro che in una competizione c'è che arriva prima, ma nel dopo-gara si va a mangiare insieme. E credo che questo sia il

nostro caso”. Andiamola a vedere questa fotografia con uomini in campi diversi. I renziani: Con Fabio Ubaldi, Mauro Villa, Cristian Amatori, Sauro Tonti, Simone Gobbi. I civatiani: Fabio Galli,

Chiusa la partita segretario e segreteria, per il Pd riccionese si apre la stagione per la scelta del candidato a sindaco. Di certo prenderà parte alla competizione Massimo Pironi per tentare il secondo mandato. Chi gli verrà contrapposto?

Teatro, “a scena aperta” - “Riccione a scena aperta”, è il titolo della stagione teatrale che ha nei Fratelli di Taglia la direzione artistica; dal 9 novembre fino al 31 maggio. Il programma è ricco e variegato. Prosa e comico. “Riccione Inn Jazz Club” (buona musica ed enogastronomia di qualità). Concerti (gospel, canzone d’autore, rock e musica popolare). Teatro tra musica e letteratura (incontri della domenica pomeriggio a ingresso libero). Teatro e memoria (per la Giornata della Memoria, ingresso libero). Vacanze a teatro e altri sguardi (Natale e primavera, curati da Città Teatro). “Il territo-

I Fratelli di Taglia rio” (esperienze artistiche maturate sul territorio). “Favole dAmare” (domeniche pomeriggio per le famiglie). Danza e musical. “In dialèt l’é mej” (teatro in vernacolo delle compagnie amatoriali in collaborazione con la Famija Arciunesa). Diversamente Theatro (punti di vista artistici sulla disabilità e l’integrazione). Scuola e Teatro (come

ogni anno, percorsi dedicati alle scuole del territorio, dalle Materne alle Superiori). Il primo appuntamento (prosa) è il 9 novembre (ore 21.15): la compagnia di San Patrignano in “Amleto è passato da qui”. Il 10 novembre appuntamento con “Fiabe dAmare” (ore 16), “I tre porcellini”. 17 novembre, ore 16 - Il pesciolino d’oro nella rete di Maga Cornacchia del Gruppo Alcuni. 24 novembre, ore 16 - Di segno in segno di Giallo Mare Minimal Teatro. 1 dicembre, ore 16 Biancaneve della Compagnia La Contrada . - 16 novembre (ore 21,15) con Iaia Forte che porta a teatro il romanzo Hanno tutti ragione del regista Paolo Sorrentino (La grande bellezza, Il divo, Le conseguenze dell’amore…). - 23 novembre (ore 21,15) l’incontro spettacolo Gaber se fosse Gaber in cui Andrea Scanzi alterna ricordi personali legati a Giorgio Gaber a immagini e filmati, anche inediti. - 8 dicembre ritorna Do, Re, Si, Fa… Musica, lo spettacolo musicale con animazione a ingresso gratuito per scoprire le meraviglie delle sette note assieme alla Banda Municipale di Riccione.


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MISANO

Alla prima edizione dal 18 al 20 ottobre. Mostre nel paddock e gare in pista

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Da protagonista anche il Moto Club Misano. Vittoria per Duilio Damiani, che il giorno prima con un giro di vantaggio rompe la moto

ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)

Duilio Damiani con il suo prodigo meccanico vintage anche lui sul podio premiati dal giornalista Marco Masetti.

Primarie e il carro - Per capirci, trattasi del carro vincente, quello sul quale salire. Avanti signori! Salite c’è posto per tutti! Calma signori! Non spingete. In attesa di capirne la direzione, per il momento il carro è fermo; chi lo spingerà? E dove?

Primarie a misanesi - Grandissima partecipazione popolare! Quando la macchina del Pd lavora, i risultati si vedono. Il Pd vince. . . Per chi?

Primarie 1 - Per ora si è votato in massa per eleggere i leader... a quando il congresso dei democratici per nominarli con il confronto? Primarie 2 - Le regole sono regole ma, quando non si condividono, si possono criticare, o no? Primarie 3 - Chi più ne ha, più ne metta. Per le primarie locali contavano le tessere, per quelle nazionali, invece, le regole cambiano, conteranno di più... gli infiltrati, dicasi simpatizzanti. Primarie 4 - Anche una parte del Pdl vuole le primarie. Sono proprio degli ingrati. E dire che li chiamano... Colombe. Me fnil, ancora non si distinguono bene e non ci sono posizioni chiare, chi sono i falchi e chi le colombe? Aspettiamo notizie certe.

Primarie 5 - I giovani non sembrano all’altezza per la corsa. Dopo Roberto Bertozzi ed Emanuele Barogi, caduti prematuramente, speriamo che il terzo abbia buone gambe e tempo per crescere. Anche la partenza è importante, soprattutto se in salita.

Gippone 1 - A. è uno dei misanesi migliori. Corvino, carnagione olivastra, un ragazzone mediterraneo che viene salutato da fanciulle carine. Con senso civico, un giorno ferma la signora del Gippone, che per solo tre volte ha parcheggiato nei posti riservati ai disabili davanti alla scuola materna, e glielo fa notare. La donna risponde: “Se lo sa mio marito, si arrabbia”. In quei posti riservati ai meno fortunati, di tanto in tanto, fa bella mostra di sé un altro gippone ed una cabrio.

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Misano Classic, moto in festa LO SPORT - E’ partito alla grande il Misano Classic Weekend, organizzato dal Misano World Circuit in collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana lo scorso 18, 19 e 20 ottobre. Alla prima edizione, è stato un fantastico viaggio nel tempo dentro l’irresistibile fascino delle moto protagoniste in pista nei decenni scorsi. Nel paddock le vecchie si-

gnore in mostra, con i migliori pezzi del Museo Ducati, la Collezione di Sassi, Bimota con le moto del Club Italia, Moto Guzzi, Moto Club Terni coi cimeli di Liberati, collezionisti della Repubblica di San Marino, Amici dello Scrambler, Moto Club Misano. Un lungo week-end di pas-

sione per ricordare le imprese epiche. In pista, invece il rombo: prove libere per tutti gli iscritti; fuori, il minigiro nell’entroterra romagnolo con brevi tappe di degustazione di prodotti enogastronomici tipici. Fra i tanti partecipati non poteva mancare la pattuglia del Moto Club Misano, dove il sa-

bato pomeriggio nella categoria Endurance, gara di 4 ore, la coppia Damiani-Rossi ha condotto con oltre un giro di vantaggio per tre ore. Poi, un'immprovvisa, un rottura meccanica li ha costretti al ritiro. Rivincita domenica nella gara della categoria TT, Duilio Damiani in sella alla sua Ducati si è rifatto vincendo la gara. Marzio Bondi

Anziani, bella vacanza a Montecatini

- Bella vacanza per i 76 nonni (una quarantina i misanesi) che frequentano il Centro sociale Del Bianco di Misano Mare. Quest'anno, la meta è stata Montecatini Terme (Toscana);

dal 22 settembre al 5 ottobre. Come tradizione vuole, c'è sempre la visita con saluto del sindaco. Stefano Giannini è passato per portare la voce di Misano. Alle signore ha regalato una rosa.

Fanno sapere i nonni: “Siamo sttai benissimo. Abbiamo riposato, mangiato, forse anche troppo. Il nostro augurio è di ritrovarci tutti insieme anche l'anno prossimo, sempre a

Montecatini Terme. Presidente Bruno Rossi, vice Armando Banci, il Centro sociale Del Bianco è luogo di molteplici attività. Anche di volontariato per le altre associazioni del territorio.


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Da 270 (2012), schizzate a 510. E' politica seria questa o sono gherminelle?

Pd, finita la ‘strana’ guerra delle tessere ALLEGRO MA NON TROPPO

Pd tessere, da 13 all'infinito

GENIUS LOCI - Pd: ha vinto chi ha fatto più tessere, in una partita “poco seria” nella quale abbiamo perso tutti. Peccato. Se la politica è una corsa alla tessera con calunnia e nessuno ha il coraggio della responsabilità (di aver messo in giro la calunnia), come comunità non è meglio lasciar perdere ma interessarsene. Altrimenti saranno costoro a decidere della tua vita e quella dei tuoi figli. Saranno costoro a fare le grandi scelte (come il Piano regolatore) fino alle piccole (quale albero piantare). Oppure, se si vuole, questa è la democrazia signori, il meno peggio del convivere civile. Perché per suonare ci vuole la campana e il batacchio, metafora di cittadino e politica. Per gestire il potere ci vogliono i numeri, eccoli serviti. Molto di più di tutto questo è stata la corsa alle tessere tra i due schieramenti all'interno del Pd misanese lo scorso ottobre. Una faglia che viene da lontano. A contendersi la segreteria comunale: Emanuele Barogi (il segretario uscente) e Davide Siliquini (capo-gruppo consiliare). A spanne, molto a spanne, si potrebbe sintetizzare dicendo che il primo sta con Cuperlo, il secondo fiancheggia Renzi. Con Barogi Qualche nome di coloro i quali appoggiavano Barogi: l'ex sindaco Sergio Morotti, Luigi Guagneli, Nicola e Ivan Semprini, Luciano Migliorini, Miriam Mulazzani, Paola Gianotti, Flavio Carlini, Bruno Fab-

- Massacrante corsa quelle delle tessere dentro il Pd. All'inizio, ai primi di ottobre, sul tavolo del segretario c'erano soltanto 13 cartigli relativi al 2013 (erano 270 nel 2012). Scattata la competizione tra i due schieramenti, in 15 giorni 15, i cartigli sono diventati circa 500. Un mercimonio, direbbe Enrico Berlinguer. Hanno gioito le casse romane del partito ed un po' anche la democrazia. Meglio una forzatura e parlare di cosa pubblica che il silenzio. A meno che non sia quello del mare.

Emanuele Barogi (ex segretario Pd) Davide Siliquini (nuovo segretario Pd)

bri, Giancarlo Ciaroni... Con Siliquini Qualche nome con Siliquini: il sindaco Stefano Giannini, l'ex sindaco Sandro Tiraferri, l'ex assessore Alvio Semprini, l'ex assessore Luigi Bellettini, Fabio D'Achille, Corrado Savoretti, l'ex assessore Alberto Gerini... Ma andiamo con un po' di ordine, in questo apparente caravanserraglio in salsa misanese. Le tessere Se le tessere 2012 del Pd, ammontavano a circa 270, ai primi di ottobre 2013 le rinnovate erano 13. Il giorno del voto, il 29 ottobre, se ne sono contate 510 (più che a Rimini che per abitanti è 12 volte Misano). Da scandaletto, direbbe qualcuno. Sarebbe cosa buona, come dice Roberto, un ragazzo che argomenta con la millenaria saggezza dei detti, la campana per suonare ha bisogno del batocco. Dunque, quali responsabilità dare a chi ha proposto la tessere rispetto a chi l'ha sottoscritta? Alla fine della conta,

Siliquini è diventato segretario con 271 voti (il 56%); Barogi si è fermato a 239 suffragi (il 46%). Oltre che per il segretario comunale, Misano ha votato per i segretari di circolo. Anche lì due candidature. A Misano Mare: Nicola Semprini (area Barogi) e Filippo Valentini (Siliquini). Eletto il secondo con un voto in più. Al Villaggio-Scacciano, in gara Livia Signorini (Giannini) e Paola Gianotti (Barogi). Più voti alla seconda. A Misano Cella-Misano Monte bisognava scegliere tra Miriam Mulazzani (Barogi)

e Roberto Angelini (campo Giannini). Ha prevalso nettamente il secondo. Ed è qui che è nata la vittoria di Siliquini. Il voto è stato preceduto da due momenti politici, entrambi interessanti e civili. Il 24 ottobre, Barogi ha riunito i suoi nella sede. Presenti in oltre 100, ha tenuto una relazione sulla politica come servizio. Il 26 ottobre, nella sala feste della Conad, Siliquini ha incontrato i suoi; presenti una trentina di persone. Nella breve introduzione, Siliquini ha toccato punti che mettono d'accordo tutti, citando anche don Milani. Durante la mattinata di Siliquini ha preso la parola Fabio D'Achille di Misano Monte: “Mi piacerebbe che la corsa per la segreteria non si facesse a sportellate”.

STRETTAMENTE PERSONALE

Pd, ora un nuovo equilibrio con persone di valore riconosciuto - Qual è il futuro di Misano? Delle sue famiglie e della sua economia? Con quali progetti affrontare la competizione economica, che è tensione morale e passione? Cioè che cosa andare a vendere in giro per il mondo e a chi? Costruire giardini o scuole? Piste ciclabili o rotonde? Fare un Psc (Piano strutturale comunale) giusto, o seguire la sciagurata iniquità del 2009? Insomma, non fermarsi ai lampioni e alle piccinerie del poteruccio di quart'ordine. Utilizzato per fini personali. Dovrebbero essere questi alcuni dei grandi temi sui quali si dovrebbero confrontare il Pd, il Pdl e le altre forze politiche della città. Una strada anche semplice e di buon senso, ma per la cultura italica diventano aspetti rivoluzionari. Come la giustizia sociale (per inciso l'Italia è il paese più iniquo dell'Occidente, ci precede solo il Portogallo). Il compianto e raffinato scrittore Carlo Fruttero, con la sua ironia, diceva: “Dato i tempi, dato gli uomini, non si riesce ad essere migliori”. In casa Pd in ottobre si è assistito ad uno scontro di una tristezza inferiore soltanto alla maleducazione, tuttavia anche questo è ossigeno per i misanesi: da troppi anni indifferenti al governo vero della città. Tanta indifferenza l'ha ben sintetizzata quel galantuomo di Adriano Torsani: “Costruiscono i soliti noti”. Cioè la stragrande maggioranza dei misanesi no. Fanno fatica anche ad aprire una finestra. Ogni misanese, soprattutto

coloro i quali hanno lo storico, dovrebbe chiedere alla propria coscienza e alla propria dignità le ragioni di un declino economico che è prima di tutto una crisi sociale e politica. Il declino viene da almeno un paio di decenni di scelte errate. Solo la politica può risolvere i complessi problemi della società moderna. La magistratura, come afferma il giudice cattolichino Piergiorgio Morosini, non è la soluzione. Questa può mettere la museruola ad un furbone, ma non può intromettersi nella crescita civile di una comunità. Deve essere il singolo cittadino a non permettere di essere trattato come un servo. In una parola ci vuole la forza ed il coraggio dell'indignazione. Sia nel campo Emanuele Barogi, sia nel campo Davide Siliquini, ci sono persone di riconosciuto valore ed integrità. Dunque, bisognerebbe ripartire da costoro, allontanando dal sacro tempio della politica i mercanti. Se dentro i partiti mancano le energie e l'etica della responsabilità, il compito tocca ai misanesi. “I partiti non fanno più politica. Hanno degenerato e questa è l’origine dei mali d’Italia. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune” (Enrico Berlinguer, 28 luglio 1981). Per Giovanni Paolo II l'impegno politico era il momento più alto di volontariato: si prendono a cuore le vite degli altri.

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Una due giorni alla quale hanno partecipato circa 250 docenti. Soddisfatto il preside Bugli

“Fare le cose insieme” ASSOCIAZIONISMO

Secondo De Angtelis, nuovo presidente d ella Cna di Misano

- Alcune azioni si dovrebbero e potrebbero fare insieme. Non solo Misano Mare, ma con tutto le frazioni. Mentre ora ognuno si prende cura del proprio orticello. Si potrebbero mettere insieme della manifestazioni da far crescere piano piano nel tempo. I parcheggi a pagamento sono un ostacolo”. Sono alcune delle idee di Secondo De Angelis, dallo scorso settembre nuovo presidente della Cna di Misano. Morcianese, da quattro anni titolare della “Gelateria del Mare” (ottimo il gelato) ha preso il testimone da Marco Muccioli, uno degli imprenditori misanesi più brillanti. La carica è quadriennale. Presidente, qual è il suo primo atto? “I problemi sono i soliti: la viabilità, il completamento della zona Bandieri, la bretella che possa mettere in collegamento la zona artigianale di Santamonica con il territorio. Poi c'è l'annosa questione della Strada Statale 16”. Qual è lo stato delle imprese che lei rappresenta? “In grosse difficoltà dovute ad una interminabile crisi economica. Crisi anche aggravata dalla difficoltà di accedere al credito. In questo delicato momento, alle banche chiediamo una maggiore sensibilità ed apertura. Solo così le aziende potrebbero ancora avere un futuro”.

te. Da commerciante dico che non è inattiva ed ha fatto molto. Ecco, chiediamo un maggior confronto”. Invece, voi che cosa potete fare per aiutarvi? “Un primo passo potrebbe essere che le associazioni sul territorio collaborassero; non come ora, dove ognuno si cura del proprio orticello. Ad esempio, insieme si potrebbero progettare degli eventi a da far crescere. Alla Segavecchia, si potrebbe aggiungere altro. Abbiamo il mercatino a costo zero, perché osteggiarlo? Se ne potrebbe affiancare un secondo, magari diverso. Se ci fosse un maggior sforzo per il bene comune, si porterebbe più gente a Misano. Infine, i parcheggi a pagamento sono un ostacolo”. Quale chiave di lettura per l'annata 2013? “La crisi c'è ed è uguale per tutti. Le presenze non sono mancate; il maltempo di giugno si è fatto sentire. Luglio si archivia come il 2012; mentre nella seconda metà di agosto c'è stata una flessione. C'era gente, ma spendeva meno. Come Cna faremo un questionario per leggere meglio la stagione”. Lei non è misanese, come vede la città? “Non ho mai capito come mai Misano non si è sviluppata come Riccione e Cattolica. Manca un centro; si decida dove svilupparlo”.

UOMINI

Il direttivo - La Cna di Misano conta circa 240 associati. Ecco il nuovo direttivo: Secondo De Angelis (presidente), Daniele Bianchi, Rodolfo Bianchi, Fabrizio Casadei, Natascia Casali, Massimiliano Giavolucci, Marco Muccioli, Cristian Muratori, Roberto Riminucci. Invece, che cosa chiedere alla politica, non meno importante del sistema creditizio nello sviluppo delle imprese? “Un aiuto a risolvere le condizioni attuali. La politica deve condividere i nostri problemi. Ci sono delle questioni legate alla zona artigianale che languono da anni. Chiediamo anche un rapporto più stretto. Conoscere, se possibile, in anticipo quelle che saranno le scel-

‘Cervello, cognizione e educazione’ insegnanti in aggiornamento - “Cervello, cognizione e educazione”, il titolo. Completato dal sottotitolo: “Collegare la scienza cognitiva all'educazione per una didattica inclusiva”. Era l'argomento di un seminario di aggiornamento per gli insegnanti (non solo di Misano) tenutosi lo scorso 28 e 29 ottobre a Misano: al teatro Astra (il primo giorno), a scuola il secondo. Relatore: la siciliana Lucia Maria

Collerone. Insegnante di scuola media superiore, ricercatrice di scienze cognitive, è l'autrice di un metodo per insegnamento di letto-scrittura e calcolo per la scuola primaria. Oltre ai 100 insegnanti misanesi, sono giunti da fuori anche circa 150 colleghi. Soddisfatto il dirigente Marco Bugli, per il secondo anno a Misano: “La finalità dell'incontro è che la scuola possa essere un

luogo positivo per tutte le figure: dal ragazzo in difficoltà, fino a quello eccellente, passando per gli insegnanti e non”. “Voglio anche ringraziare continua il preside - l'amministrazione comunale per averci messo a disposizione il teatro e tutto l'apparato tecnico per le riprese video. Un grazie va anche agli insegnanti che hanno deliberato la due giorni e agli ospiti”.


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Novembre 2013

MISANO

Gli aiuti umanitari che Mauro Ciaroni porta in Africa in pagine da regalare per fare altro bene

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“Progetto Sofia”, commovente libro

AMARCORD

Curato da Cristina Ortolani, il volume viene presentato il 28 novembre, ore 18, nella sala conferenze della Banca dell'Adriatico a Pesaro

Egidio Serafini

SOLIDARIETA' - Per terra, accanto ai peperoni e pomodori in vendita, stanca, una bellissima bambina dorme sul fianco destro, con le mani come cuscino. Una foto che racconta storie di vita che dovrebbero aiutare a porsi una domanda: “A che cosa serve l'uomo?”. L'immagine dovrebbe essere regalata ai nostri figli per aiutarli a capire la loro fortuna. L'istantanea si trova sulla copertina del libro “Sofia e il colibrì. Progetto per i bambini del mondo”. E' il titolo che racconta il decennio di aiuti umanitari messo in piedi da Mauro Ciaroni, detto il Magico. Curato da Cristina Ortolani, viene presentato il 28 novembre, ore 18, nella sala conferenze della Banca dell'Adriatico. E' stata la sensibilità

- In occasione della Festa dello Sport, svoltasi presso il Centro Sportivo Rossini di Misano lo scorso 28 settembre, i Pirates hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione per un sport sicuro e il primo soccorso in ambito sportivo. Già dallo scorso anno l’associazione misanese di pallacanestro aveva promosso l’iniziativa “Tutti in Gioco” con il corso di disostruzione pediatrica in collaborazione con Croce Rossa Italiana. Quest’anno, proseguendo sullo stesso impegno e grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Gradara e alla preziosa collaborazione con il dottor Raffaele Sabattini dell’Unità di Cardiologia dell’Ospedale di Riccione, i Misano Pirates hanno raggiunto un importante obiettivo: il primo defibrillatore a Misano. I Pirates, con il benestare dell’amministrazione comu-

Moroncelli annuale rimpatriata, 13° lessico familiare

L'istantenea di copertina dell'istituto di credito che ne ha permesso la pubblicazione. Il volume viene venduto per raccogliere danaro per fare dell'altro bene”. “Questo libro prova a render conto dei primi dieci anni di attività di Progetto Sofia, che dal 2003 (dal 2004 in modo sistematico) come il colibrì della fiaba sudamericana porta sollievo ai tanti incendi di disagio sparsi nel mondo. Poco più di cento pagine, un centinaio di immagini, documenti e testimonianze e due diari di viaggio, cuciti insieme per raccontare attraverso

brevi flash l’impresa di Mauro Ciaroni e dei suoi amici, caparbiamente risoluti a fare la propria parte in questo mondo, e a farla con l’allegria e la leggerezza delle anime buone, saggiamente orientate alla luce anche nei tempi più grigi. Impossibile riassumere in poco spazio le centinaia di situazioni nelle quali è intervenuto Mauro: il resoconto puntuale è disponibile sul sito www.progettosofia. com, con tanto di bilanci, rassegna stampa, documentazione fotografica e...”.

- Domenica 13 ottobre, la stirpe dei Ma/Moroncelli ha avuto il suo XIII incontro. In un agriturismo di S. Clemente, una trentina di facenti parte della genealogia dei Ma/ Moroncelli (vocale differente per refuso da scrittura manuale nei libri anagrafici dei comuni) si sono incontrati per un pranzo in famiglia al quale hanno

MISANESITA' partecipato quattro generazioni. La più festeggiata è stata Suor Palmina, per tutti zia suora, che, con i suoi 102 anni, è stata la capostipite dei presenti. Il fisico minuto nasconde ancora oggi, un carattere forte e deciso che gli ha permesso di fare una vita con i bambini

come maestra di asilo e che oggi le permette di mantenere una presenza di spirito invidiabile. Zii, nipoti, pronipoti, cugini, si sono salutati, dopo un ultimo buon bicchier di vino, dandosi appuntamento all’anno prossimo con la certezza della presenza esemplare di “zia Suora” Palmina.

Basket, ad accarezzare la palla a spicchi 250 cuori Il movimento misanese è sempre più in crescita. tra gli allenatori Walter Magnfico, grande campione della Scavolini e della Nazionale. Giorgio prima di essere un bravo allenatore è un educatore che sa farsi voler bene

Tiziana e Cinzia

nale, sensibile a queste iniziative, hanno proposto di installare il defibrillatore presso il Palazzetto dello Sport di Misa-

no a disposizione di tutti coloro che frequentano il centro: le associazioni sportive, gli istruttori, i ragazzi, le famiglie, gli

sportivi amatoriali, il pubblico, i collaboratori, i cittadini. Con la campagna “Facciamo Sport col Cuore” i Pirates

si rivolgono agli sportivi e alla cittadinanza per diffondere la cultura del primo soccorso e della prevenzione. La cronaca sportiva negli ultimi anni ha raccontato troppe storie tragiche che l’uso del defibrillatore può prevenire. Installarne uno nei luoghi in cui si fa sport e nei luoghi più frequentati, avere persone che sappiano usarlo, essere semplicemente a conoscenza della presenza di un defibrillatore e della sua ubicazione, diffon-

dere insieme la cultura del primo soccorso possono salvare una vita. L’inaugurazione del primo defibrillatore a Misano è fissata per venerdì 8 novembre alle 17 presso il Centro Sportivo Rossini. Nelle prossime settimane intanto saranno organizzati corsi di formazione per l’uso del defibrillatore in collaborazione con RiminiCuore. Per info: www.misanopirates.it


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Nella rassegna filosofica misanese, Umberto Galimberti porta l'elogio del pessimismo

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Ottimismo-pessimismo e l'equilibrio della ragione E' la giusta chiave di lettura per ripartire e costruire una società più giusta?

Una serata con i filosofi

l’ignoranza, della prepotenza e dell’ingiustizia.

IL PUNTO

di Silvio Di Giovanni - Nella serata di venerdì 4 ottobre, con una straboccante folla che il cinema teatro Astra di Misano Adriatico non è riuscito a accoglierla tutta, abbiamo assistito alla pregevole lezione filosofica dell’importantissimo ed ormai di casa, Professor Umberto Galimberti sul tema: “Il feticismo del mercato” quale prima conferenza di apertura nell’ambito della serie autunnale

“Il denaro che fa girare il mondo” completato con la frase de “Lo sterco del diavolo “ di Martin Lutero. E’ senz’altro da condividere quasi tutta l’impostazione ed il ta-

glio che il filosofo ha dato al tema trattato con mirabile competenza e maestria. Personalmente condivido il suo innamoramento della civiltà greca con i giusti riferimenti che aveva quel popolo dal quale trae origine

anche la nostra cultura fin da quella latina. Condivido anche il suo pensiero critico attorno alla svolta dell’occidente, dagli albori del Medioevo con l’avvento del Cristianesimo ed il foltissimo pubblico presente, costituito in maggioranza da giovani, non ha mancato di applaudire copiosamente. Ciò che invece non mi sento, né posso condividere, è l’estremo pessimismo col quale Galimberti ha chiuso la sua esposizione in relazione al futuro della società occidentale. E’ vero che l’occidente è destinato sempre più a diventare una popolazione cosmopolita ed eterogenea, ma non per questo si deve prevedere la fine di una civiltà. La capacità di coesistenza di diversa popolazione con diversa cultura dovrà essere l’obiettivo degli uomini del futuro. In passato i popoli del Centro Europa avevano sempre risolto i loro problemi con la guerra. Non passava una generazione senza che scoppiassero le guerre tra la Francia e la Prussia e così con il coinvolgimento degli altri Stati viciniori e vicini. Ora sono sessantotto anni dal 1945 ad oggi che le loro questioni le risolvono con i trattati, con gli accordi politici ed economici. La Comunità Europea è appena in erba ma non è più in via embrionale. Occorre quindi lavorare e sperare che i grandi sogni ed anche le grandi utopie degli uomini del passato e del presente, possano avverarsi. Uomini come il nostro concittadino cattolichino Vincenzo Mancini detto Cino, Sindaco di Cattolica dal 1907 all’8 giugno 1912 (giorno della sua morte prematura a soli 36 anni) che nel 1909 compose il suo famoso decalogo ed il primo maggio lo donò agli alunni delle scuole di Cattolica di cui Lui era un mirabile ed appassionato educatore. Era un’anima dedita al sogno ed all’utopia del primo novecento, alla grande speranza per un futuro migliore di amore tra i popoli con la messa al bando della guerra, del-

Voglio qui riportare, ancora una volta, il suo decalogo pieno di speranza e di saggezza: 1) Ama i compagni di scuola che saranno tuoi compagni di lavoro per tutta la vita. 2) Ama lo studio che è pane della mente e sii grato a chi ti insegna. 3) Onora le persone buone, rispetta tutti, non curvarti a nessuno. 4) Più che il rimprovero altrui, temi quello della tua coscienza. 5) Non odiare, non offendere, non vendicarti mai, difendi il tuo diritto e non rassegnarti alla prepotenza. 6) Non commettere bassezze, viltà, difendi i deboli. 7) Ricordati che i beni della vita sono frutto del lavoro, goderne senza far nulla è come rubare il pane a chi lavora. 8) Osserva e medita per conoscere la verità, non credere ciò che ripugna alla ragione. 9) Ama la patria, odia la guerra che è avanzo di barbaria 10) Augura il giorno in cui il lavoro affratellerà tutti gli uomini e, cadute le barriere fra le Nazioni, la pace con le sue ali candide, sorriderà nel mondo. Era certamente una grande utopia la sua, ma l’uomo deve avere per il suo futuro anche sogni utopistici. Lo scrittore e giornalista sudamericano Eduardo Galeano, a proposito di utopia, scrive che camminare verso l’orizzonte con il proposito di raggiungerlo non è un sogno utopistico inutile. Perché, anche se non lo si raggiungerà mai, sarà tuttavia servito a camminare.

CULTURA

Capire l'uomo attraverso il denaro - “Lo sterco del diavolo: il denaro che fa girare il mondo” si intitola quest’anno la consueta rassegna culturale organizzata dalla biblioteca comunale di Misano Adriatico, a cura del direttore Gustavo Cecchini. Gli otto incontri previsti in calendario tra ottobre e novembre vedranno alternarsi ospiti illustri, che affronteranno il tema del denaro sotto diversi punti di vista: dai suoi riflessi psicologici alla sua rilevanza sociale, senza distogliere l’attenzione dal presente e dalle difficoltà che stiamo attraversando. Un’occasione di approfondimento a cavallo tra filosofia, politica ed economia, per meglio comprendere il nostro tempo e guardare con maggiore consapevolezza al futuro. 4 ottobre - Umberto Galimberti: “Il feticismo del mercato”. 11 ottobre - Carlo Sini e Luigino Bruni: “ La verità in contanti. 18 ottobre - Andreoli: “Il denaro in testa”. 25 ottobre - Marco Guzzi: “La rapina e il dono”. 8 novembre - Dario Fusaro: “Critica della nuova teologia: il mercato” 15 novembre - Franco Cassano: “Bisogno e desiderio: gli inganni e le opportunità del denaro”. 21 novembre - Salvatore Natoli: “Ricchezza e povertà” 30 novembre - Walter Veltroni: “Denaro e politica”. ranità.

Gli incontri si tengono presso al cinema Astra a Misano Adriatico, inizio ore 21.


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Novembre 2013

CATTOLICA

Dati Osservatorio provinciale sulle povertà della Caritas Diocesana di Rimini. Incontro domenica 10 novembre, ore 17, al Palazzo del Turismo di Cattolica

Caritas, italiani in aumento

La Caritas diocesana nel 2012 ha incontrato 2.530 persone, il 52,5% è rappresentato da persone che si erano già rivolte alla Caritas in passato. Aumentano di circa 100 unità gli italiani: passati da 659 nel 2011 a 750 nel 2012. Sono il 4% in meno rispetto al 2011 i cittadini stranieri. Restano il gruppo più numeroso pari a 1.779 persone

migrati 268 sono residenti a Rimini. Aumentano di circa 100 unità gli italiani: passati da 659 nel 2011 a 750 nel 2012. Un italiano su due non si era mai presentato alla Caritas in passato, si tratta quindi di italiani che prima non erano in una situazione di bisogno. Coloro che hanno residenza a Rimini sono 218. L’aumento degli italiani presso la Caritas diocesana è stato registrato soprattutto in mensa e nel dormitorio. Il tema di approfondimento scelto in questo Rapporto è quello del lavoro, è chiaro infatti che la causa principale dell’aumento del-

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Don Renzo Gradara (direttore Caritas Diocesana di Rimini) Isabella Mancino (resp. Osservatorio sulle povertà e risorse)

SOLIDARIETA' I dati dell'Osservatorio La Caritas diocesana nel 2012 ha incontrato 2.530 persone, il 52,5% è rappresentato da persone che si erano già rivolte alla Caritas in passato. Una percentuale così elevata di “ritorni” non si era mai registrata, tale fenomeno evidenzia che chi si trova in stato di povertà, difficilmente riesce a uscirne in un lasso di tempo breve. Sono il 4% in meno rispetto al 2011 i cittadini stranieri che si sono rivolti alla Caritas diocesana nel 2012, restano comunque il gruppo più numeroso pari a 1.779 persone. Prevalgono rumeni, marocchini e ucraini. Tra gli im-

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

le povertà è proprio la mancanza di occupazione. I poveri aumentano perché il lavoro non c’è. Sono stati quindi coinvolti più Enti presenti sul territorio con il fine di comprendere meglio quale sia la situazione economica e occupazionale a Rimini e in quale direzione si stia andando. È stato realizzato un tavolo di confronto con Camera di Commercio, Inps, Centro per l’Impiego, Prefettura, Università, Asso-

ciazioni di categoria, Banche e Sindacati. In un periodo come questo è infatti necessario lavorare insieme, cercare sinergie per offrire risposte il più possibili adeguate alle persone che si rivolgono ai nostri sportelli. La crisi è in atto dalla fine del 2008 e nel 2012 alla situazione già grave si è aggiunta anche l’abbondante nevicata avvenuta in febbraio e il forte terremoto in Emilia a maggio. Entrambi gli eventi han-

Pagina a cura di Enzo Cecchini

no peggiorato ulteriormente la situazione economica, soprattutto per quel che concerne industrie, allevamenti e agricoltura. Caritas Diocesana di Rimini: Osservatorio delle povertà e delle risorse. Nel 2002 la Caritas diocesana di Rimini si dota di un nuovo strumento di servizio ai poveri, l’"Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse”, con la finalità di favorire la conoscenza del disagio sociale presente sul territorio della Diocesi. L’Osservatorio ha il compito di mettere in luce, di denunciare e di far scaturire strategie di aiuto o percorsi di accompagnamento per aiutare l’inserimento e l’integrazione delle persone/famiglie in difficoltà che si sono rivolte alla Caritas diocesana e agli altri Centri.

E', quindi, uno strumento pastorale della Diocesi di Rimini, che ogni anno realizza il "Rapporto sulle povertà", una fotografia delle povertà e delle risorse presenti sul territorio. Il lavoro si realizza grazie ad una rete, costituita dalla Caritas diocesana, dalle Caritas parrocchiali ed interparrocchiali, da enti pubblici e realtà del privato sociale. Referente del servizio: Isabella Mancino (Osservatorio delle povertà: tel. 0541.26040 Ogni anno la Caritas diocesana di Rimini pubblica il Rapporto sulle povertá, elaborato dall'Osservatorio della Caritas, grazie all'apporto dei Centri di Ascolto in rete. Giunto alla IX edizione il Rapporto sulle povertà cambia veste e si trasforma anche in versione web. L’obiettivo è quello di comunicare, a più persone possibili, quanti e quali siano le povertà presenti sul territorio riminese. Conoscere per sensibilizzare, per promuovere azioni di solidarietà e per far sì che la nostra comunità sia sempre più attenta ai bisogni di tutti, anche di coloro che sono ai margini.

“Impresa responsabile e mercato civile”. Un libro per un'economia umanizzata e responsabile.

Un libro che fa tremare il Titano. Le inchieste giudiziarie degli ultimi anni. Prefazione di Ciconte

Incontro domenica 17 novembre, ore 17, al Palazzo del Turismo di Cattolica

Incontro domenica 24 novembre, ore 17, al Palazzo del Turismo di Cattolica

Crisi economica? ‘Mettere ‘San Marino Spa’, al centro uomo e responsabilità’ una storia criminale - Stefano Zamagni è uno degli economisti italiani più prestigiosi. Fa parte di quella corrente di pensiero dell'economia sociale. Insomma, la visione, ma anche la ricetta, per un'economia umanizzata. Un modello? Adriano Olivetti. Stefano Zamagni è professore ordinario di Economia politica nell'Università di Bologna e Adjunct Professor of Internazional Political Economy alla Johns Hopkins University, Bologna Center. Già presidente dell'Agenzia per il Terzo Settore, è ora presidente dell'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo l'ultima opera: “Impresa responsabile e mercato civile” (Il Mulino Saggi, 2013). “Il mercato capitalistico è popolato da imprese che perseguono il fine di massimizzare il profitto nel mero rispetto delle norme di legge. Nel dibattito pubblico si è tuttavia fatta sempre più strada l'idea che la responsabilità legale dell'impresa non basti e che ad essa vada aggiunta la responsabilità sociale. Ma oggi - afferma Zamagni - non è più sufficiente parlare di responsabilità sociale dell'impresa, bisogna piuttosto mirare alla sua responsabilità ‘civile’, nella forma specifica della cittadinanza globale dell'impresa, se vogliamo dare impulso a un'economia altrimenti destinata al declino, e promuovere modelli alternativi di crescita”. L'approccio, in sintesi, deve essere economico e etico, perché la teoria economica attuale del massimo profitto è senza futuro e causa di molti guai. Allora bisogna valorizzare il Terzo Settore, la cooperazione e attuare accordi aziendali

La copertina del libro innovativi. Allora va bene il massimo profitto, ma va affiancato al concetto di responsabilità: impresa sociale e responsabilità civile dell'impresa. Un massimo profitto “mitigato” da valori condivisi con i consumatori, i lavoratori, i fornitori, il territorio. Insomma, l'uomo deve tornare al centro del processo economico. Continuare a vedere l'impresa come una macchina da soldi è sbagliato. Chi persegue in queste teorie non ha futuro. Il 40% delle colpe di questa crisi è da addebitare ad un gruppo di economisti con una visione obsoleta. La democrazia deve trovare applicazione nella sfera politica ma anche in quella economica. C'è un'idea di servizio che viene prima del profitto, come affermava lo stesso Henry Ford. Anche Luigi Einaudi sosteneva che l'imprenditore che guarda solo al profitto è di fatto uno speculatore. Le cose sono peggiorate con la nascita delle Public Company (Consiglio di amministrazione, amministratore delegato, manager, azioni-

sti). A questi interessa solo il dividendo. Ciò ha portato alla crisi odierna, alla deresponsabilizzazione sul territorio (vedi gli effetti della delocalizzazione) e la delegittimazione del lavoro. Altro danno: l'impresa non ha più obblighi morali, nel senso che gli affari sono affari e l'etica deve stare alla larga. Al centro, invece, bisogna riportare il lavoro umano, le motivazioni per chi lavora e superare la spersonalizzazione del modello taylorista. I meriti del successo di un'impresa appartengono al 50% all'imprenditore, ma l'altro 50% sono da attribuire al sistema scolastico, sanitario, al territorio dove è collocata l'impresa e alla municipalità. Il principio di responsabilità si deve affermare perché se è vero che un imprenditore si fa carico dei costi diretti, quelli indiretti li scarica sulla comunità (delocalizzazione, disoccupazione sul territorio, inquinamento, ecc.). La responsabilità sociale dell'impresa deve farsi carico anche di questi costi indiretti. Per uscire dalla crisi è necessario un umanesimo civile dell'imprenditore, per affermare un'imprenditorialità che punti sull'alleanza impresa, territorio, società. Zamagni spesso conclude le sue conferenze con due citazioni ad alto contenuto morale: “La virtù è più contagiosa del vizio” (Aristotele), l'altra, che è un motto di speranza nell'attuale situazione di crisi “Felice il crollo se la ricostruzione sarà più bella” (Sant'Ambrogio).

“La crisi economica ha colpito San Marino in maniera molto più grave che l'Italia e, a causa della levata di scudi nei confronti dei paradisi fiscali, San Marino è stata costretta a rinunciare in pochi anni ai suoi capisaldi (anonimato societario e segreto bancario) senza aver il tempo di adeguarsi”. Poi è iniziata una brutta storia...

rino Spa, Rubbettino editore - 12 euro -, è un libro che scotta e non solo sul Titano. Autori: Davide Maria De Luca, giornalista e Davide Grassi, avvocato penalista. Racconta delle inchieste giudiziarie degli ultimi anni (escluso le più recenti) che hanno coinvolto San Marino, e apre scenari inquietanti su complicità criminali di ogni tipo. Il libro riporta la prefazione prestigiosa di Enzo Ciconte, docente universitario e autore di numerosi libri sui fenomeni mafiosi e del loro progressivo radicamento al Nord (Emilia Romagna compresa). E' uno dei massimi esperti del fenomeno dell''ndrangheta calabrese. “Il volume narra la storia epica e tragica della caduta della più antica repubblica del mondo. La crisi economica ha colpito San Marino in maniera molto più gra-

Enzo Ciconte La copertina del libro

ve che l'Italia e, a causa della levata di scudi nei confronti dei paradisi fiscali, San Marino è stata costretta a rinunciare in pochi anni ai suoi capisaldi (anonimato societario e segreto bancario) senza aver il tempo di adeguarsi. Spariti i soldi degli evasori il bilancio dello stato si è riempito di buchi, le imprese hanno chiuso e la disoccupazione è aumentata. In molti però non hanno accettato questo cambiamento. Spariti i soldi degli evasori hanno cercato il denaro da qualche altra parte e hanno trovato il denaro della mafia. A San Marino c'è sempre stato il riciclaggio, ma quando le casse delle banche erano piene ci si poteva permettere di dire dei no. Con la crisi le banche sono arrivate ad accettare di tutto. Ma con i soldi arrivano gli uomini: i soldati, i mazzieri, gli estorsori e, cosa più preoccupante, il metodo mafioso ha finito col contagiare anche i sanmarinesi. E così è ac-

caduto che imprenditori perfettamente normali arruolassero bande di campani o albanesi per proteggere i loro interessi. Altri imprenditori sono diventati camorristi e sono arrivati a guidare la loro banda personale, picchiando e incendiando come se fosse la naturale prosecuzione dei loro affari. Risalendo lungo questo filo si arriva molto più in alto. Accanto ai mafiosi questi imprenditori pagavano lobbisti e questi lobbisti risiedevano a Roma dove pagavano campagne elettorali di politici per assicurarsi appalti. Pagavano le forze dell'ordine, per evitare i controlli ed erano riusciti persino ad influenzare giudici e commissioni tributarie per risparmiarsi condanne. Come un arto in cancrena, anche il Titano moribondo contagia tutto quello che gli sta intorno. Davide Maria De Luca, giornalista, nato nel 1985. Laureato in Storia contemporanea ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino. Davide Grassi, avvocato penalista, membro del coordinamento nazionale di Sos Impresa. E' impegnato da anni nella difesa delle vittime della mafia.


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Pienone con Piergiorgio Morosini e Stefano Canestrari. Si riparte con don Renzo Gradara, Isabella Mancino, Walter Martinese, Stefano Zamagni, Davide De Luca, Davide Grassi

‘Pane, Amore e...’ un successo

Cartolibreria Binda Cattolica

di Enzo Cecchini Don Renzo Gradara

Isabella Mancino

W a l t e r Guglielmo Martinese

Stefano Zamagni Davide Maria Davide Grassi De Luca Il logo dell'iniziativa

personale nel gesto di solidarietà? La forte presenza del mondo del volontariato in Italia, vuol dire anche che lo Stato non funziona? Sul nostro territorio quanto incide la povertà e quali risposte danno le istituzioni? Più solidarietà e giustizia sociale vuol dire anche più Pane e Amore? Stefano Zamagni: “Pane, Amore e... ECONOMIA” (domenica17novembreore 17). “Dicono che i soldi non fanno la felicità. Hai mai visto

Palazzo del Turismo di Cattolica. Domeniche d'autunno in compagnia ad ascoltare e interloquire con relatori prestigiosi su temi di grande attualità: legalità e illegalità, storia politica ed economia, solidarietà e giustizia sociale. Inizio alle ore 17. Patrocinio del Comune di Cattolica. Media partner la Piazza. Organizza l'Associazione culturale Arcobaleno di Cattolica un barbone felice?” (Anonimo) - “Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista” (Kenneth Boulding) - “Non ci può essere libertà se non c'è libertà

economica” (Margaret Thatcher) - “L'economista è un rappresentante ideologico del capitalista” (Karl Marx) “L'economia politica è il codice dell'usura” (Auguste Blanqui) - “Fondamento dell'economia politica ed in ge-

nerale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia” (Vilfredo Pareto). E' l'economia che domina il mondo? Il massimo profitto è l'unico fine per un'impresa? C'è spazio per l'etica in economia? La globalizzazione ha reso ancora più cinica la competizione economica? Perché un Paese ricco di storia e di talenti come l'Italia è in forte declino? Dove sta il confine tra profitto e speculazione? Evasione fiscale e corruzione sono una minaccia alla crescita economica? E' vero che la rendita uccide lo sviluppo? Bene comune e bene privato sono sempre in contrasto? Il P.I.L. è un indice ancora attuale? Cos'è il B.I.L.? Moriremo di spread? La burocrazia è un freno per lo sviluppo? Una economia sana può dare più Pane e Amore? Davide Maria De Luca, Davide Grassi: “Pane, Amore e... ILLEGALITA'” (domenica 24 novembre ore 17). “Ogni società ha il tipo di criminali che si merita” (Robert F. Kennedy) - “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene” (Paolo Borsellino) - “Gli uomini condannano l'ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché aborrano dal commetterla” (Platone) - “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” (Giovanni Falcone) “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo” (Paolo Borsellino). Le mafie sono solo un problema per alcune regioni del Sud? Le recenti inchieste nel riminese ci dicono che sono solo infiltrazioni oppure le mafie si sono radicate sul nostro territorio? Gli esperti dicono che le mafie vanno dove ci sono i soldi, e da noi ci sono. Siamo in pericolo? E' attrezzata la nostra comunità per evitare questo tragico contagio? Come si stanno organizzando le varie istituzioni? Che ruolo ha avuto San Marino? Con la presenza della criminalità organizzata il nostro Pane e il nostro Amore avrà lo stesso sapore?

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CULTURA

- Don Renzo Gradara, Isabella Mancino, Guglielmo Walter Martinese: “Pane, Amore e... SOLIDARIETA' EGIUSTIZIASOCIALE”(domenica 10 novembre re 17). “La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai” (Henry David Thoreau) “Non basta fare del bene, bisogna anche farlo bene” (Denis Diderot) - “Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” (Proverbio Africano) - “Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere” (Albert Einstein) “Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali” (Lorenzo Milani). Ha senso la solidarietà senza giustizia sociale? Quali sono i pregi e i limiti della solidarietà? La solidarietà è un sentimento o una necessità? Don Gallo diceva: “Quando parlo di solidarietà mi dicono che sono un buon cristiano. Quando invece parlo di giustizia sociale mi dicono che sono un comunista”. E' così? Che differenza c'è tra solidarietà e carità? C'è anche dell'egoismo

Novembre 2013

di Cecco

Viabilità - Leggiamo: “Via Del Prete, commercianti e residenti contro i sensi unici. Chiedono un'altro incontro col sindaco”. Dai e dai t'vo véda chi la spunta? J'è 'na bèla lima sorda... Incidenti - Leggiamo: “Nuova viabilità. L'amministrazione: ‘Sono spariti gli incidenti’”. Adès però va té a zcur sai caruziér e mecanici. Ma mé um scapa da rid...

Set cinematografico - Leggiamo: “Il regista Fathy El Gharbawy in città per le riprese del suo film. Anziani e disoccupati sul set per guadagnare qualcosa”. Più che per la fama, il fa per la fèma. Va pu là, a sin ardut sli pèzie tal cul...

Media Filippini - Leggiamo:“ScuolamediaFilippini, infiltrazioni d'acqua. Il personale ‘ripara’ utilizzando i secchi. Il problema si ripete da anni”. Ma chi ha progetè stal catorc?...

Piano spiaggia (1) - Leggiamo: “Piano spiaggia: una ‘furbata’ salvatutti - La maggioranza (escluso l'Arcobaleno) approva”. J'avéva prumès che i li butéva giù cli torrie. Sal caz!...

Piano spiaggia (2) - Leggiamo: “Piano spiaggia: l'Arcobaleno non sale sulle terrazze”. J'è l'èria margiosa. Qualche bagnin impurtènt l'ha vint ancora 'na volta. Cume al dis Cetto La Qualunque? “In to culo l'ambiente!”...

Bilancio partecipato - Leggiamo: “Bilancio partecipato: in 300 alle urne. Vince un progetto ma con i 50mila euro se ne finanziano quattro”. A pinsè che qualchidun dla giunta al giva cl'era 'na “patachèda”. Dambat!... L'ora - Leggiamo: “Il Comune dimentica che è tornata l'ora solare”. I vo fè véda che j'èra d'acord sa quela leghèla?... Politica Pd - Leggiamo: “Pd, il renziano Russomanno a Cattolica fa il pieno di voti. Dice: ‘Sono commosso’”. Più che piègn sarìa mèj fèl davéra al cambiamént. Tla Catolga u j'è ancora puza ad pès frèide. Os-cia!...

Disabili e degrado - Leggiamo: “Incontro con gli alunni delle elementari: ‘Cattolica non è il massimo per i disabili’”. Anche per chi ha li gambie bonie al basta 'na busa tal marciapìd per dvintè un disabile. Caz!...

Crisi - Leggiamo: “Cna: altra estate difficile. ‘Commercio e ristorazione i più colpiti. I venditori di rose sempre più insistenti’”. Ma daj, an sarà tuta colpa ad quatre rosie abusivie. Magari! La crisi la sarìa stè già risolta da témp... Il rimpasto - Leggiamo: “Rimpasto di giunta, il sindaco distribuisce le deleghe”. La las in pratica tut uguèl, ma Bondi, però, u j'ha cavè al viceséndaca, al Bilènc e al Cuntenzios. L'ha dét Pipon ma Nardi: t'mi ciap pal cul? Cume l'ha dedét Fini ma Berlusconi? “Cosa fai, mi cacci?”... Spendi & Spandi - Leggiamo: “L'assessore Cibelli, con gli incassi della tassa di soggiorno priorità al restyling del centro”. Quèst an véd l'ora da spènd chi do sold... Telelaser - Leggiamo: “Telelaser, ‘fulminati’ in dieci. Intensificati i controlli della polizia municipale”. Al pèr 'na s-ciopa, ma l'è giust multé chi va trop fort. Ciapa su!...



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CATTOLICA

Amarcord

Novembre 2013

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di Dorigo Vanzolini

CATTOLICA - Via Dottor Ferri 23 Tel. 0541 - 953300 Fax 953742

Morosini, foto di gruppo con quella meglio gioventù - Cattolica 1951. Ogni tempo ha la sua migliore gioventù: aspettative, paure e speranza. La voglia e il tormento di affrontare i chiaroscuri della vita. Ecco una bella istantanea, con un gruppo di amici che, ognuno a modo proprio, ha fatto la piccola-grande storia di Cattolica. Festeggiano l'allievo ufficiale Pier Luigi Morosini (promosso al corso). Da sinistra: Lorenzo Del Duca, Angelo Rossi, Dante Marchi, Pier Luigi Morosini, Attilio Talacchi, Elvio Pesaresi, Renzo Zavalloni e Amedeo Di Giacomi. Morosini percepiva 45mila lire al mese; la metà la inviava alla madre.

Gli antenati dei Mason La Cattolica vecchia Antonio Magi e Rosa Gasperi provenienti da S.Clemente, si trasferirono nel comune di Cattolica. Ebbero 26 figli di cui 2 deceduti piccoli. Diedero il via ad una generazione conosciuta molto bene nel nostro comune: i Mason ANTENATI di Grazia Navarra - Antonio Magi (18261911) e Rosa Gasperi (19341912) provenienti da S. Clemente, si trasferirono nel comune di Cattolica. Ebbero 26 figli di cui 2 deceduti piccoli. Diedero il via ad una generazione conosciuta molto bene nel nostro comune. Alcuni dei loro figli erano: Celeste, che aprì una delle più antiche tabaccherie (ora tabaccheria Cimino), Margherita che sposò Giunta, Cesare padre di Maria, Mario e Annita detto Cesarén, Erminia. Poi alcuni nipoti tra cui: Mariano, Amedeo, Cecilia, Vittorio, Lina, Giuseppina, tutti con lo stesso cognome di Magi. La famiglia abitò nei primi tempi, nell’unica casa dietro il municipio, tra i campi e che

Antonio Magi e Rosa Gasperi

diventò, in seguito, il bar Pace. Poi, stanza dopo stanza, man mano che la famiglia si allargava, si costruì l’odierno immobile che fa angolo con la via Cavour e via XX Settembre. Sotto c'era la stalla e sopra l’unica cucina patriarcale in cui si riuniva tutta la famiglia , tanto numerosa che si meritò l’appellativo

di “Mason” cioè tanti Magi. Si dice fossero almeno una quarantina. Ora rimangono pochi eredi con il cognome dell’avo, qualcuno è emigrato e chi rimane, anche se appartiene ad un’altro nucleo famigliare, vive a Cattolica, si conosce e ogni tanto ricorda chi li ha preceduti con simpatia e rispetto.

- “Cattolica vecchia”: via Pascoli e dintorni. Erano gli anni Quaranta quando per le strade di Cattolica girava col microfono una seicento che annunciava quell’evento: “Oggi tutti in piazza Nettuno: operai, possidenti, marinai, contadini, non deve mancar nessuno! Alla radio parla Mussolini!”. Quel giorno io ero al lavoro e non potevo capire se era un desiderio o un ordine quella richiesta di partecipazione da parte del mio padrone. Andai a sentire quel discorso in cui il Duce tanto insistette sui nostri molti aeroplani ed un numero sproporzionato di baionette. Erano quei tempi in cui se in una famiglia nasceva un figlio maschio aveva già qualche scudo in mano, però era obbligato a chiamarlo Benito o Romano. Io allora ero molto giovane, ma avevo già un mestiere: andavo dove oggi c’è ancora quella rocca, e lì vicino facevo il cantiniere. In quella zona c’era il dancing Esedra. Mi piaceva trascorrere lì le notti, ma di giorno andavo alla cantina “Verni” a lavorare in mezzo a quelle botti. Ricordo ancora i miei vicini, tante volte ho chiamato l’elettricista Fausto Filippini; di fronte alla cantina c’era l’osteria della Gina; un po’ più avanti la trattoria “La Norina”. Poi quella ripida salita da fare a corti passi su quel selciato che ancora sono lì quei sassi, dove son passati i miei antenati, per la ragione che portavano le regalie e andavano a prendere gli ordini dal padrone. Tutto era bello lì intorno: quella rocca, la chiesa, Giusto Talacchi (Giustin) e l’odor del pane del suo forno. Quando nel suo ne-

Via Pascoli e dintorni. Giustin, la Norina, la Gina, Baldo, Filippini... RICORDI di Savio Bianchini gozio c’erano le suore attento stava, ma ogni tanto qualche bestemmia gli scappava! Nel paese non ce n’erano tanti, all’acquedotto c’era Raffaelli, detto Fioravanti. Brava gente, ma qualche volta gli succedeva qualcosa e allora era come un’esplosione: tagliava corto, tirava in ballo tutti gli attrezzi della processione! Proprio in quella via incominciai con le Maestre Pie la prima elementare, attaccato a quella vecchia chiesa di Santa Apollinare. Giocai in quel cortile all’ombra del campanile. Anni dopo, ormai ragazzo, trovai lavoro in quel vecchio paese e aspettavo la paga a fine mese. Un’infinità di volte sono entrato da Baldo, quella drogheria di Franchini, sotto il porticato: compravo olio di vaselina, tappi, soda e, dopo la spesa per la cantina, facevo con un panino la mia colazione mattutina. Tra i due locali nominati prima (Norina e Gina), abitavano i Marchionni, grossisti di pesce e uno dei loro figli, Dorino, era fidanzato con una bionda maestra venuta da Urbino. La Tea ha dato tanto a Cattolica e si è fatta un bel nome come insegnante nella pub-

blica istruzione. Alla cantina avevo un buon collega, eravamo molto amici, abituati a scambiare qualche parola, e lui, dopo il lavoro, in bicicletta era costretto a fare tanti chilometri perché abitava oltre Gradara, a Granarola. Si chiamava Gregori Piero, ma per tutti era Pierino. I Verni ci hanno separati perché a loro serviva un autista per la cantina. Era l’anno che all’OM da Pretelli fu venduto il primo Leoncino. Passò alla guida, così volle il destino, e i primi mesi li trovai più difficili senza il mio amico Pierino. Poi si sposò quel collega, cantiniere diventato autista, che oggi non c’è più ma ha lasciato un figlio in via Cesare Battisti. Molto spesso passo in via Pascoli, mi sento proprio quasi attirato ad andare e a fermarmi a guardare. Settant’anni dopo non c’è più quella cantina, con quella conduttura che separava i due confini, da una parte via Pascoli e dall’altra via Mazzini. Manca pure una di quelle trattorie, non si sente più l’odore del pane; mi chiedo, continuando a camminare, dove saranno finite quelle grosse botti: spero che qualcuno le abbia comprate, non vorrei mai pensare che siano invece state bruciate! Percorsa tutta via Pascoli ora sono lassù, in cima alla salita, la strada è finita e presto forse finirà anche la mia vita: ma, conti alla mano, questo paese è di me più anziano. Io che con lui voglio essere cortese, gli dico “anziano sono io, che presto me ne andrò”, mentre tu rimarrai per sempre il mio vecchio paese.


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CATTOLICA

Franco Del Fattore ama la città come una seconda madre

Dona venticinque manifesti artistici a Cattolica - Siamo nel 2001. Franco Del Fattore ha 66 anni. Invita i vecchi amici del servizio militare insieme alle consorti. A sue spese, li ospita a Cattolica tre giorni; fa loro visitare la città ed i dintorni. A distanza di decenni, ha ancora scambi epistolari con una decina dei vecchi commilitoni. Questo piccolo aneddoto dà l'idea dell'animo di Franco Del Fattore. Famiglia di macellai (aveva iniziato il babbo Antonio in via XX Settembre), fino al 2006 (anche in via Battisti dal 1961) gestisce con professionalità e fortuna una macelleria; va in pensione e mette in pratica l'amore per Cattolica e la sua passione adolescenziale. Per concretizzare il primo sentimento inizia a raccogliere il materiale fotografico su Cattolica: manifesti, cartoline, depliant degli alberghi. Lo fa per sé e per la città. La pittura invece è la sua inclinazione di gioventù. Durante le stagioni del lavoro, non ha mai avuto tempo (e forse voglia) di prendere nelle mani i pennelli. Appeso al chiodo la sua “parananza” (il grembiule), si dedica alle tavolozze. Fa generi legati alla corrente impressionista. In quasi un quarto di secolo di ricerca, i commercianti gli hanno

Riprodotti su tela a sue spese. Appesi nelle sale del Comune e non solo. Un cd il cui ricavato va all'Ageop COMUNITA' trovato sulle bancarelle dei maggiori mercatini di antiquariato (Arezzo, Ferrara, Fano, Parma) cartoline, manifesti e depliant che raccontano il turismo e lo sviluppo di Cattolica. Sembra che a Franco Del Fattore manchino soltanto 2-3 manifesti pubblicitari. Nel suo speciale viaggio ne ha raccolti 25; vanno dal 1908 al 1957. I primi due, quelli del 1908, vennero commissionati a Emilio Filippini, pittore di raffinata sensibilità e di certo talento. A sue spese, Del Fattore ha fatto riprodurre, su tela, i 25 manifesti. Li vuole regalare a Cattolica. Ha un solo desiderio: che siano collocati in luoghi dove possono essere ammirati e valorizzati. La

Franco Del Fattore (a destra) insieme all'amico Pier Luigi Morosini, con uno dei manifesti regalati a Cattolica

sua proposta: l'ufficio del sindaco, la segreteria del sindaco, l'assessorato alla Cultura, l'Ufficio manifestazioni, da Promo Cattolica, dai Vigili, al Teatro della Regina, al Centro culturale Polivalente, allo Snaporaz, nelle scuole, all'Ageop. Per l'Ageop ha pensato ad un cd che reca le 25 riproduzioni. La vendita va all'associazione fondata dal compianto oncologo pediatra di fama mondiale Guido Paolucci (scomparve prima del tempo nel 2006). L'Ageop sostiene le famiglie che assistono i bambini ammalati lontano da casa. Due figlie, Franco Del Fattore ha già fatto un'altra donazione alla città. Alcuni mesi fa al Centro culturale Polivalente ha regalato 734 pieghevoli degli alberghi di Cattolica, 450 cartoline e due manifesti che recano sempre gli alberghi. Per il futuro, almeno ce lo si augura, la città potrebbe fare un regalo a Franco Del Fattore. una mostra con i suoi manifesti.

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Iniziata la quinta edizione di “Aperitivo letterario” al Centro culturale

Autobiografie che aprono finestre - La quinta edizione di Aperitivo letterario viene inaugurata da un’inedita Anna Sanchi nella veste di autorevole intervistatrice ed animatrice del dialogo con gli autori. L’assessore alla Cultura ha trasformato questo appuntamento in una piacevole ed interessante conversazione con gli autori che vengono sollecitati a svelare i retroscena delle loro opere e non semplicemente a presentarle. Il nutrito pubblico ha potuto così piacevolmente approfondire i punti di vista e le tematiche trattate. Ettore Mariani - nato a Gabicce - ci accompagna in un viaggio reale attraverso la storia ed il tempo in cui spiccano le vicende della famiglia Mariani ovvero I Cascamort, ambientata sul confine adriatico tra Romagna e Marche: Gabicce, Casteldimezzo, Fiorenzuola e, di fronte, Gradara. Il pensiero corre subito ad immaginare il racconto di vicende familiari vissute nei tempi in cui, nelle serate invernali, ci si ritrovava con le famiglie accanto al fuoco a narrare e ad ascoltare storie. Ci si attende un adagiarsi nella contemplazione del bel mondo antico che fu, dove si soffriva e si faticava ma si viveva tra sani princìpi, tra paesaggi e valori che ora non sono più. Invece Mariani ci sorprende, ci fa capire subito che così non è, che c’è differenza tra nostalgia e rimpianto. Il rimpianto è, appunto, contemplativo; la nostalgia spinge l’anima a ritrovare se stessa attraverso il tempo, attraverso il cambiamento dei costumi stravolti dalla frenetica attualità, cambiamento che non lascia più scorgere le nostre radici. È un viaggio alla ricerca di radici, quello che ci e si propone l’autore e lo fa con grande leggerezza di stile: una scrittura la sua che scava nel profondo come fa nel solco il vomere tirato dal bue ma che volta pagina con la brezza marina “una leggera brezza saliva dal mare e s’infrangeva tra le fronde dei pioppi”. Dice Mariani: “Rivoltare la terra come la pagina di un libro, per cominciare una storia nuova”.

Il logo della manifestazione

CULTURA

di Patrizia Mascarucci In realtà gli autori sono due, il primo è Lino, il padre, che Ettore definisce coautore e — direi io — donatore: é grazie ai suoi ricordi ed a quelli a lui tramandati che vediamo scorrere la storia dei Mariani, i cascamort, e quella - per inserti - dall’Italia dello Stato Pontificio, il cui cuore era nelle Marche, all’Italia che “Garibaldi aveva da poco finito di fare”, a partire da “un giorno di luglio del 1877” per approdare al 1954, anno di nascita dell’ultimo dei cascamort: Ettore. Impariamo la sequela dei lavori dei campi, descritti con la sapienza e la precisione della leggera mano chirurgica, scanditi dalle stagioni e dagli astri in cui il Sole è il primo deus ex machina. Vedremo che la vita delle persone scorreva ed era dettata dal susseguirsi lento delle ore e potremo riflettere sul fatto che il tempo reale permette al tempo della narrazione di andare di pari passo. Mariani ci fa vivere immagini poetiche ancorate alla natura, ai luoghi che diventano metafore dei sentimenti, li descrivono nel trascorrere del tempo scandito dai lavori dei campi, lavori sposati alle stagioni; fa scorrere sui solchi del libro i dolori fugati e le gioie incoraggiate dagli astri, dai fenomeni atmosferici, dalla pioggia... e dalla danza della falciatura. “Un mondo che non era facile, era duro, a volte molto crudele ma, potremmo aggiungere, era positivo nella sua fede; nel sopravvivere e nel costruire era quasi eroico”. Ma quel mondo aveva la consapevolezza che non si stava solo seminando “l’oro dei contadini, [...], il soldo del padrone, il pane per l’inverno, il

Il gabiccese Ettore Mariani ha presentato “I cascamort”, un viaggio alla ricerca delle radici. La riminese Marianna Vitale ha presentato “La stella del destino”, libro autobiografico che apre una finestra sul mondo giovanile seme per il prossimo raccolto”, lì si faceva la storia dell’uomo, si producevano “chicchi di grano per continuare a far vivere l’umanità”. Era questa consapevolezza che rendeva il lavoro meno duro, che le schiene si incurvavano negli anni a furia di inginocchiarsi nella terra, senza lamenti. Questo non toglieva che vi fosse una spiccata consapevolezza dell’ingiustizia padronale attraverso cui le idee socialiste attecchivano facendo prendere coscienza dei diritti calpestati. Le due guerre ed il racconto puntuale di un episodio parallelo allo sfondamento della linea Gotica, vissuto da suo padre, ci riportano a casa nostra, a Gradara, nel cimitero anglo-canadese che abbraccia millecentonovantadue morti sul finire dell’estate del 1944: “più d’una volta ho camminato lento e solitario sui gradoni che tagliano la collina fermandomi a leggere i nomi di alcune di quelle vite spezzate [...] a salutare quei giovani che non invecchiarono”. Dalle suggestioni attraverso gli usi e gli arnesi che cambiano, dalla falce alla mietitrebbia, dal vomere al pc; per segnare le stagioni della vita e della morte, per

scrivere le storie, i ricordi, per spiegare il senso della vita. Dal medioevo alla terra della globalizzazione Mariani ci mostra cosa abbiamo ereditato dalla storia dei nostri avi, dalle nostre radici e cosa rimane oggi di quella sapienza del mondo rurale che sembra disperso in questo tempo così veloce. Una storia di 130 anni che è giunta fino a noi “di voce in voce”, in cui il tempo era il contesto e il procuratore di eventi, un tempo così mutato nella percezione e nella possibilità di fruizione che fa dire all’autore: “Com’è successo che il tempo ci si sia ristretto così tanto, proprio non so”. ”Noi siamo ciò di cui ci nutriamo” dice Goethe e le radici affondate nella terra ci hanno nutrito e continuano a farlo a nostra insaputa, ma se siamo come siamo lo dobbiamo a loro. Ettore Mariani, I cascamort, ilmiolibro.it, Roma, 2010. Marianna Vitale Marianna Vitale, nata a Rimini nel 1993, ci presenta La stella del destino. Ecco un’autrice che non si lascia sconfiggere dalle difficoltà: sa di avere tutto quello che le serve per farcela da sola, ma sa anche che avere delle

persone accanto - in primis la sua famiglia - che la sostengano è fondamentale. Così, la sicurezza che con cui ci appare non è giovanile baldanza ma matura consapevolezza dei propri limiti e delle proprie specialità. Consapevolezza maturata precocemente - ci spiega - in quanto emarginata nell’infanzia. È vero, i bambini sanno essere crudeli inconsapevolmente. Inconsapevolezza e determinazione, in un’apparente contraddizione, scaturiscono dalle leggi della natura: si sa, sopravvive il più forte, per cui per emergere occorre emarginare il diverso, colui che ha più estro e sensibilità. Marianna preferisce farcela con la forza del suo cuore, della sua personale magia, quella che ritroviamo in Stella - la protagonista del romanzo - quando scopre di avere un potere speciale di cui all’inizio ha paura ma che poi decide di mettere a frutto per aiutare il suo amico. Marianna Vitale, che scriveva già da bambina, così descrive la magia del quotidiano che ritroviamo nel suo romanzo: «Uno dei motivi per cui scrivo è che mi piace osservare il mondo, [per questo] sono i personaggi a scrivere la storia e non la scrittrice». «Sono della filosofia che tutto è possibile e che nulla accade per caso. Piccoli miracoli quotidiani accadono spesso». «Spesso la realtà è vissuta nel modo sbagliato e con grande pessimismo, ma se vista nell’ottica giusta, è migliore di qualsiasi sogno o desiderio. Perciò, indipendentemente dagli ostacoli che ci si presentano davanti, dobbiamo sempre trovare la forza necessaria a superarli e accettare quello che la vita ci offre, cogliendone

solo gli aspetti positivi». «Nella vita ci si trova sempre a scegliere, non è tanto quello che si sceglie ma come si sceglie. Una volta scelto si deve essere orgogliosi della scelta, non bisogna pentirsi altrimenti sarebbe difficile vivere con questo peso». L’autrice, splendida creatura, bocciolo di rosa, ha una scrittura essenziale, veloce e scorrevole, ci regala una prosa ricca di dialoghi e ci apre una finestra sul mondo giovanile: un mondo che punta all’essenziale, un mondo che noi adulti guardiamo con sorpresa, sembrandoci di non averlo mai vissuto. Leggendo il romanzo ed ascoltandola mentre ci parla di sé ci assalgono i ricordi e rivediamo le difficoltà delle giovani menti che devono gestire un corpo che cresce improvvisamente e nello stesso tempo collocare desideri, relazioni e scelte nel giusto alveo per non essere travolte e per non perdere nulla delle possibilità che il presente ci offre per il futuro... è così, pensando al comune giusto alveo, che adulti e adolescenti possono godere dello stesso romanzo, vivere le stesse emozioni ed apprezzare la sana ed ottimista filosofia di vita di Stella ovvero Marianna. Parlare dell’una è parlare dell’altra: Marianna ci invita a guardare la nostra stella del destino, perché tutto è scritto - è vero - ma tutto va afferrato saldamente per non perderlo. Ciò che è scritto nel destino è ciò che più ci si addice, occorre solo accettarlo con amore. Ciò che abbiamo non è niente di più e niente di meno di quello che ci serve per stare bene. Il segreto sta nel vivere con gioia. Forse è per questo che, leggendo La stella del destino, mi viene alla mente l’esortazione che troviamo nel Vangelo di Matteo: «Non affannatevi dunque per il domani [...] A ciascun giorno basta la sua pena». (Mt 6, 24- 34) Marianna Vitale, Stella del Destino, Maremmi Editori, Firenze, 2013. Prefazione di Marco Missiroli.



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Un percorso di bilancio partecipato e condivisione fatto tra i cittadini e gli amministratori

Città in marcia, quattro progetti in cantiere Cinque defibrillatori da installare negli impianti sportivi comunali, il finanziamento del cablaggio delle scuole primarie e secondaria di Cattolica, uno stralcio del progetto di ristrutturazione di una parte della ex scuola media E. Filippini, la digitalizzazione del cinema Snaporaz

Alessandro Bondi, l'artefice del Bilancio partecipato a Cattolica

PARTECIPAZIONE di Alessandro Fiocca - Nell’arco del mese di ottobre, si è aperto e concluso uno dei momenti fondamentali del bilancio partecipativo, da poco adottato dal Comune di Cattolica. L’Amministrazione comunale, dopo diversi mesi di gestazione, ha infine partorito i progetti – 11 – sui quali poi i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi, a partire dal primo dei tre incontri di zona previsto dal regolamento, svoltosi il 15 ottobre al Palazzo del Turismo. I cittadini hanno potuto votare sia nel corso degli incontri, sia – fino al 24 ottobre presso l’ufficio URP di Palazzo Mancini. Alla chiusura del-

l’urna sono stati 282 i cattolichini che hanno espresso le proprie preferenze. Saranno quattro i progetti che potranno essere finanziati dai 50.000 euro che Alessandro Bondi è riuscito a mettere a disposizione del bilancio partecipativo: l’acquisto di 5 defibrillatori da installare negli impianti sportivi comunali, il finanziamento del cablaggio delle scuole primarie e secondaria di 1° grado di Cattolica, uno stralcio del progetto di ristrutturazione di una parte della ex scuola media E. Filippini al fine di dar vita ad una struttura residenziale che possa offrire una risposta temporanea

alle esigenze abitative e di accoglienza alle persone con difficoltà di carattere sociale, prive di sostegno familiare o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o permanentemente impossibile, con particolare attenzione alle donne vittime di violenza familiare. Ultimo dei 4 progetti la digitalizzazione del cinema

Snaporaz. Da questo elenco si può constatare come il voto dei cittadini abbia premiato progetti che riguardano gli aspetti più sensibili di una comunità: salute, sport, scuola, sociale, cultura. La partecipazione di 282 cittadini può sembrare insignificante, considerando la popolazione di Cattolica. Occorre

però ricordare che in altre realtà che hanno introdotto questo strumento di partecipazione diretta dei cittadini, la prima risposta della popolazione era stata ancor più deludente. Questo non toglie che l’Amministrazione Comunale possa fare più e meglio per coinvolgere i cittadini in questo progetto. Imparando anche da alcuni errori di comunicazione che si sono registrati in questa prima edizione a marcia ridotta – solo per fare un esempio, gli incontri di zona non sono stati adeguatamente segnalati come la possibilità di votare presso l’ufficio URP. Tra l’altro, l’anno prossimo saranno gli stessi cittadini a proporre i progetti che, una volta verificati dagli uffici tecnici comunali, potranno essere proposti al voto dei cattolichini. Un passaggio delicato, sia per l’attenzione che l’Amministrazione dovrà dedicare a comunicare efficacemente il meccanismo di presentazione dei progetti, sia per la necessità di trovare il modo giusto di

dialogare con i cittadini. Sarà il 2014 l’anno cruciale per il bilancio partecipativo e vedremo allora se l’Amministrazione sarà davvero intenzionata a far funzionare questo strumento di partecipazione. Durante l’assemblea pubblica allo Snaporaz, quando sindaco e assessori hanno presentato il regolamento del bilancio partecipativo e gli 11 progetti formulati dall’Amministrazione Comunale – quest’anno non c’erano i tempi per coinvolgere i cattolichini nella fase propositiva – Cecchini ha affermato di voler portare avanti l’esperienza lasciando scenari indefiniti sull’importo da potervi destinare. Il 2014 vedrà riconfermato l’importo di 50.000 euro? Arriveremo a 150.000 come accade nella vicina Morciano? Scenderemo ad un importo puramente simbolico, come qualche detrattore auspica? Quale sarà la cifra, sarà certamente un segnale di quanto Palazzo Mancini crede in questo progetto e nella possibilità dei cattolichini di inserirsi in maniera più diretta nei processi decisionali della città.



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Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163

- Nell’estate del 1943, a seguito della caduta del fascismo e dell’arresto di Benito Mussolini, tutti i gruppi politici entrano in una nuova fase: in particolare il PCI, già strutturato e consolidato da un decennio di lotta clandestina, acquista rapidamente un ruolo egemone tra i partiti antifascisti. Tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, in una casa colonica tra Rimini e Coriano, viene tenuta una riunione in cui viene costituita la Federazione clandestina circondariale del Partito Comunista, con la suddivisione del circondario riminese in 10 zone. In particolare, nella Valconca le zone vengono così strutturate: Cattolica San Giovanni in Marignano: Giuseppe Ricci, Wilmo Piccioni, Giuseppe Ubalducci, Giovanni Antonioli; Misano: Agostino Semprini, Agostino Casali; Morciano: fratelli Cavalli (Luigi e Armando), Sante Baldacci, Lazzaroni; Montescudo - Montecolombo Mercatino Conca: Franchetti, Casadei, Frutti, Stefanini, Volpinari; Gemmano - Montefiore - Saludecio - Montegridolfo - Mondaino: Pasquini, Turrini. Si stabilisce un collegamento con Egisto Cappellini, referente politico del PCI pesarese. Parallelamente, nell’agosto del 1943 si costituisce a Rimini il Fronte Nazionale Antifascista, una struttura politica di collegamento tra le diverse formazioni politiche: PCI, PSI, PRI e DC, (FRSD148) che ben presto si allargherà ad altre formazioni politiche. Esso è diviso tuttavia sulla posizione da assumere riguardo la scelta di una opzione armata, tra chi vuole agire militarmente subito e chi preferisce attendere l’arrivo degli alleati; solo nella

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Tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, in una casa colonica tra Rimini e Coriano, una riunione

Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163

Valconca, l'avvio della Resistenza Giuseppe Ricci nella foto ricordo ANPI dei partigiani di Cattolica (1945 ca)

LA RESISTENZA RACCONTA

di Maurizio Castelvetro* primavera del 1944 il FNA verrà sostituito dal CNL (Comitato di Liberazione Nazionale), organismo unitario in cui trovano spazio tutti i partiti antifascisti, decisamente orientato alla lotta armata senza quartiere contro il nazifascismo. La notizia dell’armistizio (in realtà una resa) dell’8 settembre non coglie impreparata l’opposizione nella Valconca. A Morciano immediatamente prende avvio una attiva propaganda a favore degli alleati e contro tedeschi e fascisti, come testimonia il repubblicano Aurelio Monti. A Cattolica, una motosilurante italiana MS45 approdata nel porto viene abbandonata dal suo equipaggio in fuga, e nel giro di pochi giorni saccheggiata e resa di fatto inservibile dai marinai locali, per essere infine definitivamente sabotata ed affondata tra il 15 e il 18 settembre dal maresciallo Renato Bernardino — comandante del porto di Cattolica. Civili e Carabinieri riescono a raccogliere armi abbandonate dai militari italiani in fuga: 24 cassette di nastri per mitragliatrici, moschetti, bombe a mano, materiale che in seguito sarà

APPELLO

Chiunque sia in grado di fornire ulteriori particolari dell’episodio o dei personaggi è pregato di mettersi in contatto con la redazione de la Piazza o scrivere a castelvetro@email.it Grazie!

affondato al largo. Celestino Giuliani, originario di Gemmano, uno dei principali esponenti della Resistenza nella Valconca, partecipa come ufficiale all’assalto alla polveriera dell’artiglieria a Spadarolo, utilizzando le armi nascoste e distrutte a San Leo: come lui numerosi altri ufficiali tentano di recuperare le armi abbandonate dai militari italiani. Alcuni partigiani (Nozzoli, Arpesella, Quondamatteo ed altri) pensano di organizzare una banda partigiana armata

sulle colline attorno a Montefiore, abbandonando ben presto l’idea in favore di zone più impervie o su operazioni di sabotaggio, mentre nel santarcangiolese già nella prima settimana successiva nascono le prime formazioni armate. Nello stesso periodo una parte del fronte antifascista tenta un contatto “di pacificazione” tra rappresentanze del Fronte Antifascista (tra cui Celestino Giuliani) e fascisti (tra cui Paolo Tacchi, che nel dopoguerra verrà processato per il ruolo avuto nell’impiccagione dei Tre mar-

tiri riminesi): l’incontro a Rimini verrà sconfessato con decisione dai comunisti così come un analogo accordo siglato a Santarcangelo, così come verrà proibito ai fascisti dagli “alleati” tedeschi. Il 13 settembre i tedeschi sono infatti già a Rimini, procedendo rapidamente alla occupazione militare di tutto il circondario riminese e costringendo il fronte antifascista a strutturarsi nuovamente nella clandestinità. La tipografia morcianese dei fratelli Cavalli riprende la sua attività politica di stampa, segretamente attiva sin dagli anni ’20, fornendo il materiale di propaganda antifascista da diffondere nella Valconca, compresa la pubblicazione di un giornalino (altre stamperie sono a Rimini e San Marino). Raggruppamenti partigiani, attivi per lo più nel settore della propaganda e raccolta fondi e armi, si formano a Montefiore e Saludecio agli ordini di Nicola Pericoli. Nell’area della bassa Valconca assume un ruolo di riferimento la figura di Giuseppe Ricci (Montelabbate 1890 – Cattolica 1972), che nel dopoguerra diventerà deputato della Costituente, in rappresentanza del circondario riminese: di idee socialiste (“anarchico” lo definiva Wilmo Piccioni), continuò a condurre attività politica anche durante la sua temporanea emigrazione negli U.S.A. tra le due guerre, avvi-

cinandosi al P.C.I. nell’estate del 1943 e diventandone il più credibile referente di zona. La sua “fabbrica del ghiaccio” nel cuore di Cattolica tutt’ora attiva a nome degli eredi - era dotata di un locale segreto (secondo le informazioni fornite da Odoardo Conti, suo segretario dopo il 1945) e fu la base di un insospettabile centro di collegamento e riferimento della Resistenza locale e delle missioni segrete alleate, in cui coordinare politicamente e operativamente le azioni partigiane. Così come la residenza cattolichina della famiglia del maggiore Giusto Tolloy, fondatore del Partito Italiano dei Lavoratori, è una delle basi che ospitano per un breve periodo, nel mese di novembre, i generali inglesi Neame e O’Connor e il maresciallo dell’Aria Boyd durante uno dei loro numerosi sfortunati tentativi di fuga via mare, prima del riuscito imbarco coordinato dal cattolichino Ezio Galluzzi, alla fine del 1943. Il PCI - a cui ben presto si assoceranno le altre forze politiche democratiche - a partire dal mese di ottobre indica con decisione la direzione da seguire con lo slogan TUTTO PER LA MONTAGNA! indirizzando la raccolta di armi e denaro verso la costituzione di una nuova Brigata partigiana nell’Appennino romagnolo: quella che diventerà la 8ª Brigata Garibaldi. Vengono così costituite delle basi di appoggio, recapiti e raccolta nel circondario: Semprini a Misano; Fabbri, tra Riccione e Morciano; Ricci e i fratelli Ubalducci a Cattolica; Sante Baldacci a Morciano, mentre partono per la montagna i primi partigiani romagnoli. La Resistenza è iniziata. *Maurizio Castelvetro, (ANPI Cattolica-Valconca)


Gli itinerari della buona tavola “Battibecco”, la cucina genuina sulle colline di San Clemente Borgo di Ciula - Si potrebbe iniziare dall'ambiente: una casa colonica ricostruita con tutti i crismi tecnologici ma col cuore dell'aia. Con i portici a sud-ovest che incorniciano un paesaggio che va da Montefiore fino a San Marino. Tramonti mozzafiato. Si potrebbe proseguire con i vini: a maggioranza solo etichette della nostra provincia, tanto per mantener fede alla tradizione, alla terra e alle tipicità. Soffermarsi sulle bontà in tavola. Antipasti di stagione (fagioli al coccio, o polpettine al sugo, polenta grigliata con sugo alla salsiccia, taglieri). A seguire primi fatti in casa: tortelloni alla crema di noci (variante funghi porcino o tartufo), panzerotti con ripieno di porcini, ravioli, passatelli con porcini, pendolini e salsiccia, tortelli con formaggio di fossa. E via con pappardelle, tagliatelle e... Secondi: coniglio in porchetta, galletto alla brace, una tagliata giusta, sulla griglia anche salsicce al tartufo e ai porcini. Chiusura coi dolci: mascarpone, catalana, tortino al cioccolato. La degustazione finisce con crostate e ciambelle. Una gestione familiare con la passione della cucina. Dove anche la piadina è fatta in casa. Fuori anche un parco giochi per bambini.


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Teatro della Regina il 22 novembre. Organizza ‘Rimbalzi fuori campo’

‘Camminiamo insieme’

Seconda edizione della ‘Giornata della diversabilità’. Il tema del concorso multidisciplinare “Banca di Credito Cooperativo di Gradara” di quest’anno è “Camminiamo Insieme”. I lavori potranno essere in forma letteraria e/o figurativa: componimenti poetici, temi, disegni, vignette, collage, foto

poetico ed elaborati artistici che evidenzino le tematiche inerenti la disabilità: difficoltà di integrazione, barriere architettoniche, disagi ed intolleranze esistenti nella società, ma anche storie dal messaggio positivo, esempi costruttivi e testimonianze d’integrazione. Al concorso hanno aderito 450 ragazzi che compongono 20 classi 4^ di scuola primaria dei 6 Comuni. Un grande risultato! Saranno premiati i cinque migliori elaborati con buoni da utilizzare per l’acquisto di materiale didattico. Il montepremi sarà di 1.500,00 euro. Questa manifestazione verrà organizzata in collaborazione con l’A.S.D. Puravida, società che ha sede in Cattolica ed è la

prima associazione sportiva per diversamente abili della provincia di Rimini, godrà del sostegno di tutti i Comuni coinvolti ai quali, nella prossima edizione, si aggiungerà anche Morciano di Romagna. Dunque, oltre al coinvolgimento degli Istituti scolastici c'è anche quello delle Amministrazioni comunali che han-

Ha pubblicato recentemente il Cd demo solista “L'Ora Di Vivere”

Renzi, vena cantautorale con una spruzzata di rock Fabio Renzi, per brevità chiamato Fab, è un cantautore e chitarrista di Cattolica MUSICA - Fabio Renzi, per brevità chiamato Fab, è un cantautore e chitarrista di Cattolica. Nato a Rimini nel maggio 1978 vive da sempre nella nostra città ed è attivo da almeno 15 anni in campo musicale, con progetti di vario genere (dal rock alternativo dei Tematika, all’hardcore dei Reclose passando per l’hard/heavy dei Madchain). E’ recentissima la pubblicazione del suo Cd demo solista intitolato “L’Ora Di Vivere”, concepito in una vena più cantautorale e spruzzata di rock e cantato in lingua Italiana. Il Cd, completamente autoprodotto, stampato in proprio e autodistribuito, è richiedibile direttamente a Fabio, inviandogli una e mail all’indirizzo fabwhite.1978@gmail.com

Fabio Renzi

La copertina del Cd

CARTOLERIA EDICOLA

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La locandina dell'iniziativa

SOLIDARIETA' E SPORT

- L’obiettivo della seconda edizione della “Giornata della Diversabilità”, il cui atto conclusivo è anche quest’anno in programma nel Teatro della Regina di Cattolica nella giornata di venerdì 22 novembre 2013, è quello di sensibilizzare i giovani e, stimolandone la riflessione, far vivere un’esperienza concreta che aiuti a superare pregiudizi e luoghi comuni. Il tema del concorso multidisciplinare “Banca di Credito Cooperativo di Gradara” di quest’anno è “Camminiamo Insieme”. I lavori potranno essere in forma letteraria e/ o figurativa: componimenti poetici, temi, disegni, vignette, collage, foto. Possono partecipare al concorso testi con taglio giornalistico, narrativo,

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no patrocinato l’evento e offerto contribuiti. Si tratta di una forma di collaborazione che mette insieme varie realtà del territorio, delle Marche e della Romagna, unite da un comune obiettivo: la solidarietà. Fra gli ospiti, Annalisa Minetti, Marco Ligabue ed atleti paralimpici, medagliati in varie specialità in campionati europei, mondiali e alle Paraolimpiadi. L’ingresso sarà ad offerta libera. L’Associazione culturale “Rimbalzi Fuori Campo” sta

promuovendo da tempo iniziative di varia natura intervenendo nella realtà del mondo sociale, culturale, artistico e sportivo. Solo per rifarci agli ultimi mesi, ha organizzato un incontro con don Luigi Ciotti, competizioni agonistiche di handbike per atleti paralimpici nelle vie del centro di Cattolica, la “prima” cattolichina del film “Bella Addormentata” alla presenza del regista Marco Bellocchio, di Beppino Englaro e di Antonio Ingroia. Iniziative a favore dell’infanzia, incontri con Piergiorgio Morosini, Ilaria Cucchi, Diego Dalla Palma. Nel mese di novembre 2012 la “Giornata della Diversabilità”, concorso multidisciplinare tra le classi quarte e quinte di scuola primaria di 5 comuni, Cattolica, Gabicce Mare, Gradara, Misano Adriatico e S. Giovanni in Marignano, con serata finale che, in un teatro gremito di 750 persone, ha visto la presenza di Meme Pagnini, vicecampione del mondo di sci nautico per diversamente abili, dell’atleta paralimpico Gianfranco Onorato, della ballerina Simona Atzori e del giovane calciatore Francesco Messori. Proprio dalla conoscenza

di Francesco è scaturita l’idea di organizzare nella nostra zona, e precisamente a Gabicce Mare, sabato 9 e domenica 10 marzo 2013, una presentazione della neonata Squadra Nazionale Calcio Amputati alla vigilia della prima trasferta ufficiale in terra di Francia. La delegazione della squadra Nazionale Amputati è tornata nuovamente a Gabicce Mare il 28 e 29 settembre, e questa volta pochi giorni prima di ospitare, il 5 ottobre a Cremona, la partita di ritorno con la Nazionale Francese. Tra gli ospiti, in qualità di amici e testimonial, Eraldo Pecci, Ruben Buriani, Gigi Agnolin. Alla fine del mese di giugno, dal 27 al 30, si sono svolti a Cattolica i “Giochi della Legalità”, connubio di sport e cultura che ha coinvolto migliaia di ragazzi iscritti alle varie società sportive del territorio e che ha visto, nella parte culturale, due dibattiti pubblici, curati e condotti personalmente dal magistrato Piergiorgio Morosini. L’evento è stato patrocinato, oltre che dal Comune di Cattolica, anche dalla Provincia di Rimini il cui Presidente Stefano Vitali ha preso parte alla serata finale. Tra gli ospiti intervenuti, Francesca Porcellato, Eraldo Pecci, Giampiero Ticchi, Gianluca Pagliuca.

Educare alla legalità con l'arte - Giovedì 28 novembre alle ore 16 nella Biblioteca comunale di Cattolica Incontro di formazione con Rosario D’Uonno, insegnante e direttore del Marano Spot Festival, che promuove la legalità tra bambini e adolescenti. Come parlare delle mafie ai bambini, come riuscire a interessarli e coinvolgerli? E tu da che parte stai? Test-percorso fra arte e legalità. Un percorso di 30 opere d’arte per esplicitare i legami tra arte e legalità: libertà, giustizia, pace, guerra, violenza, con lo scopo di accrescere e stimolare la coscienza e la consapevolezza degli studenti, per creare partecipazione attiva, con l’ambizione di renderli più responsabili e più consapevoli delle scelte di legalità cui si trovano e si troveranno costantemente davanti. La mostra è stata ideata nell’ambito delle attività della XVI edizione del Marano Ragazzi Spot Festival, Festival di pubblicità sociale creata da e dedicata ai ragazzi delle scuole di Marano di Napoli e d’Italia. Sabato 30 novembre | Ore 10.00 - 18.00

Il logo dell'iniziativa

Centro Zaffiria di Bellaria Igea Marina Incontro di formazione con Alessandro Sanna, artista e illustratore di

rilievo nazionale, per sperimentare tecniche espressive da adottare con gli alunni per creare una campagna di comunicazione e sensibilizzazione anche verso la cittadinanza, a partire dagli elaborati delle scuole. In collaborazione con il CET, Comunità Educante Territoriale. Info: Valeria Belemmi Laboratoro di educazione all’immagine (Cattolica) 0541961074 Alessandra Falconi Centro Zaffiria (Bellaria Igea Marina) 0541-341642

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI

Il programma di novembre - Sabato 9 ore 15: Balla che ti passa! Incontro con l'struttore Isef Fabio Magrini e il dott. Giorgio Gerboni sul tema “Ginnastica dolce per anziani”. Alla fine pizza per tutti. Ingresso libero. E' richiesta la prenotazione. - Lunedì 11 ore 20: Festa di San Martino con ballo e la voce di Vittorio. Intermezzo con la Marisona e Puccio. Per tutti castagne arrosto e Cagnina. Contributo 6 euro. - Domenica 17 ore 12,30: Pranzo. Contributo 17 euro - Mercoledì 20 ore 20,30: Torneo di Burraco. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417


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40 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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CATTOLICA

Domenica 15 dicembre presenterà il suo libro al “Worldbok 2013” che si terrà a Cattolica

Teresa Codovilli, le ultime poesie Da sinistra: Augusto Gennari, MariaTeresa Codovilli e il suo padre Gino, in un “attimoframmento” del tempo felice

“Poesia di visione e di pensiero, nella fascinazione e mistero della vita” CULTURA

Nell'ambito del “Worldbook 2013” (Rassegna Internazionale dell'Editoria che si terrà a Cattolica dal 13 al 15 dicembre prossimo) Maria Teresa Codovilli presenterà nel pomeriggio di domenica 15, la

silloge “Dove va ogni dove?”, pubblicata da Genesi Editrice di Torino nel maggio di quest'anno, e ne leggerà alcune poesie. Questo nono libro della poetessa cattolichina (autrice an-

TEATRO DELLA REGINA

Il programma di novembre - Mercoledì 20, ore 21,15: “Miseria e nobiltà” (prosa) di Edoardo Scarpato, regia di Geppy Glejieses. - Sabato 30 (Salone Snaporaz) ore 21,15: “Cegh, zp, matt, a so tutt me. Pasqualon, il cantore popolare” (dialettale) a cura di Agostino Vincenzi. - Venerdì 6 dicembre ore 21,15: “Il discorso del re” di David Seidler, regia di Luca Barbareschi. Luca Barbareschi Informazioni: 0541-966778

che di divertenti romanzi per ragazzi, presente in riviste e rassegne letterarie, e con dei video e molto altro su Internet) reca in copertina l'immagine del dipinto “Danza” del marito Augusto Gennari - nel dia-

logo con l'indimenticabile Compagno di vita e Artista non pochi aspetti del pensiero di Maria Teresa hanno trovato riscontro e ridefinizione -. Negli anni la Codovilli ha ricevuto l'apprezzamento di af-

fezionati lettori e di personalità della cultura quali Mario Luzi, Rita Levi Montalcini, Sergio Zavoli, Corrado Calabrò, Maria Luisa Spaziani, Milo De Angelis, il principe Francesco Maria di

Carpegna-Falconieri, Giampiero Neri, Paolo Ruffilli, Carlo Villa, Palo Valesio (Yale Univ.), Guido Davico Bonino... Hanno scritto di lei, tra gli altri, Maurizio Cucchi, Nero Bonifazi, Giovanna Ioli, Renzo Pavese, Antonio Gagliardi, Franco Campegiani, Ubaldo Giacomucci, Giovanni Chiellino, Sandro GrosPietro, Giuseppe Nasillo, Faruk Mureden, Giorgio Bàrberi-Squarotti, Vincenzo Di Lascia, Luciano Sampaoli... Maria Teresa Codovilli ringrazia fin da ora gli organizzatori e gli amici ed estimatori che vorranno condividere questa esperienza d'incontro.

Che strani noi umani LA LETTERA Gentilissimo Direttore, le chiedo un po’ di spazio anche questa volta. Siamo davvero strani noi umani! Pensiamo di poter dire tutto ciò che ci pare, credendo di avere ragione e di non offendere e poi, se qualcuno viene a dirci qualcosa che non corrisponde al nostro sentire, oh! Allora si, ci sentiamo offesi. Con due esempi desidero spiegare che cosa è la Cultura con la “C” maiuscola. Al Liceo Classico Giulio Cesare di Rimini ho avuto come professore di italiano e latino un bravissimo insegnante: Antonio Piromalli. Era un pozzo di scienza nelle sue materie; io lo ricordo ancora con un’ammirazione e un affetto profondissimi. Ho imparato da lui come insegnare la lingua italiana ai giovani. Il professore, da subito, si è dichiarato ateo mentre noi alunni eravamo tutti di religione cattolica. Ricordo ancora con quale arguzia, con quale sorriso, mentre studiavamo Dante, ci prendeva in giro quando non sapevamo rispondere alle tante domande che lui ci faceva sulla religione cattolica (nella conoscenza della quale era ferratissimo). -Non sanno rispondere? Ma lo dirò al loro professore di religione!- Questa è cultura! Se io, che non sono marxista, voglio parlare di Marx, desiderando dare dei giudizi, o in posi-

tivo o in negativo su di lui, per onestà intellettuale, devo mettermi a studiare a fondo i suoi scritti, la sua filosofia; altrimenti devo tacere. Un altro esempio di cultura è quello dato, poco tempo fa, da Benedetto XVI al professore Piergiorgio Odifreddi, noto matematico, nella lettera che è stata pubblicata, in ampi stralci, dal professore stesso sul quotidiano “la Repubblica”. In breve, alcuni passaggi della lettera di Benedetto XVI: ...In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell’avventatezza dell’argomentazione... ...Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico... ...Allora posso soltanto invitarla in modo deciso a rendersi un po’ più competente da un punto di vista storico... Il professor Odifreddi non si è offeso! Penso che questi esempi siano sufficienti per capire quello che dobbiamo fare quando ci mettiamo in cattedra. Solo riconoscendo fin dove possiamo parlare e dove sarebbe meglio o informarsi o tacere, può avvenire un dialogo fra pari: bianchi, neri,

rossi, gialli, credenti e non, Testimoni di Geova e Musulmani.... Con tale atteggiamento, negli anni, aumenta la saggezza che non è altro che la conoscenza a 360°. La saggezza è apertura, è non imbrigliare la ragione alle sole mie convinzioni, ai miei preconcetti. Per finire: una domanda: è più ragionevole per noi uomini di oggi, imbevuti di scienza e di tecnica, pensare che tutto è venuto fuori dal brodo primordiale, dal caos, dall’evoluzione “sic et simpliciter” o non piuttosto da una Mente ordinata, da un principio senza principio? Io non ho mai delegato la mia intelligenza, la mia ragione a un “fideismo”, ma sinceramente ritengo di avere maggiore dignità come persona, se pensata da un Ente Intelligente piuttosto che dal brodo primordiale. Questione di gusti! Con ciò chiudo le mie osservazioni su Cultura e Saggezza. Per chi, soprattutto tra i giovani lettori, volesse dialogare con me sui temi che sono fondamentali per la vita, do la mia disponibilità per incontri o individuali o a piccoli gruppi. Lei, Direttore, sa come è possibile contattarmi. La ringrazio ancora per lo spazio accordatomi. Cordialmente. Gigliola Varglien


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Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

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Attacchi sul Foglio di Giuliano Ferrara

Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

LA RIFLESSIONE Papa Francesco

di Sergio Paronetto - Il Foglio di Giuliano Ferrara, già organo degli “atei devoti”, diventato ora l’avanguardia del movimento anti-Francesco, si sta muovendo in tre direzioni: dare spazio agli attacchi frontali del mondo cattolico più reazionario e anticonciliare verso un papa ritenuto traditore della dottrina cattolica; raccogliere ogni forma di contrarietà, compresa quella giudicata “ultra liberal”, un tempo considerata cattiva maestra, ma ora utile per evidenziare le contraddizioni dell’attuale pontificato; minimizzare il “disagio”, come scrive Massimo Introvigne, e mediare per evitare i rischi di uno scisma. Lo scopo complessivo è quello di mettere in risalto l’inaffidabilità di un papa pericoloso per l’unità della Chiesa. Il giornale più papista diventa apertamente antipapista. Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di Ratzinger a sostegno di Berlusconi, di Bush e della superiorità dell’“Occidente”, ora denuncia Bergoglio avvertito come scomodo innovatore troppo francescano o, semplicemente, troppo cristiano.

Il giornale più papista diventa apertamente antipapista. Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di Ratzinger a sostegno di Berlusconi, di Bush e della superiorità dell’“Occidente” Il 9 ottobre viene concessa grande evidenza al lungo intervento, “Questo papa non ci piace”, firmato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, presentati come «espressione autorevole del mondo tradizionalista cattolico». Il loro ragionamento attacca, nell’ordine: l’«imponente esibizione di povertà» nella visita ad Assisi; il dialogo con Scalfari e con i non credenti fondato sulla centralità della coscienza; la rottura di tutta la tradizione ecclesiastica; la dichiarazione della irreversibilità del Concilio; la vicinanza all’amico gesuita Carlo Maria Martini; la deformazione del Vangelo sottomesso al «mondo»; le espressioni «io credo in Dio, non in un Dio cattolico», «il proselitismo è una solenne sciocchezza», «la Chiesa ospedale da campo», «i poveri sono la carne di Cristo»; l’insistenza sulla misericordia e sul perdono. Inutile parlare di contesto da interpretare, dicono: «L’errore, quando c’è, si riconosce ad oc-

intollerabile per un cattolico». Da parte mia, tre opinioni. Osservo, anzitutto, che i tradizionalisti (che preferisco chiamare reazionari perché la tradizione è una cosa seria), da sempre cultori del primato assoluto di Pietro e infallibilisti a tutto campo, diventano subito relativisti rispetto a gesti e parole che non condividono e che valutano come pareri slegati da alcun magistero. Vedo, poi, che denunciano la presunta falsa umiltà del papa pro-

Francesco, quel papa “pericoloso” chio nudo», «i sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un’epoca». Sono stati «un campionario di relativismo». Costituiscono «un’inversione di rotta». Siamo al «rovesciamento del passato». Il papa si è fatto complice del gioco mediatico tendente a esaltare episodi marginali ma cari alle folle. In estrema sintesi, papa Francesco è gesuitico, scon-

- Papa Francesco con la sua prima enciclica ci riassume con un linguaggio limpido e chiaro e capisaldi della nostra fede. Io mi sono solo permesso di farne un estratto, diviso in tre parti, a beneficio dei lettori della Piazza. Nel testo perciò non ci sono parole mie ma solo frasi prese letteralmente dalla enciclica. Buona lettura e soprattutto buone riflessioni a tutti. “La fede è stata intesa spesso come un salto nel vuoto che compiamo per mancanza di luce, spinti da un sentimento cieco; o come una luce soggettiva, capace forse di riscaldare il cuore, di portare una consolazione privata, ma che non può proporsi agli altri come luce oggettiva e comune per rischiarare il cammino. Poco a poco, però, si è visto che la luce della ragione autonoma non riesce a illuminare abbastanza il futuro; alla fine, esso resta nella sua oscurità e lascia l’uomo nella paura dell’ignoto. E così l’uomo ha rinunciato alla ricerca di una luce grande, di una verità grande, per accontentarsi delle piccole luci che illuminano il breve istante, ma sono incapaci di aprire la strada. Quando manca la luce, tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla mèta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione. È urgente perciò recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigo-

certante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, esibizionista, seminatore di dubbi, anticristiano. Ancora più dura la posizione di Mattia Rossi (Il Foglio, 11 ottobre) intitolata “Francesco sta fondando una nuova religione opposta al Magistero cattolico”. Il papa starebbe dissolvendo la dot-

trina cattolica attraverso un «erosivo magistero liquido», un «antropocentrismo spinto» (più grave di quello espresso nel n. 22 della Gaudium et spes), sentimenti umanitaristi che «rasentano fortemente l’eresia» e negano il valore redentivo dell’incarnazione. Le sue parole, con il loro «stillicidio disgregante», si basano su «un inganno molto sottile e

ponendosi con molta presunzione come possessori della verità cattolica, come inquisitori di un papa ritenuto deviato. Noto, in terzo luogo, un’altra contraddizione: proprio chi intende la verità in modo dottrinario e immutabile, a sostegno di una politica reazionaria e di un modello di sviluppo ritenuto altrettanto immutabile o naturale, dominato dal

Lumen fidei. La luce della fede Papa Bergoglio

re. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo. La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro. Il Successore di Pietro, ieri, oggi e domani, è chiamato a “confermare i fratelli” in quell’incommensurabile tesoro della fede che Dio dona come luce sulla strada di ogni uomo. Nella fede, dono di Dio, virtù soprannaturale da Lui infusa, riconosciamo che un grande Amore ci è stato offerto, che una Parola buona ci è stata rivolta e che, accogliendo questa Parola, che è Gesù Cristo, Parola incarnata, lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro, e fa crescere in noi

le ali della speranza per percorrerlo con gioia. Credere significa affidarsi a un amore misericordioso che sempre accoglie e perdona, che sostiene e orienta l’esistenza, che si mostra potente nella sua capacità di raddrizzare le storture della nostra storia. La fede consiste nella disponibilità a lasciarsi trasformare sempre di nuovo dalla chiamata di Dio. Ecco il paradosso: nel continuo volgersi verso il Signore, l’uomo trova una strada stabile che lo libera dal movimento dispersivo cui lo sottomettono gli idoli. La nostra cultura ha perso la percezione di questa presenza concreta di Dio, della sua azione nel mondo. Pensiamo che Dio si trovi solo al di là, in un altro livello di realtà, separato dai nostri rapporti concreti. Ma se fosse così, se Dio fosse incapace di agire nel mondo, il suo amore non sarebbe veramente potente, veramente reale, e non sarebbe quindi neanche vero amore, capace di compiere quella felicità che promette. Credere o non credere in Lui sarebbe allora del tutto indifferente. Quando l’uomo pensa che allontanandosi da Dio troverà se stesso, la sua esistenza fallisce (cfr Lc 15,11-24). L’inizio della salvezza è l’apertura a qualcosa che precede, a un dono originario che afferma la vita e custodisce nell’esistenza.

L’uomo ha bisogno di conoscenza, ha bisogno di verità, perché senza di essa non si sostiene, non va avanti. La fede, senza verità, non salva, non rende sicuri i nostri passi. Resta una bella fiaba, la proiezione dei nostri desideri di felicità, qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui vogliamo illuderci. Oppure si riduce a un bel sentimento, che consola e riscalda, ma resta soggetto al mutarsi del nostro animo, alla variabilità dei tempi, incapace di sorreggere un cammino costante nella vita. Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo. Nella cultura contemporanea si tende spesso ad accettare come verità solo quella della tecnologia: è vero ciò che l’uomo riesce a costruire e misurare con la sua scienza, vero perché funziona, e così rende più comoda e agevole la vita. Questa sembra oggi l’unica verità certa, l’unica condivisibile con altri, l’unica su cui si può discutere e impegnarsi insieme. Dall’altra parte vi sarebbero poi le verità del singolo, che consistono nell’essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno, valide solo per l’individuo e che non possono essere proposte agli altri con la pretesa di servire il bene comune. La verità grande, la verità che spiega l’insieme della vita personale e sociale, è guardata con sospetto (continua).

“dio denaro”, predica una fede alternativa al mondo cattivo-peccatore. In questa ideologia sadomasochista, tipica di “un cristianesmo senza Cristo”, sta forse il nucleo dell’attacco al papa. Probabilmente, ciò che dà fastidio è la denuncia del mondo ingiusto, dell’«idolatria del denaro», della «cultura dello scarto», della follia delle guerre. Ciò che disturba è la centralità di Cristo, l’invito alla spoliazione, «l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero». Un’esagerazione demagogica per i tradizionalisti. Un’ardua sfida per tutti, anche per i “progressisti”. Certo, le tematiche sollevate sono difficili, esposte alla verifica di un’avventura comune, ma una cosa è la critica argomentata, altra cosa è l’ipercritica pregiudiziale e ideologizzata. È sempre improprio definire il papa secondo categorie fisse di conservazione, tradizione, progresso, riforma, rottura, rivoluzione o altro. Non è nemmeno necessa-

In estrema sintesi, papa Francesco è gesuitico, sconcertante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, esibizionista, seminatore di dubbi, anticristiano rio. Siamo dentro un evento da curare e accompagnare con lucida, attiva responsabilità. Siamo forse davanti a un’innovazione basata sull’interconnessione nonviolenta tra mezzi e fine. Il cambiamento di stile, infatti, è parte integrante della verità che è sempre “relazionale”. I cattolici sono convocati a una rigenerazione, a un rinnovato cammino di fede. Ne sono conferma la grande veglia per la pace del 7 settembre, iniziata con la “benedizione originaria” sul creato e sull’umanità («Dio vide che era cosa buona») e il progetto di spoliazione presentato ad Assisi con le parole di Matteo 11,25: «Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli». Ha inizio la rivoluzione dei piccoli? In ogni caso, le Beatitudini e il capitolo 25 del Vangelo di Matteo (“il protocollo con il quale saremo giudicati”) costituiscono per il papa “il piano d’azione” dei credenti (discorso ai giovani argentini in Brasile). I detrattori più aspri di papa Francesco mi fanno venire in mente l’auspicio di Tonino Bello, rivolto in forma orante a Oscar Romero, a liberare il mondo da tutti «gli aspiranti al ruolo di Dio». *Vicepresidente nazionale di Pax Christi (Fonte Adista n.38 2013)



Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

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Lo scorso ottobre. Per conoscere e capire realtà diverse dalla nostra

Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

BCC - SOCI

BCC soci, gita d'istruzione in California - “E capisci che fuori del Riminese e del Pesarese c'è un mondo da scoprire e sul quale riflettere; soprattutto quando lo andiamo a confrontare con la nostra piccola realtà. Ad esempio, un albergo di Las Vegas ha cinquemila camere ed una hall grande quanto la piramide di Cheope. Riccione, per avere mezz'idea, ha 14mila camere spalmate in più di 400 strutture”. E' uno dei commenti alla gita lunga che la Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha organizzato per i soci lo scorso ottobre. Mèta la California, hanno aderito una settantina di persone. E' stato visitato San Francisco, Las Vegas (la città del gioco con mezzo milione di abitanti), il Grand Canyon e un villaggio di cercatori d'argento di fine Ottocento. Fantasma una volta esaurito il filone, oggi è un'attrazione turistica con un forte fascino.

Qu

La comitiva davanti al Golden Gate, il ponte più famoso di San Francisco

BCC giovani, borse di studio ‘Guido Paolucci’ - La premiazione delle borse di studio “Guido Paolucci” e il concorso “Giovani talenti” della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, si tengono al Teatro della Regina il 16 novembre, con inizio alle 16. All'ottava edizione, come è consuetudine, è attesa una sala da grande occasioni. A consegnare gli attestati, insieme ai consiglieri d'amministrazione della BCC, i sindaci ed amministratori di Cattolica, Gabicce Mare e Gradara. L'ospite di quest'anno è Claudio Costa, medico del moto-mondiale, il fondatore della famosa “Clinica mobile”. Nel nome di Guido Paolucci, si consegnano i riconoscimenti per i ragazzi diplomati delle medie inferiori e superiori delle province di Rimini e Pesaro-Urbino, il territorio dove opera l'istituto di credito gradarese (forte di una comunità di 350mila persone). Invece, il concorso “Giovani talenti” è riservato ai laureati ed è curato dalla professoressa di Storia contemporanea Maria Lucia De Nicolò. Cattolichino, oncologo pediatra di fama mondiale, Paolucci era il primario della clinica universitaria del Sant'Orsola di Bologna. Era un amico della BCC di Gradara, per la quale aveva pubblicato tre libri di storia locale su Cattolica, Gabicce Mare e Gradara. Le vicende locali, insieme all'elettronica, erano le grandi pas-

Appuntamento al Teatro della Regina il 16 novembre, ore 16. Premiati i diplomati delle medie inferiori e superiori e i laureati delle province di Rimini e Pesaro-Urbino. Ospite Claudio Costa

Gudio Paolucci

sioni. Grazie ai suoi studi, oggi circa l'80 per cento dei bambini e ragazzi colpiti dalla grave malattia si salvano; quando Paolucci ha iniziato, negli anni Sessanta, la percentuale era pressoché invertita. Muore nel 2006, prima del tempo. “Un evento istituito alla memoria del professore - ricorda il presidente Fausto Caldari perché oltre ad essere medico,

BCC - SCUOLA BCC - SOCI

Vittoria Mosca Toschi, mecenate al femminile

Il manifesto del libro

Vissuta nell'800, lasciò i suoi beni al Comune di Pesaro. La sua vita in un libro di Elena Bacchielli, grazie alla sensibilità della BCC - Vittoria Mosca Toschi ha precorso i tempi. Dagli studi fatti emerge la figura di una donna forte e passionale per i tempi di allora, che riusciva ad amministrare in prima persona tutti i suoi beni mobili ed immobili e che addirittura rifiutò di andare in matrimonio con una persona impostale e che alla sua morte donò tutto il suo patrimonio, palazzo e collezione d’arte al Comune di Pesaro. Gran parte della collezione dei

Musei Civici di Pesaro si sono potuti costituire grazie al suo lascito. Attorno a questa figura la giovane studiosa Elena Bacchielli ci ha costruito la tesi di laurea, diventata libro grazie alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Viene presentato al Teatro Sperimentale di Pesaro il 23 novembre, ore 16 e regalato ai presenti. “Abbiamo accettato con piacere - afferma Fausto

Caldari, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara - di pubblicare questo volume sulla vita della marchesa pesarese Vittoria Mosca Toschi per svariati motivi. Perché quando si parla di

recupero di memorie, di storie e tradizioni locali, la banca di Gradara, come banca del territorio, non può che essere presente per una crescita culturale della città. Questa pubblicazione è un viaggio affascinante nella storia locale, che costituisce un ulteriore tassello per riscoprire le memorie del nostro territorio. Perché l’autrice di questo lavoro è una giovane studiosa ed il nostro Istituto appoggia ed è stimolato dal lavoro dei giovani, che da soli non riescono a trovare lo spazio per affermare i propri valori e la propria professionalità”.

docente universitario, scienziato, era un personaggio straordinario di alti principi morali, di valori e comportamenti improntati alla mutualità, alla solidarietà, alla valorizzazione dei giovani. Principi che come Credito Cooperativo condividiamo ampiamente e sui quali è orientata, parte della nostra attività”. Fausto Caldari, presidente della BCC racconta qual è il rapporto tra l'istituto di credito che guida e le nuove leve: “Questa iniziativa rivolta ai giovani è ancora di grande attualità, soprattutto in una situazione così difficile. Siamo legati a quest'evento soprattutto perché rivolto a loro, il cui interesse costituisce una nostra priorità”. “Il futuro oggi - rimarca Fausto Caldari - appare incerto, problematico, ricco di incognite! Occorre più che mai affrontare l’emergenza, riaprire le porte del lavoro giovanile, stimolare gli investimenti nell’innovazione, e nella ricerca, per promuovere nuove opportunità. Dobbiamo combattere la precarietà, creare altre prospettive per guardare con speranza a ciò che abbiamo di fronte, e proiettarci verso un futuro che i giovani vogliono e devono scrivere. Queste iniziative rappresentano quindi un tentativo per sensibilizzare, per creare solidarietà attorno all’argomento, per conoscere i giovani, per costruire una vetrina alle loro possibilità di lavoro per riscoprire i valori della mutualità e della cooperazione”.


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

Addio a Clara Tintori, la farmacista Si è spenta a 90 anni. Farmacisti in Gabicce Mare dal 1923

Clara Tintori (1923 - 2013)

LO SPORT

- La farmacista di Gabicce Mare non c’è più. Clara Tintori si è spenta, venerdì 11 ottobre 2013 in modo riservato proprio come aveva vissuto la vita. Di origine urbinate era nata a Pesaro nel 1923, l’anno in cui suo padre, Carlo Tintori, inaugurò a Gabicce Monte la “Farmacia Tintori”, la prima farmacia del comune. Si era laureata a Urbino negli anni della seconda guerra mondiale, quegli anni in cui le bombe la fecero “sfollare” da Pesaro a Urbino dove avrebbe incontrato e sposato, nel 1947, Francesco Budassi, magistrato, nipote dell’onorevole Francesco Budassi, parlamentare del Regno d’Italia, Sindaco di Urbino e Preside della facoltà di giurisprudenza della locale Università di cui si ricordano saggi sul marxismo, sul socialismo e sulla questione operaia. Clara Tintori dopo la scomparsa del marito, avvenuta nel 1969, ha dedicato la propria vita alla crescita dei figli Roberto e Cinzia ed alla propria attività di

farmacia fino agli anni ’80 quando ha ceduto l’azienda alla propria figlia che oggi prosegue l’attività della madre. Donna elegante, somigliante a Ingrid Bergman, austera, dal carattere granitico, ha affrontato le asperità della vita e della professione con serietà e capacità contrastando, sempre in modo fermo e vibrante, coloro i quali tentarono di approfittare della sua condizione di don-

na vedova. Fin da piccola fu educata dal padre alla letteratura che approfondì seguendo gli studi classici, presso il Mamiani di Pesaro e, per questo, non era strano sentirla declamare brani della Divina Commedia o discettare con la nipote Camilla sul giovane Enea che sorreggeva sulle spalle il vecchio Anchise. Avida lettrice e curiosa di tutto ciò che la circondava è

stata una professionista, seppure dal comportamento riservato, che ha garantito alla piccola cittadina di Gabicce Mare un servizio farmaceutico continuo e costante ponendo sempre la salute dei cittadini avanti ad ogni altra cosa anche della famiglia che sacrificò per lo spirito di servizio. Erano infatti gli anni settanta quando vivendo a Ravenna, prima di trasferirsi definitivamente a Gabicce Mare, a bordo della propria Fiat 124, color nocciola, ogni fine settimana percorreva la strada Adriatica per godere, per poche ore, la presenza dei propri figli e ritrovare quei sentimenti familiari gravemente mutilati dalla scomparsa del marito avvenuta qualche anno prima. Insieme al padre Carlo, ha contribuito a scrivere una piccola parte della storia gabiccese di tutto il novecento che oggi consegna nelle mani della figlia Cinzia Budassi. Due cose la intenerivano l’amore per i due nipoti Camilla e Federico e la “sua Pesaro” e con questa terra ha chiesto di convivere anche dopo la sua morte: ora riposa nel piccolo cimitero di Novilara …perché da lì si vede il mare! Addio “Donna Clara”.

MUSICA

Belcanto, una gioia per 500

Antonio Perez (a destra) congratulato dal sindaco Corrado Curti

- La chiesa dell'Immacolata piena in ogni ordine di posto (circa 500) il 4 settembre, concerto lirico finale del tenore Antonio Perez, insieme al soprano Raffaella De Ponte, alla cantante Valentia Venturini e al pianista Andrea Ruscelli. E' così da anni, il tenore Perez chiude i concerti estivi gabiccesi con l'aria settembrina. Da una ventina d'anni, Perez presenta un cartellone con arie, brani d'operetta e classici della canzone napoletana e italiana. Le serate sono apprezzate da turisti e non solo. Scrive nel libro degli ospiti Matoni, un

turista da Forlì: “Conosco da anni il tenore come spettatore, ma aggiungo che la sua voce è sempre una sorpresa, lascia sempre tutti stupiti, la sua capacità interpretativa, il modo come sa presentare un brano, con semplicità e stile di canto, da vero artista. Auguri ancora per tanti anni. Un grazie a tutti, da parte mia tanti complimenti. Sono spesso a Gabicce; sono un amante della bella musica ma in primis della bella voce”. Racconta Perez: “Un vivo grazie va all'amministrazione comunale, al sindaco Corrrado Curti e alla Confartigianato”.


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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E' la strada maestra della giunta Foronchi. “Qualsiasi cosa Amarcord di Dorigo Vanzolini facciamo teniamo conto dellaGabicce scuola e della formazione”.

“Crescita culturale, è l'impegno che ci siamo dati” - “La crescita culturale: è questo l'impegno che ci siamo dati come giunta. Qualsiasi cosa facciamo, teniamo conto della scuola e della formazione, che significa senso civico e lavoro per il paese”. Non è un intellettuale ad argomentare così, ma Franca Foronchi, sindaco di Gradara fino al 2017. Professoressa di tedesco e questo forse vuol dire pur qualcosa, quando si chiacchiera con Franca Foronchi si apre una discussione. E' un ping pong in cui, se non si sa, ci si astiene. Oltre ad oggetti di ceramica artistica, come presente di rappresentanza di Gradara, regala anche dubbi. Cerca di governare il suo territorio come una buona madre di famiglia. Come dovrebbe essere la politica: soddisfare i bisogni delle famiglie e delle imprese. Il suo consiglio comunale ha messo mani ad una variante al Prg (Piano regolatore generale, oggi chiamato Psc, Piano strutturale co-

Con la variante al Piano regolatore, si dovrebbero muovere i piccoli lavoretti, dando spinta all'edilizia quasi ferma. Modello da copiare

Franca Foronchi, professoressa di tedesco, sindaco di Gradara

L'INTERVISTA

munale) che darà l'opportunità ai gradaresi di piccoli ampliamenti. Un modo intelligente per rispondere alle esigenze delle famiglie e aiutare un settore, quello edilizio, in crisi per una gestione non all'altezza del compito, direbbe il prestigioso economista di Rimini Stefano Zamagni. Sul piano ha messo 1.500 metri quadrati. La variante è appena passata in Provincia di Pesaro. Ora tornerà in consiglio comunale. Poi si metterà in moto una macchina del mattone al servizio delle

necessità. Il Piano regolatore del 2008 prevede di portare gli abitanti di Gradara a 7.500; oggi sono 4.500. Ne è stato realizzato solo il 10%. Qual è il suo primo pensiero, oggi? “Il freno che ci impone il Patto di stabilità [il troppo rigore del bilancio imposto dallo Stato, ndr] e le incertezze. I cittadini che vengono da me non possono aspettare mesi per

le loro soluzioni. Fuori c'è la fila di chi ha perso il lavoro e non riescono ad arrivare a fine mese. Ricevo il pubblico quasi tutti i giorni e fino allo scorso anno le famiglie in difficoltà erano una quindicina; prevalentemente nuove famiglie. Oggi, sono raddoppiate. Poi, ci sono i separati in cassa integrazione a far fatica”. Che cosa fate? “Abbiamo un servizio di assistenza sociale che prima ascolta e interviene. Aiutiamo a pagare le bollette del gas, della luce, degli affitti. Poi ci sono i pacchi alimentari con don Germano. Ogni 15 giorni ne distribuiamo più di 50. Cose anche per i bambini”. Fatto muti negli ultimi tempi? “Non ne abbiamo fatti dal 2006; se non per un impianto fotovoltaico del valore di 130mila euro. Tutto sommato però abbiamo una buona situazione economica. Non abbiamo aperto mutui ma ci siamo impegnati nel reperire risorse

con le quali abbiamo riqualificato il patrimonio storico. Con 500mila euro abbiamo restaurata una casa nel borgo; abbiamo restaurato le mura che danno sul parcheggio”. Quanto frena il Patto di stabilità la possibilità di effettuare investimenti? “Abbiamo i soldi, ma per legge non li possiamo spendere. Dove si spreca il divieto potrebbe anche andar bene; da noi no. Quest'anno, per legge, siamo costretti a far risparmi per 390 mila euro”. Che cos'è la politica per lei? “E' partecipazione alla vita della comunità. Deve fare oltre che per chi ha, soprattutto per le fasce sociali più debole. La comunità intelligente è dove tutti stanno abbastanza bene. E va fatta in modo chiaro, trasparente e onesto. La politica è nata per questo”. In politica qual è il peccato più frequente? “L'individualismo. Che uno solo possa fare tutto. E' il fatto più deleterio”. Che cosa fare? “Sarebbe sufficiente valorizzare le esperienze dentro il partito. Ascoltare le voci e i pensieri buoni. Poi, ci vorrebbe un po' più di coraggio. Ci sono i privilegi della politica che non possono più continuare e non si possono più sopportare. Ci vorrebbe anche un progetto per creare lavoro, per i lavoratori ma anche per la pic-

cola e media impresa”. Il turismo di Gradara tiene, come lo spiega? “Abbiamo iniziato a lavorare su un progetto, ‘Gradara capitale del Medio Evo’. Si è cercato di far crescere nelle associazioni e nei cittadini la consapevolezza di vivere in un borgo storico che va valorizzato perché ci viviamo. E può anche fare economia. Grazie alle associazioni, si organizzano alcuni eventi insieme, che ci permettono un calendario lungo tutto la stagione. Nelle nostre scuole abbiamo lavorano su un progetto dove i protagonisti sono i personaggi della nostra città. Abbiamo fatto una ricerca storica con corsi sulla musica medievale e del Rinascimento. Invece, dal punto di vista architettonico abbiamo recuperato quello che era possibile dentro le mura; cosa che ha dato impulso ai privati. Tra il 2012 e il 2013 sono nati 4-5 affittacamere; l'ultimo apre a Natale”. Cosa vorrebbe portare a termine nel suo mandato? “Riqualificare piazza Mercato, non buttando tutto all'aria, ma semplicemente aggiungendo più verde. Affinché le due Gradara possano essere messe in comunicazione. Un'altra idea che vorrei concretizzare sarebbe la pavimentazione della piazza Rubini Vesin, portando fuori le auto. D'estate sarebbe un signor palcoscenico per il cinema e il teatro all'aperto. Infine, mi piacerebbe collegare con una ciclabile Gradara al mare. Fino ai confini di Gabicce basterebbero 200mila euro”.

Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini

Casteldimezzo, 1957 Da sinistra: Alfio Ciacci, RenatoTesei, Corrado Fratesi, Mentino Fratesi. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)


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SAN GIOVANNI

La famosissima Annunziata raccontata in versione pop in 124 pose dal cattolichino Mauro Drudi

Antonello da Messina, San Giovanni come Rovereto Ottavio Magnanelli, classe 1913

Nella chiesa di Santa Lucia, “Lei”, in mostra fino all'8 dicembre; (ri)inaugurata il 27 ottobre. Da non perdere ARTE - Fare una mostra in una chiesa consacrata comporta diversi rischi: per la paura di affondare i colpi è facile rimanere in superficie, qualsiasi argomento si affronti; per la paura opposta è ancor più facile cadere nel cattivo gusto. Mauro Drudi, invece, con l’installazione pittorica intitolata semplicemente ‘Lei’, riesce nell’intento di innescare una profonda riflessione su un tema fondamentale, cioè la condizione della donna, rimanendo però nel pieno rispetto del luogo di culto e del pensiero che esso rappresenta. Tutto questo per due principali motivi: da un lato la capacità di stilizzazione del soggetto, dove ‘Lei’ è il volto dell’annunziata di Antonello da Messina, un simbolo del rinascimento ripetuto più di 100 volte e rappresentato su diverse superfici con una leggerezza e allo stesso tempo una perentorietà che fanno pensare a opere importanti; dall’altro la maestosa sobrietà dell’installazio-

MUSICA

Musica, minifestival cameristico InConTraMusica: Minifestival Cameristico; è alla VI edizione. Il programma si snoda da settembre fino alla primavera del 2014. I concerti si alternano tra la chiesa di Santa Lucia e la sala del consiglio comunale a San Giovanni, con puntate a Montegridolfo e Tavullia. 14 novembre - Duo chitarristico con Caterina Benedetti – Stephany Montoya . Sala del Consiglio. - 12 dicembre - M. A. Charpentier “Te Deum” per soli, coro, orchestra e b.c. Schola cantorum e Ensemble Santa Lucia, Cappella Strumentale di Scolca. Chiesa di S. Lucia.

2 gennaio - Il recital di Pier Narciso Masi. Sala del Consiglio. 5 - 6 gennaio - Concerti degli allievi della Master “Esecutivamente 2013/14”. Classe di alto perfezionamento del maestro Pier Narciso Masi. Sala del Consiglio e sala del Ristoro Palazzo Viviani – Montegridolfo. 27 febbraio - S. Prokof’ev “Pierino e il lupo” Ensemble Santa Lucia, Cappella Strumentale di Scolca. Sala del consiglio a Tavullia - 20 Marzo - Concerto vocale e strumentale docenti della Scuola di Musica S.Lucia. Sala del Consiglio - San Giovanni. I concerti iniziano alle 21.

L'allestimento-mostra nella chiesa di Santa Lucia ne, assolutamente dominante, imponente, ma rispettosa dell’ambiente sia dal punto di vista del contenuto, sia da quello del linguaggio che da quello prettamente architettonico. Si tratta di due grandi tavole, lunghe quasi 7 metri ed alte circa 3, che percorrono le due navate della bella Chiesa settecentesca di Santa Lucia nel centro storico di San Giovanni in Marignano. In quella di destra troviamo la donna ‘positiva’, la donna libera sul cui volto splende la luce, a prescindere dal taglio e dall’inquadratura mentre sulla parete opposta viene messa in mostra la donna ‘negativa’, o come sostiene l’artista ‘negata’, una donna il cui volto, pur

mantenendo la sobrietà e l’eleganza della donna positiva, è vissuto, sfregiato, consumato, riprodotto in negativo nel senso più fotografico del termine o adombrato da un taglio di luce nera. Alcune sembrano sindoni che trasudano dalle superfici più diverse - una cassa per spedizioni industriali, un pezzo di legno sfibrato altre sembrano marchi a fuoco mentre certe tendono addirittura a dissolversi. Il tutto illuminato da una lunga fila di ceri che invitano lo spettatore a concentrarsi non sui singoli sguardi ma sulla grande opera nella potenza dell’insieme. Si rimane quasi storditi. Ma dopo un po’, però, grazie anche al suono dell’antico organo a canne,

succede qualcosa di strano: gli sguardi delle donne cominciano a somigliarsi. La donna libera non è più così serena mentre la donna negata sembra reagire alla sua condizione e avvicinarsi all’altra. Gli occhi dell’Annunziata, nella sua impeccabile stilizzazione Pop, nonostante siano rivolti leggermente verso il basso così come nell’originale, conquistano lo spettatore penetrandolo con una potenza elegante alla quale, proprio per questo, è difficile opporre resistenza. E così i singoli sguardi, i colori, gli sfregi, i simboli e i frammenti di simboli, le ombre, le sfumature, le asperità e allo stesso tempo le inquietanti perfezioni delle immacolate campiture positive comunicano con lo spettatore raccontando storie, paure, sofferenze che non sono mai così truci anche quando trasudano da uno squarcio profondo, come la felicità non si libera mai dell’ombra anche quando vive nella luce più tersa, cento donne tutte assieme che ci invitano a riflettere e quindi a non credere - per comodità, per pigrizia o per incapacità - solo a ciò che sembra, nel bene e nel male.

Biblioteca, letture per piccoli e adulti La biblioteca

- Letture per bambini e adulti. Ricco il calendario della biblioteca, aperto con una festa lo scorso 27 ottobre. 9 novembre - ore 11. Primo incontro del Gruppo di Lettura della Biblioteca comunale. A cura di Lucia Gianmattei. Partecipazione libera. 16 novembre - dalle 15 alle 18. “Libri e ricordi di lettura”. Atelier autobiografico, assaggi di incontri e ascolti con la lettura e la scrittura a cura di Anna Cecchini. Prenotazione obbligatoria in Biblioteca per massimo 20 iscritti. Laboratorio gratuito 25 novembre - Sala del Consiglio, ore 21.15. “Finché morte non

ci separi” di Francesco Olivieri, lettura drammaturgica del testo. Nell’ambito del progetto nazionale delle Associazioni Torinesi “Se non ora quando” e delle celebrazioni per la Giornata Mondiale contro la Violenza alle Donne. Apre la serata Barbara Ticchi - psicoterapeuta. A cura dell’Ass. Cult. Teatro dei Cinquequattrini. Ingresso ad offerta libera. Proposte per bambini Proposte su prenotazione e a pagamento. Dal 9 ottobre al 4 dicembre Biblioteca comunale dalle ore 16.45 alle ore 18.15. Laboratorio teatrale per bambini finalizzato all’allestimento di uno spettacolo teatrale che verrà realizzato in occasione dell’Antica Fiera di Santa Lucia a cura dell’Ass. Cult. Teatro dei Cinquequattrini. Dal 23 ottobre ogni mercoledì/ lunedì. Biblioteca comunale dalle ore 18 alle ore 19 Incantastorie, laboratorio di propedeutica musicale per bambini dai 3 anni a cura di Ass. InConTraMusica. Su prenotazione e a pagamento – info: 347.4128220. Laboratorio per bambini gratuito su prenotazione a cura di Barbara Zavagnini. Lunedì 25 novembre e 9 dicembre. Biblioteca comunale dalle 16 alle 18. Giochiamo con i colori Pomeriggi in Biblioteca Iniziative gratuite da novembre ad aprile dalle 16.45 alle 18, dai bambini dai 4 anni 14 novembre - Nonno Sauro racconta una storia. 28 novembre - Piccolo e Grande a cura delle SuperMamme 2 dicembre - Pomeriggio a sorpresa a cura di Gradara Innova. 12 dicembre - La nascita di Gesù: creiamo un presepe per la nostra Biblioteca! a cura delle SuperMamme.


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SAN GIOVANNI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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La metà per i servizi, il resto per il residenziale. L'aiuto servirà a salvare l'impianto?

Golf Club, ripartire con 5mila metri quadrati di mattoni Le ragioni del sindaco Bianchi, di Bordoni (Pdl) e Vannoni (Mentelocale). Il Psc in dirittura di arrivo

Bianchi. ‘Cerchiamo di aiutare un'azienda del territorio a crescere. Che vuole fare investimenti, che vuole potenziare la sua struttura’

Bordoni. ‘Ci siamo astenuti perché lo stesso trattamento deve essere riservato anche ai marignanesi’

Vannoni. ‘Per il Golf sono state stravolte le regole e scelto una strada che non si sa dove porterà. Basso l'interesse pubblico’

In tante chiedono di ampliare la casa per i figli e non gli viene concesso. Il nostro Prg (Piano regolatore generale) non è più attuale. E' stato superato dalle necessità e dalla crisi economica. E' nostro parere che la corsia preferenziale trovata per il Golf vada trovata anche per i piccoli. Sul Psc ci sono ben 220 osservazioni ferme; che hanno bisogno di risposte. Quando ci sono le necessità, sarebbe bene che l'amministrazione comunale trovasse le soluzioni. E forse non è un caso che quando c'è di mezzo l'edilizia le giunte di centro-sinistra vanno sempre in crisi”. Vannoni - Minoranza

FOCUS - Il futuro del Riviera Golf passa per altri 5mila metri quadrati di mattoni: 2.500 per i servizi (club house, sala conferenze da 250 posti, ristorante più grande) e 2.500 in residenze di multiproprietà. Quanto sopra è stato chiesto dalla proprietà ed accolto dal consiglio comunale in una delibera di indirizzo lo scorso 30 settembre. Bianchi - Maggioranza Argomenta il sindaco Domenico Bianchi: “Cerchiamo di aiutare un'azienda del territorio a crescere. Che vuole

fare investimenti, che vuole potenziare la sua struttura. Sfido chiunque a dire che si tratta di una speculazione edilizia. Finora la proprietà ha seppellito decine di milioni di euro nel Golf Club”. “Dopo il nostro voto - continua Bianchi, il sindaco che viene dalla sport - ora la palla alla Conferenza provinciale dei servizi. Se questa dirà sì, l'iter ritorna a San Giovanni”. Bordoni - Minoranza Il Pdl si è astenuto. Ne analizza le ragioni Luciano Bordoni, candidato a sindaco nel 2009: “Noi del centro-destra, per indole, non siamo con-

trari agli investimenti dei privati. Ci siamo astenuti perché lo stesso trattamento deve essere riservato anche ai marignanesi, alle nostre famiglie.

Mente locale invece ha votato contro. Luca Vannoni, il rappresentante in consiglio comunale motiva le ragioni del no: “Per il Riviera Golf sono state stravolte le regole e scelto una strada che non si sa dove porterà. Per noi l'interesse pubblico è basso. La proprietà ha detto che o c'è la possibilità dell'ampliamento, oppure c'è il rischio chiusura. Non è giusto che ci siano imprenditori che riescono ad essere ascoltati dagli amministratori ed altri no. Abbiamo detto anche no, perché è una delibera tecnica senza il parere di Claudio Battazza, il dirigente incaricato, non si rispettano i vincoli

IL VOTO

La maggiorana si divide, il Pdl si astiene, Mentelocale è per il no - Il consiglio comunale ha votato la richiesta “sviluppo” del Riviera Golf lo scorso 30 settembre. L'indirizzo è stato approvato con il voto favorevole del centro-sinistra, l'astensione del centro-destra e il no di Mentelocale. Sanzio Brunetti e Susy Serafini, consiglieri di maggioranza, non hanno seguito le indicazioni del loro partito, il Pd. Il primo ha votato contro; la seconda si è astenuta. del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale, ndr); infine, c'è troppo residenziale in una zona non consentita”. Variante Psc Il sindaco Bianchi replica a Bordoni: “Quest'amministrazione sta per chiudere il Psc (Piano strutturale comunale, il vecchio Prg) che prevede nuovi appartamenti per 750 abitanti in più. Tutti metri quadrati che vanno a rispondere alle esigenze delle famiglie marignanesi”.

Mattoni e necessità, stesso trattamento per le famiglie Riviera Golf, la club house

- C'è una famiglia marignanese che da un decennio aspetta di poter ampliare la casa di un centinaio di metri quadrati, ha messo su tribù anche il figlio. Ha la terra e la distanza giusta dai vicini; finora dal Comune non è ancora arrivata la sensibilità per il sì. Il figlio ora

aspetta la variante al Psc (Piano strutturale comunale). Quante situazioni simili ci sono tra i 9mila abitanti? Con molto probabilità tante. Dette famiglie avrebbero il diritto “naturale” di soddisfare le nuove necessità, quello etico e anche quello scritto nella Costi-

tuzione. Invece, la politica non riesce a trovare l'equilibrio tra quello che è giusto e le regole generali. I piani regolatori sono l'unica legge dei comuni. E una legge fatto con lo spirito giusto dovrebbe aiutare l'esistenza del cittadino e non “lasciarlo” nelle mani degli speculatori, come troppo spesso capita. Aiutare le imprese è un dovere delle pubbliche amministrazioni. Come ben sanno gli economisti, creare ricchezza non è un affare semplice. Dunque, fa bene l'amministrazione comunale marignanese a dare una possibilità in più al Riviera Golf (magari con vincoli semplici e chiari per evitare la rendita immobiliare), ma dovrebbe mettere la stessa energia per agevolare la vita delle famiglie, che non sono meno importanti.


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MORCIANO

Papa Francesco ringrazia Emilio Cavalli. Gli aveva spedito uno dei suoi libri ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Pd - Il partito di governo di Morciano conta 23 iscritti. Li contava prima della corsa per scegliere il segretario provinciale. Poi, le tessere non sono lievitate, come altrove. Un partito serio.

Pd1 - Dopo cinque anni, il Pd morcianese finalmente ha il segretario. E' stato eletto il civatiano Ivan Tagliaferri, 31 anni, assessore alle Politiche giovanili, figlio di Ennio, vice-sindaco dal 1995 al 1999. Ivan Tagliaferri, neo-segretario del Pd

Pd2 - Il Pd morcianese ha una delle sedi più belle della provincia di Rimini; sui soffitti anche affreschi non disprezzabili restaurati alcuni anni fa. I maligni affermano che l'utilizzo più frequente negli ultimi anni è stato durante la Fiera di San Gregorio: aprono l'osteria. In tavola cucina della tradizione; si mangia da dio.

Pd3 - Le linguacce dicono che il Pd morcianese non ha giovani iscritti; sembra che il più giovane sia Gioacchino Di Pasqua (veleggia attorno ai 60 anni). Sindaco di Saludecio negli anni Settanta, amendoliano, Gioacchino è una persona perbene.

Papa Francesco ringrazia Emilio Cavalli - Emilio Cavalli in settembre ha spedito a papa Francesco uno dei suoi dieci libri: “Esodi contro esodi”. Le pagine raccontano di quando gli

italiani emigravano. Sono storie di morcianesi all'estero. I racconti sono introdotti da una breve riflessione: “A tutte quelle persone di qualsiasi razza e

di qualunque religione che non sono riuscite ad approdare su quest'ultima spiaggia che avevano nel cuore”. Lo stesso Emilio ha vissuto per anni in Sviz-

zera, dove c'è una numerosa comunità morcianese; oggi classe dirigente. Il papa gli ha risposto con un biglietto di ringraziamenti ed una fotografia.

Salvare monumento di Bardeggia CIVILTA'

- Il monumento morcianese del gabiccese Guerrino Bardeggia si sta sbriciolando. Si trova di fianco al padiglione fieristico, lato Cattolica, lungo via XXV Luglio. Un tempo impreziosiva l'ingresso del padiglione. Era collocato sul muro, alla sinistra dell'entrata. Dopo l'ampliamento della struttura, è stato spostato per terra. Forse, come il monumento di Boccioni (dal centro storico viene ricollocato davanti alle Poste), andrebbe trovata un'altra ubicazione. Prima però avrebbe bisogno solo di un restauro.


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MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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Al Lavatoio presenti solo gli amministratori Quale chiave di lettura?

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Bilancio partecipato, nessun cittadino - Non c'era neppure un cittadino. Domanda: perché l'assemblea cittadina del “Bilancio Partecipato 2014” del Comune di Morciano di Romagna dello scorso 28 ottobre è stata disertata? La partecipazione alle iniziative dell’amministrazione comunale richiede la coesione sociale nell’ambito cittadino e un clima di fiducia reciproca tra i cittadini e i loro amministratori. Ora, bisogna vedere se c’è questo clima a Morciano? Poiché, ho partecipato con molto impegno a tutte le quattro passate edizioni, naturalmente, senza entrare nel merito dei progetti approvati, mi sorgono queste due domande: I - “Bilancio Partecipato” è un percorso democratico cittadino per colmare i bisogni indispensabili, i degli abitanti? II - O è una mera operazione clientelare? Come è stato svolto “il Bilancio Partecipato” negli anni scorsi a Morciano? Nelle passate tre edizioni sono state stanziate prima centomila euro l’anno e in seguito centocinquantamila su un totale di previsione di spesa comunale di 9.605.969 euro (2012), cioè

Disaffezione per la cosa pubblica, oppure un segnale per la giunta Battazza?

Piazza del Popolo con palazzo comunale

FOCUS

di Hossein Fayaz l’1,56% del bilancio. L’ammissibilità delle proposte (progetti) dei cittadini è stata decisa dall’Ufficio Tecnico (Lavori Pubblici) del Comune, l’Assessorato alla partecipazione e la giunta comunale. Già in questa fase parecchi progetti, tra questi risultava la richiesta de “L’installazione delle telecamere di sorveglianza per il contenimento degli atti vandalici e scaramazze diurni e notturni nei parchi e nei parcheggi pubblici” presentata nell’edizione del 2009 dal “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino”. In quella data, il Comune ancora non aveva subito

circa 20.000 euro di danni nel parcheggio sotterraneo della Piazza Ghigi. Recentemente, la giunta comunale con un preventivo di spesa, circa 20.000 euro, ha deciso di realizzare parzialmente quella richiesta nei parcheggi Ghigi. Tra i progetti ammessi, sempre hanno vinto non quelli d’utilità pubblica e il bene comune della totalità della cittadinanza, come: “La sistemazione della pavimentazione della centralissima Piazza del Risorgimento (Fiera di San Gregorio) e le adiacenti vie XXV Luglio e Roma” e quel-

lo di prestigio e della presentabilità dell’intera cittadina “Il restauro del Monumento ai caduti di tutte le guerre” proposte dal Comitato “Morciano in Comune”. Invece, hanno vinto i progetti che accontentavano un gruppo specifico di cittadini, che avevano la possibilità di organizzarsi e di mobilitarsi per partecipare ad una votazione serale che impiegava in tutto, un’oretta del loro tempo. 1 – La tettoia installata nel cortile della nuova scuola ele-

mentare, grazie all’attivismo delle maestre e dei genitori degli alunni (2009). 2 – Il restauro e le riparazioni della scuola materna comunale, grazie all’attivismo delle maestre e dei genitori dei bambini (2010). 3 – Le docce e i bagni della vecchia palestra, grazie alla partecipazione degli allenatori e i giocatori di pallacanestro (2011). 4 – Il restauro della vecchia palestra dell’ex scuola media per concederla all’Associazione di promozione sociale “Centro so-

ciale Mercurio” che dall’inizio della sua fondazione (2010), ha gratuitamente a sua completa disposizione i locali dell’ex pescheria comunale. L'anno scorso ha vinto la loro proposta, grazie all’attivismo del loro direttivo e ai 56 anziani che anche in carrozzella sui 69 cittadini presenti sono venuti alla sala del Lavatoio per votare (2012). Mettere le mani, ora con i soldi presi in prestito ventennale, in una vecchia costruzione di dubbia sicurezza sismica che costato più di tre milioni di euro al Comune e ancora non saldato, sicuramente costerà molto di più alle casse comunali indebitate fino al collo, dai 150.000 euro preventivati. Intanto, altri 52.000 euro sono stati stanziati per le relazioni tecniche e le progettazioni. Naturalmente, non metto in discussione la necessità e l’importanza dei progetti approvati nelle passate edizioni, ma ho molte riserve sulle loro priorità, in particolare quando sono realizzati con mutui ventennali, come dalla dichiarazione dell’assessore al bilancio Stefano Dradi al quotidiano il Resto del Carlino (31 ottobre).



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MORCIANO

MORCIANO DI ROMAGNA

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

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Lo scorso 24 ottobre al padiglione fieristico in 500 a celebrare la Raam del morcianese

Fraternali, una festa da incorniciare - Morciano di Romagna. Giovedì 24 ottobre (ore 20), è iniziato (con una grandissima affluenza di pubblico) l’ultimo festeggiamento della “Race Across America” (Raam, una coast to coast, Pacifico-Atlantico), di Mario Fraternali. All’entrata del padiglione fieristico (lato via Forlani ) una lunga tavola imbandita d’ogni ben di dio accoglieva una marea di gente, che veniva invitata a servirsi da sola degli squisiti panini, generosamente imbottiti con ottima porchetta, pronti per essere addentati e avvolti in tovaglioli di carta. Si aggirava tra gli amici, ospiti, appassionati con il suo ormai “mitico sorriso” Mario Fraternali. Sulla sinistra del buffet, un banchetto che serviva dell’ottimo vino bianco alla spina. Sul lato destro cassette di uva bianca da tavola e mandarini di prima stagione, dolci come la serata che stava per

Le sue gesta raccontate in un filmato di Sergio Cecchini da emezioni; interrotto da lunghi applausi

Un momento di FuMo 2013

COMUNITA'

di Emilio Cavalli iniziare alle 21 esatte. Dalla precisione si capisce subito che la festa era stata preparata da professionisti abituati a rispettare i tempi. Appena il bravissimo presentatore nonché presidente del Gs Valconca-Ottica Biondi, l’ingegner Gaia, sale sul palco per annunciare alle circa 500 persone (con voce pacata e sicura), l’imminente arrivo del campione morcianese, un ap-

Il padiglione plauso prolungato nopn meno che affettuoso accoglie Mario, visibilmente commosso e sorpreso da così tanto calore, che gli veniva tributato spontaneamente dai concittadini. Quella sera tutto è scivolato liscio come l’olio; anzi, come una valzer di Casadei, se non ci fosse stata all’improvviso una bella musica country che dava inizio al filmato “From cost to cost” (da costa a costa). Ci ha mostrato tutte le sofferenze di “Super Mario”, ma anche le sue gioie e la sua voglia di lottare e di voler arrivare ad ogni costo. Dall’11 al 23 giugno, non ha mai pensato un attimo di

Raam 5.000 km - Mario Fraternali l'ha corsa in 12 giorni e 12 ore la Raam (Race across America). Dall'11 al 23 giugno, 5mila km, 12 stati e 40mila metri di dislivello, i suoi tre momenti di emozioni: 5000 chilometri in bicicletta e 12 stati americani (partenza dalla Calfornia, Pacifico e arrivo sull'Atlantico, Maryland).

Mario Fraternali mentre taglia la torta (Foto Emilio Cavalli)

non poter finire la sua grande sfida. Il filmato (firmato Sergio Cecchini) è stato talmente bello e toccante che si potrebbe tranquillamente proporre alla Rai, per essere mandato in onda su scala nazionale. Mario è stato elogiato dai presenti; in tanti hanno voluto posare con lui. Grazie a tutta la squadra di Mario, che per tre lunghe ore, ci ha fatto amare la bicicletta, soprattutto la vita di un uomo. Dulcis in fundo: fetta di torta e bicchiere di vino ci hanno congedati verso la mezzanotte, per andare a continuare i nostri dolci sogni e traguardi di fine autunno. The end.



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MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente

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Forse è l'ultimo atto su una questione prima ancora che di “legalità“, è politica e sociale

Pru Ghigi, i commercianti ricorrono al Tar

Il sindaco uscente l'unico candidato certo a succedere a se stesso

IL FATTO - Ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro il Pru (Piano di riqualificazione urbana) Ghigi. Si chiede di annullare la delibera comunale del 23 maggio del 2013. Se ne sono fatto promotori il comitato “Mercurio” commercianti morcianesi indipendenti e il comitato “Morciano in comune”. Si chiede giustizia contro il Comune di Morciano di Romagna, la Provincia di Rimini, la Regione Emilia Romagna, l'Ausl di Rimini, il ministero per i Beni culturali e la Sovrintendenza per i Beni culturali per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini e Rinnovamento Ghigi. Nel ricorso si ipotizza un “eccesso di potere per falso ed erroneo presupposto di fatto e di diritto”, “difetto di motiva-

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zione”, “illogicità e contraddittorietà”, “difetto di imparzialità” e “sviamento di potere”. In sintesi: “La variante impugnata è totalmente priva di interesse pubblico (...) La scelta urbanistica risulta totalmente immotivata o meglio si giustifica solo considerandola come l'ennesima norma di favore per l'attuazione del piano urbanistico ex Ghigi: solo così si giustifica l'accoglimento della richiesta di un ‘privato’ che chiede di modificare la destinazione di zona per realizzare dei parcheggi e del verde (!)”. Nei fatti, i commercianti morcianesi contestano all'amministrazione comunale che quello approvato dall'amministrazione guidata dal sindaco Claudio Battazza è tutt'altro rispetto al piano approvato nel 2003 dalla giunta Giorgio Ciotti. Come dare loro torto?

Come viene la Ghigi. Il problema non è questo, ma la gestione dgli spazi ad uso commerciale

Ghigi, politica e comunità - Il Pru Ghigi (Piano di riqualificazione urbana della Ghigi) è una delle pagine più tristi della vita sociale morcianese e coinvolge una selva di attori: Comune di Morciano, San Clemente, Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna. Parte nel 2003 con l'amministrazione di centro-destra di Giorgio Ciotti. La definizione la diede Pino Sanchini quando era consigliere provinciale e venne chiamato al voto. Il suo dissenso: “Non si dovrebbe fare ma voto a favore per ragioni di appartenenza. Dai banchi dell'opposizione l'attuale sindaco, Battazza, l'affossò con parole colorite. Poi, ha preso lui il pallino nelle mani e ha fatto contrariare il mondo, sia negli umori della gestione, sia nei fatti. Alla fine, va rimarcato, ci ha messo una bella pezza. La grande domanda è: la Ghigi fa gli interessi della città? Per i commercianti no.



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MORCIANO DI ROMAGNA

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) “ALLEGRO MA NON TROPPO”

La patente di sinistra Salve direttor Sannita è decaduto o sempre in guida? Stretto tra gli “articoletti”, e lettori assai perfetti, scosso dagli ultimi eventi, o rattristato dai lamenti mi son chiesto impertinente lei ce l’ha o non ha niente? Che ha capito! Su sia serio, non c’importa del suo imperio: non si guardi mica li, capirà che avrà da dì! Parlo di quel documento, che è poi riconoscimento, di infinite qualità: si lo so lei non ce l’ha! La patente di Sinistra non si dà a prima vista, devi essere conforme e, se pensi, sei difforme! Se ti piace Che Guevara sei di una sinistra amara che voleva la violenza il potere e la potenza Olof Palme una sinistra? Da 'ste parti s’è mai vista? Sa, noi siamo italiani, compromessi a piene mani! Quella dei centri sociali? No davver ‘ser troppo uguali, gente senza differenza, troppo anarchica l’essenza! La sinistra con la croce? Quella no, già troppo a voce e chi viene dal PCI mica ci sta bene li! C’è un ricordo che ritorna, di frequente e in varia forma, basta il nome e se lo dico fan l’appaluso per Enrico! Berlinguer non è mistero è sinistra per davvero era uomo assai perbene sangue vero nelle vene, proprio tutti hanno nel cuore il suo esempio e il suo amore per la gente men dotata che va sempre tutelata. Ecco qua un po’ di sinistra messa li in bella vista, crede di poterci stare in un gruppo che le pare? Ma chi dà questa patente, che ti dice immantinente, se sei degno o sei sgradito a 'sto “grande e bel” partito!? Se hai idee da presentare al congresso lo potrai fare

a una sala piena di gente, sveglia, libera e presente!? Che fucina di pensiero che gran maglio il condottiero che lì gestirà le danze senza esprimere preferenze! Tra i moltissimi presenti, tutti quanti assai contenti, per il voto equilibrato e il suo impegno moderato! Poi che il tuo contributo certamente avrai fornito, troverai i tuoi sodali con abbracci solidali! Direttore cosa dice al ver il sogno non s’addice? E’ una conta assai diversa e di gente un poco persa? E suvvia non sia severo Non può esser questo il vero! La sinistra è solidale ma in casa sua non vale? La democrazia è parvenza sol nel nome ha la presenza? Senti un po’, ma che peccato che dolore che m’ha dato!!! Ma allora 'sta patente chi la dà ce l’ha per niente? Se sei “fico” anche tu lo decide chi non lo è più!? A che brutto che è il potere ti trasforma in tempo breve e se sei uno dei tanti di esser crema poi ti vanti! Non m’importa direttore non son fico ma un signore, Sa mi godo la pensione e guardo un’altra delusione. Medicina per 'sta farsa nel paese che oggi annaspa? Ma lo sa anche sua zia: è lavoro e meritocrazia! Pel lavoro competenza vale più di militanza veri numeri e risultati con chiarezza dimostrati. quell’antica questione morale che Berlinguer fece notare è ormai roba da bidone tra un applauso e ‘commozione’! E lo so non siam svedesi e purtroppo neanche inglesi noi sappiam per quel che vale solamente farci male! Alla fin questa patente fino ad oggi è un po’ scadente ed al punto che siam giunti proponiam “patente a punti”! Fausto Nottiberti

S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

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A San Clemente cartellone della compagnia Città Teatro: spettacoli, musica e dialetto

Teatro e musica, idee per ‘ammazzare’ la domenica SAN CLEMENTE TEATRO

di Claudio Casadei -“Ammazziamo la domenica!”, è lo slogan della fortunata idea della Compagnia del Serraglio che quei geniacci di Francesca Airaudo e Francesco Tonti assieme ai ragazzi di Città Teatro, dal 3 novembre al 18 maggio riproporranno al teatro Comunale G. Villa di Sant’Andrea in Casale. Un antidoto alla noia domenicale, destinata alla sconfitta per mano di questi ragazzi che invitano tutti a “casa” loro, Il teatro G.Villa di Sant’Andrea in Casale, fra uno spettacolo comico, una mostra d’arte, distrazioni varie e i celeberrimi generi di conforto di Alex, cercheranno di farci arrivare indenni al lunedì. Una Stagione che si è riaperta il 3 novembre con Daniele Parisi, attore comico che ha portato in scena il suo “Ab hoc et ab hac”. Il 24 novembre Silvio Castiglioni proporrà “L’uomo è un animale feroce”, omaggio al fine poeta dialettale santarcangiolese Nino Pedretti. Il 15 dicembre debuttano Francesca Airaudo e Giorgia Penzo nella nuova produzione Città Teatro dal titolo “Le gemelle Mejerc’hord”. Venerdì 31 gennaio 2014 ore 21”, eccezionale appuntamento dedicato alla memoria della Shoah con Alessia Canducci e la band musicale dei Flexus che porteranno in scena “E per questo resisto, voci e musica per ricordare la Shoah”, uno splendido lavoro tratto dall’antologia pubblicata da Equilibri nel 2005 con testimonianze di adolescenti in tempi di

Quelli di Città Teatro guerra. Musica Musica protagonista il 17 novembre, con il concerto jazz-rock d’avanguardia della cantautrice padovana Petrina, rivelazione della musica italiana che ha stregato David Byrne, compositore e produttore discografico, fondatore e animatore dei Talking Heads. Musica ancora protagonista l’8 dicembre con l’esibizione del compositore norvegese Terje Nordgarden, cantautore blues, jazz e rock, che avrà qui la tappa del tour europeo per presentare il suo nuo-

vo disco. Il 19 gennaio lo spettacolo di clowneria muta “Coffee Scioc” con Francesco Tonti, Alex Gabellini e Mirco Gennari sarà l’ inizio del percorso del teatro per le famiglie, pluripremiata produzione dei ragazzi di Città Teatro. Il 2 febbraio sarà la volta di Dario Criserà che presenterà un insolito Ulisse nello spettacolo “Non è obbligatorio essere eroi”. Il 26 gennaio “Il Teatro della memoria”, mette in scena la personale dei protagonisti: gli allievi dei laboratori del Teatro Villa e gli

TEATRO

Anche mostre e cibo - Lungo tutto il periodo del cartellone saranno allestite mostre temporanee. Saranno ospitate opere della pittrice Laura Rastelli (18 ottobre – 8 dicembre),della fotografa Sara Bonvicini (19 gennaio – 13 febbraio), del pittore Fabrizio Pavolucci (16 febbraio – 13 marzo), e della fotografa Daniela Valli (16 marzo – 18 maggio). Alex Gabellini preparerà per ogni occasione una “selezione culinaria” di generi di conforto che renderà più confortevole il dopo spettacolo, offrendo agli intervenuti la possibilità di trascorrerlo in compagnia degli artisti, di buona musica e di ottimi cibi. Vi segnalo le polpettine: ottime!

attori di Città Teatro. Febbraio e marzo protagonista sarà il dialetto d’autore che conferma come San Clemente e il suo teatro, intitolato a Giustiniano Villa, siano diventati per il dialetto un riferimento culturale molto importante per tutta la provincia di Rimini. Al poeta ciabattino San Clemente dedica da ventun anni a fine maggio il noto Premio Giustiniano Villa per poesie dialettali e zirudela romagnola. Due testi dell’autore riccionese Francesco Gabellini, andranno in scena a febbraio: “La custode” con Francesca Airaudo il 16 e “Detector” con Francesco Tonti il 23. Straordinario l’ appuntamento del 2 marzo quando, con un testo in dialetto ravennate di Nevio Spadoni, andrà in scena “Fiat Lux! E fat dla creazion”, letto da Francesca Airaudo, Francesco Gabellini e dallo stesso Nevio Spadoni. A fine marzo, per Teatro per Passione, gli allievi dei laboratori del Teatro Villa ci delizieranno lunedì 24 marzo con “Lavori in corso sul clown 8”; mercoledì 26 marzo “Come ridevano gli italiani” e venerdì 28 marzo con “I 22 inganni del Villàn del Villa”. Sipario giù il 18 maggio con il Picnic del Librillo, happening curato da Alessia Canducci sulla lettura ad alta voce, per famiglie di tutte le età, che coinvolgerà il teatro e il parco circostante. Parteciperanno attivamente i lettori volontari del progetto nazionale Nati per Leggere.



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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE SAN CLEMENTE - LO SPORT

Moto, Bulega campione italiano 250 Nicolò Bulega

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Secondo libro del giovane sanclementese Gabriele Cecchini

MORCIANO DI ROMAGNA

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

“Lacaduta”esicambiavita Gabriele Cecchini e la copertina del libro

LIBRI

- Che volete che vi ricordi, che ve l’avevamo detto? Nicolò Bulega col gas ci sa fare e anche quest’anno non ha voluto deludere i suoi tanti fan. Sanclementese d’adozione, romagnolo acquisito, emiliano di nascita, Nicolò è figlio di una terra che ama i motori e ha tutte le caratteristiche di chi “m’è mutor” sa dare del tu e subito ha imparato a vincere. Terzo titolo in cascina nonostante un anno travagliato, una squalifica penalizzante ed avversari di valore. Nicolò è dall’8 ottobre 2013 campione italiano Pre Gp 250. Si è fatto un ottimo regalo per quei quattordici anni che avrebbe compiuto di lì a pochi giorni. Ma il Mugello ha visto e sentito anche le emozioni di papà Davide, a sua volta (ex) pilota e team manager di Nicolò. Al termine della gara al Mugello, da lui condotta senza troppi calcoli ragionieristici ma per vincere, come si addice all’animo dei

campioncini, Nicolò ha detto: “Sono felicissimo di avere vinto il campionato. Ci tenevo a conquistare il primo titolo nella 250 e il primo per il team di famiglia. Ho corso una bella stagione e ho sempre dato il massimo. Poi dopo Misano ho dovuto rincorrere per la squalifica. Ma non ho pensato a fare calcoli, solo a dare il massimo e recuperare lo svantaggio in classifica. Anche oggi fino a due giri dalla fine non ho fatto calcoli dando il massimo, poi ho seguito le segnalazioni dai box. Ora festeggiamo e da domani inizierò a pensare al nuovo anno, alla Moto3 e soprattutto all’entrare a fare parte del VR46 (un numero e delle iniziali che chi ama la moto avrà di certo riconosciuto! ndr). Dedico questo campionato a tutti, ma soprattutto ai miei genitori che mi seguono sempre e mi hanno messo a disposizione una moto e un team fantastico”. Moto 3 per l’anno prossimo… sempre più difficile, ma ci scommetto pizza e birra che il campioncino della via Emilia ci regalerà tantissime soddisfazioni anche in futuro. Claudio Casadei

- E' una professoressa universitaria rigida, dedida allo studio, piena del ruolo. E di se stessa. Insegnante di letteratura, criminologia, ad uno studente chiede la nota dell'ultima pagina del libro di testo. Della serie, “meglio una testa ben piena, piuttosto che ben fatta”, rovesciando il pensiero del matematico francese Ellià, Università di Ferrara. Bassettina, magra, trasandatina (una giovane-antica si direbbe in Romagna e non solo), un giorno, durante una delle amate leziose lezioni che incutono più compassione che terrore alle associazioni di idee degli allievi, cade. E' la svolta della vita. La sua vita. Inizia una nuova pagina; utilizza un linguaggio diverso: diretto e a tratti anche sguaiato. Adolescenziale. Si concede, in novembre, una 'gita” su un materassino nel fiume. Trova anche il piacere del sesso (con una donna, dato poco importante). Farà scenate in pubblico. Picchierà una ragazzina. Con la madre, dopo anni di silenzio, gioca a carte scoperte. E' la trama de “La caduta” (Edizioni la Gru, 232

pagine, 16,50 euro), secondo libro del giovane sanclementese Gabriele Cecchini (il primo si intitolava “Le anime meschine” del 2006. Racconta l'autore: “La storia ha come messaggio il fatto che il cambiamento richiede fatica; nel caso della protagonista è un evento straordinario e casuale. Lei non avrebbe mai staccato dai binari tracciati dalla famiglia, ma la svolta ar-

riva. Era meglio prima con la maschera della vita, o adesso con le traversie e gli umori della normalità?”. Le pagine corrono veloci, come le nuvole della primavera sotto un bel cielo pieno ed un sole che è meglio non guardare dato che acceca (ma in quanti accecati dal proprio naso hanno mai cercato di osservare il centro del sole?). Insomma, non ci si annoia con

Cecchini. E' uno spasso per la mente. Terminato tre anni fa, il libro venne intrecciato sull'onda di un racconto breve finalista al Premio Arturo Loria di Carpi, edizione 2008; l’antologia con i finalisti hanno avuto l'onore di essere pubblicati da Marcos y Marcos. Classe '78, Gabriele fa l'impiegato. Naturalmente, si diverte anche lì. Da anni scrive; con la speranza (e l'auspicio) che possa diventare anche una professione. Ha ricevuto alcuni riconoscimenti a livello nazionale, tra cui il “Giuseppe Giustì” e “Arno fiume di pensiero”. Sul palco insieme a Giannelli, Corriere della sera.

Ca’ Togni, S.Andrea in una chiesolina

COMUNITA'

El dè ma Ciula (Il giorno Ciola)* El dè ma Ciula

Il giorno a Ciolla.

La prima culena sora San Climent s’la pusizion tla Zona dli più bele, us capes che al careze uj fa ogni vent, lij stà,più base,intorna al Su Surele.

La prima collina sopra San Clemente con la posizione nella Zona delle più belle, si capisce che le carezze gli fa ogni vento, gli stanno,più basse,intorno le Sue Sorelle.

Isè tra d’Lore per prima e sol la ved, sora cagl’elte un po’ più terd l’ariva, per cui giù tla Valconca e po’ suced da santì dì una vecia fresa ancora viva.

Così tra di Loro per prima il sole vede, sopra le altre un poco più tardi arriva, per cui giù nella Valconca può succedere di sentir dire una frase vecchia ancora viva.

Un dett pupuler vers chi us elza terd o un è svelt,insoma un po’ indurment, Ciula,ec la culena cui si buta e sguerd, per st’argument la vò es riferiment.

Un detto popolare verso chi si alza tardi o che non è svelto,insomma un poco addormentato, Ciolla,ecco la collina che ci si butta lo sguardo, per questo argomento vuole essere di riferimento.

E ven da fej nutè,per putej dè una scosa, che e sol l’è elt,da duves mov c’un dula, insoma l’è già ora c’us daga una mosa, e cer e splend,us è fat el dè ma Ciula.

Viene da fargli notare,per potergli dare una scossa, che il sole è alto,di doversi muovere(scuotersi) non si lagni, insomma è ora che si dia una mossa, il chiaro splende,si è fatto il giorno a Ciolla.

Mario Tonini (Riccione)

Mario Tonini ( Riccione)

* Vuol dire che sei in ritardo; che ti devi spicciare

Un momento della processione negli anni addietro e la chiesolina Da sinistra (ancora giovani): Gino Gobbi e Secondo D'Andrea

COMUNITA' - Ca’ Togni: la semplicità della bellezza. E' una bella chiesolina di campagna poco lontana dall'ombra di pini secolari. E' uno dei vecchi ghetti di Sant'Andrea in Casale. Il 17 novembre si celebra la Festa della Vergine. Una giornata semplice non meno che ricca di simboli e significati. Messa il mattino alle 8.30. Alle 15 benedizione eucaristica e processione della Madonna per le strade del ghetto. Poi musica. Per tutti: ciambella, vin brulè e polenta con sugo di salsiccia.

Presieduto da Secondo D’Andrea, la festa è organizzata dal Comitato di Ca’ Togni. “Prima di tutto - dice D’Andrea - ringrazio coloro che lavorano prima, durante e dopo. Soprattutto le donne, che si occupano della cucina e non solo. Voglio ricordare che la festa è al coperto, sotto una tensostruttura”. Il piccolo Comitato nei primi anni del 2000 è stato l’artefice del restauro. Ha raccolto fondi (una decina di milioni di lire) e grazie al volontariato degli artigiani ha restaurato l’edificio sacro.

Non ci sono molte notizie storiche sulla chiesa di Ca’ Togni. Le poche affermano che la prima testimonianza risale al 1577; quando ci fu la visita pastorale del vescovo Castelli. Dal suo resoconto si evince che l’edificio esisteva già da molto tempo prima. Dispone il prelato: “...nella cella posta a Ca’ Togni non si dia messa sin che non è acconcia” e consiglia “riparati i muri e provvisto di cancello dell’acqua santa”. Una descrizione minuziosa risale all’inizio del 1700 e porta la firma del parroco don Mellini. Da allora la chiesolina non è poi molto cambiata, se non nel fatto che il quadro della Vergine è stato rubato alcuni decenni fa e che si porta in processione una fotografia.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Saludecio

Vini

Via Dei Poggi 2064 Tel. 0541 - 857190 955195

La società presieduta da Marco Gili si è rafforzata. Punta a qualcosa di più che una salvezza senza affanni

San Giovanni Via Pianventena 681

Bocce, non solo un campionato tranquillo Presentata lo scorso ottobre. Le lacrime commoventi di Italino Mulazzani: “Sono una persona perben e e lo dimnostrerò”.

LO SPORT

- Cn

O

Squadrone

1 - Il Montegridolfo Bocce da anni è in A. Il suo palmarès è di livello assoluto: scudetto nel 2011, in campionato 2 secondi e 2 terzi e 2 Coppe Italia. - Il Montegridolfo parte per una salvezza tranquilla. Poi, cammin facendo, si possono mettere a fuoco altri obiettivi. Ha iniziato il campionato il 26 ottobre col derby. Il Colbordolo si è arreso per 5 a 3; sugli spalti del bell'impianto circa 200 appassionati. Rispetto allo scorso anno, il primo del dopo presidentissimo Italino Mulazzani (rimasto come presidente onorario), la società del presidente Marco Gili e dell'allenatore Edo Mattioli si è rafforzata. I tre nuovi acquisti: Gianluca Monari, Silvano Girolomini e Gaetano Miloro. La rosa è completata da: Salvatore Ferragina (il capitano), Giorgio Alegi e Marco Moretti. L'avventura del Montegridolfo è resa possibile anche grazie all'impegno degli sponsor. I due principali: l'Utensiltecnica di Montegridolfo e la Cvm di Montelabbate. Bella la classica presentazione ufficiale dello scorso 18 ottobre. A servire giocatori e ospiti anche Marco Gili, Edo Mattioli (allenatore dal 2006) e Tonino D'Andrea.


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Saludecio

Vini Saludecio

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San Giovanni

San Giovanni

Via Pianventena 681

Via Pianventena 681

SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO “Fossa, tartufo e Cerere” il 20 e 27 novembre

Santa Bibiana, fiera del gusto di Mondaino Il 27 novembre si celebra la sfossatura del formaggio. Il borgo diventa la vertrina dei prodotti agricoli della Valconca e non solo: funghi, tartufi, formaggio, miele... Per i bambini i giochi di una volta

APPUNTAMENTI

- A Mondaino, quando la civiltà era quella agricola, si teneva la fiera ogni mese. Andata persa, dal 2001 è stata rispolverata per Santa Bibiana. Due appuntamenti il 20 e 27 novembre (santa Bibiana). Nell’occasione si celebra la sfossatura del formaggio, che è maturato per tre mesi nelle grotte. E’ anche luogo d’incontri, si vanno a riscoprire sapori e gusti. Si possono conoscere alcune fra le migliori produzioni casearie d’Italia, insieme a quelle agro-alimentari e dell’artigianato artistico locale. Qualità come motivo di fondo, Mondaino si propone come punto di riferimento per gli amanti dei prodotti di pregio che possono trovare validi spazi per un’autentica cultura del gusto. Piazza Maggiore, chiamata dai mondainesi piazza “Padella” per la sua forma circolare, è il luogo ideale per ospitare una mostra-mercato dei prodotti della tradizione locale e non solo. Mondaino e il suo territorio offrono ai visitatori una serie di ghiotte sorprese che possono essere degustate e acquistate, durante la manifestazione, direttamente dai produttori locali. Due le qualità di tartufo che

Santa Bibiana, due immagini

costituiscono il vanto delle colline riminesi e del territorio mondainese in particolare: il bianco pregiato e il nero. Gli amanti di questo prezioso tubero potranno apprezzarlo, servito in menù tematici, nelle osterie appositamente adibite per la manifestazione, nei ristoranti e negli agriturismi di Mondaino e dintorni. Il formaggio Si estrae dal sottosuolo, il “fossa” si ottiene infatti dalla fermentazione naturale del pecorino estivo all'interno di apposite fosse di stagionatura. Le fosse sono ambienti sotteranei scavati nell'arenaria che da “sempre” nel castello di Mondaino vengono adibite alla conservazione e alla stagionatura dei prodotti agricoli. Cerere e Bacco

Cerere è la dea della crescita dei frutti naturali e veniva celebrata in coppia con Bacco, dio della fecondazione e delle vigne. Le feste della semina a loro dedicate, erano occasione di banchetti e libagioni di vino. Nelle fiere d'autunno Mondaino riscopre la sua anima godereccia e rurale, portando in piazza, anche altri pregiati frutti di stagione: lo splendido olio extra vergine d'oliva, i saporiti formaggi pecorini, i dolci mieli, i vini sinceri... Val di Fiemme Mondaino ha incontrato Cavalese e Valfloriana, cittadine ai piedi delle Dolomiti, siglando un gemellaggio in nome della gastronomia. Un incontro che è avvenuto per caso quando i trentini passeggiando per le vie del borgo hanno

incontrato le fosse mondainesi, decidendo così di infossare proprio a Mondaino, il loro prezioso formaggio caprino. Fossa Tartufo & Cerere diventa così l'occasione per l'incontro di due culture, ognuna ricca di un proprio folklore e di propri prelibati sapori, che in questi due giorni si potranno degustare nella tipica piazza a padella mondainese. Botteghe artigiane Artigiani mondainesi daranno dimostrazione della loro arte. Nella via centrale del paese si troveranno: il costruttore e riparatore di fisarmoniche e di strumenti musicali Benito Galanti; Milena Gasparini, mosaicista, che nelle due domeniche terrà un corso breve di mosaico destinato a tutti. Il corso si svolge su richiesta. Musei Mondainesi Il 17 e il 24 novembre sarà possibile, visitando il Museo Paleontologico sito in Piazza Maggiore n. 1, vedere la ricostruzione interamente in cotto della Rocca Malatestiana mondainese, realizzata da Luciano Polidori. Bambini Il programma della manifestazione comprende anche spazi per i bambini alla riscoperta dei giochi di una volta, musica della tradizione popolare, oltre che stand gastronomici e un ricco mercato di artigianato e prodotti agro-alimentari. Info: www.mondaino.com

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AMARCORD

Addio a suor Clementina Suor Clementina (1927 - 2013)

- A Suor Clementina, 12 settembre (nel giorno del suo funerale). Come tutte le persone “grandi” te ne sei andata in punta di piedi, quasi come a non voler disturbare, ma come tutte le persone “grandi” hai lasciato quel vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Ti potranno sembrare frasi già dette e ridette, ma la differenza è che, riferite a te, queste frasi sono veramente... vere. Le tue parole, giuste al momento giusto, il tuo impegno sociale in aiuto dei più

bisognosi, e soprattutto la tua fede, ferma, incrollabile, sono state la forza e il coraggio per tante persone che in momenti particolari della vita hai saputo sostenere sia moralmente che fisicamente, senza mai voler apparire, dote questa oggi quasi sconosciuta. Ma di certo questo tuo impegno non è passato inosservato agli occhi del Beato Amato, che in te ha visto la persona che poteva continuare e mantenere viva la SUA opera di accoglienza e sostegno nella SUA casa; e così è stato. Ed è anche per merito tuo se oggi abbiamo la “nostra” casa di riposo così bella, funzionale e completa. Sicuramente lassù hai già incontrato Amato, ma tu avevi già avuto il privilegio di incontrarlo anche quaggiù, e per questo ti chiedo: ora che siete insieme, continuate a proteggerci, a sostenerci e a pregare per noi. Ciao e grazie di tutto. Gigliola


AZIENDE INFORMANO Nell'annuale gita, una giornata in Umbria nel segno dell'amicizia e del piacere di stare insieme

Bpv, col Conto Mongolfiera si va anche in gita - L’entusiasmo non ha età!... e non è un modo di dire! Puntuali nonostante la previsione del ciclone Penelope i nostri affezionati clienti si sono presentati per partecipare all’annuale gita organizzata dalla Banca Popolare Valconca (la tradizionale Gita del conto Mongolfiera). E così, sabato 5 ottobre, in 175 abbiamo invaso le terre eugubine muniti di ombrello e sorriso , alla volta di una giornata alla scoperta della storica città di Gubbio. Con aria titubante e 4 pullman siamo partiti alla volta di Gubbio, ed anche il cielo si è dovuto arrendere alla nostra voglia di svago concedendoci una mattinata di tregua. Per non lasciare nulla al caso, abbiamo iniziato la nostra visita sul versante del

Sacro (una raccomandazione di prima mattina non fa mai male) rendendo omaggio alla Chiesa di San Francesco ed alla Chiesa di San Giovanni ; in quest’ultima le nostre signore hanno carpito i segreti di colorati bouquet di nozze che stavano ornando la chiesa per un matrimonio, mentre i mariti uscivano in fretta….. Salite le vie del centro (resistendo alla tentazione di fare acquisti in ogni negozio, e con un po’ di fiatone) si è aperto davanti a noi lo splendido panorama delle colline umbre che solo Piazza Grande puo’ regalare. E come non approfittarne: foto di gruppo. Il palazzo dei Consoli, che svetta nella Piazza, ci ha svelato i suoi tesori e ricordato che lunga e nobile

Con aria titubante e 4 pullman siamo partiti alla volta di Gubbio, ed anche il cielo si è dovuto arrendere alla nostra voglia di svago concedendoci una mattinata di tregua

Foto di gruppo nei luoghi più suggestivi di Gubbio

tradizione vanta il nostro Paese e fatto venire anche un po’ fame. Pochi metri… e tutti al ristorante. Belle tavolate di sorrisi, chiacchere e amici ritrovati, un bicchiere di vino per ogni tipo di brindisi e vola via anche il tempo del pranzo. Ma non siamo ancora stanchi: ci attende il Monte Ingino e la Basilica di Sant’Eusebio. Come bravi scolaretti tutti ad ascoltare il racconto coinvolgente del Parroco che illustra la storia di Sant’Eusebio e la tradizionale corsa dei Ceri ( e ripesando al fiatone….questa corsa è davvero strabiliante) Un po’ di shopping per portare a casa un ricordo della giornata e, quando il sole inizia a calare, siamo pronti per il rientro. Salutiamo la terra Umbra e fra un cioccolatino e una caramellina riprendiamo la via, cantando tutti Romagna Mia. Cosa aggiungere ancora….un grazie di cuore a tutti i partecipanti. Grazie di avere condiviso con noi questa giornata e grazie per tutti i bei momenti che ci avete regalato. Al prossimo anno!!!


CORIANO

- Tradizionale Fiera dell'Oliva e dei prodotti autunnali. Si svolge domenica 17 e 24 novembre a Coriano la tradizionale “Fiera dell’Oliva e dei Prodotti autunnali” che, giunta alla 26^ edizione, festeggia uno dei prodotti locali

Nelle domeniche del 17 e 24 novembre. La XXVI edizione. Organizzano Pro Loco e Comune

Oltre alle olive e le delizie dell'olio extravergine, è anche tartufo, funghi, vino (nuovo e non solo), miele, formaggi di fossa, prodotti naturali macrobiotici, frutta, piante e fiori

Fiera dell'Oliva e prodotti autunnali: profumi e colori della terra più pregiati: l’oliva. Il territorio di Coriano è infatti uno dei più importanti produttori di olive e di olio extravergine di prima qualità della zona e conta ben quattro frantoi, di cui alcuni di antiche origini. La fiera, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, propone ai visitatori numerose occasioni per assaggiare e godere dei sapori tipici dell’autunno. Oltre al

rinomato olio d’oliva, negli stand gastronomici e nei mercatini si potranno infatti trovare prodotti selezioni di qualità come il tartufo, il vino, il miele, il formaggio di fossa, i prodotti naturali e macrobiotici, frutta, piante e fiori accanto ai prodotti dell’artigianato locale, dal ferro battuto al vimini e al legno, dalla terra cotta al rame. Numerosi anche gli eventi collaterali che animeranno le due giornate: le mostre fotografiche sulla civiltà contadina romagnola, la mostra dei vini doc, l’esposizione di attrezzature agricole, la rievocazione degli antichi mestieri, i dibattiti e le degustazioni dell’olio extravergine d’oliva. Da non perdere

Si ripropongono nuove ed antiche ricette culinarie, molte a base di oliva. Opportunità per degustare i tipici vini romagnoli: il sangiovese, il trebbiano, l’albana, il pagadebit e la cagnina, gli ultimi due rari

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la possibilità di scoprire i segreti della spremitura dell’oliva presso i frantoi della zona che per l’occasione saranno visitabili. Gli stand gastronomici, gestiti dalla Pro Loco, propongono i sapori delle antiche ricette a base d’olio d’oliva accompagnati dai nostri vini tipici, il trebbiano, l’albana, il pagadebit e la cagnina. Musica dal vivo e spettacoli per bambini allieteranno la festa. Per maggiori informazioni contattare lo IAT di Coriano 0541/656255 o visitare il sito www.prolococoriano.it.


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO CULTURA

Il 17 novembre al Tardini di Parma. Un altro mattoncino per creare la struttura

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Una partita per il centro diurno nel nome di Simoncelli P

Ca

Il centro diurno per disabili

Gemmano

Valconca in mostra - Ventitude fotografie che raccontano la Valconca, sia da un punto di vista naturalistico (paesaggi), sia da un punto di vista storico (i borghi). L'autore è il misanese Giuseppe Bucci. Si possono ammirare alla “Locanda San Savino”, a San Savino (via Roma civico1266) fino al 16 novembre. La mostra è stata inaugurata lo scorso 26 ottobre. Il locale, a rotazione, ospita espressioni artistiche locali. La fotografia per Bucci non è un hobby, ma una passione. La coltiva da decenni. Ha girato la Valconca (e non solo) in lungo ed in largo. La conosce in ogni piega. Ha appena tenuta al Bar Biliardo di Misano Cella una mostra che raccontava la MotoGp alla Santamonica.

- Un altro mattoncino per costruire il centro diurno per disabili nel nome di Marco Simoncelli. Domenica 17 novembre, sul campo del Tardini di Parma, nell’anno del centenario del Parma Calcio, si affronteranno la Nazionale Cantanti e la formazione “Amici del Sic”. Per una giornata di sport in onore di Marco Simoncelli, capitano del Team “Amici del Sic” il campione Valentino Rossi. Saranno in campo “insieme” con lo scopo di raccogliere fondi per la realizzazione di un centro diurno che accoglierà persone disabili a Coriano. Marco Simoncelli Fondazione Onlus è stata costituita dalla famiglia per onorare degnamente la memoria del figlio, la Fondazione ha finalità umanitarie e morali, e promuove l’impegno dello sport a fa-

vore del sociale. In linea con l’attenzione che il campione ha sempre dimostrato verso i più deboli. La Onlus continua idealmente la sua opera iniziata a favore dei bambini, dei giovani e delle fasce sociali più svantaggiate, grazie alla sinergia con realtà più longeve, da decenni attive in termini di solidarietà umanitaria, come al sostegno prezioso dei tantissimi amici e fans di Marco. Opera per il sostegno di progetti

nazionali e internazionali, come già è accaduto con il Progetto Casa Marco Simoncelli, in Repubblica Dominicana, a sostegno della Fondazione Francesca Rava – Nph Italia Onlus e con il progetto Luce Burundi e Repubblica Democratica del Congo, avviato e promosso da Semi di Pace International Onlus. Una “missione” condivisa dalla Nazionale Cantanti che, in 32 anni di attività, è stata in

grado di portare all’attenzione generale situazioni e problemi che difficilmente avrebbero avuto risalto. Un impegno quotidiano unito alla presenza anche nelle “piccole” realtà territoriali italiane, che ha portato alla realizzazione di moltissime iniziative di solidarietà. I fondi servono a concretizzare il progetto di trasformazione di una vecchia struttura alberghiera - in un terreno donato dalla Curia nella provincia di Rimini – in centro diurno per persone affette da disabilità. Il tempo per la costruzione della struttura - che diventerà un importante centro di Riabilitazione per la Romagna – è stimato in 5 anni, con un investimento di un milione e ottocentomila euro. Il primo progetto italiano della Fondazione Marco Simoncelli.

TERRA - TRADIZIONE - TIPICITA'

Montescudo, sapori in “festa” - Vino. Olio, Miele. Patate. Terrecotte. Funghi. Formaggi. Tutto questo ben di Dio, figlio di questa terra, tipicità e tradizione si può ammirare (degustare ed acquistare) a Montescudo nel mercato “I Sapori di Montescudo. Per riscoprire e far conoscere queste eccellenze, il Comune di Montescudo, con il contributo dell'assessora-

to al Turismo della Provincia di Rimini, ha messo in piedi sia questa speciale fiera autunnale, sia il marchio “Sapori di Montescudo” (con il contributo della Coldiretti, della Cia e dell'Associazione commercianti di Montescudo). Due le domeniche da non perdere: il 3 novembre e il 10 novembre. Si inizia il mattino alle 8; alle 13 cala il sipario. Girovagare per Montescudo è

un piacere sia per le tipicità, sia per la trama del borgo; davvero uno dei più importanti della provincia. E' l'occasione per portarsi a casa delle eccellenze ad un prezzo che dire conveniente è davvero poco. Tra i frutti dimenticati che si trovano a Montescudo: le pere rossine e volpine. Da cucinare in stufa: cotte dopo 40 minuti.


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

Novembre 2013

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E' la piazza politica più interessante della provincia. Un laboratorio per le altre città. Fa bene a tutti - Si deve confessare che scrivere questi articoli sulla vita politico/amministrativa di Coriano sono costati tanta fatica: leggere documenti, comunicati stampa, parlare con tanta gente, impegnarsi per riuscire a fare una sintesi giornalistica leggibile e comprensibile. I tantissimi apprezzamenti ricevuti, a Coriano e fuori, ci dicono però che siamo riusciti a fare il nostro lavoro al meglio: nessuno ha potuto confutare quello che abbiamo scritto, almeno ad oggi, e mettere in discussione il quadro generale che abbiamo ricostruito nei 5 articoli usciti. In questo ultimo articolo (almeno per il momento) che stiamo scrivendo invece ricorreremo alla palla di vetro e al barometro, ovvero proveremo a leggere che cosa il futuro prossimo riserverà ai protagonisti corianesi. Spinelli Il Sindaco Spinelli e la sua Giunta. Il Sindaco non vede l’ora che termini il 2013, perché si augura che con esso si finisca di pagare i debiti pregressi e possa incominciare a gestire il bilancio comunale come meglio Le aggrada. Segnali di riduzione della pressione fiscale in vista non ce ne sono, però qualche lavoro pubblico, qualche servizio in più potrebbero esserci. Ma la domanda politica è: ma dopo a chi darà la colpa se le cose non si faranno, se sarà incapace (come è probabile) di gestire la macchina comunale? Chi sarà la vittima sacrificale delle sue ire prossime venture? La giunta Discorso diverso per i 4 membri della Giunta: le scommesse anche qui sono aperte su quanto dureranno l’Assessore Morri e l’Assessore Fabbri, bravi ragazzi ma con ben poche competenze e capacità di affrontare i problemi dei loro settori. L’Assessore Forte è di complemento, quando c’è. Il Vice-Sindaco Ugolini, con deleghe a Polizia Municipale, Politiche per la famiglia, Sicurezza, Trasporti, Sicurezza, Attività economiche, è in realtà di fatto l’Assessore all’Urbanistica del Comune. Solo che non lo può fare perché incompatibile, essendo il titolare di uno dei maggiori studi tecnici di Coriano. Già alcune volte in Consiglio Comunale le opposizioni sono dovute intervenire su di Lui per bloccare esposizioni di delibere urbanistiche che stava presentando al Consiglio. Ma i cittadini e i tecnici per questioni urbanistiche si rivolgono a Lui negli Uffici del Comune, e gli stessi tecnici comunali lo hanno come loro

Il sindaco Spinelli, il Pd e il futuro di Coriano Do

Mimma Spinelli e Giuseppe Arangio

GARBINO IN PIAZZA MAZZINI

interlocutore. Il barometro politico non prevede per Lui nei prossimi mesi certamente sereno. Infine da 6 mesi il Sindaco, dopo la cacciata dell’Assessore Arangio, ha anche la delega alla cultura. Settore che sta “bollendo” per il momento sotto traccia, ma fra Teatro, Biblioteca, manifestazioni, associazioni, Pro Loco è pensabile anche qui un tempo assai variabile ed incerto. Dipendenti Dipendenti comunali. Se il rapporto con le opposizioni è pessimo, se quello con le associazioni economiche assai vario e a corrente alterna, se quello con le associazioni del tempo libero (con l’eccezione dei 58 Boys) quasi inesistente, se quello con le associazioni del volontariato e dell’assistenza tempestoso, quello con i dipendenti comunali è di pura prepotenza ed imperio. Considerati incapaci, fannulloni ma soprattuto nemici. Non è richiesto loro alcuna collaborazione attiva, devono obbedire solo agli ordini di servizio dei dirigenti (che peraltro sullo stesso argomento possono cambiare più volte anche nella stessa giornata), in silenzio. Anche nelle prossime settimane andranno via da Coriano diversi dipendenti; ne sono attesi però di nuovi, che le malelingue dicono scelti accuratamente fra “amici” per collaborare positivamente con la Giunta. Anche su questo fronte il tempo non prevede sereno, soprattutto se i sindacati iniziassero a fare la loro parte. Da seguire anche l’azione del Segretario Comunale Stefania Necco che sempre di più (forse in questo sollecitata anche dalla Prefettura di Rimini mèta di numerose visite di protesta delle forze di opposizione e dei sindacati) chiede a Giunta e a dirigenti comunali una puntuale applicazione delle regole e del rispetto nel gio-

Emiliano Righetti e Fabia Tordi

co delle parti fra maggioranza e minoranza. E’ la democrazia questa, signori! Pdl PDL. Un centro-destra ormai da tempo insofferente verso questa Amministrazione, che pure ha preso i loro voti. I “boati” provenienti dalle cene settimanali a Mulazzano di discussione e confronto fra i protagonisti del centro-destra (ma anche con qualche ospite del centro-sinistra) parlano di tempesta. Direi che i commenti nel blog “Informazione Corianese” di Scarpa, Ambrosini, Sampaolo lasciano pochi dubbi su come la pensano. Lo stesso segretario Pulcinelli è sempre più in difficoltà fra il malumore dei suoi a Coriano e le pressioni di Rimini da parte di Lombardi, Pizzolante e Miserocchi per sostenere la Spinelli. Occorrerà attendere

ancora qualche settimana per capire chi aderirà al Partito estremista di Berlusconi “Forza Italia” e chi invece parteciperà alla costruzione del partito moderato, aderente al PPE, di Alfano. E soprattutto dopo chi appoggerà o combatterà chi. Tordi Fabia Tordi. In questi mesi ha guidato l’opposizione dura alla Giunta Spinelli, trascinandosi dietro Righetti e Fabbro. Ma non ha un partito dietro. Ha bisogno invece di un partito organizzato sul territorio che porti fuori dal Palazzo i temi della opposizione, che discuta con la gente e raccolga consenso. Ha bisogno come il pane di un PD rinato e riorganizzato, anche se Lei lo pensa in maniera strumentale per se stessa. Nel senso che questo dovrebbe essere uno strumento per la sua leadership attuale, ma pensato

Giuseppe Arangio. Isolato in Consiglio Comunale, né al governo né all’opposizione (il Sindaco non gli ha riconosciuto il diritto di essere gruppo consiliare), non ha diritto di partecipare alle commissioni (nessuno l’ha nominato)

soprattutto per un prossimo futuro, per le prossime elezioni amministrative, dove ritiene di poter aspirare ad essere il candidato Sindaco di un nuovo centro-sinistra unito, onde evitare la ripetizione di quello che è successo nel 2012 (3 liste ed il regalo della vittoria a Mimma Spinelli). Ma se l’operazione in corso di ricostituzione del PD corianese funzionerà, e soprattutto se riuscirà a coinvolgere forze nuove, giovani, dubitiamo che le speranze di Fabia Tordi potranno avverarsi. Dunque anche sul centro-sinistra tempo nuvoloso e variabile. Pd PD. Il grande “manovratore” nell’ombra Sergio Pierini sembra essere riuscito nell’operazione di far rinascere in forma organizzato il Partito Democratico a Coriano. Ormai da qualche mese escono comunicati stampa, si organizzano incontri (molto riuscito quello del 21 ottobre con una settantina di persone presenti su “Coriano prima e dopo”, ovvero dalla Giunta Matricardi alla Giunta Spinelli, con in mezzo il Commissario straordinario Rizzo), è ripreso il tesseramento, si sono coinvolti diversi giovani, il congresso degli iscritti del 28 ottobre ha eletto il nuovo direttivo (Alessandro , Gabriele Muratori, Cristian Paolucci, Loris Baldiserra, Amerigo Amantini, Ida Manuela, Marino Casali, Simone Masini) ma non ancora il nuovo segretario comunale. Ampia condivisione nel popolo di centro-sinistra ha trovato il post di “Ghibli” del 23

ottobre sul blog: “concreto il desiderio di ricostruire, magari proprio facendo esperienza dagli errori del passato, affrontando un rinnovato percorso politico di centro sinistra che sproni alla partecipazione politica i corianesi, che sia propositivo per una migliore qualità dei servizi erogati dal comune, che tenga alta l’attenzione sull’ambiente e la salute pubblica, che guardi al valore del suo territorio .. ecc.”. Senza nulla nascondere degli errori passati, gli elettori di centrosinistra vogliono ripartire, mettendoci faccia ma soprattutto idee. E’ un bel cambio di atteggiamento, che sembra dire: abbiamo capito, il periodo dei silenzi è finito e adesso siamo qui e con noi la politica corianese dovrà fare nuovamente i conti. Non sembra esserci stato in loco un grande interesse nel confronto a sostegno di Renzi o di Cuperlo (anche se alla fine hanno prevalso di poco i renziani). Il PD locale è ancora alle prese con i suoi problemi, ed il maggiore è quello di trovare personale politico e amministrativo capace di aprire una nuova fase a Coriano. Naturalmente (tralasciando per un momento la discussione nazionale) c’è un problema di tenuta unitaria delle forze di centrosinistra e dei consiglieri di opposizione, ma soprattutto c’è da ricostruire un tessuto di relazioni di credibilità con i cittadini e le associazioni di ogni genere presenti sul territorio. Il lavoro che attenderà il nuovo Segretario (non appena sarà eletto) sarà certamente impegnativo e di non breve durata. Il barometro per il PD prevede sicuramente venti forti, con possibili temporali. Arangio Giuseppe Arangio. Isolato in Consiglio Comunale, né al governo né all’opposizione (il Sindaco non gli ha riconosciuto il diritto di essere gruppo consiliare), non ha diritto di partecipare alle commissioni (nessuno l’ha nominato), Arangio quando tornerà dall’Etiopia (dove partecipa ad alcuni progetti sanitari umanitari) sarà ancor più una scheggia impazzita: soprattutto per la Giunta Spinelli. Il Sindaco non potrà provocarlo più di tanto, perché le risposte sopra le righe del dottore rischiano di diventare molto imbarazzanti per Lei verso l’opinione pubblica, ma dall’altra parte non si capisce cosa possa avere in testa Lui. Il Sindaco si augurerebbe che si dimettesse dal Consiglio, ma questa sua pia speranza nel breve periodo è difficile che si realizzi. Mare burrascoso con possibili tempeste.



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