Febbraio 2017 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

ANNO 21 N. 2 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - TEL. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it - lapiazzarimini@libero.it

Montanari: “La Tosi ha dimenticato la città”

Pizzolante, ha messo 5 consiglieri in maggioranza RIMINI - 6-7 EDITORIALE

Governo Renzi D’Alema

di Gabriele Paci - E poi tra un po’ va a finire che ci ritroviamo con un bel (si fa per dire) Governo Renzi-D’Alema. E se la Storia si presenta la prima volta come tragedia e la seconda come farsa, in questo caso si trattava di farsa sin dall’inizio. Ma, insomma, magari durante una cena a due ad un certo punto M&M, Matteo e Massimo, si guarderanno profondamente negli occhi e tutto sarà chiaro. Per loro e per tutti. E’ sin banale ripetere che un grande odio spesso, molto spesso, cela un grande amore, quindi non ripercorriamo gli accadimenti comunque presenti alla memoria di ognuno. E il rapporto dei due diòscuri, termine che letteralmente sta per «coppia i cui due membri si completano reciprocamente o possiedono le stesse caratteristiche»: nulla di più e meglio si potrebbe dire per descrivere i nostri gemelli diversi, mirabile incontro e sintesi di attitudini, e personale e collettiva vocazione. Troppo uguali per amarsi. Troppo uguali per non amarsi. Continua a pagina 5

FEBBRAIO 2017

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.2.2004n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini

RICCIONE - 15

Gambini dimissioni Pd in crisi

Battazza, la Ghigi, la forza-debolezza del sistema

CATTOLICA - 27

MORCIANO - 40-41

Elettromagnetico, inquinamento invisibile Incide sull salute ma non lo vediamo. Il territorio provinciale tagliato da un elettrodotto da 380mila volt. Costruito nel 1990 su carte militari del 1948

MISANO - LA CULTURA

MADE IN ITALY

MADE IN ITALY

Ego mostro in demolizione

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L’è dvént cume ‘na canocia scuradlèda...

Cecco - 2017 MISANO ADRIATICO

Associazionismo

Breve massima di saggeza

Nascono ‘Esserci’ e ‘Valentina c’è’

Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi

FOCUS

Dal Vangelo secondo Marco

A casa dei classici per imparare a vivere

Il filosofo Diego Fusaro e il direttore Gustavo Cecchini

di Francesco Toti - La provincia di Rimini è affettata da un elettrodotto mastodontico, 380mila volt, che crea campi elettromagnetici che non giovano alla salute. Venne costruito tra il 1990 e 1991 su carte militari del 1948, quando c’erano meno case. “L’inquinamento invisibile dei campi elettro-

Sei serate con “Ritratti d’autore”

A pagina 21

Condomini

Terrazza, come pagare Locazione e cedolare secca A pagina 18

VALCONCA

San Clemente Scuole, in sicurezza Grande Carnevale San Giovanni Capannoni, che fare? Coriano Monte Tauro, la gioia Montescudo Dialetto, bella stagione Mondaino Unione, come ricominciare Saludecio Gvanac, erborista generoso

- Quando i classici aiutano a vivere ed a capire con intelligenza le miserie e la grandezza dell’umanità. Nuccio Ordine legge l’Ariosto, Franco Cardini Wagner, Marcello Veneziani Pavese, Giulio Guidorizi Omero, Umberto Curi Kafka e Diego Fusaro Steinbeck. A pagina 23


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INCHIESTA

Nuoce all’uomo. Dal 1900 (invenzione della radio), i campi sono aumentati di un milione di volte

Elettromagnetico e salute, quell’inquinamento invisibile Lo spartiacque è l’inizio del 1900 con l’invenzione della radio. Ad oggi, i campi elettromagnetici sono cresciuti a livello esponenziale. L’aumento è stato di un milione di volte.

L’INCHIESTA continua dalla prima magnetici è un aspetto fisico, sanitario e normativo. I campi non si vedono se non attraverso la luce”. Fausto Bersani, professore di fisica al liceo Volta di Riccione, è tra i maggiori esperti della provincia di Rimini e non solo. Studia il fenomeno da trent’anni. Ed è perito dei privati e dei tribunali. “Attorno a noi - argomenta Bersani, una passione per la corsa a piedi - con c’è il vuoto, ma è come se fossimo in un bozzolo pieno di onde elettromagnetiche che ha effetti negativi sulla salute. Dagli anni ‘70 del secolo scorso ad oggi si è aperto un dibattito sugli effetti sull’uomo dei campi elettroma-

Giornale d’informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 13 febbraio

FAUSTO BERSANl Il fisico Fausto Bersani durante una delle sue conferenze e in laboratorio. gnetici. Coloro i quali sono più attenti e sensibili, applicano il principio della precauzione. Lo spartiacque è l’inizio del 1900 con l’invenzione della radio. Ad oggi, i campi elettromagnetici sono cresciuti a livello esponenziale. L’aumento è stato di un milione di volte. I campi elettrici, non ci sono dubbi oramai, possono causare malattie. Le cellule sono sistemi elettrici che quando vivono sotto stress elettrico sono costrette per una vita normale a spendere più energie. Va detto che non è che al primo attacco il corpo crolli. Il corpo, fortunatamente, sa attivare sistemi di riparazione. Là dove ci sono più concause i campi elettromagnetici diventano pericolosi; fanno aumentare le patologie cancerose”. Elettrodotto “La provincia di Rimini è solcata dall’elettrodotto Forlì-Fano di 380mila volt, che dalla sua costruzione è al centro di un vasto dibattito. Prima di tutto, va detto che è stato disegnato su carte militari del 1948 (quando c’erano molto meno case lungo il suo percorso), ma costruito tra il 1990 ed il 1991. Chi abita nelle sue vicinanze ha fatto ricorso perché sta male. Male attestato dalle prove scientifiche del Ctu (Consulenti tecnici ufficiali). I ricorrenti hanno vinto nei tribunali di Rimini, Bologna,

Insegna al liceo Volta di Riccione; non ha mai dato una nota agli allievi

Roma. Solo che la normativa cambia e da un punto di vista della legge siamo nelle regole. Per elettrodotti così importanti ci vogliono corridoi più ampi di 150 metri. Altro dato sull’elettrodotto Forlì-Fano, coloro i quali abitano nei pressi hanno svelato disturbi neuro comportamentali,

come: cefalee, depressione”. Un effetto importante dei campi elettromagnetici è quando interagiscono con gli occhi. La ghiandola pineale smette di secernere melatonina, oppure ne produce meno, che va ad incidere sul sistema nervoso. La melatonina si riproduce più al buio che alla luce, ma i campi...

ALBERT EINSTEIN “Vorrei citare Einstein che disse che il mondo non è pericoloso a causa di quelli che fanno dei danni, ma a causa di quelli che vedono e non fanno nulla”

Sono stati fatti degli esperimenti raccogliendo le urine notturne di persone vicino a campi elettromagnetici; il 6070% hanno avuto dati anomali sulla melatonina. Radio-sveglie Molto pericoloso è dormire con la radio-sveglia sul comodino; produce campi più intensi di un elettrodotto. Negli anni sono state fatte varie ricerche. La prima credibile è del 1992 ed è ad opera di due fisici svedesi dell’Accademia delle scienze di Stoccolma (quella che assegna i Nobel). Gli scienziati presero un campione di 500mila persone che avevano vissuto per almeno 25 anni nei corridoi di 150 metri dagli elettrodotti. Su questo campione iniziarono a costruire delle statistiche: leucemia infantile, tumori cerebrali. La rilevanza maggiore fu più per i bambini che per gli adulti. Il rischio di quel campione di contrarre alcune patologie cancerogene era tre volte superiore alla media. Nel 2000, dopo quelli svedesi, arrivano altri studi: Germania, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Norvegia. Sulla base di questi indicatori, la comu-

nità scientifica internazionale, con il senso della precauzione, pone la soglia dei tesla tra 0,2 e 0,5. Quelli concessi dalla legge sono molto più larghi. Una volta hanno effettuato un esperimento in laboratorio. Hanno messo in due provette lo stesso sangue. Una in una posizione; l’altra vicino ad un campo elettromagnetico della stessa potenza dell’elettrodotto Forlì-Fano. Il risultato è stato che i linfociti nel sangue esposto vivevano più a lungo. Gli scienziati hanno fatto ricerca su radio frequenze e micro onde. Attraverso le colture cellulari, hanno notato che nel tempo le cellule hanno un doppio comportamento. Nelle prime 24 ore attivano un sistema difensivo: un programma di suicidio (l’apoptosi). Invece, dopo le 24 ore c’è un’inversione di tendenza: le cellule che si moltiplicano sono tumorali. Purtroppo la normativa dà valori di riferimento lontani da quelli sopportabili dall’uomo. Insomma, le normative lasciano molto a desiderare. I parametri che ci forniscono sono inadeguati. Il decreto Monti fa un altro regalo; le misure non vengono calcolate sui 6 minuti ma sulle 24 ore. In questo modo, i valori rientrano nella normativa. Se è complesso l’aspetto bio-fisico, le leggi non sono adeguate alla sua complessità. Dunque che cosa fare dato che l’uomo non è nato con i campi elettromagnetici prodotti dallo stesso uomo? Il minimo per tutelarsi è l’auto-informazione sul complesso problema. Auto-informarsi perché certe informazioni o non passano, oppure arrivano altri tipi. Bersani: “Vorrei citare Einstein che disse che il mondo non è pericoloso a causa di quelli che fanno dei danni, ma a causa di quelli che vedono e non fanno nulla”. Cellulari I cellulari nell’auto fanno non male, malissimo. E sarebbe bene tenerli, mentre si chiama, ad una distanza minima di 1,5 centimetri; meglio a 3. In questo modo la forza delle esposizioni si riducono. Un altro consiglio del professor Bersani è: non portarlo addosso.


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Scrrittore, professore di filosofie orientali

- Triplice Augurio Triplice Augurio di Buon Compleanno di 20 anni! Perché triplice Buon Compleanno? È una coincidenza singolare. Vorrei raccontartela. Mentre nel 1996 il mensile la Piazza muoveva i suoi primi passi, presso un editore riminese un giovane scrittore cattolichino cominciava a dare alle stampe le sue prime prove di scrittura. Immagina le difficoltà che incontra un neolaureato, perfetto sconosciuto, di una piccola cittadina nel tentativo di far conoscere al mondo dei lettori ciò che scrive. Il giovane neoscrittore incontra Cecco. In Cecco non trova solo un attento e curioso interlocutore/osservatore, ma il primo giornalista a prestargli credito. Il credito si trasforma in due ampi articoli/recensioni sulle colonne de la Piazza per due suoi libri dai temi agli antipodi: uno di barzellette spirituali, “La Via dell’Umorismo” (che poi attirerà l’attenzione di Alejandro Jodorowsky), e l’altro un testo sanscrito di filosofia del linguaggio, “Il dharma del sacrificio del mondo”. Solo già per questo, come non essere grato a Cecco e a la Piazza?

2.

Triplice augurio

“Mentre nel 1996 il mensile la Piazza muoveva i suoi primi passi, presso un editore riminese un giovane scrittore cattolichino cominciava a dare alle stampe le sue prime prove di scrittura”

Gianluca Magi

L’INTERVENTO di Gianluca Magi* Gli anni trascorrono. Seguono altri libri dello scrittore cattolichino, che pian piano è conosciuto anche fuori del circuito locale. Ad ogni nuovo libro, Cecco dedica sempre spazio a questo ragazzo perseverante, che nel 1996 aveva fondato a Rimini la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa. Scuola su cui nessuno avrebbe scommesso cento lire! Ma si sa: chi vive di pen-

na vive di pena. Il ragazzo tira avanti a fatica. L’avvilimento è un moto dell’animo che non gli è sconosciuto. Ma continua ad approfondire con passione i suoi studi in campi della conoscenza in apparenza inutili nella vita pratica. Poi un bel giorno, sul finire del 2003, miracolo! Alla sua porta bussa la Fortuna – Dea imperscrutabile! – per

un libro di strategia taoista che l’editore vicentino Il Punto d’Incontro era assai reticente a pubblicargli. In capo a pochi mesi quel libro - 36 stratagemmi - vede diverse ristampe. E riceve l’attenzione di Franco Battiato, da cui prende spunto per il titolo del suo album “Dieci stratagemmi” e per il sottotitolo “Attraversare il mare per

ingannare il cielo (il primo stratagemma dei Trentasei)”. L’interesse dei mass media per il lavoro del non più giovane scrittore, divenuto da due anni padre, si scatena. Dirompente. I 36 stratagemmi diverrà negli anni un long seller internazionale con oltre 35 ristampe solo in Italia, che gli apre la pista alla traduzione dei suoi libri in 32 Paesi. I nuovi libri troveranno poi pubblicazione presso Bompiani, Einaudi, Sperling & Kupfer, Corriere della Sera. Prenderanno via illustri collaborazioni: Franco Battiato, Alejandro Jodorowsky, Gabriel Mandel Khan, Raimon Panikkar. Lo scrittore cattolichino oggi viene riconosciuto come uno dei massimi esperti di fi-

losofie e psicologie orientali, e, a partire dal suo libro “Il Gioco dell’Eroe”, influente autore nel campo dell’evoluzione umana, inauguratore di diverse tendenze e fonte d’ispirazione in vari campi del pensiero. La Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa diventa prestigioso punto di riferimento a livello internazionale nella mediazione tra Oriente e Occidente. Diretta scientificamente da lui in compagnia di Franco Battiato. Ecco i tre Compleanni di 20 anni!: la Piazza, la mia carriera di scrittore e la mia Scuola di Filosofia. Siamo cresciuti insieme! E in amicizia. Per questo, all’augurio di Buon Compleanno a la Piazza, si unisce la gratitudine verso Cecco e il suo mensile per l’attenzione e l’incoraggiamento affettuosamente profusi sin dagli esordi verso quel giovane scrittore oggi adulto, sempre rimasto un perfetto sconosciuto all’Amministrazione comunale nonostante Wikipedia lo indichi come una delle personalità legate a Cattolica. Evviva a Cecco! Evviva a La Piazza! *Professore di filosfie orientali



RIMINI

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Nuove e originali realtà associative nascono e crescono sul nostro territorio L’EDITORIALE

Governo Renzi-D’Alema continua dalla prima E se dell’apparente scontro tra Renzi e D’Alema francamente a ben pochi interessa, tranne forse a loro due, delle possibili conseguenze occorre sì preoccuparsi. Così, un po’ affascinati e fascinati un po’ vergognosi come chi guati di sottecchi immagini sconvenienti nel refettorio delle Orsoline, osserviamo rapiti e stupiti D’Alema che con quella faccia da barbiere in disarmo prova a riaprire un proprio negozio. In cui tutti sanno che nessuno ha più intenzione di entrare. Neppure lui. Che dando fondo ad un po’ di quella intelligenza che è stato così intelligente da far credere di avere (il suo unico vero successo) è probabilmente intimamente convinto con Marx (Groucho) che non si iscriverebbe mai ad un Club, o ad un Partito, che lo accettasse tra i propri iscritti. «Ve lo meritate Massimo D’Alema...» sbotterebbe oggi il Michele Apicella di Nanni Moretti aggiornando quel suo inveire contro il qualunquista da bar con l’indimenticabile «Te lo meriti Alberto Sordi». Era ‘Ecce Bombo’ (1978). «Noi italiani siamo fatti così. Rossi, neri... Alla fine tutti uguali» gli diceva l’involontario provocatore, concetto che oggi sembra addirittura alla base, in fondo e in principio, anche della retorica ‘di sinistra’, o ‘de sinistra’ che Dio o chi per lui lo perdoni, del revenant D’Alema. Una sinistra più destra della destra. Con buona pace del povero, incolpevole, Sordi. «D’Alema dì una cosa di sinistra. Dì una cosa anche non di sinistra. Di civiltà. D’Alema dì una cosa. Dì qualcosa». E questo era ‘Aprile’ (1998), sempre di Moretti. Tra i due film stanno venti anni, così di ventennio in ventennio il prossimo, riassuntivo e profetico, cade nel 2018. Incombente. Imminente. Data prevista e ad oggi ancora prevedibile della normale fine di questa XVII Legislatura, e delle Elezioni politiche per la XVIII.

Basta con la sinistra masochista... puaah!...

Bulletto. Scendi dal palco!!!

Insieme con Caffè filosofici Loris Falconi, il presidente della neonata associazione

LA CULTURA

- Presso il “Rosè Cafè”, il 25 gennaio scor-

Verso cui ci si avvia anche con il Capitan Fracassa toscano che dopo avere perso la faccia nella concreta attività di Governo, e con una quisquilia come la fortunatamente catastrofica sconfitta nel Referendum Costituzionale sulla sua Riforma tenutosi il 4 dicembre 2016, prosegue come nulla fosse accaduto a guidare ciò che resta del Partito Democratico verso agognate Elezioni politiche anticipate. O no. Il cui esito è, per quanto riguardasse lui medesimo, noto. E infausto. Entrambi i soggetti sono ormai più che altro ‘soggetti’ nel senso in cui nel parlare comune si ironizza con un «Ma che bei soggetti», come con ogni probabilità si dice nei bar e nelle osterie di Gallipoli, del contado fiorentino, dei colli romagnoli. E un po’ ovunque. Forse ce li meritiamo davvero, in fondo e in principio, D’Alema e Renzi. Così come ci siamo meritati, e ci meritiamo, Berlusconi. E Brunetta. E Salvini. E Mara Venier (indicandone una, per indicarle tutte). Prototipiche incarnazioni del carattere e dei comportamenti degli italiani. E di questo, e questi, ‘sdoganatori’. «Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me» ammoniva Giorgio Gaber anni fa, e in uno dei primi punti apicali della vicenda del Sire di Arcore. Ora e nel punto probabilmente terminale, triste solitario y final, del Signorotto di Gallipoli e del bullo di Rignano sull’Arno, più che da D’Alema e Renzi in sé (e ormai anche ‘fuori di sé’) più che altro è bene guardarci dai Renzi e D’Alema che ci sono in ciascuno di noi. Gabriele Paci

so, posto nel cuore del centro storico di Rimini, a due passi dal Tempio Malatestiano, è stata suggellata festosamente, con un ricco buffet, la nascita ufficiale dell’Associazione Culturale “Dispaccio Filosofico”, esito naturale di un percorso condiviso, fondato sul dialogo e sul pensiero critico, iniziato circa un anno fa, in occasione di un “Caffè Filosofico”, l’ennesimo, tenuto dal filosofo Loris Falconi, neo-presidente dell’Associazione, in collaborazione con l’Università Aperta di Rimini. In questi mesi, con un inarrestabile entusiasmo e un’ammirevole costanza, questo gruppo, che inizialmente contava non più di dieci persone, ha incominciato a darsi appuntamento ogni quindici giorni, per dare vita a “Caffè Filosofici” aperti, gratuiti e autogestiti, durante i quali i partecipanti si sono potuti confrontare apertamente su

diversi temi di stringente attualità, potenzialmente affrontabili sia da un punto di vista puramente filosofico-concettuale, sia da un punto di vista prettamente personale-esistenziale (tra i tanti presi in considerazione possiamo ricordare la differenza tra “il vivere e il sopravvivere”, “la banalità del male”, “il coraggio di essere”, “il viaggio”). Con passione questo gruppo, col passare dei mesi, si è allargato sempre più sino a contare una media di trenta/quaranta per-

L’affondo giunto alla fin della licenza... 16 Il Nuovo Pantani Manuale dei termini ciclistici ad uso di colti ed incliti

‘Le vecchie glorie’ Gabriele Della Rovere - ‘Le vecchie glorie’ sono l’onore e l’orgoglio di ogni sport, facendo battere di viva e vitale nostalgia il cuore con il rimandare ad un personale momento passato che ci ha attraversato l’anima. Nel ciclismo particolarmente. Così ognuno a modo suo può davvero ripensare con Paolo Conte «io sto qui che aspetto Bartali, scalpitando sui miei sandali, da quella curva spunterà quel naso triste da italiano allegro». Ché ciascuno ha il proprio ‘Bartali’. Felicemente. In alcuni ambiti, però, le vecchie glorie non comprendono che il loro tempo è finito, e che da rallegranti ‘vecchie glorie’ riproponendosi divengono più che altro ‘vecchie Glorie’, mercenarie dismesse alla ricerca di un ultimo, triste, giro di giostra. Raramente, o praticamente mai, nel ciclismo dove gli antichi protagonisti conservano alta e in genere ingigantita dignità. Nella vita civile e politica invece ogni tanto, ogni spesso, ‘ogni adesso’, qualcuno insiste a riproporsi come patetica e residuale figura. Più che altro una brutta figura. In tutti i sensi. Infelicemente.

sone ad incontro e ha incominciato ad ampliare anche la sua cosiddetta “offerta culturale”. Non soltanto i consueti “Caffè Filosofici”, ma anche “Escursioni Filosofiche” in mezzo alla natura, portate avanti con successo durante il periodo estivo, atte a valorizzare gli splendidi borghi del nostro entroterra, e “Incontri con gli Autori”, la maggioranza dei quali vere e proprie “voci fuori dal coro”, che hanno presentato le loro opere artistiche e letterarie. In programma, da qui ai prossimi mesi, vi sono tantissime altre iniziative proposte dal “Dispaccio Filosofico”. Il 1° febbraio l’INCONTRO CON L’AUTORE ha

visto la presentazione del romanzo “Un disastro chiamato amore” di e con Chiara Giacobelli. Il 7 Febbraio è stata la volta del CAFFE’ FILOSOFICO, “Passioni, Borsa e Scienza Economica” in collaborazione con l’”Università Aperta” di Rimini. Prossimi appuntamenti: - Mercoledì 15 Febbraio, PE R FOR M A NC E /SPETTACOLO, “Prove di Abbandono” di e con Ivan Fantini e Paola Bianchi - Domenica 26 Febbraio, SEMINARIO/WORKSHOP, “Schiavi senza catene” di e con Andrea Bizzocchi - Mercoledì 1° Marzo, INCONTRO CON L’AUTORE, “Poema della Residenza” di e con Loris Ferri - Mercoledì 15 Marzo, CAFFE’ FILOSOFICO, “Del Destino” A questo punto non resta che uscire di casa per incontrarsi e relazionarsi con altri esseri umani in carne ed ossa (cosa ormai non più scontata), parteci-

pando a questi stimolanti eventi con l’auspicio che possano incidere a livello culturale sul tessuto sociale del nostro amato territorio. Il “Dispaccio” vi aspetta!


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RIMINI

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Già socialista, già parlamentare con Forza Italia; ora nel Ncd con Alfano

Pizzolante, l’uomo che ha nelle mani il destino di Gnassi - A Rimini, alle elezioni della scorsa primavera la sua lista, Patto civico per Gnassi, ha preso cinque consiglieri; senza i suoi voti Gnassi non avrebbe la maggioranza. Dunque, lei è politicamente molto potente. È così? “Si. Ma se la mette in negativo glielo contesto. Se la mette in positivo è corretto; nel senso che il gruppo che abbiamo creato è si determinante, ma per fare insieme a Gnassi cose importanti per Rimini”. Il risultato elettorale è stato una sorpresa? “Il risultato è figlio di una lettura della politica attuale, nazionale e territoriale. Non è nato all’improvviso. Già due anni fa sostenevo che la dinamica politica italiana non era più centrodestra-centrosinistra; si stava andando verso un sistema tripolare: un polo negativo, distruttivo, quello del M5S; quello del vecchio centrodestra, in frantumi, dove a prevalere non era più l’area moderata e liberale ma quella antagonista di destra, populista; un polo positivo corrispondente all’area di governo, ovvero Partito Democratico con una forte presenza riformista alleato con forze centriste e moderate. E anche le nostre città avevano

L’INTERVISTA di Teresio Spadoni bisogno di essere governate da alleanze tra forze riformiste e forze liberali democratiche. Su questa lettura, ho dato vita a Patto Civico con Gnassi; una lista per dare al ceto medio - quello della piccola media impresa, quello di coloro che si sono inventati Rimini, bagnini, albergatori, professionisti, che tradizionalmente votavano centrodestra - la possibilità di incidere sulle scelte politiche e sui grandi cambiamenti della città”. È vero che nel suo gruppo c’era chi voleva far pesare il grande successo ottenuto e chiedere pezzi di potere importanti? “Quando con Gnassi abbiamo cominciato a ragionare sull’alleanza, la questione posti - per dirla in termini volgari - non è mai stata oggetto di conversazione. L’unico assessore che in qualche modo appartiene a Patto Civico è quello all’ambiente, scelto per la sua competenza e per le sue qualità professionali: insegna Economia Ambientale all’Università di Bologna”. Come è nata l’alleanza?

“Ci siamo incontrati due anni fa. Io ero il principale avversario di Gnassi ma, come ho detto, il campo politico era completamente cambiato, e su Rimini incombeva la concreta possibilità che il M5S conquistasse la città. Parlandoci abbiamo visto che potevamo unire le forze per rivoluzionare Rimini”. Quale percorso per arrivarci? “Siamo partiti dalla riqualificazione dell’area del mare. Una ventina di anni fa il turismo balneare faceva venti milioni di presenze: oggi sono dimezzate. Recuperati tre milioni con il turismo fieristico/congressuale, ne mancano all’appello sette; il che significa che la nostra offerta è invecchiata. Oggi si accende il telefonino e con pochi clic si può decidere di andare ovunque nel mondo con costi magari inferiori. Detto questo, il ‘Parco del Mare’ lo si fa con un’operazione dirigista del Comune o in collaborazione col mondo delle imprese che gravitano su quell’area? In collaborazione con le imprese, ci siamo detti. Bene, io

ho coinvolto quel mondo e quelle imprese. E ancora: Rimini, come tutta la riviera, è divisa in due dalla ferrovia. Un muro che ha creato due mondi con interessi a volte divergenti. Quello della ricucitura della città è un mio cavallo di battaglia da sempre. Il Comune ha una trattativa in corso con Ferrovie dello Stato sul come utilizzare gli ettari intorno alla stazione; l’idea è far diventare quell’area il nuovo centro urbano di Rimini dove trasferire, per esempio, gli uffici comunali. Ma non solo quelli! Altro punto importante è l’attivazione di un processo di rigenerazione della città. L’approccio del cittadino con la Pubblica Amministrazione non può concludersi sempre con un “non si può fare”. Una burocrazia che vince sempre crea povertà: i giovani scappano, le imprese e i negozi chiudono. Non può esistere l’impossibilità di adeguare a mutate esigenze famigliari un grande appartamento dentro la città storica, per esempio; ma per evitarla bisogna cambiare le regole, semplificare. Ci sono, dentro la città e in Provincia, decine di imprese importanti – dal polo sanitario del Sole Salus, a una serie di altre attività imprenditoriali in

tutti i settori - che da anni chiedono di fare investimenti per riqualificarsi, per crescere, per creare più fatturato; e, quindi, più posti di lavoro. Ragionare sulla rigenerazione urbana e sull’abbattimento della burocrazia, significa dare il via a quelle opportunità”. C’è anche il problema del mare: come si fa turismo se l’acqua è sporca? “La questione fogne io l’avevo affrontata già nella campagna elettorale di quattro anni fa. Allora tutti si scandalizzarono, ma il fatto che due anni dopo Gnassi parlasse del problema, portò all’inizio del dialogo fra me e lui. Oggi bisogna dire che gli investimenti sulle fogne li ha fatti e li sta facendo. Rimini però, non ha mai basato la sua forza soltanto sulla qualità delle acque del mare. Per Rimini il turismo non è stato soltanto un luo-

go, ma le emozioni vissute in quel luogo. Per dirla con Ersilio Tonini, Vescovo di passaggio, “Rimini è quel luogo dove ciò che succede nel mondo accade prima”. Rimini ha venduto la capacità di creare tendenze, in tutti i campi”. Lei ha detto che l’offerta balneare è invecchiata; perché allora non rivalutare il Centro storico dove ci sono monumenti non banali? “Le due cose non sono in alternativa; per recuperare quei flussi turistici bisogna farle entrambe. Uno dei punti dell’accordo, infatti, prevede di accelerare al massimo sulla ricostruzione del Teatro Galli; dopo settant’anni, per la fine della legislatura penso che riusciremo ad averlo nella sua piena efficienza e nel suo pieno splendore. Inoltre, portare a termine l’operazione Fulgor con tutto ciò


RIMINI

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La sua lista, Patto civico per Gnassi, ha incamerato 5 consiglieri comunali

Il parlamentare riminese Sergio Pizzolante intervistato in redazione

che ci sta dietro è un altro grande grande investimento sulla storia e sulla cultura di Rimini. Nei decenni passati, non aver saputo valorizzare la figura di Fellini è stato un errore gravissimo. Nel mondo, Fellini è molto più conosciuto di quanto non lo sia Rimini; Fellini deve stare a Rimini come Mozart sta a Salisburgo”. L’Italia pare non avere una politica del turismo in grado di affrontare la forte competitività dei mercati mondiali. È vero? “Due mesi fa c’è stata la possibilità di votare una riforma costituzionale che cancellava l’obrobrio della riforma del 2001 (titolo V) che, sulle politiche turistiche, assegna poteri praticamente totali alle Regioni: gli italiani l’hanno respinta”. Però l’ENIT è nazionale… “L’ENIT è uno strumento attuatore di politiche; con pochissime risorse e che non funziona. Ma le politiche sul turismo non le

fa l’ENIT. La legge sul Condhotel (struttura mista fra appartamento e albergo) da me proposta e fatta approvare si è fermata perché la Regione Trentino ne ha rivendicando la competenza di fronte al Consiglio di Stato. Riportare a livello centrale coordinamento e capacità di investimento sulla costruzione e promozione del prodotto turistico è fondamentale, perché su mercati ricchi come Stati Uniti e Cina non ci si può andare come singola regione”. Già, ma poi la gente bisogna portarcela a Rimini, e con un aeroporto così… “Intanto abbiamo fatto di tutto per salvarlo e ce l’abbiamo fatta. In questo momento l’aeroporto è un aeroporto privato. Poi, vediamo cosa succede”. Non è un po’ poco “vediamo cosa succede”? “È un po’ poco. Ma ancora ci sono delle dinamiche che… insomma, per la Magistratura gli

aiuti pubblici possono essere soggetti a inchieste, quindi diventa complicato dire al pubblico cosa il pubblico può fare dell’aeroporto. Comunque, averlo sottratto alle reali dinamiche di mercato è stato un grosso errore; quando Rimini sviluppava un traffico di un milione di passeggeri perdeva soldi mentre adesso che ne sviluppa duecento/ duecentocinquantamila li guadagna: bisognerebbe chiedersi come mai”. Veniamo a Riccione: come legge la situazione? Ce la vede la fine anticipata della legislatura? “Da due anni non mi occupo della vicenda politica riccionese; due anni fa avevo una visione: la mia visione è stata sconfitta, ho perso. Allora pensavo fosse giusto e logico fare a Riccione la stessa operazione che ho fatto due anni dopo a Rimini; non si è potuta fare e adesso sono un osservatore e basta. Vediamo che succede”. Solo un osservatore? Quello che sta facendo Unione civica è abbastanza paradossale… “Io su questo devo essere ermetico, devo fare il professionista. Io non me ne sono occupato e non

me ne sto occupando”. E non se ne occuperà? “Questo lo vedremo. Ma quello che sta succedendo a Riccione non dipende da me, dipende solo da loro. È chiaro?”. Neanche nel futuro prossimo prevede un’operazione come quella di Rimini? “Su questa cosa io devo dare una risposta secca: io da due anni non me ne sto occupando; quello che sta succedendo, checché se ne dica... ha visto le polemiche sui giornali? Sembra che sia tutta colpa mia. Ma questa non gliela lascio: quello che sta succedendo non è figlio di iniziative mie; stanno facendo tutto da soli. Le mie idee per il futuro ce le ho, e quando sarà il momento le dirò”. Con lei sono tornati al potere i socialisti riminesi? Moretti, Bonizzato, Capacci... gliel’hanno data una mano? “No. La cosa strana è che io ho fatto un movimento che prende più o meno gli stessi voti che prendeva il Partito socialista negli anni Ottanta! Ma la mia non è una lista socialista; è una lista di ceto medio dove dentro ci sono elettori socia-

listi, e non solo. Diciamo che non c’è stato un contributo dei leader storici rispetto a questo risultato”. Tirincanti? “Tirincanti è un mio amico personale, che ha fatto scelte politiche diverse dalle mie”. E di lei cosa ci racconta? “Io? Sono nonno; ho cinquantacinque anni, sposato con due figli. Sono nato a Castrignano del Capo in provincia di Lecce. Qui a Rimini la mia carriera politica è iniziata con Franco Giunta”. Da ragazzo non era socialista… “Sempre stato socialista: figlio di una famiglia socialista; mio padre faceva il muratore ed era consigliere comunale del suo paese. Mia mamma aveva la passione per la politica e mi portava a sentire i comizi. A quindici anni sono diventato craxiano, e non ho mai smesso di esserlo. Per la mia formazione è stata decisiva la lettura di un libro”. Quale libro? “Un libro scritto da Bettino Craxi e dal filosofo Luciano Pellicani: ‘Pluralismo o Leninismo’; c’era l’idea craxiana che la democrazia fosse incompatibile con il comunismo. Segretario della FLM a ventun anni, ad un certo punto ho capito che non potevo costruire tutta una vita tra sindacato e politica, così ho lasciato e sono andato a fare il commerciale per un’azienda di Rimini. Sono tornato nel sindacato a ventotto anni. Poi, segretario del PSI a Rimini e membro della Segreteria regionale; segretario regionale nel ‘90. Nel ‘92/’93 vado a sbattere su tangentopoli e mani pulite: anni terribili! Nell’arco di pochi mesi divento un “appestato”, pur non avendo vicende giudizia-

rie; di coloro che hanno lavorato con me negli anni belli nessuno più rispondeva nemmeno al telefono: questa è l’Italia! Chiudo con la politica e mi ricostruisco una vita professionale/imprenditoriale nel settore della comunicazione. Nel 2000 muore Craxi e sua figlia Stefania mi chiede di aiutarla a costruire la Fondazione. Poi, dopo un incontro con un gruppo di socialisti italiani, Berlusconi propone a Stefania e a me di candidarci; nel 2006 divento Deputato”. Perché in Italia c’è necessità di utilizzare finanziamenti illegali: tangenti e quant’altro? “Parlando del finanziamento della politica il confine tra la legalità e illegalità è dato dalla chiave di lettura. Alcune volte si utilizzano meccanismi, per così dire, scorretti per raggiungere fini corretti. Infatti, le inchieste di tangentopoli hanno riguardato il solo periodo che va dal 1990 al 1992/93 perché il parlamento, avendo compreso che il finanziamento irregolare – tutti i partiti avevano ricevuto soldi, chi dall’America, chi dalla Russia – andava a braccetto con la costruzione della democrazia in Italia, col voto favorevole di tutti - PCI compreso - approvò una legge di amnistia totale fino al ‘90. Il problema è che accanto al finanziamento dell’attività politica c’è stato arricchimento personale. Questo si che è disdicevole! Ma... occhio ai moralisti! Bettino Craxi diceva “Io nella mia vita non ho mai conosciuto un moralista onesto”. E Benedetto Croce sosteneva che “la disonestà materiale – rubare – è un fatto grave, ma la disonestà intellettuale non è meno grave”. Se in Italia la disonestà intellettuale fosse un reato penale, molti di quelli che si ergono a moralizzatori della società, sarebbero in galera”.



RIMINI

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‘Spiagge di lusso’ di Lidia Maggioli e Antonio Mazzoni racconta una triste pagina di storia locale - Spesso passata sotto silenzio, la Shoah romagnola rivive nel libro “Spiagge di lusso”, frutto del lavoro di ricerca ininterrotta di Lidia Maggioli e Antonio Mazzoni. Il volume, edito dalla casa editrice Panozzo, e corredato di fotografie d’epoca, racconta gli ebrei della provincia di Rimini nel periodo successivo all’introduzione delle leggi razziali del ‘38, focalizzandosi ampiamente su storie di uomini e famiglie comuni, trovatisi da un giorno all’altro sull’orlo del baratro. I dati, frutto di un lungo e certosino lavoro di ricerca dei due autori, ci danno un approfondito resoconto di una delle pagine storiche piu nere che il nostro territorio si è trovato a dover affrontare dalla vigilia dell’ignobile entrata in vigore delle leggi razziali, fino alla sconfita del fascismo e del nazismo, all’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale. Malgrado si sia sempre cercato di minimizzare il tema della persecuzione ebraica sul nostro territorio, relegandola ad un accanimento all’acqua di rose, man mano che si andava avanti nella ricerca ci si è trovati di fronte ad una realtà distante mille miglia da quello che si potesse immaginare. La questione ebraica era una questione seria. Tutto quello che piu deprecabile potesse essere fatto fu fatto minuziosamente. L’Italia si pose al livello della Germania nazista, né piu né meno, e la persecuzione raggiunse i massimi livelli. Il Riminese fu teatro di vicende che videro protagonisti sia chi utilizzò la questione razziale nel senso peggiore del termine, sia chi mise in moto idee e fatti tali da

Rimini e la Shoah, ferita ancora aperta Nel Riminese 14 erano le famiglie ebree, di cui 10 miste. 9 erano del capoluogo, 4 di Riccione e una di Cattolica. LASTORIA di Emanuele Foschi creare atti di solidarietà. A questo va aggiunto che proprio queste leggi si declinano nella realtà di oggi, adducendo termini di paragone calzanti riscontrabili in atti di ostilità praticati in varie parti del mondo. Il contesto quotidiano in cui sono avvenuti i fatti tendono a riguardarci. Cosi come, le persone, i luoghi, le circostanze, le emozioni, spesso raccontati dagli stessi sventurati protagonisti o dai parenti. Il tema non potrebbe essere piu attuale, in un contesto odierno in cui l’assunzione dell’appellativo fascista scatena paradossalmente in alcuni casi un motivo di orgoglio, anziché di vergogna. Non è solo storia, ma prevenzione, e quindi un discorso politico. Ma, perchè spiagge di lusso? Qual è il legame che intercorse tra la nostra costa e questa piccola Shoah? Verrebbe da pensare a spiagge

Antoniuo Mazzoni, uno degli autori La copertina del libro alla moda, in cui il divertimento lo fa da sovrano. In realtà non era cosi. Dopo il 1500 la costa romagnola non aveva una presenza ebraica considerevole. Erano solamente una quarantina gli ebrei risiedenti nel territorio dagli anni ‘20. Le zone interessate a questo tema di larga diffusione si dipanavano tra Bellaria e Cattolica. Proprio Cattolica fu una città di estrema rilevanza nella storia di uno dei piu significati testimoni della Shoah riminese: Cesare Finzi. Trascorse l’infanzia a Ferrara, dove frequentò le scuole elementari ebraiche ferraresi fino alla terza, quando le leggi del ‘38 lo spogliarono di tutti i diritti, costringendolo insieme alla famiglia

ad emigrare piu a sud. Prima a Ravenna, dove vennero ospitati dalla famiglia Muratori, essendo tutti gli hotel occupati, poi a Gabicce, dove vennero forniti loro documenti falsi, e infine Cattolica. Cesare Finzi diventò cosi Cesare Franzi, e come lui, altri componenti della sua famiglia cambiarono identità. Nessuno di loro risultava piu ebreo. Tredici persone furono salvate in quell’occasione, ospitati dalle suore maestre pie di Cattolica. Venne dichiarato Giusto nel 2007, e la sua storia è raccontata nel libro autobiografico “Qualcuno si è salvato”. Con il nucleo familiare dei Finzi, ce n’era anche un altro: i Rimini, provenienti da Mantova. E anche loro furono costretti a cambiare il proprio nome in Ruini. Nel piccolo centro collinare sia il già citato Cesare sia i figli dei Rimini poterono continuare a frequentare le lezioni e a sostenere le lezioni, sempre sotto la copertura delle suore dell’ordine religioso. Non senza condividere i disagi e i pericoli della guerra, aiutati dagli abitanti del luogo, che li considerarono clandestini ebrei. Sempre a Cattolica, un ebreo ungherese, Carlo Widger, sposato con una signora del posto, era direttore dell’albergo Regina, divenuto poi Ritz. Nel ‘39 venne sollecitao ad andarsene dall’Italia, per essere tra l’altro coproprietario della struttutura turistica. Erano dodici anni che Widger risiedeva a Cattolica, e fece di tutto per rimandare la partenza, anche per non compromettere la stagione balneare. Ma fu tutto inutile; dopo

un tira e molla di mesi, tra il segretario federale del partito nazionale fascista che avrebbe acconsentito ad una sua permanenza per ancora del tempo, la moglie che minacciava di andarsene non appena saputo le sue origini ebraiche, e il socio che gli fece pressioni in tal senso, Widger fu costretto a lasciare Cattolica. Ma, perché un ebreo ungherese dovette andarsene dall’Italia? Alla promulgazione delle leggi razziali del ‘38 fu un’affermazione piu di altre ad inquietare: Gli ebrei non appartenevano alla razza italiana. Dall’ottobre del ‘43, dopo l’occupazione nazista della penisola gli ebrei divennero a tutti gli effetti appartenenti a nazione nemica. La rapina di beni, il carcere e le deportazioni, dal campo di smistamento di Fossoli fino ad Auschwitz ,erano cose all’ordine del giorno nel clima che si respirava allora. Esso può riguardare indistintamente sia un popolo, un’etnia o una religione, creando discontinuità nel modo in cui poi avvennero le persecuzioni. Gli ebrei italiani recepivano le limitazioni a loro inflitte ma, erano costantemente in attesa, aspettavano. In pochi abbandonavano l’Italia in tempi rapidi. Questo perché non si pensava che di li a poco si potesse attentare alle loro vite. L’ordine di arresto fu trovato, dalla coppia di ricercatori, presso l’Archivio di stato di Bologna; e recava la data del 30 novembre del ‘43. L’ordine tedesco, consegnato al questore, era impassibile: la consegna di tutti gli ebrei arrestati sulla base della nuova disposizione italiana. Gli ebrei puri, ma anche coloro che da generazioni avevano sangue non ariano nelle vene, con inclusione di malati, donne e bambini. Durante la guerra erano molti gli ebrei che si mischiarano agli sfollati, nel tentativo di non farsi catturare, spesso assumendo anche loro altre identità. Nel Riminese 14 erano le famiglie ebree, di cui 10 miste. 9 erano del capoluogo, 4 di Riccione e una di Cattolica. Il numero degli ebrei censiti

nella nazione erano circa 57000, compresi gli stranieri. La maggior parte provenivano dal centro Europa, arrivati in Italia con l’illusoria speranza che qui le condizioni potessero rivelarsi migliori. Capitava spesso che quelli che rimanevano in italia fossero internati in campi o comuni di concentramento. A questo proposito si ha un triste primato di quasi 50 campi, e circa 450 comuni. Rimini e Riccione detenevano il primato di possedimenti di villini per le vacanze Tra le famiglie ebree residenti, c’erano anche quelle che venivano in villeggiatura La famiglia fiorentina dei Levi, proprietaria dell’omonimo villino di Riccione omaggiato sulla copertina del libro, è un esempio di quanto la confisca di beni immobiliari appartenenti ad ebrei, dall’alto valore architettonico, fosse attuata in maniera integerrima. Un caso particolarmente significativo, e che colpì molto i due ricercatori, tanto da effettuare ricerche particolarmente difficili per venirne a capo, fu quello del riminese Guido Cohen, che aveva una merceria a Viserba. Venne catturato nel ‘44 e se ne persero le tracce, ipotizzando che fosse finito ad Auschwitz, passando per Verona. Si scoprì che mori invece all’ospedale di Rimini, molti anni dopo. Sono numerose le storie narrate dai due studiosi e ampliamente sviscerate nel volume nei particolari anche piu intimi, testimonianze di chi quelle vicende le ha vissute sulla propria pelle, alcuni ancora vivi per raccontarle; altri ancora scomparsi, ma le cui testionianze arrivano attraverso i familiari. Da una ricerca effettuata presso l’archivio di Roma, sono venuti fuori frammenti di una realtà inquietante. Fu proprio negli alberghi della riviera che avvenne la ricerca sistematica degli ebrei, tra Rimini e Cattolica. In quanto spiagge di lusso, fatta eccezione per Cattolica, che si fregiò di questo riconoscimento solo nel 43, la presenza di villeggianti di razza non ariana era severamente vietata, già dall’entrata in vigore delle leggi razziali. Tra il ministero, le autorità provinciali e i responsabili delle aziende di soggiorno c’era un sentore d’allerta e di preoccupazione erano allertati e spaventati per eventuali fatti spiacevoli che sarebbero potuti succedere, tanto da creare un paradossale unicum nel modo di gestire l’attività balneare.


VALMARECCHIA Novafeltria. Lia: gli anni, il cielo e le stelle 10

di Gianloris Cresti

- Ci troviamo in un borgo di

case, Mercatino Marecchia, l’attuale Novafeltria, che prende il nome proprio dal fiume che scorre e pochi metri dall’abitato, al centro della valle del Fiume Marecchia. Ultimo Comune in ordine di nascita, Mercatino, nasce da una costola del Comune di Talamello attorno alla fine del 1800, quando appunto il borgo era un insieme di case semplici, antiche chiese e palazzi signorili, sede del mercato che settimanalmente univa, come avviene tuttora, la popolazione della valle, che qui si recava per lo scambio di prodotti agricoli e di bestiame. Lia è una donna con la vita ormai al tramonto, e in questo periodo particolare della sua vita, si trova a vivere due eventi particolari, la fine naturale del rapporto del borgo con i Conti Segni di Bologna, che qui passavano le loro vacanze, e che portavano un tocco di signorilità dalla città felsinea, e la nascita del Comune, organo nuovo con nuove regole, e nuove responsabilità. La sua vita era stata costellata di eventi e persone che ora paragonava alle stelle di quel cielo che spesso si era trovata a guardare, affascinata da quella miriade di piccole luci. Il caldo non era pesante come quello della settimana precedente, ma con la finestra aperta e la brezza che saliva dal fiume, si dormiva decisamente meglio, anche se le ore di sonno, per lei, erano davvero poche adesso, non come da giovane, quando doveva sempre essere chiamata da sua madre o sua zia, perché non voleva mai abbandonare quel comodo giaciglio. Anche se la finestra era piccola, oltre vi si poteva notare un cielo meraviglioso, pieno di stelle, brillantissime, e in sottofondo il rumore della piccola fontana nel centro della piazza davanti casa sua. Arrivavano anche le voci di Cecco, del vecchio Mengo e di Simone della Zaira, che sotto il pergolato stavano ancora giocando a carte. Nel pomeriggio, proprio uscendo da casa di sua figlia, incontrando Diana, l’amica di sempre, Lia non potè fare a meno di pensare che gli anni erano passati per entrambe, e più o meno avevano lasciato segni, Diana con le sue ossa sempre doloranti, costretta a camminare con un bastone, lei invece la schiena e la gobba che ormai da anni cercava di nascondere sotto scialli pesanti di lana scura. Gli anni, già, passi di una strada chiamata vita, alcune volte pesanti, altre più leggeri, alcuni fatti insieme alle persone a cui si vuole bene, altri purtroppo da soli, ma sempre comunque da compiere, pensava Lia. Alcune bestemmie dei giocatori sotto il pergolato la riportarono alla realtà. Si alzò dal letto, e raggiunta la finestra, disse “Che il campanile di Santa Marina vi cada in testa alla prossima bestemmia, ......e andate nelle vostre case, non vedete che ora è ?” e dicendolo, chiuse i pesanti scuri, come se loro potessero fermare le imprecazioni che nascevano da un

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Alla scoperta delle bellezze della Valmarecchia. Nasce da una costola di Talamello

COMUNITA’ bicchiere di vino di troppo. In quei giorni tutte le discussioni avevano due argomenti principali, la possibilità che Mercatino potesse diventare Comune, e la morte della Contessa Segni. Il secondo argomento la colpiva di persona, perché per molti anni aveva lavorato in quel palazzo come Cuoca, aveva conosciuto la famiglia Segni da Bologna e aveva toccato di persona l’amore che, soprattutto la Signora, ma anche tutta la famiglia, avevano per quel borgo di case, per il gran via vai di persone e di merci nei giorni di mercato che contrastava con la quiete che invece regnava il resto della settimana. Venivano da sempre, tutta l’estate, da Maggio a Settembre, per respirare l’aria salubre, e scappare da Bologna, dove la vita era sempre troppo frenetica. Mercatino non offriva molto, ma la genuinità delle persone, i sapori della cucina, la possibilità di fare gite in calesse fino su a Talamello, a Maiolo o giù alla Pieve di Secchiamo del Marecchia, erano ormai appuntamenti fissi per la famiglia Segni. Si diceva anche infatti, che tanto era l’amore che provavano per quel piccolo gruppo di case che, se si fosse deciso di farne Comune, loro avrebbero gradito che il loro palazzo, la loro dimora estiva, divenisse sede di quel nuovo organo amministrativo. Quando le due donne si conobbero era una giornata di Maggio, di circa 10 anni prima, ma forse anche più, era l’anno in cui sua figlia Agata ebbe i due gemelli. Un giorno, di rientro dalla visita a sua figlia su a Talamello, si imbattè nella carrozza dei famiglia bolognese di ritorno dalla visita al Crocifisso miracoloso, e trovo strano quando questa si fermò davanti a lei. Ne scese proprio la Contessa che, garbata e quasi imbarazzata, le chiese se conoscesse qualche signora, con buone referenze, che, dietro il pagamento di un buon mensile, avrebbe potuto occuparsi delle sue cucine e della cantina. Magari lei stessa, visto che la Contessa sapeva essere la figlia dell’oste della piazza e moglie del

Novafeltriua, la piazza Perticara, il Museo

fornaio. Le avevano parlato molto bene di lei. Salutandola con un inchino, le promise che ci avrebbe pensato e che le avrebbe fatta visita entro un pio di giorni per comunicarle la sua decisione. Il loro rapporto durò per molti anni, e ora, qualcosa era venuto a meno nel suo cielo, una delle stelle si era spenta, una stella che l’aveva fatta sentire appagata e spesso una di famiglia, lei che era di umili origini, figlia di un semplice oste. In quegli stessi giorni, una nuova stella brillava sul cielo di Mercatino, ed era quella della Nilde. Finalmente la figlia del Maresciallo Nicolini, era riuscita a farsi vendere la licenza dell’osteria, posta al piano terra del Palazzo dei Segni, e aveva aperto un Caffè alla moda, il Caffè Grand’Italia, un vero caffè come nelle grandi

cittadine, e anche la Contessa aveva dato il suo benestare, prima di morire, a quel tocco di glamour che segnava il passo dei tempi di quel borgo, da semplice Rione di Mercato a Comune d’Italia. Si perché era sulla bocca di tutti, soprattutto nelle osterie, che presto Mercatino sarebbe divenuto Comune, a discapito di Talamello, e in parte anche di Mercato Saraceno, e vi era un gran da fare attorno a nomi da dare al nuovo Comune, alle frazioni, e di come e fra chi, scegliere il nuovo Sindaco, già, un Sindaco a Mercatino, chi lo avrebbe mai detto. Tutti attendevano a giorni un editto della Prefettura, e chissà quale vociare per le strade l’indomani che era giorno di Mercato pensò Lia. Già vedeva i capannelli delle persone,

LA SCHEDA

Novafeltria, l’antica Mercatino Marecchia - Il Comune di Mercatino Marecchia, creato con legge n. 124 del 24 marzo 1907, venne attivato nel 1910 . Gli era assegnato come territorio una cospicua porzione di Talamello con cinque frazioni (Sartiano, Torricella, Perticara, Secchiano e Uffogliano). Nella generale riorganizzazione delle circoscrizioni comunali del 1928 Mercatino Marecchia inglobava una frazione di Sant’Agata (Libiano) e i territori dei soppressi comuni di Maiolo (con Antico) e Talamello: comuni che riacquistavano personalità giuridica e autonomia nel 1945, mentre

San Pietro in Culto

Libiano rimaneva definitivamente acquisito. Frattanto nel 1941 , il capoluogo aveva assunto la denomina-

zione ufficiale di Novafeltria. Ora Novafeltria è un Comune della Provincia di Rimini, in Emilia-Romagna. È sede dell’Unione dei comuni della Valle del Marecchia. Da vedere: Oratorio di S. Marina (anno 1191) che si affaccia sulla piazza principale del paese, Pieve di S. Pietro in Culto (anno 95a) una delle più antiche chiese di tutto il Montefeltro, la Pieve di S. Maria in Vico a Secchiano, il Museo Sulfur a Perticara, l’Ara Sacrificale di Torricella

tutti dottorati in legge ovviamente, a discutere di norme, di diritti e di doveri, fra una compravendita di un vitello e la spartizione di una cesta di uova, e le signore tutte a correre al banco delle stoffe per accaparrarsi la migliore per il vestito da indossare alla proclamazione del Comune e del nome che, quel semplice borgo di case, ora si sarebbe trovato cucito addosso, proprio come un vestito nuovo. Il giorno di mercato era passato, era stata una giornata calda, umida e lei ne aveva risentito molto, faticava a respirare, e la schiena era sempre più dolorante. Ne aveva parlato con suo marito, e lui, come sempre, ci aveva fatto su una battuta, lui era fatto così, non prestava mai il fianco alla parte negativa delle cose, e questo negli anni era stata una fortuna, perché il suo forno era sempre pieno di clienti. Il suo Silvano era stato negli anni davvero una buona spalla, un marito irreprensibile, un gran lavoratore che mai aveva fatto mancare il cibo sulla tavola, a lei o ai suoi cinque figli, per i quali si era anche impegnato molto affinché avessero un istruzione adeguata, visto che lui aveva appena il diploma di seconda elementare. Con molta fatica, quel giorno, e non era una che ne richiedesse spesso l’intervento, era stata anche nell’ambulatorio del Dottor Lucchetti, marito della sua amica Prassede, era andata a chiedere una pomata per la schiena, affinché potesse riuscire a riposare meglio la notte, perché erano mesi ormai che quel letto, le sembrava ogni notte sempre più duro della precedente, e dormire si era fatto pressoché impossibile. All’orizzonte, sopra il Pincio, delle belle nuvole nere, ora stavano facendo bella mostra, e Lia sperava fosse segno di un bel temporale rinfrescante, che durasse il tempo di poter riprender fiato dalla calura estiva, magari se rinfrescava avrebbe potuto riposare meglio anche la notte, e non dover rimanere a guardare il cielo per ore, come spesso le accadeva ultimamente. Venne il temporale, ma subito tornò il caldo umido che tanto le

dava fastidio, e allora decise di ritirarsi su in camera, la parte della casa che più di ogni altra le dava un po’ di refrigerio, avendo le finestre che guardavano verso il Fiume Marecchia e verso la Rocca di Maiolo. Già, la Rocca, suo marito le diceva che avevano ormai la stessa età, tutte e due ruderi, dimenticate dal tempo, anche se lei poi questa cosa non l’aveva mai creduta. La sua vita, come quella della nobile Rocca, avevano comunque lasciato per le generazioni future un segno, lei aveva messo al mondo cinque figli che ne avrebbero portata avanti la memoria e la Rocca con i suoi ruderi, era ancora li a dare segno di un passato glorioso, visibile anche ai prossimi abitanti di quella valle. Il caldo insopportabile aveva lasciato il posto a giornate sempre più fresche, i pomodori nell’orto avevano lasciato il posto ai fagioli, e finalmente il melo in fondo al giardino era pieno di rossi frutti golosi. E si, aveva pensato, l’autunno si sta affacciando, e dopo di lui sarebbe arrivato l’inverno, due periodi carichi di pioggia e di nebbie, e lei ne avrebbe subito le dolorose conseguenze, non che l’estate e il caldo umido le avessero portato benefici. Erano giorni in cui, stare accanto al camino, era la cosa migliore che riuscisse a fare, in compagnia del suo fido Nerone e della gatta Nerina, a guardare le scintille della legna che ardeva, salire su per il cappa, come stelle gioiose, mentre fuori una uggiosa pioggia o una fitta nebbia avvolgevano quel borgo che presto, avrebbe visto l’inizio di una nuova era. Il Novecento era iniziato da pochi anni e già si era rivelato un periodo di grandi novità per tutta la valle, e quando fu ufficialmente proclamato il Comune di Mercatino Marecchia, era cose se fosse un atto dovuto, tutto era già stato predisposto da tempo, la sede nel Palazzo dei Conti Segni, il nome del Primo Cittadino, e tutte le migliorie, o presunte tali, che stavano per prendere il via. Lia era sicura che, quel borgo di case abitate da semplici famiglie, anche in vista dei cambiamenti futuri, sarebbe rimasto sempre un luogo dove la gente avrebbe voluto e potuto riunirsi per scambiare merci e porzioni di vita, avrebbe potuto usufruire del clima del fiume e della benedizione della storia, e così nei secoli, perché Mercatino era nata con quello scopo, quello cioè di far sentire bene le persone, regalando loro serenità di un borgo di campagna con qualche tocco di modernità, di innovazione. La sua vita volgeva ormai al termine, ma sapeva che il suo borgo avrebbe continuato a regalare ai suoi abitanti quel cielo stellato e sereno che lei

amava spesso guardare dalla piccola finestra di camera sua, un cielo che, anche nelle notti più’ nere, regalava sempre una brillante stella da ammirare.


ECONOMIA

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Produce caricatori (robot) per torni. Esporta il 40 per cento. Macchine del 10-15% più care del concorrente svizzero

“Top Automazioni”, seconda al mondo LA SEDE

Una nave verso il mondo

AZIENDE CHE VANNO - “L’unica strada per crescere è la valorizzazione del patrimonio umano, insieme all’innovazione tecnologica”. Partito in un capanno dismesso a Poggio Berni, Bruno Bargellini l’ha fatta diventare la seconda azienda al mondo per la produzione di caricatori per torni. Davanti c’è solo un marchio svizzero; però diamo loro scacco: i “robot” italiani finiscono sul mercato ad un prezzo del 10-15% superiore alla concorrenza elevetica, grazie alla tecnologia, alla velocità e all’assistenza. E ai rapporti umani. Dalla scorsa estate, la sede è nell’architettonico stabilimento della zona industriale di Poggio Torriana Negli ultimi anni, Top Automazioni, è sempre cresciuta a cifra doppia. Quest’anno dovrebbe toccare i 15 milioni di fatturato (13,5 l’anno scorso). Esporta il 40 per cento della produzione; quello tedesco il primo mercato con il 12 per cento. Uno sbocco importante ed in forte crescita è quello messicano. Il suo maggiore cliente (lavora per Boing, Ford, Audi...) gli compra 3-4 robot l’anno; ne ha già installati 25. “Sono andato a sentire gli umori di quel mercato - raccon-

Bruno Bargellini davanti ad un suo caricatore La palestra interna

ta Bargellini, una passionaccia per le auto vecchie ed i colori -. Le uscite protezionistiche del presidente americano Trump mi stanno preoccupando. Ho trovato imprenditori pensierosi e altri meno. Ogni anno, per 6 mesi, prendo la valigia per vendere, fare assistenza, stringere le mani, capire come stanno le cose, imparare. Il mondo corre talmente veloce che bisogna cercare di capire che cosa fare”. Il geniale artigiano che da terzista partito in un capanno,

ha creato un gioiellino che porta in alto la bandiera del made in Romagna nel mondo per puro caso. Inizia, come tanti tra Rimini e Pesaro, con una torneria che lavora per il colosso riminese Scm. L’anno della svolta è il 1988; acquista un tornio. Solo che per il caricatore dovrebbe aspettare un anno. Così, se lo progetta e realizza (ora et labora, direbbero i benedettini oggi pensiero di riferimento per molti imprenditori illuminati). Sforna un gioiello

di tecnologia che prima non esisteva. I rappresentanti che visitano la sua azienda gli propongono di venderlo. Nel 2000 nasce Top Automazioni. Poi è storia di oggi, ma in casa Bargellini le acque sono sempre in movimento. Ha brevettato un caricatore per torni fantina, cioè mobili, che dovrebbe dare un ulteriore balzo al marchio riminese che ha nel logo l’azzurro e la bandiera italiana. Se tutto va bene lo presenterà alla fiera di Parma il prossimo marzo; altrimenti, dopo l’estate, in Germania, Francoforte. Bargellini ha un’idea resposnabile di fare impresa; si potrebbe dire all’Adriano Olivetti. Luoghi luminosi e puliti, musica ovunque (uffici e produzione), tutti in divisa, mensa gratuita, palestra, visite mediche gratuite. E presto arriveranno campi da tennis, calcetto e beach tennis. Bargellini: “Un bravo imprenditore ha a cuore le famiglie del proprio territorio”.

La facciata del nuovo stabilimento. Le putrelle estetiche di notte sono illuminate con il tricolore - “Avevo in mente uno stabilimento simile da sempre. Finalmente l’ho realizzato”. Inaugurata lo scorso settembre, la nuova sede della Top Automazioni è un gioiello di architettura piena di luce. Bruno Bargellini si è ispirato alla prua di una nave: a simboleggiare la navigazione verso il mercato. Magari il successo. Il particolare è curato in ogni dettaglio: tanta luce naturale, un piano colori alle pareti (quelli dell’arcobaleno), mobili, sedute e poltrone tra il miglior artigianato del made in Italy (imbottiti Adrena-

lina), una hall a base triangolare che fa entrare il cielo nella quale si aprono i ballatoi con gli uffici, una sala conferenza da 100 posti. A disposizione dei collaboratori un’ampia mensa (pasti gratuiti), una palestra arredata Technogym aperta dalle 18 alle 23 per dipendenti e familiari. In costruzione altri 5mila metri quadrati di stabilimento, con in giardino un campo da tennis, uno di calcetto e beach tennis. Finora ha investito 10 milioni di euro; la metà rispetto agli anni pre-crisi.

Alternanza scuola-lavoro a Volontarimini - Alternanza scuola-lavoro a Volontarimini Un’opportunità di formazione e crescita per 12 studenti del Liceo economico-sociale Tra le novità della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) vi è anche l’alternanza scuola-lavoro: un periodo obbligatorio per tutti gli studenti del triennio delle scuole superiori in cui inserirsi per un breve tempo in contesti lavorativi coerenti con il proprio profilo di studi. Obiettivo è quello di sollecitare l’interazione tra scuola e mondo del lavoro per una maggiore corresponsabilità educativa e sociale orientata alla valorizzazione delle aspirazioni degli studenti. Dodici studenti del Liceo economico-sociale Cesare-Valgimigli di Rimini per due settimane sono statti impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro pro-

prio nella sede di Volontarimini, accompagnati dai loro insegnanti. I ragazzi sono stati suddivisi in quattro aree di lavoro: comunicazione e redazione, progettazione sociale, documentazione e rendicontazione, organizzazione di eventi cimentandosi in molteplici attività: redazione di articoli, ricerca di bandi e opportunità di finanziamento, aggiornamento banca dati, ideazione di eventi, catalogo immagini, traduzioni. Hanno avuto l’opportunità di incontrare parte del ricco mondo dell’associazionismo riminese collaborando con l’associazione Vittime civili di guerra, con l’Unione ciechi, l’associazione Anipi e l’associazione Emergency che, attraverso il coordinamento di Roberta Vidali, ha coinvolto i ragazzi nelle attività con gli studenti dell’Istituto comprensivo “A. Marvelli”. Ma non solo: un gruppo ha avuto anche l’opportunità di rac-

Ragazzi in alternanza scuola-lavoro

contare il progetto in diretta radio e tv nell’ambito del programma “Tempo reale”, condotto da Simona Mulazzani e Andrea Polazzi per Icaro communication. A coordinare le numerose attività, con il supporto di tutto lo staff del centro servizi, Loredana Urbini, referente area scuola e progettazione di Volontarimi-

ni, che non ha dubbi sulla buona riuscita dell’esperienza: “I ragazzi e le ragazze hanno saputo affrontare con intraprendenza i nuovi compiti che venivano loro affidati, hanno saputo attivarsi con entusiasmo, relazionandosi adeguatamente con operatori e volontari, nella realizzazione di materiali e servizi”.

volontarimivolantrimini.it

E ha concluso: “Questo positivo atteggiamento nel nuovo contesto ha colpito favorevolmente anche gli insegnanti, rivelando le abilità trasversali degli studenti come l’assertività, la comunicazione efficace, la gestione del tempo, la determinazione delle priorità, la soluzione dei problemi, tutte capacità molto apprezzate nel mondo del lavoro. Il tempo dedicato alla spiegazione delle consegne, da parte degli operatori, è stato ampiamente compensato dall’impegno dei ragazzi e questo ci lascia un bel ricordo di ciascuno di loro”.


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IDEE

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Sotto attacco dai provvedimenti dell’Unione europea e non solo. A chi giova tutto questo? LA RIFLESSIONE

Bergoglio e la gioia dell’amore

Banche locali, sussidarietà verso la fine?

di Gianfranco Vanzini - In questi giorni ho letto: “Ultime conversazioni” di Papa Benedetto XVI e la Esortazione apostolica “Amoris letitia”, ovvero “La gioia del’amore” di Papa Francesco. Queste letture sono state il punto di partenza per diverse riflessioni che vorrei condividere, un po’ alla volta, con i lettori de la Piazza. Papa Benedetto descrive in poche frasi le cause dell’attuale situazione di disagio esistenziale nel quale versa la società odierna. “Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini. Con lo spegnersi della luce proveniente da Dio, l’umanità viene colta da una mancanza di orientamento i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più”. In pratica, dice Benedetto XVI, l’uomo ha tolto Dio dal suo orizzonte, dai suoi pensieri e dalla sua vita. Ha sostituito il Dio vero con altri dei fasulli quali: il potere, il denaro, il sesso, il successo, oppure la democrazia, la partecipazione, la trasparenza, la lotta contro la corruzione, ecc. In questo modo l’uomo ha smarrito l’unica vera bussola che può indicargli la giusta via da percorrere e brancola nel buio. Insegue, di volta in volta, qualcuno dei suoi nuovi idoli fasulli, ma non trova né soddisfazione né pace. Ecco invece

la soluzione che propone Papa Benedetto: “Si tratta di far sì che la parola di Dio continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento”. Si tratta di riscoprire e riaffermare che la presenza di un Dio Creatore è indispensabile per l’uomo, per la sua esistenza e per la sua felicità. Papa Francesco al punto 43 della sua esortazione apostolica riprende questo concetto e riferendosi alla situazione della famiglia di oggi dice: “L’indebolimento della fede e della pratica religiosa in alcune società ha effetto sulle famiglie e le lascia più sole con le loro difficoltà... Spesso le famiglie si sentono abbandonate per il disinteresse e la poca attenzione da parte delle istituzioni. Successivamente elenca e sviluppa una serie di concetti e di indicazioni riguardanti appunto la famiglia. Partendo dalla sua definizione, attraverso l’esame delle sue esigenze, dei suoi diritti e dei suoi doveri cerca di risalire e suggerire ciò che i singoli individui e le istituzioni possono fare per dare un senso alla vita quotidiana. E’ quello che cercheranno di scoprire nei prossimi mesi.

(Continua)

Gianfranco Vanzini, già consigliere d’amministrazione Bpv e Carim FOCUS - Negli ultimi tempi sono stati approvati diversi provvedimenti riguardanti il mondo bancario, fortemente ispirati e voluti dell’Unione Europea (UE) e della Banca Centrale Europea (BCE). Fra questi, alcuni hanno interessato le banche del territorio, e cioè le Banche Popolari e quelle di Credito Cooperativo (BCC) che storicamente sono nate, in gran parte, dall’iniziativa dei cattolici nei primi anni novanta, sotto la spinta della prima grande Enciclica sociale di Leone XIII del 1891: la Rerum novarum. Erano gli anni del non expedit durante i quali i cattolici non potevano fare politica e che sono stati di grande importanza per fare sorgere e crescere nei cristiani un forte spirito di solidarietà e di sussidiarietà, rispetto ad uno Stato liberale che era lontano dalla effettiva difesa dei diritti dei più poveri. L’Opera dei Congressi, durata dal 1874 al 1904, insegnò ai cattolici, discriminati dalla politica, a occuparsi con successo di assistenza, di economia, di cooperazione, di istruzione. I liberali non compresero la dimensione popolare del movimento cattolico e quando il voto venne esteso a tutti i maggiorenni maschi, dovettero riconoscere che le formazioni politiche realmente popolari risultarono essere quelle di ispira-

zione cattolica e quelle socialiste. La civilizzazione e la umanizzazione dell’economia su cui insiste molto il beato prof. Giuseppe Toniolo nel suo Trattato di economia sociale (1907-1908), si realizzano attraverso forme di intervento che partono dal basso, come lo sono: le banche popolari, le casse rurali, le cooperative di agricoltori per l’acquisto di sementi, materiali e macchine, le cooperative di consumo, le mutue assicurazioni del bestiame, quelle contro l’incendio e la grandine e così via. Tutte queste iniziative mettevano in pratica i grandi principi della Dottrina Sociale della Chiesa per la costruzione del bene comune e partivano dalla rete delle parrocchie, terminali ultimi operanti sul territorio a diretto contatto con le persone interessate e protagoniste. Senza dovere andare a cercare chissà dove, la Banca Popolare Valconca, il Credito cooperativo di

Gradara e altre BCC della nostra zona sono nate nelle sagrestie delle rispettive parrocchie, promosse dai parroci del tempo. E per oltre 100 anni, hanno svolto dignitosamente e responsabilmente la loro funzione di raccordo fra risparmio e credito, a vantaggio dell’economia e delle popolazioni del territorio. Venendo ai nostri giorni, dobbiamo constatare, purtroppo, che è in atto un attacco che parte dall’Unione Europea (UE) e dalla Banca Centrale Europea (BCE) volto a distruggere tutto questo sistema, frutto di tanti anni di lavoro di molti, in particolare dei cattolici, che testimonia la validità e la fecondità dei principi di solidarietà e di sussidiarietà promossi dalla Dottrina Sociale Cristiana. Sono espressione di questo attacco: .. il modo in cui è stato concepito e viene attuato il Sistema Unico di Vigilanza Bancaria Europea, .. la legge che obbliga le banche popolari al di sopra di una certa dimensione a trasformarsi in società per azioni abbandonando il principio del voto capitario, .. le nuove regole europee del bail in. Il sistema Unico di Vigilanza Bancaria Europea costituisce un’operazione di accentramento di questa funzione presso la BCE che, per ora, riguarda le grandi banche e i grandi gruppi bancari, e lascia fuo-

ri le banche più piccole a vocazione territoriale, come sono gran parte del banche popolari e quelle di credito cooperativo. La BCE, però, vuole attrarre nel perimetro della sua vigilanza anche tutto questo pezzo significativo del sistema bancario e obbliga le banche popolari più grandi a trasformarsi in società per azioni. In questo modo anche queste banche entrano nella sua area di influenza e controllo. Trasformate in società per azioni senza tutele particolari, diventano molto più contendibili, cioè acquisibili da parte dei grandi gruppi bancari o, più probabilmente, da pochi grandi speculatori che infischiandosene dei piccoli azionisti, fanno il bello e il cattivo tempo, a seconda dei loro interessi immediati e speculativi. (Bel risultato!!!). Non è finita. La Banca d’Italia, con vari strumenti più o meno persuasivi o coercitivi, spinge o obbliga direttamente o indirettamente le banche più piccole a fondersi in altre più grandi o ad aggregarsi tra loro, portando a pretesto l’eccessiva frammentazione, ma avendo come obiettivo finale quello di attirarle nell’area di vigilanza della BCE. Cui prodest? Direbbero i nostri antenati latini? Cioè, a chi fa comodo tutto questo? Di chi persegue gli interessi tutto questo movimentismo? Proveremo a scoprirlo prossimamente. Giovanni Scanagatta Gianfranco Vanzini (continua)


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Un muro contro gli altri è un muro contro di sé. Trump ne ha annunciato uno. La Germania l’ha abbattuto... - Cercando fatti da tradurre in norme e norme che chiedono la verifica dei fatti, il giurista approccia la politica. La criminalità organizzata rimane in agenda, ma altri temi saltano la coda. L’argomento che s’impone riguarda Mura Muraglie Valli, un muro considerato nel suo complesso, noto a storia e a civiltà diverse. Trump ne ha annunciato uno; la Germania né ha abbattuto un altro. In mezzo, 25 anni di occasioni perse e prospettive da raccogliere. Si parte dal più recente, dal muro americano. Ricerca scientifica e curiosità mi hanno portato spesso negli Stati Uniti. Eppure non li conosco. Li ho intravisti, soffermandomi sulle coste. New York, Boston, San Francisco non sono gli Stati Uniti; sono solo una parte degli Stati Uniti così come Boise, Oklahoma City, Little Rock. E lì sono diversi, non hanno porti che li legano al mondo. La East e la West Coast sono globali, in mezzo c’è l’autosufficienza che la politica altrui chiama isolazionismo, ma che per l’americano sono semplicemente spazio: una frontiera nel mito della frontiera. Questo senso di spazio sfugge all’europeo per quanto è innato nell’americano. E con qualche ragione. Gli Stati Uniti d’America sono una parte dell’America, eppure lo statunitense è diventato l’americano per antonomasia, almeno per chi non vive su quel continente. Quasi dieci milioni di km quadrati, 6 fusi orari, 4.490 chilometri tra New York e Los Angeles. 50 Stati federali, tanto sospettosi sulle possibili intromissioni del governo centrale da voler mettere in Costituzione il diritto di portare armi, utili per una milizia laddove a Washington venissero strane idee. 50 Stati nati da tredici colonie

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Mura. Muraglie. Valli

...un muro considerato nel suo complesso, noto a storia e a civiltà diverse. Trump ne ha annunciato uno; la Germania né ha abbattuto un altro. In mezzo, 25 anni di occasioni perse e prospettive da raccogliere

Alessandro Bondi

LA RIFLESSIONE di Alessandro Bondi* inglesi che, rivendicando il diritto dei cittadini di essere politicamente rappresentati, perché contribuenti di un fisco poco amato (no taxation without representation), hanno infine conquistato l’indipendenza annunciando che tutti gli uomini sono stati creati uguali e dotati di diritti inalienabili come la vita, la libertà, e il perseguimento della felicità. Era il 1776. Solo tredici anni dopo ci sarebbe stata la rivoluzione francese, da cui l’Europa fa partire la sua modernità. Altre guerre e acquisizioni territoriali da Francia, Spagna, Messico, Russia hanno reso gli USA la quarta nazione al mondo per estensione dopo Russia, Cina, Canada. Insomma, due a due nella gara dei più grandi, tra America e Asia. In mezzo l’Europa, piccola madrepatria, ma ricco serbatoio d’emigrazione che ha avuto negli USA una destinazione privilegiata.

Oggi sono 325 milioni gli statunitensi. Un crogiolo di gruppi etnici (72,4% di bianchi; 12,6% di neri; 4,8% di asiatici; 0,9% di nativi americani; 0,2% delle isole del Pacifico) e di nazioni-territori (50,7 milioni di tedeschi; 50,4 di origine ispanica; 42 di afroamericani; 37,5 di britannici; 34,5 di irlandesi; 20 di origine asiatica; 18 d’italiani; 11,8 di francesi; 6,4 di ebrei) (censimento 2010, fonte Wikipedia, USA). Per atteggiamento e cultura, gli USA preferiscono trovare soluzioni anziché dilungarsi nell’analisi di un problema. L’importante è che funzioni, non come ci si è arrivati. ‘Sì, possiamo farcela; sì, l’abbiamo fatto’ (‘Yes, we can; yes, we did ’), così ha concluso il suo discorso di commiato, il presidente uscente Barack Obama. Le statistiche su economia, disoccupazione, ricerca sembrano dargli ragione, quando il problema è l’economia e la disoccupazione. Ma gli americani non se ne sono accorti. Perché alle statistiche

sfugge la percezione, il disagio, il timore viscerale nei WASP (White Anglo-Saxon Protestant della classe media) di perdere la loro centralità negli USA, dopo che gli USA l’hanno persa nell’economia del mondo. Un muro allora. Un muro lungo i 3000 km del confine tra gli USA e il Messico. Un muro contro la paura, contro la manodopera a buon mercato, contro il disavanzo commerciale da 60 miliardi, contro il diverso. Un muro contro gli altri è un muro contro di sé, contro il riflesso di sé visto negli altri. La storia lo ricorda. La muraglia cinese, prototipo di ogni muro per la sua imponenza; il vallo di Adriano, fragile passo indietro dell’impero romano dopo la conquista; il muro di Berlino, frattura di una Germania spezzata in due dalla follia di una guerra mondiale, sono testimonianza di debolezza, paura, punizioni. Non proteggono da chi è all’esterno del muro, imprigionano chi è all’interno. Ma la storia non è un argomento americano, perché molti americani sono scappati da una storia; perché non vogliono più essere coinvolti nelle guerre europee; perché loro è il futuro anche se, con la crisi, sono costretti a guardare il presente. E c’è molta rabbia in questo presente. La classe media si è sciolta tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. Gli USA non hanno più una superpotenza come nemico, ma hanno cercato – e

sono stati trovati – da nemici con una identità religiosa e la presunzione di rappresentare un miliardo di persone. La guerra è diventata strumento d’identità dove prima c’erano ideali e guerra, libertà e guerra, progresso e guerra. Dunque, un muro s’ha da fare. Il muro individua un nemico, definisce un’altra guerra. Ma se la politica è voce che segue le urla altrui, il diritto è impegno ideale che difende la persona. In un articolo del New York Times, i professori Hemel, Masur, Posner della Chicago Law School, vedono in una sentenza della Suprema corte americana, relatore il giudice Scalia, un ostacolo alla costruzione del muro messicano. In Michigan contro EPA (29.6.2015) la Corte Suprema ha infatti censurato una norma della Enviromental Protection Agency, in tema di emissioni di mercurio, per via dei costi eccessivi che avrebbe provocato all’industria, secondo il motto che nessuna regolazione è appropriata se apporta significativamente più danni che benefici (No regulation is ‘appropriate’ if it does significantly more harm than good)(NYT 26.01.2017). Ci si concentri sul principio. Beni di altissimo valore, come la salute, possono essere oggetto di un’analisi costi-benefici. Non è così in Italia, almeno non in apparenza. Per esempio, sui luoghi di lavoro la nostra giurisprudenza richiede la massima sicurezza tecnologicamente possibile, anche se poi fa rientrare i costi e i tempi di realizzazione – così come quel che è fattibile tecnologicamente – valutando secondo

‘ragionevolezza’ (C. cost. 312/1996; C. 21.12.2006). Ma nemmeno negli USA la valutazione economica prevale senza colpo ferire, giacché dietro l’uso degli avverbi si aprono molte porte all’interpretazione da dare a quel che ‘significativamente’ produce più danno economico che beneficio alla salute. Prospettive diverse, aderenze più o meno marcate al testo originario, ma un ragionamento per valori e principi avvicinano il fare delle corti costituzionali. E i principi vanno oltre il caso concreto. Il che significa che nella sentenza del giudice Scalia, il più conservatore e brillante membro della Corte suprema, da poco scomparso e molto elogiato dallo stesso Trump, potrebbe arrivare l’ostacolo più forte al suo muro messicano: i costi. Le possibilità di contenere il fenomeno migratorio sono molto basse; i costi di costruzione vanno dagli 8 ai 15 miliardi di dollari, più 500 milioni all’anno necessari per la sorveglianza; il PIL si abbasserebbe di 2,6 trilioni in dieci anni per minori imposte, tasse e scambi commerciali in caso di una deportazione di massa degli immigrati irregolari. Appunto, costi significativi rispetto benefici dubitabili. Nel frattempo, un giudice newyorkese, e un giudice federale di Seattle, hanno bloccato gli effetti di un ordine presidenziale che impediva l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi islamici. Che sia per i costi, che sia per i diritti, negli Stati Uniti si sta prospettando uno scontro inedito tra Governo e Magistratura. Il muro ha già diviso prima di essere costruito. La storia continua, fedele a se stessa. *Alessandro Bondi, professore, cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino


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RICCIONE

Narra un partito senza idee, che andrebbe assolutamente rivitalizzato attraverso il dialogo interno ed esterno ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

MERDA IN MARE-IMOLA-IRONIA-MULTE... Balneazione - Leggiamo: “Mancati divieti di balneazione, si allarga la platea degli indagati”. Della serie: guardare dalla riva la cacca che galleggia?... Lo sportello - Leggiamo: “Fogne, per adeguare gli scarichi il Comune apre uno sportello”. Avviso: lo sportello serve per andare a parlare non per portare la cacca... Daniele Imola (1) - Leggiamo: “Blitz di Imola in municipio che guida la protesta contro la ciclabile a San Lorenzo. Tosi infuriata: ‘Siete maleducati’”. E’ il ‘ritrovato’ sacro furore dell’opposizione, bellezza!... Daniele Imola (2) - Leggiamo: “Viale Veneto, Imola contro la giunta: ‘Lavori fatti solo per dispetto’”. Che dispettosa la Tosi!... Notiamo che da tempo l’ex sindaco Daniele Imola si è preso il palcoscenico della politica cittadina. Vuoi vedere che un pensierino... Bilancio - Leggiamo: “Oltre (gruppo consiliare uscito dal Pd): ‘Manovra di bilancio al limite della legittimità’”. Come dire: la manovra è andata oltre?... Multe - Leggiamo: “Vigili, in un anno 60.400 multe”. Certamente non hanno la mano tremula... Futurismo? - Leggiamo: “Restyling delle colonie Reggiana e Adriatica. Stop del Tar, Futurismo ora è a rischio”. Sarà un Futurismo senza futuro?... Crisi di maggioranza - Leggiamo: “Crisi di maggioranza, l’ultimatum”. Da oltre un anno nella maggioranza ci sono fibrillazioni. Gli ultimatum sono sempre pre-ultimatum... Il Pd scalda i motori - Leggiamo: “Il Pd scalda i motori, la giunta Tosi potrebbe non arrivare a fine mandato”. Attenzione a sgassare troppo forte, perché rischiate di arrivare alla partenza senza benzina... Porte - Leggiamo: “Porta in faccia a Unione Civica Riccione. La lista decide l’appoggio esterno”. Ma dai, non preoccupatevi! Sono solo porte girevoli... Ironia - Leggiamo: “Ubaldi. la città perfetta di Renata Tosi. Il capogruppo di Oltre usa l’ironia per ‘bocciare’ l’amministrazione”. Meglio l’ironia che ammalarsi di bile. Tanto tocca stare lì col culo: seduti nei banchi dell’opposizione ancora per qualche anno...

Ciclabile via Veneto, Pd in favola Il sindaco Renata Tosi e il segretario del Pd Marco Parmeggiani

IL FATTO

di Teresio Spadoni - Dio ci salvi! È l’unica cosa che vien da dire scorrendo i commenti relativi al costruendo tratto di pista ciclabile di via Veneto. Solo che con tutto quello che ha da fare, speriamo lo trovi il tempo per ricollegare le sinapsi di chi pare essersi appena risvegliato dal letargo. Dal letargo si è svegliato il Pd – o meglio i suoi attuali dirigenti – che solo ora, a cantiere aperto, scoprono che l’amministrazione Tosi ha dato il via ai lavori per la costruzione della suddetta ciclabile. E dunque, come rimediare? Creare un bailamme esagerato, correre negli uffici comunali con l’obiettivo di strappare qualche modifichina, e poter dire domani che, se è venuto fuori un bel lavoro, il merito è loro. A tempo debito una buona opposizione avrebbe dovuto incalzarla sul perché il progetto riguardava un solo tratto invece che l’intera lunghezza; che avrebbe consentito la fruizione anche a coloro, e sono tanti, che abitano il quartiere ai confini con Coriano. Invece no! Oggi il Pd mobilita l’intero quartiere contro quel pezzetto. E con quali motivazioni?

Udite, udite! La pista ciclabile inquina. Si, sembrerà strano, ma quel tratto di ciclabile inquinerà, perché “il notevole rallentamento del traffico sull’asse viario, porterà di conseguenza ad un considerevole aumento dell’inquinamento, dovuto alle emissioni dei veicoli e quindi all’incremento dei famigerati PM10”. Ma qualcuno ha spiegato a quei signori che l’emissione di inquinanti è direttamente proporzionale alla velocità dei veicoli? E poi? A poi ci sono le madri… preoccupatissime! Perché quel tratto, costruito a fianco dell’asse viario, in conseguenza del maggior inquinamento “in considerazione della filosofia delle piste ciclabili, ed ancor più per il fatto che la pista sarà utilizzata anche da madri

con minori al seguito, appare un controsenso, una contraddizione ed una pura follia”. Bene, allora facciamo una bella cosa, eliminiamo quella di Via Puglia; e quella di Via Berlinguer-Empoli; sì, ma anche quella della Via D’Annunzio; d’accordo, però cominciamo da quella della SS16: quella è inquinata sicuramente! Oltre al maggior inquinamento, per i maggiorenti del Pd, la ciclabile di San Lorenzo creerà altri due problemi; il secondo dei quali, se possibile, ancor più grave, perché la Via Veneto, “se l’andiamo a restringere di nuovo chi dovrà entrare in casa propria dai cancelli non potrà più fermarsi e non si sa come farà a entrare. Non ci sarà la possibilità di accostare e fare passare i mezzi di soccorso come ambulanze o Vigili del

Fuoco, perché tra due auto non avranno lo spazio per passare”. Ora, il gossip è una pratica che non mi appartiene, e qui, tra l’altro le cose sono serie. Invito perciò i dirigenti del Pd a investire due Euro nell’acquisto di un metro, andare a misurare la parte di carreggiata adibita al traffico veicolare di Via Torino nel tratto che va dal Piazzale Kennedy al confine con Misano e scoprire così che è larga sei metri e mezzo (m. 6,50). Qualcuno gliel’ha detto che a lavori finiti quella di Via Veneto risulterà larga m. 7,50? Eh sì, gli autisti dei mezzi di soccorso ce l’avranno d’avvero un problema da risolvere: alla bisogna dovranno decidere se superare le auto a destra o a sinistra. È un bel problema! Il colmo, però, lo supera la dichiarata pericolosità dell’opera. Pertanto, a prendere le misure della carreggiata li invito ad andarci in bicicletta; ovviamente percorrendo la ciclabile. Quella è proprio sulla strada “protetta” dal traffico veicolare da una bella riga gialla verniciate sull’asfalto. Infatti, le biciclette corrono sul marciapiede: mica è cretina la gente! Come dice il saggio, mai come in questo caso, “un bel tacer non fu mai scritto”!

TURISMO E MOTORI

Con Rocchetta Riccione in due pagine di Motosprint da spot turistico - Uno spot promozionale gratuito per Riccione: due pagine su Motosprint nel numero dello scorso novembre. E questo grazie al libro di Fosco Rocchetta: “Riccione, città del Motogiro d’Italia”. La pubblicazione dell’ex direttore della biblioteca racconta di quando a Riccione faceva tappa l’affascinante gara; siamo negli anni ‘50. La storica testata titola il pezzo: “Per le strade di Riccione”. Sommario: “La Perla Verde tra spiaggia, gare e il Motogiro fino ai giorni della Mototemporada. L’inizio dell’articolo è più una promozione turistica che un attacco sui motori: “Riccione, la ‘Perla Verde

Fosco Rocchetta

dell’Adriatico’, è fanosa per il turismo balneare. Fattasi conoscere sul finire dell’800 per le eccellenti strutture sorte in loco per la cura, attraverso la talassoterapia (l’azione salutare dell’ambiente marino) di malattie tubercolari (...). Uno dei più prolifici scrittori della storia di Riccione è Fosco Rocchetta (...). A corredo del

racconto ci sono tre immagini. Rocchetta è autore di decine di libri che raccontano fatti e uomini di Riccione; sono pagine costruite grazie ai documenti di prima mano setacciati nei polverosi archivi della provincia di Rimini, Romagna e non solo.


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Lele Montanari, già fedelissimo, ha guidato la rivolta nella maggioranza

L’INTERVISTA - O l’assessorato all’Urbanistica. O l’appoggio esterno e la maggioranza del sindaco Renata Tosi appesa ai venti dei 5 transfughi della sua maggioranza: tre fuorusciti dal suo gruppo, Noi riccionesi e due da Forza Italia. Lele Montanari, il simpatico monello da 20 anni della politica riccionese, racconta le ragioni che hanno portato alla costituzione del nuovo gruppo consiliare. Allora, che cosa dite alla Tosi? “Abbiamo chiesto l’assessorato all’Urbanistica per restare in maggioranza. Se lei dovesse dire di no, le garantiamo un appoggio esterno e voteremo volta per volta in consiglio comunale. Consiglio che non si riunisce mai, oramai. L’ultima è stato lo scorso 16 dicembre. Nella prossima assise porteremo anche 2-3 ordini del giorno e lì si vedrà come andranno le cose”. Che cosa sottoponete all’assemblea? “La prima riguarda la salvaguardia del presepe meccanico di Maurizio Veterani. Pensiamo che la serra che lo ospita vada stralciata dal bando che dovrebbe assegnare la gestione dell’Arboreto Cicchetti. Il presepe per la sua importanza e bellezza pensiamo che debba avere una sede permanente. Il secondo punto invece riguarda l’attuale palazzina delle ana-

“Il sindaco Renata Tosi ha abbandonato i riccionesi” UOMINI

I cinque fuori dalla maggioranza - I cinque ribelli transfughi della maggioranza che hanno costituito un proprio gruppo consiliare sono: Fabio Mercatelli (capogruppo), Filippo Urbinati, Lele Montanari, Michele Mingucci, Francesco Montalto. I primi 3 erano in Noi riccionesi, la lista del sindaco Tosi; gli altri 2 in Forza Italia. Lele Montanari, già Pci, già Noi riccionesi, la lista della Tosi

“E’ eterodiretta. Ha soppresso gli incontri di maggioranza. Non parla con i riccionesi. Pensa di esssere brava solo lei”

lisi dell’ospedale Ceccarini. Il progetto dell’Ausl prevede di spostare gli ambulatori sotto il Pronto soccorso, ancora grezzo, abbattere la vecchia palazzina e farci dei parcheggi, dato che mancano. Noi si chiede che l’iter venga accelerato; magari di fare anche dei posti interrati. Oramai lì è difficile parcheggiare”. Voi siete in cinque contro la Tosi. Siete compatti? “Compattissimi. Uniti e

nessuno si tirerà indietro”. Però avete votato sempre a favore. “Finora solo io ho votato contro sul Piano di spiaggia; volevo che i bagnini avessero una proroga di 10-15 giorni per prendere visione del progetto”. La Tosi ha fatto delle offerte al vostro gruppo? “Molte. Ci ha chiesto di

scegliere tra la presidenza del Consiglio comunale, la presidenza della Geat, del PalaRiccione e di un assessorato minore, come i Lavori pubblici. Noi non vogliamo presidenze ma l’assessorato all’Urbanistica per dare un segnale forte alla città”. Che cosa vuol dire in concreto il segnale forte? “Il progetto di città deve es-

sere portato avanti dai cittadini e non dalle solite scelte dettate dalla politica. Pensiamo che il nostro futuro si costruisca con le categorie economiche e non fatto cadere dall’alto. Con la gente si collabora, come avvenuto nel caso di via Malta, ma lo stesso peso non è stato fatto con gli abitanti di San Lorenzo. La pista ciclabile lì è dannosa per tutto il quartiere. La scelta giusta era quella della vecchia amministrazione, che passava dietro le case. Quella che si va a fare è troppo pericolosa; va a restringere la carreggiata”. Perché a San Lorenzo non sono stati coinvolti i cittadini? “Forse per una ripicca politica”. Lei è stato tra i più accesi sostenitori della Tosi. Che cosa è successo fra voi? “Credevo che una volta preso il potere si potessero fare le cose insieme; collaborando con la città. Attuando il nostro programma elettorale. Invece, nulla. La Tosi si sottrae al confronto dentro la coalizione e nella città. Ad esempio, ogni lunedì c’erano gli incontri con i segretari dei partiti di maggioranza. Soppressi. Pensa di essere brava solo lei; non ha fiducia dei propri assessori. Ha reso pesante i rapporti con i dipendenti comunali. A me il culto della personalità non piace. Questa non è democrazia. Lei è eterodiretta”.



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Seicento chilometri a piedi trainando una slitta con i viveri. Una sfida con se stessi - Siamo nel 1925 in Alaska. In uno sperduto villaggio, Nome, in pieno inverno, neve e freddo ovunque, scoppia un’epidemia. Il vaccino andrebbe prelevato in città ad Anchorage, la capitale. Le condizioni meteo sono impossibili. Ci pensa un uomo coraggioso, con cani non da meno. La salvezza arriva dopo 5 giorni di un avventuroso viaggio. Su questa storia vera la Walt Disney ci ha costruito “Balto”, film commovente. Da più di 20 anni, in Alaska, a piedi, o con una fat bike (bicicletta con le ruote larghe) si celebra la storia. Gara ad inviti, quest’anno ci sarà anche Davide Ugolini, che si è guadagnato la chiamata dopo aver dato prova di forza fisica e mentale in Canadà, in un’altra uscita epica; da raccontare, un giorno, ai nipotini. Trecento miglia a piedi nel Nord del Canada: la Yukon Artic Ultra. Per la cronaca, completata in 7 giorni e 10 ore, con temperature dai meno 20 ai meno 40, condizioni che ti tolgono il respiro. “A meno 20, col secco - racconta Davide - si sta bene. Devi procedere con un passo di equilibrio; non devi mai sudare altri-

Ugolini, avventura in Alaska Antonio Mazzoni

Il pericolo orsi e alci. Bere in 3040 secondi altrimenti ti congeli. Ogni anno affronta una “maratona” AVVENTURE menti rischi di congelarti. Davide Ugolini da solo affronta 600 chilometri (il tragitto breve), in 8 giorni (salvo tempeste ed imprevisti), in mezzo alla neve ed ai ghiacci dell’Alaska. La sua avventura inizia il 19 febbraio. La partenza da Riccione è il 15; 4 giorni per prendere confidenza con l’ambiente e le temperature impossibili da affrontare con la calma della mente. Con sé ha una slitta di 20 chili con cibo e sacco a pelo. Segnalato da picchetti cato-rifrangenti, il percorso è quasi

soltanto in notturna; ci sono solo 6 ore di luce al giorno. Davide: “Prima ancora che con la forza fisica, ce la fai con l’equilibrio della mente. Devi saper camminare, mangiare, bere. Prima del-

la prova devi accumulare 5 chili di grasso, un po’ come fanno gli orsi. Quando devi prelevare qualcosa dalla slitta senza guanti non hai che 30-40 secondi. Per infilarti nel sacco a pelo non hai

che un paio di minuti. Se non sei lesto, rischi di congelarti e addio competizione con te stesso”. “Quando si dorme, 3-4 ore per volta - continua Davide -, devi lasciare la slitta lontana alcu-

ni metri per non correre rischi nel caso in cui un orso ti facesse visita. L’animale cerca solo il cibo... Il pericolo grosso è quello dell’alce, animale che attacca”. A chi gli chiede perché si cimenta con questa gare durissime, argomenta: “La solitudine e la quiete che ti circondano ti danno la pace interiore. Si ha uno strano senso del benessere, che ti aiutano a capire i tuoi limiti. Sono un po’ pericolose, ma tutte le volte che torni a casa sei un po’ cresciuto dentro. Poi vedi spettacoli della natura difficili da raccontare. Se hai passione e voglia di arrivare, queste gare estreme sono alla portata di chiunque. Lo stesso ragionamento vale nello sport e nel lavoro”. Il prossimo obiettivo di Davide è essere invitato per la mille miglia, sempre lì, in Alaska. Per il prezioso cartiglio deve superare la 600. Gli italiani che hanno conquistato la mille sono meno di una mano. Sulla sua avventura verrà costruito un documentario che sarà trasmesso in televisione. Davide è seguito dall’ambulatorio riccionese, “Exis”.


CONDOMINI - EDILIZIA SUCCESSIONI - ANGEVOLAZIONI Esperti rispondono

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Domanda Nel nostro super condominio formato da 2 corpi di fabbrica dobbiamo eseguire dei lavori per il rifacimento della terrazza a livello di proprietà esclusiva posta su un solo corpo di fabbrica. Come dobbiamo suddividere le spese? Risposta Ai sensi dell’art. 1126 c.c. le spese per il rifacimento della terrazza a livello di proprietà esclusiva sono a carico del proprietario della terrazza e dei singoli condomini del corpo di fabbrica interessato dai lavori. La Cassazione Civile con sentenza n. 18164/2014 ha statuito che i danni cagionati all’appartamento sottostante per le infiltrazioni di acqua provenienti dalla terrazza a livello deteriorata per difetto di manutenzione, rispondono tutti i condomini tenuti alla sua manutenzione secondo le prescrizioni stabilite dall’art. 1126 c.c. Si applica, in pratica, il medesimo principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite per i lastrici solari. Per i due corpi di fabbrica

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Rifacimemnto terrazza, come pagare Locazione e cedolare secca

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono

voi avete due diverse tabelle per la ripartizione delle spese proprie di ciascun edificio ed una tabella generale per le spese degli spazi comuni ad entrambi i corpi di fabbrica. I due corpi di fabbrica che costituiscono il super condominio sono legati tra loro dall’esistenza di alcune cose, impianti e servizi: quali il viale d’accesso, le zone verdi, l’impianto d’illuminazione, la guardiola del portiere, il servizio di portieriato ecc.

- Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, mette a disposizione questa rubrica. Potete rivolgervi ai geometri: Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348.3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it; geom.pupolizio@outloook.it; secchi.marco92@gmail.com

Vincenzo Pupolizio, geometra Domanda Devo locare un immobile. Mi è stato consigliato di usufruire della “Cedolare Secca”. Quali sono i vantaggi?

Risposta La cedolare secca è un regime di tassazione sugli affitti che si concretizza nel pagamento di un’imposta dell’IRPEF e delle addiziona-

li e che sottrae le parti all’obbligo di versare l’imposta di registro e l’imposta di bollo dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione.

L’ufficio studi della Confedilizia ha pubblicato un’esaustiva tabella delle unità immobiliari per le quali è conveniente usufruire della cedolare secca. Qui di seguito Le riporto la tabella edita dalla Confedilizia. N.B.: la informo che la scelta della cedolare secca comporta come logica

conseguenza la rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione anche se è previsto dal contratto. Comunque Le consiglio di rivolgersi al suo commercialista per più precise ed esaustive informazioni. Marco Secchi, geometra


RICCIONE

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Anselmo Giardini, tra i massimi scultori italiani. Numerose opere in città

“L’arte: non so cosa sia, altrimenti ve lo direi” - “L’arte? Non so che cosa sia, altrimenti ve lo direi”. La risposta sarebbe piaciuta a Dino Buzzati, grande giornalista, grande scrittore, nonché responsabile delle pagine pittoriche del Corriere della sera. Ma la sa interpretare ed a livelli altissimi, l’arte. Nello spirito del Rinascimento: una bottega di lavoro con il piacere della tecnica e la curiosità della ricerca. Anselmo Giardini è tra i massimi scultori italiani, per raccontare se stesso cita la breve massima di saggezza di Picasso, tra i più blasonati artisti della storia. Riccione accoglie alcune sue opere: l’”Aurora” (quella con il braccio mozzo) e le Cartoline in ceramica alla Punta dell’Est, la facciata di ceramica della farmacia in viale Diaz, un’altra ceramica istoriata, ma più piccola, in viale Lazio, di fronte al giardino della Ceccarini. E altre opere, fatte da lui, ma pensate da altri: la rotonda delle Farfalle (progetto dei bambini della scuola elementare), la rotonda delle Macine (ideatori gli studenti del Fellini). Se si sale a San Marino, Faetano, c’è una sua scultura (fatta insieme ad un altro raffinato artista, Gabriele Geminiani) in bronzo che racconta la brutalità della guerra, figlia della pazzia degli uomini. La sua bottega si trova da un trentennio nella zona artigianale di Riccione. Sembra di tor-

Giardini con il disegno della scultura-ostensorio collocata nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco ad Assisi ARTE

Suo l’ostensorio di bronzo della chiesa inferiore della basilica di San Francesco ad Assisi, l’urna di San Giuseppe da Copertino ad Osimo. Tiene corsi di modellazione con massimo 7 allievi

nare indietro nel Rinascimento. Giardini, con pochi ed essenziali attrezzi, fa sprigionare storie meravigliose. Il giorno della visita, nel grande spazio-studio (non atelier, avrebbe detto Buzzati) stava modellando il rivestimento di un banco bar progettato dal giovane architetto Andrea Gambuti. Di fianco, in un’altra sala, alcune delle sue ricerche sulle forme nello spazio. Opere in terracotta che sanno toccare le corde del pentagramma dell’anima. Con l’arte non si mangia, non è proprio un luogo comune. Il sessantacinquenne riccionese, da giovane, faticava a mettere insieme il pranzo con la cena. Per caso, come spesso accade, entra nel mondo dell’oro. Ce lo porta Roberto Cerioni, orafo in viale Dante. L’amico gli dice che alcune aziende stanno cercando designer per i loro monili. Per circa 35 anni, fino a 5 anni fa, Giardini ha disegnato collane, braccialetti, spille, orecchini, per alcuni dei grandi marchi italiani dell’oreficeria: Unoaerre, Oroblu... Ha sfornato migliaia di disegni. Insomma, migliaia di persone calzano sculture in oro made in Riccione. In questo arco temporale, gli sono state commissionate anche opere d’arte “d’impegno”. Due su tutte: l’ostensorio in bronzo a cera persa sorretto da due mani verso

Anselmo Giardini nel suo studio nella zona artigianale di Riccione

Anselmo Giardini al lavoro nel suo studio nella zona artigianale di Riccione. Sta modellando un banco bar progettato dall’architetto Andrea Gambuti il cielo dalla slanciata figura di San Francesco. Alta un metro, si trova nella Chiesa Inferiore della basilica di San Francesco ad Assisi. La seconda reca l’urna di San Giuseppe da Copertino a Osimo (Ancona). A fondere i nobili bronzi la bottega Metalli di San Marino. Tra i miliardi di geni dei Giardini quelli artistici soverchiano gli altri. Il babbo è stato un grafico, artisti di una certa levatura anche due cugini. Anselmo Giardini si diploma nel 1973 all’Accademia delle Belle Arti di Roma sotto la guida di Emilio Greco. Il

primo lavoro è a Riccione: fare la cartellonistica per il dancing Savioli, in viale Dante a Riccione; per ogni festa, si realizzava una nuova plancia pubblicitaria. Ricorda, con un sorriso largo Giardini: “Ero diventato talmente veloce che ne facevo due al giorno”. Come i classici, Giardini si autodefinisce un artigiano, cioè uno che sa fare un mestiere; poiché ha studiato, è come un muratore che sa il latino. Giardini: “Chi fa ricerca con la scultura, vuol dire che non sa che cosa troverà, un po’ come un esploratore. Cerca forme, decorazioni,

accostamenti di colori. Per ricevere e dare sensazioni. L’ambizione è costruire la bellezza: il tortuoso sentiero che ti porta nel giardino dei dubbi. Il dubbio pennella meraviglie”.

Anselmo Giardini esegue lavori su commissione: artigianali ed artistici. In questo periodo, tutti i mesi, sta dando lezioni di tecnica e modellazione con la creta nella sua bottega; al massimo sette allievi. Per saperne di più: www.anselmogiardini.it.


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MISANO

3. Forse l’opera maggiore è il Calvario ligneo del 1500 di ignoto autore toscano

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da... e “Fnil”

Seconda metà del ‘500. Gruppo scultoreo in legno che rappresenta il Calvario

ARTE

(Il vecchio nome di Misano Mare)

di Laura Di Giovanni

Brufa44@libero.it SPAZIO TOCCAFONDO - Alla Scuola Media di via Liguria sono appoggiate, precariamente per terra sui pavimenti dei corridoi, artistiche ceramiche prodotteinpassatodaglistudenticonlasupervisionedelprofessorGiovanniToccafondo, raffinato artista scomparso prematuramente nel 1992. Pittore, scultore e ceramista, qui insegnò con grande passione e competenza. L’ingresso principale della scuola potrebbe essere lo spazio espositivo e luogo ideale per dare visibilità a queste preziose ceramiche. Cus can pansè? (Cosa ne pensate?) LA PISTA CICLABILE - Finalmente si sta realizzando una piccola, utile edattesissimaopera.LapistaciclabiledaBelvederealConventosaràcertamente molto apprezzata. Come si sa, le buone opere realizzate, fanno bene anche a chi le fa, ma snò quèle, insòma cal bone! (Ma solo quelle, insomma quelle buone!) PIAZZA GRAMSCI - E’ una piazza dotata di adeguati posti auto ed è apprezzabile l’idea di riservare per pedoni e ciclisti una striscia di piazza per loro. Purtroppo questo spazio viene occupato sistematicamente ed impropriamente dalle auto. 1° Chi sia un po’ strétt i pòst per al machine? Oppure, è semplicemente irrispettosa inciviltà e maleducazione? La prima o la sgònda? (tutt’e due). MISANO.ORG - Il comune di Misano ha organizzato alcune assemblee per discutere il futuro della nostra città. Il Forum, finanziato in piccola parte dalla Regione Emilia Romagna, è stato “ampiamente” pubblicizzato sul sito comunale, dal quale si poteva scaricare la cartolina per prenotare, “sic!”, la propria partecipazione. Una delle assemble, 26 gennaio, ha evidenziato una platea particolarmente “gremita” di ben 7 persone, una più, una meno, compreso il relatore. Per quanto di nostra conoscenza i partiti erano assenti giustificati, altrimenti indaffarati o peggio disinformati. Colpa de Web? Mah! IL COMMERCIO - E’ guerra aperta tra le grandi catene ed i piccoli negozietti. Se bastasse il rapporto umano vincerebbero gli ultimi! Ma cum us dìs... beati i piccoli, se gli altri non sono troppi. LA DIFFERENZA - Ho scoperto che RESIDANCE è un progetto innovativo per riempire spazi culturali, concedendo dimora e dignità agli artisti . Al progetto hannoaderito(Mondaino,SantarcangeloperRiminiealtre5Regioni). A Misèn, a vrìa sbaìé, i cnòss snò i RESIDENCE da tén, magari svuìd (vuoti). AL VOTO SUBITO - Sarà utile capire come, perché, per cosa e con chi? Con i rottamati? Chissà s’us trova ancora i pèzz da mètt insèn? AL VOTO SUBITO:- Sarà utile guardare bene anche a sinistra e dare per non scontrarsi, una volta tanto, la precedenza! Tènt è cèntre e la dèstra, i’ à già travérs da un pèzz... AL VOTO SUBITO:- Tutti in attesa e pronti ai blocchi di partenza! Per prendere al volo il carro giusto? Con il traffico che c’è in giro sarà una gara dura. Ui’è anche chés ad sbatt è mùs saltrén (per terra). ALVOTOSUBITO-Saràdifficileritrovarelafiduciadeigiovanienonsolo la loro. La fiducia ed il morale sono difficilmente recuperabili. E se provassimo a cercare sotto i tacchi? Me a cmanzaria a dmandè cus chi vò vèramént la genta.

ti. In alto si erge la copertura lignea con il gruppo in ceramica che riporta il battesimo di Gesù Cristo officiato da Giovanni Battista. Al centro dell’abside, sopra l’altare maggiore vi è un quadro che raffigura Maria Assunta (dalla quale la parrocchia prende il nome) di ignoto artista della fine del 1700 con colori e fattezze di piacevole realizzazione. All’interno della chiesa vi è l’opera di stile neoclassico risalente alla seconda metà del XVIII secolo del pittore riminese Giuseppe Soleri Brancaleoni che descrive la “Via Crucis” in 14 rappresen-

- Abbiamo avuto modo di vedere nei due numeri precedenti del mensile “la Piazza”, (dicembre e gennaio scorsi), due articoli relativi alla chiesa di Scacciano di Misano. Veniva riportata, nel primo, la prestigiosa attività svolta dal parroco don Claudio Signorini; nel secondo la succinta descrizione storica della chiesa a partire dalla sua costruzione, prima del 1400, attraverso gli interventi edilizi, le demolizioni, le ricostruzioni fino all’opera in corso di ristrutturazione interna ed esterna con il consolidamento delle strutture, attualmente condotta dall’architetto riminese Marino Bonizzato.

Scacciano, chiesa con capolavori A prescindere dalle vicissitudini storiche ed edilizie, sono degni di nota ed attenta osservazione i contenuti artistici che la chiesa contiene e che costituiscono un buon materiale per la storia dell’arte. Ad illuminare in parte la chiesa di S. Maria Assunta, sul lato destro e sinistro vi sono due vetrate che rappresentano rispettivamente l’Incoronazione della Madonna e l’Annunciazione. Entrambe provengono dal Laboratorio artistico bolognese “Vitrares” (1956). Sul lato destro della chiesa, trovano posto quattro sculture lignee (di olmo, per l’esattezza) risalenti alla seconda metà del sedicesimo secolo, opera di un artista forse toscano. Gesù in

croce, Maria Maddalena in ginocchio, la Madonna e l’apostolo San Giovanni costituiscono un gruppo di statue che prende il nome di “Crocifissione”. Tempo fa hanno subìto un accurato lavoro di restauro che ha portato alla luce gli originali rapporti cromatici che erano stati nascosti a lungo sotto diversi strati di ridipinture e stuccature. Nella chiesa si possono ammirare anche altre statue tra le quali quella di San Rocco e di San Gabriele dell’Addolorata; la prima è opera della Scuola Faentina ed è datata al 1956; la seconda rappresenta San Gabriele in onore del quale il parroco don Pio Brici istituì

una festa nel 1934. Sotto l’altare è presente una cripta, dedicata ai caduti della prima guerra mondiale, che accoglie la statua del Cristo Morto e che monsignor Vincenzo Scozzoli ebbe ad onorare il dì della ricorrenza dei defunti del 1930. All’interno si nota il battistero, del 1606, ottenuto dalla lavorazione della pietra massiccia in forma rotondeggiante sulla cui vasca sono incisi degli elementi ornamentali in rilievo ed incavo a forma di baccello stilizzato tipico dell’architettura classica. Nella base, a forma di dado che sorregge la statua centrale, è inciso il nome del cardinale Michelangelo Ton-

Avis, cena sociale per Norcia Una festa passata

SOLIDARIETA’

MISANO ADRIATICO -Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

tazioni restaurate poco meno di quarant’anni fa e catalogate dall’Accademia delle Belle Arti. Alla fine degli anni Cinquanta l’artista riminese Mario Valentini, pittore di gusto delicato e raffinato, dipinse sul portale della chiesa “L’ultima cena” ispirandosi all’opera del da Vinci. Da ultimo si nota l’agnello mistico dipinto nella lunetta dell’abside e nella cupola sopra l’altare i quattro evangelisti. I lavori in corso termineranno presumibilmente entro la prossima primavera e sarà così possibile ammirare il risultato del restauro e le opere d’arte sopra descritte.

- La “Festa del donatore” torna anche quest’anno! Per la 35esima volta, l’Avis (Associazione volontari italiani sangue) organizza una cena che coinvolge donatori e non; si svolge domenica 19 Febbraio. La Santa Messa delle 11, presso la chiesa Immacolata Concezione, dà inizio alla giornata. A seguire, il momento conviviale delle 13 presso il ristorante “Il Mulino”, in via Conca 1, Misano, offerto a tutti i donatori ai quali, al momento delle prenotazione, vengono consegnati 5 biglietti di 5 euro.

E’ possibile aderire fino all’esaurimento posti presso la sede Avis in via Litoranea Nord 22, dal 14 al 16 febbraio, dalle 20 alle 22. Per ulteriori informazioni contattare: 3473711576 (Giuliano), 3687750596 (Anto-

nio). Ospiti della giornata il presidente dell’Avis di Norcia, Walter Proia, insieme alla consorte. All’associazione della città colpita dal terremoto viene consegnata la raccolta fondi partita in dicembre e che si chiude con la

lotteria della festa. Assemblea sociale Assemblea sociale per l’Avis misanese; in programma il 13 Febbraio, alle 21. Camilla Moretti, Caterina El Hachem, Martina Tura


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Associazione culturale ricreativa. Conferenze su temi sociali. Primo incontro con Nicola Travaglino

Ricordo l’amico Martini

Nasce ‘Esserci per Misano Adriatico’

- Il mio amico Giuliano. Ho dei pensieri bellissimi nel rapporto con lui; una delle prime cose di quando ci siamo conosciuti è l’aver imparato a fare il barbiere sulla sua testa. Allora ero un boccetto; avevo 17 anni. Lui 20 di più. E su questo 20 ci si giocava. Ricordo che Claudio, il titolare, mi disse che lo dovevo servire io, benché fossi alle prime armi. Martini: “Non mi importa come viene il lavoro”. Una frase da signori. Da allora, fino a pochi giorni fa, è stato prima caro amico e poi affettuoso cliente. Il nostro era un rapporto, a volte, intimo, molto intimo. Fino a raccontarsi cose di famiglia. Ai tempi della gioventù, dopo l’ennesimo caffè con due cucchiani d’acqua per raffreddarlo, alle due di notte nell’albergo di Flavio [Marchetti, ndr], andavo a giocare a scacchi col suo computer; uno dei primi a Misano. Giuliano invece lavorava. Quella macchina, come simulacro, per natura non buttava via niente, ce l’ha ancora in un angolo del garage. Diceva che lavorava di notte perché nessuno lo disturbava. Tra noi c’era un gioco-scommessa

- Nasce ‘’Esserci per Misano Adriatico’’, associazione culturale ricreativa dove è possibile, attraverso l’esperienza e la saggezza degli anziani, ripercorrere antiche tradizioni da passare ai giovani e non solo. Colmare le distanze ed i vuoti tra una conoscenza virtuale, figlia dell’epoca moderna, e la realtà; la fatica di ciò che i mestieri di una volta rappresentavano è uno dei progetti dell’associazione, senza contare l’opera di informazione e collaborazione con le varie istituzioni del territorio. ‘’E’ difficile - dice la presidente Sandra Villa - pensare di andare avanti nella nostra società senza avere un legame con quella che rappresenta la forza delle nostre radici storiche. L’intento di ‘Esserci’ è il voler valorizzare non solo il

AMARCORD

Giuliano Martini (23.9.1939 - 31.1.2017) che non si può raccontare, ma che nessuno augurava all’altra di riscuotere. Persona integra e sincera, generosa e onesta. Come pochi. Mi manca tantissimo dopo più di 40 anni (non proprio pochi); spero di trovare altre persone come lui. Ti voglio bene, amico mio. Ti saluto con tutto il mio cuore; per me, sei tra le persone che più ha contato dopo il mio babbo, morto tragicamente: mi confortasti con dolcezza e forza. Sono vicino a te e alla tua famiglia. Con affetto, il tuo amico Doriano. Ciao Martini.

Nicola Travaglino, comandante della stazione di Misano

territorio misanese con iniziative varie, ma rappresenta la proposta di un viaggio equilibrato tra un’offerta guidata di informazione sia sul sociale che su argomenti più leggeri, ma sempre di grande interesse; ciò che ‘Esserci’ farà, sarà mettere al primo COMUNITA’

“Valentina c’è”

Valentina Simoncini

- Nicola e Tullia hanno voluto ricordare la figlia con l’associazione che ne porta il nome: “Valentina c’è”. Scomparsa prima del tempo lo scorso 17 maggio a 22 anni, nasce con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere loa ricerca sulla leucemia. Il primo evento ufficiale è al cinema teatro Astra di Misano con una commedia dialettale l’11 marzo, ore 21.

posto le relazioni umane e l’entusiasmo di evolvere. Insomma, con fiducia ed efficienza la nuova associazione si apre al territorio e ai suoi cittadini.’’ ‘’Esserci’’ si presenta ai misanesi il 3 marzo alle ore 21, presso il ‘’Centro sociale Del Bianco’’ con un incontro con il comandante della stazione dei Carabinieri di Misano Adriatico, Nicola Travaglino. Tema: “Sicurezza per le famiglie e come difendersi dalle truffe”. Per maggiori informazioni visitare la pagina facebook ‘’Esserci per Misano Adriatico’’ e indirizzo di posta mail: esserci2017@gmail.com. Daniela Ruggeri

Addio ad Augusto, quel mondo solo per noi - Carissimo Augusto alias Z.B., perché è così che ti chiamavamo ed è così che ti firmavi molti anni fa in un lontano periodo della nostra gioventù all’interno di un mondo che ci pareva essere fatto solo per noi. Il tempo si è fermato ed è a quei momenti che riemergono i ricordi di un passato vissuto in sintonia nelle vicende di vita giovanile. Vi era una certa complicità nel modo di affrontare la vita ed un con-

AMARCORD di Mauro Di Giovanni tinuo confronto e scambio di sensazioni e di emozioni. Tutto iniziò all’Istituto Tecnico per Geometri, le interrogazioni e i quadernini della Nice, gli scherzi, la comune passione per la musica, i dischi 33 e 45 giri, il Diane, le musicassette con le compilation, l’autoradio Audiola, ZanniBoy, DioDigio, la pre-

parazione dell’esame di stato a Montefiore, gli amici e le amiche di Cattolica, l’anno di militare con lo scambio intenso di corrispondenza e la sofferenza nelle tue lettere, il walkman Sony con i brani di Al Jarreau, la morosa, le domeniche pomeriggio a Montefiore, le fotografie, “Arthur’s Theme”, le feste in

maschera, “Teorema”, le registrazioni al pianoforte con i microfoni che mi avevate regalato per i miei vent’anni e che ancora gelosamente possiedo, la vacanza in montagna, le fantastiche gite in compagnia, i tuoi suggerimenti, i tuoi preziosissimi consigli. Tutto ciò è rimasto congelato. Tutto ciò è rimasto integro nella memoria così come la tua disponibilità e il tuo altruismo. Ti stava particolar-

Augusto Zanni (7.9.1962 - 6.1.2017) con l’amico Mauro Di Giovanni, autore del ricordo mente a cuore la mia felicità e quella degli amici dimostrando la tua voglia di aiutare gli altri con innata modestia e con profonda umiltà. Sono orgoglioso di avere condiviso e di avere percorso insieme un periodo così importante della nostra vita. Rimane uno splendido ricordo e tanto affetto. Un pensiero profondo e un abbraccio grandissimo va

a tutte le persone che ti hanno voluto bene. Vorrei salutarti con una frase tratta da un brano musicale di quel periodo che tu mi scrivesti in una lettera datata 5 gennaio 1983: “Se vuoi piangi, ma lascia che le lacrime cadano sempre dietro a te…”. Ciao Mauro



MISANO

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Grandi intellettuali leggono grandi pensatori. In marzo riparte il prestigioso ciclo di conferenze

Quando i classici insegnano a vivere - “Ritratti d’autore”: letture e passioni da condividere, sei imperdibili appuntamenti dove protagonisti saranno i personaggi, le storie, gli intrecci, le parole, le frasi, le emozioni dei classici raccontati da prestigiosi intellettuali di oggi. A cura della Biblioteca di Misano e sotto la navigata regia di Gustavo Cecchini, la decima edizione va ad incominciare il 3 marzo: Nuccio Ordine con “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. I classici non si leggono per superare un esame, ma si leggono perché ci insegnano a vivere. Nuccio Ordine proporrà una lettura di alcune ottave dell’Orlando furioso in cui l’Ariosto aggredisce pregiudizi che purtroppo continuano, in forme diverse, a sopravvivere nella nostra società. I versi sulle donne (perché le donne che tradiscono vengono punite mentre gli uomini vengono lodati?) e lo scontro tra pagani e cristiani (dove l’errore riguarda l’uomo e non la sua fede) ci aiutano a capire limiti e malintesi del nostro presente. L’Ariosto, insomma, ci insegna ad abbandonare i punti di vista assoluti che non riescono a spiegare la complessità del mondo e della vita umana. Imparare a convivere con le mutazioni, le incertezze, gli errori, le diversità, è un sano esercizio per considerare la molteplicità e la pluralità come una ricchezza e non come un ostacolo. Così la letteratura contribuisce a rendere l’umanità più umana. Il venerdì successivo, 10 marzo, con Franco Cardini, storico, saggista, blogger italiano e noto studioso del Medioevo, è di scena il mito di Percefal o il racconto del Santo Graal. Noi lo chiamiamo, di solito, Parsifal: è il Cercatore del Graal. Richard Wagner scrivendo musica e libretto del suo ultimo capolavoro, il “dramma musicale” rappresentato nel 1882, spiegò anche – in termini fantasiosamente filologici – il significato arabo-persiano del nome: “Puro Folle”. In realtà, Wagner s’ispirava a un Minnesänger tedesco vissuto tra 1170 circa e 1220, Wolfram von Eschenbach, attivo alla corte del Landgravio di Turingia. Wolfram scrisse nel primo decennio del XIII secolo un poema in 25.000 versi ottonari a rima baciata, in idioma medio-altotedesco, nel quale riprendeva il racconto della

Nuccio Ordine legge l’Ariosto, Cardini Wagner, Veneziani Pavese, Guidorizzi Omero, Curi Kafka e Fusaro Steinbeck LA CULTURA “cerca del Graal” da colui che risulta esserne stato l’originale narratore, il poeta Chrétien de Troyes (attivo tra 1160 e 1190) autore di romanzi cavallereschi in versi, il più celebre forse dei quali, il Perceval, ou Li conte dou Graal, è rimasto incompiuto. Ma la leggenda elaborata da Chrétien, probabilmente su materiale folklorico francese, mostra un’origine celtica: e il Graal vi è descritto come una coppa, una specie di magica cornucopia che però ha a che fare con il mistero eucaristico (più tardi sarebbe diventata la coppa dell’ultima cena). In von Eschenbach, che s’ispira forse indirettamente a modelli mitico-cavallereschi arabo-persiani, il Graal è una pietra ch’è stata posta in rapporto con la Pietra Angolare del vangelo, il Cristo, o con la Pietra Filosofale alchemica. In Wagner il Graal torna ad essere una coppa che contiene il Sang Real (cioè il San Graal, sempre secondo un’etimologia fantasiosa), ma l’atmosfera mistica dalla quale

Nuccio Ordine

Umberto Curi

Giulio Guidorizzi

Franco Cardini

è fasciato ricorda più i modelli indo-buddhisti che il grande artista aveva desunto da Schopenhauer che non la spiritualità cristiana. Il vero protagonista della serata finirà con l’essere quindi un grande mito che dal XII al XXI secolo domina l’immaginario europeo, il Graal, uno e trino (con molte varianti minori) attraverso i capolavori di Chrétien, di Wolfram Aschenbach e Richard Wagner

ziato il 6 ottobre 1935 durante i giorni del confino politico, “Il mestiere di vivere” accompagna Cesare Pavese fino al 18 agosto 1950, nove giorni prima della sua morte, e diventa a poco a poco il luogo cui affidare i pensieri sul proprio mondo di scrittore e di uomo e, soprattutto, le confessioni ultime su quei drammi intimi che laceravano la sua esistenza. Amaro, disperato, violento, ironico, raramente sereno, Pavese consegna al lettore una meditazione sulla vita, sui sogni, sui ricordi e sull’arte condotta con rigore intellettuale e morale; e

Venerdì 17 marzo salirà sul palco dell’Astra Marcello Veneziani con “II mestiere di Vivere” di Cesare Pavese. Ini-

Marcello Veneziani allo stesso tempo, pagina dopo pagina, testimonia con lucidità l’evoluzione di un personale mestiere di vivere. Sarà Giulio Guidorizzi, docente di Teatro e Drammaturgia dell’Antichità presso l’Università degli Studi di Torino ad introdurre, venerdì 24 marzo, l’Iliade di Omero. Ci sono libri fondamentali, “obbligati”: in una parola, imprescindibili. L’lliade è uno di questi. Insieme con l’Odissea è tra i testi capitali che il mondo antico ci ha lasciato in eredità. “Poema della forza”, come l’ha definito Simone Weil, l’Iliade racconta l’epilogo della guerra scatenata dagli achei in Troade: i cinquantuno giorni nel decimo anno di guerra dominati dalla funesta ira di Achille verso Agamennone. Giovane, guerriero terribile e invincibile, destinato a morte precoce e imperitura fama, Achille è il prototipo dell’eroe greco. Ma è Ettore, principe troiano e antagonista diretto di Achille, la figura più profondamente umana del poema e quella che il letto-

Commedia dialettale per l’associazione “Io Centro” - Dopo sei anni di assenza dalle scene, la Compagnia dialettale “La Rungaja” torna a respirare la polvere del palcoscenico interpretando “Lofe, sbrèmble e palotle” (Peti silenti, sonori e corposi), due atti comici di Giuseppe Lo Magro. A calcare il legno un mix di “marpioni” e di “reclute”. Per il sesso debole le pimpanti: Marzia Boschetti, Enrica Tosi Brandi, Antonella Colangelo, Laura Clementi. Per il cosiddetto sesso forte gli eclettici: Gianni Piccioni, Paolo Manenti, Iglis Serafini, Paolo Del Bello, Ferdinando Gabellini, Alessandro Formilli, Alberto Malaguti. Dietro le quinte: Miriam Bacchini (costumista) e Giuseppe Lo Magro (regia). La trama è stuzzicante. L’architetto N.H. Aristide Rondella Colonna ha progettato e fatto costruire l’iper ambulatorio “Salus per sempre”, aperto 24 ore su 24, che offre “Il meglio del meglio per

Quelli della Rungaja

il tuo benessere, dalla culla alla tomba” vantando eccellenze mediche e attrezzatura all’avanguardia. Mente vulcanica quella di Aristide, sempre alla ricerca di strabilianti novità attira “clienti”. Per il varo del “transatlantico della salute” c’è al timone il direttore sanitario Romeo Giulietta, marchigiano di Fanano, sfegatato studioso della Divina Commedia, che si avvale del “nostromo” Drianina Ciuffolotti, professionista “una e trina” visto che deve vestire gli abiti di donna delle pulizie, segretaria e infermiera. All’Open Day, che pub-

blicizza ghiotte offerte gratuite agli ultra sessantacinquenni, si presentano cinque tipi “strampalati”, con un vissuto avventuroso e malattie ai confini della realtà: Colomba Cacciatori “Katiuscia”, Arturo Mataloni “Gnagnos”, Celso Candelotti “Fritura”, Anselmo Palazzoni “Foxtrot” e Polifemo Saltafossi “Brusacul”. E così c’è il doppio incontro-scontro (visita mattutina e visita pomeridiana) con lo staff medico composto dai plurilaureati dottori: Ivano Vescica (Ninfomania e Dermatologia), Santina Pifferi (Urologia e Gastroe-

nterologia), Carolina Del Divano (Sessuologia e Traumi Psichici), Genoveffa Contabile (Medicina legale e Risarcimenti), Salvatore Gesso (Orto-pedia e Trapianti ossei). Nonostante incomprensioni e fraintendimenti, le paradossali sintomatologie dei “malati” trovano la cura più indicata e il finale vede tutti soddisfatti per aver ottenuto quanto agognato. Appuntamento il 4 Marzo, ore 21, al Cinema Teatro Astra, Via Gabriele D’Annunzio 22. Ingresso 10 euro. Info e prevendita biglietti: Cartoleria Schizzo (Via Del Mare 22, Misano Adriatico, Tel. 0541/610905. L’utile della serata viene devoluto in beneficenza all’associazione di promozione sociale “Io Centro”.

re moderno sente più vicina a sé. Nella sua vita non ci sono stirpi divine, passioni scatenate, invulnerabilità eroiche, ma solo umanissime ed esemplari virtù. Nel suo cuore si agitano sentimenti d’onore, dignità e amore e il suo tragico sacrificio suggella la fine di un’epoca. Venerdì 31 marzo sale sul palco dell’Astra il filosofo Umberto Curi con “La metamorfosi” di Franz Kafka. Nell’autunno del 1912, a Praga, tra 17 novembre e il 7 dicembre, Franz Kafka scrive “La metamorfosi”, l’incubo sotterraneo e letterale di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che si sveglia un mattino dopo sogni agitati e si ritrova mutato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti familiari e sociali, l’oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l’autore elabora la trama dell’uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all’insignificanza. Chiude, venerdì 7 aprile Diego Fusaro con “Furore” di John Steinbeck. Pietra miliare della letteratura americana, “Furore” è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939. Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, “Furore” è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza. Alla luce di quello che sta accadendo oggi, in tempi di globalizzazione, l’opera di Steinbeck permette una rilettura dei processi di sradicamento operati dal capitalismo finanziario: allontanamento coatto degli individui dalla loro terra, immigrazione di massa, sfruttamento generalizzato. Gli incontri si tengono presso il Cinema - Teatro Astra con inizio alle ore 21. Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Info. 0541-618484 – website: www.misano.org



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Al cinema - teatro Astra l’1 marzo. Organizza Libera nell’ambito dei 100 passi verso il 21 marzo

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Impastato-Pollina, serata della legalità - Giovanni Impastato e Pippo Pollina saranno i protagonisti, Mercoledì 1 Marzo al Teatro Astra di Misano, della “Serata della legalità”, organizzata dal Coordinamento provinciale di LIBERA, nell’ambito dei “100 passi verso il 21 Marzo”, percorso di avvicinamento alla XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, che si svolgerà il 21 marzo a Rimini,. Nel primo giorno di primavera, oltre 5.000 persone, soprattutto giovani provenienti da tutte le scuole della regione, sfileranno per le vie della città in un corteo che si concluderà in Piazza Cavour con la lettura dei nomi delle oltre 1.000 vittime innocenti delle mafie. Tra gli eventi che si susseguiranno fino al 21 marzo, oltre alla Manifestazione del 1 Marzo, merita una menzione particolare “Il viaggio legale”, progetto realizzato da diverse associazioni, tra cui Libera e la

I fili della memoria, descrivendo i vari passaggi della lotta alla mafia, dalla vicenda del fratello Peppino fino a quelle di Falcone, Borsellino, don Pino Puglisi

Giovanni Impastato e Pippo Pollina

IMPEGNO CIVILE Cgil, con la presenza a Rimini, nei giorni 17, 18 e 19 febbraio, della Citroen Mehari di Giancarlo Siani, il giovane giornalista del Mattino di Napoli ucciso dalla camorra nel 1985 a bordo della sua auto, viaggio che si concluderà domenica 19 con un Pranzo della Legalità. Il 3 Marzo saranno i ragazzi scout della Valconca a mobilitarsi a favore della Legalità con “Vedo, sento e ne parlo”, un’esperienza sensoriale che, attraverso i cinque sensi, racconto il loro impegno verso la consapevolezza e la lotta alla mafia e all’illegalità. Altro momento di grosso rilievo sarà la Manifestazione del 9 marzo, con ospiti il giudice Piergiorgio Morosini e il

coordinatore di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, che parteciperanno in mattinata ad un incontro presso la Scuola media di Cattolica con gli studenti delle classi terze di Cattolica e San Giovanni, organizzato dall’Associazione “Rimbalzi fuori campo”. Morosini, inoltre, sarà presente in serata a una Cena della legalità presso il Centro sociale Vici-Gio-

vannini di Cattolica, nel corso della quale parlerà di Rosario Livatino, giovane magistrato ucciso dalla mafia agrigentina nel 1990. Tornando al 1 Marzo, sul palcoscenico dell’Astra di Misano, Giovanni Impastato, intervistato da Simona Mulazzani, direttrice di Radio Icaro, ci aiuterà a riannodare i fili della memoria, descrivendo i vari

passaggi della lotta alla mafia, dalla vicenda del fratello Peppino fino a quelle di Falcone, Borsellino, Don Pino Puglisi, ecc. Toccherà poi a Pippo Pollina, che torna ancora una volta nella nostra provincia di cui è ormai ospite abituale, celebrare degnamente con il suo concerto il venticinquennale delle morti di Falcone e Borsellino.

Al pubblico di Misano, una delle sole quattro tappe italiane del suo Tour della memoria 2017, dopo quelle di Verona, Firenze e Roma, Pollina, accompagnato dalla sua band, il Palermo Acoustic quintet, presenterà, accanto alle più famose canzoni del suo ricco repertorio, i brani del nuovo album appena uscito, dal titolo “Il sole che verrà”. Alla serata saranno presenti anche gli studenti dell’Istituto Gobetti-De Gasperi di Morciano per una breve testimonianza contro la mafia. L’inizio dello spettacolo è fissato per le ore 20.15. I biglietti sono in prevendita rivolgendosi al coordinamento di Libera Rimini, Tel. 3339932542 oppure e-mail: paolosaracino50@gmail.com I costi. Intero: Euro 15, Ridotto per tesserati Libera (e associazioni facenti parte del coordinamento): Euro 10; Ridotto under 25: Euro 5. Posti numerati.


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CATTOLICA

Mauro Gaudenzi si è inventato un mestiere speciale. Maestro un pesarese

PERSONE

Addio a Martucci, persona coerente e con Cattolica nel cuore Maurizio Martucci (23.12.1947 25.1.2017)

Copisteria - Plottaggio Timbri - Rilegature Tesi CATTOLICA - Via Dottor Ferri 23 Tel. 0541 - 953300 Fax 953742

di Claudio Casadei - Mauro Gaudenzi, 37 anni, cattolichino doc, di mestiere fa il liutaio ed è il titolare della Gaudenzi Guitars, start up da lui creata con sede in Cattolica. Appassionato di musica e musicista, fin da piccolo ha sempre suonato in gruppi locali. Ma a causa della curiosità e della volontà di capire da dove venissero quei suoni, spesso lo induceva a smontare la sua chitarra, e al momento di rimontarla di ritrovarsi sempre con un pezzo in più in mano. Questo lo costringeva spesso

Mauro Gaudenzi

MESTIERI

- Maurizio Martucci se n’è andato prima del tempo lo scorso 25 gennaio, stroncato da una tignosa malattia. Lascia la moglie e due figlie. Sempre vestito di nero, in onore della passione politica: l’Msi (Movimento sociale italiano). Dall’85 al ‘90, era stato appassionato e goliardico consigliere comunale nelle sue file. Famiglia di albergatori in via Dante. La struttura era contrassegnata da un fascione arancione e tocco di riservata civiltà che dava anche la cifra dell’uomo Maurizio: una gigantesca giara di terracotta che causa il peso è impossibile spostare. Dunque, il suo monumento era (ed è) sempre lì a farsi ammirare. Albergatore e re dei trenini, Maurizio Martucci, con una visione forte della sua città. Gli voleva bene, punto. “Per il bene di Cattolica sono pronto a votare anche con i comunisti”, era solito dire ai tavoli del “Gambrinus”, il bar di via Mancini oggi trasformato in gelateria. Maurizio sapeva farsi voler bene e lasciava il segno. Aveva uno stile di vita fuori dei canoni, con un fondo di giustizia vivo. Una volta la sua parte politica, proprietaria del giornale “la Valle”, caccia il direttore su altre sponde culturali. Martucci dice all’amico giornalista: “Dì, mi sa che ti vogliono

far fuori”. Passano pochi mesi e chi scrive viene silurato. Solo che quella proprietà lo porta in tribunale chiedendo i danni per aver abbandonato il ruolo prima del tempo secondo il contratto. Ma le cose non stanno così. Insomma, comportamento da gentiluomini. Maurizio si offre di andare in tribunale a raccontare la sua verità contro i compagni del suo stesso partito. Un’estate di trent’anni fa, fa un gesto alla Martucci. Un gruppo di suoi clienti, una ventina di giovinastri sui 25 anni di buona famiglia, vanno al “Nuovo Fiore” di Riccione per un gelato. La goliardata è scappare senza pagare per un’emozione in più. Lo scriba origlia che alloggiano all’”Ondina”, l’albergo dei Martucci. Il cameriere, Emilio, alle 6 del mattino, dopo aver staccato, si fionda a Cattolica. Racconta la trovata a Maurizio, che si fa dire la cifra. Gliela anticipa con 10mila lire di mancia. Dice: “Vai tranquillo che dopo li aggiusto io”. Tra quei ragazzi anche sua figlia. I giovinastri la sera stessa ritornano a Riccione per le scuse; saranno fedeli clienti del “Nuovo Fiore” per anni. Una di quelle ragazze, pura bellezza mediterranea, era bellissima. Caro Maurizio, che la terra ti sia lieve. g. c.

Smonta e rismonta la chitarra Nasce la liuteria cattolichina a recarsi dal suo liutaio di fiducia, un caro signore di Pesaro che brontolando e sorridendo lo accoglieva e aggiustava i suoi guai! Il molto tempo passato in quel laboratorio, la bellezza e il profumo dei legni provenienti da ogni parte del mondo, le loro venature e le innumerevoli figurazioni, spesso veri dipinti di madre natura, accesero in Mauro la curiosità e la volontà di imparare quel mestiere. Il tempo, le esperienze scolastiche e lavorative lo hanno portato ad approfondire le conoscenze di falegnameria e di elettronica: le basi fondamentali di un buon liutaio. Dice Mauro: “Penso di aver scelto questo mestiere da sempre, fin da piccolo, io lo sapevo che prima o poi avrei costruito almeno una chitarra.” Ed è quasi per gioco che nasce la prima Gaudenzi, una

scommessa contro la paura di sbagliare, uno stimolo per mettersi alla prova con l’obbiettivo di riuscire. Chi, se non l’amico liutaio di Pesaro avrebbe potuto dare un giudizio su quel lavoro? Mauro prende la sua creazione e la porta dall’esperto signore con un po’ di batticuore. “Penso - racconta il cattolichino - che sia stata l’espressione di meraviglia negli occhi del mio amico liutaio quando prese in mano quella mia prima creatura, che mi fece capire che quella chitarra non sarebbe stata l’ultima che avrei costruito e che mi diede la spinta a continuare”. Da quel giorno sono passati tanti anni in cui lo studio, le esperienze e il lavoro hanno riempito le sue giornate. Oggi si può tranquillamente dire che il livello di professionalità raggiunto è assolutamente alto e dalle sue mani nascono chitarre

acustiche, elettriche e classiche, pezzi unici di vero valore e prestigio. É un mestiere particolare il liutaio, occorre uno studio continuo, ci vogliono vagonate di fantasia, ispirazione e un’ottima conoscenza dei legni. Un buon liutaio deve sapere trasformare le richieste dei clienti, interpretando il legno che sta usando per ottenere da esso le massime potenzialità, non solo in conseguenza delle geometrie, ma modificando il necessario utilizzando l’udito, il tatto, l’intuito e qualche personale segreto. Il premio sono “le prime parole” della sua creazione, le prime note: un’emozione e una soddisfazione sempre diversa e unica. “Le mie chitarre - riflette Mauro - sono strumenti realizzati su misura, con la massima cura, devono poter creare un legame col musicista e accom-

pagnarlo per tutta la vita”. Ormai sono tanti gli strumenti costruiti dal giovane cattolichino. Tra i suoi clienti ci sono professionisti e non di ogni età, vecchie e nuove generazioni di stili musicali diversi. Alcune sue creazioni sono in mano a gruppi internazionali e a professionisti importanti. È questa per ora il premio più bello al suo lavoro. Il laboratorio della Gaudenzi Guitars è in via Lavatoio 1, ed è lì che Mauro ripara e realizza le sue creazioni. C’è anche un’area shop dove oltre alle creazioni firmate Gaudenzi Guitars si possono trovare vari accessori quali amplificatori, corde, tracolle, cavi ecc. una visita non può che darvi soddisfazione. Per saperne di più www. gaudenziguitars.com, per un contatto Gaudemau@yahoo.it, oppure su Facebook Gaudenzi Guitars.


CATTOLICA Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO - Nati come alternativa civica che si è presentata alle amministrative di Cattolica di giugno 2016 arrivando ad ottenere un più che importante 10%, con le liste “Insieme per Cattolica” e “Amare Cattolica”, ora parte dei due gruppi si somma dando vita alla lista “IN FUTURO”. Durante questi mesi di assetto della nuova amministrazione comunale Pentastellata, gli aderenti si sono incontrati sistematicamente per progettare le attività di informazione e programmazione che da qui a poco, andranno a proporre alla cittadinanza. Larga parte degli interessati di “In Futuro” provengono da esperienze, più o meno consolidate nel tempo, del Pd. Ma tengono a ribadire che non è solo Giovanna Ubalducci. “In Futuro” vuole essere la sintesi del percorso elettorale delle due liste civiche ‘Insieme per Cattolica’ ed ‘Amare Cattolica’ che durante le elezioni amministrative 2016, che si sono proposti con la candidatura a sindaco di Giovanna Ubalducci. Definito il nuovo simbolo ed il nuovo

“In Futuro”, nuova proposta civica Giovanna Ubalducci e il simbolo del nuovo gruppo politico

assetto organizzativo, si presentano alla città e agli elettori, auspicando che il gruppo civico cosi costituito, possa arricchirsi di nuovi ingressi. “Ribadiamo - dicono - la nostra più assoluta estraneità ai partiti politici, convinti che la libertà di pensiero e di azione, possa tradursi al meglio in azioni positive, al di fuori di schemi rigidi di appartenenza partitica”. Fanno parte del gruppo/ movimento “In Futuro”, cittadini di Cattolica che mettono a disposizione le loro com-

petenze e la loro esperienza professionale nei vari settori del tessuto economico-sociale cittadino: medici, avvocati, albergatori, ricercatori universitari, lavoratori autonomi e dipendenti, pensionati. “Stiamo lavorando - dicono - e ci incontriamo periodicamente per osservare con attenzione lo svolgersi della vita politico-amministrativa d, per presentare a breve una serie di proposte tematiche concrete ed essere punto di riferimento per i nostri elettori. Valutati i recentissimi fatti accaduti, che hanno visto una parte dell’opposizione rappresentata in Consiglio comunale, dare dimostrazione di irresponsabilità politica, implodendo dopo soli sette mesi dalle elezioni,

riteniamo di poter rappresentare una voce importante alternativa nell’attuale panorama istituzionale-politico. I nostri elettori sanno che siamo attenti, vigili, informati, riguardo alle azioni condotte dall’attuale amministrazione, alla quale chiediamo e dalla quale ci aspettiamo, come promesso in campagna elettorale, azioni tangibili e concrete di cambiamento, riqualificazione, decoro della nostra città, che consideriamo urgenti ed indifferibili, dato l’approssimarsi della stagione estiva”. Del nuovo movimento fanno parte: Signorini Fabrizio, Vanni Vincenza, Galvani Gianpiero, Tura Giuseppina, Staccoli Maurizio, Falcioni Tania, Mancini Filippo, Paci Seripa Vanessa, Lugli Leonardo, Antonelli Antonella, Colombaroni Giampietro, Ubalducci Giovanna, Amadori Francesco, Emanuele Nicolina detta “Nicoletta”, Diagne Adama, Selva Roberta, Berti Gabriele, Ermanno Giuliano, Perlini Paride, Galli Séverine, Beretta Giuseppe.

La musica è finita, i Gambini se ne vanno...

GAMBINEIDE

Ciao Sergio - Leggiamo: “Sergio Gambini (Pd) si dimette da consigliere. ‘Me ne vado per accelerare il cambia-

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Nato come alternativa civica da una costola del Pd. Giovanna Ubalducci tra i fondatori

ALLEGRO MA NON TROPPO di Cecco

Belluzzi-Gambini - Leggiamo: “Alessandro Belluzzi (Pd): ‘Le dimissioni di Gambini? Comportamento arrogante - La scelta non è stata comunicata ai nostri vertici provinciali’”. Ma Gambini una curtlèda tla schina la j’avria fat mènch mèl. E giù s-ciafòn mal pora Sergio...

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mento alla guida della città’”. Sergio, ai vlìn créd. Però a capin anche che sa una batosta isé grosa al tirarìa al cul ma tut. Os-cia!... La porta - Leggiamo: “Gambini sbatte la porta e si dimette. La goccia che ha fatto traboccare il vaso le risposte del sindaco grillino Gennari sul Bus Terminal”. Sergio, fa pièn! Un’ènta bota isé e al vén giù tut sora la testa. Nun an’avìn miga al vitalizio...

Ecco… la musica è finita, i Gambini se ne vanno, che inutile candidatura, amore mio, abbiamo aspettato tanto per vederti ma non è servito a niente. Niente, nemmeno una parola al Pd, l’accenno di un saluto. Ti dico arrivederci, amore mio nascondendo la malinconia sotto l’ombra di un sorriso. Cosa non darei per stringerti, il collo, a me, cosa non farei perché questo amore diventi per te più forte che mai. Ecco… la musica è finita, i Gambini se ne vanno e tu ci lasci soli più di prima. Ecco... e Saba, Ale, Paolo, Fede, Antonio, Fili...? Gli amici se ne vanno, che inutile trombata, amore mio. Niente, Ricordi? “Cattolica cambia pagina”, “Che storia, il futuro!”... ma vaff... Che malinconia, amore mio. Il nostro cuore si è spezzato, come il nostro Pd, amore mio. Un minuto è lungo da morire se non è vissuto insieme a te. Non buttiamo via così la speranza di una vita d’amore, nel Pd.

Libera interpretazione della canzone “La musica è finita” - Festival di Sanremo 1967 cantata da Ornella Vanoni.

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Palazzate

di Cecco

Degrado - Leggiamo: “Degrado Vgs, Circolo tennis, buche: la mappa del punti critici del quartiere Macanno nelle mani del nuovo assessore all’Urbanistica Battistel”. Sa fusa ti su pagn a farìa un scartoz e al purtaria mal Pd. Caz!... Controllo dell’aria - Leggiamo: “Arpae: aria sotto esame dal Laboratorio Mobile per il controllo della qualità dell’aria in via Mazzini per quattro settimane”. Avviso: burdèl adès smitìla da scurgè! Al bastarà per sgavagnèla?... ‘Saba’ (1) Dichiarazioni - Leggiamo: “M5S e centrodestra uniti contro le dichiarazione della Sabattini del Pd”. An’è facile fè incazè t’un colp sno guverne e oposizion. La va cla péla cla burdèla... ‘Saba’ (2) Contro il M5S - Leggiamo: “Sabattini (Pd) contro la giunta M5S: ‘Poche idee e confuse, molte promesse, un sacco di pasticci”. T’è rason! J’ha ciap propria tut dal Pd. Os-cia!... ‘Saba’ (3) Fuga dal Pd - Leggiamo: “Cattolica, la grande fuga dal Pd. Giallo sulle dimissioni della Sabattini. La capogruppo le annuncia poi smentisce: ‘Penso al bene del partito’”. L’è proprie véra: l’amor l’è cégh. Os-cia!... ‘Saba’ (4) Le correnti - Leggiamo: “Laura Sabattini: ‘Resto capogruppo Pd, su di me falsità dell’altra corrente’”. Tal Pd l’è pin ad curéntie. Ech perché un gnè più nisun, i s’è amalè tut quant. Cèma al dutor Maria!... Tar - Leggiamo: “Pista ciclabile vie Matteotti e Corridoni, dopo l’esposto degli studi medici il Tar congela i lavori”. Un gnèra bsogn dal Tar, l’era un frèd dla Madona!... ‘In Futuro’ - Leggiamo: “Gli ex Ubalducci si riuniscono: nasce la lista civica ‘In Futuro’”. Al pèr un futur cal sa da giovne antigh. Va pu là... Luminarie e casette - Leggiamo: “In città il Natale non finisce: luminarie ancora accese - Il sindaco: ‘I commercianti hanno chiesto di tenerle’”. Pasa per li luminèrie, ma cli casetie ti giardèn dal Cumun li aspèta i teremutèd?... Mercato - Leggiamo: “Banchetto di Forza Nuova, preoccupazione al mercato”. La génta la giréva al lèrgh. I dgiva: ‘A sin tal marchè per cumprè la roba frèsca, miga li cianfrusaglie dal Ventennio’. Da fè strimulì al sangue... Stipendi ex Pd - Leggiamo: “Scontro in Consiglio comunale. Nel mirino gli stipendi degli ex assessori Pd. L’assessore Pesci: ‘Usavano l’ufficio comunale per i versamenti volontari del 10% al partito’”. E dai!, j’avrà risparmiè du sold dal cumercialésta. Dambat!... Il Rigoletto - Leggiamo: “Grande opera con il Rigoletto di Verdi al teatro della Regina”. I dis che i la vléva fè drénta la séla dal Cunséglie comunèl... ma al Duca d’Mantova u s’èra già dimès... Nuovi loculi - Leggiamo: “Cimitero, lavori da 650mila euro per 432 loculi”. Grazie Marièn che t’péns mal nost dmèn. Madunéna sènta... Tasse - Leggiamo: “Il sindaco Mariano Gennari: ‘Tasse più basse? Quest’anno non si può’”. Ciò, l’ha imparè subte. Chi ariva mal guvérne al dis sempre isé. Caz!... Stampella - Leggiamo: “Il Sì al bilancio, bufera su Gessaroli. ‘Non sono la stampella dei grillini’”. L’ha rason, lu l’é un chirurgo vascolare, miga un ortopedico. Os-cia!... Vaccarini - Leggiamo: “Federico Vaccarini, 26 anni, entra in Consiglio comunale al posto di Gambini”. Purén, isé giovne... Eventi - Leggiamo: “L’amministrazione prepara una primavera piena di eventi per fare il pieno di turisti”. Al séndaca l’ha capì cume acuntentè mi cumerciènt: giuvaca, giuvaca e giuvaca...



CATTOLICA

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Monumento di Giuliano Cardellini in piazza Nettuno dal 18 febbraio

“Trafitto”, opera d’arte contro l’ingiustizia Giuliano Cardellini accanto ad una delle sue ultime opere

L’ARTE

- “Trafitto”. E’ la nuova opera di Giuliano Cardellini. Viene presentata il 18 febbraio a Cattolica in Piazza Nettuno, nella giornata mondiale della Giustizia Sociale. Il monumento ha l’ambizione di raccontare quelle che in pochi dicono, tra i pochi papa Francesco: le sempre più profonde ingiustizie sociali in Italia, in Europa e nel Mondo. Alta 3,40 metri, per decine di quintali, l’esposizione è itinerante, in piazza ed all’esterno. Dopo Cattolica, dovrebbe far tappa a Rimini, Riccione, Morciano. Poi, si spera, anche a Roma. Cardellini dopo le tante vetrine in provincia ed all’estero, dopo la presenza in gallerie nazionali, vuole stupire con qualcosa di nuovo, con qualcosa che non ti aspetti nemmeno da lui, con qualcosa di forte impatto visivo ed emozionale. Non lo fa per stupire, sente la responsabilità, come artista, di tenere vigili le coscienze: denunciare le gravi storture della società. Lo fa nel modo che gli è più congeniale, trasferendo il suo pensiero, il suo vissuto, le sue sofferenze in una opera d’arte,

Fisco. Tasse. Famiglia. Imprese Detrazioni 2017, condomini e misure anti-sismiche

emozionarci e a farci riflettere sui significati della vita.

prima abbozzata e poi gradualmente prende vita, per giungere alla sua maturità espressiva ed interiore. Lancia un urlo contro la dilagante corruzione. Questo flagello crea insanabili distanze fra chi abusa dei propri privilegi e chi subisce, con crescente rassegnazione, infiniti soprusi. Ma Cardellini non si limita solo alla denuncia, vuole esprimere di più. “L’arte - riflette Cardellini è anche ascolto del sociale. In riferimento al mondo, è neces-

sario lottare strenuamente contro i nemici del genere umano: la guerra, la tirannia, l’ignoranza, la povertà, la malattia. In riferimento alla società italiana, europea, mondiale sarebbe indispensabile creare presupposti per una nuova società: equa, solidale, partecipata. Con la concreta realizzazione dei principi: meritocrazia, competenza, incompatibilità, non conflitto di interessi, anticorruzione. Con l’opera intendo ‘urlare’ tutto questo.” Auspichiamo che l’artista romagnolo torni presto ad

- La detrazione del 65% per interventi sugli edifici condominiali a carattere di ristrutturazioEsposizione dell’Opera ne è prorogata fino a dicembre “Trafitto”. 2021; l’agevolazione aumenta nel Sabato 18 febbraio, ore 8. caso in cui riguardano l’involucro Installazione Opera in Piazza dell’edificio, arrivando al 70%; se Nettuno a Cattolica. in aggiunta vengono introdotte Ore 11.30. Conferenza modifiche per migliorare la prestampa inerente l’opera al stazione energetica la detrazione Palazzo del Turismo con l’ar- fiscale è del 75% delle spese sotista Cardellini e l’assessore stenute. L’ammontare massimo alla Cultura Valeria Anto- di spese ammesse non deve sunioli perare i 40.000€ moltiplicato per Domenica 19 febbra- il numero di unità che componio, ore 17, Palazzo del Turi- gono l’edificio. Tale detrazione è smo conferenza–dibattito fruibile anche per gli Istituti autocon uno scrittore su tema nomi e le case popolari. della Giustizia Sociale, con Per questo tipo di interventi i l’artista Cardellini e l’asses- condomini possono cedere la desore alla Cultura Valeria An- trazione ai fornitori che hanno eftonioli. fettuato gli interventi o a soggetti Lunedì, 20 febbraio: privati, con la possibilità che il Giornata Mondiale della credito sia successivamente cediGiustizia Sociale, ore 11.30 bile, esclusa la cessione di credito performance dell’artista Giu- ad istituti di credito e ad interliano Cardellini. mediari finanziari. Se nelle parti Martedi 21 febbraio, ore condominiali vengono realizzati 8, rimozione dell’Opera. interventi che riguardano il miForse l’Opera verrà espo- glioramento delle misure antisista anche a Riccione e Mor- smiche le detrazioni di imposta ciano ed in altri Comuni, in spettano nella misura del 75% se una sorta di percorso itine- l’edificio aumenta di una classe di rante. rischio inferiore, e all’85% se l’eE’ già stata avviata la pro- dificio salta due classi di rischio. cedura per l’eventuale esposi- L’ammontare delle spese non zione in una piazza di Roma. deve essere superiore a 96.000€ moltiplicato per il numero di unità immobiliari; tra le spese editabili rientrano anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica.

40 anni fa. Radio Talpa, le radio libere e il Movimento del ‘77 (e dintorni) Incontro con i protagonisti, filmati, musiche, parole. Sabato 11 marzo ore 17 - sala confernze hotel Kursaal LA STORIA - Bologna 11 marzo 1977, lo studente di Medicina Francesco Lorusso durante una manifestazione viene ucciso dalle forze dell’ordine. Seguono tre giorni di scontri che attraversano tutta la città e si propagano in diverse altre città italiane. Il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga invia a Bologna i carri armati. Leggi speciali sospendono tutte le manifestazioni a Roma e Bologna. I funerali di Lorusso vengono fatti svolgere in forma privata e in periferia. Radio Alice, la voce

ESPERTI RISPONDONO

1977. Immagini bolognesi del Movimento bolognese, viene chiusa di forza dalla polizia. Di fatto scoppia il Movimento del ‘77, anche se l’inizio si potrebbe far risalire al 17 febbraio dello stesso anno dove all’Università La Sapienza di Roma il segretario della Cgil Luciano Lama viene violentemente contestato dagli studenti e costretto a interrompere il comizio. Il 1977 è un

anno puntellato di violenze, di repressione statale, ma anche di forti fermenti creativi: gli indiani metropolitani, l’ironia, le nuove tendenze musicali del rock, le riviste di poesia e di satira, ecc. La cultura alternativa passa anche attraverso le radio libere, una crescita esponenziale e diffuse in tutta Italia. Il 6 marzo 1977 iniziano anche le trasmissioni di Radio Talpa. Una storia collettiva che dura fino ad attobre 1984. Un storia che coinvolge centinaia di giovani del nostro territorio facendosi carico e megafono di tutte quelle voci, esperienze e creatività emarginate da un contesto bigotto e discriminatorio. Oggi, 2017 e da alcuni anni, Radio Talpa è ritornata più in forma che mai...

Anti-sismiche La normativa ora permette di usufruire della detrazione del 50% in cinque anni a quote co-

stanti per le spese sostenute in termini di misure antisismiche per tutte le tipologie di edifici, non solo quelli situati in zona 1, zona 2, ma anche quelli in zona 3, considerato a basso rischio terremoti: se l’intervento determina la riduzione del rischio sismico ed il passaggio ad una classe di rischio inferiore la detrazione dell’imposta spetta nella misura del 70%, se l’intervento permette il passaggio di due classi la detrazione sale all’80%; sono ammesse come spese detraibili anche i costi sostenuti per la classificazione e la verifica sismica. Queste detrazioni non sono cumulabili con altre già spettanti, se gli interventi sono iniziati negli anni precedenti si tiene conto anche di quelli per il computo del limite massimo di 96.000€. Confermato anche il bonus mobili che abbiamo trattato nei precedenti articoli relativo all’acquisto di elettrodomestici e mobili nella misura del 50% delle spese fino al massimo di 10.000€ per acquisto di grandi elettrodomestici di classe A+, forni di classe A … il bonus è fruibile solo se c’è in essere una detrazione per ristrutturazione edilizia. Giovani coppie Detrazione non prorogata per il 2017 è il BONUS GIOVANI COPPIE che permetteva a giovani coppie di detrarre il 50% da ripartire in 10 anni per acquisto di mobili da arredo per l’abitazione principale fino a 16.000€. Studio Baldassarre, Cattolica



CATTOLICA

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Incontro con Valerio Pritelli allo Spazio°Z di Radio Talpa il 24 febbraio, ore 21

Bagno sonoro e magia di suoni - Venerdì 24 febbraio, ore 21, SPAZIO°Z di Radio Talpa - Ingresso libero (solo su prenotazione***) Valerio Pritelli, gabiccese, operatore appassionato con grande esperienza e competenza, ci porta a conoscere questo un mondo affascinante e misterioso. Che cos’è un bagno sonoro? “Le sacre scritture occidentali scrivono che in principio era il “verbo” ma in realtà s’intende il “suono” come potentissima vibrazione ed anche quelle che gli orientali parlano della vibrazione “Om” che ha generato l’intero universo. Il bagno sonoro è un insieme di suoni emessi con strumenti antichi che si perdono nella notte dei tempi. Le loro naturali vibrazioni richiamano in noi curiosità ma soprattutto attraverso un processo di risonanza possono appunto risuonare con le nostre cellule e creare un campo altamente benefico nello sciogliere tensioni e permettere a qualcuno in quel breve periodo di tempo d’ immergersi al di la dello spazio e del tempo. Ma di quali strumenti si tratta? Ogni operatore ha senz’altro i suoi preferiti con i quali interagisce meglio ed eccone solo alcuni”. Parlaci di questi strumenti. “I Gong! Si ritiene che prima siano stati usati dai greci e poi sono arrivati in Oriente attraverso Alessandro Magno con le sue conquiste. Sono formati da diverse leghe ma soprattutto bronzo e nichel. In virtù di questi metalli in tempi di guerra venivano fusi per farne armi ed in tempi di pace di nuovo rifusi per

LA CULTURA

Un autore con tè

Valerio Pritelli e i suoi strumenti

farne appunto gong. In oriente i più diffusi sono il Wind e il Chau gong mentre in occidente famose ditte tedesche specializzate costruiscono soprattutto i Planetari e Sinfonici. Campane tibetane, nepalesi ed anche armoniche giapponesi. Sono campane dell’era pre buddista e vengono suonate a terra attraverso un batacchio. Si dice che favoriscano consapevolezza, meditazione e armonia. Tubolare armonico settato a 432 hz o 528 hz. Nell’ascolto dei tubolare può accadere una maggiore lucidità mentale, risveglio della creatività e consapevolezza. Campane di cristallo. Le campane di cristallo sono fatte di quarzo al 99%. Hanno una grande affinità con noi perché il nostro corpo è composto da molte sostanze cristalline. A

livello molecolare le nostre cellule contengono il silicio che equilibra le nostre energie elettromagnetiche. Conchiglie. E’ uno dei primi strumenti musicali a fiato usato circa 40.000 anni fa dall’uomo. Usate quindi come strumento musicale dell’epoca ma anche per rituali magici o anche come semplice mezzo di comunicazione. Anche se il comune uomo della strada non se lo immagina le conchiglie emettono vibrazioni potentissime. Il tamburo sciamanico. Questo strumento con le sue vibrazioni riconnette a madre terra e alle nostre radici”. Chi è Valerio Pritelli Nasce nel 1963 e già all’età di tre anni cerca di far suonare i coperchi delle pentole. A undici anni grazie a persone adulte scopre la musica degli

anni ’70 di gruppi come i Genesis e Pink Floyd e se ne innamora. A sedici anni grazie a Radio Talpa trasmette la sua musica preferita e riesce persino a condurre delle sue trasmissioni. A ventisette anni per tre anni suona la batteria in un gruppo locale tenendo circa una ventina di concerti e prende familiarità con il pubblico. Arriva la maturità e a cinquant’anni nel centro-laboratorio di Cesena fa l’esperienza del Reberthing, una potente tecnica respiratoria. Il termine “Rebirthing”, che letteralmente significa “rinascita”, si riferisce al fatto che in alcuni casi, durante una seduta, possono affiorare ricordi o sensazioni legate alla propria nascita ma tale nome ha in realtà una valenza ancor più significativa e profonda in quanto attraverso la pratica del Rebirthing si possono raggiungere effettivi miglioramenti della salute psicofisica, un maggior equilibrio interiore e intraprendere così un profondo cammino di rinnovo e crescita personale. Infatti così è stato perché affiorano bisogni nuovi come per esempio l’interesse verso le tradizioni millenarie dei rituali sciamanici di tante tribù indigene della foresta amazzonica. Ed arriva così anche la nuova passione verso tutti quegli strumenti ancestrali che sono serviti e servono a riconnettere l’uomo nella sua integrità spirituale. ***Prenotazione necessaria perché la serata prevede grande concentrazione e rilassamento Tel. Valerio: 333-8265225 - mail: cecco312@alice.it

Alessio Viola e Romano De Marco - Sono ripresi a gennaio gli incontri di “Un autore con

tè”, organizzati dalla libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare in collaborazione con Radio Talpa e la trasmissione radiofonica interamente dedicata ai libri “Talpa chi legge”. Anche nel 2017 molti saranno gli autori di spicco della scena letteraria italiana ad intervenire allo Spazio°Z, in Via Del Prete 7 a Cattolica. Si è cominciato con la “graphic novel” del progetto “Liquida” il 29 gennaio con l’illustratore Lorenzo Sabbatini e la scrittrice Lisa Biggi. Gli incontri sono proseguiti l’11 febbraio con il giornalista e scrittore Alessio Viola con il suo “Fidati di me fratello (una storia vera)”, edito da Aliberti compagnia editoriale, che racconta dall’interno la storia di due fratelli che vivono

la tragedia dell’uccisione del padre malavitoso e scelgono di reagire e vivere in modi diversi. Lo Spazio°Z sarà tappa domenica 5 marzo alle ore 17 con Romano De Marco che presenta “L’uomo di casa” (Piemme). Domenica 19 marzo, stessa ora, lo scrittore Luca Briasco presenta l’ultimo suo lavoro: “Americana” (minimum fax). Diversi gli appuntamenti anche in aprile dei quali daremo puntuale informazione. Tutti gli incontri sono aperti e gratuiti e si svolgono alle 17 allo Spazio°Z di Radio Talpa, in Via Del Prete 7. Si possono inoltre ascoltare in diretta streaming su www. radiotalpa.it Per info e per seguire gli aggiornamenti potete visitare www.libreriasogniebisogni.it

Nonna Vincenza, 103 anni di storie

- Terza (Terzina per i famigliari) Colonna ha compiuto 103 anni lo scorso 30 gennaio. A festeggiarla i familiari: i figli Umberto e Silvano Piccioni, la nmuora Teresa, i nipoti Cristian e Cristina e la pronipote Maria. Nasce a Isola di Brescia (San Giovanni in Marignano), ma da 50 anni abita in via Pantano a Cattolica. Terzina, come indica il nome, è la terzogenita di sei fratelli e unica sopravvissuta; gli altri se ne sono andati tra gli 85 ed i 90 anni. Da ragaz-

PERSONE za, come spesso avveniva allora per la Romagna povera di mezzi ma con una gran voglia di fare, aveva prestato servizio presso famiglie benestanti a Roma, Pavia e Lucca. Terzina, a 28 anni, sposa Cesare Piccioni, cattolichino della Ventena; scomparso più di 20 anni fa. Appartiene, Cesare, ad una famiglia di muratori. Lo era lui, lo era stato il babbo

e lo sono stati i figli. Due creativi: Umberto recita commedie dialettali, mentre Silvano dipinge. Terzina ha molte passioni: le parole crociate, le carte, la lettura e l’uncinetto (magnifiche le sue calze). E’ stata una brava cuoca. I due figli col sorriso: “Le diciamo sempre: un giorno ti faremo fare la piada anche lassù”. Di carattere buona e tranquilla, non ha mai picchiato i figli: Umberto ricorda un solo scapaccione. Auguri. Di cuore.



CATTOLICA

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Inaugurazione della mostra fotografica domenica 12 marzo, ore 17 - SPAZIO°Z di Radio Talpa

1982. I Ragazzi (Pop-Art)

Seduti, da sinistra: Colombo (Topolino) Gaudenzi, Paolo Masi, Luigi (Bigion) Paolucci. In piedi: Dorigo Avanzolini e Francesco Pagnini

- “Giovani sparsi nella città doppia” la mitica mostra che inaugurò il Centro culturale polivalente il 27 febbraio 1983. Frutto di una ricerca fotografica durata un anno che ha “inseguito” i giovani cattolichini e gabiccesi in tutti i loro momenti collettivi e individuali, pubbici e privati (scuola, lavoro, tempo libero, mode, ecc.). La ricerca era incentrata anche sul “Questionario Giovani”

Lo spirito di Cattolica in un cd che interessò tutti i giovani di Cattolica e Gabicce Mare. Risposero oltre mille ragazze e ragazzi e il lavoro ebbe il plauso dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. In occasione dei 40 anni di Radio Talpa viene rispol-

verata grossa parte del materiale fotografico prodotto in una versione artistica in chiave Pop Art. Un omaggio anche al padre di questa rivoluzionaria corrente artistica, quell’Andy Warhol che moriva 30 anni fa (22 febbraio 1987).

- “Ci ho messo molta passione”. Con questo spirito Paolo Masi, messaggero che porta la bellezza del mare alla terra, ha costruito un cd che racconta la cultura e rispetto per il mare. Titolo: “Mare incognitum. Adriatico piccolo grande mare”. Sette quadri con il piacere di seminarne il mistero nel cuore degli uomini: “La pesca volante e Festa insieme”, “L’anima della piattaforma Pa-

IL MARE C’È ANCHE DI NOTTE guro” (esplosa nel 1964 al largo di Ravenna, oggi oasi marina), “L’Anna Maria B.” (altra piattaforma dove si estrae gas), “Il Vecchio e il mare” (interviste a Colombo e Luigi), “Latleta di Fano” (bronzo rinvenuto nel 1964 e trafugato al Getty Museum), “Il mare della Regina” (piattaforma di fronte a Cat-

tolica), “Il mistero della flotta perduta...” (naufragata al largo di Fano). Alle spalle del video 5 anni di intenso lavoro coordinato da Paolo Masi, 75 anni portati benissimo; con lui Dorigo Avanzolini, Francesco Pagnini. Il cd viene presentato e regalato ai presenti il 18 febbraio, ore 16, al Teatro della Regina, grazie alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara.


BANCA POPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO

Bpv borse di studio, crescere con la musica

Alla settima edizione, in collaborazione con il conservatorio Rossini di Pesaro. Folto pubblico

Uno dei premiati. Il cattolichino Daniele Bartoli, con la sua chitarra durante l’esibizione

- Far crescere i talenti del territorio in modo responsabile e civile con la civiltà della musica. E aiutando i giovani. Con questo spirito sette anni vengono istituite le borse di studio della Banca Popolare Val-

conca che premiano gli allievi del conservatorio Rossini di Pesaro. Il riconoscimento va ai giovani dove opera l’istituto di credito con direzione generale a Morciano di Romagna. L’atto conclusivo, con

recital dei vincitori, si è tenuto lo scorso 1 febbraio, ore 19, nell’auditorium Pedrotti, una delle sale musicali più belle del mondo. Lo spazio si trova all’interno del conservatorio voluto da Gioacchino Rossini con un

lascito ed un appannaggio. A portare il saluto della Bpv, il presidente Massimo Lazzarini e il direttore generale Luigi Sartoni. Presente un bel pubblico, che è aumentato, come in un crescendo rossiniano. Tra i premiati anche un talento delle nostre terre, il cattolichino Daniele Bartoli. I tre giovani vincitori che si sono esibiti: Daniele Bartoli (diplomato in chitarra jazz), Cristina Signes Domenech (clarinetto), Isabella Orazietti (canto). Nelle foto: La premiazione dei vincitori. La clarinettista Cristina Signes Domenech.


CATTOLICA

Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

CULTURA

Teatro della Regina Programma di febbraio-marzo - Venerdì 17 febbraio ore 21,15. “La Divina” (comico) - di e con Alessandro Fullin. - Sabato 25 febbraio ore 21,15. “Infinita” (prosa) - Familie Floz. - Sabato 11 marzo ore 21,15. “Il Berretto a Sonagli” (prosa) - di Luigi Pi-

Alessandro Fullini

randello - regia di Valter Malosti. Informazioni: 0541966778.

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI-VICI - Via Umbria 23

Il programma di febbraio

Cattolica, primi anni ‘50. 1) Vittorina Bordoni 2) Maria Vanzolini 3) Giovanni Cecchini 4) Maria Bianchi 5) Luciano Marchetti 6) Argentina Amaducci 7) Antonio Marchetti “Tugnon” 8) Rosina Marchetti 9) Marianna Vanzolini (Archivio fotografico Centro culturate polivalente di Cattolica)

Martina Grossi e Anselmo Pelliccioni, un cd per “La Follia” mericana Marianne Chen, perfezionandosi successivamente presso la Scuola di Musica di Fiesole. Ha collaborato con numerose importanti istituzioni musicali italiane (Teatro Comunale di Bologna, Arena di Verona, Teatro San Carlo di Napoli, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestra del Teatro alla Scala, Orchestra Sinfonica della RAI

Presentazione domenica 26 marzo ore 17 nello SPAZIO°Z di Radio Talpa. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Diretta radio su www.radiotalpa.it - È, finalmente, uscito il CD “LA FOLLIA”, il duo composto da Martina Grossi (voce) e Anselmo Pelliccioni (violoncello). Registrato e mixato nell’estate 2016, il CD propone 13 tracce dall’atmosfera raffinata ed essenziale, dove ambientazioni classiche e nuance jazz si fondono piacevolmente. Il lavoro si apre con una versione della notissima My Favourite Things, passando poi per la struggente The Summer Knows e per la rielaborazione di alcune variazioni de La Follia di Vivaldi e Corelli. Prosegue con un brano di Bruno Tommaso (La Pazzia) e con Yardbird Suite di C.Parker. Una piccola chicca l’arrangiamento per duo di Les Cinq Doigts, brevi miniature di I.Stravinsky scritte a scopo didattico. Segue un brano strumentale del violoncellista americano Mark Summer (Pattern Language - Studio #1) interessante per l’uso particolare del pizzicato, e la riscrittura di Spiral di J.Coltrane. Intensa, intima e toccante la versione di Normalmente di Joe Barbieri (una delle più belle canzoni italiane dell’ultimo decennio) seguita da altre due canzoni italiane d’annata: In un Palco della Scala e In Cerca di Te. Per finire l’immortale Blackbird (Beatles) e la rivisitazione di Goldrake, sigla del notissimo cartone animato giapponese della fine degli anni ‘70. “LA FOLLIA è un tema musicale di antica origine iberica, risalente probabilmente al tardo medioevo. La sua struttura armonica – inizialmente utilizzata come canovaccio per le improvvisazioni della musica popolare – è stata successivamente adottata dalla musica colta. Oltre centocinquanta compositori hanno scritto variazioni sul suo celebre basso di “passacaglia”: Lully, Scar-

latti, Corelli, Vivaldi, Haendel, Bach, Beethoven, Rachmaninoff, fino a George Russel, Gian Luigi Trovesi, e a molti altri artisti contemporanei. In questo disco ci siamo ispirati a questa forma musicale, a volte in maniera esplicita, altre volte in maniera meno diretta. LA FOLLIA nasce da un’amicizia decennale. E dal desiderio di dare vita ad un percorso artistico autonomo, frutto delle nostre molteplici esperienze musicali. Una formazione insolita, essenziale, che gioca sulla straordinaria ricchezza timbrica che voce umana e violoncello possono offrire quando ne siano indagate a fondo le possibilità. Un gioco infinito di dialoghi e rimandi, di contrasti, allusioni e sfumature”. Martina Grossi e Anselmo Pelliccioni lavorano assieme da parecchio tempo e formano un duo dalle esperienze più variegate, che spaziano dalla musica classica alla contemporanea, dal barocco al jazz, dal rigore stilistico alla libera improvvisazione. LA FOLLIA si avvale della preziosissima collaborazione del M° Bruno Tommaso, che con perizia sartoriale ha rielaborato e riscritto la maggior parte dei brani. Il CD è disponibile su tutti i principali stores digitali (iTunes, Amazon, Google Play, Spotify, ecc). In alternativa si può richiedere direttamente ai due artisti. MARTINA GROSSI Si è diplomata in canto Lirico e Jazz presso il Conservatorio Statale di Musica G. Rossini di Pesaro, ed è

Laurata in Conservazione dei Beni Storico Artistici e Musicali presso l’Università di Bologna sede di Ravenna. Si è dedicata al Canto Jazz con varie formazioni e con prestigiosi musicisti tra i quali Fabrizio Bosso, Gian Luigi Trovesi, Nico Gori, Bruno Tommaso, Giancarlo Schiaffini e altri. Con il Laboratorio 87 è stata interprete di musica contemporanea eseguendo composizioni di Luciano Berio, Luigi Nono, Giacinto Scelsi etc. Ha al suo attivo dei progetti a suo nome tra cui Two For the Road, Gershwin Ensamble (con gli arrangiamenti di Massimiliano Rocchetta e Bruno Tommaso) , Magikabula spettacolo multimediale per bambini. Ha inciso i cd Il Vento, Masquenada, R.J.O, Le Oche di Lorenz. Ha insegnato Canto Jazz in Accademie Musicali e nei Conservatori di Adria, Perugia, Brescia e Pesaro. Attualmente tiene concerti con il suo ultimo progetto FOLLIA per voce e violoncello (Anselmo Pelliccioni). Il suo percorso di jazz è iniziato più di 30 anni fa con la Big Band del M° Giorgio della Santina. Oggi dopo tutte le esperienze di studio,concertistiche e didattiche approda a questo progetto che è il frutto di una vita passata a esplorare tante culture musicali. ANSELMO PELLICCIONI Sammarinese, si è diplomato in Violoncello sotto la guida dell’a-

- Sabato 11 ore 20. Apericena e Ballo con i “Doria & Lamberto”. Contributo 10 euro. - Sabato 18 ore 20,30. Festa dei Singol con “Evergreen” musica live. Contributo 7 euro. - Giovedì 23 ore 15. Il Mago Gabriel e la figlia Magica Gilly - Contributo 5 euro. di Torino, Orchestra Regionale della Toscana, Orchestra Arturo Toscanini di Parma, etc), dedicandosi nel frattempo all’approfondimento della musica da camera, sia in ambito classico che in progetti di più ampia e feconda “contaminazione”.

- Domenica 26 ore 12,30. Pranzo di Maiale (dalla testa alla coda). Contributo 18 euro. - Martedì 28 ore 20. Festa ultimo giorno di Carnevale - Ballo e apericena con “Dante e Donatella”. Contributo 10 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 348-5309730 Nel corso degli anni si è dedicato allo studio del Contrabbasso Jazz. Parallelamente ha approfondito il repertorio per Violoncello Barocco sotto la guida del M° Mauro Valli. Insegna Violoncello presso l’Istituto Musicale Sammarinese.


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GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

Una delibera del 1948 è ancora attualissima. “Oggi l’alberatura è affidata alla conservazione di tutti gli abitanti”

“Fare turismo col verde pubblico” - Un resoconto dell’operato dell’amministrazione del Comune di Gabicce del lontano aprile 1948, così recitava: “Ricostruzione alberatura. Sono state chieste e concesse 2.500.000 in lire. Oggi l’alberatura affidata alla conservazione di tutti gli abitanti è un fatto compiuto. L’interesse turistico del Comune ne ha guadagnato enormemente, perché non potrebbe altrimenti concepirsi una stazione di soggiorno balneare senza piante e senza verde che conferiscano al villeggiante un senso di riposante ristoro fisico e morale”. Diversamente da oggi, gli amministratori di allora ritenevano il verde urbano un aspetto indispensabile del territorio e per il turismo. E nonostante ancora oggi la qualità del territorio passa necessariamente anche attraverso il verde urbano sia

“Il verde non è più considerato tra gli elementi di attrattiva il più importante; non ha più il valore di competitività per l’economia della città, di qualità per la vita dei suoi cittadini, di identità paesaggistica della città”

Pini tagliati

ta e sistematica politica di spoliazione del verde, diverse strade cittadine di Gabicce Mare hanno perso il loro appeal di lussureggianti percorsi tipici di una cittadina di mare, per assumere i connotati di anonime strade extra-urbane. Lunghe strade un tempo ombrose che conducevano al mare sono state “ripulite” come un campo su cui piove sale! E ora sono anonime strade assolate. Il rapporto con il vento, con l’ombra che crea la fresca brezza marina descritta in tante pagine è diventato un mero racconto estraneo al nostro vivere quotidiano e non alimenta più la creatività dei nostri pensieri. Una immagine tra le molte che ci fa sognare a conclusione di questa breve ri-

FOCUS di Giovanna Mulazzani* pubblico che privato, l’atteggiamento è cambiato. Il verde non è più considerato tra gli elementi di attrattiva il più importante; non ha più il valore di competitività per l’economia della città, di qualità per la vita dei suoi cittadini, di identità paesaggistica della città. E così oggi a fronte di quanto sopra , dopo una len-

Amarcord

di Dorigo Vanzolini

Gabicce Mare, luglio 1950. In alto da sinistra: Esterina Vincenzetti, Maria Berti, Ida Berti, Cesira Fabbri, Giovanna Fabbri In basso da sinistra: due villeggianti, Rosina Vincenzetti (Archivio fotografico Centro culturate polivalente di Cattolica)

flessione, che vorrebbe avere anche il sapore di una esortazione. Dal VII libro dell’Odissea si legge che Ulisse giunse nella città dei Feaci e lì fu ospitato nella reggia di Alcinoo in cui vi era un giardino meravigliosamente ordinato, con la presenza di piante e alberi ornamentali e piante utili, irrorato d’acque cristalline. …“Oltre il cortile, vicino alle porte, v’è un grande giardino di quattro misure: ai due lati corre un recinto. Grandi alberi rigogliosi vi crescono, peri e granati e meli con splendidi frut ti, fichi dolcissimi e piante rigogliose d’ulivo. Mai il loro frutto marcisce o finisce, nè inverno nè estate: è perenne. Sempre lo Zefiro gli uni fa crescere, gli altri matura, soffiando.” *Architetto in Gabicce Mare

Addio Zanzani, mago delle moto - A 94 anni, il 4 febbraio, a Pesaro, è venuto a mancare Primo Zanzani, dapprima corridore motociclistico degli anni ’50, e poi tecnico e costruttore di motori, famoso a livello internazionale. Nato a S. Martino in Strada (frazione di Forlì), il 16 gennaio 1923, la sua attività sportiva inizia al termine del 2° conflitto mondiale, coll’utilizzo di moto costruite con residuati bellici, da lui stesso messe a punto. Nel ‘54 partecipa al Giro Motociclistico d’Italia, vincendo questa importante gara su strada, nella classe 100, in sella ad una Laverda. Ma la sua carriera di pilota è breve, e passa alla professione che era da sempre la sua autentica passione: quella di tecnico di moto da corsa. Infatti, sin dal 1954, la Casa di Breganze gli affida la preparazione di una Laverda 75, che, condotta dal diciottenne, suo compaesano, Genunzio Silvagni,

1959. Primo Zanzani, a sinistra, con l’“allievo” Genunzio Silvagni

otterrà tante vittorie, in corse in circuito e su strada (campione italiano più volte, e vincitore del Motogiro del 1957 nella categoria 75). A tal riguardo, credo giusto ricordare che l’ex pilota Silvagni,-dallo scrivente conosciuto due anni fa in occasione della realizzazione d’un libro sul Motogiro-, in varie occasioni, parlandomi di Zanzani, l’ha descritto come il suo vero maestro,

“il mago delle moto”, una persona incomparabile, che aveva avuto un ruolo essenziale per i suoi successi, verso cui provava sinceri sentimenti d’affetto e gratitudine. Dalla Romagna Zanzani s’era trasferito a Pesaro nel ’57, dove svolgerà la sua fervente attività lavorativa, costellata da grandi successi e soddisfazioni, prima quale tecnico del reparto corse della MotoBi, e poi della Morbidelli. Fino a poco prima della sua dipartita, Primo Zanzani ha continuato ad operare con i figli nell’azienda specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione, e nella costruzione di moto storiche, richieste da ogni parte del mondo.

Fosco Rocchetta


GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

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L’ex sindaco di Gradara, oggi assessore alla Sostenibilità e Unione del Comune di Pesaro

- “… E’ questione di ‘cultura ambientale’. Se non c’è una cultura ambientale, non si va da nessuna parte”. Già sindaco di Gradara, Franca Foronchi, neo-assessore alla Sostenibilità e all’Unione lo dice chiaramente nel sul intervento del report di metà mandato. C’è una linea comune tra quello che si consuma e che si mangia, che presuppone un’attenzione anche per l’ambiente. E proprio dall’ambiente, l’assessore, in carica da tre mesi, è partita per raccontare quanto fatto in due anni e mezzo di mandato dall’amministrazione guidata da Matteo Ricci. Piste ciclabili e mobilità “Il Comune di Pesaro da anni pone grande attenzione alle politiche dell’ambiente, della mobilità sostenibile. “Siamo la città della ‘Bicipolitana’, una sorta di metropolitana di superficie che una volta completata collegherà

Franca Foronchi: “La cultura ambientale e Unione ci salvereranno” “I piccoli Comuni hanno grandi difficoltà nel reperire risorse, unendosi si possono dare risposte importanti”

Franca Foronchi

IL PUNTO tutti i quartieri cittadini. Attualmente i chilometri di piste ciclabili realizzati sono 85, ma l’obiettivo è di raggiungere i 100 km a fine legislatura. L’amministrazione è anche attenta ai problemi riguardanti l’inquinamento e le polveri sottili; sono state fatte campagne di sensibilizzazione e iniziative per incentivare la mobilità sostenibile: utilizzare la bici e i mezzi pubblici è importante, occorrono però mezzi pubblici all’altezza,

all’avanguardia, e qui mi rivolto al consigliere regionale Biancani, in vista di un rinnovo del parco mezzi”. Patto di stabilità “Lo sblocco del Patto – ha proseguito l’ex sindaco di Gradara - ha permesso di programmare e realizzare tanti interventi in città. Interventi su beni pubblici, su musei, su scuole (una nuova ne verrà realizzata in via Lamarmora). Interventi che permetteranno di darle un nuovo volto. In questo progetto non si è tralasciato l’aspetto dell’ambiente, con le piste ciclabili molto utilizzate e ciò a significare uno stile di vita attento”. La Foronchi ha evidenziato anche che Pesaro può contare su numerosi parchi pubblici “meravigliose aree verdi, non solo in centro città ma in tutti quartieri”. Un ringraziamento speciale a Stefano Falcioni, coordinatore del progetto “Vo-

lentieri volontari”, che “sta facendo un lavoro eccezionale anche nelle scuole con il progetto ‘un bosco per la città’”. Raccolta differenziata “A Pesaro è oltre il 65%. E’ una cosa importantissima perché sono solo due le città delle Marche che hanno una raccolta differenziata oltre il 65%: Pesaro e Macerata, gli altri sono piccoli Comuni, e si sa che raggiungere percentuali elevate nei piccoli Comuni è molto più semplice. Questo è un altro obiettivo importante raggiunto, che va comunque consolidato e migliorato”. Unione dei comuni “In questo periodo l’unione di più Comuni può essere la risposta giusta a tanti problemi. I piccoli Comuni hanno gradi difficoltà nel reperire risorse, unendosi si possono dare risposte importanti anche a situazioni di emergenza ed elaborare strategie per lavorare meglio”.

PIZZA ANCHE A MEZZOGIORNO


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SAN GIOVANNI

Una trentina di ragazzi che giocano a basket come terapia e la gioia di stare insieme

TEATRO

Massari, il cartellone Il Massari, piccolo gioiello di teatro gioiello all’italiana Sabato 25 febbraio, ore 21. Massari Nuova Scena. Manco fossi Laura Chiatti di e con Danila Stalteri

Pacassoni, il sorriso è una palla a spicchi - L’associazione di volontariato pere l’handicap “Davide Pacassoni” aiuta a sorridere una trentina di ragazzi attraverso una palla a spicchi. “Ragazzi” (da 8 a 50 anni) che arrivano da tutto il Riminese (7-8 dalla comunità di Monte Tauro); una volta la settimana, il venerdì dalle 16,30 alle 17,30, si ritrovano nella palestra delle Maestre Pie per la gioia della pallacanestro. Nata nel nome di “Davide”, scomparso prima del tempo (il primo dicembre del 1995 a 12 anni), dietro c’è il babbo Lino

I ragazzi della Pacassoni

e l’amore-tenacia-passione di Anna Pedoni, fondatrice e coordinatrice dell’associazione. Racconta Lino: “Se non ci fosse stata lei, il gruppo non ci sarebbe. Lei è partita assistendo il mio bambino ammalato. Dopo la sua scomparsa, è nata la nostra iniziativa”.

Il gruppo (20 volontari) “Davide Pacassoni” si caratterizza anche per due momenti conviviali: uno prima di Natale ed uno in maggio-giugno. Il primo si è tenuto nella palestra lo scorso 16 dicembre; invece, in primavera si sale per una merenda a Monte

Tauro (Coriano). Il bilancio 2016 della Pacassoni è di 14.590,44 euro; le uscite (basket per disabili, sostegno alle famiglie in difficoltà e spese assicurative) ammontano a 10.257,15. Il saldo contabile è di 4.333,29. Il motto della Pacassoni: “I volontari devono affiancare con amore e fantasia le mani stanche dei familiari”.

Venerdì 3 marzo, ore 21. Massari Nuova Scena. “Edipus” con Eugenio Allegri. Regia di Leo Muscato - Iniziata la stagione teatrale al “Massari”, con il patrocinio del Comune di San Giovanni. Il cartellone proposto dalla Compagnia prevede infatti 10 spettacoli per la stagione, che va da gennaio a maggio, con l’alternanza di varie proposte: Massari Comico, Classico, Nuova Scena e Giovani Al Massari. I prossimi appuntamenti.

La direzione artistica è di Cristiano Roccamo; l’organizzativa di Riccardo Bartoletti; la tecnica di Antonio Salerno; l’amministrativa di Maëlig Bidaud; la didattica di Massimo Boncompagni. Valentina Santi firma l’organizzazione. Per prenotare, biglietteria aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 (telefono 389.5405804).


SAN GIOVANNI

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Un tavolo tra proprietari e amministarzione comunale. Passeggiate desolanti La zona industriale di San Giovanni

FOCUS - Una quindicina di anni fa un annoiato e forse benestante proprietario di un ampio e senza riscaldamento capannone artigianale di San Giovanni chiede il doppio d’affitto agli inquilini. Tentano, inutilmente, la trattativa; si spostano nella vicina zona di Pirano (Tavullia), appena al di là del Tavollo. Quel capannone a pochi metri dall’autostrada è ancora sfitto ed aggredito dalle erbacce. Se allora era uno dei pochi; oggi è uno dei tanti spazi vuoti ed abbandonati della zona industriale marignanese. E’ sufficiente farci un giro e capire che urge una soluzione. Urge trovare idee responsabili per non lasciare alle intemperie investimenti per decine di milioni di euro. Racconta un imprenditore da impresa responsabile: “Prima ancora che dell’impatto economico, vorrei partire sottolineando l’impatto ambientale. Girare per le strade

Che cosa fare con il patrimonio immobiliare della zona industriale? dell’area ti mette addosso un certo un inquieto disagio mentale. Tante strutture chiuse, in abbandono, con l’erba alta attorno, ti fanno pensare a come una comunità possa essere arrivata a tanto. Siamo tutti corresponsabili. A San Giovanni, fortunatamente, negli anni addietro, la speculazione è stata tenuta a bada. Non è un caso, che i capannoni fossero tutti aperti e con le attività. La crisi economica ha tagliato le gambe a molti, soprattutto gli ultimi insediamenti”. La domanda forte è: che

cosa fare con tutto questo ben di Dio costruito? Argomenta, sempre quell’imprenditore con una visione sociale del tenere impresa: “Con molta onestà non è assolutamente facile trovare soluzioni. Forse ci sono ragioni interne ed esterne. Quest’ultime sono legate a dinamiche economiche lontane: italiane ed europee. Poi ci sono le capacità dei nostri imprenditori. Poi, c’è Roma, ma lì sono affaccendati a fare altro. Per quanta riguarda i percorsi interni, sono del parere che l’amministrazione

comunale insieme alle associazioni di categoria e agli imprenditori dovrebbero mettere sul tavolo idee percorribili, tenendo lontano la rendita e la speculazione. Si era parlato di cambi di destinazione d’uso: da produttivi a commerciali, perfino alle civili abitazioni. Tutto bene, ma mi chiedo: c’è la domanda? Con onestà non lo so, tuttavia si potrebbero tentare queste strade. Le imprese vanno per tentativi ed umiltà; nessuno ha il sale del-

la terra e il colpo ad effetto. Il sale e gli effetti mirabolanti sono le competenze e la serietà. E aggiungerei anche la lentezza del tempo. Nel senso che le cose si cotruiscono piano piano e strada facendo. Mentre negli ultimi 20 anni, sembrava tutto facile. Sembrava che i soldi si trovassero per tempo; in tanti hanno confuso la tensione della produzione con le pagine patinate di ‘Capital’. Cose che nell’economia reale non esistono”.

“San Giovanni - continua l’anonimo imprenditore, leader nella metalmeccanica e appassionato di bicicletta - ha la forza per dare risposte ai nuovi problemi. Tuttavia, non sarà affatto facile allocare gli spazi rimasti vuoti. Se poi alziamo lo sguardo, nella nostra stessa situazione ci sono le altre aree della provincia; per consolarsi si potrebbe dire che nel Pesarese stanno peggio. Da un punto di vista del bene sociale, al di là delle difficoltà del singolo proprietario, che pure mi stanno a cuore, la comunità ha impiegato male le risorse. Troppe aree artigianali in troppi comuni. Non c‘è stato un regista politico. Diciamo che hanno prevalso gli interessi locali e non quelli generali. Prima ancora che tirar su capannoni altrove, si veda ad esempio la media vallata del Conca, forse era il caso di concentrarsi prima su San Giovanni, tenendo i prezzi calmierati e non ai venti della speculazione. Solo poi si potevano costruire, che so, a Taverna di Monte Colombo e a Santa Maria del Piano”.

8. GERMANO. In Europa occidentale, nove milioni di individui

- Il mattino all’alba, attorno alle sei, con un cielo nuvoloso illuminato da un sole basso e misterioso. In questo orizzonte giallo, i chiaroscuri del volatile vengono messi in risalto. In piena controluce, si nobilita la silhouette: sembrano tre fotogrammi. Invece, sono tre germani in volo ad un’altezza di 15 metri; scatto fermato a pochi metri dell’alzata. Nidificano anche nel Conca; soprattutto nella zona della diga. Se sei nascosto si possono avvicinare anche ad una decina di metri; come tutti gli animali, anche questi hanno la sensibilità di individuare l’uomo: animale pericoloso per sé e gli altri. Maschi e femmine sono simili nella forma, ma differiscono nelle piume per buona parte dell’anno; il maschio cambia due mute in un anno; dopo la stagione della riproduzione, in estate, arriva la seconda livrea: meno appariscente rispetto a quella degli innamoramenti. Il germano reale è la più diffusa specie di anitre selvagge; 9 milioni di esemplari nella sola Europa occidentale. Spesso le femmine svernano più a sud dei maschi. Ama vivere nelle zone umide di acqua dolce. Sono le femmine ad occuparsi della prole. L’autore di questa rubrica, al settimo appuntamento, è Giuseppe Bucci. Da anni racconta la flora e la fauna della Valconca (e non solo). Ne è un esperto sia per una naturale vicinanza all’ambiente, sia per la fotografia. Dice: “Nella caccia fotografica non c’è nulla di scontato. Ci vuole pazienza ed un pizzico di fortuna, come nella vita”.


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Ha contrassegnato la vita della vallata nel bene e nel male. Quel cemento che non serve...

- A proposito dell’arresto (ai domiciliari) con l’accusa di “induzione a dare o promettere utilità” e di “falso in Bilancio comunale”, delle successive dimissioni di Claudio Battazza sindaco di Morciano e dell’apertura di procedimenti penali nei confronti di Stefano Dradi, vice sindaco, e Rosanna Furii, segretaria comunale, dell’ex ragioniere del Comune e di sette, tra attuali ed ex assessori comunali, mi preme innanzitutto ricordare il principio della presunzione d’innocenza degli indagati, fino all’eventuale rinvio a giudizio e alla condanna definitiva. Inoltre, pur essendo da vecchia data tra i critici più intransigenti dell’amministrazione Battazza, auguro a tutti gli imputati di riuscire a dimostrare, nelle sedi preposte, la loro estraneità ai reati loro contestati. Non si tratta di un preambolo di circostanza ma di un’opportuna e doverosa dichiarazione di principio ispirata a una concezione della democrazia e della politica fondata sulla verità, sul confronto a viso aperto e sul rispetto degli avversari. Il riferimento a tale concezione implica pure una tensione non verso una giustizia qualsiasi, da utilizzare magari strumentalmente a fini di parte, ma verso una giustizia basata sulla ricostruzione della verità nei fatti. Rispetto per gli indagati, dunque, e pure, ovviamente, per il lavoro dei magistrati. Ricordo che durante il Consiglio Comunale iniziato alle ore 18 del 15 aprile 2011 sulla questione della sponsorizzazione del Padiglione Fieristico, argomento che già allora ha suscitato scalpore a Morciano e risonanza nei media locali, è intervenuto il consigliere Filippo Gennari

Ghigi, una storia infinita Claudio Battzza, Pd, sindaco di Morciano dal 2009

L’INTERVENTO (Pdl), dicendo le seguenti cose: “Sono sconcertato e arrabbiato per una situazione molto grave. Leggendo la relazione dell’assessore al Bilancio Stefano Dradi, vengo a conoscenza dei proventi dalle sponsorizzazioni di 120.000 euro più IVA per tre anni consecutivi a cominciare dal 2011. La società Rinnovamento Ghigi S.r.l., proprietaria dell’ex Pastificio Ghigi, stipula un accordo con il Comune il 17 febbraio 2011 per la sponsorizzazione del Padiglione Fieristico per tre anni impegnandosi a versare nelle casse comunali un ammontare complessivo di 432.000 euro. Ora mi domando, e vi domando, una società che non esercita e deve avere un progetto approvato per 15.200 mq e un valore di svariate decine milioni di Euro, a che titolo paga questi 360.000 euro più IVA al Comune di Morciano d Romagna? Che cosa significa questo contratto? C’è un evidente conflitto d’interessi tra la Rinnovamento Ghigi ed il Comune ed è mia intenzione darne evidenza, denunciandolo, in tutte le sedi stabilite dalla legge.”. Il sindaco Battazza ha replicato, nell’occasione, che “la società Rinnovamento Ghigi ha vinto un bando pubblico del Comune per la sponsorizzazione del padiglione. La cooperativa Conad che ha prelevato una parte consistente della Rinnovamento Ghigi e quest’ultima, con questa sponsorizzazione, vogliono acquistare un’immagi-

Ghigi. Il primo progetto Battazza, due casermoni altri più di 40 metri. Poi modificato ne positiva tra la popolazione di Morciano”. Inopportuna, dunque, appariva allora la sponsorizzazione, come giustamente è stato sostenuto in Consiglio comunale da Gennari. Peccato che poi lui ed altri consiglieri comunali delle opposizioni - in particolare, durante il secondo mandato dell’amministrazione Battazza (dopo le elezioni comunali del maggio 2014) - non abbiano dato seguito agli intendimenti inizialmente dichiarati attraverso una coerente azione di verifica della legittimità. Un’altra stranezza di questa faccenda: il sindaco Battazza, nel Consiglio comunale del 15 aprile 2011, parla di 360.000 euro di sponsorizzazione del Padiglione fieristico e Fiera di San Gregorio, mentre, di fatto, solamente quattro mesi e undici giorni dopo, il 26 agosto 2011, su

mandato della Giunta comunale n. 18 dell’8 marzo 2016, il vice sindaco e assessore al Bilancio Stefano Dradi - e non un dirigente comunale - firma il contratto con l’esponente del Conad forlivese e presidente del Rinnovamento Ghigi S.R.L., Romeo Godoli, applicando uno sconto di 30.000 euro dalla cifra citata in Consiglio comunale, per un totale di 330.000 euro più IVA per un ammontare di 396.000 euro da pagare in tre anni 2011 – 2013. A tutt’oggi, di questa somma, il Comune di Morciano, dopo un’azione giudiziaria iniziata il primo settembre 2014, e un Atto di Transazione Estragiudiziale del 15 dicembre 2015, antecedente all’udienza del 16 dicembre 2015 tra gli avocati del Comune, Simona Priolo e del Rinnovamento Ghigi, Massimo Beleffi, ha incassato 60.000 euro

IVA inclusa. Inoltre, Rinnovamento Ghigi si è impegnato a pagare per le sponsorizzazioni nei prossimi tre anni, 2017 – 2019, la somma di 270.000 euro (90.000 euro all’anno), raggiungendo entro 30 settembre 2019 la somma di 330.000 euro in totale, con IVA per un ammontare di 396.000 euro. Nei difficili mesi dell’inizio 2011, diverse e affollate assemblee dei residenti e degli operatori economici, organizzate dai Comitati cittadini, all’unanimità chiedevano la revoca dell’accordo del PRU Ghigi firmato dall’amministrazione di centro destra di Giorgio Ciotti (Pdl). Inoltre, 724 cittadini aventi diritto di voto, in una petizione motivata, chiedevano il rispetto dei parametri del Piano Regolatore, nel progetto di riqualificazione dell’ex Pastificio Ghigi,

alla nuova amministrazione di centro sinistra di Claudio Battazza (Pd). In un clima simile, la sponsorizzazione di 120.000 euro all’anno, mentre le banche locali per la stessa cosa pagavano 2.500 euro all’anno, sembrava un’operazione più che altro di carattere propagandistico. Un ricordo triste e deludente, per non pochi cittadini che avevano creduto all’“Urbanistica Partecipata” dell’amministrazione Battazza”. Tanto è vero che le uniche due cose utili e vantaggiose per la cittadinanza, cioè, prima il restauro della costruzione fatiscente della biblioteca comunale, con un investimento previsto di 340.000 euro, e poi, in questi ultimi mesi, con la benevolenza dei consiglieri della minoranza di centro destra, la realizzazione dell’anfiteatro di 400 posti, con un investimento previsto di circa 2.000.000 di euro sono state monetizzate o stavano per essere monetizzate dall’amministrazione Battazza. Ci resterà un enorme centro commerciale, con due torri abitative altissime sopra, in un centro cittadino già in crisi per la mancanza di posti d’auto e ad alto livello d’inquinamento atmosferico ed acustico. “Immagine: Sala consiliare di Morciano di Romagna, alle ore 18,25 del 15 aprile 2011, in seguito alle proteste del consigliere Mario Garattoni per la mancanza di risposte alle sue interrogazioni, il presidente del Consiglio comunale Claudio Battazza, sospende la seduta per la durata di dieci minuti, e viene a contestare direttamente il consigliere Garattoni.” Hossein Fayaz, coordinatore del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino”


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Agli arresti domiciliari il 3 febbraio per false fatturazioni. Le dimissioni il 7 febbraio

Battazza, la palude Ghigi e forza-debolezza del sistema - La politica voleva salvare la decotta Ghigi. Invece, la Ghigi ha disarcionato il sindaco Claudio Battazza (dimessosi il 7 febbraio), cosparso di vetriolo Morciano e cementificato una fettona di Valconca. Risultato finale: macerie ovunque. Umane e materiali; più le prime delle seconde. Il sindaco Claudio Battazza è agli arresti domiciliari dallo scorso 3 febbraio. L’accusa è: fatturazione falsa per 396mila euro, legata alla Fiera di San Gregorio per gli anni 2011, 2012 e 2013. Una cifra troppo alta per la portata della Fiera. Per inciso, la società l’ha onorata solo in parte. Perché? Ghigi Dagli anni Sessanta, dagli inizia della sua crisi, fino ad allora competeva a livello nazionale con Barilla e Buitoni, la politica ha sempre cercato di aiutare la Ghigi con attenzioni e privilegi che hanno indignato gli imprenditori veri che hanno contato sulle proprie capacità e forze. L’ultimo aiuto sono storie del nuovo secolo. L’azienda, una cooperativa verde di cultura repubblicana con sede a Forlì, veniva da decenni di cattiva gestione (mismanagement, direbbero gli economisti). Non impiegava che una cinquantina di persone; nei tempi d’oro erano circa 500. Per cercare di darle un futuro, la politica, prima l’asse Giorgio Ciotti-Nando Fabbri, rispettivamente sindaco di Morciano di centro-destra e presidente della Provincia di Rimini di centro-sinistra, usano l’inutile leva del mattone. Quando sarebbe servito un accorto progetto industriale. Perché? Chi scrive pensa che debbano essere aiutate le imprese sane; quelle in difficoltà anche, ma con nuovi e capaci uomini. E non per 60 anni come per la Ghigi. Fare impresa è arduo per i bravi, figurarsi per i faciloni ed i pressappochisti. Per immettere energie finanziarie, la politica permette alla Ghigi di fare una discutibile operazione immobiliare a Morciano sopra le ceneri del vecchio pastificio, da una parte. Perché? Dall’altra, sempre la stranezza della politica, consente alla Ghigi di acquistare a San Clemente una dozzina di ettari di terra per il nuovo stabilimento a prezzi vantaggiosi (una quindicina di euro al metro quadrato, euro più euro meno). Per farlo sblocca decine di ettari edificabili nei dintorni. Il risultato è sotto gli occhi: Sant’Andrea

Al di là degli ultimi fatti, poteva essere uomo di comunità, invece è scivolato nelle sabbie mobili del potere

IL DOCUMENTO

Indagine partita da un esposto dei commercianti - Riportiamo parte del comunicato stampa della Guardia della Finanza del 3 febbraio. “Le indagini, condotte dai militari del Nucleo pt di Rimini, hanno preso le mosse dall’esposto presentato da un comitato di commercianti di Morciano che lamentava poca trasparenza nei rapporti tra esponenti di vertice dell’Amministrazione locale ed una società che aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell’area c.d. “Ex pastificio Ghigi”. Dagli accertamenti è emerso che il Comune di Morciano aveva, per gli anni 2011, 2012 e 2013, stipulato con la società un contratto di sponsorizzazione che prevedeva la pubblicizzazione del logo della società sulle brochure relative alle edizione per quegli anni della famosa “Fiera di San Gregorio” per un ammontare complessivo di € 396.000.

FOCUS

è una inutile cementificazione senza apparenti ragioni. Perché? Non si sa, se è leggenda o no, ma lo si racconta. Una volta passa il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani che esclama esterrefatto: “Ma chi governa qui?”. Mentre la coppia Ciotti-Fabbri tirava dritto, Battazza oppositore di Ciotti in Valconca e compagno di partito di Fabbri, sulle pagine di questo giornale, definiva quell’operazione “una cialtronata”. E dava anche le soluzioni, civilissime e condivisibili, sul futuro del vecchio e mastodontico complesso Ghigi, citando il modello Svezia: un terzo da abbattere, un terzo a verde pubblico, il resto da edificare. Già sindaco di Montefiore dal 1990 al 2004, nel 2009 Battazza diventa sindaco di Morciano e non tradisce le debolezze del sistema. Perché? Porta avanti tutto quello che era avvenuto prima e che aveva contrastato. La sua operazione, a parere dello scriba, peggiora già la pessima visione. Presenta due casermoni alti più di 40 metri stile Unione Sovietica degli anni ‘50 che avrebbero oscurato il sole su Morciano. I morcianesi si indignano. Nascono comitati contro l’inutile scempio. Battazza non sente ragioni; nel frattempo la proprietà dell’area Ghigi passa di mano più volte. Nelle società c’era di tutto: imprenditori, affaristi e anche politici. Alla fine l’affare è troppo grosso per quel gruppo di investitori; la bolla del mattone triste che ha messo in ginocchio l’economia e le banche italiane si sgonfia. Giustamente. La ciambella della salvezza arriva da una solida cooperativa di Forlì, la Conad. Battazza sul futuro dell’area Ghigi non coinvolge i commercianti morcianesi. Commercianti che si mettono insieme a difendere i propri interessi e futuro della città; incaricano un avvocato che scartabella ogni foglio relativo al labirinto cartaceo Ghigi. Battazza cambia opinione

3 febbraio

Il Gip mette agli arresti domiciliari il sindaco Battazza per false fatturazioni legate alla Fiera di San Gregorio

7 febbraio Claudio Battazza, Pd, sindaco di Morciano dal 2009 circa un anno prima della fine del primo mandato; via quei palazzacci e opta per una visione in grado di strizzare l’occhio all’ambiente e al cielo, ma sempre per palazzi troppi alti (più di 20 metri) per la tradizione della città. Per altre storie, il cantiere è chiuso da un anno e sembra che i lavori debbano riprendere a giorni. Il sistema Battazza non è riuscito ad opporsi ad un sistema politico-economico che va a premiare la rendita e non il lavoro. La furbizia e non l’intelligenza. Che di-

sattende i principi costituzionali e del buon vivere civile. Perché? Le logiche morcianesi ricalcano quelle delle altre città italiche. Se la magistratura facesse delle verifiche nelle cartelle edilizie, e non solo, si divertirebbe. Tuttavia, se se ne occupasse la buona politica, sarebbe meglio. Solo la Politica può fermare il declino morale che diventa anche sciagura economica. Battazza Poteva essere e non è stato. Un atto di autolesionismo per un uomo dalla testa viva. Giovanis-

INCHIESTA BATTAZZA-GHIGI SU TUTTI I GIORNALI E TV Il Comune, il sindaco, la Ghigi... cosa stanno trasmettendo?

“C’è pasta per te”...

Battazza si dimette da sindaco. Ha 20 giorni per confermare simo già nei vigili, pochi anni dopo comandante dei Vigili a San Giovanni, anche responsabile dell’Urbanistica dello stesso comune, è il politico che ha contrassegnato la vita pubblica della Valconca dal 1990, quando diventa sindaco comunista di Montefiore per 5 voti in più e molte promesse. L’uomo è intelligente ed abile. Sa accattivarsi le simpatie. Ha davanti un percorso ricco di soddisfazioni. Sa risolvere presto i problemi, sia tecnici (sul lavoro), sia politici (altrove). Si fa apprezzare. Consolida il potere in vallata e sa muoversi a Rimini, senza essere servile. Viene riconfermato sindaco per tre mandati: dal 1990 al 2004. Nel frattempo scende ad abitare a Morciano. Il capolavoro, il suo zenit umano e politico, è negli anni ‘90: sua l’idea dell’Unione della Valconca. Poi naufragata nei meandri della cattiva politica. Negli anni ‘90, fa un convegno a Montefiore e arriva a chiudere la giornata Pierluigi Bersani, allora presidente della Regione Emilia Romagna. Quel giorno un sindaco del suo stesso partito pennella con un ampio sorriso: “Claudio è bravissimo; peccato che porta i contributi pubblici solo a Montefiore. Non c’è da fidarsi”. Battazza rivolta Montefiore come un calzino. Riqualifica il borgo. Ha idee: sfruttare la Rocca, l’albergo diffuso. Il presiden-

te della Provincia Nando Fabbri gli boccia un esagerato sviluppo urbanistico del suo territorio. Sempre ‘sto benedetto mattone. Scende da sindaco nel 2004 e diventa presidente dell’Unione Valconca. La sua autorevolezza e potere si accresce. Nel 2009, inaspettatamente, grazie a tre liste, diventa sindaco di Morciano. Battazza è abilissimo nelle campagne elettorali passa casa per casa. Stringe alleanze, mani. Morciano sarà l’inizio della sua fine. La luna di miele dura poco; i morcianesi si disinnamorano; si fa vedere poco in giro. Non prende mai un caffè in un bar. Lo indicano come il montefiorese, a sottolineare l’arrivo del forestiero. Negli ultimi anni è nervoso, sempre più nervoso. Nervosissimo. Litiga col mondo e non proprio con un linguaggio da educande. Da ruolo istituzionale Ha perso la forza del sorriso e la battuta leggera degli inizi. Predomina astio e arroganza. Gli amici lo abbandonano. La dirigenza riminese del suo partito mal lo sopporta. Claudio Battazza poteva essere un uomo al servizio della comunità, al di là degli ultimi fatti, invece si è smarrito nelle sabbie mobili del potere che ti incattiviscono. Il 3 febbraio, gli arresti domiciliari su richiesta del Gip (Giudice per le indagini preliminari). Forse eccessivi, ma avrà avuto le sue ragioni. Perché? Il 7 febbraio le dimissioni in consiglio comunale. Ha 20 giorni per confermare. Poi, il commissario? Ora dovrebbe scendere in campo la politica per ritrovare a riflettere dove andare. Soprattutto come.



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22 anni di successi: 320 autori e 3.600 foto. Le iscrizioni si chiudono il 6 maggio

ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Spadino su Radio Deejay -

A Spadino (al secolo Claudio Berardi) hanno ricostruito il crociato. Lo scorso 27 gennaio, il mattino, è andato in diretta su Radio Dee Jay. Trenta secondi su una delle maggiori reti nazionali. A fargli gli auguri, il regista Alex Farolfi, al quale si sono accodati i più famosi Nicola Savino (volto pomeridiano di “Quelli del calcio” e Linus (riccionese d’adozione che sta costruendo casa a Misano Cella ma la spaccia sulle colline di Riccione). Gli hanno fatto gli auguri di una pronta guarigione. Claudio ha la simpatia naturale di farsi voler bene. Da anni nel mondo dello spettacolo, ha una caterva di amici in quell’ambiente e non solo.

Massimo Paz -

Il burbero Massimo Pazzaglini ha un cuore grande ed un amore per la sua terra. Armato di sei bob cat è sceso nelle zone terremotate per spalare neve. Si è accapigliato con la burocrazia locale. Ha raccontato, a suo modo, su Internet. Ha usato un linguaggio colorito, non meno che condivisibile.

ALLEGRO MA NON TROPPO

Moralità e giorni cupi - Giorni cupi questi che stiamo vivendo… Le borse mondiali crollano, i grandi patrimoni si polverizzano, i risparmi di una vita vanno in fumo. La minaccia che si profila all’orizzonte e che si sta avvicinando calzando gli stivali delle sette leghe è la recessione mondiale: i poveri diventano sempre più poveri, molti ricchi precipitano dal loro castello di carte mentre qualcuno, aggrappato ad un salvagente inatteso, si pone in salvo e spera in giorni migliori. Si grida all’inganno, si parla di sopruso, si discute di etica, di morale, di moralità. Mi piace questo generale appello alla moralità. In un’epoca in cui sono caduti tutti i tabù, in cui ci si vanta di non credere in niente, in cui l’individuo è re e sovrano di quella repubblica che è lui stesso, ci si va appellando alla moralità. La solita burla della moralità laica. Come se tutti gli uomini e le donne non fossero per sé stessi di fatto e normalmente laici in quell’eterno equivoco della contrapposizione fasulla e bramosa di diversificazione. Moralità, quindi. E non la moralità per i comportamenti comuni, ma per regolare l’agire relativo all’uso del denaro o, meglio, dei rapporti che il guadagno, il soldo volgarmente detto, deve adottare. Sta avanzando l’idea di guadagnare sì, ma non troppo e della ovvia necessità di porre, limiti, almeno in questo caso . Come dire che il denaro deve soggiacere ad una legge morale, quando la moralità della persona è emigrata altrove, in uno spazio che è avulso dalla realtà in cui l’uomo vive tutti giorni e gestisce i suoi normali

rapporti con gli altri. Ci si appella alla moralità in un mondo non immorale, ma amorale fino a ieri, fino ad oggi, fino a domani. Dopodomani chissà… È cos’è poi questa nuova moralità? Quali principi la dovrebbero sostenere? Non più l’homo homini lupus, ma il volemose bene. Ci si va rendendo conto che da soli, cavalcando il proprio smisurato vaneggiamento di benessere ci si incarta ed incartapecorisce in un altrettanto smisurato egoismo che porta ad un male generale così grande che nel passato portava alle rivoluzioni e ai tempi nostri al crollo di imperi finanziari e all’impoverimento di tutti. E poi? Ecco allora l’invocazione di un’altra parola magica: solidarietà. Scoperta or ora, come se fosse una cosa nuova, mai sentita prima, questa è la base della morale e della moralità anche finanziaria: aiuta il prossimo tuo, non fare all’altro ciò che non vorresti che fosse fatto a te. Semplice, vero? Eppure molti definiscono ricordare e riconoscere tutto ciò come un inutile attaccamento alla bigotteria, assolutamente fuori moda, come se tutto il pensiero e i comportamenti occidentali non traessero le proprie origini da quella “nuova” filosofia di vita, lontana di duemila anni e rimossa dalla memoria e dalle coscienze dei più. Adesso ce ne ricordiamo. Per quanto a lungo non so, ma mi diverte questo gran parlare di principi etici e morali in un mondo che di morale non ha nulla e il comportamento del caimano è quello comune. Cuccumeo

Fotografia, grande concorso nazionale Da sinistra: Ezio Angelini, Fabio Baldi, Carlo Pari, Gianfranco Sanchi, Gilberto Broccoli

LA CULTURA - Morciano ospita un concorso fotografico di livello nazionale. L’edizione 2016 è stata un successo: arrivate circa 3600 foto da 320 autori, fra i quali anche la squadra campione del mondo, quindi la qualità delle foto è altissima Giunto alla 22° edizione, nel tempo è diventato un atteso appuntamento culturale, grazie ad un’organizzazione in sostanza perfetta, a premi importanti, all’allestimento della mostra di alto livello in sale decorose. E’ patrocinato dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche ,a tutela della serietà e della qualità della manifestazione, dal Comune di Morciano, dall’associazione Lions Leo Valle del Conca, dalla Provincia di Rimini. Spesso la stampa specializzata e la stampa locale si sono interessati dell’evento ed a seguito di questa manifestazione, si è destato un forte interesse per la cultura fotografica e la fotografia in genere nella nostra provincia. La Federazione Italiana Associazioni Fotografiche ha attribuito al presidente del Circolo Giancarlo Pari, l’onorificenza di Benemerito della Fotografia Italiana e l’associazione Internazionale Immagini Senza Frontiere gli ha conferito l’onorificenza di Member Acteur de Image sans frontiere. Inoltre, al circolo è stata accreditata la Menzione d’Onore 2005, 2011, 2013, e 2014. L’edizione 2017 prevede 2 sezioni: Tema Libero e Tema obbligato: l’acqua in tutti i suoi aspetti e foto subacquee. Delle oltre 3600 foto che normalmente arrivano, una giuria federale composta di giudici pluri titolati, ne selezionano 300. Nella giornata della premiazione, si effettuano proiezioni delle istantanee vincitrici ed ammesse in finale a ciclo continuato; tale evento è presenziato dagli autori premiati,

Pier Luigi Rizzato, campione del mondo di fotografia naturalistica e Filippo Ghigi, responsabile alla Cultura del Comune di Morciano

assieme alle loro famiglie ed amici che arrivano da tutta Italia per onorare il concorso, oltre alle autorità Comunali, i vertici della Federazione, la stampa locale e specializzata, il pubblico interessato. A corredo: un ricco buffet. “Si coglie l’occasione - racconta Giancarelo Pari, il presidente - per ringraziare per la preziosa collaborazione: l’amministrazione comunale, Lions e Leo Valconca, la Banca Popolare Valconca, Costa Parchi, Romagna Acquee, Dolciaria Rovelli, Debar. Un ringraziamento particolare ai soci Fabio Imola (docente foto e Photoshop), Gabriele Guerra (vice-presidente), Giuseppe Bucci (fotografo naturalista), Renato Santi (fotografo subacqueo), Andrea Magnani (consigliere), il dottor Luigi

Rusconi (world reporter), Paolo Migani (consigliere), il dottor Ezio Angelini (coordinatore). CALENDARIO Termine presentazione opere: 6 maggio. Premiazione: 4 giugno. PREMI Tema libero 1° Class. Due soggiorni d’evasione-Hotel 3*/4* con colaz.- due cene- per due persone in 110 soggiorni a scelta - (selezionati nella guida Michelin)+ Medaglia FIAF personalizzata. 2° Class. Tre giorni-due notti-due cene-colaz.-per due persone, in 330 agriturismi o hotel a scelta 3* + Medaglia FIAF personalizzata. 3° Class. Fotocamera- Action Camera- monitor -12,4mp-4Kobiettivo e sensore cmos Sony -Sub

50 m. wifi 15 m. Telecomando, più Medaglia FIAF personalizzata. 4° Class. Memoria esterna da 2TB + Medaglia FIAF personalizzata. Tema fisso (Premio Lions): L’acqua in tutti i suoi aspetti e subacquee 1° Class. Due soggiorni d’evasione-Hotel 3*/4* con colaz.- due cene-per due persone in 110 soggiorni a scelta - (selezionati nella guida Michelin)+ Medaglia FIAF personalizzata. 2° Class. Muta subacquea Cressi semistagna 7 mm.+ Medaglia FIAF personalizzata. 3°Class. Fotocamera Action Camera-monitor -12,4mp-4K- obiettivo e sensore cmos Sony-Sub 50 m. wifi 15 m.- Telecomando- + Medaglia FIAF personalizzata. 4° Class. Memoria esterna da 2TB + Medaglia FIAF personalizzata. Premi speciali Miglior Sub - Muta sub.Cressi 2,5 mm.+Libro fot.(National Geo/ BBC) Miglior Paesaggio - Macchina elett.da caffè Delonghi+Libro fot. Nat.G Miglior Ritratto - Macchina elett. da caffè Delonghi+Libro fot. Nat.G Miglior Sportiva - Macchina elett. da caffè Delonghi+Libro fot. Nat.G Miglior Macro - Macchina elett. da caffè Delonghi +Libro fot.Nat.G Circolo con maggior numero di partecipanti Trofeo del Comune. Il regolamento e la scheda di partecipazione si può scaricare dalla home

L’interno del Lavatoio - “Saremmo peggiori di quello che siamo senza i buoni libri che abbiamo letto, più conformisti, meno inquieti e ribelli, e lo spirito critico, motore del progresso, non credo esisterebbe”. Mario Vargas Llosa.

“Itinerari letterari”. E’ il titolo dell’ormai consolidata rassegna libraria morcianese; giunta alla quinta edizione. Insieme ad Emiliano Visconti tanti scrittori, con le loro lingue e le loro storie. Dopo il primo appuntamento con Paolo Nori, che ha presentato il suo lavoro ‘Ultimi Treni’, si prosegue domenica 12 febbraio, con Antonia Arslan, che presenta ‘Lettera a una ragazza in Turchia’, figlia di un’altra ragazza di Turchia, che fu Armena e quindi ‘meno Turca’ delle altre,

Itinerari letterari, libri in scena un po’ come la ragazza a cui a dedicato un libro, che alla fine è una lettera, in questa lettera ci racconta il coraggio, la possibilità di un’alternativa, le storie che servono per sopravvivere. Domenica 19 febbraio sarà

a Morciano Grazia Verasani che presenta ‘Lettera a Dina’ che è il racconto toccante di un’amicizia assoluta e dei segni che ha lasciato; una riflessione sui sogni e gli ideali della giovinezza attraverso un paesaggio esisten-

ziale che tocca un decennio importante della storia italiana, gli anni 70, in una sovrapposizione tra passato e presente il cui raccordo emotivo - e provvidenziale - è la musica. Ultimo appuntamento il 26 febbraio con Giorgio Fontana, premio ‘Campiello’ nel 2014, con un nuovo romanzo (‘Un solo paradiso’) in grado, ancora una volta, di prenderci alla sprovvista: un romanzo d’amore, per quanto sia possibile etichettare un romanzo scritto con la maestria che Fontana già più volte ci ha dimostrato di possedere. Appuntamento alla sala ‘Lavatoio’ alle 17. Ingresso libero



MORCIANO

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Raccolta fondi per l’associazione “Valentina c’è”, la giovane scomparsa la scorsa primavera

Gs Valconca-Ottica Biondi, pranzo sociale nel nome di Valentina di Emilio Cavalli

dare. Nati come Gs Valconca, a fondarlo Giuseppe Amadei, poi è diventato Tenuta Amalia Villa Verucchio. Nei primi anni Settanta, arriva Luigi Biondi, appassionato ciclista, nonché presidentissimo. Da allora ci chiamiamo Gs Valconca-Ottica Biondi”. Luigi scompare nel 2002. Bel momento quando Eugenio Binotti ha regalato alla pa-

tron Vera Biondi, figlia di Luigi, una pergamena. Come sempre, e si conviene, Vera ha ringraziato i presenti che portano i suoi colori sulle strade del Riminese e non solo. Lo ha fatto nel suo stile: parole semplici e profonde. Il 2016 del Gs Valconca Ottica Biondi è da grande annata; per la prima volta ha vinto il campionato provinciale delle cicloturistiche e questo grazie al

Momento dello spettacolo

Sorridere e riflettere col teatro dialettale nelle menti (e soprattutto nei cuori) dei protagonisti. A fare da cornice a questa divertente vicenda una coppia petulante di sposini, un tuttofare sempre intento agli innumerevoli compiti assegnati da Cecilia e un’assicuratrice dalle dubbie capacità. E’ la trama, per sorridere e riflettere, della commedia dialettale scritta da Giordana Leardini, regia di Giuseppe (Pedro) Cavalli. Titolo: “Trenta sgond d’amor”. E’ in cartellone, al Centro

fatto che almeno il 50 per cento dei tesserati ha partecipato alle manifestazioni. Il 2017, sarà caratterizzato da quattro eventi, oramai un classico: una prova dell’Adriatic Cost di mountain bike in aprile-maggio, la ciclo-turistica in giugno, l’uscita di tre giorni a fine giugno e l’accesa competizione sociale in ottobre. L’annuale pranzo conviviale resta impresso anche per i sapori da raccontare agli amici. Quest’anno: gnocchi al ragù, coniglio in porchetta, pollo e vitello arrosto. Infine, patate al forno, erbe di campagna. Vini di Enio Ottaviani. In chiusura: il dolce. Ai fornelli, come sempre, Nicola Simoncini, tra i maggiori cuochi della nostra provincia, coadiuvato da Giuseppe e Danilo. Alla fine del pranzo, la lotteria. Sponsor: Associazione albergatori di Gabicce Mare, Viale Ceccarini 167, Emilio Cavalli (10 libri che raccontano del pastificio Ghigi) e Gs Valconca Ottica Biondi. Giuseppe Amadei Il 31 gennaio è scomparso Giuseppe Amadei; aveva 94 anni. Fu il fondatore del Gs Valconca Ottica Biondi.

COMUNITA’

- È una tranquilla giornata d’estate quando la famiglia di Cecilia e Checco viene a sapere dalla maliziosa figlia Chiara; una notizia clamorosa sulla moglie dell’altro figlio, il dentista Franco. Da quel momento, dopo una serie di imprevisti, incidenti e gag, un nuovo personaggio, il distinto Claudio Foschini, entra nelle loro vicende con una richiesta ben precisa, che non mancherà di gettare ulteriore scompiglio

“Piccolo Bar”, Ferruccio e Silvia ringraziano

Da sinistra: MatteoGobbi (assessore allo Sport del Comune di Morciano), Vera Biondi (patron della società) e Ugo Gaia (presidente del Gs Valconca - Ottica Biondi)

SPORT E COMUNITA’

- Valentina se n’è andata prima del tempo, lo scorso 17 maggio. Aveva 22 anni. Colpita dalla leucemia, l’ospedale: la guarigione. Sul viso solare un sorriso autentico e coinvolgente. La ricaduta la scorsa primavera. Pochi giorni e il mistero della vita che ti lascia solo con la domanda: perché? Figlia unica, i genitori Tullia e Nicola per onorarne la memoria hanno fondato l’associazione che ne porta il nome: “Valentina c’è”. Il Gs Valconca Ottica Biondi nell’annuale pranzo sociale l’ha ricordata con una raccolta fondi. Nicola è iscritto al sodalizio morcianese e ne è da anni anche il raffinato cuoco. L’incontro si è tenuto al Centro parrocchiale lo scorso 22 gennaio. Una giornata da mandare a memoria per le belle ore che costruiscono il senso di appartenenza e comunità. A tavola circa 150 persone, tra iscritti ed ospiti. “Siamo un gruppo con più di 50 anni di storia - ha detto Ugo Gaia, il presidente - che sta bene insieme. Non è affatto un caso che siamo rimasti dalle 13 alle 16,30 e nessuno se ne voleva an-

PERSONE

parrocchiale, il 25 febbraio, alle 21. Da tradizione consolidata a metterla in scena l’associazione culturale “Noi ci Proviamo...”. Leardini e Cavalli si sono avvalsi di inossidabili interpreti, con l’innesto di una giovane ragazza; speriamo promessa per la dialettale: è la prima volta che sale sul palcoscenico. Racconta Leardini: “Speriamo di fare passare al pubblico una serata all’insegna del buonumore”.

Il bancone del Piccolo Bar

- Un pezzo della piccola storia morcianese volta pagina. Chi andava al ‘Piccolo Bar’ si sentiva a casa, sapeva che si sarebbe bevuto un caffè in un clima cordiale e accogliente. Dopo 24 anni, Ferruccio Marcellan e Silvia Russo hanno deciso di lasciare ad altri il compito di proseguire l’attività. Da Aosta a Morciano, hanno trascorso una vita dietro la macchina per il caffè ed a miscelare aperitivi. Marito e moglie sono stati accolti da forestieri e ora sono morcianesi adottivi. “Mio marito - dice Silvia - è nato e vissuto ad Aosta, io sono di Padova. Lui è cresciuto dentro un bar, quello dei genitori. Insieme ne abbiamo aperto uno ad Aosta e, dopo 6 anni, abbiamo tentato la fortuna a Morciano. A Riccione vivevano i miei genitori e grazie a loro abbiamo stretto contatti per rilevare l’attività. L’avventura è iniziata nel maggio del 1993.” “Fin da subito - racconta la

signora - siamo stati accolti benissimo. La nostra clientela è sempre stata variegata: dai bambini che prendevano la merenda, ai ragazzi che bevevano uno spritz, fino agli adulti e agli anziani a cui abitualmente facevamo un caffè. Il giorno di mercato, il giovedì mattina, il ‘Piccolo Bar’ era una tappa fissa per molti; anche durante la Fiera di San Gregorio, vista la posizione centrale, eravamo sempre pieni di gente”. “Abbiamo sempre puntato sulla tradizione - continua Silvia -. Il bar non è mai cambiato: caffetteria, aperitivi e spuntini. I nostri clienti, dopo aver appreso la notizia, si sono chiesti: ‘E adesso noi dove andiamo a prendere il caffè?’.” “L’affetto riservatoci negli anni - chiude Silvia - è impagabile. Allo stesso modo anche noi speriamo di lasciare un bel ricordo. Dalla metà di febbraio, il testimone è nelle mani di Morena e Stefano. Avevamo bisogno di energia nuova. Dopo ben 30 anni, tra Aosta e Morciano, era giunto il momento di intraprendere un diverso cammino. Non sappiamo ancora cosa ci riserverà il futuro.” Tommaso Mazzuca


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Carnevale, gioia per 150 bambini - Una gioia con bambini da uno a 10 anni; ai quali vanno aggiunti i genitori ed in qualche caso i nonni. Tutti mascherati, i piccoli. Gran pomeriggio, la Festa di Carnevale tenutasi lo scorso 5 febbraio al Centro sociale autogestito Val Conca di Sant’Andrea in Casale di San Clemente. Ad organizzare i nonni che lo animano da anni. Le signore (Natalina, Anna, Tina, Bruna, Pasquina) fin dal mattino si sono prodigate, sfornando montagne di dolci, dolcetti, pizzette, piccole piadine ritagliate a forma di stelle (andate a ruba), pop corn, patatine e bibite a volontà; mentre i mariti hanno fatto lavori di manovalanza e di distribuzione: Celso, Pietro, Sesto e Gianfranco. Il lungo pomeriggio allegro e spensierato è iniziato alle 14,30 ed è finito attorno alle 18,30. Sala addobata come si conviene, i bambini sono stati stimolati da un’intrattenitrice-truccatrice bravissima, Margherita. Franco, uno dei nonni, si è messo addosso una maschera per stimolarli. Secondo D’Andrea, il presidente, ha portato i saluti del Centro. Al quarto anno, nel lungo pomeriggio saranno passati, tra grandi e piccoli, almeno 500 persone.

- Il terremoto che ha sconvolto le regioni del Centr’Italia ha lasciato i suoi segni anche a San Clemente. L’edilizia scolastica locale, benché non certo scadente se paragonata alla media della realtà nazionale, “ha sentito il colpo” e il consiglio comunale tutto, dalle minoranze agli amministratori della maggioranza, si è subito attivato per scongiurare ogni rischio per i piccoli studenti e i lavoratori della scuola. Com’è naturale e giusto che sia le polemiche sono rimaste sullo sfondo di decisioni da prendere in fretta, decisioni che tranquillizzassero genitori e ogni interessato a qualsiasi livello. Gli edifici scolastici del capoluogo e buona parte delle elementari di Sant’Andrea in Casale sono costruzioni realizzate prima che San Clemente fosse classificato come zona sismica e benché, il sisma non avesse provocato danni, immediatamente si era scatenato un allarme dovuto più alla emotività che per una situazione di reale pericolo. Ciononostante, correttamente, per evitare ogni possibile rischio gli studenti delle scuole del capoluogo vennero spostati nel plesso di Sant’Andrea, sacrificando spazi di servizio presenti. Ma qual è l’attuale situazione delle scuole di San Clemente? Facciamo le nostre domande al sindaco Mirna Cecchini. Sindaco, cosa succede alle scuole di San Clemente? “Le scuole di San Clemente sono state oggetto di una rivi-

Scuole di San Clemente: tranquillità e progetti FOCUS

sitazione e riorganizzazione degli spazi di quasi tutti i nostri plessi scolastici. Nel nostro programma elettorale era rimarcato l’interesse che avremmo avuto nei confronti delle scuole soprattutto alla scuola media! É un anno che stiamo studiando le varie ipotesi di lavoro per poter rispondere alle esigenze del mondo scolastico. Inoltre nel 2014 abbiamo dato alcuni incarichi a dei professionisti per fare le indagini e avere riscontro sulla situazione statica e sismica delle nostre scuole. Tali indagini hanno dato risultati diversi ovviamente in base all’anno di costruzione o ristrutturazione degli edifici.” Hanno subito danni dopo l’ultimo terremoto? “Gli edifici scolastici di San Clemente dopo le scosse degli ultimi mesi, non hanno in nessun modo riportato danni neanche minimi. Dopo ogni scossa, l’ufficio tecnico e gli ingegneri, hanno sempre effettuato i sopralluoghi riscontrando sempre l’agibilità delle strutture”. Qual è la situazione dell’edificio delle scuole medie di

Mirna Cecchini, sindaco di San Clemente San Clemente? “In base alle indagini tecniche partite nel 2014 è risultato che la scuola media non è una scuola antisismica. Infatti la scuola risale al 1975 e dobbiamo tenere conto che il Comune di San Clemente è stato inserito in fascia sismica solo nel 1983; quindi solo da quell’anno le strutture sia pubbliche che private venivano costruite rispettando le norme antisismiche. Dopo varie valutazioni con i tecnici, abbiamo capito che nonostante la volontà di intervenire per raggiungere un miglioramento della situazione della struttura, sarebbe stato impossibile raggiungere, da un punto di vista tecnico, un grado di miglioramento sismico con-

gruo per un edificio scolastico. Da qui la decisione di trasferire la scuola media al piano terra della nuova scuola elementare di S. Andrea in Casale. Parliamo di una scuola nuova che è stata inaugurata nel 2009 e che aveva spazi utili da poter ricalibrare fin da subito con piccoli lavori effettuati durante le vacanze di Natale. Naturalmente abbiamo sottratto alcune aule alla scuola elementare. Proprio per questo, nei prossimi mesi daremo il via ad un piano di ampliamento che prevede una nuova mensa, una palestra e alcune aule e laboratori sia al servizio delle scuole medie che alle scuole elementari. É un impegno economico notevole che finanzieremo con

un mutuo ma parteciperemo anche ad un bando di finanziamento per l’edilizia scolastica bandito dalla provincia. In questo momento, visto purtroppo il terremoto del centro Italia e i danni che ha causato, è più semplice poter investire negli edifici scolastici per renderli più sicuri perché lo Stato permette di andare in deroga al pareggio di bilancio solo ed esclusivamente per l’edilizia scolastica!”. In che situazione è l’edificio che ospita le scuole elementari di San Clemente? “Anche le scuole elementari di San Clemente capoluogo saranno oggetto, durante la prossima estate, di alcuni lavori per poter migliorare il grado di

sismicità. Quella è una scuola che ha subito una ristrutturazione nel 1994 (quando il nostro comune era già in zona sismica) ma che nelle verifiche effettuate ha dimostrato di aver bisogno di qualche lavoro per innalzare ad una soglia congrua il grado di sismicità. Stiamo già verificando con il progettista il progetto che seguirà tra un po’ tutto l’iter amministrativo: Genio civile, le Belle arti e messa a bando dei lavori. Insomma, penso che il Comune di San Clemente non sia rimasto con le mani in mano; abbia subito intrapreso i percorsi necessari per soddisfare tutte le esigenze della nostra comunità scolastica. Tra poco più di un anno potremo dire di avere dei plessi scolastici efficienti e razionali. A proposito, volevo fare un inciso sulla struttura della ex scuola media di San Clemente: non rimarrà certamente vuota ma sarà sede di alcuni servizi alla cittadinanza perché un altro nostro obiettivo è quello di non depauperare il centro storico, anzi ci stiamo impegnando ad aumentare alcuni servizi che avranno appunto sede proprio nell’edificio della ex scuola”. Questa l’immediata evoluzione delle conseguenze del nostro terremoto indiretto. La nostra intenzione è quella di informare i nostri lettori sulle posizioni ufficiali dell’amministrazione sanclementese; chiunque volesse completare questa informazione da posizioni e punti di vista diversi ha a disposizione le nostre pagine. Basterà contattarci. Claudio Casadei


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IL FATTO

Serbadone, chiesa chiusa per pericolo crollo

COMMERCIO

L’Orchidea: dieci anni di fiori - L’Orchidea compie dieci anni! Non si tratta dell’exploit botanico di una particolare pianta, ma delle gestione del proprio negozio di fiori di Luciano Guerra. Dieci anni intensi fatti di sacrifici e fatiche ripagate da una serie di rapporti umani straordinari, di amicizie divenute a volte collaborazioni. Luciano scommise su se stesso cambiando totalmente lavoro e vita. Si dedicò allo studio ed alla sua preparazione frequentando corsi specifici per la nuova attività, si affidò soprattutto

al suo estro ed alla sua fantasia. Decine di matrimoni, altri eventi meno gradevoli, centinaia di mazzi di fiori sempre caratterizzati dalla originalità della confezione sono il background su cui oggi poggia il suo negozio. Si prevede che, come per tantissimi, non sarà facile il prossimo futuro! Ci sarà da studiare ancora, ci saranno da fare altri sacrifici, si dovranno scoprire nuovi clienti e nuovi amici, ma Luciano è sicuro che nel suo futuro saranno di certo rose e fiori! C. C.

- La chiesa di Santa Maria della Neve è chiusa per pericolo crollo. Sbarrato anche l’adiacente circolo ricreativo.

I gestori, con senso dello humor, hanno vergato un cartello con la scritta: “Circolo Serbadone, chiuso fino... al?”. E’ un

autentico peccato, perché seppure in campagna la chiesa era molto frequentata, come l’adiacente bar. Ad impreziosire gli edifici un parco curato in ogni dettaglio. E poco lontano il cimitero. L’esterno si prestava anche per grigliate e feste indimenticabili, come ben sanno coloro i quali vi partecipavano. Arrivavano anche da molto lontano. Era anche l’occasione di una rimpatriata di montefioresi andati ad abitare fuori, come a Misano, ad esem-

pio. Da quel poggio c’è una vista che dire mozzafiato rende poco. “Di notte, con le luci sotto, sembra un presepe”, racconta con una pennellata letteraria Emilio Cavalli. Contrariata il sindaco Wally Cipriani: “Nessuno ci ha avvertito della sua chiusura; all’esterno c’è uno spazio pubblico frequentato. Ho chiesto ad un tecnico di bacino (l’ex Genio civile) ed ha confermato la pericolosità della chiesa. Mi sono molto arrabbiata con la curia per questa faccenda”.

Menghi raddoppia, nasce la ProGp Racing LO SPORT

Team fondato da Omar, col supporto del babbo Valerio, che continuerà in Super Bike con lo storico Vft

Valerio Menghi col figlio Omar

- I Menghi raddoppiano. Il Vft (Valerio Family Team) del babbo Valerio, viene affiancato dal Progp Racing Team. A fondarlo, col supporto del babbo, Omar, già pilota, già coordinatore della squadra del babbo; con la quale corre in Super Bike, Fabio, il secondo figlio. Parte dalle classe inferiori Omar e poi, come si dice da cosa nasce cosa. Già corridore, nel suo speciale palmarès, molti podi, molti buoni piazzamenti, nobilitati da alcune wild card nel motomondiale, nelle tappe italiane. Sposato, due figli, Omar va ad iniziare la sua avventura con prudenza; il suo corridore cercherà di far bene nel campionato italiano. In bocca al lupo.


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SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO

Nasce a Saludecio e muore a Mondaino. Curò con le erbe tra l’800 e il ‘900. Bracciante e cantoniere comunale - Nato a Saludecio (vicino a Cerreto) il 26 ottobre del 1871 e morto a Mondaino (San Teodoro) il 27 luglio 1944, il suo nome era Giovanni Battista Casadei ed i padrini avevano aggiunto Vincenzo e Augusto. La madre Albina Merli, fu Vincenzo, era una possidente di Montefiore Conca. Il padre Michele, figlio di ignoti (il cognome Casadei deriva da un orfanotrofio) era stato volontario garibaldino per sette anni e decorato con sette medaglie (un grande ritratto con le medaglie è stato per un primo tempo conservato da una figlia, ma attualmente non si ha notizia) come testimoniato dalla figlia Innocenza. Durante il periodo militare aveva svolto anche le funzioni di raccoglitore di erbe medicinali per il medico che curava i soldati. Ferito e mutilato, per i buoni servizi resi, aveva ricevuto da quel medico una serie di libri di medicina tradizionale e popolare, probabilmente derivati dall’opera del famoso scienziato greco Dioscoride (contemporaneo di Cristo) rivisti ed aggiornati fino alla prima metà del XIX secolo. Tornato a casa intraprendeva il mestiere prima di bracciante, poi di cantoniere comunale. Non avendo una buona cultura scolastica, non era riuscito a possedere tutte le nozioni indicate nei libri che possedeva, tuttavia la sua esperienza pratica gli permetteva di iniziare ad interessarsi di medicina e farmacologia basata sulle erbe medicinali, nella zona (dove curarsi costava troppo caro anche per lievi malattie e la gente viveva dei frutti della terra e pochissime cose da poter vendere). In quei tempi e luoghi erano veramente poche le famiglie che potevano permettersi di istruire un figlio e lo studio era diventato una necessità per fare buon uso di quei libri. Così Gvanac, dopo aver frequentata la settima elementare, si ritrovò in seminario a studiare da prete fino all’età di 21 anni. Tornato a casa si dedicò all’agricoltura (ama l’arte ma preferisci la terra), sposato con Tonini Rosa di Montefiore Conca, (come usava a quei tempi) considerava inopportuno far studiare le figlie e lui ne aveva avute sei con nessun maschio vivo (i cinque figli maschi avuti sono morti per una malattia congenita del sistema immunoprotettivo prima dei tre anni di età; nascevano sani ma alla prima influenza non si guarivano più. Nel 1918 la moglie di 42 anni moriva di “spagnola” (un’epidemia che aveva fatto molte vittime) e non aveva trovato altra soluzione

Saludecio, Porta Montanara con quello che è stato l’orto botanico

Gvanac, quel “medico” della civiltà contadina PERSONE

che lasciare la sua eredità culturale ad uno dei suoi generi, Luigi Andreani che a sua volta lasciava al figlio Dino, e qui finisce la medicina di Gvanac. LA CULTURA Gvanac nella sua vita, dopo aver studiato i suoi libri, leggeva poco e non ha mai scritto nulla di interessante, aveva fatto solo un riassunto manoscritto delle cose più importanti di quei libri che nel frattempo si erano deteriorati. Era conosciuto nelle Marche del nord, in tutta la Romagna, ha curato anche gente proveniente da Roma, da Perugia ecc.(non era poco, in considerazione dei mezzi di locomozione di quei tempi, egli stesso aveva sempre viaggiato a piedi). In montagna la bicicletta era poco pratica, le auto e le moto erano molto onerose e seppur non

Per le sue prestazioni non ha mai chiesto nulla, aveva persino rifiutata la donazione di un patrimonio, tuttavia il suo benessere era fondato principalmente sulla generosità dei suoi “pazienti” e di fatto consisteva nel possedere qualche lira in più della maggior parte della gente del suo ambiente (atavica povertà). fossero mancati i soldi, erano considerate un eccentricità di certi caratteri estroversi ed in ogni caso preferiva conformare il proprio stile di vita alle vecchie tradizioni e alla natura dell’uomo. La fretta non era adatta per lui. A quei tempi, mancava anche l’esigenza di avere dei rapporti veloci e distanti fra le persone, salvo alcuni casi di estrema necessità. Le comunità locali, spontaneamente si organizzavano per avere Gvanac come ospite, ad esempio da Pesaro e da Carpegna, circa ad ogni anno passavano a casa a prelevarlo con un taxi o un fiacre, per ospitarlo una quindicina di giorni, presso famiglie e amici, per i suoi

L’ANGOLO DEL DIALETTO

Li burdledie Tè pulèr tè canèd. Tà di post duc in t’vèd us lavora ad fantasia suna cèrta frènesia Carlo Cervellieri

consigli medici. Amici ne aveva ovunque (lo chiamavano il “professore”) e spesso capitava che le sue battute di caccia (il suo passatempo preferito, in un periodo che la selvaggina non mancava) duravano diversi giorni per la gradita ospitalità ricevuta. Il modo di vivere di quei tempi sarebbe inconcepibile oggigiorno, ma nel cambio, certamente ci perdiamo quel senso di umanità e naturalezza che dà significato all’esistenza dell’uomo. LA PERSONALITA’ Per le sue prestazioni non ha mai chiesto nulla, aveva persino rifiutata la donazione di un patrimonio, tuttavia il suo benessere era fondato principalmente sulla generosità dei suoi “pazienti” e di fatto consisteva nel possedere qualche lira in più della maggior parte della gente del suo ambiente (atavica povertà). Qualche volta è stato rapinato dei soldi quando la sera ritornava dall’osteria, in seguito si faceva accompagnare dagli amici. Le sue prestazioni erano efficaci anche perché col trascorrere del tempo si erano evolute e spe-

cializzate in campi dove la medicina ufficiale non era altrettanto efficace, come ad esempio il tumore della pelle (lupis), eczemi ecc. L’esercizio di quel tipo di medicina è sempre stato abusivo e perseguito dalla legge, non sono mancate vicende giudiziarie per l’invidia dei medici, ma non era mai stato condannato, per la mancanza di prove o testimonianze e sopratutto perché non era mai successo nessun incidente ai suoi “pazienti”, che assumevano un atteggiamento di omertà e nelle perquisizioni, i carabinieri trovavano solo i libri che non erano sufficienti come prova. I pochi preparati li conservava nel campo, in un tronco cavo di ulivo, mentre le erbe medicinali le forniva la natura sempre fresche. I suoi amici avevano sottoscritta una petizione al governo, per regolarizzare l’attività che si era dimostrata tanto utile. Mussolini gli offriva il titolo di “erborista”, però non accettato, poiché sarebbe stato autorizzato a raccogliere le erbe ma non avrebbe dovuto suggerire a cosa servivano e come si dovevano preparare. In questo modo gli avrebbero tolta la parte più importante della sua cultura e la fiducia della gente, motivo principale che lo spingeva a continuare la sua attività nonostante i rischi personali. I MISTERI Diversi sono i punti ignoti sulla sua vita, su chi attualmente sia in possesso dei preziosi libri e cosa contengono realmente. Si sa che un altro cognato

analfabeta li abbia sottratti durante il fronte e venduti per le estreme necessità della sua famiglia, ma sembra anche che i libri sottratti non siano stati quelli più importanti che forse erano stati più ben nascosti. Tuttavia per testimonianze vocali si sa che Gvanac - faceva delle pillole ricostituenti con un certo tipo di polvere di ferro e miele; - curava le malattie della pelle (eczemi) con una miscela al 50% di allume di rocco e solfato di rame sciolti nell’acqua; - contusioni e dolori muscolari con un linimento a base di grasso di oca; - per il lupes, raccoglieva cenere di legna di quercia messa a strati con calce viva in un recipiente di legno (piccolo mastello), con un foro di svuotamento, alla fine aggiungeva un poco di acqua sopra, la raccoglieva quella che usciva dal foro di svuotamento e la rimetteva sopra, finché non otteneva un prodotto denso, da spalmare sul male per un certo tempo. Il risultato era che questo prodotto estraeva il lupes con tutte le sue radici, senza danneggiare la carne sana. Tuttavia restava un buco che poi si cicatrizzava e la cicatrice si riconosceva. Chi veniva visto con quel tipo di cicatrice già sapeva che era stato curato da Gvanac. La medicina ufficiale toglieva il lupes con un intervento chirurgico che toglieva anche parte della carne sana con una grossa cicatrice rettilinea e punti di sutura. LA VITA PRIVATA Cattolico, non andava d’accordo coi preti e da quando era sorto un contrasto con la curie in merito a un parroco (irredento) di Laureto, non andava più in chiesa. La messa la sapeva a memoria e saltuariamente, la cantava. Simpatizzava per i socialisti e dopo l’avvento del fascismo, criticava i fascisti per le violenze esercitate, seppure con le dovute cautele. Frequentava l’osteria e fra una partitella e l’altra con gli amici, raccontava le avventure di caccia fino a terminare con quelle di “professore”. Questo spiega il perché a Mondaino e Saludecio, ci si ricorda di lui per vicende irrealistiche e viceversa più precise e reali nei luoghi più lontani. In ogni caso, chi lo ha conosciuto lo descrive come un personaggio singolare che ha saputo affermare la sua personalità e farsi stimare da tutti.


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Unione dei comuni, ripartire con dei seminari

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Soluzioni per affrontare in modo partecipato la questione dell’Unione o della fusione in Valconca

IL PUNTO

- Organizzare dei seminari su modelli e processi di partecipazione, di incontri su specifiche applicazioni, di progetti di lavoro per pensare soluzioni operative per affrontare efficacemente e in modo partecipato la questione dell’Unione o della fusione dei piccoli Comuni in Valconca. - Per garantire la partecipazione reale dei cittadini alla vita dell’Unione, fare il mancante Regolamento per i referendum previsti nell’articolo 24, comma 8, con la partecipazione dei cittadini residenti interessati, come dall’articolo 28, comma 2 dello Statuto dell’Unione della Valconca.

2 - Risolvere le controversie, trascinate da lunghi anni, con il Comune di Morciano riguardo ai debiti dell’Unione per gli affitti delle sedi dell’Inps e della Camera di Commercio in Valconca pagati solamente dal Comune di Morciano e le irregolarità nella costruzione della Residenza Sanitaria per gli Anziani (RSA) di proprietà dell’Unione e situato a Morciano. 3 - Superare i cronici problemi e le carenze informatiche dell’Unione della Valconca destinando sufficienti risorse e attraverso una gara d’appalto, trovare un fornitore che garantisca efficacia ed efficienza del Servizio.

Riuscire a far funzionare bene, finalmente, l’Unione sui quattro compiti principali che le sono stati delegati dai Comuni: Polizia locale, sportello SUAP, Servizi informatici e ambito Socio Sanitario)

4 - Per rivitalizzare l’Unione della Valconca, occorre organizzare conferenze consultive con i cittadini interessati come dall’articolo 27 dello Statuto, nonché un seminario su modelli, processi ed esperienze di partecipazione, incontri per individuare applicazioni in funzione di specifiche materie, project works per implementare soluzioni operative. Si tratta di delineare e seguire un percorso di progettazione e partecipazione adeguatamente coordinato e supportato. In modo che la ricerca e l’attuazione di soluzioni ritagliate su misura

delle esigenze dei Comuni e dell’Unione diventi un processo democratico qualificato ed efficace. Riuscire a far funzionare bene, finalmente, l’Unione della Valconca rispetto ai quattro compiti principali che le sono stati delegati dai Comuni membri (Polizia locale, sportello SUAP, Servizi informatici e ambito Socio Sanitario) permetterà agli Enti aderenti di conservare la loro importante e storica autonomia. I Comuni sono vitali presidi di democrazia, dell’ambiente, del paesaggio e della stessa identità stori-

ca di una comunità e quindi non vanno fusi attraverso operazioni verticistiche per farli diventare quartieri periferici dimenticati di un Ente più grande, sovrapposto artificiosamente a comunità e territori. Il percorso delineato (conferenze consultive, incontri, seminario, incontri e project works) è importante, per identificare soluzioni concrete e una prospettiva di sviluppo sostenibile. Auspichiamo che la sua attuazione possa incominciare presto. Hossein Fayaz Torshizi


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CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO FRANCESCO BRANCHETTI. “Il bacio”.

Le opposizioni attaccano il sindaco

Prosa 25 febbraio – ore 21,15. CHRONOS3. “Portami in un posto carino”. Una scrittura contemporanea asciutta e tagliente per una storia di crescita e scoperta di sé.

“Quello della Spinelli è un bilancio elettorale”

LA CULTURA

I Fratelli di Taglia, loro la direzione artistica

Coriano teatro, 36 spettacoli di qualità Diversamente Theatro. 11 febbraio – ore 21,15. COMPAGNIA CENTRO 21/NNCHALANCE. Sereno Variabile. San Valentino a CorTe 14 febbraio – ore 21,30. BACK 2 AMY. Amy Winehouse Tribute. Serata soul-jazz per cuori innamorati con la romantica cena afrodisiaca a Km Zero in platea (inizio ore 20,30 by la Cantinetta della CorTe) seguita dal concerto-spettacolo dei Back2Amy – The Amy Winehouse Tribute. Prosa 18 febbraio – ore 21,15. BARBARA DE ROSSI &

4 marzo - ore 21,15. Comico d’autore con il giovane Fabio Mascagni, protagonista di “Se ci sei batti un colpo”, monologo di Letizia Russo. Dialettale 3 marzo, ore 21. Gli attori in erba della compagnia corianese L’amico è propongono “Mo’ pensa te!”. 10 marzo, ore 21. Quelli della commedia con “Questa l’è una chèsa… na un casèin”. Info e prenotazioni: CorTe tel 329/9461660 0541/658667 corianoteatro@gmail.com.

Mimma Spinelli, sindaco di Coriano

FOCUS - “Interventi spot e mancette elettorali da fine impero: politicamente è il vuoto mischiato col nulla!”. E’ l’accusa delle opposizioni di centro-sinistra al sindaco Mimma Spinelli, a capo di una lista di centro-destra. Voci di paese affermano che la Spinelli possa esere candidata a sindaco per il centro-sinistra alle prossime elezioni comunali. Vedremo. “Guardando alcuni punti del bilancio previsionale - reca la nota firmata da Fabia Tordi, Cristian Paolucci e Eros Rambaldi - emerge in tutta evidenza che per la giunta Spinelli è già iniziata la campagna elettorale fatta di fittizie opere pubbliche, false promesse tributarie e tagli ai servizi e al welfare, nonostante il tesoretto accumulato in questi anni, spremendo senza motivo i cittadini corianesi. Il tutto motivato con lo stucchevole refrain dei debiti fuori bilancio (che in larga parte aveva già ripianato il Commissario). Molte di queste risorse invece verranno

sprecate in spese legali per il contenzioso creato con i dipendenti (ridicola e ingannevole la cifra di 3000 euro messa a bilancio tra le consulenze per pagare gli avvocati)”. “Tutto questo perchè in 5 anni - continuano Fabia Tordi, - non si è voluto trovare una soluzione politica – giuridica definitiva, forse per sfruttare la cosa in chiave elettorale. Tutti i capitoli di spesa inerenti a politiche ambientali, politiche giovanili, welfare, servizi socialmente utili, scuola, cultura, sport, contrasto al disagio e all’emarginazione sociale, edilizia popolare, ecc. sono in netto calo evidenziando un totale disinteresse di questa amministrazione. Anche sulle politiche agricole

(asset importante per un comune rurale) non vi è nessun incremento. Nel piano investimenti (che non prevede interventi nella frazione di S.Andrea in Besanigo perchè il Comitato cittadino ha osato criticare le giravolte ambietaliste del Sindaco) molte opere pubbliche,compresa la riqualificazione dei cimiteri (situazione endemica che andava affrontata prima e non più procrastinabile) sono finanziate con aleatorie entrate, derivanti dalla possibile vendita del patrimonio comunale. Altri velleitari cespiti molto cospicui sono previsti dagli oneri di urbanizzazione (il mercato edilizio è in crisi), dal recupero dell’evasione IMU (che a Coriano è una delle più alte dei comuni della Provincia di Rimini) e Tassa Rifiuti

(un mistero perchè viene fatta solo ora dopo 4 anni), non tralasciando le vessazioni che arriveranno dalle multe per fare cassa (previsione due milioni di euro). La vera notizia è che le tasse non diminuiranno, ma anzi aumenteranno nonostante il governo abbia abolito IMU e TASI sulla prima casa. Per le famiglie non scende la tassa sui rifiuti e l’addizionale IRPEF (che poteva essere ridotta, lasciando così ai corianesi qualche euro in più nella busta paga). Tutto ciò per alimentare una spesa corrente (solo il settore “servizi istituzionali” spende 2.800.000 euro) fatta di inefficienze e assunzioni di dirigenti che si sarebbero potute evitare visti risultati; tanto pagano i cittadini!”. “Questa amministrazione chiudono i tre - verrà ricordata per il nulla che ha prodotto in questi 5 anni dove non è riuscita neanche a tenere aperto un canile e se non è stata in grado di pensare a dei cani, come potrà stare ancora lì a governare le persone?”.

MONTESCUDO - LA CULTURA

Rosaspina, raffinato teatro dialettale e non solo Montescudo, il Rosaspina - “E’ datato genericamente dagli storici all’inizio del 1800, ma già alla fine del 1700, precisamente nel 1780, nelle lettere inviate dal cardinale legato al governatore di Montescudo, si parla di uno spazio utilizzato per le rappresentazioni teatrali. Ha la tipica struttura dei teatri all’italiana dell’epoca, con forma a ferro di cavallo, platea, un ordine di palchetti e il loggione. La commedia dialettale resta elemento trainante dei sabato sera al Rosaspina, offrendo anche quest’anno, un cartellone all’insegna del divertimento per gli appassionati del genere, con le migliori compagnie locali. E’ la più vecchia e importante rassegna dialettale della provincia di Rimini, giunta al 24.ma edizione.

IL CARTELLONE 11 Febbraio. Ore 21. Commedia dialettale. Compagnia “La Burla” di Rimini “Al campeni ad don Basilio”. 12 Febbraio. Ore 18. Teatro. Piccola Compagnia Dammaco, regia Daminano Dammaco: “L’ultima notte

di antonio”. 18 febbraio. Ore 21. Commedia dialettale. Compagnia “Del Gallo” di Gallo di Petriano: “Questa do la mett?”. 25 Febbraio. Ore 21. Commedia dialettale. Compagnia “quei chi n’ha Ben e ch’in Lascia ‘Ve Ben” di Auditore-Casinina. “Dal sulfanell all’arlog ch’peccia la stufa” (Se Steva ;ej Quand se Steva Pegg). 26 Febbraio. Ore 18. Concerto. “Cant’autritratti” Risuona Rimini.

4 Marzo. Ore 21. Commedia dialettale. Compagnia “Mej Ch’ne Gnignt” di Bellariva. “Una fameja scumbineda”. 8 Marzo. Ore 21. Teatro (ingresso libero). Montescudo Festeggia La Donna Nicoletta Fabbri, Annalisa Teodorani: “L’ora delle falene”. 9 Marzo. Ore 21. Cabaret. Buon Compleanno Manu (a ricordo del piccolo Manuel) “LA TRIBU’ DEL VILLAGGIO”. 12 Marzo. Ore 17. Teatro Ragazzi. Reparto Prototipi “ABBASSO IL GRIGIO”.


CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO Si occupano dei portatori di handicap. L’inizio fu il 1972. Dall’85 a Monte Tauro Monte Tauro

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Febbraio 2017

Monte Tauro, poggio di umanità

- Mario Tonini è l’autore di questa bellissima poesia. Da Misano Adriatico, all’età di 13 anni e mezzo, con la famiglia, si trasferisce a Monte Tauro, dove vi resta fino a 23 anni. Da 40 anni vive a Riccione. La sua famiglia non si è mai mossa dal bellissmo poggio. Oggi, oasi di umanità. C’è una

Per aleviè la soferenza

Uj s’ariva andand su per una dreta costa, la costa dla Culomba c’la porta m’un Campsent e m’una Cisa che a cent metre lai stà acosta s’un Cumpless arnuved,bel e tent eleghent. Ma Ste Cumpless uj s’era amucì jan,batosta poca bela,guera,incuria,arvena mo finalment la Grezia,i tint problemi jà avù degna risposta, tent Lavor unest,Ste Post ul ha res un inchent.

Comunità fondata da don Dossetti - I primi passi della comunità di Monte Tauro si potrebbero far risalire al 1972. Quando un gruppo di giovani in quell’estate diede vita a Montilgallo (Longiano - Forlì-Cesena) ad una casa per l’accoglienza definitiva di portatori di handicap della provincia forlivese. Già esponente di spicco della Democrazia cristiana, don Giuseppe Dossetti chiede al vescdovo di Rimini, Locatelli, uno spazio per la comunità. Gli assegna la canonica di Monte Tauro. Siamo nel 1985. Chi sono Di sé dicono: “Siamo dei ‘semplici cristiani’, chiamati a vivere il Vangelo, secondo il modello della prima Comuni-

Don Giuseppe Dossetti (1913 - 1996), già leader politico della Dc. Poi prete straordinario

tà apostolica, ‘assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere’. Siamo fratelli e sorelle, consacrati e coniugi, camminiamo secondo la Piccola Re-

gola, scritta da don Giuseppe Dossetti. La nostra chiamata è semplicemente ‘la vita battesimale, sino alla sequela pura e totale del Cristo, sia per gli uni nella via della castità per il Regno dei cieli, sia per gli altri nel sacramento del matrimonio’. La “Piccola Famiglia dell’Assunta” coniuga la forma monastica dossettiana con il servizio dei piccoli/ammalati. La nostra Famiglia è data dalla condivisione nello Spirito della ‘Piccola Famiglia dell’Annunziata’. Avremo perciò sempre caro e ravviveremo il vin-

colo di carità filiale che ci lega a questa famiglia con la quale condividiamo la grazia della stessa regola e le sostanziali consuetudini che ci caratterizzano all’interno delle rispettive Chiese. Pertanto non modificheremo il testo della regola e custodiremo tutte le consuetudini comuni massimamente la lectio continua delle Scritture nel loro calendario e la stessa ufficiatura monastica. Una volta all’anno i nostri superiori conferiranno con quelli della ‘Piccola Famiglia dell’Annunziata’ per confrontare l’andamento della vita regolare, i programmi formativi e il generale andamento della famiglia”.

Ujè dli piente seculere,ij stà intorna vecc uliv, drenta la Cisa,venereda l’è Santa Innocenza, una Cumunità la rend Montetauro ben viv Persone sfurtunede Ilè agl’ha cunfort e asistenza, tut quel che po’ ajutì Sta Cumunità l’è Pusitiv, bel e Post e più ancora e Lavor per aleviè la soferenza.

Per alleviare la sofferenza Gli si arriva andando su per una dritta costa (salita) la costa della Colomba che porta ad Un Camposanto e ad una Chiesa che a cento metri gli sta accosto(vicino) con un Complesso rinnovato, bello e tanto elegante. A Questo Complesso gli si erano ammucchiati gli anni,batosta poco bella,guerra,incuria,rovina ma finalmente la Grazia,i tanti problemi hanno avuto degna risposta, tanto Lavoro onesto,Questo Posto lo ha reso un incanto. Ci sono delle piante secolari,gli stanno intorno vecchi ulivi, dentro la Chiesa,venerata è Santa Innocenza, una Comunità rende Montetauro ben vivo. Persone sfortunate Lì hanno conforto e assistenza, tutto quello che può aiutare Questa Comunità è positivo, bello il Posto e più ancora il Lavoro per alleviare la sofferenza. Mario Tonini (Il mese prossimo altri pensieri)



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