Maggio 2017 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

ANNO 21 N.5 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - TEL. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it - lapiazzarimini@libero.it

Urbinati (Cgil): “La bolla del Jobs act è finita” RIMINI - 15 LE IDEE

Il filo rosso del diritto: funzione, legittimazione, evoluzione di Alessandro Bondi* - Si è scritto di frontiere, muri, costi; di un’America identificata con gli Stati Uniti; di un’America spaventata che ha votato Trump: ricco, fallito, telegenicamente arrabbiato come i suoi elettori. Il cronista annota e il giurista annaspa, registrando il conflitto tra i poteri dello Stato: una presidenza già forte che vuole diventare più forte. Trump non ne ha fatto mistero. La maggioranza degli Stati americani, ma non degli elettori, gli ha dato ragione. Si prosegue con PIL, altro muro e altra storia. Il filo rosso è dato dal diritto: la sua funzione, legittimazione, evoluzione. Pur con sistemi diversi le ragioni delle norme rimangono comuni. Ma il diritto non può e non deve rispondere a ogni domanda. I tribunali ancor meno. Solo il PIL dovrebbe sempre crescere, almeno per l’economia che dimentica come, in un mondo di risorse finite, la crescita infinita è un controsenso logico. Anche le conquiste dell’impero romano non potevano continuare in eterno. Se ne accorse Adriano, uno dei più grandi imperatori romani; se ne accorse dopo che l’impero aveva raggiunto la sua massima espansione; se ne accorse per ragionamento, non per viltà o mancanza di qualità.

Continua a pagina 19

MAGGIO 2017

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.2.2004n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini

Qualcosa cambia nel Pd riccionese?

Gambini: “Gennari è la conservazione”

Elezioni, in lizza Ciotti, Giannei e Ripa?

RICCIONE - 20-21

CATTOLICA - 32

MORCIANO - 51

Turismo, che fare senza aeroporto? Solo con i voli ed una intelligente politica di medio e lungo periodo si possono riportare gli stranieri nel Riminese. Ma anche l’offerta deve crescere ed innovarsi di Francesco Toti - Mentre si aspetta una politica del turismo intelligente, organizzato ed innovativa, il settore è l’unico tra i 5 principali) a crescere (+1 per cento) per numero di imprese nella provincia di Rimini. Con questa micragnosa crisi economica si sta prendendo la rivincita sul manifattuA pagina 2-3-5

Breve massima di saggeza “Siamo, solo, figli dell’universo, non abbiamo l’esclusiva dell’uno sull’altro, siamo, non possediamo” Marcello Bartolini

MADE IN ITALY - La Camera approva la legge: si potrà MADE sparare ai ladri, ma solo di notte IN ITALY

E al dé ac difindin sal caz?...

Valà, valà, che adès mé a vag a rubè quand u j’è al sol...

Isé avin fat al Far West anche in Italia...

‘Sta legge i l’hà vlu quei dli ermie e quei dal campsent...

Più che i lèdre i vo’ ciapè i vot...

Quasi quasi se al ven la mi suocera ad nota... ai prov... Cecco - Andy Warhol 2017

MISANO ADRIATICO

Albergatori Quelli dell’Assohotel FOCUS

Condomini

Fotovoltaico su tetto condominiale...

VALCONCA

San Clemente XXV Aprile col tricolore Moto, Omar Menghi vince San Giovanni Commercio, arrivano i soldi Coriano Elezioni, gara a quattro? Valconca comuni Nello spot Birra Moretti Mondaino Myo, nuovo cd Saludecio Libro di cartoline

3. LA CULTURA

Personaggi e luoghi della Divina Commedia che raccontano il nostro territorio

Rodin. Paolo e Francesca A pagina 14


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INCHIESTA

Maggio 2017

Italiani: arrivi e presenze in leggero aumento. Meglio sul fronte estero, ma da incrementare 2016- MOVIMENTO CLIENTI NEGLI ESERCIZI RICETTIVI DELLA PROVINCIA DI RIMINI (Periodo gennaio - dicembre 2016. Valori assoluti e variazione percentuale sull’anno 2013 - Fonte: Camera di Commercio di Rimini)

ARRIVI ITALIANI

VAR %

ARRIVI STRANIERI

VAR %

ARRIVI TOTALI

VAR

PRESENZE ITALIANE

VAR %

PRESENZE STRANIERE

VAR %

PRESENZE TOTALI

VAR %

BELLARIA IGEA M. CATTOLICA MISANO RICCIONE RIMINI VALCONCA VALMARECCHIA

305.510 283.922 122.357 703.195 1.269.154 20.976 34.892

0 0,5 2,3 1,2 4,1 -1,6 5,8

72.501 49.577 24.035 107.352 440.939 5.865 10.156

4,6 6,2 4,1 3,3 6,6 10,5 18,5

378.011 333.499 146.392 810.547 1.710.093 26.841 45.048

0,9 1,3 2,6 1,5 4,7 0,8 8,5

1.689.389 1.535.573 647.900 2.931.166 5.022.200 44.295 65.208

-0,8 -0,3 1,5 1,2 1,7 -3,7 10,4

451.976 306.083 142.089 608.181 2.071.596 22.341 35.711

1,2 2,9 3,8 3 4,6 14,1 11,3

2.141.365 1.841.656 789.989 3.539.347 7.093.796 66.636 100.919

-0,4 0,3 1,9 1,5 2,6 1,6 10,7

TOTALE

2.740.006

2,4

TOTALE

6

3.450.431

3,1

11.935.721

1

3.637.977

3,8

15.573.708

1,6

Turismo, che fare senza aeroporto? L’INCHIESTA Continua dalla prima riero. Le presenze straniere valgono quasi 600 milioni di ricchezza su circa 9 miliardi di euro totale prodotte in un anno in provincia. Lo snodo dei mercati esteri sono i collegamenti aerei, molto più complessi della crisi dell’aeroporto di Rimini. Argomenta Rodolfo Albicocco, presidente degli albergatori di Riccione, con la sua famiglia da sempre nel turismo: “Non riusciamo ad attrarre i mercati esteri più vicini, Svizzera, Germania, Francia, non solo perché mancano i voli o perché il nostro aeroporto non funziona, abbiamo anche un problema di prodotti. Di luogo. Come categoria siamo chiamati anche a costruire pacchetti attraenti. Insomma, il fronte è molto più complesso. La nostra forza è la capacità di essere ospitali, l’entroterra, la varietà eno-gastronomica, il patrimonio artistico, l’accoglienza per

Albicocco, Riccione: ““Non riusciamo ad attrarre i mercati esteri più vicini, non solo perché mancano i voli, abbiamo anche un problema di prodotti. Di luogo”

i bambini...”. “L’altra faccia della medaglia - continua il presidente riccionese per 23 anni consulente degli albergatori - è che per le sensibilità degli stranieri da noi c’è troppa confusione, i prezzi, i divertimenti più per gli italiani che per loro, i servizi. Per gli amanti delle bici le buche nelle strade”. Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori a Rimini, picchia duro: “Da noi manca completamente una politica per il turismo; anzi non è mai stata NUMERI

Giornale d’informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria

Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 9 maggio

Italia, quinta mèta turistica al mondo

- Il turismo vale il 12 per cento del Pil (Prodotto interno lordo); pari a 180 miliardi di euro (ma i numeri sono ballerini). Dato Unesco, l’Italia è al primo posto al mondo come patrimonio artistico; si parla del 60% del totale, ma è soltanto la quinta mèta mondiale (secondo posto nei primi anni ‘70). Ecco la speciale classifica delle destinazioni degli arrivi. 1. Francia (79,5 milioni) 2. Usa (62,3) 3. Cina (57,6) 4. Spagna (56,7) 5. ITALIA (46,1) 6. Turchia (29,3) 7. Gran Bretagna (29,2) 8. Germania (28,4) 9. Malesia (24,7) 10. Messico (23,4)

Serra, Gabicce: “Quando andiamo alle fiere ci indicano come la regione del terremoto, anche se c’è stato, purtroppo, lontano da noi. Ma è difficile farglielo capire”

Rinaldis, Rimini: “Per i collegamenti siamo all’anno zero; quando sarebbero fondamentali progetti. I ministri li vediamo ma si rimpallano le difficoltà da un ufficio all’altro” così lontana la politica dall’economia e a maggior ragione dal nostro settore. Per i collegamenti e la mobilità siamo all’anno zero; quando sarebbero fondamentali progetti. I ministri li vediamo ma si rimpallano le difficoltà da un ufficio all’altro. Il nostro presidente nazionale, Bernabò Bocca, è anche senatore. Appartiene ad una famiglia dell’Italia che conta, ma niente filo conduttore di uno sviluppo organico e di ampio respiro per il turismo. Io mi chiedo con quali risorse e programmi vogliamo andare a competere con il mondo?”. A Gabicce Mare, regione Marche, ma Romagna da un punto di vista fisico e culturale, ci sono problemi anche legati al terremoto e non basta essere un gioiello ambientale per atti-

rare clienti. Angelo Serra è il presidente: “Quando andiamo alle fiere ci indicano come la regione del terremoto, anche se c’è stato, purtroppo, lontano da noi. Ma è difficile farglielo capire ai potenziali ospiti. Ad esempio dalla Francia avevo cinque gruppi in arrivo, quattro sono stati disdetti causa il terremoto. Noi abbiamo il palazzo comunale transennato e non è proprio un bel biglietto da visita per i turisti che verranno da noi e anche per le immagini in rete. Oggi, con un click sul computer ed il portatile, riesci a vedere il mondo. Inoltre, si perdono i clienti ciclisti per le strade disastrate, soprattutto quelle dell’entroterra”. “Poi - continua Serra, alle spalle solide esperienze in mezz’Europa - ci si mettono i vecchi problemi che sarebbe un certo disinteresse. Ad esempio, lo scorso febbraio ero a Bruxelles per una fiera, l’Italia aveva uno stendino, mentre la Spagna era cinque volte più grande di noi; per consolarsi, potremmo dire che quello francese era di poco più vistoso dell’italiano. Sempre a Bruxelles svettava però lo stand dell’Emilia Romagna. Anche in Belgio, ci avvicinavano e chiedevano del terremoto”. Serra punta il dito sulla

NUMERI

Permanenza media

4,5 - Un dato interessante

è il rapporto presenze/arrivi, ovvero la permanenza media, pari a 4,5 giorni; è maggiore per il turista straniero (5,1 contro il 4,4 degli italiani). E’ più elevata nelle strutture non alberghiere (5,7 giorni contro 4,4). E’ più alta nei comuni di Bellaria-Igea Marina (5,7 giorni) e Cattolica (5,5).

svalutazione dell’offerta che ha nel prezzo la sintesi. “Non è più possibile che un tre stelle possa vendere le stanze a 30 euro; è un prezzo che ci porta solo discredito. Il futuro è di chi si qualifica. E’ di chi sa fa star bene il turista, non dico come a casa, ma quasi”. Per andare ad intercettare clientela, l’associazione albergatori di Riccione, ha puntato sui corsi di formazione sia per gli associati, sia per i dipendenti. Due i filoni: il web marketing e la conoscenza del nostro territorio. Albicocco: “Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo tenuto corsi a circa 2mila persone. La formazione, che pure da noi si è sempre fatta, la stiamo spingendo da almeno tre anni. Stiamo capendo che dobbiamo andare ad intercettare i piccoli numeri che sono molto più remunerativi del turismo diciamo generico. Nicchie che danno frutti sono le strutture che si sono specializzate per i ciclisti, le famiglie, gli animali. Diciamo che una volta il turismo si faceva con 3 parametri, mentre oggi sono diventati 200. E tutto diventa più complesso e difficile”.


INCHIESTA

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“A Rimini siamo avanti sulle altre realtà balneari, sia sul ‘mare’, sia sulla destagionalizzazione...” Alberghi e camere, numero BELLARIA IGEA M. - 279 alberghi (11.357 camere) CATTOLICA - 209 (8.773) MISANO ADRIATICO - 94 (3.789) RICCIONE - 340 (13.166) RIMINI - 943 (34.254) VALCONCA - 14 (225) VALMARECCHIA - 23 (320) TOTALE - 1.902 (71.884)

L’INTERVISTA

- “Uno Stato debole non ha una politica del turismo. Non ha una politica su niente. Il professor Giuseppe Chicchi va alla radice del problema del Belpaese. Già parlamentare (deluso), già sindaco di Rimini, già assessore al Turismo dell’Emilia Romagna, argomenta le debolezze e criticità sulla crisi del sistema turistico italico. Professore, perché l’Italia non ha una politica del turismo? “Il punto di difficoltà dell’Italia nel turismo è la debolezza dei poteri dello Stato, accompagnata dalla frammentazione delle competenze diffuse fra 20 Regioni che competono fra loro anziché competere con i nostri avver-

Stranieri presenze, guida la Germania

Turismo: più presenze 16,2

1,5 786.560

12,4 451.531

11.8 429.739

10 363.662

Germania

Russia

Russia

Francia

4,3 157.704

Polonia

15,58 milioni presenze

15,61

15,573 2011

2010 2009

Chicchi: “Turismo debole in uno Stato debole” sari. Aggiungo che le grandi città d’arte (Venezia, Firenze, Roma) si trovano nella condizione di eccesso di domanda (e hanno pochi competitors), gli altri prodotti, soprattutto il balneare, si trovano in eccesso di offerta (perciò soffrono di una dura competizione). Occorrono perciò due politiche distinte”. Che cosa fare? “Lavorare sul prodotto (albergo più territorio), destagionalizzare (fiere, congressi, cultura, sport, ecc.) per aumentare la redditività delle imprese private e l’efficienza dei sistemi territoriali pubbli-

“Cccompagnata dalla frammentazione delle competenze diffuse fra 20 Regioni che competono fra loro anziché competere con i nostri avversari”

Giuseppe Chicchi, già sindaco di Rimini, già assessore regionale al Turismo

ci. Se aumenta la redditività, aumenta la capacità di reinvestimento sul prodotto”. Gli stranieri arrivano coi voli e Rimini non ha voli... “Bisogna essere consapevoli che i voli si comperano, a meno che non si tratti delle grandi città d’arte o dei grandi centri d’affari. Ci sono norme comunitarie che limitano questa pratica, ma il comar-

15 2014

15,3 2016 2015

keting con le compagnie aeree per promuovere voli e destinazioni, è ammesso. Ne ha parlato di recente l’assessore regionale al Turismo Corsini. Però ci vogliono soldi che gli aeroporti minori (come Rimini) non hanno. Bisogna allora stringere un patto con gli albergatori: 0,30 euro per ogni presenza da destinare al comarketing per collegare 3-4 paesi d’Europa con l’aeroporto Fellini. La provincia di Rimini fa circa quindici milioni di presenze all’anno, si fa presto a fare i conti”. La nostra forza? “Partendo dalla consapevolezza che siamo forti, abbiamo un paese bellissimo, abbiamo cultura d’impresa. E a Rimini siamo molto avanti rispetto alle altre realtà balneari, sia sul prodotto ‘mare’, sia sulla destagionalizzazione, sia sul rapporto qualità-prezzo”.



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Un record. Presentato il nuovo marchio provinciale: il ponte di Tiberio stilizzato

- Nove aziende agricole della provincia di Rimini hanno partecipato a Vinitaly a Verona lo scorso aprile: la più importante fiera del settore nel mondo. Sono: Valle delle Lepri, Podere Vecciano, Enio Ottaviani, Tenuta Saiano, Tenuta Mara,

AGRICOLTURA

Le Rocche Malatestiane, Fiammetta, Ca’ Perdicchi, San Valentino. Questi produttori hanno fatto conoscere con orgoglio il nostro territorio raccontando, per prima cosa, il vino riminese con la sua identità, espressione, oltre che di uomini, di una zona ben precisa: le Colline Riminesi. Nell’occasione è stato presentato il nuovo logo del comitato di Rimini; reca il ponte di Tiberio, con il quale si è aperto un progetto di comunicazione guidato da Massimo Lorenzi, dell’azienda Ottaviani di San Clemente.

Nove vignaioli della provincia di Rimini a Vinitaly Le aziende: Valle delle Lepri, Podere Vecciano, Enio Ottaviani, Tenuta Saiano, Tenuta Mara, Le Rocche Malatestiane, Fiammetta, Ca’ Perdicchi, San Valentino di Michele Serafini Gli obbiettivi di tanto impegno sono due: locale, promuovere e invadere con il Sangiovese fresco e fruttato tutta la nostra riviera, facendo capire che l’ abbinamento con la cucina di pesce, soprattutto quella romagnola fatta di sapori forti, non è poi così ardito. Il secondo, è internazionale. Per combattere fuori dai confini bisogna essere coesi e fortemente convinti che è il gruppo, il territorio che deve stare davanti, abbandonando, almeno in parte, quel tipico

individualismo romagnolo. L’idea di dare un’identità comune alle fatiche vinicole dei produttori riminesi è la strada giusta da percorrere, da comunicare al maggior

numero di persone. Il Vinitaly è un’ottima vetrina con visitatori da ogni parte del mondo e lo stand Emilia Romagna è da alcuni anni uno dei più frequentati,

ma per diventare internazionali è necessario andare oltre, dare continuità a questo buon progetto di identificazione e di comunicazione dove alla base c’è e ci deve essere sem-

pre la qualità del vino. Fuori dal nostro orticello, si può fare tanto, i mercati ci sono, anche per i vini delle Colline Riminesi, fondamentale è farli conoscere. Vinitaly è la manifestazione enologica per eccellenza; la vetrina più scintillante dell’ambiente vitivinicolo: la fiera più grande ed internazionale del vino italiano. Oltre100mila metri quadri espositivi netti, che hanno dato alla manifestazione la palma della più vasta al mondo. L’edizione 2017 si è conclusa con più di 4.200 aziende espositrici, con un aumento del 4% rispetto al 2016 e registrando 128mila visitatori da 142 paesi in soli 4 giorni! Per chi non avesse mai avuto il piacere di visitarla, la fiera è organizzata in diversi stand espositivi, almeno uno per ogni regione, all’interno tutte le aziende vinicole che vogliono parteciparvi o più precisamente che hanno intenzione di investire tempo e denaro nella promozione del loro vino. Il risultato a livello commerciale potrebbe essere motivo di discussione ma quel che è certo è l’assoluto bisogno di partecipare ad un evento enologico, culturale e internazionale così importante.



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A Cattolica a fine maggio. Commercializzato in Germania per il ponte della Pentecoste

- Prendere la valigetta e andare a vendere. E’ uno dei tre pilastri di un’azienda ben condotta. Il primo è avere un prodotto di qualità; il secondo i conti in ordine. A Cattolica, insieme alla Regione Emilia Romagna, al Comune, l’associazione “Cuore, presieduta da Luca Lorenzi, ha costruito un percorso da esportazione. Un modello buono anche per altri comuni. Hanno messo in piedi un evento eno-gastronomico. Lo hanno denominato in tedesco, Wein Tour. E fatto cadere nel fine settimana della Pentecoste, ricorrenza religiosa sentitissima in Germania, che significa anche vacanza lunga. L’appuntamento cattolichino è stato portato nelle fiere e comunicato. Adesso, vedremo con quali risultati. Alla seconda edizione, Wein Tour è stato ideato da Veronica Pontis. Si tiene dal 26 al 28 maggio ed è stato costruito su più livelli. Il primo, porta in centro 25 cantine della Romagna con i loro prodotti; 9 sono del Riminese. Al “Baccanale”, ristoro mobile di Afa Arredamenti, vengono serviti i salumi di

Wein Tour, fare eventi di qualità e venderli Tre giorni dal 26 al 28 maggio. Presenti 25 vignaioli della Romagna, più “Golfera” e piadine VINI Golfera, azienda di Lavizzola (Ravenna), ma di proprietà di un riminese, Alvaro Zavaglia. Gli appassionati possono acquistare quattro assaggi con piadina (Consorzio piadina romagnola) e salumi Golfera con una piccola cifra, 15 euro. Lo scorso anno vennero venduti 5mila calici di vino. Un buon risultato. Quest’anno gli organizzatori sperano di far meglio.

Baccanale di Afa Arredamenti Il secondo livello è culturale. Il 26 maggio, il pomeriggio, al Palazzo del Turismo, due esperti di vitigni e vino, l’enologo Francesco Bordini, che è stato il primo in Romagna a parlare di terre e Ilaria di Nunzio, sommelier professionista e relatrice Ais. per un’oretta, parleranno di terre e vini. Cioè ogni zona produce vini di una sua personalità. L’obiettivo è di far conoscere eccellenze romagnole che, ancora per ragioni di sensibilità smarrite, non sono riuscite a sfondare in Romagna. Il terzo elemento di Wein Tour è di costume. Le giornate cattolichine si rivolgono anche ai ristoratori e alber-

gatori della nostra provincia; spesso restii ad avere nella carta dei loro vini molte etichette locali. Un fatto comune in altre regioni. Nella provincia di Rimini, con poche eccezioni, si antepongono altri territori al nostro. Insomma, si lavora per il re di Prussia. Invece, costruire un’offerta territoriale unica e vincente, significa prima di tutto raccontare ai turisti la nostra civiltà eno-gastronomica. La tagliatella al ragù (della Fernanda) vale almeno quanto il Tempio Malatestiano, il Ponte di Tiberio e la Rocca di Gradara. In genere, il turista si muove per andare a conoscere altre comunità. Fanno sapere gli organizzatori: “È un evento di calibro culturale, turistico ed esperienziale che parte dall’idea che in una passeggiata eno-gastronomica si possano conoscere i produttori e i prodotti della Romagna, prendere consapevolezza del patrimonio della nostra terra e delle nostre tavole.



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Una piccola storia che potrebbe dare il senso di una certa miopia e stanchezza

Adriatic Coast: perché tanti ostacoli da pubblico e privati?

LA RIFLESSIONE

Ricci: “Mi vergogno quando mi dicono che un bagno è vecchio” Massimo Ricci, già presidente degli albergatori di Cattolica

GABICCE MARE - SPORT E TURISMO - Un edizione con più di un botto quella targata 2017 dell’A-

driatic Coast, evento di Mountain Bike ormai un classico per gli appassionati del genere di Emilia Romagna, Marche e in ordine sparso tutte le altre regioni del centro nord. Si è caratterizzata per diversi exploit purtroppo non tutti positivi. Dal positivo risultato di partecipazione, più di novecento, al negativo comportamento di proprietari di terreni e amministrazioni locali, prodighi di divieti e lentezze nelle risposte che hanno reso difficile il lavoro volontario del locale gruppo dei Cinghiali MTB. I primi impositori di divieti chissà se sempre giustificati, i secondi per un insensibilità incomprensibile nei confronti di cittadini che col loro sacrificio e la loro passione portavano un indotto di più di mille persone a gravitare nella zona, a frequentarne le attività economiche, a farle conoscere per la prima vota a

tanti. La sensazione è stata che il San Bartolo sembra un territorio dove chiunque è padrone, invece di essere luogo vivibile ed alla portata di tutti nel rispetto delle regole di convivio. Riceviamo lo sfogo di uno degli organizzatori Massimo Bertozzi. “Una passione è bella quando viene condivisa con più persone possibili, partecipazione e volontariato si uniscono sempre più spesso per realizzare progetti piccoli o grandi che a volte superano le più rosee previsioni. Gabicce Mare il Parco San Bartolo e Gradara il 23 aprile sono diventati teatro di una delle più belle e gradite manifestazioni di mountain bike, all’interno del circuito dell’Adriatic Coast, il gruppo dei Cinghiali mtb, coadiuvato dall’associazione Valle del Conca, hanno organizzato una riunione che è stato un vero successo. I numeri: due

percorsi, corto 29 km dislivello 750, lungo 38 km dislivello 1000, due ricchi ristori, 30 “cinghiali” impegnati per due settimane, 34 casse di sardine, 1000 piade, 120 litri di vino, una organizzazione perfetta, confermata dai 700 iscritti (900 partecipanti stimati per le classiche infiltrazioni). Quando il volontariato non si limita alle idee, ma arriva ad attività operative è un segnale di allarme? Non vogliamo sostituirci al pubblico, sia chiaro, ma sapere di avere una palestra a cielo aperto, completamente sfruttabile con percorsi naturalistici, sia a piedi che in mountain bike e non poterla sfruttare in maniera “regolare” è veramente triste, sia per noi che per le potenzialità turistiche che potrebbe avere per Gabicce Mare, Cattolica, Pesaro. La gestione del parco Naturale del San Bartolo è completamente allo sbando, pochissimi

percorsi segnalati, percorsi “sabotati” dai privati, strade sterrate sbarrate, contribuiscono inevitabilmente ad incrementare il “fai date” tra i bikers, aprendo sentieri alternativi, ma che creano inevitabili problemi con i proprietari dei terreni. Chiediamo una maggiore attenzione e responsabilità sulla gestione del San Bartolo, ma soprattutto condivisione. Ci sono tante associazioni, gruppi, società, hotel che sono disposti a regolarizzare il tutto, mettersi attorno ad un tavolo per decidere come “gestire” al meglio il parco, segnalando i percorsi e mantenerli “gratuitamente” in perfetto stato, possiamo diventare noi bikers le sentinelle del parco collaborando in sinergia con il pubblico. Non siamo dei vandali, andiamo in mountain bike, non sporchiamo e non facciamo rumore.” Claudio Casadei

- L’albergatore cattolichino Massimo Ricci, già presidente di categoria, uno che ha i telefonini di ministri, non sbaglia una cravatta e sa fare tutti i mille lavoretti di un albergo. Ne ha due, più un residence. Tutta la famiglia, moglie e tre figli, fa accoglienza con passione. Racconta: “Le strutture per fare turismo devono essere belle, solo che non finisci mai. Io mi vergogno quando un cliente mi dice che il

bagno è vecchio. Ho iniziato a lavorare a 14 anni e mi diverto ancora. Ieri ho cambiato sette saliscendi; mio babbo mi ha insegnato a fare i lavoretti. I miei figli però sono diversi. Noi ce la possiamo fare, come provincia. Come territorio. Credo che il futuro di Cattolica sia una città-giardino e chiudere la città alle auto, ma offrendo ai turisti gli appositi servizi. Magari fare un pontile. Soprattutto bisogna ristrutturare e aumentare la qualità delle strutture. La decadenza commerciale di viale Dante è un’offerta triste. Altre debolezze sono le nostre infrastrutture sportive. E’ impossibile trovare dei campi di calcio per le società straniere che vorrebbero scendere ad allenarsi quando da loro è impossibile per via del clima. E se si trovano, a San Giovanni, i costi sono troppo alti. Insomma, abbiamo molto da fare”.”



INCHIESTA

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Grandi opportunità per la riqualificazione per le strutture produttive

Alberghi, incentivi economici “In vigore dal 31 maggio dello scorso anno, per interventi di piccole dimensioni”

Riccione, il lungomare

IL FATTO di Emanuele Barogi - Incentivi economici per alberghi, strutture produttive, terziario, privati e pubblico. Grandi opportunità per riqualificare le strutture esistenti. Il “Conto termico 2.0”, entrato in vigore 31 maggio dello scorso anno, incentiva interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Con il Conto Termico 2.0 è possibile riqualificare gli edifici al fine di migliorare le prestazioni energetiche, riducendo i costi dei consumi e recuperando in tempi brevi parte della spesa sostenuta. Soggetti beneficiari Possono accedere agli incentivi le pubbliche amministrazioni ed i soggetti privati, compresi i soggetti titolari di reddito d’impresa. L’accesso ai meccanismi di incentivazione può essere richiesto direttamente dai soggetti ammessi o per il tramite di una ESCO (Società per la fornitura di servizi energetici). incentivabile Sono incentivabili le seguenti tipologie di intervento: sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatiz-

zazione invernale, anche combinati per la produzione di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica, unitamente all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di impianti con potenza termica utile superiore a 200 KW; sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa, unitamente all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di impianti con potenza termica utile superiore a 200 KW; installazione di impianti solari per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad integrazione dell’impianto di climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar co-

oling, per la produzione di energia termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento e teleraffreddamento. Nel caso di superfici del campo solare superiori a 100 m2 è richiesta l’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore; sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa dicalore; sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore. Gli interventi devono essere realizzati utilizzando esclusivamente apparecchi e componenti di nuova costruzione e devono essere correttamente dimensionati in funzione dei reali fabbisogni di energia termica. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è il soggetto responsabile dell’attuazione e della gestione del meccanismo, inclusa l’erogazione degli incentivi ai soggetti beneficiari. Ai fini dell’accesso agli incentivi,

il soggetto responsabile presenta domanda al GSE attraverso la scheda-domanda, resa disponibile dallo stesso GSE tramite il sito del “PortaleTermico” (http://bit.ly/1ql38rB). La scheda-domanda deve essere presentata entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento, ovvero entro i 60 giorni successivi alla data in cui è resa disponibile sul portale del GSE la scheda-domanda, pena la non ammissibilità ai medesimi incentivi. Ammontare e durata dell’incentivo Gli incentivi sono regolati da contratti di diritto privato tra il GSE e il soggetto responsabile. Gli incentivi sono corrisposti dal GSE nella forma di rate annuali costanti della durata compresa tra 2 e 5 anni, a seconda della tipologia di intervento e della sua dimensione, oppure in un’unica soluzione, nel caso in cui l’ammontare dell’incentivo non superi i 5.000 euro. Per ciascuna tipologia di intervento il Decreto definisce le spese ammissibili, ai fini del calcolo del contributo, nonché i massimali di costo e il valore dell’incentivo. La percentuale di rimborso sarà calcolata tramite l’applicazione, al singolo intervento, di un algoritmo, tarato in funzione dell’energia producibile (caratteristiche dell’impianto e zona climatica). Grazie a questi incentivi economici, e al risparmio energetico, il tempo di ritorno dell’investimento è molto breve, risultando un efficace investimento economico. *Ingegnere in Misano Adriatico

PESARO - LA PORTA ACCANTO

Hotel Alexander, mostra d’arte di Armeni Pesaro - L’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, tra le più belle d’Italia, ospita una mostra dedicata a Walter Guido Armeni nella “Galleria degli specchi” ispirata al Futurismo/Vorticismo. Il percorso si snoda in due sezioni: i dipinti con richiami stilistici alle Avanguardie europee e le sculture influenzate dallo stile anglosassone. La mostra, dal titolo “Seeing things in ‘black&white’” (Guardare in bianco e nero), viene inaugurata il 19 maggio, alle ore 19, e resta aperta fino al 2 giugno. L’artista ha voluto affrontare il tema della natura in una prospettiva bidimensionale per dare alle opere un effetto dinamico che si ritrova nei dipinti di grande formato ispirati allo stile analitico-compositive di Der Blaue Reiter. Le istanze moderniste del Futurismo, invece, si ritracciano nelle linee prodotte dal pennello dove la scelta di colori opachi e argentati accresce le suggestioni emotive. Armeni si è ispirato, infatti, alle avanguardie nelle forme geometriche, quasi astratte per creare attriti e stirature di colore che potessero evocare interruzione nel racconto e gli effetti verticismo della pittura inglese. Egli penetra con lo studio del movimento delle piante, anche, con la lavorazione del marmo che assume forme oblique o arrotondate per imitare l’albero. Gli effetti che il colore produce sulle figure sono resi ritmicamente dal nero e dal bianco o dal rosso e dal blu per creare dei brevi intervalli tra i soggetti stilizzati e creare degli effetti intensi e vorticosi. Anche la linea di contorno delle sculture si sviluppa come una sequenza di curve ora concave, ora convessa: in tal modo i contorni ir-

regolari non limitano la figura come di consueto ma la dilatano espandendola nello spazio. L’interno stesso della statua è attraversato da solchi e spigoli che “tagliano” i piani, come se le figure fossero più di una e si sovrapponessero di continuo. La collezione esposta, inoltre, ci si potranno vedere nuovi quadri di grandi dimensioni realizzati per questo evento, dove i soggetti dipinti sono al limite tra il figurativo e l’astratto. I colori utilizzati hanno tonalità flou e richiamo alcuni motivi del Vorticismo, della ricerca estetica di Optical Art, dell’inglese Bridget Riley o di Morrison Louis che utilizza il colore il bianco e nero come elementi dinamici ed espansivi del campo pittorico. Da non perdere: reading Derek Jan Barns, il 19 maggio, alle ore 19,15; il ciclo di dipinti “Racconti di luce istantanei” (2017). Andrea Carnevali Il libro L’Alexander Museum Palace Hotel fa da cornice all’inaugurazione della mostra Seeing things in “black&white” del 19 maggio alle ore 19. Uno spazio importante è concesso alla presentazione del romanzo “Gli ulivi di Albanella” della scrittrice camerte Donatella Pazzelli, edito dalla Pendragon di Bologna e alla lettura, da parte dell’attore Roberto Rossini, di alcuni passi del testo. Al debutto, la Pazzelli ha arricchito la produzione marchigiana con questo romanzo per la trama accattivante e per le tecniche narrative utilizzate, nonché per la formazione a cui va incontro la protagonista Chiara Rufolo. Lo stile della prosa, fluido e limpido, contribuisce alla lettura rapida e immediata del testo. Prisca Galizia



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L’associazione culturale che viene dal cuore dei residenti estivi di Viserba Mare

“La Bolognetta” dei bagnanti e non solo

Quelli della Bolognetta in festa

IL FATTO - “La Vita direi è un viaggio attraverso una successione di varie epoche ognuna caratterizzata da una propria sensibilità verso le emozioni che viviamo nel lungo cammino dell’esistenza’’. Bene, ce n’è una che proprio quando non ci sono più, ti riporta alla memoria racconti e storie che ti narravano i tuoi familiari. La Bolognetta nasce proprio così, quando quattro anni fa mi ritrovai da solo nella tanto amata “Casa delle Vacanze” di Viserba e fu proprio allora che mi tornarono alla mente i racconti di mia nonna Rosa, quando a un ragazzo che pensava a tutt’altro, cercava di trasmettergli la passione, le scelte, le figure passate in quell’antico villino del mare sin dal suo lontano acquisto del ‘39: si parlava della nostra Viserba, vero salottino delle vacanze che devo dire poi anche lui nella sua gioventù anni ‘80 ha potuto fortunatamente apprezzare. A tutto ciò, è arrivato il momento così intrigante di andare a far luce con ricerche storiche veramente avvincenti... però devo dirvi subito che era meglio non sapere nulla, e ora vi spiegherò perché. Scoperte per archivi le origini di Villa Eurosia coadiuvato dalle antiche foto di famiglia, nel lontano 1908 mi viene fuori veramente la storia

della nascita di Viserba Mare vero gioiello di Turismo Balneare della Bella Epoque, chiamiamola così, un periodo che va dai primi del ‘900 al secondo conflitto mondiale. Questo mi coinvolge ad organizzare assieme ad amici e alle Associazioni della Memoria locali una prima Rassegna di Eventi di approfondimento culturale nell’estate 2015 GIOVEDINSIEME AL PORTICCIOLO “Serate tra Amici dove Viserba si racconta e propone”, scoprendo però con grande amarezza la distruzione costante e continua di un patrimonio storico architettonico inimitabile con al contempo un seguito di ultime generazioni di fedelissimi turisti che hanno vissuto i ‘’bei tempi’’ a differenza degli indigeni presi ancora da un miope spicciolo tornaconto personale e con alcune importanti identità locali salvate ma tuttora dimenticate. Così che sarà proprio questo l’argomento della Rassegna dell’estate successiva 2016: “GIOVEDINSIEME PER VISERBA E VISERBELLA, Giro Turistico alla riscoperta di luoghi e tradizioni dimenticate”, ma finalizzato ai giovani poiché mi resi conto che veramente queste cose non erano più a loro conoscenza, mentre solo con loro potrà interrompersi

la continuità di questi terribili anni, “diversificarci e riqualificare”, e fu così che proprio con quei pochi avvicinatisi, fondammo gli “Amici del Moscone”, lavorando a progetti dove ognuno propose un evento a tema. Tutto ciò mi darà modo di conoscere tante belle persone in termini di “cultura e passione dinteressata”, tra cui la Maria Pia Luzi, mitica scrittrice di ‘’Viserba... e Viserba’’, quella che tuttora consideriamo la “Treccani” della storia del nostro Paese, veramente un’opera ineguagliabile che per strane ragioni è sparita dal

commercio e messa nell’oblio, come la sua Autrice, a Vincenzo Baietta, viserbese doc, profondo conoscitore delle vicissitudini del luogo nonché valido e appassionato scrittore locale, gli dico sempre: “Viserba non ti merita”. Assieme al più grande collezionista di “documenti storici locali”: Gian Paolo Semprini, con le sue antiche cartoline anche lui “grande signore” e non sufficientemente riconosciuto per quello che ci ha saputo offrire a livello documentale. Proprio da lui ho potuto vedere la prima cartolina viaggiata di casa mia

del 1912... e ricorderò sempre quel giorno di marzo quando Paolino mi disse: “Sai Alessandro, ho comprato la cartolina della Bolognetta di Viserba”. E io: “Cosa? Cosa è la Bolognetta?”. E ciò fu l’iniziò di tutto... Con una sinergia con gli “Amici del Moscone” che si era già creato, e con un Gruppo CI.VI.VO. di volontariato sostenuto dal Comune di Rimini per la manutenzione di luoghi e socializzazione dei residenti si è costituita: l’associazione Culturale “LA BOLOGNETTA” dei Bagnanti e non solo... ispirata all’antico nome della Zona Nord di Viserba, grosso modo da Via Forlì all’Antico Canale Viserba, cosiddetta proprio perché luogo dove i primi del ‘900 i facoltosi signori emiliani vennero a costruire i loro villini delle vacanze, a seguito della scoperta nel sottosuolo del tesoro di Acqua Sorgiva e Curativa della Conoide del Marecchia a Viserba Mare, una autentica ‘’spa’’ d’altri tempi che mi ha ispirato per il logo: un vero e proprio Ventaglio individuato dalla sua conformazione, immerso nell’Adriatico da cui affiora la sua splendida spiaggia per esaltarne quel senso di refrigerio tanto caro ai bagnanti per le preziose brezze sciroccate pomeridiane e dove le bacchette ne rappresentano i viali che portano al mare e alle spalle la ferrovia i cui binari con la loro stazione ricordano come una vera e propria corona la signorilità dell’antico quartiere residenziale. La Bolognetta ha lo scopo innanzitutto di fare comunità e non mero spettacolo, partendo da piccole cellule di rioni di Viserba che si aggregano valorizzando le

identità locali e il legame tra residenti e residenti estivi delle villette, vero valore aggiunto per diversificarci e riqualificare il Turismo Balneare. I fondatori non potevano che essere Alessandro Guerra Celli (presidente-trascinatore), Maria Pia Luzi (segretaria emerita), Gian Paolo Semprini (tesoriere in tutti i sensi), Giovanna Chiara Bernardi (autentica romantica creativa) e Renato Bernardi (il sindaco) della Bolognetta. Tutto ciò ha riavvicinato le famiglie storiche di vacanzieri dei villini con le nuove generazioni al seguito, con il suo apice nella condivisione di un inedito filmino privato Viserba anni ‘30 della signorile famiglia di Piero e Annamaria Masotto, che ci ha animato così quelle pur preziose foto storiche uscite dai tesori delle antiche famiglie. Una vera inaugurazione dell’Associazione proseguita con cene, eventi, un piccolo giornalino mensile ‘’Il Ventaglio’’ e attività culturali mirate ai giovanissimi, come la ristampa di un piccolo bignami, anche lui nel dimenticatoio, “Chiare Fresche Dolci Acque” sulla storia di Viserba di Maria Pia Luzi e una distribuzione della ‘’Lezione di storia locale del prof. Baietta’’ a tutti gli alunni delle terze della Scuola Elementare “Flavio Casadei” in occasione delle feste natalizie. Abbiamo strutturato una Pagina Facebook “La Bolognetta” e il sito ‘’circolodeibagnantiviserba. it’’ dove consultare ‘’Il Ventaglio’’ e i suoi ‘’Speciali’’, l’archivio fotografico, calendari eventi e news ed un forum dove discutere i risultati delle nostre ricerche storiche. Potete contattarci alla Email ‘’labolognettadiviserba@gmail.com’’ oppure Tel.329.1337071 A. G.


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3. Personaggi e luoghi della Divina Commedia che raccontano il nostro territorio - Francesca e Paolo, dopo essere stati traghettati da Caronte attraverso il fiume infernale Acheronte, sono al cospetto di Minosse, il re di Creta che Dante pone come terribile e supremo giudice dell’Inferno. Minosse è un personaggio che sta sia nella mitologia che nella storia greca. Dante lo prende dall’Eneide, dal poema virgiliano fa man bassa di personaggi ad uso nel suo Inferno, dove svolge il mestiere di giudice dei morti in modo nobile e dignitoso così come in vita è stato un re magnanimo e massimo legislatore. Il Minosse dantesco è un giudice dalla voce ringhiosa e orribile a vedersi, un pagano trasformato in un vero diavolo al servizio di Dio. Francesca e Paolo giunti da lui confessano le loro colpe e Minosse attorciglia la sua coda con due giri al proprio corpo: ciò significa che dovranno scontare la loro pena nel secondo girone, quello dei lussuriosi. “Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia.” Il girone è un luogo buio, tormentato dal ruggire simile a quello del mare in tempesta e con un vento impetuoso e incessante che travolge e sbatte le anime dei dannati in ogni direzione come fossero degli storni. “La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta.” Dante incuriosito da siffatta pena chiede a Virgilio chi siano

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende... Mistero e fascino di Paolo e Francesca e V canto dell’Inferno

Paolo e Francesca in una scultura del Rodin (particolare)

Caina attende chi a vita ci spense”.

CULTURA di Glauco Selva* queste anime e Virgilio dice che sono i lussuriosi e gliene indica e nomina più di mille che morirono per amore: da Semiramide a Cleopatra, da Elena ad Achille, da Paride a Tristano. “...e più di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch’amor di nostra vita dipartille.” A un certo punto Dante vede due di queste anime che, nonostante la bufera, restano insieme avvinghiate e chiede chi siano. Virgilio lo invita a chiamarle quando sarebbero state più vicine e loro avrebbero accettato l’invito a fermarsi. “O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!”

Le due sentono il richiamo di Dante e Francesca risponde stimandosi dell’attenzione di Dante nei loro confronti, presentandosi e raccontando la sua triste e sanguinosa storia d’amore. “O animal grazïoso e benigno, che visitando vai per l’aere perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno se fosse amico il re dell’universo noi pregheremmo lui de la tua pace, poi ch’hai pietà del nostro mal perverso.” L’Amore che prende rapidamente sede nel cuore gentile fece sì che Paolo si innamorasse della mia bella persona che mi fu tolta a tradimento da Gianciotto in modo ancora offensivo.

L’Amore che costringe a chi è amato ad amare a sua volta e perdona chi non è capace di amare, mi fece innamorare di Paolo così fortemente che come vedi persiste dopo la morte del corpo. L’Amore ci portò a morire insieme e colui che ci uccise è nella Caina, il posto infernale più basso vicino a Lucifero, dedicato ai traditori dei famigliari. “Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte.

Dante rimane profondamente turbato e china il viso fintanto che Virgilio gli chiede il motivo del suo turbamento. Sta fisso pensando a quanti e quali dolci pensieri e quanta passione li condusse alla morte. Poi si rivolge a Francesca, pietoso e triste per il dolore che sente, le chiede qual’è stata la molla che ha scatenato il loro amore fino a quel momento inespresso. “Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?” Francesca fa notare a Dante che forte dolore sia ricordare i momenti felici nello stato di dannati e gli spiega che stavano leggendo il best seller dell’epoca, sull’amore cortese di Lancillotto e Ginevra, che li stava turbando già da qualche tempo, e proprio mentre Lancillotto bacia Ginevra, così Paolo bacia con ardore Francesca. La loro fine terrena è immediata e

segnata dalla mano di Gianciotto che, saputo da un servo della tresca dei due amanti, li pedina e li trafigge proditoriamente con la spada. La leggenda vuole che il destinatario fosse Paolo ma Francesca si pone tra la spada e il corpo dell’amato Paolo e vien trafitta per prima. “Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse: soli eravamo e senza lcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e sclorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.” Mentre Francesca sta dialogando con Dante, Paolo non interviene mai, ma piange. Il personaggio del canto è lei: Francesca che Dante fa superare nel rango di lussuriosa sia Cleopatra che Semiramide. Al sentire il racconto di Francesca, Dante non regge dall’emozione, si commuove profondamente e cade svenuto. “Mentre che l’uno spirito questo disse, l’altro piangea, sì che di pietade io venni men così com’io morisse. E caddi come corpo morto cade.” (continua in giugno)

*Da più di 20 anni studia la Divina Commedia


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Intervista a Graziano Urbinati, segretario provinciale della Cgil

“E’ finita la bolla del Jobs act” - Una sintesi dei dati, e loro significato, dell’Osservatorio della Cgil sul territorio riminese recentemente divulgato. “Nel 2016 il territorio di Rimini ha registrato una crescita del valore aggiunto dell’1,3%, balzano le esportazioni con un 12,3%, il turismo registra in termini di arrivi un 3,1% e un 1,3%, ma il tasso di occupazione resta immobile (una piccola crescita senza occupazione) ed anche le prospettive di crescita dei prossimi anni non garantiranno un aumento dell’occupazione. Purtroppo, finita la bolla del jobs act, calano drasticamente gli avviamenti al lavoro con contratto a tempo indeterminato e vanno aggiunti a questo dato i due milioni di voucher venduti nel 2016, (seconda provincia a livello nazionale per utilizzo dei buoni lavoro). Riassumendo, siamo di fronte ad un lavoro fragile, frammentato, precario e più povero”. Il referendum della Cgil non si farà, i voucher sono stati cancellati, il governo (e Pd) hanno avuto paura... ma perché il lavoro precario aumenta? “Il lavoro precario au-

Don Gallo: “Quando parlo di solidarietà tutti mi applaudono, quando parlo di ingiustizia sociale mi danno del comunista”

Graziano Urbinati, segretario generale Cgil provincia di Rimini

L’INTERVISTA

menta perché le leggi di questi anni e per ultimo il jobs act del Governo Renzi hanno tolto tutele e diritti ai lavoratori, basti pensare che con la sostanziale modifica dell’art. 18 tutte le nuove assunzioni sono di fatto contratti a termine e quindi precari. Con i milioni firme raccolte (14.000 nella provincia di Rimini) e con lo spauracchio che si ripetesse il risultato Referendario del 4 dicembre, il Parlamento, incalzato dalla CGIL, è stato costretto ad intervenire sulla cancellazione dei Voucher e sulla responsabilità in solido negli appalti.

Ma la battaglia non termina qui, abbiamo presentato la nostra Carta dei Diritti che vogliamo che diventi legge, per ripristinare l’art.18, per estendere i diritti a tutto il mondo del lavoro e per combattere la precarietà”. Le crescenti disuguaglianze (e ingiustizie) sociali sono il cancro delle democrazie e della coesione sociale. Anche il sindacato si è arreso? “Le crescenti ed enormi disuguaglianze determinate dalle politiche neoliberiste e di austerità sono un pericolo

crescente per le democrazie. Lo spostamento di ricchezza avvenuto negli ultimi decenni non ha eguali nella storia moderna del mondo, pochi che hanno tanto e tanti che hanno sempre meno stanno determinando una guerra fra poveri. Il sindacato non si è arreso, per rimanere a Rimini voglio ricordare che in questi anni di crisi noi siamo stati protagonisti di migliaia di accordi sugli ammortizzatori sociali per la difesa dell’occupazione e del reddito dei lavoratori, accordi conquistati azienda per azienda e

dimenticati nella narrazione che viene fatta del nostro territorio”. Don Andrea Gallo diceva: “Quando parlo di solidarietà tutti mi applaudono, quando parlo di ingiustizia sociale mi danno del comunista”. Vuol dire che la narrazione edulcorata sulla fine della lotta di classe è una presa in giro? “Oggi c’è un problema di classe, che nasce da una mancata giusta ed equa redistribuzione della ricchezza. Oggi c’è un problema di reditribuzione del lavoro di fronte alle crisi ed alla innova-

zione tecnologica che fanno venire meno posti di lavoro. Non abbiamo bisogno di misure puramente e solamente caritatevoli, c’è bisogno di buon lavoro retribuito con un giusto compenso, per queste ragioni la CGIL di Rimini ha presentato e chiesto incontri alle istituzioni, alle parti datoriali per parlare di sviluppo, di messa in sicurezza e di riqualificazione del territorio, azioni che necessitano di investimenti ma che permetterebbero la crescita e la creazione di nuovo lavoro. Il problema che riscontriamo è la sordità e l’autosufficienza della politica, politica spesso subalterna all’economia del profitto fine a se stesso. Se non ripartiamo di qui, dando risposte alle crescenti povertà e lavoro ai giovani rimettendo al centro il lavoro e non il mercato, le paure, le guerre fra i poveri la faranno da padrone insieme alle culture antidemocratiche e fasciste”.


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I minori sono 3.316. Presentato il rapporto sulla povertà 2016. Aumentano gli italiani

Caritas, 16mila persone in difficoltà - Il “titolo” del rapporto rende subito l’idea della situazione: “Poveri, malati e soli”. Don Renzo Gradara (direttore Caritas Diocesana Rimini) nell’introduzione scrive: “Fa male vedere una mamma che viene in Caritas a chiedere un aiuto per comperare le medicine ai figli piccoli o per interventi sanitari urgenti senza copertura finanziaria. Nella nebbia stagnante della crisi, che pure lascia intravedere timidi spiragli di luce, sono presenti sempre più gli italiani over cinquanta residenti e aumentano i profughi che hanno terminato percorsi di accoglienza. La povertà, la malattia e la solitudine devono essere vinte con l’impegno di tutti”. Isabella Mancino (responsabile dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse Caritas Diocesana Rimini), curatrice del Rapporto nella prefazione fa il quadro complesivo della situazione: “Arrivato alla sua XIII edizione, il Rapporto 2016 mette in luce quanti e quali siano le povertà che colpiscono il nostro territorio riminese. All’interno non raccoglie solo i dati della Caritas diocesana che, con il suo Osservatorio ne cura l’edizione, ma accoglie e confronta tutte le altre realtà locali per darne una lettura il più possibile completa e reale della attuale situazione. Il 2016 è stato un anno che resterà nella storia italiana per l’avvicendarsi di tanti accadimenti... dove ancora la crisi economica non sembra smettere di esercitare i suoi

Aumentano i senza dimora. Crescita dei profughi e famiglie con problemi economici e di salute

Isabella Mancino

SOCIALE effetti. Questo contesto così turbolento ha inevitabilmente avuto ripercussioni a livello locale e coloro che sono impegnati ogni giorno nella lotta alla povertà hanno, nel corso di questi ultimi anni, incontrato nuovi volti, nuove situazioni di disagio, per le quali si è dovuto pensare a progetti innovativi per offrire risposte più adeguate. Il Rapporto mette in evidenza come i nuovi progetti siano tutti stati elaborati insieme a una rete di soggetti che, sinergicamente, si sono uniti per contrastare le situazioni di povertà, quali: ‘Fondo per il Lavoro’, ‘#EmporioRimini’, ‘Parrocchie accoglienti’. ...I dati mostrano una situazione in continuo mutamento rispetto agli anni passati: se da un lato persistono situazioni di persone e famiglie rimaste ‘intrappolate’ nella povertà dal momento in cui è scoppiata la crisi economica, dall’altro si incontrano nuovi volti caduti in povertà per gli effetti della crisi stessa ancora in corso. Tra questi colpiscono: le storie di italiani sopra i 50 anni che hanno perso il lavoro e non riescono più a

reinserirsi nel mondo occupazionale; le famiglie di immigrati residenti da oltre vent’anni sul nostro territorio che non sanno come affrontare la propria quotidianità; i giovani profughi che hanno ricevuto il Permesso di Soggiorno, ma non sanno dove andare; le famiglie che avevano investito comprando casa e ora si ritrovano senza sapere dove andare in quanto questa è stata messa all’asta; i pensionati malati e soli che non riescono con il proprio reddito ad arrivare a fine mese. All’interno del Rapporto è stata inserita anche un’interessante ricerca svolta su 160 famiglie residenti sul territorio che vivono in situazione di disagio economico e nelle quali sono presenti familiari con problemi di salute. Scopo della ricerca è stato indagare sulle situazioni di queste famiglie, per conoscere se queste si sentissero sufficientemente supportate dai servizi e dalle realtà locali e se vivessero in situazioni di isolamento. Di fronte a tutte queste situazioni di povertà gli operatori e i volontari della Caritas diocesana hanno innanzitutto cercato di non agire

da soli, ma di mettersi in continuo dialogo e relazione con tutte le realtà esistenti sul territorio locale, regionale e nazionale. I continui incontri e corsi di formazione, hanno fatto sì che le risposte offerte alle persone in situazione di disagio siano sempre più personalizzate e in sinergia con altri enti. Si è inoltre svolto un continuo lavoro di sensibilizzazione e di responsabilizzazione nei confronti delle nuove generazioni, attraverso percorsi formativi nelle scuole e nelle parrocchie al fine di incentivare, fin dalla tenera età, azioni di accoglienza, solidarietà e attenzione nei confronti del prossimo. Azioni dedicate anche al resto della cittadinanza attraverso iniziative di tipo pubblico svolte in collaborazione con altri enti... Tutto questo perché i poveri, troppo spesso sono il frutto di una società distratta e poco accogliente, che non sa perdonare e dare fiducia al prossimo; la stessa società che però, se motivata, sa offrire aiuti di grande generosità e solidarietà, così come si è visto nelle risposte agli appelli per l’emergenza freddo, per il terremoto, per l’accoglienza di bambini in attesa di essere operati al cuore. L’augurio è che la lettura di queste pagine provochi indignazione per le situazione di povertà e stimoli ulteriori azioni di solidarietà e accoglienza nei confronti di ciascun essere umano, affinché davvero la vita sia, per tutti, benedetta”. Il rapporto su: www.caritas.rimini.it

LA RIFLESSIONE di Gianfranco Vanzini

4. Amabilità, cortesia, fiducia... - Continuiamo l’esame delle

caratteristiche della Carità, descritta da San Paolo e spiegata da Papa Francesco. «La carità è paziente, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,4-7). Riprendiamo da dove ci siamo lasciati la volta scorsa: “ la carità non manca di rispetto…”. Non mancare di rispetto significa anche rendersi amabili e comportarsi cortesemente. La cortesia è una scuola di sensibilità e di disinteresse che esige dalla persona che la stessa coltivi la sua mente e i suoi sensi, che impari prima ad ascoltare, poi a parlare e, in certi casi, a tacere. Per disporsi ad un vero incontro con l’altro, è necessario uno sguardo amabile posato su di lui. Questo non è possibile quando regna un pessimismo preconcetto che tende a mettere in rilievo i difetti e gli errori altrui, piuttosto che i suoi pregi e le sue doti, spesso per compen-

sare o nascondere i propri difetti e complessi. L’amore amabile, invece, genera vincoli di amicizia, coltiva legami, crea nuove reti d’integrazione, costruisce una solida trama sociale. Chi ama è capace di dire parole di comprensione e di incoraggiamento che confortano, che danno forza, che consolano e provocano stimoli positivi. La carità non si adira. Una cosa è sentire la forza dell’aggressività che erompe, che ci mette sulla difensiva davanti agli altri, come se fossero nemici fastidiosi che occorre evitare, altra cosa è acconsentire ad essa, lasciare che diventi un atteggiamento permanente: «Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira» (Ef 4,26). Cerchiamo di non finire mai la giornata senza fare pace in famiglia. E come devo fare la pace? Mettermi in ginocchio? No! Basta un piccolo gesto, una cosina così, e l’armonia familiare torna. Basta una carezza, senza parole. Quando siamo stati offesi o delusi, il perdono è possibile e auspicabile, ma nessuno dice che sia facile. La verità è che la comunione familiare può essere conservata e perfezionata solo con un grande spirito di sacrifi-


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Annamaria Bernucci, storico dell’arte, lavora al Museo della Città di Rimini

cio. Esige, infatti, una pronta e generosa disponibilità di tutti e di ciascuno alla comprensione, alla tolleranza e al perdono. Qui Dio, però, ci viene in aiuto. Infatti, se siamo convinti e se accettiamo che l’amore di Dio è senza condizioni, che l’affetto del Padre non si deve comprare, né pagare, ma è completamente gratuito, allora potremo amare al di là di tutto e perdonare gli altri anche quando sono stati ingiusti con noi. Diversamente, la nostra vita in famiglia cesserà di essere un luogo di comprensione, di pace e di stimolo e diventerà uno spazio di tensione permanente e di reciproco castigo. Rallegrarsi con gli altri Vale a dire, la carità si rallegra per il bene dell’altro, è contenta quando viene riconosciuta la sua dignità, quando si apprezzano le sue capacità e le sue buone opere. Questo è impossibile per chi deve sempre paragonarsi e competere con tutti, a volte anche con il proprio coniuge, fino al punto di rallegrarsi segretamente per i suoi fallimenti. Gli sposi che si amano e si appartengono parlano bene l’uno dell’altro, cercano di mostrare il lato buono del coniuge al di là delle sue debolezze e dei suoi errori. In ogni caso, mantengono il silenzio per non danneggiarne l’immagine. E’ fondamentale accettare con semplicità che tutti siamo

una complessa combinazione di luci e ombre. Per questo, non posso pretendere che l’amore dell’altro sia perfetto per apprezzarlo. L’altro mi ama come è, e come può, con i suoi limiti, ma il fatto che il suo amore sia imperfetto non significa che sia falso o che non sia reale. È reale, ma limitato e terreno. Perciò, se pretendo troppo, in qualche modo me lo farà capire, dal momento che non potrà né accetterà di giocare il ruolo di un essere divino né di stare al servizio di tutte le mie necessità. L’amore convive con l’imperfezione, la scusa, e sa stare in silenzio davanti ai limiti della persona amata. Chi ama si fida, lascia in libertà, rinuncia a controllare tutto, a possedere, a dominare. Questa libertà, che rende possibili spazi di autonomia, apertura al mondo e a nuove esperienze, permette che la relazione si arricchisca e non diventi una prigione senza orizzonti. In questo modo i coniugi, ritrovandosi, possono vivere la gioia di condividere quello che hanno ricevuto e imparato al di fuori del cerchio familiare. Una famiglia in cui regna una solida e affettuosa fiducia, e dove si torna sempre ad avere fiducia nonostante tutto, permette che emerga la vera identità dei suoi membri e fa sì che spontaneamente si rifiuti l’inganno, la falsità e la menzogna. (Continua)

5.

Incontri ravvicinati

- Quest’anno la Piazza

Annamaria Bernucci

compie 20 anni. Mese dopo mese, per tutto l’anno, ospiteremo interventi e riflessioni di personaggi che hanno incrociato le nostre pagine. L’INTERVENTO di Annamaria Bernucci* - Fortuna che non sono una seguace della guru del riordino, la giapponese Marie Kondo, che da un paio d’anni si posiziona ai vertici delle classifiche dei libri più venduti con il suo metodo, l’arte del buttare (senza sensi di colpa), invito a liberarci delle cose di cui ci circondiamo, carte e oggetti, col risultato di cambiare la nostra vita e i nostri spazi. È proprio rovistando di recente in mezzo alle carte e ai ritagli di giornali e tra gli appunti raccolti e depositati in anni di caotico ma scientifico accumulo che ho ritrovato, penso, i primi articoli scritti per la Piazza. Ora per fare ricerche o ritrovare un testo è tutto estremamente semplificato, on line si possono rivedere quasi tutte le annate di moltissimi periodici e di altro ancora,

come di questo coraggioso foglio locale. Ma è stato, a dire il vero, il ritrovare quei ritagli che mi ha dato il senso del trascorrere del tempo e della tenace resistenza de la Piazza, il cui durevole successo è formulato sulla sua indipendenza e sulla totale disponibilità dei redattori, ma anche sull’attenzione alla vita di tante comunità del riminese e della Valconca e sul racconto delle loro memorie e del loro presente. Penso questa sia la chiave per capire tale longevità. Prima sporadicamente, poi rubricate sotto il titolo Sguardi d’artista, sono comparse in questi anni una trentina di interviste-ritratti ad alcuni protagonisti del nostro panorama artistico, e non solo. Ricordo tra i tanti artisti incontrati e

presentati in questa rubrica anche Stefano Arienti e Lorenzo Mattotti, due big, il loro lavoro e successo hanno un respiro internazionale. L’idea era quella di ‘far entrare’ attraverso questi racconti la gente comune nello studio di un artista, di evidenziare la prassi dell’arte, la formazione e la fatica. Cosa significasse costruire una mostra e presentarla. Tentare di raccontare i volti, l’indole, i tic, i pensieri generatori, gli studi, gli arrivi e i successi come le difficoltà e i tentativi. Condizione privilegiata, almeno all’inizio della mia collaborazione, fu la possibilità di dare promozione alle mostre che si andavano svolgendo alla Galleria Comunale S. Croce di Cattolica. Ad alcune in particolare, quelle facenti parte

“Io mi prendo cura di te” Il manifesto - La Giornata del Caregiver familiare riconosce e valorizza chi volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona cara consenziente in condizioni di non autosufficienza o con necessità di ausilio per lunga durata. Una figura riconosciuta ufficialmente in Emilia-Romagna con la legge 2/2014 e a cui è dedicato, per riconoscerne e valorizzarne l’importanza, l’ultimo sabato di maggio. Anche quest’anno nel mese di maggio verranno quindi realizzate azioni di informazione, sensibilizzazione e partecipazione a favore del caregiver familiare in tutta la provincia di Rimini. L’appuntamento è con i volontari a Rimini (il 27 maggio dalle 9 al Museo della Città),

Giornata del caregiver familiare 2017

Riccione (il 26 maggio dalle 9 alle 13 in piazza Matteotti), Villa Verucchio (il 20 maggio dalle 9 alle 13 in piazza Europa), Novafeltria (il 22 maggio dalle 9 alle 13 in piazza Vittorio Emanuele), Montescudo – Montecolombo (il 20 maggio dalle 15,30 al Municipio di Montescudo: Borgo Malatesta e Teatro Rosaspina), Santarcangelo (dal 26 al 28 maggio dalle 18,30 alle 21,30 in occasione della Festa della solidarietà in piazza Ganganelli) e San Giovanni in Marignano (il 28 maggio dalle 10 alle 13 in piazza Silvagni). Nelle piazze e

àras ammargorp ni itneve ilga ereva e erartnocni elibissop -neiro e ilgisnoc ,inoizamrofni elled itnatneserppar ad itnemat izivres ied irotarepo ,inoizutitsi inoizaicossa ,iratinas e ilaicos ozret led itne ,otairatnolov id ni enosrep id irailimaf ,erottes non e àtiligarf id inoizidnoc è ovitteibo’L .azneiciffusotua ongetsos a izivres i eratneserp raf opmetnoc la e revigerac led

volontarimivolantrimini.it

del ciclo Aspetti dell’arte tra Romagna e Marche, la Piazza diede spazio e funse da ulteriore veicolo di informazione sul territorio, mostre che evidenziavano artisti di valore e cuore, rimasti, come spesso accade, nascosti nelle pieghe della provincia e lontani dall’arte ufficiale. Cito il pittore Carlo Patrignani e la sua riscoperta con una mostra nel 2000, qui in Romagna, dove visse dal 1915 sino alla sua scomparsa a Carpegna nel ’48, che ha generato un riavvio di studi sulla sua opera da parte della Soprintendenza dell’Abruzzo e del Centro Regionale Beni Culturali. Il terremoto del 9 aprile 2009 a L’Aquila si è portato via molte sue opere decorative che furono individuate e fotografate in occasione di quella mostra. Poi la figura di Giovanni Toccafondo, pittore e ceramista, nella trama complessa di un operare vivo, attento alle nuove derive espressionistiche a lui contemporanee, fecondatore di un lessico che ha lasciato segni nascosti quanto profondi, costituisce un incontro altrettanto indimenticabile. Se nel frattempo Sguardi d’artista ha incuriosito qualcuno alle faccende dell’arte si può considerare già un successo. *Storico dell’arte

sentire meno solo chi si trova ad affrontare la malattia di un familiare. L’intenzione del volontariato attivo in ambito socio-assistenziale, con ente capofila l’associazione Alzheimer Rimini, è divulgare il più possibile le informazioni, grazie alla stretta collaborazione con Ausl Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, i comuni di Rimini, Riccione, Bellaria-Igea M., San Giovanni in Marignano e Unione Comuni Valmarecchia e il supporto di Volontarimini, con il patrocinio della Provincia di Rimini. Ma ancora più ricca è la rete di attori che hanno aderito al programma che può contare sull’adesione di una cinquantina di enti del Terzo settore. Il programma dettagliato del Caregiver Day 2017 è disponibile sul sito www.volontarimini.it o su www.alzheimerrimini. net.



IDEE

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La democrazia può diventare una demo-cratura, quando nega i diritti fondamentali della persona

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541.960076 Fax 0541.963334

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Il filo rosso del diritto: funzione, legittimazione, evoluzione 2.

Adriano fu ottimo generale ed eccezionale amministratore. Generoso verso sé stesso, preferito da Traiano – e ancor più dalla moglie di Traiano – studiò ogni scienza; costruì e viaggiò per ogni dove del suo vasto impero. E ne fermò l’espansione. Rinunciò all’Assiria, alla Mesopotamia, all’Armenia; rafforzò il Limes imperii, prima solo strada poi sempre più confine fortificato dell’impero romano. Consolidò conquiste, a sud a est a nord dell’Europa. Divise infine l’attuale Inghilterra dalla Scozia: ora costretta suo malgrado alla Brexit, allora esclusa da quell’impero che conteneva l’Inghilterra, il Galles, l’Europa e molto altro del mondo. I 117 chilometri del Limes britannicus vennero difesi con l’efficienza e la sapienza ingegneristica tipica degli (antichi) romani: un vallo, ottimamente fortificato, segnò il limite settentrionale dell’impero. Più a nord le tribù dei pitti e la fantasia degli scrittori. Questo Limes ricorda il presente. L’America first, l’America che non ce la fa, che perde l’idea della frontiera da superare per trovare un muro da difendere. È un’America in contraddizione con sé stessa, con il settore che più la caratterizza. il mondo interconnesso plurietnico monolingue della Silicon Valley. È l’America di Trump che si affida al miglior esempio dell’establishment per abbattere l’establishment, per rispondere alla grande pancia che divide le due coste americane. Una pancia in cui c’è paura, sospetto, rabbia per la povertà della prima potenza mondiale, dopo appena un secolo del suo impero. Ritorna la truffa del PIL che, negli USA, cresce ma, anche negli USA, non pesa il benessere dei suoi cittadini. Potere sempre più finanziario, sempre più forbice che divide i ricchi dai poveri, tagliando quel ceto medio che avrebbe dovuto assorbire la povertà contenendo le ricchezze predatorie. Questa America

Solo il PIL dovrebbe sempre crescere, almeno per l’economia che dimentica come, in un mondo di risorse finite, la crescita infinita è un controsenso logico. Anche le conquiste dell’impero romano non potevano continuare in eterno. Se ne accorse Adriano, uno dei più grandi imperatori romani

Dopo aver attribuito per anni le colpe di ogni mancanza politica all’Europa, i cittadini hanno finito per crederci

Alessandro Bondi

canza politica all’Europa, i cittadini hanno finito per crederci. Ma le comunanze rimangono, anche rispetto al diritto penale, gelosamente difeso dai singoli Stati nazionali per nostalgie e meschinità politi-che. Non potrebbe essere altrimenti. Le sanzioni penali difendono diritti e beni giuridici, regolano il senso di sicurezza, affondano i denti nella carne dei cittadini con privazioni di libertà e altre sofferenze. A tale potere corrispondono maggiori responsabilità istituzionali che si traducono in guarentigie offerte ai cittadini. Rispetto alle salvaguardie offerte dalla giurisprudenza, ci si affida alla legge scritta per tipizzare le norme penali che definiscono condotte e sanzioni.

LA RIFLESSIONE di Alessandro Bondi* condivide con l’Europa il paradosso di una globalizzazione che ha ridotto la povertà dei Paesi poveri, aumentando la povertà di quelli ricchi. Un effetto ridistribuivo difficile d’accettare per chi lo subisce; ma anche per chi ne beneficia, quando i conti sono pagati in termini di minore sicurezza sui luoghi di lavoro, sostenibilità ambientale, responsabilità sociale. Insomma, si sta meno bene e si cerca un responsabile. La colpa è di qualcuno, dev’essere di qualcuno. Il nemico è esterno; non è il proprio modello di vita, bensì l’insolenza di chi lavora a qualunque prezzo pur di sopravvivere; in qualunque luogo modo tempo, pur di sopravvivere. La frontiera militarizzata è un urlo agli altri e un sospiro a sé stessi. Il passato fu più saggio del presente. Il Vallo di Adriano fu un atto di consapevolezza che permise all’impero di rafforzarsi, di sopravvivere, di trovare ragioni di unità diverse dalla forza dei suoi eserciti. Le (ottime) strade romane diventarono le dorsali dei traffici, dopo essere state le vie delle legioni. La cultura e la civiltà trovarono radici e strutture, anche quando la crisi travolse le istituzioni politiche lasciando regni e città ombra del passato. Il diritto, tanto per non perdere il tema che anima questa rubrica, trovò una nuova dimensione globale nonostante il dissolvimento dell’Occidente e dell’Oriente imperiale. Anche quando l’Italia da padrona divenne serva, il mondo delle norme, cresciuto tra le mura comunali, finì per dare ordine alle istituzioni civili come a quelle religiose e, da braccio secolare, divenne mente su cui nacquero gli Stati nazionali. Si riprendano le vicende del Regno Unito. Prima di-viso, poi somma di Inghilterra Galles Scozia Irlanda, fu regno che trovò nella lingua e nel diritto romano uno strumento di pregio, cresciuto insieme a nuovi dominatori. Le popolazioni celtiche, normanne, insulari e con-

tinentali si riunirono nella Union Jack della bandiera che riprende le croci dei regni d’Inghilterra, Scozia, Irlanda. Il diritto del re, contro i diritti delle baronie e delle comunità autoctone, ebbe successo perché fu sì guerra, ma anche elemento di unione e di reciproco interesse. Semplificando oltre misura, si possono ricordare i passaggi dei mutamenti istituzionali regolati dal diritto. Ne vale la pena. Il re vuole affermare il suo potere. Per farlo deve dimostrare forza e utilità del servizio che offre. Dunque, sicurezza e giustizia; agli inizi il più possibile uniforme, magari arbitraria ma uguale per tutti a seconda del ceto di appartenenza. Col mutare dei rapporti di potere, arrivano anche le garanzie della Magna Charta libertatum (1215-1297) che, insieme a una serie di limiti al potere del re, gettano le basi per collegare la rappresentanza politica al pagamento delle tasse, secondo un modello che farà scuola nella guerra d’indipendenza delle colonie inglesi d’America, ma che aveva radici nella storia greca e romana. Il diritto è servizio e potere in sé. Nel Regno inglese è gestito da giudici itineranti in nome del re con la giuria composta dai notabili del luogo. La giuria diventa la voce del ‘luogo del delitto’, la ferita della comunità ricomposta secondo regole che diventano comuni e rimangono terze. Il diritto nasce nelle corti di giustizia, così com’era stato per l’impero romano fino a Giustiniano. Il sistema, il trattato, il Corpus iuris civilis fu, infatti, necessario ai governanti romani solo quando il diritto moltiplicò

i suoi interventi nella gestione sociale. Il diritto anglosassone, di common law, riprende l’evoluzione romana. L’essenza del diritto, i principi che trascendono un sistema, sono scoperti dalle corti che, pronunciando sentenze, formano precedenti vincolanti per giudizi futuri, finché elementi di novità non spingeranno a creare nuove regole che vadano oltre quelle precedenti (overruling). Il mondo di common law si distingue così da quello di civil law, del continente europeo, che ha passato il momento della costruzione solo giurisprudenziale e consuetudinaria del diritto affidandosi alle fonti scritte, ai prodromi delle leggi. Ma anche qui le esigenze rimangono simili, vale a dire, le garanzie del sistema giuridico rispetto a sé stesso e agli altri poteri. Si tratta della certezza della legge, dell’uguaglianza, della irretroattività delle norme come profilassi all’arbitrio; della ragionevolezza delle decisioni e proporzione delle risposte. Esigenze uguali al common e civil law, perché esigenze comuni di una società che riscopre i singoli e cerca regole per garantire la convivenza: sia essa un rapporto tra individui, sia essa un rapporto tra Stati. Oggi si distingue il diritto pubblico da quello privato; l’internazionale, dal nazionale; le pene dai risarcimenti. A dispetto di un’imponente normazione e giurisprudenza europea, si camuffano le differenze per non rendere conto delle comunanze anche perché, dopo aver attribuito per anni le colpe di ogni man-

Anche nei Paesi di common law la norma penale trova ormai forma scritta negli statutes che seguono modelli legislativi, in pratica, riprendendo quel che nei Paesi di civil law si è formato, dall’illuminismo in poi, con rigore e maestria nei codici: strumenti legislativi che hanno offerto sistema, razionalità, verificabilità dei fatti e riproducibilità delle norme. Oggi il legislatore è in affanno; sembra incapace di seguire la strada maestra della discussione parlamentare; affida sempre più al Governo il compito di legiferare, con decreti leggi, senza l’urgenza prescritta (art. 77 Cost.) e, con decreti legislativi, senza vera definizione legislativa di principi e criteri direttivi (art. 76 Cost.). Ma la ricerca di equilibrio è uno stato della natura che si ripropone nelle istituzioni dell’uomo. Il vuoto della legislazione viene occupato dalla giurisprudenza nazionale ed europea che trova encomiabili momenti di auto-limitazione. La Corte costituzionale sovente limita le sue censure alle norme, pur di non sovrapporsi al lavoro legislativo del Parlamento (self restraint); la Corte europea dei diritti dell’uomo estende le garanzie legislative legate al divieto di applicare retroattivamente una norma a casi preesistenti alla norma stessa, chiedendo la conoscibilità e prevedibilità anche del precedente giudiziale che, in pratica, non deve avere un carattere innovativo esprimendo un significato che non aveva al momento della commissione di un reato. Attenzione però a quel che si chiede alle corti di giustizia. Non è loro compito la gestione

di un fenomeno, bensì l’applicazione di norme per la censura di fatti e la promozione di diritti. Tantomeno è loro compito supplire alla legge, fare politica, dialogare con le paure sociali, abbattere muri. La scienza del diritto, in uno Stato democratico, è tale solo se garantisce diritti e libertà. Come tale si contrappone per natura e fattura ad ogni tirannia, anche a quella della democrazia infiacchita da grandi coalizioni che diventano regola per mancanza di alternative; mentre su tutto aleggia una post verità: eufemismo inquietante per descrivere menzogne, bufale, falsità alimentate dalla mancanza di carisma degli uomini che rappresentano le istituzioni. Con queste premesse, la democrazia può diventare una demo-cratura: sincretismo efficace per rappresentare quel che succede a una democrazia quando, pur passando per una consultazione elettorale, arriva a negare i diritti inviolabili della persona per ignoranza, indifferenza, paura, rabbia, autoaffermazione; affidandosi al leader del momento, all’uomo della provvidenza; all’uomo dei muri o di qualcos’altro che individui un nemico cambiando, strada facendo, istituzioni scomode. Massarenti ha recensito l’edizione italiana di un best seller del passato la cui pubblicazione stata negata, fino a poco tempo fa, nel suo Paese d’origine. La censura non è mai buona cosa: impedisce di capire il male e il bene che sia, alimenta la circolazione clandestina, delegittima la critica. È pur vero che l’autore censurato aveva qualche problema con la democrazia e, descrivendo sé stesso nella cella veramente comoda di una prigione bavarese, sosteneva che «la dote di ogni grande capopopolo si misura innanzitutto nella capacità di non disperdere l’attenzione di un popolo, ma di concentrarla sempre su un unico nemico» (A. Hitler, Mein Kampf, 1925). Ebbe successo, ma si può fare di meglio. Se non si crede alla storia, si creda al presente. *Professore, cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino

Questa America condivide con l’Europa il paradosso di una globalizzazione che ha ridotto la povertà dei Paesi poveri, aumentando la povertà di quelli ricchi. Un effetto ridistribuivo difficile d’accettare per chi lo subisce


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RICCIONE

Sui cacciati dal partito, il dottor Azzeccagarbugli non sarebbe riuscito a fare meglio ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

TOSI & TOSI - ELEZIONI - LUCCIOLE-FACCIA DA... Rifiuti - Leggiamo: “Renata Tosi: ‘Rifiuti, estendere il porta a porta’”. Scusi, ma non poteva pensarci quando era il sindaco?... Maria Elena B. - Leggiamo: “Maria Elena Boschi: ‘Riccione spettacolare punta di diamante del turismo’”. L’avrebbe detto se fosse ancora sindaco Renata Tosi?... Tosi&Tosi - Leggiamo: “Il sindaco di Verona Flavio Tosi a Riccione per sostenere Morena Ripa”. Si pensava che venisse a sostenere la sorella, no la ex grillina. Che sia un trucco per togliere voti al M5S per non farli arrivare al ballottagio?... Faccia - Leggiamo: “Candidati sindaco, primo faccia a faccia al Palazzo del turismo”. Hai la faccio come il c..., tu hai la faccia di b..., con quella faccia..., mi faccia il piacere... Libertà - Leggiamo: “Andrea Delbianco (M5S) ai riccionesi: ‘Votateci per riconquistare la vostra libertà’”. Riccione come la Corea del Nord?... Lucciole - Leggiamo: “Scattato il piano anti lucciole. Multe fino a 516 euro”. Le seghe sono più economiche... Marijuana - Leggiamo: “Nella camera da letto una piantagione di marijuana”. E prima di andare a letto un bel cannone... Forza Italia - Leggiamo: “Forza Italia: ‘Abbiamo ripulito la nostra lista’”. E’ arrivato Mastrolindo?... Cattivi gemelli - Leggiamo: “Tutta la giunta Tosi è fedelmente a fianco di Renata, tranne i gemelli dell’autogol’”. Neanche fossero i mitici Castore e Polluce... Giardino - Leggiamo: “Pd: Sabrina Vescovi sogna la città giardino”. Mettete dei fiori nei vostri culoni?... Spot - Leggiamo: “Il regista Leonardo Pieraccioni non ha dubbi: ‘Votiamo Carlo Conti’”. Ce ne frega?... Sensibilità - Leggiamo: “Riccione Pet, nasce il consorzio per le vacanze degli animali”. Che sensibilità! Poi se passa un ‘vu cumprà... tutti addosso!?!...

Qualcosa cambierà nel Pd riccionese?

- Matteo Renzi stravince! Ma chi ha seguito un po’ l’argomento già lo sapeva; anche perché lo sbilancio dei media a suo favore, sia di tempo che di qualità dei servizi, è stato impressionante; e, non si dica il contrario, le persone l’opinione se la fanno guardando la televisione e leggendo i giornali. Quindi! Nello statuto, il Partito democratico dice che il candidato premier è il segretario. Ordunque - piaccia o non piaccia - lui, che è uscito dalla finestra, ora può rientrare dalla porta. L’opposizione interna, che dopo la vittoria del no al referendum costituzionale chiedeva il congresso, è accontentata. Renzi, dapprima riluttante, lo ha indetto, e sia i circoli che le primarie del 30 aprile lo hanno incoronato segretario per la seconda volta; e più forte! Infatti, l’opposizione che prima contava il quaranta per cento circa, ora, sommando i voti di Orlando e di Emiliano, conta il trenta; l’uscita dal partito di alcuni esponenti che facevano riferimento alla sinistra interna, non poteva che produrre questo risultato: bel successo, non c’è che dire! E pensare che gli elementi per mettere in crisi Renzi c’erano tutti; ma la sinistra pare continui a curare con molta passione l’ar-

LA RIFLESSIONE

di Teresio Spadoni te del dividersi. Quelli che fino a ieri lo hanno contestato se ne sono andati per fare un partito nuovo… della serie: siccome all’uva è difficile ci arrivi, dico che che non è matura. Mutatis mutandis: chiunque sa che la gramigna in un orto è una piaga difficile da debellare; ma se c’è la volontà, con impegno e dedizione, la si estirpa. È certo legittimo andare a fare l’orto da un’altra parte, ma così facendo si abdica, ci si arrende, si premia la tenacia della gramigna a discapito di quella della virtù. Nel PD è stata aperta una fase congressuale perché l’opposizione denunciava, a ragione, mancanza di interlocuzione e di funzionamento dei suoi organismi. Ma nei loro interventi, Emiliano, Orlando e Renzi, hanno parlato di tutto - di politica economica, di politica nazionale e di quella internazionale -, fuorché di come risolvere i problemi del partito (irretiti in questo da quei famosi media impegnati a favorire l’esposizione di Renzi

rispetto agli altri due). L’argomento più pertinente, chi l’ha voluto se l’è dovuto andare a cercare tra le righe delle mozioni. È bene non dimenticare che con le primarie del 30 aprile la gente non è stata chiamata per eleggere il candidato premier, ma il segretario del partito. Ma tant’è. Il cattolichino Alessandro Belluzzi, membro della segreteria regionale e renziano della primissima ora, racconta che “quando nel 2012 Renzi si candidò contro Bersani per la presidenza del Consiglio era visto come un grimaldello per scardinare quegli accrocchi che tendevano a soffocare cittadini e militanti. Quella sfida la perse, ma poco dopo vinse il congresso diventando segretario. Avendo la possibilità di ribaltare il sistema da dentro non l’ha fatto, con conseguenze negative enormi. Quella scelta l’ha portato a subire una logorazione costante, ed è stato un danno per la classe dirigente che lo aveva sostenuto; chi riteneva Renzi un momento di passaggio, infatti, puntando a riprendersi il partito, in quella situazione ha cercato di anestetizzare tutti quelli che non la pensavano come loro”. Oggi Renzi dice che questa tornata congressuale non è il secondo tempo di una partita, ma

è una partita nuova. Bene. Se per partita nuova intende revisionare e, dove occorre, riformare la macchina del partito, ben venga: è di quello che il Pd ha necessità. Una pagina nuova, però, la si fa con nuovi comportamenti, radicando il partito nei circoli dove si fa politica concreta e promuovendo il “confronto democratico come metodo per ricercare sintesi condivise (Codice etico 2/2)”; è solo così, infatti, che si colgono i disagi dei militanti e il pensiero dei cittadini. Per evitare il cosiddetto “partito del segretario” il feedback è necessario, perché con l’infinità di messaggi che il web gli consente di inviare, sicuramente ti mette a parte del suo pensiero, ma del tuo non sa nulla. Lui non sa cosa succede in periferia; sa solo quello che gli raccontano. Quando si dice che il Pd è un partito radicato sul territorio, si

PERSONE

Eugenio Paoli, quel genio triestino con Riccione nel cuore - Forse c’è qualcosa di fatidico tra i riccionesi ed i triestini. Le sorelle Zaban, diventate insegnanti mitiche per Riccione dal dopoguerra fino alla loro scomparsa, scelsero Riccione come luogo di vita; scamparono alle persecuzioni nazi-fasciste, a differenza dedi familiari. Da bambine frequentarono casa Umberto Saba; erano amiche della figlia. Eugenio Paoli è un geniale triestino che ama Riccione. Classe 1933, la sua mente progetta cose bellissime che le sapienti mani sanno realizzare. Insomma, è un artigiano vero. Giovanissimo, impara a lavorare i metalli; il primo impiego importante è fabbro tornitore presso una storica impresa triestina. Racconta: “Lavorare il ferro mi piaceva, specialmente se richiedeva un po’ di creatività”. Dopo alcuni anni da dipendente, aprì una bottega in

Eugenio Paoli

oggetti (artistici) con il legno. Utilizzando varie essenze e colori, “scolpisce” bellissimi oggetti, come degli straordinari puzzle, che assembla con perizia, non meno che certosina pazienza. Nascono così: oro-

proprio con tanto di fucina e si perfezionò nella lavorazione del ferro battuto. Ha realizzato oggetti nel solco del Rinascimento: pregevoli cancellate, ringhiere, fanali, testiere per letti e altro ancora. I suoi manufatti erano opere di puro artigianato artistico. Dopo una carriera lavorativa ricca di soddisfazioni, arrivato all’età pensionabile, dette vita ad un desiderio che lo tormentava da tempo: creare

logi, piatti, vasi, ciotole, ma anche bracciali e orecchini. Abbinando legno e ferro crea bellissimi pannelli con tralci di vite e grappoli; a formarli le monetine. Il suo orgoglio sono gli scudi con lo stemma di varie città. Ha partecipato a numerose mostre a Trieste, in Emilia Romagna, dove è molto conosciuto, in Austria ed in Slovenia. Riccione è la sua città del sole. E del mare.


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Per il cattolichino Belluzzi, renziano della prima ora, il toscana doveva rompere il vecchio I quattro candidati a sindaco che si vanno a giocare il ballottaggio Da sinistra: Carlo Conti, Andrea Delbianco, Renata Tosi e Sabrina Vescovi

dice una cosa vera. Ma da chi la politica la fa per passione, il radicamento è inteso come forza di cambiamento; come affermazione dei principi in cui crede. Mentre sono molti, troppi, coloro che vivono il radicamento come occupazione di fette di potere; che si candidano, o si spendono per un candidato, esclusivamente per procacciarsi uno stipendio (i più onesti, perché altri se lo arrotondano anche; come dimostrato dalle cronache). Quando un partito è pervaso da soggetti di quel tipo, è l’intero sistema che si incrina perché quei personaggi finiscono per aggiudicarsi uffici che molto spesso non sanno condurre e/o per delegarli a persone compiacenti che, il più delle volte, vuol dire pressappochisti e incapaci. Con buona pace per il merito. Riccione

Per stare nel concreto basti dire che sulle note vicende riccionesi, ci sono esponenti di primo piano che ancora sostengono che è stata la minoranza a voler uscire dal partito. Mentono, sapendo di mentire, perché la volontà di rinunciare all’iscrizione al Partito democratico non è stata espressa in alcun documento: mai! È scritto, invece, con chiarezza, che “ci sentiamo liberi di portare in città i principi e i valori del Partito democratico” e che “in quanto tesserati continueremo a sostenere le azioni di governo nei vari ambiti extra locali e nazionali”. Perciò, quando la Commissione di Garanzia di Rimini scrive: “Si precisa che la decisione di far parte o meno come iscritti al Pd era tutta nella valutazione soggettiva dei firmatari il documento”, semplicemente scrive una sciocchezza, con ciò rivelando di non garantire un bel nulla, ma di sostenere un apparato fazioso e incapace. Quando poi afferma che “il Presidente sulla base di Statuto e Regolamenti ha formulato una propria interpretazione sulla quale i restanti componenti della Commissione di Garanzia oggi concordano” è giusto che si sappia che quel parere, personale, che ancora oggi la dirigenza riccionese utilizza per dire che è stata la minoranza a estromet-

tersi dal partito, era illegittimo, e che dei tre membri della Commissione uno era lo stesso presidente che lo aveva espresso. Ovvero decidono, con un arzigogolo, di assolverlo. Sono certo che il Dottor Azzeccagarbugli di manzoniana memoria non sarebbe riuscito a fare meglio. Al cittadino, che è portato a guardare queste cose con distacco, perché distanti da sé e dalle sue beghe quotidiane, il racconto di questi fatti può apparire noioso, ma io penso di fare un servizio raccontandoli, perché la segreteria di un partito, di qualunque partito (locale, provinciale, nazionale, lista civica, ecc.) e/o una Commissione di Garanzia o altro organo istituito, sono classe dirigente. Dunque, è bene che si rifletta sulla professionalità di chi ricopre quei ruoli, perché è a loro che affidiamo la gestione della politica e, di rimando, della nostra vita. Orfini Orfini, presidente del Pd, ha detto che “noi qui siamo in una realtà dove il partito funziona; c’è un gruppo dirigente, c’è un partito che funziona e si vede”. Ordunque, se Renzi mira davvero a un partito che funziona, è bene che la conosca la realtà locale, perché è attraverso la politica di qui, quella vicina vicina, che si seleziona quella classe dirigente che, governando il partito, decide le candidature e le nomine di coloro che andranno a ricoprire cariche amministrative e/o funzioni direttive. Tema quanto mai attuale in questo periodo di elezioni a Riccione e a Morciano… mi pare!

La quattro giornate delle bollicine EVENTI - Riccione: le quattro giornate delle bollicine italiane. Viale Ceccarini diventa il palcoscenico di un viaggio tra i migliori spumanti italiani. Per quattro giorni (1-2-3-4 giugno), 16 rinomate cantine dei terroir del nostro Paese protagoniste di degustazioni e aperitivi pensati e realizzati da Elio Tognoni patron del “Victor Pub” e Piero Careri dell’enoteca “Il Vicolo”. “VSQ (Vini Spumanti di Qualità), arriva alla sua terza edizione e continua la crescita e il costante miglioramento. Si comincia da un’immagine coordinata nuova di zecca, creata anche quest’anno dalla più nota firma del design di Riccione, l’art director Marco Morosini, creatore del marchio “Brandina”. Aumenta il numero delle cantine e delle etichette. I marchi: Altemasi, Antinori, Bellavi-

Da sinistra: Piero Careri, Elio Tognoni sta,Berlucchi, Ca’delBosco, Collavini,Contadi Castaldi, Famiglia Cotarella, Ferrari, Feudi di San Gregorio, Foss Marai, Frescobaldi, Giorgi, La Montina, Letrari, Mirabella. “Siamo arrivati al terzo anno dell’evento e possiamo dire che è diventato un appuntamento tradizionale per Riccione. Apre l’estate e porta la tradizione e la cultura dei grandi vini italiani. Nasce dal nostro impegno e dalla volontà di investire, per regalare a Riccione e ai nostri visitatori l’opportunità di degustare le migliori bollicine italiane - dice Elio Tognoni del

Victor Pub e Piero Careri di Enoteca Il Vicolo -. I metodi classici italiani sono una scelta sempre più diffusa e apprezzata. Sono vini ottimi per un aperitivo, ti accompagnano durante il pasto e un calice è perfetto anche dopo cena. Oltre alla classica Franciacorta o al Trentino le persone vogliono scoprire anche vini spumanti di altre zone. E dopo il Friuli Venezia Giulia, presentato lo scorso anno, il viaggio si spinge anche a sud. Arriviamo tra i filari di Lazio, Umbria e Campania. I Nuovi territori dei metodi classici tricolori”.

ALLEGRO MA NON TROPPO

Il superpresidente colpisce ancora Alessandro Formilli di Teresio Spadoni - La domanda è: il presidente di un’associazione può chiedere a uno che si candida a consigliere comunale di ritirare la ricandidatura a membro di direttivo già presentata, adducendo come motivazione che nell’associazione non si fa politica? La risposta ovviamente è no. L’art. 49 della Costituzione dice che: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Ergo, in nessun caso le due candidature possono essere preventivamente ritenute in contrasto. Nell’eventualità, il problema che potrebbe sorgere riguarderebbe il conflitto di interessi. Ma questo si avrebbe solo se l’associazione percepisse contributi continuativi dal Comune nel quale il “Nostro” andrebbe, qualora eletto, a esercitare la funzione di consigliere, o finanziamenti saltuari se fossero in misura tale da incidere sul bilancio dell’associazione; in tutti i casi, comunque, solo se fosse affidatario della rappresentanza dell’associazione. Da statuto, invece, l’unica cosa che gli sarebbe vietata è il coinvolgimento dell’associazione

nella attività politica; ma questa diverrebbe materia del consiglio direttivo o, qualora istituita, della commissione di garanzia. E sì, in questo periodo di elezioni, a Riccione è successo anche questo! La persona in questione è Alessandro Formilli, già membro della segreteria di Noi Riccionesi al quale il partito, ritenendolo persona valida, ha chiesto di candidarsi; l’associazione invece, è Famija Arciunésa il cui presidente pare allergico all’esercizio della politica: solo a quella che fanno gli altri, però! Perché lui, pur non esercitandola attivamente, la politica la fa, eccome: sul giornale dell’associazione, attraverso il modo in cui vengono scritti (o non scritti) gli articoli e sostenendo/organizzando iniziative alle quali è facile dare un chiaro indirizzo. A nessuno penso sia sfuggito l’appoggio che Famija Arciunesà ha dato ad alcune manifestazioni

che vedevano coinvolto l’allora consigliere regionale Massimo Pironi (vedi le manifestazioni contro l’abbattimento del vecchio Stadio del Nuoto, per esempio) in parola per candidarsi alle famose primarie del PD del 2009 contro Fabio Galli; come a nessuno credo sia sfuggito l’attivismo del presidente (sempre lui) sfociato nella collaborazione alla scritta “Massimo té ti da fè e séndac” stampata sulle magliette distribuite la sera della vittoria di Pironi. Sfogliando il giornale, di cui tra l’altro è caporedattore, chiunque può trovarne altre. Il fatto è che, chi redige un giornale come Famija Arciunésa non può esimersi dal trattare argomenti che riguardano la politica cittadina; il problema è che solo quando la fanno gli altri al “superpresidente” non va bene. E non è la prima volta! “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Ecco, anche se politicamente sto in un “parrocchia” diversa da quella di Alessandro Formilli, quella frase, attribuita a Voltaire, mi sento di urlarla con tutta la forza che ho, perché in essa è contenuto il grande principio della libertà.



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Presentato il bilancio dello scorso quadriennio nell’ultima assemblea

Avis: “Più associati, più donazioni” Comunicazione nelle scuole. Solidarietà alle zone terremotate

UOMINI

Luigi Casadei, presidente Presidente: Luigi Casadei

Vice-presidenti: Nazzarena Benelli, Matteo Mingucci

ASSOCIAZIONISMO - Più raccolta sangue rispetto al quadriennio precedente per l’Avis di Riccione. E più donatori. Bilancio presentato nell’ultima assemblea, dove si sono evidenziati i risultati raggiunti negli anni scorsi. Uno dei risultati più importanti è l’aver attivato la procedura di “donazione con appuntamento”, sia telefonico che telematico, che ha permesso di ridurre i tempi di attesa. Cosa accolta favorevolmente dai soci donatori. Inoltre, la chiamata alla donazione con appuntamenti consequenziali alle necessità contingenti, ossia

Segretaria: Piera Montoli Tesoriere: Luigina Giorni Il direttivo dell’Avis di Riccione

in base al gruppo sanguigno ed agli emocomponenti necessari nel periodo. Altro obiettivo raggiunto è stato l’accorpamento dei punti di raccolta di Misano e Coriano a Riccione, diventando così unico centro raccolta per le tre sedi

comunali. Sul piano della comunicazione, sono state numerose le iniziative nelle scuole elementari con “Solidarietà a colori” e la campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti delle scuole superiori anche nel prossimo quadrien-

nio, ampliando il progetto anche nelle altre scuole territorio. Dice il presidente all’Avis Luigi Casadei: “Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i donatori, i volontari e consiglieri, il personale infermieristico e medico, il professore Nicola Pastore

Consiglieri: Tommaso Calò, Enrica Tosi Brandi, Primo Rattini, Enrica Nanni, Mercedes Lorenzoni, Gianni Azzaroli, Marco Dosaggio, Lorenzo Giulianelli Consiglieri supplenti: Paolo Benedetti, Gian Piero Bertani, Nadia Vescovi, Giancarlo Capelli Revisori dei conti: Valentina Zangheri, Marco Bordoni, Fiorella Fiscarelli

per l’iniziativa giovani studenti e i Conad Boschetto, Fontanelle e Romagna, che, insieme a Geat, supportano l’iniziativa “Solidarietà a colori”con la relativa stampa dei nostri calendari”. “Lo scorso primo aprile continua Casadei - si è svolta a Riccione, presso l’auditorio del Liceo Scientifico Volta, l’assemblea provinciale elettiva, nel corso del quale i delegati sono stati omaggiati con dei prodotti delle zone terremotate per ‘donare’ la nostra solidarietà, in collaborazione con l’Avis Provinciale di Rimini, a questi territori”. “Vogliamo ricordare - chiude Casadei - che destinando il 5 x mille alla nostra Associazione, codice fiscale 91034600402, potreste offrire la possibilità di acquistare apparecchiature ed organizzare eventi per diffondere il valore della “Solidarietà di Sangue” utili al nostro compito. Aiutaci ad aiutarti”.


CONDOMINI - EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Esperti rispondono

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DOMANDA Per installare un impianto fotovoltaico sul tetto condominiale dell’edificio in cui abito devo chiedere l’autorizzazione a tutti i condomini? Risposta La risposta alla sua domanda la rinviene leggendo i comma 2 – 3 – 4 dell’art. 1122 bis del codice civile che qui di seguito trascrivo: 1) Il secondo comma così recita: “E’ consentita l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell’interessato”. Questa possibilità è subordinata però ad una preventiva comunicazione all’amministratore del condominio che a sua volta deve investire del caso l’assemblea. 2) Il terzo comma recita: “Qualora si rendano necessarie modificazioni delle parti comuni, l’interessato ne dà comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi”. 3) L’inciso finale del quarto ed ultimo comma chiarisce in modo inequivocabile che gli impianti di cui trattasi non sono soggetti ad autorizzazione. In definitiva l’assemblea può dire come fare ed eventualmente dove fare, ma non può negare di utilizzare le parti comuni ai fini dell’in-

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Fotovoltaico su tetto condominiale Difetti dopo ristrutturazione, che fare? stallazione di cui stiamo trattando. E’ chiaro che se l’impianto che lei desidera installare rientra nell’ipotesi disciplinata dal terzo comma dell’art. 1122 bis del c.c. allora dovrà necessariamente dare comunicazione all’amministratore. Vincenzo Pupolizio, geometra DOMANDA Dopo i lavori di ristrutturazione della mia abitazione eseguiti dall’impresa ho riscontrato, unitamente ad un tecnico di mia fiducia, difformità vizi e difetti. Come dovrò agire nei confronti dell’appaltatore? Risposta Prima di rispondere alla sua domanda voglio chiarirle bene le diverse fattispecie del danno. La giurisprudenza ha così precisato la differenza tra le varie specie dei danno: a) DIFFORMITA’: per difformità deve intendersi la mancanza di corrispondenza tra quanto previsto in progetto e quanto effettivamente realizzato;

b) VIZIO: il vizio viene identificato nell’imperizia nell’esecuzione dell’opera vale a dire la realizzazione dell’opera senza il rispetto delle metodologie costruttive, in altri termini, l’assenza della così detta regola d’arte; c) DIFETTO: il difetto riguarda invece vizi costruttivi che non incidono negativamente in maniera profonda sugli elementi essenziali di struttura e di funzionalità dell’opera influendo sulla sua solidità, efficienza e durata (Cassazione Civile sentenza n° 10875 del 29/04/2008). Ultimamente la Cassazione Civile con sentenza n° 27433 del 09/12/2003 ha chiarito che “ I gravi difetti dell’opera oggetto della garanzia di cui all’art. 1669 c.c. ricorrono anche se non si producono fenomeni tali da influire sulla stabilità della costruzione e consistono in qualsiasi alterazione conseguente ad una insoddisfacente realizzazione dell’opera, che, pur non riguardando le sue parti essenziali ne compromettono la conservazione, limitandone sensibilmente il godimento o diminuendone in maniere rilevante il valore”. Pertanto il grave difetto dell’o-

pera può attenere anche ad elementi accessori o comunque considerati secondari (ad esempio le condutture di adduzione idrica, i rivestimenti l’impianto di riscaldamento, la canna fumaria, l’intonaco esterno (Cassazione Civile sentenza n° 20307 del 04/10/2011). Per quanto concerne difformità e vizi che Lei dice di aver riscontrato unitamente al suo tecnico le consiglio di dare comunicazione entro e non oltre 60 giorni dalla scoperta alla ditta appaltatrice. Quindi dal momento che Lei è venuto a conoscenza della presenza di vizi e difetti dell’immobile ha tre possibilità di agire: 1) La prima è esigere l’eliminazione del vizio, naturalmente a spese dell’impresa che ha eseguito male i lavori. Essendo venuto meno la fiducia nei confronti dell’esecutore del lavori, non è detto che debba essere la stessa impresa che ha sbagliato a dover eseguire i nuovi lavori per l’eliminazione dei vizi difetti. 2) La seconda possibilità è quella di richiedere la riduzione del prezzo già pagato e/o di quello ancora

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono

- Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, mette a disposizione questa rubrica. Potete rivolgervi ai geometri: Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348.3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it; geom.pupolizio@outloook.it; secchi.marco92@gmail.com

da pagare oltre al risarcimento degli eventuali ulteriori danni diretti ed indiretti patiti. 3) La terza possibilità, da valutare, se l’opera ha vizi gravi tale da renderla inadatta allo scopo per cui era stata eseguita o anche parzialmente inadatta a tale scopo, è quella di pretendere la risoluzione del contratto con la restituzione di tutto quanto pagato oltre ai danni diretti ed indiretti patiti.

Le consiglio di consultare, unitamente al suo tecnico, un legale di sua fiducia non solo per maggiori chiarimenti ma anche per accertare la responsabilità in solido con l’appaltatore di altre persone che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera come per esempio il progettista ed il direttore dei lavori. Marco Secchi, geometra


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Convegno l’11 maggio al Palazzo del Turismo. Si cercano soluzioni alternative al ripascimento

‘Mare, erosioni e dintorni’ FOCUS

- Il litorale di Riccione dal passato al presente: stato di fatto, strategia di gestione e criticità. La sperimentazione dei Reef Ball (palloni da barriera, sistema di barriere artificiali). La sperimentazione WMesh (sistema di barriere artificiali). Barriere sommerse sul litorale di Riccione e loro monitoraggio. Geomatica Marina: sensori, telerilevamento e banche dati. Sperimentazioni ed opportunità di sviluppo per l’offerta turistica: ruoli e competenze delle amministrazioni pubbliche in ambito costiero. Sono i temi che si affrontano nella conferenza dibattito dal titolo: “Mare, erosioni e dintorni”, in cartellone al Palazzo del Turismo l’11 maggio. Organizza l’associazione “Blennius” di Riccione. Nel lungo pomeriggio si raccolgono studi ed esperienze con le quali poi cercare di fare

Ripascimento

Da bambino catturava e allevava la ghiandiaia. Da adulto gli regalano due falchi di 15 giorni... La sua vita in un libro che viene presentato il 14 maggio, ore 17, Palazzo Riccione, al Abissinia, zona senza spiaggia del Turismo

sintesi e trovare soluzioni che possano essere “definitive”, pere quanto la natura per definizione è mobile. A moderare il lungo pomeriggio è stato chiamato Cesarino Romani, professore, bagnino, per un decennio assessore provinciale all’Ambiente. Racconta: “L’uomo conosce la sopluzione? Se però sono state fatte più prove e non funzionano è il caso forse di cercare altre strade. Per esperienza dico che non è con la sabbia che devii la

20 - L’ultimo ripascimento in Romagna è stato fatto nel 2016 ed è costato 20 milioni di euro; ad eseguirlo gli olandesi che dagli anni ‘60, con i primi scogli cattolichini, fanno affari in Romagna.

forza della natura, se l’erosione è figlia delle correnti”. La Romagna è soggetta all’erosione da sempre. Riccione la subisce, l’erosione, in zona Abissinia, dove non ci sono protezioni. L’ultimo ripascimento, da Riccione a Cesenatico è stato fatto lo scorso anno. Costato circa 20 milioni di euro, lo hanno realizzato gli olandesi. Andavano a prelevare la sabbia in nave al largo di Ravenna (nera e con conchiglie, meno nobile della nostra),

per poi spararla sulle nostre spiagge. Gli olandesi vennero chiamati in Romagna negli anni ‘60 per trovare una soluzione all’erosione della spiaggia di Cattolica. Fu allora che vennero alzate le scogliere parallele alla costa; scogliere che hanno spostato il fenomeno più a nord. Ora dopo decenni di ripascimenti che svaniscono con le grosse, la buona politica deve trovare altre soluzioni e che possano essere più du-

rature per non scialacquare danaro pubblico. Una soluzione potrebbero essere le barriere soffolte messe giù a Riccione per circa un paio di chilometri. Sono larghe attorno ai 3 metri e 80 centimetri sotto il pelo dell’acqua. Sembra che più efficaci dovrebbero essere larghe 10 metri. Il seminario riccionese ha lo scopo di fare il punto dello stato. Ora ci sono altre tecniche: le reefball, le Wmesh. Romani: “Sono del pare-

re che tutto quello che quello che si va a sperimentare debba essere fatto nel segno della sostenibilità e del rigore economico. Gli errori portano scoperte straordinarie”. A Riccione si confrontano: Giuseppe Bortone “Direttore ARPAE”, Carla Ferrari “ARPAE- SO Daphne”, Ivan Pinzon “Capitaneria di Porto di Riccione”, Giovanni Morri “Comune di Riccione”, Paolo Balducci “Comune di Riccione”, Sanzio Sammarini “Regione Emilia Romagna–Ag. Reg. Sicurezza Terr.le e Prot. Civile”, Christian Morolli “Regione Emilia Romagna– Ag. Reg. Sicurezza Terr. le e Prot. Civile”, Luciano Giuffrida “Regione Emilia Romagna”, Carlo Albertazzi “Regione Emilia Romagna”, Mariano Buccino “Università Federico II di Napoli” Renata Archetti “Università di Bologna”, Leonardo Marotta “Unisky srl Venezia”, Moreno Buogo “Reef Ball Italia”, Vittorio Succi “Edilimpianti”, Christian Pierini “Edilimpianti”, Alessandro Vici “Associazione. Blennius”, Cesarino Romani “Associazione Blennius”, Maurizio Borgognoni “Associazione Blennius”, Daniela Cleo “Associazione Blennius”.


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MISANO

Tra i più prestigiosi al mondo. Ha portato le architetture di Rimini, San Marino, Urbino ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da... e “Fnil” (Il vecchio nome di Misano Mare)

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

- “Le pietre di Rimini” in bianco e nero raccontano storie meravigliose illuminate dall’obiettivo del misanese Alessandro Piredda. Il Tempio Malatestiano, l’Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio, la vecchia pescheria sono state selezionate per la fase finale del prestigioso Sony World

Rimini, l’Arco di Augusto Alessandro Piredda

PERSONE

Brufa44@libero.it PRIMARIE - I renziani hanno stravinto anche a Misano con il 70% di preferenze dei votanti, anche se l’affluenza è ormai in caduta libera. Meno 50% e oltre, in quest’ultima consultazione. Finirà mai l’esodo o meglio la disaffezione a questa carnevalata dove tutti possono partecipare, nonostante le chiare aspirazioni del vincitore che sono ben altre che quelle di fare il segretario a qualcun altro. I la céma democrazia! Ad chésa d’ièlt. PORTO VERDE - Il nuovo e bell’ingresso al Porto di Misano Adriatico comprende anche una carinissima Piazzetta con “Palme” di alto fusto. Un progetto gradevole che sostituisce l’area del vecchio cantiere, spostato, opportunamente, in una zona più adatta a quella altrettanto importante funzione. Per l’inaugurazione, e taglio del tradizionale nastro, una madrìna d’eccezione. Pròpia bléna la... Piazèta. A CATTOLICA - I posti auto per Cattolica sono una priorità, li crea. Misano li ha, che fa? Li elimina. Come dire; c’è chi i buchi neri li chiude e chi invece li fa. Stè aténti burdèl a nò casché t’ì bùs e fèv mèl! AL VILLAGGIO - Il comitato, gli insegnanti, i genitori, i ragazzi e perfino i bimbi delle materne si preoccupano di segnalare e fare anche piccole riparazioni e manutenzione nei luoghi pubblici. Molti artigiani si prestano a riparare, gratis, piccoli oggetti di uso comune. Un bel esempio di collaborazione. Un giorno o l’altro dovremo pur fare i nomi di queste persone. Sarebbe bello l’effetto domino e imitare il loro esempio. Ad ogni mòd... Bravi ! MERCINI UMBERTO - Si dice che nessuno fa niente per nulla, ma Umberto della Piadineria Romagna, aperta con successo, appena un’anno fa, nel giardino di Via Platani/D’annunzio, un bravo se l’è proprio meritato. Visto lo stato di degrado di quest’angolo de Fnil, non si è scoraggiato più di tanto e, vernice, tinta lavabile, pennelli a piene mani, nel giro di pochi giorni ha sistemato le assetate panchine e l’indecente cabina dell’Enel. In attesa di “nuovi” e più importanti interventi; un’imbianchéda ògni trènt’àn, l’hai vléva pròpia! IL CUNEO FISCALE - Questo “attrezzo”, che tutti abbiamo imparato a conoscere, merita un discorso serio. Nessuno si offenda se, invitiamo tutti a parè è cùl! BENEFICI - Molti dipendenti non osano accettare i Bonus per il timore di doverli restituire. L’amara sorpresa per chi supera il reddito oltre la “soglia di povertà”, magari di soli pochi miseri euri. Quand us tràta d’iùtme, non si transige, it porta via anche il boccone dalla bocca.

MISANO ADRIATICO -Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

toniche di Piredda sono dei notturni scattati dopo le 11 di sera. Per la vecchia pescheria di piazza Cavour è tornato tre volte. Della sua arte racconta: “Per me fotografare è scrivere con la luce. Con le mie immagini si esprime un’idea

Photography Award 2017. Della serie Darkitectures, hanno concorso nella categoria Architettura della sezione Professional. Il Sony World Photography Award è uno

Piredda, in finale al Premio Sony dei concorsi più importanti a livello mondiale e quest’anno ha visto la partecipazione di fotografi da 182 paesi per un totale di 110.270 immagini. Premiazione lo scorso 20 aprile alla Somerset House di Londra. Alessandro Piredda

espone alla Galleria Forni di Bologna. La passione per l’obiettivo risale ai tempi dell’Università. Da buon romagnolo, inizia a collaborare per un giornale di moto. Da cosa nasce cosa, così si ritrova sulle piste del mondo a raccontare le gare mondiali della

superbike. Nel 2009, per scelta di vita, decide di fermarsi. Lo scorso anno inizia con le foto architettoniche; stampate su carta cotone, vengono incorniciate a cassetta (carta applicata su lamina di alluminio), come fossero dipinti. Le istantanee architet-

del mondo, di paesaggio, di architettura. Sono racconti concreti lontani da concetti astrusi”. Grande passione per il nuoto in apnea, Alessandro Piredda esce per dipingere i suoi quadri un paio di volte la settimana d’inverno.

Io Centro diventa grande L’associazione cresce con la cooperativa Eude’

La sede di Io Centro

SOLIDARIETA’ - “Io Centro” diventa grande.

Nata nel 2013, sede a Villa Del Bianco, l’associazione si occupa in accordo di co-progettazione con il Comune di Misano Adriatico della gestione di servizi ed attività destinate a giovani in condizioni di fragilità sociali. Visto i risultati in questi anni, è stato compiuto un ulteriore sforzo per aumentare le attività e servizi; nel 2016 è stata costituita la cooperativa sociale “Eudè”, quale ulteriore strumento, “braccio operativo”, per le finalità dei due enti: la promozione della cittadinanza attiva, inclusione sociale, sviluppo delle autonomie personali e sociali, prevenzione dell’isolamento e della devianza. Obiettivi raggiungibili, come dimostrato dai risultati, grazie ad una metodologia innovativa ed efficace che si basa su percorsi di supporto, a cominciare dalla valutazione e dal monitoraggio costante dei casi, attraverso attività del tempo libero, uscite, partecipazione ad iniziative ed eventi, corsi, laboratori, tirocini; agendo

contemporaneamente sulle sfere educativa, ludico-ricreativa, formativa, esperienziale, lavorativa. Il tutto è guidato e monitorato da un’équipe di esperte. “Io Centro” ed “Eudè” hanno stipulato fra loro un accordo che, fondandosi su aree di collaborazione e continuità di proposte, delinea traguardi diversi per le varie fasce d’età e relative esigenze a cui rispondere. Con entrambe le programmazioni viene in tal modo reso disponibile un ampio panorama d’interventi per molteplici bisogni. Il “motore” di tutti i progetti (il primo, sperimentale, “Insieme a pesca di emozioni”, iniziato fin dal 2011) consolidatisi nel corso del tempo in punti certi di riferimento, è la volontà e l’impegno di una nutrita compagine di fa-

miglie misanesi (ed altresì di Comuni circostanti) che ha accettato la sfida d’associarsi e contribuire concretamente alla creazione di organizzazioni di sostegno alle necessità proprie e della collettività, quali “Io Centro” ed “Eudè” sono diventate. Si sono perciò formati gruppi, fruibili da parte sia dei ragazzi sia dei genitori, all’insegna della fattiva solidarietà e dell’auto-mutuo aiuto, dando vita a “plusvalori” per tutta la moderna società civile, locale e sovraterritoriale. “Io Centro” dapprima si dedica all’età adolescenziale e rende fruibile un luogo, un tempo e personale esperto e preparato per la cura del benessere individuale, la scoperta delle risorse di ciascuno, lo sviluppo della rete relazionale ed il generale miglioramento della qualità di vita del singolo.

“Eudè”, successivamente, realizza percorsi in cui possono essere messe in pratica competenze attraverso l’avviamento di rapporti lavorativi e di autogestione della vita quotidiana. Questa doverosa ed ambiziosa missione umana richiede uno sforzo collettivo ed un incessante ricerca di partner piccoli e grandi, pubblici e privati, disposti ad essere promotori di idee e fornitori di energie e finanziamenti in qualsiasi forma. In quest’ottica anche l’amministrazione comunale si impegnerà a destinare maggiori risorse per ampliare ed arricchire questa importante iniziativa nonostante le oggettive difficoltà attuali. Sarà infatti reciprocamente utile e gratificante camminare insieme su questo bel percorso già tracciato, per riuscire ad essere cittadini a pieno titolo, e parti integranti di una pluralità forte che accoglie la diversità di caratteristiche e convive nell’uguaglianza dei diritti.

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Intervista con Rossano Razzano, presidente della neonata associazione di albergatori

Assohotel: “Vivere il turismo come esperienza” - Si chiama Assohotel ed è la seconda associazione degli albergatori misanese. Nata tre anni fa, oggi conta una cinquantina di iscritti; il primo anno erano tre. La presiede Rossano Razzano, da 18 anni gestore dell’albergo “Belvedere”. A chi gli chiede se era proprio il caso di aprire un secondo fronte alberghiero, argomenta: “La diversità è sempre un valore aggiunto. Da teste diverse nascono idee nuove. Su scala nazionale Assohotel è molto forte ed il presidente nazionale siede a tutti i tavoli regionali e romani per le consultazioni. Siamo molto strutturati anche a livello normativo e sindacale. In ogni caso ci confrontiamo con tutte le realtà nazionali. In provincia sia-

“Vogliamo essere coinvolti al tavolo delle decisioni. Puntiamo ad un target turistico più alto”

Da sinistra: Andrea Serafini, Antonio Gaia e Rossano Razzano

TURISMO mo 110 associati. La nostra vuole essere una rete di impresa che vuole collaborare con i bagnini, i chioschisti. E’ la nostra struttura a renderci differenti. L’assessore regionale al Turismo, Corsini, si è concentrato con la nostra associazione sulla Legge 4 di promo-commercializzazione”. In concreto che fate? “Il nostro primo obiettivo è rivalutare le peculiarità del nostro

Chiodoni, occhio al parcheggio sul lungomare LA LETTERA

- Il top della trascuratezza il comune di Misano lo raggiunge a 50 metri dal mare e si chiama parcheggio dei Delfini, che si estende dalla rotonda di via Litoranea di fronte al “Bobo” fino al parco “Mare Nord”. Un parcheggio che in un determinato periodo dell’anno è a pagamento! 100 metri di acciottolato polveroso disseminato di pezzi di cemento che a suo tempo dovevano delimitare le aree del parcheggio, cemento da cui spuntano enormi chiodi di fissaggio, pezzi di tondini che si dirigono

I pericolosissimi chiodoni nel parcheggio sul lungomare tra Misano Brasile-Misano Mare minacciosi verso le gambe degli incauti autisti! Io, fortunatamente, faccio parte di quelli che i danni li hanno fatti all’auto. Difatti l’auto è rimasta incastrata tra questi enormi chiodi che premevano

minacciosamente contro la coppa dell’olio, al punto che ho dovuto chiamare il carro attrezzi che mi ha sollevato con la gru ed evitato ulteriori danni! Aspettiamo le prossime

elezioni per vedere finalmente che il comune mette mano a questo parcheggio e non solo... via Agina e altro... insegna. Elisabeth Cittadini, Scacciano

turismo, puntando ad una clientela con un target più alto, diverso. Vogliamo sviluppare progetti interessantissimi che non daranno frutti immediatamente, come il turismo eco-sostenibile che vede il mare oltre il bagno. Siamo indirizzati ai prodotti agricoli come elemento culturale unico della nostra offerta, fatto di storia e tradizione. Stiamo mettendo in piedi un progetto che possa intercettare

i flussi interessati a vivere un’esperienza nel nostro territorio e non soltanto una vacanza. Inoltre, vorremmo comunicare vecchi e profondi valori con nuovi mezzi. Poi c’è tutta l’attività legata ai finanziamenti. Ci piacerebbe, però, che la macchina pubblica fosse equa con tutte le associazioni di categoria presenti sul territorio”. A chi gli chiede se l’amministrazione misanese è stata equa, risponde: “Abbiamo avuto un incontro; è nostra intenzione collaborare. Guardiamo alla Fondazione che si occupa di turismo come istituzione fondamentale. Anche se ad oggi non ci sono le premesse per un nostro ingresso; aspettiamo che si realizzino. Va detto che il 90 per cento delle loro risorse sono pubbliche. Anche noi vorremmo partecipare al bando in base ai progetti che si vanno a sviluppare. Si spera che possiamo essere coinvolti, come associazione portatrice di idee ed interessi importanti, sui tavoli pubblici dove si decidono le politiche turistiche del territorio”.

“Byblo’s”, estate col grande dj Alex Farolfi

Alex Farolfi (a destra) con Claudio Berardi - Alessandro Farolfi è il dj che caratterizza le serate estive del Byblo’s, la discoteca di Misano Monte che ha raccontato forse come nessuna i costumi musicali della provincia di Rimini. Nata come villa famigliare, successivamente venne trasformata in luogo della musica, fino a diventare un “must” a livello nazionale. Dopo alcuni anni di chiusura, la famiglia l’ha riaperto lo scorso 29 aprile. Farolfi lavora a Radio Dee Jay; è il regista del programma “DeeJay Chiama Italia” condotto da Linus-Nicola Savino. Da 20 anni frequenta la riviera, dove ha tantissimi amici; uno su tutti, senza dubbio, è Claudio Berardi, che fa promozione al territorio a livelli assoluti, attraverso i suoi canali milanesi (si occupa di sicurezza e pubbliche relazioni con l’agenzia “PJ Investigation”).



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Allestito al Villaggio Argentina dal Comitato cittadino. Sistemata l’area gioco LA CULTURA

I bambini della Gualtieri salveranno il mondo - Giuliano Volpinari, commovente declamatore di poesie, scomparso prima del tempo, pensava che l’elegia di Mariangela Gualtieri, “Se la parola amore è”, che parla di bambini, è una meraviglia mondiale. E che se gli uomini fossero come quei bambini, il mondo sarebbe una meravaglioso. Mercoledì 31 maggio la biblioteca di Misano ospita Mariangela Gualtieri, poetessa, drammaturga e attrice di teatro. La Gualtieri incontra il gruppo di lettura della biblioteca, pronta a rispondere, in un dialogo aperto. “Spero di non deluderli - dice con pudore -, perché il meglio di me sta nei miei versi, e fuori da quelli sono uno gnomo. Ma sarà bello scoprire che il poeta, la poeta, è proprio una come tutti gli altri, in una quotidiana aridità che solo a tratti, di rado, diventa una fiammella che aggiunge anima all’anima del mondo”. Mariangela Gualtieri è cofondatrice, insieme a Cesare Ronconi, della compagnia Teatro Valdoca, che dagli anni ‘80 si distingue nel panorama della sperimentazione teatrale italiana.

COLLEZIONISMO - Un bellissimo gruppo di signore misanesi, grandi appassionate di bambole, espongono, per la Segavecchia, all’hotel Vanni (centralissima via Repubblica) la loro collezione di bambole. Vere e proprie icone, hanno accompagnato l’infanzia, e non, di intere generazioni, spesso dischiudendo interessanti aspetti storici, economici e di costume. É necessaria una grande passione ed uno studio intensivo per potersi considerare veri collezionisti, ed essere in grado di fare propria la storia di ogni bambola, oltre a sviluppare accorgimenti per non incorrere in spiacevoli inconvenienti quando si decide di acquistarne una. Qualità che possiedono le sorelle Tacchi, profonde conoscitrici di tutto ciò che ruota attorno a questo mondo.Il loro è un amore sbocciato molto presto; da piccole tuttavia mancavano in casa vere e proprie bambole, tanto che le realizzavano da sole, usando le pannocchie. Quando decisero di fare una mostra insieme, le cose si svilup-

Mariangela Gualtieri Tra le numerose raccolte poetiche, che spesso hanno dato corpo a spettacoli teatrali, ricordiamo “Fuoco centrale”, “Parsifal”, “Senza polvere e senza peso”, “Paesaggio con fratello rotto”, “Le giovani parole”, vincitrice del premio di poesia Mauro Maconi. L’ultimo spettacolo di cui è autrice, “Giuramenti”, ha esordito il 13 aprile al teatro Bonci di Cesena. L’incontro, assolutamente da non perdere, si tiene presso la Biblioteca di Misano, via Rossini, 7 con inizio alle 21. Info: 0541-618484. Ingresso libero.

Un giardino per disabili L’area gioco del Villaggio Argentina

COMUNITA’ - Ultimati i lavori di riqualificazione del parco di Villaggio Argentina; finalmente inclusivo. Giocare è un diritto fondamentale, diritto riconosciuto a tutti i bambini, anche a quelli con disabilità. Questo è il presupposto che ci ha portato a progettare e realizzare il parco. “Ci siamo detti, come Consiglio direttivo del Comitato di Villaggio Argentina che era un dovere morale in tutti noi fare in modo che ogni bambino, indipendentemente dalle proprie capacità, possa raggiungere il proprio potenziale anche attraverso il gioco, troppi parchi gioco, anche a Misano Adriatico, non sono dotati di strutture che consentano di non escludere i bambini disabili e garantiscano loro il diritto di giocare e divertirsi insieme agli altri. Abbiamo immaginato la deprimente e triste sensazione che un bambino disabile prova trovandosi di fronte ad uno dei tanti parchi gioco delle nostre città, pensati esclusivamente per i bambini. Attraverso queste riflessioni avevamo avviato un progetto di riqualificazione del nostro parco. Primo obbiettivo ricerca fondi: il parco è stato interamente finanziato da noi grazie alle nostre attività di raccolta fondi (gestione par-

cheggio motomondiale 2016), grazie al 5x1000 che molti di voi ci donate, grazie al contributo della Banca Malatestiana. Secondo obbiettivo sistemare i giochi esistenti: tutti i lavori di pulitura, riverniciatura e sostituzione di qualche parte danneggiata fatta tutta da volontari della nostra associazione.

Terzo obbiettivo acquisto e messa in opera di alcuni giochi nuovi: ‐ nuovo scivolo modulare composto da una torre con un piano, tetto e scivolo, cinque ampi piani triangolari accessibili per accedere al piano superiore; ‐ pannello attività filetto; ‐ nuova altalena con “sedile

Sorelle Tacchi, collezione di bambole da meraviglia parono in modo semplice e del tutto naturale. Del resto, sono i numeri a parlare: oltre trecento esemplari esposti, tra cui diversi risalenti alla fine dell’Ottocento. I materiali utilizzati vanno dalla porcellana al vinile, passando per la plastica e la celluloide. Ma il vero fiore all’occhiello è il biscuit, porcellana bianca, simile al marmo. Introdotto nel 1860, il biscuit per la pregiatezza, è stato per una cinquantina d’anni il più indicato per i collezionisti. Fino alla fine dell’800 il corpo di queste bambole era di capretto, tranne viso e mani, che era per l’appunto di biscuit. Chi faceva i visi non portava a compimento il resto del corpo; infatti c’era chi lo realizzava in

Le sorelle Tacchi. Per i misanesi sono un mito legno. Particolare degno d’interesse era la contraddistinzione del singolo esemplare, una volta uscito dalle fabbriche, con un marchio costituito generalmente da una sigla o da una figurina allegorica. L’inizio dell’800 costituì proprio la nascita della produzione in serie, e la ricerca del prestigio

maggiore fra i vari concorrenti era enorme. Fra Inghilterra e Francia c’era una grande rivalità, tuttavia fu la Germania ad imporsi commercialmente. C’è inoltre da dire che le collezioni in questi paesi poterono godere di un valore proprio intrinsecamente economico e non

storico-culturale. Il piu famoso fabbricante tedesco di bambole fu Armand Marseille, con la testa di bisquit di eccelsa qualità. I suoi prodotti figuravano spesso con le sue inziali dietro la testa e la scritta Germany accompagnata dal numero di serie. Definito “Re della Bambola”,

accessibile barca” inclusivo che permette ai bambini diversamente abili di godere anche la sensazione di oscillazione; ‐ nuova altalena con due sedili a gabbia eco play; ‐ nuovi tappetini realizzati in gomma riciclata. Un investimento importante e attività di montaggio tutta a carico dei volontari del Comitato. Ora a lavori ultimati, con grande soddisfazione, ci rendiamo ancor più conto di aver realizzato un parco che consente a tutti, con abilità e capacità differenti, di giocare insieme e di interagire tra loro utilizzando gli stessi giochi. I giochi inclusivi, non sono diversi, né meno divertenti di quelli tradizionali sono giochi con semplici accorgimenti che li rendono accessibili a tutti. Pensati per essere utilizzati da tutti, divertendosi insieme in maniera felice e spensierata. Con la nostra volontà e determinazione e con l’aiuto di molti abbiamo fatto diventare il parco di Villaggio Argentina un parco nuovo aperto a tutti, un parco molto frequentato anche da bambini non del Villaggio”.

l’illustre francese Pierre Jumeau, conquistò fama internazionale grazie alla particolare bellezza dei suoi lavori in pelle e porcellana, la cui superiorità di lavorazione lo rese un unicum del secolo XIX. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si iniziò a sperimentare con le materie plastiche, già introdotte nel 1940. In questo periodo degna di menzione è la bambola Athena realizzata in cartapesta e bachelite, tipologia vintage che in un certo senso si può definire come parente piu vicina a quelle con cui i nostri bambini giocano frequentemente. Le sorelle Tacchi hanno dedicato anima e cuore nella perfetta riuscita di questa affascinante esposizione, capace di unire perfettamente passato e presente, curando ogni minimo particolare della loro collezione e rallegrandosi nel sentirsi definire un po’ “mamme” di questa moltitudine di “ bambine” vivavi. Perchè quando c’è dedizione e passione autentica, il risultato positivo viene da sé.


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MISANO

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Sede inaugurata lo scorso aprile. Al taglio del nastro il sindaco Giannini e il parlamentare Arlotti

CroceAdriatica, Misano ha il servizio ambulanze

Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza della provincia di Rimini dal 2005 al 2010

COMUNITA’

Ad assicurare il servizio una ventina di volontari. L’avventura nasce da un’idea di Enzo e Giorgio; sei le macchine. Sede bella e luminosa - Enzo Romagna ha alle spalle 44 anni di volontariato: San Patrignano, Aism, Centro sociale di Riccione. Tre anni fa, va in pensione entra come volontario presso la Croce Italia di Riccione. Qui incontra Giorgio Ugolini, da 35 anni volontario su quelle ambulanze. I due fanno un anno insieme. Nasce l’idea di creare una sezione a Misano Adriatico, cittadina sguarnita di servizio di pubblica assistenza. Si mettono in moto. Trovano la sede alla Santamonica, attivano i

volontari. Concretizzano l’idea. Lo scorso 9 aprile alla 17 inaugurano la pubblica assistenza che offre il servizio 24 ore su 24. Con le note della Bucci Band, il sindaco Stefano Giannini taglia il nastro, insieme al parlamentare Tiziano Arlotti, al consigliere regionale Giorgio Pruccoli, al vice sindaco di Misano Fabrizio Piccioni. Don Marzio benedice. Poi è festa, con circa 500 persone. Già raffinato maestro di liscio, Enzo Romagna è conosciutissimo. In proporzione è un trascinatore

Il sindaco Stefano Giannini inaugura la sede misanese della Croce Adriatica. Alla sua sinistra il parlamentare Tiziano Arlotti nato. Racconta: “Il nostro progetto è di essere sempre più professionali. Diciamo che oggi la nostra struttura è ad un buon livello; l’obiettivo è l’ottimo. I nostri volontari sono preparati attraverso corsi tenuti dal dottor Giorgio Di Feo. Dal primo di giugno avremo la certificazione ISO

9001 e questo dà il senso con quale passione e spirito facciamo le cose. Colgo l’occasione per ringraziare la disponibilità dell’amministrazione comunale guidata da Giannini”. E’ sufficiente visitare la sede ubicata alla Santamonica per capire con quale atten-

zione certosina si lavora. Ad accogliere un cortile tirato a lucido, impreziosito da aiuole e fiori. Gli interni seguono lo stesso canone: nulla è lasciato al caso. Le ambulanze sono pulite dentro e fuori. Sul retro c’è un apposito spazio per il lavaggio. Romagna: “Abbiamo un

affiatato gruppo di volontari. Speriamo di portare sempre più misanesi all’interno della nostra organizzazione. Vogliamo essere un punto di riferimento per tutto il nostro territorio. E anche di più”. Croce Adriatica ha sei mezzi, più uno di scorta. Sperano di crescere.

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Un progetto didattico semplice e intelligente che ha coinvolto bambini e genitori

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‘Bosco del Piedibus’, quando il potere va... Inaugurato dal sindaco Stefano Giannini lo scorso aprile

Mauro Ciaroni

Mauro, cena per il Progetto Sofia - Mauro Ciaroni sa toccare i cuori. E’ magico. Da una quindicina di anni organizza raccolte umanitarie nel nome della primogenita: “Progetto Sofia”. La prima volta, ambiva ai mille euro; negli anni sono diventati molte centinaia di migliaia. Il prossimo appuntamento è una cena per dare un piccolo grande aiuto ai bambini del Myanmar, Congo, Iraq e Sudan. L’appuntamento è il 26 maggio, ore 20, al Centro Del Bianco. A cucinare il menù di pesce Nardo il Pescatore. Per prenotazioni: 388.7644863.

Il parco il giorno dell’inaugurazione

COMUNITA’

- Quando c’è la volontà, la politica fa cose meravigliose. Quando, la volontà, difetta, in proporzione, costruiscono mostri. Mostri che distruggono l’anima delle persone. L’amministrazione comunale ha messo in piedi un progetto che ha creato qualcosa di semplice e meraviglioso. Il risultato finale è stato l’inaugurazione del “Parco Piedibus” lo scorso aprile. Al taglio del nastro anche il sindaco Stefano Giannini, genitori e relativi bambini. Ricamato con pini maestosi, il parco si trova lungo il Rio Agina, di fianco alla scuola materna, a Misano Mare. Gli alberi erano da anni in abbandono. Grazie al progetto lo spazio verde è rinato. Da semplice arredo urbano a luogo frequentato.

Protagonisti: bambini e genitori. I piccoli hanno costruito delle sagome colorate ad altezza naturale collocate lungo la recinzione della scuola con affaccio sul parco. Bambini e genitori, sempre il famoso tandem, hanno allestito una mini area gioco con cilindri di legno di altezze e diametri diversi, con la seduta verso il cielo movimentata dai colori. Qualche giorno prima, i pini

erano stati potati e alcuni in mezzo, per far posto all’area gioco, tagliati. Ora, il parco è pronto ad ospitare i frequentatori. Il laboratorio delle meraviglie si chiama “Misano Città Amica dei Bambini” ed è articolato e non meno che intelligente. I punti fondamentali. Uno, i bambini si impadroniscono del territorio misanese con una gigantesca

cartina. Due, i piccoli progettano la loro città ideale e raccontano anche che cosa vorrebbero vedere dalla propria finestra. Terzo, hanno formulato idee e desideri per la loro città. Quarto, hanno “riqualificato un’area verde inutilizzata” attraverso uno schema di prim’ordine. Prima hanno redatto la descrizione del luo-

go e le quattro ragioni perché si sono concentrati proprio lì: la vicinanza di quattro scuole (nido, materne, elementari e medie), la posizione strategica (il forte passaggio), infine: il luogo giusto per soddisfare i loro bisogni, dei genitori e degli abitanti del la zona. Per attuare quanto sopra, hanno raccolto e lavorato su una documentazione fotografica. Il risultato finale è il progetto con cinque punti forti: le sagome sulla recinzione della materna (fatte da loro), i giochi in legno da posizionare, un orto, un anfiteatro naturale, tavoli e panchine vicine alla casina dell’acqua (qui c’era un’elegante e robusta panchina trafugata da qualche buontempone). Insomma, questo progetto nato tre anni fa, è un esempio di buona amministrazione. Se ogni atto amministrativo fosse fatto in questo modo, si costruirebbero cose ragguardevoli. Qualcuno ha commentato: gli adulti dovrebbero imparare dai piccoli.

Stefano, che la terra ti sia lieve AMARCORD - Stefano Amadori era di Misano Cella, ma il destino lo aveva portato a Sant’Andrea in Casale molti anni fa, pochi chilometrti più in là. E’ qui che una straripante folla di amici lo ha salutato in un caldo pomeriggio per il funerale e l’ultima passeggiata. Una lunga ombra lo aveva avvolto pochi giorni prima, il 25 aprile; diventata nera il mattino del giorno dopo, attorno alle 7. Non aveva che 54 anni. Lascia la moglie Cinzia e due giovani figli, Andrea e Alan. Coloro i quali lo conoscevano pensavano che sarebbe campato cent’anni. Stefano sembrava immortale. Era un ragazzo buono che sapeva farsi voler bene. Per avere il giusto prezzo, il preventivo era un’accortezza inutile; faceva l’idraulico da quando aveva 14 anni. Prima “bocia” e poi in proprio insieme al fratello Graziano. Il lavoro che gli arride e cresce. Ad un amico fece l’impianto,

Stefano Amadori (1962 - 2017) saldato piano piano, 18 anni fa. “Non preoccuparti quando li hai, me li dai”. In questi anni faceva almeno un piccolo intervento l’anno. “Stefano, quant’è?”. “Ma lascia stare; venire è la scusa per stare insieme. Non ci vediamo mai”. Davanti al caffè, amici dai banchi delle elementari, si raccontavano gli episodi dell’adolescenza, vissuti insieme a quel manipolo di coetanai della Cella; in quinta i maschi erano 5, altrettante le femmine. Poi ci si scambiava pensieri e preoccupazioni sui figli, il futuro, ma sempre rimarcando quanto si era fortu-

nati... Insomma, i soliti discorsi che fanno tutte le persone con le quali c’è una certa affinità. Da noia, direbbero i figli. Ma la fiaba della vita gira sempre con gli stessi motivi di fondo. Basta saper aspettare. Ciuffo biondo, alto, educato, sorriso stampigliato, Stefano piaceva alle ragazzine. Un inverno, ogni venerdì, una macchinata di giovanotti della piccola frazione partiva per Pesaro, Baia Flaminia, ai piedi del Parco del San Bartolo. Uno di loro sperava di incontrare una fanciulla dalla bellezza mediterranea. Stefano: “Sono proprio curioso di conoscerla ‘sta tipa. Che cosa avrà mai...”. Mai incrociata in quel pub, unico punto di riferimento di due occasionali incontri riccionesi. Dopo i 20 anni, Stefano incontra il biliardo; sarà un campione. Vince anche alcuni titoli italiani. Sul campo univa concentrazione, accortezza e tecnica sopraffina. Che la terra ti sia lieve sotto il cielo azzurro. g. c.


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- Aveva promesso che in caso di sconfitta sarebbe comunque rimasto sui banchi del Consiglio, non le pare di avere tradito la fiducia di coloro che l’hanno sostenuta? “Ho spiegato in una lunga lettera al Presidente del Consiglio Comunale le ragioni della mia scelta. In politica non deve prevalere l’orgoglio personale, la mia presenza avrebbe finito per essere ingombrante ed inutile al mio partito ed ad una opposizione efficace. Cattolica ha bisogno che si prepari rapidamente una alternativa al governo 5 Stelle, che a mio avviso sta facendo davvero male e che non è detto riesca a durare cinque anni. Dopo la sconfitta non avrei mai potuto essere io il punto di riferimento di quella alternativa, mentre il PD, assieme al civismo, ne rappresenterà comunque il perno, la mia presenza avrebbe soltanto rallentato un nuovo processo politico. Ci vogliono nuovi equilibri, nuovi protagonisti, nuove alleanze e bisogna farlo subito perché Cattolica con la giunta Gennari sta perdendo treni importanti, pensi soltanto al ridimensionamento dell’ospedale Cervesi”. Allora avrebbe potuto mollare prima e magari dichiararlo già in campagna elettorale. “Avevo immaginato che, anche dall’opposizione, avrei potuto collaborare al processo di rinnovamento del modo di governare promesso dal mio avversario. Purtroppo tutti i tentativi compiuti per pungolarli sono andati a vuoto e la giunta Gennari si è spiaggiata nel più conservatore dei continuismi. Senza trasparenza non c’è efficienza amministrativa, mentre il buon funzionamento della macchina pubblica rimane la condizione essenziale per promuovere il rilancio di Cattolica. Al contrario i 5 Stelle hanno difeso l’indifendibile, rifiutando ogni rottura con il modo di governare del passato. Sembra di essere a Roma con la Raggi che si affianca i vari Paola Muraro, Raffaele Marra, Salvatore Romeo. La goccia che, dal mio punto di vista, ha fatto traboccare il vaso è stata la vicenda del debito fuori bilancio conseguente alla condanna subita dal Comune ad opera del Tribunale di Rimini per il Bus Terminal, ma gli episodi di rifiuto della trasparenza sono stati davvero tanti.

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CATTOLICA

Sergio Gambini, candidato del Pd alle comunali dello scorso anno, racconta l’amministrazione M5S, il Pd e il suo futuro

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‘Gennari, conservatore continuista’ “Nella macchina comunale continuano infatti a comandare quelli che comandavano prima e questo significa solo paralisi” Sergio Gambini L’INTERVISTA E’ la dimostrazione che margini per una collaborazione di rinnovamento non esistono, la preparazione di un’alternativa perciò è assolutamente urgente perché se non si taglia rapidamente con il passato Cattolica non ha futuro. Nella macchina comunale continuano a comandare quelli che comandavano prima e questo significa solo paralisi. Se a ciò si sommano le pericolose fumisterie dirigistiche senza prospettiva, tipo Masterplan, siamo condannati per anni alla palude, non basteranno le luminarie natalizie a tirarci fuori. Anche opere urgentissime che potevano essere realizzate rapidamente, come le nuove fogne delle vie delle regioni, sono state bloccate, mentre gettiamo dalla finestra finanziamenti europei per il porto canale, che dopo il nostro rifiuto sono finiti a Cesenatico”. “Non vorrà dire che è tutta colpa di Mariano Gennari? “Di responsabilità lui ne ha parecchie, ma è vero, non tutte le responsabilità sono dei politici. Se l’opinione pubblica non si fa sentire, chi guida la città va solo nella direzione che gli conviene. Tornando alle mie scelte, chi ama la buona politica sa quando è il momento di farsi da parte. E’ quello che andava fatto, adesso ci vuole qualcuno che abbia grande determinazione, ma sia anche in grado di mostrare maggiore comprensione per alcuni “caratteri” della città che io invece faccio fatica a capire e a condividere”. Guardi che l’hanno sempre accusata di essere uno “straniero” e adesso cosa fa, conferma tutto? “Se un sindaco dichiara alla

stampa di avere lasciato un lavoro da 120.000 euro all’anno e la sua dichiarazione dei redditi dice invece 32.000, ci sarebbe da attendersi un moto di indignazione dai tanti contribuenti tartassati. Invece silenzio ed il sindaco ha potuto così atteggiarsi a vittima di attacchi personali. D’altra parte è la stessa persona che ha giustificato gli evasori fiscali con gli argomenti cari a Silvio Berlusconi. Ha blandito quella parte dei nostri concittadini che, con le loro incredibili dichiarazioni, fanno attestare Cattolica ad un livello medio di reddito di 14.000 euro nel 2015. In un paese che spenna i contribuenti con un prelievo fiscale insostenibile, c’è una sola ricetta per combattere le tasse: pagare meno, pagare tutti e invece l’amministrazione 5 Stelle si è rimangiata l’impegno della giunta Cecchini di cancellare l’addizionale Irpef. E’ un messaggio preciso, ma completamente opposto: pagare di più, tanto pagano sempre gli stessi, chi evade e chi elude se ne frega dell’addizionale”. C’è dell’altro? “Se un dirigente del comune risponde in Consiglio mentendo su un’ipoteca che può costare a tutti noi alcuni milioni di euro, mi sarei aspettato una severa censura da parte del sindaco, invece è arrivato il suo pieno sostegno nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Vogliamo parlare della carta intestata comune a 5 Stelle o del concorso pubblico per il portavoce con le domande discriminatorie sulle preferenze politiche? Parliamo

dell’assessore che conferisce incarichi al professionista nello studio nel quale ha lavorato, delle nomine contestate dai partecipanti alle selezioni, di istituzioni culturali che vengono penalizzate perché non sono amiche degli amici o degli eventi con i comuni vicini che vengono cancellati senza ragione e senza convenienza? Trasparenza zero, ma anche sviluppo zero, la politica urbanistica, quella della sicurezza, delle opere pubbliche, dei servizi sociali sono decisamente deludenti. Non mi stupisce che con questo andazzo anche una condanna in primo grado per abuso edilizio si perda nel nulla”. C’è l’ha anche con Calbi? Lei forse non lo conosce, ma è una persona perbene. “Sia chiaro, finché un processo non è concluso, l’accusato rimane innocente che sia mite o meno. Il problema pressante, di cui nessuno sembra preoccuparsi, è la tutela degli interessi pubblici dopo una sentenza che prevede, tra l’altro, la demolizione dell’abuso. C’è inoltre una cosa che decisamente non andava fatta. Calbi si è compiaciuto, ringraziandoli dal suo seggio in Consiglio, tra gli applausi dei suoi colleghi, di avere ricevuto numerosi attestati di solidarietà da cittadini che si trovano nella sua stessa condizione. Con queste premesse mi chiedo come si combatteranno d’ora in poi gli abusi edilizi. Questa non è davvero una buona notizia per la magistratura. Insomma a Cattolica ci sono questioni delle quali, per una parte dell’opinione pubblica, sembra meglio non parlare.

Giorgio Bocca teneva una rubrica sul settimanale l’Espresso intitolata l’Antitaliano. Non pretendo certo di paragonarmi a lui, però anche io amo Cattolica, ma a certi comportamenti non riesco proprio ad adattarmi. Se per questa ragione mi dessero dell’Anticattolichino, ne andrei fiero, ma non posso penalizzare il PD, ingessandolo in una posizione che è più etica che politica”. Lei percepisce un lauto vitalizio da ex parlamentare, si è imparentato con una famiglia molto potente, i Gerani, appartiene a quella élite contro la quale si è scatenata la protesta populista, che dice? “Sono abituato ad essere molto severo con me stesso ed è una domanda che mi sono rivolto più volte. Quando mi hanno chiesto di candidarmi, per tentare di salvare il governo della sinistra che molti davano già per perso, è la prima obiezione che ho sollevato, sapevo che il populismo è un vento che quando soffia scuote tutto e non fa molte distinzioni. E’ vero percepisco il vitalizio, ma non ho mai potuto neppure pormi l’interrogativo se rinunciarvi. Le norme vigenti non lo consentono, i pochi che ci hanno provato hanno dovuto arrendersi e tenerselo. Personalmente auspico che sui vitalizi venga finalmente varata una salutare sforbiciata. La proposta più severa, ma anche blindata rispetto a probabili impugnazioni è quella di Matteo Richetti del PD, a me sta bene . Sinceramente, sull’altra obiezione, faccio fatica ad accettare che vivere accanto alla donna che amo possa considerarsi una colpa. Chi mi conosce sa che sono perfino ossessivo nel possedere solo ciò che è alla portata del mio lavoro. Il problema vero è un altro ed è quello del conflitto di interessi che può generarsi nel ruolo di amministratore pubblico. Ho fatto proposte puntuali e rigorose che se fossero introdotte, farebbero di Cattolica un comune modello. Non dimentichiamo che il conflitto di interessi è dietro l’angolo per molti, soprattutto in un comune piccolo. Non sembri un paradosso, è più

facile controllare il grande conflitto che comunque salta agli occhi, rispetto a quello piccolo e diffuso che inquina la società locale con una rete di privilegi e clientele populiste. Il problema purtroppo resta irrisolto e fa parte delle molte sfide che il governo 5 Stelle ha decisamente preferito evitare per evidenti motivi”. Da quello che dice sembra voglia separare il suo futuro politico da quello del PD locale, ma molti sostengono che dietro ai complicati giochi del Circolo di Cattolica ci sia lei. “Sciocchezze. La mia avventura politica si è conclusa da molto tempo e a Cattolica non ho mai contato nulla. La corsa per fare il sindaco è stato un frutto fuori stagione. Resto attaccato alla mia passione civile, ma ormai sono solo un osservatore e un militante di base del PD, nient’altro. Per il resto spero che il Circolo PD di Cattolica sappia velocemente lasciarsi alle spalle lotte e divisioni del tutto anacronistiche. Il successo delle primarie, nonostante tutti gli ostacoli logistici che la giunta Gennari ci ha imposto, ci dicono che c’è tanta gente che continua ad affidarci le proprie speranze di cambiamento. Adesso c’è solo da lavorare per la città, non c’è più nessuna poltrona da spartirsi, chi ha solo quell’interesse può starsene a casa. Nel Circolo di Cattolica sono transitate decine di persone che avevano passione, ma hanno gettato la spugna, disgustate dalle lotte di potere di gruppi sempre più ristretti ed autoreferenziali. Un clima insopportabile che ho conosciuto a mie spese quando non hanno voluto accettare neppure il risultato limpidissimo delle primarie. Gli eterni contrasti degli ultimi decenni devono finire, chi se ne è andato in silenzio, torni all’impegno perché Cattolica ne ha bisogno. Il futuro del PD cattolichino, oltre ai tenaci militanti che sono rimasti a tenere in piedi la baracca, sono quelle persone lì, che rappresentano assieme a diversi giovani che si sono avvicinati in campagna elettorale, il ricco giacimento umano per ricostruire un partito vivo, unito e utile alla nostra comunità”.


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La prestigiosa e storica rassegna inizia in novembre. Idea di Marcello Di Bella

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Filosofi 2017-18, l’educazione (buona) LA CULTURA - “L’educazione (buona). Visuali e visioni”. Il titolo della rassegna autunnale 2017 di “Che cosa fanno oggi i filosofi”. Il Comune di Cattolica ha approvato il programma della terza edizione. Promosso dall’assessore alla Cultura Valeria Antonioli e organizzato dalla Biblioteca Comunale, il nuovo ciclo è affidato ancora all’ideatore, Marcello Di Bella che ha proposto come tema l’educazione. Conferenze alla Galleria della Biblioteca Comunale (Piazza della Repubblica 31), dalle 17. NOVEMBRE 2017 Domenica 5 novembre EMILIO GENTILE, Professore Emerito, Università di Roma La Sapienza: Un’educazione senza storia?

Marcello Di Bella

Domenica 12 novembre MARIAPIA VELADIANO, Preside e scrittrice: Che cosa significa insegnare. Domenica 19 novembre VALERIA DELLA VALLE, Professoressa di Linguistica, Università di Roma La Sapienza: Prima la parola. Domenica 26 novembre ELENA CATTANEO, Pro-

fessoressa di Farmacologia Università di Milano e Senatore a vita: Cosa significa conoscere scientificamente [Come conoscere le nostre cellule e smascherare i millantatori]. GENNAIO 2018 Domenica 7 gennaio DIEGO FUSARO, Docente di Storia della Filosofia Università San Raffaele Milano: Pedagogia unica? Critica del pedago-

gicamente corretto. Domenica 14 gennaio FEDERICO CONDELLO, Professore di Letteratura Greca, Università di Bologna: Quale umanesimo? Domenica 21 gennaio MARCO GALLIZIOLI, Docente di Storia delle religioni: Il sacro può essere insegnato? Domenica 28 gennaio TOMMASO MONTANARI [da confermare], Professore di Storia dell’arte moderna nella Università di Napoli: Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni? Informazioni: Biblioteca Comunale di Cattolica tel. 0541.966603. www.cattolica.net

CULTURA

Volare coi colori - In occasione della 45^ edizione di “Cattolica in fiore” si è svolto: Musica&Fiori - Workshop dei colori” a cura di Valeria Belemmi (responsabile laboratorio di Educazione all’Immagine del Comune), protagonisti gli alunni delle elementari. Il 28 aprile scorso (mattina e pomeriggio) nello SPAZIO°Z di Radio Talpa, con colori, pennelli, hanno creato uno spazio colorato di fiori, note, farfalle... e tanto altro, frutto della loro grande creatività e dell’abilità della coordinatrice Valeria Belemmi. Due i temi: “Un giardino musicale” e “Un sorriso di fiori”. Iniziativa con il patrocinio del Comune.

Scorcio dello Spazio°Z di Radio Talpa dipinto dai bambini delle scuole elementari di Cattolica

San Giovanni

di Cecco

Primarie Pd (1) - Leggiamo: “Primarie Pd, Renzi oltre il 75% ma l’affluenza si è dimezzata”. A Cattolica solo 731 votanti in un clima di semiclandestinità. Bigin duch tz’é ‘ndè? - Sta zét Tugnin, a so andè a vutè ma li primèrie dal Pd. Ma nu fa al pataca, nu dil ma nisun... Primarie Pd (2) - Leggiamo: “Primarie Pd, oltre il 65% dei votanti supera i 60 anni”. Tal Pd i spéra che chi du vicèt chi’è arvènz i posa campè a longh. Ormai l’è dvént al partid dl’uspizie. Os-cia!... Bilancio consuntivo - Leggiamo: “Bilancio consuntivo approvato dal Consiglio, ma il Pd esce dall’aula e non vota”. U j’è scap da psé impruvisamént ma tut. ‘Chi non piscia in compagnia...’. Al Sol dell’Avvenir u s’è atachè mal caz... Opposizione costruttiva - Leggiamo: “Marco Secchi entra in Consiglio al posto di Laura Sabattini (Pd). Il 25enne studia da ingegnere. Dichiara: ‘La mia sarà un’opposizione costruttiva’”. Al sarìa strèn che un cal vo fè l’ingegnér al fèsa un’uposizion “distruttiva...”. Masterplan (1) - Leggiamo: “Confartigianato Cattolica: ‘Il masterplan? Un libro dei sogni. Prima sistemiamo buche e strade’”. I vo’ dì che i s’acuntentaria d’un Masterpoch... Masterplan (2) - Leggiamo: “Il Pd: ‘Masterplan da sogno a incubo. Sinora 35mila euro sono stati spesi in inutili consulenze filosofiche: quel progetto è irrealizzabile”’. Tal Pd l’è un pèz che j’ha smès da sugné. Per lor ormai tut l’è un’incube... in particuler da quand i n’ha più al scaranon sota al cul. Os-cia!... Masterplan (3) - Leggiamo: “Masterplan - Gli albergatori: ‘Ci piace il lungomare con le palme’”. E magari slì bananie e li scemie... Pora nun!... Parcheggi - Leggiamo: “In piazza De Curtis arriva la sosta gratis. Il sindaco Gennari: ‘Parcheggi liberi, ma solo durante la notte’”. Mariano, la génta j’ha bsogn da parchigè ad dé ‘na ad nota... Viale Dante - Leggiamo: “Viale Dante, il restyling ci sarà solo dopo l’estate. Un flop la raccolta di contributi: hanno versato una quota in 17 su 450”. I marinèr ij cièmarìa: ‘Génta sli sacòcie a garagol’...

Oh, bischeri!!! Togliete il mi nome dalla via!!!

MAGGIO mese “MARIANO”



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All’interno di un progetto riservato a circa 2000 studenti in rappresentanza del mondo

Thobias, 17enne ambasciatore all’Onu GIOVANI - Si chiama Thobias Nyhuus, padre danese e madre cattolichina, ha 17 anni e parla cinque lingue. Lo scorso marzo presso la sede della Organizzazione delle Nazioni Unite a New York si sono svolti dei lavori di simulazione diplomatica a cui ha partecipato in veste di giovane ambasciatore Thobias Nyhuus, studente al quarto anno del Liceo Classico Mamiani di Pesaro con indirizzo linguistico. Il più prestigioso progetto a livello mondiale “Change the World Model United Nations” che si svolge presso la sede dell´ONU prevede un incontro tra circa duemila studenti tra i 14 e 18 anni provenienti da oltre 100 paesi di tutto il mondo, i quali lavorano fianco a fianco per tre giorni simulando il meccanismo di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite. I lavori si sono tenuti interamente all´interno della struttura del segretariato generale. Thobias è partito dopo un corso preparatorio di cinque

New York, Palazzo dell’Onu

Thobias Nyhuus mesi, al di fuori dell´orario scolastico, nel quale ha appreso le regole ufficiali per parlare davanti all´organo del Consiglio di Sicurezza, unico studente del suo Liceo assegnato a questo compito. L´argomento della conferenza quest´anno è stato “Africa in motion: migrations, economic growth and conflicts” (il problema dei disordini in Nord Africa, crescita economica e flussi migratori, nello specifico la possibile soluzione della crisi libica). Nella simulazione ai giovani ambasciatori vengono assegnati dei paesi realmente

presenti nel 2017 al tavolo delle trattative e nell´identico numero di rappresentanti. Thobias è stato il Delegato della Repubblica del Senegal e per presentarsi in questo ruolo ha seguito il protocollo dettato dall´ONU che prevedeva lo studio rigorosamente in lingua inglese, della situazione geopolitica e storica del Paese rappresentato sulla base di documenti ricercati dal sito della stessa ONU, dal The Economist, dalla Bbc e perfino dai documenti della Cia. Una volta pronto il position-paper del Paese rappresentato e sulla base dello studio dei dati informativi e statistici raccolti a livello politico, sociale ed economico, si è proceduto con l´elaborazione di una vera e propria Proposta di Risoluzione. Thobias ha quindi inviato il suo lavoro direttamente all´ufficio nominato all´interno

delle Nazioni Unite il quale, una volta accettato, ha potuto andare a discuterlo di persona, rigorosamente con il dress-code come richiesto, cioè in formale completo e cravatta. In questo ambito l´impegno più grande è quello di avere la capacità e la determinazione nel difendere le proprie posizioni senza mai precludersi il confronto con quelle degli altri. Tre giorni in cui Thobias ha lavorato sui banchi del Security Council - che si ricorda avere la responsabilità del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale - nella Commissione con altri Delegati della Bolivia, Cina, Egitto, Etiopia, Federazione Russa, Giappone, Stati Uniti d´America, Ucraina, con i quali ha raggiunto una posizione congiunta e che, a lavori terminati, è stata messa a votazione finale avvenuta in Assemblea Generale. Al suo ritorno dagli States, Thobias ha saggiamente raccontato la sua avventura con queste poche parole: “Un´esperienza che mi ha spalancato l´anima” .

Volley Cattolica, trionfo dell’Under 14 Nello Young Volley Challange a Cattolica da 14 al 15 aprile. Secondo posto per l’Under 12. Bel successo organizzativo

I fratelli Maurizio e Sandro Di Massimo La copertina del libro

LO SPORT - Grande successo per la seconda edizione delle fasi finali di Young Volley Challenge (Under 14 femminile da 6 squadre) e lo Young Volley Cup (Under 12 femminile con 9 squadre), il 14 e il 15 aprile tra Cattolica e Misano; evento che ha coinvolto 200 atlete. Sul gradino più alto la formazione cattolichina U14; ottimo secondo posto dall’U12 gialloblu, compagini alla prima partecipazione a questi tornei. Le cattolichine U14 hanno avuto la meglio in semifinale su Valdarninsieme; trionfando poi col Foca Masi, capolista imbattuta del proprio girone del Campionato Regionale. La gara che è stata vinta per 2325, 22-25 senza indugi, come cornice il gremito Pala Sport di Cattolica. Il percorso dell’U12 è sta-

Foto grande: Le vincitrici Under14. Piccola, Under12

to costellato di successi; dopo l’hurrà in semifinale contro Basser, le gialloblu hanno dovuto vedersela con Totalclean Nure Volley, match che si è deciso al tie break, a favore però delle ospiti. “La società Cattolica Volley è molto felice per il risultato conseguito - dice il tecnico cattolichino Barbara Bronzetti -. Abbiamo affrontato club più blasonati e le nostre giocatrici sono state davvero bravissime. L’U14 si è presentata con otto ragazze e hanno saputo giocar-

sela a denti stretti, con grande determinazione. L’U12, che è stata diretta anche da Monica Donati e Vittoria Baldi, ha fatto della difesa e del contrattacco il proprio punto di forza, senza mai abbassare la guardia. Un risultato importante, grande gioia anche per le giocatrici, a cui vanno i complimenti e un ringraziamento particolare alle famiglie, che sono state presenti e ci hanno sostenuto nonostante i vari impegni legati alle festività”. Entusiasta anche il Patron del Cattolica Volley, Matilde Imperatori: “Accogliere a Cattolica la Finale Young Volley e con essa ben quindici squadre, tra U12 e 14, seguite da una accesa tifoseria, è stato

un privilegio e un modo per far conoscere la nostra realtà pallavolistica, relativamente piccola rispetto ad altri Club, ma a quanto pare, visti i risultati ottenuti, capace di imprese notevoli. Sono stati giorni impegnativi per tutti i dirigenti del Cattolica Volley, prodigatisi a coprire il servizio di segnapunti e, in qualche caso, di arbitro. La loro efficienza ha fatto sì che tutto funzionasse a regola d’arte. È doveroso da parte mia un ringraziamento a tutti loro, per la disponibilità data e la professionalità dimostrata. Ora occhi puntati sul prosieguo dei campionati, in cui entrambe le compagini stanziano al primo gradino del podio, ad oggi imbattute”.

ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Imprese 2017. Detrazioni fiscali, novità - Come noto l’Italia è una nazione a forte rischio sismico. Per questo motivo il Governo è intervenuto effettuando una classificazione sismica dell’Italia, suddividendole in quattro categorie ed introducendo una nuova detrazione fruibile da coloro che decidono di effettuare dei lavori edili per ridurre il rischio sismico nell’arco dell’anno 2017. L’Italia è stata suddivisa in queste quattro aree. La nostra è la ZONA 2 SISMICITA’ MEDIA rientrano più di 2000 comuni (tra cui anche le province di Pesaro e Rimini). Il sisma bonus può essere applicato ad immobili abitativi, immobili delle attività produttive e condomini per cui le famiglie e le imprese che effettuano interventi di riduzione del rischio sismico di immobili situati nelle zone 1, 2, 3 (Pesaro e Rimini la 2) che permettono il passaggio da una classe inferiore di rischio potranno usufruire di una detrazione pari al 70%, se la realizzazione dei lavori permette una riduzione di due classi di rischio la detrazione sarà pari all’80%. I requisiti per accedere alla detrazione: - i lavori di adeguamento devono essere svolti dal 01/01/2017 al 31/12/2021; - gli interventi e le modifiche producano una riduzione di rischio sismico di 1 o 2 classi, maggiore è la riduzione di rischio, maggiore è l’importo della detrazione fruibile. (75% per riduzione di una classe, 80% riduzione di due classi); - gli immobili devono essere ubicati nelle zone sismiche 1, 2, 3; - la spesa massima non superi i 96.000€, in cui rientrano anche il costo per la classifica-

zione sismica. Lo sconto sisma bonus potrà essere recuperato in cinque quote annuali di pari importo. Per la classificazione degli immobili sono disponibili le linee guida del MIT, strumento fondamentale necessario per la corretta regolamentazione degli incentivi; queste suddividono in otto classi di rischio gli immobili, attribuendo ad ogni edificio una classe tramite il metodo convenzionale, applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione, consente la valutazione della classe di rischio della costruzione sia nello stato di fatto sia dopo l’intervento. Oppure utilizzando il metodo semplificato, indicato per una valutazione preliminare del rischio dei soli edifici in muratura, può essere utilizzato sia per valutazioni preliminari indicative sia per valutare la classe di rischio limitatamente agli edifici in muratura. In base al risultato di queste tipologie di classificazione sarà possibile definire la percentuale di detrazione d’imposta a cui si ha diritto, l’attestazione e le varie certificazioni devono essere effettuate da professionisti iscritti negli albi professionale, maggiori informazioni sul sito www.mit.gov.it Il sisma bonus è fruibile a partire dal 01/01/2017 al 31/12/2021, se le spese sono state effettuate entro il 31/12/2016 sarà possibile accedere ad altre agevolazioni; bonus terremoto prima casa e attività produttive oppure il bonus ristrutturazioni edili mobili. Per maggiori informazioni rivolgetevi ad un professionista. Studio commercialisti Baldassarri, Cattolica



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Una delle istituzioni dello storico luogo in pieno centro. I giovani Paolo e Luisa lo rilevano nel 1974 - Due giovanissime coppie ferme di fronte al banco vendita sono interessate a quello che un energico signore dai capelli d’argento racconta mentre affonda il suo grosso coltello in uno stupendo pezzo di lombata. Paolo Andreani mentre prepara una meravigliosa fiorentina spiega ai giovani tempi, condimenti e metodi di cottura perché quello splendido pezzo di carne mantenga nel piatto quanto promette di buono lì dietro alla vetrina del banco. Al mercato coperto di Cattolica i commercianti puntano tutto sulla qualità dei prodotti e la Macelleria Paolo, Luisa e Figlie non gioca certo al risparmio sull’offerta. Paolo è macellaio fin dalla più tenera età ed è un innamorato di una vita trovata a propria insaputa ma poi amata e mai abbandonata. Ha solo 11 anni quando il babbo lo porta a Cattolica in via Cesare Battisti e lo lascia come garzone nella macelleria di Franco Del Fattore. In quei tempi si faceva così. Comincia la sua vita di lavoro duro ma raccontato con nostalgia ed emozione. I lavori riservati al garzone erano portare l’acqua, preparare i cartoccini di carne di scarto per il cane dei clienti più importanti. Pulire. Poi

Mercato coperto, macelleria Paolo e Luisa

Inizia a fare il “bocia” da Franco Del Fattore. E’ alla quarta generazione di clienti. La qualità la stella polare

Gli Andreani-Leardini con le figlie

COMMERCIO di Claudio Casadei la promozione alla pulitura della trippa, le prime visite al mattatoio, le prima macellazioni e la comprensione della qualità della carne e le tecniche di acquisizione delle bestie da macellare. Una strada lunga quella percorsa, lungo la quale incontra Luisa, la donna della vita. Arriva il militare, poi il matrimonio e successivamente la data in cui tutto ha un nuovo inizio: 2 giugno 1974. Nel vecchio mercato coperto entrano i giovani Paolo e Luisa; non era mai successo che qualcuno dei commercianti che avevano costituito il mercato nel 1926 lasciasse il posto a gente che non fosse della propria famiglia. Giovani, pieni di energia e di voglia di futuro, gli An-

dreani-Leardini. Introducono abitudini e attrezzature sconosciute fino ad allora. Ad esempio “le ferie e il primo banco frigo del mercato coperto”, dice sorridendo orgoglioso Paolo. Oggi, dopo 43 anni di attività, è tempo di bilanci e la macelleria Paolo, Luisa e Figlie accoglie la propria clientela con una offerta vasta di

carni, di preparati pronti da cucinare e anche di succulenti cotti già pronti. Dall’album dei ricordi emergono i primi modesti incassi: 15.000 vecchie lire il primo sabato di lavoro, e la soddisfazione di vederli crescere per sperare in un futuro brillante. L’acqua ghiacciata dei secchi che spezzava la pelle delle mani di Luisa quando andava a

prenderla d’inverno, l’attesa della fine delle ristrutturazioni del nuovo Mercato Coperto, la soddisfazione di vedere il nastro tagliato dell’inaugurazione da Ekaterina; la piccola bimba bielorussa che dopo la tragedia di Chernobyl fu loro ospite desiderato e gradito. La grande paura della Mucca Pazza che abbatte le vendite e si divora i risparmi. La reazione e la soddisfazione della ripresa, il grande piacere di vedere le figlie, Michela a Laura, che entrano in negozio, portando un vento nuovo e nuovi progetti da proporre ai clienti e per ultimo l’arrivo della nipote Gaia, a completare una famiglia di commercianti innamorati del proprio lavoro. Nel frattempo il Mercato Coperto è cambiato. Certo, la giornata di Paolo comincia alle 3,30 del mattino e finisce la sera attorno alle 20, ma adesso l’ambiente non ha più le sembianze di un tempo E’ luminoso, pieno di commercianti moderni con proposte qualitative alte che qualificano quel luogo e lo aiutano a

vincere la sfida della propria sopravvivenza commerciale. E sul discorso qualità la macelleria ha il suo motivo di esistere e resistere all’attacco mai dichiarato ma reale e costante delle grandi catene di distribuzione: “Da sempre io vendo carne di produttori locali, della Valmarecchia. Dalla nascita alla macellazione, seguo i miei animali con la cura necessaria a dare alla mia clientela il prodotto migliore possibile. Ormai i macellai sono rarissimi e i clienti vecchi e nuovi li devo servire a dovere”. Ma la soddisfazione di Paolo sta in una misura del tempo segnato dalla sua gente che ama concretamente riamato. Di qua del suo banco, il tempo ha portato le tre generazioni della sua famiglia; di là del banco il tempo porta le quattro generazioni di clienti, con le bisnonne, le primissime clienti di un tempo, che spingono le carrozzine dei pronipoti già inconsapevoli clienti di chi ha nutrito nell’ordine: la bisnonna, la nonna, la mamma e gli altri famigliari a loro coetanei. È questa continuità la migliore garanzia della serietà di questo esercizio, la firma con inchiostro rosso della soddisfazione del proprio lavoro.


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Masterplan. Il Piano fondamentale presentato lo scorso 6 aprile. Patrimonio pubblico degradato

“A Cattolica non si parcheggia” - Il rinnovamento urbanistico di Cattolica è diventato, ormai da diversi anni, una irrinunciabile priorità, pertanto grande interesse accompagna il nuovo Masterplan o Piano delle linee guida, presentato alla cittadinanza il 6 aprile. Come tecnico, ho più volte lamentato come Cattolica stia vivendo da anni una regressione del proprio patrimonio urbano, e non risponda

più alle dinamiche economiche e sociali in modo innovativo. Inevitabilmente, in un luogo in cui il patrimonio pubblico degrada, anche il valore del patrimonio privato cala, innescando una inevitabile progressione al ribasso. Di qui l’importanza e la curiosità che desta il nuovo Masterplan, con una Amministrazione Comunale che si pone l’ambizioso obiettivo di aumentare - di molto - la qualità paesaggistica del nostro comune, e che promuove la bellezza quale elemento di stimolo allo sviluppo. Personalmente apprezzo molto la volontà di questa amministrazione di aver chiamato l’architetto Leon Krier ed i suoi collaboratori ad indagare le criticità del nostro territorio ed a sviluppare risposte sostenibili. L’esperienza e la competenza di Leon Krier, il suo essere indipendente da logiche di partito ed interessi economici locali, rappresenta sicuramente un punto di forza ed

“Spero che si intervenga anche su via Fiume; un nuovo centro della città grazie agli operatori” L’INTERVENTO di Terenzio Bernardi* un’ottima premessa. L’idea di demolire l’esistente mediante accordo pubblico-privato (ad esempio per realizzare una nuova piazza tra via Dante e via Perugia), non è neanche così rivoluzionaria o infattibile per Cattolica, basti pensare alla demolizione della pensione Gina su via Mazzini per collegare il Parco della Pace alla zona a mare della ferrovia. Condivisibile anche l’impegno sulle piste ciclabili, a patto che siano sicure e continue su tutto il territorio, ovvero consentano anche a chi si trova a Torconca o al Macanno di muoversi in modo coerente e comodo.

La ciclabile va progettata e studiata, vanno predisposte aree per le rastrelliere in cui poter fermare le biciclette, percorsi funzionali al raggiungimento di aree chiave (comune, stazione, etc.) ma anche percorsi piacevoli che ci portino a scoprire

Snaporaz, la sera della presentazione

una Cattolica meno nota. Non basta, aimè, tracciare una linea sull’asfalto per avere una ciclabile. L’intervento più importante – ci dicono - riguarderà il lungomare, che adesso è in uno stato di degrado e depressione assoluta. Ottimo, da tempo il dibattito sul nuovo lungomare infiamma la cittadinanza. L’idea è di sopraelevare la passeggiata a mare parallela a via Carducci portandola a 7m di larghezza, in modo che sia comoda e finalmente consenta ai pedoni la vista del mare. Tale percorso, a mio avviso, oltre ad avere un verde adeguato (le palme nella riviera romagnola non ci sono per un motivo,) deve essere sicuro e praticabile anche in quei mesi in cui le attività stagionali risultano chiuse. Ricordo che lo stesso arch. Krier nel suo primo intervento pubblico, commentan-

do il suo soggiorno cattolichino in inverno, si disse sorpreso di come, nella zona turistica completamente abbandonata, non vi fosse vandalismo. Siamo stati fortunati, siamo stati un’isola felice a lungo, adesso ben vengano interventi preventivi. Personalmente, più che sopraelevare la passeggiata ridurrei e riposizionerei il numero delle cabine (cosa che peraltro gli stessi bagnini all’interno di logiche di accorpamento e per fornire spazio a nuovi servizi hanno già cominciato a fare). Spero che il Masterplan (presentato ma non pubblicato) preveda, oltre al lungomare, un intervento su via Fiume. La via è diventata spontaneamente, grazie all’iniziativa privata, un nuovo centro per Cattolica. Con piccoli ma significativi interventi la municipalità può disciplinare e valorizzare questa crescita portando a

casa un grande risultato. Ho volutamente lasciato per ultimo il tema più spinoso. A Cattolica non si parcheggia. E, visto che le ciclabili, il verde, l’arredo urbano, se verranno realizzati, lo saranno anche a discapito di pochi (?) e preziosi parcheggi, ritengo debbano essere previsti parcheggi a destinazione mista pubblico/privata da subito, nelle aree più congestionate. Il nostro porto, il nostro lungomare per essere valorizzati devono anche essere accessibili. Parcheggiare fino a duemila macchine nell’elegante boulevard previsto adiacente alla stazione non mi sembra la soluzione. Non si può, ad esempio, dover parcheggiare in stazione per andare al porto. Tanti cattolichini hanno acquistato appartamenti senza posto auto, tanti residenti dell’entroterra non vengono al mare a Cattolica perché non trovano

facile parcheggio. Esistono modi per realizzare parcheggi multipiano senza costruire ecomostri, che consentano, ben segnalati e ben collocati, di togliere le auto dalle strade, aumentando verde e marciapiedi, realizzando piste ciclabili. Penso che se venissero realizzati più parcheggi lungo via Dante, ad esempio, sarebbe più facile per la municipalità, impedire la sosta invernale lungo la via e restituire alla collettività una passeggiata pedonale che in inverno si traduce in uno slalom tra le auto. Sarebbe la dimostrazione che la nuova piazza che si intende creare possa essere un luogo di aggregazione tutto l’anno, non solo in estate. Non credo che i parcheggi così distribuiti possano essere luoghi di degrado e di abbandono, anzi, penso potranno generare comportamenti virtuosi evitando la sosta sui marciapiedi o sulle strisce pedonali. Esistono tanti immobili da riqualificare in posizioni strategiche. Agevoliamone la riconversione in parcheggi, imponendo precisi vincoli estetico-architettonici (magari su modello del Bosco Verticale a Milano). Oggi molti cittadini non hanno alternativa alla monetizzazione del posto auto proprio perché in alcune aree non ci sono parcheggi compravendibili. Un posto auto ha costi di acquisto e manutenzione contenuti ed è un investimento anche in tempi di crisi. Lo spazio pubblico è uno strumento per costruire una società aperta e tollerante solo se si tolgono le auto dai marciapiedi. *Ingegnere in Cattolica


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Masterplan. Accolto tra le polemiche lo strumento urbanistico che dovrebbe caratterizzare il futuro

- Il 5 aprile al teatro Snaporaz, dopo molta attesa a causa anche di un precedente rinvio di data, abbiamo assistito alla presentazione del Masterplan sulla futura visione urbanistica di Cattolica da parte dell’Amministrazione 5 stelle; anche se in verità, a detta dell’assessore all’Urbanistica Battistel, la presentazione pubblica è stata antecedente al passaggio in giunta. Il percorso successivo, sempre a detta dell’assessore, non prevede osservazioni tecniche, ma solo presentazione nei quartieri, quindi passaggio in Consiglio Comunale, previa verifica con la Sovrintendenza. Come prima considerazione, ci sembra di capire che la visione urbanistica della Città di Cattolica nei prossimi 30 anni, è affidata non ad una concertazione preventiva con gli operatori economici di riferimento ed i cittadini, ma solo a plurime presentazioni al pubblico ed endoprocedimenti di tipo politico-istituzionale. Il che ci preoccuperebbe molto, se non sapessimo che il Masterplan presentato, è non solo irrealizzabile, ma contravviene a tutta l’impostazione pianificatoria della nuova legge regionale urbanistica, già deliberata dalla

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“Fantascienza urbanistica” “Non si concilia con l’indennità di esproprio che il Comune sarebbe chiamato ad erogare ai privati per gli abbattimenti suggeriti dall’architetto del piano”

La palma, un’assurdità nel paesaggio nostrano, proposta nel Masterplan

L’INTERVENTO

regione Emilia Romagna nel febbraio scorso. Lo stesso funzionario regionale, architetto Gabrielli, invitato alla presentazione, non ha potuto fare a meno di osservare che il Masterplan, come concepito, non è altro che una suggestione, che non si concilia né con l’indennità di esproprio che il Comune sarebbe chiamato ad erogare ai privati per gli abbattimenti suggeriti dall’architetto redattore del piano, Krier, né con la nuova legge urbanistica che parla di riuso e rigenerazione urbana; di consumo del suolo a saldo zero; di accordi di ampio respiro con i privati per la costruzione di ope-

re pubbliche di prioritario interesse cittadino. Non comprendiamo quale sia stata la finalità e l’obiettivo dell’attuale amministrazione nella scelta di presentare un elaborato che nasce già senza futuro; ci lascia perplessi e rammaricati il fatto di aver appreso che per l’incarico ai professionisti-redattori siano stati spesi oltre 30.000 euro, che rappresentano risorse pubbliche, che saranno vanificate dalla irrealizzabilità degli interventi prospettati , che tra l’altro

non possono neppur qualificarsi come innovativi. Infatti, la previsione di innalzamento di circa 1.50mt della carreggiata sul lungomare Rasi Spinelli, onde consentire la visione del mare, era già stata proposta dalla precedente amministrazione ed era stata oggetto di due incontri pubblici, con la presentazione del Progetto Riviera Reattiva del laboratorio di architettura dell’Università di Ferrara; e soprattutto a seguito del concorso di idee per la riqualificazione

del lungomare Rasi-Spinelli, che aveva decretato dopo ampia concertazione pubblica con questionari ed incontri, anche con il Tavolo permanente dei tecnici appartenenti agli ordini professionali, un vincitore tra i 41 Studi di architettura aderenti. Sarebbe consigliabile ed auspicabile che quel progetto venisse riesumato e si addivenisse in tempi brevi e sulla base delle linee guida prospettate , alla elaborazione di un progetto preliminare, suscettibile di essere finanziato da contributi regionali, aprendo un tavolo di concertazione pubblica con tutti gli operatori del settore e con la città. Infine, la nuova legge regionale urbanistica, tra le tante novità, prevede forti incentivi anche di tipo economico, per finanziare progetti di rigenerazione urbana e riuso del territorio, specie per le attività produttive e d’impresa.

Le amministrazioni, come Cattolica, che hanno già in adozione gli strumenti urbanistici di riferimento, in questo caso il POC, possono approvarli, specie se gli stessi già contengono norme per la rigenerazione urbana (per Cattolica il POC prevede, riguardo le strutture alberghiere obsolete e marginali, forti incentivazioni urbanistiche ed economiche). Tutto questo si può fare in tempi brevi, riuscendo così anche ad incrementare le risorse pubbliche tanto preziose, da destinare al decoro urbano, all’arredo, alla manutenzione delle vie, al restyling dei tre accessi alla Città. Tutto il resto appare francamente fantascienza urbanistica e per di più, a titolo oneroso. Cattolica merita pensieri ed azioni concrete che siano all’altezza della sua storia e della sua voglia inarrestabile di innovazione, in una nuova era urbanistica che non vuole consumare più territorio, ma usare l’esistente, e ove l’amministrazione non sia più il “regolatore” ma soprattutto il “promotore” dei processi di trasformazione, in una strategia di sviluppo condivisa tra pubblico e privato. Gruppo “In Futuro”


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Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

Donne e dintorni

Loretta Nucci e Giuseppe Ricci (Foto Fabio Borra)

Cattolica, anni ‘50. Rammendo delle reti da sarda. Da sinistra: Mario Tecchi “Biundèn”, una villeggiante, Libero Medri

Galleria comunale S. Croce

(Archivio fotografico Centro culturale polivalente Cattolica)

- Daniela Tonelli, cattolichina e un po’ sammarinese, si è costruita un mondo artistico a sua misura e somiglianza, dove la pittura incontra fotografia, scultura, musica e poesia. Un mondo dove tutto è arte. Con l’opera “Stella”, un’installazione luminosa ha rappresentato alla Biennale d’arte di Venezia la Repubblica di San Marino. Scrive di lei Monica Fabbri: “Originale, estrosa, diretta. Non si nasconde, non indossa maschere. Le sue scelte sono spesso estreme. Nella sua vita: luce ed ombra, giorno e notte. Daniela è più forte della malattia. Ha gettato la sclerosi multipla nelle sue opere, con violenza e corag-

Espongono: Daniela Tonelli e Patrizia Taddei Galleria comunale S. Croce dal 20 maggio all’11 giugno. Apertura: venerdìsabato-domenica ore 16-19 LA MOSTRA gio. Vive il dolore e lo racconta. Senza tabù”. Annamaria Bernucci racconta la sammarinese Patrizia Taddei. “A partire dagli anni ’80 inizia ad indagare temi e soggetti che guardano

la grande ‘scienza’ alchemica attraverso mezzi pittorici. L’alchimia, antico sistema filosofico che combina elementi di fisica, chimica, astrologia, arte, semiotica, medicina, affina un processo di crescita e di speculazione. Si avvicina ad iconografie come l’albero della vita e la fonte dell’acqua avviando un percorso analitico sul tema dell’uomo e le sue simbologie, denso di significati, leggendari, biblici, esoterici. ...Figure immerse in una sospensione arcaica, ribadita dalla costante di un universo femminile accostato a quello maschile, ma smarrito in una dimensione panica e remota, dove affiora il principio del bene e del male”.


Aziende informano

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Il 2016, con un utile di 3,5 milioni di euro ed un patrimonio di 78 milioni. Approvata all’unanimità l’adesione a ICCREA

L’assemblea dei soci approva il bilancio 2016

- Sabato 6 maggio alle 16, presso la Sala Conferenze della Banca di Credito Cooperativo di Gradara a Gradara, si è tenuta la 106esima Assemblea annuale dei soci per l’approvazione del bilancio 2016. La BCC di Gradara, istituto di credito che conta 2.748 soci, 20 filiali (equamente distribuite tra la provincia di Pesaro Urbino e Rimini) e 108 dipendenti, ha chiuso il 2016 in maniera molto positiva nonostante il contesto economico attuale. Gli indicatori economici, infatti, sono tutti più che soddisfacenti: utile netto 3,5 milioni di euro, raccolta 756 milioni, di euro impieghi 440 milioni di euro, patrimonio 78 milioni di euro. Nel corso dell’assemblea i soci hanno votato in merito all’adesione della BCC di Gradara al Gruppo Iccrea a seguito della riforma del Credito cooperativo in atto. <<Come ho più volte ricordato – afferma il presi-

- Una platea molto attenta e qualificata quella che venerdì 28 aprile, al Teatro della Regina di Cattolica, ha partecipato alla serata culturale con il decano del giornalismo italiano Paolo Mieli per la presentazione del suo ultimo libro: ‘In guerra col passato. Le falsificazioni della storia’. Il dibattito culturale moderato dalla giornalista Valentina Antonioli è stato organizzato dalla BCC di Gradara. “Non fidatevi della storia – dichiara il giornalista Paolo Mieli – poiché racconta bugie da millenni. Da Cicerone agli schiavi di Lincoln fino alle guerre mondiali: questo è un viaggio in 27 tappe del passato che credevamo di conoscere”. Il libro di Mieli è una ricognizione puntuale, erudita e divertita. È una rassegna bibliografica che in ogni capitolo propone un tema storico su cui credevamo di sapere tutto e presenta al lettore gli studi più re-

Bilancio positivo. Maggior attenzione al territorio e sodalizio Iccrea ECONOMIA

dente della BCC di Gradara Fausto Caldari - il Credito Cooperativo italiano è interessato da una nuova legge bancaria, che andrà in applicazione entro giugno 2018. La riforma trae origine dall’esigenza dell’Unione bancaria europea di procedere a forme di maggiore integrazione tra banche, rafforzando contestualmente la loro capitalizzazione e gli strumenti di garanzia a tutela dei depositanti. Continueremo ad essere banche locali attente alle esigenze ed ai bisogni delle imprese e delle famiglie. Banche mutualistiche e solidali quali espres-

Il presidente Caldari: “Siamo una banca solida ma siamo pronti a metterci in discussione per una riorganizzazione a livello provinciale ed interprovinciale” sione diretta del territorio nel quale operiamo. La maggior espressione delle banche sul territorio rimarranno i Soci e, come accaduto fino ad oggi, saranno i soci ad eleggere gli organi di governo delle proprie banche nel rispetto dei principi statutari e dei valori del Credito Cooperativo>>. I soci della BCC di Gradara hanno scelto il gruppo ICCREA votando la proposta all’unanimità. <<Come Banca di Gradara abbiamo ade-

rito ufficialmente alla Capo Gruppo Iccrea e l’approvazione è avvenuta all’unanimità – continua il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari - Siamo convinti che sia la scelta giusta per diversi motivi. In primis perché ICCREA è una banca solida che, oltre ad avere già la dotazione patrimoniale per essere Capogruppo (1,7 miliardi), risponde, in modo efficace, agli altri requisiti richiesti dall’Autorità competente cer-

Paolo Mieli a Cattolica per smascherare le verità del passato Caldari: “BCC di Gradara è una banca del territorio attenta alle esigenze della comunità”. Mieli: “Grazie all’istituto di credito perché la cultura contribuisce alla crescita del territorio e dei suoi cittadini” LA CULTURA

Il giornalista Paolo Mieli con il presidente Fausto Caldari

centi che ne hanno rinnovato l’interpretazione. Verre era davvero quel politico corrotto che ci presenta Cicerone? Con quali mezzi Augusto arrivò al potere? I martiri di Otranto morirono davvero per la fede? Lincoln fece davvero

Da sinistra: Claudio Marchetti (presidente del Collegio sindacale), Giovanni Lisotti (direttore generale), Fausto Caldari (presidente)

Capitolo a parte poi la questione relativa alle fusioni delle BCC nei territori. <<Tra gli obiettivi della nuova riforma, insieme alla solidità, ef-

ficienza, capacità di reperire capitali anche dall’esterno, c’è l’esigenza di un forte contenimento dei costi, di una radicale riorganizzazione del sistema Cooperativo, riducendo decisamente l’attuale numero delle BCC a livello nazionale – conclude il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari - E’ un progetto già avviato in diverse regioni, con accorpamenti ed aggregazioni tendenti al raggiungimento di economie di scala, all’ottimizzazione dei servizi, al rafforzamento dell’intero gruppo. Come BCC di Gradara, stiamo seguendo con attenzione ciò che accade intorno a noi. La nostra è una banca solida, che possiede i requisiti necessari e sufficienti per mantenere la propria autonomia, ma siamo tuttavia pronti a metterci in discussione, nell’ottica di un piano di riorganizzazione più ampio ed organico, anche a livello provinciale ed inter-provinciale>>.

la guerra per abolire la schiavitù? La Seconda Guerra Mondiale è davvero finita nel 1945? La collusione fra Stato e mafia, in Italia, è davvero una novità della Prima Repubblica? “Ringrazio la BCC di Gradara per l’iniziativa organizzata al Teatro della Regina – continua l’ex direttore de La Stampa e del Corriere della Sera Paolo Mieli – La crisi dei partiti e l’appiattimento del dibattito culturale hanno reso sempre più rare iniziative come questa. Momenti di cultura, di approfondimento che contribuiscono alla crescita di una comunità. La BCC di Gradara mostra grande attenzione a queste tematiche”. Nel suo libro Paolo Mieli propone un viaggio attraverso un passato che ogni giorno si modifica ai nostri occhi anche perché col moltiplicarsi degli studi diventa possibile uno sguardo più sfaccettato, affiorano sempre più

gli individualismi e le stonature, così evidenti quando guardiamo al mondo in cui viviamo e che quando pensiamo al passato rischiano di rimanere occultati. La verità è che il passato era come il presente: confuso, colorato e incomprensibile. E il mestiere dello storico consiste sì nel cercare di renderlo un poco più comprensibile, ma senza mai perdere di vista cosa significava viverci dentro. “Siamo felici ed onorati di aver organizzato questa iniziativa con Paolo Mieli: un decano del giornalismo italiano – commenta il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari –. Siamo una banca del territorio attenta alle esigenze della comunità. Sanità, sociale ma anche cultura. Valori che cerchiamo di interpretare e promuovere tutti i giorni nella nostra azione quotidiana”.

tificati dai Test previsti dalla Banca Europea alla cui vigilanza, Iccrea è sottoposta da 3 anni. ICCREA inoltre rappresenta una scelta di continuità e di rispetto per una realtà che come Istituto centrale nazionale, ha rappresentato in questi anni una Capogruppo di fatto già operativa, proiettata in una dimensione europea. In conclusione, credo che la legge di riforma che avrà attuazione entro giugno 2018 sarà una buona legge in grado di salvaguardare il sistema del Credito Cooperativo per come l’abbiamo conosciuto, passando da un sistema a rete all’integrazione di “Gruppo”. E’ una legge comunque preordinata a far crescere le BCC nella mutualità e nel territorio, lasciando invariati i suoi valori>>.


GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

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E’ alla terza generazione. Oggi, a innovare è Serena, laurea in Scienze dell’educazione. Appassionata di cucina e non solo

“Da Berto”, la pizza con la birra ‘la Bertina’

- “Eccole, le mie Bertine”. Sarebbero, le Bertine, Marina e le figlie Chiara e Serena. A salutarle così è un affezionato cliente, Renzo Rossi. Questa esclamazione col sorriso ha dato il nome alla prima birra artigianale gradarese: “La Bertina”. In etichetta, l’illustrazione reca tre donne che sorridono: Marina, Chiara e Serena. A disegnarla Annalisa Gennari. Uscita lo scorso 21 dicembre, primo giorno del Capricorno, la birra bionda è ad alta fermentazione, cioè che rifermenta anche in bottiglia. Tre le confezioni: in vetro da 0,33, 075 e nei fusti. L’idea è della creativa Serena Urbinati, invece la ricetta è del mastro birraio Elia Adanti. La si può degustare oltre che dalla pizzeria “da Berto”, anche ai “Prodotti tipici” di Stefania Guagneli, tra le migliori amiche di Marina. Il negozio si trova dentro le mura del borgo. Racconta Serena: “Finora il complimento più bello me lo ha fatto proprio Renzo Rossi. Mi ha detto: ‘Sei stata brava, in realtà’. La passione per la cucina mi è venuta quando mia madre ha avuto bisogno di me in pizzeria. Mi piace innovare e sperimentare nel segno però del chilometro zero. Ad esempio le verdure che mettiamo sulle pizze le compriamo a Tavullia da Claudio Signoretti; con lui ci lavora anche Marco Arduini. Entrambi erano miei compagni di scuola all’istituto agrario a Pesaro. Mi piacerebbe far loro produrre tutti i pomodori in grado di soddisfare il nostro fabbisogno annuale. Ecco il mio obiettivo è portar in tavola una pizza con tutti gli ingredienti a chilometro zero. Ad esempio ieri [20 aprile, ndr] come pizza del giorno l’abbiamo proposta con ricotta fresca,

Dallo scorso dicembre ha messo in produzione la sua birra “La Bertina”. Tutto nasce su spinta di pizzaioli napoletani al lavoro a Gradara Berto LA STORIA Serena Urbinati con la madre Marina e le loro birre

Amarcord

di Dorigo Vanzolini

Gabicce Mare, 1950. Foto ricordo a bordo del motopeschereccio “Togo”. Da sinistra: Marino Balestrieri, Tullio Baldassarri. (Centro Culturale polivalente di Cattolica)

salsiccia e carciofi. Ogni cosa era nostrana. Voglio anche ricordare che le verdure le cuciniamo io e mia madre”. Oltre alla cucina, le altre passioni di Serena, laurea in Scienze dell’educazione in tasca è l’andare alla scoperta del cibo (una predilezione per lo street food), a zonzo, per aperitivi. E studiare libri di cucina. ! Dice con una battuta: “Quando sono pigra, li faccio studiare a mia madre”. La pizzeria “da Berto” nasce nel 1962 per puro caso. Berto Moretti fa il muratore; per arrotondare andava a fare gli extra in un blasonato locale di Gradara. Incontra dei pizzaioli napoletani che gli danno la spinta: “Perché non apri una pizzeria a casa tua? Ti insegniamo noi a farla...”. Berto si butta. Apre in quella che un tempo era stata l’osteria di paese di campagna della nonna Ida Tausani. Berto era particolare. La sua divisa era contraddistinta da una camicia bianca con le maniche rimboccate. Classe 928, è scomparso nell’aprile del 2014. Quella pizza alta, dall’impasto particolare e quasi doppio rispetto alla romagnola, viene

preparato ancora oggi solo da Marina e Serena. I due pizzaioli devono solo tirare la famose palline. Serena: “Da allora l’impasto non è mai cambiato; l’innovazione è nelle nuove farine e nella digeribilità”. Negli anni però il locale è stato sempre cambiato. Due le tappe fondamentali: 25 anni ed un paio di anni fa. Nella prima, ci fu l’ampliamento dove un tempo c’era la piazza esterna. Nella seconda, sono stati rivisitati gli interni e costruita una piazza esterna riparata dai vetri. Sulla parete esterna una grande lavagna con la pizza del giorno ed altri messaggi. A progettare Patrizio Ciotti, tecnico che da anni idea locali che sono funzionali e sanno strizzare l’occhio al cliente. Serena insieme alla sorella Chiara (avvocato) fin da adolescente ha sempre dato una mano. Cinque anni fa il babbo Remo, smette di fare il pizzaiolo e torna a fare il muratore, così viene coinvolta sempre con più forza. Ora, ha una serie di progetti da concretizzare. L’obiettivo è di prestigioso. Si tratta di un valore dentro di sé che racconterà quando lo concretizzerà.


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GRADARA Lo storico “Corpo di Guardia” nel borgo di Gradara. Piadine e taglieri da racconto. Appena rivisitato. A firmare la sobria bellezza Arte Arreda

La piadina fatta a mano Interno ed esterno dello storico locale

- “Dai Luca che ti porto a mangiare una piadina con salumi e formaggi del nostro territorio a Gradara”. Luca è un milanese ospite di un amico riminese della costa. Arrivati, accomodati sotto i centenari e massicci portici, esclama: “Ma questo è uno dei luoghi più belli del mondo... E poi che cos’è stare in mezzo a tanta bella gente...”. Il bar ristoro “Corpo di Guardia” si trova in un luogo che è poesia pura: all’interno del borgo di Gradara sotto la Torre Civica. Ne è oste Tiziano Marchetti, un appassionato. Tratta i clienti col sorriso e mette loro in tavola la terra, la tradizione, la tipicità. Al giusto

prezzo. I suoi taglieri sono saporiti ed abbondanti; la sua piadina è fatta in casa. La visita a Gradara non può prescindere da un’esperienza eno-gastronomica dal fresco del suo portico e della sua pedana. Il locale era già accogliente, ma la rivisitazione crea un’atmosfera unica da vivere prima

e da raccontare agli amici. Il suo paesaggio è un salto nella storia più autentica del borgo dove si è consumata la tragedia di Paolo e Francesca, celebrata da Dante nel V Canto dell’Inferno. Tiziano è accorto al dettaglio. Ad esempio il vino viene servito in bottiglie e bicchieri di ceramica di raf-

finato artigianale. “Il Corpo di Guardia” è tradizione (ad esempio si può anche assaporare il tipico liquore di visciole (amarene) marchigiano, ma è anche attenzione. Ad esempio ci si può far cullare dalla bellezza dei mattoni gradaresi addentando un panino vegano.

Piadina e salumi da favola in uno dei portici e terrazze più belle del mondo


GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA E’ il titolo del nuovo lavoro che l’Associazione Culturale il Fortino di Gabicce Mare presenterà nei giorni del 2 e 10 giugno

La storia del Fortino tra guerra e pace LA COMUNITA’ - “Il Fortino tra guerra e pace” è il titolo del nuovo lavoro che l’Associazione Culturale il Fortino di Gabicce Mare presenterà nei giorni del 2 e 10 giugno. Due presentazioni che hanno come oggetto lo stesso tema: la storia dei fortini di guerra presenti nel territorio comunale che facevano parte della linea difensiva meglio

conosciuta come Gallia-Placidia, con una particolare attenzione per il bunker, per i gabiccesi e cattolichini il Fortino, che fino al 1990 era “spiaggiato” sotto monte, dopo l’ultima concessione balneare. E da qui partiamo per rivelare il senso delle due presentazioni pensate in momenti e luoghi diversi.

Domenico Pascuzzi, sindaco di Gabicce Mare dal 2014

Quello che resta del Fortino La presenza di un residuo di muratura rimasto dopo la demolizione del fortino, è stata l’idea principale da cui è partito il progetto; perché non raccontare a chi passeggia, soprattutto in estate, il significato di quella porzione di muro massiccio molto evidente, attraverso un pannello con la narrazione di ciò che era visibile fino al 1990 partendo dal rilievo grafico di quello che è sepolto dalla sabbia, dalla documentazione fotografica e da alcuni cenni storici. Ma lo spazio di un pannello non poteva essere suf-

ficiente per il materiale che via via è emerso e quindi la necessità di raccogliere tutta la ricerca in una pubblicazione a cui è stato dato il titolo appunto, de “ IL FORTINO TRA GUERRA E PACE”. La storia dei fortini e dei bunker della seconda guerra mondiale è molto interessante e si collega anche ai fatti storici accaduti nel nostro territorio e alla presenza della linea gotica che dall’Adriatico arrivava come sbarramento fino al Tirreno e che fu teatro di sanguinose battaglie (ricordiamo tra tutte quella di Gemmano).

Solo nel territorio di Gabicce Mare ne furono costruiti quattordici posti a difesa soprattutto della costa. Materiali che provengono dagli archivi di Pesaro, Gabicce Mare e di Fiesole con stralci di cartografia risalenti al 1945 provenienti dall’Istituto Geografico Militare di Firenze , unitamente alle numerose testimonianze di chi ha vissuto quel periodo, costituiscono l’impalcato della ricostruzione dei fatti storici narrati. Racconti e storie che si sviluppano anche oltre il periodo bellico con le testimo-

Pasqua con la Settimana cicloturistica - La sera di venerdì 21 aprile a Gabicce Mare, alla presenza del pubblico locale e dei turisti italiani e stranieri, l’Associazione del Gruppo Albergatori Multiservizi di Gabicce Mare con il suo presidente Angelo Serra e la bravissima Letizia Vincenzetti, responsabile marketing degli albergatori di Gabicce, hanno coronato una intraprendente settimana di interessante attività turistico-ricreativa con l’ausilio dell’Amministrazione Comunale e di tutti gli organismi e associazioni preposte, in occasione della 37° Settimana Cicloturistica Internazionale della Città di Gabicce Mare nella concomitanza della festa di Pasqua. E’ stata infatti una entusiasmante settimana, iniziata venerdì 14 aprile nel cinema teatro Astra di Gabicce Mare con la presentazione, il saluto delle autorità, l’illustrazione dei tracciati e quant’altro di rito. Il primo giorno della partenza del folto gruppo, è stato la mattina del 15 aprile, verso Sant’Angelo in Lizzola comune di Vallefoglia e ritorno a Gabicce, per 52 km di percorso, poi nel tardo pomeriggio e nella serata le riunioni tecniche, le proiezioni delle riprese dedicate alla giornata. Così pure nei giorni seguenti: della domenica 16 aprile a Gemmano e ritorno con 50 km e così il giorno seguente 17 aprile a Montemontanara per 77 km, mentre il martedì 18 partenza per Gallo di Petriano per un percorso di 63 km e il 20 aprile a Fano per 78 km, sempre tra andata e ritorno. L’ultimo giorno, 21 aprile, è stata la volta di Montelabbate per 55 km. Il tutto con un totale di 468 km di strada tra le verdi colline in una in-

SPORT E TURISMO GABICCE MARE di Silvio Di Giovanni teressante settimana nell’interno della provincia di Pesaro e d’intorni, alla scoperta di un magnifico entroterra, della bellezza dei paesaggi e delle verdeggianti nature, cariche dell’aria bucolica che ritempra l’animo di chi guarda, osserva, ricorda e pensa. Alla fine delle sette giornate di intensa attività il meritato coronamento: prima con una serata conviviale nell’Hotel San Marco del presidente Angelo Serra con una cena ricca di portate che mette in mostra l’arte culinaria e poi nel Cinema-Teatro Astra con la premiazione allietata dalla “Band Heart Break Hotel”, con le voci della coppia Valentina Gessaroli e Patrik Longhi, Andrea Mazzotti alla chitarra, Joe Bartolucci alla batteria ed Enrico Ricci al contrabbasso. Si sono esibiti di volta in volta accompagnando lo svolgersi della premiazione con una divertente musica dei classici del rock n’ roll anni ’50 sulla scia delle stelle di Elvis Presley. Ha partecipato il direttore della Confcommercio di Pesaro e Urbino e vice-presidente della Camera di Commercio della regione, Amerigo Varotti. Presente anche il sindaco di Gabicce Mare Domenico Pascuzzi, gli assessori: allo sport Rossana Biagioni; al Turismo Marila Girolomoni;

alle Attività produttive Sabrina Bastianelli. Ha egregiamente condotto la serata la saettante Letizia, con voce squillante, nella sua mirabile silhuette con un elegantissimo corredo di abiti da sera, che di volta in volta propiziava al pubblico che plaudiva con ammirazione. Di supporto a Letizia, traduceva in tedesco per i turisti stranieri, l’interprete poliglotta Omar Barbieri. Per l’impossibilità di essere presenti nella serata, a causa di concomitanti impegni istituzionali, sono stati ricordati e ringraziati il dottor Alessio Cesareo, Dirigente Superiore capo del Compartimento di Polizia Stradale delle Marche ed il dottor Antonio Colantuono, Comandante della Sezione della Polizia Stradale di Pesaro, per la collaborazione, con la quale, da ben 37 anni dirigono e proteggono la manifestazione. Parimenti non ha potuto essere presente il dottor Fausto Caldari, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, che è stato così ricordato e ringraziato per la

continua ed utile vicinanza di questo Istituto di Credito sempre attento a queste manifestazioni organizzate per lo sviluppo turistico. Con il ricco elenco dei premiati, sono saliti sul palco, di volta in volta, i concorrenti ciclisti giovani ed anziani e così pure i personaggi delle varie organizzazioni sportive. E’ stato premiato Varide Balsomini, quale valido personaggio dei percorsi stradali durante le corse. Il tecnico della Nazionale di Ciclismo Davide Cassani ha presentato la tratta Forlì - Gabicce Mare del Giro d’Italia, under 23, in programma il 12 giugno. Presente alla serata era anche il Presidente Regionale della Federazione Ciclistica Italiana. Per l’ospitalità concessa nelle varie tappe nell’interno della provincia sono stati calorosamente ringraziati: il Vice Sindaco di Montelabbate Nicola Magi e l’assessore al Bilancio e ai Lavori Pubblici Luca Faroni. Ringraziato l’assessore allo Sport, trasporti e cultura Mirco Calzolari del Comune di Vallefoglia ed in rappre-

sentanza della Pro Loco Sant’Angelo Gabriele Vagnini. Ringraziata l’Amministrazione Comunale di Montefelcino il Vice Sindaco Maurizio Marottesi, il Presidente della Pro Loco Cangiotti Gilberto, il Presidente dell’Associazione “a spass di vigle”. I primi dieci classificati nelle diritture degli arrivi sono stati i: 10° Ottobrunn – 9° Hungen – 8° Atv Hochstadt – 7° Brontolo Bike – 6° Mainaschaff – 5° SG Volkratshafen – 4° Forice 89 Dachau – 3° (team Pontoni) – 2° (GS Trabattoni) – 1° (VC Vindonissa). Con raffinato gusto per i casi curiosi sono stati premiati alcuni insoliti personaggi quali: il più anziano dei concorrenti maschili Paolino Grandis di 81 anni e la più anziana Wittmann Gaby di 73 anni; il più giovane di 16 anni Brian De Palma, che ha partecipato a tutte le gare tranne quella di Petriano ed ha fatto anche la Granfondo; il più giovane nato in aprile 2006, Kaspar Luis che ha partecipato a tre gare; - il ciclista più brontolone Secondo Casonato

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nianze recenti della gioventù che ha vissuto la presenza del “fortino sotto monte” nei modi più disparati e divertenti. E così data la varietà descrittiva dell’argomento, si è pensato di inaugurare Venerdì 2 giugno alle ore 16 nella spiaggia dopo i bagni 45 di Gabicce Mare lo svelamento del pannello alla presenza dell’amministrazione comunale, che ha patrocinato l’iniziativa e sabato 10 giugno alle ore 18.00 nella scenografica piazza Giardini Unità d’Italia di presentare il libro IL FORTINO TRA GUERRA E PACE. Accompagneranno la narrazione del libro alcuni studiosi dei sistemi difensivi della seconda guerra mondiale che ci hanno supportato in alcune parti del lavoro. Con questa iniziativa vorremmo inaugurare l’ ambizioso progetto de I QUADERNI DEL FORTINO, ovvero una successione di piccole pubblicazioni su vari argomenti e narrazioni storiche del nostro territorio. Per maggiori dettagli potete scrivere all’indirizzo mail: associazioneculturaleilfortino@gmail.com oppure seguire le notizie sulla nostra pagina Fb. Associazione culturale Il Fortino

del gruppo Trabattoni. Durante la serata è stata pure evidenziata, tra le specialità e delizie delle nostre terre la famosa piadina marchigiano-romagnola che senza dubbio è, nella sua semplicità di contenuto e di preparazione, il più bello e gradevole esempio di ciò che sanno fare le nostre terre ed allo scopo è stata esaltata la gabiccese Federica del chiosco di piazzale del Turismo, quale esempio di sapienza preparatoria e divulgativa. La gentile ed amabile persona Angelo Serra ha consegnato un dono-ricordo a Simona Magnini, vedova del compianto ciclista Massimiliano Capanna che l’11 settembre scorso, nel giorno del suo compleanno, perdeva tragicamente la vita in sella alla sua inseparabile bicicletta in una corsa di allenamento a Corinaldo in gruppo con altri compagni, vittima di un investimento automobilistico. Oltre alla sua giovane compagna di vita, ha lasciato due bimbe in tenera età: Giulia e Gloria di cui quest’ultima, di soli 8 anni, è la maggiore ed è una splendida bimba intelligente, bella, buona ed affettuosa e nella serata del 21 aprile era con la mamma sia all’Hotel San Marco che nel teatro-cinema Astra. Purtroppo, la poca considerazione che in generale ha chi è alla guida di autoveicoli verso i ciclisti fa annoverare incidenti di questo tipo, come lo è stato il 22 aprile, di cui è stato vittima il campione Michele Scarponi, investito a Filottrano, Ancona. Chi è alla guida di autoveicoli dovrebbe prestare più attenzione e rispetto della segnaletica stradale e tenere maggiormente conto dei pedoni e dei ciclisti che sono gli utenti più deboli della strada.



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Dal 3 al 30 giugno. L’architetto porta una serie di opere fatte a penna biro che sanno raccontare bellezza

Davide Clementi, ritratti in mostra In un negozio in via XX Settembre, la via principale del borgo ARTE

- A Pesaro, sui banchi del liceo Davide Clementi, insieme all’amico pesarese Gabriele (morto giovane), si divertiva a disegnare. Qualunque cosa. Grazie a Daniele frequenta lo studio di un noto pittore pesarese, Nino Caffè. Naturalmente, Davide bazzica anche l’atelier di Mario Magnanelli, il pittore marignanese per antonomasia. Partecipa anche alle sagre di paese con piccole cose. Aveva, Davide, un talento straordinario e gli sarebbe piaciuto fare l’Accademia. Ma insegnanti e genitori, data la sua bravura (l’arte è bellissima ma è meglio farla fare agli altri), lo convincono, “dolcemente”,

Un giovane Davide Clementi ed un suo ritratto a biro

a iscriversi ad architettura. Tra le sue tante opere, si ricordano soltanto la sistemazione a scuola dell’area dell’ex fornace, lo stadio del nuoto ed un blocco residenziale in viale Massaua, tutte a Riccione. Davide lascia sotto la cenere del lavoro e della vita per decenni la passione. La riscopre soltanto nel 2011. Racconta: “C’era in me l’esigenza di fermare il tempo. Ero nel giro del lavoro forsennato. Se gli

dai retta lavoreresti sempre, anche la domenica. Inizio a riflettere che non va, che si possa vivere anche diversamente. Leggo il libro di un ex manager, Simone Perotti, “Scalare la marcia”, che per ritrovarsi opta per la vela, riducendo le sue esigenze. Il suo consumismo”. “Così ho fatto anch’io - continua Clementi -. Ho ridotto le pubbliche relazioni, ho scoperto l’orto, il fare con

le miei mani. Mi rendo conto che sappiamo tutto del nostro lavoro e poco, o nulla, del resto. Insomma, non sappiamo più fare niente. Per vedere le cose, poi bisogna rallentare. Andare piano. Il famoso eleggio della lentezza”. Partendo da queste riflessioni, l’architetto Davide Clementi prende un foglio bianco e con la sua biro inizia ad imbrattarlo di sentimenti. Gli piacciano i ritratti, ma non

disdegna neppure le marine ed i paesaggi. Se l’arte è illusione affermava il raffinato critico inglese Ernest Gombrich, quella del marignanese lo è appieno. In questi anni ha fatto piccole mostre a San Giovanni, Riccione, Gabicce Mare. L’arte non si racconta, si vede. Dunque chi volesse, può farlo dal 3 al 30 giugno. Basta andare nel borgo di San Giovanni, in un negozio ci sono le sue opere. Clementi: “Dopo un intenso lavoro sul colore ad

olio, alcuni anni passati ad approfondire tematiche paesaggistiche con particolare attenzione al tema dell’acqua, ho sentito la necessità di indagare la figura umana, in particolare il ritratto. Ho incominciato allora ad affrontare questo tema sempre con il colore ad olio in piccoli e medi formati, 20 x 30, 40 x 50. Mi sono reso conto che, diversamente dal paesaggio, dove il disegno si limita a poche linee prospettiche fondamentali, in questo caso il disegno appariva sempre più importante e necessario alla resa finale del lavoro. Quando ho aperto questo blog ho previsto nella sezione “artistica” due pagine, una dedicata ai dipinti ed una ai disegni. Mentre la sezione dipinti si è andava nel tempo arricchendo mi sono accorto che non avevo disegni da caricare e la relativa pagina era rimasta ferma ai pochi “brutali” schizzi dell’epoca del liceo. Lacuna che intendevo assolutamente colmare ma non semplicemente per riempire la pagina ma perché ne avvertivo l’urgenza di riprendere a disegnare con continuità (...)

11. codirosso spazzacamino

- La leggerezza secondo il grandissimo scrittore Italo Calvino è il volo dell’uccello e non la piuma che è pesantissima e che plana lentamente, come si legge in quel capolavoro mondiale delle “Lezioni americane”. Il codirosso spazzacamino si adatta benissimo all’habitat dell’uomo; si può vedere ovunque: città come piccoli paesi, periferie e zone industriali. E’ diffidente, ma ha il coraggio di accettare il cibo dalle persone. Ama cibarsi di invertebrati, ma d’inverno opta anche per bacche e piccoli frutti. Se frequenta le spiagge, si nutre anche di piccoli crostacei. L’animale è monogamo, con nidi fatti nelle rocce e nelle cavità delle abitazioni. L’incubazione dura circa 15 giorni ed è la femmina a tenere caldo il nido. Il piccolo uccello si trova in tutt’Europa, in quella meridionale è stanziale. In Italia, d’inverno, si sposta verso le zone di pianure, scendendo dalle montagne. L’autore di questa rubrica, al’XI appuntamento, è Giuseppe Bucci. Da anni racconta la flora e la fauna della Valconca (e non solo) attraverso il clic di un apparecchio fotografico. Ne è un esperto sia per una naturale vicinanza all’ambiente, sia per la fotografia. Compra cibo adatto ai volatili selvatici e lo distribuisce. Dice: “Nella caccia fotografica non c’è nulla di scontato. Ci vuole pazienza ed un pizzico di fortuna, come nella vita”.



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Dalle Regione 50mila euro per la promozione ed iniziative di web marketing

Commercio, azioni per potenziarlo

CULTURA

Città della poesia Tornerà il caldo Quelli del progetto di poesia

- “Tornerà il caldo” è stato il secondo appuntamento della rassegna “San Giovanni in Marignano, Città della Poesia”, mercoledì 10 maggio, al teatro Massari. Rassegna di Poesia e Musica ideata e curata da Luca Nicoletti, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco, dopo la grande partecipazione e il successo della prima serata, lo scorso 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, sono saliti sul palco grandi nomi della poesia italiana contemporanea: Roberto Galaverni, saggista e critico di culto, nonché prestigiosa firma delle pagine culturali del Corriere della Sera, da alcuni anni di stanza a Berlino. Ha introdotto i poeti Giancarlo Pontiggia (poeta, saggista, autore teatrale, traduttore di poesia dal francese), Luigia

Sorrentino (poetessa, giornalista di Rainews 24, ideatrice e conduttrice di programmi culturali, dirige il primo blog della RAI dedicato alla poesia: http://poesia.blog.rainews.it), Andrea Gibellini (poeta, saggista, Premio Montale per la poesia 2001) e Luca Nicoletti (terzo premio Città di Marineo 2015; rosa finalisti Premio Pascoli 2015 e al Premio Città di Acqui Terme 2016), chiamati a leggere loro inediti e poesie pubblicate. Le letture si sono alternate alle straordinarie esecuzioni musicali del Duo Barrique: Tiziano Paganelli alla fisarmonica e Gioele Sindona al violino eseguiranno brani di grande suggestione, da Yann Tiersen, con variazioni sul tema da “Il favoloso mondo di Amélie”, a Goran Bregović e altri.

Ai commercianti tre corsi: trattare col cliente, vetrine e marketing web. Marchio: “Granaio dei Malatesta. Commercio e tradizione

Rappresentanti dei commercianti ed amministratori

ECONOMIA - “Interventi nel settore del commercio per la promozione di attività, azioni e iniziative di marketing per il centro storico marignanese, centro commerciale naturale”. Dalla Regione Emilia romagna contributo per 50mila euro. Le azioni hanno previsto negli scorsi mesi la redazione di un questionario sulle attività economiche, cui sono seguiti tre corsi: “Trattare con il cliente”, “Vetrinista” e “Marketing web”, tutti gratuiti per gli operatori marignanesi. Sono stati realizzati inoltre eventi nel periodo natalizio, per la promozione delle attività economiche del centro. Ora si sta procedendo alla

riqualificazione del borgo attraverso la redazione del piano dei parcheggi del centro storico, che verranno resi più visibili anche grazie ad interventi sulla viabilità, in corso di programmazione. A livello comunicativo, è stato creato il marchio “Granaio Malatesta. Commercio e tradizione” che prevede un logo ed un sito. Il logo vuole trasmettere l’identità di San Giovanni ed il riferimento al centro storico, riproducendo la torre dell’orologio simbolo del paese, ma anche fare riferimento alla tradizione contadina, che è da sempre la vocazione

marignanese, con le spighe che immediatamente identificano il Granaio di malatestiana memoria. È inoltre in corso di predisposizione il sito internet granaiomalatesta.it e granaiomalatesta.com, quale contenitore degli operatori economici marignanesi, delle attività ricettive, nonché vetrina per i principali eventi marignanesi. Le azioni vengono pianificate da un tavolo tecnico composto dalle associazioni di categoria, funzionari comunali, assessore alle Attività Economiche ed associazione commerciale Granaio dei Ma-

latesta. L’assessore Nicola Gabellini richiama l’importanza del lavoro comune tra amministrazione e categorie economiche per la riqualificazione e il rilancio: “Grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione e al cofinanziamento del nostro Comune, siamo riusciti ad organizzare un percorso che nei prossimi anni esprimerà appieno i propri frutti. Fortunatamente a San Giovanni è presente un’importante realtà associativa, che si è subito resa disponibile ad affiancare l’amministrazione e le associazioni di categoria nella definizione degli obiettivi da raggiungere e nella prosecuzione delle iniziative messe in campo. In tempi difficili come questi, sicuramente il vero valore aggiunto è la coesione. Poter contare su un’associazione radicata e rappresentativa sono certo farà la differenza per il raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati”.


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MORCIANO

Hanno appena pubblicato il terzo cd. Dalle cover alla loro musica. Tutti ventenni ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Elezioni - Il democristiano Giorgio Ciotti, sin-

daco di centro-destra dal 1999 al 2014, è stato il primo a presentare la sua lista, “Morciano Viva”. Ha fatto un questionario per lanciarsi. Poi ha iniziato gli incontri su tutti i tavoli della politica morcianese, eccetto con il M5S. Ha dato dimostrazione di scaltrezza, tempismo e cinismo. Il Pd con lui dorme pensieri tranquilli...

Elezioni1 -

Dopo le “bufale” e le litigate su Leonardo Mariani, Fabio (Fabione per gli amici) Amadei, il M5S ha scelto Guido Ripa candidato a sindaco. Il suo nome è uscito dallo strano bussolotto della politica del Movimento; cosa che ha spaccato e sfilacciato il gruppo. Che dire? E’ il bello della strana politica in salsa italica...

Elezioni2 - Il Pd è in piacevole confusione. Ha

fatto molti incontri, infarciti di non meno vaghe discussioni e (sane?) contrapposizioni. Fino alla sera del 10 maggio ancora non aveva scelto il suo candidato a sindaco. Aveva intrattenuto sterili scambi anche con Ciotti. Un partito storico e forte dovrebbe dare segnali di ferme e precise scelte. Tuttavia tali abitudini levantine si portano avanti da quasi un trentennio... Dal suo vecchio e stanco tritacarne sembra che alla fine il nome pacificatore sia quello di Evi Giannei: la prima volta di una donna. A chi giova?...

Elezioni3 -

“Allora Mario, fa l’allenza con Ciotti?”. “Te tsì mat. Mai e poi mai”, è la replica con gli occhioni spalancati di un molto di più di un accalorato Mario Garattoni. “Io ci gioco una pizza, che lei la potrebbe anche fare l’alleanza...”. “Va bene, ci sto”. Mario ha perso la pizza... PERSONE

Ironsides, musica nel sangue GIOVANI - I 4 ragazzi dei The Ironsides fanno sul serio. Nascono a Morciano e da 5 anni suonano e stanno piano piano allargando gli orizzonti. Band alquanto estrosa, anche se agli inizi era più commerciale. Lo schieramento, tutto ventenne: Giacomo Mazzuca (frontman e voce), Andrea Menini (chitarra e cori), Matteo Cecchini (basso e cori) e Eugenio Borgia (batteria). Giacomo, a quando l’uscita del vostro ultimo cd? “Siamo entusiasti, abbiamo lavorato al disco 6 mesi. Siamo andati nelle Marche a registrare, per la precisione al Maui Garage Project Studio di Montemarciano. Abbiamo cambiato rotta, perché le 7 canzoni che lo compongono rientrano in un genere

che non esiste, nel senso che abbiamo unito musica strumentale alternative rock ad una parte vocale trap (una devianza del rap). Per scelta vogliamo essere slegati da etichette musicali. #Rumore è stato pubblicato il 15 aprile e sarà il nostro terzo cd, dopo quelli del 2013 e 2015.” Immagino siate attivi sui social… “Abbiamo un canale You

Tube, Ironsides Morciano, la pagina Facebook e siamo anche fra gli artisti ascoltati su Spotify. Stiamo al passo con i tempi e sappiamo che certe vetrine non possiamo farcele scappare. Su You Tube infatti è già presente il video del primo singolo estratto What the funk?!, che è stato girato nel nostro studio da Francesca Amati di Pesaro. Ma non ci fermiamo qui, abbiamo in mente

di produrre un video per ogni canzone del nuovo cd.” Quindi avete uno studio tutto vostro? “Proprio così, lo spazio nel quale creiamo musica è stato realizzato recentemente. La consideriamo una forma primitiva di ciò che diventerà in futuro, crescerà insieme a noi. Suoniamo insieme dal 2012 e di strada ne abbiamo percorsa. Nel 2014 abbiamo perso un componente, Mattia Marcucci, per motivi lavorativi. Siamo partiti da cover pop rock e ora siamo totalmente altro, in continuo cambiamento.” Concerti indelebili? “Siamo stati a Milano al Campus Band di Rtl 102.5, a Fermo, a Senigallia e a breve ci esibiremo ad Arezzo al Wave Festival. Con calma speriamo di farci strada, il tragitto ci sta entusiasmando, chissà dove ci porterà.” Tommaso Mazzuca

Zanca, dal 1952 prodotti per agricoltura e giardinaggio Scesero da Montefiore. Sono alla quarta generazione STORIE di Tommaso Mazzuca

Vannucci mentre pulisce il monumento dell’Avis, opera di Umberto Corsucci

Pulisce con lo straccio il monumento dell’Avis

- Giuseppe Vannucci è signore in pensione. E’ stato immortalato ai primi di maggio mentre pulisce il monumento dell’Avis al donatore, opera di Umberto Corsucci. Chi ha scattato l’istantanea scrive: “Sono amico di famiglia e guarda se ti esce uno spazietto. Il suo cuore è di una bellezza commovente... Tipica dei vecchi morcianesi. Non mi salgono altre parole”. c. b.

- A Morciano è dal 1952 che in via Colombari, 55 si vendono prodotti per l’agricoltura, il giardinaggio e il pet food (animali). Dietro c’è la famiglia Zanca da almeno quattro generazioni, conosciuta in tutta Morciano e la Valconca. I titolari di Zanca & C. sono padre, zia e figlio: Stefano, Roberta e Matteo. Punto di riferimento, si trova nel centro del paese, di fronte alla biblioteca, anche se storicamente si trovava a Montefiore. Matteo è l’indiziato a continuare l’attività negli anni a venire. 65 anni di storia, mica noccioline… “Il mio bisnonno, Primo, aveva il classico negozio di paese nel quale si poteva trovare ogni cosa, una bottega di fiducia per molti. Correva l’anno 1952 quando decise di spostare l’attività da Montefiore a Morciano, specializzandosi in vendita di prodotti per l’agricoltura. Nel dopoguerra avere la terra e vivere grazie ad essa

La famiglia Zanca. Da sinistra: Matteo, Roberta e Stefano era normale: con le innovazioni tecnologiche come i trattori e i concimi gli agricoltori lavoravano e non poco.” In tutti questi anni vi sarete succeduti o alternati in tanti… “Al fianco di Primo iniziò a lavorare il più giovane dei figli, Giuseppe, mio nonno; era appena diciottenne. Si passa poi al 1986, quando si misero all’opera mio padre Stefano e successivamente mia zia Roberta. Il mio ingresso è storia recente, l’anno era il 2008, quando avevo vent’anni.” Quali sono stati gli anni migliori? “Chiaramente il momento del boom economico dalla fine degli anni ‘60 fino ai ‘90. Era un periodo in cui si lavorava a ritmi serrati. Adesso è diverso, ma non ci lamentiamo affatto,

perché anche se oggi la terra non è certo la fonte primaria, restano tanti i piccoli hobbisti che vengono da noi.” La ricetta per restare aperti così tanto tempo? “Negli anni penso di poter dire che ci siamo distinti per serietà e disponibilità. I clienti trovano qualità e assortimento. Chi coltiva, chi deve curare il proprio giardino e chi ha animali da sfamare, ha grande fiducia in noi e per questo continua a venirci a trovare.” Quali sono i prodotti più gettonati? “Siamo nati come negozio esclusivamente rivolto all’agricoltura e solo negli ultimi 30 anni c’è stato un aumento nella vendita di prodotti per animali d’affezione e di quelli per giardini e balconi. Ci tengo a sottolineare il fatto che la nostra

clientela va da Riccione-Cattolica fino alle colline di Mondaino, Tavoleto e Casinina.” Che cosa chiedere all’amministrazione comunale? “Secondo me, l’importante sarebbe mettere nelle giuste condizioni chi ha voglia di lavorare, senza che si senta schiacciato dalla burocrazia e dai suoi vincoli. Chi legifera, sia a livello locale, sia più ad ampio raggio, è troppo lontano dal mondo del lavoro.” Zanca & C. dal 1952 a? “Io sono il più giovane, ma ho intenzioni serie. Quando verrà il momento, sono certo che prenderò in mano il negozio in prima persona, perché amo il mio lavoro e mi alletta, oltre che mi inorgoglisce, l’idea di poter continuare con la stessa passione ciò che il mio bisnonno ha iniziato.”


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L’architetto Mario Battelli interviene sul “nuovo progetto” Ghigi. Propone auditorium e biblioteca al piano terra ALLEGRO MA NON TROPPO

Vivere... che lavoro

- Tanto intenti a cercare di soddisfare le necessità materiali nostre e di coloro a cui teniamo, ma ci rimane davvero tempo per appagare le nostre ambizioni? O quantomeno iniziare ad imboccare il sentiero che ci poterà a guardare chiaramente i nostri desideri? I nostri desideri... cosa vogliamo davvero? L’unica moneta che davvero conta e che ci viene continuamente sottratta, è il tempo. Ho cominciato da un po’ a chiedermi se davvero questa felicità esista, o se già solo per il fatto che c’è lo si domanda, questo non fa nient’altro che spingercela più lontano. Quindi penso che la felicità sia dunque solo un costrutto, un’idealizzazione che deve solo nascere nella mente senza esserne manipolata per poter vivere, prendere corpo e realizzarsi. Certo, d’istinto verrebbe da affermare: “Quanti paroloni, quante seghe mentali”. A volte, come tutti, sono portato a pensarlo: del resto basta star bene di salute noi, i nostri cari, i nostri amici e conoscenti. Riuscire ad ottenere questo dono il più a lungo possibile nella vita dovrebbe bastare per farci ammettere di aver tagliato questo arduo traguardo e di aver finalmente sfamato l’insaziabile belva della soddisfazione/felicità. Riducendo questa considerazione sul piano personale, ultimamente posso ammettere che è molto più facile trovare pace: da poco una nuova sfida fisica mi si è parata davanti ... Delle ernie sacrali . Da una certa prospettiva la comparsa di certi nemici personali è una benedizione, uccide dannose astrazioni, concentrando le energie su ciò che pretende e merita più attenzione. Si, tutto avrebbe anche diritto d’essere visto nel suo insieme, una visione a grandangolo del panorama più ampio: il motivo principe della nostra esistenza, diverso per ognuno di noi, che dovrebbe trainarci e guidarci, noi, povere formiche smarrite. Ognuno di noi, questo il verbo sostenuto da molti credo, se volessimo considerarci come specie, dovrebbe combattere le forze del male

votate alla distruzione, ognuno con i propri mezzi e doni naturali per cercare di conseguire la più alta forma di bene concepibile: l’armonia del genere umano. Ora, quest’ultimo paragrafo mi sembra davvero un sunto dei più bei libri di favole. Ovviamente a uno come me che si è sempre riconosciuto nel termine idealista, certo farei di tutto per riuscire a vedere l’alba di quel giorno. Purtroppo però mi rivedo anche nella parola realista, che tristemente si contrappone alla precedente. Perché sono convinto non solo per scelta ma anche per necessità che l’uomo si vede costretto, soffocato, oppresso nel vedersi come singolo, o quantomeno non più grande dell’unità famigliare. Piccoli branchi che affrontano la propria quotidianità, gioie e avversità per sopravvivere nella personalizzata versione di giungla urbana. Certo come risultato in parte accidentale in parte volontario di tutto ciò ne deriva anche il caos/benessere collettivo, ma ripeto questo deve essere vita come conseguenza accidentale, in quanto risultanza delle singole necessità-volontà individuali. È proprio a questo punto che mi viene da soffermarmi su uno dei concetti a mio parere più paradossali della società economica moderna: la vita lavorativa. Ben inteso, sono ben consapevole e favorevole che ogni ape o formica dia il proprio personale contributo all’andamento dell’alveare o formicaio che sia, anche se questo alla fine dovesse rivelarsi più realisticamente il piccolo branco di lupi di cui sopra. Bene, anzi male, il paradosso esistenziale a cui accennavo prima è tristemente noto a tutti o quasi: lavoriamo per procurarci i mezzi economici indispensabili per una vita onesta nel rispetto delle libertà altrui, (sempre che il nostro io sia proteso in quella direzione) , e quella vita per cui lottiamo e ci sacrifichiamo viene costantemente e metodicamente prosciugata proprio di quel liquido essenziale per la cui difesa tanto ci danniamo: il tempo. Cuccumeo

Ghigi, l’infinita odissea Appello ai futuri amministratori per una netta presa di posizione sull’ultimo “nuovo progetto” proposte e soluzioni urbanistiche condivise L’INTERVENTO di Mario Battelli* - Sull’Ape di marzo l’architetto Diversi ha presentato l’ennesimo “nuovo progetto Ghigi” che prevede lo spostamento della biblioteca dalla sede attuale (l’ex Scuola elementare di via Pascoli) al primo piano del Blocco B su via Marconi. Sostiene Diversi che così sarebbe anche risolto il problema del collegamento con l’AUDITORIUM (e della infelice ubicazione al primo piano del Blocco A sul tetto del Supermercato) “…scavalcando via Colombari con un gradevole ponticello”. Mi sembra una soluzione improponibile che peggiora la fruibilità di entrambe le strutture e che addosserebbe per sempre al Comune l’onere della manutenzione della “piastra” - 4000 mq di copertura – nonché di scale e ascensori per raggiungere i 7 metri di quota del primo piano. Mi auguro che questo progetto non sia stato approvato visto che pochi mesi fa il Consiglio comunale, sottolineando l’infelice ubicazione dell’Auditorium,

ne aveva votato all’unanimità lo stralcio dal progetto e la sua monetizzazione (andrebbe per la verità sottolineata anche l’incoerenza di quella delibera visto che farebbe così sparire anche l’ultimo brandello di “interesse pubblico “dal Progetto GHIGI). In realtà, l’interesse pubblico è quello di ubicare al piano terra, al posto del magazzino merci, l’Auditorium (o meglio una sala POLIVALENTE anche di soli 450 mq) a fianco e in sinergia con la BIBLIOTECA. I vantaggi sono talmente evidenti da diventare una proposta obbligata nei programmi di tutti i candidati a sindaco! Se poi, come suggerito da me e dall’architetto Agostini fin dal 2012 (con la pubblicazione di vari articoli e con una Osservazione al P U A respinta senza discussione e motivazioni così come le altre 60!), si spostassero i negozi e la GALLERIA a nord (in prosecuzione della parallela a

via Crispi ) e il Supermercato col MAGAZZINO MERCI a sud (verso il “Melograno”) si avrebbero ulteriori vantaggi anche per la CONAD: - si eliminerebbe l’attraversamento dei camion all’interno del centro storico e dell’area commerciale che potrebbe essere tutta pedonalizzata; - si creerebbe un percorso di grande pregio urbanistico e commerciale, lungo il perimetro del centro storico, costituito dalla Galleria e dalla parallela a via Crispi capace di “collegare sinergicamente” ed “aprire” il nuovo centro commerciale ai “vecchi” negozi secondo lo slogan: Morciano città mercato. Occorre anche CONDIVIDERE con i commercianti e gli operatori economici morcianesi questa visione e questo assetto urbanistico magari ripristinando clausole di prelazione a favore dei commercianti morcianesi per acquisto o affitto di una signifi-

cativa quota delle superfici commerciali in progetto. Soluzioni condivise andranno anche ricercate (e non solo coi commercianti) per un PIANO del centro storico che possa coniugare la tutela degli edifici e delle facciate fronteggianti le strade con una intelligente ricucitura e riorganizzazione delle fronti e delle corti interne unitamente alla conservazione di quei manufatti funzionalmente ormai consolidati. All’interno del Centro storico andrà perimetrata la parte più antica (fino a via Marconi-Municipio-via Borgo Mazzini ) da assoggettare a specifiche modalità di tutela e interventi soggetti a N.O. della Soprintendenza. Questo strumento è di vitale importanza perché Restauro, Recupero e Ristrutturazione rappresenteranno nei prossimi 10 anni un settore cruciale dell’EDILIZIA a Morciano. *Architetto in Morciano



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Formalizzato lo scorso 20 aprile. Lo presiede Andrea Montanari. Già al lavoro per Natale

“Commerciamo”, nasce il consorzio per rilanciare la capitale della Valconca - Si chiama “Commerciamo”. E’ il neonato consorzio di commercianti nato lo scorso 20 aprile davanti al notaio Di Taranto. Composto da una trentina di soci, lo presiede Andrea Montanari, titolare del ristorante “Falsariga” ed ha propositi ambiziosi: rilanciare il commercio morcianese, ma prima ancora l’orgoglio della capitale della Valconca. Argomenta Montanari, riccionese doc: “Il nostro intento è far rivivere Morciano come centro di un certo tipo; secondo momento è quello di riportare la gente per le nostre strade. Per cercare di concretizzare i due obiettivi dobbiamo confezionare eventi di qualità. Siamo appena partiti, ma siamo già proiettati verso il prossimo Natale, dopo la negativa esperienza dello scorso anno, come ben sappiamo”. “Come neonato consorzio - continua Montanari, cuoco con trascorsi al Grand Hotel di Rimini, responsabile del ristorante in spiaggia e all’albergo

PERSONE

Montanari: “Abbiamo grandi potenzialità se facciamo squadra. In ottobre Wonderland, evento per famiglie e bambini”. Quota annuale 600 euro

Consiglio, donne a maggioranza - Il consiglio è composto a maggioranza da donne. Insieme al presidente Andrea Montanari, Andrea Magnani (vice), Lorenza Giumetta, Michela Ottaviani, Paola Avanzolini, Enrica Magnani, Valentina Verdirame, Francesca Cerilli, Antonietta Marcaccini.

COMUNITA’

‘Corallo’ a Riccione - abbiamo pensato ad un grande evento per il prossimo ottobre. Lo abbiamo chiamato ‘Morciano Wonderland’ ed è dedicato alle famiglie ed ai bambini. Il tema è la ‘Regina di cuori’ e lo sta progettando il direttore artistico Valentina Villa. Per realizzare i progetti abbiamo una quota consortile di 600 euro. Tutto quello che vogliamo fare ha bisogno anche del sostegno del Comune di Morciano.

Andrea Montanari, presidente del neonato consorzio di commercianti Senza la pubblica amministrazione non si parte neanche. Tornando a Natale, una collaborazione importante la potremmo avere con il mercato del giovedì. L’intento è di creare manifestazioni per un mese”. “Potenzialemente - rimarca Montanari - Morciano

avrebbe carte altissime da giocarsi. E’ una delle poche realtà dove la maggioranza dei titolari dei muri, esercitano anche. Insomma, è un’imprenditorialità ancora familiare che potrebbe permettere investimenti importanti. Bisogna, come in tutte le cose solo unire ed organizzare con passione. Non bisogna pen-

sare che il mio giardino è il più bello... Credo che tutti noi dobbiamo vedere l’insieme e non più il singolo. Se riusciremo ad essere un’unità, potremmo arrivare molto lontano. Insieme, dobbiamo dare un motivo valido a chi sta fuori di venire a passeggiare a Morciano”. A chi gli chiede, quali

sono le debolezze degli ultimi tempi, argomenta: “Da uno che lavora qui solo da un anno, penso che la debolezza di una città dal fascino forte sia il marciare in ordine sparso. Fare le cose in gruppo vuol dire sprigionare energie che mettono in moto pensieri positivi e belli. E la bellezza ti porta lontano”.

Addio a Chriet Titulaer, il Piero Angela olandese

Gobetti-De Gasperi, premio giornalistico per studenti GIOVANI - Gli studenti dell’Isiss Gobetti – De Gasperi di Morciano sono tra i vincitori del premio nazionale per il miglior giornalino scolastico. La testata si chiama “Gump” ed è coordinata dal prof Giuseppe Vanni e da dieci giovani giornalisti; si è riconfermato per la quinta volta tra i vincitori del concorso nazionale, sezione scuole medie superiori indetto, anche quest’anno, dall’Istituto Comprensivo di Manocalzati in provincia di Avellino, in ricordo del dirigente didattico, Carmine Scianguetta. Il giornale del Gobetti-De Gasperi è una realtà consolidata all’interno della scuola e del tessuto sociale morcianese: fondato nel settembre 2009, “Gump” (in origine Ape dell’Isiss, in onore della centenaria testata) da allora è sempre uscito regolarmente con cadenza quadrimestrale (è

Alcuni studenti-redattori possibile scaricare tutti i numeri in formato pdf dal sito della scuola www.isissmorciano.gov.it ). Tanti i temi trattati e i personaggi intervistati in questi anni, dal poeta Umberto Piersanti, al musicista Pippo Pollina, dal giornalista Gabriele del Grande alla senatrice Daria Bonfietti (presidente associazione familiari vittime di Ustica), per citarne alcuni. Il premio si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica; ha il

patrocinio del ministero della Pubblica istruzione, dell’Ordine nazionale dei giornalisti, della Regione Campania, del quotidiano “il Mattino”. La valutazione è stata effettuata, inizialmente, da una commissione ad un primo livello di selezione; successivamente da una giuria composta da giornalisti della stampa locale e nazionale e da alcuni alunni tra i più meritevoli dell’Istituto comprensivo organizzatore. La premiazione si tiene il 20 maggio a Manocalzati.

Chriet Titulaer (a sinistra) con il morcianese Emilio Cavalli - Nella sua autobiografia due pagine raccontano l’incontro con Morciano. Chriet Titulaer, il Piero Angela della televisione olandese, si è spento lo scorso 27 aprile, a poco più di 70 anni; era ammalato da tempo. Fisico, aveva pubblicato numerosi libri scientifici; soprattutto teneva incollati gli olandesi ai teleschermi. Ha conosciuto Morciano attraverso Emilio Cavalli, che in prime nozze sposa un’attraente olandesina. Cavalli si trasferisce lassù ed inizia a dipingere, fa mostre. In una incontra Titulaer. I due diventano amici. Per alcuni anni tra Morciano ed il paese olandese che ospita Cavalli nasce un gemellaggio. Tante famiglie morcianesi ospiteranno i nordici. Ancora oggi alcune si frequentano. Dice Cavalli: “E’ stato un uomo davvero speciale. Un amico dei morcianesi. Siamo sicuri che per lui la terra sarà lieve”.



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Ascoltare i cittadini e rispondere alle loro legittime domande per 5 anni quasi sempre non è praticata

Fayaz: “Quant’è difficile votare” - La questione principale della democrazia, cioè il ruolo e gli strumenti a disposizione dei cittadini per poter partecipare realmente alle scelte amministrative del governo della città (come il regolamento per i referendum comunali, urbanistica partecipata, bilancio partecipato e Consiglio comunale aperto ai residenti), nel questionario distribuito dall’associazione “Morciano viva” e Giorgio Ciotti sono state del tutto ignorate. Inviare un questionario dopo un sonno lungo di tre anni, nel periodo elettorale, da per sé è una azione positiva, ma non sufficiente a colmare il solco tra la cittadinanza e la classe politica. Senza riformare il regolamento dei referendum comunali esistenti e l’approvazione degli altri regolamenti semplici e reali per le altre pratiche democratiche citate sopra, non è fattibile la partecipazione dei cittadini in Comune. I poteri del sindaco, della giunta, della maggioranza e dei dirigenti comunali da loro nominati sono enormi. La democrazia rappresentativa vigente spesso diventa la dittatura della maggioranza che, di solito, rappresenta una piccola parte degli elettori. Tra un’elezione ed un’altra, non

“È grave, che i vari candidati sindaci delle passate elezioni abbiano rifiutato energicamente ogni confronto pubblico tra di loro sul territorio ed in presenza degli elettori. Ci auguriamo che le comunali 2017 siano diverse”

LA RIFLESSIONE

di Hossein Fayaz* c’è una vera democrazia in Comune. Ci sono delle persone e dei gruppi spesso interessati con collegamenti trasversali, da noi in maggioranza parte del settore delle costruzioni, che si muovono esclusivamente sotto le elezioni. Le ripetute uscite dall’aula, o le diplomatiche assenze di non pochi consiglieri eletti durante le deliberazioni dei provvedimenti comunali, testimoniano l’interesse personale e familiare di molti candidati ad essere eletti. Infatti,

Morciano alcuni decenni fa il voto di preferenza dei membri di clan e dei familiari per essere eletti, quasi sempre è necessario. Spesso, l’obbiettivo è accaparrare i voti. Ascoltare gli elettori e rispondere alle loro legittime domande per cinque lunghi anni quasi sempre non è praticata, per la troppa arroganza e disinvoltura nel maneggiare le normative vigenti salvo, in seguito al ricorso di qualche raro eroe dei nostri tempi, e l’intervento della magistratura per mandarli tutti a casa. Per la difesa dei diritti elementari del cittadino e la salvaguardia del suo ambiente, oc-

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corre da parte di tutti la presenza nei Consigli comunali. L’interessamento agli atti e alle deliberazioni comunali pubblicati nel sito Internet di questa istituzione e lo scambio delle informazioni acquisite a mezzo di social media tra i cittadini, contribuisce all’aumento del livello di legalità nel Comune. Lo stesso discorso vale per l’Unione Valconca che ha la delega di svolgere 14 importanti compiti diversi da parte del Comune. I candidati sindaci, per lo meno, dovranno avere la coerenza di dichiarare le loro posizioni

riguardo ai problemi importanti del Comune. Argomenti prioritari, a cominciare dalla questione morale, la fusione con i Comuni limitrofi, l’aderenza all’Unione Valconca, il risanamento dei debiti comunali, il nuovo progetto del centro commerciale abitativo Ghigi, le incessanti cementificazioni selvagge e la riforma del regolamento dei referendum comunali. Se non vi è il confronto di idee tra i vari candidati di una lista e non ci sono le primarie per avere quella minima possibilità di scelta del candidato sindaco

più vicino alle posizioni di ogni elettore, bisogna cercare di conoscere a fondo le persone che con il nostro voto otterranno la delega a gestire il bene comune di un’intera città, con ampi poteri molto discrezionali. Se i candidati non sono trasparenti e non pubblicano il loro curriculum politico, lavorativo e l’elenco dettagliato dei loro immobili/terreni e delle loro partecipazioni societarie, allora meglio votare scheda bianca. A Morciano mai gli elettori, in senso generale e non nelle stanze chiuse, hanno avuto l’opportunità di scegliere il loro candidato sindaco ed i loro candidati consiglieri. I politici morcianesi di tutti gli orientamenti politici hanno allergia nell’udire la parola “primarie”. Tra altro, anche per queste ragioni i cittadini non se la sentano di partecipare alle liste elettorali. È grave, che i vari candidati sindaci delle passate elezioni abbiano rifiutato energicamente ogni confronto pubblico tra di loro sul territorio ed in presenza degli elettori. Ci auguriamo che le comunali 2017 siano diverse. *Coordinatore del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino”

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S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE 57 San Pietro in Cotto, città romana da scoprire Maggio 2017

LA STORIA

MONTEFIORE - CULTURA

di Lorenzo Montanari - Se si chiedesse a un qualsiasi turista in vacanza nella provincia di Rimini quali siano i posti più belli e più importanti in cui si è recato o che andrà a visitare, senza dubbio ci parlerebbe di tutte quelle cittadine e comuni che si affacciano sulla fantomatica preziosità del mare; il più curioso potrebbe spingersi verso qualche borgo non troppo lontano dalla costa, ma sicuramente nessuno parlerebbe di Gemmano, spesso completamente sconosciuta. Eppure la storia di Gemmano – Zimano – è molto più ricca e variegata di quello che si possa pensare. Luigi Tonini nella sua Storia di Rimini dimostra che non nasce dove è ora, ma sul basso circondato dai fiumi Ventena, Burano, e il fosso del faggeto, anticamente detto rivo Guni, che scende dal Poggio. In passato, la sua posizione strategica ha giocato un ruolo fondamentale per molte guerre: come epicentro nella battaglia tra tedeschi ed Alleati sulla linea gotica durante la seconda guerra mondiale, alla guerra dei Goti – divenuti padroni d’Italia nel V secolo d. C. e a cui ci rimanda la definizione “gotica” – contro l’impero bizantino nel VI secolo d. C., che svolgendosi principalmente sulla direttrice Ravenna-Ascoli, usavano come quasi unico luogo di transito degli eserciti proprio la località di Gemmano. Vi sono anche altri fattori che inducono a riflettere meglio sull’importanza che Gemmano

deve avere assunto nei secoli passati. Alle pendici del monte sopra cui si erge la Gemmano attuale – comparsa solo dal XIII secolo – si trova infatti la Piana di San Pietro in Cotto, un’area di notevole estensione sottostante al vincolo archeologico e in cui è presente anche il guado sul fiume Conca. Tuttavia, dal momento che le fonti storiche a riguardo del luogo sono poche e spesso contradditorie tra loro, per poter fare una ricerca accurata è necessario basare le proprie ipotesi e deduzioni affidandosi ai toponimi, ai santi a cui sono dedicate le chiese, alle memorie orali che si riesce a raccogliere e, ovviamente, alla geografia fisica del territorio preso in esame. Partendo dalla Piana di San Pietro , il toponimo “Cotto” riman-

da a svariate ipotesi circa la sua origine: per alcuni si deve il nome alla presenza di un municipio romano – di cui però non si hanno prove certe; per altri alla presenza dei celti senoni, qui padroni per duetre secoli. Riguardo a quest’ultima ipotesi, secondo diversi studiosi, nella Piana di S. Pietro si sarebbe dovuto trovare un loro importante santuario dedicato al dio “Belenos” (dio del sole) – Apollo per i greci e i romani. A sostegno di questa tesi, il Susini, sulla base di riscontri nell’area romagnola, afferma che dove i celti avevano posto “Belenos”, i Romani successivamente misero “Giove” e il cristianesimo, “San Pietro”. Quello che sappiamo di certo è che i reperti Romani sono datati dal III secolo a. C. e che la monetizzazione romana nel luogo

25 aprile: San Clemente in tricolore - Qualcosa di bello sono state le nostre bandiere issate copiosamente in tutte le rotonde di San Clemente per la Festa della Liberazione. Qualcosa di bello resta la memoria di un evento che ci ha resi per tanto tempo un paese moderno e un popolo veramente unito con un progetto di nazione. Si leggono, si ascoltano spesso in questa occasione osservazioni tipo “è festa di tutti!”, “ le bandiere andrebbero esposte anche gli altri giorni dell’anno!”. Tutto verissimo, è certo che è festa di tutti. Grazie a chi ci liberò da un’oppressione possiamo fare tutti festa pur conservando la propria opinione. Grazie all’amore verso il nostro tricolore dovremmo tutti ricordarci di rispettare chi per questo Paese lavora onestamente tutti i giorni, di chiedere giustizia ed equità, di non approfittare a nessun livello di immeritate rendite di posizione, di aiutarci tra noi per spingere chi può a risolvere i problemi di un Paese che ha sempre più bisogno di un senso civico e di rispetto reciproco, che da troppo tempo è stato abbandonato ad ogni latitudine. Solo così potremo davvero festeggiare la Liberazione ed essere ogni giorno orgogliosi della nostra bandiera. Claudio Casadei

arriva fino al V secolo d. C. Un altro toponimo da dover prendere in considerazione per la sua importanza è “Agorà”. L’origine greco-bizantina del termine fa risalire il luogo al VI-VII secolo e rappresenta un luogo di funzioni civili, ma anche di mercato, che di regola si formava difronte agli accampamenti militari. Questo fattore ci spinge nuovamente a prendere in considerazione la visione di una Gemmano bellica, rinviando alla già citata guerra greco-gotica, o a quelle bizantino-longobarde. In ogni caso, quello che ne risulta è la ricostruzione di Gemmano intesa come confine di guerra – “Limes” secondo la definizione romana-bizantina, “Gaifa” (cioè, terra di nessuno), secondo quella longobarda. A riguardo, è indubbia la presenza longobarda, che ha lasciato svariate tracce nella toponomastica, dedotta da santi e memorie orali: il toponimo più noto è “Gualdo”, ubicato nell’area di Zollara che dà sul Ventena, ma di ascendenza longobarda è anche “Monte Gardo”, che significa, non a caso dunque, “posto di guardia”, così come anche il toponimo del fosso “Ad Guardafun”, che dal crinale di Zollara confluisce nel Conca e da cui fino a poco tempo fa era possibile vedere i resti della torre. Insomma, tutto si può dire di Gemmano, tranne che non sia pervasa di storia, molta della quale ancora da scoprire. La Gemmano attuale infatti non vede la presenza di una cappella o di un oratorio, e questo apre una riflessione ancora da approfondire, in quanto una parte del territorio, dal centro di Gemmano alle pendici della Piana di San Pietro, dal fiume Ventena al Conca, per alcuni secoli scompare dalla storia. La presenza in quel periodo di numerosissimi mulini, tutti fortificati, porta a presupporre il continuo predominio dei discendenti degli arimanni, ossia i soldati del re che avevano a conduzione quelle terre e che successivamente ne divennero i possidenti. Suggeriamo infine, per chiunque avesse voglia di vedere con i propri occhi quanto descritto finora, un percorso circolare per le terre di Zimano: partendo dalla Piana di San Pietro, si costeggi il fiume verso Carbognano, salendo in direzione del Conventaccio; quando sulla destra si noterà il fosso “Ad Guardafun”, si starà camminando nella “Gaifa”, il confine di guerra. Girato a sinistra, dopo aver passato il primo bivio, dopo circa cinquecento metri, si passerà davanti al castra bizantino di San Lorenzo, risalente al VI secolo d.C. e ora nascosto dalla vegetazione: qui siamo accanto al “Monte Gardo”, dove poco più avanti troviamo il cimitero di Gemmano, poi la località Poggio, documentata nella cartografia dello stato Pontificio 1580-82 di Ignazio Dante con edifici sovrastanti l’ex monastero di S. Francesco, a sua volta costruito sui resti di un castrum bizantino del VI-VII secolo. Ecco che proseguendo per via Agorà si ridiscenderà verso Carbognano. Buon cammino.

Rassegna di musica antica

Laura Valentini, il direttore artistico

- Cartellone di musica antica al Teatro Malatesta di Montefiore nelle domeniche 7 e 28 maggio. Musica, danza e storia tra rocca e teatro. alla seconda edizione di “Qualcosa di nuovo, anzi d’antico”: una breve ma ricca rassegna musicale patrocinata dal Comune, dedicata alla musica del periodo Tardo-Rinascimentale e Barocco. Un’occasione da non perdere per ascoltare musiche inconsuete ed osservare strumenti poco conosciuti ed affascinanti, in due incontri domenicali. Quest’anno sarà proposto un percorso interamente dedicato alla Germania, uno dei contesti più stimolanti dal punto di vista musicale dell’Europa barocca. Primo appuntamento domenica 7 maggio, ore 18.30, con “Una viola Tedesca”: Patxi Montero (viola da gamba) e Laura Valentini (clavicembalo), ci guidano nelle atmosfere suggestive e variegate del repertorio tedesco di metà ‘700, attraverso alcuni dei maggiori compositori dell’epoca per i due strumenti (G.P. Telemann, J.S. Bach, J.C. Bach, K.F. Abel e C. Schaffrath). Secondo incontro domenica 28 maggio, ore 18.30, con “Una serata con Goldberg”. Lorenzo Antinori al clavicembalo esegue una delle opere considerate vertice delle sperimentazioni di J. S. Bach per tastiera, le “Variazioni Golberg”. Si tratta di un’aria seguita da 31 variazioni, costruite secondo articolati ed intriganti schemi matematici. Ne parla Maria Chiara Mazzi, musicologa

e docente di storia della Musica del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. I concerti sono ad ingresso gratuito. La rassegna, diretta da Laura Valentini, si realizza grazie alla partecipazione della Banca Popolare Valconca, del Comune di Montefiore, del costruttore di clavicembali Roberto Livi e dell’associazione “Collegium Musicum Classense”. Per info Comune di Montefiore Conca (tel. 0541 980035); e-mail (laura.valentini@ uniurb.it). Visite guidate Suggestioni dall’antico e dalla storia possono provenire anche da movenze, luoghi e racconti. Ai concerti sono affiancate interessanti iniziative culturali, a cura di Domino Soc. Coop, presso la Rocca Malatestiana: sia domenica 7 che 28 maggio prima dell’appuntamento a teatro, alle 17, c’è la possibilità di visitare la Rocca Malatestiana con una suggestiva visita guidata che racconta dei personaggi che l’hanno abitata, il costo, incluso del biglietto d’ingresso è di 7 euro. Ancora domenica 7 maggio, un appuntamento speciale con un workshop dedicato alla danza antica alla scoperta di raffinate movenze ed antichi passi a cura del M° Enrica Sabatini (dalle 14 alle 17 prenotazione obbligatoria. Per info e prenotazioni (castello.montefiore@dominocoop.it).



S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE 59 Menghi: prima gara, primo trionfo Maggio 2017

SAN CLEMENTE - CULTURA

Giacomo Morri, libro tradotto in cinese

Giacomo Morri e il libro tradotto in cinese - Il sanclementese Giacomo Morri è un giovane professore della prestigiosa università milanese Bocconi. Il suo libro, “Property Finance: an International Approach” (Finanziamenti immobiliari, una visione internazionale) scritto insieme a Antonio Mazza, è appena stato pubblicato in cinese; a farlo la “China Citic Press”. Originariamente pubblicato in inglese dall’editore britannico Wiley nel 2015 (www.morri-mazza. com). La versione cinese risponde all’esigenza di rendere accessibile a un più ampio pubblico le fondamenta della finanza immobiliare strutturata, in un mercato connotato da una crescita esponenziale dei finanziamenti immobiliari, i cui volumi – in linea

con la crescente rilevanza economica della Cina – sono destinati a incrementare ulteriormente. La versione cinese del libro di Morri e Mazza ha mantenuto la fortunata formula editoriale dell’originaria versione in inglese, abbinando a una descrizione analitica delle tematiche di maggior rilievo dei finanziamenti strutturati nel settore immobiliare - e all’approfondimento delle sottese tematiche tecniche e finanziarie - esempi e casi di studio, funzionali a facilitarne la comprensione e l’apprendimento. Sul tema gli stessi autori hanno pubblicato, con EGEA nel 2010, il libro “Finanziamento Immobiliare”, dedicato principalmente al mercato italiano.

Il team nella classica foto di gruppo

- La sceneggiatura di un film l’ingresso nel mondo dei motori di Omar Menghi in qualità di team manager. Prima gara e prima vittoria. A battezzare quello che si spera sia soltanto l’inizio di una cavalcata piena di tensioni e ricca di successi è il prestigioso autodromo di Imola. Con ordine. Simone Mazzola, portacolori della Pro Gp Racing, che ha in Omar Menghi l’anima, ha messo in archivio il fine settimana di Imola, 22 e 23 aprile, prima prova del Civ, nel segno della perfezione. Sesto in griglia nelle prove cronometrate, ha guidato la sua

SAN CLEMENTE

Omar, col supporto del babbo Valerio, ha formato un team che gareggia nel campionato italiano. Il pilota si chiama Simone Mazzola, fortissimo in frenata ed ingresso in curva Yamaha 300 alla vittoria sia in gara 1, sia in gara 2. Due prestazioni fotocopia. Pronti e via, ha sempre battagliato per le prime tre piazze; poi le due stoccate sul finale per salire sul gradino più alto del podio: frenate infinite, con entrate in curva perfette e senza tentennamenti. Ha preceduto i compagni di categoria di

pochi decimi di secondo, che danno più sapore alle vittorie. Le staccate e entrate in curva del ventunenne romano sono pennellate di stile e forza. Ora, spera di replicare nel secondo appuntamento, in cartellone a Misano Adriatico il 20 e 21 maggio. Felice Omar Menghi: “Bravissimo

Simone, bravo e compatto il team. Insomma, un fine settimana perfetto. Speriamo di lavorare bene nella prova di casa del campionato italiano. Agli sponsor un grazie di cuore”. Omar, da giovane, ha corso a buoni livelli; è stato anche wild card in alcune gare mondiali. Gli sponsor della Pro Gp Racing: Menghi Elettroimpianti, Omar (rimorchi), Sergio Tombini (calzature), Gb Racing, Fabbri Accessori, Termignoni, UpMap, RK, BMC, Accossato


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Buona strada, Thomas

Collezione di Carlo Cervellieri, che ne è stato l’autore. Volume di 320 pagine di grande formato

Carlo Cervellieri l’autore-collezionista La fontana coi leoni - Congratulazioni, Thomas! Dopo un percorso di studi rapido e fecondo, presso l’Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Medicina e Chirurgia, il 20 aprile, Thomas Staccoli ha conseguito la laurea di Dottore in Infermieristica con la tesi: “L’infermiere di famiglia fra utopia e realtà”. Attorniato dai genitori, nonni, zii, cugini e tanti amici che lo hanno seguito con tutto l’affetto che si merita, ha festeggiato questa importante tappa. L’impegno, la passione, la sensibilità, che da sempre lo caratterizzano, saranno “ingredienti” preziosi per le tante persone che si troverà accanto. I tuoi cari

La copertina del prezioso volume

possono notare le differenze; davvero poche. Le nuove immagini le ha scattate lo stesso Cervellieri e sono in bianco e nero ed a colori, sulla base all’originale. Cervellieri è stato rigorosissimo: hanno la stessa dimensione e stesso taglio delle cartoline. Va sottolineato che la raccolta comprende anche le frazioni: Meleto, Cerreto, Santa Maria e Sant’Ansovino. Le cartoline classiche oc-

Saludecio in un libro di cartoline LA STORIA

- Prima ancora del prezioso volume (320 pagine di grande formato), c’è Carlo Cervellieri. Mente fuori dal comune, è un ceramista che ha riprodotto pezzi istoriati in stile rinascimentale, che gli studiosi definiscono di “buona fattura”. Sa dipingere. Scrive poesie in dialetto e non. Sa di opere d’arte. Sa della vita. Vuole bene a Saludecio, punto. In decenni ha raccolto quasi tutte le cartoline che raccontano i fasti del borgo: dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri. Alcune le ha pagate quasi cento euro. La prima risale ai primi dello scorso secolo e reca via Roma, che allora si chiamava via Francesco Modesti, in onore del pittore che ha lasciato numerose opere a Saludecio. Data la rarità delle fotografie, le gente si metteva in posa. In poco più di un secolo il paesaggio urbano e rurale di Saludecio è cambiato pochissimo. Il pochissimo ha almeno due chiavi di lettura: positiva e negativa. Positiva, perché si è salvaguardato un patrimonio culturale straordinario e di livello assoluto. Il negativo, è che la gente ha abbandonato il luogo in cerca di maggiori opportuni-

Istantanee straordinarie dai primi del ‘900 fino ad oggi. Viene presentato il 30 maggio, ore 17, al teatro Verdi tà di vita. E una comunità in crisi economica è più statica e meno innovativa. Forse, il buco più vistoso di Saludecio lo si potrebbe leggere in piazza Sant’Amato; davanti al palazzo comunale c’era una fontana con i leoni. Sembra che sia stata asportata per far fare manovra alle corriere: il progresso che avanza. La prima parte del libro (fino ai primi anni ‘60) nelle due pagine che si guardano c’è la vecchia cartolina e Saludecio com’è oggi. Così si

cupano le prime 260 pagine. Le restanti sono sempre cartoline con temi diversi, ma raccontano sempre la storia del maggior paese di Rimini Sud fino agli anni ‘50: i fiori, il beato Amato (Carlo è un devoto), i beati Pina Renzi e Cipriano Mosconi. Seguono le cartoline pubblicitarie delle aziende saludecesi, un segno della potenza e dinamismo economico della comunità. Infine, si chiude con le cartoline che nel 1927 la classe quinta di Saludecio scrisse a Francesco De Pinedo, uno degli eroi trasvolatori del fascismo. Uno si chiede: ma come avrà fatto Carlo a venirne in possesso? Il suo capolavoro si intitola: “Saludecio. Com’è. Com’era”. E’ un omaggio ai suoi concittadini. Al suo paese. Il volume è uno dei numerosi regali che Cervellieri ha fatto a Saludecio negli ultimi anni. Il primo, è stato coniare un medaglione in onore di Sant’Amato, a ricordarne la santificazione. La seconda invece risale allo scorso anno ed è la targa di pietra posta sulla facciata della chiesa di San Biagio sempre in onore di Sant’Amato. Ha in mente un altro regalo al suo paese. Il volume con più di 300 cartoline viene presentato domenica 28 maggio nel Teatro Verdi, all’interno delle celebrazioni di Sant’Amato.


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Myo, secondo cd per la band - L’associazione culturale spirituale santo Amato Ronconi di Saludecio consegna la reliquia del santo Amato all’eremo di Monte Mauro a Brisighella. L’appuntamento è il 21 maggio. La partenza è da piazza Santo Amato Ronconi alle 9 del mattino; si dovrebbe arrivare attorno alle 11. Trasporto con mezzi propri, il pranzo viene offerto

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- La Mondaino Young Rochestra (Myo), domenica 30 aprile alle ore 20,30 presso il Teatro Corte di Coriano, ha presentato il suo secondo cd con un concerto tutto nuovo, la cui preparazione ha potuto contare sulla collaborazione di celebri musicisti italiani come: Roberto Gatto, Antonello Salis, Gabriele Mirabassi e As Madalenas (questi ultimi present i alla serata). Nati pochissimi anni fa, l’orchestra mondainese è formata da giovani musicisti che sta stanno raccogliendo consensi ovunque. Nel loro speciale palmarès anche molti premi importanti. La band racconta anche della bontà e della tradizione musicale di una cittadina con molta vivacità intellettuale. La Myo tiene molti concerti per beneficenza.

MONDAINO - MUSICA

SPIRITUALITA’

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La santa reliquia di Amato Ronconi all’eremo di Monte Mauro Illustrazione con il Santo Amato

da don Massimo Randi. Alle 16 si celebra la messa. Possibilità di visitare l’eremo e poi ritorno in Valconca. Il legame tra Saludecio e Monte Mauro è legato a don Massimo. La madre è originaria di Saludecio; era Cesarina Pasini. L’associazione si prefigge di far conoscere il più possibile la vita e le opere del Santo Amato; con la speranza che sempre più fedeli possano salire a Saludecio e visitare il suo santuario

MONDAINO -SALUDECIO-MONTEGRIDOLFO

Saludecio-Mondaino-Montegridolfo, i Paesi coi baffi: il nuovo spot di Birra Moretti

Piazza Maggiore “ricostruita” dallo spot - Saludecio, Mondaino e Montegridolfo unificati negli spot pubblicitari della Birra Moretti. Racconta l’azienda: “Da domenica 26 marzo [fino alla fine del 2017, ndr], è on air il primo nuovo spot Birra Moretti, l’inizio di un viaggio in un mondo inedito dove i suoi valori caratterizzanti prendono vita attraverso immagini iconiche ed evocative raccontando la forza e la distintività delle birre della famiglia Birra Moretti. Al centro di questo concept di comunicazione c’è il ‘Paese coi Baffi’, un luogo sospeso tra sogno e realtà, dove le vicende dei personaggi protagonisti degli spot si snodano in un’atmosfera carica di magia. Con questo format di comunicazione, sviluppato dall’agenzia Armando Testa, Birra Moretti punta a esaltare i valori di qualità, italianità e ironia che contraddistinguono il brand. Il Paese coi Baffi è un luogo incantato dove tutto è generoso: la natura, la gente, il sole. Lì, fra piazze e vicoli,prende forma un luogo non luogo, al tempo stesso reale e sospeso nel tempo, dove ogni storia vissuta e raccontata è poetica e ironica. Teatro delle riprese, gli scorci delle colline romagnole e le vie suggestive di antichi borghi feudali: Montegridolfo, Saludecio e Mondaino, tre piccoli paesi nei dintorni di Rimini calati in un territorio carico di storia e genuinità, che incarnano perfettamente l’immaginario del Paese coi Baffi. Prosit (salute), direbbero i Romani.


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Artista poliedrico nato a Montescudo e residente a San Marino. Dipinge, scrive e fotografa

Frisoni, per la seconda volta alla Biennale di Venezia Giancarlo Frisoni. Pittore, scrittore, fotografo

- Giancarlo Frisoni alla prestigiosa 57.a Biennale Internazionale d’Arte a Venezia, che apre al pubblico il 13 maggio; chiuderà a novembre. Artista poliedrico (scrive, dipinge, fotografa) nato a Montescudo, sposato con una sammarinese, rappresenta la più antica repubblica del mondo. Come è nata questa sua passione per l’arte e la bellezza? “Fin da bambino l’arte ha fatto parte della mia vita, perché il gioco più bello ricordo che era poter disegnare o scrivere, anche sui muri del vecchio ghetto. Scrivere, dipingere e fotografare per me è diventata così una cosa naturale e indispensabile. Il tutto ha quasi sempre come cardine quel mondo contadi-

MONTESCUDO LA CULTURA di Luigi Vallorani no che mi ha forgiato. La terra, il fascino inimitabile delle sue creature, la bellezza delle stagioni, dei suoi colori, dei suoi paesaggi”. Come può conciliare il lavoro con questa passione fino ad arrivare ai successi internazionali? “Ora che ho terminato il mio rapporto di lavoro, posso tranquillamente concentrarmi sulle passioni che prima dovevo trascurare dedicando loro più tempo. Arrivare a traguardi così importanti sicuramente è stata la tenacia, la convinzione, la dedizione e il rispetto che ho e continuo a nutrire per l’arte. Oltre alle persone che hanno creduto in

me e soprattutto al mio lavoro, proponendomi a manifestazioni internazionali”. Quali sono i prossimi appuntamenti in Italia e/o all’estero? “Nel calendario ho una imminente mostra collettiva di pittura a Rimini, una fotografica in autunno sempre

a Rimini, ed un’altra importante di pittura a Riccione tornata in programmazione a causa della situazione politica nella quale il comune si è venuto a trovare. E ho sempre un invito aperto in Cina di una permanenza a lungo

termine, per poter dipingere e preparare una mostra sul posto. Oltre all’appuntamento più importante naturalmente, a Venezia, dal 13 maggio al 26 novembre”. Cos’è per lei l’arte?

“L’arte è la parte vera, un linguaggio universale che comunica sensazioni senza bisogno di parole. E’ l’essenza di un’anima piena che lascia la sua catarsi a chi è in grado di leggerla, capirla e apprezzarla, perché l’arte, specie quella contemporanea, non è purtroppo comprensibile per tutti, per questo dicevo che va proposta e insegnata per poterne così godere la bellezza e la sostanza”. Può raccontarci il contenuto dei suoi quadri? “Sono fatti di terra, di polveri di intonaci e di pietra, materiali poveri che mi ha fatto conoscere madre terra. Stendo gli impasti su pannelli o tele di juta per i grandi formati. Anche i colori che uso sono semplici e inusuali, perché dove l’impasto non è lasciato al naturale lo coloro con succo di sambuco, vino, pollini di quercia, zolfo, ramato, acqua arrugginita, catrame, pigmenti, ossidi. Il risultato è una evanescenza rude impregnata di poesia, ed è proprio grazie a questo originale mix che i miei lavori incuriosiscono, destano interesse, e, fortunatamente, raccolgono consensi”.

Albereto, Festa della Vergine - Albereto: una chiesa di campagna bellissima (dedicata a San Felice) in un posto non meno affascinante. Tradizione vuole, che l’ultima domenica di maggio si celebra la festa della Beata Vergine della Consolazione. Un appuntamento che viene da lontanissimo e che gli abitanti della frazioncina (un tempo 700 abitanti, oggi un centinaio) cercano di onorare al me-

TRADIZIONE

glio. Organizza il Comitato parrocchiale. La giornata. Al mattino si celebra messa alle 11. Nel pomeriggio alle 4 c’è la processione. L’immagine della Vergine (un quadro copia dell’originale conservato in chiesa) viene portata nel borgo malatestiano di Al-

bereto per essere poi riportata nella chiesa. Dietro l’edificio religioso, nel campo sportivo, c’è la festa, con l’orchestra, la banda. L’appuntamento è anche l’occasione per visitare la chiesa ed il borgo malatestiano di Albereto, riportato agli antichi splendori. Si ammira un sontuoso panorama: con il mare “vicino”, San Marino e la montagna a chiudere l’orizzonte.


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Si vota l’11 giugno per la successione di Mimma Spinelli. Quattro candidati: Apicella, Godi, Leonardi, Spinelli CORIANO - LA CULTURA

Teatro estate, spettacoli di qualità I Fratelli di Taglia, loro la direzione artistica

Una poltrona per quattro... Sulla carta è una partita aperta ad almeno tre liste; Oreste Godi forse è l’unico che non ha possibilità, tuttavia...

Da sinistra: Mariarosaria Apicella, Oreste Godi, Alessandro Leonardi e Mimma Spinelli

LA POLITICA

- Coriano officina delle arti. Dal Teatro CorTe al Castello Malatestiano, dalle piazze del capoluogo ai luoghi di aggregazione delle frazioni, si espande il progetto artistico e sociale condiviso da Comune di Coriano e Compagnia Fratelli di Taglia. Ecco le prime anticipazioni estive. Torna per la sua terza edizione Arancionè la notte… dei bambini, il cartellone di eventi per tutta la famiglia. Anche quest’anno le iniziative coinvolgeranno la CorTe del Castello Malatestiano e alcuni parchi del territorio. Sabato 24 giugno, sabato 1 e 8 luglio appuntamento al Castello di Piazza Malatesta con C’era una volta al Castello… la rassegna dedicata alla

letteratura per ragazzi in collaborazione con il Premio Andersen: dalle ore 20 Pic Nic sull’erba a Km Zero by La Cantinetta della CorTe, laboratori creativi e la partecipazione delle associazioni del territorio; all’imbrunire (ore 21,30) l’ora delle favole con i racconti che diventano narrazioni nell’interpretazione dei Fratelli di Taglia, musicate dal vivo mentre le illustrazioni si trasformano in scenografie. Completa il cartellone Circo & Gnam, piccola rassegna di circo teatro che farà tappa a Ospedaletto (mercoledì 28 giugno) e Cerasolo (mercoledì 12 luglio) con inizio alle ore 21,30, al termine spuntino notturno per tutti i bimbi offerto dalla Pro-Loco di Coriano.

- Il sindaco uscente Domenica Spinelli per Progetto Comune (centro-destra), Alessandro Leonardi per Insieme per Coriano (centro-sinistra e non solo), Mariarosaria Apicella per il Movimento 5 Stelle e Oreste Godi per Coriano Sinistra Unita. Questi soni i quattro candidati che si contenderanno lo scranno di Mimma Spinelli, vincitrice 5 anni fa con una lista caratterizzata dal centro-destra e grazie al centro-sinistra diviso. In lizza due donne e due uomini; con i generi rispettati. Altra lettura: tre non corianesi, ed un solo indigeno (Leonardi). Sulla carta la partita la dovrebbero giocare in tre: la Spinelli se non perché è uscente e in questi 5 anni ha intrecciato una miriade di

relazioni, ma come amministratrice ha anche scontentato. Il suo mandato ha diviso. Da una parte coloro che ne hanno apprezzato il dinamismo; sulla sponda opposta coloro i quali l’hanno vissuta come troppo sovraesposta che poco ha combinato per la comu-

nità. Il M5S intercetta molti consensi alle nazionali; meno a livello locale, dove difetta del reticolo delle relazioni. Un’argomentazione diversa per le città sopra i 15mila abitanti; se va al ballottaggio vince sia con il cen-

tro-sinistra, sia con il centro-destra. Porta freschezza e ingenuità, ma i soloni della politica parlano molto e concludono poco. Se è semplice pennellare il M5S, dove dentro ci sono coloro i quali sono stanchi della cosiddetta vecchia politica, è difficile dare un giudizio argomentato sulla lista che sostiene Alessandro Leonardi. Dentro ci sono tutte le sensibilità culturali ed il proprio contrario: il Pd che si lecca le ferite dopo le dimissioni anticipate della Maria Luisa Matricardi 5 anni fa, lo spirito battagliero e irriducibile di Fabia Tordi e anche la destra di Sampaolo, uno che sa di politica e di consensi. Insomma, ci si chiede ma come fanno a stare insieme costoro? Più semplice l’analisi sulla Coriano Sinistra unita del professor Oreste Godi. Viene da fuori (Parma), ma potrebbe essere una sorpresa per la raccolta voti. Di certo non vincerà, ma è altrettanto certo che andrà a prendere consensi sia nel centro-sinistra ed un po’ di più che tra il M5S.



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