Aprile 2017 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

ANNO 21 N.4 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

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REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - TEL. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it - lapiazzarimini@libero.it

Orlando: “Pd, invertire la crisi dentro il partito” RIMINI - 8 EDITORIALE

Quale allegria...

di Gabriele Paci - Travolti dall’assoluta noia che prende al pensiero della politica italiana, e dal conseguente e parallelo rifiuto per non dire peggio, si cerca qualche laico appiglio di speranza. E ‘divertimento’, proprio in senso etimologico. E così ci si stupisce nel trovarlo inaspettatamente e ripetutamente nell’argentino che poco più di quattro anni fa è diventato da Jorge Mario Bergoglio che era, ed è, anche il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Continuando, lui, ad essere pienamente Jorge Mario Bergoglio, pur pienamente diventando Francesco. E proviamo a spiegarlo con le parole del sacerdote argentino José María Di Paola, noto anche come ‘padre Pepe’, parroco della baraccopoli de La Carcova, Buenos Aires, forse la più inagevole e pericolosa delle villas miserias del Paese sudamericano. «In un mio momento di difficoltà sulla stessa scelta sacerdotale mi disse semplicemente “Quando vuoi vieni a trovarmi”. M’ispirava molta confidenza, iniziai così ad andare da lui una volta al Continua a pagina 8

APRILE 2017

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.2.2004n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini

“In Futuro”, proposte per l’ospedale

Elezioni, quello strano guazzabuglio riccionese

Lopalco: “Battazza, Ghigi e Berlinguer”

CATTOLICA - 31

RICCIONE - 20

MORCIANO - 49

Economia, finalmente si muove Trainata dall’export (+12,3%). Depositi bancari a 8,4 miliardi di euro in aumento (e non è positivo). Edilizia e piccolo commercio in difficoltà

EVENTI

MADE IN ITALY

IN ITALY 30 MADE aprile. Primarie del Pd. Candidati pronti al confronto Lasa pérd,

che ormai i ni chèga più nisùn...

Questi partiti non sanno più cosa inventare per mettersi in mostra...

Salus Erbe Cattolica in Fiore

Saludecio, Palazzo della Rovere

di Francesco Toti Forte incremento dell’export: più 12,3 per cento nel 2016 rispetto all’anno precedente. Calo del tasso di disoccupazione: meno 0,4 (dal 9,5 al 9,1%). Ripresa della produzione industriale: più 2,4. In aumento gli arrivi (più 1,6) e le presenze turistiche (più 3,1). Forte flessione delA pagina 2-3-5-7

Breve massima di saggeza “Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” Dal Vangelo secondo Matteo

Cattolica Il primo evento, a Saludecio, il fine settimana del 25 aprile. Il secondo: 28 aprile-Primo Maggio. Cecco - Angermann 2017 MISANO ADRIATICO

D’Alema “La sinistra si deve ritrovare” FOCUS

Condomini Ristrutturazione danni dopo 6 anni?

VALCONCA

San Clemente D’Andrea: “Pd, fare insieme” Geminiani, bella mostra San Giovanni Bacchini: “Vino e emozioni” Coriano Storni, arrivano... Montegridolfo La Via Crucis Mondaino Camminata di primavera Saludecio Sammarini, in posa

Pagine interne


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INCHIESTA

Aprile 2017

Balzo a doppi cifra: più 12,3 per cento In crescita anche la produzione industriale Produzione industriale: 2,4

Numero imprese: 34.248

-13,5

35.521 34.503

-4,5 -2,4 2009

Cassa integrazione: -53%

2012

2013

-2,1 2014

2,1 2015

+2,4

2016

33.792

34.339

2013 2014

2015

34.248

2,7 milioni ore

4,7

5,4

2013

2014

2016

2009

4

-53%

2015

2009

2016

Economia 2016, trainata dall’export RICCHEZZA L’INCHIESTA

8,8

dalla prima pagina la cassa integrazione straordinaria: meno 53,3 per cento. Boom delle start up innovative: più 126%. In crescita il numero dei congressi (più 7,1%) e dei visitatori alla Fiera (più 2,2%). Calano, purtroppo, gli impieghi alle imprese: meno 6,2 per cento. Costruzioni a picco. Questa in estrema sintesi la fotografia economica della provincia di Rimini nel 2016 rispetto al 2015. E’ stata presentata lo scorso 28 marzo nell’aula magna dell’Università di Rimini. Scenari Gli scenari previsionali dei prossimi due anni affermano che la ricchezza dovrebbe crescere dell’1% quest’anno e dell1,2 per cento il prossimo; l’Italia invece si fermerà allo 0,7% nel 2017 e allo 0,9% nel 2018. Di contro il mondo viaggia più veloce di noi. Il riminese Fabrizio Moretti, presidente della neonata Camera di Commercio Rimini-Forlì-Cesena (Ravenna fa storia a sé), com-

Giornale d’informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria

Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 10 aprile

- La provincia di Rimini produce ricchezza pari a 8,8 miliardi (dato 2015). L’80% (voce turismo) arriva dal settore dei servizi, il 13,9 dall’industria, il 4,2 dalle costruzioni. Solo l’1% dall’agricoltura.

Moretti, presidente della Camera di commercio: “Nella forsennata competizione tra i territori abbiamo costruito infrastrutture doppie che non hanno generato benessere ma l’esatto contrario” menta lo stato economico: “Da 8-10 anni l’economia e la politica dell’Unione europea stanno attraversando grandi cambiamenti; la crisi è più lunga e pesante di quanto ci potessimo aspettare sta mutando radicalmente gli asset produttivi e politici. Abbiamo capito che piccoli ed individualisti non va bene. Ci vogliono le capacità di saper fare sistema, reti, per superare le difficoltà dei mercati. Dobbiamo, a Rimini ed in Italia, assolutamente riuscire a creare strutture in grado di fare massa critica. Dobbiamo costruire un’alleanza con le categorie economiche e con la politica”.

Antonio Nannini è il segretario generale della nuova Camera di commercio: “Il 93 per cento delle nostre imprese hanno meno di 10 addetti; però abbiamo un’impresa diffusa: una ogni 7,8 abitanti. Un record, una ricchezza da salvaguardare. Questo però non significa che abbiamo le potenzialità per stare nella globalizzazione. Il piccolo deve assolutamente crescere, insieme. E lo deve fare con la competitività del proprio territorio, lo sviluppo sostenibile, la responsabilità sociale, la semplificazione delle leggi”. Export Gli imprenditori hanno capito una realtà semplicissima: se si vuole sopravvivere

bisogna passare attraverso l’export, dato che il mercato interno è fermo da anni oramai. La barriera ottimale è quella della barriera del 50 per cento; naturalmente tale traguardo è arduo da raggiungere. Nel 2016, il Riminese ha esportato merci pari a 2,14 miliardi di euro; un balzo a doppi cifra: più 12,3 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. Il dato regionale è dell’1,5 per cento. Va letto però l’indicatore economico; Rimini è il fanalino di coda della regione, peggio fa solo Ferrara; le province emiliane sono macchine da guerra straordinarie. Va ricordato, per inciso, che l’Emilia Romagna per Prodotto interno lordo (il famoso Pil) è tra le prime 10 regioni più ricche d’Europa. Nel dopoguerra (1945), era al livello della Calabria. A trinare le esportazioni il tessile-abbiglimento (più 5,8%9), i macchinari (più 16,2%), i mezzi di trasporto (più 63,4%, navi e imbarcazioni) e prodotti di metallo (più15,2%). I principali mercati sono: l’Unione europea (assorbe il 51% del totale), l’America del Nord (12,1%).

Più export, più produzione, significano anche un incremento delle importazioni provinciali: più 4,8 per cento. La nostra provincia importa beni e merci pari a 880 milioni di euro; dunque il saldo commerciale è di 1,28 miliardi di euro. Manifatturiero Forte di 3.328 imprese, mostra dinamiche positive: la produzione è salita del 2,4%,m il fatturato del 2,3%, con gli ordinativi all’1,6%. Gli incrementi sono omogenei in tutti i mesi dell’anno e sono stati superiori alla media regionale. Valore aggiunto La ricchezza pro-capite stimata nel 2015 è pari a 26.270 euro, inferiore all’indicatore regionale (29.554) e superiore al dato nazionale (24.107). Commercio Stabili il numero delle attività, ma in diminuzione i consu8mi: meno 1,8%. Tutto il comparto commerciale è in un momento difficile soprattutto per le piccole e piccolissime imprese. Futuro Che cosa imparare da questi 8 anni di crisi etica prima ancora che economica? Moretti: “In questi 10 anni è risuonato la frase che siamo in difficoltà ma tendenti al cambiamento e all’innovazione. Veniamo da un periodo in cui ha imperato l’individualismo; oggi non è più un elemento economi-

DANARO

8,4 miliardi di risorse inutilizzate - Una montagna di soldi che invece di essere stata messa sotto il mattone a marcire è in banca. Negli istituti di credito della provincia di Rimini ci sono depositi in contante pari a 8,4 miliardi di euro, il Pil (Produzione interna lorda) di un piccolo stato. Negli ultimi anni tale montagna inutilizzata è aumento: più 5,6%. Si può capire la paure di famiglie ed imprenditori che aspettando lune migliori stanno rintanati in una nicchia che toglie il futuro ed il piacere della vita. Ci vorrebbe un patto sociale come ama dire il riminese Stefano Zamagni, uno tra i maggiori economisti al mondo. Dunque, fuori dalla paura e, con prudenza, sempre per citare l’ultimo libro di Zamagni. Insomma, riprendere ad assaporare il travaglio della vita.

co e sociale positivo. Nella forsennata competizione tra i territori abbiamo costruito infrastrutture doppie che non hanno generato benessere ma l’esatto contrario. Per farcela ci vuole una visione d’insieme sul medio e lungo termine. Penso alle reti importanti come quartieri fieristici, palacongressi, porti, aeroporti. La competizione tra territori ha penalizzati tutti. Ora è il momento di muoversi compatti, pensando però alle eccellenze dei singoli. Il Made in Italy all’estero gode ancora di un’elevato prestigio; ma siamo troppo piccoli per competere con i colossi mondiali. Salvaguardiamo le competenze dei singoli ma muoviamoci in rete”.


INCHIESTA

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Isabella Mancino, responsabile dell’Osservatorio sulle povertà della Caritas diocesana Esportazioni: 2,14 miliardi 1,85 923 milioni

1,85

2013

2014

1,89 2015

2,14

Esportazioni: Usa primo sbocco -13,5

-2,4 2009

2009

+12,3 -4,5

2016

2012

2013

15,58 -2,1

2,1

2014

2015

2016

Tecnopoli, 240 milioni di euro L’INCHIESTA - Che cosa fa il pubblico per l’innovazione? Risponde Emma Petitti, assessore regionale al Bilancio. “In marzo, è stato inaugurato il Tecnopolo di Rimini che ospiterà per ora due laboratori dedicati alla ricerca industriale realizzati dall’Università di Bologna. Si tratta del Laboratorio per l’energia e l’ambiente, con una sezione dedicata al tema del riciclo e riutilizzo dei rifiuti e alle tecnologie per il Life Cycle Assessment e dell’Ecodesign, e del Laboratorio meccanica e materiali, con una sezione dedicata ai materiali e alle tecnologie per le industrie della moda. Il Tecnopolo rappresenta una scommessa dalle grandi potenzialità. Un centro qualifi-

Emma Petitti, riminese, assessore regionale al Bilancio

cato la cui vocazione legata alla ricerca su energia, materiali e ambiente rafforza gli obiettivi che ci siamo dati per la competitività e il rilancio produttivo, nonché per contribuire a uno sviluppo sostenibile, come confermato anche col nuovo Piano energetico regionale approvato sempre questo mese dall’Assemblea regionale.

Turismo: 15,57 milioni(presenze)

Due settimane prima è stato inaugurato, grazie sempre alla collaborazione della Camera di commercio, il Tecnopolo di Forlì-Cesena, che impiegherà 40 ricercatori. E’ un’ulteriore dimostrazione del lavoro della Regione per un sistema delle reti su innovazione, ricerca e tecnologie, puntando sulle nostre eccellenze a beneficio di

tutta l’Emilia-Romagna. In tutta la Regione abbiamo messo in piedi, con un investimento di 240 milioni di euro (di cui 141 regionali), una rete di 10 Tecnopoli, dislocati in 20 sedi che ospitano e organizzano attività, servizi e strutture per la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e il trasferimento tecnologico. Parliamo di 37 laboratori di ricerca industriale collegati a 11 centri per l’innovazione, che coinvolgono circa 1.600 ricercatori, di cui 560 nuovi giovani ricercatori”.

2009

15,5 15 2013 2014

15,3 2015

15,57 (+1,6) 2016

LA RIFLESSIONE

L’economia liberista che massacra l’uomo - Le belle parole del vertice di Roma non cambiano la realtà di un’Unione fortemente caratterizzata dall’ideologia liberista dove la competitività e il controllo dei prezzi valgono più dell’occupazione e del benessere, in contrasto con lo spirito della nostra Costituzione. Ma buona parte della classe dirigente italiana è in sintonia con questa visione e sembra non capire che farsi governare da altri non è mai un vantaggio. Non si tratta di tornare al nazionalismo, ma al controllo democratico (...) A partire dagli anni ‘80 del secolo scorso l’altra visione, quella di una società competitiva al massimo, con un settore pubblico da ridurre ai minimi termini e con una ricchezza da redistribuire il meno possibile perché la userebbe meglio chi è capace di accumularla (facendo poi “gocciolare” questo maggior benessere verso gli strati sociali inferiori: la teoria cosiddetta del trickle-down), ha preso il sopravvento e rapidamente la completa egemonia, conquistando anche quasi tutti gli esponenti di formazioni politiche socialdemocratiche. E’ in questa temperie che è nata l’Europa che c’è ora, quella del Trattato di Maastricht, elaborato a fine anni ‘80 e firmato nel febbraio ‘92, e del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007 dopo che un tentativo di Costituzione europea era stato bocciato dai referendum in Francia e Olanda. Per fortuna, visto che era basato appunto su quei principi, trasferiti peraltro pari pari nel Trattato “riparatore”. Carlo Clericetti, già direttore di Affari & Finanza



INCHIESTA

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Ifi in 2 anni più 25%. Leader europea banchi bar e vetrine gelato, pasticceria - I ricavi di Ifi Industrie sono cresciuti del 26 per cento negli ultimi due anni; del 12 nel 2016 e del 14% l’anno precedente. Buone sensazioni quest’anno. Negli ultimi due, il balzo è stato importante all’estero che oggi vale quasi il 50 per cento, ma anche il mercato italiano ha risposto col segno positivo. Come sono stati raggiunti tali risultati in un momento di incerta navigazione, almeno per il Made in Italy. Gianfranco Tonti, presidente di Ifi Industrie, nonché presidente degli industriali della

CULTURA D’IMPRESA provincia di Pesaro, argomenta: “I motivi che muovono l’azienda sono principalmente due. Il primo. Da sempre si conduce il lavoro nel segno dei valori, del rispetto delle persone e delle normative. Normative che non andiamo a discutere; è nostro dovere rispettarle. Inoltre, cerchiamo di costruire fiducia attorno a noi, che è un villaggio globale, in cui la tecnologia con il passaparola richiede pochi istanti”. “L’altro elemento trainante - continua il cattolichino Tonti, una grande passione per la terra - è la forza innovativa, che impieghiamo in ogni settore. Nel design è una componente basilare, che va a coniugare l’interpretazione dei bisogni non comunicati dei professionisti e del consuma-

Per 4 cooperative innovative di giovani - L’obiettivo di Legacoop Romagna ed Emilia-Romagna – che promuovono il progetto insieme a Coopfond e Coop Alleanza 3.0 – è favorire lo sviluppo di idee innovative e occupazione giovanile. – Bastano un’idea di impresa e un gruppo di almeno 3 persone per partecipare a Coopstartup Romagna, il bando per favorire la creazione di imprese cooperative e sviluppare innovazione e occupazione di qualità tra i giovani. In palio per i 4 progetti vincitori ci sono dodicimila euro ciascuno a fondo perduto per aprire la propria cooperativa, un percorso di formazione intensivo e gratuito e l’accompagnamento nella fase post startup. Le iscrizioni si sono aperte il 15 marzo esclusivamente sul sito www.coopstartup.it/romagna. Possono partecipare team composti in maggioranza di

“Rispetto per le persone e innovazione di prodotto” tore finale. L’innovazione è nei prodotti ma anche nei processi: produzione, servizi, approvvigionamento. Insomma, in ogni settore dell’impresa”. Questa vera e propria filosofia aziendale negli ultimi anni ha ricevuto riconoscimenti di livello assoluto, non solo dai mercati. Nel 2014, la vetrina gelato “Bellevue” è stata insignita dell’italico Compasso d’Oro, il Nobel della progettazione; a pensarla il designer francese Marc Sadler. Negli ultimi 30 giorni, altri due premi di prestigio dalla Germania: l’If Design (in concorso 5.550 prodotti da 58 nazioni) e il Red Dot. Nella giornata mondiale del design lo scorso 2 marzo, alla Farnesina (ministero degli Esteri), a rappresentare il Made in Italy anche la vetrina “Bellevue”. Forse il pezzo forte dell’Ifi è la vetrina gelato “la Tonda”. Progettata 12 anni fa dall’italo-giapponese Makio Hasuike (ha studiato a Milano negli anni Sessanta) è diventato uno dei simboli dell’ingegno italiano. E’ stata imitata un po’ ovunque: Italia, Cina, India, Corea del Sud. Tonti: “E’ la

Esporta quasi il 50 per cento; presente in 80 nazioni. Premi di grande prestigio: Compasso d’Oro e If. Tonti: “Attenzione ai particolari”

80 nazioni

80 - Ifi Industrie è presente in 80 nazioni (obiettivo 100). Fattura 60 milioni di euro ed impiega 350 persone.

Gianfranco Tonti, presidente Ifi Industrie nostra icona; quando gli amici la trovano in giro, scattano una foto e ce la spediscono. L’ultima è arrivta da Lourdes. Forte di 350 addetti (l’ufficio ricerca e sviluppo vale il 10 per cento del personale), Ifi Industrie è leader europea nella produzione di banchi bar, vetrice gelato e pasticceria e sedute. Gianfranco Tonti la guida da decenni; quest’anno festeggia i 50 anni di lavoro in Ifi. Conosce l’azienda come le proprie tasche e saprebbe fare qualsiasi cosa. Potrebbe essere presa a modello dalle al-

tre imprese che vogliono tentare di restare sui mercati mondiali: sempre più difficili, sempre più competitivi, sempre più enigmatici da decifrare. Tonti: “Lo scenario internazionale potrebbe cambiare sulla spinta del presidente americano Trump, con il suo crescente protezionismo. D’ora in avanti gli imprenditori sono chiamati a gestire turbolenze continue. L’importante però che dentro l’impresa si cambi sempre. Ci si fa del male se si continua a fare come si faceva un tempo. Porto

questo principio dentro l’azienda e dentro l’associazionismo di cui faccio parte. Questi sono gli anni più impegnativi e complicati della mia vita: però mi adatto volentieri. Sono dello stesso parere di Giorgio Squinzi, l’ex presidente di Confindustria, che diceva che la ripresa si ottiene soltanto attraverso le imprese. Sembra una banalità ma è proprio su questa banalità che ci si dovrebbe soffermare. Tutti. Vent’anni fa i nostri competitori erano altrove in Italia; ora bisogna confrontarsi con la Turchia, la Corea del Sud,

Coopstartup Romagna, in palio 12mila euro a testa delle risorse, le industrie culturali e il turismo.

persone sotto i 40 anni che intendano costituire un’impresa cooperativa con sede legale e operativa nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, ma anche cooperative già esistenti costituite a partire dal 1 giugno 2016 nella stessa area geografica.

L’obiettivo di Legacoop Romagna ed Emilia-Romagna – che promuovono il progetto insieme a Coopfond e Coop Alleanza 3.0 – è favorire lo sviluppo di idee innovative negli ambiti settoriali che l’Unione Europea considera prioritari per favorire

una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli ambiti di attività potenziale sono molto ampi e vanno dalla salute e benessere ai cambiamenti demografici, dalla alimentazione alla ricerca, dall’energia ai trasporti, passando per le misure per il clima, l’efficienza

Coopstartup Romagna si avvale della collaborazione di numerosi partner territoriali che metteranno a disposizione degli aspiranti cooperatori promotori di nuove idee imprenditoriali una rete di servizi, strumenti, competenze e relazioni. Oltre ai promotori, fanno parte della rete iniziale del progetto cooperative, enti e centri di ricerca che, operando sul territorio, ne hanno condiviso il metodo e le finalità. Si tratta di: Aiccon, Apofruit Italia, Aster, CBR, Cento Fiori, CMC, COOP 134, DECO Industrie, Federcoop Nullo Baldini Ravenna, Formula Servizi, Innovacoop, Rete Treseiuno, Zerocento. I tempi del progetto

la Polonia, la Tunisia, l’America. Il quadro mondiale non rassomiglia più a quello di pochi anni fa. Purtroppo, c’è stata una svolta alla quale molte realtà non sono riuscite ad adeguarsi e a dare risposte. Oggi, la mortalità delle imprese è elevatissima; cosa che crea l’impoverimento delle persone e dei territori. E questo è davvero un fatto grave”. Ifi Industrie con i suoi marchi ha alzato bandiere in 80 nazioni; l’obiettivo è 100. Oltre che sui grandi progetti portati avanti con prestigiosi ed umili designer (Sadler e Hasuike sono dei capisaldi di prudenza), Ifi è attenta al dettaglio. Ad esempio, spinta dalla rigida normativa californiana, ha tolto il piombo dalla propria rubinetteria. Ai primi dello scorso anno, ha presentato al mercato una scatola-gelatiera, in grado di alloggiare due cilindri (9 chili di gelato) con un’autonomia di circa 6 ore. Ottima soluzione per party; ne sono stati vendute migliaia. Pochi mesi fa ha presentato un’isola sorbetteria ottima per i supermercati e grandi negozi di frutta. La materia prima troppo matura per essere venduta, potrebbe essere trasformata in sorbetto. Fino ai primi anni del 2000, Ifi significava leader in Europa per i banchi bar. In quegli anni fa l’ingresso nelle vetrine gelato; 12 anni fa “la Tonda”. Oggi, il comparto gelato vale il 40 per cento dei ricavi.

Fino al 31 maggio verranno accettate le candidature dei gruppi, mentre nei mesi di giugno e luglio avverrà la formazione a distanza gratuita in e-learning per tutti gli iscritti. Entro il 15 luglio occorrerà presentare le idee imprenditoriali, riviste e corrette con le informazioni più approfondite. Tra tutte le idee pervenute saranno selezionati 20 progetti. Entro il 15 dicembre 2017 i 20 gruppi selezionati, dopo il programma di formazione, dovranno predisporre un progetto imprenditoriale realizzando un business plan e un video, non professionale, di presentazione del progetto (durata massima di 3 minuti). Nella primavera del 2018 saranno infine comunicati i progetti vincitori, fino a un massimo di 4. Tra gli elementi che saranno giudicati ci sono tra gli altri valore dell’idea, contributo innovativo, qualità del team, creazione di nuovo lavoro, accesso al microcredito e sostenibilità.



INCHIESTA

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Ne parlano due prestigiosi dirigenti d’azienda Lavoro e diritti umani

- John Maynard Keynes, in una monografia del 1919 sulle conseguenze economiche della pace, all’indomani della prima guerra mondiale, affermava: ”Dobbiamo superare la sindrome di Clemenceau per aprire cieli nuovi e terre nuove in Europa. Clemenceau vede le cose in termini di Francia e di Germania, non di umanità e di civiltà europea in cerca di un nuovo ordine”. E questa visione ristretta e asfittica ha portato i risultati che poi abbiamo visto e subito. Keynes, da quell’economista lungimirante che era, parla di umanità e di civiltà europea come premessa per la costruzione di un nuovo ordine economico e sociale. La grande sfida che, oggi, abbiamo davanti a noi, riguarda l’integrazione dell’etica nell’economia e quindi la ricerca di un nuovo umanesimo. Il riduzionismo economico e il relativismo etico hanno dato all’Unione europea piedi di argilla, togliendole gli stimoli e la capacità

L’economia si fa con l’etica Si fa con un nuovo Umanesimo “La massima espressione dell’etica è la costruzione del bene comune. L’etica cristiana, può giocare un ruolo fondamentale”

Gianfranco Vanzini, già direttore generale Aeffe

LA RIFLESSIONE

di lavorare per uno sviluppo risvolto alla costruzione del bene comune di tutti i cittadini europei, anziché di piccoli gruppi di operatori, a volte anche solo speculatori. Non si può dimenticare che, alla lunga, sono le idee e non gli interessi costituiti e circoscritti, a prevalere nella scelta del bene e del male. Quelle idee che sono contrarie ai grandi valori umani

della libertà, della responsabilità, della dignità e della creatività, portano inevitabilmente al male e alla conseguente distruzione dell’uomo e di tutto il contesto sociale, come insegnano i lunghissimi anni di storia. La civiltà europea è una civiltà fondata sul cristianesimo e sui suoi grandi valori che mettono l’uomo e le sue

libere organizzazioni al centro di ogni processo di sviluppo per il bene comune. Dimenticare questo e sostituire la “fiducia” nell’uomo e nelle sue capacità e aspirazioni, con inutili e complicate organizzazioni burocratiche, può alimentare solo caos e egoismi privati o collettivi. La massima espressione dell’etica è la costruzione

del bene comune. L’etica cristiana, può giocare un ruolo fondamentale, essa ha un duplice fondamento che la rende forte rispetto alle altre etiche: la dimensione trascendente che conduce l’uomo al rapporto con Dio, che è un rapporto che guida e libera, e quella terrena che attraverso il discernimento degli atti umani secondo principi di giustizia e di carità, assicura all’umano operare criteri di correttezza e di rispetto reciproco e assoluto. Solo la civiltà cristiana può salvare l’Europa che altrimenti è destinata ad uscire dalle grandi traiettorie della storia. Papa Francesco, in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno il 6 maggio 2016, davanti ai vertici dell’Unione Europea, ha affermato che sogna “un’Eu-

ropa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia”; “Un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà”; “un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate più sui volti che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni”. Sono questi i sogni che hanno animato e realizzato i padri fondatori dell’Europa, che erano dei grandi sognatori, ma in quanto cristiani avevano anche i piedi ben piantati in terra, con una memoria e un’identità fondate su valori autentici e universali. Sta a noi riprendere la strada che ci hanno indicato per la ricostruzione dell’Europa dei cittadini, per uno sviluppo umano integrale e per il bene comune. Giovanni Scanagatta (segretario nazionale Unione cristiana imprenditori dirigenti), Gianfranco Vanzini (già direttore generale Aeffe)


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RIMINI

Intervista a Orlando, ministro della Giustizia di passaggio a Rimini l’1 aprile L’EDITORIALE

Quale allegria... Continua dalla prima mese. Ricordo che uscivo dal lavoro e da dove mi trovavo impiegavo almeno due, tre ore per arrivare in serata alla Cattedrale. Lui mi aspettava sempre, sapevo che mi aspettava. Veniva lui ad aprirmi la porta. E mi accompagnò in quel momento di crisi come un padre, con grande finezza d’animo. Non mi diceva cosa dovevo o non dovevo fare. Ascoltava, s’interessava, diceva con chiarezza quello che pensava. Ma sempre nella libertà. Mi accompagnava in un cammino nel quale, in piena libertà, ho potuto riconoscere la mia vocazione». Accoglienza. Libertà. In una parola, a Bergoglio-Francesco sommamente cara, ‘misericordia’. Ed è il criterio di distinzione tra quanti Francesco sanno personalmente ‘comprendere’, in tutti i sensi e con tutti i sensi, e chi non ci riesce. E neppure ci prova. Criterio semplice ed ultimativo cui quelle parole ci riconduco-

no. Ed è tanto. Intanto ai tanti impazienti, su tutte le sponde, si consiglia pazienza. In primo luogo agli esagitati detrattori che praticano costantemente lo sport di deformarne le parole per poi criticare quel che non ha detto, così riempiendo di bile la propria frustrazione. E un po’ anche agli insoddisfatti estimatori che lamentano la lentezza del suo procedere, richiedendo atti di imperio ed epurazioni che Bergoglio-Francesco non farà, e che non sanno vedere la sapienza, pastorale e ‘strategica’, del suo operato e del suo operare. In fondo Bergoglio-Francesco è ‘solo’ un cristiano che prova a fare il cristiano. Prendendo sul serio la questione. Forse è molto. E ci si scusi se non abbiamo trovato di meglio da raccontare nella società dichiaratamente ‘laica’. Ma questo non è poco, forse è davvero moltissimo, e in qualche modo fonte di allegria. Gabriele Paci

“Pd, invertire la crisi” “Se le tue idee hanno forza non c’è bisogno di alzare la voce, di zittire gli altri”

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando a Rimini

L’INTERVISTA Davvero crede sia possibile battere Matteo Renzi? «Sì, assolutamente. Nei circoli otteniamo la percentuale più alta dove il referendum è andato meglio, mentre Renzi va benissimo dove il referendum è andato peggio. Essere forti nel partito non significa esserlo nella società. Alle primarie del 30 aprile potrà esserci una bella sorpresa. Lavoreremo molto su questo. Credo che il Pd debba rimettersi in connessione con molti mondi con cui in questi anni ha lacerato i rapporti, in questa campagna io sto iniziando a farlo». Ministro Orlando, qual è stato il motivo per cui ha deciso di scendere in campo? «Dopo la sconfitta referendaria dello scorso 4 dicembre ho visto a rischio il progetto del Pd e ho cominciato a vedere una crisi, che rischia di essere irreversibile del partito. Da lì il passo è stato brevissimo. Credo che dobbiamo fare lo sforzo collettivo di capire il voto referendario e dare risposte al malessere sociale che si è manifestato

in quell’occasione». Perché un elettore dem dovrebbe scegliere Andrea Orlando? «Perché gli elettori del centrosinistra chiedono unità e coesione. E la mia penso sia una proposta in grado di intercettare questo tipo di domanda. L’obiettivo resta uno soltanto: costruire una proposta in grado di battere la destra. Penso di essere l’unica candidatura in grado di aprire il Pd a mondi esterni che ormai ci guardano con diffidenza. Ci siamo isolati e questo rischia di farci perdere le elezioni. Voglio ricostruire un partito forte e plurale con un gruppo dirigente selezionato non in base alla fedeltà, ma composto dalle nostre migliore energie e intelligenze».

Nel suo tour per le primarie come ha trovato il Pd nei territori? «Ho trovato un misto di fattori, un residuo di speranza e fiducia. E poi chi è smarrito a causa di un partito che è stato lasciato per lungo tempo in abbandono. Ho visto che in questi anni abbiamo perso troppe persone per strada, riducendo così le nsotre potenzialità. Vorrei un partito che tornasse a chiamare i cittadini a discutere i temi e le questioni che li riguardano: dai piani regolatori delle città alle grandi riforme che discute il Parlamento». C’è chi la rimprovera di essere sceso in campo troppo tardi. Come replica? «Beh, risponderei così: mi

sono candidato quando è stato indetto il congresso. Forse altri hanno preso decisioni affrettate prima ancora che si definisse il quadro». Lei ha una caratteristica: cerca di rispondere nel merito, non urla. È una strategia di comunicazione o è così anche nella vita? «Guardi, sono convinto che se le tue idee hanno forza non c’è bisogno di alzare la voce, di zittire gli altri. Questo modo di fare politica comincia a stufare. Sembra più un modo di nascondere con i decibel le debolezze. In questa fase delicata ritengo sia sbagliato risolvere tutto con le battute e i tweet. Tutto ciò fa perdere la sinistra e fa perdere se stessa». Da ministro della Giustizia lei è molto stimato a destra e a sinistra. Qual è stato il segreto? «Credo di aver fatto delle cose perché ascolto. Ho aggiustato il tiro quando si evidenziava qualcosa che non funzionava. Dal confronto c’è sempre la possibilità di migliorare i provvedimenti. Chi vive direttamente un problema, chi abita in un luogo, ha un punto di vista che tu non sempre hai. E farlo emergere aiuta sempre nell’azione di governo».


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1 Maggio al Ghetto Turco SAN MARINO - CULTURA - “Col-lezioni d’arte”. E’ il titolo di tre conferenze con aperitivo d’Artista, attraverso le suggestioni dei capolavori della Collezione Scudo Arte Moderna: le parole di un critico e le creazioni di uno chef A tenere gli incontri il critico d’arte Silvia Arfelli, direttore artistico dell’agenzia di eventi d’arte “La Maya Desnuda” di Forlì. Sarà l’occasione per ammirare dal vivo piccoli gruppi di capolavori della Collezione Scudo Arte Moderna. La sede è a Palazzo Arzilli, ingresso in via Contrada Santa Croce, al

Col-lezioni d’arte, conferenze con aperitivo

L’AFFONDO

L’affondo giunto alla fin della licenza... 18 Il Nuovo Pantani Manuale dei termini ciclistici ad uso di colti ed incliti

‘Fine corsa’ Gabriele Della Rovere

- Il fine corsa è il momento più bello, e contemporaneamente il più drammatico. Si fanno bilanci, si coltivano rimpianti, si esulta e ci si rattrista contemporaneamente. Intanto la cosa più importante è che la corsa sia gratificante mentre la si corre. E che per ogni momento trascorso si possa poi dire: «Comunque ne valeva la pena». Intanto accorcia o allunga il ritmo secondo la necessità, guarda dritto davanti a te, cura tutte le modalità, pensa... E tante altre cose. Ma soprattutto, la bellezza massima della corsa è il correre in compagnia, con una meta. Comune. Per non avere poi rimpianti, ma soprattutto per il privilegio di farlo con chi ti è affettuosamente al fianco, sopportando e supportando le tue debolezze. Soprattutto rafforzando la tua tenacia.

La presentazione dell’evento

- Quando il Primo Maggio era romantico, e con un valore sociale e politico altissimo, si potrebbe dire. L’istantanea (scattata dalle parti di via Rimebranze) risale al 1948-1950 e racconta i giovani del Ghetto Turco. Partivano dal Circolo il mattino, a piedi, e arrivavano fino al porto, dove si svolgeva la cerimonia. In piedi, da sinistra: Elide, Stella, Silvana, Elide e Teresina. Seconda fila, seduti, quinto da sinistra, Augusto. In primo piano, seduto, Tonino. La fotografia è di Elide Olivieri, che, purtroppo, non ricorda tutti i nomi. In ogni caso è un documento che racconta un’epoca.

civico 32, in pieno centro storico. Organizzata Banca CIS e da Scudo Investimenti sg, con il patrocinio delle Segreterie Turismo e Cultura, l’idea è di voler mescolare emozioni e colori delle tele con quelli delle creazioni dello chef Graziano Canarezza (ristorante “Cesare”) che andrà di volta in volta ad interpretare in chiave gastronomica e creativa le opere presentate. Semplici assonanze, rimandi, trasposizioni dove gusto, vista e olfatto ci consentiranno viaggi e ricongiungimenti con l’essenza più intima delle opere esposte. L’arte è emozione e, la cucina, può e vuole essere emozione. Un’opera d’arte, più che su tecnica e valori, si fonda su idee e cultura. Profonda cultura. Ce lo ricorda Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena (tre stelle Michelin e numero uno al mondo nella classifica World’s 50 Best): “La cucina rende edibili le

idee, come l’arte le rende visibili e tangibili”. L’arte rende visibile l’invisibile, ed è proprio quello che cerca di fare anche un piatto, a partire dalla valorizzazione di ingredienti elementari, talora poveri, puntualizza lo stesso Graziano Canarezza. Nel primo incontro, muovendo dalle opere, “Nu allongè”, disegno a matita di Amedeo Modigliani del 1917, “Promenade” di Massimo Campigli del 1954 fino a “Isabelle e Brigitte” (Fanciulle al mare) del 1967 e “Le atlete” anch’essa del 1967 di Mario Tozzi, tutte appartenenti alla collezione del fondo comune di investimenti Scudo Arte Moderna, si affronterà il tema della particolare sintesi espressivo-figurale di cui è stata oggetto l’immagine femminile. Tema del secondo, sarà il paesaggio. Un paesaggio archetipo, rivoluzionario e retorico al tempo stesso: “Casa del madonnone” del 1932 di Ottone Rosai, “Luglio” di Arturo

Tosi e “Forte dei Marmi” di Carlo Carrà del 1960. Nel terzo, ad accomunare le ricerche e gli esiti di artisti come Enrico Castellani e Lucio Fontana, è la necessità, l’urgenza che entrambi avvertono, di cercare una corrispondenza rivoluzionaria e inversamente proporzionale, alle consuetudini della tela dipinta. Visto il numero limitato dei posti, l’ingresso agli incontri è gratuito ma solo su prenotazione. Ai partecipanti si raccomanda la massima puntualità. Il calendario - 28 aprile, ore 17,30 - 12 maggio, ore 17,30 - 26 maggio, ore 17,30 INFO E PRENOTAZIONI Uff. Marketing Banca CIS - Tel. 0549 874063/ mail: marketing@bancacis.sm



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Ma soprattutto normali. Quelli nati con la sindrome di Klinefelter

Quando “rari” fa rima con “speciali” - Per me è un vero piacere fare, e proporre, questa intervista ad una persona che stimo da tanto tempo e che, conoscendolo da tanto tempo, posso dire sia una persona dal cuore grande davvero. Il ragazzo in questione si chiama Massimo Cresti, 47 anni, riminese, originario della Valmarecchia, e Presidente dell’Associazione “Nascere Klinefelter” Onlus. - Ciao Massimo, l’Associazione di cui sei presidente, di cosa si occupa? Cosa significa “Nascere Klinefelter”? “Buongiorno Loris. Partiamo dalla parola Klinefelter. La “SINDROME DI KLINEFELTER” è una difformità cromosomica, genetica e non ereditaria in cui un individuo di sesso maschile possiede un cromosoma X soprannumerario. il cariotipo, o corredo cromosomico, è quindi di tipo 47, XXY anziché quello usuale 46, XY. L’incidenza della Sindrome di Klinefelter è di circa 1 su 400 maschi nati vivi. oppure nella sua variante cromosica più grave, ovvero tre X sovrannume-

E’ una difformità cromosomica, genetica e non ereditaria

Massimo Cresti, il presidente

VOLONTARIATO di Gianloris Cresti rarie, in gergo descritta come 49XXXXY, un caso ogni centomila nati maschi vivi. A causa della grande eterogeneità dei sintomi e della scarsa informazione su di essa, la Sindrome di Klinefelter è spesso descritta erroneamente come una malattia genetica rara, grave ed invalidante”. Dimmi Massimo, quali sono i caratteri della malattia? Esiste una diagnosi preventiva? “Benché venga sempre più spesso individuata durante la diagnosi prenatale, molti uomini con Sindrome di Klinefelter non manifestano una sintomatologia conclamata: nel 25-30% dei casi la SK non viene nemmeno diagnosticata oppure vie-

ne scoperta casualmente in età adulta. Chi ha la Sindrome di Klinefelter solitamente presenta testicoli di dimensioni ridotte, e non produce abbastanza testosterone. Di conseguenza l’infertilità è il sintomo principale della Klinefelter e lo scompenso ormonale provoca a volte aumento del seno, scarsità pilifera e statura più alta della media. Può esserci dislessia e ridotto sviluppo del linguaggio, con problemi di attenzione (DSA), apprendimento espressività scarsa autostima e scarsa memoria a breve termine . Si possono riscontrare immaturità, insicurezza, timidezza, disagio sociale e difficoltà sco-

lastiche, facilmente risolvibili con terapia logopedica precoce e farmacologica”. Tu, scoperto in tarda età di esserne affetto, hai poi creato l’Associazione. A quale scopo? “Lo scopo principale dell’Associazione NASCERE KLINEFELTER ONLUS è quello di fornire una corretta informazione, che inizia dalla diagnosi del feto con Sindrome di Klinefelter, comunicata ai futuri genitori con il prezioso supporto di un’equipe di esperti sensibili ed in grado di rispondere ad ogni dubbio. Si riducono notevolmente lo shock e le paure che potrebbero sfociare in una scelta estrema e inopportuna. L’Associazione inoltre affianca, informa e sostiene moralmente e psicologicamente i genitori in ogni periodo di crescita del proprio figlio dalla nascita all’età adulta, prestando particolare attenzione alle fasi di sviluppo dei primi anni di

ONLUS

Klinefelter onlus, 80 soci - L’Associazione conta circa 80 soci ed è impegnata in maggior misura nel settore prenatale, pediatrico ed adolescenziale senza tralasciare però l’età adulta. Il suo presidente, Massimo Cresti, ha alle spalle un notevole bagaglio di esperienze personali, convegni, conoscenze con genitori di bambini SK e tante collaborazioni con medici di varie specialità create in oltre 15 anni di volontariato anche presso altre associazioni. L’Associazione NASCERE KLINEFELTER ONLUS è iscritta al Registro del Volontariato con Det.Reg N. 2046 del 15/02/2016 e C.F. 911570406 (utilizzabile per gradite donazioni del 5X1000 - IBAN IT48R0885224200030010271095). Siamo sempre raggiungibili al n. tel. 334 8666176 anche tramite whatsapp, facebook, twitter e linkedin, tramite e-mail nascereklinefelter@gmail.com e sul sito www.nascereklinefelter.it.

vita, assicurando totale disponibilità al dialogo con i minori e con le loro famiglie, facendo conoscere la Sindrome come condizione genetica che coinvolge non solo chi ne è affetto ma anche i familiari e tutti i cittadini sia in ambito locale che regionale e nazionale. Nel pieno rispetto della privacy e qualora lo desiderino, l’Associazione incoraggia le amicizie tra i genitori di bambini e ragazzi e/o tra adulti con

Klinefelter favorendo lo scambio reciproco di esperienze, consigli e suggerimenti”. In quale raggio d’azione vi proponete ? “Per ogni parte d’Italia viene garantita un’esaustiva gamma di centri all’avanguardia e di ambulatori dedicati alla Sindrome di Klinefelter, in grado di perpetrare nel tempo i controlli necessari e le terapie più avanzate ed efficaci per ogni età”.



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Dario Maria Campana. La riscoperta della manualità piacevolmente artigianale LA RIFLESSIONE di Gianfranco Vanzini

3. La carità...

- Papa Francesco inizia il quarto capitolo della sua Esortazione apostolica Amoris laetitia introducendo il tema della Carità, ovvero dell’amore nell’operare. Dell’amore che passa dai sentimenti e dalle parole ai fatti. Per fare questo cita San Paolo, che nella sua prima lettera ai Corinti, definisce così la carità: «La carità è paziente, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,4-7). Proviamo ad analizzare i singoli punti di questa citazione per vedere quali indicazioni possiamo trarre per il nostro vivere quotidiano. La prima caratteristica della carità è la pazienza. Che cosa c’entra la pazienza con la carità? Serve veramente? Per rispondere a queste domande vale la pena soffermarsi a precisare il senso delle espressioni usate in questo testo, con uno sguardo particolare a ciò che avviene normalmente in famiglia e nella società. Essere pazienti non significa lasciare che ci maltrattino o tollerare aggressioni fisiche, o permettere che ci trattino come oggetti. Niente di tutto questo. Il problema si pone quando pensiamo e magari pretendiamo che le nostre relazioni con gli altri siano idilliache e che le persone siano perfette. O quando ci collochiamo al centro della scena e aspettiamo unicamente che si faccia

la nostra volontà. Allora tutto ci spazientisce, tutto ci porta a reagire con aggressività. E questo non va bene. Se non coltiviamo la virtù della pazienza, avremo, o troveremo, sempre delle scuse per rispondere ai nostri interlocutori con veemenza e magari anche con ira. Alla fine diventeremo persone che non sanno convivere, antisociali e incapaci di dominare gli impulsi. In questo caso anche la famiglia rischia di trasformarsi in un campo di battaglia. La pazienza, come la intende San Paolo, non è un atteggiamento passivo, ma è accompagnata da un’attività, da una attenzione, da una reazione dinamica e creativa nei confronti degli altri. Deve essere benevola, cioè deve dimostrare quell’amore all’opera che cerca il bene degli altri, che li aiuta e li promuove. Ecco perché la chiama benevola. Come diceva sant’Ignazio di Loyola, «L’amore si deve porre più nelle opere che nelle parole». In questo modo esso può mostrare tutta la sua fecondità e ci permette di sperimentare la felicità di dare, la nobiltà e la grandezza di donarsi in modo sovrabbondante, senza misurare, senza esigere ricompense, per la sola gioia di dare e di servire. Un carità benevola non può convivere con l’invidia. L’invidia, infatti, è provare tristezza per il bene altrui. All’invidioso non interessa la felicità degli altri, anzi gode dell’altrui infelicità, perché è esclusivamente concentrato sul suo benessere. Mentre l’amore ci fa uscire da noi stessi, e ci porta a cercare e a realizzare rapporti costruttivi e positivi con gli altri, l’invi-

Lunga vita alla Fenice Dario Campana SGUARDI DI ARTISTA

di Annamaria Bernucci - Un ritorno inaspettato all’arte, alla soglia dei settantanove anni, quello che ha fatto Dario Maria Campana, riscoprendo di recente “il piacere della manualità nobilmente artigianale” e mostrando con estremo equilibrio di “riprendersi una rivincita sulla ossessione tecnologica”. Dall’ultimo dei tanti mestieri da lui esercitati – il programmatore, il consulente informatico – ha tratto ispirazione per riformulare dal cuore dei computer (le piastremadri, motherboard) altre strutture misteriose e antifunzionali, dal passo astratto e monocromo dando vita a una vera e propria costellazione di opere inedite, in dialogo tra loro attraverso un rigoroso quanto enigmatico rapporto. Con il Ciclo della Fenice ha realizzato un progetto nato dall’insieme di 35 opere eseguite con piglio determinato e un vero “furore costruttivo” prendendo spunto da uno dei miti più duraturi e fervidi della

tradizione letteraria antica. Fenice è anche il titolo dato ad una delle sue opere che dialogano con altre del ciclo dedicate a costellazioni e astri celesti. E forse una buona stella gli è venuta incontro, illuminandolo, nel portare a compimento questo progetto. E’ lui a raccontarlo, con pacata misura e con la soddisfazione di un raggiungimento appagato. Una frenesia quasi ossessiva, improvvisa e nutritiva lo ha colto in questo anno appena trascorso, nel 2016. Non nasconde di aver risposto ad una insopprimibile esigenza

dia ci porta a concentrarci solo sul nostro io. Il vero amore apprezza i successi degli altri, non li sente come una minaccia e si libera del sapore amaro dell’invidia. Accetta il fatto che ognuno abbia doni differenti e percorra strade diverse nella vita, cerca di scoprire la propria strada per essere felice, lasciando che gli

altri trovino la loro e gode della loro felicità. Chi ama, non solo evita di parlare troppo di se stesso, ma poiché è centrato sugli altri, sa mettersi e stare al suo posto, senza pretendere di essere sempre al centro. L’amore non è arrogante, non manca di rispetto. Nella vita fami-

creativa, riprendendo un percorso lasciato sospeso da quarant’anni e ritenuto concluso. Ha creato un ponte tra un passato intessuto di relazioni e di impegno sperimentale nell’arte, ed un oggi, dove, sanate le fratture della vita e le dispersioni, ha ritrovato nuovamente una felicità inventiva. Ricordiamo brevemente che Dario Maria Campana, nato a Catania nel 1938, si trasferisce a Rimini nel 1954 dopo un soggiorno con la famiglia all’Asmara; nel 1967 apre un atelier di scultura; nel 1969 con Vittorio D’Augusta entra in contatto con Bruno Munari e nello stesso anno, gemellandosi con il Centro Operativo Sincron Brescia apre una propria galleria (la SINCRON) in corso Giovanni XXIII, nella quale gravitano artisti come Hans Glattfelder, Jorrit Tornquist, Mimmo Paladino, Giovanni Santi Sircana, lo stesso Munari; è del ’71 l’Incontro Sincron con una grande collettiva open che agisce anche negli spazi pubblici della città. Sino al 1976, quando improvvisamente abbandona l’attività artistica ed espositiva, Campana produsse sculture monumentali in marmo e in bronzo collocate in liare non può regnare la logica del dominio degli uni sugli altri, o la competizione per vedere chi è più intelligente o potente. La famiglia è il luogo della complementarietà e del servizio disinteressato e reciproco. Gianfranco Vanzini

diverse città italiane, frutto delle risorse messe in campo con la legge del 1949 nota come legge del 2% per le opere d’arte negli edifici pubblici, applicata per oltre cinquant’anni. La sua direzione era astratto geometrica e risentiva fortemente di quel clima innovativo e progettuale legato al gruppo cibernetico che faceva capo a Silvio Ceccato, uno dei primi docenti ad occuparsi di robotica ed elettronica tra gli anni ’60 e ’70. Dario Campana - scrive Vittorio D’Augusta- si considera scultore poiché la scultura presuppone un progetto e una costruzione. La curiosità, la coscienza del contemporaneo, la fiducia nella tecnologia, la razionalità hanno guidato la sua ricerca attraverso fasi diverse contemplando estrosità e spirito ludico. Tra queste opere e quelle degli anni ’70, al di là dello spazio temporale che apparentemente le divide, vive la stessa matrice concettuale e la stessa grammatica. Come sottolinea Piero Meldini “Dario Campana era e rimane, in ogni caso, un maestro nell’arte di ottenere complessità e varietà da una voluta economia di mezzi, c’è coerenza tra passato e presente anche nella ricerca formale che persegue un perfetto equilibrio fra le parti e che coniuga rigore e fantasia”. Dario Maria Campana/ CICLO DELLA FENICE dal 18 marzo al 23 aprile 2017 alla Galleria dell’immagine – Rimini, via Gambalunga, 27 - orari e info: 1619 chiuso lunedì non festivi, ingresso libero- Info 0541 704416/704414 /ww.museicomunalirimini.it, www.dariocampana.it



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Il fisico Fausto Bersani racconta il suo “incontro” con la Piazza; vi collabora da anni

- Piazza: se consultiamo l’Enciclopedia Italiana, ne troviamo una definizione estremamente dettagliata e documentata con i vari ruoli che essa ha assunto nel susseguirsi delle epoche storiche. In genere è stata utilizzata come luogo e centro di riunione dei cittadini a livello politico (comizi, parlamenti), commerciale (fiere, mercati) e religioso (processioni, sacre rappresentazioni, sagrati) con un costante sforzo e una tendenza progressiva in ogni civiltà urbana verso la specializzazione. Così in Grecia (agorà), così nell’urbanistica romana (foro). Un luogo prezioso, dove avveniva il confronto, dove si costruivano relazioni sociali, dove chiunque poteva affermare e difendere un’idea, dove esisteva il contraddittorio. Tuttavia il percorso storico non fu sempre così lineare: infatti, agl’inizi dello sviluppo urbanistico medievale, le città di nuova fondazione, a causa degli sconvolgimenti delle invasioni e dell’impoverimento delle condizioni generali della vita, fecero registrare una contrazione delle aree con una notevole diminuzione della superficie edilizia, con la costruzione di nuove cinte fortificate assai più ridotte di quelle romane, ma più facili a difendersi. In questa prima fase dell’urbanistica medievale anche gli spazi liberi delle antiche piazze e dei fori

4.

Luogo di relazioni umane

- Quest’anno la Piazza

compie 20 anni. Mese dopo mese, per tutto l’anno, ospiteremo interventi e riflessioni di personaggi che hanno incrociato le nostre pagine. Isabella Mancino L’INTERVENTO di Fausto Bersani* finirono con l’essere occupati dalle abitazioni fino a sparire, in molti casi, del tutto. Il mensile La Piazza, per fortuna, a distanza di 20 anni conserva ancora, nelle sue pagine, gli “spazi” comunicativi che la storia ha attribuito, in origine, al suo analogo urbanistico, circostanza questa tutt’altro che scontata. L’informazione, infatti, contiene nel suo DNA un enorme potere, ma anche un rischio estremamente pericoloso: un suo uso improprio è in grado di indirizzare il pensiero eliminando il pluralismo. L’eventuale presenza di un controllo da parte di lobbies, che siano politiche o economiche non importa, tende in genere a filtrare le informazioni ostacolando la formazione di opinioni infor-

Fausto Bersani Greggio

mate. Di questo ne sono personalmente testimone in relazione ad una delle attività scientifiche di cui mi occupo: ossia lo studio dell’inquinamento elettromagnetico. In quasi 30 anni di attività mi sono trovato spesso a scontrarmi, e purtroppo mi capita tutt’ora, con varie tipologie di soggetti che siano tecnici, amministratori, comuni cittadini, giornalisti, associazioni. Per fortuna devo dire che queste categorie annoverano al loro interno anche eccellenti individualità con le quali, negli anni, ho potuto costruire terreno fertile per

far si che le persone possano operare scelte informate e consapevoli. La Piazza in questo caso è stata per me una cassa di risonanza preziosa: uno dei meriti principali che devo riconoscere alla redazione è quello di non avermi mai posto dei vincoli su quanto andavo a scrivere, anche nel caso di contenuti “politicamente” scomodi, come quello di valutare i pregi indiscutibili, ma anche i rischi sanitari e umani di un mondo “digitale”. Avere il coraggio di pubblicare anche gli aspetti negativi di una moda, di una deriva collettiva dietro la quale si celano straordinari

interessi è un pregio enorme. Tutto questo attraverso un’informazione locale che ha saputo fondersi anche con aspetti e contenuti generali, senza cadere in un facile provincialismo che avrebbe assunto i connotati di un condominio litigioso, come purtroppo accade, sempre più frequentemente, anche sui cosiddetti “social” i quali, nati per avvicinare persone che sono “lontane”, sempre più spesso hanno l’effetto di allontanare persone che sono “vicine”. In questo caso, l’insegnamento del primo Medioevo è straordinariamente attuale: così come le “paure” e le “po-

vertà” di allora avevano suggerito, per difesa personale, la soluzione più “facile” riducendo gli spazi dedicati alle piazze, fino a farle scomparire, le nuove fragilità, nell’era della comunicazione, paradossalmente ci rendono sempre più isolati, disinformati e facile preda di manipolatori di professione. Auguro a La Piazza, nel suo ventesimo compleanno, di continuare a difendere strenuamente questo suo spazio libero da cinte murarie, di respingere gli attacchi di una sorta di Medioevo tecnologico che ci sta conducendo verso una colonizzazione delle coscienze ed una omologazione di comportamenti dove il contraddittorio potrebbe rimanere solo un vago e pallido ricordo… Auguri! *Abilitato all’insegnamento della Fisica e della Matematica, attualmente è docente di ruolo e responsabile del Laboratorio di Fisica al Liceo Scientifico A. Volta di Riccione. Svolge attività di consulenza in Fisica Ambientale per la Federsconsumatori della Provincia di Rimini ed è membro di varie commissioni tecniche per la pianificazione dell’impatto elettromagnetico a livello ambientale

Volontari per l’amministratore di sostegno - Volontarimini cerca nuovi volontari per lo sportello sull’Amministratore di sostegno (Ads). Di cosa si tratta? È un progetto realizzato dal Csv in collaborazione con le associazioni di volontariato (Alzheimer Rimini, Anfi, Avvocati solidali, Crescere insieme, Orizzonti nuovi, Rimini Autismo), il Tribunale di Rimini e l’amministrazione comunale di Rimini e Riccione. Uno sportello rivolto a coloro che desiderano avere informazioni sulla figura giuridica dell’amministratore di sostegno, disciplinata dalla legge n. 6/2004. Un progetto di rete, a servizio dei cittadini. Compito dei volontari è quello di sostenere cittadini che si avvicinano a questo strumento di protezione giuridica e garantire un miglior servizio gratuito alle persone prive in tutto o in parte di autonomia,

Il manifesto

Volontarimini cerca nuovi volontari per lo sportello al Tribunale nell’individuazione di una figura volontaria. Per questo i volontari ricercati hanno un profilo specifico e dovranno partecipare al corso di formazione che sarà promosso da Volontarimini a partire da fine aprile. I volontari svolgeranno la loro attività all’interno dello sportello, aperto il martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12, nella sede del Tribunale Rimini (Primo piano, stanza 1014), in via Carlo Alberto Dalla Chiesa 11. Il loro supporto è fondamentale nella gestione di procedure burocratiche relative a situazioni familiari anche drammatiche. Inaugurato ufficialmente il 6 ottobre 2015, in oltre un anno di at-

bunale da un lato riduce i tempi di attesa al pubblico ma è anche l’occasione per noi volontari di instaurare relazioni con le persone molto significative. Incontriamo tanti casi di persone che hanno necessità di aiuto e assistenza e questo è un arricchimento per tutti”. E aggiunge Roberto, anche lui volontario: “I nostri compiti sono prevalentemente di ascolto e di indirizzo, rispetto soprattutto alla modulistica, per sostenere

tività lo Sportello ha contato più di 1.000 accessi: la maggior parte delle richieste hanno riguardato il deposito del rendiconto annuale da parte dell’amministratore di sostegno, in secondo luogo la richiesta di informazioni generali o in merito alle procedure per presentare ricorso. Elena, una dei volontari, racconta così il suo

compito e l’importanza di questo servizio: “Io mi trovavo già a fare da amministratrice di sostegno a una sorella disabile e l’idea di poter partecipare a un corso di formazione su queste tematiche mi è sembrato molto importante. Penso che svolgere attività che prima erano delegate esclusivamente alla Cancelleria del Tri-

volontarimivolantrimini.it

i parenti delle persone con difficoltà. Qui ho trovato un ambiente familiare e amichevole e penso che quello che facciamo sia utile, sia per sgravare la Cancelleria sia per dare un ascolto più attento alle persone che vogliono ricevere informazioni sull’amministratore di sostegno. Il servizio inoltre è gratuito e riduce quindi le spese che spesso queste persone devono sostenere”. Questo servizio sta mostrando dunque, ancora una volta, come il volontariato possa essere una risposta efficace e qualificata ai bisogni del territorio. Chiunque fosse interessato a chiedere ulteriori informazioni o a candidarsi come volontario può scrivere a: ads@volontarimini.it o telefonare al numero 0541 709888



Smiting Festival - 8a edizione Rimini 7-25 APRILE 2017 RADIOSITY – libertà on air Approfondimenti su www.smitingfestival.it www.facebook.com/smiting.rimini Smiting® Festival Info: 329.0909719 Festival nazionale della Cultura non convenzionale, con una predilezione verso la Creatività surreale e l’Ironia. Smitizza canoni preordinati col sorriso e confronto multiculturale, per grandi e bambini. Chi ama Smiting ama il binomio “genio-sregolatezza”. Attorno al tema scelto per la edizione, si svolge una rassegna di appuntamenti di arte e spettacolo. IL TEMA DELLA 8a EDIZIONE RADIOSITY – libertà on air Smiting 2017 sarà “radioso”. Ogni piccola rivoluzione trova resistenze: la novità spaventa ma, se sana, è nuova e intensa energia. Ogni passo in avanti, più saldo sarà, se con uno sguardo indietro. In Smiting 2017 si configurerà “Radiosity”, una utopica mini-città che parte dall’Ala Nuova del Museo della Città e si estenderà alla Cineteca e al Teatro Ermete Novelli, con una propria Radio e stradario, mostre tra musica, arte grafica, tecnologia online, omaggi alla Radio, libera in FM e ora web, come concetto espressivo universale di libertà, creatrice di vere e proprie comunità e la sua presenza in finestre specifiche storiche e sociali, internazionali, italiane e territoriali. Questa ottava edizione è ricchissima di appuntamenti come la speciale proiezione e Premio Smiting al film “Lo chiamavano Jeeg Robot”; la mostra collettiva “Radiosity” all’Ala Nuova del Museo della Città; eventi con grandi della musica rock d’autore italiana come Gianni Maroccolo assieme a Andrea Chimenti e Antonio Aiazzi (Litfiba); presentazioni e laboratori per grandi e bambini. Programma <> Venerdì 7/04 ore 21- Cineteca Comunale – Apertura del Festival Smiting Movie/Premio Smiting 2017: proiezione “LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT” Cineteca Comunale - Via Gambalunga 27 Rimini Regia di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli In Sala l’autore del soggetto Nicola Guaglianone e Roberto Marchionni “Menotti”, assieme sceneggiatori del film per la medaglia 3D Premio Smiting 2017 - Moderatore: Carlo Masini Ingresso a pagamento €5 Cineteca va

<> Sabato 8/04 ore 18 – Museo della Città Ala Nuo-

Inaugurazione Mostra RADIOSITY – LIBERTA’ ON AIR- 8-25 APRILE 2017 Museo della Città Ala - Via Tonini 1 Rimini Ingresso libero Curatori mostra: Giorgio Vivaldi – Marta Ileana Tomasicchio Omaggio alla Radio nata dalla libertà e alla Libertà attraverso la radio. Distretti: RADIOSITY P(A)NKPOSTPUNK / RADIOSITY FM / RADIOSITY AM / RADIOSITY ON AIR / RADIOSITY ESTENSIONI /

teranno il loro nuovo album “Grace”. Info + 389 849 0771

RADIOSITY AGORÀ Residenti: Giorgio Vivaldi / Mirco Pecci / Giovanni Tommaso Garattoni / Marzia Fraternale / Gianluca Cecchini / Radio Talpa / Andrea Fattori / Matteo Munaretto / Marta Ileana Tomasicchio / Angelo Scopelliti / Isabella Monti / Mabel Morri / MakeRN / Eugenia Vallini aka eudesign / Sidro-GoDown Mostra aperta al pubblico fino al 25 aprile <>Domenica 9/04 RADIOSITY ON AIR: TALPA / ICARO / MELODY / RIMINI / CITTA’ DEL CAPO / CASOTTO Museo della Città Ala Nuova - Via Tonini 1 Rimini Ingresso libero Ore 15 “Radio Talpa (anche un po’ Araba Fenice)” L’esperienza Radio Talpa a Cattolica. Rinascere 30 anni dopo Ore 17 “La radio è la cosa più bella che si può fare con la musica (Magnus)” Radio web e radio FM emiliano-romagnole e pesaresi, ancora attive e non, presenti attraverso dj e ex dj di Radio Icaro, Radio Talpa, Area 51/Radio Città del Capo, Radio Melody/Radio Icaro Rubicone, Radio Casotto, Radio Rimini. Ore 20 SMITING GOES TO: “JE SUIS PUNK” @ Grotta Rossa Via della Lontra 40 Rimini (RN) - Ingresso libero Apertura ore 20:00 con aperitivo a buffet Domenica 9/04 sera si va verso l’evento live “Je Suis Punk”. In concerto i Pin Up Noise, gruppo rumoroso toscano. In apertura il garage rock dei riminesi Alternative Station. Dj set a cura di Eli Felici (Tardigrada) e Paolino Zlaia (Lost in Transmission). Info + 331 6082079 <>Mercoledì 12/04 ore 17 Workshop “Radio Web: opportunità di comunicazione” Evento riservato Alma Mater Studiorum – Università di Bologna / Campus di Rimini - Via Angherà 22 Con Ass. Free Exit / Spreaker. Ingresso libero previa iscrizione fino a esaurimento posti disponibili (priorità agli studenti del Campus di Rimini). Info tel +329 0909716 workshopradioweb@gmail.com <>Sabato 15/04 da ore 10 RADIAGORA’ Museo della Città Ala Nuova - Via Tonini 1 Rimini – Ingresso libero – info e prenotazioni tel +329 0909716 smitingfestival@gmail.com Ore 10,15 Smiting YOGA DELLA RISATA – la libertà di ridere Incontro di presentazione Durata: 70’ Ingresso libero con prenotazione Max 20 partecipanti Ore 16,00 Smiting Bimbi: RADIOGIOCO per bambini 5 – 10 anni Laboratorio creativo di costruzione di una radio con materiale di recupero a cura di Francesca Pieri. Ingresso libero con prenotazione Max 20 partecipanti Ore 17 Smiting Libri: “PODISSEA” la presentazione allo Smiting! Stefano Rossini presenta il suo romanzo “POdissea”(Antonio Tombolini Editore). Ore 21,30 SMITING GOES TO: SONIC JESUS LIVE! @Sidro Club Via Moroni 92 Savignano (FC) - Concerto “fuori porta” di Smiting Festival al Sidro Club per il live dei Sonic Jesus, band di culto dell’etichetta londinese Fuzz Records. Presen-

<>Venerdì 21/04 da ore 18 RADIAGORA’ Museo della Città Ala Nuova - Via Tonini 1 Rimini Ore 18,30 Smiting Libri: “IL GIORNO PIU’ BELLO” la presentazione allo Smiting! Mabel Morri presenta il suo ultimo graphic novel “Il Giorno più Bello” edito da Rizzoli Lizard. Ingresso libero Ore 21 SMITING SOIREE AL MUSEO: RADIOGRAFIA: LA RADIO AI RAGGI X Orario speciale di chiusura dell’Ala Nuova del Museo alle 23 per il talk show Smiting Festival con Stefano Rossini, Matteo Munaretto, Max Alberici. Special guest: Marie Curie. Ingresso libero - Offerta libera <>Sabato 22/04 - RADIOSITY ON AIR Museo della Città Ala Nuova - Via Tonini 1 Rimini Ingresso libero – posti a sedere limitati Ore 17: Andrea Chimenti / Antonio Aiazzi (Litfiba) incontro – Moderatore: Pier Angelo Cantù Una chiacchierata con Andrea Chimenti e Antonio Aiazzi, nomi illustri della musica d’autore e rock alternativa in Italia. Dalla new wave ai recenti progetti, il giornalista musicale Pier Angelo Cantù condurrà la conversazione col pubblico. <>Domenica 23/04 SMITING BLACK-OUT: GIANNI MAROCCOLO “NULLA E’ ANDATO PERSO” opening AMERIGO VERARDI Teatro Ermete Novelli – Via Alfredo Cappellini 3 Rimini – Info biglietti tel +329 0909716 smitingfestival@ gmail.com GIANNI MAROCCOLO in concerto “NULLA E’ ANDATO PERSO” con Andrea Chimenti /Antonio Aiazzi (Litfiba) Beppe Brotto/Simone Filippi(Ustmamò) opening di AMERIGO VERARDI “HIPPIE DIXIT” Apertura porte ore 18 per biglietteria e appuntamenti in progress Concerti: ore 20 Trent’anni di musica rock d’autore di Gianni Maroccolo scritta con Claudio Rocchi, Litfiba, CCCP, CSI assieme a divagazioni straordinarie verso la musica di Franco Battiato e Vinicio Capossela. L’incrocio speciale in questa esclusiva data avverrà con Amerigo Verardi (già produttore dei migliori Baustelle) e il suo eccelso ultimo album “Hippie Dixit”. A cura di Marta Ileana Tomasicchio /Musincanta con la collaborazione del Comune di Rimini Ingresso €17/€22 “support” Contatti Organizzazione: Ass.Cult. Timanfaya Rimini Infotel: 329 0909716 / smitingfestival@gmail.com / www.smitingfestival.it / FB: www.facebook.com/smiting.rimini SMITING FESTIVAL 2017 8a EDIZIONE Con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Rimini Con il patrocinio non oneroso di Regione Emilia-Romagna Con il patrocinio del Campus di Rimini dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Con la collaborazione di: Musincanta, Eudesign, Eticarim, Banca Carim, Cineteca Gambalunga, Coop Alleanza, Auto In, Nuova Ricerca, Enoteca del Teatro, Associazione Toby Dammit, MakeRN, Sidro Club, Teatro in Piazza Osteria, Hotel Napoleon, Radio Icaro, Radio Talpa, La Piazza, Cacofonico, Link, Zeinta de Borg, Ecce Promo, Info Alberghi, Spreaker


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Nelle cinque liste, tutti stanno con tutti. E tutti contro tutti. Insomma, all’apparenza, non si capisce nulla ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

IL BALLO DEL QUA-QUA - LA VENDETTA DI RENATA...

Porte - Leggiamo: “Pd: porte aperte a Patto civico ma chiuse a Tirincanti”. Anche le porte nel Pd sono anomale...

Oltre - Leggiamo: “Troppo Oltre, ‘la maggioranza si dis-

socia’ da Ubaldi e compagni”. Attenti perché dopo un Oltre c’è un’Altro...

Nuove liste per la Tosi - Leggiamo: “In arrivo nuo-

ve liste a sostegno di Renata Tosi”. Si sussurra la presenza della civica ‘Renata, ti amo’...

8,5 milioni di euro - Leggiamo: “M5S: il Comune ci ha sfilato 8,5 milioni in più. Gli aumenti maggiori su Imu e Tasi”. Al cittadino si è detto: paga e Tasi... Traditori (1) - Leggiamo: “Renata Tosi (foto): ‘Non saranno sei traditori a fermare il nostro progetto per Riccione’”. Se dovesse ridiventare sindaco si prevedono grandi lavori di asfaltatura...

Traditori (2) - Leggiamo: “Renata Tosi: ‘Tradita da un atto vile, i rapporti con FI sono a zero’”. Poi la Tosi intonò l’aria di Rigoletto: ‘Cortigiani, vil razza dannata...’...

Allergie - Leggiamo: “Attacco di allergia a scuola, l’Ausl

a caccia delle cause”. Sono ragazzi, fuori è arrivata la primavera e dentro la scuola ci si stanca. Poi scattano le allergie...

M5S (1) - Leggiamo: “Grillini, in 25 per una poltrona di sindaco”. Ci vorrà una poltronona... M5S (2) - Leggiamo: “Morena Ripa sbatte la porta e lascia i Cinque Stelle”. Fuori uno! Sono già 24...

Vescovi - Leggiamo: “Pizzolante: ‘Sabrina Vescovi candidata dal Pd, è mancato il rispetto’”. Insomma, la Vescovi non la vogliono. Il Pd potrebbe puntare su Cardinali...

Forza Italia - Leggiamo: “Forza Italia traballa, Mignani e Fabbri pronti alle dimissioni”. Sarà il traballo del quaqua?... Boato - Leggiamo: “Omar Venerandi: ‘Se Oltre va con Tirincanti salta in aria il progetto’”. Booooommm!...

Politica, quello strano guazzabuglio riccionese LA POLITICA

Da sinistra: Carlo Conti, Andrea Delbianco, Renata Tosi e Sabrina Vescovi

- Una marmellata fluida e che almeno all’apparenza nessuno riesce a capire con quale frutta è fatta. Si spera con materie prime eccellenti. La politica riccionese sembra indecifrabile. Tutti stanno con tutti e tutti stanno contro tutti. E tutti urlano che loro sono la soluzione ai problemi della città. Turismo e sociale in primis. Così si presenta il labirintico panorama politico in vista delle elezioni comunali del prossimo 11 giugno; in caso di ballottaggio si replica 15 giorni dopo. La prima ufficiale candidata è Renata Tosi, il sindaco uscente che racconta alla città, ed ai possibili alleati (anche molto a sinistra), che la sua è stata una giunta che ha fatto cose di sinistra: contrastato il Trc, spuntate le unghie ai palazzinari, agito sul sociale. Si legga speculatori. Disarcionata da Forza Italia (poi commissariato) e dal gruppo dei cinque capitanati da Lele Montanari (già Pci-Ds-Pds), la Tosi è stata riproposta da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Una virata su se stessi che lascia aperte molteplici domande. Una: ho il potere e mando tutti a casa? I misteri della politica. Pd Il partito che ha governato la città dal 1945 al 2014, si presenta al nastro con Sabrina Vescovi e dilaniato da inverosimili lotte interne.

Pizzo. Rifiutato dal Pd riccionese, causa la presenza dell’inossidabile ed abile Luciano Tirincanti, già socialista, già tutto. Fabio Ubaldi, dal Pd a fondatore di Oltre, fa l’alleanza Pizzolante e sarà il capo-lista. Dopo la sua decisione, i compagni di Oltre lo hanno lasciato quasi solo. Capita. Oltre poteva essere l’alternativa, invece Ubaldi da primattore ha optato per il ruoli secondari. Pizzolante in caso di vittoria rafforza la sua leadership; in caso di sconfitta andrà a trattare per il ballottaggio. M5S Il partito di Grillo chiede i voti dei riccionesi con il volto di Andrea Del Bianco, consulente finanziario e assicurativo. Il Movimento ha i voti, almeno a livello nazionale, ma non ancora una classe dirigente strutturata. Tutti sono curiosi del risultato elettorale. Dovessero andare al ballottaggio, come Cattolica e l’Italia insegnano, hanno buone probabilità di andare a guidare la città. A Riccione però stanno aspettando ‘sto bendetto simbolo che tira più di un paio di buoi, senza è impresa ardua. Liste civetta Ne nasceranno molte a supporto delle navi ammiraglie. Amici che per la causa vanno al sacrificio.

La Vescovi riparte dai quartieri che nel 2014 abbandonarono Fabio Ubaldi, il candidato bulldozer. Il Pd, almeno al primo turno, è solo e senza alleati. Dovesse andare al ballottaggio, forse qualcuno ritroverà in cambio di fette di potere (leggasi, in negativo, poltrone). Il purgatorio non gli ha giovato come in tanti si auspicavano. Anzi. Patto civico Qui, per i denigratori, ci sono gli arrabbiati e gli scontenti. Gli esclusi. Quelli che non trovano pace. Qualche pennellata: Terzo Pierani per quasi 20 anni potentissimo e discusso sindaco comunista, Lele Montanari, Tirincanti, Maggioli. Per gli affezionati è la

faccia lavoratrice della città. Presenta come sindaco Carlo Conti, figlio dell’indimenticato campione, Paolo, il portiere della Roma. Carlo parla con educazione e rispetto. Senza enfasi. Da bravo ragazzo. La sua lista, Patto civico, ha però già un vincitore, il parlamentare Sergio Pizzolante. Già Psi, già Forza Italia, ora con Alfano, Pizzolante è nato con la fortuna a fianco. Di suo ci mette una vivace intelligenza e la capacità di saper entrare in comunicazione con gli altri. A Rimini, il suo Patto, ha infilato 5 consiglieri comunali nella maggioranza. Ma erano voti di Gnassi, finiti, grazie alla dea bendata, alla compagine creata dal

NATURA E SPORT

Alaska, troppo caldo per farcela - L’avventura-gara con se stesso nel paese del freddo di Davide Ugolini ha avuto nel caldo (più 2) il grande nemico. La sua slitta di 20 chili era troppo pesante da trainare a piedi per i 600 chilometri della competizione; affondava nella neve soffice. Ci sarebbe voluto il solito freddo dell’Alaska, meno 20. Invece, lo scorso febbraio una micragnosa scia di aria calda scendeva dal Polo Nord... Una rarità, ma il mistero della natura è una meraviglia. Ricorda il riccionese, da anni alle prese con competizioni a piedi sulle lunghissime distanze: “Sul tracciato c’era solo neve soffice alta 10 centimetri; trainare la slitta carica di

Troppo pesante i 24 chili della slitta da trainare sulla neve fresca. Davide Ugolini ritenterà il prossimo anno. “L’Alaska è bellissima”. In giugno uscita sulla Grigna (Lecco): natura, cibo e il piacere di stare insieme

24 chili tra cibo e materiale tecnico era una calvario. Al trecentesimo chilometro, alla metà dell’opera, ho alzato la bandiera bianca; le previsioni davano altro caldo. Ritenterò il prossimo

anno, con la speranza che faccia freddo”. “L’Alaska - continua Davide - è davvero bellissima e selvaggia. Remota.


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Quei 16 numeri di Albo Casadei diventati mito. Libro di Famija Arciunesa

Perlaverde, la rivista che ha fatto storia La copertina del libro

L’INTERVISTA di Emanuele Foschi - Spesso, nella storia di una città, spolverando vecchi archivi ormai abbandonati, è facile imbattersi in frammenti di realtà lontane e dimenticate. Basta tuttavia un semplice colpo d’occhio per rendersi conto di trovarsi di fronte a qualcosa di unico che tanti anni di oblio hanno solo superficialmente scalfito. E che al giorno d’oggi rappresenta un vero tesoro. Famija Arciunese già dal 1995 si è impegnata nella ricerca di questo straordinario materiale, con esiti quanto mai positivi. Il nome di Albo Casadei (1919-1975) venne alla luce quasi prepotentemente. Fu lui infatti a dedicarsi alla raccolta di articoli che riguardavano Riccione, per raccontare la genesi turistica, e non solo, della “Perla Verde”. E, appunto, il nome “Perla Verde” quello scelto per la rivista che uscì nel periodo luglio 1973-dicembre 1975. 16 numeri a cadenza bimestrale, con il diciassettesimo uscito postumo per volere dei figli nel febbraio 1976. Albo occupò varie mansioni all’interno della rivista. Oltre che direttore responsabile, fu anche impaginatore, articolista e procacciatore di spazi pubblicitari.

Frutto di un incrollabile amore per la sua città, il giornale era un vero e proprio caleidoscopio di fatti, persone, emozioni, in cui passato, presente e futuro si intrecciavano mirabilmente a formare un affascinante arazzo. Il risultato di tanto indefesso lavoro rivive oggi nella ristampa in una versione ampliata della rivista “La Perla Verde”, il cui secondo volume accorpa le annate 1975-1976, edito da Famija Arciunese, L’aumentato numero di pagine ha suggerito la pubblicazione dell’opera in due volumi separati, per l’occasione con un nuovo formato venti per trenta. Più facile da maneggiare e, ugualmente semplice da sistemare in biblioteca. La preziosa pubblicazione offre in aggiunta la rubrica dei nomi patronimici, qui raggrup-

Davide Ugolini (a sinistra) con un amico, nella spedizione in Alaska

gio e della luce. Il contatto con la natura è uno stile di vita che ti aiuta ad entrare in intimità con il senso della vita. Non è meno interessante è conoscere persone con cultura diversa dalla nostra. Si ritrova la profondità dell’umanità. Poi c’è anche la competizione con me stesso”. Davide Ugolini è stato un ottimo calciatore che ha calcato i campi fino a poco tempo fa con la passione ed il piacere della corsa. Poi ha incontrato le grandi avventure a piedi. Ha corso nei cinque continenti; sempre per sfidare se stesso: l’avventura infinita. Laghi bellissimi con tutti i verdi del mondo attorno. Mi considero un corridore-avventuriero che vuole vivere ogni momento del paesag-

GET THE TOP #GetTheTop è un progetto nato da un’idea di Omar e Davide per dare la possibilità di far vivere avventure

pati, insieme agli spazi pubblicitari, seguendo un ordine maggiore rispetto alle stampe dell’epoca. Come ciliegina sulla torta, un’inedita raccolta di scatti, che vogliono essere un sentito omaggio ad alcuni riccionesi nei fantastici anni ‘70, scelto come corollario al volume. Fanno bella mostra nel volume vari estratti che trattano svariati scritti. Personaggi, racconti, massime dialettali, fotografie, progetti di organizzazione per la città. Epoche che sembrano lontane, eppure così vicine. Scatti d’epoca che lasciano il segno, la cui minuzia usata nel riportarli alla luce, non può lasciare indifferente il lettore, che magari già c’era al tempo degli eventi, offrendogli una panoramica quanto più vasta in cui specchiarsi. Ma anche chi all’epoca non c’era può senz’altro rimanerne affascinato, divertendosi magari a fare un costruttivo raffronto tra oggi e ieri. “La Perla Verde” rappresenta un unicum sotto il profilo sociale e culturale di Riccione, capace di travalicare i decenni lasciando un solco profondo nella memoria storica del territorio e, allo stesso tempo, un’occasione di viaggio in un tempo lontano e meraviglioso, ma che ci appartiene più di qualunque altra cosa.

ed esperienze formative in ambienti naturali. La prima edizione, prenderà il via da Mandello del Lario dal 9 all’11 giugno e prevede l’ascesa della storica montagna Grigna Settentrionale (Lecco). In questa edizione i protagonisti saranno 2 team, rispettivamente di 10 persone ciascuno che seguiranno un training di 2 mesi mirato ad acquisire la forma ottimale per raggiungere l’obbiettivo posto a 2.410 metri ovvero il Rifugio Brioschi. La preparazione sarà seguita direttamente da Omar (a Saronno) e Davide (a Riccione) e prevede sedute di allenamento in palestra e uscite all’esterno. Racconta Davide: “Non è una gara, non c’è competizione!! Mettiamo a disposizione dei team le nostre conoscenze su come attrezzarsi per affrontare un percorso montano, come leggere una cartina, usare una bussola, cosa non deve mai mancare nello zaino...”.

PERSONE

Premio per Leonardo Mariani

Giuliano Piccioni premia la consorte di Leonardo. Gianni Mariani (figlio Leonardo) col cugino Luca - Una grande personalità Leonardo Mariani, scomparso prematuramente. Nel 1965 a soli trentacinque anni, fu nominato dal nostro presidente della Repubblica Giuseppe Saragat Cavaliere del lavoro. Nel nostro circondario, Rimini, Riccione, Cattolica, è

stato un impresario edile di successo. L’associazione Cavalieri della Repubblica, con il suo delegato della provincia di Rimini, Giuliano Piccioni, ha consegnato alla sua famiglia una Memoria firmata da tutti i delegati della regione Emi-

lia Romagna. La cerimonia si è tenuta al Circolo militare di Bologna. Dice Giuliano Piccioni: “Leonardo è stata una persona di grande personalità, di correttezza; sapeva valorizzare e tenere uniti le persone con le quali entrava in contato. Ci mancherà”.



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Remo Venturi compie 90 anni. E’ stato campione di motociclismo

Campione di bravura e modestia Trionfatore di numerose corse sul circuito cittadino riccionese. Ultima vittoria nel 1966, con Agostini che si ritira

Remo Venturi (in sella il figlio Stefano) scattata nella primavera del 1962 lungomare di Riccione (Foto Pico)

LO SPORT di Fosco Rocchetta - Novant’anni fa, il 21 aprile 1927, a Spoleto, terzo di cinque fratelli, in una famiglia d’umili origini, nasceva Remo Venturi, stimato pilota degli anni ’50 e ’60 del Novecento. Un uomo che ha segnato la storia del motociclismo, quando praticare questo sport era assai più pericoloso dei giorni nostri, e i guadagni erano lontani anni luce dai fasti milionari degli attuali MotoGP e Superbike! Occorrerebbe molto spazio per ricordare le tante vittorie, oltre alla bravura, la semplicità e lo stile, che sempre hanno

contraddistinto quest’autentico campione delle due ruote, sia in gara, che nella vita civile. In sella a più marche, DKW, M.V., Morini, Mondial, Gilera, Benelli, Bianchi, s’è affermato nei circuiti italiani, ed anche nel Motomondiale, divenendo vicecampione del mondo delle 500 nel ‘59 e ‘60, dietro l’inglese John Surtees, suo compagno di squadra nella M.V. Agusta. Memorabili sono le affermazioni del centauro umbro, nel ’54 e ‘57, in due gare di

fondo su strada, che hanno rappresentato un’autentica epopea, in un’Italia da poco uscita dalle rovine del 2° conflitto mondiale: la “Milano-Taranto”, ed il “Motogiro d’Italia ”. Quest’ultima corsa, fece sempre tappa a Riccione, dal ‘53 al ’57, con arrivo sul lungomare. L’ultima edizione, nel ‘57, vide trionfare lo spoletino, su M.V. Agusta 175: un successo che lo ripagò della grande sfortuna che l’aveva perseguitato negli anni

precedenti. Protagonista nelle sfide della “Mototemporada”, Remo Venturi otterrà la sua ultima vittoria nel circuito riccionese, il 3 aprile 1966, su Gilera 500, davanti a Silvio Grassetti, mentre l’astro nascente, Giacomo Agostini, era costretto al ritiro. Smesso di correre, ha continuato a salire in sella, in manifestazioni rievocative, in Italia e all’estero, e a venire a Riccione con la famiglia, attestando un vero legame con la Romagna. Lo scorso 22 ottobre, la sua presenza al Palazzo del Turismo, assieme ad ex piloti del passato, tra cui Paolo Campanelli, Genunzio Silvagni, Franco Latini, Giancarlo Santarelli, Elio Imola (riccionese), ha senz’altro onorato lo scrivente, autore d’un libro su quella “mitica cavalcata” che fu il Motogiro.

LA CULTURA

“Pregasi, rubare i quadri sparsi in città”

- In viale Ceccarini, nella fioriera. Due sul porto (lato destro e sinistro), in viale Dante (davanti al Palazzo del Turismo), Galleria Viscardi (nel parcheggio). Sono i luoghi dove le artiste Eufemia Rampi e Raffaella Vaccari hanno collocato le loro tele con un cartiglio che recava: “Arte da Rubare a Riccione”; con tanto di numero di telefono. Opere andate a ruba. Eufemia Rampi e Raffaella Vaccari del gruppo Incontrocorrente, dopo Rimini, il 23 marzo hanno compiuto la loro seconda performance a Riccione. E’ l’ultima novità dell’Arte metropolitana? Si può rubare Senza conseguenze. Anzi, è l’artista che ve lo chiede, invitandovi a partecipare. Si tratta di portare l’arte fuori dai musei e renderla ac-

cessibile a tutti. La Street Art tout court lo ha già fatto, disseminando i muri dei quartieri con creazioni che tutti possono ammirare. Arte da rubare compie un passo in più. L’Arte diventa talmente alla portata di tutti, che tutti la possono portare a casa. Il passante qualunque, viene così direttamente coinvolto nella performance artistica, si fa critico ed osservatore, anello indispensabile della catena di diffusione di Bellezza. Chiunque può rubare un’opera d’arte e diventarne l’artista: solo chi sarà catturato da un quadro o una scultura e presterà attenzione al biglietto che invita chi se ne è appropriato, una volta compiuto il furto, ad inviare un messaggio ed una foto con la nuova collocazione dell’opera. Dopo Rimini e Riccione, dove avverrà la loro prossima invasione di opere? Preparatevi tutti ad essere cacciatori di bellezza!!! Prossime tappe a San Marino e Santarcangelo.


CONDOMINI - EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Esperti rispondono

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Domanda

- A distanza di circa 6 anni dei lavori di ristrutturazione del nostro condominio effettuati da un’impresa edile, stiamo riscontrando dei gravi difetti (vedi documentazione fotografica allegata ). Il nostro amministratore sostiene che non possiamo chiedere alcun risarcimento all’impresa esecutrice in quanto le imprese edili sono responsabili per 10 anni dei gravi difetti esclusivamente per lavori di nuova costruzione. Allora sarà a carico dei condomini l’eliminazione dei difetti riscontrati? Risposta L’art. 1169 c.c. così recita : “Rovina e difetti di cose immobili : Quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per la loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto

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Ristrutturazione, danni dopo 6 anni “Posso sopraelevare?” o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta”. La Corte di Cassazione con la sentenza n° 7756/2016 ha statuito che l’art. 1669 c.c. si applica a tutti gli interventi che influiscono sul godimento dei beni, pertanto l’impresa è responsabile per 10 anni non solo per i lavori di nuova costruzione ma anche per le ristrutturazioni. In altri termini anche le opere più piccole possono rovinare l’immobile. Per la Cassazione i gravi difetti sono quelli riguardanti le parti es-

senziali e strutturali degli immobili, quelle che cioè garantiscono la stabilità e la conservazione come pavimentazione, scale, recinzioni, impianti, umidità. Alla luce di questa recente sentenza di Cassazione l’impresa che ha eseguito i lavori di ristrutturazione può essere condannata al risarcimento e alla riparazione dei danni. N.B.: si consiglia di consultare un legale. Vincenzo Pupolizio, geometra Domada Io quale proprietario dell’ultimo piano di un edificio condominiale ho il diritto di sopraelevare?

In caso affermativo devo necessariamente chiedere il consenso di altri condomini ai sensi dell’art. 1120 del codice civile? Risposta Il proprietario dell’ultimo piano dell’edificio ha il diritto di sopraelevare e non necessita del riconoscimento da parte di altri condomini. Questo diritto è riconosciuto dall’art. 1127 del codice civile che riporto integralmente qui di seguito: “Costruzione sopra l’ultimo piano dell’edificio - Il proprietario dell’ultimo piano dell’edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche, salvo che risulti altrimenti dal titolo. La stessa facoltà spetta a chi

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, mette a disposizione questa rubrica. Potete rivolgervi ai geometri: Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348.3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it; geom.pupolizio@outloook.it; secchi.marco92@gmail.com

è proprietario esclusivo del lastrico solare. La sopraelevazione non è ammessa se le condizioni statiche dell’edificio non la consentono. I condomini possono altresì opporsi alla sopraelevazione, se questa pregiudica l’aspetto architettonico dell’edificio ovvero

diminuisce notevolmente l’aria o la luce dei piani sottostanti. Chi fa la sopraelevazione deve corrispondere agli altri condomini un’indennità pari al valore attuale dell’area da occuparsi con la nuova Marco Secchi, geometra


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Elvio Bernardi, 78 anni, è il più vecchio in Italia. Ha iniziato 10 anni fa. Tutto per caso...

Felicità, parapendio con i falchi - Siamo nei primi anni del 2000. Elvio Bernardi è a Canazei sul Belvedere a sciare con la famiglia. Arriva un signore con un banale zaino in spalla. Se lo sfila. Lo appoggia per terra; estrae una vela. Fa due passi e sale in volo come un uccello. Pensa il sessantacinquenne, a Riccione conosciutissimo come il signore della scuola guida: “Lo voglio fare anch’io”. Passano tre anni, Elvio va in pensione dopo aver insegnato a guidare, con passione e rigore, a più di 12mila allievi in 50 anni. Si iscrive ad un corso di parapendio a Colfiorito (Macerata). Lo tiene Massimiliano Travaglini. A marzo, dopo 6 mesi di scuola, sostiene l’esame. Potrà volare da solo. Oggi, se le condizione meteo lo consentono esce ogni santo giorno. Il suo tempio, come ama dire, è la zona di Onferno, che a differenza del nome, è paradiso in terra. Il luogo dove la natura è rimasta incontaminata, come mille anni fa. Vola, Elvio, accompagnato da quattro falchi. Quasi dei figli, sussurra agli amici

Da bambino catturava e allevava la ghiandaia. Da adulto gli regalano due falchi di 15 giorni... La sua vita in un libro che viene presentato il 14 maggio, ore 17, al Palazzo del Turismo

Elvio Bernardi in volo con i falchi (Foto Giuseppe Bucci)

Elvio Bernardi e la copertina del libro

LA CULTURA senza farsi sentire dalla consorte Rosanna. Racconta con il sorriso che è un abbraccio: “Io sono innamorato di loro e loro sono innamorati di me. So che per me farebbero qualsiasi cosa, fino a farsi sacrificare”. Il suo incontro con l’intelligentissimo volatile risale al 2009. L’amico Guglielmo, falconiere ad “Oltremare”, gli regala due cuccioli di 15 giorni. Elvio li ciba con una pinzettina. Un fare familiare. Da bambino, a 6-7 anni, scappava di casa (Appennino di Zocca, il paese di Vasco

Rossi), per catturare piccole ghiandaia che poi faceva svezzava”. Dopo un paio di mesi i falchi sono già adulti. Elvio li ammaestra insieme ad un amico. Ora li porta con sé per ogni uscita. Lo attorniano e

se lo coccolano come se fosse uno di loro. L’essere il più anziano in Italia a cimentarsi col parapendio, impreziosito dalla compagnia dei falchi, gli ha fatto spiccare il volo in Rai. Ha raccontato la sua storia

ai “Fatti vostri” di Giancarlo Magalli (Rai2), il Tg3, una trasmissione estiva su Rai1. Insomma, Elvio ha portato Riccione, Onferno e la Valconca al grande pubblico televisivo. Racconta: “Curare le passioni aiuta a star bene; a mantenersi giovani. Fare parapendio è gioia, leggerezza ed emozione pura”.

Sposato, quattro figli (Christian, Romano, Emiliano e Giacomo), Elvio arriva a Riccione nel 1963; assunto come autista di autobus dalla Sita. A Riccione incontra la moglie hostess per turisti. Come istruttore inizia a collaborare con l’autoscuola Coccia di Rimini. Nel 1972, apre la sua scuola a Riccione, in viale Fratelli Cervi, dove si trova ancora oggi. Le scuole sono diventate quattro. A gestirle i figli, eccetto il primogenito Christian pilota di aerei per la compagnia del Qatar. Le sue avventure in volo coi falchi le ha raccolte in un libro (124 pagine e istantanee mozzafiato di Giuseppe Bucci), firmato anche da Cesare De Agostini. Titolo: “L’uomo che vola con i falchi”. Viene presentato al Palazzo del Turismo il 14 maggio, ore 17. A moderare Francesco Cesarini; lo presenta Maurizio Bottegal.


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MISANO

Centenaria celebrazione il Lunedì dell’Angelo. Opera d’arte da prestigioso museo ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da... e “Fnil” (Il vecchio nome di Misano Mare)

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

- Festa dell’Agina il Lunedì dell’Angelo, il prossimo 17 aprile. Un appuntamento che andava ben oltre i confini di misanesi. Fino agli anni Cinquanta raccoglieva fedeli per un raggio di almeno dieci chilometri. L’appuntamento è rimasto uguale a se stesso. Due messe, alle 8 e alle 11 COMUNITA’

Brufa44@libero.it LA REPLICA -Le riflessioni che si raccolgono e si pubblicano, sono qualche volta, anche piuttosto irriverenti nei confronti di cose e persone. Accogliamo con piacere le repliche puntuali e argomentate. Chi stà zét, è vò dìt cl’ai và ben i sé! DIFFERENZIATA - C’è ancora tanta gente che non distingue il bidone blù per la carta da quello giallo per la plastica. Sarà il caso di ripristinare corsi di educazione civica per i’nvurnid, quéi chi mèt,adiritura è vìdre tl’organic! Daltonici o maleducati? Us pò? SUPPONENZA - Ci sono tante persone che vivono con fastidio il fatto che altri abbiano idee diverse dalle quali, eventualmente, attingere. Tra l’altro, questi portatori di idee, non sono pericolosi, in quanto portatori sani. Il problema forse è che le idee vanno elaborate, e questo comporta doverci lavorare “ é lavurè l’è fadiga, eh!” DI CHI LA COLPA - Spesso chi ha potere, viene accusato di gestirlo male e, comunque, non sempre per il bene della comunità. Dovremmo ricordare, però, che siamo noi a consentirglierlo. O no? Risposta difficile? Cuntèma fin’à méla, e po’ a vidrèm. SE E’ VERO - Pare che, in occasione della MotoGp 2016, siano stati venduti impropriamente pernottamenti last minute, al prezzo improponibile di € 250 a notte. Un modo come un altro per guardare al futuro, già incerto di per sé, delle nostre imprese turistiche. Imprenditori o pescecani? Boh! Fè vuèlt! GOVERNO PD - Sentita al Bar. “Cosa aspetta per fare le cose che promette? Ma,” tzì pròpia un quaiòn!” Aspetta di poter governare, no!?!? FORA DE FNIL - Quelli della GALVANINA hanno commentato cosi i dazi d’oltre oceano. Con i dazi saremo costretti a produrla direttamente là! Mi chiedo: Cùm ì fa, i sposta la fùntèna a dlà de mèr? CANDIDATI - Il candidato a sindaco è indeciso sul lancio della campagna per promuovere adeguatamente la propria persona, del tipo che ne so... Se verrò eletto sarò il sindaco del fare. Mi sembra riduttivo. U’ mè vnù in mént quand à sérmie bùrdèl c’à giughémie à peniténza. Oltre al fare, potrebbe aggiungere, dire, fare, baciare, lettera o testamento. LA STELLA - Come tutti sanno, il principale polo d’attrazione di Misano è il mare, le belle Spiagge impreziosite dal bel Lungomare, le Piazze, l’originalità delle Fontane, “le palme”! Per cui è naturale che il turista sia portato spontaneamente a cogliere l’opportunità di godere di questa parte privilegiata de Fnil. Nonostante il sontuoso Sottopasso di via Repubblica e la “luminosissima” Piazza della Repubblica, la passeggiata o la cosiddetta vasca, purtroppo, non va oltre la Farmacia e la Cassa di Risparmio. La bellissima Stella di questa primavera, ammirata durante la Segavecchia, ci fa capire come lavorare con fantasia per migliorare anche la parte più a monte di via Repubblica. Non è facile si sa, però proviamo. è futùr è po’ ès più rosa ad quel cà pansèm.

MISANO ADRIATICO -Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

del mattino. Dopo la seconda messa, si distribuisce l’uovo benedetto insieme ad un piccolo e sobrio buffet. Il pomeriggio, inizio alle tre, si tiene la festa popolare.

Chiesa e Cristo dell’Agina

Agina, festa del Cristo A disposizione anche la piadina. Si chiude attorno alle 20. A realizzare la Festa c’è un gruppo di amici che da anni si rimbocca le maniche per tener viva la tradizione. Via Crucis Lungo la stradina che porta all’elegante chiesa dell’A-

gina, partendo dalla Strada Nazionale, il Venerdì Santo, si celebra la Via Crucis. Appuntamento alle 21. Cristo dell’Agina La chiesa dell’Agina è uno dei monumenti più antichi, eleganti e sentiti di Misano. Si trova sul poggio dell’o-

monimo Rio a un centinaio di metri dalla strada nazionale, immerso in un silenzio avvolgente, da chiostro, che racconta pensieri di profonda umanità. L’edificio religioso per secoli, fino a pochi anni fa, ha ospitato il Crocifisso dell’Agina, la più antica opera

d’arte della scuola riminese del 1300, fondata da Giotto. Si ignora il nome dell’autore, ma le sue opere sono sparse nei maggiori musei del mondo. Insomma, oggi nella chiesa di Misano Mare si può ammirrare un’opera da grandissimo museo.

Beneficenza, bellezza e cattiveria Giuliano Pacifero SOLIDARIETA’ - Cambia il paese ma le difficoltà sono sempre le stesse, ci vuole polso e un po’ di cattiveria e non importa se a volte devi mancare di rispetto ad un pubblico ufficiale, alla fine il container esce dal porto e noi come sempre lo portiamo a destinazione. Questa volta i beneficiari dei 74 quintali di materiale raccolto con l’aiuto di varie ditte e privati del comprensorio romagnolo e la generosità dalla “Music In” di San Marino, sono stati: l’orfanotrofio, l’ospedale di Fianarantsoa e la casa del fanciullo di Mahajanga in Madagascar. Abbiamo iniziato con il consegnare 12 letti, un’apparecchio per l’elettrocardiogramma e un aspiratore chirurgico donati dall’AUSL di Rimini e due cartoni di medicinali che hanno rimpiazzato un po’ la povera farmacia dell’ospedale. Ad accompagnare i canti delle novizie, future suore, ora c’è un complesso con 4 chitarre, 2 violini, 1 tastiera elettronica, 4 tamburelli e 5 flauti, tutti strumenti donati da Music in di San Marino. I sette quintali di materiale sportivo includevano anche una dozzina di divise da calcio , donate dal Real Misano, Igea Marina calcio, Virtus Bellariva e la polisportiva San Lorenzo e

con esse abbiamo organizzato due tornei a quattro; il primo vinto dal Bellariva e il secondo a Mahajanga, con mia grande soddisfazione, vinto dal Real Misano. Fin dalla prima missione, Max del “Living Sport” ci ha sempre fornito centinaia di paia di scarpe e palloni da calcio e anche questa volta avevamo scarpe per tutti, ma la cosa buffa è stata quando dopo dieci minuti dall’inizio dell’incontro femminile, quasi tutte le ragazze si sono tolte le scarpe e hanno continuato a giocare a piedi nudi per poi portarsele a casa a fine partita. Qualcuno dei presenti ha detto che le hanno tolte per non rovinarle. Giocare è bello, ma è altrettanto importante mangiare. Con 350 cartoni di generi alimentari di prima necessità donati

da Conad e qui colgo l’occasione per ringraziare due persone di gran cuore, Luca e Sara, per l’aiuto che ci hanno dato e per la promessa di supporto per le prossime missioni. Con il prezzioso carico abbiamo provveduto a rimpiazzare le dispense dei due orfanotrofii e non vi dico la felicità dei bambini alla vista dei 50 cartoni di biscotti (le Gocciole Pavesi). Non meno importante è la scuola e non potevamo certo trascurare gli studenti. Con l’aiuto del Comitato di Solidarietà con il Popolo Saharawi, il liceo Savioli di Riccione e la Onlus Gruppo Africa, abbiamo portato 5 quintali di materiale didattico per la gioia dei circa 500 alunni delle due scuole; con i sette quintali di vestiario, abbiamo vestito loro e molti altri bambini dei villaggi vicini. Poco prima della partenza della precedente

missione, Renato un mio ex socio di lavoro, mi voleva regalare un piscina di sei metri da portare in Africa, ma una piscina nei campi profughi Saharawi nel bel mezzo del deserto Algerino, non mi sembrava cosa ben fatta che però ho ben collocato nella casa del fanciullo di Mahajanga. Invito, chi volesse vedere la felicità dei bambini mentre giocano e si tuffano, a vedere il video sulla mia pagina Facebook (Pacifero Giuliano). Durante il mese di permanenza in Madagascar, oltre a consegnare tutto il materiale, ci siamo, o meglio mi sono dato da fare (il mio amico Thomas era stanco per il lavoro che svolge in Italia), per aiutare due ragazzi che stavano scavando un pozzo con a disposizione solo una zappetta che loro chiamano angady e due secchi con una lunga corda per tirar fuori la terra. Dopo aver scavato per sette metri, in quattro giorni il pozzo era terminato con tanto di inaugurazione e benedizione. L’8 febbraio siamo tornati in Italia e durante il volo io e Thomas ci siamo confrontati su ciò che avevamo fatto e visto in Madagasacar e ci siamo ritrovati con la stessa opinione: per quello che abbiamo visto non merita certo una vacanza ma la soddisfazione e la gioia che ci hanno regalato i bambini ci hanno lasciato nel cuore la voglia di tornare. Giuliano Pacifero.


MISANO Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

- “È difficile trovare una ragione per rimanere nel Partito democratico”, un partito che grazie a Matteo Renzi – il vero “elemento divisivo” della sinistra italiana – “ha voltato le spalle alla tradizione” in nome di un riformismo rapace deliberatamente contrario ai “valori istitutivi” del Partito democratico e della Costituzione. La sinistra ha bisogno di ritrovare se stessa, in Italia come in Europa; i propositi neo-liberali che l’hanno inva-

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L’ex primo ministro Massimo D’Alema a Misano il 10 marzo all’hotel Imperial LA STORIA

Massimo D’Alema con i due universitari, Daniele Morritti (a sinistra) e Andrea Maioli (Foto Pier Francesco Gasperi)

Mussolini, Nenni e Martelli - Massimo D’Alema è l’ultimo dei grandi politici giunti a Misano. Il primo fu il capo del governo Benito Mussolini negli anni Trenta. Nei ‘60, ospite del sindaco Mulazzani, fu la volta di Pietro Nenni, storico dirigente del Psi. Un paio d’anni fa arrivò Claudio Martelli, ministro della Giustizia socialista negli anni ‘90.

LA POLITICA

ri della sinistra novecentesca come la protezione del lavoro e dell’occupazione (che la sinistra, va detto, ha negli ultimi 30 immolato sull’altare del libero-scambismo senza vincolo e dell’integrazione finanziaria e monetaria), D’Alema non ha esitato a riconoscere la veridicità di un tale postulato. Il populismo lepenista ha senz’ombra di dubbio superato a sinistra la stessa sinistra (o sedicente tale). Il che suona un po’ come il mea culpa di un uomo che, sebbene abbia apostrofato Renzi come il responsabile della deriva neo-liberale del Pd, forse intimamente riconosce di essere stato egli

“La sinistra ha bisogno di ritrovare se stessa” sa hanno spinto la base storica a rivolgersi all’offerta politica populista (un disagio di cui la famiglia progressista soffre in tutta Europa). Quanto all’Unione europea, l’obiettivo di una sinistra che ambisca a definirsi tale dovrebbe essere quello di porre l’integrazione tra Paesi sul mutuo rispetto del lavoro e dei diritti sociali, non già sull’assurdo meccanismo del Patto di Stabilità di matrice ordoliberale. Sono parole di fuoco quelle pronunciate da Massimo D’Alema in occasione della conferenza organizzata a Misano Adriatico lo scorso 10 marzo. L’ex presidente del consiglio e ministro degli Esteri, tornato alla ribalta politica in occasione del Referendum Costituzionale dopo un letargo che molti (erroneamente) credevano definitivo, ha prima di tutto passato in rassegna le ragioni che hanno portato alla scissione del Pd – o, se vogliamo, alla sua “ulivizzazione” – e quindi all’istituzione del Movimento Democratico e Progressista, di cui è guida

“La causa della scissione avvenuta in seno al Pd è prima di tutto Matteo Renzi, il resto sono facili espedienti”. Renzi, per D’Alema, è responsabile di aver traghettato il Pd verso le secche di un riformismo sterile, tipicamente di destra

Massimo D’Alema

a cura di Daniele Morritti spirituale insieme a Pierluigi Bersani. Non si nasconde dietro a un dito: la causa della scissione avvenuta in seno al Pd è prima di tutto Matteo Renzi, il resto sono facili espedienti. Renzi, per D’Alema, è responsabile di aver traghettato il Pd verso le secche di un riformismo sterile, tipicamente di destra. Per D’Alema, riforme for-

temente volute dalla segreteria Renzi come la Buona scuola, l’abolizione dell’articolo 18 e la revisione della Costituzione (fallita con l’esito del 4 dicembre) hanno finito per recidere il cordone ombelicale che storicamente lega(va) il popo-

lo della sinistra alla sinistra. Quello stesso popolo che oggi cerca conforto tra le braccia tentacolari di Grillo. L’obiettivo del Movimento Democratico e Progressista, a più riprese reiterato da D’Alema a Misano, è quello di insi-

nuarsi nel solco elettorale tra Grillo e Renzi, un “territorio immenso” che necessita di una “forza in grado di dare una risposta” alle domande sollevate dalla crisi economica. Ai toni plebiscitari di Renzi, il nuovo corso d’alemiano intende contrapporre i valori del pluralismo ulivista, quel mastice che negli anni ‘90 (sulla scorta di un pressante vincolo europeo) ha tenuto insieme “a sinistra” figure tra loro antitetiche come Prodi e Bertinotti. Eppure, guai a parlare di “partito”: “siamo un Movimento anche perché siamo in movimento”, dichiara D’Alema. Chiunque pratichi l’anti-renzismo a livello professionale e si ritenga un po’ di sinistra (tanto da capire che l’abolizione dell’articolo 18 è tutto fuorché di sinistra) troverà ristoro (e poltrone?) nella nuova compagine d’alemiana. La conferenza di Misano è stata inoltre una preziosa occasione per saggiare la forma mentis d’alemiana in materia di integrazione europea. Dato che la questione europea ricopre, almeno in Italia, una posizione secondaria nel dibattito politico (dovremmo invece curarcene di più, ne va della nostra stessa sussistenza), per molti può aver rappresentato una sorpresa il fatto che D’Alema – uomo che si ritiene parte di un establishment abietto – padroneggi con consapevolezza (retta o distorta poco importa) le tematiche concernenti l’Unione europea. Posto di fronte al fatto che il populismo europeo, specie quello francese sussunto nella figura di Marine Le Pen, oggi incarni meglio di un qualunque partito progressista valo-

stesso il precursore di quella deriva, avendo posto le basi per una (ri)modellazione della sinistra italiana (Pds prima, Ds e Pd dopo) sulla falsa riga del New Labour britannico (in compartecipazione con Veltroni). In qualità di fervido europeista egli ritiene che esista il margine per riformare l’Unione europea secondo criteri che esulino dalla matrice ordoliberale di cui sono intrisi i Trattati – che ritiene, giustamente, frutto dell’uomo e non di chissà quale “autorità divina” (e pertanto soggetti alla storia, quindi al cambiamento). L’utopia d’alemiana illustrata a Misano prevede un’Europa a più velocità dove alle imposizioni di Maastricht subentrano i connotati di un’Europa sociale posta a salvaguardia del welfare state. Per D’Alema, la scelleratezza dell’odierna Unione europea sta tutta nel delirio codificato del Patto di stabilità “dove gli investimenti non vengono scorporati dal calcolo del deficit”. Sta alla sinistra – ad una sinistra che torna a far sentire la propria voce tra i deboli – notare le mastodontiche inesattezze del Patto e porvi rimedio attraverso un’offerta politica tesa a cambiare le carte sul tavolo europeo. Ma la sua critica si ferma qui, e non osa sforare il confine della reversibilità del progetto comunitario, terreno lasciato alle semine politiche del populismo euroscettico. Ma chi è, alla fine, Massimo D’Alema? Lo “spocchioso” redentore della sinistra, o semplicemente l’eterno giocatore seduto alla scacchiera della politica italiana? Di sé parla come un gufo “inviso ai potenti perché riesce a vedere la verità anche nel buio della notte”. Ai posteri l’ardua sentenza.



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Lo scorso 24 marzo per ricordare la giovane scomparsa prima del tempo. Al Villaggio Argentina LA LETTERA

“Pd, non mi ritrovo più” - Ho iniziato ad occuparmi di politica nel 2006, prima di allora non ho mai fatto tessere di partito e vivevo la politica, come molti nel momento del voto, facendo la scelta che più si avvicinava al mio pensiero. Nel 2006 l’idea PD mi piaceva e sono stato tra quelli che hanno partecipato alla creazione del Partito Democratico; ho contribuito come coordinatore alla nascita del circolo di Villaggio Argentina. L’idea l’avevo letta come la volontà di passare oltre alle divisioni politiche con un progetto al passo di un paese moderno. Oggi sono confuso nel vedere una situazione difficile da comprendere, ora che maggiore è la necessita di dare un contributo ad una situazione per l’Italia e per tanti italiani di disagio non mi ci ritrovo più, non mi ritrovo in un partito dove sono ben altri i problemi che passano nella mente e nelle parole di molti dirigenti. Io sono convinto, e l’ho sperimentato nel fare il presidente di una associazione, che è compito di chi sta alla guida fare uno sforzo per far sentire ognuno accolto e utile alla causa comune: ogni opinione va ascoltata, rispettata e se valida accettata. Essere leader comporta onori e oneri: principale onere ritengo sia la capacità di mettersi al servizio di un progetto comune e non fare il padre padrone. Purtroppo invece un lungo percorso, nato alla Leopolda nel 2010, è stato chiaro fin da subito la volontà di “rottamare” chi non si adeguava al pensiero unico; pertanto oggi non ci si può lamentare di chi se ne va, questo non è altro che il raggiungimento per Renzi e i renziani dell’obbiettivo prefissato raggiunto con determinazione. Finalmente le cose andranno meglio perché rimarranno solo quelli che dicono sì. Toccava a lui farsi carico di tenere unito il partito, toccava a lui mettere da parte gli schieramenti e trovare una soluzione condivisa, e invece Renzi ha dimostrato ancora di non riuscire ad andare oltre se stesso. Forse è vero quello che si dice: la scissione riduce le poltrone da distribuire a chi non la pensa come lui. A Renzi mancano le capacità per essere un buon leader e un buon premier. Non da meno la responsabilità degli scissionisti, se il tutto viene fatto esclusivamente per avere visibilità potere e poltrone più comode. Quello che sta nascendo non mi convince, troppi ricordi di un passato che non c’è più, vedremo. Il Pd per come io l’immaginavo non esiste più e lentamente, ma neanche più di tanto, sta andando al declino (il PD che immaginavo io) e ad una morte annunciata. L’esito della direzione ha sancito definitivamente la trasformazione del Partito Democratico nel Partito

di Renzi (da ricordate l’hashtag #iostoconMatteo senza il simbolo del PD), un partito personale che stravolge l’identità di un partito che doveva includere e invece esclude, mettendo insieme, come si diceva allora, il meglio delle culture riformiste del Paese; quel PD è arrivato al capolinea. Tra l’altro un partito lontanissimo dalle persone e la campagna referendaria per il Si ha evidenziato l’incapacità di farsi ascoltare, incontri fatti sul territorio con pochissime persone che chiaramente si sono rese conto che andare ad ascoltare quanto già deciso non serve a nulla. Dopo la batosta referendaria il PD ha subito deciso di andare nei circoli ad ascoltare le persone: troppo tardi però, dimostrando qualora ce ne fosse bisogno che i cittadini servono solo quando ci si avvicina a qualche consultazione, la gente è stanca di questo. Siamo alla fine di un ciclo, l’immagine di Renzi arrabbiato non capace di recepire le ragione della sconfitta al refendum, colpevolizzando altri (la minoranza) invece di fare autocritica e la dimostrazione di una evidente incapacità di dirigere una comunità. Ora qualcuno mi dice dai che c’è Orlando, fai nuovamente la tessera e sosteniamolo. Sentirsi dire questo da chi ha sempre contestato chi faceva pulman e truppe cammellate e oggi chiede di fare la stessa cosa è inaccettabile. Le primarie sono aperte a tutti, quindi non vedo il motivo di fare la tessera, se qualche candidato mi convince andrò a votare: 2 €uro li rimedio. Ora resto in attesa di qualcuno che cominci con il cuore e la rabbia necessaria a parlare dei problemi veri, del lavoro che non si crea con gli incentivi alle assunzioni, ma con aiuti veri alle aziende che hanno voglia di investire in ricerca & sviluppo, con il promuovere il Made in Italy all’estero e non essere schiavi dell’Europa. Qualcuno che abbia voglia veramente di confrontarsi con i giovani, qualcuno che si prenda l’impegno vero di aumentare le pensioni da fame, qualcuno che non ci racconti la favola dell’aumento del Pil dimenticandosi di dire che è una delle percentuali più basse d’Europa, qualcuno che finalmente voglia ridurre i privilegi e aiutare chi sopravvive, qualcuno che voglia sistemare i tanti errori di Renzi in materia di scuola, di sanità, di giustizia, di welfare, di diritti. Sono in attesa di qualcuno che si adoperi per questo e non per la gestione del potere/poltrone e che il suo primo pensiero non sia guardarsi allo specchio dicendo “come sono bravo” come fanno la maggior parte dei renziani. Luigi Guagneli

Cacciatori, cuori per Valentina LA LETTERA - Claudio Baschetti. Gianni Piccioni. Nicola Simoncini. Riccardo e Davide Barogi. Sergio Morotti, Franco Valentini, Walter Ghinelli. Tra loro un non cacciatore: Bruno Fabbri, come fotografo ufficiale e scarpinatore appassionato. Sono il manipolo di amici che da anni con la scusa della caccia si ritrovano con il fucile in spalla; oltre che andar per animali, non disdegnano neppure i ristoranti giusti. Forse, il secondo motivo giustifica il primo. Sono tutti amanti della natura e molto di più. Le loro uscite sono sempre un successo; nelle loro sacche finisce la selvaggina. Selvaggina che viene frollata in frigorifero, in attesa del momento conviviale esteso a mezza Misano. Insomma, la si condivide con un foltissimo gruppo di amici:

La sala da grande occasione un centinaio. Da anni, questo appuntamento che fa comunità, che fa misanesità, che ti fa migliore, si tiene al Centro di quartiere del Villaggio Argentina. Sono gli stessi cacciatori, con un gruppo di amici, a cucinare ed a servire ai tavoli. E finito il giro si siedono con gli invitati, onorati come ospiti. Il vino in tavola era di

Giancarlo Ciaroni, il vignaiolo che ha le mani orlate con la civiltà di madre terra. La preziosa produzione è dei suoi campi. Ha la vigna in quel dell’Agina; il suo nettare ha colore, profumo e sapore dimenticato. Semplicemente: buonissimo. Sulle tavolate sono arrivate pietanza da mille stelle: tagliatelle alla lepre, polenta col

sugo di fagiano. Carni a volontà, patate al forno. Infine, i dolci. Ai fornelli Nicola Simoncini. La serata era nel nome di Valentina, la figlia di Nicola. La giovane è scomparsa lo scorso aprile, a 22 anni, causa una leucemia. I genitori hanno creato un’associazione, “Valentina c’è”. Raccolgono fondi per fare ricerca.

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Torsani, un falò di beneficenza

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- Una fogheraccia all’insegna della beneficenza quella organizzata da Angelo (Gioli per gli amici) Torsani e Geo Cialotti la sera del 18 marzo, dalle 20,30 alle 23, per onorare la figura di San Giuseppe. Il ricavato di quest’anno è stato devoluto ad un paesino marchigiano terremotato. A partecipare alla serata centinaia di misanesi e non solo. La fogheraccia si è tenuta poco lontano dal salumificio-pasta fresca Torsani. Generoso “Gioli”, ha offerto tagliatelle (le sue) alla lepre, piadina con salumi a volontà. In chiusura la classicità: ciambella con vino della casa. Dietro le quinte una dozzina di volontari. Per l’occasione una lotteria. I premi più ambiti: due agnelli, un salame lungo più di un metro e tantissimi altri doni messi in palio oltre che da Torsani-Cialotti, anche da altri imprenditori-amici. Naturalmente, si replica anche il prossimo anno.



MISANO Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO COMUNITA’

Terremotati, spedizione misanese - Bellissima giornata a Campotosto domenica 12 marzo con un gruppo di misanesi che hanno raccolto indumenti e generi di prima necessità per questo sfortunato paesino di cinquecento residenti sul Gran Sasso. In 54, tutti molto sensibili al dramma di una comunità colpita dal recente terremoto. Hanno raccontato che il 90% delle abitazioni sono inagibili e destinate ad essere demolite. “Siamo rimasti molto colpiti - raccontano i misanesi - dal fatto che i cittadini lamentavano lo scarsissimo aiuto dalle istituzioni che governano. Ci siamo lasciati con la promessa di ritornare a trovarli in una prossima occasione per dare a loro la forza di continuare nella speranza di una futura ricostruzione. Un abbraccio forte a tutti. Un riconoscimento particolare a Gabriele Silvagni autista e coordinatore di questa lodevole iniziativa”.

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Attraverso la rete allungava la spianata agli alunni della “Bianchini” in ricreazione

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“La Pepa de forne” ed suoi ‘alunni’” Gino e Giuseppina Deluca

Tutti i misanesi del dopoguerra la ricordano con affetto

la ricreazione) a questo punto in chi ha dai trentacinque anni in avanti ed ha frequentato la scuola Elementare “Bianchini”, i ricordi si risvegliano tutti. Si torna indietro nei tempi, solitamente si dice che erano tempi migliori, si c’era più miseria ma ci si conosceva di più, c’era meno tecnologia, meno merendine! computer non ci avevano strappato la conoscenza e soprattutto c’era più umanità. Per i bambini valevano ancora i giochi di società, le corse attorno all’edificio scolastico, il magnifico clamore delle grida di gioia al momento della ricreazione. Altri tempi. Il bene che volevo e voglio ai miei genitori non è quasi mai venuto fuori in maniera espli-

AMARCORD di Leonardo Deluca - A ricordo dei miei Genitori: Gino Deluca e Giuseppina Masini. Insieme sono stati ii fondatori del Panifigio Deluca. Nell’immediato dopoguerra, nel 1945, si sono trasferiti da Misano Monte, luogo di nascita, per aprire dapprima in via Scuole, poi nel 1948 in via Adriatica 82, dove hanno lavorato, sempre insieme, fino al 1993, anno in cui purtroppo Gino Deluca, all’età di 73 anni, è deceduto: uno degli ultimi fornai che ancora faceva il pane vero. Il 18 aprile ricorre invece il primo anniversario della scomparsa della moglie Giuseppina Masini; aveva 96 anni. Con tale nome pochi misanesi sanno riconoscerla, ma se cominciamo a dire che era “la Pepa de forne” già qualche ricordo si risveglia e ancora di più se

cita; era un bene rude, grezzo, pochi complimenti, poche congratulazioni, ma sapevamo che c’era ed era anche molto intenso. Un piccolo ritardo, non comunicato, nel rientrare creava agitazione che, anche se risolto, si trasformava non in gioia ma in rabbia che comunque sapeva di gioia. La mamma, la nonna, è venuta a mancare all’età di 96 anni, sì un’età veneranda, ma la mancanza nei familiari è ancora intensa e, tutti sappiamo, che solo in minima parte il tempo può alleviare. Una cosa che mia moglie ed io siamo certi di avergli dato è una buona famiglia e sopratuttto tre nipoti per i quali, come tutte le nonne e i nonni, dire che stravedevano è dire poco. Eh si c’è un grande vuoto. *Figlio di Gino e Giuseppina Deluca

diciamo che “era la Pepa cla purteva la spianeda mi burdel dla scola, ma la reda, quand u iera la ricreazioun” (traduco per chi ha poca dimestichezza col dialetto: la Pepa che portava la spianata ai bambini della scuola alla rete al momento del-

Alcuni volti del Noirdic Walking

- L’associazione Valle del Conca da (Nordic Walking e mountain bike) ha sede a Portoverde ed opera grazie ad un gruppo di amici che in virtù della passione e della generosità dedica il proprio tempo libero all’associazione organizzando uscite, corsi ed eventi che coinvolgono anche centinaia di partecipanti dalle varie regioni d’Italia. Questo splendido gruppo, con lo spirito di camminare all’aria aperta, ha creato una grande famiglia dove centinaia di iscritti si incontrano, camminano, si raccontano: ridendo e scherzando percorrono decine di chilometri immersi nella natura. Prepara percorsi che aiutano ad apprezzare il piacere del l’ambiente e l’autentico genuino gusto delle cose semplici; ammirano tutto quello che li circonda nel nostro meraviglioso territorio. Fanno riscoprire la magia dell’universo nei fantastici tramonti e nelle meravigliose albe. Di ogni angolo, anche il più nascosto, si impara a percepirne i suoni, i rumori, i profumi

Valle Conca, quelli del Nordic Walking BENESSERE ed i colori che apportano energia nuova a mente e spirito. Vanno anche alla scoperta delle erbe spontanee con l’esperto che ne descrive proprietà ed usi; il tutto collegato all’argomento culinario. D’altronde, ogni incontro termina con prelibati ristori, degni di chef stellati. Dicono i soci della “Valle”: “Beh, che dire altro, come potervi ringraziare, non sarà mai abbastanza per tutto l’impegno che ci dedicate... Grazie,

mille volte grazie con tutto il cuore e con l’auspicio di camminare ancora a lungo insieme”. Il Nordic Walking è un’attivata sportiva alla portata di tutti e per tutte le età, la più completa in assoluto. Si cammina con due bastoncini e con una tecnica corretta si ottengono enormi benefici per la salute. Riportiamo una citazione di Pino Dellasega, fondatore della scuola italiana: “Il nordic walking non è altro che un modo intelligente di camminare, utilizzando tutto i muscoli, per trovare il giusto equilibrio tra corpo e mente... In cammino non sono i piedi che devono essere stanchi bensì gli occhi, così avrai sempre la certezza di esserti portato nel cuore quello che hai vissuto... Camminare con i bastoncini allunga la vita e mantiene giovane la mente...”. Per chi volesse provare questa attività sportiva sul profilo facebbok NORDIC WALKING e MTB Valle del Conca e Riviera di Rimini.


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CATTOLICA

“Quarant’anni anni fa. Radio Talpa, le radio libere e il Movimento del ‘77 (e dintorni)... ”. Convegno lo scorso 11 marzo

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La generazione dell’impegno chiede verità

Da sinistra: Emiliano Visconti (esperto di musica Pop anni ‘70), Primo Silvestri (Radio Rosagiovanna - Rimini), Raffaele Bersani (ha letto le riflessioni di frate Benito Fusco), Gianni D’Elia (poeta e scrittore), Pino Longobardi (Radio Città Futura - Roma), Italo Campagnoli (Radio Pesaro Centrale), Enzo (Cecco) Cecchini (Radio Talpa Cattolica) Foto: Dorigo Vanzolini

LA STORIA

di Enzo Cecchini

- “Quarant’anni anni fa. Radio Talpa, le radio libere e il Movimento del ‘77 (e dintorni) - Incontro con i protagonisti”. E’ il titolo del convegno tenuto l’11 marzo scorso presso la Sala Conferenze Hotel Kursaal di Cattolica. Organizzava Radio Talpa e la Piazza. La scelta della data non è stata casuale: Bologna 11 marzo 1977, lo studente di Medicina Francesco Lorusso (pesarese) durante una manifestazione viene ucciso dalle forze dell’ordine. Seguono tre giorni di scontri che attraversano tutta la città e si propagano in diverse altre città italiane. Il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga invia a Bologna i carri armati. Leggi speciali sospendono tutte le manifestazioni a Roma e Bologna. Radio Alice, la voce del Movimento bolognese, viene chiusa dalla polizia. Di fatto scoppia il Movimento del ‘77. E’ un anno puntellato di violenze, di repressione statale, ma anche di forti fermenti creativi: gli indiani metropolitani, l’ironia, le nuove tendenze musicali del rock, le riviste di poesia e di satira, ecc. La cultura alternativa e la controinformazione passa anche attraverso le radio libere, una crescita esponenziale e diffuse in tutta Italia, dopo la sentenza della Corte del 1976 di liberalizzazione dell’etere, togliendo di fatto il monopolio alla Rai. Il 6 marzo 1977 iniziano anche le trasmissioni

La cultura alternativa e la controinformazione passava anche attraverso le radio libere, una crescita esponenziale e diffuse in tutta Italia di Radio Talpa. Una storia collettiva che dura fino ad attobre 1984. Un storia che coinvolge centinaia di giovani del nostro territorio facendosi carico e megafono di tutte quelle voci, esperienze e creatività emarginate da un contesto bigotto e discriminatorio. Oggi, 2017 e da alcuni anni, Radio Talpa è ritornata più in forma che mai... La generazione degli anni Sessanta che porta al ‘68, e quella successiva degli anni Settanta che porta al ‘77 e alla prima metà degli anni Ottanta (quella del grande riflusso). La narrazione storica ufficiale inchioda la prima (il ‘68) come quella “casinara” e che si vuole abbia segnato “l’inizio di tutti i guai del nostro Paese”. La seconda (anni ‘70) è quella che si vuole marchiata dalla “violenza” e degli “anni di piombo”. Questa è una lettura volutamente strumentale per costruire un giudizio negativo. Eppure questa lettura volutamente alterata è stata applica-

ta ad una intera generazione. Perché con la storia di Radio Talpa e quella di migliaia di esperienze sparse in tutta Italia, si vuole dimostrare che non è vero, che milioni di giovani erano positivi, costruivano, erano creativi, che rappresentavano la parte migliore della società italiana. E’ necessario un riscatto per la generazione dell’impegno. Nel nostro piccolo vogliamo (è forse esagerato?) riscattare e ricollocare nella giusta posizione storica quella generazione. Mettiamo al centro il riscatto della generazione dell’impegno (culturale, sociale, politico). Un riscatto non auto-assolutorio né nostalgico, ma con il fermo intento di dipanare il fumo (anche dei fumogeni della polizia, spesso...) dall’arrosto dei fatti. E’ un omaggio alla generazione dell’impegno, quella che ha messo la faccia, che ha sacrificato molto, che ha contestato gerarchie insolenti, potenti ar-

roganti, bigottismi, mediocrità... e poi è stata criminalizzata. Tantissimi ragazzi di quella generazione hanno pagato, molti anche con la vita. Perché questa generazione è stata criminalizzata. Perché è successo? Perché dopo l’epica stagione della Resistenza c’è stata una generazione che voleva cambiare veramente le cose, che diceva basta ingiustizie sociali, basta guerre, basta mafie, basta inquinamento e saccheggio del territorio... che invocava il bisogno di bellezza (ma non quella estetica del palestrato, della chirurgia plastica e delle riviste patinate), ma la bellezza interiore che diceva che il “personale è politico”. Non era solo uno slogan, voleva dire mettersi in discussione, contestare anche il proprio privato egoista condizionato da mode e luoghi comuni, perché era necessario che ogni persona si facesse carico dei problemi degli altri e del mondo. Questo è un sano concetto laico di solidarietà. Questa generazione faceva paura perché il cambiamento lo stava praticando davvero, costi quel che costi. Una generazione che si era assunta sulle sue spalle l’intera responsabilità di questo cambiamento e che cercava coraggiosamente di avvi-

cinare la distanza tra il possibile e l’utopia. Le colpe dello Stato sono pesanti. Di fronte c’era uno Stato assente, incompetente, autoritario e repressivo (cioè stupido). Ecco allora la tenaglia per distruggere e umiliare quella generazione: le stragi (anche di Stato), la repressione, l’utilizzo della mafia e delle bande fasciste, la narrazione servile dei media, il massacro con l’eroina... che trovava la sponda strumentale in una mentalità bigotta e perbenista molto diffusa. Lo “status quo” non poteva essere modificato! L’Italia doveva essere (e deve continuare ad essere, purtroppo) un Paese a sovranità limitata! La sua classe dirigente (non solo quella politica) doveva essere (e deve continuare ad essere) subalterna e mediocre... perciò è stato tollerato anche che in larga parte fosse pure farabutta e ladra. Qui purtroppo scontiamo anche il terribile difetto di tanti italiani: la “cultura” della furbizia. La furbizia non è intelligenza. E’ solo autolesionistica stupidità. E’ su questo che per decenni dittatori, politici da avanspettacolo, populisti di ogni risma, hanno fatto leva per imporsi e creato danni eco-

nomici e morali irreparabili. Allora è necessaria una rilettura-riflessione su quegli anni, perché lì si trova tanto dell’attualità e delle origini delle cancrene che rendono impossibile fare della nostra Italia un Paese normale e più civile, a partire da piccole comunità come le nostre. Oggi la voce organizzata dei giovani è molto più flebile rispetto a quegli anni. Milioni di giovani italiani, oggi più che mai, sono le vittime designate della crisi, costretti ad emigrare all’estero o subire l’umiliazione e l’emarginazione in patria. Una larga parte della nostra classe politica e dirigente è affollata di incompetenti, furbastri e corrotti (e dove c’è corruzione c’è lo sporco e dove c’è lo sporco ci sono le mafie...); questo ha fatto dei nostri giovani una generazione di precari. Ai giovani gli hanno (gli abbiamo) rubato la cosa più preziosa che possa avere un giovane: la speranza nel futuro. Ragazzi, incazzatevi! Gli “attempati” protagonisti, di quegli anni (ma non solo loro) portano il peso di un gesto responsabile carico di futuro con l’urgenza della passione e della libertà: non rinunciare di continuare a chiedere ancora verità per noi stessi e dentro la storia.


CATTOLICA Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

Potenziare le eccellenze come l’ortopedia della spalla e introdurre piede e mani Il gruppo di “In Futuro”

Cattolica (ex Bus terminal) dal titolo: “Siamo diventati poveri? Cattolica si interroga”. Relatori: l’avvocato Astorre Mancini; Graziano Urbinati, segretario Cgil; dottoressa Isabella Mancino, Osservatorio Caritas sulle Povertà, che ci aiuteranno ad affrontare e conoscere il problema in una visione di prossimità territoriale, cercando di fornire dati e eventuali soluzioni.

“In Futuro”, proposte per l’ospedale - Crediamo importante informare i cittadini sull’esito dell’incontro del 3 marzo indetto dal Comitato a difesa dell’Ospedale Cervesi presso il centro Giovannini. Durante la serata vi sono stati interventi molto trasversali di cittadini, delle forze politiche che sono presenti nel panorama istituzionale . “In futuro” ha partecipato all’incontro facendo proposte molto chiare e facilmente realizzabili, che non incidono sulla riorganizzazione ospedaliera in corso, consapevoli che comunque il nostro Ospedale andrà progressivamente a potenziare le eccellenze medico specialistiche attualmente già presenti, con la finalità di mantenimento della ortopedia della spalla e con la quasi certa ’introduzione dell’ortopedia del piede e della mano”. Le proposte avanzate dal nostro gruppo sono state a favore della sosta gratuita nel parcheggio dell’ospedale per i mezzi che accompagnano i malati oncologici e sulla possibilità di inserire tali pazienti negli aventi diritto al trasporto gratuito per essere accompagnati dal pulmino del comune sia sul territorio comunale che extra-comunale. Tali

CULTURA

- “Tre di cuori. Brevi storie d’amore per l’arte” è il titolo di una nuova rassegna promossa dal Comune di Cattolica/Assessorato alla Cultura/Galleria Comunale Santa Croce. Tre incontri in cui si parla di arte attraverso il racconto di tre storici dell’arte, alle ore 17 nella Galleria Comunale Santa Croce (via Pascoli, 21). Ha inaugurato, il prof. Pier Giorgio Pasini, una personalità di riferimento della storia artistica romagnola nonché Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha parlato di “Il pittore Guido Cagnacci tra sacro e profano”. Partendo dall’esame della pala con i santi Carmelitani della chiesa riminese

LA POLITICA richieste ovviamente non riguardano la riorganizzazione ospedaliera, ma sono rivolte all’amministrazione comunale . Inoltre, abbiamo rimarcato la richiesta che siano garantite e sollecitate le cure domiciliari e riabilitative post-dimissioni, poiché riteniamo che debba essere dato supporto ai malati che rischiano altrimenti l’abbandono dopo il rientro a casa, specie per coloro che non hanno mezzi sufficienti per pagarsi un infermiere o le cure private riabilitative. Dopo il ricovero non finisce la malattia e la cura del paziente deve essere adeguatamente seguita anche intra domus (in casa), magari con una correlazione costante col reparto ospedaliero di riferimento. Allargando, inoltre, la visione di cura a favore dei pazienti, abbiamo evidenziato durante la serata che sarebbe importante che nella Casa della salute esistente a Morciano venissero inseriti una serie di servizi ad oggi mancanti, quale la riabilitazione e la fisioterapia pediatrica per i bambini affetti da patologie

croniche ed oncologiche; infatti, questi malati così fragili spesso sono costretti ad emigrare in altre strutture distanti anche molti chilometri per poter effettuare le cure richieste. Rispetto alle proposte da noi avanzate (sosta gratuita presso parcheggio ospedale dei mezzi per i malati oncologici e trasporto gratuito per i malati oncologici) il Sindaco ha dimostrato attenzione e la possibilità di un loro accoglimento, in tempi brevi , previo inserimento nel regolamento comunale sul cd. trasporto sociale. “In futuro” sta svolgendo all’interno del gruppo analisi e riflessioni su altri temi sociali che ci sono cari e pensiamo possano interessare la città di Cattolica. Ad esempio il tema della povertà diffusa; in un’epoca sovrastata dalla globalizzazione e dal record drammatico di oltre 4 milioni e mezzo di persone indigenti secondo i dati Istat (Istituto di statistica). Il 10 aprile abbiamo promosso una iniziativa pubblica presso il Centro Giovannini-Vici di

“Tre di cuori. Brevi storie d’amore per l’arte” Vittorio D’Augusta

di San Giovanni Battista si considera la “conversione” del pittore all’arte “profana” conseguente al suo allontanamento dalla Romagna. Come sentimenti, convenzioni, preconcetti e censure possono incidere sulla vita e sul percorso artistico di un artista e sulla sua fama presso i posteri.

E’ seguito il prof. Rodolfo Battistini, storico dell’arte che ha illustrato “L’incoronazione della Vergine” la monumentale pala dipinta intorno al 1475 per la chiesa pesarese di San Francesco, attuale Santuario della Madonna delle Grazie, dal Giovanni Bellini, ora conservata nei Musei Civici di Pesaro. Sono state ripercorse le vicende del capolavoro belliniano e chiarito il suo ruolo nello svolgimento della Storia dell’Arte. Ultimo appuntamento sabato

Qualcuno ci chiede spesso qual è il nostro obiettivo e come ci collochiamo nel panorama politico-istituzionale della città: la risposta è che siamo persone attente per lo più alle problematiche sociali e al welfare, senza alcuna velleità partitica. Stiamo lavorando per migliorare alcuni servizi che contribuiscono ad accrescere il benessere diffuso dei cittadini, per essere vicini ai loro bisogni reali, per elaborare pensieri che possano essere percepiti come utili per la collettività in cui viviamo. “ In futuro” pensa che il futuro possa essere costruito come migliore, con l’impegno di tutti e non solo di coloro che sono iscritti ai partiti. Il periodo storico che stiamo vivendo non ci lascia indifferenti: non lo siamo rispetto alla corruzione di chi ci governa, alla mancanza diffusa del lavoro specie giovanile, al problema della crescita e dell’ambiente, della solidarietà sociale. Lavoreremo su questi temi per dare risposte fattibili e concrete. A chi ci ha votato, chiediamo ancora fiducia e sostegno e rivolgiamo loro un appello, quello di contattarci per lavorare insieme a noi.

22 aprile 2017 con il prof. Vittorio D’Augusta, artista e docente che chiuderà il ciclo di incontri con “Paul Klee. Il volto della contemporaneità”. Alla luce delle cronache tragiche dei nostri giorni, dalle Twin Towers ai naufragi alla barbarie degli attentati, alle guerre “di religione”, un quadro che Paul Klee dipinse 77 anni fa appare carico di valore profetico: Angelo della morte, olio su tela, 1940. Il quadro offre l’occasione per una riflessione sul concetto di “contemporaneità”, e sulla funzione sociale dell’arte come presagio del futuro, non solo come sismografo che registra il pensiero della propria epoca. Galleria Comunale Santa Croce - Via Pascoli 21, ore 17. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. info: tel. 0541.966603 / www.cattolica.net

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Cartolibreria Binda Cattolica

San Giovanni

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Palazzate

di Cecco

Ciao Saba - Leggiamo: “Laura (Saba) Sabattini (Pd) lascia il Consiglio comunale”. Ormai al Pd dla Catolga l’è andè a fnì in gnint cume la togna ad Nardi. Anche quest l’è un bèl masgòt da inguiè... Disperazione - Leggiamo: “Pd, Montanari non si ricandida più”. Adès i catulghin i s’amazarà tut pri disperaziòn. Dop tut i disastre cl’ha cumbiné... Os-cia!... Attacco - Leggiamo: “Congresso Pd, Montanari all’attacco: c’è chi lavora per dividere”. Burdèl, a fè e disfè tut da vujèlt. Pruvè sal giogh ‘ciapa la galéna’... Concerti estivi - Leggiamo: “Giacomo Badioli (Confcommercio): ‘Cattolica non può rinunciare ai concerti estivi dell’Arena’”. T’è rason, ma li denuncie però i li ciapa sno chi organéza. Caz!... Risarcimenti - Leggiamo: “Concerti e spettacoli troppo rumorosi: residenti risarciti con 300mila euro”. Ciò! Adès quand al pasa quèl sl’urganén sota chèsa a denunc al Cumun. U j’è da sbaiuclé. Os-cia!... Lungomare - Leggiamo: “Lungomare, il sindaco apre al referendum”. L’è ‘na strèda nova? Al va cal péla... Figli d’arte - Leggiamo: “Piva jr. (alias Riccardo figlio di Corrado) guida la mozione Renzi: ‘Con lui per contrastare i populisti’”. Guèrda che Renzi l’è un pupulésta furb c’uv porta a strasnòn... Segreteria Pd - Leggiamo: “Segreteria Pd: nell’arena Giuseppe Prioli e Enrico Del Prete”. Al prim ogni tènt il tira fora dal museo. Al sgond forse l’ha sbajè strèda... Spiaggia - Leggiamo: “Spiaggia bella anche d’inverno. La Soprintendenza: ‘Via le barriere e bar aperti’”. D’invérne al pèr al mur d’Berlino. Os-cia!... Calcio - Leggiamo: “Offese e assalti: sanzionata la Giovane Cattolica dopo la gara persa contro il Gambettola”. Ciò, ancora u j’è chi létga per al palon... Orlando - Leggiamo: “Congresso Pd: i vertici cattolichini stanno con Orlando”. Prima j’era tut sa Renzi... Cimitero - Leggiamo: “Il cimitero si allarga: in arrivo 432 nuovi loculi”. Adès a stèn tranquél. A pudìn murì in pès... Autovelox - Leggiamo: “Nuovo autovelox sulla Statale, oltre trecento multe in soli due mesi”. Caz!... Sveltina - Leggiamo: “Alessandro Belluzzi: ‘Con l’era Gambini occorre rompere’”. Più che un’era l’è stè ‘na svilténa. Os-cia!... Pista ciclabile - Leggiamo: “Dopo il ricorso al Tar la pista ciclabile resta congelata”. L’è arvata la primavera, ma in via Matteotti e Corridoni ancora al fa un frèd dla madona... Piano del traffico - Leggiamo: “Franco Tura: ‘Piano del traffico, solo annunci del M5S. Ora i fatti prima dell’estate’”. Come diMariano Gennari e la pista ciclabile ceva l’assessore Cangini (alias Paolo Cevoli): fatt e ‘na pugnettie...


Aziende informano

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Migliaia di persone hanno varcato i cancelli della Fiera di Pesaro lo scorso 25-26 marzo

“InsiemeSì”, il quarto Expo di Primavera della BCC con 220 operatori economici La BCC di Gradara ha fatto poker. “InsiemeSì 4° Expo di Primavera” organizzato dall’Istituto di Credito Cooperativo di Gradara alla Fiera di Pesaro il 25 e il 26 marzo, infatti, anche nel 2017 ha riscosso un grande successo. A certificarlo sia i 220 operatori che hanno partecipato all’evento sia le oltre 12 mila persone che, durante i due giorni di manifestazione, hanno visitato i padiglioni di Campanara. Sono stati il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari, il prefetto di Pesaro Urbino Luigi Pizzi, il direttore generale di ICCREA Banca Leonardo Rubattu e i sindaci del territorio a tagliare il nastro inaugurale della kermesse organizzata per il quarto anno consecutivo dalla BCC di Gradara. Terminati i saluti delle Autorità si è aperta poi la programmazione dell’Expo. I primi a salire sul palco sono stati i campioni dello sport per

COMUNITA’

il convegno “O Capitano, mio capitano” sul ruolo del capitano nello sport. Moderati dal giornalista Franco Bertini sono intervenuti diversi sportivi illustri tra cui la leggenda del volley italiano Andrea Giani. Centinaia di studenti delle scuole superiori pesaresi hanno seguito il dibattito applaudendo i propri beniamini. Nel pomeriggio invece tante persone hanno assistito alla presentazione del libro “Pesaro in particolare 4” a cura dell’archivio Stroppa Nobili di Pesaro e di Arti Grafiche Pesaresi che ha preceduto l’esilarante show del comico/imitatore Max Paiella. L’artista romano ha scherzato col pubblico della BCC di Gradara a cui ha regalato tante risate e sorrisi. <<La Banca di Credito Cooperativo di Gradara è una banca che ha chiuso il 2016 con un patrimonio di 80 milioni di euro e che

ha reinvestito sul territorio 1,3 milioni di euro – ha spiegato nel suo saluto d’apertura il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari – Questi i numeri. Che sono importanti e che sono la testimonianza del nostro profondo radicamento sul territorio. Ma per noi non contano solo i numeri e i bilanci. Prima di tutto dobbiamo favorire le idee e i progetti di qualità. InsiemeSì è una manifestazione che mira a valorizzare le imprese del territorio: un vero valore aggiunto per la nostra comunità. Quest’anno poi la manifestazione è stata ulteriormente nobilitata dalla presenza del direttore generale di ICCREA Banca Leonardo Rubattu che ha lodato l’iniziativa ed ha

per momenti di riflessione e approfondimento. In tal senso è stata l’occasione per il d.g. di ICCREA Rubattu per riunire i presidenti delle BCC marchigiane e per confrontarsi con loro sul progetto di riforma del Credito Cooperativo.

Sfilata vestiti nedievali

auspicato che prosegua anche in futuro magari coinvolgendo gli altri crediti cooperativi delle Marche. La BCC di Gradara è pronta a ripetersi nel 2018 e, al tempo stesso, a coinvolgere anche le altre BCC del nostro territorio. E’ un progetto su cui personalmente credo da molto tempo>>. Ma “InsiemeSì” non è solo musica e divertimento. C’è stato spazio anche

Convegno sportivo

Un momento molto apprezzato da tutti i rappresentanti del credito cooperativo regionale. <<InsiemeSì è uno straordinario festival dell’imprenditoria – ha detto il direttore generale di ICCREA Banca Leonardo Rubattu – E’ la

dimostrazione che l’unione fa la forza anzi la cooperazione fa la forza. InsiemeSì ossia insieme costruiamo il nostro futuro. ICCREA, tramite le BCC presenti sul territorio, ha elargito 20 miliardi di finanziamenti negli ultimi 10 anni>>.


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La Bcc di Gradara ha organizzato l’evento per ‘ridare fiducia’ all’economia del Riminese e Pesarese

Il pranzo sociale

Taglio del nastro con le autorità

Fausto Caldari

Leonardo Rubattu, d.g. di ICCREA Banca

Stand espositivi gratuiti. Iniziative culturali, sportive e ludiche

Crescere nella cooperazione Lo sport

La seconda giornata è invece vissuta sulle esibizioni dell’Asd “Taekwondo Olimpic Cattolica” nello spazio Sport ed è poi proseguita con il progetto “Crescere nella cooperazione” a cura dell’Istituto Comprensivo “Lanfranco” di Gabicce-Gradara: i valori della cooperazione e della solidarietà trasmessi ai giovani studenti. Poi dopo il pranzo sociale, riservato ai soci dell’istituto di credito di Gradara, a cui hanno partecipato più di 1.000 persone è stata la volta della sfilata “Sotto il vestito. La (S)vestizione della dama” a cura della Sartoria dei Malatesta e soprattutto dello show del comico Paolo Cevoli. Che tra battute in dialetto romagnolo e barzellette ha divertito il pubblico dell’Expo di Primavera. Oltre 2.000 persone hanno applaudito l’esibizione dell’artista riccionese. Ma l’afflusso è stato continuo per tutta la giornata. Gran finale poi con il concerto gratuito di musica classica e lirica del Trio lirico-Pop. <<Al di là delle migliaia di persone che hanno visitato i padiglioni della Fiera di Campanara – commenta Andrea De Crescentini responsabile comunicazione e relazioni esterne - il successo di questa manifestazione è decretato dai pareri soddisfatti ed entusiasti del pubblico, dei soci, dei clienti e dei 220 espositori di “InsiemeSì” >>.

Lo spettacolo del comico Paolo Cevoli Il comico Max Paiella

Sfilata medievale

L’esibizione del Trio Lirico-Pop



CATTOLICA

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Presentazione del libro il 29 aprile, 17,30 presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa. Coordina Alberto Pancrazi

Alimentazione e salute: “Ritorno alle radici” LIBRI - In un tempo non molto lontano, la maggioranza della popolazione era costretta ad affrontare e risolvere problemi legati alla sopravvivenza quotidiana. Dai racconti dei nonni e dei genitori emergono i ricordi di un passato che pochi rimpiangono: erano gli anni della guerra e della povertà, in cui ci si doveva arrangiare come meglio si poteva. Al cibo era attribuita una sacralità quasi inviolabile e nessun genere alimentare poteva essere sprecato né privato della sua dignità. Il pane, ad esempio, veniva inciso con il segno della croce e accuratamente appoggiato sul tavolo dalla parte piana: capovolgere una pagnotta o forarla con la punta di un coltello era considerato un segno di cattivo presagio (anche le briciole venivano accuratamente riciclate, evitando di farle cadere per terra). La frutta troppo matura, i residui della pulitura delle verdure o della macellazione degli animali, erano conservati con cura e riutilizzati in maniera creativa. Per placare i morsi della fame, oltre che a riciclare gli avanzi di cucina, le donne non avevano altra scelta che raccogliere, con ostinata pazienza, funghi, radici, germogli, erbe e frutti selvatici. L’instancabile e costante ricerca di cibo trovava concretezza soprattutto nelle “erbe di campo” che rappresentavano una fonte alimentare sicura e a portata di mano. Questa “metafisica del cibo” fa riflettere sugli sprechi e sulla “malnutrizione per eccesso” che affliggono le moderne società industrializzate. Oggi si discute molto sull’importanza di un’alimentazione sana ed emerge la consapevolezza che il confine tra nutrimento e salute è molto sottile e merita una particolare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la varietà dei cibi presenti sulle nostre tavole.In questo ottica, le erbe selvatiche rappresentano una grande risorsa nutrizionale, infatti oltre ad essere gustose e facili da cucinare, sono una preziosa fonte di fibre, enzimi, vitamine, e fitonutrienti. Anche se la modesta filiera alimentare delle piante selvatiche non è più di vitale importanza come in passato, trova un terreno fertile nella diffusa sensibilità che si è andata consolidando in questi ultimi decenni nei confronti della Natura in generale e del patrimonio vegetale in particolare. Tale interesse è in crescente espansione e coinvolge persone di diversa età, preparazione culturale ed estrazione sociale, soprattutto per quanto riguarda la riscoperta e la diffusione della fitoalimurgia (la scienza che studia l’impiego delle piante commestibili) e della fitoterapia. Esistono altri fattori che contribuiscono a giustificare questo fenomeno, primo fra tutti la dif-

I fratelli Maurizio e Sandro Di Massimo La copertina del libro

fusa sensibilizzazione dell’opinione pubblica per tutto quello che riguarda la cucina e l’alimentazione. Per molte persone queste tendenze rappresentano un mercato redditizio, per altre sono l’espressione di una moda o di una necessità dietetica oppure il motore di una nuova presa di coscienza, di una scelta di carattere etico-ambientale. Sulla scia di queste tematiche prende vita il libro “RITORNO ALLE RADICI. Le piante spontanee per l’alimentazione e la salute”, di Sandro e Maurizio Di Massimo, edito da Aboca: un’opera di facile consultazione che avvicina i lettori alla conoscenza e all’uso delle piante selvatiche, facilmente reperibili in natura. Ponendo in primo piamo l’importanza della biodiversità,

gli Autori rivolgono una particolare attenzione alle piante spontanee ad uso alimentare e medicinale e ricostruiscono un affascinate universo vegetale alla luce delle antiche tradizioni popolari e delle moderne conoscenze scientifiche. E’ un itinerario nel mondo dei simboli, delle leggende e delle superstizioni, accompagnati da santi, eroi e personaggi mitologici, dove si riscoprono usanze e antichi rimedi della medicina popolare. Ma “Ritorno alle radici” è anche un percorso di conoscenza e consapevolezza utile per tutti coloro che vogliono imparare a gestire la propria salute attraverso una corretta alimentazione, incentrata, soprattutto, sull’importanza dei cibi vegetali. In questo contesto, le piante selvatiche, oltre ad essere gustose e facili da cucinare, rappresentano una grande risorsa nutrizionale e medicinale. Alcune di esse vengono raccolte a primavera per essere consumate cotte, condite con olio crudo, limone o aceto oppure ripassate in padella con olio o burro. Altre trovano impiego allo

stato crudo, da sole o in un’ampia varietà di misticanze. Radici, germogli e frutti sono sottoposti a ferree regole di raccolta e preparazione. Molte “erbe di campo” come la Cicoria, il Tarassaco, l’Aspraggine, lo Scarpigno, il Caccialepre e la Bardana sono ricercate per le loro virtù depurative, drenanti e disintossicanti, mentre il Timo, l’Origano, la Santoreggia, la Menta, la Mentuccia e il Finocchio sono dotati di proprietà digestive, balsamiche e antisettiche. Senza dimenticare le erbe e i frutti selvatici ricchi di sostanze antiossidanti, capaci di contrastare l’invecchiamento come l’Aglio, il Rosmarino, la Rosa selvatica, il Corniolo, l’Olivello spinoso, il Mirtillo, la Fragola e il Giuggiolo. Le piante spontanee sono un patrimonio ereditato dalle generazioni passate, una grande ricchezza biologica e culturale che merita di essere valorizzata a vantaggio di tutti. Ciò deve avvenire attraverso un “ritorno” ai saperi e ai sapori tradizionali, per scoprire che le piante, oltre che una fonte di nutrimeno, sono dei catalizzatori viventi di miti, simbologie e rituali. Corredato di numerose e suggestive immagini fotografiche a colori, il libro è costituito da una prima parte a carattere introduttivo e generale, e una seconda che propone le schede di circa 80 piante selvatiche. Per ciascuna specie vegetale vengono fornite indicazioni aggiornate sugli aspetti botanici, mitologici, storici, antropologici e soprattutto sugli usi alimentari e medicinali. Il libro offre un aiuto concreto e tanti preziosi suggerimenti pratici su come utilizzare e rendere quindi più salutare, originale e vivace la cucina; uno spazio è dedicato anche alla preparazione domestica di vini, aceti e oli aromatici.

PRODUZIONE ED INSTALLAZIONE DI CANALIZZAZIONI E COMPONENTI PER IMPIANTI DI ASPIRAZIONE CONDIZIONAMENTO E CANNE FUMARIE

ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Imprese 2017. Incentivi per il lavoro - La legge di Bilancio ha completato il quadro degli incentivi e delle agevolazioni contributive per i datori di lavoro che nel 2017 devono assumere del personale, vedremo di seguito un breve excursus sulle possibili agevolazioni per i lavoratori che devono essere assunti ed i datori di lavoro che hanno necessità di assumere personale. Partendo dalle categorie dei lavoratori più giovani, quelli da inserire nel mondo del lavoro, se conseguito il titolo di studio negl’ultimi 6 mesi, è previsto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoratori fino ad un massimo di 3250€ all’anno per massimo 36 mesi. Per accedere a questo incentivo valido fino al 31/12/2018 è essenziale che il candidato abbia già effettuato presso il medesimo datore di lavoro attività di alternanza scuola-lavoro o anche un’ apprendistato. Di € 8060 è il contributo massimo spettante alle aziende che assumono lavoratori iscritti al programma Garanzia Giovani se con contratto a tempo indeterminato o apprendistato, viene ridotto fino a € 4060 per le assunzioni di lavoratori a tempo determinato, tale condizione è possibile sfruttarla solo fino al 31/12/2017 tramite procedura telematica INPS, l’importo rimborsabile e a copertura dei soli contributi INPS e non INAIL.

Un’altra categoria presa in considerazione dalla manovra e quella delle lavoratrici disoccupate da almeno 24 mesi, la loro assunzione a tempo determinato comporta al datore di lavoro la riduzione dei contributi pari al 50% del totale conto ditta per 12 mesi, 18 se assunte a tempo indeterminato. Nel caso di assunzioni in aree svantaggiate o in settori in cui la disparità occupazionale di genere è almeno del 25% i mesi di disoccupazione richiesti scendono a 6. Stessa cosa per i lavoratori over 50 disoccupati da almeno 12 mesi, se assunti a tempo determinato spetta al datore di lavoro una riduzione del 50% sui contributi a suo carico per 12 mesi che diventano 18 se assunti o trasformati a tempo indeterminato. Per finire non potevano mancare interventi mirati a quei lavoratori che avendo perso il lavoro percepiscono una prestazione a sostegno del reddito, per quelli in Cassa Integrazione Straordinaria è ammesso a carico del datore di lavoro una contribuzione agevolata pari a quella degli apprendisti per 12 mesi, il 10% sull’imponibile retributivo, mentre per i percettori di Naspi se rioccupati cederanno al datore di lavoro il 20% della loro indennità residua corrisposta come contributo per la loro assunzione. Studio commercialisti Baldassarri, Cattolica



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Presentazione del libro domenica 23 aprile, ore 17,30 - SPAZIO°Z di Radio Talpa

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541.960076 Fax 0541.963334

www.adriaexpress.it e-mail:adria@express.it

Nel mio giardino, foto in concorso “Un autore con tè”, chiude Ravera - “Nel mio giardino”, concorso fotografico rivolto a chi ama la fotografia e soprattutto fotografare è la nuova iniziativa dell’Osservatorio di Cultura Fotografica (nato dalla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cattolica e l’Associazione Culturale Centrale Fotografia di Fano). Il concorso si svolgerà nel contesto della 45° edizione della manifestazione “Cattolica in Fiore”, che si terrà a Cattolica dal 28 aprile al 1 maggio 2017. Con questa nuova iniziativa si vuole stimolare una riflessione sul ruolo che i giardini privati e pubblici ricoprono all’interno di una città (che sia una metropoli, una città di provincia o un piccolo paese), insistendo in particolar modo sugli aspetti architettonici, paesaggistici e sociali. I fotografi potranno rappresentare fotograficamente e simbolicamente qualsiasi tipologia di giardino, terrazzi, orti, parchi, paesaggi particolarmente sentiti ed amati. S’invitano i fotografi a interpretare il giardino in modo personale e originale, sviluppando una riflessione sul significato dei giardini e

sull’apporto dato dal giardino nel rapporto che l’uomo ha con architettura e paesaggio. Ai primi tre classificati verranno consegnati: 1° Classificato: Macchina fotografica istantanea offerta da Alternoteca, Cattolica 2° Classificato: Cofanetto Boscolo Gift offerto da Futuradria Viaggi, Cattolica 3° Classificato: Cena gourmet offerta da Taverna A pesci in faccia, Cattolica Il concorso è aperto a tutti, a prescindere dall’esperienza fotografica. La partecipazione al concorso è gratuita. Ogni partecipante può inviare un massimo

di 4 (quattro) fotografie, che possono essere sia legate a un unico tema o soggetto, sia avere temi diversi. Saranno premiate le tre migliori immagini fotografiche, che verranno selezionate da una giuria d’esperti. Il regolamento e la scheda di partecipazione sono scaricabili nel sito www.centralefotografia.com. Le fotografie e la scheda di partecipazione dovranno essere inviate tramite posta elettronica all’indirizzo: nelmiogiardino2017@gmail.com entro e non oltre lunedì 24 aprile 2017. La premiazione si svolgerà nella serata di venerdì 28 aprile 2017 alle ore 21.15, nella Galleria Comunale Santa Croce di Cattolica, (via Pascoli, 21). Le fotografie verranno esposte alla Galleria Comunale Santa Croce sino al 14 maggio. Orario di apertura. 28 aprile – 14 maggio: venerdì, sabato e domenica; il 29 - 30 aprile e 1 maggio, dalle 16 alle 19. Ingresso libero. Per informazioni: tel: 0541.966603 - www.cattolica.net; tel: 347.2974406 www.centralefotografia.com

CULTURA - Marzo e aprile hanno visto ancora molti incontri importanti per gli incontri di “Un autore con tè”, che si tengono nella sede di Radio Talpa in Via Del Prete 7. La sinergia tra la libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare, la trasmissione radiofonica interamente dedicata ai libri “Talpa chi legge” e Radio Talpa ha prodotto un calendario con autori di spicco della scena letteraria italiana. Presentato il nuovissimo thriller di Romano De Marco “L’uomo di casa” uscito con Piemme. A parlare d’America e scrittori americani ci ha pensato un Luca Briasco strepitoso, traduttore importante (di Joe Lansdale per fare un nome), è anche editor e nuovo responsabile della narrativa americana di minimum fax. Il libro è “Americana” uscito per minimum fax, che non è né saggio né antologia ma uno straordinario viaggio nell’anima e nel corpo dell’America negli ultimi

Nicola Ravera

quarant’anni, da Pynchon, DeLillo, Auster, Ellroy, Philip K. Dick, Egan, Carol Oates e Foster Wallace. Un piacevole fuori programma il 20 marzo con Sandro Campani che ci ha raccontato il suo ultimo lavoro per Einaudi “Il giro del miele”. Il 2 aprile lo Spazio Z ha ospitato Paolo Di Paolo, scrittore romano classe 1983, già dal 2003 è attivo nel mondo della letteratura con saggi e romanzi. A Cattolica con l’ultimo in ordine di tempo: “Una storia quasi solo d’amore” uscito per Feltrinelli nel 2016. Altra bella sorpresa il 6 aprile con l’ultimo lavoro di Francesca Scotti “Ellissi” (Bompiani). “L’essenzia-

lità della sua prosa va dritta al cuore”. Domenica 23 aprile alle 17,30 sarà la volta di un figlio d’arte, Nicola Ravera Rafele con “Il senso della lotta” edizioni Fandango. La sua storia è quella di un trentasettenne che rimasto orfano nel 1983, a quattro anni, da adulto comincia la sua indagine nel passato dei genitori che erano terroristi. Tutti gli incontri sono aperti e gratuiti e si svolgono alle 17,30 allo Spazio°Z di Radio Talpa, in Via Del Prete 7. Si possono inoltre ascoltare in diretta streaming su www.radiotalpa.it Per info e per seguire gli aggiornamenti potete visitare anche www.libreriasogniebisogni.it



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Sergio Tomassoli, Sante Bondi e Francesco Della Biancia. Tutti in marzo in pochi giorni

In ricordo di tre amici scomparsi - Questa seconda metà di marzo, quando il sole acquista e meglio dispensa la sua capacità di riscaldare la natura, quando le ore del giorno allungano il loro vigore su quelle della notte, quando l’equinozio di primavera infonde nell’animo l’annuale rinnovo della riapertura alla vita; tre amici, uno dietro l’altro, hanno restituito alla natura l’uso della vita che la natura stessa aveva loro a suo tempo donato. Sergio Tomassoli il 18, Sante Bondi il 21 e Francesco Della Biancia il 26 di questo infausto marzo che ha voluto rapirceli senza lasciare la speranza e l’illusione di diventare novantenni, così come le nuove conquiste scientifiche, sanitarie e di vita del nostro tempo, paiono voler strizzare l’occhio a questa nostra terza età che tende favorevolmente ad allungare la durata. SergioTomassoli Pesarese di nascita e “nel cuore”, era tuttavia esploso a Cattolica con la sua attività culturale e di lavoro, fin dal-

Hanno restituito alla natura l’uso della vita che la natura stessa aveva loro a suo tempo donato

Sergio Tomassoli (14.6.1932 - 18.3.2017 Sante Bondi (27.4.1934 - 21.3.2017) Francesco Della Biancia (16.11.1928 - 26.3.2017)

quella di Misano Adriatico con la grande maestria del direttore della biblioteca, Gustavo Cecchini. Ma io sono rimasto da solo nella sala stracolma di pubblico del Teatro Astra di Via D’Annunzio. Voi due non ci siete più.

IN RICORDO di Silvio Di Giovanni la seconda metà degli anni ’50, con la gestione di cartoleria-libreria, prima in Via Matteotti, poi in Via Renzi, poi in Via degli Sforza, con l’innata propensione per il desiderio di divulgazione del libro ed in specie per i libri di scuola cui prestava solerte attenzione. Era stato attivo ed aveva propensione, per il giornalismo come cronista sia degli avvenimenti sportivi che culturali ed artistici soprattutto, giacché proveniva dalla pesarese Scuola d’Arte Ferruccio Mengaroni cui suoi coetanei e compagni di studi erano gli artisti: Ulrico Schettini, Terenzio Pedini, i ceramisti fratelli Lani e Luciano Vangi, il pittore Nanni Valentini. Ci ricordiamo la sua atti-

vità culturale nella collaborazione al “Carlino”, alla “Piazza”, con i suoi precisi articoli di ricordi storici e prima ancora, quella svolta nel suo negozio di via Matteotti, con gli incontri dei personaggi cattolichini degli anni passati, quali: il professor Luigi Filippini, il grande mago della fotografia Alberto Marchi, Agapo Marchini, Mimo Galli, tutti amici che da tempo ci hanno lasciati. E’ degno di ricordo il pregevole volume edito due anni fa dal titolo “Pesaro nel cuore cent’anni di ricordi” (344 pagine). In collaborazione con

la figlia Giuliana, Sergio aveva redatto e prodotto per un sovvenire fotografico della vita pesarese e dintorni, piena di ricordi e di storia. Sante Bondi Cattolichino di nascita e navigatore di professione, era stato infatti un capitano di lungo corso nella vita di mare, degno figlio, assieme al compianto suo fratello Giampaolo, che ci ha lasciati 19 anni fa, del capitano Nicola Bondi, loro illustre padre e navigatore. Sante era anche innamorato della cultura. Assieme al compianto Attilio Talacchi, che abbiamo salutato per l’ultima volta nell’ottobre di poco più di sette anni fa, formava-

mo un trio cui l’alimento culturale erano le conferenze filosofiche, storiche, politiche e di costume che Cattolica, Misano, Riccione al Centro della Pesa, Rimini al Teatro degli Atti ed altri ancora nel nostro circondario, ci proponevano abbondantemente con effusione e che noi frequentavamo con vivo interesse e partecipazione nell’ascolto e negli interventi, cui Sante non si tirava mai indietro. Purtroppo l’ictus che lo aveva colpito da oltre dieci anni, aveva troncato questa passione. Ora è ripresa l’attività filosofica di Cattolica nel nostro Centro Culturale Polivalente, memore degli allori di trenta anni fa. Prosegue con vivo e grande successo

Francesco Della Biancia E’ l’ultimo fratello di una conosciutissima famiglia cattolichina che ha impersonato l’attività e la vita della nostra comunità. Come tutti noi è stato l’espressione della nostra generazione che nel dopoguerra ha avuto l’opportunità di esprimersi, lavorare e godere della vita nella libertà, fuori dalla dittatura, in un mondo migliore che abbandonava il clima di miseria che avevamo nell’anteguerra. Ci permetteva, infatti, questo dopoguerra pieno di entusiasmo e di speranza, anche una vita di relazione cui Francesco era un degno compagno, di chiacchierate nei consueti convivi e nel bar con gli amici.

Visione globale della musica MUSICA - L’associazione Music Machine organizza uno spettacolo musicale con i ragazzi del corso di “Visione globale della musica” tenuto e diretto dal maestro Michele Luppi in collaborazione con le due scuole di Danza La Nuova Accademia di Marinella Capuano e la scuola di arti sceniche Di Lara Giorgetti. Progetti che uniscono tre realtà molto complesse: musica, canto e danza tutto esclusivamente dal vivo. Lo spettacolo è a scopo benefico a favore delle associazioni “La prima coccola” che sostiene i bambini del reparto di terapia intensiva neonatale di Rimini, e “Papa Giovanni XXIII” per le Case Famiglia della nostra zona. Teatro della Regina, 7 maggio ore 20,45. Info: 3286839114



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di Dorigo Vanzolini Famiglia Galli “Bazòt”. In alto da sinistra: la mamma Lazzarena Bacchini con in braccio il figlio Sesto, Guerrino Galli (il padre). In basso da sinistra: Luigi, Lino, Savina, Dino, Angelina. Sullo sfondo “e paiér dla sparatoria”. Cattolica, primi anni ‘30 (didascalia realizzata in collaborazione con Savio Bianchini) Foto: Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI-VICI - Via Umbria 23

Il programma di aprile

- Il libro “Nemici Politici Pubblici Nemici” scritto da Giuseppe Giusva Ricci (Chinaski Edizioni) è stato presentato da Loretta Nucci, insegnante di filosofia e storia e docente-relatore alle attività di Educazione alla memoria del Comune di Rimini, nel ciclo d’incontri “Moderni Fascismi” organizzato dall’Anpi

- Domenica 2 ore 15,30: Orchestra di 13 fisarmonica Laura Benizzi. Dirige il M° Piero Ceccarelli. - Sabato 8 ore 20: Ballo e apericena con Paolo Casadei. Contributo 10 euro. - Domenica 23 ore 12,30: Pranzo sociale.

Contributo 18 euro. - Sabato 29 ore 20,30: Ballo con Angela e Michele. Contributo 7 euro.

società, condizione a sua volta caratterizzata da vari fenomeni peculiari indagati (Erotocrazia, la Distruzione delle Gioventù, Caos Informativo, Recessione Culturale, ecc.)». Una «condizione di astensione generalizzata che si concreta tramite il rassegnato disimpegno politico da parte di importanti strati sociali, ren-

imprevedibili”. Giuseppe Giusva Ricci, laureato in sociologia, e cresciuto assieme a quella che definisce Mediaset Generation, ha esordito nel 2003 con il primo saggio, “La Teledittatura: Il Berlusconismo. Neocivilizzazione sociale e consenso politico” per i tipi di Kaos Edizioni, saggio che

Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 3485309730

Ricci, libro per non cadere nei moderni fascismi Cattolica-Valconca presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa. Il saggio di Ricci costituisce un approccio contemporaneo al tema delle moderne forme autoritarie e di gestione delle masse che nella so-

cietà digitale vanno oltre le contrapposizioni di bandiera ed assumono nuove e spesso invisibili dinamiche, ma non per questo meno totalizzanti e pericolose. Dalla presentazione: «La di-

Loretta Nucci e Giuseppe Ricci (Foto Fabio Borra)

struzione della fiducia del cittadino nel Sistema e la sua disaffezione ai meccanismi democratici sono stati provocati da una ben determinata categoria di persone e poteri: i Nemici Politici. Ossia tutti quei soggetti che, trasformando “nobili” ideologie in imposture e pur avendo il mandato popolare per governare il paese, sfruttano la loro posizione per tornaconto e per mantenere lo status quo; che è in ultimo un coagulo di diversi “MODERNI FASCISMI” che implicano direttamente la Fine della

dendo “facile” il dominio dei “MODERNI FASCISMI”.» “Questo libro - dice Giuseppe Ricci - trova motivazioni nel degrado sociale diffuso, dalle relazioni microdinamiche alla grande politica, il tutto impregnato dal modello culturale proposto e imposto del “fama e denaro. Provo una grande nausea. Come dj di locali da anni ho un punto di osservazione diretto per cogliere il grande disagio giovanile, in particolare nei giovanissimi, che sta venendo a galla e che avrà esiti

ha attirato l’attenzione di giornalisti “liberi” [C. Augias e G. Valentini], diventando un testo citato dai tanti sociologi, politologi, giornalisti e ricercatori universitari che in Italia come all’estero, su tutti Stati Uniti e Francia, da allora provano a spiegare quel che succede nel nostro paese. Dopo una lunga incursione nel romanzo di denuncia con Amarkord (2005), Caos amore caos (2007) e Sbranando Dio (2014), Ricci torna ora con il testo di sociologia “Nemici Politici_Pubblici Nemici”. Attivo membro dell’ANPI ed appassionato musicofilo, è stato tra l’altro il curatore della originale colonna sonora di “Tutti morimmo a stento”, il film di Alessandro Nunziata dedicata ai due martiri Rasi e Spinelli, recentemente vincitore per la categoria “Drama” al festival “Respect Human Rights” di

Belfast.


CATTOLICA E’ anche stand con eccellenze eno-gastronomiche regionali

Cattolica in Fiore, la tavolozza della natura - Mostra dei Fiori, 45.ma edizione, dal 28 aprile al 1 maggio. Cattolica si veste a festa con i Fiori e le Piante Ornamentali. Un appuntamento diventato un piccolo classico che segna l’ingresso ufficiale della Città nella stagione turistica. Viali, piazze e strade del centro si trasformano in giardini fioriti grazie agli oltre 150 stand, sempre in grado di offrire un’altissima fantasia, con piante rare e varietà insolite di fiori. “Cattolica in Fiore” è un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati, ma è anche un momento di festa per la città che ne attende l’arri-

EVENTI vo con grande ne, valorizzando le competenze e la creatività, ed in secondo luogo per dare un’immagine sempre viva ed accattivante di una manifestazione in continua evoluzione che affonda, però, le sue radici nella storia della città. Eno-gastronomia Non solo pregiati stand florovivaistici con piante mai viste e ricercate, ma anche per questa edizione “Expo dei Sapori” nel Lungomare Rasi-Spinelli con prodotti enogastronomici provenienti da tutt’Italia.

Quindi largo alle eccellenze culinarie delle regioni italiane, un valore aggiunto a Alla 45^ edizione. Dal 28 aprile al 1 maggio, è un evento in grado di richiamare ogni anno oltre 50 mila visitatori provenienti da tutta Italia. Anche per questa edizione sono state confermate due iniziative importanti volute dall’amministrazione comunale di Cattolica per elevare il livello. Premio Bcc Gradara Riproposto anche quest’anno, grazie alla sponsorizzazione della Bcc di Gradara, il premio in denaro “Bellezza e qualità” da assegnare ai tre migliori stand per estetica e qualità dei prodotti; iniziativa

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Quattro giorni con i colori della natura dal 30 aprile al Primo Maggio

A cura di Valeria Belemmi (responsabile Laboratorio di Educazione all’Immagine). Protagonisti gli alunni Venerdì 28 aprile SPAZIO°Z di Radio Talpa, via Del Prete, 7/A

nata con l’obiettivo di incentivare gli espositori a presentare sempre stand competitivi e di alto livello. Assolutamente da non perdere, quindi, questi quattro giorni di festa che vedranno Cattolica trasformarsi nella “Regina dei Fiori e delle Piante Ornamentali”.

- In occasione della 45^ edizione di CATTOLICA IN FIORE (28 aprile - 1 maggio) organizzata dal Comune di Cattolica, nello SPAZIO°Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7/A - Cattolica) Valeria Belemmi (Responsabile del Laboratorio di Educazione all’Immagine) coordinerà il laboratorio Musica&Fiori. Parteciperanno gli alunni della scuola primaria di Cattolica. Con colori, pennelli, materiali vari... gli alunni creeranno

Musica & fiori, workshop dei colori

Antonio Prioli (Tugnac)

Storie di mare

uno spazio colorato di fiori, note, farfalle... e tutto quello che verrà fuori dalla grande creatività dei ragazzi. Il tutto accompagnato dalla musica di Radio Talpa.

Il laboratorio si svolgerà nella giornata di venerdì 28 aprile. Tutti i lavori eseguiti rimarranno in mostra nello SPAZIO°Z fino a domenica 7 maggio.

- Informiamo che è stato restaurato e digitalizzato dalla Video & Foto Service di Gabicce Mare la video clip di Mario Prioli della durata di 6 minuti il cui contenuto storico riguarda la pescata a bordo del motopeschereccio di Tugnac e Gigiona d’Paletta, realizzato alla fine degli anni ‘70. Nel montaggio è stata inserita la mitica canta dei marinai eseguita da Tugnac (Antonio Prioli), Piero Luccarelli, Marcello Prioli, la Galana, Giammattei e altri. La registrazione fu realizzata al Bar Billy negli anni ‘80 dallo staff di VGA Telerimini, diretta da Marco Magalotti. Chi fosse interessato può direttamente acquistare il dvd presso la Foto & Video service di Marco e Giordano a Gabicce Mare. Dorigo Vanzolini


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GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

2. Quinto canto della Divina. Non ci sono fonti storiche certe. Le uniche informazioni sono quelle di Dante

Francesca-Paolo, la tragedia a Gradara invenzione? - La politica e i domìni della storia romagnola di quel tempo si intersecano in modo tumultuoso tra la due famiglie guelfe più importanti, appunto i Malatesta di Rimini e i da Polenta di Ravenna, e il condottiero di fede ghibellina Guido da Montefeltro che controllava la parte restante della Romagna. I da Polenta avevano tratto il loro nome dal castello di Polenta, luogo nei pressi di Bertinoro da cui provenivano. Tennero la signoria di Ravenna dal 1275 al 1441. I Malatesta provenivano da un ramo dei conti di Carpegna, attestatisi in un primo momento nell’attuale Pennabilli, passarono poi a Verucchio e a Rimini, di cui divennero signori nel 1295 e tennero la signoria fino al 1403. Il periodo storico del 1200 aveva visto fiorire le autonomie dei Comuni, pur restando saldo il potere centralizzato costituito dall’imperatore e dal Papa. Al Comune veniva riconosciuta l’autonomia dietro pagamenti di tributi ma restava un centro di potere che parteggiava per il papa o per l’imperatore. Questo dualismo si è protratto per tutto il secolo e ha costituito

La storia fu censurata dal potere delle famiglie Malatesta-da Polenta

Francesca e Paolo in un dipinto di Ingres (1819). Si trova al Museo di Belle Arti di Angers

LA STORIA di Glauco Selva una fonte interminabile di guerre e dissidi tra i due partiti in tutta Italia ma con prevalenza marcata al nord: i ghibellini dalla parte dell’imperatore e i guelfi dalla parte del Papa. La Romagna non fu esente da questa lotta, solo i Malatesta e i da Polenta erano di fede guelfa. Il citato Guido da Montefeltro era il comandante dei ghibellini della Romagna ed il loro naturale nemico. Il suo quartier generale era fissato a Forlì dove aveva organizzato la resistenza contro lo Stato della Chiesa che mirava ad annettersi quelle terre. Il condottiero, sbaragliato l’esercito papalino al comando di Malatesta da Verucchio nella battaglia di San Procolo a Faenza, si era impossessato di Cervia e Cesena e stava incombendo su Ravenna e Rimini.

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Allora Cervia con le sue saline rappresentava una ambizione di forte impatto economico per tutti, tanto da attirare anche le mire di Venezia: a quei tempi il sale equivaleva a moneta sonante. Con la conquista di Cervia i ghibellini romagnoli si arricchirono notevolmente ma fissarono anche una posizione strategica da mettere in allarme Ravenna. Cervia rappresentava un cuscinetto di potere ghibellino tra i da Polenta e i Malatesta. Tra le due famiglie si crearono le premesse di una alleanza che fu di fatto sancita dall’inter-

di Dorigo Vanzolini

vento dell’arcivescovo ravennate Bonifacio Fieschi. I da Polenta erano poi in debito coi Malatesta venuti in loro soccorso nella disputa per la conquista della città perpetrata a scapito dei Traversari, la famiglia avversaria dei da Polenta. Questi fatti politici favorirono delle intese comuni tra le due famiglie tanto che nel 1275 Guido Lamberto da Polenta (Guido Vecchio) diede in sposa sua figlia Francesca a Gianciotto Malatesta, primogenito di Malatesta da Verucchio. Il matrimonio avvenne per procura tramite Paolo che rappresentava il fratello Giovanni. Giovanni Boccaccio narra che Paolo venne inviato alla corte dei da Polenta come ambasciatore e Francesca venne ingannata perché le fu indicato Paolo

come il promesso sposo. Francesca non se la prese bene e decise di cornificare costantemente il marito con suo fratello Paolo. Che sia fantasia narrativa o realtà non ha molta rilevanza storica. Sta di fatto che dal matrimonio si sarebbe sancita una ulteriore intesa tra le due famiglie romagnole. La decisione era quanto mai necessaria dopo l’incombere di Guido da Montefeltro e una serie di scontri dovuti alla vicinanza dei possedimenti dei da Polenta e la contea di Ghiaggiolo nell’Appennino forlivese, che era controllata dai Malatesta. Quindi il matrimonio tra la giovane e bella Francesca da Polenta con il più anziano condottiero Giovanni Malatesta, detto anche Gianne lo sciancato o Gianciotto, nato con una malformazione fisica, sancì di fatto l’alleanza tra le due signorie. Gianciotto era un uomo di carattere energico, un abile militare, portatore di una deformità fin dalla nascita e con la fama duplice assassino si era creato la fama di persona sanguinaria e vendicativa. Queste cartteristiche non influirono sulla sua carriera militare e politica di allora. Fu incaricato di podesteria per un

GRADARA - ECONOMIA

Moneta in conferenza

Foto ricordo della V classe elementare. In piedi da sinistra: Clara Vanzolini, Maria Michelini, Carla Arduini, Giulia Brunetti, Massari (la maestra), Franca Fedeli, Daniela Cola, ?, Cristina Gaudenzi Accosciati da sinistra: Giuliano Ricci, Renato Arduini, Igino Filippini, Enzo Badioli. Seduti da sinistra: Antonio Caldari, Antonio Galeazzi, Francesco Giorgi “Bull”, Claudio Giammarchi (didascalia realizzata in collaborazione con gli amici del circolo A.N.M.I. di Gabicce Mare)

- La moneta e i fenomeni sociali e macroeconomici ad essa connessi. E’ il tema della conferenza che si tiene sabato 6 maggio a Gradara, presso il Castello, con il patrocinio del Comune. Vi partecipano i gruppi italiani e svizzeri di Moneta Bene Comune e Moneta Intera, che discuteranno nel pomeriggio con Andrea Fumagalli dell’Università di Pavia, Mauro Gallegati dell’Universita delle Marche e Thomas Fazi, saggista e giornalista economico. Al mattino invece verranno introdotti i temi del dibattito del pomeriggio, e sarà un divulgatore a introdurre testi e video sull’argomento. La campagna portata avanti in Italia dal gruppo Moneta Bene Comune si inserisce in una più grande iniziativa

internazionale che prende le mosse dal International Movement for Monetary Reform, realtà nel quale convivono circa ventiquattro movimenti fra loro connessi di tutto il mondo. Il messaggio di queste campagne è molto semplice e al contempo rivoluzionario: la moneta è emessa, in gran parte, dalle banche commerciali, che la creano e la prestano ai privati cittadini, alle imprese e agli stati (cosa per lo più sconosciuta dal grande pubblico). Questo potere è in capo a dei soggetti, le banche private, che per natura badano solo al profitto dei propri soci, crea enormi storture, di ordine economico, sociale e politico. L’ingresso è libero e gratuito.

breve periodo a Faenza e per varie volte a Pesaro dal 1291 fino al 1304, l’anno della sua morte. Di Francesca si conosce poco dai documenti ufficiali se non che nel 1276 ebbe una figlia chiamata Concordia come era il nome della madre di Gianciotto, nome simbolico atto a suggellare l’allenza tra le due famiglie. Paolo, detto il Bello, è il secondogenito di Malatesta da Verucchio il “Mastin Vecchio” di dantesca memoria, verso il 1269 ha preso in moglie la giovanissima quindicenne Orabile Beatrice, figlia di Uberto di Ghiaggiolo che gli dà due eredi, Uberto junior. e Margherita. Anche questo matrimonio è politico. Orabile, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo rimasti senza discendenza maschile, è costretta a sposare il figlio di un nemico del padre. D’altro canto Malatesta, abilissimo uomo politico e pronto a raccogliere tutte le opportunità utili di incrementare i suoi possedimenti, non voleva perdere l’investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa Orabile Beatrice di cui era zio. Infatti Guido da Montefeltro aveva sposato Manentessa sorella del padre di Orabile Beatrice. Di Paolo abbiamo l’immagine prevalente di quello scapestrato play boy, ma dai riferimenti storici risulta non soltanto essere stato abile condottiero, che era poi una caratteristica della famiglia, ma che fosse tra i figli di Malatesta da Verucchio quello che, più dei fratelli, ne avesse ereditato grandi doti di uomo politico e di diplomatico. Date le caratteristiche il Papa Martino IV appena eletto, lo sceglie come uomo di fiducia per una importante missione politica e lo invia nella turbolenta Firenze come paciere e quale nuovo Capitano del Popolo. Il primo febbraio 1283, dopo undici mesi, Paolo rinuncia all’incarico e rientra a Rimini. Egli giustifica la scelta con gli affari famigliari da curare, è probabile che alla base della sua decisione ci fossero dei contrasti nati tra il suo ufficio e quello con analoghi poteri. Adesso Paolo ha circa trent’anni, pochi in meno rispetto al primogenito Giovanni, lo sciancato. (continua)


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Presentato lo scorso 11 marzo il progetto di fattibilità. Una delle perle mondiali avrebbe bisogno solo di sorrisi, fiori e fiducia nel futuro

Sobrio, essenziale, senza fronzoli e tanta natura. Investimento da 2 milioni di euro per stralci

Un particolare del rendering La giunta gabiccese con al centro Bonini, il progettista Il Mississippi il giorno della presentazione

Il lungomare darà la scossa ai gabiccesi intristiti? PRESENZE 600 mila

URBANISTICA

- “Secondo te sarà questo lungomare a far invertire rotta al declino turistico di Gabicce Mare”. “Non lo so, francamente. Me lo auguro, ma se gli operatori economici non innovano le strutture, sarà un investimento nel deserto. Noi, negli ultimi decenni, ci siamo intristiti. E’ come se avessimo perso fiducia in noi stessi. Eppure, il monte è una meraviglia di livello mondiale”. Chi scrive ha origliato il dialogo tra due gabiccesi di mezz’età; una uomo ed una signora attraente. La giunta ha presentato quest’ambizioso progetto da costruire a stralci lo scorso 11 marzo. Presente anche Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche e Palmiro Ucchielli, già senatore, già presidente della Provincia di Pesaro, oggi sindaco di Vallefoglia. Scelto un ruolo forse simbolo del fascino, intraprendenza e decadenza della città: il Mississippi, da anni in stato di assoluto abbandono. Da anni al centro di ambiziosi ragionamenti... Il Lungomare è stato pensato e progettato in casa, dall’architetto comunale Michele Bonini. Di lui tutti hanno un’alta considerazione. Ad ascoltare i principi che lo hanno spinto alla progettazione sembra davvero così. Ha aperto la mattinata il sindaco Domenico Pascuzzi: “Con questo lungomare vogliamo puntare ad un turismo di qualità. Deve investire il pubblico, ma lo deve fare an-

- Gabicce mare conta 600 mila presenze alberghiere, a fronte di 110mila arrivi. Le seconde case sono 2.500.

PIZZA ANCHE A MEZZOGIORNO

che il privato. La nostra vuole diventare la porta d’ingresso d’oro delle Marche; per farlo chiediamo anche uno sforzo economico alla Regione”. Ha proseguito l’assessore Cristian Lisotti: “Per rilanciare la nostra città, va ricostruito sul costruito. Sul lungomare non si interviene da decenni; oggi è una zona dove si parcheggiano le auto ed il retro degli alberghi. Speriamo che si abbia lo stesso successo del lungo-canale, dove i privati hanno riqualificato”. Il cuore della mattinata è stato l’intervento del progettista Bonini. “Si parla di lungomare dal 2005, da quando sono arrivato. In questi anni si è dibattuto molto. Nel 2013-2014 c’è stato un concorso di idee con 57 proposte; cinque i finalisti. La riga che abbiamo tirato è la sintesi di queste idee. E’ un progetto semplice ed ad alta sensibilità ambientale; per dargli qualità c’è anche il rigore. E’ un percorso circolare per una nuova immagine della città lungo un chilometro. Sotto gli occhi c’è un lungomare degradato e di scarsa identità; dove alberghi e bagni danno il loro retro. Fattori che danno poca qualità. Il degrado d’estate si nasconde con la vivibilità.

Abbiamo individuato alcuni elementi: allargato il lungomare con valorizzazione della passeggiata pubblica e dei bagni; riconfermata l’anima verde della città; la salvaguardia della storica scalinata che ricorda un certo periodo storico; infine, dare continuità alla passeggiata tra la parte bassa e quella alta”. Semplici, naturali e rigorosi, ricordava Bonini. Gli elementi solidi della passeggiata sono lastre rettangolari di cemento colorato, affiancata da una passeggiata secondaria di legno di un metro e mezzo. Nella pavimentazione inserti di pietra bianca che vanno a ricordare la storica scalinata. Sugli inserti bianchi si vanno a posizionare le sedute. Gli spazi pubblici e privati vanno definiti con albergatori e bagnini. Gli elementi orizzontali, si vanno a intrecciare con quelli spaziali, che hanno il compito di definire alcune parti della passeggiata: un ingresso tra via del porto e il lungomare; una “porta” di pensiline frangisole dove piazzale Matteotti si interseca col lungomare; micro-architetture nel passaggio tra la passeggiata bassa con quella alta. Michele Bonini: “Non è sufficiente uno spazio di valore, se non viene vissuto. Il nuovo lungomare deve diventare anche luogo. Per questo abbiamo pensato anche ad isole-gioco per bambini, concepite in maniera diversa per percorsi sensoriali: colore, suono, tatto, gusto. Ad una piazza con un piccolo palco come luogo di rappresentazione. E poi la passeggiata come percorso ambientalista”.


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SAN GIOVANNI

Progetto con scarpinate serali per promuovere il piacere di stare insieme e il benessere LA CULTURA

Scuola, 128 poeti

- L’Idea è di Luca Nicoletti e risale allo scorso febbraio. Subito viene accolta subito dall’assessore Michela Bertuccioli. Ed è sostenuto dalla Pro Loco guidata da Mauro Landi. I premi dall’associazione Scuoleinfesta (fatta dai genitori che raccolgono fondo per la scuola). Hanno aderito 128 ragazzi di seconda e terza media, sia delle pubbliche, sia delle Maestre Pie. Nell’occasione premiati: Federica Bigucci e Giorgio Tamagnini, che da anni scrivono poesie in dialetto. Dunque, San Giovanni città della poesia riservata ai ragazzi; tre serate. La mini rassegna si svolge nella splendida cornice del Teatro Massari: il 21 marzo (“Sempre un sogno e una rosa”), 10 maggio (“Tornerà il caldo”) e 12 settembre (“Sull’orlo dell’estate”). La prima serata ha aperto simbolicamente le porte all’evento in una data non casuale: il 21 marzo è infatti il primo giorno di primavera, ma anche la giornata mondiale della poesia. Si sono celebrati i grandi poeti del Novecento, alcuni poeti riccionesi e marignanesi e

premiati i vincitori del primo concorso di poesia “Sempre un sogno e una rosa”. Scuolinfesta ha messo in palio premi: una targa per i primi cinque classificati, cui si aggiunge un premio in buoni spesa presso la Cartoleria Creazioni ed Emozioni per i primi tre (250, 150, 3° 100 euro). Sono state poi assegnate cinque particolari menzioni d’onore. I vincitori del concorso: 1° Io primavera - Alessandra Vanzini (III B, Maestre Pie); 2° Aria di primavera – Filippo Leardini (III A, Maestre Pie), 3° La notte – Masini dos Santos Helen (II C Ist. Comp. Statale), 4° Che vita ! – Matteo Tomassoni (II A Maestre Pie), 5 ° La primavera (7) – Alba Lisa Ricci (III A Maestre Pie). Le cinque menzioni: 1° All’Amo – Elisabetta Morazzini (II A Maestre Pie), 2° Io e il mio destino – Alessandro Andreini (II A Maestre Pie), 3° Senza chiedere niente a nessuno – Elisa Plugaru (II A Maestre Pie), 4°Otto miliardi di persone – Carmen Abbruzzi (II A Maestre Pie), 5° Il diario – Sofia Buonanno (II A Ist. Compr. Statale) I prossimi appuntamenti: il 10 maggio “Tornerà il caldo” e il 12 settembre “Sull’orlo dell’estate”.

“Nati per camminare” Ogni giovedì camminata serale dalle 21 alle 22; partenza da Piazza Silvagni

- “Siamo Nati per Camminare”. San Giovanni aderisce già da alcuni anni al progetto regionale per promuovere la mobilità pedonale e sostenibile, a diversi livelli. L’iniziativa è rivolta a tutti, adulti, famiglie, giovani. Le camminate serali sono a cura di Avventure in Natura, un’Associazione di Promozione sociale che promuove la vita all’aria aperta ed esperienze a contatto con la natura, attraverso camminate ed uscite di gruppo. L’Associazione propone ogni giovedì da oltre un anno, una camminata serale di circa un’ora dalle 21 alle 22; nel mese di febbraio, per cercare di coinvolgere un maggiore numero di partecipanti, gli organizzatori hanno deciso di fissare la partenza della camminata, inizialmente prevista in zona Asmara, in Piazza Silvagni. I risultati non si sono fatti at-

Il ritrovo in Piazza prima della camminata del giovedì, alla quale hanno partecipato anche il sindaco Daniele Morelli ed il vice Sindaco Michela Bertuccioli

COMUNITA’

tendere: nelle ultime 6 settimane 91 persone, di età compresa tra i 4 e i 65 anni, hanno preso parte alla camminata, ed hanno “macinato” in tutto oltre 30,6 Km totali nel percorso Piazza Silvagni – Pianventena, con un passo medio di 11.30 km, bruciando oltre 2268

calorie. “Siamo felici di questa iniziativa, - afferma l’amministrazione - perché, oltre che promuovere la buona pratica del camminare e dello stare a contatto con la natura, è anche un’occasione di incontro e socializzazione tra

marignanesi, un modo per fare esercizio fisico, ma anche divertirsi. Crediamo sia significativo, poi, partire dalla Piazza Silvagni, centro del nostro borgo e luogo di ritrovo per eccellenza”. Angelo Zanforlin e Alex Bruscaglia, fondatori dell’Associazione, si dicono felici della riuscita dell’iniziativa perché “Ogni settimana arrivano nuovi interessati ed il gruppo si allarga ed arricchisce. Siamo felici che partecipino delle intere famiglie, con ragazzi adolescenti, che possono così scoprire il valore di una camminata all’aria aperta, come alternativa alla tv, al pc o al computer. Siamo molto felici di avere la possibilità di aderire con la nostra associazione a questo progetto regionale, in quanto crediamo che il paese si viva in maniera diversa camminando, si possano scoprire nuovi luoghi, ma anche fare incontri e sviluppare la socialità e l’incontro. Vi aspettiamo dunque ogni giovedì alle ore 21 in Piazza Silvagni”.

10. Luì PICCOLO

Otto grammi di leggerezza

- La leggerezza secondo il grandissimo scrittore Italo Calvino è il volo dell’uccello e non la piuma che è pesantissima e che plana lentamente, come si legge in quel capolavoro mondiale delle “Lezioni americane”. Il luì piccolo non è che 8 grammi di leggerezza per 11 centimetri di lunghezza. Piume olivastre (come si conviene ad una molteplicità di attraenti signore), zampe scure, prende il nome dal suo canto. Invece, il luì grosso ha un altro canto. Anche per gli occhi e le sensibilità più attente è arduo da individuare; si mimetizza alla perfezione nella magia dei colori della natura. Inoltre, il suo habitat sono alberi e cespugli ed è in mezzo ai rami che saltella e svolazza. Il suo pasto preferito è a base di ragni, insetti (piccoli, ovvio), crisalidi e larve. Si riproduce tra aprile e giugno; la covata è di 13 giorni, giorno più, giorno meno. Sverna nel Mediterraneo; in primavera sale verso l’Europa. D’inverno è stato avvistato nel sud della Sicilia. L’autore di questa rubrica, al X appuntamento, è Giuseppe Bucci. Da anni racconta la flora e la fauna della Valconca (e non solo) attraverso il clic di un apparecchio fotografico. Ne è un esperto sia per una naturale vicinanza all’ambiente, sia per la fotografia. Compra cibo adatto ai volatili selvatici e lo distribuisce. Dice: “Nella caccia fotografica non c’è nulla di scontato. Ci vuole pazienza ed un pizzico di fortuna, come nella vita”.


SAN GIOVANNI

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Sandro Bacchini, Tenuta del Monsignore, ha raccontato la civiltà del vino con i colori dell’anima - Ha fatto le cose in grande Sandro Bacchini per la presentazione del suo libro “Vino e sentimenti”. Lo scopo della mia chiacchierata è quello di far sorgere in voi un desiderio irrefrenabile di comprare e leggere questo libro. E dunque, nemmeno io rivelerò il contenuto; riporto però il racconto di sé che Sandro ha offerto e che, oltre a farlo meglio conoscere, ha emozionato chi era lì ad ascoltarlo. Come per il vino, sua creatura tanto amata, mi limito a dire che l’effervescenza di quella narrazione è la stessa che si può trovare nelle bollicine del suo “Diavoletto”. Aneddoti veri (e no) su Sandro Bacchini, raccontati da Bacchini Sandro. “Dovete sapere che quando si arriva a una certa età sono più vivi i ricordi del passato remoto, mentre sono più sfocati quelli del passato prossimo. Io non faccio eccezione, e allora parto col dirvi che tanti anni fa nell’aia, alla sera, d’estate, ci si riuniva per sgranare il granturco. C’era un vecchietto che suonava l’armonica a bocca e raccontava delle storielle; ma non erano storielle, erano le avventure della sua vita. Quella volta i rapporti tra ragazzi e ragazze non erano così facili come adesso e così ogni tanto accadeva che, dopo essersi intesi con un’occhiata, qualche ragazzo e ragazza sparivano dietro il pagliaio e, chissà perché, dopo nove mesi nasceva un bel bambino. Una vecchietta, un po’ bisbetica, contava i giorni che passavano tra la data del matrimonio e la nascita del bambino e scopriva che, secondo i suoi calcoli, questi bambini dovevano essere

Vino: sentimento e cuore Aneddoti veri (e no) su Sandro Bacchini, raccontati da Bacchini Sandro

Sandro Bacchini

CULTURA di Teresio Spadoni prematuri mentre invece nascevano belli e paffutelli. Ma, sapete, la vecchietta contava facendo uso delle dita delle mani perché quella volta la calcolatrice non c’era e quindi probabilmente si sbagliava. Poi, tutte si sposavano con l’abito bianco; l’abito bianco quella volta aveva un senso che adesso è andato un po’ in disuso. Anch’io sono nato prematuro... però non pensate male! La mia mamma era una santa donna, come sono sante tutte le donne di questa terra. Quando sono nato pesavo un chilo e mezzo. Io sono nato in questa casa; il sole, a mezzogiorno, quando è allo zenit, segna la stanza dove sono nato. Non dico una stupidaggine dicendo che il sole è la mia stella cometa, perché il sole è la stella cometa di tutti i bambini; quando nasce un bimbo non si dice forse “è venuto alla luce?” E la luce è data dal sole, che c’è anche quando non si vede. Quando sono nato, quella volta si nasceva in casa,

erano intervenuti il medico condotto e la levatrice; mi avevano messo in fondo al letto perché dicevano che ero morto. Il dottore si interessava alla mamma, che era messa un po’ maluccio; a un certo punto hanno sentito un mio vagito: “ma allora è vivo!” Il dottore - il mio babbo mi ha raccontato - mi ha preso per i piedi e a testa in giù mi ha dato dei gran ceffoni sul sederino. Beh, vi dirò che quando ci vogliono ci vogliono, perché quei ceffoni sono stati non solo salutari, ma vitali! Ma quello che mi ha aiutato molto è stata anche un’altra cosa: la camera dove sono nato io era sopra la cantina e io sono nato alla fine di settembre; mio babbo aveva da poco cominciato la vendemmia e io… Il primo profumino che ho sentito è stato il profumo della fermentazione; la prima musichetta che ho sentito è stata la musica del “ribollir dei tini”.

Quella musichetta, quei profumi, hanno fatto sì che io mi attaccassi tanto alla vita; e allora eccomi qui in mezzo a voi a raccontare la mia storiellina. Vorrei sfogliare il libro con voi, ma prima di sfogliarlo vorrei dirvi le difficoltà che ho incontrato nello scrivere. Il libro l’ho cominciato tre anni fa; scrivevo - mi applaudivo anche, interiormente, perché mi piaceva quello che scrivevo - e poi, quando il giorno dopo andavo a leggere, non lo sapevo più leggere. Dovete sapere che io sono semianalfabeta... [Qui corre l’obbligo di dire che Sandro Bacchini non è per niente analfabeta, anzi: dopo aver conseguito il diploma di Perito Agrario, si è laureato in Economia e Commercio all’Università di Bologna; è stato Direttore dell’Istituto Professionale per il Commercio di Morciano e docente di Economia Aziendale nell’Istituto Tecnico Commerciale della stessa città; poi Ispettore Ministeriale.] ...sembra una battuta, ma è vera a metà - perché io sono dislessico, disgrafico e discalculeo; quindi leggo e scrivo con molta difficoltà. E così, quando dopo un po’ di giorni andavo a leggere quello che avevo scritto,

non riuscivo più a leggerlo perché un dislessico non riesce mai a leggere quello che ha scritto un disgrafico; già fa fatica a leggere di suo, quindi potete immaginare! Non facevo altro che scrivere e buttare, scrivere e buttare. Poi un bel giorno mi sono detto: perché non adotti il metodo che usavi quando facevi l’Ispettore? Dovete sapere che io sono stato anche un ispettore del ministero della Pubblica Istruzione; e gli ispettori sono quelle persone che scrivono delle relazioni lunghe, lunghe, a volte noiose, ma sempre lunghe, lunghe, lunghe. Erano rivolte al ministero della Pubblica istruzione e quindi dovevano essere scritte in un italiano non solo leggibile, ma possibilmente anche corretto. Allora avevo adottato questa tecnica: scrivevo in mala copia impegnandomi sul contenuto; poi lo trascrivevo subito in bella copia, e qui la mia attenzione era rivolta a non scrivere parole storpiate; a seguire, una rapida rilettura, che era veramente rapida sia perché avevo scritto correttamente sia perché ancora ricordavo quello che avevo scritto. Quindi, in tre passaggi, mala copia, bella copia e rilettura, riuscivo a ottenere un prodotto buono; diciamo d.o.c. Questa tecnica l’ho adottata anche per scrivere il libro; la bella copia l’ho scritta usando il computer; il computer mi ha facilitato, perché se anche scrivevo qualche parolina storta mi dava l’errore e quindi potevo correggerla. In brevissimo tempo, in poche notti,

mi sono scritto il libro. [Volere è potere: riferita a Sandro, mai affermazione è più vera. Disturbi come quelli di Sandro possono condizionare la vita di chiunque; non sto a pensare alle difficoltà che gli hanno creato, al disadattamento e fors’anche all’emarginazione e solitudine che i “normali” spesso fanno subire a chi manifesta problemi di una qualche natura. Ma le realizzazioni di Sandro sono lì a dimostrare che quel vagito non più sperato gli è stato sufficiente per imporsi alla vita.] Per scrivere questo libro ho usato molto poco la testa e molto il cuore… e questo povero cuore pompa e che pompa si è un po’ logorato e ho dovuto mettere il pacemaker. E ora che c’è un’amicizia nascente fra i nostri cuori non mi posso esimere dal dirvi qualcosa di più del mio libro. Ebbene sì, vi dirò che il mio libro parla di vino. Nelle ultime pagine, però, c’è un’ importantissima ricerca del Professor Francesco Raimondi. Grande studioso e persona molto schiva, è poco noto perché studia per se stesso. Si è specializzato sulla storia delle famiglie di San Giovanni e, fortunatamente, tra le famiglie di San Giovanni ha aggiunto la mia. Però vi devo dire che un bel giorno, cioè un brutto giorno, mi dice che ha scoperto che la mia famiglia, Bacchini, deriva… “da Bacco!” gli ho detto; io volevo sapere che grado di parentela avevo con Bacco. E invece diceva “deriva… deriva…” non aveva il coraggio di dire… “deriva da un verme.” Da un verme? “Sì, la tua famiglia deriva da un verme; ma è un verme nobile… il bacco da seta.”



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Hossein Fayaz racconta la propria idea di politica e comunità. Informazione continua ed a 360 gradi LA LETTERA

“Battazza, Ghigi e pensiero di Berlinguer” - Berlinguer, in una intervista a Scalfari, sulla questione morale aveva detto: ”I partiti? Solo potere e clientela”, “I partiti non fanno più politica ….”. Anni di lavoro nel partito perché si credeva in certi ideali, ma oggi, come afferma Berlinguer, i partiti hanno degenerato. Lotte per accaparrarsi un posto in un consiglio di amministrazione di qualche società pubblica. Meriti. Nessuno. Devi solo dire di si. Portare le carte del “capo” di turno. Non devi pensare, non devi riflettere altrimenti diventi un sovversivo. Il capo ha sempre ragione. Morciano Ho letto con molta attenzione l’articolo ”Battazza, la palude Ghigi e forza-debolezza del sistema” del febbraio 2017. Si con molta attenzione. Ho seguito la “palude” Ghigi (uso un suo temine) sin dall’inizio. Nel partito Pds, come segretario dei Ds eccetera. La “narrazione “che lei fa sulla “dipartita” della Ghigi è perfetta ma mi trova un po’ in disaccordo sulle capacità amministrative del Battazza. Insisto nel dire che non giudico l’uomo Battazza, ma gli atti compiuti. Cambiare opinione è segno di intelligenza ma cambiarla perché la “storia” cambia, mi lascia perplesso. Come si può criticare il progetto presentato, sintetizzando, da Preger-Ciotti-Fabbri e poi presentare un progetto con due colonne di 40 metri che io, come capogruppo del primo mandato di Battazza a Morciano, avrei dovuto votare. Ma io ho una concezione diversa della politica, in breve il pensie-

ro di Berlinguer per me è attualissimo. Naturalmente, da quella sera, sono stati inviati i “bravi” per demolire la mia persona. Lei afferma che a Montefiore qualcosa di buono l’ha fatto, sarà però ricordo che quando si candidò insieme a Nando Piccari a Montefiore prese pochissimi voti, segno di poco “amore” per uno che ha amministrato il comune per 14 anni. L’Unione dei Comuni non ha mai brillato, e stando alle chiacchiere da bar (sicuramente false) l’Unione non naviga in acque tranquille. Parafrasando “Uno, nessuno e centomila” (Pirandello) un uomo può mostrarsi diverso a seconda dei casi, delle circostanze, delle situazioni, degli eventi, ma dovrebbe rimanere sempre se stesso. Lei afferma che Battazza “non è riuscito ad opporsi ad un sistema politico –economico che va a premiare la rendita e non il lavoro”. Può darsi. Io ritengo che abbia imparato la “tecnica comunale”, ma essere un buon amministratore necessita di ben altre virtù. Penso che lungo la strada della vita si sia perso, lui ha bisogno di ritrovare i valori del bimbo che correva nell’auto di Don Emilio per andare al mare, del bimbo che impara dalla madre una fiducia radicale nella vita, un bimbo che apprende dal padre il coraggio di affrontare la vita e di prenderla per mano. Quindi è tempo di fermarsi e riflettere sulle proprie radici… perché, in fondo, è una brava persona. Giuseppe Lopalco, già segretario del Pds

Coinvolgere i cittadini

Morciano, il palazzo comunale

LA LETTERA

- Un ruolo attivo e senza entrare in politica. L’11 giugno si svolgeranno le elezioni comunali anticipate di Morcian, in seguito a un’inchiesta giudiziaria nella quale il sindaco Claudio Battazza è stato arrestato (domiciliari successivamente revocati) e la sua giunta, nonché la segretaria comunale sono indagati. Dopo le dimissioni del sindaco, il consiglio comunale è stato sciolto. E’ evidente che il nostro Comune sta attraversando un momento di estrema criticità politica, economica, ambientale e morale. Lo scrivente e il “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino”, nel corso della campagna elettorale, senza prendere direttamente parte alla competizione, intendono svolgere un ruolo di promozione di pratiche di democrazia diretta, cioè del coinvolgimento continuo e organizzato dei cittadini nel governo della città. In quest’ottica, snoccioleranno uno per uno i principali problemi del Comune di Morciano di Romagna,

ricostruiranno il ruolo avuto da ognuno dei protagonisti dell’amministrazione e solleciteranno modalità avanzate di governo locale incentrate sull’impegno diretto e attivo dei cittadini. Insomma, si farà informazione a 360 gradi e si favorirà una partecipazione ampia, consapevole e documentata dei cittadini a questo importante appuntamento per il futuro del Comune e dell’intera Valconca. Poiché il protagonismo civico è la principale premessa di buongoverno, anche la valutazione di candidati sarà effettuata in relazione ad attitudini e impegni in materia di

democrazia sostanziale. I morcianesi, come tutti i cittadini di questo Paese, in nome della stabilità del governo, una volta che hanno dato il loro voto a una lista di partiti (comitati elettorali) o civica (di solito espressione del centro sinistra o del centro destra), non sono più consultati per cinque lunghi anni, né invitati dagli eletti a partecipare a decisioni importanti sul futuro del loro territorio. Per rimediare a questa ingiustizia, e per contare di più in termini di partecipazione effettiva, gli elettori si aspettano impegni concreti da parte dei candidati Sindaci di Morciano, anche se spesso le

promesse elettorali non sono state mantenute. I cittadini devono avere la possibilità di scelta, tramite le primarie ed il confronto tra i candidati sindaci, per ognuno degli orientamenti politici presenti sul territorio. Bisogna poter selezionare prima un candidato giusto ed, in seguito, eleggere un Sindaco credibile. Il candidato sindaco ideale è una persona non coinvolta in alcun conflitto di interessi e progetti urbanistici in corso, competente, onesta e disponibile a tempo pieno ad impegnarsi. Inoltre, non deve avere condanne penali, anche di primo grado, e non deve aver ricoperto più di due mandati di consigliere comunale. Non si può lasciare la scelta dei candidati sindaci e la formazione delle liste elettorali nelle mani dei soliti esponenti del partito trasversale del mattone. Altrimenti, avremo una città sempre meno vivibile, più cementificata, più inquinata, con un Comune più addebitato e tasse comunali più alte da dover pagare. Hossein Fayaz Torshizi Coordinatore del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadini”.


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Al Lavatoio, in aprile, ogni giovedì alle 21. Organizza CreatiValconca ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Elezioni1 -

Ad oggi tutto in alto mare. Le liste sono fluide. Si assiste a piacevoli e inaspettati giri di valzer. Tutti, giustamente, incontrano tutti. Il perno è Giorgio Ciotti, il ragazzo prodigio della politica morcianese. E’ in ballo dal 1990, quando giovanissimo venne eletto e divenne assessore col sindaco Alberto (Bertino) Montanari e feci i capricci. Talento da vendere, preparazione accorta; quando non sa, studia. In proporzione anche il caratteraccio. Semina sempre rapporti difficili e provocatori; con straordinari punti di autolesionismo. Cosa che lo frega. Ora tratta con tutti: centro, sinistra, destra. Eccetto che con Mario Garattoni, già repubblicano, già leghista.

Elezioni2 -

Tra le poche certezze (è proprio così?) c’è il nome di Mario Garattoni candidato a sindaco (con una lista civica?). Ma Lega Nord, da Rimini, sta tessendo la tela con Danilo Ottaviani, senza tener conto di Garattoni?

Elezioni3 -

Il Pd si confronta. Scaglia nomi a getto continuo: Giorgio Ciotti, Pierluigi Autunno, Filippo Ghigi, Christian D’Andrea, Claudia Corsini, Atos Berardi, già vice-sindaco e già sindaco. Atos, nonostante l’età, potrebbe mettere d’accordo tutti. Conta, al minimo 200 voti; se si impegnasse molti di più.

Elezioni4 -

Il professore Giuseppe Lopalco è un gentiluomo catto-comunista. Sembra che lo abbia contattato anche il M5S per una lista civica, ma lui si schermisce. Non osa. Vedremo.

Elezioni5 -

Il centrodestra aspetta; non sembra attirare la rinnovata candidatura Filippo Gennari, un perdente politico che gode di considerazioni personali alte.

Elezioni6 -

A Morciano, dice la storia, le liste si chiudono l’ultimo minuto utile. Anche questo è gioco. Il guardiano vero è il cittadino con l’indignazione ogni giorno. ALLEGRO MA NON TROPPO

Oggi (nemesi d’un ignoto) - È un bel giorno, piove. Il gelo acuisce la mia percezione della realtà: oggi il mondo mi appare stranamente più vero; ma non è una verità stabile, solida, tangibile, è una verità fragile quanto quelle piccole gocce trasparenti che stanno popolando i vetri delle finestre. Sembra che basti un soffio per sovvertire il loro ordine; ed ecco che le vedi scivolare lentamente trascinate dalla impetuosa forza della gravità che le attira a sé, per poi sparire nel nulla. Così accade alla verità, così accade al mondo, oggi. Sono certo che domani sarà diverso, che ieri era altro, ma oggi è questo e non può che essere tale. Ed io non posso che essere qui, anche se vorrei essere altrove: oggi questo è il mio posto . I miei piedi percorrono la strada per me designata, niente mi protegge, niente mi permette di fuggire.

Ma forse sono io il mio unico limite, il mio unico blocco, io ho tracciato il mio percorso.. O forse è anche questa un’ennesima scusa. Io, io, puro egoismo, ma non il mio egoismo: è l’egoismo del soggetto ignoto, che uno può essere e tutto può essere. È l’essere senza identità, è solo un’altra manifestazione scialba e flebile della massa informe e sperduta. É fiamma in un caotico incendio, è goccia nell’incessante pioggia, è quasi nullo ma per nemesi si sente tutto, si sente un Io. Tuttavia ciò non basta, non gli basta impersonare un’identità, non gli basta essere.. vuole essere primo, grande: arriva perfino a convincersi che il suo tutto sia migliore. Ma io mi sento nulla non tutto. Mi sento perso. Caos. Cuccumeo

Concorso per artisti: comici, barzellettieri, prestigiatori, musicisti GIOVANI

- Concorso per musicisti, comici, prestigiatori, barzellettieri e altro ancora. Si chiama Creati Valconca Festival. L’appuntamento con lo spettacolo è nei giovedì di aprile, ore 21: il 6, 13, 20 e 27. La sala è quella del Lavatoio. Al vincitore va un premio di 1.000 euro. La speciale gara è soltanto la buona scusa per ritrovarsi e trascorrere una serata insieme, fanno sapere gli organizzatori ca-

pitanati da Fabio Masini. Il format è: musica, in concorso comicità e arte varia e a ogni serata le vicende di Ratman e i grandi video della comicità italiana. Il tutto con una buona birra e bevande analcoliche per i giovani. I contenuti del concorso si trovano sulla pagina Face book Creativalconca, con tutti criteri di come funziona il concorso.

La Sala del Lavatoio

Avis, Secondo D’Andrea riconfermato presidente per un altro quadriennio COMUNITA’ - Secondo D’Andrea è stato riconfermato presidente dell’Avis di Morciano per il quadriennio 2017-2020. La riconferma c’è stata nell’assemblea dello scorso 16 marzo; D’Andrea ricopre la carica da 8 anni. Racconta: “Ringrazio tutti coloro i quali mi hanno rinnovato la fiducia. Per me è un grande onore ricoprire un ruolo così importante per la comunità. Il 2016 si archivia nel segno positivo. Gli iscritti sono aumentati di 80 unità; ora siamo quasi 500 soci, 498, per la precisione. Le donazio-

Secondo D’Andrea, presidente dell’Avis Morciano ni sono state 727. L’annata di quest’anno è ancora tutta da programmare. Ricordo solo che dopo l’estate, come al solito, è in programma la Festa del donatore. Vi prego

di partecipare. Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti di donatori, il consiglio senza del quale poco faremmo. Un grazie anche per coloro i quali a vario titolo ci

sostengono. Grazie e grazie”. Sabato mattina Si ricorda che la sede morcianese dell’Avis è aperta tutti i sabato mattina dalle 8 alle 12. Si trova al terzo piano della clinica “Ernesto Montanari” di Morciano”. Il consiglio Presidente: Secondo D’Andrea. Vice-presidente: Daniele Bicchiarelli. Segretario: Giovanni Masia. Consiglieri: Paolo Marchiani,Alfio Binotti, Giampaolo Bernabé, Luca Boetti, Elio Ciuffoli, Marino Mancini, Giovanna Scalera. Revisori dei conti: Bruno Magnani, Luciano Papini, Giuseppe Vannucci.

San Gregorio 2017, un disastro LA LETTERA - San Gregorio 2017. Dopo tanti anni di oscurantismo, la Fiera di San Gregorio ha rivisto il sole e appena uscito ha illuminato di nuovo Morciano, non parlo solo del meteo, solo che non si è mai visto un San Gregorio più povero, più spoglio, più triste, più – più – più – buco nero da quando si celebra la Fiera. Meno Ambulanti. Vie Vuote e Tristi Padiglione Fieristico

Doveva essere il fiore all’occhiello di Morciano. E’ stato ampliato per avere più standisti. Numero 14 Stand Vuoti. Dati a: Scuole Superiori, Lions Club, Protezione Civile. E anche a qualche altra Associazione. Pagano? Voci di corridoio si fa per dire (voci della strada) Alcuni Artigiani hanno chiesto a quelli bravi - gli addetti agli eventi - il perché

di una così brutta e scarsa partecipazione alla manifestazione: Risposta: “Con tutto quello che è successo molti hanno disdetto (????) e io ho dato le dimissioni”. (Ponzio Pilato) Domanda: “Se la faccenda è scoppiata il 3 febbraio, San Gregorio è cominciato il 4 marzo, la macchina dell’organizzazione non doveva

essere già in moto e al traguardo? Io penso che certi compiti affidati a certe persone inadatte, gasate e presuntuose, non sono all’altezza, ed è dimostrato, perché il risultato è sotto gli occhi di tutti. E’ meglio stare a casa e lasciare fare a quelli più capaci, con idee innovative e vi posso assicurare che ce ne sono. Questo è stato il San Gregorio 2017.


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Centodieci e lode per la laurea in direzione d’orchestra lo scorso 25 febbraio a Pesaro

Pecci, benvenuto tra i direttori d’orchestra - Ci scusino i lettori, ci scusi Stefano Pecci e ci scusi l’autrice, Carla Chiara. Sullo scorso numero della Piazza, l’articolo che raccontava Stefano Pecci, in parte, è finito sotto la pubblicità (l’anima del commercio). Riportiamo l’articolo senza pubblicità. - Centodieci e lode per la laurea

in Direzione d’orchestra di Stefano Pecci, Sabato 25 febbraio al salone Pedrotti del Conservatorio di Pesaro; prova ed esecuzione del brano “Jan’s shriek” di Lamberto Lugli docente di composizione stimatissimo professionalmente ed umanamente. Orchestra Filarmonica marchigiana, solista al sassofono Alex Sebastianutto. E’ il racconto dell’urlo di Jan, in memoria di Jan Palach, l’eroe della primavera di Praga: l’incipit è con il “tragico” delle percussioni, inquietanti dinamiche, aggressive agogiche, tutto viene verificato battuta per battuta, settore per settore, ottimizzando in perfetta sintesi l’intervento solista, voce di protesta drammaticamente definitiva. Quindi l’esecuzione: impeccabile ed emozionante. E’ stato il maestro Manlio Benzi, validissimo direttore d’orchestra e docente in Pesaro di questa disciplina ad aprire il

Nasce sassofonista classico: timbro particolarmente affascinante, brillante diploma sotto la guida eccellente di Federico Mondelci. Perfezionamento a Milano con Mario Marzi

Stefano Pecci sul palco dell’auditorium Pedrotti

LA MUSICA

di Carla Chiara nuovo orizzonte a Stefano Pecci con la prospettiva - dopo un anno propedeutico di studio giorno e notte “matto e disperatissimo” - di accedere al corso triennale affrontato così con fondamenta in cemento armato e lusinghiere soddisfazioni accademiche. Stefano Pecci nasce sassofonista classico: timbro particolarmente affascinante, brillante diploma sotto la guida eccellente di Federico Mondelci. Perfezionamento a Milano (con Mario Mar-

zi, altro morcianese di assoluto talento) e subito curriculum di prestigio: teatro alla Scala, Opera di Roma, la Fenice di Venezia, San Pietroburgo,oston, ecc...ecc... tuttavia...tuttavia lo strumento, grande amico e compagno ...non basta più ...orchestra sia, dunque! “L’empatia, lo scambio d’energia, i suoni che scorrono nella molteciplità timbrica accettando e suggerendo proposte, creano un filo emotivo di purissimo acciaio di inspiegabile invulnerabilita”, spiega Stefano Pecci. “Si crea il - Racconto - in una reciprocità di intenti unica ed ine-

briante!..”, conclude. Come solista continua una fervida attività di quartetto, dando ampio spazio a compositori classici contemporanei. “A Boston” cita come esempio “il nostro organico è stato arricchito dal pianoforte di Roberto Plano - docente alla Boston University ed un ensemble di percussioni”. - Sempre presente con i “dodici” di Federico Mondelci, fiore all’occhiello della potenzialità dello specifico strumentale con vastità di repertorio. Si portano dunque avanti le diverse facce del prisma: con-

vinto sostenitore dei valori pedagogici e didattici, sulle orme di J. Abreu (il meraviglioso creatore del “sistema venezuelano” per il riscatto delle coscienze attraverso lo studio del linguaggio musicale). Stefano Pecci è docente di ruolo di sassofono presso la Scuola Media ad indirizzo musicale “don Minzoni” di Ravenna, città di prestigiosissime iniziative e di illuminate attenzioni. Saltando a pie’ pari gli ostacoli di una riforma dei conservatori piovuta dall’alto, Stefano organizza ed anima un vivaio di

base indispensabile per un futuro musicale senza rischio sismico. Per tenacia e volontà della compagna Caterina Tonini -pianista e soprano - docente di propedeutica al “Lettimi” di Rimini, è stata fondata l’Orchestra da Camera “Accademia dell’Arcangelo” (si colga l’occasione per ricordare l’ottimo recente Concerto in Montefiore Conca). Qui il direttore Stefano Pecci si confronta con un repertorio antologico di notevole impegno e responsabilità. Il talento e la dedizione sono d’indiscussa qualità.Il minuscolo e il maiuscolo abbiano dunque entrambi diritto di cittadinanza. Grandi speranze! Prossimi concerti con la Filarmonica Marchigiana: 9 marzo (Ancona, aula magna università) “Jan’s Shriek” di L. Lugli (brano della tesi), Coriolano sinfonia di W. A.Mozart, sinfonia n. 2 di L. v. Beethoven, 12 marzo teatro Valle di Chiaravalle, 12 aprile Teatro Pergolesi, Jesi; 22 aprile, salone Pedrotti, Pesaro.



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Dipinge stelle e pianeti immaginari dai primi anni ‘60 in Olanda - Siamo soli nell’universo? Esiste nell’universo la possibilità che pianeti lontani possano ospitare la vita? E se dovesse esistere, quante probabilità ci sarebbero che possa essersi sviluppata tanto da raggiungere un grado di sviluppo simile al nostro? Domande che hanno fatto arrovellare da millenni filosofi e scienziati, pensatori e gente comune. Dalle osservazioni astronomiche degli antichi Sumeri, dei Babilonesi e degli Egizi, passando alle argomentazioni filosofiche nell’antica Grecia e alle teorie di Giordano Bruno, il quesito rimane quanto mai aperto. Recentissima è, inoltre, la scoperta della NASA di un sistema formato da sette pianeti “gemelli” della nostra Terra, a 39 anni luce da noi. Ma, c’è una categoria, che ha saputo porsi la domanda in una maniera diversa da quella ufficiale degli accademici, spesso intrecciandosi con essa. É quella dei creativi, degli artisti, più specificatamente dei pittori. Che hanno saputo imprimere nei loro dipinti una fantasia di prim’ordine, a briglia sciolta, talvolta lungimiranti nel saper anticipare scoperte prossime a venire. Uno di questi è Emilio Cavalli, classe ‘44, già autore di numerosi libri sulla Valconca, pittore dai primi anni ‘60 di alcuni fra i primi paesaggi “alieni”. Sin dalla tenera età attratto dal cielo, dalle stelle, dalle nuvole e dall’arcobaleno, Emilio si dimostra affascinato da ciò che è irraggiungibile, sempre animato da una fantasia e da una curiosità che non ha mai perso, nemmeno con il sopraggiungere della maturità. L’infanzia è per lui un periodo di grandi scoperte, ma non è la scuola a soddisfare questo suo bisogno d’ “ignoto”. “L’Italia era appena uscita da una bruttissima guerra ed era povera. C’era cose molto più importanti da risolvere, ed io non potevo pretendere che mi spiegassero meglio i segreti dell’universo”. Il percorso umano ed artistico di Emilio non può prescindere dal suo trasferimento in Olanda, nel 1964. Dopo tre anni trascorsi in Svizzera, i Paesi Bassi saranno per lui una seconda patria. Qui incontra la sua futura moglie ed avrà due splendide figlie, Denise e Manon, tutt’ora residenti in Olanda. Ma sarà l’incontro con l’arte di Vincent Van Gogh, e la visita all’omonimo museo di Amsterdam, a dargli quell’ispirazione, quell’improvvisa consapevolezza di poter coltivare il sacro fuoco che gli bruciava dentro. I cieli olandesi, tanto differenti da quelli della Romagna, le nuvole più basse che altrove, i fiori, le piante, i verdi pascoli e le mucche, stanziate in un piccolo lembo di terra solo loro. Le mucche come simbologia della Madre Terra, che i Pink Floyd ritrassero sulla copertina del loro LP “Atom Earth Mother”; una band piu di altre avvezze a sonorità eteree e cosmiche. E di cosmico aveva sapore

Cavalli, pittore “spaziale” Da sinistra: MatteoGobbi (assessore allo Sport del Comune di Morciano), Vera Biondi (patron della società) e Ugo Gaia (presidente del Gs Valconca - Ottica Biondi)

PERSONE

di Emanuele Foschi uno dei primi incontri che Emilio fece con una vera e propria istituzione in materia: l’astronomo Chriet Titulaer, scrittore e presentatore della televisione di stato olandese. Capitato casualmente ad una delle mostre che l’ormai italo-olandese aveva allestito, l’insigne studioso rimase impressionato dalla vividezza dei colori e dai soggetti rappresentati in quelle tele. “Finalmente un pittore che dipinge i fenomeni dello spazio”, fu uno dei commenti. E da li nacque una solida amicizia, che diede i suoi frutti nella realizzazione di un dipinto che raffigurava il Sistema Solare, apparso in varie trasmissioni olandesi, e la proiezione delle sue opere, mediante diapositive, in tutte le scuole d’Olanda, per incentivare i ragazzi alla realizzazione di soggetti simili. Grande fu la sua sorpresa quando venne contattato dal direttore del museo dell’aria e dello spazio di Washington, informato anticipatamente dal signor Titulaer sul suo operato. Quando nel 1978 l’esimio professore venne a tenere una conferenza presso il “Centro Parrocchiale” di Morciano, furono mostrati alcuni filmati inediti

I Fratelli Ghigi. Carlo e Gianni Gianni col babbo Luigi

Emilio Cavalli ed un suo quadro

Le basi dell’incontro “spaziale” fra la Valconca e l’Olanda trovarono grande linfa proprio in quell’incontro. (Ideazione grafica John Lubbers. Olanda) della NASA.

Le mostre che Emilio Cavalli organizzò nei posti più disparati fecero di lui una sorta di celebrità nella terra natia di Van Gogh. Tra le tante che allestì, menzione speciale per una in particolare, quella nella chiesa cattolica di Odijk, ad Utrecht, in Olanda. Non per lo sfarzo o il prestigio, che Emilio aveva già raccolto oramai da tempo, quanto per il fine benefico a cui essa era destinata. Si mise all’opera nel realizzare una quarantina di quadri, la cui vendita sarebbe servita a finanziare un campo di lebbrosi in Papua Nuova Guinea, tramite la mediazione di un frate missio-

Protezione civile a EmergeRimini17 - Nell’ultimo weekend di marzo sul porto di Rimini, largo Boscovich, ha avuto luogo l’importante manifestazione “EmergeRimin17”, organizzata in sinergia dal Coordinamento Provinciale delle Associazioni di volontariato di Protezione Civile di Rimini e le forze istituzionali quali Prefettura e Comune, Esercito Italiano, Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Capitaneria di Porto. Durante l’evento sono state svolte oltre 50 esercitazioni in mare, area e terra eseguite da numerosi corpi specialistici, ai quali hanno potuto assistere tutti i cittadini. Uno spazio speciale è stato allestito per i più piccoli e per i ragazzi che durante i giochi e gli addestramenti “su misura” hanno avuto la possibilità di apprendere alcune modalità comportamentali nei casi di vari tipi di emergenza e diventare “volontari per un giorno”. Oltre

Alcuni dei volontari del GIV durante un momento di riposo alla manifestazione “EmergeRimini”

400 volontari appartenenti a più di 30 associazioni della provincia di Rimini hanno integrato le loro forze e abilità sia nell’allestimento degli spazi e della cucina mobile, sia nello svolgimento delle esercitazioni. Fra loro i volontari del Gruppo Intercomunale Volontari Protezione Civile dell’Unione Valconca, GIV, che hanno svolto il servizio di logistica, cucina, esercitazioni idro-

logiche e gli addestramenti per i ragazzi delle scuole superiori. La manifestazione è stata un’altra prova importante per i volontari del GIV che diverse volte hanno dimostrato il loro impegno e l’alta preparazione nei casi di emergenza, come per esempio quella di Caldarola colpita dal terremoto l’anno scorso. “Dobbiamo essere orgogliosi della nostra professionalità e della capacità di integrar-

ci in tutte le attività con colleghi di altre realtà operative” – ha scritto la coordinatrice del GIV, Elena Castiello, nella lettera di ringraziamenti ai volontari del suo gruppo, aggiungendo: “Il percorso formativo e i continui addestramenti che mettiamo settimanalmente in campo ci ha fatto acquisire una operatività apprezzata da tutti”. Jola Baffoni

nario. Tanto lavoro, giorno e notte, lo ripagò in un modo che non avrebbe mai creduto. La mostra fu infatti un grande successo e ne parlarono anche i giornali nazionali. I “mini” quadri da lui realizzati portarono un incasso davvero notevole per l’epoca. I complimenti e i ringraziamenti che ricevette dalla gente e dal parroco gli diedero quella soddisfazione e quella ritrovata serenità che, a volte, i casi della vita, adombrano momentaneamente. Curiosità fu che, un gruppo cileno sconosciuto che in quell’occasione suonò in chiesa, e che si congratulò anch’esso con lui, in un vicino futuro acquisirà una popolarità enorme nel mondo: gli Inti-Illimani. Tornato in Italia riscosse apprezzamenti dal sindaco di Morciano, che ebbe a dire. “Un occhio al futuro e due all’artista che lo immagina.” La televisione di San Marino lo invita nel suo programma “Prima che sia troppo tardi” e manda i suoi dipinti in sovrimpressione. La prestigiosa titolatura” Emilio Cavalli, Pittore Spaziale Made in Morciano” faceva bella mostra su di un articolo del Corriere di Rimini. Importanti nomi parlarono della sua arte come perfetta fusione fra fantasia e sentimento, i cui soggetti , vivi paesaggi di altri pianeti e di altri mondi, emergevano da “tele” che spesso non erano altro che vecchie stufe o addirittura lame di seghe. I suoi paesaggi astrali, talvolta metafisici e fantascientifici trasmettevano sempre un’emozione reale. Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi espresse il desiderio di conoscerlo, tanto da richiedere un suo dipinto. Il mondo dell’astronomia tornerà a sorridergli più volte. Una, in particolare, nelle vesti di un cosmonauta italiano, il professor Cristiano Batalli Cosmovici, responsabile della telecamera della sonda spaziale Giotto che fotografò nel 1986 il nucleo della cometa di Halley e vincitore del concorso nazionale per astronauta sullo Shuttle. Il cosmonauta fu invitato a Saludecio in occasione della mostra “Forme di vita nello spazio”, a cui Emilio teneva particolarmente. La sera del 9 gennaio 1999 quasi duecento persone poterono sentire il professor Cosmovici parlare dell’evoluzione e dell’espansione dell’Universo. “Albe aliene”, “Mondi remoti”, “Visioni sul futuro”, “Tasselli d’infinito su di una tavolozza”. Tante le definizione che si potrebbero dare alla sua arte. Personaggio ed artista singolare nella sua versatilità, Emilio Cavalli ha rappresentato una va-

riante particolare di “pittura spaziale”, più che mai attuale ai nostri giorni, capace di elevare la Valconca su spettacolari ed interessanti lidi.



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D’Andrea: “Non si può andare per proprio conto” SAN CLEMENTE - CULTURA

Villa, un quarto di secolo Giustiniano Villa

- Un quarto di secolo! Chi l’avrebbe mai detto che questo traguardo sarebbe stato superato. Eppure siamo qui anche quest’anno. San Clemente a questa briciola di tradizione, a questa pennellata di romagnolità non rinuncia. Anzi, rilancia e raddoppia, promuovendo incontri con i bambini delle scuole elementari e favorendo il loro apprendimento del dialetto e la loro partecipazione diretta al concorso. Quanto sono belli quei bimbi che pur provenendo da culture diverse, si impegnano coi loro amici a scrivere in una lingua lontana, sentita solo in qualche occasione, storpiata, mischiata, ormai impura e prodiga di maestri che sanno sempre quale sia il “dialetto vero” e quale sia l’esatta grafia di una certa parola. Eppure il bimbo cinese che ti dice “At salud”, il ragazzino napoletano che ti saluta con un “cum t’stè pataca” dall’improbabile accento sono regali che possono capitare qui da noi, nella vicina Coriano e chissà in quanti altri posti che non ci sono dati a conoscere.

Quindi bando alle ciance e spazio ai poeti! Aprile è il mese cruciale, il bando è disponibile e qualora foste interessati potete richiederlo all’indirizzo mail premiovilla.casadei@libero.it o telefonando, rigorosamente ore pasti, al 339 48 58 903. Due sezioni storiche, poesia dialettale e zirudela romagnola con i due vincitori che si aggiudicheranno un premio di 250€. A queste competizioni storiche quest’anno, si è aggiunta la SEZIONE DANTESCA a cui si può partecipare con una poesia o una zirudela contemporaneamente in concorso per le altre due sezioni. Qualora l’esperta giuria presieduta dal professor Piero Meldini individuasse un’opera meritevole, a questa verrà assegnata una ceramica artistica del Maestro Umberto Corsucci donata dal CENTRO STUDI DANTESCHI SAN GREGORIO IN CONCA del professor Angelo Chiaretti! Non ci sono più scuse: aprite quel cassetto, rileggete quella poesia, togliete la polvere al foglio e spedite. Male che vada ritroverete la vostra opera nel libro che ogni anno, fondi permettendo, raccoglie le opere di tutti i partecipanti! Le poesie devono arrivare al Comune di San Clemente entro mercoledì 3 maggio. Claudio Casadei

“Questa forma di egoismo potrebbe farci perdere occasioni uniche. Quando siamo stati uniti abbiamo ottenuto risultati importanti”

Christian D’Andrea

SAN CLEMENTE di Claudio Casadei - Christian D’Andrea all’anagrafe è ancora un ragazzo, ma per la politica locale è ormai un capitano di lungo corso. Da sedici anni sempre presente nella giunta sanclementese, ha cominciato con tre anni da assessore esterno, poi dieci da sindaco e adesso ancora tre anni da assessore esterno. Innamorato della politica, è il segretario dimissionario per decorrenza dei termini del Pd valconchino anche se sta gestendo la contingente fase congressuale. In regione è responsabile della segreteria dell’assessore Regionale Emma Petitti e per qualche tempo ancora godrà dell’aspettativa del suo lavoro da dipendente. Gli chiediamo come sia cambiato il modo di amministrare in questo lungo periodo? Risponde: “È cambiato moltissimo! Oggi l’impegno di un’amministrazione è quello di dare ad ogni cittadino possibilità di partecipazione e opportunità. È molto cambiato

anche il cittadino che è consapevole e preparato molto più di un tempo. Per questo è molto più importante gestire al meglio le risorse: la crisi ci costringe a guardare di più ai bisogni reali ed immediati delle persone e meno ai progetti a lungo termine. L’ente locale che fa assistenza alle famiglie è ormai una regola e l’asticella dei bisognosi si è alzata: non sono più solo le famiglie meno abbienti ma anche quelle che un tempo erano il ceto medio spesso non ce la fanno più!”. E’ il braccio destro di un assessore regionale, che cosa ha trovato di diverso rispetto all’amministrazione di una piccola realtà come San Clemente? “Si tratta di una dimensione completamente diversa da quella comunale. La Regione Emilia Romagna è all’avanguardia in molti settori e mantenerla ai livelli che gli sono consoni in questo periodo non è cosa semplice. Ci sono realtà produttive straordinarie che vanno seguite, una attenzione storica e particolare allo stato sociale che ha pochi eguali nel paese e che va mantenuta; stiamo svolgendo un lavoro importante

per quanto riguarda riordino istituzionale e bilancio che rappresenta un impegno enorme! Una cosa che ti distingue mentre compi il tuo dovere è la costante preparazione sugli argomenti che esponi”. Quanto tempo l’impegna il suo lavoro? “Ma di certo non bastano le otto ore canoniche. Bisogna essere informati e la preparazione avvantaggia oltre ad essere un dovere che tutti abbiamo verso i cittadini. Inoltre devo dire che l’esperienza conta!”. Parliamo di PD? “La politica è in una fase di forte evoluzione, il Pd è cambiato, ma non si può rimanere ancorati ai retaggi del passato. Ha ancora molto da dire, ma deve ingranare la sesta e spiegarsi meglio agli elettori. Questo è uno dei suoi limiti: un gruppo dirigente non sempre preparato mentre occorrerebbe una sana e intelligente cultura della formazione”. Perché Orlando? “Perché qualsiasi incarico

abbia ricoperto a fatto bene senza troppi clamori. Perché vuole un Pd unito e non diviso per correnti. Tengo a precisare che queste sono considerazioni in positivo e non sono accuse nei confronti di Renzi”. E in Valconca come va? “Al momento abbiamo 165 iscritti di cui molti giovani e giovanissimi. Penso che qui, come altrove, debba proseguire l’identificazione del partito nelle amministrazioni, che debba proporsi come forza di coordinamento di un progetto globale per la vallata, superando il rischio insito nei comportamenti inutilmente individualistici di certe amministrazioni. Questa forma di egoismo potrebbe farci perdere occasioni uniche. Quando siamo stati uniti abbiamo ottenuto risultati importanti: pensate al Ponte sul Conca ed alle ristrutturazioni dei centri storici. Se ognuno va per proprio conto rischiamo di fare danni alla popolazione. Dobbiamo superare questo momento di carenza di progettualità comune”. Molto da fare quindi? “Certo, bisogna lavorare a testa bassa!”. Buon lavoro allora, la gente, per quello che potrebbe, sarebbe uno strumento straordinario di aiuto ad ogni progetto se venisse coinvolta perché anche il Pd a volte sembra scordare che quello che governa non è una proprietà privata, ma un bene comune. Da cittadini aspettiamo il futuro nella speranza sia migliore del recente passato!



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Da secoli di padre in figlio: i Cipriani, i Ghironzi (con un vestito confezionato un centinaio d’anni fa), i Piccari, i Forlani

Venerdì Santo, il funerale di Cristo Foto Mario Polverelli COMUNITA’ - Centinaia di persone che nel silenzio di se stessi si inchinano e baciano il Cristo Morto di legno che il mattino prima, da tradizione, viene lavato col latte appena munto. E’ un rito che si ripete da secoli. Che non si è mai interrotto; neppure durante gli anni più bui della Seconda guerra mondiale. La processione si teneva di giorno per via delle luci, facile richiamo per i bombardieri. Così si chiude l’antichissima processione montefiorese che narra il “funerale di Cristo”. Un rituale che, pur con qualche difficoltà, le vecchie famiglie (Cipriani, Ghironzi, Piccari, Forlani...) con nobile orgoglio, continuano a riproporre da quasi quattrocento anni. L’appuntamento è la sera del Venerdì Santo, il 14 aprile, dalle 21,30. Sale, a Montefiore, il classico bagno di folla per la suggestiva rievocazione della discesa dalla vetta del Monte Golgota, identificato sulla collina montefiorese dove troneggia semplice non meno che elegantissima chiesa dei cappuccini. La salma di Cristo viene portata verso il Santo Sepolcro; ricostruito all’interno della chiesetta dell’Ospi-

tale. La cerimonia della Passione, le cui confraternite richiamano i rituali andalusi della Settimana Santa, è mantenuta viva grazie all’attiva partecipazione delle famiglie che si passano il testimone da generazioni. Una tradizione nella tradizione quella, che si tramandano i panni delle confraternite della Buona Morte: le cappe nere, della Santissima, le cappe bianche... Di indubbia suggestione la partecipazione di un componente della famiglia Cipriani, colui che calza i panni del Cireneo, il portatore della pesante Croce di legno e che procede scalzo lungo la via in pietra. La Croce, da tempi lontanissimi, la portano i Cipriani. Nell’ultimo quindicennio

l’onore è toccato a Roberto, subentrato al padre nell’indossare la tunica rossa della figura più drammatica della Via Crucis. Quest’anno tocca al cugino Giacomo. Altra saga familiare, è quella dei Ghironzi. Non abitano più a Montefiore, ma ci fanno ritorno per la Processione. Il capo della Confraternita della buona morte è affidato ad un giovane componente della famiglia che indossa una tunica, impreziosita dall’antica cintura con un teschio dipinto, confezionata circa cento anni fa. Aperto dalle tarabaccole (strumento musicale al posto delle campane legate per il lutto), il corteo con

gli angeli, i soldati romani, le Tre Marie, i tre apostoli (Pietro, Giovanni e Giacomo), cappe nere, cappe bianche, parte dalla chiesa dei Cappuccini alle 21,30. Scende verso la parrocchiale di San Pietro, dove arriva dopo circa un’ora e mezza. Qui una breve benedizione; poi il Cristo viene condotto al Sepolcro (la chiesetta dell’Ospitale). La cerimonia inizia il giorno prima, quando nella chiesa dei cappuccini vengono portati i cosiddetti Misteri (i dai, la corona di spine, il panno con cui Veronica asciugò il Corpo insanguinato, la lancia con cui fu trafitto, la spugna imbevuta nell’aceto, il gallo che cantò tre volte, la mano con cui venne schiaffeggiato, i bastone della fustigazione, i chiodi della crocifissione, la scala per deporlo dalla Croce...) La manifestazione religiosa di Montefiore, il cui significato “popolare” è “legato ai riti della tradizione”, veniva sottolineato anche da quella mente raffinatissima di don Giorgio Terenzi, il prete intellettuale, che da qualche anno è ospitato alla Casa del clero a Rimini. Una rappresentazione dal fascino antico che vede ricompensati i partecipanti con un gesto assolutamente arcaico: un tozzo di pane benedetto.

Furti anziani, 16 punti per difendersi - Carabinieri lo si è per sempre! Sentirsi al servizio di una popolazione, dare quanto nelle proprie possibilità per migliorare le condizioni di vita di una comunità diventa una scelta di cuore, una vera passione. Lo dimostra l’impegno della Sezione Morciano e San Clemente della Associazione Nazionale Carabinieri che da tempo svolge la propria attività di volontariato. La sezione ha raccolto in meno di un anno 83 soci, quelli operativi costantemente sono una ventina, prevalentemente Carabinieri a riposo, ma le porte sono sempre aperte per coloro che volessero impiegare il proprio tempo libero in attività benefiche. Attività di servizio, come ad esempio l’aiuto per gli attraversamenti pedonali di scolari e studenti, l’osservazione dei parchi pubblici o in occasioni quali feste, sagre o mercati per segnalare la presenza di rischi soprattutto per le persone meno attrezzate a difendersi. L’associazione ha di recente stipulato un accordo col Comune di San Clemente per l’apertura della propria sede in località Fornace. Una sede ben strutturata con ponte radio ed uffici che consentiranno di essere punto di riferimento e raccordo nei momenti di massima attività. La sede, che sarà intitolata ai “Martiri di Nassiria”, sarà inaugurata in pompa magna ed alla presenza di importanti autorità, il 27 maggio e tutta la cittadinanza è invitata. La prima apparizione pubblica

Al centro, il maresciallo D’Amato

dell’Associazione si è già tenuta il 2 marzo al Teatro Villa. Avrebbero meritato un pubblico ben più folto il Maresciallo Nicola D’amato, i membri dell’associazione ed in particolare Carlo Arcaroli e Antonio Ingrosso che hanno messo in guardia dalle possibili truffe svelando le malizie dei delinquenti. Rivolgendosi prevalentemente agli over 60 (ma non solo), D’Amato ha spiegato che la fantasia dei delinquenti non ha limiti e col tempo si è perfezionata con l’utilizzo di una tecnica di studio psicologico delle potenziali vittime per capirne i punti deboli e sfruttarne le vulnerabilità. Rivolgendosi alla platea è stato detto che: 1. Bisogna fare sempre molta attenzione sui mercati e nei luoghi affollati. Le signore devono tenere la borsa chiusa e sarebbe bene che anche gli uomini tenessero il portafogli che è fortemente a rischio nella tasca posteriore dei pantaloni. 2. Diffidare di chi si presenta dicendo che un figlio o un nipote

(li chiameranno per nome per dimostrare di conoscerli) ha avuto un incidente ed ha bisogno di soldi per le cure. 3. Diffidate di chi vi dice che deve visionare i contatori e vuole entrarvi in casa. Se per un remoto caso dovessero davvero entrare in casa fare in maniera di non essere mai soli. 4. Può succedere che mentre camminate incontriate una persona che vi chiamerà per nome, si informerà su come vadano le cose in famiglia, sulla salute e poi vi dirà che deve venire a casa a consegnare un pacco per figli o nipoti chiamandoli sempre per nome per dimostrare confidenza. 5. Fare attenzione se camminando improvvisamente qualcuno vi sporca il vestito. Vi sembrerà normale che dopo avervelo sporcato si presti premuroso per pulirvelo. Sarà proprio quella l’occasione per sfilarvi il portafoglio. 6. Diffidare di chi, poco conosciuto, tenta di abbracciarvi. 7. Quando vi recate a fare

prelievi al Bancomat guardatevi attorno che non ci siano persone dal fare sospetto. Coprite la tastiera mentre fate il numero del codice pin e se vedete strani movimenti non prelevate e tornate quando la situazione sarà più tranquilla. 8. Se non conoscete le persone, se non sono di fiducia, non apponete firme sui contratti. 9. Non rispondete ai sondaggi, soprattutto evitate di dire Sì a chi vi vuole vendere qualsiasi cosa anche a domande semplici come ad esempio a chi vi chiede se siete il Signor Tal dai Tali. 10. Non aprite a ragazze giovanissime che vi dicono di essere lì per un sondaggio e si presentano con tanto di blocco per scrivere e cartellini di identificazione. 11. Non andate da soli in banca, fatevi accompagnare da qualche figlio / nipote. 12. Dotarsi di difese passive come le grate alle finestre più basse o i portoni blindati. 13. Le truffe vengono fatte anche sulla strada, nel traffico. Guidando potreste sentire un forte colpo passando vicino a un’altra macchina. Una volta fermi, scendendo, togliere sempre le chiavi della macchina, chiudere col telecomando gli sportelli per impedire che, mentre voi parlate qualcuno si introduca e prenda borse o altri oggetti. Inoltre chi vi ha procurato il colpo vi mostrerà il danno da voi

SAN CLEMENTE - CULTURA

Geminiani, in mostra al prestigioso Museo Guatelli

Gabriele Geminiani - Gabriele Geminiani espone la sua arte nel prestigioso Museo Ettore Guatelli. Inaugura il 7 maggio. Titolo: “Mi riconosci”; l’esposizione è inserita nel calendario istituzionale del museo che ha per tema: “Perdersi nei paesaggi. Spaesamento e ricerca di identità”. E’ a cura del prof. Mario Turci. Geminiani Geminiani è artista sui generis che utilizza per i suoi racconti figurati oggetti e frammenti di vita residuale che ritrova su spiagge invernali e periferie disadorne: giocattoli di plastica mutilati, fra cui corpi di bambola e soldatini, ciabattine, pettini, stampini, ecc. “Geminiani, raccoglie, assembla, compone e scompone. Il suo laboratorio è abitato da una folla di oggetti che chiedono di essere interrogati, seguiti, assemblati, ma quel che più mi incuriosisce di Gabriele è il suo modo di raccogliere e di esplorare i luoghi del “ritorno delle cose” e spesso questo è il mare. Il senso del raccogliere anticipa il collezionare e il comporre: la scelta dei posti, il ritornarci, l’esplorare nuovi luoghi, l’osservazione ostinata è l’espressione di un metodo d’indagine dai caratteri etno- grafici. La sua è una sorta di “etnografia del mare” là dove il mare restituisce oggetti che sono storie e indizi di quotidiano”, scrive Mario Turci. “Esporre in tale contesto è da una parte una grandissima soddisfazione e dall’altra una sfida intricata: imbastire un proprio teatrino di cose in un contesto a così alta densità poetica e di elementi carichi di significatività, non è cosa facile.

arrecato. Sarà sempre un danno modesto che una cifra abbordabile consentirebbe di risarcire senza passare attraverso le assicurazioni. Non fidatevi e pretendete di chiamare i vigili o i carabinieri. Insistete e vedrete i presunti danneggiati scappare. 14. Dilagano negli ultimi tempi le truffe sulla rete. Fare molta attenzione a quello che si acquista, non dare mai i numeri e i pin delle vostre carte di credito. 15. L’ultima frontiera delle truffe è quella che fa leva sulla solitudine e sui social network. Se non conoscete la persona che vi chiede l’amicizia su facebook, se non ha amici da voi già conosciuti a cui chiedere informazioni non fidatevi. Soprattutto non date fotografie e non fatevi fotografare. Il vostro viso montato su immagini

Una bella sfida”. Dice Geminiani, che qui porterà l’elemento nudo e scarno della sua ricerca, l’oggetto più o meno deteriorato nella sua singolarità e con tutta la sua capacità interrogante. Infatti, “Mi riconosci”, è una carrellata di volti consumati dal tempo e dall0usura degli elementi, con sguardi che provengono da molto, molto lontano. Esiti di possibili incontri e incroci di esistenze pregresse, dove gli stessi oggetti potrebbero essere appartenuti a chi si ritrova oggi, ignaro o consapevole, a contemplarli. A incrociarne lo sguardo. Il museo L’Ettore Guatelli è un museo etnografico che si trova a Ozzano Taro (Parma) e custodisce una spettacolare collezione di oltre 60.000 oggetti (utensili della cultura contadina, ma anche oggetti di uso quotidiano, scatole, giocattoli, scarpe, ceramiche ecc.). Interessato agli oggetti in quanto testimonianza della storia dell’Uomo, Ettore Guatelli era soprattutto affascinato dalle storie che essi portano con sé e sono in grado di narrare. Importanti le sue frequentazioni con personalità emiliane del calibro di Cesare Zavattini e Attilio Bertolucci. Il 7 maggio, giorno di nascita di Ettore Guatelli, ricorre la festa del museo che quest’anno sarà arricchita dalla presentazione del nuovo catalogo e di un volume che raccoglie le interpretazioni sul museo da parte di alcuni giovani artisti: “Guatelli contemporaneo”.

imbarazzanti potrebbe diventare lo strumento di un ricatto a cui non dovrete mai cedere. Dovesse succedere non pagate mai: una volta pagato non sarete a posto, ma avrete iniziato un percorso terribile difficile da interrompere. Andate dai Carabinieri e fatevi aiutare. 16. Sempre attraverso il web e i social è facile che le persone sole vengano contattate da aitanti Militari di stanza in posti lontani o belle signore in pensione in terre remote che vi diranno le cose che volete sentire. Saranno dialoghi lunghi che alla fine genereranno il desiderio di incontri. L’associazione e i Carabinieri in servizio si rendono disponibili ad aiutare a condizione che, senza vergogna per quanto accaduto, troviate la forza e il coraggio di fare il 112. Claudio Casdei



SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO

Sammarini, famiglia in posa - Con il mese di aprile riparte il progetto “un 800 per

tutte le stagioni”, l’originale rassegna ideata e realizzata a tappe dall’Associazione culturale saludecese L’Armonda, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Saludecio: seguendo l’avvicendarsi delle quattro stagioni, sulla base dell’antico calendario agricolo con i suoi ancestrali riti stagionali, il progetto mette in calendario quattro originali Rassegne, ognuna diversa per tradizione e caratteristiche (fisiche, simboliche, produttive, enogastronomiche), calate in castelli, palazzi, architetture, paesaggi e luoghi del territorio da far conoscere e valorizzare. Dopo il capitolo dedicato alla stagione invernale: “800. Inverno Di veglia in veglia”, svoltosi tra gennaio e febbraio 2017,

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- Anni ‘50, Cattolica. La famiglia Sammarini da Saludecio va a trovare una parente che gestisce un negozio estivo a Cattolica. Il momento viene raccontato da questa bella istantanea. In alto, da sinistra: Guglielmo Sammarini, Gino Sammarini, Dosolina Priori, Geltrude Sammarini, Maria Sammarini, Liliana (consorte di Gino), Daria Sabatini. Seduti, da sinistra: Anita Sammarini, Carlo Cervellieri, Marisa Sammarini (la bambina), Enrica Priori, Edwige Cervellieri e Celso Cervellieri.

SALUDECIO - AMARCORD

CULTURA E COSTUME

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Cerreto in festa per bruciare l’inverno il progetto mette in calendario quattro originali Rassegne, ognuna diversa per tradizione e caratteristiche

Particolare del manifesto

TRADIZIONI si riparte con la Primavera... Primo appuntamento DOMENICA 9 APRILE con Festa al Castello di Cerreto. L’evento, alla sua 2° edizione, vuole soprattutto rendere giustizia all’oblio che di anno in anno ha fatto

dimenticare Cerreto, nella sua dimensione storica e culturale: non ci si pone certamente l’obbiettivo di far rivivere il Carnevale di Cerreto come sfilata di

carri allegorici, così come avveniva storicamente, ma di offrire un momento di Festa che riprenda la cultura del carnevale, con il suo passaggio dall’inverno alla

primavera. Una festa ambientata in un borgo contadino di fine ‘800, immaginata in un giorno di primavera, a partire dal mattino

con la Passeggiata lungo i sentieri delle”buffonate”, per proseguire al pomeriggio tra musica e balli, teatro di strada ispirato ai proverbi, alle filastrocche e ai riti della cultura rurale, insieme a poesie e narrazioni sulle storie dei cerretani; in questo connubio fra cultura e convivialità, non mancherà la piccola Osteria tradizionale. La Festa si conclude, come da rituale, con il rogo del “pagliaccio”, l’uomo di paglia, che rappresenta simbolicamente il Re di Carnevale. Un invito a bruciare l’inverno, come rinnovamento e buon auspicio per la nuova stagione!

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Via Crucis dalla chiesa di San Rocco al borgo

Tre vittorie consecutive. Salvezza più vicina

Bocce, un’annataccia - Montegridolfo, il Venerdì Santo, 14 aprile, alle 21, aspetta i fedeli per la Via Crucis. Le vie, illuminate dalle torce, sono animate da un centinaio di figuranti che mettono in scena la Passione del Cristo sofferente che porta la Croce sino al Calvario. La processione, guidata dal parroco, dalla chiesa di San Rocco al borgo.

COMUNITA’ La celebrazione di Montegridolfo si rifà ad una tradizione del XVI secolo. La ricorrenza è anche l’occasione per visitare la chiesa di San Rocco. Situata davanti alla

porta del borgo, risale al XIV secolo e conserva opere d’arte di assoluto valore artistico. Tra cui una tela giovanile del santarcangiolese Guido Cagnacci, tra i massimi pittori della storia. In origine, la chiesa di San Rocco si chiamava di Santa Maria, o dell’Ospedale per via del lazzaretto nei pressi.

- Un’annataccia la 2016-2017 della CVM Utensiltecnica Montegridolfo. Partita con molte aspettative, qualcuno ipotizzava, con un po’ di fortuna, anche al tricolore. Purtroppo, le cose si sono intrecciate male per la formazione guidata da Edo Mattioli. Per i risultati di prestigio è tutto rimandato alla prossima stagione. Però nelle ultima uscite si è tolta grandi soddisfazioni. Ha giocato un brutto scherzo alla capolista milanese Caccialanza e diventanto “pirata”; s è impone per 0-1. All’andata aveva perso

LO SPORT sulle corsie di Montegridolfo all’ultima bocciata. In casa della capolista Caccialanza invece una per nulla intimorita CVM Utensiltecnica riesce a pareggiare le sorti del primo turno vincendo i primi due set di terna (con Miloro-Monaldi-Paolucci) individuale (con Rosati) e perdendo quelli successivi. Dopo l’intervallo, Paolucci e Rosati chiudevano in parità contro Marco Luraghi e Ferdinando Paone, il primo incontro di coppia mentre nella

corsia affianco Gaetano Miloro e Gianluca Monaldi vedendo in difficoltà Paolo Luraghi e Luca Viscusi hanno centrato due ottime prestazioni riuscendoli a superare in ambedue i set portando così in Romagna tre punti d’oro in chiave salvezza. Nell’incontro successivo, laa CVM Utensiltecnica Montegridolfo decisa e compatta si libera senza problemi del Montecatini con un secco 2-0. Un punto per tempo per la formazione della Valconca che incamera così la terza vittoria di fila. Salvezza più vicina.

Mondaino, andar per sentieri

- I sentieri di Mondaino sono un reticolo che a loro modo portano esaltano i giardini della mente. Si possono scoprire con la classica Camminata di Primavera. L’appuntamento è il 25 aprile, Festa della Liberazione. Ci si trova il mattino, alle 8,30, in piazza Maggiore, una delle più belle della Romagna. Poi si parte. Gli organizzatori, la Pro Loco, ha in carta due percorsi: il

CAMMINATA DI PRIMAVERA facile ed il difficile. Alla fine si ritorna in piazza per una sforchettata a base di un primo. Per animare la mattinata previsto giochi ed caccia al tesoro per i bambini. Agli iscritti oltre alla colazione, si regala una piantina. La camminata nasce nei primi anni ‘90 su idea della Pro Loco. L’associazione

coordina anche il Palio del Daino in agosto e la fiera con le eccellenze autunnali nelle domeniche di novembre. Il reticolo delle strade interpoderali di Mondaino e dintorni sono un patrimonio culturale e naturalistico da salvaguardare; la camminata aiuta riscoprirli. Da alcuni anni sono anche mèta degli amanti della mountain bike.


SALUDECIO

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Inno a madre natura, all'erboristeria, all'ambiente. Dal 23 al 25 aprile. Edizione XXX

Saludecio, borgo da scoprire

Saludecio festeggia quest’anno il Trentennale del Saluserbe, un meritato Compleanno per questa Festa, tradizionale e nello stesso tempo moderna, che rappresenta ormai, nella mappa degli eventi turistico - culturali della provincia di Rimini e della regione Emilia-Romagna, un classico appuntamento di primavera. Dall’aprile 1988 il “Saluserbe” si è infatti ritagliato meritatamente una sua precisa connotazione nel panorama regionale delle manifestazioni dedicate all’erboristeria, all’agricoltura biologica, all’alimen-

TERRA E TRADIZIONI tazione naturale, alle medicine alternative, all’ambiente in generale. “Scarpign & Co” è il titolo della XXX edizione di Saluserbe che si svolgerà quest’anno per un intero weekend, per la durata di tre giorni. Un titolo evocativo di sapori e saperi della tradizione popolare delle campagne, ancora oggi fondamentali per migliorare la qualità della vita con comportamenti e stili consapevoli, prestando attenzione a non incrementare abitudini che possano danneggiare il nostro eco sistema.

Il titolo del Trentennale è anche un omaggio alle origini del Saluserbe, nato appunto sulle tradizioni del suo territorio, in particolare sulle erbe spontanee e sui loro usi, legati al saludecese Gaetano Casadei, erborista autodidatta. Il centro storico di Saludecio offrirà ai suoi visitatori un programma ampio, rivolto sia a specialisti e appassionati, sia a neofiti del naturale o semplici curiosi, con sorprese e novità. Si potrà partecipare ad incontri di carattere più specialistico o ad interessanti Mostre dedicate al

Erboristeria, fiori e piante, agricoltura, alimentazione naturale, medicina alternativa

Incontri e dibattiti Mercatini Punti ristoro Spettacoli

tema generale. Per tutti gli amanti del naturale, per coloro che cercano cibi coltivati secondo tradizione, per chi desidera prendersi cura del proprio corpo ricorrendo a rimedi antichi, non mancherà il Mercatino di Primavera, che si snoda lungo le vie e le piazze del borgo, rinominate per l’occasione: da La Via delle Erbe e della Salute a La Strada delle Officine, da La Piazza dei Sapori al Vicolo delle Solidarietà. A queste si aggiungono quest’anno: La Piazzetta Bio, L’Angolo del Vino, Il Portico dei libri. La novità maggiore è rappresentata quest’anno al Giardino dei Profumi, fuori Porta Marina, che ospiterà tutti i vivaisti di piante aromatiche e fiori, utensili ed attrezzature per l’orto e per il giardinaggio, arredi da giardino. Per deliziare occhi e palato ci saranno i classici punti ristoro che offriranno specialità gastronomiche o menù a tema dedicati a Cibi e Delizie Verdi. Non mancheranno infine, negli angoli del borgo e tra i banchi del mercatino, occasioni di Spettacolo; musica, interventi di teatro popolare e artisti di strada animeranno i pomeriggi di festa, rivolgendosi ad un pubblico sempre più numeroso ed eterogeneo.


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CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO

MONTESCUDO - LA CULTURA

Rosaspina, raffinato teatro dialettale e non solo

Mulazzano, 3 maggio 1926

Monte Tauro, la comunità Da sinistra: Laura Palma, Daniele Girometti, Daniela Bertozzi

Montescudo, il teatro Rosaspina - “E’ datato genericamente dagli storici all’inizio del 1800, ma già alla fine del 1700, precisamente nel 1780, nelle lettere inviate dal cardinale legato al governatore di Montescudo, si parla di uno spazio utilizzato per le rappresentazioni teatrali. Ha la tipica struttura dei teatri all’italiana dell’epoca, con forma a ferro di cavallo, platea, un ordine di palchetti e il loggione. La commedia dialettale resta elemento trainante dei sabato sera al Rosaspina, offrendo anche quest’anno, un cartellone all’insegna del divertimento per gli appassionati del genere, con le migliori com-

pagnie locali. E’ la più vecchia e importante rassegna dialettale della provincia di Rimini, giunta al 24.ma edizione. IL CARTELLONE 8 APRILE. Ore 21. Commedia. Compagnia “I Komodos” Teatro dell’ Arte. “IL MEDICO DEI PAZZI” di Eduardo Scarpetta. 9 Aprile. Ore 18. Teatro. Simona Matteini, Giacomo Cioni con Simona Matteini “VITE IN TRANSITO”. 29 Aprile. Ore 21.15. Cabaret. Roberto Casadei, Viaggio selvatico tra Birri, Pataca e Azdore... “NOIALTRI SIAMO ROMAGNOLI”.

- Siamo a Mulazzano il 3 maggio del 1926. Come si usava quando eravamo poveri e nei paesini di campagna, le classi è erano miste; cioè nella stessa classe c’erano alunni di età diverse (in genere dalla prima elementare fino alla quinta). La fotografia reca ragazzi nati attorno al 1915. L’istantanea appartiene alla signora Elide Olivieri; tra gli scolari, la madre. Si può notare che la bandiera italiana reca al centro lo stemma di Casa Savoia, fino al 1946 re d’Italia.

La barricaia Da sinistra: i maestri Pier Antonio Costantini e Mario Massolo, il vice-sindaco Gianluca Ugolini, il sindaco Domenica Spinelli, Anita Casadei, Franco e Marco Uggeri

Pranzo Pasquale

Coriano pittura, allievi in mostra In ricordo di Ivo Casadei - Gli allievi delle scuole di pittura di Coriano in mostra. Nella sala della Biblioteca Comunale “Battarra” (Via Martin Luther King, 13), alla presenza di un folto pubblico, è stata inaugurata la Mostra degli allievi delle scuole di pittura di Coriano dirette dai maestri Mario Massolo e Pier Antonio Costantini.

CULTURA

Una quarantina le opere esposte frutto del lavoro dell’anno didattico 2016/2017. Il sindaco di Coriano, Domenica Spinelli, ha consegnato i premi in ricordo di Ivo Casadei, fondatore della Scuola di Pittura 45 anni fa, nel 1972, ai 2 allievi vincito-

ri: Moena Olmeda e Tiziana Bizzi. Premi donati dalla famiglia Casadei e Uggeri Mercoledì 29 marzo, alle ore 17.30, si è tenuto, aperto al pubblico, un incontro con il critico d’arte Franco Ruinetti. La mostra è rimasta aperta al pubblico sino al 2 aprile negli orari di apertura della Biblioteca.


CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO

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Distruggono i raccolti. La prima mandata di fichi, quella di giugno, non si salva. Ciliegie, uva, olive... - E’ facile fare della poesia parlando di uccelli...ni, ma esistono anche uccellacci. Partiamo dagli .......ini: un esempio è la Rondine, un’ instancabile insettivoro. Ce ne sono molti altri che ci aiutano a contenere lo sviluppo degli insetti, da quelli dannosi all’agricoltura a quelli degli ambienti urbani: Fringuelli, Pettirossi, Cinciarelle, Gruccioni, Merli, Passeri (anche se non disdegnano le granaglie ), Scriccioli, Verdoni, Cinciallegre, Capinere e i Pipistrelli (anche se sono chirotteri), sono tra i più diffusi e conosciuti. Tutti questi Uccellini, chi più chi meno, svolgono una azione fondamentale nel controllo biologico degli insetti in genere. Il problema è che, purtroppo, molti di questi sono diminuiti o in via di estinzione perchÉ “noi umani”, tra le altre cose, limitiamo sempre più i loro habitat naturali, sopratutto in campagna. L’esigenza di avere campi liberi da ostacoli tra vari appezzamenti, per consentire maggiore velocità di lavorazione del suolo e l’impiego di macchine sempre più grandi, ha fatto scomparire siepi e aceri campestri ( presenti come sostegno nei vecchi filari di vite) che sono i luoghi di nidificazione preferiti dagli Uccelli. Le Rondini, che erano numerosissime, sono sempre meno perchè si sono chiuse quasi tutte le stalle e i fienili annessi, ambienti insostituibili per i loro nidi. Capita che provino a nidificare sotto i cornicioni delle nuove case, ma con scarso successo perché, sporcan-

Storni, tra le 100 specie più dannose A livello mondiale è considerato una specie aliena tra le 100 più dannose in assoluto

Campagna corianese (Foto Pier Francesco Gasperi)

LA CIVILTA’ AGRICOLA do molto i nidi vengono distrutti. Oltre ai rapaci, nemici naturali, la riduzione degli Uccelli insettivori è causata anche dalla “moderna” agricoltura. Il consistente impiego di insetticidi e geodisinfestanti nei campi, intensamente coltivati, porta alla progressiva eliminazione chimica del loro cibo, e anche al loro avvelenamento. Dopo anni di letargo, nella società aumenta progressivamente la consapevolezza che potere disporre di alimenti “puliti” per una vita lunga e sana (assistiamo infatti ad una crescita costante delle produzioni biologiche, biodinamiche e con certificazioni di garanzia) è in crescita. Grazie anche alle continue sollecitazioni di medici e nutrizionisti ed agli scandali che periodicamente investono il settore alimentare (l’ultimo in ordine di tempo è quello sull’olio di oliva

contraffatto). Anche l’agricoltura “tradizionale” a questo punto, può e deve inserire anche metodi di coltivazione più rispettosi dell’ambiente. Tra le diverse opportunità presenti sul mercato, alternative alla chimica di sintesi, oggi sono disponibili preparati biologici per il controllo di malattie fungine, insetti utili ( predatori di altri dannosi), macchine altamente specializzate. Non vi sono “fabbriche” dei nostri Uccellini insettivori, allora si deve lavorare, per aumentarne la presenza, direttamente nel campo. Consapevoli che non sarà possibile ripristinare i vecchi filari

di vite maritati agli aceri, è però fattibile destinare piccole parti delle superfici coltivate, a siepi e alberi utili per la nidificazione degli uccelli e qualche pozza dove possano abbeverarsi. E’ questa una operazione anche culturale oltre che economica per il minor utilizzo, nel tempo, di insetticidi. Storni Non li abbiamo dimenticati, volevamo prima mettere in evidenza come gli Uccellini danno il loro contributo positivo al genere umano, mentre altri come i gli STORNI ( uccellacci per definizione) li possiamo equiparare alle

cavallette, flagello soprattutto in suolo Africano. Come queste gli Storni si muovono in migliaia di esemplari, così tanti che spesso oscurano il sole come le nuvole; sono famelici ed essendo così numerosi quando calano sulle coltivazioni, che siano cereali uva od olive non fa differenza, si ha lo stesso risultato delle cavallette: il deserto. Lo Storno a livello mondiale è considerato una specie aliena tra le 100 più dannose in assoluto. Non ce ne vogliano gli animalisti ma mentre per gli uccelli insettivori bisogna lavorare per aumentarne la presenza, nel caso degli Storni è vero il contrario anche perchè non ha seri nemici naturali tranne i cacciatori. E la strada è una sola! Cinghiale Approfittiamo per spendere qualche parola su un animalaccio uscito di forza (forzato sarebbe il termine più corretto) dall’equilibrio naturale: il CINGHIALE. Qui non siamo interessati al soggetto per la bontà delle sue carni trasformate in ottimi salami

o prosciutti, ma ai forti danni che causano alle coltivazioni agricole e alla pericolosità dell’animale, di carattere tutt’altro che socievole, visto che si sta avvicinando sempre più alle zone urbane alla ricerca di cibo. Non ha nemici naturali se non il Lupo che, dalle ultime segnalazioni, sembra essere presente anche nelle colline Riminesi; anche questo spinge il cinghiale verso la pianura che nel nostro caso sono i paesi e le città. E’ utile sapere che i cinghiali oggi presenti sul territorio, in prevalenza, non sono indigeni cioè del posto , ma sono originari dei paesi Slavi e dell’Austria e spesso sono incrociati con i maiali; la differenza non è di poco conto in quanto gli indigeni partorivano uno massimo tre piccoli una volta all’anno, mentre i nuovi arrivati partoriscono da 5 a 10 cinghialini e non è raro che vi siano anche due parti all’anno.. Sono animali onnivori, mangiano di tutto ed è sempre più facile vederli di notte vicino le nostre case ( per il momento nelle periferie). Sarebbe utile confinarli in un territorio definito e controllarne lo sviluppo, altrimenti, come per lo storno esiste una sola strada e anche non volendo dovremmo assaggiare qualche salsiccia o fette di salamino.

Il Tarlo















S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE

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Christian D’Andrea, la Valconca e il PD che cambia Christian d’Andrea ESSERE INFORMATI PER NON FARSI TRUFFARE Carabinieri lo si è per sempre! Sentirsi al servizio di una popolazione, dare quanto nelle proprie possibilità per migliorare le condizioni di vita di una comunità diventa una scelta di cuore, una vera passione. Lo dimostra l’impegno della Sezione Morciano e San Clemente della Associazione Nazionale Carabinieri che da tempo svolge la propria attività di volontariato al servizio della comunità Valconchina. La sezione ha raccolto in meno di un anno 83 soci, quelli operativi costantemente sono una ventina, prevalentemente Carabinieri a riposo, ma le porte sono sempre aperte per coloro che volessero impiegare il proprio tempo libero in attività benefiche. Attività di servizio, come ad esempio l’aiuto per gli attraversamenti pedonali di scolari e studenti, l’osservazione dei parchi pubblici o in occasioni quali feste, sagre o mercati per segnalare la presenza di rischi soprattutto per le persone meno attrezzate a difendersi. Gli uomini dell’Associazione a Sant’Andrea in Casale sono già la presenza fissa di ogni mattina, impegnati nel controllo dell’attraversamento dei ragazzi che si recano a scuola. L’associazione ha di recente stipulato un accordo col Comune di San Clemente per l’apertura della propria sede in località Fornace. Una sede ben strutturata con ponte radio ed uffici che consentiranno all’associazione

di essere punto di riferimento e raccordo nei momenti di massima attività. La sede, che sarà intitolata ai “Martiri di Nassiria”, sarà inaugurata in pompa magna ed alla presenza di importanti autorità, il 27 maggio prossimo e tutta la cittadinanza è invitata all’evento. La prima apparizione pubblica dell’Associazione nel territorio Sanclementese si è già tenuta giovedì 2 marzo nella sala del Teatro G.Villa. Avrebbero meritato un pubblico ben più folto il Maresciallo Nicola D’amato, i membri dell’associazione presenti ed in particolare Carlo Arcaroli e Antonio Ingrosso che dal palco del teatro hanno messo in guardia i presenti dalle possibili truffe svelando le malizie dei delinquenti. Rivolgendosi prevalentemente agli over 60 (ma non solo), il Maresciallo D’Amato ha spiegato che la fantasia dei delinquenti non ha limiti e col tempo si è perfezionata con l’utilizzo di una tecnica di studio psicologico delle potenziali vittime per capirne i punti deboli e sfruttarne le vulnerabilità. Rivolgendosi alla platea è stato detto che: 1. Bisogna fare sempre molta attenzione sui mercati e nei luoghi affollati. Le signore devono tenere la borsa chiusa e sarebbe bene che anche gli uomini tenessero il portafogli che è fortemente a rischio nella tasca posteriore dei pantaloni. 2. Diffidare di chi si presenta dicendo che un figlio o un nipote (li chiameranno per nome per dimostrare di conoscerli) ha

avuto un incidente ed ha bisogno di soldi per le cure. 3. Diffidate di chi vi dice che deve visionare i contatori e vuole entrarvi in casa. Normalmente la lettura del contatore avviene elettronicamente e non ha più bisogno dell’operatore. Se per un remoto caso dovessero davvero entrare in casa fare in maniera di non essere mai soli. 4. Può succedere che mentre camminate incontriate una persona che vi chiamerà per nome, si informerà su come vadano le cose in famiglia, sulla salute e poi vi dirà che deve venire a casa a consegnare un pacco per figli o nipoti chiamandoli sempre per nome per dimostrare confidenza. Spesso, prima dell’incontro, telefonano anche prima per preannunciare la visita per la consegna. Mai farli entrare e se insistono chiamare qualcuno anche i carabinieri senza timore se necessario. 5. Fare attenzione se camminando improvvisamente qualcuno vi sporca il vestito. Vi sembrerà normale che dopo avervelo sporcato si presti premuroso per pulirvelo. Sarà proprio quella l’occasione per sfilarvi il portafoglio. 6. Diffidare di chi, poco conosciuto, tenta di abbracciarvi. La tecnica è sempre la stessa: vi chiameranno per nome si informeranno sulla vostra salute vi racconteranno del quanto tempo passato dall’ultimo incontro e mentre vi abbracciano faranno sparire qualsiasi cosa possibile: orecchini, portafogli braccialet-

ti.

7. Quando vi recate a fare prelievi al Bancomat guardatevi attorno che non ci siano persone dal fare sospetto. Coprite la tastiera mentre fate il numero del codice pin e se vedete strani movimenti non prelevate e tornate quando la situazione sarà più tranquilla. 8. Se non conoscete le persone, se non sono di fiducia, non apponete firme sui contratti perché una volta fatta la firma poi bisogna cominciare a pagare e ci si ritrova con il telefono che squilla e persone che minacciano azioni legali eccetera togliendovi la serenità. Firmate solo in presenza di qualcuno della famiglia a meno che non siate sicurissimi di quello che fate. 9. Non rispondete ai sondaggi, soprattutto evitate di dire SI a chi vi vuole vendere qualsiasi cosa anche a domande semplici come ad esempio a chi vi chiede se siete il Signor Tal dai Tali. Rispondete presente, ma non SI!. Con un vostro si registrato per loro il gioco è fatto e le conseguenze economiche e di calo della serenità saranno pesanti. 10. Non aprite a ragazze giovanissime che vi dicono di essere li per un sondaggio e si presentano con tanto di blocco per scrivere e cartellini di identificazione. Una volta aperta la porta arriveranno anche violentemente i complici e si introdurranno in casa. 11. Non andate da soli in banca, fatevi accompagnare da

qualche figlio / nipote. 12. Attenzione ai furti. Quasi impossibile prenderli in flagranza di reato e quindi difficilmente poi si può recuperare la refurtiva. Dotarsi di difese passive come le grate alle finestre più basse o i portoni blindati. 13. Le truffe vengono fatte anche sulla strada, nel traffico. Guidando potreste sentire un forte colpo passando vicino a un’altra macchina. Una volta fermi, scendendo, togliere sempre le chiavi della macchina, chiudere col telecomando gli sportelli per impedire che, mentre voi parlate qualcuno si introduca e prenda borse o altri oggetti. Inoltre chi vi ha procurato il colpo vi mostrerà il danno da voi arrecato. Sarà sempre un danno modesto che una cifra abbordabile consentirebbe di risarcire senza passare attraverso le assicurazioni. Non fidatevi e pretendete di chiamare i vigili o i carabinieri. Insistete e vedrete i presunti danneggiati scappare. 14. Dilagano negli ultimi tempi le truffe sulla rete. Fare molta attenzione a quello che si acquista, non dare mai i numeri e i pin delle vostre carte di credito. Non rispondete ad annunci delle Poste o delle banche ma se avete dei dubbi andate personalmente alla posta o in banca e chiarite. Ricordate che nessuno regala niente. 15. L’ultima frontiera delle truffe è quella che fa leva sulla solitudine e sui social network. Se non conoscete la persona che vi chiede l’amicizia su facebook, se non ha amici da voi già conosciuti a cui chiedere informazio-

ni non fidatevi. Soprattutto non date fotografie e non fatevi fotografare. Il vostro viso montato su immagini imbarazzanti potrebbe diventare lo strumento di un ricatto a cui non dovrete mai cedere. Dovesse succedere non pagate mai: una volta pagato non sarete a posto, ma avrete iniziato un percorso terribile difficile da interrompere. Andate dai Carabinieri e fatevi aiutare. 16. Sempre attraverso il web e i social è facile che le persone sole vengano contattate da aitanti Militari di stanza in posti lontani o belle signore in pensione in terre remote che vi diranno le cose che volete sentire. Saranno dialoghi lunghi che alla fine genereranno il desiderio di incontri. Non fidatevi, è gente esperta di psicologia che comincerà a trovare mille problemi per non spostarsi. Problemi risolvibili con l’invio di denaro e sarà denaro perso senza che li vedrete mai! Una lunga lista di truffe doverosamente sintetica ma che rende l’idea di quanto sia necessario restare in guardia. L’associazione e i Carabinieri in servizio si rendono disponibili ad aiutare a condizione che, senza vergogna per quanto accaduto, troviate la forza e il coraggio di fare il 112 . Sono consigli molto puntuali che il 2 marzo purtroppo sono stati raccolti da una platea modesta. Ma Intanto potete essere presenti in località Fornace sabato 27 maggio all’ inaugurazione della sede dell’Associazione. Li sarete sicuramente tra amici e saprete finalmente dove trovarli sempre! Claudio Casadei




RIMINI

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Intervista con l’ex comandante della Guardia di finanza della provincia di Rimini

Cecchi: “Ho difeso la patria” - Fisico da corazziere, ai piedi le infradito, blue jeans strappati ad arte, una magliettina bianca girocollo. Il tutto esaltato da capelli corti. L’età, l’insieme, ti portava lontano, ma mai nel suo mestiere. Parlava col prestigioso giornalista Peter Gomez, autore insieme a Marco Travaglio di una serie di libri sulle tristezze della classe dirigente italiana, sopportata purtroppo senza fastidio dal cittadino. Tuttavia, il centro della discussione, senza nomi, ti faceva capire che doveva essere un papavero della prima repubblica, era: “Lo dovevamo arrestare... Ma oramai è andata così...”. Quel corazziere vestito da giovinastro, resta alla presentazione del libro dell’amico Gomez. A tavola, vicino ad una tagliatella, chi scrive chiede al giornalista: “Scusami, chi era quel signore con te?”. “Non lo conosci? E’ il nuovo comandante della Guardia di Finanza di Rimini. E’ un caro amico, ci siamo conosciuti quando prestava servizio a Milano”. E a Milano, quel riminese nato a Pesaro, che poteva optare per archeologia o l’antiquariato, si era fatto conoscere per una lunga serie di indagini rigorose sull’anti-mafia. Gomez lo cerca così: “Qui sta un leggendario ca-

Lavorato con i procuratori Borrelli, Di Maggio, Davigo, Falcone. Amico di Peter Gomez, Marco Travaglio, Barbacetto. “Mi sento un dinosauro in estinzione” IL PERSONAGGIO

pitano della finanza?”. L’amico Gomez gli dedica uno dei suoi libri con questa frase: “All’ultimo squadrista della polizia giudiziaria”. Negli anni milanesi Cecchi, una passionaccia per la moto, “la mia amante vera”, diventa amico di giornalisti come Marco Travaglio, Gianni Barbacetto. Lavora a Milano con procuratori della Repubblica che per serietà e affidabilità ti fanno essere orgogliosi e capisci che il Paese, nonostante tutto, ce la potrebbe anche fare: Saverio Borrelli, Pier Camillo Davigo, Francesco Di Maggio. In pensione dal 2012, dopo

Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza della provincia di Rimini dal 2005 al 2010

42 anni di lavoro, due figli, la storia come passione, Enrico Cecchi si è occupato di contrabbando da giovane tenente, di lotta alla mafia e di polizia giudiziaria negli anni successivi. Arriva a Rimini a 16 anni, quando il babbo viene chiamato come dirigente alla Cassa di Risparmio di Rimini. “Faccio il concorso per entrare in accademia - racconta perché mi piaceva la vita militare; sono giovane nell’epoca degli anni di piombo. Ma non sapevo neppure io che cosa potesse essere quella carriera. Eravamo in 300 per 30 posti; ce la faccio”. Il primo incarico è a Bari, a comandare la seziona mobile regionale. Si combatte il contrab-

bando di sigarette sul litorale, da Termoli a Otranto. Le auto delle forze dell’ordine sono Giulia e Alfetta, la metà senza radio a bordo. A chi gli chiede quanto negli anni è migliorata la logistica e la tecnologia in dotazione, risponde Cecchi: “Tantissimo; roba dal giorno alla notte”. Nell’81, viene trasferito a Milano: al nucleo speciale di polizia valutaria. Cecchi: “Allora non c’era il reato valutario; cioè portare denaro nei paradisi fiscali. Nell’ambito di quest’attività, in sette operazioni, denunciammo 700 persone per un giro di 580 miliardi di lire [circa 300 milioni di euro, ndr]. Dato che non c’era il reato valutario, utilizzammo un reato accesso-

rio: l’anti-riciclaggio. I reati, a maggioranza, erano commessi dalla mafia trasferitasi nel ricco Nord’Italia”. Parte delle sue indagini confluiscono nel maxi processo di Palermo (entra in contatto con Giovanni Falcone) e di Pizza Connection (riciclaggio di danaro sporco frutto della vendita di droga negli Stati Uniti, con la mafia americana e italiana protagoniste). Da Milano, un anno a Como, al nucleo di polizia tributaria. Altro passaggio: nucleo speciale dell’alto commissario per la lotta alla mafia. Sciolto l’alto commissariato, viene spostato a Bologna, al servizio informazioni per la sicurezza militare. Cecchi: “Nel ‘95, chiedo di fare l’antimafia. Mi mandano a Milano, come comandante di investigazione preventiva e anti-riciclaggio.” Prima di arrivare a Rimini nel 2005 come comandante provinciale, fa altre due tappe: due anni comandante provinciale a Trento, poi salto ad Ancona: capo di stato maggiore al comando generale. Finito il comando riminese nel 2010, fa

ritorno ad Ancona. Nel 2012, va in pensione come generale di brigata. Cecchi sintetizza i suoi anni di servizio: “Fino a qui ho servito la patria. Però osservo che qualcosa non funziona, dal momento che lo Stato istituisce alti commissariati, come l’anti-mafia, contraffazione... e altre forme di illecito contro la pubblica amministrazione. Penso che voglia dire che lo Stato accusa una sconfitta, altrimenti non commissarierebbe. Anche se poteva non piacere, dico queste cose in servizio e pubblicamente. Per cui, spesso, ho avuto delle problematiche con alcuni dei miei superiori”. “Riconosco che all’estero continua Cecchi - determinati illeciti vengono sanzionati forte. Negli Usa per evasione fiscale ti becchi 25 anni; in Italia non li fa neppure un serial killer. Sono inconcepibili i condoni fiscali o edilizi. In Italia siamo all’illecito legalizzato in qualsiasi settore. Se traduci la legislazione americana in italiano, l’evasione fiscale cala dell’80 per cento. Non abbiamo mai messo le manette agli evasori. Mi sento un dinosauro in estinzione. Dobbiamo ringraziare coloro i quali continuano a fare il proprio dovere. Purtroppo sono pessimista”. Chiude la sua riflessione: “Il tempo ammonisce la saggezza dei tempi che le parole incantano e illudono, ma solo l’esempio convince e trascina”.





Pesaro - VITERIA - BULLONERIA - UNIFICATA E A DISEGNO - FASTENERS - ARTICOLI TECNICI

La sede: esterno e interni del magazzeno

La Bulloneria è azienda leader nel commercio di viti, bulloni e minuteria metallica. La sua vasta gamma, sempre disponibile in magazzino,ne fa un partner industriale affidabile e sicuro: per chi se ne serve da anni e per coloro che vorranno iniziare

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Filiale Via Ponte Felice, 3/a Tel. 071.948815 - Fax 071.7496740 60037 Monte San Vito (AN)

Via dei Trasporti Tel. 0721.482278 - 481382 Fax 0721.482211 61020 CHIUSA DI GINESTRETO (PU) www.bulloneriaps.it - info@bulloneriaps.it

Filiale Via Tortona, 140 Tel. 0547.415760 - Fax 0547.415761 47020 Pievesestina di Cesena (FO)


SAN GREGORIO

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SAN GREGORIO

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Libri pubblicati

1. Enzo Cecchini. Palazzate 1 2. Enzo Cecchini. Palazzate 2 3. Istituto comprensivo Misano Adriatico. Anch’io sono un poeta (2001) 4. Istituto comprensivo Misano Adriatico. Anch’io sono un poeta (2002) 5. Istituto comprensivo Misano Adriatico. Anch’io sono un poeta (2003) 6. Istituto comprensivo Misano Adriatico. Anch’io sono un poeta (2004) 7. Emilio Cavalli. Pane vino e mortadella 8. Emilio Cavalli. Gira... soli 9. Emilio Cavalli. Fiume Conca 10. Emilio Cavalli. Lanterne e preghiere della Valconca 11. Emilio Cavalli. Esodi contro esodi 12. Emilio Cavalli. La Rumagnola 13. Milena Renzi. Il picco dell’aquila 14. Andrea Argentieri. Il teatro nella scuola ... o scuola di teatro 15. Anna Filippini. Sapori e colori del nostro dialetto I 16. Giustiniano Villa. XIII concorso di poesia dialettale 17. Massimo Giorgi. Le finestre 18. Giustiniano Villa. XIV concorso di poesia dialettale 19. Anna Filippini. Sapori e colori del nostro dialetto II 20. Giustiniano Villa. XVI concorso di poesia dialettale 21. Associazione Michele Pulici. Nella rete di Michele 22. Mario Tonini. Al mi Casace (Le mie Casacce) 23. Associazione Michele Pulici. Atti del seminario incontro sulla scuola 24. Riccardo Gresta. Frammenti pesaresi istoriati dalle collezioni Bonali e Ugolini 25. Giustiniano Villa. XVII concorso di poesia dialettale 26. Silvio Di Giovanni. Il terremoto 27. Alessandro Roveri. Cattolica. Origine di un nome e di un luogo 28. Mario Elio Foschi. E pasatemp (Il passatempo) 29. Alberto Cibelli. Trentuno poesie e testi di vita e d’amore 30. Giustiniano Villa. XVIII concorso di poesia dialettale 31. Emilio Cavalli. Mercurio e la verga magica della Valconca 32. Vincenzo Santolini. Don Michele. Storia dei nostri tempi 33. Scuola Gradara. Cibi senza frontiere 34. Veniero Accreman - Silvio Di Giovanni. Considerazioni sul 150° Unità d’Italia 35. Luigi Signorotti. Memorie su Tavoleto: conti, preti e cappellani 36. Giustiniano Villa. XX concorso di poesia dialettale 37. Giustiniano Villa. 1993-2012 i vincitori 38. Fosco Rocchetta. Il “naufragio” dello Zefiro a Riccione 39. Vincenzo Sanchini. Li pèdghe 40. Fosco Rocchetta - Luigi Vendramin. Riccione nel Risorgimento 41. Gianfranco Vanzini. La teologia del ragioniere - I Dieci Comandamenti 42. Giustiniano Villa. XXI concorso di poesia dialettale 43. Fosco Rocchetta. Borgatti: “Riccione, il mio ritrovo estivo preferito” 44. Cristina Ortolani. Sofia e il colibrì 45. Ricette contadine 46. Alberto Cibelli. Su questo palcoscenico 47. Silvano Genga. Diario “on board” di una chemio 48. Emilio Cavalli. Si mangia a occhi aperti 49. Giorgio Grassi. Us rid... ma ui sarìa piò da piègn 50. Teresio Spadoni. Anelli di fumo 51. A tutti buona fortuna 52. Roberto Matteoni. Roma 53. Alessandro Viggiani. Le straordinarie avventure di Kazan 54. Giustiniano Villa. XXII concorso di poesia dialettale 55. Silvio Di Giovanni. Breve saggio su Lucrezio e il “De rerun natura” 56. Antonio Zaghini. 4 agosto 57. Antonio Zaghini. Tra ricordi e poesie 58. Edoardo Conti. Storia di una staffetta 59. Gianfranco Vanzini. Il Decalogo. Guida per una vita felice 60. Carmen Pacini/Alessia Minardi. Il castello fatato 61. Cosetta Venturi/Daniela Gravina. Il gatto e il piccione 62. Fosco Rocchetta. Riccione sotto le bombe. Settembre 1944 63. Luciano Vagnini. La storia del mitico Raquette Bar 64. Enzo (Cecco) Cecchini. Radio Talpa ‘77 - ‘84 65. Stefania Crinella. Mentre tu dormivi 66. Mario Tonini. Fantasia d’un burdel 67. Fosco Rocchetta. Riccione la mia città 68. Sandra Sabattini. Sandra 69. Antonio Zaghini. Gitana per sempre 70. Gianfranco Vanzini. Il Decalogo. Guida per una vita felice 71. Giovanni Salvadori. Sursum corda (In alto i vostri cuori) 72. Maurizio Casadei. La Grande guerra e San Clemente 73. Giovanni Salvadori. Pensieri 74. Giustiniano Villa. XXIII concorso di poesia dialettale 75. Daniele Montebelli-Ezio Venturi. Viale don Minzoni 1 76. Roberto Matteoni. Miti, leggende, storia dei popoli italici 77. Fosco Rocchetta. Nascita del turismo di Riccione 78. Silvio Di Giovanni. Ottanta voglia di scrivere 79. Autori Vari. Fiat 500 Fans Club 80. Maurizio Zaghini. Gli amici della “cunetta” 81. Edoardo Conti. L’altra faccia dell’Italia 82. Michele Laganà. Sprazzi di vita 83. Alberto Spadoni. Mormoriamo (Murmuremma) 84. Giustiniano Villa. XXIV concorso di poesia dialettale 85. Solenne processione in onore del santo Amato Ronconi 86. Fosco Rocchetta. Riccione città del motogiro d’Italia 87. Gianfranco Vanzini. La ricetta della gioia 88. Stefania Terenzi. Celestina

Se (di Rudyard Kipling)

Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te perdono la testa e dicono che è colpa tua, se ti fidi soltanto di te stesso quando tutti dubitano di te, ma se tieni conto anche dei loro dubbi; se sai aspettare senza stancarti dell’attesa, non farti ingannare e tieniti lontano dalle bugie; non farti odiare e non lasciarti trascinare dall’odio, non apparire troppo buono e non fare il furbo: se riesci a sognare… e a non fare del sogno il tuo padrone; se riesci a pensare… e a non fare delle parole la tua meta se puoi incontrare il Trionfo e il Disastro e trattare questi due impostori esattamente allo stesso modo; se riesci a sopportare che il peso della tua verità venga contorto da persone spregevoli che cercano di imbrogliare i più sciocchi, o guardare le cose cui hai donato la vita spezzarsi e piegarsi e ricostruirle con attrezzi sgangherati: se riesci a mettere insieme tutte le tue vittorie e rischiarle in un colpo azzardato, e perdere, e ricominciare daccapo senza mai accennare alle tue sconfitte; se riesci a dar forza al tuo cuore, ai tuoi nervi e alla tua tenacia; quando, dopo che gli altri hanno rinunciato, tocca a te, e tieni duro quando non ti è rimasto nient’altro che la Volontà di dire: - Tieni duro! Se riesci a parlare alle folle e a mantenere la tua onestà o a passeggiare con i Re senza perdere la tua semplicità; se i nemici e nemmeno gli amici più cari possono ferirti, se tutti contano su di te, ma nessuno oltre misura; se riesci a riempire l’inesorabile minuto con una corsa di sessanta secondi, tua è la Terra e tutto quello che esiste. E - ancor più - tu sei un uomo, figlio mio!


- Che cosa l’ha colpita dell’economia americana? - Che cosa apprezzano dei prodotti italiani gli americani? - Quanto è difficile entrare nel mercato americano? - Tra gli imprenditori italiani in circolazione, quali sono quelli che le piacciono di più? - Che cosa deve chiedere un bravo imprenditore allo Stato? - Che cosa manca all’economia italiana? - Perché l’impresa pubblica in Italia non funziona? - Come vede il futuro dell’economia italiana? - Degli imprenditori italiani, si dice che sono dei geni che non fanno ricerca, perché? - I politici sanno di economia, a suo parere? - Lei ha incontrato personaggi che hanno fatto la storia contemporanea chi l’ha maggiormente colpita? - Ha rimpianti? - Quali sono i suoi valori politici? - Quale visione ha dello sviluppo della società riminese? - C’è sempre meno giustizia sociale, che cosa pensa di fare? - Come aiutare in concreto gli imprenditori? - Come aiutare le famiglie? - Si parla di riforme, ha qualche proposta concreta? - Perché dovrebbe essere votato - Che cosa ha ricevuto e che cosa ha dato alla politica? - Con quale aziende del territorio l’Università di Rimini collabora? - Che cosa l’ha sorpresa di più dalla politica? - Potrebbe portare qualche esempio forte? Un rapporto vincente sia per l’impresa, sia per chi fa ricerca? - Spesso, gli imprenditori dopo l’entusiasmo iniziale sono insoddisfatti dei rapporti con la scuola e l’università, come superare la diffidenza? Siete mai andati in qualche azienda del Riminese a cercare fondi? Avete mai collaborato in team con più imprese dello stesso settore? Invece, quali sono i vostri rapporti con le associazioni di categoria? Che cosa avviene nelle nazioni più avanzate?

Egregio presidente, buon giorno. Mi chiamo Giovanni Cioria e sono un giornalista di Rimini che lavora al giornale la Piazza, mensile di politica, economia, cultura e costume della provincia di Rimini. Mi permetto di disturbarla con alcune domande. 1) Come mai non ci sono assessori riminesi in giunta? 2) A Rimini si dice che la Regione fa poco per il turismo, vero o falso? 3) Come la Regione ha fatto fronte alla crisi economica nei confronti della piccola e media impresa? 4) In Emilia Romagna ci sono quattro aeroporti, che cosa fare per razionalizzarli? 5) L’Emilia Romagna è una delle dieci regioni più ricche d’Europa, ma negli ultimi anni il tasso di disuguaglianza è aumentato, che cosa fare? 6) Che cosa ha ricevuto e dato alla politica? 7) Che cosa viene taciuto agli italiani? 8) Qual è il peccato più grave per chi fa politica? 9) Perché la politica è così lontana dall’etica? 10) Quant’è lontano il Pd da Berlinguer? - che cosa si possono aspettare le piccole e medie imprese dal futuro? - che cosa dovrebbero fare per essere competitive?


Negri

Lambiasi

- Può raccontare qualcosa della sua storia umana? Famiglia, educazione - Nella sua vita chi ha contato di più, come esempio? - Qualcuno dice che il destino di un uomo è il carattere. Come si descrive? - Che cosa apprezza di più in un essere umano? - Che cosa è per lei la vita? - Qual è il peccato più frequente oggi? - Che cosa umilia di più l’uomo? - Qual è l’attestato, il gesto più commovente che ha ricevuto? - A che cosa non rinuncerebbe mai? - Chi è un intellettuale? - Lei ha incontrato personaggi che hanno fatto la storia contemporanea chi l’ha maggiormente colpita? - Quale segno hanno lasciato? - Qual è la sua giornata tipica? - Tra gli italiani che ci sono in circolazione, quali sono quelli che le piacciono di più? - Come vede il futuro? - Quali sono i suoi hobby? - Lei forgia cultura. Il sapere serve, aiuta? - Di che cosa ha bisogno l’uomo? - Ha rimpianti? - Che cosa vede, quando guarda il mondo? - Quali sono gli uomini più infelici? - Quali sono i valori che mancano a questa società? -Viene spesso a San Marino? - Ha parenti, amici? - Come si colloca la fisica italiana nel mondo? - Come sono i nostri giovani studenti rispetto ai coetanei stranieri?

1) Come nasce la sua vocazione? 2) Com’era la sua famiglia? 3) Che cosa si aspetta il popolo dalla chiesa? 4) Che cosa si aspetta la chiesa dal popolo? 5) Che cos’è la solitudine per un prete? 6) Qual è la sua giornata tipo? 7) Ha qualche hobby? 8) Quale peccato è più frequente nel nostro tempo? 9) E’ più grave lavorare poco o lasciare il mondo nelle mani della finanza speculativa? 10) Qual è l’oppressione che più umilia il povero? 11) La colpa più grave di cui si macchia il ricco? 12) Qualcuno vede i preti sempre schierati con i più forti... 13) Che rapporto esiste tra preti e politica? 14) La sua diocesi è tra le più ricche d’Europa, che cosa la rattristisce? 15) Ha mai paura? 16) Come vede il futuro? 17) Quali sono le tentazioni di un sacerdote? 18) Che cosa possiamo imparare dalla bibbia? 19) Qual è il testo biblico a lei più caro? 20) Prima di addormentarsi, per chi prega in particolare? 21) A chi predicare la parola di Dio? 22) Che difetti si riconosce? 23) Lei ha fede e questa l’aiuta a vivere e chi non ha fede? 24) Chi sono le persone che più hanno contato per lei? 25) Una cosa che caratterizza la chiesa è l’obbedienza, perché è una virtù poco praticata? 26) C’è la chiesa progressista e quella pre-conciliare, lei come si considera? 27) Rimini ha 330.000 abitanti, quanti secondo lei sono cristiani? 28) Lei è uno studioso, i libri servono? 29) Lei ha conosciuto i problemi di Rimini, che cosa l’ha colpita di più? 30) Che cosa apprezza di più in un essere umano? 31) Di che cosa ha bisogno l’uomo? 32) Che cosa vede quando guarda il mondo? 33) Ha rimpianti? 34) Quali sono gli uomini più infelici? 35) Quali sono i valori che mancano a questa società


Franco Cordero

Zucconi

Italia... dal futuro miserabile perché lo sviluppo economico richiede tensione psichica, cultura, lavoro duro, regole ferme. Mentre qui regnano privilegi parassitari, variegato malaffare, gusti fraudolenti, mente corte, animule spente Franco Cordero San Gregorio numeri ZUCCONI - Nel cuore fermo di un’America in ginocchio per la paura... - La crepa dell’incertezza attraversa come una faglia sismica la giornata della democrazia elettorale americana, aprendo l’ipotesi di ogni terremoto possibile... - Trafitto per sempre dallo spillo di Lee Harvey Oswald come una incantevole farfalla amazzonica inchiodata alle pareti di un museo, John fitzgerald Kennedy da mezzo secolo nella fissità luminosa del suo mito

In principio è l’immagine. Non è il teologo che converte, è il Cristo inchiodato, è l’Arcangelo che detta il Libro al profeta sotto le stelle fredde del deserto. La fame non esiste, esiste l’affamato. Non esiste la disoccupazione, esiste l‘operaio buttato sulla strada. Cerca il dettaglio, il gesto, lo sguardo, cerca il particolare e troverai il senso del generale. Chi sa parlare il linguaggio delle immagini, sa parlare all’immaginazione.

























Giovannini Umberto, incisore, musicista, attore

- “Saremmo peggiori di quello che siamo senza i buoni libri che abbiamo letto, più conformisti, meno inquieti e ribelli, e lo spirito critico, motore del progresso, non credo esisterebbe”. Mario Vargas Llosa.

“Itinerari letterari”. E’ il titolo dell’ormai consolidata rassegna libraria morcianese; giunta alla quinta edizione. Insieme ad Emiliano Visconti tanti scrittori, con le loro lingue e le loro storie. Dopo il primo appuntamento con Paolo Nori, che ha presentato il suo lavoro ‘Ultimi Treni’, si prosegue domenica 12 febbraio, con Antonia Arslan, che presenta ‘Lettera a una ragazza in Turchia’, figlia di un’altra ragazza di Turchia, che fu Armena e quindi ‘meno Turca’ delle altre,

Umberto Giovannini, morcianese a Londra un po’ come la ragazza a cui a dedicato un libro, che alla fine è una lettera, in questa lettera ci racconta il coraggio, la possibilità di un’alternativa, le storie che servono per sopravvivere. Domenica 19 febbraio sarà

a Morciano Grazia Verasani che presenta ‘Lettera a Dina’ che è il racconto toccante di un’amicizia assoluta e dei segni che ha lasciato; una riflessione sui sogni e gli ideali della giovinezza attraverso un paesaggio esisten-

ziale che tocca un decennio importante della storia italiana, gli anni 70, in una sovrapposizione tra passato e presente il cui raccordo emotivo - e provvidenziale - è la musica. Ultimo appuntamento il 26 febbraio con Giorgio Fontana, premio ‘Campiello’ nel 2014, con un nuovo romanzo (‘Un solo paradiso’) in grado, ancora una volta, di prenderci alla sprovvista: un romanzo d’amore, per quanto sia possibile etichettare un romanzo scritto con la maestria che Fontana già più volte ci ha dimostrato di possedere. Appuntamento alla sala ‘Lavatoio’ alle 17. Ingresso libero


RIMINI

Gennaio 2017

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Intervista con l’ex comandante della Guardia di finanza della provincia di Rimini

Cecchi: “Ho difeso la patria” - Fisico da corazziere, ai piedi le infradito, blue jeans strappati ad arte, una magliettina bianca girocollo. Il tutto esaltato da capelli corti. L’età, l’insieme, ti portava lontano, ma mai nel suo mestiere. Parlava col prestigioso giornalista Peter Gomez, autore insieme a Marco Travaglio di una serie di libri sulle tristezze della classe dirigente italiana, sopportata purtroppo senza fastidio dal cittadino. Tuttavia, il centro della discussione, senza nomi, ti faceva capire che doveva essere un papavero della prima repubblica, era: “Lo dovevamo arrestare... Ma oramai è andata così...”. Quel corazziere vestito da giovinastro, resta alla presentazione del libro dell’amico Gomez. A tavola, vicino ad una tagliatella, chi scrive chiede al giornalista: “Scusami, chi era quel signore con te?”. “Non lo conosci? E’ il nuovo comandante della Guardia di Finanza di Rimini. E’ un caro amico, ci siamo conosciuti quando prestava servizio a Milano”. E a Milano, quel riminese nato a Pesaro, che poteva optare per archeologia o l’antiquariato, si era fatto conoscere per una lunga serie di indagini rigorose sull’anti-mafia. Gomez lo cerca così: “Qui sta un leggendario ca-

Lavorato con i procuratori Borrelli, Di Maggio, Davigo, Falcone. Amico di Peter Gomez, Marco Travaglio, Barbacetto. “Mi sento un dinosauro in estinzione” IL PERSONAGGIO

pitano della finanza?”. L’amico Gomez gli dedica uno dei suoi libri con questa frase: “All’ultimo squadrista della polizia giudiziaria”. Negli anni milanesi Cecchi, una passionaccia per la moto, “la mia amante vera”, diventa amico di giornalisti come Marco Travaglio, Gianni Barbacetto. Lavora a Milano con procuratori della Repubblica che per serietà e affidabilità ti fanno essere orgogliosi e capisci che il Paese, nonostante tutto, ce la potrebbe anche fare: Saverio Borrelli, Pier Camillo Davigo, Francesco Di Maggio. In pensione dal 2012, dopo

Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza della provincia di Rimini dal 2005 al 2010

42 anni di lavoro, due figli, la storia come passione, Enrico Cecchi si è occupato di contrabbando da giovane tenente, di lotta alla mafia e di polizia giudiziaria negli anni successivi. Arriva a Rimini a 16 anni, quando il babbo viene chiamato come dirigente alla Cassa di Risparmio di Rimini. “Faccio il concorso per entrare in accademia - racconta perché mi piaceva la vita militare; sono giovane nell’epoca degli anni di piombo. Ma non sapevo neppure io che cosa potesse essere quella carriera. Eravamo in 300 per 30 posti; ce la faccio”. Il primo incarico è a Bari, a comandare la seziona mobile regionale. Si combatte il contrab-

bando di sigarette sul litorale, da Termoli a Otranto. Le auto delle forze dell’ordine sono Giulia e Alfetta, la metà senza radio a bordo. A chi gli chiede quanto negli anni è migliorata la logistica e la tecnologia in dotazione, risponde Cecchi: “Tantissimo; roba dal giorno alla notte”. Nell’81, viene trasferito a Milano: al nucleo speciale di polizia valutaria. Cecchi: “Allora non c’era il reato valutario; cioè portare denaro nei paradisi fiscali. Nell’ambito di quest’attività, in sette operazioni, denunciammo 700 persone per un giro di 580 miliardi di lire [circa 300 milioni di euro, ndr]. Dato che non c’era il reato valutario, utilizzammo un reato accesso-

rio: l’anti-riciclaggio. I reati, a maggioranza, erano commessi dalla mafia trasferitasi nel ricco Nord’Italia”. Parte delle sue indagini confluiscono nel maxi processo di Palermo (entra in contatto con Giovanni Falcone) e di Pizza Connection (riciclaggio di danaro sporco frutto della vendita di droga negli Stati Uniti, con la mafia americana e italiana protagoniste). Da Milano, un anno a Como, al nucleo di polizia tributaria. Altro passaggio: nucleo speciale dell’alto commissario per la lotta alla mafia. Sciolto l’alto commissariato, viene spostato a Bologna, al servizio informazioni per la sicurezza militare. Cecchi: “Nel ‘95, chiedo di fare l’antimafia. Mi mandano a Milano, come comandante di investigazione preventiva e anti-riciclaggio.” Prima di arrivare a Rimini nel 2005 come comandante provinciale, fa altre due tappe: due anni comandante provinciale a Trento, poi salto ad Ancona: capo di stato maggiore al comando generale. Finito il comando riminese nel 2010, fa

ritorno ad Ancona. Nel 2012, va in pensione come generale di brigata. Cecchi sintetizza i suoi anni di servizio: “Fino a qui ho servito la patria. Però osservo che qualcosa non funziona, dal momento che lo Stato istituisce alti commissariati, come l’anti-mafia, contraffazione... e altre forme di illecito contro la pubblica amministrazione. Penso che voglia dire che lo Stato accusa una sconfitta, altrimenti non commissarierebbe. Anche se poteva non piacere, dico queste cose in servizio e pubblicamente. Per cui, spesso, ho avuto delle problematiche con alcuni dei miei superiori”. “Riconosco che all’estero continua Cecchi - determinati illeciti vengono sanzionati forte. Negli Usa per evasione fiscale ti becchi 25 anni; in Italia non li fa neppure un serial killer. Sono inconcepibili i condoni fiscali o edilizi. In Italia siamo all’illecito legalizzato in qualsiasi settore. Se traduci la legislazione americana in italiano, l’evasione fiscale cala dell’80 per cento. Non abbiamo mai messo le manette agli evasori. Mi sento un dinosauro in estinzione. Dobbiamo ringraziare coloro i quali continuano a fare il proprio dovere. Purtroppo sono pessimista”. Chiude la sua riflessione: “Il tempo ammonisce la saggezza dei tempi che le parole incantano e illudono, ma solo l’esempio convince e trascina”.


RICCIONE

Febbraio 2017

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Le ragioni? Una risposta: è un momentosenza il partito come luogo di discussione Desidero inziare questa presentazione con una confessione. Quando si decise che avrei dovuto iscrivermi all’Università (a Pavia perchè speravo di entrare a far parte di un Collegio Universitario), la scelta dei miei parenti cadde sulla facoltà di ingegneria affinchè perpetuassi la professione di mio padre e si diede incarico a un lontano cugino, che appunto allora frequentava il Collegio Borromeo, di interessarsi alla bisogna. Ma il cugino si sbagliò e mi iscrisse a chimica e giustificò poi il suo errore affermando che il biennio propedeutico era eguale e che a Pavia la facoltà di ingegneria non esisteva (tranne i primi due anni). Si scoprì poi la sua inesattezza e si decise allora che avrei fatto il chimico, mentre io, in cuor mio, avrei invece desiderato divenire un archeologo. Intraprendo ora, dopo moltissimi anni, questa professione e con questo nuovo spirito ho cercato di scavare in un’area dove, sono convinto, si potrebbe scoprire qualcosa di interessante. Durante lo sterro ho subito tolto molto terreno fino a raggiungere quello che immaginavo fosse il primo strato, e ho allineato le zolle scavate tutte attorno alla piccola fossa. Ho scoperto che da quasi ognuna di esse spuntava una piastrina con un nome inciso:Tingi, Thamusida, Lixo, Banasa, Sala, isole Porporarie, Cerne, Volubilis, Cesarea, Lilibeo, Cartagine, Cadice, Leptis, Sala, Cnido, Belo, Carteia, isola degli Oleastri, Sububus, Banasa, delimitando così i confini della mia ricerca. Suddivisi allora il terreno con fettucce colorate perchè meglio fossero individuate le zone da approfondire e cominciai a scavare proprio nel suo centro.

Medas, Il secondo strato, appena pochi centimetri al disotto del primo, si rivelò zeppo di placchette di argilla con iscrizioni nelle quali si potevano individuare altri nomi come Giuba, Cleopatra Selene, Serapione, Filino, Aulo Mauro, Filarco, Acherba, Fania, Afranio, Lucio, Cornelio, Asaruba, Volux, Gutete, Petreio. La loro collocazione, al di sopra di tutto , aveva certamente un valore apotropaico, quello di dirmi che loro erano i padroni e gli autori di ciò che avrei scoperto continuando lo scavo. Non era questo il solo significato in quanto a fianco delle placchette più grandi ne trovai altre più piccole, ma non meno importanti, perchè molto spesso quasi attaccate alle prime e con incisi altri nomi come Igino, Strabone, Agrippa, Varrone, Livio, Vitruvio, Areio, Alessandro, Anassilao, Flacco, Atenaio, Mecenate, Virgilio, Orazio, Ottaviano, Ottavia, Giulia, Aristosseno di Taranto, Iempsale re di Numidia, Zenodoto, Neco, Azmelqart, Eutimene, Posidonio, Pirro, Poro, Magone. La mia cultura classica iniziava a dimostrare molte lacune perchè, oltre a nomi noti e ormai dimenticati, ne scoprii altri di cui ignoravo l’esistenza: geografi, storici, politici, architetti, letterati, scrittori, peripatetici, compositori, navigatori e bibliotecari. Sopratutto questi ultimi mi spinsero a scavare più a fondo il terreno finchè trovai avvolti in pelli di capra una lunga teoria di papiri arrotolati così strettamente da costituire il terzo strato della fossa. Li srotolai pian piano e facendo appello ai miei ricordi di latino mi resi conto che ognuno di questi

riportava una descrizione puntigliosa, una specie di ritratto accuratissimo o di una situazione da far rivivere o di un ambiente da ricreare apposta per il ricercatore. Come solo un bravo scriba avrebbe potuto fare! Ne elenco qualcuno usando il titolo riportato in ogni targhetta applicata al relativo papiro e aggiungendo qualche precisazione sul contenuto: -Il calore del respiro. Di una madre quando addormentava Giuba. - Il medico.L’esposizione del suo lavoro a bordo e in terra. - Biblioteca. La descrizione di quella di Giuba. Con i papiri di colore verde per il greco, rosso per il latino, bianco per il punico e dove ci si spostava come uno che si muove al buio nella propria casa, dove si usavano calami egiziani o di Cnido e inchiostro fatto con il nero di seppia alla fuliggine. (La vera casa, la tua casa, ricordatelo è quella dove puoi essere sonnambula senza inciampare) - La testa di cavallo. Come decorazione che i pescatori di Cadice mettevano sulla prua e che chiamavano cavalli le barche che li avevano. (Polene) - Elefanti. La loro descrizione e il loro utilizzo in guerra e in pace. Uomini di mare. Con gli occhi leggermente affilati e segnati da un fascio di rughe ai lati i naviganti erano uomini pratici e decisi, capaci di agire senza indugio in ogni situazione con mente fredda, sicuri, disciplinati, e che avevano molto tempo per pensare quando ascoltavano il rumore della nave

che solcava il mare e sapevano meditare sul senso delle cose. I marinai sono divinatori del tempo perchè da quello dipende la loro vita. Tre dita, appena tre dita di legno d’abete li separavano dalla morte. - Imbarcazioni. Liburne, onerarie, scaphae, rimorchiatori, celox. I marinai riuscivano a capire il linguaggio della loro nave, la conoscevano come fosse una persona, ne comprendevano il carattere e sapevano perfettamente come si sarebbe comportata in ogni circostanza. Descrizione del loro interno e del mobilio (cassa di quercia calatafata). - Vita e lavori a bordo. La vita di bordo aiuta a scoprire il carattere dei propri compagni con una rapidità che difficilmente si presenta in altre circostanze ed aiuta a comprendere meglio se stessi. Considerazioni sull’aver portato i timoni più avanti di tre piedi per conferire loro manovrabilità accellente. Impiombatura delle cime. Stilare il giornale di bordo. La ricerca e l’approvigionamento d’acqua. La latrina di bordo. - La balena. “Soffia a prua! Un poco a dritta!” (Ismaele? Moby Dick) - Mostri marini. Il dubbio sulla loro esistenza, calamari di otto piedi, seppie di quattro, pescicani. - Topi. Pericoli, uso del formaggio e dei gatti a bordo. - Eruzioni sottomarine. ( Santorino, Isola Ferdinandea) - Emergenze. Nave intrappolata nei bassifondi. Tempesta di sabbia dal deserto. (garbino) - Religiosità. Descrizione di un sacrificio agli dei. - Guerra. Descrizione di un assalto. - Commercio. Descrizione dei venditori di immagini. (Mont Saint Michel). Dimenticavo un ultimo papiro, più spesso degli altri, quasi isolato e con una targhetta intrigante ove era scritto “Nido di Venere”. Lo distesi con molta curiosità scoprendo che si trattava della vita sessuale dei marinai e che il titolo era l’insegna di un lupanare vicino al porto dove le ragazze assumevano un atteggiamento molto sbrigativo che costringeva i clienti a soddisfarsi in pochissimo tempo. Non tutti, così era scritto, li frequentavano perchè molti, i più abbienti, intrattenevano relazioni intime con donne che ricevevano in casa propria, mentre i soggetti più rozzi si accontentavano di arrangiarsi a bordo con qualche ragazzino, normalmente un mozzo fra gli otto e dodici anni, che costringevano a imboscarsi con loro nei punti più nascosti della stiva e che costava al più vecchio una dose di bastonate sulla schiena e al più giovane un soggiorno di almeno mezza giornata chiuso in una botte senza acqua nè cibo (Stele di Novilara). Il papiro conteneva anche pettegolezzi come il rapporto (molto fugace, per la verità) fra Cleopatra Selene moglie di Giuba con Aulo,

di Giuba stesso con Yaito, figlia del suo ospite di Canaria offertagli come dono di ospitalità, e di due marinai Publio con Ausonio fra loro. Mi chiesi più volte quali fossero state i motivi per conservare così accuratamente tutte queste informazioni, quando, dopo aver tolto lentamente i papiri dallo strato in cui erano riposti, mi accorsi che sotto di questi apparivano sette piccolissime montagnole, quasi delle isole, alcune delle quali avevano, in caratteri latini i nomi di Ombrios, Canaria, Ninguaria, Capraria o Sauraria e che altro non erano se non le isole o terre Fortunate o isole Felici oppure addirittura le isole dei Beati. Ecco allora lo scopo di tutte le descrizioni e di narrazioni di fatti: far partecipare il ricercatore lettore all’avventura di una scoperta geografica. Come, molti moltissimi anni dopo potrebbe essere successo attraverso la lettura del diario di bordo di Cristoforo Colombo o della descrizione del viaggio di Magellano compilata da Antonio Pigafetta. Non ne ero molto convinto quando finalmente la mia perplessità fu risolta dalla scoperta di un ultimo strato del mio scavo, questa volta costituito da una serie di tavolette di ardesia (oppure ossidiana?) molto sottili che recavano incise intere frasi latine e puniche. Cercai di tradurle ed eccovi il risultato di queste ultime ricerche: - La curiosità per le cose del mondo è un dono degli dei e appartiene agli uomini intelligenti. - Il desiderio di conoscenza vale la pena di affrontare rischi molto alti.

- Un vero studioso deve conoscere in prima persona l’oggetto delle sue ricerche. - Sono gli interessi dello spirito a mettere in moto la vitalità dell’uomo e a sostenerlo quando il corpo raggiunge la vecchiaia. - Lo scopo di un’esplorazione non si esaurisce nella sola raccolta di dati, ma si sviluppa in molte altre opportunità, attraverso cui l’uomo può conoscere il mondo e capire se stesso. - Dopo un viaggio non si torna mai uguali a prima. Si torna migliorati, qualunque ne sia stato l’esito. Ed è questo continuo miglioramento che rinnova lo spirito, che permette di superare i limiti, di stimolare la curiosità di altri uomini che non potranno mai raggiungere quei luoghi, ma che potranno conoscerli ugualmente cercando nei testi, tra i volumi delle biblioteche. Chi avrebbe potuto essere lo scriba di queste profonde osservazioni? E perchè collocarle proprio alla fine dello scavo, come a sottolineare che queste fossero il vero e ultimo scopo della ricerca? E’ ben vero che in un papiro vi era riportata una considerazione di Orazio rivolta forse sempre allo scriba:”Mi rammarico di non essere riuscito ad accendere in te la passione della poesia”. Forse non era stata accesa la fiamma della poesia, ma senz’altro il desiderio della conoscenza. La mia esperienza come ricercatore era terminata, ma no, non ancora perchè dalla lettura dei papiri mi erano rimaste alcune curiosità: - che cos’è l’euforbia che serve a guarire dal morso dei serpenti? - che differenza poteva esserci fra il garum di Lixo e quella delle altre zone? Forse un maggior stadio di putrefazione? - A cosa serviva la porpora getula? - E che cibo era la mola salsa? - Chi ha mai gustato spalla di maiale lessata con orzo e fichi, poi passata al forno, spalmata di miele e condita con vino passito e pepe? Magari con il falerno! E poi ancora: - Si stipulavano anche allora le assicurazioni per i carichi? - Cosa successe all’oneraria che cercava di imboccare la foce del fiume che si trovava presso la città di Ariminum? E quando? Proverò a chiederlo a un mio amico, Stefano Medas, che lui le sa tutte queste cose!


Umberto Boccioni Genio e memoria Mart Rovereto 05 novembre 2016 / 19 febbraio 2017 Nella ricorrenza del primo centenario della morte di Umberto Boccioni (18821916), il Comune di Milano e il Mart di Rovereto celebrano l’artista con due mostre che ne evidenziano, alla luce anche di documenti inediti, il percorso artistico e la levatura internazionale. Dopo il successo a Palazzo Reale di Milano, la mostra Umberto Boccioni. Genio e memoria si presenta in una nuova e inedita versione espositiva

nelle sale del Mart. Ultimi trenta giorni per ammirare oltre 180 opere tra pitture, disegni, sculture del maestro futurista. In mostra a Rovereto, fino al 19 febbraio, gli straordinari capolavori di Umberto Boccioni e, eccezionalmente, il suo Atlante della memoria. Indispensabile per comprendere la carriera e la vita di uno dei padri dell’arte del ’900, il prezioso documento, normalmente conservato presso la Biblioteca Civica di Verona, è al Mart. Ancora per poche settimane.

ALLEGRO MA NON TROPPO - Il vecchio e caro viale Fratelli Cervi è impreziosito dagli ulivi. Povere piante. Ce ne sono molte, peccato che siano statmesse a dimora in vasoni; sempre troppo piccoli per ospitare una delle essenze più nobili e maravigliose sulla terra. E’ un po’ come tenere un essere umano in gabbia. Per natura, ulivo e persona, hanno bisogno del cosiddetto spazio vitale. Sono lì costrette da anni e si vede; sono poco più di bonsai. A che cosa servono? Forse chi ha avuto l’idea pensava all’arredo urbano. Ma le piante non dovrebbero arredare, sono un tutt’uno con l’ambiente. Fanno civiltà e comunità. L’ulivo era la pianta cara ad Atena, la dea della saggezza, che sapeva essere terribile come poche. Chi sa che direbbe...

Ulivi in viale Fratelli Cervi

Viale Fratelli Cervi, poveri ulivi


MISANO Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

Febbraio 2017

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Aperto nel 1972. La famiglia arriva dal Cadore, Bellunese, centro mondiale dell’occhialeria

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

Chiude Ottica Sperandio, un’istituzione - L’Ottica Sperandio ha chiuso per raggiunti limiti di età. Elia ha compiuto 70 anni; vuole godere della famiglia e del mare. Aperto nel novembre del 1972; il testimone lo ha lasciato all’Ottica Cardinale. La famiglia Sperandio è originaria della Valcadore, distretto mondiale dell’occhialeri. Giunge in Romagna per puro caso. Lo porta Luigi Biondi, il titolare dell’Ottica Biondi a Morciano. Il ponte nasce così. Luigi sta cercando un ottico; ne parla ad un suo rappresentante. Si chiama

Elia Sperandio, 70 anni, con la moglie Maria


RIMINI

Febbraio 2017

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Rispetto allo scorso anno.Gli indicatori economici 2016 di Rimini e Vicenza Fiere

Fiere, più 4 milioni di euro nota stampa ITALIAN EXHIBITION GROUP SPA: CON + 4 MILIONI NEL 2016 OBIETTIVI CENTRATI E SUPERATI - Il Consiglio d’Amministrazione di IEG ha approvato oggi i dati di bilancio preconsuntivo 2016 del Gruppo: IEG è la seconda fiera italiana - Il fatturato consolidato pro-forma1 si attesta a 123 milioni di euro, l’EBITDA2 sfiora i 23 milioni, il risultato netto consolidato è atteso a circa 6,6 milioni - Stabilità e crescita caratterizzano il triennio 2014-2016. E si lavora già al business plan triennale Rimini, 19 dicembre 2016 Il Consiglio d’Amministrazione di Italian Exhibition Group SpA (IEG), la società nata dall’integrazione di Rimini Fiera e Fiera di Vicenza ha approvato oggi i dati di

FOCUS bilancio preconsuntivo 2016. Italian Exhibition Group SpA chiude il 2016 con un fatturato preconsuntivo pro-forma1 di 123 milioni di euro (era atteso a 118,7 milioni), un EBITDA2 di 22,9 milioni (+4% rispetto alle previsioni) e un risultato netto consolidato di circa 6,6 milioni. La posizione finanziaria netta del Gruppo, si attesterà a 39,6 milioni contro i 40,6 di inizio anno: un risultato eccezionale se si considera che nel corso del 2016 sono stati distribuiti dividendi ai soci per 14 milioni di euro,

è partito l’investimento per l’ampliamento del quartiere di Rimini (già sold-out per SIGEP 2017) e sono giunti a scadenza gli ultimi pagamenti per la costruzione del nuovo padiglione 7 di Fiera di Vicenza. Nel 2016, IEG, nel complesso delle sedi espositive e congressuali di Rimini e Vicenza ha totalizzato 59 manife-

te e amministratore delegato di IEG, Lorenzo Cagnoni - è motivo di particolare soddisfazione. E mi sento di definirlo di assoluto rilievo, sottolineando che arriva dopo i risultati del 2015 e del 2014 anche questi brillantemente positivi. Si tratta di precisi indicatori di un percorso non solo stabile ma via, via rafforzatosi nel corso dell’ultimo triennio e che schiude a prospettive molto positive per il 2017. Anche per il prossimo anno ci siamo posti obiettivi ambiziosi e sfidanti che il mix di eccellenze a cui abbiamo dato vita con la nascita di IEG, dovrà essere in grado di stazioni, 216 tra congressi sostenere e raggiungere”. ed eventi, 14.593 espositori, sfiorando i 2,5 milioni di vi- Per il direttore generale di sitatori*. IEG, Corrado Facco: “Il primo pre-consuntivo di Italian Dati che posizionano IEG al Exhibition Group - che ha da secondo posto tra le fiere ita- poco raccolto l’eredità e la liane per volume di fatturato storia di due tra le migliori e al primo per manifestazioni società nel panorama fieriorganizzate direttamente. stico nazionale e internazionale - presenta parametri di “Un fatturato che reca un aumento di oltre 4 milioni di euro - commenta il presiden-

fatturato complessivo e di redditività molto lusinghieri, a conferma della visione industriale che ha caratterizzato la scelta della recente integrazione tra i due Soggetti. Sulla base di questi risultati, ha preso avvio il processo di stesura del business plan triennale, che recepirà le nuove scelte strategiche del Gruppo, improntate alla crescita - anche tramite ulteriori operazioni di acquisizione e ulteriori collaborazioni - e al consolidamento del proprio posizionamento, quale leader nell’organizzazione di Eventi internazionali, in Italia e nel mondo, al servizio delle migliori filiere produttive”.


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