Novembre 2016 - La Piazza Rimini

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Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

EDITORIALE

Noi, no! L'Italia dei Referendum tra terremoti e Sismi di Gabriele Paci - C’è una ‘applicazione’ che segnala con un bip sul telefono portatile i movimenti tellurici dell’entità ed entro la distanza indicate dall’utente. Ed essendo l’Italia terra di continui fenomeni sismici, anche non devastanti e non avvertiti, l’incauto o l’incauta che se ne servisse indiscriminatamente verrebbe continuamente disturbato dal suono. Ci fosse analoga App anche per i terremoti politici sarebbe in continua fibrillazione in vista del ‘Supersisma’ che in ogni caso investirà il Paese domenica 4 dicembre, 2016, quando la Riforma Costituzionale e Istituzionale di Matteo Renzi & Maria Elena Boschi verrà sottoposta a Referendum Confermativo. O non confermativo. Come peraltro auspichiamo ed indichiamo. Ché noi, NO!. Le ‘Ragioni del NO’, così come quelle pur parzialmente fondate di un ‘SÌ’, sono tante. Al di là delle modalità, democraticamente inaccettabili, con cui questa Riforma è stata portata all’approvazione delle Camere nella sua fase finale, al di là della finta abolizione del Senato e della creazione di un gruppo di nominati di secondo livello che dovrebbero fare bene lavori che già le ventiquattro ore sono insufficienti a fare bene uno alla volta, da Sindaco a Consigliere Regionale, al di là delle competenze legislative affidate a capocchia, al di là di un

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Ospedale Cervesi, quale sarà il suo futuro?

RICCIONE - 14

RIMINI - 9

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Pd, Ubaldi formalizza l'uscita dal partito

Fiere, fusione tra Rimini e Vicenza. Due conti in ordine

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CATTOLICA - 29

NOVEMBRE 2016

Nuovo Monumento ai Caduti, opera di Corsucci MORCIANO - 44-45

Referendum costituzionale e diritti dei cittadini Ma una democrazia deve avere una paura: che il sistema di garanzie non controlli più il potere. Con questa riforma si sta truccando - male - il motore della macchina di governo senza potenziare i freni delle garanzie

MADE IN ITALY C'è un mostro che abita sotto terra e si chiama terremoto... ma è la natura...

U j'è di mostre chi sta sora la tera ch'is cèma pulitichent, custrutor, techinche, spiculator, mafios... ma jè sno di delinquént

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Pascucci, anche macchine per il caffè e cioccolatini

di Alessandro Bondi* - Penalista in trasferta (Osservazioni sulla riforma costituzionale del 2016) Il penalista ne ha di suoi, non dovrebbe cercarsi problemi altrui. Eppure la riforma della Costituzione è questione che lo riguarda, non solo come cittadino, ma anche come giurista chiamato a dare un senso alla gestione statuale della pena, cercando in un codice del 1930 valori, principi, equilibri costituzionalmente compatibili - in una parola - legittimità.

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Cecco - Van Gogh - 2016 (campo di grano con volo di corvi)

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Politica e bene comune

San Clemente Cecchini: molto con poche risorse Buche e ponti chiusi San Giovanni Monsignore, grappa mondiale Coriano Teatro, su il sipario Valconca Fusione, Saludecio la boccia Mondaino Tartufo e formaggi in festa Saludecio Sant'Amato e papa Bergoglio

Breve massima di saggezza

In mezzo secolo, misanese va in Comune 3 volte: riceve 3 no

“Quello che è un Paese,

FOCUS

è la sua classe dirigente”

Condomini

Tina Anselmi (1927 - 2016)

Rifacimento tetto, ripartizione delle spese Pagina 20

Alberto Pascucci, il fondatore

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INCHIESTA

Nemmeno esigenze di governo offrono, però, legittimità a una legge elettorale che privilegia i nominati dai partiti rispetto alla scelta dagli elettori

Referendum costituzionale e diritti dei cittadini L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina 1. Dal codice costituzionale alla Costituzione penale. La nostra Costituzione è madre giovane impegnata nella realtà ma – con buona pace dell’anagrafe – ha un figlio più anziano di lei: il codice penale. Questo codice è distratto da regole nate con Re Duci Balconate Guerre che più non sono. Almeno si spera. Il codice penale è un punto di riferimento. Rimane tale anche se i civilisti cinguettano una melodia diversa, fatta di decodificazione per necessità dei tempi. Le fonti del diritto si sono moltiplicate anche nel penale, la gerarchia è scombinata; l’accumulo di norme è affrontato col lanciafiamme da ministri specializzandi in leggi elettorali. Il Governo è diventato principe della legislazione, anche contro la Costituzione, con decreti leggi fino a ieri reiterati e, decreti legislativi, ancora oggi attuati ad libitum dal Governo sotto scadenza elettorale. I testi unici hanno raccolto, riordinato, scegliendo poco, vivendo l’Italia senza conoscere l’Europa. Il diritto è diventato fluido; le norme, interposte. I gradi di giudizio non hanno capolinea a Roma. In nome della semplificazione si è complicato tutto e perso molto. La parola d’ordine è la riforma sempre più altisonante. La Costituzione ha subito mode del momento con poca estetica e molto dettaglio. Il tronco della Costituzione capace di conciliare l’inconciliabile è forte, ma rami importanti sono stati appesantiti. Costituzione, codice e leggi penali interloquiscono per necessità: complice l’Accademia che offre gli strumenti per superare la sterilità codificatrice del legislatore repubblicano con la fertilità interpretativa della Costituzione stessa.

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Giornale in stampa l'8 novembre

Detto adesso per dimostrarlo infine: il problema della legislazione incapace di riformare il codice penale non sta affatto nel sistema bicamerale paritario, ma nella difficoltà della politica di far entrare, in qualunque Camera, una legiferazione che sia assunzione di responsabilità per valori e principi che un codice penale esprime come nessun altro corpo normativo. Per necessità, dunque, la Costituzione ha iniziato a soccorrere in maniera sistematica il codice penale negli anni Settanta, quando era ormai passata l’urgenza di ricostruire città e industrie distrutte dalla guerra e, il codice penale del 1930, non sembrava il migliore degli strumenti per gestire una società che principiava a guardare dentro e fuori di sé; scoprendo che la guerra non è una soluzione, che lo sciopero è un diritto, che uomini e donne sono pari e i matrimoni si possono sciogliere, che il terrorismo è strage rossonera senza ascendenze sportive ma capace di coinvolgere istituzioni deviate e mafie ricapitalizzate. In sintesi: nell’Italia degli anni Settanta il rapporto tra Costituzione e codice penale era diventato strutturale. E tale è rimasto. 2. Chimere costituzionali. Il penalista è perciò chiamato a lavorare con la Costituzione per recuperare il codice penale nella gestione del quotidiano. Se qualcosa cambia nella Costituzione, cambia anche la creazione, interpretazione, applicazione della norma penale. Ecco perché il penalista ha forse qualche ragione per infastidire il costituzionalista impegnato a discettare sulla più impegnativa riforma costituzionale proposta all’Italia repubblicana. Sull’art. 138 della Costituzione non grava, infatti, un qualche adattamento, ma una rivoluzione. Votati senza la maggioranza auspicata, sono 47 di 139 gli articoli della Costituzione in cerca di referendum confermativo. Una rivoluzione nella quantità e, soprattutto, nella qualità dell’intervento riformatore. Con la riforma costituzionale, dalla morte del bicameralismo perfetto nasce un monocameralismo imperfetto in nome di efficacia e semplificazione che – si sostiene – nulla tocca dei diritti dei cittadini. Una chimera. Solo uno slogan può sostenere che i diritti fondamentali rimarranno illibati, quando la riforma costituzionale modificherà la formazione del Parlamento e delle leggi che devono dare attuazione e tutela anche ai diritti fondamentali. 3. Limiti legislativi. La riforma costituzionale propone molto, ma la scelta è limitata. Il referendum costituzionale subisce il triste andazzo plebiscitario, per la verità, non solo italiano; non ha vincoli né di quorum minimo né di omogeneità e specificità sulla materia trattata: gli italiani dovran-

Il penalista è perciò chiamato a lavorare con la Costituzione per recuperare il codice penale nella gestione del quotidiano. Se qualcosa cambia nella Costituzione, cambia anche la creazione, interpretazione, applicazione della norma penale no approvare o rifiutare la riforma così come si presenta. Inoltre, si vedrà, gli italiani dovranno votare il referendum ignorando, per scelta della maggioranza, modalità e contenuti della legge che permetterà di eleggere i membri del Senato e, probabilmente, per necessità politica dell’ultima ora, anche modalità e contenuti della legge per l’elezione dei membri della Camera. Il c.d. Italicum (L. 6 maggio 2015, n. 52), nato come legge elettorale che l’Europa avrebbe invidiato, rischia di essere ripudiato al battesimo dalla volubile politica italiana. Dopo pochi mesi dalla sua entrata in vigore, il Presidente del consiglio ha annunciato possibili modifiche: ma solo dopo il referendum costituzionale. 4. Opportunità politiche. Per approvare le leggi c’è bisogno di voti: è il mantra della politica che risponde all’incapacità di far meglio. Ma i voti non sono tutto in una democrazia, e i voti di questo Parlamento sono viziati. Il Parlamento che ha votato la riforma costituzionale, deve in effetti la sua attuale composizione a una legge elettorale dichiarata incostituzionale, perché ha gravemente alterato la rappresentanza democratica. Non si è infatti consentito agli elettori di esprimere i candidati preferiti, né si è fissata una soglia minima dei voti necessari per ottenere il premio di maggioranza (C. cost. 1/2014). Con uno scarto di 0,37% dei consensi rispetto alla coalizione arrivata seconda, la coalizione di liste che ha raggiunto il 29,55% dei consensi ha ottenuto il 55% dei seggi. La maggioranza, almeno assoluta, richiesta dall’art. 138 della Costituzione per adottare una legge di revisione

costituzionale è, dunque, viziata ab origine. Inoltre nella forma, così come nella sostanza, la legge che modifica un terzo della Costituzione è figlia voluta amata difesa dal governo: il governo che esprime un potere di cui la Costituzione stessa dovrebbe essere limite. Legata la Costituzione alla legge elettorale, è coerente che proprio l’Italicum civetti con i giornali, cui è caro scrivere di ‘premierato’, e poi sposi un triste passato definendo il Presidente del consiglio «Capo della forza politica» designato dagli elettori (art. 2/8 Italicum cfr art. 92/2 Cost.): di fatto un sistema presidenziale introdotto per legge ordinaria che inibisce la possibilità che il designato dal popolo possa essere ‘sfiduciato’ dal Parlamento. 5. La riforma della Costituzione s’ha da rifare... Un po’ di preoccupazione è dunque giustificata, nel cittadino oltre che nel penalista. In nome della semplificazione, questa riforma sostituisce un solo procedimento legislativo con altri almeno dieci – dipende dal conteggio delle variabili – e, nell’articolo che li descrive, nove parole con 207: sistema inevitabile, forse necessario, certo non semplificato. Non semplificato e, forse, neppure invitabile e necessario. Sono 22 le leggi bicamerali sopravvissute in un sistema che annuncia di aver eliminata la competenza concorrente. Più avanti si dirà se, oltre le parole, un Senato delle autonomie che deve convivere con il ritorno alla centralità statale può veramente eliminare la competenza concorrente tra Stato e regioni. In nome della chiarezza, invece, s’introduce in Costituzione la tecnica dei rinvii ad altre disposizioni. Tecnica sciagurata che rende la Costituzione di tutti una sorta di regolamento condominiale di pochi, senza con questo evitare la necessità di norme attuative e nuovi regolamenti parlamentari d’approvare con le maggioranze premiali consentite dalla legge elettorale: compreso lo statuto delle opposizioni (cfr art. 64 Cost. n. f.). Nella nuova formulazione, l’individuazione del procedimento legislativo, così come delle tempistiche prescritte, dipendono dalla materia oggetto della legge, ma le leggi spesso comprendono più materie. In tal caso, la soluzione dei conflitti di competenza è lasciata all’accordo tra i presidenti di Camera e Senato (art. 70/6 Cost. n. f.): soluzione che presuppone armonie istituzionali rare nel sistema italiano. Nel caso l’armonia sfuggisse, quella stessa Corte costituzionale che si voleva sgravare dei conflitti di competenza tra Stato e Regioni subirà la novità di un conflitto di competenza tra Camera e Senato pressoché istituzionalizzato.

6. … insieme alla legge elettorale. La questione continua a riproporsi, questa riforma costituzionale intreccia le sue sorti con una legge elettorale rimasta senza ombrello costituzionale e, perciò, esposta alle quotidiane intemperie della politica. Nemmeno esigenze di governo offrono, però, legittimità a una legge elettorale che privilegia i nominati dai partiti rispetto ai preferiti dagli elettori. Sul modello adottato per l’elezione del sindaco d’Italia – sostiene la Corte costituzionale – si possono offrire limitati premi al vincitore di una contesa elettorale, raggiunta una certa soglia di voti, senza stravolgere controlli e contrappesi (cfr. C. cost. 1/ 2014). Consola, infine, solo in parte il giudizio di previa valutazione di costituzionalità della legge elettorale prospettato dalla riforma. Si lasciano, infatti, al rango di legge ordinaria le norme che definiscono l’elezione di un Parlamento che, nel caso di specie, affida a una misteriosa indicazione elettorale il compito d’individuare i consiglieri regionali e i sindaci che andranno a rimpinguare un senato dalle funzioni ancora incoerenti con le esigenze di semplificare, differenziare e razionalizzare del sistema “federale” mal posto con la riforma costituzionale del 2001. 7. Costi e tempi della democrazia. Tra il Governo, l’Ufficio studi del Senato e la Ragioneria generale dello Stato ballano le cifre sulle economie ottenibili con la riforma. Piacciono i multipli di 10, si parla di un risparmio tra i 50 e 500 milioni. Magari bisognerebbe capire se si considera la transizione o il sistema a regime, conteggiando i costi reali, anche perché non c’è standard di riferimento se non i costi minori sostenuti da altre democrazie. Ma è innegabile che la Democrazia ha un costo diretto e uno indiretto in rapporto all’efficienza del sistema. Se non si aspettano 44 anni per riportare a normalità il divario tra contributi versati e pensioni ricevute dai parlamentari, alcuni costi diretti si possono abbattere senza abbattere le esigenze di rappresentatività e, soprattutto, di controllo di una Camera. Sui costi indiretti prodotti da un sistema nel legiferare, basti notare come la qualità della legislazione sia data dagli eletti e, i tempi, dalle procedure unite alla buona volontà degli stessi eletti. I 109 giorni necessari, in Italia, per approvare un disegno di legge d’iniziativa governativa, e i 233 giorni richiesti per un disegno di legge d’iniziativa parlamentare, sono nella media europea – se non addirittura migliori – considerando il numero delle leggi esaminate. Certo non è una buona media, se i tempi di reazione riguardano un presente che annulla le distanze

con l’ubiquità della telematica. Ma, quando si è voluto, il Parlamento ha deliberato velocemente con e senza abuso delle questioni di fiducia. Semmai un problema si ha quando il Governo annuncia a spot la legge di bilancio, per poi ritardare i tempi di consegna per la firma del Presidente della Repubblica, nel migliore dei casi, riducendo i tempi della discussione sull’articolato del provvedimento. Va ancor peggio, quando si ritarda anche la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del decreto su sanatorie fiscali e rottamazione delle cartelle. Non ci vuole gran conoscenza dell’inglese o sapienza legislativa per capire che dietro la voluntary disclousure c’è un condono e la possibilità dei contribuenti di arrangiarsi nelle more della firma del decreto fiscale. Se poi si pensa che sia un affanno del momento, si rimane delusi. I decreti attuativi del Governo che devono attuare le leggi approvate dal sistema bicamerale incriminato sono 621. 8. Qualità della democrazia. La qualità della politica espressa da una democrazia può migliorare, se si supera il monocameralismo televisivo di Porta a porta. La produzione legislativa può invece sperare in migliore qualità e prontezza da un sistema bicamerale differenziato che non faccia rientrare dalla finestra quanto ha appena cacciato dalla porta. Cosa vuole veramente il legislatore costituente? Riportare allo Stato quel che prima era delle Regioni? Lo Stato è in grado di garantire migliori risultati, più efficacia oltre che più efficienza? Se così è, la divisione delle competenze non lascia molti spazi a compromessi raffazzonati con l’aggravante delle negative esperienze di cui non si è fatto tesoro, perché la norma destinataria non è il trecentoventitreesimo comma di una qualche legge finanziaria, ma la norma di riferimento per eccellenza, quella che lo stesso legislatore ordinario dovrebbe rispettare ed attuare. In realtà, non porta lontano escludere prima la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e prevedere, poi, le citate 22 categorie di


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Intorno c’è molto fumo. E qualche incendio. Si passa dai plebisciti per il governo, agli appelli che vedono in questa riforma l’ultima possibilità per sbloccare l’Italia ingessata

...Ma i costituenti del 2016 propongono un prodotto complicato, approssimativo, pericoloso che non offre migliore governabilità, dimentica le garanzie, apre nuovi conflitti... Solo uno slogan può sostenere che i diritti fondamentali rimarranno illibati, quando la riforma costituzionale modificherà la formazione del Parlamento e delle leggi che devono dare attuazione e tutela anche ai diritti fondamentali Quel che interessa veramente la politica è la legge elettorale e, la legge elettorale non è nella riforma della Costituzione. Quel che invece interessa gli italiani è forse altro. Tra i politici ci sono troppi apprendisti dei massimi sistemi che fanno leva sulla paura delle persone senza più stare tra le persone

leggi bicamerali, nonché l’esclusività statale per le «definizioni generali e comuni di principio» (art. 117 lett. m, n, o, p, s, u Cost. n. f.) e la clausola di salvaguardia fondata sull’esigenza di garantire «la tutela dell’unità giuridica o economica, ovvero la tutela di [un onnivoro] interesse nazionale» dichiarabile dal Governo (art. 117/4 Cost. n. f.). Il tutto è solo profezia che si auto-avvera di nuovi conflitti tra Stato e regioni, dopo che quelli originati dall’ultima riforma costituzionale erano stati, se non risolti, almeno mitigati dai molti anni di lavoro della Corte costituzionale. In breve: la distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni, insieme alla infelice vocazione ed elezione del Senato di cui si parlerà, sono un eccellente esempio della cura che la nostra politica offre alla circolarità dei problemi anziché delle soluzioni: male non imputabile ad altro del sistema istituzionale, visto che più in alto della neo-riformata Costituzione questa Repubblica democratica non può offrire. 9. La democrazia della paura. Intorno al referendum costituzionale c’è molto fumo. E qualche incendio. Si passa dai plebisciti per il governo, agli appelli che vedono in questa riforma l’ultima possibilità per sbloccare l’Italia ingessata. Ma non è vero. Col sistema attuale – che seppur premia troppo la maggioranza ha ancora una camera di raffreddamento nel Senato – si è fatto di tutto e di troppo. Cosa succederà quando il Senato che rappresenta le istituzioni territoriali (art. 55/5 Cost. n. f.) diventerà una sorta di “albergo a ore” di sindaci e consiglieri in trasferta, in carica nel Senato finché sono in carica i consigli regionali, senza vincoli di mandato col territorio pur dovendo rappresentare il territorio e, soprattutto, individuati da consigli regionali in grado di votare proporzionalmente (art. 57/2 Cost. n. f.) scegliendo chi è già stato scelto dagli elettori come senatore, secondo modalità ancora affidate alla cabala (art. art. 57/5 Cost. n. f.). Dopo tante peripezie, i consi-

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glieri-sindaci-senatori troveranno però a Roma sollievo alla noia dall’attività amministrativa per cui sono stati eletti da città e regioni valutando, ancor prima degli argomenti di competenza senatoriale, le norme che dovrebbero definire quelle stesse competenze secondo la nuova Costituzione. Si è detto poc’anzi, insieme al vaticinio degli ultimi dieci presidenti e dieci vicepresidenti della Corte costituzionale: le nuove norme costituzionali anziché risolvere l’oggettivo problema dei conflitti di competenza tra Stato e Regioni ne causeranno di nuovi, delegando creazione costituzionale alla Corte che, interpretandola, dovrebbe difenderla. In fondo, questa riforma porterà nei fatti a un riconoscimento implicito di un elemento antidemocratico – ma evidentemente inevitabile – della titolarità legislativa di un Parlamento sempre più piegato al Governo e, semmai, corretto dalla Consulta nonostante l’ottima tradizione di self-restraint seguito da questa Corte. Un infelice risultato per l’Italia. Per ottenerlo il governo è ricorso a questioni di fiducia – per la legge elettorale – e a tant’altro per la revisione costituzionale: da prolegomeni di grandi coalizioni post elettorali, fondate su patti non esplicitati agli elettori; alla sostituzione dei componenti dissidenti della commissione Affari costituzionali, pur senza vincoli di mandato (art. 67 Cost); a escamotage zoologici di Canguri e Super canguri per “saltare” emendamenti, discussioni, ostruzionismo. Il tutto mentre 246 parlamentari passavano 325 volte da un gruppo parlamentare all’altro. Eppure il sistema è tutt’altro che ingessato. Quando si è voluto, l’Italia si è mossa anche per mutare quel che si credeva immutabile: l’articolo 18 dello Statuto sui lavoratori è un esempio di movimento verso qualcosa di cui altri diranno. Quel che interessa veramente la politica è la legge elettorale e, la legge elettorale non è nella riforma della Costituzione. Quel che invece interessa gli italiani è forse altro. Tra i politici ci sono troppi apprendisti dei massimi sistemi che fanno leva sulla paura delle persone senza più stare tra le persone. Stranamente questi politici non citano i sondaggi secondo cui la riforma costi-

tuzionale è la priorità solo per il 8% degli italiani, mentre il 60% è preoccupato – meraviglia – per l’occupazione. Chissà se ci sarà mai sondaggio in grado di dire fino a quando si può governare alzando il bersaglio e mirando alla paura. Nondimeno, molte obiezioni alla riforma costituzionale proposta potrebbero venir meno senza troppe sofferenze all’ego ipertrofico di troppi. 10. La paura della democrazia. Una democrazia si può preoccupare di molto, anche della governabilità. Ma una democrazia deve avere una paura: che il sistema di garanzie non controlli più il potere. Con questa riforma si sta truccando – male – il motore della macchina di governo senza potenziare i freni delle garanzie. Eppure non c’è contraddizione tra governabilità e garanzie, così come non c’è contraddizione tra stabilità e democrazia. Sia nei sistemi elettorali proporzionali sia in quelli maggioritari,

la governabilità non è in antitesi con le garanzie: non si frena senza necessità, ma quando si sta uscendo di strada. Il controllo dei poteri entra in gioco quando il governo va a incidere sui diritti fondamentali e sulle possibilità di esercitare la sovranità popolare espressa dalla democrazia. Non è sufficiente sostenere che con meno garanzie sui diritti si responsabilizzano i cittadini durante il voto: i diritti fondamentali, la sovranità popolare e la democrazia non possono trovare tutela ogni cinque anni di legislatura. Ogni democrazia offre misure contro la dittatura della maggioranza, a maggior ragione ne deve offrire quando la maggioranza è artificialmente aumentata. Le Costituzioni devono sempre avere una funzione di garanzia e possono eventualmente avere la funzione di migliorare l’azione politica, magari comprendendo la legge elettorale che permetterà di formare il governo. Un miglior governo della cosa pubblica non dovrebbe però mai incidere sul sistema di equilibrio e di controllo dei poteri che, in fondo, ha data buona prova di sé dall’illuminismo in poi. In pratica – e se di meglio non si trova – la nomina di organi di garanzia, del Presidente della Repubblica, dei membri laici della Corte costituzionale e del CSM, delle Authority, della RAI, delle commissioni parlamentari d’inchiesta dovrebbe essere depauperata da premi di maggioranza. È perlomeno necessario una sorta di voto ponderato, fissato in Costituzione, affinché legittime pretese di governabilità non finiscano per alterare esigenze di garanzie degli organi chiamati a controllare atti che possono avere forza di legge e sanzione penale. Si prenda ad esempio l’elezione dell’organo di garanzia per eccellenza, il Presidente della Repubblica, e si tenti di dare una somma a quel che la riforma costituzionale prevede in frazioni di difficile percettibilità24. Seppure i quorum ri-

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chiesti siano stati in parte alzati, il premio di maggioranza permette a una minoranza che raggiunga la soglia del 40% dei voti di avere nella sola Camera, anche quando si tratta di eleggere il presidente della Repubblica, 340 voti su 730 aventi diritto rispetto i 1008 aventi diritto prima previsti. Per i primi tre scrutini sono prescritti circa 485 voti dei componenti che scendono a 435 voti fino al settimo scrutinio. Dopodiché sono sufficienti circa 400 dei presenti votanti: poco più dei voti garantiti dal premio di maggioranza dalla Camera cui si aggiungerà la presumibile maggioranza ottenuta in Senato. La maggioranza è così in grado di eleggere in quasi perfetta solitudine il Presidente della Repubblica25. 11. Proposte. Tutto da buttare, tutto da rifare? Niente affatto. Si fa a gara nel sostenere che del CNEL si può fare a meno, che un bicameralismo differenziato è un’occasione26, e che pure il compromesso su firme-quorum del referendum è accettabile, fintanto non condanni una democrazia alla sola forma rappresentativa, ma lasci spazi di partecipazione diretta, come anche la vituperata Unione europea suggerisce (TUE). Una volta di più, la riforma costituzionale è importante per quel che prevede ma anche per quel che non prevede: la legge elettorale. Una legge elettorale che mantenga un sistema maggioritario e offra un momento d’intesa su liste e ballottaggio. Certo una legge elettorale cristallizzata in una Costituzione non è sempre opportuna. Ma diventa necessaria, se il senso dello Stato si perde ed ogni Governo sforna a colpi di fiducia una legge elettorale a seconda del sondaggio del momento. Diversamente, anche eventuali rattoppi del c.d. Italicum, ad uso e consumo dei nuovi rapporti di forza tra i partiti, con premio di coalizione e ripristino delle preferenze senza capilista bloccati, rimarrebbero un tassello

importante, ma pur sempre legato alla politica in voga – tra l’altro – con poche possibilità di censura mediante un giudizio di costituzionalità preventiva così come previsto dalla riforma costituzionale. Un’alternativa all’attribuire rango costituzionale alla legge elettorale è inserire, in Costituzione, una clausola che sterilizzi ogni premio di maggioranza, quando si tratta di nominare membri di organi di garanzia e di controllo. Diversamente, il principio di legalità rischia di diventare vuota garanzia e, le leggi nazionali, destinate a trovare controllo e terzietà in istituzioni dell’Unione europea o del Consiglio d’Europa: istituzioni che solo in casi eccezionali dovrebbero essere chiamate a discutere l’essenza democratica degli Stati membri (art. 2 TUE) 27. 12. Cambiare per peggiorare? Il rapporto con la legge è l’essenza della relazione tra cittadini e Stato. Una Costituzione è invenzione recente nella forma, antica nel contenuto. Non può essere perfetta, la perfezione non è dell’uomo. Vale anche per una riforma, sempre possibile e pure auspicabile. Ma i costituenti del 2016 propongono un prodotto complicato, approssimativo, pericoloso che non offre migliore governabilità, dimentica le garanzie, apre nuovi conflitti. Il discorso passa dunque alla polis. Ma è lacerante. Nel ’48 si era riusciti a riportare sotto lo stesso tetto costituzionale italiani abbattuti da una guerra mondiale; divisi da una guerra civile; animati da moti liberali, cristiano-sociali, social-comunisti. La Costituzione del 2016 nasce divisa e divisa rimane. Se il referendum sarà per il ‘sì’, chi s’avventurerà nel rimediare ai troppi errori della Carta? Ma se anche vincesse il ‘no’, non sarebbe facile portare avanti propositi di riforma della Costituzione: dovrebbe diventare programma di Governo con cui presentarsi agli elettori. Gli entusiasti potrebbero sostenere che è la strada maestra per un Parlamento legittimato. Ma, dimenticando le tesi complottiste di gruppi politico finanziari – ci vorrebbe lungimiranza e in Italia, semmai, ci si deve accontentare di coincidenza d’interessi – è proprio la domanda di legittimazione che a Roma patisce le alchimie politiche. Le stesse alchimie con cui da tempo s’impone una presenza parlamentare lambiccando leggi elettorali che nominano, veicolano, alterano il voto senza troppa cura per i principi fondamentali che formano una democrazia. Gli stessi principi che ancor oggi sono idealità operative efficaci contro l’implosione arrogante di praticanti della politica, incerti nella definizione dei compiti istituzionali e degli strumenti ad essi preposti. Insomma, ignorando le esigenze di equilibrio tra efficienza di governo e garanzie istituzionali, qualunque politica anziché trovare efficienza nella democrazia, strapperà un qualche risultato al di fuori di essa. *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino



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Mauro Sentimenti argomenta le ragioni del no Gianfranco Vanzini quelle del sì PUNTO DI VISTA

PUNTO DI VISTA

Referendum, le ragioni del no Referendum, le ragioni del sì - Le principali motivazioni addotte a sostegno del Sì: 1) Il mondo è cambiato, bisogna cambiare!; 2) diminuire i costi della “politica”; 3) produrre leggi in modo più veloce; 4) finalmente un Senato delle Autonomie; 5) si cambia la Costituzione per avvicinare le istituzioni ai cittadini!; 6) la Legge Boschi/Renzi non ‘tocca’ la prima parte della Costituzione”! La mia opinione su queste motivazioni: 1) esistono cambiamenti positivi o negativi. I primi vanno favoriti, i secondi impediti; 2) I c.d. “costi della politica” sono solo quelli relativi alle indennità dei senatori eletti dal popolo (per ora 57 milioni di euro) o riguardano invece ogni tipo di spesa del denaro pubbblico deciso dalla “Politica”? Lo sperpero, voluto da Renzi, di oltre 300 milioni di euro del bilancio statale per non accorpare il referendum trivelle alle amministrative 2016 è a tutti gli effetti un indifendibile “costo della politica” (oltre che essere un colpo alla democrazia). Non è credibile chi si comporta in questo modo. 3) il Parlamento italiano produce troppe leggi e scoordinate, oggi in numero simile a quelle prodotte in Germania, molte di più di quelle inglesi e francesi. Alcune si approvano in poche settimane (Legge Fornero 16 giorni, Lodo Alfano 20 giorni, conversione dei Decreti 40 giorni, ecc.) altre in anni o decenni (anticorruzione, intercettazioni, conflitto di interessi, informazione pluralista, ecc.). Come si vede “la velocità” è un un falso problema. E’ la volontà politica che decide e non certo il Parlamento. 4) Il nuovo Senato sarà fonte sicura di inefficienza e conflitti e dovrà raccordarsi a Regioni e Comuni nello stesso momento in cui questi ultimi avranno un’autonomia molto minore dell’attuale. 5) Questa è la più indifendibile: è un capovolgimento della realtà. La crisi delle istituzioni ha la sua origine nella crisi del sistema politico e non viceversa! 6) Affermazione infondata per tre motivi: A) la non elettività dei nuovi senatori lede il principio di sovranità popolare (art.1, comma 2, Cost.), B) il nuovo titolo V viola i principi espressi negli artt. 5 e 9 della Cost., C) principi e diritti fondamentali (uguaglianza, tutela salute, dignità del lavoro) sono stati saccheggiati da tempo dal legislatore ordinario. Se si aggiunge che l’attuale Costituzione è stata votata da chi rappresentava il 90% dei cittadini italiani di allora mentre la Legge Boschi/ Renzi da chi rappresenta il 30% circa di quelli di oggi, da parte di un Parlamento eletto in modo illegittimo, diviene chiaro che si tratta di una riforma scritta sulla sabbia. Poniamoci quindi la domanda: se la Legge Boschi/Renzi si propone di rispondere alla crisi delle istituzioni in quale direzione essa ci porta? La mia risposta è che favorisce tendenze oligarchiche (peggiorando così la crisi in atto). Vanno in questa direzione: un Senato non elettivo, la drastica riduzione del-

di Mauro Sentimenti, per il no l’autonomia di Regioni e Comuni a favore del Governo che potrà in ogni momento espropriare ogni loro competenza residua tramite l’uso della clausola di supremazia, il controllo dell’agenda parlamentare da parte del Governo grazie al potere di quest’ultimo di imporre per ogni legge che voglia il voto a data certa; una Camera che vedrà maggioranze parlamentari rappresentative di minoranze anche esigue di elettori. Per contribuire ad individuare i caratteri dei problemi ai quali la Legge Boschi Renzi dovrebbe rispondere, richiamo alcuni dati: 1) la democrazia parlamentare vive da anni una profonda crisi. Sono i Governi che controllano il Parlamento e non viceversa, come prevederebbe la Costituzione. Crisi causata dalla scomparsa dei partiti di massa e dalla rappresentanza che essi garantivano. Il loro ruolo è stato occupato da partiti “personali” e da potenti gruppi di pressione di interessi economici sovranazionali. Gruppi spesso occulti e democraticamente irresponsabili. 2) Gli Esecutivi si sono impadroniti anche della funzione legislativa (fatto che ha favorito diseguaglianze sociali intollerabili e il tramonto dell’effettività dei diritti fondamentali). La legge Boschi/Renzi non affronta nessuna di queste cause reali della crisi istituzionale e politica in corso che anzi contribuisce ad aggravare, togliendo ulteriore sovranità ai cittadini. 3) Non saranno più i cittadini ad eleggere il Senato, organo titolare di competenze legislative costituzionali e ordinarie, ma i consigli regionali. La formula trovata “conformemente alle scelte degli elettori...”, che vale solo per i 74 consiglieri regionali/senatori (e non per i 21 sindaci/senatori, nominati senz’altro), è giuridicamente del tutto oscura. Il nuovo Senato è destinato ad essere difficilmente governabile, fonte di conflitti con la Camera e causa di inefficienza garantita. Infatti: A) non si sa chi e cosa rappresentino realmente i senatori/consiglieri regionali (e i Sindaci): i territori, i partiti che li hanno candidati o le istituzioni di cui fanno parte (art.57 Cost.)? Come sarà possibile governare un simile organo che dovrà operare con la dialettica maggioranza/minoranza, essendo del tutto casual il modo in cui si formeranno maggioranze e minoranze? D) Come si concilia l’esigenza di stabilità del nuovo Senato col fatto che i senatori cambieranno diverse volte durante ogni legislatura (7 regioni hanno votato nel 2015, 6 regioni nel 2013, 4 nel 2014, Sicilia nel 2012)? Chi afferma che il Senato si riunirà una volta al mese sa di dire una menzogna. L’inefficienza del Senato inciderà anche su quella della Camera e sui rapporti Stato/Regioni. La più clamorosa contraddizione del nuovo titolo V è che il riparto di competenze tra Stato e Regioni è sottratto all’intervento paritario del Senato

che poco o nulla potrà pertanto fare per tutelarle e rappresentarle! Il nuovo procedimento legislativo (nuovi artt. 70,71,72 Cost.). Tra leggi bicamerali paritarie, monocamerali, bicamerali consultive, possibilità per il Senato di presentare disegni di legge che la Camera dovrà votare entro 6 mesi, leggi attuative della supremacy clause (art.70 comma 4), leggi di bilancio e rendiconto (art.70, 5 comma), leggi a data certa (art.72, 2 comma), leggi monocamerali di conversione dei decreti legge (nuovo art. 77 Cost.) si ricava una sola granitica certezza: la confusione e i conflitti aumenteranno. E soprattutto, dal voto a data certa, dalla clausola di supremazia e dal potere di porre la fiducia, deriva un formidabile aumento del potere del Governo sul Parlamento e sulle Regioni. Il nuovo Titolo V (artt. 117,119 Cost.). Il disegno che emerge rappresenta una palese violazione degli art. 5 e 9 Cost. Il cuore della riforma sta nei nuovi art. 117, che definisce il riparto della potestà legislative tra Stato e Regioni, e art.119, 2 comma, che colpisce duramente l’autonomia finanziaria di Comuni e città metropolitane. Si eliminano le competenze concorrenti Stato/Regioni ma si ripescano con ambigue formule del tipo “disposizioni generali e comuni”, riservate allo Stato, e “la programmazione e organizzazione dei servizi”, riservata alle Regioni. Si è passati da un federalismo senza cura ad un nuovo centralismo confuso. Statuto delle minoranze e delle opposizioni (nuovo art.64 Cost.). L’idea è buona ma il modo in cui si propone di realizzarla no: saranno i regolamenti di Camera e Senato a votare gli Statuti di minoranze e opposizioni, Regolamenti che vengono votati a maggioranza. Così non va bene: questi Statuti, per esser una cosa seria, dovrebbero esser votati obbligatoriamente con minoranze e opposizioni. Elezioni del Presidente della Repubblica, dei 5 Giudici Costituzionali (nuovi artt. 83 e 135 Cost.). La lista di maggioranza potrà dichiarare guerra da sola, e da sola metter in stato d’accusa il PdR. Il quale si elegge dopo il settimo scrutinio coi 3/5 dei votanti del Parlamento in seduta comune composto da 730 membri. Quorum buono ma non si capisce proprio per quale ragione si è scritto “dei votanti”. Questa regola può solo favorire pratiche trasformiste del tipo “io mi assento e tu mi dai” con la conseguenza mostruosa che il PdR potrebbe venir eletto da 221 parlamentari!!! Il senato elegge 2 Giudici e la Camera 3, una volta raggiunti i 3/5 dei voti delle rispettive assemblee. Quindi: eleggo i Giudici Cost. se ottengo 378 voti alla Camera e 60 voti al Senato. Coi 340 seggi dell’Italicum e 38 trasformisti (Verdini) si eleggono tutti e tre i giudici . Al Senato nessuno sa cosa può accadere dipendendo dal caso (chi vince nelle diverse regioni).

- Fra poco saremo chiamati ad esprimere il nostro voto al Referendum sull’entrata in vigore della nuova Costituzione. In molti parlano di nuova costituzione, in realtà si tratta di approvare alcune modifiche, non tanto relative alla originaria costituzione entrata in vigore nel 1948, ma quasi tutte relative alle disposizioni approvate dal centrosinistra nel 2001, particolarmente quelle riguardanti lo stravolgimento del Titolo V. Vediamo di quali modifiche parliamo perché, per decidere bene, è indispensabile sapere su che cosa si è chiamati a decidere, possibilmente leggendo i documenti originali o comunque informandosi adeguatamente. Entriamo nel dettaglio delle modifiche più importanti. Art.55 1° comma: “Il Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato” Dal 2° comma in avanti sono specificati i compiti di Camera e Senato: I passi più importanti sono quelli che riservano alla Camera dei deputati il potere di dare la fiducia al Governo e di approvare le leggi. Al Senato viene riservato il compito di rappresentare le istituzioni territoriali, di fare da raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e altri compiti minori e dettagliati analiticamente. Art. 57 Questo articolo specifica la composizione del Senato e il sistema di elezione/nomina dei suoi membri. ”Il Senato della Repubblica è composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica. I Consigli regionali e i Consigli della province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori.” Art.59 Questo articolo modifica la nomina e le caratteristiche dei vecchi “senatori a vita”. La nuova formulazione infatti recita: “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica 7 anni e non sono rieleggibili.” Art. 64 “ I regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari. Il regolamento della Camera dei deputati disciplina lo Statuto delle opposizioni”. Questo è un organismo nuovo, a tutela delle opposizioni, che oggi non c’è.

di Gianfranco Vanzini, per il sì

Anche se può sembrare pleonastico il 6° comma di questo articolo recita: “I membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’Assemblea e dei lavori delle Commissioni.” Sembra la scoperta dell’acqua calda, che Deputati e Senatori debbano partecipare ai lavori delle Camere sembrerebbe scontato, invece, come sappiamo tutti, così non è stato per cui l’inserimento è quanto mai opportuno e utile. Art.70, 71, 72, 73, Questi articoli elencano dettagliatamente lo svolgimento dell’attività legislativa, di fatto delegata quasi per intero alla Camera dei Deputati con alcune prerogative riservate al Senato. Non è una elencazione chiarissima, anzi è piuttosto ingarbugliata e confusa, tuttavia l’importante è che viene chiaramente definito che le leggi, quasi tutte, sono approvate dalla sola Camera dei Deputati e, contemporaneamente vengono definite la competenza e l’operatività del Senato sulle singole materie e incombenze. Art.77 “I Decreti (legge) recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo… Nel corso dell’esame dei disegni di legge di conversione dei decreti non possono essere approvate disposizioni estranee all’oggetto o alla finalità del decreto”. Queste precisazioni dovrebbero mettere fine (il condizionale è d’obbligo visti i precedenti) ai “decreti omnibus” dove c’era di tutto e di più, spesso scritti in modo confuso e incomprensibile, anche per gli addetti al lavoro. Art.94 “Il Governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati. La fiducia è accordata o revocata mediante mozione motivata e votata per appello nominale.” Art. 114 Con questo articolo scompare dalla Costituzione l’ente Provincia. La nuova stesura dell’articolo infatti recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Scompare in questo modo un Ente che, anche se in qualche caso poteva assolvere delle funzioni, che però possono essere delegate ad altri, spesso era fonte di intralci e complicazioni per cui nessuno ne sentirà la mancanza. Anzi. Art.117 Questo articolo rappresenta, forse, la parte più significativa,

dopo la riforma delle competenze di Camera e Senato, di tutta la riforma. Sono tutti concordi, infatti, nel sottolineare che la Corte Costituzionale è intasata dalle liti e dalle dispute fra Regioni e Stato, provocate dalla diversa interpretazione che ognuno dà alle famose e improvvide materie concorrenti. Finalmente si mette un argine e si definiscono in maniera netta le competenze di ciascun Ente. Non solo, si prevede anche che “Su proposta del Governo,la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero a tutela dell’interesse nazionale.” Mi sembra giusto che, di fronte a prese di posizione non sempre giustificate o giustificabili, ma solo piene di localismi esasperati, “l’interesse nazionale” abbia il diritto di essere salvaguardato. Art.118 Un’ulteriore sottolineatura che sembrerebbe anche questa scontata, ma che la pratica quotidiana ci dice che è opportuna, è la disposizione che al 2° comma recita: “Le funzioni amministrative sono esercitate in modo da assicurare la semplificazione e la trasparenza dell’azione amministrativa, secondo criteri di efficienza e di responsabilità degli amministratori”. Forse l’italiano non è perfetto ma il concetto è chiaro. Semplificazione, trasparenza e senso di responsabilità. Speriamo. Disposizioni finali - Art. 40 – “Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) è soppresso.” Visto che si e rivelato un ente inutile, fonte solo di spese e di polemiche, ben venga la soppressione. Questa riforma non è perfetta, ma la ricerca della perfezione è molto difficile e complicata. Spesso è successo che per cercare cose perfette non si sono fatte neppure quelle utili e possibili. Questa riforma ripeto, non è perfetta, ma è sicuramente un passo avanti, contiene punti qualificanti e importanti. Secondo me è una occasione da non perdere. Abbiamo già perso quella del 2006. Non perdiamone un’altra. Riassumendo. Una sola camera che fa le leggi e da la fiducia al governo Un Senato con poteri e costi ridotti. L’eliminazione delle materie concorrenti fra stato e regioni L’accentramento delle decisioni per progetti di carattere nazionale. Con l’eliminazione di vincoli troppo localistici e dannosi. L’eliminazione delle Province e del CNEL. Non è il massimo ma è molto meglio dell’immobilismo.


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“Il partito cerca di operare bene però viene visto male. Questo è il nostro problema” SAN MARINO

Banda San Marino, festa per Santa Cecilia - Per Santa Cecilia, è consuetudine che la Banda di San Marino tenga un concerto nel centro storico. Il riccionese Mario Tonini, sposato con una sammarinese, nonché componente dell'istituzione musicale (suona il flicorno), si diverte con la poesia dialettale. Racconta storie meravigliose. Con questa rende omaggio a Montegiardino, uno dei luoghi più belli della repubblica, ma sconosciuto ai più. Montegiardino di San Marino, 24 Giugno 2016

Un’Ave Maria. Us gira e Mond per veda,per vaghenza, la Nosta Tera la ha un po’ tut ad bel c’un stufa mai,uj n’è in abundenza che un si ciupa gnint se us va per amirel. E per sempre più mej quel c’l’è a distenza, e po’ es vera o na,la è giusta aprezel, dli volte us ha at chesa,a poca distenza, a l’ho trov a Montgiarden te Su Castel. A so entre tli Su stradline ilè a la mena, una porta la m’ha acolt te cal dla sera, e temp che pasa quasi farmel lil vria cli viuze storte,ad pietra.Una campena da sora la ha mand in Cel una Preghiera, sora Montgiarden,giù tla vala,un’Ave Maria. Mario Tonini (Riccione) Si gira il Mondo per vedere,per vacanza, la Nostra Terra ha un po’ tutto di bello che non stanca mai,ce n’è in abbondanza che non si sciupa niente se si va per ammirarlo. Sembra sempre migliore quello che è a distanza, può essere vero oppure no,è giusto apprezzarlo, delle volte si ha in casa,a poca distanza, l’ho trovato a Montegiardino nel Suo Castello. Sono entrato nelle Sue stradine lì alla mano, una porta mi ha accolto nel calar della sera, il tempo che passa quasi fermarlo lo vorrebbero quelle viuzze storte,di pietra. Una campana da sopra ha mandato in Cielo una Preghiera, sopra Montegiardino,giù nella valle,un’Ave Maria.

‘La solitudine del potere’ - Partito in ritirata. Referendum perso in Valconca. Il pd riccionese che è una polveriera. Cattolica persa per narcisismo. Sono alcune delle solitudini di Juri Magrini, il segertario provinciale del Pd. Come lo legge il risultato del referendum a Saludecio, Mondaino e Montegridolfo? “È un’occasione sprecata... se dovesse concludersi così. Il sistema economico globale è cambiato e l’Italia non può non fare i conti con questa nuova fase storica. Il riassetto della struttura istituzionale è necessaria perché bisogna mettere a frutto le poche risorse che ci sono, e la riorganizzazione dei Comuni è un elemento imprescindibile”. Perché PD e M5S non sono riusciti a convincere i cittadini? “Complessivamente nei tre Comuni la maggioranza dei cittadini ha votato sì. Il problema c’è stato a Saludecio dove, a differenza degli altri due Comuni, c’è un’opposizione ben delineata che ha fatto il suo mestiere osteggiando politicamente, più che nel merito, il referendum; non è un caso che il giorno dopo, in Parlamento, sia uscito il segretario regionale di Forza Italia Palmizi a dire “bene il no”. Il fatto che abbiamo perso proprio nel seggio del centro storico ne è la dimostrazione”. Adesso come si muoverà il PD? “Io sono un fautore della riorga-

Partito in ritirata. Referendum perso in Valconca. Il pd riccionese che è una polveriera. Cattolica persa per narcisismo L'INTERVISTA

di Teresio Spadoni nizzazione, quindi della fusione. Certo è che la delibera portata in Consiglio comunale dal sindaco di Saludecio all’indomani del voto ha complicato di molto il percorso; anche perché chi decide è la Regione, che dovrà esprimersi su questa fusione. Non so come deciderà il Consiglio regionale quando discuterà la proposta di legge con l’esito del referendum ma, chiedo, qual è stata la volontà popolare? Quella degli elettori di Saludecio che nella maggior parte hanno detto no, o quella dei tre i Comuni che complessivamente hanno detto sì? Io credo che la Regione debba trovare tutte le strade possibili perché le fusioni si facciano, anche modificando le norme; magari promuovendo consultazioni preventive per testare la volontà dei cittadini, così da far emergere

eventuali criticità e dubbi. Può darsi che questo possa aiutare i processi di fusione, perché i piccoli Comuni da soli non ce la fanno più. Non penso solo a Montegridolfo e Mondaino; in Valmarecchia sono molti i Comuni non più in grado di rispondere ai servizi; non ce la fanno quasi a fare una carta d’identità. In queste condizioni la fusione non è voler cancellare la storia, ma è provare a costruire un’alternativa che permetta di vivere; e di vivere su quei territori. In quei Comuni è in atto un vero e proprio esodo; la gente va via perché non ci sono occasioni di lavoro e se non hai un lavoro certo, che è sempre più difficile avere, la gente se ne va, e l’identità e la storia finiscono lì”. Forse la campagna più grossa va fatta dal punto di vista culturale. “Bisogna attivare un percorso che porti il cittadino a dire prima quello che pensa; non solo sì o no, quindi, ma i perché di quei sì o di quei no. Gli uffici dell’anagrafe di Mondaino e Montegridolfo fanno 4 o 5 dipendenti in due: se un dipendente sta a casa alcuni servizi restano chiusi”. Veniamo a Cattolica: è una sconfitta che brucia... “No, perché se non c’è la volontà di ricucire i segretari sono impotenti”. Cosa vuol dire che il Segretario è impotente? Vuol dire che se uno preferisce buttarsi di sotto piuttosto che trovare

una mediazione, è complicato. Ho passato tutta l’estate 2015 a Cattolica proprio per provare a costruire un percorso che evitasse le primarie, ma hanno volute farle a tutti i costi. Le primarie sono divisive per natura; figuriamoci in quelle condizioni! Già la competizione a volte porta dire cose che in un altro momento non si direbbero. Il giorno dopo, i cocci, non si riesce più a metterli insieme. L’istituto delle primarie è sbagliato? No, le primarie sono uno strumento come un altro, non è che le devi usare per forza. Se si fosse voluto, si sarebbe potuta trovare una candidatura condivisa; ma lì entrambe le parti erano convinte di essere quella vin-


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Intervista con Juri Magrini il segretario provinciale del Pd ‘Se non c'è la volontà di ricucire i segretari sono impotenti’ Gli iscritti sono 2.400. Si ravvivano quando ci sono le elezioni e ci sono da fare le primarie per cambiare il segretario… Juri Magrini, segretario provinciale del Pd

cente. Ma quando vanno a votare quelli del centrodestra per scegliere il candidato del centrosinistra... Questo rischio c’è; e non solo per il candidato sindaco. Potrei anche dire che il candidato sindaco che riesce ad attrarre un elettorato che tendenzialmente non è del PD, ma che vota per lui, è un valore aggiunto. Molti lo fanno per rompere, però. Certo: è un valore aggiunto, ma poi ci sono quelli che lo fanno strumentalmente. Io ne ho visti anche alle elezioni degli organismi del partito; persone di destra che sono venute alle nostre elezioni per eleggere i Segretari. Vede, nelle primarie succedono

cose che poi è complicato fermare. Che cosa ha imparato il partito dalla sconfitta cattolichina; quella brucia davvero… forse più di quella di Riccione. Non lo so, non so quale delle due sia stata la peggiore. Da un certo punto di vista Cattolica è stata peggiore perché c’era stata l’esperienza di Riccione. Io li avevo messi in guardia: ciononostante è andata così. Parliamo di questa anarchia riccionese: quella ventina di iscritti andavano proprio espulsi? Non li ha espulsi nessuno; si sono auto tirati fuori. Hanno comunicato al partito che si autosospendevano… Si,madallecariche,diconoloro. Lì, ribadisco, c’è stato un documento di autosospensione. Poi c’è il tema politico… Come interverrà, se interverrà, su questa spaccatura del partito riccionese? Io ho cercato di ricostruire l’uni-

tà; ma ce stata una parte che ha detto no. E non è stato Parmeggiani e il PD di Riccione; Fabio Ubaldi, che ho incontrato insieme al Segretario regionale, ha detto che non era disponibile a costruire un percorso di riavvicinamento. Mentre il PD di Riccione con il Segretario Parmeggiani ha detto si, dall’altra parte c’è stato un no. Dal suo punto di vista, come mai in tutte le grandi città del nostro territorio il PD è in lite feroce? Mah, si mischiano molte cose… la fase storica che stiamo vivendo, il cambiamento che anche dentro il partito sta avvenendo: nelle modalità, nelle persone, nelle figure. Tutto questo si mischia con le varie realtà territoriali dentro le quali si innescano dinamiche che a volte vanno anche oltre: storie personali, esperienze amministrative conflittuali. Mentre prima i partiti erano un po’ più omogenei, adesso i loro confini, sia d’identità che politici, sono sempre meno definiti; e questo crea, secondo il mio punto di vista, molte tensioni. Anche strumenti come le primarie, che molte volte invece che venire utilizzate per, vengono utilizzate contro, non aiutano. C’è poi tutta l’attenzione sul PD, che è oramai rimasto di fatto l’unico partito organizzato: c’è molta difficoltà anche per quello. Come sta andando il tesseramento del PD? Come devo rispondere? Va più o meno come l’anno scorso; tendenzialmente c’è un’erosione del numero degli iscritti. Sono duemilaquattrocento, circa. Poi si ravvivano, naturalmen-

te, prima e durante le elezioni… Si, si ravvivano quando ci sono le elezioni e ci sono da fare le primarie per cambiare il Segretario… Non è un po’ triste questa cosa? Si, infatti io sarei molto più rigido da questo punto di vista; se potessi modificare il nostro statuto metterei dei paletti, perché l’appartenenza politica prescinde da chi la rappresenta pro tempore, sia che sia un segretario di circolo territoriale, sia che sia il segretario nazionale. Noi, nel nostro statuto abbiamo che i segretari nazionale e regionale li eleggiamo con primarie aperte e non con gli iscritti. Cosa vota al referendum costituzionale? Io voto si: convintamente si. Beh, lei è il Segretario provinciale, non è che può schierarsi per il no. Il motivo non è quello: io ci credo nel si. Poi anch’io ho le mie valutazioni critiche su alcune parti. Per esempio, io avrei provato a rivedere l’ordinamento delle regioni a statuto speciale; così come avrei provato a togliere l’immunità: perché i nuovi Senatoridevonoaverel’immunità?Ecco, sono cose sulle quali io come PD ci avrei provato. In ogni caso questa riforma migliora sicuramente la nostra architettura istituzionale. Il PD è ormai una specie di comitato elettorale. A Cattolica non si è quasi mai riunito nonostante i tentativi di qualche dirigente. Che fare? È una tendenza che non riguarda solo il PD. Non si fa più elaborazione politica. Il che è un problema, anche se io, facendo il Segretario sono con-

sapevole delle difficoltà che si incontrano nel provare a costruire un’elaborazione politica tale da essere utilizzata al momento del voto per i sindaci. Vero è che oggi l’attività politica si è spostata dai partiti alle figure istituzionali; la fanno in massima parte gli eletti. I partiti non hanno più risorse e far politica costa; è difficile costruire momenti condivisione con i cittadini e/o con l’elettorato. L’impressione che il partito altro non sia che un comitato elettorale trova fondamento, purtroppo, anche per la carenza di strumenti che i partiti hanno. Ai ballottaggi il PD perde. Come mai? Il Partito Democratico è ormai visto come il partito di governo a prescindere. Quando si è in una fase difficoltà, quando la gente è incavolata, vota contro il cosiddetto potere costituito: così oggi viene visto il PD. Sono tutti contro di noi. Però, dato che il PD è al governo, può incidere nel rinnovare e cambiare la società. Questo è il paradosso. Un dato: i cinque personaggi più importanti di un’ambasciata percepiscono tra i venticinque e i trentamila Euro al mese… Sono le storture di questo Paese. Si, ma se tu dall’alto non dai un buon esempio finisci per perdere consenso. Anche a livello locale. Mah! A Rimini, alle recenti amministrative il PD non è andato male. Anche a Cattolica e Riccione, abbiamo perso al ballottaggio

ma, a Riccione la coalizione del PD al primo turno ha preso il 45% (11 punti in più della Tosi) e a Cattolica la coalizione del PD il 38% (12 punti in più del M5S). E allora, è democrazia questa? L’istituzione del ballottaggio nei Comuni sopra i quindicimila abitanti doveva servire per permettere, qualora nessuna una lista avesse raggiunto la maggioranza, di stringere accordi con altre liste, i famosi apparentamenti, che si mettevano insieme in nome della governabilità. Oggi questo non si fa più. Anzi, ci si mette insieme e si vota contro il partito di riferimento, in questo caso il PD, per farlo perdere. Questa è democrazia? È democrazia perché la maggioranza ha vinto, ma quel Sindaco lì che adesso governa cinque anni con il suo di programma è sicuro che realizza un programma voluto dalla maggioranza dei cittadini? Io dico di no. Emorragia di iscritti, emorragia di voti, il Pd perde Comuni: uno si fa una domanda e dovrebbe darsi un risposta. Bisogna sicuramente essere più umili. Il limite nostro è che stiamo provando a cambiare le cose, ma veniamo percepiti come “il potere”; e quindi da mandare a casa. Questo è il conflitto che sta vivendo il Pd in questo momento. Il Pd secondo lei sta operando bene… Cerca di operare bene, però viene visto male. Questo è il nostro problema. Poi dentro ci sta il sindaco arrogante o l’assessore che perde di vista la realtà; però sono casi.



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Fusione tra le fiere di Rimini e Vicenza. Lorenzo Cagnoni, presidente; Matteo Marzotto, vice - La quotazione in Borsa è l'obiettivo della fusione di Rimini Fiera e Fiera di Vicenza; nato il secondo gruppo fieristisco italiano dietro Milano. Si chiama: Italian Exhibition Group (Ieg). A Rimini Fiera l'81% della compagine; ai veneti il 19. Alle spalle due bilanci solidi. Nel 2016, è previsto un fatturato di 119 milioni di euro (Rimini circa 80); con un Margine operativo lordo (Mol, l'utile prima delle tasse e degli ammortamenti) di 22,1 milioni (pari al 19% del fatturato). Secondo per volumi e primo per eventi; ne hanno in portafoglio 63 (il 90 per cento di proprietà); Rimini 39. Con i congressi si sale a 160 manifestazioni. L’ufficialità è arrivata lo scorso 28 ottobre. Il riminese Lorenzo Cagnoni assume la presidenza della neonata società e il presidente di Fiera di Vicenza Matteo Marzotto (la vicepresidenza); a Corrado Facco è affidata la direzione generale. Cagnoni ha definito il matrimonio come realtà fieristiche “solide”. Il risultato? Un’entità dal potenziale economico secondo solo al conglomerato fieristico tedesco e senz’altro senza rivali in Italia. Sono disciolte in questa nuova costruzione l’avvenirismo romagnolo, che ha fatto di Rimini l’ambiente ideale per coloro che intendono precorrere il futuro, e il fiuto vicentino, tratto distintivo di una terra che meglio di altre ha saputo intuire il cambiamento economico, cavalcarlo e infine domarlo a propria immagine e somiglianza. Per Cagnoni,

Fiera, nasce il secondo polo italiano La neonata società punta alla borsa nel breve periodo. Ci sarà il problema esuberi

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FOCUS

di Daniele Morritti manzonianamente, quello tra Rimini e Vicenza è un matrimonio che s’aveva da fare per le ragioni che sono proprie dei due protagonsiti che presto o tardi realizzano l’inutilità - e l’inefficienza - di navigare distintamente nel mare sferzato dalle intemperie della globalizzazione. Per Cagnoni la corrente internazionale spinge gli attori economici verso una sostanziale dinamica centripeta, tale per cui la sopravvivenza di un gruppo di modesta entità è minacciata dalle leggi di un mercato che non risparmia i cuccioli di nessuna specie economica. Con Vicenza e Rimini condivide la rotta; tanto è bastato per

Da sinistra: Matteo Marzotto (vice presidente Ieg) e Lorenzo Cagnoni (presidente Ieg)

arrivare ad un’integrazione senza precedenti per la fieristica italiana senza che - come ricorda ancora Cagnoni - la geografia regionale, i ‘confini amministrativi’, rappresentassero il benché minimo oggetto di disturbo. Secondo Marzotto la sostenibilità finanziaria è la conditio sine qua non di una fusione, e la Fiera di Vicenza ha sicuramente mostrato di avere i “conti in ordine”. In tandem con Cagnoni, Marzotto ha altresì asserito che “il piccolo è bello ma non è più valido”, a riprova del fatto che la dimensione economica resta, nelle trame che hanno condotto alla nascita, molto più che una semplice addi-

zione. Per il tandem CagnoniMarzotto l’obiettivo è garantire alle imprese che esporranno presso i padiglioni di Rimini e Vicenza un posto in prima fila nel mercato globale. Prospettive parlano di un aumento del fatturato già a partire dal 2017. Secondo il sindaco di Rimini Andrea Gnassi (socio forte), tenendo conto del potenziale indotto (un euro di fatturato della fiera va moltiplicato per 10 di indotto sul territorio) connesso al “quartiere Fieristico”, le cifre supereranno ampiamente “il miliardo di euro”. “L’azionariato - a dire del

Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, insieme, nel 2016 hanno proiettato ricavi per 119 milioni di euro (secondi in Italia dietro Milano). Con un Mol (Margine operativo lordo, cioè l'utile prima delle tasse e degli ammortamenti) a 22,1 milioni. Patrimonio netto: 100 milioni. Nel 2015, Rimini ricavi per 74,9; Vicenza a 36,8.

sindaco vicentino Achille Variati, perfettamente in linea con lo storico della fiera vicentina - ottempera al principio secondo il quale una fiera debba essere il foyer entro il quale il pro-attivismo del settore privato incontra lo spirito di salvaguardia del settore pubblico”. Per Corrado Facco, la scelta di “un azionariato misto” ricalca senz’ombra di dubbio l’impostazione che i costituenti e, se vogliamo, i tutori americani diedero nel periodo post-bellico al sistema economico italiano, fondato sulla logica implicita della partecipazione. La sede del consiglio d'am-

ministrazione sarà a Rimini, con sporadiche sedute presso la sede vicentina. I sindaci hanno rammentato il “coraggio” investito dalle istituzioni nella promozione di un progetto che per definizione limita il ruolo delle amministrazioni comunali. Un costo-opportunità che, come ha puntualizzato Gnassi, deve considerare se intende accedere all’iperuranio della fieristica europea, espressione dell’egemonia tedesca. Vero leitmotiv dell’appuntamento è stato, tuttavia, la quotazione in borsa della società. Sebbene, infatti, non vi siano dubbi sul futuro approdo del gruppo in Piazza Affari, il direttorio ha mantenuto un prudente riserbo. Evasive, invece, le risposte fornite sul futuro del personale. Secondario rispetto alla magnificenza del processo che ha condotto alle soglie dell’integrazione, il rischio esuberi, sebbene considerato, non rappresenta allo stato attuale delle cose un problema su cui interrogarsi. In sintesi, la conferenza stampa di venerdì 28 ottobre, ha dipanato la coltre nebulosa che da mesi sovrasta il più importante progetto di fusione fieristica che l’Italia ricordi, evidenziando così l’afflato “glocal” che ne alimenta i propositi. Resta da vedere come il sistema risponderà e si adatterà alla fusione. Ora che esiste il luogo dell’offerta sarà interessante capire come avanzerà la domanda.


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VALMARECCHIA

Storia, opere d'arte, paesaggio da favola, formaggio di fossa...

Talamello. Ester la gioventù finisce CULTURA E TERRITORIO di Gianloris Cresti - ESTER: LA GIUVENTU’ NON DURA PER SEMPRE “Cinquantuno, cinquantadue, cinquantatre, cinq... Betta guarda, tuo nonno ha acceso la fogaraccia nella piazzetta davanti alla casa della Liliana, andiamo dai!”, smettendo di contare gli scalini che stava calpestando, e senza controllare se l’amica la seguisse, Ester tutta emozionata, passando di corsa davanti al vecchio lavatoio, si diresse verso il luogo dove già buona parte del paese si stava riunendo. “Aspettami... non riesco a correre lo sai, ho paura, aspettami!” le gridò l’amica. Sui monti della Carpegna ancora si vedeva la neve e nonostante l’aria fosse davvero pungente, per Ester e la sua amica era come fosse piena estate, tanto era l’entusiasmo per quell’evento, che radunava tutto il paese davanti al grande falò che veniva incendiato per ricordare la festività di San Giuseppe. Le prime fiamme salivano in alto, quando anche la Betta raggiunse il gruppo dei ragazzi che, già con il naso all’insù, guardavano le mille lucciole che salivano dal grande falò. In prima fila c’erano la Rosina con la sua mamma, Ivano e suo fratello Paolo, Ester, la Betta, Gino con sua sorella Palma e la loro nonna, dietro erano arrivati la mamma della Betta, suo nonno, il fratello maggiore di Ester Vito, il parroco don Pietro, la perpetua Mina, e le suore del vicino oratorio, tutti con gli occhi pieni di gioia e meraviglia, come fanciulli davanti ad una montagna di dolci. Questo per Ester era il primo momento di felicità dopo la morte di suo padre, a gennaio, su alla Miniera di Perticara, e attorniata dai suoi compagni di scuola, si stava godendo in pieno la gioia di quel momento, soprattutto ora che suor Tommasina gli porgeva il piatto con i biscotti al cioccolato e la mamma della Rosina le stava porgendo un bicchiere di aranciata. “Hai visto Ester, sotto i biscotti abbiamo messo il centrino che hai ricamato tu a scuola, lo hai detto a tuo fratello?”, un po' rossa in volto, si girò verso di lui, che la guardò e annuì, regalandole un grande sorriso e avvicinandosi le passò una mano sulla testa piena di capelli neri, racchiusi in due graziose trecce. Il fuoco ora stava esaurendo la sua forza e nella piazzetta ormai solo carboni ardenti, con il freddo della sera che iniziava a farsi sentire. Salutò i compagni e sottobraccio al fratello si diresse verso casa, con in tasca un biscotto che avrebbe dato a sua madre, rimasta a casa a preparare la cena, in compagnia della sua sorellina di appena un anno, la piccola Pina. La loro casa non era grande, una cucina e due camere, tre pic-

cole stanze che si trovavano a metà fra la nuova grande strada che arrivava da Mercatino, e la piazza del paese, lungo la vecchia strada, tutta in salita, formata da quei 300 scalini che ai ragazzi piaceva tanto contare durante i loro giochi. Era stato un inverno molto rigido, seppur breve, e a Talamello in molti avevano deciso di andare a cercare fortuna verso la Riviera Romagnola e abbandonare il lavoro in miniera, su a Perticara, ora che da Rimini arrivava tutti i giorni la “Littorina”, ovvero quel buffo trenino che collegava Mercatino al mare, alle sue fabbriche e ai suoi alberghi, visti da molti come la nuova opportunità di lavoro. Anche suo fratello Vito, dopo sei anni di miniera, e soprattutto dopo l’incidente che era costata la vita a suo padre, aveva deciso di tentare la fortuna a Rimini, come falegname in una fabbrica, insieme al figlio della Armanda, Alfiero e a Fedele, il fratello di don Pietro, e anche se era duro perché la vita della fabbrica per un ragazzo di campagna non era facile, loro avevano deciso di provarci ugualmente e sembravano aver avuto ragione, visto che tutti e tre avevano avuto poi la proposta di assunzione dal padrone della fabbrica. Man mano che passavano i giorni, e che la primavera faceva sentire sempre di più il suo tepore, Ester, con la sua amica Betta, o con suor Teresina, amava andare a passeggiare su alla Chiesa del Poggiolo, ormai chiusa e dimenticata, ma che su di lei esercitava un fascino particolare. Suo padre spesso la nominava nei suoi ricordi, le raccontava di come lui e suo padre partecipavano alla processione del Crocifisso, per la festa di San Lorenzo, di come i minatori, scendendo da Perticara, facessero sempre una sosta per una preghiera davanti a quella che fino a qualche tempo prima era la chiesa principale del paese,

- Talamello, grazioso borgo situato sul versante opposto a San Leo, lungo la valle del Marecchia, all’altezza di Novafeltria, fu amministrato in passato da un susseguirsi di Famiglie nobiliari, come quella dei Malatesta, e lo Stato Pontificio, e fu anche sede della Diocesi in epoca bassomedievale (ancora oggi si può ammirare il quattrocentesco Palazzo vescovile). Talamello è anche scrigno di opere artistiche antiche come la Celletta affrescata da Antonio Alberti da Ferrara del 1437, o il Crocefisso di

Talamello Crocifisso giottesco di scuola riminese del Trecento Lapide Amintore Galli, autore dell'inno del Lavoratori

e poi dal Poggiolo si godeva di un bellissimo panorama su Talamello e su tutta la valle, fino a San Leo. Erano anche i giorni che precedevano la Pasqua, e Ester dopo la scuola andava tutti i pomeriggi dalla sua vicina, l’Armanda, ad imparare a cucire, faceva piccoli lavori, quelli che una bambina di dieci anni può fare, ma si impegnava molto e le piaceva imparare l’arte del cucito, soprattutto ora che stava ultimando la sua gonna a fiori, tutta pieghe come quella che aveva visto indossata da una signora di Mercatino, quando un sabato era andata con sua mamma a prendere suo fratello Vito al rientro dalla sua settimana lavorativa a Rimini, era

una sottana da grande non da bambina, e lei ne era molto orgogliosa. In parrocchia poi, si stava anche risistemando la Canonica. Don Pietro infatti stava imbiancando la vecchia stanza dell’archivio, e ne voleva fare adesso una Sala Giochi, alcune mamme avevano sentito dire anche che sarebbero arrivati un tavolo da Ping Pong nuovo e un Calciobalilla, e per i più grandi un Giradischi per le feste, quelle dove suo fratello l’aveva portata solo una volta, l’anno prima, e dove lei si era divertita molto a vedere i grandi ballare. Le piaceva molto il suo paese, era piena di amici, di cose da fare, poteva andare a fare le pas-

TALAMELLO

poi ritornare alla luce nel mese di novembre e tale evento viene accompagnato dalla fiera, l’Ambra di Talamello, che si festeggia nelle prime due domeniche del medesimo mese. Talamello segue rigorosamente la tradizione, che viene rinnovata ogni anno ed è un elemento essenziale della tradizione stessa: quello dell’unica infossatura all’anno, che avviene nel mese di agosto. E inoltre conosciuto come territorio di castagni, sul Monte Pincio, e a metà Ottobre vi si svolge infatti la Festa delle Castagne.

Giotto (in realtà un’opera della scuola pittorica riminese del trecento di cui del grande Maestro erano discepoli) e moderne come il Museo-pinacoteca Gualtieri “Lo splendore del reale” che riunisce più di 40 quadri del pittore Fernando Gualtieri. Inoltre Talamello ha anche tradizioni che vengono dal passato, come la fossatura del formaggio: il formaggio viene infossato nel mese di agosto per

seggiate, mica come a Rimini, dove, come le aveva raccontato suo fratello, la gente lavorava solamente, e dove al massimo andavano al Cinema il sabato pomeriggio, o la domenica, se avevano un fidanzato o una fidanzata, e dove i bambini stavano sempre in casa. No, molto meglio Talamello, aveva pensato, era sicuramente meglio andare dalle suore a ricamare o dall’Armanda a cucire, oppure correre su e giù per le scalette a contare gli scalini, o giocare a nascondino al lavatoio. E poi a Talamello poteva andare il lunedì, quando era festa, a Mercatino con sua mamma o con l’Armanda, e vedere le bancarelle del mercato, senza perdersi però come aveva fatto la Lisetta per Natale l’anno scorso, quando era andata giù con suor Tommasina e la Mina, e nessuno riusciva più a trovarla, perché si era nascosta a mangiare lo zucchero filato che le avevano regalato le sue zie, incontrate fra i banchi del mercato. Quella sera, rientrando a casa dopo esser stata dall’Armanda, con il cuore pieno di gioia perché la sua gonna era ormai finita, aveva trovato sua madre che parlava con Gino, il loro vicino, quello che le regalava sempre le uova, visto che lui aveva tre galline che teneva chiuse in un recinto nell’orto sotto casa, e le aveva sentito dire che non sarebbero riusciti a pagare un affitto giù a Rimini, nemmeno se a Vito avessero dato l’aumento in fabbrica. Chissà perché dovremmo pagare un affitto a Rimini, si chiese, e una volta a tavola lo chiese a sua madre. Mentre stava dando la pappa alla piccola Pina, di spalle, chiusa nello scialle nero, le disse che suo fratello avrebbe voluto che tutta la famiglia si fosse trasferita a Rimini, dove la vita dava qual-

che opportunità in più ad una vedova con due bambine da accudire, dove le case erano più nuove, dove la corriera permetteva alle persone di non camminare tutto il giorno, e dove il lavoro era più facile da trovare. Soprattutto ora che Vito aveva deciso di sposarsi. Mentre mangiava la sua fetta di pane con olio e sale, Ester guardava la madre e non capiva perché, mentre lo diceva avesse un tono di voce triste e non allegro. La città, i cinema, le corriere, e poi Vito che si sarebbe sposato, a lei sembravano tutte cose belle, mentre sua madre ne sembrava dispiaciuta. Poi le vennero in mente la Betta, la Lisetta, l’Armanda, suor Tommasina, e il pensiero che andando a vivere a Rimini, non le avrebbe più viste, e che magari non sarebbe poi più potuta tornare a Talamello a trovarle, si accigliò, e smise di mangiare la sua fetta di pane. “E io a Rimini poi cosa ci faccio? Con chi gioco? Dove vado a cucire le mie sottane?” chiese alla madre, “la Betta poi può venire a vedere il Cinema con me?” continuò. Guardandola con gli occhi di chi ha appena smesso di piangere, le accarezzò la testa, e le disse che per il momento non era una cosa che sarebbe successa, e che comunque poi a Rimini, anche lei avrebbe dovuto trovarsi un lavoro, per poter contribuire alle spese di casa, avendo la piccola Pina da accudire, la madre non avrebbe potuto trovarsi subito un lavoro e Vito avrebbe avuto la sua famiglia a cui pensare. Riprese a mangiare la sua fetta di pane, pensando che, rimanendo a Talamello, avrebbe potuto si andare a lavorare dalla Armanda o su dalle suore, ma non avrebbe perso le sue amiche, quindi non sarebbe mai andata a vivere e a lavorare a Rimini, e anche sua madre in fin dei conti pensava che, trasferendosi, sua figlia avrebbe dovuto crescere troppo in fretta, e non era una cosa che le avrebbe fatto piacere.


l'OPINIONE

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Gli italiani sono chiamati a decidere sul proprio futuro In pericolo i poteri di controllo del Parlamento sistema che si verrebbe a creare chiaramente ancor meno funzionale e funzionante dell’attuale (che già di suo…), al di là del rischio autoritario derivante da un sistema in cui si rafforzano i poteri del Presidente del Consiglio (e in linea generale è assolutamente sacrosanto e benvenuto) ma non si rafforzano i poteri di controllo da parte del Parlamento che anzi viene praticamente consegnato al ‘dominus’ assoluto, al di là del fatto che un Sistema Istituzionale dovrebbe reggere ‘in sé’, prevedendosene la vigenza ed anzi la maggiore utilità specialmente nei periodi più perigliosi e a fronte di possibili leader veramente poco democratici (nonostante tutto riteniamo che Renzi si limiti alla ‘modica quantità’, o almeno così confidiamo), al di là di una Legge Elettorale che non sarà tremenda ma bruttina bruttina sì, con le sue centinaia di ‘nominati’ di primo o secondo grado, al di là delle prese per il naso (eufemismo sostitutivo di più brusche e più realistiche definizioni) ad ogni livello ed ogni piè sospinto, al di là dell’uso strumentale ed illegittimo dei mezzi di comunicazione, radiotelevisivi in primo luogo, al di là delle cose più brutte, al di là delle stelle, ed anche al di là dell’ingiustificata paura dei Cinque Stelle, o forse giustificatissima e in questo senso i ‘ragazzi’ di Beppe Grillo se ne potrebbero ben fare vanto, al di là di tutto sta la necessità, sempre presente ma questa volta più che mai necessaria, che ciascuno personalmente definisca ed approfondisca la questione. Troppe cose, e troppo importanti, e di troppa proiezione futura sono in ballo perché ci si affidi agli ‘altri’.

Noi, no! L'Italia dei Referendum tra terremoti e Sismi Continua dalla prima Per quanto bravi, per quanto onesti, per quanto analitici. Tantomeno al pur formidabile autore del presente ‘L’Editoriale’. E, quindi, per restare ancorati ai fatti indichiamo e vivamente consigliamo, caldeggiandolo, l’uso del prospetto sinottico tra Costituzione vigente, quella del 1948, e ‘Nuova Costituzione 2016’ che se non verrà bocciata con il ‘NO’ nelle urne ne prenderà il posto: ‘La riforma costituzionale. Testo di legge costituzionale’ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 88 del 15 aprile 2016, ‘Testo a fronte con la Costituzione vigente’ elaborato dal Servizio Studi della Camera dei deputati. Reperibile sul Sito della Camera, >>>www.camera.it <<< o ‘saltandoci dentro’ direttamente a >>> http:// documenti.camera.it/Leg17/ Dossier/Pdf/AC0500N.Pdf <<<. Così che ciascuno possa ‘studiare’, approfondire direttamente e quindi rapportarsi criticamente con le diverse posizioni e tesi. Reperibile gratuitamente via web è disponibile anche in altri modi, stampato anche in molti dei libri e pubblicazioni sul tema. Ci sembra la migliore, e più intellettualmente onesta, indicazione per prepararsi ad affrontare il terremoto politico in corso, e decidere come comportarsi in vista del giorno del nostrano‘Big bang’. Nel frattempo dobbiamo fare i conti con l’altro terremoto, gli

Gabriele Paci, l'autore dell'articolo altri terremoti, che continuano a colpire l’Italia. Che essendo in virtù della propria collocazione geografica e delle modalità della propria nascita zona altamente sismica, naturalmente continuamente ci investono. Rivelandoci a noi stessi. Ché ”Italia del terremoto’ è la solita, purtroppo ben conosciuta e riconosciuta Italia che non ha fatto i ‘compiti a casa’ e dopo, e adesso, piange e si lamenta. Giustamente per quanto riguarda morti, feriti, distruzioni. Molto meno giustamente per le condizioni in cui si trova ad affrontare gli eventi sismici che negli ultimi mesi, e settimane, e giorni, hanno coinvolto e sconvolto una larga fetta del Paese, dalla dorsale appenninica ai due grandi mari, Adriatico e Tirreno. L”Italia del terremoto’ è la solita, purtroppo ben conosciuta e riconosciuta, Italia che ‘gioca’ tra scaricabarile e strumentalizzazioni. Con responsabilità che ci vorranno anni ad appurare, ammesso che ci si riesca. Ed eventualmente a sanzionare. Non c’è nulla di più naturale degli ‘eventi naturali’, e nulla è più preventivabile delle ‘sorprese della natura che si ribella’. Ché la natura fa il suo dovere di natura, proseguendo per il proprio corso. Sono l’approssimazione e l’imprevidenza umana a rendere tragico quello che potrebbe essere solo felicemente drammatico. Case costruite in spregio ed opposizione alle norme edilizie, insediamenti urbani ed

extraurbani dove il buonsenso vivamente sconsiglierebbe, comportamenti autolesionistici di cui si fa poi colpa all’innocente natura, della propria natura unicamente rea. L”Italia del terremoto’ è la solita, purtroppo ben conosciuta e riconosciuta, Italia che non investe su se stessa, con piani urbanistici, ambientali, forestali che si ripetono senza mai giungere a dar vita ad una reale inversione di tendenza. Che comporterebbe il risanamento delle situazioni pregresse e l”assicurazione’ di rigorose norme sulle nuove costruzioni e le nuove Opere pubbliche, o parapubbliche. Per fortuna l”Italia del terremoto’, e delle catastrofi naturali in genere, è anche la ben conosciuta e riconosciuta, da noi come in Europa e nel mondo, Italia che sa reagire straordinariamente bene all’emergenza. Con prove

di dedizione e solidarietà che lasciano a bocca aperta. E’ l’Italia degli ‘angeli del fango’, quelli del terremoto di Firenze di metà anni ’60 dello scorso secolo, via via raggiunti e rimpiazzati da miriadi di altri giovani e meno giovani. Per fortuna l”Italia del terremoto’, e delle catastrofi naturali in genere, è anche la ben conosciuta e riconosciuta, da noi come in Europa e nel mondo, Italia che sa rimboccarsi le maniche e dare tutta se stessa per gli altri, per i vicini che sono abitualmente e strutturalmente i più lontani. Italia che tenacemente affronta le cose a partire dal motto della famiglia Kennedy: «Le fortune si subiscono, le disgrazie si affrontano». Purtroppo o per fortuna questa è la nostra Italia, e a fronte di vittime, feriti e distruzioni scatta e sale la italica solidarietà. Possiamo legittimamente dire che le cose che avvengono in questo nostro stranissimo Paese sono all’insegna contemporanea di ‘purtroppo’ e ‘per fortuna’. Purtroppo certi eventi succedono in Italia, per conformazione strutturale e tettonica, e per modalità con cui si è intervenuti a modificare, antropizzandolo, l’ambiente. Purtroppo. Per fortuna è tra drammi e tragedie che da italiani sappiamo spesso dare il meglio, le migliori energie, inventività, e riutilizzando un termine fonda-

mentale, solidarietà. Se tutto questo avesse la capacità di proseguire sia operativamente che come modalità di relazione anche al di là del contingente, per una volta potrebbe essere inverato il gucciniano modo di dire «costruire su macerie». Queste sì sarebbero, per una volta, cose più serie delle solite. A fronte delle cosiddette ‘calamità naturali’ sta la più vera e grande calamità, però altamente innaturale. Noi. Vale per i sismi così come per la ‘Politica’ ed ora per Riforma Costituzionale e conseguente Referendum. E un terremoto è metafora dell’altro, e viceversa. Quanto al terremoto vero e proprio, al sisma, quando gli eventi tellurici sono più di uno da ‘sisma’ diventano ‘sismi’, come già da elementare insegnamento sul plurale dei nomi delle nostre benedette maestre elementari (specialmente della mia che era, per i primi tre anni, la mia mamma). Di questi tempi e queste temperie, bisogna stare attenti a tutti i sismi. Forse anche a quelli che, con nome mutato o magari senza nome, fanno sì riferimento a ‘Sismi’, ma quello con la ‘S’ maiuscola che era la sigla dei ‘Servizio Informazioni e Sicurezza Militare’, attivo per trent’anni dal 1977 al 2007 essendo il più importante dei Servizi Segreti dell’Italia. E non erano, e non sono, generalmente dei gran bei servizi. Anzi Servizi. Così, giusto come ammonimento preventivo. Per il resto prepariamoci ad affrontare nel modo più avveduto e consapevole possibile tutti i terremoti. Quelli previsti e quelli imprevisti. Ma in fondo tutti ‘prevedibili’.



ECONOMIA

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L'azienda si chiama XLVI (46 nei numeri romani). Robusta e di design. Prototipi 3 anni fa Il fondatore (1948) Alberto Pascucci col figlio Mario

FARE IMPRESA - Pascucci è anche macchine per il caffè. E lo ha fatto nel più puro ed autentico stile Pascucci. Tutto lascia il segno. Il nome: XLVI (46, in numeri romani per dare un tocco di fascino e radici) ha un significato. Quando quattro anni fa nasce l'idea, la Torrefazione Pascucci impiega 46 persone (nella cabala napoletana porta fortuna). Archiviato il nome il capostipite Alberto ed il figlio Mario tornano all'antico: una macchina robusta che non si deve mai rompere, bella e con una tecnica all'avanguardia ma meccanica. Tutti questi ingredienti sono la forza del vero made in Italy; la progettualità che ha fatto del Belpaese una potenza economica ed un esempio di difficile stile da copiare. Al massimo lo si può imitare. Racconta Alberto, che nel 1948 fonda l'azienda a Montecerignone: “Da sempre noi gestiamo le macchine per il caffè. Abbiamo un'officina per la manutenzione delle nostre macchine. Così, l'apparecchiatura, è stata quasi un processo naturale da affiancare alla bontà della nostra torrefazione. Pensiamo e progettiamo la macchina. Cerchiamo gli artigiani che sanno l'arte; sono tutti della nostra zona: Riminese, Pesarese, Aretino e con una piccola puntata in Lombardia. Il primo prototipo nasce tre anni fa. La prima la portiamo al nostro bar alle Befane, il centro commerciale di Rimini”. “La caratteristica di questa macchina - continua Alberto, già amico di Umberto Eco che aveva il buon ritiro a Montecerignone -

di commercializzazione con un partner sudcoreano, la Deann Trade, conosciuta lo scorso gennaio al Sigep, la fiera di Rimini leader nel mondo per il gelato.

Pascucci è anche macchine per il caffè e cioccolatini La grande cornice dello stabilimento è un bassorilievo con la pianta e il frutto del caffè. Idea rinascimentale. Nella hall pavimento con la ceramica di Vietri

è la robustezza; nel senso che deve durare, un po' come avveniva negli anni addietro. Secondo, non ha nessuna elettronica perché il barista si deve riappropiare della sua professionalità che diventa un valore aggiunto nei confronti del cliente. Solo così può dimostrare quanto vale e mettersi in mostra”. “La nostra macchina - gli fa eco ?, il giovane che coordina la produzione - pesa il doppio. Tra 50 anni non perde valore e la puoi anche vendere. Abbiamo limitato al massimo le plastiche. Ad esempio, le leve per fare il caffè sono di bachelite, un materiale pregiato e costoso. Inoltre,

la possiamo personalizzare anche con i colori scelti dal cliente. Vorrremmo essere una specie di sartoria di macchine per il caffè. Va detto che ha una gestione semplice, in modo tale che il tecnico chiamato a ripararla ha meno problemi e ci impieghi il meno tempo possibile per non creare disagi”. Se la prima è finita a Rimini, l'ultima a lasciare Montecerignone è giunta in Australia, acquistata da un torrefattore. La neonata attività è partita col piede giusto. Finora sono state prodotte un migliaio di macchine e firmato un contratto

Cioccolato Il marchio XLVI non è la sola novità in casa Pascucci. Ha rilevato un brand ferrarese che produce cioccolato di qualità. Si chiama Rizzati; i due fratelli fondatori sono maestri cioccolatieri di prim'ordine. Racconta Mario, il figlio del fondatore: “Facciamo una produzione bio. Il cioccolato fa parte di quel patrimonio culturale italiano che si rischia di perdere. Oltre al negozio di Ferrara di fronte al duomo, da qui a fine anno apriremo altre 4 cioccolaterie: Roma, Cortina, Milano e Rimini”. In riviera il vessillo viene alzato dove c'era il bellissimo e poco fortunato Caffè dell Rose, a pochi passi da piazzale Fellini. Il progettista dei locali è il riccionese Marco Lucchi, da anni collabora con Pascucci. 500 caffè nel mondo La bandiera, anzi lo stile, Pascucci svetta in quasi 500 Coffee Shop nel mondo. Le dislocazioni: Corea del Sud 400 (erano 50 fino a tre anni), Italia 32, Cina 8, Malesia, Austria, Cipro, Malta 5. Nell'insieme impiegano 4.500 persone. In Italia, Pascucci serve circa 2.500 bar. L'export vale il 60 per cento dei ricavi. Il futuro per Pascucci si preannuncia ricco di aspettative. E' stato firmato un contratto con una multinazionale cinese. Si spera nel trend coreano.

So-stare insieme nella diversità - Al via il concorso per gli studenti e i giovani riminesi: “So-stare insieme nelle diversità” promosso dall’associazione Arcobaleno in collaborazione con Rompi il silenzio, Volontarimini, Associazione S. Zavatta onlus, Il Millepiedi, Eucrante. Obiettivo del concorso è sviluppare azioni educative e promozionali di contrasto alle discriminazioni coinvolgendo in modo attivo i giovani nella riflessione. Le classi o i gruppi giovanili sono invitati a presentare opere realizzate con diverse tecniche espressive: fotografie, disegni, video, performance artistiche, musica… L’iscrizione è gratuita e le produzioni, corredate da

Al via il concorso per gli studenti e i gruppi giovanili di Rimini contro le discriminazioni modulo di partecipazione debitamente compilato e firmato da tutti i componenti il gruppo, dovranno essere presentate entro il 18 novembre 2016, nelle seguenti modalità: spedizione o consegna diretta c/o Volontarimini - via Covignano, 238 - 47923 Rimini specificando “Concorso So-stare insieme nelle diversità” (per le spedizioni fa fede il timbro postale); trasferimento digitale via email a

Rimini, arco di Augusto

progetti@volontarimini.it Al termine, le opere saranno esposte nei locali del centro giovani Rm25 e della Casa dell’intercultura, in centro storico a Rimini. L’evento di pre-

miazione si terrà il 30 novembre. Il gruppo vincitore potrà trascorrere una giornata di formazione esperienziale outdoor (all’aria aperta) a Sant’Aquilina, in una realtà dove si verrà in contatto con il Centro SocioOccupazionale che ospita 25 persone con disabilità, la struttura di pronta accoglienza per minorenni denominata la casa delle emergenze Amarkord e si conoscerà il progetto sperimentale Agricolab. Quest’ultimo, realizzato con l’associazione Adama’h Factory, promuove il lavoro agricolo come risposta alle crescenti situazioni di

disagio sociale. Una location quindi che offre l’opportunità di vivere un’esperienza emotivamente coinvolgente in cui mettersi in gioco e confrontarsi. Tutti i dettagli relativi al concorso sono sulla pagina Facebook:

volontarimini@volontarimini.it

“So StareInsieme nella diversità”. Nell’ambito del progetto verrà proposta alle scuole anche un’attività di “Bibliotecari che verranno realizzati tra ottobre e novembre utilizzando un linguaggio e una serie di procedure che favoriscano il dialogo e il superamento di pregiudizi e discriminazioni. Per prenotare una biblioteca vivente è necessario inviare una mail di richiesta a info@arcobalenoweb.org, indicando istituto scolastico, classe e insegnante di riferimento.


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RICCIONE

Il capo-gruppo consiliare Fabio Ubaldi contro il segretario Marco Parmeggiani

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

PD-TRAUMI-ORTOPEDICI-EVENTI-TERREMOTI... Traumi - Leggiamo: “Convegno: ‘Traumi e stress da cambiamento, le cause che portano all'obesità’”. Il Pd riccionese è fuori dalla casistica: sono diminuiti e striminziti... Frantumazione Pd - Renata Tosi, centrodestra, non avrà fatto miracoli nel governo della città, ma è riuscita a polverizzare l'avversario politico principale. Oggi il Pd si è diviso in tre/quattro: Pd (ortodosso), Democratica, Oltre e Pci. E forse non finisce qui... Eventi natalizi - Leggiamo: “Fabio Ubaldi (Democratica): ‘Chiarezza sui grandi eventi natalizi’”. Quanto costeranno le balle di Natale?... Terremoti - Leggiamo: “Cento anni fa (16 agosto 1916) il terremoto a Riccione devastò la città”. Poi c'è stato il recente terremoto politico (9 giugno 2014) che ha devastato il Pd. Anche qui feriti e sfollati... Chiamate Hera - Leggiamo: “Cestini lungo le strade stracolmi: il Pd insorge’”. Chiamate Hera, sicuramente il Pd la conosce molto più approfonditamente della Tosi... Al bar - Leggiamo: “Il Pd serra le fila contro la Tosi: incontro sulle promesse disattese”. Dove ci vediamo? Al bar di Spontricciolo. Ah! I soliti quattro amici al bar?... Pd, parole roboanti - Leggiamo: “Capolinea dei bus. Il Pd attacca la Tosi: ‘L'ennesimo orrore’”. La terminologia d'attacco del Pd diventa sempre più roboante. Due spiegazioni: 1) cresce il disagio e l'impotenza di stare inconsuetamente all'opposizione; 2) si avvicinano le prossime elezioni... Politica fai da te - Leggiamo: “Elezioni 2019, nasce un'associazione politicamente trasversale per stimolare nuovi progetti”. E' la politica fai da te dei cittadini... Spese per eventi - Leggiamo: “M5S: i conti del Comune non tornano, fuori controllo le spese per eventi”. Panem et circenses?... Ortopedici... - Leggiamo: “Convegno di ortopedici e traumatologi, in 1.200 al Palacongressi”. Presenti diversi dirigenti e militanti del Pd visibilmente scrocciolati...

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Oltre, la nuova “cosa” dei transfughi del Pd In vista una lista civica che spezzerà in due il partito e che farà felice la Tosi ed il M5S? Si dovrebbe chiamare Democratica FOCUS - Si chiama “Oltre” la nuova cosa nata dal litigio all'interno del Pd. Da una parte il segretario del partito Parmeggiani; dall'altra 4 consiglieri comunali su 7. L'ufficialità è avvenuta il 2 novembre. Lo compongono: dai consiglieri comunali Daniela Marchetti, Ulrike Bonfini, William Casadei e Fabio Ubaldi (candidato a sindaco per il Pd nel 2014). “La nostra azione - dicono i quattro - è volta a ridare primato alla politica ripartendo dall’impegno, dal senso civico, operando le scelte per conseguire il bene comune, per liberare energie, e interessarsi di ciascuna persona e di tutti, come insieme, come Comunità. Come amministratori racco-

I fatti

glieremo dunque le istanze di qualsiasi cittadino indipendentemente dalle appartenenze. Non abbiamo un colore politico ed il nostro simbolo è la miglior rappresentazione di questa trasversalità di pensiero. Saremo espressione degli stimoli che portano le persone a voler andare oltre i preconcetti, a quei limiti che hanno costituito quegli steccati ideologici che devono essere abbattuti”. “Ci impegneremo - continuano - per divenire una componente fondamentale di un ‘progetto’ costruito giorno dopo giorno, avvalendoci delle professionalità locali e non solo, aperti a tutti coloro i quali abbiano voglia e desiderio di mettere a disposizione le proprie capacità per la città che vivono. La collocazione amministrativa dei consiglieri di Oltre è naturalmente all’opposizione dell’attuale amministrazione di cui non condividiamo scelte fondamentali che

hanno determinato una diversità di visione politica sempre più crescente”. “Il nostro operato - rimarcano è proiettato alla Riccione che verrà. Non faremo dunque un'opposizione ostruzionistica ma costruttiva, attenta e quando richiesto anche decisa. Quella di chi ha già iniziato a lavorare, a pensare e progettare da futuro amministratore. Rappresentiamo un’unico interesse che è quello collettivo e lo faremo con più pragmatismo e meno populismo, perché la politica è fatta di scelte che a volte è doveroso prendere. La visione di prospettiva dunque sarà il leit motiv imperante del nostro operato. Insieme agli imprenditori, agli artigiani e ai commercianti che ogni giorno incontriamo e che hanno espresso chiaramente il desiderio di un vero progetto di cambiamento. Categorie che saranno presenti nei membri di una associazione sempre più crescente e rappresentativa delle varie anime della città. Specifichiamo in modo chiaro e netto che ad oggi la nostra attività è puramente amministrativa. Pertanto non siamo degli eredi

Marzo 2016 La minoranza del Pd presenta un documento non proprio benevolo sulla segreteria Parmeggiani. In agosto, Parmeggiani chiede che i 26 firmatari vengano sottoposti a spiegazioni davanti ad garante Marco Parmeggiani e Fabio Ubaldi, rispettivamante segretario e capo-gruppo del Pd e neppure degli antagonisti. Finisce dunque ufficialmente il percorso di Democratica perché legato e motivato a una corrente di pensiero alternativo all’interno di un partito politico. Oltre all’interno del consiglio comunale non sarà la bella o la brutta copia di nessuno e non ha nessuna intenzione di esserlo perché ogni riferimento in merito sarebbe esclusivamente speculativo e volutamente fuorviante. Agiremo nel rispetto politico e personale di qualsiasi componente presente all’interno del consiglio comunale, limitando ogni preconcetto e ogni personalismo all’esclusiva diversità nell’azione politica stessa. Da qui inizia un nuovo percorso di cui siamo orgogliosi attivisti in prima linea”. Daniela Marchetti, Ulrike Bonfini, William Casadei, Fabio Ubaldi, consiglieri comunali “Oltre” di Riccione

Cuore, la prevenzione SANITA'

- Un cordiale saluto a tutti i Lettori de “ La Piazza”: sono un cardiologo ospedaliero in pensione ed amante del vostro territorio dove trascorro da anni i periodi di vacanza estivi ed in prossimita’ del quale ho anche prestato servizio militare come Ufficiale Medico a Falconara. Mi e’ stata offerta l’occasione di mettere per iscritto alcune considerazioni riguardanti le malattie cardiovascolari alla luce della lunga esperienza ed anche della saggezza dell’eta’ matura, per cui cerchero’ di parlare dell’argomento con semplicita’, focalizzando l’ attenzione soprattutto sugli aspetti piu’ attuali e pratici. Vorrei pero’ iniziare oggi con alcune considerazioni storiche: si da’ per scontato sapere che l’ apparato cardiocircolatorio e’ costituito da una pompa centrale, il cuore, e da una serie di vasi che portano il sangue dal ventricolo sinistro (circolazione sistemica) ai tessuti periferici per nutrirli e lo riportano poi al cuore, al ventricolo destro, per ossigenarsi infine nei polmoni (circolazione polmonare). Il cuore infatti e’ costituito da 2 pompe appa-

iate che lavorano in serie, una pompa destra, ossia il ventricolo destro, che invia il sangue ai polmoni per ossigenarsi ed una pompa sinistra, ossia il ventricolo sinistro, che invia invece il sangue verso gli organi periferici per portare nutrimento ed ossigenazione. Un dato importante : il primo lavora con pressioni basse di 20-40 mm Hg, il secondo con pressioni piu’ elevate, normalmente 120-130. Ma per arrivare a queste certezze ci sono voluti secoli, grazie all’intervento e all’ intuizione di geniali medici e scienziati. Bisogna arrivare al 1600 e al medico Inglese William Harvey (1578 – 1657) che, sulla base di osservazioni fatte da precedenti studiosi, ma soprattutto tramite un suo approccio scientifico basato secondo il metodo Galileiano della osservazione , ipotesi e sperimentazione, riusci’ ad inquadrare correttamente il funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Per questo William Harvey viene anche considerato uno dei pionieri della rivoluzione scientifica di questo perio-

do e la sua scoperta e’ stata paragonata alla rivoluzione Copernicana in campo astrofisico, proprio per il capovolgimento di tutto quello che nei secoli precedenti si era detto. Non va dimenticato anche che Harvey studio’ Medicina in Italia a Padova, per cui queste sue scoperte un po’ ci appartengono . Mancava pero’ ancora un importante anello della catena: non si sapeva come avvenisse il passaggio del sangue dalle arterie alle vene nei tessuti periferici. La cosa venne chiarita da un altro grande della Medicina l’ italiano Marcello Malpighi (1628 – 1698), fondatore della moderna Anatomia Microscopica, il quale utilizzando appunto il Microscopio ottico, di recente invenzione, dimostro’ l’ esistenza delle arteriole, dei capillari e delle venule che costituiscono il trait d’union fra arterie e vene e dove il sangue svolge la sua funzioni. Stabilito quanto sopra, rimane ora da valutare un parametro importante per tutti i circuiti e cioe’ la pressione che vi vige all’interno e che deve essere adatta e sostenibile dal circuito nel suo insieme e cio’ vale anche per il nostro sistema circolatorio. E’ interessante sapere


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Di origine americana, sposa Giovanni. A lei si deve l'ospedale, la scuola meterna, il porto... - Maria Ceccarini forse è stata la più grande benefattrice della storia di Riccione. Ecco come la racconta Rodolfo Francesconi.

Roma, 18 febbraio 1895 Pregiatissimo signor Sebastiano Amati, Riscontro Sua cortese lettera del 16 scorso ove mi parla della gran miseria che c’è in campagna e la necessità di provvedere delle minestre per i più bisognosi. Dalla Sua lettera apprendo anche che a Riccione sono circa venti giorni che nevica quasi continuamente e che le condizioni della povera gente della borgata sono fatte tristissime, che la pesca delle poverazze, causa il cattivo tempo ed il mare sempre agitato non si è potuta fare che per pochi giorni e che , essendo presumibile che passerà ancora parecchio tempo senza che pei poveretti si apra alcun guadagno urge in qualche modo provvedere. Lei aggiunge anche essere “questo lo stato genuino di Riccione e poichè Ella”, cioè io stessa, “altre volte provvide con quella carità che forma l’ammirazione di tutti i buoni ho creduto per prima cosa rivolgermi a Lei.” e mi chiede di disporre per la distribuzione di minestre ai poveri. Sento pure dal Signor Dottore Pulè che vi saranno distribuite delle minestre a Riccione. Questo mi fa molto piacere, perchè veramente quantunque mi faccia immensa compassione la condizione dei poveri cristì, pur tuttavia Ella sa che io faccio ciò che niun individuo (anche forse più ricco di me) può fare a prò di quei disgraziati. Mi scuso perchè non mi sem-

Ceccarini, grande benefattrice L'ospedale forse è il lascito più importante della Ceccarini

Il carteggio tra la donna e amici svela tutto il valore della persona e la sua idea di comunità

PERSONE bra giusto ricordare proprio in una lettera indirizzata a Lei, che stimo per la comprensione e l’aiuto che ha sempre dato a me direttamente e ai suoi concittadini indirettamente, ciò che ho fatto per questa borgata. Quando il mio marito ed io decidemmo di alternare la nostra permanenza a Roma con i soggiorni estivi alla Torre Rossa, ci rendemmo già da allora coscienti delle difficoltà in cui ogni giorno si dibatteva la gente che ci circondava, con una agricoltura arretrata e povera che stentava a tenere il passo con la crescita della popolazione e una pesca ancor più marginale e precaria. Noi siamo sempre stati molto attenti ai bisogni della gente e per tutti abbiamo avuto comprensione effettuando sempre, come Lei mi chiede ancora, gesti concreti di solidarietà.

Per questo, subito dopo la morte di mio marito Giovanni, divenni una sostenitrice convinta della Società Operaia di Mutuo Soccorso, appena fondata e da Lei presieduta, alla quale offrii simbolicamente la bandiera, ma soprattutto la somma di L.200 perchè fosse fondata la Biblioteca Popolare Circolante e già allora, quasi cinque anni fa’, mi adoperai per far distribuire durante tutto l’inverno 300 minestre giornaliere a tutte le famiglie povere di questa borgata. Mi resi anche conto della mancanza assoluta delle strutture assistenziali nel paese ove avevamo scelto di vivere e per questo motivo volli (e contribuii totalmente) che fosse creato al più presto un Asilo Infantile ove poi poter collocare anche la Biblioteca Popolare che avevo sovvenzionato. Lei senz’altro rammenterà che l’inaugurazione di questo Giardino d’Infanzia ebbe luogo tre mesi dopo la Sua nomina a Consigliere Co-

munale, ma già prima di allora avevo cominciato a pensare che sarebbe stato necessario per Riccione avere anche un Ospedale destinato ad accogliere gli ammalati di tutto il territorio. L’appoggio Suo e di tutti i riccionesi fu entusiasmante come mi accorsi durante quella cerimonia e che poi si ripetè quando il 25 aprile di due anni dopo (era il ’92) fu organizzata la posa della prima pietra dell’ospedale che volli fosse proprio dedicato alla memoria di mio marito. Per questa decisione mi fu anche conferita dal Comune di Rimini la cittadinanza onoraria ed io proprio questo desidero ancora ricordare per ringraziarLa ancora una volta per essere intervenuto più volte in Consiglio in quanto il Suo Presidente aveva esternato molti dubbi su un conferimento come questo a una cittadina straniera. Ripeto che il contenuto della Sua lettera non mi fa meraviglia in

quanto anche nell’inverno durante il quale erano già iniziati i lavori per la costruzione dell’ospedale il tempo si dimostrò inclemente e, a partire da gennaio rinnovai l’iniziativa di distribuire quotidianamente minestre alle famiglie povere della borgata. Nonostante la neve la fortuna mi assistette più volte sia per poter far continuare i lavori sia per l’aiuto che Lei mi diede, e La ringraziai per iscritto, per aver validamente cooperato in Comune per lo spostamento della fossa. E poi ancora quando Le chiesi, “ che avendo intenzione di illuminare ad elettricità l’Ospedale di Riccione mi pareva cosa utile e gradita di estendere l’impianto anche al paese e marina”, che questa mia nuova proposta fosse discussa in Consiglio assieme a quella precedente concernente il Servizio Sanitario. Le esternai anche “che avevo paura per molte ragioni che tutte queste proposte per Riccione finissero per stancare la buona volontà che attualmente pare abbiano le autorità riminesi”. Lei mi rispose subito, nel mese di marzo, otto mesi prima dell’inaugurazione dell’ospedale esternandomi la Sua ammirazione per quanto pensavo di fare e facevo per il paese dove Lei era nato scrivendomi che “l’illuminazione estesa al paese e alla marina oltre ad esssere decorosissima ridarrebbe

un utile immenso per l’importanza che accrescerebbe alla stagione balneare e ciò potrebbe non entusiasmare di molto i riminesi che vedono nella nostra stazione di bagni una concorrente alla loro città” e mi suggerì di proporre all’Amministrazione riminese che avrei pagato io stessa, la differenza di costo annuale, circa 700 lire, fra l’illuminazione elettrica e quella attuale dei Fanali a Petrolio. Il suo suggerimento fu prezioso e contribuì poi a far si che nello stesso giorno della grandiosa inaugurazione dell’Ospedale (il 23 ottobre 1893) potemmo inaugurare anche l’impianto elettrico di illuminazione della Sua borgata, allacciato proprio al generatore dell’edificio. Per tutte queste ragioni Le ripeto ciò che ho scritto all’inizio di questa lettera e cioè “che io faccio ciò che niun individuo (anche forse più ricco di me) può fare a prò di quei disgraziati e quindi non mi trovo affatto in obbligo di provvedere ad altri bisogni.” Le ricordo anche che proprio in questi giorni sto acquistando una serie di poderi per la dotazione patrimoniale e l’autosufficenza dell’istituto, e che ho deciso di anticipare al Comune di cui Lei è Consigliere la somma di L.24.000 per la realizzazione di un altro asilo: quello delle barche e di far costruire a mie totali spese una nuova strada di accesso al porto. Pure desidero unire il mio contributo a quello degli altri per le minestre e la prego di trovare qui accluse L. 100 per quello scopo. Mi creda! Con stima, sempre di Lei devotissima Maria Ceccarini



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Siamo nel 1910. E' una delle figure più straordinarie sfornate dalla provincia di Rimini

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Autonomia comunale di Riccione, il sindaco cattolichino Cino Mancini autorevole sostenitore - Com’è risaputo, nell’ottobre 1922, dopo reiterate manifestazioni di protesta ed intense battaglie, avviate fin dalle ultime decadi dell’Ottocento, e solo temporaneamente sospese nel periodo della prima guerra mondiale, Riccione perveniva alla tanto agognata autonomia comunale. Di recente, intento a cercare di metter un po’ d’ordine tra le mie numerose scartoffie, mi sono casualmente imbattuto in uno scritto apparso nella rivista riminese “Il Momento”, del maggio 1910. Detto articolo rivela il ruolo importante - di cui non v’era traccia alcuna nella documentazione sulle fasi antecedenti l’autonomia -, e parimenti nella tradizione orale riccionese, avuto da un personaggio, tuttora assai stimato a Cattolica. Mi riferisco a Vincenzo Mancini detto Cino (Foto Archivio Fotografico del Centro Culturale Polivalente del Comune di Cattolica), fervente sindaco socialista cattolichino, morto prematuramente nel 1912. Nativo di Cerignola, ha lasciato infatti un ricordo indelebile nella comunità locale, per le su capacità amministrative e la specchiata rettitudine ed onestà, tanto che una via del centro di Cattolica, per i suoi meriti, è da tempo a lui dedicata;

VALORI

Socialista, il suo decalogo è un inno di civiltà

Decalogo, da regalare ai nipotini

ed educazione

LA STORIA

di Fosco Rocchetta inoltre, nel 1997, la Giunta presieduta dal sindaco Gian Franco Micucci, con un atto saggio e lungimirante, stabiliva di denominare la residenza municipale: “Palazzo Mancini”. Alla fine dell’800, nel 1897, Cattolica era divenuto comune autonomo, distaccandosi da San Giovanni in Marignano, località con un’economia prevalentemente agricola, mentre il paese rivierasco, oltre al sostegno dell’attività peschereccia avvertiva l’esigenza di promuoversi ed affermarsi fra le migliori stazioni balneari d’Italia. Cino Mancini riconobbe, con

Cino Mancini indubbia onestà intellettuale, la giustezza delle battaglie e le ragioni dell’autonomia riccionese, scevre da ogni sorta di angusto municipalismo, come si evidenzia nel citato articolo, che integralmente si trascrive: “ Riccione 22 maggio 1910 - Oggi nella sala della Società Caccia e Tiri, gentilmente concessa, ebbe luogo l’adunanza degli elettori amministrativi per la firma della domanda a Sua Eccellenza il Ministro degli Interni alla scopo di ottenere la costituzione in Comune autonomo. Il Presidente del Comitato Sig. Sebastiano Amati con opportune parole presentò il Sig. Avv. Cino Mancini Sindaco di Cattoli-

1) Ama i tuoi compagni di scuola che saranno i tuoi compagni di lavoro per tutta la vita. 2) Ama lo studio che è pane della mente e sii grato a chi ti insegna. 3) Onora le persone buone, rispetta tutti, non curvarti a nessuna. 4) Più che il rimprovero altrui, temi quello della tua coscienza. 5) Non odiare, non offendere, non vendicarti mai, difendi il tuo diritto e non rassegnarti alla prepotenza. 6) Non commettere bassezze, viltà, difendi i deboli. 7) Ricordati che i beni della vita sono frutto del lavoro, goderne senza far nulla è come rubare pane a chi lavora. 8) Osserva e medita per conoscere la verità, non credere a ciò che ripugna la ragione. 9) Ama la Patria, odia la guerra, che è avanzo di barbarie. 10) Augura il giorno in cui il lavoro affratellerà tutti gli uomini, e cadute le barriere fra le Nazioni, la pace con le sue candide ali, sorriderà nel mondo.

ca incaricato di preparare tutti i documenti necessari all’uopo. Il Sig. Avv. Mancini con elegante improvvisato discorso disse dei vantaggi che ne verranno alla industre borgata, alla prosperosa stazione balneare dalla sua costituzione in Comune. Fu applauditissimo. Si procedette quindi, in presenza del Dott. Cantoni notaio, all’apposizione delle firme alla domanda di separazione, previa lettura di circa una ventina di adesioni per lettera da parte dei forestieri proprietari di ville. Dal numero degli elettori presen-

tatisi in questa prima adunanza (circa centocinquanta) si può arguire che la domanda sarà firmata all’unanimità.” L’articolo del periodico riminese terminava ribadendo che si trattava “ di un altro esempio splendido della ferma volontà dei Riccionesi e della concordia per il bene della borgata”. Ad ogni buon conto, anche se i riccionesi dovranno attendere ancora dodici anni per giungere alla tanto desiderata autonomia comunale, quell’atto, che vide la partecipazione dell’illustre sindaco cattolichino, era destinato anch’esso

a ben germogliare. Non da ultimo, è doveroso rammentare che Cino Mancini fu autore di un celebre “Decalogo”, ovvero di dieci precetti, che il sindaco fece avere a tutti gli alunni delle scuole di Cattolica. In questa serie di principi, eccelsi per il loro significato umano e civile, “si coglie, assieme alla grande illusione per una fraterna società socialista senza barriere tra gli stati, una grande saggezza, un grande amore per l’umanità, un grande rispetto per il prossimo e, in una profonda esortazione alle migliori qualità e virtù dell’uomo, nel suo comportamento scevro da infingimenti divini, la fede per una nobile utopia…”, come sottolinea, con vivo pathos, Silvio Di Giovanni, nel n. 6, giugno 2012, de’ la Piazza. La morte, per meningite acuta, nel giugno 1912, all’età di soli trentasei anni, impedì a Cino Mancini di assistere al crollo delle sue sincere speranze di pace per l’umanità,- mirabilmente descritte nel suo Decalogo, in conseguenza, due anni dopo, nel 1914, dell’attentato di Sarajevo-, che causerà lo scoppio del primo, terrificante, conflitto mondiale.



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Oltre 200 persone alla presentazione del suo libro. Racconta di quando il Motogiro faceva tappa a Riccione

Fosco, pieno con la cultura

LA CULTURA

Glauco Selva

Mitica competizione dal 1953 al 1957 CULTURA - Fare il pieno con la cultura. Fosco Rocchetta ha la capacità di saper comunicare come un raffinato marketing. Passa casa per casa, amico per amico, e introduce nella buchetta il volantino-invito. L'ultima volta si è superato. Si sono contate circa 200 persone al Palazzo del Turismo lo scorso 23 ottobre. Il suo record. Veniva presentato l'ultimo suo libro: “Riccione. Città del Motogiro d'Italia” (Edizioni la Piazza, 144 pagine). Ad impreziosire le pagine decine e decine di fotografie, in gran parte perse a Riccione. Presentato dal frizzante garbo di Alessandro Formilli, ad animare il lungo pomeriggio numerosi piloti che parteciparono a quell'avventura: Venturi, Silvagni, Campanelli. Il Motogiro si tenne dal 1953 al 1957; Riccione era una delle tappe. Ed indica anche una capacità di proporre eventi in grado di portare il suo nome in tutt'Italia. La gara era seguita da tutti i media nazionali. Fu interrotta, dopo un tragico incidente con vittime durante la Mille Miglia.

Dante, 15 domeniche con l'Inferno Fosco Rocchetta (in piedi, in azzurro) dirante la presentazione del libro Il fascino dei lavori di Fosco Rocchetta è la primogenitura. L'ex direttore della biblioteca va nelle biblioteche, negli archivi, si impolvera. Scheda, cerca fotografie. Infine, scrive e pubblica. Ha raccontato la storia di Riccione con carte di prima mano. Lo fa sempre con serietà e signorilità. Il volume dalla copertina rossa ha acceso molti cuori. Riportiamo lo stralcio di una lettera. Caro Fosco, buongiorno! Grazie a te per la piacevolissima e bella serata! A nome di mio papi e mio personale ti

ringraziamo perché ci hai regalato un momento ricco di emozioni. Oltre ad avere realizzato una pubblicazione rievocativa ed suggestiva, hai fatto riaffiorare ne “i ragazzi del MotoGiro d’Italia” tanti ricordi di cui hanno bisogno quotidianamente per uscire dalla loro “gabbia” e farli tuffare di nuovo nella loro forza di vita. Il commento che ha fatto mio padre, dopo che siamo usiciti dalle presentazione del tuo libro, è stato: ‘Queste iniziative dovrebbero essere fatte più spesso. Ci ridanno

vita e forza e se la salute ce lo permettesse potremmo davvero dimostrare quanta forza ancora c’è in noi. Fosco è stato proprio bravo, una persona in gamba!’. Beh... questa forza, sabato, ha regalato a mio padre una giornata più serena, nonostante la sua salute. Grazie a te Fosco. Il merito è tutto tuo! Non fermarti! Continua così... ancora... ancora e poi ancora. Complimenti per la tua passione e per la riuscita della stessa in una tangibile pubblicazione ricca di emozioni! Un caro abbraccio”.

- Il farmacista Glauco Selva scrive poesie in dialetto. E gli riescono anche bene. Da un decennio studia e approfondisce la Divina Commedia, uno dei capolavori letterari mondiali. Ma da sempre ostico agli studenti italiani e non solo, perché chi la doveva far amare annoiava. Così la seconda ha ucciso l'amore. Poi sono arrivati Roberto Benigni e Angelo Chiaretti; prima il mondainese Chiaretti, per la verità. Lo scorso anno un amico propone a Glauco incontri con Dante. Si fanno alcune serate. Piacciono. Quest'anno è diventato un vero e proprio cartellone. In tutto 15 domeniche con l'Inferno, a partire dal 5 novembre. Si tengono da Assiamica, viale Lazio 25, dalle 17 alle 19. Insomma, prima o dopo viale Ceccarini appassionati ed ospiti potrebbero fare un tuffo nel capolavoro. Afferma Selva: “Proviamo a semplificare, snellire e portar via la polvere che scuola e critica letteraria gli hanno buttato addosso. Parteciperanno capitani di ventura, miti greci, usurai, sodomiti, simoniaci, golosi, lussuriosi...”. Insomma, parafrasando il fiorentino, voi che entrate lasciate ogni speranza fuori dalla vita. La vita nelle sue tensioni è un'avventura. Dopo tutto, il più avventurso ed umano degli eroi, Ulisse, troneggia nell'Inferno dantesco.

Far west, addio Romagna solatia


CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Esperti rispondono Domanda Siamo tre proprietari di una palazzina composta da tre appartamenti. Vorremmo rifare il tetto. Come va fatta la ripartizione della spese? Non abbiamo il codice fiscale e cosa dobbiamo fare per ottenere la detrazione degli oneri fiscali? Risposta Premesso che è sufficiente la presenza di due differenti proprietari esclusivi (c.d. Condominio Minimo) perché si debba necessariamente applicare la disciplina del condominio, la Cassazione Civile a sezioni unite con sentenza n. 2046 del 2006 ha statuito che: “Se nell’edificio almeno due piani o porzioni di piano appartengono in proprietà solitaria a persone diverse, il condominio-considerato come situazione soggettiva o come organizzazione-sussiste sulla base della relazione di accessorietà tra cose proprie e comuni e, per conseguenza, indipendentemente dal numero dei partecipanti, trovano applicazione le norme specificatamente previste per il condominio negli edifici”. Il numero di condomini incide solamente sulla necessità

Rifacimento tetto, ripartizione spese lavori Rilascio titolo edilizio e Comune FOCUS

di nominare un amministratore, che è necessario solamente quando i condomini sono più di otto. L’Agenzia delle Entrate con Circolare n. 11 del 21 maggio 2014 ha specificato che: “In assenza di condominio, al fine di beneficiare della detrazione per i lavori di ristrutturazione nelle parti comuni, i condomini che, non avendone l’obbligo, non abbiano nominato un amministratore dovranno obbligatoriamente richiedere il codice fiscale ed eseguire tutti gli adempimenti previsti a nome del condominio stesso. La detrazione spetta soltanto in ragione delle spese effettivamente sostenute da ciascuno in riferimento ai propri millesimi di proprietà. Per quanto riguarda i pagamenti è necessario effettuare i bonifici indicando, oltre al

codice fiscale del condominio, anche quello del condomino che effettua il pagamento. Si potrà utilizzare indifferentemente il conto di uno dei condomini o un conto appositamente istituito.” Vincenzo Pupolizio geometra

Domanda Sono proprietario proquota di un immobile adibito a civile abitazione. Il Comune ove risiedo mi nega il rilascio del titolo edilizio perché nella mia richiesta mancano le autorizzazione degl’altri comproprietari. E’ legittimo il diniego comunale? Risposta Il diniego del Comune è legittimo in quanto il soggetto legittimato alla richiesta del titolo edilizio è solo ed esclusivamente colui che abbia la totale disponibilità del bene,

ciò dell’intera proprietà dello stesso e non solo una parte o una quota di esso. Lo ha precisato la quarta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 3823 del 2016 che qui di seguito riporto parzialmente : “ non si può riconoscere legittimazione al semplice proprietario pro-quota ovvero al comproprietario di un immobile e ciò per l’evidente ragione che diversamente considerando il contegno tenuto da quest’ultimo potrebbe pregiudicare i diritti e gli interessi qualificati dei soggetti con cui condivida la propria posizione giuridica sul bene oggetto del provvedimento. Pertanto nel caso di pluralità di proprietari dello stesso immobile, la domanda di rilascio del titolo edilizio dovrà necessariamente provenire congiuntamente da tutti i soggetti vantanti un diritto di proprietà, potendosi ritenere d’altra parte legittimato nella presentazione della domanda il singolo proprietario solo ed

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esclusivamente nel caso in cui la situazione di fatto esistente sul bene consenta di supporre l’esistenza di una sorte di c.d. patto fiduciario intervenuto tra i vari comproprietari. In assenza di tale situazione, il titolo edilizio, volto alla realizzazione e al consolidamento del-

lo stato realizzativo di operazione nell’esclusivo non potrà essere richiesto non avendo il soggetto titolo, è di conseguenza la Pubblica Amministrazione non può rilasciare legittimamente alcun titolo edilizio.” Marco Secchi, geometra


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Raccolta record (5.163 euro) durante il pranzo di beneficenza dello scorso 23 ottobre

CURIOSITA' COMUNITA'

Caffè Foschi, Oleificio Bigucci, Artemisia Centro Estetico, Giuliana Casalinghi, Pesaresi Calzature, Niki Shop, Macelleria Ugolini, Parrucchiera Gigliola e Debora, Pasticceria Dolci Sapori Sicilia, Ristorante la Stazione, Marisa Boutique, Fluo Abbigliamento, Alimentari Godenzoni, Libreria di Alice, Mizar, Foto Misano, Elettrodomestici Guidi. La classica foto di gruppo

Ior Misano, grande festa Il fisico Fausto Bersani studia gli effetti dei campielettromagnetici sulla salute da 30 anni

Inquinamento da campi elettromagnetici e salute - Quale relazione tra l'inquinamento da campi elettromagnetici e la salute? Se ne parla a Misano Mare il 30 novembre, alle 21, nella sala feste-conferenze della Conad. Relatore: Fausto Bersani. Professore di fisica al Liceo Volta di Riccione, il cattolichino si occupa di inquinamento da campi elettromagnetici da un trentennio. E' tra i maggiori esperti italiani. I suoi allievi lo apprezzano per la capacità di semplificare e fare amare la sua disciplina. Bersani, a Misano, va ad affrontare gli aspetti fisico-sanitari e normativi.

I campi elettromagnetici sono esterni ed interni. Appartengono alla prima categoria: elettrodotti, cabine di trasformazione, ripetitori radio, tv, cellulari, ecc. Alla seconda: cellulari, wifi, forni a micro onde, radiosveglie, lampade a basso consumo. Insomma, siamo dentro campi elettromagnetici naturali ed artificiali che vanno ad incidere sulla salute. Naturalmente, al termine della relazione sono aperte le domande. La serata è organizzata dai nove comitati cittadini di Misano Adriatico.

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I Ragazzi di Romagna Da sinistra: Giuliano Cesaroni, Fabrizio Colonna, Massimo Guidoboni, Fabrizio Miserocchi, Stefano Giannini

- “E' stata una grande festa. E abbiamo svalicato i 5mila euro di raccolta”. Giuliano Cesaroni è soddisfatto, col solito garbo, per la “Festa della soldiarietà”, il pranzo di beneficenza dello Ior (Istituto oncologico romagnolo) dello scorso 23 ottobre. Si è tenuto al Centro sociale Del Bianco ed è stato possibile grazie a più di 20 volontari che hanno lavorato com passione. Volontari anche i ragazzi dell'istituto alberghiero. La sezione Ior di Misano ringrazia: Cubia (Cattolica), Caseificio La Fattoria (Cattolica), Fioraia Daniela (Riccione), Elettrau-

to Rastelli (Misano), Fungar (Coriano), Elettromeccanica Muccioli Marco, Frutta Luisa Fratti, Conad Superstore, Officina Fratelli Fabbri, Piadina Express, Lavanderia “La Nuvola”, Foto Tonti, Tenuta del Monsignore, Macelleria Torsani, Ottica Sperandio, Oliviero, Go-kart Riviera Verde, Pescheria Mattioli, Gommista Costantino, Panificio Santoni, Radio Sabbia, Misano Frutta, Pasticceria Garden (Morciano), Famiglia Lino Sacanna, Ivana Abbigliamento, Orchestra Ragazzi di Romagna, Oreficeria Arcangeli,

VOLONTARIATO

Mauro Ciaroni, aiuti ai terremotati - Mauro Ciaroni nella sua speciale casa della solidarietà in costruzione ha messo un altro mattoncino. Appena dopo il terremoto dello scorso 24 agosto si mise in moto per raccogliere dei fondi. Li ha portato (3.050 euro) ai ragazzi della scuola di Amatrice lo scorso ottobre. Da quasi 15 anni porta avanti un disegno chiamato “Progetto Sofia” (nel nome della primogenita). Un'altra delle sue tappe è stata la cena di beneficenza

all'antica osteria “La Guercia” a Pesaro. Il ricavato, 3.100 euro, vanno ad alcune istituzioni umanitarie a Gerusalemme, che porterà direttamente il 21 novembre Nel quindicennio Mauro ha raccolto aiuti per centinaia di migliaia di euro. Danaro che gestisce direttamente affinché possano arrivare bene e senza mediazioni. E contribuire a far sorridere soprattutto i bambini.


22 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Novembre 2016

MISANO

Sono i portacolori del Moto Club Misano, che archivia un'annata con prestigiosi risultati

PERSONE

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Un oro, quattro argenti e due bronzi Ezio Nanni (20.9.1935 - 12.4.2016) (Foto Marco Morosini)

Salvadori, 62.mo viaggio - Giovanni Salvadori, 75 anni: viaggio a Maputo (Mozambico). E' il suo 62.mo viaggio per le suore di madre Teresa di Calcutta. Il primo lo fece 25 anni fa, pochi mesi prima della sua morte. Racconta l'ex ufficiale dell'aeronautica in pensione: “Anche se non sono più in grado di fare capriole, ho cercato di far divertire più di 80 bambini. Quasi tutti sani e belli, qualche caso di tubercolosi e un paio di invalidi. La povertà nel paese è palpabile ovunque; molta delinquenza, tossicodipendenza (quasi un terzo della popolazione affetta da aids). Le ragazze, già dai 15 anni, hanno già un bambino ma non sono sposate. Appena arrivo, passò attraverso una zona che anche qui, come a Bologna tanti anni fa, c'è la collina del disonore. Una discarica altissima e molto estesa, con fumi dai miasmi spaventosi. Ho lasciato come sem-

pre dei soldi (pochi) alle suore di madre Teresa di Calcutta e di mio ho comprato generi alimentari (una tonnellata e mezza tra riso, fagioli, farina di mais, zucchero e barattoli di latte in polvere per i bambini). Le missionarie mi concedevano di uscire dalla casa solo con la scorta; ero a rischio rapina per rubarmi i soldi. Si era sparsa la voce che mi volessero derubare. Una cosa piacevole anche agli occhi di un affetto di senilità come me: un tripudio di seni di tutti i colori senza il silicone. Dopo la battuta, vorrei ringraziare l'amica del cuore, Lina Silvagni, per la grande, sincera e semplice generosità che mi ha manifestato negli ultimi due anni”. Giovanni dice intende fare un ultimo viaggio umanitario. Le stesse cose le disse quando raggiunse il 50.mo.

- Un oro. Quattro argenrti. Due bronzi. E' quanto messo in cascina nel 2016 dal Moto Club Misano Adriatico nel campionato italiano classiche e moto d'epoca. La tappa conclusiva si è tenuta domenica 16 ottobre a Misano. Il riccionese Ulisse Campagna è il nuovo campione superbike '92. A Misano, in sella alla Kawasaki ZZR 750, team Veris, ha vinto gara ed il titolo. La gara è stata sospesa a 4 giri

Giuliano Pacifero, operazione container ok

Il pranzo

- Operazione container riuscita quella di Giuliano Pacifero. Il misanese ha organizzato una cena di beneficenza per raccogliere la somma necessaria per spedire il grosso carico in Madagascar. Beneficiario l'orfanotrofio diretto da suor Claudia, che ha forti legami con la colonia Fusco di Misano. Ha fatto da contatto la conosciutissima suor Cecilia. Una serata andata oltre ogni previsione; in tantissimi hanno accolto l'invito di Giuliano, persona che sa farsi voler bene. I presenti si sono divertiti con un'ora e mezza di lotteria, grazie alla generosità degli sponsor. Nei mesi addietro, Giuliano ha raccolto materiale per riempire il container: prodotti alimentari, divise da calcio (Misano, Bellaria e Igea Marina), strumenti musicali (Music In di San Marino), cancelleria (dono di Bruno tosi, presidente del Comitato proSarawi), abbigliamento, piscina gonfiabile. Giuliano Pacifero è alla spedizione.

dal termine per olio in pista quando il portacolori del Moto Club Misano conduceva sull’avversario da battere, il campione del 2015, il foggiano Lenoci su Yamaha. Ritirato il misanese Italo Gregorini su Yamaha. Nella classe TT 500 il misanese Duilio Damiani, su Ducati, vinceva la gara e si classificava in campionato al secondo posto. Nella categoria TT750, un altro misanese, Fiorenzo Marconi, su Ducati si giocava il titolo nazionale contro il toscano Biffaroni ma, all’ottavo giro,

incappava in una caduta e il direttore di gara dava bandiera rossa per soccorrerlo. Buon sesto posto di Giancarlo Rossi su Ducati. Nella stessa classe si fermava al primo giro per un guasto alla moto il giovane pilota del Moto Club Misano Marco Leardini su Honda campione in carica e detentore del titolo 2015. Il 15 ottobre, sabato sera, si è corsa la 4 ore di Endurance vintage valevole per il Campionato e l’equipaggio campione in carica del Moto Club Misano formato da Duilio Damiani e Giancarlo Rossi su Ducati TT1

nella categoria maxi moto si aggiudicava il secondo posto finale (medaglia d’argento) nel Campionato Italiano Endurance. A conclusione della stagione il Moto Club Misano con i suoi piloti ha messo nella sua sala trofei: la vittoria nel Campionato Italiano Superbike ’92, 4 secondi posti assoluti (campionato Italiano Endurance Vintage, TT750, TT500) e 2 terzi posti assoluti (TT750). Per il prossimo anno previste manifestazioni per celebrare il 40° anno dalla fondazione del sodalizio misanese.


MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)

- Il comò marrone è di fattura banale e di un legno poco pregiato; come maniglie due anelli di ferro. Deve stare in camera da letto ed accogliere panni, stufa però la signora riccionese lo porta da Ciro Mobili per ridargli una nuova veste con la cosiddetta tecnica shabby (rovinato). Quello che è una specie di falso trasandato nell'abbigliamento. Completamente rivisitato, diventa talmente bello che la donna lo mette all'ingresso per impreziosire il soggiorno. Silvana Berardi, come ama dire, è un falegname mancato. Racconta: “Avrei voluto continuare il mestiere del babbo, ma dato che ero una donna me lo impedì. Così studi a Firenze”. La sua vena artigianale ed artistica la concretizza con lo shabby. Cioè ridare nuova vita a mobili noiosi, brutti o semplicemente per rinfrescare l'abitazione. Inizia lo scorso anno dopo un lungo apprendistato con una professionista che pratica l'arte da trent'anni. Le sorelle Berardi, Silvana ed Agnese (la terza Marina gestisce la Silectra, quadri elettrici) aprono un ampio laboratorio in un angolo del loro show room di 1.400 metri quadrati nella zona artigianale della Santamonica. Il primo pezzo che trasformano è una credenza di tre metri del ristorante “la Botte” di Riccione. Andare per ammirare. La tecnica dello shabby è all'apparenza facile, ma fatta con tutti i crismi diventa complessa; esaltata dalla parte creativa. Il mobile che si vuole trasformare viene sottoposto

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Li personalizza Silvana Berardi che insieme alle sorella Agnese prosegue l'attività avvviata dal mitico babbo

Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)

Ciro, la sartoria dei mobili con la tecnica shabby (rovinato) Creato il laboratorio (bellissimo) nello show room di 1.400 metri quadrati. Banco lavoro di fine '800 che è un capolavoro ECONOMIA a 4-5 mani di prodotto. Poi, la pausa prima del colore finale. Infine, il tocco conclusivo. In tutto dieci giorni di tempo, tra lavoro e tempi fermi per asciugare i colori rigorosamente ad acqua. Racconta Silvana: “Con quest'operazione si recuperano cose banali, vecchie, abbandonate. Si possono ricoprire anche mobili in plastica. Quelle cucine bianche che andavano una volta in formica, io te le rifaccio con i colori e le fantasie che vuoi: effetto stoffa, cemento, legno, ruggine... Anche la plastica potrebbe sembrare ferro. Le sedie potrebbero essere le une diverse dalle altre. Insomma, si riammobilia la casa con prezzi giusti ed hai pezzi unici”. Alle due sorelle è arrivata una commessa shabby da un ristorante sul lungomare di Riccione. Entrare nello show room Ciro Mobili è un'immersione nell'ospitalità e nell'accoglienza della Romagna della casa colonica. L'in-

Le sorelle Silvana e Agnese Berardi nel laboratorio all'interno di uno show room di 1.400 metri quadrati. Il babbo Ciro

gresso è quasi una hall di un albergo di gusto, con tocchi distintivi. Un massiccio bancone da falegnameria austriaco datato 1870 (acquistato dal mitico babbo Ciro nel 1963) è adibito a buffet con torte, da accompagnare con caffè e thè-

Su una panca di fronte caramelle e cioccolatini. Ogni ambientazione (salotto, cucina, letto) suggerisce bellezza e confort. L'offerta è di qualità ma ad un giusto prezzo. Ricordano le due sorelle: “Portiamo avanti le idee del babbo che ci diceva che col nostro lavoro non diventeremo mai ricchi, ma non ci mancherà mai nulla. Il cliente va rispettato, fino a farlo diventare un amico. Se sbagliava, chiedeva scusa e riparava. Noi vogliamo fare con questi valori”.

I Berardi sono una delle famiglie che hanno fatto la piccola grande storia di Misano Monte. Il nonno Adamo gestiva un negozio di generi alimentari a Misano Monte, di fianco a dove oggi ci sono le Poste. Ha tre figli, ognuno a suo modo geniale: la Fosca (suora comboniana, fonda l'università di Asmara), Pier Augusto (ingegnere) e Ciro, che ha la passione della falegnameria ed un senso spiccato per il commercio. Inizia come falegname di porte e finestre a Bologna. Nel 1965, torna a casa ed apre la falegnameria a Misano Monte dove c'è l'ufficio postale. Di fianco alla bottega apre un negozio di mobili che in parte produce in proprio. Negli anni, ingrandisce lo spazio, fino ad arrivare in via Castelli. In tutto, 1.500 metri quadrati, 4 camion e 8 dipendenti. Nel 1986, scende nella neonata zona artigianale della Santamonica. Grande lavoratore, quando finiva, finiva. Lavorava molto, ma sapeva divertirsi molto. Negli ultimi anni aveva lasciato l'azienda alle tre figlie e si dedicava alla vigna, all'orto (una precisione da giardino all'italiana) e alle cene con gli amici. Due-tre volte al mese, invitava a tavola una dozzina di amici. Aveva una caterva di passioni: ballare, le vacanze, le moto. Muore nel 2011. Nello show room ci sono alcune gigantografie che lo raccontano: bello come un attore.


Aziende infomano

Congresso tenutosi a San Marino lo scorso 28 e 29 ottobre. Organizzato dall'eccellenza di Mercatino Conca in collaborazione con l'Università di San Marino e Farmaceutica Sammarinese. La struttura marchigiana è un esempio in Italia con le attività terapeutiche e ludico-riabilitative Due momenti del convegno

«Una riflessione, uno scambio, un confronto». Basterebbero le parole di Liliana Lorettu, direttrice della scuola di specializzazione in Psichiatria dell’Università di Sassari, per riassumere brevemente le due giornate del congresso ‘R.E.M.S e Gestione delle Situazioni di Crisi’, tenutosi venerdì 28 e sabato 29 ottobre, presso il Teatro Titano della Repubblica di San Marino. Un appuntamento dedicato alle discipline cliniche e giuridiche che coinvolgono il mondo delle R.E.M.S., Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (strutture sostitutive ai vecchi Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per intenderci), fortemente voluto da Atena Group, gestore della R.E.M.S Provv. ‘Casa Gemelle’, in collaborazione con l’Università degli Studi di San Marino (Master in Criminologia e Psichiatria Forense) e con Farmaceutica Sammarinese. Ad introdurre la giornata di venerdì, il prof. Giancarlo Nivoli, Direttore del Master di Crimonologia di San Marino e premio nazionale letterario ‘Frontino – Montefeltro’, e il dott. Ferruccio Giovanetti, Amministratore Unico di Atena Group, realtà composta da sei strutture di carattere residenziale- riabilitativo, presente sul territorio del Monefeltro. «Grazie all’elevata professionalità dello staff del prof. Nivoli – apre Giovanetti – siamo riusciti a contattare i notevoli relatori che interverranno oggi e domani». «Negli ultimi anni – continua –, il Gruppo

Atena Group, Rems e gestione delle situazioni di crisi FOCUS

Ad aprire la due giorni, il prof. Giancarlo Nivoli, direttore del Master di Crimonologia di San Marino e premio nazionale letterario ‘Frontino – Montefeltro’ e il dottor Ferruccio Giovanetti, amministratore unico di Atena

Sei strutture modello - Atena Group gestisce sei strutture riabiliative che sono delle eccellenze di livello assoluto: fatte di percorsi terapeutici, bellezza (pulizia, luce e bagni con rivestimenti di Vietri) e funzionalità. Fondata da Ferruccio Giovanetti, con alle spalle una forte esperienza nella sanità, ha la direzione a Mercatino Conca, con sedi nei ditorni: Montecerignone, Montegrimano e Montelicciano.

di Lorenzo Zenobi Atena è cresciuto molto. Un percorso che ci ha portato, su richiesta di Regione Marche, alla realizzazione di una R.E.M.S., primo caso in Italia di gestione da parte di un ente privato. Un ringraziamento va a tutto il personale che ogni giorno lavora sul campo e rende possibile questo progetto». Tra i numerosi relatori, Eugenio Aguglia, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria e di Neurofarmacologia, Paolo Pedrolli, direttore del reparto di Psichiatria di Senigallia e responsabile del processo di superamento degli O.P.G., Asur Regione Marche, Piero Antonio Magnani, direttore unità operativa di Psichiatria Albo Mantovano, Gianfranco Rivellini, medico psichiatra presso l’Azienda Ospedaliera

Da sinistra: Giancarlo Nivoli e Ferruccio Giovanetti ‘Carlo Poma’ di Mantova, Leo Mencarelli, direttore D.S.M. di Pesaro, Paolo Milia, dirigente medico psichiatra dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, Enrico Zanaglia, direttore dell’Area Funzionale Salute Mentale dell’ASL TO3 e Massimo Clerici,professore associato di psichiatria dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Un’analisi che parte dai problemi che affliggono la gestione di tali strutture e dei pazienti ospiti, da un punto di vista sanitario e giuridico, fino ad arrivare alla valutazione di possibili percorsi evolutivi e di migliora-

mento. «La crisi economica – dice Leo Mencarelli – ha trasformato le problematiche sociali in problematiche spesso sanitarie», questo si traduce in un aumento di utenti indirizzati a questo tipo di percorso, che si scontra con la limitata disponibilità di posti letto. Una riflessione che pone l’accento sulla delicatezza di un tema oggi più che mai attuale. «È evidente la necessità di stabilire un limite tra Sanità e Giustizia – aggiunge Paolo Milia - da un lato la cura e il trattamento sanitario, dall’altro il controllo di un corretto svolgimento

del percorso giudiziario». A questo proposito, è doveroso sottolineare il carattere sanitario che contraddistingue la R.E.M.S. , che sostituisce la vecchia idea di struttura contenitiva, tipica dei vecchi manicomi di competenza delle amministrazioni provinciali, per approdare ad un nuovo sistema di integrazione tra aspetto giudiziario e sanitario,ora di competenza del Sistema Sanitario Nazionale. «L’acronimo R.E.M.S. non mi è mai piaciuto e lo reputo di per sé fuorviante – sottolinea Raimondo Venanzini, ex direttore del dipartimento di Salute Mentale di Fano -. Bisogna togliersi dalla testa l’idea che la

R.E.M.S. possa essere considerato come un piccolo ospedale psichiatrico giudiziario, l’aspetto riabilitativo e curativo è l’essenza di queste nuove strutture». A testimoniare l’esperienza di Atena Group nella gestione diretta di ‘Case Gemelle’ , sono intervenuti Arianna Piermarini, psicologo clinico forense e coordinatrice della struttura, Antonio Nigro, psicoterapeuta e coordinatore degli psicologi del gruppo e Francesco Polverelli, direttore medico psichiatra ‘Case Gemelle’, i quali hanno ribadito l’importanza delle attività terapeutiche e ludicoriabilitative, fondamentali per il raggiungimento di obiettivi tangibili nel percorso di ogni singolo paziente. A rendere ancora più ricco di significato l’evento, la consegna ufficiale dei diplomi della XII edizione del Master in Criminologia e Psichiatria Forense. Non potevano mancare i saluti del magnifico rettore del’università degli Studi di San Marino, rappresentato dal Pro Rettore Lanfranco Ferroni, e delle autorità sanmarinesi, tra cui il segretario di stato all’Istruzione e Cultura, Giuseppe Morganti, che conclude: «Sogno un futuro senza carceri. Ogni passo avanti in questo senso è un passo avanti verso la civiltà».


MISANO

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Bambino autistico. Va alle elementari. Genitori guerrieri che raccontano belle storie ALLEGRO MA NON TROPPO

‘Fnil‘, parole da...

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Edoardo è poesia, bellezza... è tutto

(Il vecchio nome di Misano Mare)

PERSONE

Il piccolo Edoardo con la madre

di Daniela Ruggeri

NOTIZIE DA E FNIL - Ottobre è sempre avaro di notizie locali. Sarà perché a stagione finita, la necessità di ricaricare le batterie giustifica la calma piatta. Che non sia letargo però, perché c’è ancora tanto da fare. In ogni caso quello che è accaduto al di là dei nostri confini ci riguarda. Eccome! Nu zcurdemle! TERREMOTO - Ci sono scuole che avevano, il mattino, l’agibilità antisismica e la notte successiva sono crollate miseramente. Misano ha sentito, per fortuna solo marginalmente, le sue piccole scosse. Un motivo in più per riflettere seriamente sulla qualità anche delle nostre strutture. La natura non fa sconti a nessuno. D’accord? LO IOR - Affollatissimo il pranzo, organizzato dai volontari dello Ior al Centro Del Bianco, per sostenere la ricerca contro i tumori. Bravissimi i volontari, tanti sponsor e non di meno i sostenitori. Eccellente il menù preparato dai cuochi del centro e poi, intendiamoci, aiutare la ricerca a pranzo si fa del bene e a mezzogiorno, us digeréss anche mei. TURISMO - Continua il sodalizio Turismo e Fondazione. Un bel binomio? Mah! Uno a casa e l’altro in trasferta. Gli uni a fare marketing in Europa per farci conoscere e incrementare così il turismo a Misano e gli altri in speranzosa attesa dei risultati che “presumibilmente” porteranno a casa.Rimane purtroppo la giustificata preoccupazione per il loro ritorno dato che, attualmente, si vola su Rimini soltanto 2 volte alla settimana e solo da Kiev e Tirana. Rimane perciò qualche dubbio sulla bontà delle iniziative, senza il supporto di adeguate e soprattutto funzionanti infrastrutture di collegamento onde evitare viaggi disagiati ai nostri eventuali ospiti. Sa vlém capì?! PROMESSA - Gli introiti della tassa di soggiorno e altri contributi saranno messi a disposizione in modo trasparente per il turismo. Un po’ quì, quò, quà e là. Chiaro? Come no! RIFORME - E’ stata la parola più gettonata dell’anno... Praticamente la solita musica in attesa dei contenuti. Non fate finta che sia l’unico disco del juke box. C’è dell’altro e l’elenc e saria trop lòng. NON DISPERIAMO - Se perde il Sì? Non preoccupatevi! Il mondo continuerà a girare anche il giorno dopo. Lasé fé!! CAUTELA - E se vince il Sì? Calma e gesso, non staranno certo con le mani in mano. Attueranno la riforma e se non andasse bene, si ricomincerà da capo a riformare la riforma. No problem! Po capì! TEATRO - Il Referendum costituzionale preoccupa per il nuovo testo. Tranquilli! La buona recita dipenderà, in ogni caso, come sempre dalla qualità degli interpreti. Ohi boh !

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- "Sei bello non importa cosa dicono/Le parole non possono abbatterti/Sei bello in ogni modo possibile/Si, le parole non possono abbatterti" (Christina Aguilera). Edoardo è poesia, è bello, è lieve come una farfalla; Edoardo ha i suoi pensieri; Edoardo è un incanto quando guarda l'arcobaleno e diventa colore; Edoardo è un pesce coi pesci; Edoardo è questo e tanto altro. Edoardo è autistico. Le cose succedono e, a volte non si spiegano. I sogni vanno in frantumi e ti ritrovi a dover combattere una realtà difficile che mai avresti immaginato. "Sviluppo pervasivo dello sviluppo - spiega la mamma di Edo, Romina Riminucci -. Questa è la pillola dolce, che i medici usano, per non fare prendere un colpo ai genitori, ma appena capisci di cosa si tratta, ti cade il cuore". Edoardo va a scuola regolarmente, frequenta le elementari e può contare su una famiglia che lo ha fatto uscire dall'isolamento tipico della malattia; può contare su genitori guerrieri che non si fermano davanti a nulla per il bene del proprio figlio e per spingere il governo a legiferare su questo problema che riguarda tante famiglie italiane. "Edoardo è nato da una fecondazione assistita, con parto naturale ed era un bambino felice, molto desiderato - continua la mamma -. Il giorno dopo la nascita, ero sola con lui, in ospedale ed ascoltavo la canzone di Vasco Rossi, 'Un

senso', e mai canzone fu più indovinata di quella. E' complicato trovare un senso a questa vita che un senso non ce l'ha, ma ancora non sapevamo a cosa saremmo andati incontro.'' Una piccola spiegazione sull'autismo: sono 100.000 i bambini che in Italia sono affetti da autismo. I maschi sono 4 volte più colpiti delle femmine, senza alcuna distinzione di etnie e condizioni sociali. Riconoscere tale malattia velocemente, rendendo consapevoli le famiglie, significa avere diagnosi precoci per iniziare da subito a lavorarci. Aumentare l'autonomia dei ragazzi autistici e quindi migliorare le condizioni di vita anche delle famiglie, oltre che dei ragazzi stessi, con la consapevolezza dei sintomi, oggi è un po' più possibile. L'autismo ha un insieme di sintomi principali, che possono essere accompagnati da altri disturbi quali: la disabilità intellettiva, l'iperattività o l'iper-reattività emozionale, o sintomi sindromici. Naturalmente ancora c'è molto da fare e, come dicono le statisti-

che, negli ultimi 10 anni il numero dei pazienti è quasi raddoppiato, mentre il numero degli operatori continua a diminuire. Le famiglie ricorrono sempre più all'aiuto privato che risulta essere dispendioso, per cui le istituzioni non possono essere miopi su tale problema. Cosa pensa un genitore che vive tale condizione, di quanto viene fatto dallo Stato? Romina: "Io mi aspetto da un ministro che dica ai medici di fare l'informazione giusta. Più volte si parla di collegamento tra autismo e vaccini. Io non sono contraria ai vaccini anche perché l'autismo non si riesce a diagnosticare prima di una certa età, per cui non credo che cambi molto vaccinare un bambino a 6 mesi o vaccinarlo ad 1 anno. Sono bambini che nascono già cosi, che però non manifestano i sintomi fino ad una certa età”. “Per quanto riguarda mio figlio, ad esempio - riflette la madre - a 17 mesi lo abbiamo inserito al nido; immediatamente, gli scoppia una gran febbre e, la domenica mattina, dopo avergli dato da man-

giare, mentre lavavo i piatti, sento il bambino sbattere fortemente i piedi al seggiolone: era in preda alle convulsioni. Portato all'ospedale e terminate le convulsioni, Edoardo ha smesso di mangiare e, un bambino che fino al giorno prima giocava, e interagiva come ogni bambino della sua età, all'improvviso perde il contatto visivo e non si fa più toccare. In quel vortice di paura, dopo la visita neuropsichiatrica, te genitore non capisci più niente. Non sai dove andare a parare perché non c'è terapia, se non quella comportamentale, senza considerare che ognuno è diverso." Esistono diversi livelli di autismo, si va da un basso funzionamento (sotto il 70% di ritardo), al medio funzionamento (senza ritardo mentale); alto funzionamento, dove i pazienti sono affetti da sindrome di Asperger, imparentata con l'autismo, ma non si verificano ritardi sviluppo del linguaggio o cognitivo, un esempio per tutti ''Rain man", un film dell'88. Come vive l'autismo a livello emozionale una mamma? "E' un uragano di emozioni. Ci ha messo 7 anni a chiamarmi mamma e a mangiare 13 maccheroni. Edo vive di immagini, ha un'agenda visiva con cartellini disegnati e ogni successo che si ottiene, come mettere il grembiule per andare a scuola, è costata un impegno immenso. Sono 6 anni che lavoriamo sull'educazione e sarà per sempre così". Il viso di Romina si intristisce ed Edo, con una sensibilità e dolcezza infinita, asciuga la lacrima alla sua mamma.

Miti, Fusaro chiude le conferenze Il filosofo Carlo Sini e il direttore della biblioteca Gustavo Cecchini

LA CULTURA - La buona cultura e tempo (che è galantuomo, sempre) riescono a riempire le sale. E forse a darsi un po' di coraggio per deviare le tristezze degli uomini. E una piccola cittadina come Misano che diventa un modello da copiare. Questo grazie al direttore della biblioteeca, Gustavo Cecchini e all'amministrazione comunale. Da un trentennio portano a Misano fuoriclasse del sapere. Otto le serate quest'anno; sempre col pienone. “Idolatria: i miti del nostro tempo”. E' il tema della rassegna con i filosofi con l'ambizione di mettere in luce i condizionamenti ideologici dei nostri comportamenti, disvelando i falsi miti dai quali veniamo illusi. Come disse il tedesco Brecht è povero quel paese che ha bisogno di eroi. Ecco gli ultimi tre incontri, con una

pioccola variazione nel programma: Michela Marzano e Salvatori Natoli si sono scambiati le date. Il principale tra gli idoli del nostro tempo, “Il denaro”, è oggetto della conferenza del prestigioso giornalista Carlo Clericetti l'11 novembre. Già direttore di Affari & Finanza di Repubblica, già responsabile delle pagine economiche di Repubblica.it, è tra i maggiori esperti di cose economiche in Italia. Fa parte del Club dell'economia e possiede un blog dal titolo “Blogging in the wind”. Oggetto della conferenza, sul tema Denaro e potere, sarà l'analisi di come le diverse teorie economiche non siano neutrali rispetto

alle scelte etiche e ai modelli di società che si vogliono perseguire e di come l'economia abbia preteso di trasformarsi da scienza sociale, quale invitabilmente rimane, in una scienza simile alla fisica o alla chimica, le cui leggi non sono opinabili e devono dunque prevalere lasciando alle scelte politiche poca o nessuna dicrezionalità. In questo modo l'economia diventa un idolo e i sacrifici che dovesse richiedere non possono essere messi in discussine Il 18 novembre si parla invece di “Superstizioni”, relatore Carlo Sini, uno dei più prestigiosi filosofi italiani. Correntemente per

superstizioni s’intendono credenze di natura irrazionale dettate dall’ignoranza, ma esiste una forma di superstizione tipica anche del sapere. Essa in particolare si manifesta quando la scienza scambia le sue teorie per verità assolute, assumendo come referente una supposta realtà oggettiva di cui ritiene di poter fornire una spiegazione esaustiva. “Globalizzatevi!”. È questo l’imperativo cui viene dedicato l’appuntamento di chiusura, nel quale si riflette sul mondialismo e le sue false promesse. All’incontro, il 25 novembre, interviene il giovane ma già affermato filosofo Diego Fusaro, più volte ospite nel recente passato. Le conferenze si tengono presso al cinema Astra a Misano Adriatico con inizio alle 21; ingresso libero.



CATTOLICA

Amarcord

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di Dorigo Vanzolini Cattolica, 1954. Carnevale delle ragazze di Azione Cattolica. 1) Martina Vannucci, 2) Giovanna Raisa, 3) Coli, 4) Lorenza Morosini "Enzina", 5) Giuseppina Bontempi, 6) Lucia Del Duca, 7) Claudina Maffi, 8) Tea Ancarani, 9) Matilde Bologna, 10) Maria Caforio, 11) Ines Serafini "Rina", 12) Giannina Amaducci, 13) Bruna Del Magno, 14) Gigliola Varglien, 15) Lionella Pieraccioni, 16) Ebe Del Fattore, 17) Brunella Nicolelli, 18) Luisa Staccoli, 19) Giuliana Gaudenzi, 20) Ornella Broni, 21) Concetta De Nicolò, 22) Carla Casicci, 23) Teresa Forlani, 24) Marcellina Francolini, 25) Maria Boga, 26) Teresina Francolini, 27) Anna Maria Berettta, 28) Giovanna Marchetti "Rosina", 29) Teresina Romagnoli. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

AMARCORD LA MARINERIA - Patalnon Giuseppe Prioli "Patalnon" 1887 - 1971 (l'immagine risale agli anni '50). Con la speranza di ricordare doverosamente la nostra marineria. TEATRO DELLA REGINA

Il programma di novembre Il logo

- Giovedì 10 ore 21,15: “Un'ora di tranquillità” (prosa) - di Florian Zeller, diretto e interpretato da Massimo Ghini. - Mercoledì 30 ore 21,15: “Lacci” - di Domenico Starnone con Silvio Orlando. Informazioni: 0541966778

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23 - Sabato 5 ore 20,30: Ballo con ‘Oscar e Luciano’. Contributo 7 euro. - Sabato 12 ore 20,30: Ballo con I Boomernag. 7 euro. - Domenica 13 ore 15: Un viaggio nel passato nel mondo dei locali da ballo di

Il programma di novembre Cattolica - a cura di Roberto Bozza e la collaborazione di Dorigo Vanzolini - Presenti diversi testimoni e musicisti Offerta libera. - Sabato 19 ore 20,30:

Apericena e ballo con il Trio Isacco Comandini. 10 euro. - Sabato 27 ore 12,30: Pranzo e ballo con D'Angiò e Luisella - Contributo 18 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 3339447390 348-5309730

Concerto di Musica sperimentale con Jackie Alexander e Dario Stillo. Sabato 10 dicembre ore 21,30 nello SPAZIO°Z di Radio Talpa. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Diretta radio su www.radiotalpa.it

Concerto sperimentale di noise rock MUSICA - Il progetto di libera improvvisazione vuvu la effe (sì, si scrive così: tutto minuscolo), per l’occasione presente nella sua variante più intima, quella del duo costituito da Jackie Alexander (no, non è un nome d’arte) alle chitarre e alla voce e, alle tastiere e ai cori simulati, da Dario Stillo. Personaggi singolari, costoro... Il primo con decenni di ricerca nelle tradizioni musicali americane e il secondo, essenzialmente, un pianista classico; incontratisi per caso, neppure loro sanno come, in un’improbabile Terra di Mezzo dal nome noise rock. Non sarà facile prevedere quel che ci attenderà, data la natura sperimentale e alquanto libera – ma altresì molto contemplativa, quasi una medi-

Jackie e Dario con ironia

tazione zen, vista la sua salda connessione al qui-e-ora del momento – del progetto... Se però vogliamo proprio definire le tinte che, di norma, orbitano intorno ai singolari appuntamenti del gruppo, azzarderemmo un free rock psichedelico con echi di jazz contemporaneo, folkblues ed elettronica. Un concerto, sicuramente,

lontano dalla consueta accezione di ‘intrattenimento’ (e non è un caso, infatti, che si accosti a una mostra d’arte contemporanea), ma neppure impenetrabile, di certo non serioso: forse, chissà, ci attenderanno parecchi momenti di divertimento... Qualche indiscrezione ci porta a pensare, inoltre, a dei simpatici coinvolgimenti del pubblico in sala...


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CATTOLICA

L'ex direttore genarale dell'Aeffe rivede il libro che racconta la bontà dei Dieci comandamenti

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Vanzini: “La Ricetta della gioia” per vivere meglio - Che cos’è la “Teologia del ragioniere?” Fede e burocrazia hanno qualcosa in comune? Possono due componenti all’apparenza cosi distanti tra loro stabilire un legame che non infici né l’uno né l’altra? Secondo Gianfranco Vanzini, già direttore generale della Aeffe Spa di San Giovanni, la risposta è si. E la chiave di volta altro non sono altro che i Dieci comandamenti, di cui si è occupato nel precedente lavoro (“Il Decalogo”), e ora rieditato in una nuova veste, dal suggestivo quanto immediato titolo “La ricette della gioia”(Edizioni la Piazza, euro 6) Una metafora di stampo quasi gastronomico all’apparenza, ma in reltà portatrice, nella sua profonda semplicità, del principio basilare su cui si regge la vita di ognuno di noi. Quanto sarebbe migliore il

Nuova edizione de “Il Decalogo”. Indicazioni alla portata di “tutti” e una certezza: Credere fa bene.. qui.. oggi. Se si abusa è meglio

Gianfranco Vanzini e la copertina del libro

CULTURA di Emanuele Foschi mondo se ognuno di noi prendesse coscienza dell’altro e di sè stesso seguendo giusti princìpi che fanno leva sul rispetto di entrambi per il bene comune. Proprio su queste premesse si basa l’analisi dell’autore, portandolo ad inquadrare il Decalogo in un’ affascinante ed inedita, ma allo stesso tempo

autentica, rappresentazione: un pentagramma in cui il suono di ciascuna nota non si trova mai fuori posto, ma attinge a piene mani dalla vita, per creare quella meravigliosa armonia che è la gioia. Nel fare ciò Vanzini analizza i Dieci comandamenti, ciascuno inquadrato nei suoi fondamenti generali, e li pone

in relazione ai vari aspetti che caratterizzano la società e i problemi odierni. Il Vecchio ed il Nuovo Testamento si aprono cosi al lettore in una nuova veste, ricca di innumerevoli stimoli che lo inducono a pensare e a farsi domande. Uno spazio particolare viene dato al lavoro come soddisfazione e pienezza, e all’im-

portanza che riveste; nella fattispecie quella delle realtà aziendali e nella vita di tutti i giorni. Proprio dentro di esse, l'impresa, l’applicazione dei principi del Decalogo può facilmente trovare terreno fertile: il rapporto fra imprenditore e dipendente può, a volte, portare incomprensioni fra entrambe le parti. Un equilibrio basato sulla fiducia reciproca è certamente la medicina più indicata in casi come questi. Ed è qui che entra in gioco “La ricetta della gioia”; nel pensiero del ragioniere. Ingredienti: Amore, verso Dio e verso il prossimo. Dosi: nella massima quan-

tità possibile. Istruzioni: seguire le indicazioni del Decalogo Completano l’opera estratti presi dal Concilio Vaticano II, dalla prima enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco, e passi dei testi sacri in cui la validità del Decalogo viene ancora una volta arricchita di splendide testimonianze. Un volume adatto anche ai giovani, i piu colpiti oggi da un’inarrestabile crisi di valori, che troveranno tra le pagine interessanti spunti di riflessione per comprendere che la felicità non è un’utopia irraggiungibile, ma piuttosto una verità da cercare. Dentro se stessi. Cosi semplice nell’affrontare temi universali attraverso un linguaggio asciutto e scorrevole. E allo stesso tempo immerso nella realtà quotidiana di ognuno di noi.

Pediatria-Ostetricia-Ginecologia, ricordando i bei tempi insieme - Ci fu un tempo in cui i bambini di Rimini Sud nascevano a Cattolica. Poi, organizzazione e risparmio (sempre i conti a dettare il ritmo della vita) hanno chiuso la divisione Ostetricia-Pediatria e accorpato tutto a Rimini (eccetto ginecologia che resterà ancora qualche anno). Da allora (1998) le nascite avvengono solo nel capoluogo. “Ricordando... i bei tempi insieme!”. Recitava l'amarcord sulla torta per la rimpatriata di coloro i quali animarono il reparto dell'ospedale Cervesi. L'idea è stata di Arcangela Martino, l'ostetrica. Per giorni e giorni, con il telefono e la rete ha esteso inviti e raccomandazioni: “Dai, non mancare!”. Lo scorso 29 ottobre, in tantissimi (medici, infermieri, ostetriche e altro personale) si sono ritrovati per il pranzo al ristorante “Il Mulino” di Misano Adriatico. Un lungo pomeriggio di ricordi: storie, racconti, risate... Tre nomi su tutti, non solo per via dell'età: Amelio Benelli e Nunzio Giulini (primari-staffetta di Ostetricia-Ginecologia). Mancava il mitico Silvio Beverini (primario di Pediatria). Le colleghe hanno chiesto a Loris Amicucci una canzone. L'artista del reparto si è sottratto all'invito: “I veri cantanti per esibirsi hanno bisogno della musica”. La collega: “Ma quando lavoravamo già alle 6 del mattino intonavi Massimo Ranieri...”. “Altri tempi”, la risposta di Loris. La combriccola ha deciso che la cena si replica ogni anno. Prosit, salute, direbbero i latini.


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IL FATTO di Enzo Cecchini - Leggiamo: “Allarme del Pd: ‘L'Ausl smantella le eccellenze del nostro ospedale’” (il Resto del Carlino, 30 ottobre 2016). Allarme molto serio, perché diventato un ordine del giorno (odg) presentato dal consigliere Pd Alessandro Montanari e approvato all'unamità dal Consiglio comunale. L'o.d.g. “...impegna sindaco e giunta a promuovere una seduta straordinaria del Consiglio, coinvolgendo i cittadini di Cattolica e dei comuni limitrofi, oltre ai vertici dell'Ausl”. Momento fondamentale per “discutere le linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera”. Dello stesso tenore allarmato anche l'intervento di Sergio Gambini (Pd) nel luglio scorso in occasione della prima seduta d'insediamento del nuovo Consiglio. La situazione appare già grave, perché è opinione diffusa che l'ospedale Cervesi sopravvive solo grazie alla presenza di due reparti di eccellenza: l'Unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione, diretta dal dottor Carlo Bulletti e del reparto di Chirurgia della spalla guidato dal dottor Giuseppe Porcellini. Il primo reparto, voci insistenti lo danno già sostanzialmente in trasferimento a Rimini (poi da qui, col tempo, l'eccellenza potrebbe approdare a Lugo?...). Il reparto di Porcellini ancora, pare, stia reggendo a presunte “lusinghe di faraonici” trasferimenti. Ma fino a quando se l'ospedale di Cattolica viene via via depauperato del suo ruolo? Un ospedale che è sprovvisto anche della rianimazione. Che fine faranno le sei sale operatorie? Ridimensionamento dell'ospedale come previsto anche dagli indirizzi di riorganizzazione dell'Ausl con la formula

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L'ospedale Cervesi resiste grazie a san Giuseppe (Porcellini)

Il Pd cattolichino lancia l'allarme sui pericoli di ridimensionamento dell'ospedale di Cattolica...

del “graduale superamento”, ha denunciato il Pd di Cattolica. L'ospedale senza un Pronto soccorso (solo un Pronto intervento), con una Medicina in scadenza (il primario in prossimità di pensione...)... diventerà un reparto di lunga degenza? Infine, l'ospedale Cervesi diventerà solo una Casa della salute? Un Poliambulatorio? Sono circa due anni che ad alti livelli politici e sanitari stanno delineando questo percorso di riorganizzazione per ridurre i costi. La linea che viene dal governo nazionale è chiara: ripetuti tagli alla sanità pubblica, pertanto le regioni devono adattarsi e riorganizzare ospedali e presidi sanitari. E' lodevole l'allarme del Pd, anche perché dovrebbe saperla lunga sulla situazione ridimensionamenti. Al governo c'è il Pd, l'assessore alla sanità regionale in quota Pd, il governatore della regione è del Pd, il presidente della provincia è Pd, il direttore generale dell'Ausl Romagna è di nomina Pd... Già da mesi in altre città della provincia sono in corso proteste e mobilitazioni (Santarcangelo e Novafeltria) degli ospedali a rischio ridimensionamento. Cattolica è già colpevolmente in ritardo. Qualche mese fa il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini è andato personalmente a Mor-

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J'è da manicomie! L'è lor che i cmanda la sanità...

ciano a rassicurare il futuro della Clinica privata, convenzionata, Montanari. Insomma, Cattolica rimane sempre più isolata sul piano territoriale e politico. Non possiamo certamente sperare sulla solidarietà di Riccione... un ospedale che si è sviluppato incredibilmente tre incroci di strade, anche a scapito di Cattolica, grazie alla forza politica del partito riccionese rispetto a quello cattolichino. L'esperienza insegna... e anche loro oggi cominciano ad avere qualche problema di ridimensionamento. Il Pd di Cattolica ha rotto la “consegna del silenzio” intorno alla riorganizzazione sanitaria provinciale. Grazie! Nella passata legislatura l'allora capogruppo dell'opposizione Arcobaleno-Sel-Federazione della Sinistra Enrico Del Prete, aveva presentato un'interpellanza (20 gennaio 2014) al sindaco (Piero Cecchini - Pd - come Pd era la maggioranza) riguardo “la situazione del nostro ospedale sulle tante voci di ridimensionamento che lo stesso potrebbe subire in seguito alla creazione della nuova Asl unica che dovrà ottimizzare le risorse... emerge evidente come a fronte delle circostanziate e precise domande da me poste, non c'è nessuna risposta, se non il dato che la nostra amministrazione, ancora una volta aspetta placidamente le decisioni degli altri... Rinnovo pertanto l'invito al sindaco a muoversi nelle sedi giuste e a coinvolgere la cittadi-

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nanza promuovendo incontri con i vertici della sanità regionale sia tecnici che politici”. Alle insistenze del consigliere Del Prete e l'uscita sulla stampa dell'interpellanza, la risposta è stata una polemica feroce con l'accusa di allarmismo, perché tutto era sotto controllo e andava bene. Bene il risveglio del Pd, ma allora sindaco, assessori, consiglieri Pd e segretario Pd dormivano? E' il Pd ad avere, oggi come ieri, il coltello dalla parte del manico e può-deve sbattere i pugni sui tavoli dei loro stessi colleghi di partito che sono ai vertici della politica sanitaria locale, regionale e nazionale. Non possono pensare di scaricare più di tanto antiche e complici responsabilità alla nuova amministrazione. Il M5S non conta niente in provincia, in regione e nel governo nazionale. Nasce un “perfido” sospetto e il pensiero va alla recente campagna elettorale del Pd e del suo candidato, impostata sul “coi 5 Stelle Cattolica fa un salto nel buio”... sui pericoli di una discontinuità nel potere politico ad egemonia Pd (comune, provincia, regione, governo nazionale). Non a caso gran parte del messaggio politico era quello di ostentare relazioni, contatti, conoscenze importanti e influenti. Il pensiero “perfido” potrebbe spingersi fino a pensare che la rottura del silenzio sugli impopolari piani di ristrutturazione sanitaria, possa significare che il Pd è a conoscenza che i giochi sono ormai fatti e vuole giocare d'anticipo per scaricare la patata bollente sulla nuova amministrazione e lanciare un monito al cittadino elettore: avete visto? Noi vi avevamo avvisati... Insomma, un tentativo poco ortodosso per ritornare ad avere un ruolo politico centrale a Cattolica. Collocati i doverosi puntini sulle “i”, adesso tutti compatti e convinti nella lotta per la difesa del nostro ospedale!

di Cecco

Asse sindaco-albergatori - Leggiamo: “Gli albergatori promuovono gli eventi. Il presidente Monetti dà fiducia alle iniziative del sindaco”. Signurén! J'ha smès da lamentès... Iché u s'è arbaltè al mond. A sin sigur?... Tassa di soggiorno - Leggiamo: “Il sindaco contro gli albergatori che non versano la tassa di soggiorno. Ipotesi di reato: appropriazione indebita”. Burdèl, alora? Tré fora chi sold! Caz!... Vitalizi - Leggiamo: “La ‘scure’ sui vitalizi degli ex parlamentari si ferma a pochi spiccioli. Sergio Gambini perde 12 euro (da 3.045 a 3.033 mensili). Roba che un l'è custrèt ad andè a durmì sota un pont. Os-cia!... Vgs - Leggiamo: “Ordine del giorno del Pd in Consiglio comunale: ‘Il Vgs diventi palazzetto dello sport’”. Prima j'ha vlu cal cardenzòn, pu per una quingéna d'an i l'ha guardè andè a la malora stand mal guvérne. Adès che j'è fora dal Palaz i vo' che ch'jèlt i facia qualchicò. Stal Pd l'è pala pérsa... Secessione (1) - Leggiamo: “Il sindaco Pascuzzi (Gabicce Mare): ‘La secessione? Un'iniziativa di partito altroché apartitica’”. Si prubléma ch'avìn l'è 'na roba cla j'éntra cume i chèvle a merenda. Va pu là!... Secessione (2) - Leggiamo: “Gabicce in Romagna, nasce il comitato. Assist del sindaco di Cattolica Mariano Gennari che partecipa all'incontro”. Mariano, iché t'l'è fata fora da vès. Os-cia!... Piero e la filosofia - Leggiamo: “Piero Cecchini (ex sindaco) chiede i danni ma incassa una sconfitta e deve pagare le spese processuali. Assolti gli imputati: ‘un legittimo esercizio del diritto di critica politica’”. Piero, basta che adès an t'incaza. Ciapla sla filosofia... Antifascismo - Leggiamo: “Forza Nuova in piazza. Sinistra e Anpi al Comune: poca chiarezza sul neofascismo”. Burdèl nu scherzèn! Al tira 'na bruta èria. La pusizion la da es cèra e nèta senza guardè mal tornacont di vot. Caz!... Effetti speciali - Leggiamo: “Luna park e maxi proiettore. I grillini riaccendono il Natale”. Panem et circenses, i dgiva i latén. Miga pataca cal Gennari... Cani sciolti - Leggiamo: “Colletta per cani e gatti randagi davanti ai supermercati di Cattolica”. Dopo il disfacimento del Pd ci sono molti ‘cani sciolti’ in giro... Purét... Restauri - Leggiamo: “Il sindaco Mariano Gennari: ‘Spenderò un milione e mezzo per restaurare la Regina’”. E via! A cmincèn s'i'anunc?... Parcheggi e viabilità - Leggiamo: “Nuovi parcheggi, il sindaco Gennari: ‘Sotterranei nel lungomare e multipiano in zona Navi”. Mariano, va bén, ma intént tvo cavè che caz ad séns uniche in via Del Prete?... Via Dante - Leggiamo: “Ristrutturazione di via Dante, il comitato dei cittadini getta la spugna. Servivano 100mila euro, ne hanno raccolto solo 20mila”. La endè mèl. Unor ma chi j'ha prov, disunor ma chi catulghin ch'is laménta sno e j'ha la sacocia a garagol. Os-cia!... Non si è visto nulla - Leggiamo: “Il Pd ai 5 Stelle: ‘Tanti progetti ma fino a ora non si è visto nulla’”. Mal Pd uj tira al cul a stè fora dal Palaz, ma toca dì che pri al mumént j'ha anche un po' rason. Un bèl masgot!... Degrado - Leggiamo: “Le strade del centro mostrano le crepe. I grillini: ‘Provate a chiedere al Pd...’ - La Confartigianato accusa: ‘Città ferma da 15 anni’”. Burdèl, li ciacara l'in comda li busie e i marciapid... Spronare - Leggiamo: “Sviluppo sostenibile e incentivi energia, il Prc sprona la giunta. ‘E che fine ha fatto il progetto del Centro unificato del soccorso?’”. Sprona ogg, sprona dmèn... spirand che al cavalén an sia un broch. Os-cia!... Fondazione - Leggiamo: “Turismo, per la promozione il sindaco Gennari lancia l'idea ‘Fondazione Eventi’”. Al sarìa al quèrt o quint caruzon di'ultme vintan. Va pu là!... PUMS - Leggiamo: “Il Comune rottama il piano del traffico. Dopo il Pro.De arriva il Pums”. Dli parulénie più cèrie mai? An è che ai dèn d'arionda? Dop i citadén i trova sempre la frigatura...



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V edizione della Giornata della Diversabilità. Teatro della Regina 2 dicembre Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 - Venerdì 2 dicembre al Teatro della Regina, ore 20,30, si svolge la V edizione della Giornata della Diversabilità organizzata dall'associazione culturale Rimbalzi fuori campo in collaborazione con l'associazione Puravida. Nella mattinata, sempre nel Teatro, si svolge l'incontro degli studenti con i campioni dello sport paralimpico. La serata prevede, oltre la premiazione delle classi vincitrici con i migliori elaborati e lavori sul tema della diversabilità, uno spettacolo con la partecipazione di Simona Atzori, Claudio Arrigoni e atleti paralimpici. Durante la serata verranno premiati alcuni alunni di classe V con il “Premio Etico Giorgio Gabellini”, segnalati direttamente dalla varie scuole. Il titolo dell'edizione 2016 è Guardami negli occhi, questo il significato-messaggio degli organizzatori: “Molte volte il confronto con la ‘diversità’ ci mette a disagio, l’indecisione sul comportamento da tenere ci tiene lontano dal rapportarci con le persone che, per un motivo o per l’altro, sono diverse da noi. Sono queste le prime barriere che na-

Guardiamoci negli occhi!

Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 PROFESSIONALITA'

SOLIDARIETA' Il manifesto della manifestazione

Parrucchieri sul tetto del mondo Dopo Ra1, Rai2, Pitti Uomo protagonisti al Royal Albert Hall di Londra

di Enzo Cecchini scono, un retaggio culturale che ci impedisce semplicemente di essere noi stessi per paura di essere fraintesi e discriminare chi abbiamo di fronte, ma che paradossalmente è la causa della prima discriminazione che viene fatta. E’ in questo contesto che nasce la necessità di cercare di far capire che tutti hanno bisogno di essere guardati negli occhi, come momento di contatto, come modo di abbattimento delle barriere qualsiasi esse siano, per rendere all’interlocutore la dignità e porsi sullo stesso piano di chi ci sta davanti. Guardare negli occhi è sinonimo di scambio paritetico (prende il significato di interazione equivalente), sinonimo di uguaglianza e di pari considerazione. Guardare l’altro negli occhi abbatte qualsiasi mediazione e mette chi comunica sullo stesso piano, senza se e senza ma”.

L'associazione culturale Rimbalzi fuori campo, da tempo impegnata su queste tematiche, vuole creare la giusta sensibilità per comprendere che “farsi carico” delle ‘diversità’ vuol dire anche arricchimento umano personale e collettivo. Sarebbe bene però guardare intensamente negli occhi (e incazzarsi!) anche amministratori, politici e istituzioni del nostro territorio per chiedere conto sulla situazione dell'abbattimento delle barriere architettoniche, su marciapiedi ed edifici pubblici, ma anche di edifici e attività private frequentate dai cittadini. Chiedere conto dei tagli che a livello nazionale e territoriale vengo-

no fatti al welfare... Altrimenti si rischia che le belle parole e le buone intenzioni evaporino nella retorica della solidarietàspettacolo capace solo di mettere in pace le coscienze deboli. Spesso il concetto di solidarietà è ricco di parole ma scarno di comportamenti coerenti. Papa Francesco più volte si è scagliato contro quei cristiani che “vanno a messa ma poi sono ostili all'accoglienza dei profughi”... E' il tempo della lotta per la difesa dei diritti, presupposto inderogabile per la tutela delle ‘diversità’ e dei più ‘deboli’. Sul tema della diversabilità le classi quarte delle scuole primarie di Cattolica, Gabicce Mare, Gradara, Misano Adriatico, Morciano e San Giovanni sono state chiamate a produrre lavori e riflettere insieme. I numeri del concorso denominato "Banca di Credito Cooperativo di Gradara": aderiscono 26 classi per un totale di 557 alunni.

Da sinistra: Christian, Romano e Ivan Boccalini

- Una salone di parrucchieri a gestione familiare supportata da abili collaboratori. Parliamo di Immagine Uomo Donna, di Romano Boccalini (padre) e i figli Christian e Ivan. Sono prprio i figli i portatori di una rinnovata dinamicità e intraprendenza. Dopo anni di presenze nelle trasmissioni più importanti della moda e spettacolo, come LA KORE su Rai1, la NOTTE DELLE SIRENE Rai2, PITTI UOMO Firenze e tanti altri palcoscenici di prestigio, IMMAGINE UOMO DONNA

di Cattolica è salita sul tetto del mondo partecipando all'ALTERNATIVE HAIR SHOW di Londra in uno dei teatri più famosi come il ROYAL ALBERT HALL. Questo poi è stato solo l'inizio, dice Christian, perché il 20/21 novembre saranno presenti anche a Torino all'ALPITUR PALACE all'evento YOU HAIR BEAUTY SHOW dove arriveranno da tutto il mondo più di 15.000 parrucchieri. Tutto questo è stato reso possibile, dicono, al FREESTYLE CLUB di Anteo Geminiani.



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Novembre e gennaio, la domenica alle ore 17

Il ritorno dei filosofi. Nuova serie

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CULTURA

Anteprima il 23 ottobre scorso con Federico Laudisa con la presentazione del suo manuale intitolato La casualità - CHE COSA FANNO OGGI I FILOSOFI? Nuova serie II – 2016/17 n.2 Questa seconda edizione della storica rassegna, ideata da Marcello Di Bella, ritornata a Cattolica dopo quindici anni di interruzione, lo fa proponendo temi che costituiscono il nucleo profondo della indagine filosofica di ieri e di oggi. Il titolo è infatti eloquente: Cognizione [di causa] allude proprio al modo in cui si può dare la spiegazione di qualcosa, pur nella consapevolezza della varietà dei modi in cui ciò può avvenire e può essere compreso. La rassegna è partita col filosofo della scienza Federico Laudisa, (domenica 23 ottobre) che ha presentato un suo recente manuale che si intitola appunto La causalità (Carocci

io?

Marcello Di Bella con Umberto Eco Il logo della rassegna

editore), trattando uno dei concetti che permeano i vari contributi del ciclo, anche apparentemente lontani. La ricerca delle cause (“perché?” “come mai?”) occupa più o meno consapevolmente “una parte preponderante della vita quotidia-

na degli uomini, nella loro dimensione pubblica e professionale come in quella privata”. Ogni incontro prevede la proiezione di un breve estratto scelto tra i più rilevanti dall’archivio filosofico video della

Biblioteca, pertinente per analogia o differenza. Le conferenze iniziano alle ore 17 al Centro culturale polivalente (Cattolica, Piazza della Repubblica, 28). - Domenica 6 novembre. A R M A N D O

MASSARENTI, Direttore di “Domenica – Il Sole 24 Ore” Umberto Eco e la svolta cognitiva. - Domenica 13 novembre. PAOLO LEGRENZI, Professore Emerito, Università Ca’ Foscari di Venezia - Chi sono

- Domenica 20 novembre. FEDERICO CONDELLO, Professore di Filologia Classica, Università di Bologna Filologia e investigazione: la caccia ai falsari. - Domenica 27 novembre. VALENTINA BAMBINI, Professoressa di Linguistica, IUSS Università di Pavia - Linguaggio e neuroni. - Domenica 8 gennaio. MAURO DORATO, Professore di Filosofia della Scienza, Università di Roma Tre - Dopo Einstein - Domenica 15 gennaio. PAOLO ERCOLANI, Professore di Filosofia dei Media, Università di Urbino - Donna: causa e cognizione dell’umano. - Domenica 22 gennaio ALESSANDRO BONDI, Professore di Diritto Penale, Università di Urbino - Cognizione di causa. - Domenica 29 gennaio. IVANO DIONIGI, Professore di Letteratura Latina, Università di Bologna - La conoscenza della parola.



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Chiacchiere con l'autore davanti ad una tazza di tè. SPAZIO.Z di Radio Talpa ore 17

l’affondo giunto alla fin della licenza… .13 Il Nuovo Pantani Manuale dei termini ciclistici ad uso di colti ed incliti

‘La volata’ di Gabriele Della Rovere - Dopo il ‘Surplace’, efficacemente descritto nel secondo appuntamento con ‘Il Nuovo Pantani’, Manuale di termini ciclistici ad uso di colti ed incliti apparso su ‘La Piazza’ dell’Ottobre 2016 (il primo, Settembre 2016, era dedicato complessivamente e propedeuticamente a ‘La bicicletta’), proseguiamo ora conseguentemente con il Terzo capitolo: ‘La volata’. Nelle gare di velocità su pista il Surplace è la posizione di quasi immobilità che il corridore talora assume prima dell’ultimo giro nel tentativo di indurre l’avversario ad andare in testa per sfruttarne la scia nello sprint finale. La Volata ne è il naturale seguito e compimento. Volata sta per ‘Volata finale’, ed è lo sforzo per raggiungere la massima velocità al fine di superare gli avversarî vicini in prossimità del traguardo. ‘Volata finale’ dunque, ‘Battere in volata l’avversario’, ‘Superare l’avversario nella volata finale’ e anche ‘Tirare la volata’ e via dicendo. Si aumenta dunque la velocità in vista dell’arrivo, generalmente tenendosi alle spalle di un compagno di squadra nella cui scia diminuisce la resistenza dell’aria agevolandosi lo scatto negli ultimi metri della corsa. Principale Regola delle gare ciclistiche, specie su pista, è che non ci sono regole, salvo quelle formali che si cerca di eludere. O almeno di non farsi beccare. La violenza regna sovrana, benché intelligentemente dissimulata. Quando si è almeno intelligenti e si applica anche alle due ruote, e alla vita. la volterriana idea che l’ipocrisia sia l’omaggio reso dal vizio alla virtù. In ogni caso ‘Motus in fine velocior’. Quando le cose, e le esistenze, e le carriere politiche, si avvicinano alla fine, la velocità si accelera. Anche da noi, ora. Per quanto riguarda la ‘voce’ in questione vedi anche: Italia, Politica, Referendum.

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Libri, un Autore con tè CULTURA - L’affiatato gruppo della trasmissione in web radio, Talpa chi legge, ha organizzato anche quest’anno, in collaborazione con la libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare e Radio Talpa, la rassegna “Un autore con tè”, chiacchiere con l’autore davanti ad una tazza di tè. La nuova stagione di incontri con gli scrittori si è già aperta il 9 ottobre con la presentazione del libro di Sebastiano Mondadori “L’anno dello Straniero”, Codice edizioni e proseguirà per altri quattro appuntamenti prima della fine dell’anno. Il 13 novembre sarà ospite Alessio Torino con il libro “Tina” di Minimum Fax, storia di Tina, una ragazzina che tutti scambiano per un maschio che sbarca con la sorella gemella e la madre sull’isola di Pantelleria. Il padre non è con loro, perché, innamoratosi di una ragazza molto più giovane, ha lasciato la moglie. Torino racconta con il suo stile semplice e poetico il dolore e cambiamento sotto il caldo sole della Sicilia.

Il 26 novembre torna a Cattolica Amleto De Silva con il suo “Dizionario illustrato dei #giovanimerda” Magic Press edizioni. Si ride e si riflette con il libro di Amleto di una generazione che non è mai stata giovane. Il 3 dicembre arriva fresca di stampa l’ultima fatica della travolgente Chiara Moscardelli: “Volevo solo andare a letto presto” per Giunti editore. La Moscardelli con la sua consueta verve comica ci farà conoscere una nuova eroina nata dalla sua vulcanica penna. Il 10 dicembre ascolteremo degli evergreen con Luca Perasi e il suo “I Beatles dopo i Beatles” che ci parlerà delle carriere soliste di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr negli anni dal 1970 al 1980. Tutti gli appuntamenti si svolgono allo Spazio° Z di Radio Talpa,in Via Del Prete 7 a Cattolica alle ore 17 e vengono trasmessi in diretta streaming su www.radiotalpa.it.

Da sinistra: Metella Orazi, Sebastiano Mondadori (scrittore), Stefania Nataloni nella sede di Radio Talpa

Il logo della trasmissione sui libri “Talpa chi legge”

Per info: libreriasogniebisogni@gmail.com



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27 novembre - 11 dicembre. SPAZIO°Z di Radio Talpa “Il Codice Amazons”. Domenica 11 dicembre ore 17 nello SPAZIO°Z di Radio Talpa. Ingresso libero. Diretta radio su www.radiotalpa.it

Quale rapporto tra i due sessi?

‘Ascoltando’, Cardellini unisce arte visiva e musica LA MOSTRA

IL LIBRO - “Il Codice Amazons” (Armando Curcio Editore - aprile 2016) è il titolo del libro della scrittrice riminese Cristina Pasquale Loro. Appassionata fin da bambina d'arte, letteratura e cinema d'autore, questo è il suo romanzo d'esordio con un attento occhio di riguardo ai numerosi casi di violenza sulle donne, e costituisce un'occasione per riflettere e ricercare un nuovo rapporto uomo-donna nell'era postfemminista. “Grazie ad un'antica Profezia contenuta in Amazons, un misterioso testo sulle Amazzoni, dopo un'accanita lotta contro i conservatori le donne riescono a conquistare il potere globale e ad affermare il matriarcato come nuova regola universale.

Tuttavia questo nuovo Regno delle Amazzoni subirà un forte colpo quando un'archeologa dimostrerà la devozione dei primordi dell'umanità all'uguaglianza tra i sessi. Un equilibrio destinato a rinnovarsi nel presente e un monito per uomini e donne a comprendere finalmente che, a questo mondo, l'unico vero progresso è la loro alleanza”.

Prorogata fino a domenica 20 novembre. SPAZIO°Z di Radio Talpa

RESISTENZE artistiche - La mostra d'arte dal titolo “Resistenze - frammenti di umanità” di Enzo Cecchini (opere polimateriche - retrospettiva) e Dorigo Vanzolini (fotografia), presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa, viene prorogata fino al 20 novembre ( dalle16alle 19,30, venerdì, sabato e domenica). Il tema: “Oggetti vissuti, ma svuotati della loro funzione d'uso, che rivendicano una loro memoria”.

- Il titolo della mostra di Giuliano Cardellini è “Ascoltando”: mettere al centro il tema dell’ascolto, sia della musica che dell’opera d'arte, per stimolare nelle persone emozioni e percezioni più profonde. Cardellini dopo il clamore e l'interesse suscitato ad ottobre a Pesaro con la mostra “Prefazione” e soprattutto con l'opera “Madonna con il Bambino” , espone a Cattolica presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa dal 27 novembre al 11 dicembre 2016. Questo spazio, messo a disposizione degli artisti, sta coinvolgendo un numero crescente di persone e si propone di portare a tutti non solo letteratura ma anche arte, troppo spesso ritenuta così distante dalla sensibilità e dalla conoscenza delle persone. “L'artista ricerca nell'ascolto il sé. Lo stato che gli può consentire di percepire l'intimità di un evento. Quella intimità che sola può indirizzarlo a respirare virtù sepolte. Da queste virtù affiora, a sua volta, la necessità di essere ascoltato. Cardellini, così, cerca di farsi ascoltare dialogando con il pubblico. I suoi colori, i suoi monocromi, i suoi tanti materia-

La copertina del libro

Giuliano Cardellini Particolare di una delle opere in esposizione

li altri non sono che un linguaggio per farsi ascoltare. Quando qualcuno ti ascolta sorge l'opportunità di esporre temi importanti. L'artista non trascura questa opportunità, anzi intende proporre tematiche fondamentali per il nostro ben-essere. La lotta all'inquinamento, la consapevolezza della cruda esistenza umana, sono riflessioni che in Ascoltando trovano un loro punto di denuncia, ma anche di ascolto. Fermarsi un attimo per ascoltare ciò che ci circonda, così l'arte di Cardellini assume un significato che non ti aspetti, puoi comprendere la forza di un messaggio che l'artista lancia incontro al mondo”. Cardellini Giuliano, nato a Rimini, risiede a Morciano di Romagna. Avvocato, poeta, ar-

tista. Ama il teatro e ne realizza spettacoli. Sia con il suo 1° libro di poesie “Diciannove versi d’amore e una rosa” (2004) che con il 2° libro di poesie “nel godere dell’amore” (2007) ha vinto numerosi premi nazionali. Realizza a tecnica mista quadri e pitto-sculture astratti. Ha pubblicato su youtube 18 video personali, 15 video come sodalizio Bastianelli/Cardellini, inerenti tutti la propria variegata attività artistica. Da marzo 2013 ha iniziato il sodalizio artistico con Franco Bastianelli di Pesaro. Questo sodalizio ha prodotto 42 opere, anche sotto forma di installazioni e numerose mostre personali e collettive. Principali opere del sodalizio: “Spettro” esposto sul Canal Grande a Venezia (2013), “La fata” ad Ecomondo Rimini

(2013), “Quale natura?” a Cattolica (2014), “Là, dove tace il vento” a Campobasso (2015), “poi l’abisso” a Fiorenzuola di Focara (PU) (2015), “Resurrezione” ad Assisi, Foligno, Spoleto ( 2015/2016). A marzo 2016 cessa la collaborazione artistica con Bastianelli. Da aprile/maggio 2016 (Quinto Periodo Artistico) ha ripreso la sua autonoma produzione artistica di pitto-sculture, sculture e installazioni. Da quel momento ha realizzato le seguenti Opere : “Gialli serpenti” (Opera 1 Aprile 2016); “Nero silenzio” (Opera 2 Maggio 2016); “Petalo di rugiada” (Opera 3 Maggio 2016); “Vive fiamme” (Opera 4 Maggio 2016); “Crude tenebre” (Opera 5 Luglio 2016). Ha partecipato a Mostre a Londra, Verona, Osaka, Rio de Janeiro, Gubbio, Monte Carlo. Ha ideato e sta preparando tre Progetti di mostre formate da numerose opere, con tematiche inerenti la tutela dell’ambiente ed il rapporto conflittuale del singolo individuo con la società. La caratteristica specifica di tutte le sue creazioni è quella di porre in stretta sinergia la materia con la poesia, le quali fondendosi tra loro assumono una unica espressione artistica.

ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Impresa

Agevolazioni fiscali per la casa: mobili e elettrodomestici - La Legge di Stabilità prevede fino al 31.12.2016 (in fase di definizione anche probabile proroga per il 2017) i bonus energia, ristrutturazioni e mobili. Ha confermato anche le seguenti detrazioni fiscali: acquisto box auto, bonus mobili prima casa per le giovani coppie e acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Data la vastità degli argomenti tratteremo in questo articolo le ultime due tipologie di detrazione citate e nelle prossime uscite le altre. Bonus mobili Detrazione usufruibile da giovani coppie, uno dei due soggetti deve avere meno di 35 anni, o compierli nel 2016; i due non devono necessariamente essere sposati, è sufficiente che siano conviventi, ma devono far parte della stessa famiglia anagrafica da almeno tre anni. L’immobile può essere stato acquistato anche nel 2015, a patto che la destinazione ad abitazione principale, che a norma di legge dovrebbe avvenire entro il 2016, sia dichiarata entro il termine ultimo di presentazione della dichiarazione dei redditi 2017. Le spese devono essere obbliga-

toriamente sostenute nel 2016. Il Bonus mobili prima casa si applica solo agli arredi, non anche agli elettrodomestici (che sono compresi invece nel Bonus Mobili, destinato agli immobili oggetto di ristrutturazione vedi sotto). I mobili devono essere nuovi. La detrazione è del 50% per un massimo di 16.000•, l’acquisto può essere effettuato da entrambi i partner a prescindere che abbiano 35 anni o più. Il pagamento dei mobili deve avvenire a mezzo bonifico bancario o postale, non è infatti obbligatorio utilizzare il canale fiscale come per le ristrutturazioni edilizie; è possibile utilizzare la carta di credito o di debito, in questo caso fa fede la data della ricevuta e non quella dell’addebito nel conto corrente. D’obbligo è conservare tutta la documentazione d’acquisto. Detrazione elettrodomestici Anche in questo caso è prevista una riduzione Irpef del 50% (anche all’estero) di nuovi mobili o elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+, incluso trasporto e montaggio. I beni ammessi devono essere

nuovi nuovi, grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+, (A per i forni) e apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. La detrazione sarà suddivisa in 10 anni per un importo massimo di 10.000•, il credito non si può trasferire agli eredi. Il limite di spesa è riferito ad ogni unità immobiliare, quindi in caso di più unità immobiliare si avrà diritto a più bonus. Condizione necessaria per ottenere la detrazione è di usufruire obbligatoriamente della detrazione per interventi di ristrutturazione edilizia, nella propria abitazione o anche su parti del condominio; non si può accedere al Bonus Arredi se ci si limita ad installare impianti e non ci sono dei veri e propri interventi sull’immobile. La detrazione è collegata ad interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento, conservazione… non è richiesto che ci sia un collegamento fra i mobili e l’ambiente ristrutturato. In altri termini, l’acquisto di mobili, o di grandi elettrodomestici, è agevolabile anche se i beni sono destinati all’arredo di un ambiente diverso da quelli oggetto di interventi edilizi, purché l’immobile sia comunque oggetto degli interventi. info@baldassarri.com www.baldassarri.com 0541953419


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA COMUNITA'

Il locale-istituzione gabiccese ha lasciato un vuoto nell'anima delle persone. Ricevuto telefonate

Vanzolini, secondo libro Chiuso lo storico Caffè Mazzini su Gabicce IL FATTO

La copertina del libro

- E’ uscito a fine Agosto, un po’ in sordina, il secondo volume de ”La storia di Gabicce Mare (Viaggio attraverso le fotografie d’epoca 1950-1970)” di Dorigo Vanzolini. Pubblicazione voluta e sostenuta dall’A.N.M.I (Associazione Nazionale Mariani d’Italia, gruppo Guglielmo Galeazzi-Gabicce Mare). Moltissimi conoscono l’autore che da anni raccoglie materiale e documentazione sulla storia di Gabicce e Cattolica e con grande passione è depositario di tante storie passate.

Viene presentato il 4 dicembre al Mississippi, ore 16. Immagini in bianco e nero con scrupolosi rimandi alle persone e ai luoghi, aprono al lettore un mondo di ricordi e rappresentano una realtà in continuo mutamento Come Associazione culturale “Il Fortino” siamo lieti di accompagnare l’opera di Dorigo verso la presentazione che si terrà a Gabicce Mare il 4 dicembre alle ore 16 all’interno del mitico Mississippi, in quanto accomunati da un unico interesse: la riscoperta… ma più di frequente la scoperta del passato di Gabicce Mare nelle sue

diverse realtà. Quella marinara, e contadina fino ad arrivare alla storia del turismo che ha conformato il paese che oggi conosciamo. Questo secondo volume riesce, attraverso le sole immagini fotografiche, a rappresentare e descrivere i diversi aspetti della storia gabiccese,che per tanto tempo hanno convissuto formando la realtà economica del territorio. Dalle foto degli anni Cinquanta si snoda una realtà ancora incerta tra marineria, turismo e commercio per poi arrivare agli anni Settanta con le immagini degli alberghi, dei bar e dei locali da ballo che raccontano la spensierata attività turistica di Gabicce. Immagini in bianco e nero con scrupolosi rimandi alle persone e ai luoghi, aprono al lettore un mondo di ricordi e rappresentano una realtà in continuo mutamento.

Le radici del Mazzini sono in piazza Matteotti direttamente sul mare negli anni Trenta. Poi si sposta dove è ora

Amarcord Gabicce

di Dorigo Vanzolini

- E' come se a Venezia chiudesse il Florian; a Padova il Pedrocchi, a Napoli il Gambrinus. Lo storico Caffè Mazzini, il ristorante-pizzeria di fianco al palazzo comunale ha chiuso i battenti; si spera che presto possa riaprire. I gabiccesi, rattristati, con il male dentro, hanno chiamato il giornale e detto: “E' stato chiuso il Mazzini; non può essere”. Venne fondato da Umberto Fabbri nella primavera del 1936; e si trovava tra il mare e piazza Matteotti. Il passaggio dove si trova oggi è il 1958. Fino al 1963, sarà anche sala biliardi. Nello stesso anno il bar-pasticceria diventa ristorante-pizzeria. E' uno dei locali-istituzione in grado di chiamare avventori anche da fuori.

LA POESIA di Giorgio Terenzi

Quand i Stranier is caléva a bàs An si saveva ancora se jandeva in mer o se jarvanzeva in tera, intent però i mariner i pripareva la rustida a bordi tal port parchè uiera già pront al scur tla riva. I prim stranier santind cl’udor is mitiva già in fila sora la paléda aspitand sal fiasch dal vin, li zigarett e la machina fotografica a tracola che, dop d’avè asagied do sardel apena arbaltet sora la cherta zala, is fez salté giù e cales a bàs per pasé fora una nuteda da pudé pu arcunté ma chesa!

Associazione Culturale il Fortino- Gabicce Mare

Giorgio Terenzi (2016)

P. S.: Per chi fosse interessato ad avere ulteriori notizie sul luogo della presentazione può contattare l’associazione alla mail: associazioneculturaleilfortino@gmail.com

Gabicce Mare fine anni '50. Foto ricordo di due villeggianti con l'equipaggio del motopeschereccio "San Giorgio". Da sinistra: Giuseppe Terenzi "Cudèn", Enrico Biondi, Agostino Borrani "Ciccio". (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Lista M5S guidata da Luis Miguel Guerrini


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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Per ragioni precauzionali chiuso lo scorso 7 novembre. Amarcord E' l'occasione per riflettere sugli anni perduti e che cosa fare FOCUS

Conferenze al Bar Sorelle Scola

Le sorelle Scola, Milena e Paola

- Tre appuntamenti con la cultura al Bar delle Sorelle Scola. Si è partiti lo scorso 5 novembre, ore 18, con il fotografo Matthias Canapini. A dicembre, sabato 5, alla stessa ora, va in scena il giornalista Fabio S a n f i l i p p o , caporedattore del Giornale Radio Rai che da anni segue le questioni relative all’immigrazione. Più volte inviato a Igoumenitsa e a Calais documenta la realtà di queste terre di confine.

Gabicce

di

Palazzo comunale come rilancio del centro Dorigo Vanzolini

- Oggi 7 novembre il Municipio di Gabicce Mare, per via precauzionale, è chiuso per verifiche sismiche e speriamo che, quando il giornale uscirà tutto sia risolto e che il “centro civico” del paese inizi di nuovo a vivere. L’avvenimento comunque porta a fare delle riflessioni che risalgono a scelte sbagliate delle passate amministrazioni di cui oggi paghiamo la conseguenza non solo di un edificio comunale non a norma, ma soprattutto di un paese che in inverno va verso nell’oblio. Ma andiamo in ordine. Sull’onda della moda degli archistar!!!! anche Gabicce i primi anni dell’amministrazione Curti, non volle essere da meno chiamando l’architetto Anselmi di Roma (ora non più tra noi) e tutto il suo staff, per studiare un Piano Strutturale che potesse rivoluzionare il territorio di Gabicce. Progetti ed intenti faraonici che la crisi del 2008 e anche una difficoltà gestionale del

Scelte sbagliate delle passate amministrazioni di cui oggi paghiamo la conseguenza non solo di un edificio comunale non a norma, ma soprattutto di un paese che in inverno va verso l’oblio. Progetti ed intenti faraonici, hanno lasciato la “buca” di via XXV Aprile FOCUS

di Giovanna Mulazzani* tutto, hanno definitivamente affossato lasciando però lo strascico nella rovinosa buca del parcheggio di via XXV Aprile!! E il progetto pubblicato sul cartellone che campeggiava orgoglioso di sé e dell’Amministrazione che l’aveva appro-

Il palazzo comunala di Gabicce Mare

vato, prevedeva anche lo spostamento del comune! Quindi, in attesa di questa realizzazione, l’edificio che dalla fine degli anni Quaranta ha ospitato il cuore del paese fu lasciato andare verso il declino... pur con gli uffici funzionanti! In una specie di attesa verso il nulla sono passati gli anni, i progetti hanno dimostrato di essere assolutamente fuori scala per un piccolo territorio e ora totalmente anacronistici. Macrostrutture che si adattano ad ogni situazione, ...basta solo diminuire la superficie... e che

Gradara, cuore grande: raddoppia

con il luogo nulla hanno a che fare. Stiamo pagando il debito contratto per la realizzazione del “vuoto di via XXV Aprile” (bisognerebbe raccontare la storia in modo più esteso) e intanto si chiede per verifica sismica causa il terremoto, l’unico immobile funzionante. Il silenzio delle transenne dimostra anche un’altra cosa; l’infondatezza urbanistica prevista dal Piano Strutturale dello studio Anselmi che prevedendo il decentramento del comune in via XXV Aprile avrebbe portato al definitivo

svuotamento del centro di Gabicce Mare. Alla mortificazione delle poche attività commerciali che “eroicamente” resistono e illuminano le strade della cittadina già rabbuiate dall’ultima scelta della passata amministrazione! Ma questa è ancora una altra storia di cui si deve tornare a parlare! L’amministrazione sicuramente si sta già impegnando per riportare l’edificio in sicurezza e funzionante perché Gabicce ha bisogno di un centro ed da sempre il Municipio ne rappresenta il simbolo. Chissà che questo avvenimento increscioso di cui tutti auspichiamo una soluzione a breve, faccia risorgere una progettualità da parte dell’amministrazione che ancora oggi fatica ad emergere per vari motivi. Sicuramente per le casse svuotate anche dalle spese sostenute per progetti che non vedranno mai la luce! *Architetto in Gabiccce Mare

GIOVANI

Marco Foschi, corona d'alloro

LO SPORT

- Lo scorso 10 Settembre si è tenuto l’evento sportivo benefico “Gradara ha un cuore grande”, giunto alla sua 5° Edizione. La formula è stata quella vincente degli scorsi anni: 4 discipline sportive da scegliere a proprio piacimento tra Corsa, Nordic Walking, Camminata e Mountain Bike, un’unica partenza collettiva, percorsi alla portata di tutti sviluppati nel bellissimo territorio di Gradara da effettuarsi con spirito assolutamente non competitivo, partenza e arrivo nel “cuore” del centro storico, pasta party finale offerto a tutti gli iscritti per reintegrare le preziose calorie consumate, concerto della Balcon Band per concludere in allegra compagnia la serata al cospetto della Rocca di Paolo e Francesca, un costo d’iscrizione più che abbordabile (10 euro) con i quali si è ricevuta l’ambita maglietta con il logo dell’evento (quest’anno di colore azzurro), ma soprattutto la finalità benefica dell’iniziativa, che quest’anno si è sdoppiata. Infatti, confermato l’impegno per le cure del piccolo Alessandro Guidi, oramai indiscussa mascotte dell’evento, quest’anno gli organiz-

Il gradarese con la corona di allora

I protagonisti zatori hanno deciso di sostenere anche il progetto “Sporcatevi le mani!” a favore di bambini e ragazzi autistici e con disabilità del territorio di Gradara-Gabicce e località limitrofe. Il ricavato permetterà di finanziare una Summer School che si terrà nell’estate 2017, quale naturale continuazione di un primo progetto pioniere iniziato questa estate, della durata di due settimane, tenuto da professionisti certificati del metodo di apprendimento cosiddetto A.B.A.. Riferisce Marco Magi, gradarese, uno degli organizzatori nonché ideatore dell’evento: “Ogni anno c’è grande attesa per questa ma-

nifestazione, in tanti mi chiedo quando si farà, di che colore sarà la maglietta e devo dire, con piacere ma anche con un po’ di sorpresa, tante persone vogliono essere aggiornate sui progressi fatti registrare da Alessandro e questo spesso succede alle gare podistiche domenicali e da parte di persone neppure della zona ma residenti anche a Rimini, San Marino, Urbino, Fano, ... segno che Ale è entrato proprio nel cuore di tutti. Quest’anno inoltre si è deciso di sostenere anche il progetto ‘Sporcatevi le mani!’ per dare un concreto aiuto ad un gruppo di mamme e di papà pieni di

energia ed entusiasmo, più che mai determinati nel voler costruire un futuro per i propri ragazzi”. Venendo ai numeri, le 410 iscrizioni, alle quali si sono aggiunte successive donazioni, hanno permesso di raggiungere l’importo di Euro 4.020,00 il quale è stato, come previsto, equamente suddiviso per le cure di Alessandro e il progetto “Sporcatevi le mani!”. Per la consegna delle somme e a conferma che Gradara ha un cuore grande, il Ristorante Rocca d’A...Mare ha generosamente offerto un ricco aperitivo a tutti gli sponsor (Foto) e allo Staff degli organizzatori.

- Marco Foschi si è laureato lo scorso 12 ottobre alla facoltà di Scienze politiche dell'Università Bologna, sede di Forlì, nel corso di laurea magistrale in mass media e politica. Titolo della tesi: “Dietro la cortina di ferro: leadership e consenso nell'esperienza sindacale polacca”. Il professor Marco Brizzi è stato il relatore. Il giovane gradarese ha dedicato il suo lavoro a: “A tutti coloro che nel mondo, lottano e lotteranno per far valere il loro diritto alla libertà”. La tesi racconta un arco temporale dal 1956 al 1990. Attacca così Marco: “I movimenti sociali assomigliano a grandi navi con le quali gli esploratori intraprendono viaggi arditi, alla scoperta di nuove terre. Dotate di enorme forza, ad elevata velocità, scompaiono dalla vista, oltre l’orizzonte, in un battibaleno. Se sconfiggono il tempo sfavorevole, il vento e il mare agitato, se l’equipaggio, dopo l’entusiasmo iniziale del nuovo imbarco, scoraggiato dall’ardua impresa, non si ammutina, solo allora queste imbarcazioni saranno inarrestabili (...). Passione per il basket (ha mandato a memoria migliaia di informazioni, naturalmente tifa Pesaro), Marco ha un bel modo di fare. E' tenace, volenteroso non meno che coraggioso. Buona strada per il futuro e che sia secondo il tuo cuore.


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SAN GIOVANNI

Scomparso lo scorso 7 ottobre. Dieci anni tra guerra e prigionia UOMINI

Addio a Ottavio, marignanese di 103 anni

Per zio Ottavio L'autore si questa poesia, Mario Tonini (Riccione nato a Misano), era il nipote di Ottavio (la madre era la sorella)

PERSONE Ottavio Magnanelli, classe 1913

- Ottavio Magnanelli se n'è andato lo scorso 7 ottobre. Aveva 103 anni; nell'ultimo mese era stanco. Aveva confidato ad un nipote: “Mi sento senza forze; se me ne vado sono contento”. La moglie Pina (classe 1921) lo aveva preceduto lo scorso 3 aprile. Lascia due figli, Bruno e Angelina e cinque nipoti. Ha attraversato il cosiddetto secolo breve in tutte le sue traversie: guerre e miseria. Ottavio si porta con sé 10 anni di conflitto mondiale. Va militare nel 1937 e ritorna nel dicembre del 1945, dopo tre anni di Seconda guerra mondiale in Jugoslavia e 2 anni di prigionia in un campo di concentramento in Germania. Viene arresta-

to dai tedeschi a Trieste, dopo l'armistizio dell'8 settembre del 1943, quando Ottavio è sulla strada di casa. E' liberato dai russi il 25 aprile del 1945, prigioniero nel campo tedesco di Ebelwald. Al ritorno, riprende la quotidianità: farà il muratore. E

nasce la secondogenita, Angelina. Il primogenito Bruno nasce nel 1943; lo rivedrà soltanto quasi tre anni dopo. Ottavio e Pina si sposano il 13 giugno del 1942 durante il mese di licenza. Di Pianventena, i genitori si chiamano Giovanni e Ange-

la Zuccherini. Avranno quattordici figli; ne sopravviveranno nove, quattro maschi e cinque femmine. A toccare il traguardo dei cento anni anche la sorella Gilda, qualche anno fa in Francia, dove era emigrata. Ottavio ha ancora una sorella, Piera, 95 anni. Mai fumato, mai bevuto, la passione di Ottavio è stato il lavoro; ha sempre frequentato il bar. Egregio signor Ottavio, che la terra le sia lieve.

Poc temp dop dla Zia e Nost Zì uc ha las, e Zì Ottavio c’l’eva ciap e Post del Non us po’ dì,per tut la Parantela.Poc gras cum c’l’ha sempre visù mo tent bon. La Zia Pina già la jeva fat la Streda e Lù in verità l’avria vlù seguila mo un gnera arvata ancora la Ciameda, poc mis l’ha duvù stè ancora in fila. E cla Ciameda c’lan lasa indrè Nisun, quasi us panseva gnenc c’la fusa pronta, ancora un era cunvuched c’l’Estrem Radun per Lù,centetrè an in Poc davera ij conta. Finalment la Ciameda atesa la è arvata, l’era stuf,l’eva fnì da impì e Su Diario, un gni steva più gnint,uj vleva la data. Set utobre dumelasedg,uc ha salutì e Zì Ottavio. Poco tempo dopo della Zia il Nostro Zio ci ha lasciati, lo Zio Ottavio che aveva preso il Posto del Nonno si può dire,per tutta la Parentela. Poco grasso come ha sempre vissuto ma tanto buono. La Zia Pina già gli aveva fatto la Strada e Lui in verità avrebbe voluto seguirla ma non c’era arrivata ancora la Chiamata, pochi mesi ha dovuto stare ancora in fila. E quella Chiamata che non lascia indietro Nessuno, quasi si pensava neanche fosse pronta, ancora non era convocato quell’Estremo Raduno Per Lui,centotrè anni in Pochi davvero li contano. Finalmente la Chiamata attesa è arrivata, era stanco,aveva finito di riempire il Suo Diario, non ci stava più niente,ci voleva la data: Sette ottobre duemilasedici,ci ha lasciati lo Zio Ottavio.


SAN GIOVANNI

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Tra 1.200 etichette, vince la medaglia d'oro in un concorso internazionale a Bruxelles TEATRO

Il Massari, una piccola Scala, risale all'800, il secolo dei teatri all'italiana

Tenuta del Monsignore, grappa mondiale Tommaso Scattolari Alessandro Bacchini con la figlia

TERRA - TRADIZIONE

San Giovanni, parte il cartellone teatrale - A cura del Teatro Cinquequattrini, con il taprocinio della Regione Emilia Romagna ed il comune di San Giovanni, parte la stagione teatrale marignanese 2016-2017. Sipario su il 27 ottobre con “Prove di abbanodno”, il prossimo appuntamento è il 10 novembre con “Finding happiness con Ted Nicolau. “Voci e silenzi” è lo spettacolo che il Teatro Cinquequattrini porta sul-

la scena il 25 novembre. L'11 dicembre, “Io sono me” con il Gruppo giovanissimi”. Il “Gruppo diverse abilità” interperata “Circo poetico” il 18 dicembre. Il 22 dicembre Daniela Piccari interpreta“Edith Edith” Le rappresetazioni si tengono al Teatro Masari. Per maggiori informazioni: 0541.1730509.

- La grappa di Sangiovese invecchiata (annata 2013) della Tenuta del Monsignore ha vinto la medaglia d'oro al concorso internazionale di Bruxelles, “Spirit selection”. Il primo passo era stato il 24, 25 e 26 agosto in Messico, a Tequila City, dove c'è stato la selezione di “Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles”, un appuntamento internazionale itinerante che premia i migliori superalcolici (l'anno prossimo si farà in Cile). In palio tre tipi di medaglie, assegnate da una giuria composta da prestigiosi degustatori in rappresentanza del mondo. Da selezionare 1.200 etichette provenienti da 48 nazioni. L’Italia si è distinta portando a casa 24 medaglie d'oro, fra queste, una è finita nella bacheca della Tenuta dal Monsignore dei fratelli Bacchini, Alessandro (per gli amici Sandro) e Leo. Il trono, grazie alla loro pregiata grappa di Sangiovese invecchiata, avvalora tutto il mon-

do viti-vinicolo della provincia di Rimini e della nostra regione. Vignaioli dal 1300 recita lo slogan della famiglia, le origini affondano in Toscana ed è ovvio: facevano gli agricoltori. Nel 1500 si trasferiscono in Romagna, a San Clemente. Dove continuano a lavorare le terre con affetto generazione dopo generazione. Il salto a San Giovanni

è breve. Sempre a passo coi tempi (piedi nella terra e testa protesa verso il futuro), l'azienda ha sempre avuto uno spirito tecnologico e di modernità (tra i primi nel Riminese ad imbottigliare ed etichettare, tra i primi per il controllo della temperatura), miscelando l'avanguardia del nuovo alla saggezza della tradizione e

dell'esperienza; senisbilità acquisita secolo dopo secolo. L'enologia diventa tipicità-tradizione-scienza per conferire ai vini propri pregi e proprie caratteristiche. L’esperienza, la passione e la professionalità per la terra hanno portato la famiglia Bacchini a creare vini di alta qualità; il premio è solo l'ultimo di una cammino ricco di soddisfazioni. Vista mare mozzafiato, la cantina è immersa in un giardino di quasi 4 ettari tenuto a specchio. Nella solare bellezza della casa padronale di fine '800, si può ammirare la cappella di famiglia. La tenuta si chiama del Monsignore per via di un avo che ricoprì tale ruolo nell'800. Presso l'azienda si possono fare visite guidate per assaggiare il gusto del tempo e l'ospitalità Bacchini. Alessandro è un anfitrione piacevole e generoso: come sanno bene coloro i quali lo frequentano e non solo.

5. Fiume Conca, cavaliere d'Italia in volo - Il cavaliere d'Italia è uccello elegantissimo, soprattutto in volo. Il battito delle ali si alterna a brevi planate, con le zampe che fuoriescono, davanti il becco lungo. L'insieme è un volo di grande fascino. Le femmine si differenziano dai maschi per le scapolari marrone invece che nere. Il suo habitat sono le paludi e le lagune poco profonde. Si adattano con facilità agli ambienti artificiali. Si trova in tutt'Europa dal Mediterraneo fino al Regno Unito. In italia ci sono 4-5000 coppie, seconda in Europa soltanto alla Spagna. D'inverno svernano nelle paludi del Mali e del Senegal. La regione italiana con più cavalieri è l'Emilia Romagna. Nell'ultima uscita, ai primi di novembre, dalle cinque e mezzo del mattino fino alle 8, Giuseppe Bucci, passionaccia anche per l'orto, non ha fatto uno scatto. Racconta: “Non si è presentato nessuno. L'autunno è stagione morta anche per gli uccelli, non solo per le piante. In compenso ho fatto il pieno di freddo, con i muscoli rattrappiti dopo tutto questo tempo dentro un capanno mobile e seduto su una gelida pietra”.


CORIANO

- Tradizionale Fiera dell'Oliva e dei prodotti autunnali. Si svolge domenica 20 e 27 novembre a Coriano la tradizionale “Fiera dell’Oliva e dei Prodotti autunnali” che, giunta alla 29.ma edizione, festeggia uno dei prodotti locali più pregiati: l’oliva. In esposizione: 150 ambulanti, hobbisti, agricoltori, artigiani.

Oltre alle olive e le delizie dell'olio extravergine, è anche tartufo, funghi, vino (nuovo e non solo), miele, formaggi di fossa, prodotti naturali macrobiotici, frutta, piante e fiori

Nelle domeniche del 20 e 27 novembre. La XXIX edizione. Organizzano Pro Loco e Comune

Fiera dell'Oliva e prodotti autunnali: profumi e colori della terra Il territorio di Coriano è infatti uno dei più importanti produttori di olive e di olio extravergine di prima qualità della zona e conta ben quattro frantoi, di cui alcuni di antiche origini. La fiera, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, propone ai visitatori numerose occasioni per assaggiare e godere dei sapori tipici dell’autunno. Oltre al rinomato olio d’oliva, negli stand gastronomici e nei mercatini si potranno infatti trovare prodotti selezioni di qualità come il tartufo, il vino, il miele, il formaggio di fossa, i prodotti

Si ripropongono nuove ed antiche ricette culinarie, molte a base di oliva. Opportunità per degustare i tipici vini romagnoli: il sangiovese, il trebbiano, l’albana, il pagadebit e la cagnina, gli ultimi due rari

naturali e macrobiotici, frutta, piante e fiori accanto ai prodotti dell’artigianato locale, dal ferro battuto al vimini e al legno, dalla terra cotta al rame. Numerosi anche gli eventi collaterali che animeranno le due giornate: le mostre fotografiche sulla civiltà contadina romagnola, la mostra dei vini doc, l’esposizione di attrezzature agricole, la rievocazione degli antichi mestieri, i dibattiti e le degustazioni dell’olio extravergine d’oliva. Da non perdere la possibilità di scoprire i segreti della spremitura dell’oliva presso i frantoi della zona che per l’occasione saranno visitabili. Gli stand gastronomici, gestiti dalla Pro Loco, propongono i sapori del-

le antiche ricette a base d’olio d’oliva accompagnati dai nostri vini tipici, il trebbiano,

l’albana, il pagadebit e la cagnina. Musica dal vivo e spettacoli per bambini allieteranno la festa. Per maggiori informazioni contattare lo IAT di Coriano 0541/656255.


MORCIANO

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3. Il decano dei tecnici propone un'idea forte: due passerelle arcuiate di legno per vedere da vicino il monumento - Lele Guerra è il decano dei tecnici di Morciano. Già ottimo portiere, passione molteplici (è un fotografo sub raffinatissimo), appartiene a quelle categorie di persone classificabili tra i galantuomini. CHE COSA FARE CON L’INCOMPIUTA PIAZZA BOCCIONI ? “Ritengo che la Piazza Boccioni non sia una opera incompiuta. Rendere omaggio ad un illustre morcianese qual è Umberto Boccioni con un’opera di prestigio internazionale qual è il Colpo d'ala di Arnaldo Pomodoro, morcianese pure lui, credo sia già un’opera compiuta”. COSA FARE PER RIMEDIARE? “Personalmente, ribadisco, che a me la Piazza piace così come è, forse con maggiore manutenzione e cura delle acque sarebbe ancora più attraente. Un’idea balzana però la voglio significare: sarei dell’opinione che due passerelle pedonabili in legno di circa metri 2 di larghezza ciascuna, leggermente arcuate e protette da parapetti in acciaio, poste ai lati del Colpo d’ala e congiungenti i due lati più lunghi della vasca potrebbero interrompere la “lunghezza” della vasca stessa. E’ proprio una idea balzana ma... chissà forse ci potrebbe anche stare; vedere da vicino un’opera d’arte ti fa sentire... parte di essa”. PASSEGGIANDO CHE COSA LE FA PENSARE LO SVILUPPO URBANISTICO DI MORCIANO DEGLI ULTIMI 20 ANNI ? “Lo sviluppo urbanistico della Città di Morciano negli ultimi venti anni... ferisce il mio cuore con monotono languore (Paul Verlaine) ...e non c’entra per nulla …lo sbarco in Normandia!!! (languore = condizione corrispondente al manifestarsi di una sensazione penosa di vuoto) LA GHIGI E’ STATA ABBATTUTA, NON E’ RIMASTO NEPPURE UN MATTONE A RACCONTARE LA MEMORIA, QUALE E’ IL TUO PUNTO DI VISTA? “E’ stato un vero peccato fare sparire per sempre una immagine, una storia, un ricordo di un intero paese. Non sono certo io a proporre una progettazione alternativa a quella attuale ma credo che con un poco di lungimiranza, creatività e buon gusto in più si sarebbe sicuramente potuto ottenuto qualcosa che ricordasse il passato, gratificasse il presente e si proiettasse nel futuro. QUALE E’ IL SUO MONUMENTO MORCIANESE PIU’ CARO?

Guerra: “Piazza Boccioni omaggio a due morcianesi” “Lo sviluppo urbanistico della Città di Morciano negli ultimi venti anni... ferisce il mio cuore con monotono languore” FOCUS “Indubbiamente il Monumento ai Caduti, così come oggi restaurato”. INVECE A GUARDARE I CRINALI DELLA VALCONCA, QUALI SONO LE RIFLESSIONI? “Questa è una parte bellissima della Romagna dove tradizione, inventiva imprenditoriale e amore per la ‘terra’ salvaguardando il territorio... basta continuare!”. PERCHE’ ABBIAMO SCIUPATO IL PAESAGGIO URBANO E QUELLO DELLA CAMPAGNA?

Gabriele (Lele) Guerra Piazza Boccioni

Piazza Boccioni, bel monumento nella tristezzza

“Sono d’accordo con chi propone la domanda, ‘abbiamo sciupato il paesaggio urbano’, lo abbiamo sciupato per una sfrenata rincorsa alla speculazione tenendo in scarsa considerazione l’impatto estetico e funzionale delle opere progettate; al con-

trario, per il paesaggio della campagna, gli interventi non hanno riguardato gli scellerati interventi urbanistici delle città ma in gran parte gli interventi progettati hanno mirato al ‘recupero’ piuttosto che al ‘nuovo’. Ritengo che sia stato adottato un

maggior riguardo al recupero delle vecchie strutture che bene si confanno al territorio”. PERCHE’ E’ DIVENTATO GEOMETRA? “E’ stata una scelta di... famiglia. Mio padre Cesare era un geometra, mio zio Fortunato era geometra, mio zio Gioacchino era geometra, molti amici di mio padre era geometri... quindi mi è sembrata la scelta migliore; a tredici-quattordici anni non hai una visione completa delle possibilità di scelta degli studi... o per lo meno non l’avevo io, così mi è sembrato logico proseguire la strada che mio padre e gli zii

mi avevano aperto... Poi ho scoperto che mi piaceva!“. QUALE APPROCCIO C’E’ DIETRO OGNI TUA PROGETTAZIONE? “Sarebbe più opportuno dire 'Quale approccio c’era dietro ogni tua progettazione’ per il semplice fatto che con la crisi endemica e perdurante del settore edilizio progettare qualcosa di significativo è diventata una semplice utopia. Nella progettazione ritengo che sia fondamentale conoscere a fondo colui, o coloro che ti hanno dato l’incarico e assecondarli, per quanto possibile, nella loro filosofia di vita e nelle loro aspettative... poi pro-

“Abbiamo sciupato il paesaggio urbano’ per una sfrenata rincorsa alla speculazione tenendo in scarsa considerazione l’impatto estetico e funzionale delle opere progettate” vo a metterci del mio. Oggi, però, l’unico pensiero che mi viene in mente è che dietro ad ogni progettazione c’è niente o poco perché si progetta (si fa per dire!) poco o niente”. RENZO PIANO DICE “IO SONO UN MURATORE CHE SA IL LATINO” LEI COME SI DEFINIREBBE ? “Per la passione che ho per la topografia applicata sul terreno mi definirei “un saltafossi che sa male... il dialetto”.

LA RIFLESSIONE

Quella bestia dell'esistenza - L’intelletto è una brutta bestia di cui avere paura, non del tipo reverenziale, certo, perché non c’è niente che sia meritevole di totale rispetto nel lavorio mentale sostenuto dalla cultura celebrata per ciò che essa non è. Una persona intelligente, quando le condizioni familiari e sociali lo consentono, si dedica, o è spinta, al dover conoscere le cose già conosciute, senza grande successo, da altri prima di lei. Non ci sarebbe niente di male a farlo se, per farlo, non si dovesse quasi sempre rinunciare ad affrontare la vita, lasciandosi guidare dalle sue corna che si ha avuto il coraggio di impugnare. Purtroppo chi studia molto

non impara a cavalcare dignitosamente il toro dell’esistenza, quella tenuta coraggiosamente per le corna dagli ignoranti. Chi studia può vantarsi di conoscere quale sia il verso seguito dal pelo dell’animale del quale subisce le intemperanze, ma non riesce a guardarlo negli occhi. L’individuo colto, contrariamente a quello muscoloso, non si farà incornare a sangue, ma il farsi trascinare da una bestia calcitrante, stando aggrappati alla sua coda, ha diversi altri inconvenienti, alcuni dei quali decisamente meno nobili dell’incornata. Cuccumeo


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Opera di quel geniaccio di Umberto Corsucci, l'area l'ha progettata Claudio Masini. Costo: 130mila euro ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Paese dei centenari -

Morciano aveva

almeno sei nonni centenari fino a pochi giorni fa; lo scorso ottobre se n'è andata Emma Bordoni. Aveva 102 anni. Nel paese ne restano altri quattro: tre donne e due uomini. Due sono una coppia: Celestino Baffoni e consorte. Nel suo piccolo è un grande record per la capitale della Valconca. Il più anziano ha 103 anni. Forse, ce ne sono altri ma sconosciuti. Si pone la domanda: come mai tale longevità?

Sinergie morcianesi - La Piciesse è una delle eccellenze morcianesi; a crearla Gian Marco Baldini e Renzo Montani. Produce circuiti stampati per marchi di altissimo livello. Il ristorante “Falsariga” è un'altra perla di Morciano; dietro i fornelli Andrea. L'azienda presenta la sua tecnologia a Monaco di Baviera in una fiera. Il ristorante è stato chiamato a cucinare per gli ospiti. E' un signor modo per per portare il Made in Italy fuori dai confini.

Andrea, chef del Falsariga

Tennis club in subbuglio - Il Circolo Tennis di Morciano è finito ad un nuovo gestore. Appena arrivato ha annullato le 40 tessere dei vecchi soci. Cosa che ha fatto inbestialire gli affezionati, che hanno fatto questa riflessione: “Ma la nostra affiliazione dovrebbe valere un anno al di là della gestione. Dal Comune proprietario è arrivato un silenzio assordante”.

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

“Morciano ai suoi Caduti per la Patria e la Libertà” - Il nuovo Monumento ai Caduti ha innescato subito le polemiche: l'obelisco è simbolo di pace? Si sa i morcianesi sono dissacranti; e questo è un bene e appartiene al loro essere. Risponde, da par suo, frenandosi, quel geniaccio di Umberto Corsucci, lo scultore: “Se non piace dispiace, però per la sua realizzazione è stata utilizzata una sapienza raffinata. Senza di me il monumento non si sarebbe fatto. Ho creato una macchina per fare i buchi per far passare dentro la pietra l'anima d'acciaio. Mi sono anche inventato un marchingegno per tagliare le pareti oblique”. “Ho cercato - continua Corsucci - di lasciare intatta l'idea di Serse Selva, mio maestro, nonché l'autore del vecchio monumento. Vorrei ricordare che Serse è stata una bella figura per la scultura morcianese e non solo”. Il nuovo Monumento ai Caduti è stato inaugurato lo scorso 5 novembre alla presenza di centinaia di persone. Presenti i sindaci della Valconca, il parlamentare Tiziano Arlotti, l'assessore regionale al Bilancio Emma Petitti. Nell'occasione, seppur il giorno dopo, si è celebrata anche la festa dell’unità nazionale e la giornata delle forze armate.

Il primo Monumento ai Caduti (Prima guerra mondiale) collocato dove oggi c'è l'ufficio postale in via Colombari

COMUNITA' La cerimonia è iniziata con gli interventi del sindaco Claudio Battazza, del sindaco di Misano Stefano Giannini in rappresentanza della Provincia di Rimini, dell’assessore regionale Emma Petitti e del prefetto di Rimini, Giuseppa Strano. Tutti hanno ricordato i caduti delle due guerre mondiali ed in particolare quelli della della Valconca. Dopo lo scoprimento del monumento e la benedizione, accompagnamenti dal corpo bandistico di Gradara, si è svolta l’alzabandiera e la deposizione della corona al suono dell’Inno

di Mameli’ e della ‘Leggenda del Piave’. Gli studenti delle scuole medie “Broccoli” hanno letto alcune commoventi lettere che i soldati dal fronte inviarono ai famigliari: uno dei momenti più toccanti della cerimonia. La giornata si è chiusa con l’intervento del cavalier William Saponi che ha salutato a nome dell’Anac e dell’Arma di Cavalleria. Dopo anni di incuria ed abbandono, inutili i richiami al suo valore simbolico ed affettivo, i morcianesi da anni chiedevano il restauro del vecchio monumento, l'amministrazione comunale ha optato per una nuova opera. Tutti ne hanno apprezzato la sobrietà e le poche e semplici parole (erano le vecchie) scolpite nella lastra di acciaio: “Morciano ai suoi caduti per la patria e la libertà”. A sovrastare: una Croce. Alta 9 metri, l'opera è costata 130mila euro (30mila a Corsucci). Il travertino da scultura proviene dalle rinomate cave Giansanti di Guidonia (Roma).

Il nuovo Monumento ai Caduti di Morciano


MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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Inaugurato il nuovo Monumento: un obelisco che già fa già discutere i morcianesi. Bel segno

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

LA LETTERA

Lavoro, invidia e uva acerba... - La giovane che scrive è la figlia che ognuno vorrebbe avere. E' studentessa-lavoratice. Il mattino segue le lezioni universitarie, mentre dalle 14 alle 22 lavora in un'azienda di profumi. Racconta i piccoli dissapori vissute con le colleghe in azienda.

Il malandato monuemto era opera di Serse Selva, un marmista-scultore geniale

Apre Mondadori Bookstore CULTURA

- Forse alla Morciano del commercio mancava solo la libreria. Eccola. Il 5 novembre ha aperto la “Mondadori Bookstore”; si trova in via Marconi (di fianco alla Cassa di Risparmio di Rimini). Sugli scaffali circa 10mila libri per ogni gusto. Settori: narrativa, gialli, saggistica, infanzia, formazione, viaggi, manualistica... Artefici due giovani: Marta Del Bianco e Stefano Verni. Geologo, Stefano è un cattolichino trapiantato a Saludecio da alcuni anni. Marta Del Bianco ha sempre lavorato nelle librerie; alle spalle 11 anni che segnano per sempre. Racconta insieme a Ste-

Marta Del Bianco e Stefano Verni

fano: “Una volta che hai fatto il libraio è difficile fare altro. Te ne accorgi soprattutto quando ti cimenti con un'altra attività. I libri ti mancano quasi fossero aria. Fin da ragazzi abbiamo avuto il sogno di aprire una libreria”. I due si conoscono da sempre. Hanno frequentato la scuola materna, le elementari, il grup-

po scout. Per quattro anni, d'estate, insieme, hanno fatto la stagione nella libreria “Librincontro” di Cattolica, in via Dante. Poi Marta ha continuato in libreria, mentre Stefano ha fatto altro. Entusiasti e motivati, hanno in mente di costruire molteplici progetti: la presentazione di libri, laboratori, letture.

- In passato ho combattuto molte guerre nel nome del miglioramento, della collaborazione e di un bene che consideravo comune, a costo di andare controcorrente e di passare per folle. Avrò senz'altro sbagliato qualcosa, o il modo. E me ne dispiace. Mi dicevano che crescendo sarei cambiata e che me ne sarei fatta una ragione ed io, in tutta risposta, ho sempre negato l'esistenza di questa possibilità, affermando che stavo una barcaTRasmetto che sarebCarosuGiovanni. be in potuta affondare e che gli foto allegato. sforzi per rimanere a galla dovevano essereromagnolo comuni. Ho Il pilota preso pesci in faccia, sono Genunzio Silvagnii, 18 enne, passata dalla parte del la torto viene festeggiato dopo suae me lovittoria sono fatta andare bene. prima (delle settanta Oggi sono serena,nel non perché della sua carriera), circuito ne sia fatta una ragione, dime Morciano di Romagna nelperché me la l'anno 1954. con spersonalizzazione non è riuscita. Non svendo false speranze, non illudetevi: non sono diventata anche io una bestia ammaestrata. Non mi cambierete, io con un ambiente di stampo mafioso non ci collaboro, né tantomeno la mia

anima e la mia coscienza sono in vendita per quattro soldi. Sono serena perché ho fatto bene ad investire nel frattempo le mie energie nella costruzione della mia personale scialuppa di salvataggio piuttosto che continuare con l'esasperato tentativo di arginare delle falle irreparabili in un posto in cui ognuno pensa solo al suo centimetro quadrato. Non godrò e non sorriderò nel caso in cui l'inaffondabile perisca, piuttosto mi rattristerò molto per la perdita di una realtà che oggi poteva essere bella, oltre che un'ancora di salvezza per molti. Mi rattristerò per chi ci ha investito speranze e per chi ci ha creduto veramente dall'inizio. Mi dispiacerà perché sono infinitamente grata per ciò che ho ora. Tantomeno vivo di rancori, vivo in pace e ne sono lieta. La mia coscienza è e rimarrà pulita fino alla fine. E vivrò bene sempre, con o senza il vostro rispetto e il vostro saluto. Serena ci sono nata e ci rimarrò. Lettera firmata



BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO

Due momenti dell'inaugurazione

Bpv Conto Mongolfiera, pensionati in gita a Bologna - Sabato 15 ottobre, ore 6:15: primi segni di assonnata vitalità nel piazzale antistante il casello autostradale di Pesaro. Con le facce segnate dal sonno e la voce ancora rauca dall’aria mattutina, una sola domanda: “Scusi, è da qui che parte la gita del Conto Mongolfiera?” “Si!” Saliamo sul pullman che da buon amico ci aspetta a portiere aperte e via, si parte subito alla volta della “capitale” del-

l’Emilia-Romagna: Bologna. Con altri due pullman diretti alla città felsinea siamo in totale 150 provenienti da Rimini, Morciano, Mondaino, Riccione, Cattolica, Misano, Santarcangelo, Pesaro; tutti pensionati e tutti entusiasti per questa nuova avventura organizzata dalla Banca Popolare Valconca che per il 22° anno di fila ci porta a visitare una località sempre diversa del nostro Bel Paese. La “Dotta” ci accoglie con il tipico colore delle sue case e

COMUNITA' la caoticità delle grandi città nei giorni di mercato (la Piazzola). I larghi portici sono un brulicare continuo di gente che fa aumentare l’entusiasmo e la curiosità di noi esperti ragazzi di provincia. Grazie alla guida ci lanciamo alla scoperta dei luoghi e dei monumenti della “Dotta”. Ecco quindi la famosa Piazza Grande di Lucio Dalla (“Piazza Maggiore” per i filotoponomastici) e la chiesa di

San Petronio che con la sua facciata incompiuta è un miracolo di finezza. E ancora le due torri, simbolo vertiginoso di ambizione cittadina; la chiesa di Santo Stefano, sacro labirinto medioevale e infine l’Università, culla del sapere dal 1088 ai giorni nostri. Alle 13, giunge finalmente l’ora di confrontarci con la “Grassa” e ci rechiamo alla Cantina Bentivoglio, nome di prestigio da queste parti per

chi vuole gustare i migliori sapori della città. Il menù a base di tortelloni di ricotta al burro e salvia, pasta al ragù di salsiccia, filetti di maiale con pancetta di mora romagnola, patate e contorni vari e crema cotta alla vaniglia naturale con caramello spento al marsala, ci ritempra corpo e spirito. Con la pancia piena pensiamo quindi di fare un ultimo giro della città, prima di riprendere la strada di casa verso le 17,30.

L’ultimo ricordo che ci lasciamo della giornata è l’immagine di 150 persone ferme all’autostazione in attesa dei pullman che le riportino a casa, stanche ma soddisfatte per la bella giornata passata in giro insieme. Una giornata che sarebbe potuta durare un po’ di più, visto com’è passata in fretta (24 ore al giorno non sono mai abbastanza in questi casi). È proprio vero quel che si dice, in compagnia la vita è più dolce e l’avventura più piacevole… anche in Mongolfiera.

LA CULTURA

- Costruire attorno al proprio folklore una comunità che sa dialogare col mondo. Lo racconta “Il volto di Marotta”, il terzo volume di memorie storiche presentato il 15 ottobre alle 11 presso la Sala Convegni della Croce Rossa di Marotta. Nella sala gremita di gente, posti a sedere tutti occupati e tutt’intorno persone in piedi, la professoressa Ersilia Riccardi ha ricordato e sottolineato l’impegno della Banca Popolare Valconca quale ente sostenitore dell’iniziativa. Una banca molto attenta al recupero delle tradizioni dei territori dove opera. Il progetto, composto di tre volumi, che rappresentava uno degli obiettivi principali del Circolo Culturale Marotta da lei presieduto, è partito nel 2008, ancor prima dell’apertura della filiale della Banca stessa. Per certi versi un modo nuovo, proposto da Romano Zoli, di presentarsi alla popolazione di Marotta. La ristampa del primo volume infatti, storia scritta dal compianto Maestro Adalgiso Ricci nel 1948, avvenne nel 2008; la creazione del secondo nel 2009, è la raccolta fotografica di carto-

Bpv, il libro con l'anima del territorio Racconta la comunità di Marotta, dove l'istituto di credito opera da più di un decennio line dal 1900 al 1990 del collezionista Mario Ercolani; infine quello di sabato scorso 15 ottobre che rappresenta il terzo volume è dedicato alle persone di Marotta. Sono stati mostrati al folto pubblico presente tutti e tre i volumi – storia, luoghi e persone - ed è stato sottolineato il sostegno economico della Banca Valconca indirizzando i ringraziamenti sia al Consiglio d’Amministrazione che al Direttore Generale Luigi Sartoni ed infine al Presidente Massimo Lazzarini. A fare gli onori di casa la stessa professoressa Riccardi che ha curato la raccolta delle fotografie e le relative didascalie con gli

Due momenti della presentazione del volume adeguati riferimenti bibliografici: “Ho voluto raccontare la storia della nostra comunità marottese attraverso i volti dei cittadini; le loro foto, vere foto d’epoca, sono la voce del racconto. Mi sono ritrovata in mano centinaia d’immagini che sussurravano storie. Ho ascoltato i racconti, li ho annotati e riportati fedelmente, documentandoli con riferimenti specifici e bibliografici. Questo libro nasce con la vo-

lontà di ricordare e far conoscere coloro che Marotta l’hanno voluta, l’hanno vissuta, l’hanno amata… Tutto questo io l’ho assorbito grazie ai momenti trascorsi con coloro che in tanti pomeriggi, tra un caffè o un tè, si sono lasciati andare in un fluire di ricordi”. Ne è così nato, come hanno sottolineato le personalità presenti, i sindaci Nicola Barbieri di Mondolfo e Margherita Pedinelli di San Costanzo, i parroci don

Egidio Bugugnoli e don Enrico Secchiaroli, i cultori di memorie Mario Ercolani e Maurizio Pascucci, un racconto fotografico pregevole dove il direttore artistico Veronica Rovinelli, di Elica Edizioni ha dato il meglio di sé. Proprio sullo spessore culturale ed artistico del volume si è espresso il Presidente Lazzarini il quale ha evidenziato come: “Tante piccole storie fanno grande una zona costiera di confine!”. E come, “in un territorio di frontiera quale è Marotta, i suoi abitanti abbiano mantenuto una

forte identità etnica e siano stati in grado di trasformarsi, di evolversi e di costruire intorno al loro folklore il - garagol - un vessillo di cui andare fieri”. Significativo l’intervento del Direttore Generale Luigi Sartoni il quale ha tenuto a sottolineare quanto queste iniziative siano nelle corde della Banca Valconca. “Non sono finanziamenti come quelli per la costruzione di grandi opere quali il ponte sullo Stretto di Messina o il Tunnel sotto La Manica ma vogliono significare il legame esistente tra gli operosi abitanti della Valle del Conca e quelli altrettanto operosi della Valle del Cesano e di come e quanto entrambe le comunità siano legate al rispettivo territorio.” Giornata memorabile per i marottesi!!! A tutti gli intervenuti è stato fatto omaggio di una copia del volume. Per questo si ringraziano il Direttore Generale Luigi Sartoni ed il Presidente Massimo Lazzarini della Banca Popolare Valconca. Marotta, 15 ottobre Da uno scritto di Ersilia Riccardi



S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

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Quattro chiacchiere con Mirna Cecchini, sindaco di San Clmente. Viabilità sicura, giovani, sociale LO SPORT

Marulli, argento

“Molto con le risorse disponibili” Mirna Cecchini, sindaco di San Clemente L'INTERVISTA

di Claudio Casadei

Lorenzo Marulli - La data è sabato 1 Ottobre 2016 il luogo il ring di Ferrara. L’atleta dell’Accademia Pugilistica Valconca Lorenzo Marulli vince le semifinali serie Youth kg 64 contro il pugile della Gio Boxe di Cattolica Kubinskyy Maksym, al termine di un bellissimo incontro tecnico. Un’improvvisa febbre impedisce al ragazzo della scuola del maestro Rico Maestri di battersi per la finale e lo costringe ad accontentarsi di un benché importante argento! Stavolta l’influenza ha vinto, ma le ottime caratteristiche pugilistiche di Lorenzo promettono di sperare in un futuro radioso carico di numerose altre vittorie. Claudio Casadei

- Tempi duri per la politica. Sembra una bestemmia invece a sentire il lamento di molti politici che il fare politica oggi sia professione complicata fa pensare. In particolare gli amministratori vivono un momento difficile soprattutto quelli dei partiti vicini a un governo tanto impegnato a dire che tutto va bene e tutto è perfetto. Mirna Cecchini è il sindaco di San Clemente al quale chiediamo come sta andando. “Bene, nonostante la fatica e le tante difficoltà. Abbiamo in cantiere numerosi progetti: stanno partendo i lavori per la costruzione della nuova area del cimitero di Sant’Andrea e la sistemazione della parte più vecchia. Prima di fine anno sarà completata la messa in sicurezza della via Tavoleto, dalla rotonda di via Monte Casale al Centro Del Bianco. Sarà una messa in sicurezza della mobilità pedonale semplice, adeguata ai bilanci. Una prima parte di un tragitto che si completerà fino alla rotonda dell’area Lamas, dove c’è il supermercato Conad. Già presi contatti con i privati per le pratiche necessarie a risolvere alcune difficoltà dovute alle di-

verse proprietà, ma siamo a buon punto. La sicurezza dei cittadini è una cosa che ci sta a cuore. Siamo ormai alle battute finali per il posizionamento di 3 dissuasori per la velocità sulle vie comunali dove viene storicamente rilevata una velocità elevata, o comunque non adeguata ai centri abitati. È in fase avanzata la realizzazione di un progetto che prevede il recupero di una zona del capoluogo (di fianco alle poste di San Clemente) per la realizzazione di un parco di collegamento pedonale con i servizi adiacenti.” Quindi ha torto chi pensa che San Clemente sia un comune fermo? “Dipende cosa si intende per fermi. Noi stiamo lavorando moltissimo anche sul sociale. Con l’attenzione obbligata ad un bilancio sempre più complicato abbiamo mantenuto tutti i servizi destinati ai bambini diversamente abili, abbiamo investito migliaia di euro per assicurare il diritto allo studio di ragazzi di famiglie in difficoltà; abbiamo mantenuto l’esenzione per

SAN CLEMENTE - LA LETTERA

Ponte chiuso e chiusini aperti - Cara Piazza, mia cara “la Piazza della Provincia” ti scrivo. Nessuna parafrase di Dalla, ma solo il desiderio di comunicare qualcosa che sembra dare ragione a chi parla di un declino delle nostre belle abitudini nonostante le trombe trionfali che si sentono e si leggono ogni giorno. Prendo ad esempio San Clemente solo perché, anche se non ci vivo, la sua collina rivolta verso il mare m’è sempre piaciuta. L’occasione è stata il campionato invernale MTB che si è svolto anche sulle sue strade alla fine del mese di ottobre. Noi Mountainbikers siamo abituati a girare la Valle del Conca e non solo in ogni anfratto e devo dire che mentre giravamo San Clemente quest’anno abbiamo commentato lo stato in cui si trovano alcune sue strutture e sue strade. Non sappiamo a chi competa la manutenzione del mostro di cemento dove c’è il supermercato chiuso della Crai. Ma possiamo dire che salire lo scivolo che collega via Tavoleto a Via De Gasperi ci ha accolto abbracciandoci con tanto verde e segni evidenti (lattine, bicchieri e bottigliette di plastica) di qualche fe-

Mario Garattoni, storico auto-

i trasporti scolastici, la nostra scuola materna è frequentata pagando il solo costo del buono pasto mentre il resto della retta grava sul bilancio comunale. Ci siamo operati per mantenere le tratte del trasporto pubblico della TRAM, per gli anziani con problemi di mobilità abbiamo previsto il trasporto gratuito per raggiungere le visite mediche. Stiamo assicurando le Colonie Marine e termali. Sosteniamo con il pagamento delle utenze le famiglie più in difficoltà; purtroppo sempre in numero crescente e non solo sul territorio comunale! Per i giovani abbiamo un’ottima scuola di musica; c’è in previsione in forte implemento di offerta per chi vuole fare sport con interventi sugli impianti!” Ma, obiettiamo, i cittadini vorrebbero vedere cose concrete. “Sono già partiti lavori di manutenzione stradale, San Clemente è un comune con un ampio territorio (20 km quadrati) e una complicata configurazione orografica. Dobbiamo dare priorità chiare anche in base alla contingenza ed ai limitati fondi a disposizione attualmente”. E che ne è di Sant’Andrea Servizi? Non si sente più nulla di una società che comunque pesa sul bilancio comunale e quindi sui citta-

dini. “Al momento abbiamo notizia che siano in corso contatti seri e possibilità concrete di attrarre nuovi investimenti. Di certo possiamo dire che è purtroppo anacronistica un’area industriale di quelle dimensioni con una crisi come quella attuale con caratteristiche e durata imprevedibili. Di certo serve una rivisitazione urbanistica ed economica che possa avere reali possibilità di attuazione e sviluppo” E della fusione vogliamo parlarne? “Per il momento è meglio aspettare di vedere lo studio di fattibilità in preparazione. Avremo modo e tempo di parlarne in futuro”. Entro l’anno lo studio dovrà essere consegnato dall’istituto che lo sta preparando. Se arriverà sotto l’albero e se dovesse essere vincolante i cittadini dei comuni interessati potrebbero anche trovarsi un regalo sgradito. Forse il tempo non è poi così tanto, e considerando che le regole in vigore da inizio anno non consentiranno più ad un comune di decidere autonomamente se recedere da una prima adesione (caso Saludecio) speriamo che finalmente tutti i cittadini abbiano occasione per parlarne. Creare assemblee in orari possibili a tutti è un obbligo da parte chi fa politica. Partecipare è una scelta, ma sarà un’occasione irripetibile e una opportunità per i cittadini. Anche per San Clemente domani è già futuro.

COMUNITA'

Dolciaria Rovelli dona lavagna multimediale

Via Europa, ponticello chiuso

didatta

Chiusino senza coperchio sta fatta un attimo prima del nostro passaggio… che peccato! Purtroppo un componente del nostro gruppo distratto ha messo il piede in un tombino aperto facendosi un po’ male. Siamo sicuri però che a oggi tutto sarà stato riparato mica la gente sta lì a pettinar le bambole. Ma la sorpresona l’abbiamo avuta sul ponticello di via Europa: lì le

transenne che inspiegabilmente chiudono una via di scorrimento nuova hanno messo l’abito leggero dell’estate. Non più pesanti bancali o alti tralicci, solo piccole normali leggere transenne più adatte ala nostra calda estate. Chissà quando potremo vedere quella via finalmente “nuda” o conoscere chi è così pudico e (pre) potente da non volerla liberare da quegli assurdi impedimenti al traffico. Eppure i cittadini pagano tutti per quel ponte e quel tratto di asfalto, anche quelli di via Cerro finalmente adatta alle nostre bici con le sue nuove bellissime buche fatte (mi dicono ) per portare un sacco d’energia alla vicina Gh1g1 dal grande generatore riciclatore.… A mia cara San Clemente. Chissà se ci trovo da acquistare casa, mi sembri bella da venirci a vivere … o forse anche no!

Maurizio, Haida e Enna

- La Dolciaria Rovelli ha regalato una lavagna multimediale interattiva alla quarta della scuola elementare di Montefiore lo scorso 20 ottobre. Famosa per le praline, i cioccolatini e le uova di Pasqua, sensibile all'innovazione tecnologica e attenta al territorio, l'azienda pensa che l'impegno sociale non sia meno importante delle opportunità lavorative. “Appoggiamo con piacere e convinzione tutto quello che rap-

presenta l'innovazione tecnologica, anche dal punto di vista didattico - dice Ubaldo Ferroni, socio e responsabile di produzione -. Siamo convinti che anche le scuole dei piccoli centri, come quella del nostro paese debba essere fornita di tutti gli strumenti presenti negli istituti più grandi e strutturati. Spesso i fondi destinati all'innovazione sono limitati, e si tende a centralizzare i servizi, a discapito delle piccole scuole più isolate”.

Presenti all'inaugurazione,, la vicaria dell'Istituto Comprensivo Valle del Conca, Monia Talacci, le maestre della classe IV, e Ubaldo Ferroni della Dolciaria Rovelli. A maggio dell'anno scorso è arrivata a Montefiore Conca la prima Lim, installata nella classe V. La Dolciaria Rovelli è uno dei gioielli produttivi del Riminese. Esporta il 50 per cento della produzione ed è presente in 30 nazioni. Presto inaugurerà l'ampliamento dello stabilimento.



S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

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Vince il concorso della condotta a Gemmano nel 1880. La moglie insegnava ai bambini in difficoltà

Spadoni, in difesa della femminilità Alberto Spadoni, l'autore del ricordo del nonno

PERSONE di Alberto Spadoni* - Purtroppo, da sempre, sono i maschi a reggere le sorti del pianeta e lo fanno così bene da non saper rinunciare al piacere di distruggersi reciprocamente in guerre interminabili che coinvolgono donne, bambini e vecchi. Dove prevalgono relazioni pacifiche spiace constatare che queste non si reggono su una ritrovata fratellanza, ma sulla reciproca paura, alimentata dalla esibizione ringhiosa delle testate nucleari. C’è chi pensa (Tustin F. Intervista 1992) che l’aggressività incurabile dei maschi dipenda da un diffuso difetto di integrazione della nostra comune bisessualità, cui consegue l’incapacità di ascolto della “parte femminile” che sarebbe stata, già nell’adolescenza, negata o “strangolata” per il timore che venga compromessa la virilità e si rischi di diventare omosessuali. In difesa della traballante identità di genere del maschio giocano, per quel che so, due fattori. La particolare dotazione cromosomica: nel nucleo di ogni cellula umana sono presenti 46

cromosomi, metà ereditati dal padre, metà dalla madre. Ventidue coppie hanno la stessa forma nei due sessi, mentre la ventitreesima coppia, quella che decide il genere, ha la forma XX nella femmina e la forma XY nel maschio, come se il cromosoma X avesse perso una gamba, azzoppandosi per dare origine al maschietto. Non meno importanti sono le vicende della crescita che sono nel maschio assai più complicate. La bimba, per quanto concerne l’identità di genere, ha davanti a sé una strada diritta. Diventa donna semplicemente attraverso l’identificazione con la madre e il gioco è fatto. Il maschio inizialmente anche lui si identifica nella madre e solo successivamente, dopo un lungo lavoro di disidentificazione, potrà incominciare a identificarsi con la figura maschile. Ne deriva che la paura di non essere maschi al cento per cento li spinge a “proiettare” la propria sanissima componente femminile sulla

donna proteggendosi dal rischio di un rientro mediante una barriera di superiorità, prepotenza, disprezzo e, se occorre, violenza. Ne fanno le spese la ricchezza interiore e la creatività. Lo sanno bene gli artisti. Ancor’oggi non pochi uomini si comportano come il capofamiglia dei Neanderthal che visse 50.000 anni fa. Come un oggetto da rapire e sequestrare. Lo spiega bene Jack London in quel terribile racconto che mi pare si chiami “Adamo” dove il ratto si conclude con lo stordimento della vittima e il suo trascinamento fino alla grotta. Ma si può anche pensare che il rapporto fra il “primitivo” odier-

no e la donna riproduca quello fra il lattante affamato e il seno, che dal bebè viene vissuto come una parte di sé che deve essere sempre disponibile per venire svuotata, morsicata. Insomma, ancora qualcosa di parziale, di pre-umano, in continuità fisica col fruitore che ne diventa il padrone assoluto. Mi è utile sapere che se sono dotato di una robusta “pelle psichica” (l’”Io-pelle” degli autori), capace di contenere la varie parti di me coi loro abituali conflitti, questo è dovuto in origine alla fortuna d’essere stato accudito da persone dotate della facoltà tutta femminile di avvolgere per proteggere, dar calore,nutrimento,e saper trasformare l’angoscia in serenità già con una semplice ninna-nanna. Queste strutture mentali,

queste facoltà le possiedo perché godendole da piccolo ho potuto farle mie con tre semplici operazioni mentali: l’introiezione, l’identificazione e l’imitazione. Chi questo felice impatto non l’ha avuto rischia più facilmente di andare in pezzi, di sparpagliarsi, come capita si malati di mente, o, per eccesso di cautela, di non sapersi “spendere”, di rimanere in bocciolo. E’ sempre la madre o la nonna che ci hanno insegnato la bellezza della poesia, della musica, l’amore, il mito pacificatore, la sopportazione, la fiducia, la speranza. Infine, come psichiatra, devo dire che le donne sono molto meno matte dell’uomo e che la loro follia è meno pericolosa perché la loro aggressività è raramente violenta e distruttiva. Nel nostro Paese i folli pericolosi ricoverati erano qualche anno fa’ più di mille, mentre i letti occupati nell’unico reparto femminile erano una ventina. I tiranni sanguinari del secolo scorso, Mussolini Franco Hitler Stalin e Mao,si adoperarono invano per mascolinizzare le don-

ne. Conviene piuttosto il contrario: femminilizzare gli uomini, quanto basta per ridurre la puzza di selvatico. L’unica differenza che gli scienziati hanno saputo cogliere fra il cervello dell’uomo e quello della donna consiste nel maggior volume dell’amigdala maschile, sede del centro della paura (che genera impulsi aggressivi), e dell’ippocampo femminile, prezioso centro della memoria: chi non ricorda è sempre in pace con se stesso, ma non sa riparare e non conosce la gratitudine. Ne deriva che le donne sono per costituzione più empatiche, sapendo “mettersi nei panni degli altri”. Per il resto i due encefali e le menti si equivalgono. L’autismo colpisce cinque volte più i maschi, la depressione due volte di più le femmine ( la cosa non sorprende). Quindi, come si faceva da bambini, impariamo ad affidarci alla mente e al cuore delle donne, fin che siamo in tempo. Non possiamo rimandare, viviamo in un paese a conduzione maschile dominato dall’ingordigia, dalla fatuità, dall’indifferenza verso la cosa pubblica, dove i ricchi potenti gongolano e sono d’esempio. *Gemmanese, psichiatra a Bologna


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Sant'Amato, due anni fa la canonizzazione

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Sant'Amato di Luigi Calesini - Il beato Amato (Saludecio, 1226 - Rimini, 8 maggio 1292) viene proclamato santo da papa Bergoglio il 24 novembre del 2014. In vita compie quattro viaggi a Santiago de Compostela. Durante il quinto un angelo gli preannuncia la morte. Torna indietro e si ferma nell'abbazia benedettina di borgo San Giuliano. E' qui che muore.

- Santa Marta, 14 aprile 2016. Sant’Amato Ronconi ritorna a Roma da Papa Francesco. Non erano ancora trascorsi due anni dalla Canonizzazione di Sant’Amato, che mi si presentò la felice occasione di incontrarmi a tu per tu con Papa Francesco. L’emerito arcivescovo di Ferrara, monsignor Paolo Rabitti, era riuscito ad ottenere dal responsabile della Curia Vaticana, per i compagni della sua classe, il permesso di partecipare alla Messa del Papa a Santa Marta. Gli alunni della vecchia classe del seminario regionale, che l’allora rettore, monsignor Pirotto, chiamava “lanzi” perché molto turbolenti avevano continuato ad incontrarsi periodicamente. Una classe veramente eccezionale dov’era rimasto un profondo legame fra quelli che avevano proseguito verso il sacerdozio e quelli che avevano fatto altre scelte; tre di loro addirittura sono diventati vescovi: Giorgio Biguzzi, Elio Tinti e Paolo Rabitti. Ci trovavamo a Bologna nel santuario della Madonna di San Luca quando monsignor Paolo ci diede la bella notizia. Io la ritenni quasi, con molta presunzione, la restituzione di quell’occasione di incontrarmi con il Papa che io, vice-postulatore della Causa di Canonizzazione, avevo rifiutato per i molti contrasti nei miei confronti. L’incontro doveva avvenire subito dopo Natale, ma, causa l’elevatissimo numero di richiedenti, slittò al 14 aprile. Un mese prima ci venne comunicata la data e subito desiderai di far partecipare in qualche modo a questo incontro anche i molti devoti di Sant’Amato, portando in paese un ricordo del Papa. Avevo visto diverse volte offrire al Santo Padre una papalina che poi Lui restituiva dopo averla messa in testa. Poter mettere nel museo di Sant’Amato uno zucchetto indossato dal Papa sarebbe stata certamente una bella testimonianza a ricordo della Canonizzazione. A poco a poco mi convinsi di dover realizzare questo desiderio e subito cercai di procurarmi la papalina. Mi rivolsi ad un amico che risiede a Roma, Mauro Bordoni, originario di Saludecio, certo che avrebbe risolto il problema dell’acquisto. Infatti, la sera del 13 aprile si presentò all’albergo in cui pernottavo con una bellissima papalina di seta pura acquistata in un negozio del Vaticano. Il primo problema era stato facilmente risolto, ma ora dovevo realizzare la parte più

Papa Bergoglio con Luigi Calesini

importante: come presentarmi al Papa con questa richiesta. Confidai questo desiderio a Paolo che mi incoraggiò e mi disse di stare tranquillo; così alla sera, prima di coricarmi, misi nella tasca della giacca

la papalina e un’immagine di Sant’Amato. Alle 6,30 del mattino dovevamo essere all’ingresso di Santa Marta. Percorremmo la breve strada che ci separava dal Vaticano quando ancora era buio. In Piazza

San Pietro cominciavano già ad affluire i primi pellegrini. L’emozione era molta. Le guardie erano già pronte a controllare i documenti ed ad accompagnarci nella cappella. Giungemmo nella Chiesa

SALUDECIO - TEATRO VERDI

Kirkos, l'opera della vita in scena L'Armonda

- Il circo come metafora della vita in scena al teatro Verdi di Saludecio il 12 novembre, con inizio alle 21. Lo spettacolo operistico si intitola “Kirkos” ed è firmato da Fabio Masini. E' uno spettacolo che, attraverso la musica, tende alla riscoperta di una meraviglia antica: osserva gli uomini, gli animali, le terre, mettendo a fuoco alcuni aspetti, con situazioni a volte al limite del credibile. I personaggi che vengono presentati nell’arena, nella piazza, nel circo, nel cerchio e nel cilindro sono figure tipiche dell’arte circense nelle loro specificità, ma che immancabilmente ci rimanda-

no all’uomo con i suoi vizi e le sue virtù. Gli animali, che ormai da tempo sono stati banditi dai circhi, ci sono ancora tutti: tigri, leoni, pantere, giraffe, elefanti, zanzare, pulci e se la giocano alla pari con uomini e donne del circo, perché proprio attraverso il loro confronto avviene spesso il riconoscimento di un carattere, di una mania, di paure, di situazioni paradossali. Il circo è nomade: racconta il mondo e lo va ad incontrare con i suoi carrozzoni, ma molti non sanno che nelle piazze di tanti paesi il circo è già lì attraverso i loro personaggi involontari che popolano la vita di quel borgo, o città che sia.

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

L'opera racconta l’uomo attraverso il coraggio del trapezista o del tuttofare, la tenerezza, la goffaggine, l’inadeguatezza del clown Sparpaglio (con riferimenti ai grandi del cinema come Totò e Chaplin ), la proiezione, attraverso il giocoliere ”Tre Palle” che tiene tutti col naso all’insù o con il domatore ”Nando” che sussurra alla pantera: “Fai piano che c’è gente, non farmi fare brutte figure!”. Lo spettacolo attraversa tanti sentimenti ed umori in maniera a volte ironica, a volte appassionata, con l’intento di proiettare attraverso l’immaginazione una serie di filmati nella nostra mente che ci possano divertire ed incuriosire.

dove i sacerdoti, indossato il camice e la stola, si accomodarono nelle prime file mentre noi laici ci distribuimmo nei banchi assieme ad altri invitati. Il numero dei presenti è limitato, non supera le cinquanta persone. Il Papa, puntuale, con la massima semplicità, ha celebrato la Santa Messa. Finita la cerimonia e toltosi gli abiti sacri, si è seduto in un angolo della cappella per un breve ringraziamento, quindi è uscito. Intanto, il cerimoniere invitò il nostro gruppo a seguirlo in una sala per l’incontro con il Papa. Infatti, mentre gli ospiti dopo la Messa salutano il Pontefice in un corridoio, a noi era stato riservato un posto privilegiato e data la possibilità di avere un breve colloquio personale. Io attendevo il mio turno con la papalina e l’immagine di Sant’Amato in mano. Vedendo il Papa così

sorridente ed affettuoso con tutti, mi tranquillizzai e mi presentai sereno. Subito gli espressi il desiderio di poter mettere quella papalina nel Museo di Sant’Amato, raffigurato nell’immaginetta, a ricordo della Canonizzazione avvenuta il 23 novembre 2014. Il Papa subito acconsentì e con la più grande naturalezza prese la papalina che tenevo in mano, si levò la sua, se la mise in testa per qualche istante e sorridendo me la restituì. Avevo preparato un discorsetto, ma non potevo abusare della sua disponibilità. Gli dissi soltanto che lo ringraziavo per la preziosa e bella testimonianza che dà alla Chiesa e al mondo e gli promisi di pregare per Lui. Ancora un sorriso e una lunga stretta di mano: il colloquio bellissimo ed indimenticabile era così terminato. Mai mi sarei immaginato un incontro più bello. Tutto era andato come desideravo, stringevo fra le mani la papalina come avessi un grande trofeo, pronto a tornare in paese per mostrarla a mia moglie e agli amici. Ora la papalina è in una vetrina del Museo di Sant’Amato, accanto ai bellissimi reliquiari in argento del ‘700, alla croce pettorale di mons. Mariano De Nicolò e a tante altre preziose testimonianze.

SALUDECIO

Concerto per il santo - Per celebrare il secondo anniversario della santificazione del beato Amato, l'associazione spirituale Santo Amato Ronconi, la parrocchia di San Biagio, l'Opera Pia, Pro loco, l'associazione suor Clementina, con il patrocinio del Comune, hanno organizzato un concerto in suo onore. L'appuntamento è il 20 novembre, ore 17,30, nella chiesa di Saludecio. Sull'altare il Coro Jubilate di San Lorenzo in Campo (Pesaro-Urbino) diretto da Olinto Petrucci. A fine concerto il rinfresco. Prima, alle 16, inizia la messa. Per l'occasione aperto il Museo di Saludecio e del santo Amato; assolutamente da visitare: custodisce opere artistiche di valore assoluto.


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Col referednum dello scorso 16 ottobre Saludecio boccia la fusione. Ora lo scottante pallino è nelle mani della Regione. Che fare?

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Fusione no: farla con i territori ricchi Fusione sì: occasione persa - Il Consiglio Comunale di Saludecio del sabato 22 ottobre all’unanimità ha ratificato il risultato del referendum del 16 ottobre e ha decretato la vittoria del “no alla Fusione”. Saludecio ha revocato la delibera del 28 febbraio 2015, chiedendo alla Regione Emilia Romagna la sospensione dell’iter legislativo per la fusione con i Comuni di Montegridolfo e Mondaino. Si legge nella delibera approvata “Il comune di Saludecio intende rispettare il responso dato attraverso le urne dai propri cittadini, che in prevalenza con il 58,23% dei voti si sono espressi per il NO alla fusione, chiedendo alla Regione Emilia Romagna, attraverso l’adozione del presente atto con la stessa maggioranza qualificata di cui all’art 6, co. 4 Tuel, DI DESISTERE DAL PROSEGUIRE CON IL PERCORSO DI INIZIATIVA LEGISLATIVA INTRAPRESO, CONSEGUENTEMENTE ALLA NOSTRA RICHIESTA DI CUI ALLA RICHIAMATA DELIBERAZIONE CC N. 71/2015;”.

“Un nuovo ente che rappresenta ai diversi tavoli una popolazione di oltre 5000 abitanti ed un territorio di oltre 60kmq (il più vasto della attuale provincia) piuttosto che lasciare che nulla cambi? ”

Il sindaco di Saludecio Dilvo Polidori (in piedi) ratifica il voto dei suoi concittadini

FOCUS di Hossein Fayaz Nella giornata referendaria per la fusione dei Comuni di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, domenica 16 ottobre, 1.053 elettori dei 2.586 aventi diritto di voto si sono recati ai seggi elettorali. Hanno votato: 612 no; 439 sì e 2 nulli. A Saludecio il “no” ha vinto con 173 voti in più. Se consideriamo la popolazione e il territorio, il Comune più

rappresentativo, tra quelli interessati dal progetto di fusione, è proprio quello di Saludecio. Dunque, se l’Assemblea e la Giunta regionale volessero ragionare seriamente sul significato e il peso del voto nei tre Comuni in Valconca, constaterebbero che inequivocabilmente il voto di Saludecio fa decadere ogni altra considerazione sul percorso di fusione. Essendo esso rappresentativo di un singolo Comune, nonché di oltre la metà della popolazione e del territorio interessato.

Il voto per principio è rappresentativo. In un Comune, entità amministrativa autonoma, esso non è assoggettabile ad accorpamenti artificiosi o a interpretazioni capziose con valore retroattivo. In democrazia, in particolare nei referendum, il voto della maggioranza esprime una precisa e concreta volontà. Questa non si interpreta ma si rispetta, prendendo atto dell’esito referendario. La rappresentatività del voto è un principio fondamentale. E’ scorretto quindi ragionare

opportunisticamente in termini di votanti complessivi nei tre Comuni indipendenti. Il criterio appropriato è quello del voto di ogni singolo Comune. A meno che non si voglia modificare le regole del gioco, dopo la conclusione del gioco stesso. Peraltro, il consiglio comunale di Saludecio, il 4 giugno scorso, approvò una delibera in cui il Sindaco chiariva che non si sarebbe proceduto alla fusione, qualora anche un solo Comune si fosse espresso per il no. Occorre, a questo punto, dimostrare coerenza, ed anche il buon senso necessario a tenere il Comune al riparo da eventuali contenziosi in sede amministrativa. Con il loro voto, i cittadini saludecesi hanno espresso democraticamente un chiaro rifiuto della fusione, per motivazioni svariate

riconducibili alla percezione che la stessa non fosse consona agli interessi della popolazione, ma ispirata da una politica di annientamento di amministrazioni locali e comunità, in nome di quadrature di bilancio e in una prospettiva senza idealità. In conclusione, è del tutto evidente che la maggioranza della popolazione interessata ha espresso un parere negativo sul progetto di fusione. Questo costituisce una pratica archiviata dalla volontà popolare. I Consigli comunali di Mondaino e Montegridolfo, nei quali peraltro manca un’opposizione, non hanno la facoltà di imporre un orientamento ai cittadini di Saludecio. A maggior ragione dopo il deciso no alla fusione” espresso dagli elettori e fatto proprio dall’intero Consiglio comunale di Saludecio. La pretesa delle amministrazioni comunali di Mondaino e Montegridolfo di andare comunque avanti con la fusione è quindi priva di fondamento formale e sostanziale.

MONDAINO

Terremoto, lesionate due chiese Nessun danno per le scuole

Mondaino, festa con i prodotti autunnali TIPICITA'

Mondaino circa 10mila turisti. E che cosa dire del miele e dei prodotti biologici dell'Oro del Daino? La bottega si trova nella via principale via Roma, nel borgo, a mezz'altezza, sulla destra, scendendo da piazza Maggiore (a forma di emiciclo, porticata, è considerata tra le più belle della Romagna). Nelle stradine, vicoli, piazze e slarghi del borgo fortificato, una serie di artigiani mettono in mostra la loro arte. Di particolare fascino il laboratorio all'aperto della ceramista Milena Gasperini. Mondaino vanta una tradizione ceramica istoriata e d'uso che affonda nei secoli passati. Oggi, c'è una valente scuola che porta avanti l'antica arte. E' anche l'occasione per visitare uno dei borghi malatestiani più affascinanti della provincia di Rimini. Chi ha tempo potrebbe visitare anche i due musei: il Paleontologico e quello delle Ceramiche.

- Mondaino è terra di tartufi bianchi. E' terra di formaggi di fossa. E' terra di miele. E' terra di botteghe artigiane. E' terra di rustici prodotti autunnali. Per far conoscere queste eccellenze la Pro Loco, ha organizzato “Fossa, Tartufo e Venere”. Alla quindicesima edizione, l'appuntamento è nelle domeniche del 13 e 20 novembre dal-

la mattina alla sera. La semplice ed elegante chiesa di Montespino

- Le chiese di Montespino e della Beata Vergine (detta anche del Tavollo) sono state chiuse per precauzione dall'amministrazione comunale dopo le distruttive scosse dello scorso 30 ottobre che ha messo in ginocchio le zone dell'Appennino tra Umbria, Marche e Lazio. Lesioni anche per il “Palazzo di Montespino”. “Abbiamo rilevato - dice l'assessore Enrico Chiaretti - l’apertura di crepe lungo i muri e, nel caso della Chiesa del Tavollo, la caduta di calcinacci. Ci rammarichiamo per il provvedimento, che è necessario per la sicurezza degli abitanti e dei visitatori, in attesa di

ulteriori rilevamenti e di interventi volti a consolidare le strutture”. “Intendiamo tranquillizzare tutti i genitori - continua il giovane Chiaretti - riguardo alla sicurezza del nostro plesso scolastico, costituito da edifici nuovi o consolidati di recente, ma siamo comunque preoccupati per i nostri beni artistici, così importanti per la comunità: un piccolo ente come il nostro sarà in grado di eseguire tutti gli interventi solo in tempi lunghi, fermo restando che siamo determinati a perseguirne la realizzazione, consci del ruolo sociale e turistico che gli edifici lesionati ricoprono”.

Da sempre i mondainesi vanno a caccia di tartufi, sia dei bianchi (i più pregiati), sia dei neri (quelli più a buon mercato). Per l'occasione i visitatori possono assaggiare il prezioso ed inebriante tubero nelle osterie con menù tematici a Mondaino e nei numerosi locali ed agriturismi della sua campagna. La seconda prelibatezza è il Formaggio di Fossa messo a dimora nelle grotte di tufo. L'artefice di questo rilancio della tradizione è il professor Angelo Chiaretti. Ha creato un marchio forte ed una comunicazione affascinante. Ogni anno, d'estate, porta a

Il borgo mondainese nelle scorse edizioni


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CORIANO - MONTECOLOMBO - MONTESCUDO

CORIANO - TEATRO

I Fratelli di Taglia hanno la direzione artistica

26 novembre (ore 21,15), in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Velia Lalli, la Bad Girl della stand-up comedy italiana, col nuovo monologo “Lasciate che i pargoli vengano a me”. 10 dicembre (ore 21,15) il ritorno sulle scene del riminese Paolo Cananzi con “La reunion”, primo spettacolo teatrale dopo quasi vent’anni trascorsi dietro le

Coriano teatro, 36 spettacoli di qualità - Sipario su sulla nuova Stagione del Teatro CorTe di Coriano. In cartellone: prosa, comico, cabaret, concerti, dialettale. In tutto, 36 spettacoli (compresi i 10 per le scuole e le famiglie in collaborazione con Arcipelago Ragazzi) che interrogano il presente attraverso produzioni di qualità, nuova drammaturgia, giovani autori, presentando al pubblico protagonisti autorevoli e offrendo un trampolino di lancio agli artisti emergenti e alle realtà culturali più interessanti del territorio. Nel foyer la mostra curata da Spazio Fotografico Coriano con le immagini degli artisti ospiti di CorTe colti durante le loro performance. 19 novembre (ore 21,15). Il campione di risate Antonio Ornano e il nuovo spettacolo comico “Crostatina stand up”.

quinte come autore televisivo e cinematografico. 3 dicembre (ore 21,15). Parte il viaggio del Dèjà Vu Quartet guidato da Gianni Massante (chitarra) e Fabrizio Flisi (fisarmonica) con Federico Lapa (percussioni) e Jimmy Innocenti (basso e contrabbasso) tra melodia e improvvisazione, ritmo ed echi mediterranei. Brani originali impreziositi dalle animazioni del sand artist riminese Mauro Masi. Direzione artistica Fratelli di Taglia, le serate sono promosse e finanziate dal Comune di Coriano, con il contributo di ATER Associazione Teatrale Emilia Romagna – Circuito Regionale Multidisciplinare e il sostegno di Banca Malatestiana, Marcar, Alterecho, Fungar, Mister G, La Sorgente e Links Telefonia.

La giovane crea e produce borse e capi d'abbigliamento in pezzi unici

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Yvonne Baker, puro made in Italy GIOVANI - “Cucio le mie idee”. E' il motto della giovane “sarta” (oggi si chiamano stilisti) Yvonne Baker. Ha sempre avuto la passione dell arte. Racconta: “ L'essere creativa è quello che mi fa sentire differente dalle altre persone. Ho frequentato il liceo artistico Federico Fellini di Riccione con indirizzo Moda proprio perché ho sempre avuto una forte abilità nel creare da un piccolo pezzo di stoffa qualcosa di geniale. Insieme a questo studio approfondito di come sia strutturato un capo, come cucirlo, come confezionarlo. Nel frattempo non ho mai abbandonato quello che adoro fare in primis, ovvero disegnare e dipingere”. “Al termine del liceo - continua Yvonne - mi sono iscritta alla Libera Accademia di Belle arti che ormai sono giunta al termine. Posso dire di essere

Yvonne Baker alcune sue creazioni

giunta al termine soddisfatta; nel mio percorso mi ha sempre fatto compagnia la mia inseparabile creativitredo proprio che non terminerò qui i miei studi, perché quello che faccio mi appassiona ogni giorno di più e non mi sento mai abbastanza sazia di tutto ciò che riguarda l'arte e la moda”. Figlia dell'inglese Steve (tra i primi in Italia a utilizzare l'online come mezzo di vendita), la

giovanissima stilista ha creato una linea di borse e capi d'abbigliamento tutta artigianale. Soddisfatta argomenta: “Viene cucita qui a casa con le mie macchine, quindi un puro prodotto Made in Italy. Da questa estate stanno prendendo abbastanza piede; infatti, le spedizioni non mancano mai. Sono ormai attiva su tutti i social possibili e spesso espongo a Riccione nella galleria del Palazzo del

Turismo, dove vendo quello che creo. Sono felicissima vedere che tantissime persone fanno chilometri e chilometri per le mie creazioni. E' una linea che ha solo pezzi unici e spesso non riproduco mai le stesse cose per non essere banale, perché quello che voglio è che le persone che comprano il mio prodotto abbiano la qualità del made in Italy e il pezzo unico da indossare”. Dallo scorso aprile, Yvonne ha aperto un negozio di Vintage insieme alla sorella Stephanie e alla madre dove propongono una vasta ricerca di capi nei decenni passati. Si trova a Mercatino Conca, al numero 97 della centralissima Via Roma.


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Si trova a Montecolombo. Dietro la passione e la competenza di Simone, che a 5 anni ruba i semi alla mamma...

Il Mio Casale, fattoria bio-dinamica col cuore - Simone ha 5 anni. Un giorno per gioco strappa i fiori nei vasi della mamma e li sostituisce con alcuni semini trovati nella credenza: ceci, fagioli, lenticchie. Arrabbiata, la madre lo rimpovera e lo educa con: “Voglio vedere se porterai avanti questo gesto”. E' il germoglio de “Il Mio Casale”: paradiso a Croce di Montecolombo, dove si fa agricoltura bio-dinamica. A distanza di più di 30 anni racconta quel figliol prodigo: “E lì mi innamorai delle piante e della terra. Un giorno mia nonna che abitava a Civitavecchia in periferia mi dice di andare con lei che mi avrebbe insegnato a far l'orto nella terra. Per me la cosa più bella del mondo era raccogliere le verdure da regalare alle persone che conoscevo”. Il suo incontro fatico è quando Simone ha 9 anni. Conosce Carlo Tedeschi e gli regala una cassetta delle sue verdure. Lo scrittore, nonché riferimento dell'associazione Dare, gli dice: “Se la passione ti resta nel cuore, ti regalerò le mie terre”. Così fu. Quel cuore con

Produce vino, olio, farine antiche, biscotti, piadine, marmellate, liquori. Un autentico paradiso con vista mare

AGRICOLTURA

Il vagone trasformato cucina. In basso la stalla trasformata in laboratorio la terra dentro si è via via rafforzato. Carlo gli regala le terre; a 16 anni Simone sale a Croce ed inizia. Racconta: “Mi ritengo un vero contadino che non è saper fare bene il vino, l'olio, il grano... ma saperti legare alla natura. E' lei che ti insegna che cosa e come fare”. Oggi, Simone ha creato un paradiso pettinato come un giardino dove si fanno coltivazioni biologiche e agriturismo vero. E si trasforma quello che si mette a dimora. Madre terra accoglie i semi con il buon senso delle rotazioni e il mistero delle fasi lunari, come si usava un tempo. Ad esempio per fissare l'azoto nella terra ci mette il favino (che ara nella terra), oppure ceci e lenticchie. Dopo l'arricchimento, seguono il famoso grano Senatore

Simone

La cantina Cappelli, i grani teneri antichi ed il farro monococco (il padre di tutti i farri). I pregiati cereali vengono trasformati in farine, piadine, biscotti, pasta... L'azienda agricola si estende su 38 ettari. Otto dei quali coltivati a vigneti iscritti alla Doc: Sangiovese, Cabernet,

Biancame, Merlot , Montepulciano. Il resto ad ulivi (850 piante), ortaggi e frutteti. La frutta diventa marmellate e succhi. Tra le prelibatezze: il succo d'uva, di aloe (arancia e limone), la confettura di sambuco, il nocino, la grappa, un elisir di rosa canina 30 volte più ricco di vitamina C delle arance. Si potrebbe chiudere con un liquore di 33 erbe con 50 proprietà curative che segue la ricetta originale di Ma-

ria Treben: un'essenza da monastero. Simone da alcuni anni aderisce al progetto Fattorie didattiche promosso dall’assesorato all’Agricoltura dell'Emilia Romagna. Le lezioni si tengono in una stalla trasformata in sala laboratorio di rustica bellezza. In visita tantissimi bambini per una meravigliosa giornata. Si conclude con un divertente spettacolo di burattini. L'azienda è anche ospitalità: 7 camere realizzate con i

principi di bioarchitettura. E' ristorzione. La cucina è ricavata all’interno di un vecchio vagone ferroviario di fine 800 restaurato e riportato a nuova vita. Con gusto ed intelligenza, la sala ristorante dà su una veranda che abbraccia i giardini dell’agriturismo. Quali meravigliose e delicate atmosfere. I piatti sono semplici, naturale e genuini. Il lievito madre (farina, mele grattugiate, sale e acqua) racconta una storia bellissima; fu fatto 20 anni fa ed ogni giorno lo si rinnova. Presso “Il Mio Casalle” è possibile acquistare i prodottti bio-dinamici. Aperti tutti i giorni pranzo e cena.



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