Maggio 2015 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 19 N.5 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

IL PUNTO DI VISTA

Politica italiana, ‘rivoluzione’ e confusione di Alessandro Roveri* - Parecchie cose sono cambiate nella politica italiana nel giro di un mese. Speravamo, con l’ on. Speranza del PD, che Renzi accettasse la proposta di modificare la nuova legge elettorale, e comincia invece un nuovo ritorno del patto con Berlusconi (non nel senso della crisi e della caduta dell’ex cavaliere: sarebbe un nuovo patto con l’ on. Verdini, di cui si parla come dell’adesione di costui nel PD, mentre la Camusso, segretario della CGIL, assicura che non voterà più per il PD). La sinistra del PD si è ridotta a 38 votanti contro la fiducia chiesta da Renzi, perdendo oltre una cinquantina di suoi parlamentari, che preferiscono guardare alla loro rielezione in Parlamento. Non potremmo mai accettare un PD con dentro Verdini e con la sua sinistra irrimediabilmente estromessa.

Quando votammo per Renzi nel dicembre 2013, non ci aspettavamo una simile confusione, nella quale molti elet

MAGGIO 2015

Pd Valconca, congresso in cerca di futuro MORCIANO - 55

CATTOLICA - 35

Turismo, che fare per fermare il declino? Una decadenza lenta ed inesorabile raccontano gli indicatori degli arrivi (+1,9%) delle presenze (-2,9). A picco gli stranieri: meno 3,4. Segno più per Cattolica e Misano

PAESAGGIO

MADE IN ITALY

Le colline Malatestiane stanno franando

Renzi sta frantumando il Pd

di Francesco Toti - “Se funziona il verde finto di Riccione, figurarsi quello vero”. Lo afferma Luca Cevoli, direttore dell'Associazione albergatori di Riccione. Laurea in Agraria, famiglia già con pensioncina (come ricorda dai palchi il fratello Paolo), ha tre idee forti per il turismo del Riminese del futuro: costruire una città giardino. La prima, dobbiamo Pagine 2-9

Breve massima di saggezza Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

Gandhi (1869 - 1948) Segue a pagina 15

Referendum viabilità, vince il sì. Scarsissima affluenza (14%)

RICCIONE - 20

SAN MARINO - 9

www.lapiazzarimini.it

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Zamagni, presenta il libro “Economia civile”

Arte. San Marino, da Modigliani a Haring

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

Montefiore

- Il borgo malatestiano di Meleto (frazione di Saludecio), uno dei panorami più sontuosi della Valconca, è isolato dal basso; l'unico accesso è dall'alto. E' pericolante anche una piccola parte delle mura. La strada Santa Maria Maddalena (Montefiore) è chiusa per il

U j'ha imbacuchì sla su ciàcara longa Cecco - Sandro Chiai - 2015

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Manuela Tonini “La Fondazione per condividere progetti”

San Clemente Cecchini: “Preoccupata” S.Andrea, cogeneratore di dubbi San Giovanni Unificazione con Cattolica e C. Coriano Consigli comunali aperti... Montefiore Levola, quando c'era la festa Mondaino Latinus ludus, piccola Roma Saludecio Addio Piergiorgio, testa ben fatta

FOCUS

Condomini Cil (Comunicazione inizio lavori) e Cila, quali sono le differenze? Pagina 27

A pagina 65


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INCHIESTA

Maggio 2015

Luca Cevoli, direttore degli albergaori di Riccione, propone una città giardino 2014- MOVIMENTO CLIENTI NEGLI ESERCIZI RICETTIVI DELLA PROVINCIA DI RIMINI (Periodo gennaio - dicembre 2014. Valori assoluti e variazione percentuale sull'anno 2013 - Fonte: Camera di Commercio di Rimini) ARRIVI ITALIANI

VAR. %

ARRIVI ESTERI

VAR. %

ARRIVI TOTALI

VAR. %

PRESENZE ITALIANE

VAR. %

PRESENZE ESTERE

BELLARIA IGEA MARINA

283.799

3,8

74.983

8,5

358.782

4,7

1.620.435

-2,1

444.841

CATTOLICA MISANO ADRIATICO

263.608

5,9

49.083

2,6

312.691

8,3 4,1 1,3

23.273

-3,8

311.299 144.389

105.064 477.429

-6,2 -5,1

135.380 741.737

1.455.328 634.259

0,4

112.103

5,4 8,3 3,5

622.660

-8,5

5.120

21,7

1.598.158 23.277

-0,7 -3,2

12,4 -3,1

7.797 742.753

16,4

37.537

-1,9

3.207.562

13,2 1,9

RICCIONE RIMINI VALCONCA VALMARECCHIA TOTALE

L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina

essere l'esatto contrario delle metropoli. Ci deve essere tanto verde, niente traffico, niente rumori. Dobbiamo aprire e naturalizzare tutto quello che abbiamo costruito, chiuso e asfaltato”. Il secondo punto di Cevoli: “Cercare un sogno: non avere automobili. Chiudere dal Marano all'Abissinia; ci saranno dei disagi ma sul medio e lungo periodo no. La terza idea è costruire un atollo sia sotto il mare, sia sopra. Richiamerebbe migliaia di appassionati per la flora e la fauna sotto. Le basi per i prossimi 15-20 anni vanno gettate ora; i sindaci hanno una visione di 4-5 anni, non di più”. Intanto, Riccione da otto anni, anche con successo, si è “inventata” il treno gratis. Hanno aderito 55 alberghi su 400 e i numeri sono in crescendo, un po' come la musica di Gioacchino Rossini. A Torino ci sono pullman che girano con sulle fiancate che il mare di Riccione non è che a 4 ore e mezzo di treno. A Padova le fioriere del centro storico recano lo stesso messaggio. Inoltre, Riccione è presente sulla homepage di Trenitalia. Sempre Riccione, gli albergatori hanno fatto promozione in Svizzera e Austria. Il grosso dei 40mila euro invece se ne va

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 12 maggio

636.673 1.120.729 18.157 29.740 2.464.809

4,5 -2,6 -4,3

2.694.669 4.661.270 43.360 53.677

-25,5

2.332.591 19.296

-5,1

32.340

11.162.998

-2,6

3.907.416

VAR. PRESENZE VAR. TOTALI % % 2.065.276

-1,9

-0,6 5,6

1.766.627

0,2

778.648

-2,7 -4.8

3.317.329 6.993.861 62.658 86.017

4,7 -2,6 -4,5 -19,9

15.070.414

-2,9

-1,1

-3.8 -13,5 -3,4

-2,8

Turismo, che fare per fermare il declino? Albergi in vendita

La stagione 2015 parte con segnali positivi (ponte 25 aprile e 1 maggio). Buon luglio a Rimini. Ottimo giugno a Misano sul web. I numeri I numeri del 2014, ancora una volta, affermano, che il declino è lento, costante, quasi inesorabile. Quasi ineluttabile. Si scende di pochi numeri l'anno. In provincia di Rimini, il movimento turistico ha tenuto per ciò che riguarda gli arrivi, con un +1,9% rispetto al 2013, con le presenze che sono però diminuite del 2,9%; meglio la clientela italiana (+3,1% negli arrivi e 2,6% nelle presenze) rispetto a quella straniera (-1,9% negli arrivi e meno 3,4% nelle preNUMERI

Doppiati dalla Francia - Il turismo vale il 12 per cento del Pil (Prodotto interno lordo); pari a 180 miliardi di euro. Dato Unesco, l'Italia è al primo posto al mondo come patrimonio artistico; si parla del 60% del totale, ma è soltanto la quinta mèta mondiale (secondo posto nei primi anni '70). Ecco la speciale classifica delle destinazioni degli arrivi. 1. Francia (79,5 milioni), 2. Usa (62,3) 3. Cina (57,6) 4. Spagna (56,7) 5. ITALIA (46,1) 6. Turchia (29,3) 7. Gran Bretagna (29,2) 8. Germania (28,4) 9. Malesia (24,7) 10. Messico (23,4)

30% Un terzo degli alberghi di Rimini e Gabicce Mare sono in vendita

AAA vendesi

18 Angelo Serra e Patrizia Rinaldis (presidenti albergatori a Gabicce Mare e Rimini)

senze). Stranieri però che si riscattano sulla permanenza media (rapporto presenze/arrivi); questo, complessivamente, risulta di 4,7 giorni, ma è maggiore per il turista straniero (5,3 contro 4,5 giorni degli italiani). La stagione 2015 si presenta con buone sensazioni dopo le anteprima del 25 aprile e primo maggio. Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori di Rimini al quarto mandato: “Nei miei colleghi c'è più ottimismo. Si presenta un luglio da molto bene, un giugno da punto inter-

rogativo e si auspica un buon agosto. A settembre c'è la variabile tempo. I prossimi anni li possiamo affrontare solo riqualificando il nostro territorio con una politica sana e vera. La stessa cosa devono fare i miei colleghi. Sono del parere che le aziende fuori mercato vadano chiuse. E a chi vuole tornare ad investire va incentivato con aumenti di cubatura”. Dall'altra parte del Riminese ma in provincia di Pesaro andiamo a sentire gli umori di Angelo Serra, presidente a

CURIOSITA'

Riccione, suite a 450 euro per notte vendute anche nel 2016 - “A quanto le vende queste suite bellissime?”. . “A 450 euro a notte”. “Ma hanno mercato?”. “Averne. Ho già vendute, luglio e agosto, non solo per quest'anno, ma anche per il 2016. La gente vuole cose belle. Qui è tutto di livello assoluto: classe energetica A, silenziose (non si sentono gli aeroplani), sdraiati nel letto si vede il mare. Abbiamo cercato di costruire ambienti con ogni confort”. Le stanza sono ben fatte: vista mare, grandissimo terrazzo in legno, vasca idromassaggio in un angolo, lettino da spiaggia, doccia, tavolo su cui mangiare. “In tanti ospitano gli amici a tavola sul terrazzo”, afferma il titolare.

Pochi anni fa, a Rimini, un albergo in prima linea venne acquistato a 18 milioni. Oggi, è sul mercato a 6-7 Gabicce Mare. Un uomo che sa fare turismo con un nipotino di 6 anni che parla tre lingue (italiano, russo e cinese): “Non ho buone notizie sulla stagione. Vedremo. Oggi, la prenotazione non è più l'assillo; sanno che c'è sempre posto. Purtroppo, nonostante la bellezza ed il fascino, la città sta perdendo anno dopo anno presenze. Vuol dire che la si è seduta, che non crede più al cambiamento. Così facendo ha perso il treno dell'innovazione; quando ci si salva con la qualità e la professionalità. Poi dobbiamo anche metterci che l'Apt (Azienda di promozione turistica delle Marche) è tra le ultime tre per la promozione turistica. Peggio fa l'Enit (Ente nazionale per il turismo). Domanda: ma l'Expo porterà o toglierà il turismo balneare proveniente dall'estero”. Via Emilia Il futuro è nelle nostri mani. Per il quotidiano popolare inglese, “The Sun” (il Sole), la via Emilia è una delle venti strade più belle del mondo. L'articolo è stato pubblicato lo scorso primo maggio.

STRETTAMENTE PERSONALE

Progettare il futuro con intelligenza e creatività - “Le opportunità non hanno confini”. “La Svizzera a un passo da Expo: 10 imperdibili attrazioni”. I due messaggi pubblicitari sono svizzeri. Il primo lo si trova sul materiale promozionale dei Grigioni (il cantone di Sankt Moritz) e promuove il Palazzo Vertemate Franchi (Valtellina). Si trova a pochi chilometri dal confine, in Italia. Il secondo invito invece impazzava in rete nei primi giorni di apertura dell'Expo di Milano (1 maggio). Insomma, creativi, intelligenti non meno che opportunisti i cugini svizzeri. Usano le nostre idee ed energie per raccogliere turisti. “La mozzarella più buona del mondo l'ho mangiata in Uruguay”. L'Italia che spende il doppio della Francia per la comunicazione turistica (400 contro 200 milioni di euro). Telefoni l'Enit a Roma e ti prendono idee tristi. Sono altre pennellate che svelano un Paese più che senza strada, diviso. Sono passati secoli ma siamo ancora la comunità dei comuni e delle corporazioni medievali: dove non c'è il bene comune al centro ma dove ognuno cerca di massimizzare il proprio tornaconto personale. Se il turismo è la prima industria mondiale e non inquina, l'Italia sta, seppur lentamente, scivolando ai margini del mondo. Perché? Addossare le responsabilità alla classe dirigente politica non va assolutamente. Ognuno, tutti gli operatori del settore, dovrebbero partire da se stesso. Non è possibile farcela senza progetti, senza idee e con le bettole. Prim'ancora che con l'arte ed il paesaggio, il turismo si fa con la passione degli uomini.


INCHIESTA

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Il turismo artistico e legato agli eventi serve a destagionalizzare l'offerta e ad allungare la stagione

Numero alberghi e camere

Stranieri presenze, guida la Russia

BELLARIA IGEA MARINA - 339 (11.360 camere) CATTOLICA - 217 (8.7886) MISANO ADRIATICO - 109 (3.838) RICCIONE - 376 (13.120) RIMINI - 991 (34.284) VALCONCA - 13 (223) VALMARECCHIA - 18 (324) TOTALE - 2.063 (71.925)

23,1%

CURIOSITA'

1965. Gabicce Mare

Gabicce Mare, in 10 anni perso il 40 per cento delle presenze - Quaranta per cento di presenze in meno; da un milione a poco più di 600mila. Sono questi gli spietati numeri che raccontano il triste decennio degli albergatori gabiccesi. Lo scorso anno, fermata l'emorragia: solo 10mila presenze in meno rispetto all'anno precedente. Altri numeri che danno ils enso di un settore in “abbandono”: cinque alberghi sfitti, una trentina (su 90 sono in vendita). Gli alberghi sono passati da 138 a 90. Sul mercato ci sono da comprtare ed affittare; in passato impensabile. Perché tutto questo in una delle località più belle del mondo?

903mila

19,5% 762mila

10,4% 405mila

Turismo: meno presenze 16,2

8,5% 333mila

3,9% 151mila

15,61 15,58 milioni presenze

15,5

2011 2010

Russia

Germania Svizzera

Francia

Polonia

15,9

2009

15

2012 2013 2014

Vincere con l'artigianato, turismo e cultura - Fare turismo con l'arte e la cultura, l'eccelttico morcianese Umberto Giovannini da anni a Montefiore, organizza corsi di incisione con appassionati che giungono da tutto il mondo Lo fa con l’Opificio della Rosa. Il programma di quest'anno è ancora più ricco. La grande novità di quest'anno è l'aver coinvolto il Museo della Città di Rimini (il più importante della Romagna) che ospiterà il corso di incisione non tossica. Il corso si fa anche con la collaborazione delle Cartiere di Fabriano. L’Opificio della Rosa è un'associazione no-profit che ha tra i suoi fini principali la conoscenza e la diffusione di tecniche di incisione a basso impatto ambientale: dalla xilografia alla calcografia, fino alle più innovative tecniche incisorie. Viene incoraggiata la sperimentazione tecnica e il lavoro interdisciplinare che lega la grafica ad altri ambiti artistici, questo anche attraverso un programma di

L'incisione capace di portare appassionati a Montefiore e Rimini

Montefiore, la maestosa Rocca

MONTEFIORE

residenze, workshop estivi e la condivisione di progetti che ogni anno vengono sviluppati coinvolgendo artisti in ambito internazionale. L’Opificio della Rosa, nato nel 2009 attorno all’omonimo laboratorio di Montefiore Conca, è ora affiancato da due nuovi studi: quello di Morciano di Romagna dedicato al letterpress e quello all’interno del Museo della Città di Rimini dedicato alle tecniche incisorie. L’associazione collabora su progetti specifici con Anonima Impressori di Bologna, Luigi Castiglioni di Rimini e InSigna di Roma. Progetti speciali vengono realizzati assieme alle Università:

Central Saint Martins, University of the Arts London, RUFA, Rome University of Fine Arts, Accademia di Belle Arti di Catania Ecco i corsi. Xilografia policroma: Camaïeu docente: Umberto Giovannini (15-17 maggio). Composizione a caratteri mobili e cliché docente: Veronica

Bassini - Anonima Impressori (3031 maggio). Incisione blu: corso di incisione calcografica non tossica Museo della Città di Rimini docenti: Fabiola Mercandetti, Marco Innocenzi (14-19 luglio) La scatola magica: il teatrino giapponese Kamishibai. Laboratorio sperimentale d’illustrazione in incisione e narrazione teatrale docenti: Umberto Giovannini e Luca Ronga (26 luglio - 6 agosto). Illustrazione in linocut: Book of Monsters Ispirato a Monstrorum Historia di Ulisse Aldrovandi. Docente: Nick Morley (18-23 agosto). Bulino su rame. Docente: Jürgen Czaschka (25-30 agosto). Ciano segni Puntasecca su plexiglass e cianotipia. Docenti: Gianna Bentivenga, Laura Peres (4-6 settembre).



INCHIESTA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Bruno Piccioni è il primcipe dei sommlier della provincia di Rimini e tra i maggiori d'Italia. Ha tirato su migliaaia di appassionati e tiene lezioni anche all'estero. Che cosa apprezza di più in un vino? “Tutte le singole caratteristiche sensoriali: alla vista il bel colore giallo o rosso rubino intenso; all’olfatto tutte le emozioni che riesce a trasmettere con i suoi infiniti aromi; al gusto i tanti sapori e a tavola la capacità, abbinato nel modo ideale, ad esaltare le migliori preparazioni gastronomiche”. Che cosa è per lei il vino? “Alla domanda cos’è il vino? le risposte sono illimitate e si potrebbe scrivere un intero libro. Ernest Hemingway, scrittore, avrebbe risposto: ‘Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo. Il vino è nella vita quello che la musica è nell’arte. La conoscenza dei vini e l’educazione del palato possono essere una fonte di gioia per un’intera vita’. Leonardo da Vinci, scienziato e scrittore: ‘Credo che molta felicità sia degli uomini che nascono dove ci sono vini buoni’. Federico Fellini, illuminato regista: ‘Il vino è come l’amore, ne puoi parlare per ore, magari raccontando un sacco di sciocchezze: ma è un bel conversare’. Per il sottoscritto è uno stile di vita, fonte di benessere ed alla base di un’attività svolta, con passione, a tempo pieno”. Qual è il peccato più frequente nei produttori e nei degustatori? “Nei produttori, probabilmente, la scarsa capacità del confronto.

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Bruno Piccioni è tra i massimi sommelier della provincia. Tiene lezioni anche all'estero

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

‘Vini, da 10 anni virato sulla qualità’ Ha scritto molti libri

Bruno Piccioni, il principe dei sommelier

FOCUS

Mentre i degustatori si fanno influenzare, troppo spesso, dalle etichette più blasonate”. Com’è il livello dei vignaioli nella provincia di Rimini? “Negli ultimi dieci anni, nella provincia di Rimini, i produttori hanno decisamente virato verso la qualità, in vigneto e in cantina. Hanno imparato a produrre bene e talvolta in maniera eccellente, hanno saputo gestire il territorio, rinnovare i vigneti, abbassare le rese, avviare le selezioni clonali, curare la vite, lavorare con attenzione le uve e affinare nel modo più corretto il vino”. Siamo lontani dalle regioni leader? “Lontani probabilmente no, in ogni modo dobbiamo crescere ancora per raggiungere l’immagine enologica acquisita da altre regioni, principalmente nel contesto della comunicazione, poiché piccolo è bello ma in un contesto globalizzato si è sicuramente deboli”. Perché i nostri ristoranti hanno pochi vini del Riminese nella carta? “Negli ultimi anni le cose sono

“Noi viviamo di legalità”

cambiate, nelle carte dei vini dei ristoranti locali, sono sempre più presenti i vini del territorio. Qualche esempio: il Colli di Rimini Rebola è all’altezza dei migliori vini bianchi italiani e anche il Sangiovese non è da meno. Senza dimenticare vini ottenuti da vitigni internazionali e il Romagna Pagadebit che permettono di fare sempre una ottima figura a qualsiasi ristoratore”. Quanto deve costare, rapporto qualità prezzo, una buona bottiglia? “Questo è un tasto dolente. Nel nostro comprensorio il rapporto qualità-prezzo è di assoluto van-

taggio per il consumatore. Purtroppo il ricarico nei ristoranti e alberghi è un po’ troppo elevato. In ogni modo una buona bottiglia di vino per il consumo quotidiano si trova anche a 3-5 euro alla bottiglia. Per le occasioni più importanti consiglierei di spendere un po’ di più”. Qual è il livello della nostra ristorazione? “Ho fatto tutta la vita il ristoratore e devo ammettere che oggi fare ristorazione è molto complesso, perché sono richieste conoscenze più ampie. Durante l’arco di una giornata lavorativa il ristoratore moderno svolge tante funzioni: commerciale, amministrazione,

marketing, gestione delle risorse umane, servizio di sala e cucina ed altro ancora. In ogni modo ogni ristorante locale è una garanzia e certi della sua indiscutibile ospitalità, meriterebbe una sosta e non mancano punte di eccellenza”. Quanti allievi ha tirato su? “Una miriade, certamente alcune centinaia di migliaia, infatti, dal 1980 ad oggi, sono relatore, istruttore alla degustazione e commissario d’esame, ai corsi organizzati dall’A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier), in tutte le regioni d’Italia, ed anche all’estero: Monaco di Baviera, Londra, Bruxelles, Dortmund, Hannover. Ed anche docente, quale esperto in enogastronomia, nelle scuole alberghiere delle province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e saltuariamente in altre, oltre a relazionare nei seminari tematici di enogastronomia”. Racconti qualcosa dei suoi libri? “Da una trentina d’anni scrivo principalmente libri di enografia nazionale ed il primo testo didattico è stato: ‘Vini DOC e DOCG’, Gennaio 1994. Poi sono seguiti: ‘Il Sommelier - Nozioni Generali’, ‘Enografia Nazionale’, ‘Il Vino Italiano’, ‘Il Cibo e il Vino’, editi dall’Associazione Italiana

Sommeliers. Poi ‘A tavola nel Delta del Po’, ‘l’Italia dei vini DOCG’ e ‘Una ricca terra una buona tavola - Terra Nostra’. Ho collaborato a riviste specializzate del settore enogastronomico e sono l’autore del capitolo ‘Vini d’Italia’ nella guida dei ristoranti italiani in Lussemburgo”. Qual è l’attestato, il gesto più commovente che ha ricevuto? “Tra le più grandi soddisfazioni il premio, nel 2002, come primo maestro di comunicazione, dell’Associazione Italiana Sommelier, consistente in un ramo di alloro in argento, dall’importante significato di gloria, fedeltà e amicizia, che conservo gelosamente tra le mie cose più preziose. Poi un altro premio come primo comunicatore tra i relatori in Lombardia e principalmente i tantissimi attestati di stima che ricevo ancora oggi dai partecipanti ai corsi di Sommelier”. Può raccontare qualcosa della sua storia umana? Famiglia, educazione... “Nato a Misano Monte, appena finito la scuola elementare, in pratica ad undici anni (ai miei tempi era così), ho iniziato a lavorare, nel periodo estivo, a Cattolica, come “Lift Boy”, mentre in inverno frequentavo la scuola secondaria di avviamento professionale. Occupato, in seguito, come cameriere di sala e poi, appena finito il periodo militare, nei Vigili del Fuoco, mi sono messo in proprio gestendo il Ristorante ‘El Faro’, a Misano Brasile, poi il Bar ‘da Bruno’, a Riccione e nel frattempo ho intrapreso la professione del Sommelier, inizialmente svolgendo servizio del vino e partecipando alle fiere, poi come relatore”.



INCHIESTA

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1963. Il riccionese Scarponi va a Roma ad acquistare trampoli abbandonati dopo le Olimpiadi

Trampolines: idee e passioni romagnole - La tappa fondamentale della vita di Walter Scarponi è da romanzo: coraggio, intuizione e lieto fine. Siamo nel 1963, Walter Scarponi legge una notiziola curiosa su una testata economica, “Quattro soldi”. A Roma, abbandonati negli scantinati del costruendo Palazzo del Lavoro (uno dei più belli dell'Eur), ci sono i trampoli arrivati dagli Stati Uniti per le Olimpiadi del 1960. Gli organizzatori li avevano utilizzati per intrattenere. A Walter Scarponi e all'amico Orfeo Grossi (titolare di Virginia) si accende la lampadina: “Andiamo a Roma, li compriamo e li montiamo a Riccione”. Individuano la zona sul mare; dove c'è oggi il rinomato “Trampolines”, allora era una discarica di calcinacci provenienti dai lavori in centro. Con sette milioni di cambiali garantiti dal babbo di Grossi e dal suocero (Edoardo Magnani, detto “Bistecca”) di Scarponi acquistano 18 trampoli, prendono la terra in affitto dalla famiglia Ceschina e ci

Walter Scarponi su una delle terrazze delle sue suite

LA STORIA costruiscono il chiosco bar, lo spogliatoio con docce. Gli otto tappeti installati raso terra su delle buche furono un successo straordinario. C'era la fila di giovani e non solo a piroettare sopra. In un paio di stagioni, Walter ed Orfeo si ripagano l'investimento. Dopo due anni, le vite dei due amici si separano. Orfeo lascia tutta la baracca a Walter. Da allora su quel pezzo di terra in riva al mare partono investimenti continui. Iniziano a fare ristorazione e anno dopo anno i trampoli fanno spazio al ristorante e alla pizzeria. La cucina occupa il posto delle docce. Dietro ai fornelli c'è la moglie Lia; ai tavoli arrivano i piatti della tradizione romagnola. Insomma, vale il detto

che se sai fare bene le tue cose, riesci a parlare al mondo. Un'altra tappa fondamentale del “Trampolines” risale al 1970; arriva la pizza nel forno a legna. L'anno dopo: la prima robusta ristrutturazione del locale. Gli investimenti continui sono una delle molteplici ragioni del successo del “Trampolines”. Scarponi: “Il lavoro è andare avanti. E' spendere. Non ho mai pensato di mettere da parte qualcosa. I soldi devono servire a fare le cose che hai in mente nella vita. Mi considero una persona religiosa come credente e non come un fedele. Il vero socialismo è quello di Gesù:

aiutare i deboli, aiutare la comunità, non essere egoista”. Altra svolta strutturale nel 1984; viene fatta la chiusura esterna con i pannelli mobili e la tenda sopra. Al primo piano si tira su un appartamento per la numerosa famiglia. Cinque figli: Cristina, Andrea, Alberto, Alessandro e Antonio. Scarponi: “Ricordo che Riccione dagli anni '70 ai '90 era davvero Riccione. Una volta riuscimmo a fare 1.800 coperti in un giorno”. Nell'89, acquista la terra dalla famiglia milanese Ceschina. Niente più affitto. Nel 2009, rifà il ristorante. Nel luglio del 2001, inaugura le 17 suite sopra il risto-

rante-pizzeria. Una nave in cemento ricoperta di “Corial” (un prodotto che resiste alla salsedine) di sobrio buon gusto. Le camere vista mare, in luglio ed agosto, sono già state vendute per il 2016. Un'ospitalità fatta di terra, tradizione, tipicità quella degli Scarponi che non viene mai abbandonata. Semplicemente migliorata, anno dopo anno. Esperienza dopo esperienza. Nel 1994, Walter Scarponi inizia un nuovo progetto economico. Acquista la Chef Pronto Service, leader nella commercializzazione e semi-lavorazione del pesce: 60 dipendenti e 18 milioni di euro di

fatturato. Passione per la bicicletta (ha vinto anche qualche gara), l'adolescenza di Walter Scarponi è contrassegnata dal seminario. Viene riportato a casa perché cagionevole di salute. Le due ruote sono il suo speciale studiolo per la riflessione. Racconta: “Sono uno che pensa sempre. La mia mente mulina in continuazione pensieri: in macchina, in bici, a piedi. Mi piace osservare, capire una situazione, sviluppare un'idea. La bicicletta è l'attrezzo sul quale penso più lucidamente. Quando avevo un problema di lavoro, partivo e tornavo con una risposta equilibrata e di buon senso. Le mie decisioni più importanti le ho prese pedalando”. Scarponi è un riccionese nato a Misano Monte l'8 settembre del 1935. Dunque ha 80 anni. La famiglia scende a Riccione nel 1952; in una piccola casa dietro l'ingrosso di legnami Calza, tra via Fratelli Cervi e la neonata circonvallazione. Il lotto era dell'ammiraglio morcianese Bigi (decenni dopo Walter ne acquista la villa). Da ragazzo fa mille mestieri: meccanico, falegname, tappezziere, lucidatore di mobili. Ricorda con orgoglio: “Tutte competenze che metterò a frutto nel mio locale. I lavori li ho sempre pensati e fatti io”.



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San Marino. La grande arte in esposizione al Museo di San Francesco e a quello di Stato - Da Modigliani a Keit Haring ( un grande acrilico che ricorda l’importante presenza del writer newyorkese scoperto da Elio Fiorucci in Italia), passando per Fontana, Carrà, Rosai, Campigli, Gentilini, Baj, Schifano, Music, Mondino, Cassinari, Morlotti, Boetti, Santomaso, Vedova, Rotella... Una settantina di opere, per la prima volta presentate al pubblico in un’unica esposizione nei due più prestigiosi spazi espositivi della Repubblica di

ARTE

San Marino: la Pinacoteca San Francesco e il Museo di Stato. “Scenari del ‘900 – da Carrà a Fontana - uno sguardo su due inedite collezioni d’arte”, a cura di Beatrice Buscaroli, è stata inaugurata il 30 aprile; chiude il 31 luglio. La grande mostra è realizzata da Banca CIS e Scudo Investimenti SG in collaborazione con la segreteria di Stato al Turismo, la segreteria di Stato all Cultura e gli Istituti Culturali. Divisa in cinque sezioni, nata da una fruttuosa ed inedita sinergia pubblico e privato, l'esposizione intreccia un dialogo tra due eccellenti collezioni del Novecento italiano, dalle origini estremamente dif-

che la Collezione ‘Scudo Arte Moderna’ possa essere condivisa con la comunità sammarinese creando interesse e valore economico per il territorio non può che renderci orgogliosi. ‘Scenari del ‘900’ è la dimostrazione tangibile di come la collaborazione tra privati e istituzioni possa generare iniziative di alto profilo culturale che diventano un motore per la crescita del Paese”.

Da Modigliani a Haring, la pittura del secolo breve Dal 30 aprile al 31 luglio, opere da Morandi a Keit Haring passando per Fontana, Carrà, Rosai, Campigli, Gentilini, Baj, Schifano, Music, Mondino, Cassinari, Morlotti, Boetti, Santomaso, Vedova, Rotella. Organizza Banca Cis e Scudo Investimenti ferenti: quella dello Stato, stratificata, costruita attraverso donazioni di artisti e di acquisti, e quella della Società Scudo Investimenti, d’origine privata, creata seguendo i criteri degli investimenti e della passione. “Una mostra di spessore, che racconta, attraverso la poetica di diversi artisti, il Novecento –afferma Giuseppe Maria Morganti, il segretario di

Stato alla Cultura – che coglie un significato imperante: cambiare. La mostra sammarinese, mettendo insieme due patrimoni, uno pubblico e l’altro privato, quasi inesplorati e in molti casi inediti, rappresenta sicuramente un tassello per la conoscenza dell’espressione pittorica”. Alle sue parole si affiancano quelle del Segretario di Sta-

to per il Turismo, Teodoro Lonfernini che crede “nella consapevolezza che proprio attraverso i circuiti dell’arte sia possibile garantire al Paese formule in grado di innalzarne il livello qualitativo”. “Il valore culturale della mostra sta anche nel riportare a San Marino periodi artistici già declinati con le grandi biennali d’arte del passato” ricorda il direttore Istituti Culturali, Paolo Rondelli. Mentre Daniele Guidi, amministratore delegato di Banca CIS aggiunge: “Il pensiero

Con Arnaldo Antonini, direttore generale di Scudo Investimenti SG, entriamo invece nel vivo del rapporto tra arte e investimenti: “Si tratta senza dubbio di un’interessante opportunità per chi vuole diversificare l’investimento del proprio patrimonio. All’estero è una pratica già consolidata. Personalmente ritengo che gli investimenti nelle diverse forme d’arte – quadri, fotografie, sculture - oltre all’indubbio valore estetico, posseggono in nuce una serie di caratteristiche importanti, come ad esem-

pio la bassa volatilità dei prezzi, una stimolante normativa fiscale e rendimenti interessanti. L’ultimo pensiero è di Gabriele Geminiani dell’ufficio Marketing e Comunicazione di Banca CIS, autentico project manager della mostra che, con il supporto della segreteria di direzione di Banca CIS, ha coordinato l’iniziativa in tutti i suoi reparti: “Partecipare a questo progetto è stato come vivere in un vero e proprio cantiere culturale, dove ogni giorno si è dialogato e interagito con professionisti del mondo dell’arte. Dalla curatrice Beatrice Buscaroli, a Cesare Bernardi di Anonima Talenti, agenzia che allestisce mostre in tutta Italia, agli esperti e art advisor Pier Luigi Salvatore e Jacopo Antolini”. Informazioni. Ingresso della mostra con biglietto unico per entrambe le sedi. Intero: 5 euro. Ridotto: 3 euro per gruppi oltre 10 persone, studenti universitari e anziani over 65. Gratuito: per ragazzi fino ai 16 anni e addetti stampa. Museo Pinacoteca San Francesco, Via Basilicius, 33 / San Marino Città / Tel. 0549.885132 Museo di Stato (Palazzo Pergami Belluzzi), Piazzetta del Titano, 1 / San Marino Città / Tel. 0549. 883835.


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Nel giugno del 1915 altri bombardamenti dal mare; un morto e tre feriti. Colpito l'oratorio di Sant'Antonio e lo strategico ponte - Era l’alba, appena spuntata, del 24 maggio quando Sebastiano Amati (uno dei principali, se non il principale, fautore del distacco di Riccione da Rimini) sentì quattro forti colpi sordi che provenivano dal mare. Con tutta la famiglia, moglie e tre figlie, si era trasferito, in quel mese, dalla frazione di Riccione a sovraintendere i lavori di riordino delle strutture ricettive del Sanatorio Comasco di Bellariva che veniva aperto solo in estate. Questa struttura imponente, capace di duecentocinquanta posti e che lui aveva voluto, era sorta sulla marina più povera, tre chilometri a sud di Rimini, priva di vere strade (se non di una semplice carrareccia) che la collegasse alla città o alla via Flaminia, senza acquedotto, né luce, né fogne, circondato da un gruppo di casupole di pescatori. Era stato decisivo, per questa scelta, l’incontro di Sebastiano con il dottor Alessandro De Orchi un medico comasco dotato di eccezionali doti umanitarie, molto amato per aver profuso energie e competenze soprattutto a favore della povera gente e per essersi dedicato allo studio e alla cura della pellagra. Li legava, fra l’altro, una lunga esperienza marinara, entrambi avendo trascorso sulle navi a vela gli anni della gioventù. Divenuto Presidente dell’Istituto per la cura degli scrofolosi poveri della Provincia di Como, De Orchi ottenne dagli industriali della seta il finanziamento per una colonia marina con funzioni soprattutto preventive e si fece convincere dall’amico che fosse costruita proprio sull’Adriatico, a Rimini, affidando l’incarico progettuale all’architetto Giovanni Tempioni. La località fu talmente benefi-

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La Grande guerra nel Riminese LA STORIA

di Rodolfo Francesconi cata da questo evento da subire una trasformazione radicale, sia economica che culturale. Perse il nome di Abissinia e prese quello di Comasco, che le rimase fino alla vigilia dell’ultima guerra. La struttura del Sanatorio era molto grande e fin dalla sua inaugurazione, il 16 maggio 1907, ne fu affidata la direzione proprio a Sebastiano Amati per la sua esperienza ricettiva avendo lui stesso fatto costruire già nel 1901, e gestito poi, il primo albergo in assoluto della frazione di Riccione, il prestigioso Hotel Amati. Gli affari di Sebastiano andavano, per la bravura sua e dei collaboratori, decisamente bene, sia nell’albergo di Riccione che nell’Ospizio Comasco, dove nel 1913 giungerà il primo tram, quello trainato da cavalli. Era il primo agosto del 1914 e Rimini, ancor prima che l’Italia prendesse le armi, sentì e soffrì le conseguenze del conflitto. Non appena fu noto l’ultimatum dell’Austria alla Serbia (23 luglio ’14), i bagnanti stranieri, specialmente quelli di nazionalità ungherese, austriaca e cecoslovacca, abbandona-

rono il nostro lido. I danni economici si estesero alla numerosa e povera classe dei marinai, sgomenti e allarmati per l’orrenda fine di nove pescatori a quindici miglia dal porto di Rimini, quando il 29 settembre 1914 la loro piccola imbarcazione Angelo Ercoles aveva urtato una mina galleggiante. Quel giorno, la mattina del 24 maggio 1915 , Sebastiano balzò dal letto, aprì la finestra e vide sul mare, a poche miglia di distanza, una imponente nave da guerra con i cannoni puntati contro la terra. La sua esperienza di navigazione gli fu d’aiuto, si precipitò a prendere il binocolo e poi subito a consultare il catalogo marittimo che teneva sul comodino e urlò alla famiglia che si era anch’essa alzata: “E’una nave austriaca, il Sankt Georg, che spara contro di noi. E vi sono anche due cacciatorpediniere. Devo informare subito la Capitaneria di porto. Non fate chiasso e state calmi, tirano al ponte della ferrovia, lontano da noi”. L’attacco durò una ventina di minuti e furono sparati altri cinquantaquattro proiettili che fe-

cero pochi danni e una sola vittima, il soldato Augusto Merighi, mentre un’altra sentinella, Nicola Dinanno, fu ferita, ma i ponti erano salvi. Era l’inizio della vera guerra! Ancora non lo si sapeva! I giornali come il Corriere della Sera e il Resto del Carlino uscirono quel lunedì 24 con la notizia che l’Italia aveva dichiarato guerra all’AustriaUngheria la sera della domenica precedente. Nello stesso lunedì il generale Cadorna dichiarò zone di guerra le province di Sondrio, Brescia, Mantova, Verona, Padova, Belluno, Treviso, Udine, Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì e tutti i comuni costieri dell’Adriatico. In tutta la zona di guerra entrò in vigore la Legge Marziale e la censura divenne ferrea. La distribuzione del quotidiano socialista Avanti! e di ogni altra testata dei partiti di opposizione alla guerra, neutralisti o pacifisti che fossero, fù rigorosamente vietata. Quella notte anche un dirigibile austriaco, uno Zeppelin (creduto italiano da chi lo vide) sorvolò Rimini, mentre la flotta si portò poi a cannoneggiare Porto Corsini. Un aereo solitario lanciò una sola bomba sulla fabbrica di splosivi di Codigoro. Queste furono le prime azioni di guerra in assoluto che si svolsero in quell’anno. Ne seguirono altre sulla nostra

costa, una il 19 giugno sempre navale, della durata di quaranta minuti - che causò un morto e tre feriti – sempre con obiettivo il ponte della ferrovia di Rimini che fu colpito assieme all’oratorio di S. Antonio e al Convento dei Paolotti, ed una aerea il 15 febbraio dell’anno successivo con alcuni aerei L.71, L.72., L.73., L78. e L. 100. Quest’ultima incursione avvenne alle 4 di notte, circostanza questa che sconvolse non poco la popolazione civile; questa si sentiva sempre più in pericolo anche durante le ore notturne, con forte effetto psicologico. Fonti locali riferiscono che gli incursori: “Efficacemente controbattuti dalle artiglierie antiaeree, si sono subito allontanati in direzione nord-est. Danni lievissimi. Due feriti fra la popolazione civile.” Altre azioni furono ripetute sia il 10 maggio che il 17 settembre

1917, con un numero imprecisato di velivoli sempre austriaci. Il sindaco di Rimini provvide a differenziare l’allarme alla popolazione: in caso di attacco aereo le campane della torre civica avrebbero suonato a stormo, mentre il bombardamento navale sarebbe stato segnalato con un suono a lenti rintocchi. Per il cessato allarme venivano utilizzate le trombe dei pompieri montate o sul loro autocarro o sulle biciclette. Quel che era rimasto dell’industria balneare, ostacolata da cento divieti, subì un collasso quasi totale, incrementato poi dal terremoto estivo del ’16 che portò alla distruzione anche di alcuni alberghi: cessò il commercio marittimo e rimasero in porto i 281 trabaccoli che lo avevano animato negli ultimi anni. Nella pesca con le reti si potevano usare esclusivamente battelli a remi, privi di albero, che non dovevano


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Quest'anno è il centenario dell'inutile carneficina. Gli austriaci cannoneggiano Rimini per distruggere il ponte della ferrovia

I primi aerei da bombardamento

allontanarsi più di 500 metri dalla spiaggia. Anche l’Hotel Amati rimase senza clienti e Sebastiano con la famiglia si dedicò solo alla gestione dell’Ospizio Comasco. Questo Ospizio fu ripetutamente utilizzato nel corso di tutto il secolo ventesimo in situazioni d’emergenza nazionale, sia come albergo che per funzioni ospedaliere; in tutte queste drammatiche circostanze la famiglia Amati prese parte attiva nel lavoro d’accoglienza e soccorso. Il primo intervento di questo genere si verificò nel 1908, appena un’anno dopo la sua inaugurazione, quando si trattò di ospitare alcuni dei sopravvissuti al terremoto di Messina, il più disastroso della nostra

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storia, responsabile della morte di oltre 60.000 persone. Non pochi di questi sventurati erano minori e orfani: correva la voce che alcuni di loro venissero poi adottati da famiglie del borgo. Poi ancora nel dicembre del ’15 quando Rimini ospitò con cura e con amore alcune centinaia di profughi dal Friuli; era gente priva di tutto, costumata e composta che ripagò con il massimo della discrezione e della bontà l’accoglienza ricevuta. L’Ospizio Comasco, in un primo momento, fu la destinazione principale degli sfollati. Ma ben presto, per l’evoluzione sempre più cruenta del conflitto, si rese necessaria la sua trasformazione in Ospedale Militare, sovvenzionato dalla Croce Rossa americana. La famiglia Amati mantenne la direzione fino a quando si trattò di ospitare e nutrire i rifugiati; l’ospedale lo crearono gli americani che provvidero poi a tutto con ammirevole efficienza. L’obiettivo delle navi e dei velivoli austriaci era a Rimini il ponte della ferrovia dove transitavano i soldati e i rifornimenti per il fronte; per contrastare eventuali attacchi dal mare furono creati i treni corazzati provvisti di cannoni che transitavano lentamente e in continuazione sulla nostra strada ferrata, troppo vicina al mare e quindi troppo esposta. Fu allora deciso di spostare la ferrovia nell’interno facendola partire da Sant’Arcangelo e proseguire verso sud a ridosso del-

UOMINI le colline e furono iniziati i lavori, interrotti poi per la fine delle ostilità. Rimangono, a testimonianza, alcuni avanzi di ponti che, come esempio di “archelogia industriale”, possono essere ancora ammirati a Ponte Verucchio e Torello. La ritirata di Caporetto nel 1917 diede luogo anche a una “caporetto interna” con la fuga da Cividale, Gemona, Tarcento, Pordenone, Sacile, Conegliano ma sopratutto da Udine, la capitale della guerra. L’esodo riguardò 250.000 civili dalle provincie poi occupate fino a Vittorio Veneto e altrettanti 250.000 da città come Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. In totale il 20,61% della popolazione censita. A questi vanno aggiunti, oltre ai soldati e ai comandi militari, almeno altre 200.000 persone che non erano censite come residenti. I pochi alberghi della nostra zona, le colonie non trasformate in ospedali, e molte abitazioni private furono requisite per ospitare i profughi. “Il pregiudizio di molti italiani nei confronti di chi era era stato costretto a lasciare la propria terra fu quasi immediato. Esisteva in primo luogo un problema di antagonismo sociale dovuto alla riduzione dei generi alimentari ed al caroviveri, alle limitate disponibilità assistenziali da parte delle autorità locali.(...) Una delle immagni più negative che accompagnò i profughi di Caporetto fu quella della loro presunta scarsa propensione al lavoro. Chi non aveva un impiego automatico era considerato un ozioso. (...) Rispetto alla popolazione

locale potevano contare su un sussidio continuativo per quanto misero, esso costituiva una risorsa non trascurabile che li poneva in una condizione di relativo privilegio rispetto ai locali. Va infine ricordato che per oltre mezzo milione di civili friulani e veneti, l’esperienza del profugato non si concluse con la fine del conflitto, anzi il ritorno nelle terre liberate nella maggior parte dei casi avvenne durante la prima metà del 1919 e le operazioni di rimpatrio proseguirono fino al termine dell’anno successivo.” Un altro episodio della prima guerra mondiale vale la pena, per noi, di ricordare. Sulla strada interna che porta da San Patrignano a San Martino in Venti, in una casa a due piani è apposta una targa di marmo che ricorda il santarcangiolese Edmondo Turci, il “fochista scelto” del MAS che con Gabriele D’Annunzio prese parte il 10 e 11 febbraio 1918 alla famosa Beffa di Buccari. Il Turci, come precisa la targa, divenne” scrittore (suo uno dei numerosi “Gli arditi del mare” pubblicato nel 1933, editore Ardita), ministro plenipotenziario, industriale, fautore dell’espansione e della tecnica del lavoro italiano all’estero”. Erano tre i Motoscafi Armati Siluranti, partiti da Venezia a rimorchio di altrettanti caccia che, dopo circa dodici ore di navigazione al traino, navigarono per altre tre ore incuneandosi nella baia di Buccari, vicino all’isola di Cherso e dietro quella di Veglia; beffarono

la sorveglianza austriaca, lanciarono i loro siluri contro alcuni piroscafi alla fonda e gettarono in acqua, come scherno, “tre forti bottiglie nerastre, di vetro spesso, panciute, col cartello dentro avvolto in rotolo, scritto di mio pugno, scritto di indelebile inchiostro. Le ho preparate io stesso, con due sugheri da sciabica, con le tre lunghe fiamme tricolori fermate intorno al collo dallo spago e dalla cera”, come scrisse nel suo diario Gabriele D’Annunzio. I tre MAS (il cui acronimo fu modificato da D’Annunzio in “Memento Audere Semper”) erano capitanati, il primo dal Capitano di fregata Costanzo Ciano (nel quale oltre al nostro fochista Edmondo Turci, era imbarcato il volontario marinaio Gabriele D’Annunzio da Pescara degli Abruzzi), il secondo dal tenente di Vascello Profeta Odoardo de Santis da Chiusi e il terzo dal sottotenente C.R.E. Andrea Ferrarini da Mantova. Questa impresa fu subito esaltata ed ebbe una grande risonanza in Italia, in una fase della guerra in cui gli aspetti psicologici stavano acquistando un’incredibile importanza. (N.B. Tutte le informazioni sono state tratte dai seguenti testi: Ennio Iezzi, La piccola Romagna nella Grande Guerra, Valberti; Alberto Spadoni, Quelli della piada, Raffaelli; Enzo Corbelli, La mia Bellariva, Giusti; Nevio Matteini, Rimini negli ultimi due secoli,vol.1, Maggioli; Nicola Labanca, Dizionario storico della Prima guerra mondiale, Laterza).

Medaglie d'argento e di bronzo - L’elenco (tratto sempre dal testo di Ennio Iezzi) delle onorificenze elargite ai militari del Riminese. Medaglie d’argento Alberto Bonzani di Rimini, Celso Botteghi di Villa Verrucchio, Giovanni Brigliadori di Rimini, Bruno Brizzi di Rimini, Nicola Carletti di Villa Verrucchio, Giulio Maria Ceccarelli di Rimini, Umberto Di Miniello di Rimini, Luigi Lombardini di Rmini, Augusto Mazza di Rimini, Cesare Niccolini di Rimini, Oscar Olivieri di Rimini, Renato Parisano del Riminese, Mario Renzi di Rimini, Secondo Renzi di Rimini, Vincenzo Rinaldi di Rimini, Alberto Spadoni di Gemmano, Gaetano Tonini di Rimini, Oreste Villa di Rimini. Medaglie di bronzo Bruno Brizzi di Villa Verucchio, Giovanni Fabbri di Coriano, Pietro Garattoni di Rimini, Pietro Nanni di Villa Verrucchio, Renato Parisano del Riminese, Giuseppe Pesaresi di S.Arcangelo di Romagna, Felice Ridolfi di Rimini, Carlo Semprini di S. Arcangelo di Romagna, Giuseppe Valloni di Villa Verrucchio.



RIMINI

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Incentivi a chi interviene nel segno dell'efficienza energetica e rigenerazione urbana

- Rimini e Santarcangelo cercano di far ripartire il comparto edilizio dopo più di vent'anni di follia non meno che speculazione edilizia e paesaggio sottoposto al vetriolo da uomini tristi. Lo vorrebbero realizzare la rivolzuone con la politica dei piccoli passi, con l'uomo al centro. Santarcangelo Incontro pubblico Lunedi’ 25 Maggio alle ore 21 presso ex biblioteca A. Baldini in via Felice Cavallotti 3. Tema: “Nuovi modelli di gestione del territorio. Rigenerazione urbana ed efficienza energetica un'opportunità. Dopo i saluti inizial di Juri Magrini (segretario provinciale PD), Mirko Rinaldi, segretario Comune Santarcangelo PD, intervengono Emanuele Barogi, coordinatore gruppo lavoro energia-ambiente, segreteria provinciale PD, Stefano Mazzetti, sindaco Sasso Marconi, coordinatore regionale Ecodem, Tiziano Arlotti, parlamentare PD, commissione ambiente, Giorgio Pruccoli, consigliere regionale, Nadia Rossi, consigliere regionale, Filippo Sacchetti, assessore urbanistica comune Santarcangelo. Durante l’incontro vengono esposte esperienze ammi-

Edilizia, Santarcangelo Rimini muovono le acque Le azioni a Rimini: a) Frazionamenti delle unità immobiliari; b) Interventi di ristrutturazione edilizia; c) Agevolazioni per il pagamento del contributo di costruzione; d) Recupero a fini abitativi dei sottotetti FOCUS

nistrative del territorio. Organizza il Partito Democratico Unione provinciale di Rimini Afferma Filippo Sacchetti: “Il consumo del suolo, il necessario rinnovamento del patrimonio edilizio esistente e di molti spazi urbani, i consumi energetici ed idrici pongono la necessità di nuovi stimoli, abbiamo organizzato questo incontro per discutere di queste

Andrea Gnassi, sindaco di Rimini e Filippo Sacchetti, assessore all'Urbanistica a Santarcangelo

tematiche. Idee innovative nel governo nazionale e locale, unitamente alle necessarie risorse, possono dare delle risposte all’attuale situazione economica,sociale ambientale e insediativa”. “La rigenerazione e la ristrutturazione urbana fondata su una reale sostenibilità ecologica - continua l'ingegner Barogi - rappresenta oggi una possibilità per le nostre città. Politiche finalizzate a tute-

lare la qualità del territorio e della città possono rilanciare l’economia. Entro il 2020 le politiche comunitarie dovranno tenere conto dei loro impatti diretti e indiretti sull’uso del territorio, a scala europea e globale, e il trend del consumo di suolo dovrà essere sulla strada per raggiungere l’obiettivo del consumo netto di suolo zero nel 2050”. Rimini La Giunta, lo scorso 30 apri-

le, ha approvato il documento Rinnova Rimini, misure per incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio “E’ superfluo sottolinearedice il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - come la ricerca di forme di incentivazione di un settore nevralgico come quello edilizio, possa costituire da una parte l’occasione per il miglioramento e la riqualificazione dell’edificato esistente in relazione alle nuove tecnologie sorte in campo antisismico, energetico, ecosostenibile, e dall’altra la possibilità di cogliere opportunità sotto il profilo del lavoro e dell’occupazione.”. “In quest’ottica - argomenta l’assessore alla Tutela e Governo del Territorio, Roberto Biagini - ci si è prefissi lo scopo di costituire una base comune, da condividere con gli operatori, individuando una fattibile serie di misure per incentivare la riqualificazione del patrimo-

Volontariato & Eticarim - La piattaforma è ideata e lanciata da Carim per le organizzazioni non profit del territorio. Bonfatti (presidente Carim): “In questi mesi il sito Eticarim.it è cresciuto ed è pronto a intraprendere un nuovo cammino con Volontarimini, che ha al suo attivo una lunga storia al servizio dell’associazionismo riminese. L’auspicio è che il crowdfunding continui ad affermarsi come metodo efficace e virtuoso per il sostegno di progetti ad utilità sociale”. L’8 aprile a Palazzo Agolanti a Rimini c’è stata l’ufficializzazione dell’intesa. Con diversi Progetti già finanziati di pochi mesi, Eticarim.it è or-

A cinque mesi dal via Banca Carim sigla una partnership con Volontarimini per Eticarim.it, il primo portale di crowdfunding della Romagna mai il punto di riferimento per tutte le organizzazioni non profit del territorio che vogliono finanziare, attraverso il crowdfunding, progetti ed iniziative di utilità sociale. Dopo aver ideato e lanciato Eticarim, il primo portale di crowdfunding della Romagna, Banca Carim consente a

Volontarimini di avvalersi del sito, allo scopo di ampliare la gamma dei servizi offerti dall’associazione al volontariato riminese. “Lo strumento è innovativo e già nei primi mesi ha mostrato le potenzialità dice Laura Ciavatta, presi-

dente di Volontarimini – e nel quadro dell’ottima collaborazione avviata con Banca Carim provvederemo al suo utilizzo grazie anche ad una risorsa dedicata proprio ad Eticarim.it, sfruttare le opportunità che si creano grazie ad uno strumento che

può arrivare in tutte le case e sensibilizzare alla donazione la cittadinanza. Toccherà alle varie associazioni essere attive e dinamichetoricamente generosa e disponibile”. Dal 1997 Volontarimini gestisce il Centro di Servizio per il Volontariato di Rimini e l’esperienza maturata consentirà di dare assistenza alle associazioni non profit che volessero utiliz-

volontarimini@volontarimini.it

nio edilizio esistente, nonostante la complessità degli apparati normativi. Tutto ciò allo scopo di fornire elementi di riferimento certi ed applicabili nell’immediato”. Nel merito, si è pensato pertanto di partire da un’attenta analisi del territorio, delle sue peculiarità, della vocazione economica della città e delle connessioni tra i vari ambiti, nonché delle criticità presenti. Inoltre, nel rispetto delle linee guida del “Masterplan Strategico” nonché degli indirizzi di programmazione e di gestione del territorio che si stanno concretizzando anche con la fase di approvazione finale degli strumenti di pianificazione: PSC e RUE, si è proceduto ad una puntuale verifica degli strumenti pianificatori locali, cercando di cogliere quelle opportunità di esemplificazione e di flessibilità consentite dalle nuove disposizioni sovraordinate. Le azioni Quattro le azioni indicate nel documento: a) Frazionamenti delle unità immobiliari; b) Interventi di ristrutturazione edilizia; c) Agevolazioni per il pagamento del contributo di costruzione; d) Recupero a fini abitativi dei sottotetti.

zare il portale per la raccolta fondi. “La Banca Carim mette Eticarim in buone mani: la storia di Volontarimini parla da sola - commenta il presidente di Banca Carim Sido Bonfatti - Il nostro auspicio è che la cultura del crowdfunding si diffonda sempre più capillarmente nel riminese: sensibilizzare sia le associazioni onlus proponenti che i donatori sarà un compito e una nuova sfida per Volontarimi. Banca Carim, dal canto suo, continuerà a dare il supporto necessario per garantire la massima sicurezza e trasparenza nel funzionamento del portale, consapevole che anche una piccola donazione può contribuire a fare il bene di tanti”.



l'OPINIONE

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La legge elettorale di Renzi non è la migliore possibile ma è certamente meglio del Porcellum

Politica italiana, ‘rivoluzione’ e confusione Inizia in prima pagina tori PD disapprovano, oggi, il voltafaccia di Renzi. Noi fummo, nel lontanissimo 1953, tra coloro che avversarono la legge elettorale di De Gasperi, perché grazie ad essa la DC voleva assicurarsi la conferma del suo monopolio del potere. Speravamo che Renzi accettasse di ridurre il premio di maggioranza e, soprattutto, che rinunciasse a prefigurare un nuovo Parlamento di nominati, come afferma la sinistra del PD capeggiata da Bersani. Anche le cosiddette riforme renziane stanno riducendo di molto la loro portata, soprattutto nel campo, decisivo, della giustizia: finora si è avuto solo l’affermazione del principio della punibilità dei magistrati. Se è vero quanto afferma la sinistra del PD, che cioè la legge renziana produrrebbe un Parlamento di nominati e non di deputati eletti liberamente dagli elettori con le preferenze, allora bisognerebbe organizzare un grande moto

Se davvero esistono i pericoli denunciati da Bersani e dall’opposizione del PD, bisogna che tale opposizione prenda in considerazione la scissione da questo PD, che non è più il PD promesso da Renzi stesso IL PUNTO DI VISTA di popolo per impedirlo. E invece la sinistra del PD, divisa al suo interno, si sta riducendo a 38 oppositori della nuova politica di Renzi. Dobbiamo purtroppo modificare il nostro atteggiamento nei confronti di Renzi. E’ vero che l’informatissimo Federico Geremicca, sulla Stampa del 30 aprile, scrive che la legge proposta da Renzi «non è la migliore delle leggi possibili ma è senz’altro preferibile

ARTE

Il professor Alessandro Roveri

all’orrendo e cancellato Porcellum. E che, soprattutto, non pare strumento sufficiente a trasformare la pur affaticata democrazia italiana in un regime dittatoriale». Ma lo stesso Geremicca ricorda che Bersani ha detto: «Non è più il mio partito, qui è in gioco la democrazia», ed osserva che «la fondatezza di tali contestazioni, ma piuttosto l’ insostenibilità di un comportamento (un po’ dentro e un po’ fuori) che rischia di minare, prima di tutto, la cre-

dibilità e la coerenza di chi lo pratica». Che fare? Nel precedente nostro articolo sulla Piazza avevamo appoggiato il grande discorso romano di Landini, dichiarando che la sua impostazione su un punto soltanto non ci convinceva: il rifiuto di formare una nuova linea di ingresso nella politica. Che cosa farà, ora, Landini? Noi restiamo fedeli a quella scelta. Se davvero esistono i pericoli denunciati da Bersani e dall’opposizione del PD, bisogna che tale opposizione prenda in considerazione la scissione da questo PD, che non è più il PD promesso da Renzi stesso. Magari per un’alleanza con il PD in nome di riforme della politica italiana che non siano cambiate rispetto a quanto Renzi stesso aveva affermato. Questa era e resta la nostra posizione.

*Libero docente all'Università di Roma

Giuliano Cardellini (a sinistra) e Franco Bastianelli

Arte come metafora dell'ignoto - Gli artisti Giuliano Cardellini e Franco Bastianelli con le loro installazioni hanno partecipato al Festival Nazionale dell'Astronomia che si è tenuto a Campobasso (20 marzo - 9 maggio). Titolo della loro esposizione: “Là dove tace il vento”. Hanno portato opere-visioni fra pittura e scultura che portano con sé frammenti, graniglie di vetro, tracce di colore per alimentarsi di parole. Il loro è racconto di un viaggio nello Spazio e la fascinazione di mondi “altri” che divengono metafora dell’ignoto, emblema dell’umana avventura. Cromatiche astrazioni e tavole descrittive in un percorso intrecciato a poesia visiva per una dimensione che guarda alla genesi della vita, alla sete di conoscenza, ma vuole essere anche emblema di ricerca. Versi che si fanno materici: smalto e metallo per dare origine ad una sola poesia, quando un

“attonito silenzio” o “scaglie di infinite aurore” ci trasportano “là, dove tace il vento”, dove è possibile ascoltare l’Universo e lasciarsi andare nell’Infinito che è fuori e dentro di noi. Dopo l’inaugurazione del 20 marzo 2015 a Campobasso, con la presenza dell’assessore alla Cultura del Molise Nico Iofreddi, c'è stato un successo di critica e di pubblico. I due artisti, in sodalizio, Franco Bastianelli, scultore di Pesaro e Giuliano Cardellini, poeta morcianese. I due hanno portato: ventiquattro tavole di grandi dimensioni (cm 100 x cm 130), una enigmatica Installazione formata da quattro opere che indaga “l’odore dello spazio”, interattiva con il pubblico alla ricerca dell’odore, in’opera “fine molecola di stella” (prima di una serie, alta 2,70 metri) che si propone di scrutare l’infinitamente piccolo. Maggiori dettagli sul sito: www.bastianellicardellini.it



POLITICA

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Sei mesi fa in Emilia-Romagna votò solo uno su tre. Ora il ‘Partito del Non Voto’ potrebbe rivincere in tutta Italia - Stanno mettendocela tutta per non farci annoiare in vista delle Regionali del prossimo 31 Maggio. L’ottantasettenne Ciriaco De Mita, da un anno Sindaco di Nusco, in Campania cambia campo nella notte precedente la presentazione delle Liste di Sabato 2 Maggio, rimbalzando nel campo del centrosinistra con la sua Udc (nel senso che lì quel che decide lui è legge). Appoggia il candidato Presidente Vincenzo De Luca, esponente del Partito Democratico, già ultraventennale Sindaco di Salerno dal Maggio 1993 a questo Febbraio (con sporadiche interruzioni). L’aspirante Governatore è gravato da qualche problemino di eleggibilità causa Legge Severino, ma cosa volete che sia. Lotta fratricida in Veneto a casa della Lega, tra Flavio Tosi e Luca Zaia, con il Sindaco di Verona che aspira ad essere il fulcro di una possibile nuova riconfigurazione del centrodestra in chiave non salviniana. In Liguria la candidata ufficiale del PD, Raffaella Paita, è contrastata anche dalla consistente candidatura con forte caratterizzazione a sinistra dell’ex compagno di partito Luca Pastorino, dopo il confuso esito delle Primarie e la sconfitta di Sergio Cofferati. In questa allegra compagnia primeggia il fantastico Governatore delle Marche, Gian Mario Spacca, che dopo aver guidato la Regione per due mandati, e dieci anni, alla guida del centrosinistra, si ripropone alla testa di un’alleanza con le truppe di Forza Italia. Alé. E poi lo scontro all’ultimo sangue, in Puglia, tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi, per inter-

Astensionismo Avanza uno strano partito 8. Chi è, chi non è, chi si crede di essere

Stefano Bonaccini (a destra) con Andrea Gnassi, Christian D'Andrea e Sonia Alvisi nanza del 9 Maggio, con quant’altro sa inventarsi il leader genovese, in evidente ottimo stato di forma psicofisico...

FOCUS

di Gabriele Paci posti candidati Presidente, Domenico Schittulli ed Adriana Poli Bortone, e liste in proprio, ‘Oltre con Fitto’ che contende a quella storica del rivale la primazia. Roba seria, almeno in vista della successione al Fondatore, che preferisce evirarsi pur di non dare soddisfazione agli autonomisti interni, di cui pure è costretto a sposare la linea antirenziana. Almeno oggi, domani si vedrà. Comunque, e ovunque, da Nord a Sud, da Est ad Ovest, riciclati ed indagati di tutti i generi e di tutti i tipi, saltati felici da una lista all’altra, da uno schieramento all’altro. Compreso, nel Barnum campano, il simpatico Carlo Aveta, già Consigliere Regionale, che subito dopo essere uscito da La Destra di Fran-

cesco Storace si è accasato con il solito De Luca. Avrà poca memoria a breve, ma non ha perso quella a lungo termine, dato che memore degli annuali viaggi a Predappio nove mesi fa ha battezzato l’incolpevole figliolo Angelo Benito. Tutto questo mentre il Movimento Cinque Stelle ha ripreso una crescita di consensi di cui non si può al momento prevedere il punto di arrivo. E che potrebbe anche portarli alla guida di almeno una Regione. Impresa difficile ma non del tutto impossibile visto quanto accaduto alle Elezioni Politiche del 2013 ed a quelle Europee del 2014. Anche perché si sta vedendo quanto la continua, mas-

siccia presenza televisiva riesca a farli sfondare nell’apprezzamento anche tra gli ultracinquantenni, mentre, pur in una dimensione complessiva di poco più della metà dei consensi rispetto al PD di Matteo Renzi, i ragazzi di Beppe Grillo si segnalano ancor oggi come i preferiti tra i giovani. Le campagne elettorali, pur nella breve storia che li riguarda, sono sempre state momenti di moltiplicazione di voti. E partendo già ora da un complessivo venti per cento nazionale (abbondante), con il voto in alcune Regioni in cui sono storicamente forti, con il moltiplicarsi delle divisioni ormai sancite a destra, sinistra e nella Lega, con la spinta della Marcia PerugiaAssisi per il Reddito di Cittadi-

Ma a questo quadro della situazione va aggiunto un elemento cruciale e generalmente sottovalutato. Meglio: ignorato di fatto. Quando a fine Novembre 2014, il 23, in seguito allo scioglimenti anticipato, anticipatamente si era votato per le Elezioni Regionali in Emilia-Romagna, aveva trionfato il Partito del Non Voto. Andarono alle urne, infatti, solo il 37,71% (trentasette e settantuno per cento, ribadiamo, giusto per non lasciar campo ad equivoci), e ancora tra questi ci fu un altro cinque per cento di voti bianchi e nulli. La volta precedente, il 28 Marzo 2010, era andato a votare il 68,07%. Contemporaneamente si era rinnovata anche la guida della Calabria, con un pi? corposo (ma non troppo) 44,08% (quarantaquattro e zerootto per cento), e, tra questi, un altro sei per cento abbondante di voti bianchi e nulli. Nel 2010 a votare era

stato il 59,27%. Certo, occorre tenere presente anche la scarsa incertezza sull’esito del voto, che port? da noi all’elezione di Stefano Bonaccini del Partito Democratico, con il 49,05%. (Mentre in Calabria veniva eletto Gerardo Mario Oliverio, con il 61,41%, anche lui del PD, che strapp? cos? la Regione al centrodestra). E bisogna pure considerare il momento di non acuta disputa politica nazionale ed altri fattori locali. Ma quel dato, anche se difficilmente potr? riproporsi in analoghe dimensioni, segnalava una cocente disaffezione, per ovviare alla quale ben poco ? stato fatto. E che probabilmente ora si ? ampliata, per quanto riguarda il Partito di Renzi anche per lo scontro all’ultimo sangue che il Presidente del Consiglio ha voluto imporre in primo luogo ai suoi sulla Legge Elettorale. La fortissima astensione anche nel prossimo voto, è segnalata concordemente da tutti gli Istituti di Sondaggio. Poi al momento del voto effettivo è stata quasi sempre in buona parte riassorbita: in quell’ultima nostra elezione di appena sei mesi fa non è andata così, la disaffezione è stata confermata sino alle estreme conseguenze. Se si ripetesse ora in tutta Italia potrebbe in primo luogo ridefinire in maniera completamente diversa gli esiti di queste Regionali rispetto alle aspettative odierne. E, ancor più, evidenziare un dato politico dalle conseguenze imponenti. Ed imprevedibili.



Aziende infomano

- Uno degli obiettivi fondamentali di Romagna AcqueSocietà delle Fonti S.p.A. è la verifica costante della qualità dell’acqua distribuita. I controlli inerenti la qualità dell’acqua distribuita svolti dai laboratori di Romagna Acque (parliamo di oltre 160 mila controlli all’anno) si basano su un’accurata scelta dei punti di controllo e delle frequenze di prelievo. Queste verifiche costanti mirano ad appurare che l’acqua captata, trattata ed erogata dagli acquedotti sia salubre e conforme ai requisiti previsti dalla nor-

Romagna Acque, la verifica costante della qualità mativa vigente, in tema di acqua destinata al consumo umano. Va sottolineato che Romagna Acque non distribuisce l’acqua direttamente all’utente finale, cioè al cittadino, bensì al gestore del servizio idrico integrato – oggi rappresentato da Hera Spa che a sua volta è fornitore al dettaglio per l’utenza. La distribuzione dell’acqua da Romagna Acque ad Hera viene effettuata attraverso numerosi

Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque

punti di consegna, dislocati su tutto il territorio romagnolo. Grazie a un nuovo servizio on line, attivo da alcuni mesi, è

oggi possibile a chiunque lo desideri visualizzare tutti i punti di consegna presenti sul territorio romagnolo, verificare

l’ultima analisi eseguita sul singolo punto di consegna dal laboratorio di Romagna Acque, e accedere allo storico di tutte le ana-

lisi eseguite sul medesimo punto di campionamento, a partire dal 2012 in poi. Questa nuova pagina – a cui si accede dal sito della societ à , www.romagnacque.it, nella sezione “acqua” e nella sottosezione “qualità” - contiene una m a p p a georeferenziata che viene aggiornata in tempo reale e permette appunto di visualizzare nel dettaglio:


20 www.avvocatomarziopecci.com avvocatomarziopecci.wordpress.com

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RICCIONE

Il prestigioso Stefano Zamagni ospite del Comune di Riccione, questo giornale e... ‘Nuvole’

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

FISCHI - PROSTITUTE - BIKINI - SELVAGGI... Il fioretto e l'accetta - Leggiamo: "Riccione capitale della scherma". Questo nello sport, ma in politica più che il fioretto usano l'accetta... Prostitute - Leggiamo: "Multe a prostitute e clienti e scatta pure il sequestro dell'auto". E tutto questo per una scopata?... Trc - Leggiamo: "Trc, il Pd accusa: ‘Costi e ritardi, colpa della Tosi’". Scusate, avete trascurato qualcosa... il Trc l'ha voluto il Pd... Giro d'Italia - Leggiamo: "Il Giro d'Italia sfreccerà sul lungomare di Riccione". Chissà quanto gli girano ai dirigenti del Pd... Mangia e bevi - Leggiamo: "Masterchef sbarca in spiaggia" - "Degustazioni di grandi vini nel salotto di viale Ceccarini". Evviva! Anche con la Tosi è tutto un magnamagna e un bevi-bevi... Fischi di ‘Liberazione’ - Leggiamo: "Liberazione 25 Aprile, la festa finisce fra i fischi". Alla Tosi non piace ‘Bella ciao’. Fischi e buu ben meritati... Tregua armata - Leggiamo: "Tregua ‘armata’ fra Anpi e Comune". Uno dei due dovrà ritornare sulle montagne?... Maxi-piscine - Leggiamo: "In spiaggia arrivano le maxi-piscine". Evviva! E adesso cementiamo anche il mare!... Pd spendaccione - Leggiamo: "Campagna elettorale 2014, il Pd ha speso più di tutti". E non è servito a niente... Svendesi! - Leggiamo: "Servono soldi, il Comune vende tutto". E vendere qualche sindaco e assessore?... no?... Sedie selvagge - Leggiamo: "Stop a tavoli e sedie selvaggi messi fuori da bar e ristoranti". C'è bisogno di un regolamento? Bastano 50 Black bloc e il problema è subito risolto...

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Tra le “Nuvole” per spiegare l'economia Presenta il nuovo libro “Economia civile”. Dialoga Rodolfo Francesconi

Stefano Zamagni, riminese, tra i massimi economisti al mondo (Foto Roberto Bronzetti)

CULTURA di Teresio Spadoni - Ci sarebbe certamente di che vantarsi ad avere un sì grande economista tra Le Nuvole, ma ci si dovrà accontentare di averlo con Le Nuvole (per questa volta!). Gioco di parole a parte, il professor Stefano Zamagni ha accettato di offrire una lezione di “buona” economia presentando il suo ultimo libro “Economia civile” (Il Mulino) a tutti coloro che ancora non si saranno lasciati del tutto abbagliare dagli accattivanti lustrini della stagione alle porte. L’incontro organizzato dall’associazione Le Nuvole in collaborazione con l’Istituzione Cultura del Comune di Riccione (che per l’evento ha messo a disposizione Villa Franceschi) e il mensile la Piazza, si tiene il 29 maggio alle 21. A colloquia-

re con Zamagni Rodolfo Fransconi, un altro gigante del pensiero. Per Le Nuvole proporre un momento di riflessione con una persona tanto autorevole è certamente motivo di orgoglio, ma soprattutto di sintonia perché, obiettivo dell’Associazione, come scritto nel suo Manifesto, è “promuovere una nuova cultura riformista che abbia al centro la persona e le sue relazioni, affinché sia costantemente affermato il valore della dignità dell’essere umano”. Riminese, il professor Stefano Zamagni, negli anni giovanili ha collaborato al progetto educativo per i pre-adolescenti di don Oreste Benzi. Dopo la laurea in economia e commercio, ha acquisito la specializzazione presso l’Università di Oxford, al Linacre College. Tralascio, per brevità, di dire degli incarichi che ha tenuto in Italia e all’estero. Attualmente è insegnante di Istituzioni di econo-

mia all’Università di Bologna e di Storia del pensiero economico all’Università Bocconi di Milano. In qualità di Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è stato tra i principali collaboratori di Papa Benedetto XVI per la stesura del testo dell’Enciclica “Caritas in veritate”. Il 9 novembre 2013 è stato nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze. Il volume, in libreria dalla seconda metà di maggio, scritto insieme al professor Luigi Bruni - economista e storico del pensiero economico, editorialista di Avvenire, insegnante di storia del pensiero economico alla LUMSA (Libera Università Maria Santissima Assunta), professore associato di economia politica all’Università di Milano-Bicocca - è una riflessione sui paradossi del mondo globale: disuguaglianze conclamate, crescita economica che non crea

occupazione, aumento del reddito pro capite ma non della qualità della vita. La tesi proposta nel libro: sostiene che principi diversi dal mero profitto possono trovare posto proprio dentro l’attività economica e nel mercato in particolare, affonda le sue radici nel pensiero dell’umanesimo civile; periodo nel quale si diffuse una grande fiducia nell’uomo e nella sua intelligenza e fu posto il focus sulla dignità umana e sulle sue innumerevoli capacità creative, che trovarono ospitalità nelle grandi corti signorili come quella di Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico (è di questo periodo la comparsa di numerosi artisti e letterati, tra i quali Leonardo da Vinci e Petrarca). Accanto ai principi tipici del mercato, ineludibili, per gli autori, la via da percorrere è quella dello sviluppo di un modo di fare impresa nuovo, capace di trasformare il “mercato” in una entità produttrice di civiltà e di umanità. “A voi la terra consegna il suo frutto, e non ne verreste mai a meno se solo sapeste come riempirvene le mani. È scambiandovi i doni della terra che voi troverete l’abbondanza e sarete soddisfatti. Ma se lo scambio non avverrà con amore e spontanea giustizia, esso condurrà alcuni all’ingordigia e altri alla fame.” (da Il Profeta di Kahlil Gibran).

FOTOGRAFIA

Fotografia, Rosita Nicoletti a Villa Mussolini - E’ un incontro tra fotografia e poesia che nasce dalla pubblicazione di “Comprensione del crepuscolo”, libro di poesia di Luca Nicoletti. E' stata inaugurata il 3 maggio alle ore 17 a Villa Mussolini. In esposizione le splendide fotografie della madre Rosita Nicoletti. Le istantanee di Rosita, amatissime, capaci di rivelarci quel paesaggio nascosto che spesso sfugge all’occhio della quotidianità, hanno creato nel tempo un’immagine poetica indimenticabile di Riccione, delle colline della Valle del Conca e della Romagna. E' il nostro Franck

Una giovane Rosita Nicoletti

Capra in gonnella. Come il regista, anche Rosita osserva il mondo con la danza della bellezza. Amava raccontare il buono del paesaggio. Molte le foto inedite, tra cui alcuni suggestivi bianco e nero dedicati ai luoghi di Gio-

vanni Pascoli. La poetica di Luca, che si innesta in quella fotografica della madre, è nell’occasione illustrata da Tiziano Broggiato (Parca lux, Premio Montale 2002; Anticipo della notte; Città alla fine del mondo), Anna Buoninsegni (La stanza di Anna, premio int. Montale 2000; Ad occhi chiusi) e Loretto Rafanelli (Il silenzio dei nomi, premio Gozzano 2002; Il tempo dell’attesa; L’indice delle distanze). La mostra chiude il 17 maggio.


RICCIONE

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Presentazione del libro di Salvatore Vassallo Lucida analisi su che cosa serve al Paese

- Quattro parole tra amici: è così che si è svolta la conferenza sulle riforme istituzionali organizzata dal Circolo PD San Lorenzo nella propria sede, che un informale Salvatore Vassallo ha offerto agli intervenuti. Il tema, molto stimolante, di fondamentale importanza per il futuro democratico del nostro Paese, ha preso il via dal suo libro “Liberiamo la politica” (ed. Il Mulino - 2014), nel quale produce una lucida analisi delle proposte in discussione in Parlamento e di come il Partito Democratico tenti di affrontarle tra fughe in avanti e antiche resistenze. Giurista, professore ordinario di Scienza politica nell’Università di Bologna, Vassallo ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico (l’ultima parte del libro è interamente dedicata a questo argomento) presiedendo la Commissione Statuto. È indubbio che, avendo la piena responsabilità del Governo, il Partito Democratico è totalmente coinvolto nella partita delle riforme; e le contrapposizioni presenti al suo interno, che si manifestano anche con espressioni ultimative a volte, ingozzano le pagine dei giornali. Per chi crede nella democrazia imperniata sui partiti, il PD nel sistema politico italiano è oggi una certezza. Così come è indubbio che

Liberiamo la politica ma senza sforbiciate S

Ma davvero le riforme istituzionali possono cambiare i costumi di un cittadino riluttante?

Salvatore Vassallo

FOCUS di Teresio Spadoni la sua nascita, nonostante le resistenze che lo frenano sia, al momento, la più importante innovazione politica di questo inizio secolo. È un partito aperto, il PD, a vocazione maggioritaria, che fa tesoro delle storie di chi lo ha generato nella consapevolezza che ognuno è portatore parziale della verità, “un partito che punta non a rappresentare questa o quella componente identitaria o sociale, per quanto ampia possa essere, ma a porsi l’obiettivo di carattere gene-

rale di conquistare nel Paese i consensi necessari a portare avanti un programma di governo, incisivamente riformatore.” (Walter Veltroni, “La nuova stagione” ed. Rizzoli - 2007); un partito “contro tutti i conservatorismi”, come recita il sottotitolo. Ma stiamo vivendo un’epoca nella quale i partiti sono guardati con sospetto, perché - dice Vassallo - sono “troppi, instabili o con gruppi dirigenti inamovibili, divisi in cricche, senza regole, clientelari, oligarchici, pozzi senza fondo di

finanziamenti pubblici e privati, legali e illeciti, proprietà personali di un leader con nome e cognome. Sono queste le buone ragioni del discredito, non l’esistenza dei partiti, in quanto tali, che è ineluttabile”. La democrazia rappresentativa non può farne a meno e le organizzazioni politiche che non usano il termine «partito» per identificarsi (IDV, M5S, Lega, FI, SEL, NCD, PdL, ...), ipocritamente mistificano la loro natura; perché, comunque strutturate, presentando il proprio simbolo con continuità nelle varie tornate elettorali, sono unanimemente definite «partiti» dagli studiosi di scienze politiche e dall’art. 49 della Costituzione che dice che “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, indi per cui, le organizzazioni che voglio no determinare la politica nazionale e aspirano ad entrare in Parlamento, sono «partiti». Pertanto, continua

Vassallo “la qualità della democrazia dipende anche dal modo in cui i partiti sono organizzati al loro interno: se e come consentono ai cittadini di partecipare, sulla base di quali criteri selezionano la loro classe dirigente e i candidati per le cariche pubbliche, decidono i programmi e operano all’interno delle istituzioni.” Il PD, per selezionare la classe dirigente, dando soddisfazione ai tanti che sentivano ormai obsoleto e poco democratico il vecchio sistema basato su una sorta di avanzamento di carriera interno legittimato da forme di consultazione più o meno manipolate, ha adottato le elezioni primarie, che è in assoluto il modo più democratico che si conosca, e che consente (cosa non da poco) di allargare la base decisionale. Ma le primarie, sia per la scelta dei candidati alle cariche istituzionali, sia per quella del segretario nazionale e ragionale del partito, così come intese e volute da Vassallo, sono di tipo aperto… molto! Consentono cioè, di votare anche a chi lo decide all’ultimo istante, purché aderisca alla proposta programmatica e versi una piccola quota. Non è un po’ troppo? Di esperimenti che hanno deluso, da un lato, e prestato il fianco a fin troppo facili ironie, dall’altro, si è cominciato a vederne parecchi in giro! Il primo elemento negativo, quello

più evidente, sta nel rischio di “inquinamento” da parte di coloro che più o meno intenzionalmente, più o meno pilotati, decidono di condizionare le scelte di una parte che non è la loro. Il secondo, tutto interno, si manifesta con la costituzione di coalizioni fittizie (cioè con soli candidati PD) inventate a posta per consentire il voto a tutti; cosicché chi non ha i numeri per affermarsi all’interno del partito, se li va a cercare (con quali accordi?) in altre aree. Inoltre ciò comporta che, essendo la competizione per sua natura divisiva, si creano spaccature che, alimentando la fame bulimica dei talk show, danno l’idea di un partito “Armata di Brancaleone”, litigioso alla massima potenza. Ma più grave ancora è quando ad essere scelto con siffatte primarie è il Segretario politico. Un partito è un rassemblement, un’unione di persone che si mettono insieme per condividere un pensiero, un’idea di società, una forma di Stato. Certo, il PD è un partito post ideologico, ma un partito è per sua natura un’organizzazione partigiana e deve avere una visione di società che superi quella del leader del momento. Non deve solo governare, ma deve anche avere un’idea di Nazione, sia dal punto di vista istituzionale sia da quello socio-culturale; una identità propria da proporre al corpo elettorale. Dunque, un leader di partito deve fare politica, e non solo accordi blindati con gli avversari per avere una maggioranza e dare degli incapaci e degli inetti a coloro che lo hanno preceduto. Nel manifesto del PD c’è quell’idea di Paese. Quello è il faro che indica la rotta da seguire; lo statuto è lo strumento che deve servire ad impedire che il partito diventi un mutante comandato dal leader del momento; un puzzle da comporre e da scomporre seguendo le mode. Onde evitare che i “conservatorismi” facciano fallire l’istituto delle primarie.

SPORT E TURISMO

Taekwondo, Riccione capitale Il primo a sinistra è Davide Berti presidente comitato Emilia Romagna della federazione italiana taekwondo

- Riccione capitale del taekwondo. Si è appena svolto, il 9 e 10 maggio, il Campionato di combattimento open. Una manifestazione che allineava ben 820 iscritti in rappresentanza di oltre 40 società di cui 4 straniere, provenienti da Austria Croazia e Svizzera. Tremila presenze.

In gara. Categorie cadetti b (10-12 anni) cadetti a (13-14anni) junior (15-17 anni) senior (18-35 anni). Questi i risultati per le riminesi: oro per Kleris Luca, bronzo per Giulia Ricci, Alessandro Scarano (taekwondo Riccione); oro per Alex Semprini, Luca

Kleris, Ciro Caputo, Alessandro de La Rua, bronzo di Fall Douda, Martina Semprini, Kledi Canga, Matteo Marchini (taekwondo Olimpic Cattolica);argento per Tommaso Bettini e Mattia Bizzo, bronzo per Francesco Dettori (Yonghon Villa Verucchio); oro per Chiara Lani, argento per Leandro Capi, Gabriele Buono, bronzo per Riccardo Marani (Bm Rimini); oro per Andrea Francolini, argento per Riccardo Mattioli e Alice Cola. Hanno organizzato il comitato Emilia Romagna della federazione italiana taekwondo, presidente Davide Berti, e l'asd Taekwondo Riccione, presidente Valeria Frisoni.


aziende informano

Aperto da poco. Dietro c'è la famiglia cattolichina Arduini, osti dal 1924. I piatti della tradizione in tavola. Pizzeria

- Mario ha 46 anni. Gianmarco 40. Il primo ha la passione per l'osteria; il secondo va per cantine in Europa e nel mondo. Sono gli eredi di una schiatta di osti che nel 2024 festeggerà il secolo. Il 13 maggio piantano la loro filosofia a Riccione. Aprono L'“Osteria Posillipo”, sul lungomare, a poche centinaia di metri da piazzale Roma. Portano i colori ed i sapori del mare. Una cucina fatta di tradizione, tipicità e originalità. Dove ritrovare lo spirito della Romagna. Punto. Andiamo a sbirciare i loro piatti forti. Un antipasto che si chiama “Di tutto un po' dal mare di Riccione”: cozze e vongole alla marinara, gratinati misti di molluschi, polpo e gamberi al vapore con sopra una salsa di pomodoro fresco (la Catalana)... Il primo sarà caratterizzato dalla tagliatella col sugo di pesce di una volta. Quello che metteva in tavolo la nonna

I Fratelli Arduini, Mario (a sinistra) e Gianmarco. Il quadro alle loro spalle reca i genitori

Osteria Posillipo, colori e sapori del mare sul lungomare di Riccione Fiorina Arcangeli a Cattolica nell'osteria luogo di scorribanda dei marinai e dei lavoratori dello squero lì accanto. Per inciso Fiorina era una riccionese doc. Dunque per i giovani fratelli Arduini, Riccione, via nonna, rappresenta il richiamo della foresta. Questo sugo di nonna Fiorina, seguito con meticolosità dallo chef Maurizio, è un misto di pesce e molluschi al pomodoro cucinato a fuoco lento e lungo. Una mattinata di fornelli. Naturalmente non mancheranno i classici: risotto alla pescatora, spaghetti alle vongole. Tra i pochi primi di carne c'è un altra piatto della Fiorina: gnocchi di ragù e stracchino. Secondo. Il loro classico si chiama “Cazzimperio del marinaio”: un pinzimonio di verdure con attorno spiedini misti. La specialità viene servito in terrecotte smaltate con i motivi della stampa ruggine delle tovaglie romagnole. E ancora: il brodetto, il fritto misto... L'“Osteria Posillipo” sarà, per i vini, anche la prosecuzione del Ristorante-Albergo “Posillipo” di Gabicce Monte, dove Gianmarco ha raccolto quasi mille referenze (800 bianchi e 200 rossi, 100 gli Champagne). Gli appassionati non hanno che da chiedere, oppure di lasciarsi consigliare. Gli inizi - Cattolica Si diceva che gli Arduini sono una dinastia di osti. Tutto

inizia con la bisnonna Virginia. Apre la prima osteria nel 1924; si trovava lungo il porto-canale di Cattolica, all'altezza dell'“Osteria lo Squero” di oggi. Si chiamava “Osteria del mare”; era il ritrovo di marinai e lavoratori del porto. Si va avanti così fino al 1946. In quell'anno, a poche centinaia di metri mettono in piedi un chiosco sulla spiaggia. Servono fritto misto e spiedini. E' il primo nucleo di quella che sarà “La Lampara” di Cattolica. Il motto di nonno Mario Arduini era: “Se vi piace lo pagate; se no niente” Improponibile oggi; allora tutti avevano l'onestà per assolvere all'impegno. Piano, piano, anno dopo anno, il locale si ingrandisce. Si chiama “da Mario” Nei primi anni sessanta si chiude l'osteria sul porto-canale e sul mare si amplia. A metà anni

sessanta piccola svolta anche sul nome, si allunga in: “la Lampara da Mario”. La crescita del locale è continua. Negli anni settanta arriva Liliana la moglie di Fran-

co, figlio di Mario e babbo di Mario e Gianmarco. Entrano nuovi piatti, con la qualità che cresce, sia nella cucina, sia nel servizio”. Un anno di svolta della famiglia di Franco è il 1998. La Lampara viene lasciata a Massimo, il fratello. La famiglia ha altre due attività, l'osteria “Zamara” in via del Prete a Cattolica e il “Lampara Beach” (affettuosamente “Lamparino”) a pochi metri, sempre sul mare. Il primo è gestito da Mario; il secondo da Gianmarco. Vengono cedute e gli Arduini acquistano

il Posillipo a Gabicce Monte: ristorante ed albergo. Tutte le loro energie vengono investite sulla nuova avventura. Intendono proporre un locale per appassionati. Racconta Gianmarco: “Pensavamo ad un'offerta dal prezzo medio. Nei primi due anni abbiamo avuto anche la pizzeria. Era l'opportunità di far degustare il pesce ad un prezzo medio, ma la clientela ed il lavoro ci hanno incanalato su una qualità ancora più alta”. I due fratelli hanno passioni che si completano. Alle spalle studi in legge, sposato, due figli, 6 e 3 anni, Mario ha sempre avuto il pallino dell'osteria come ideale di offerta eno-gastronomica. L'Australia è la sua grande passione. Ci andrebbe tutti i giorni; prima di tale scoperta non riusciva a capire per quale ragione i turisti scegliessero la Riviera Romagnola per trent'anni consecutivi. Gianmarco si iscrive a Scienze politiche. Dopo sei mesi ha già le idee chiare: la sua strada è quella della bisnonna Virginia, della nonna Fiorina e del babbo Franco. Si concentra sul lavoro. Si appassiona alla cultura dei vini. Va per cantine in Europa e anche fuori. Il vino del cuore è il Riesling. E' lui l'anima della cantina. I fratelli hanno fatto del “Posillipo” un'eccellenza dell'enogastronomia della Riviera Romagnola. Al 70 per cento la clientela è composta da inglesi e svizzeri. Fanno promozione nel-

la tradizione del babbo Franco. Affittano un locale in una grande capitale ed invitano un centinaio di potenziali clienti. Con il loro staff portano la Romagna in Europa. L'ultima tappa, lo scorso febbraio, a Zurigo. Stanno già raccogliendo la semina. Il prossimo passo sarà in Lussemburgo. Già fatto tappa a Londra tre volte. A chi chiede che cosa significa fare il ristoratore, rispondono i due fratelli: “Come per nostro padre: è una missione. Per lui il fattore economico era secondario; lo è anche per noi. Lui non ce lo ha mai detto; semplicemente lo vedevamo dal suo atteggiamento. Alle 5 del mattino andava al mercato. Tornava, puliva il pesce, faceva il servizio. Riposava un paio d'ore... E' morto a 67 anni, dopo una vita dedicata al lavoro”. Gelateria Il chiosco davanti all'“Osteria Posillipo” sarà una gelateria da asporto: 18 gusti classici e quattro granite siciliane. Gli ingredienti sono tutti fatti in casa. Comprese le paste. Enoteca In viale Ceccarini Alta, angolo via dei Mille, Mario e Gianmarco aprono “Dolce Officina Posillipo Enoteca”. Propongono vini, gastronomia e biscotti dolci e salati fatti in casa”. La progettazione Rivisitare il calore e i colori dell'osteria di un tempo è l'idea che c'è dietro la progettazione. L'ha realizzata l'architetto Francesca Cardinali dello studio specializzato in locali pubblici “Sinventa” di Morciano di Romagna. Racconta: “Abbiamo cercato di far rivivere le antiche emozioni: ambienti essenziali, sobri, dove la bellezza è nella funzionalità. Dove il centro è la cucina. Nella nostra rivisitazione abbiamo inserito un piccolo orto lungo 9 metri con pomodori, erbe aromatiche... Costruito un banco illuminato con i fondi di 300 bottiglie già utilizzate. Inserito lampadari in vimini creati da noi. Per i piccoli: una saletta insonorizzata ma a vista...”.


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Il commento del segretario del Pd. Niente per imprenditori e opere pubbliche

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Parmeggiani:‘Bilancio,belloesenz'anima’ - “Parafrasando una famosa canzone di Cocciante, il bilancio 2015 potrebbe essere definito bello e senz’anima.” È secca l’analisi che il segretario del Partito democratico di Riccione Marco Parmeggiani fa sul bilancio presentato dall’Amministrazione Tosi a un anno dall’insediamento. “Scorrendolo ci si accorge che non c’è traccia di quelle linee programmatiche utili a indirizzare l’imprenditoria privata; gli investimenti in opere pubbliche sono fermi; nessuna apertura di cantieri, segno tangibile di rilancio e di ripresa lavorativa. Rispetto alla programmazione della precedente Amministrazione, sugli interventi nei quartieri, nulla di migliorativo; a Raibano, per esempio, pare siano in evidente difficoltà con la definizione della pista ciclabile. L’abbattimento dei costi di Casa Serena è dovuto all’esternalizzazione dei servizi: si tratta, in pratica, di una semplice partita di giro. In campo turistico si può dire

LA POLITICA

che, alle promesse fatte in campagna elettorale sull’abolizione della tanto vituperata Tassa di Soggiorno, è seguito l’hashtag hocambiatoidea. Con la riconferma per il 2015 delle medesime risorse del 2014, l’agguerrita sostenitrice del “turismo al centro del rilancio”, dimostra come il proprio delegato abbia idee poche ma ben confuse sulla programmazione a lungo termine di una città turisticamente importante (ben servita e organizzata, ancora!) come Riccione. Se non fosse per la vulcanicità del suo Vice-Sindaco, tutt’ora, non avrebbe prodotto un bel nulla; tant’è che non si ha traccia né di finanziamenti finalizzati a posizionare la città sui mercati esteri, né di programmazione per il rilancio e la promozione della co-

Il sindaco Renata Tosi spedisce il bilancio a casa Marco Parmeggiani, segretario del Pd

siddetta “vacanza lunga”. Nessuna strategia per la valorizzazione degli itinerari d’arte e del gusto (come suggerito nelle linee programmatiche della Regione e dalla riorganizzazione della L.R. 7/98); viene mantenu-

COMUNITA'

Cara sindaco, per il 25 aprile in piazza con tutte le bandiere. Non è giornata da goliardia di Teresio Spadoni - Da anni il 25 Aprile è per me un giorno con un solo impegno scritto in agenda: partecipare alla commemorazione della Liberazione. Omaggio ai caduti con deposizione della corona d’alloro al monumento; corteo con stendardi e bandiere; saluto al monumento dedicato a Salvo D’Acquisto; corteo fino a Piazza Matteotti; discorsi ufficiali (del Sindaco, dei rappresentanti dell’ANPI, testimonianze varie); il tutto accompagnato dagli inni suonati dalla Banda (Fratelli d’Italia, Il Silenzio, Bella Ciao, e altri canti patriottici). Nulla di speciale; tutti gli anni uguale. Si, uguale, perché il valore del 25 Aprile sta nel ricordare la liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista ad opera degli Alleati, dell’Esercito Cobelligerante Italiano e dei Partigiani con la Guerra di Liberazione intrapresa dopo l’8 Settembre 1943. Si, sempre uguale…, ma non quest’anno. Quest’anno a Riccione la Sindaco Renata Tosi, ha deciso che a quella “noiosa” routine andava apportato qualche cambiamento. E allora… niente omaggio al monumento ai caduti, niente discorso del rappresentante dell’ANPI, niente bandiere e, dulcis in fundo, in Piazza Matteotti, alla banda (di Mondaino) è stato chiesto di chiudere con l’esecuzione de “La Banda”; quella in versione carnevalesca, che ritma i “trenini” nelle feste, portata al successo da Mina nel 1967. Fischiata, ovvia-

Renata Tosi

mente, dalla gran parte dei convenuti, su “La Banda” è bene fare un inciso: composta da Chico Buarque de Hollanda nel 1966, “A banda” è il sogno che il passaggio di una banda paesana cantante “coisas de amor (cose d’amore)”, ponga magicamente rimedio ai dolori e alle tristezze provocate dalla dittatura in Brasile. L’aveva scritta per partecipare al 2° Festival de Música Popular Brasileira; arrivò prima a pari merito con “Disparada” di Geraldo Vandré e Théo de Barros. Provocatoriamente, il Regime la utilizzò nella campagna pubblicitaria per l’arruolamento ai corpi militari, poi sostituita in seguito alle formali proteste dell’autore. Si può pertanto dire che, se fosse stata eseguita in originale e raccontata, avrebbe potuto essere apprezzata; è stata, invece, oggetto di manifestazioni di disappunto e di ilarità. Dopo le (ovvie) polemiche dei giorni precedenti sul caso ANPI (si diceva che l’Associazione non era stata invitata a partecipare!), la Sindaco è venuta motivando le sue scelte col fatto che il 25 Aprile è la festa di tutti e non di una parte, come, a parer suo, è fin qui avvenuto. La festa di tutti… appunto. E

nella festa di tutti qual è la motivazione per la quale non devono essere ammesse le insegne di associazioni che hanno fatto (o ne hanno ereditato il testimone) la Resistenza? Come può essere definita una festa di tutti, una festa che non è inclusiva? Invece di prodigarsi (anche personalmente) per far ammainare le bandiere che c’erano, avrebbe dovuto pretendere che in piazza ci fossero anche quelle di partiti e associazioni di solito assenti. Per parte mia ricordo che la Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza che si è concretizzata nella Lotta di Liberazione che ha visto unite tutte le rappresentanze politiche antifasciste, e che la rappresentanza politica è quella che i cittadini costituiscono esercitando il “diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 della Costituzione). Ora, tutti i partiti sono dotati di una bandiera; e dunque, quando Lei, signor Sindaco, dichiara che “Tutte quelle bandiere erano fuori luogo nel giorno della Liberazione” (Il Resto del Carlino, 26 Aprile, pag. 17), è bene rifletta meglio sul significato delle parole che dice; e se a Bologna non erano presenti altre insegne che quelle tricolori è stato per scelta (deprecabile) delle rappresentanze politiche e non perché erano vietate. Perciò, mi creda, sono certo che nei futuri 25 Aprile le bandiere sventoleranno ancora più numerose: ed è Lei che deve farsene una ragione, non altri.

to il focus su Riccione per Riccione senza rendersi conto di come l’Area vasta incomba finendo per determinare in ogni campo le scelte future. Spingere su eventi come il Christmas Village ed il Green Park aiuta sicuramente gli esercizi pubblici ed il commercio d’area, ma non riposiziona la città come meta turistica a vocazione internazionale. Dopo anni di invettive, oggi il Palas viene elevato ad asset strategico; e oggi ci si accorge anche che, dopo anni di strumentalizzazioni, l’impiantistica sportiva è un grande veicolo di potenziamento e destagionalizzazione dell’intera offerta turistica cittadina. Sul fronte TRC, la madre

delle battaglie della Tosi, ricordo che le richieste danni ammontano a circa 700.000 Euro e sono destinate a lievitare e che, per insana caparbietà amministrativa, si finge di non sapere che AM procederà senza guardare in faccia nessuno, invece di mirare a concludere al meglio un’opera ormai tanto inarrestabile quanto imprescindibile per la futura mobilità. Sulle richieste di penali per i parcheggi del Lungomare si fa del costante e strumentale allarmismo (perfino l’Ufficio legale del Comune tratta la pratica con sufficienza, come emerso in commissione bilancio) quando sarebbe sufficiente, anziché aumentare vertiginosamente il costo dei parcheggi, eli-

minare dall’area i parcheggi a raso. Ma questo sarebbe prima di tutto un gesto di natura politica, che evidentemente non può essere chiesto a questa Amministrazione. D’altra parte come si potrebbe chiedere un siffatto gesto a chi, a seguito del fortunale di Febbraio, ha teorizzato di investire 10.000.000 di Euro per la salvaguardia della costa e arriva oggi a definire un importo di appena 100.000 Euro l’anno per i prossimi tre anni? Dal bilancio presentato, insomma, non si evince alcuna progettualità che superi la contingenza annuale; non c’è traccia né di investimenti pluriennali né di marketing strategico, ma si contraggono nuovi mutui (per farci cosa?) utilizzando la leva del debito, che impegnerà almeno le due prossime generazioni di riccionesi al loro recupero. Mostra, invece, tutta la fragilità politica di questa giunta e lo fa nel peggiore dei modi: mette al centro della propria azione l’acquisizione del consenso invece che provvedere alle future necessità. Così la città passerà dalla triste fase del governo #hocambiatoidea a quella se possibile ancor più triste del #nonhoproprioidea.”



RICCIONE Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Il 26 aprile, a cento anni esatti dal patto di Londra che sancì l’alleanza segreta tra il Governo Italiano e la Triplice Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia), si è aperta presso la Biblioteca Comunale di Riccione la mostra grafica sulla prima guerra mondiale divisa in tre settori: le cartoline (donate da Isidoro Lanari) tratte dall’Archivio Immagine della Biblioteca insieme a numerosi manifesti; le ristampe delle copertine de La Domenica del Corriere e altro materiale originale tratto dall’archivio Schinaia; reperti d’epoca messi a disposizione dall’Archivio Storico Comunale e dall’Archivio Storico delle Delibere. La mostra è visitabile durante l’orario di apertura della Biblioteca fino al 23 Maggio e dà inizio ad una serie di eventi che l’associazione Le Nuvole (in collaborazione con il Comune di Riccione e il giornale la Piazza) ha organizzato per ricordare il centenario della Grande Guerra. Nell’intervento di apertura, Pasquale Schinaia, presidente dell’Associazione, ha posto l’accento sulle virgolette che sono state poste all’aggettivo Grande del titolo della rassegna evidenziando che di “grande” la cosiddetta Grande Guerra ha avuto la devastazione: morale e materiale. Per l’avvocato Giovanni Bezzi, presidente dell’Istituzione Cultura, “era doveroso evitare che il silenzio avvolgesse un fatto così importante per il Paese, e per Riccione, quale è il

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Cartoline, stampe e altro alla biblioteca comunale fino al 23 maggio

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Grande guerra in mostra Al centro, da sinistra: Claudio Bucci e Ezio Fantini

Per ricordare il secolo dell'“inutile carneficina”. Ha organizzato le Nuvole con la collaborazione del Comune LA STORIA di Milva Granci centesimo anniversario della prima guerra mondiale”. Ha ringraziato quanti si sono adoperati nell’organizzazione degli eventi (la dottoressa Daniela Grossi con tutto lo staff dell’Istituzione Cultura, Isidoro Lanari per le cartoline e Le Nuvole) e fatto notare che i manifesti esposti, tratti dall’Archivio Storico, non sono degli anni del conflitto (Riccione non era ancora Comune), ma prodotti in occasione del decimo anniversario, quando venne anche inaugurato il monumento ai caduti nel giardino del Comune progettato dall’architetto Gogliardo Ossani, futurista, molto stimato dal Regime, al quale sarà poi affidata anche la progettazione del Palazzo del Turismo.

“Il ricordo della Grande Guerra è particolarmente presente in me perché è vivo il ricordo di mio nonno Leone, che mi è stato tramandato insieme a numerosissimi cimeli, anche lui presente nella lista dei caduti riccionesi affissa all’ingresso” - ha concluso. Il momento commemorativo è proseguito con le toccanti testimonianze di nipoti e parenti: Giuseppe Silvagni ha ricordato che lo zio Achille, caduto du-

rante i combattimenti, fu dapprima dichiarato disperso poi, dopo il ritrovamento delle spoglie, sepolto nel Sacrario di Redipuglia; Omar Venerandi, che attraverso una ricerca ha scoperto che l’Enrico presente nell’elenco dei caduti riccionesi era uno zio di suo padre, ha detto che ne tramanderà il ricordo ai figli affinché la memoria non vada dispersa ma sia fonte di arricchimento; Celestino Perugini ha raccontato di come

un suo prozio si sia salvato fingendosi morto. Un cammeo di storia l’ha offerto Rodolfo Francesconi ricordando che il primo bombardamento conseguente alla dichiarazione di guerra avvenne a Rimini, quando ancora la popolazione non ne sapeva nulla, perché i giornali, ovviamente, diedero la notizia il giorno successivo. I prossimi eventi: proiezione del film “Torneranno i prati”

di Ermanno Olmi (11 e 12 maggio, Cinepalace Riccione); “La guerra dei nostri nonni” e “Possa il mio sangue servire” (Mercoledì 13 maggio ore 18, piazza antistante il Palazzo del Turismo) con Aldo Cazzullo; “Canta che ti passa” (domenica 24 maggio ore 18:30, Teatro del Mare), spettacolo di canti rievocativi con il Coro Lirico Perla Verde, letture di Giorgia Penzo e commenti di Rodolfo Francesconi (ingresso gratuito).



CONDOMINI-EDILIZIA 26 SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Maggio 2015

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Domanda Il condominio in cui abito, costruito negli anni 50', necessita di notevoli lavori di ristrutturazione a causa del suo deperimento parziale come certificato dall’ingegnere da noi consultato. Qualche condomino non ha la possibilità economica per sostenere la spese di sua spettanza. Cosa fare? Risposta La seconda sezione della Cassazione civile con sentenza n. 4900 del 1987 ha statuito che quando l’assemblea condominiale delibera la ricostruzione delle parti comuni dell’edificio ciascun condomino è obbligato a contribuirvi in proporzione dei propri diritti sulle parti stesse. Naturalmente tutto questo solamente quando il deperimento è dovuto ad eventi eccezionali quali vetustà, terremoto, incendio, scoppio, ecc. mentre se il deperimento è dovuto al fatto illecito del terzo ogni condomino ha diritto di richiedere al responsabile la rico-

Esperti rispondono

Ristrutturazioni condomini, che fare con chi non ha i soldi? Lavori col Cil (Comunicazione inizio lavori), Cila e che differenza c'è tra le due FOCUS

struzione dell’edificio. Se, come Lei scrive, qualche condomino si trova nella impossibilità di sostenere la spesa a lui spettante per la ricostruzione parziale dell’edificio, costui è obbligato a cedere i suoi diritti agli altri condomini anche sulle parti di sua esclusiva proprietà secondo stima effettuata da un esperto professionista. Vincenzo Pupolizio,

geometra Domanda ….in altri termini ho bisogno che Lei mi dica con chiarezza quali lavori edili si possono eseguire con la CIL e quali, invece, con la CILA ed inoltre differenza tra CIL E CILA. Risposta Ho dovuto abbreviare, per motivi di spazio, la Sua lunga lettera. Cercherò di dare una risposta esaustiva alla Sua domanda. Quando si dovranno realizzare lavori di edilizia libera come quelli di manutenzione ordinaria in particolare: installazione di pannelli solari (caso Suo), opere temporanee da rimuovere entro 90 giorni, pavimentazioni, ecc. il proprietario dell’edificio deve compilare il modello CIL (comunicazione inizio lavori) già predisposto dal Comune e presen-

tarlo all’ufficio tecnico comunale. Allorquando si dovranno eseguire, invece, lavori di straordinaria manutenzione che non intervengono sulle parti strutturali del fabbricato, compresi accorpamenti e frazionamenti di unità immobiliari senza cambio di destinazione d’uso o spostare tramezzi interni occorre compilare il modello CILA (comunicazione inizio lavori asseverata) sempre predisposto dal Comune che deve essere asseverata da un professionista: architetto, ingegnere, geometra con allegato progetto dello stato di fatto prima e dopo i lavori. L’asseverazione del professionista serve ad attestare la conformità dell’intervento ai requisiti previsti dalle norme tecniche. Differenza tra CIL e CILA: La CIL può essere redatta solamente dal proprietario del-

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com l’immobile mentre la CILA richiede necessariamente una relazione asseverata da un professionista regolarmente iscritto all’albo professionale. Il mio consiglio, per non

ricorrere in errori, è bene che Lei, nel compilare CIL o CILA, si faccia sempre assistere dal Suo tecnico di fiducia. Marco Secchi, geometra


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MISANO

Gli ingredienti del libro “Sursum corda” (In alto i vostri cuori). Ricavato per madre Teresa di Calcutta ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

Salvadori: solidarietà, ironia, analisi sociale, arte del vivere UOMINI

ANTONIO SEMPRINI - Le opere considerate indispensabili, per il futuro della nostra città, furono in gran parte realizzate e soprattutto pensate e progettate da un signore che non dovremmo dimenticare. Scusate se insisto proponendo, per l’ennesima volta, che il Parco della Greppa porti il nome di questo emerito Sindaco ed eccellente persona. L’è propia neceserie arcoi al firme? GLI ORTI - Pare che il contratto di affitto del terreno ad uso esclusivo “orti degli anziani” sia scaduto e non rinnovato dalla Fondazione Del Bianco con la proprietà. Cus c’aspiten a dei qualche certeza ma stli persone d’una certa età... agl’ elezion? DIMENTICATI - Da anni puntiamo il dito su alcune cose che necessitano manutenzione e/o riparazioni. Non si capisce perché passano sempre nel dimenticatoio, pur essendo a mio parere, molto importanti per la città che vive di turismo e di immagini positive.Non sono necessarie le grandi e piccole opere se poi non si mantengono decorosamente. Per esempio: la fontana di Piazza Repubblica è sempre stata un grazioso biglietto da visita, altrettanto bella, come le numerose fontane che caratterizzano complessivamente Misano. S’lin funziona un’è un bel veda. D’acord? Sa vli es positiv a putì fè senza fadiga l’elenc dal priorità. CONVENTO - Fa bella mostra di sé una catena ed un cartello che vietano l’ingresso, da circa un’anno, a questo complesso che fu scuola e parrocchia allo stesso tempo. Molti Misanesi hanno vissuto la loro fanciullezza in questo luogo di culto e frequentato fino a poco tempo fa. Sarà pure di proprietà privata e la proprietà, come si sa, è sacra, ma in questo caso; qual è l’utilità di chiudere questo luogo di culto all’uso per il quale è nato? L’è propia vera, l’inferne un fa piò paura ma nisun! ETERNIT - Alcuni mesi fa abbiamo raccolto lamentele di un cittadino Misanese di rendere noto la presenza, a confine con la sua proprietà, di una vecchia copertura in eternit in un parcheggio d’Hotel. Nonostante le ripetute e cortesi sollecitazione, al privato proprietario e alla pubblica amministrazione, di eliminare questo pericoloso e vietatissimo materiale , l’eternit è ancora lì. C’us cl’a da fe un cittaden per avè diret ma la salute? VIA DELL’AUTODROMO - Per accedere alla zona artigianale, a questa strada, piena di buche, mancano poche centinaia di metri d’asfalto. Quant’an bsogna aspite ancora? VIA DELLA STAZIONE - Si stanno esaurendo le piante, messe a suo tempo a dimora, lungo questa strada parallela alla ferrovia. Il porta via o al n’è adate at che post?

MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

- Giovanni Salvadori è un ufficiale dell'aeronautica in pensione. Vive a Misano Monte immerso nella musica (suona il pianoforte) e nell'ortogiardino. Da quando ha appeso i galloni al chiodo, ha compiuto decine di viaggi umanitari, sempre per le suore di Madre Teresa. Nel primo viaggio, nel 1997, incontra madre Teresa, la santa, che sarebbe morta da lì a poco. Ha portato aiuti per molte centinaia di migliaia di euro. Per raccogliere altri fondi ha pubblicato due libri. L'ultimo si intitola “Sursum Corda” (dal latino, in alto i vostri cuori). Sottotitolo: “Sorridere non costa niente” (112 pagine). Il volume è uno zibaldone della vita del misanese. Contiene un po' di tutto, alla rinfusa, all'apparenza senza un filo condut-

Giovanni Salvadori con Madre Teresa La copertina del libro

tore, un po' come quando si incontra un amico: ci si scambiano le prime opinioni che vengono alla mente. Senza un'apparente ragione. Il suo intento è far sorridere, riflettere, indignare. Si può leggere

non dalla prima all'ultima pagina, ma a caso. Ad esempio, si apre e ci si ritrova alla 72. Nel capitoletto di due pagine, “La madre vedova”, Salvadori ricorda la madre, per lui un gigante di persona, con una pennellate secca e veloce. Si legge: - ‘Chi spera negli altri, resta digiuno’, diceva mia madre dopo la morte del babbo per cui il suo dire ‘aiutati che Dio ti aiuta’ ha salvato letteralmente la mia famiglia!-. Giovanni Salvadori possie-

de un'ironia forte che sfocia in bordate dissacranti. In un altro capitoletto racconta di quando affisse un auto-necrologio a Riccione e Misano. Lo fece per goliardia, ma finì su tutta la stampa locale. E giù altre risate. Qualche amico, e non solo, si indignò, ma Giovanni taglio corto: “Cosa vuoi che sia. Ci vuole un ritorno all'adolescenza per dare un po' di senso alla vita”. Tante le citazioni che fanno bella mostra di sé: da quelle popolari, a quelle più raffinate, passando dai classici del paradosso, come Trilussa o Salvatore Di Giacomo. Del poeta romano c'è l'immortale racconto “Er passero ferito”. L'uccello entra in chiesa durante la funzione. Disturba. Il prete chiede a chi l'ha in mano di portarlo fuori... Salvadori si diverte a canzonare i benpensanti partendo da se stesso: in alto i nostri cuori.

Addio Nello, la musica nel cuore Nello Paolucci (6.3.1925 - 7.4.2015)

AMARCORD - Nello Paolucci se n'è andato lo scorso 7 aprile. Aveva novant'anni. Lascia il figlio Tolmino, la nuora e due nipoti. Era stato in salute fino ad un paio di mesi fa. Da allora tre strutture sanitarie: Riccione, Torre Pedrera e poi ancora Riccione, dove si è spento. Professione muratore, aveva la musica nel cuore e nella mente. Suonava quasi tutti gli strumenti; la fisarmonica era il preferito. Nato a Sassocorvaro, abitava nella campagna dei dintorni. Per andare all'amata scuola di musica, a Sassocorvaro, si faceva ogni volta un'ora e mezza a piedi. Quando raccontava l'aneddoto, il figlio Tolmino, compiaciuto non meno che orgoglioso, lo avvolgeva con una battuta tagliente in dialetto: “Tu sarai stato matto; io non l'avrei mai fatto”. Per educazione, Nello si vergava il pentagramma a mano, nonostante i tanti qua-

derni che gli avevano regalato i nipoti con le cinque righe ed i quattro spazi. Nel dopoguerra insieme al cugino Olinto (sax) e a due amici (chitarra e batteria) aveva una band con la quale girava aie e piazze della zona; gli strumenti se li portavano in spalla. Roba d'altri tempi, come si di-

rebbe oggi. In cerca di nuove opportunità, Nello scende dal Montefeltro nel 1957; si ferma a Sant'Andrea in Casale (San Clemente). Nel 1961, si trasferisce a Misano Monte. Sarà la residenza definitiva. Continua a suonare; lo farà fino agli anni '80 con la cara fisarmonica (ne aveva due) in casa d'amici per la veglia. Nel tempo libero si dilettava a scrivere musica sul pentagramma disegnato a mano. Schivo, allegro ed attento a non disturbare, questo il suo carattere. Tolmino: “Era una persona con valori fermi; di una volta potremmo dire. Pensava alla famiglia e al lavoro. Non ha mai creato un problema a noi familiari che gli volevamo un gran bene. Se n'è andato in punta di piedi, con lo stile della sua vita”. La vita non è stata generosa con Nello Paolucci; resta vedevo della consorte Gina Ottaviani nel 1978, a 48 anni. Non si è mai risposato. I familiari gli hanno adagiato accanto l'amata musica scritta a mano. Se c'è un al di là, magari imbraccia la fisarmonica per intrattenere gli amici. Che la terra gli si lieve.


MISANO RICCIONE - Via B. Buozzi 8 Tel. 0541 - 604409 Fax 0541 - 601556 www.adriaexpress.it e-mail: primosole@adriaexpress.it

- “Le idee per il turismo emergeranno nella Fondazione; sarà un contenitore di progettualità condivisa. La promozione di Misano passerà attraverso il web e Internet. Valorizzeremo il percorso ciclabile lungo il Conca; ci dà opportunità di sviluppo”. La Fondazione sarà la testa del turismo misanese dei prossimi anni. Ne parliamo con l'assessore Manuela Tonini. Sposata, due figlie, 18 e 6 anni, digiuna di politica ma donna tenace. Viene dal lavoro. Ama dire: “Sono nata e cresciuta in un albergo, l'Altair. Avevo 9 mesi quando venne aperto a Misano Brasile. Appena possibile ho aiutato mia mamma ovunque: cucina, camere, sala, segreteria. Quando avevo 19 anni i miei genitori comprarono l'altro albergo”. Ha una caterva di passioni: camminare (soprattutto in spiaggia), la pittura (dipinge), il pattinaggio (da 6 a 15 anni ha fatto agonismo), il vino (sommelier). A chi le chiede qual è stata la sua prima riflessione quando prese il comando del turismo misanese, risponde: “Più difficoltoso di quanto avessi immaginato. Quando vuoi organizzare un evento, i tempi sono sempre lunghi; lavorando però si supera tutto. Provo a verde se riesco a cambiare qualcosa. Il mio primo obiettivo è fare; solo che la macchina comunale è molto difficile da smuovere”. Quanto ha a bilancio l'assessorato al turismo? “Lo scorso anno circa 400mila euro. Una parte importante se ne va per sostenere la MotoGp, la Superbike, per i bagnini di salvataggio, la Notte rosa, i contributi alle feste”. Quanto promozione esterna riuscite a fare? “Molto poco. Abbiamo sempre dato un sostegno eco-

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Da mesi è al centro del dibattito politico ed economico di Misano. Vi hanno aderito solo bagnini e albergatori

L'assessore Tonini: “Fondazione, un contenitore di progetti condivisi” Manuela Tonini

FOCUS

nomico alle associazioni bdi categoria che la vanno a fare. Quest'anno, raccogliendo le esigenze delle associaizoni abbiamo fatto un workshop a Monastier, Treviso, dove abbiamo incontrato dei Circoli ricreativi aziendali. Lo abbiamo realizazto con tutte le associazioni , con il Comune a farsi carico di tutte le spese. Lo scorso 20 marzo abbiamo partecipato a Modena ad una fiera, la ‘Children Toor’; avevamo uno stand all'interno della Regione Emilia Romagna. Abbiamo trovato tanto interesse dato Misano è uno dei luoghi ideali accogliere le famiglie. Con il sostegno dell'Apt (Azienda di promozione turistica dell'Emilia Romagna) abbiamo acquistato uno spot pubblicitario che passa sulle reti Mediaset, dal 12 aprile a tutto maggio. E' un messaggio uguale a quello delle altre località turistche romagnole ma con qualche passaggio in meno. Si è contribuito con 10mila euro”. Le associazioni di categoria contribuiscono alla promozione? “Con molto poco. Noi cerchiamo coinvolgerle in ogni cosa in un tavolo di lavoro”.

Che cosa farete quest'anno? “Abbiamo implementato con una lunga serie di eventi la primavera: la Domenica dei bambini dopo Pasqua,

Segavecchia, Pane vino e fantasia per il primo maggio fino ai primi di giugno. E poi ci sono tutte le tappe del calendario estivo. Tutto di cui sopra è stato fatto raccogliendo gli sti-

moli delle associazioni di categoria”. Gli anni futuri del turismo misanese saranno giocati dalla Fondaazione, da mesi al centro di un acceso dibattito tra l'amministrazione comunale e le associazioni, che cosa dice? “La Fondazione è positiva. E' una grande opportunità per valorizzare la nostra offerta turistica in un periodo in cui la crisi si fa sentire. Credo che possa essere lo strumento efficace con cui progettare il nostro futuro economico. Credo

che sia giusto associarsi e lavorare insieme. Come amministrazione comunale mettiamo dentro una parte importante della tassa di soggiorno. Le categorie dovrebbero capire il nostro sforzo. Finora grandi critiche non ne abbiamo avute; tutti sono stati positivi verso il progetto. Finora hanno aderito gli albergatori ed i bagnini; gli altri no per ragioni economiche. Il fine è quello di essere insieme e decidere insieme su come progettare e fare di Misano una località turistica in grado di richiamare clienti. La Fondazione sarà un contenitore di progettualità condivisa. Il futuro si gioca sul web e Internet e su un turismo eco-compatibile. Come territorio abbiamo molteplici cose da valorizzare, partendo dal percorso ciclabile lungo il Conca. Il Comune avrà la maggioranza; ma siamo disponibili al confronto e all'apertura. Il presidente sarà un nome condiviso da tutti”.

Alfredo Tonti, in una delle sue serre

- Una razza di allevatori di ortaggi da almeno 200 anni. Alfredo Tonti nasce il 28 giugno del 1934 nell'ultima casa del Comune di Misano al Fondo; dopo inizia il territorio di San Clemente. Nella stessa casa nel 1900 diede il primo vagito il babbo Ernesto (scomparso nel 1981). Sempre lì vide la luce il nonno Angelo (Rachele Arcangeli, la moglie). Alfredo ha dimenticato il nome del bisnonno. Ricorda però che l'antenato faceva l'ortolano, così come il nonno, il babbo, e lo sta seguendo la figlia Simona. A pochi metri dalle loro terre c'è il fiume Conca; dunque una posizio-

Tonti, principe degli ortaggi ne adatta agli ortaggi: acqua e sole in abbondanza. La famiglia di soprannome fa “E Gob” (il Gobbo), Alfredo rammenta che anche il nonno portava lo stesso appellativo popolare. Lavoro come passione, il bar come passatempo con gli amici, il misanese è il decano dei produttori di ortaggi del mercato del venerdì di Riccione e del martedì a Misano Mare. E' su queste piazze da sempre. Da quando Piazza Unità (Riccione), verso Rimini, confinava con i campi di grano. Mentre a Misano, l'appuntamento con gli ambulanti si teneva davanti al cinema-teatro Astra. Racconta del suo lavoro: “E' un divertimento tirare su le piantine e portarle al mercato. Mi far star bene incontrare i clienti sui mercati ed essere chiamato per nome”. Attraverso questa dinastia di

COMUNITA'

Allevatori di piantine e persenza sui mercfati da circa 200 anni. Almeno quattro generazioni nati nella setssa casa a piochi passi dalla Conca appassionati ortolani a pochi metri dal lago “ la Pagoda” si può ricostruire anche la storia del secolo scorso di questa Bassa Romagna. Fino al dopoguerra andavano per mercati con un carretto trainato dal cavallo; un lusso per i tempi. Le mète: Morciano, Misano Monte (si faceva davanti alla chiesa), Coriano, San Giovanni in Marignano. Alla fine della Seconda guerra mondiale (1945), il nobile animale viene sostituito da una Moto Guzzi con cassone aperto (con rammarico rottamato...). Negli anni '50 altra innovazione: i Tonti si dotano di un

furgone. In quel decennio, piano piano, l'entroterra perde importanza economica a favore della costa. Si cancellano gli appuntamenti settimanali con Morciano (anni '60), Coriano, San Giovanni e ci si concentra sul mare. Alfredo: “A Riccione più roba portavi e più ne vendevi”. Sposato con la signora Adalcisa Casadei (sarta), due figlie, racconta Alferdo: “Se mia moglie non si fosse appassionata alle piantine, è più di me, probabilmente è da un bel pezzo che avrei smesso”. Oltre ad allevare piantine, i

Tonti portano sui mercati anche gli ortaggi di stagione. Hanno clientela anche lontana: Milano, Bolzano, Varese. Sono i turisti che col passaparola hanno conosciuto la bellezza degli ortaggi coltivati dal misanese. In primavera, sotto il grande ombrellone tra le serre, a pochi metri un vigoroso giovane gelso che ancora non ne vuole sapere di portare i frutti, in un interminabile via vai, i clienti si fermano a far quattro chiacchiere. Si ritrovano primavera dopo primavera... anno dopo anno, decennio dopo decennio... Il principe degli ortaggi è il pomodoro, “E Gob” ne propone una quindicina di varietà. “La gente viene da noi perché le piantine invasate ancora a mano sono bellissime. Guarda...”.



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Denis Pazzaglini meccanico di Dani Pedrosa. Dal mitico “Ciao” al moto-mondiale

Misanese alla corte di Honda Hrc - Ai tempi in cui Denis Pazzaglini vinceva l'italiano di mini-moto ed impennava con una sola mano era il mito del bambino Valentino Rossi, che ancora oggi lo messaggia con “Cane” e non “Canè” (il soprannome del mitico babbo pizzaiolo ereditato dal talentato figlio). Il misanese ha coronato il sogno di ogni meccanico: lavorare nel team ufficiale Honda Hrc, ovvero la Ferrari delle due ruote. E' il sogno dei piloti ma anche dei tecnici. Da quest'anno lavora per Dani Pedrosa, il grande non meno che sfortunato campione spagnolo. Tutto nasce lo scorso anno. Pazzaglini lavora con Nicky Heyden, nel team Aspar Martinez. Le cose per lo spagno-

Maggio 2015

Denis Pazzaglini con Dany Pedrosa sulla linea di partenza del primo Gran Premio 2015

MOTORI... lo non girano. Dopo 4-5 brutte gare, Pazzaglini lo messaggia: “Dani che cosa ti sta succedendo?”. La risposta: “Ho un piano per l'anno prossimo”. Quel piano era di riorganizzare il team. Denis Pazzaglini era una delle nuove pedine. Viene chiamato dallo spagnolo lo scorso agosto, per il gran premio di Indianapolis. L'11 novembre la firma del contratto con i giapponesi. Il pilota aveva in mente un team più familiare e con ragazzi che lo stimassero. Lo

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scorso gennaio, come da tradizione per la casa alata, vola in Giappone per montare la moto. Gliela presentano in mille pezzi su dei ripiani alle pareti, come vuole il rito. Una specie di gioco

serio. Pedrosa ha la fama di un carattere ombroso, è davvero così? Pazzaglini: “E' una persona bravissima. Nella realtà è di spirito, scherza, gioca. E' un

amico vero. Solo che non è uno che dà tanta diffidenza, neppure agli spagnoli. Soprattutto ha un pessimo rapporto coi giornalisti che poi gli uciono addosso un vestito sbagliato. Dani sulla moto fa cose straordinarie; avesse avuto un fisico tipo il mio avrebbe vinto cinque mondiale. Il talento è puro, solo che i 51 chili e l'altezza sono pochini”. Bravo meccanico, con la capacità di apersi volr bene. Questo è Denis Pazzaglini. A casa sua hanno mangiato e dormito tutti i migliori centauri degli ultimi 19 anni, la sua lunga permanenza nel moto-mondiale. Canè padre prepara sempre lo spaghetto col granchio. Qualche nome: Espargaro, Capirossi, Kato, Hayden, Bradley Smith, Crutchlow, Pedrosa. Li porta anche in bicicletta, la sua passione. La Panoramica Gabicce Monte-Pesaro la mèta più gettonata. Denis Pazzagli ha i motori nel Dna. Inizia a 14 anni a smanettare sui “Ciao” e “Bravo”, i mitici scooter della Piaggio che ancora oggi non sfigurereb-

bero. Anzi. Ricorda: “Smontavo e cambiavo colore al ‘Ciao’ almeno una volta la settimana. E impennavo ovunque e con tutto. Ho dato via la moto 5-6 anni fa. troppo pericolosa”. Dopo aver vinto l'italiano di mini-moto a 13 anni, fa agonismo un anno, quando ne aveva 15. Cade e capisce che le gare non sono il futuro, lo sono le chiavi a stella. Il suo ingresso nel circo delle corse è un caso. Di giorno andava a dare una mano all'officina Tamburini, Misano Brasile. Mentre di sera faceva il pizzaiolo, seguendo le orme del babbo. Dopo aver smesso di correre l'ex campione Fausto Gresini costituisce un team con un pilota, Walter Bartolini, che si batte per l'italiano 125. Denis gli va a dare una mano in pista per i fine settimana. l'anno dopo, fortuna vuole che Gresini entra nel motomondiale con il brasiliano Alex Barros, mondiale 500. Il giovanissimo misanese viene ingaggiato. Da lì un cresendo di soddisfazioni. Ha lavoerato con questi piloti:Barros, Capirossi, Kato, Kionari, Pedrosa, Aoyama, Simon, Smith, Faubel, Espargaro, Heyden. Pazzaglini: “Ho fatto quello che ho fatto grazie alla famiglia Tamburini”.



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Frazione con forte senso di comunità ed appartenenza. Protagonisti di una caterva di eventi

COMUNITA'

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Magico orgoglio brasiliano CONDIVISIONE di Catia Serafini

Il mercato si tiene nel parcheggio davanti allo stadio

Santamonica, mercato settimanale del lunedì - Santamonica: mercato settimanale ogni lunedì nel parcheggio dello stadio. Si parte il 18 maggio e si chiude in settembre. Accanto alle bancarelle tradizionali, ci sarà anche uno spazio dedicato alle eccellenze eno-gastronomiche del nostro territorio. Ogni mese sono in cartellone prodotti a tema. Si inizia con il vino. Dietro “Il mercato a Santamonica” c'è il Comitato cittadino presieduto da Davide Dardi (presidente) e Marco Migani (vice). Sono state raccolte le firme che richiedevono la possibilità ospitare le bancarelle. Presentate al Comune, che ha dato il proprio benestare all'iniziativa.

- Qualche giorno fa un amico un po' così mi ha chiesto di scrivere un articolo su cosa significa essere del Brasile... e la prima cosa che mi è venuta in mente è una storia che mia mamma mi ripeteva spesso quando ero bambina e che allora ancora non comprendevo del tutto ma che ora mi è molto più chiara Ad un funerale un signore di Misano Centro le si era avvicinato e le aveva detto: “Um pisria esse de Brasil sno per e funerel, quand e mor un de brasil u ie tot” (mi piacerebbe essere del Brasile solo per il funerale perché quando muore uno del Brasile ci vanno tutti). Io ho vissuto a Misano Brasile dal 1968 e ho avuto la fortuna di vivere il mio paese da un punto molto privilegiato: la bottega, fulcro della vita quotidiana, luogo di incontri, discussioni, fucina di idee. Essere la figlia di quello della bottega mi ha dato la possibilità di conoscere tutti e comunque di essere sempre informata su quello che succedeva. Al Brasile si è sempre condiviso tutto come in una grande famiglia allargata! Allora come oggi ci si stringeva sempre intorno a chi viveva momenti difficili, come quando nacque Fabio, purtroppo con una

ALLEGRO MA NON TROPPO

Stefano Giannini, sindaco di Misano

Chi ha rubato la panchina? UFFICIO Tel. 0541.610055 GIOVANNI Cell. 335. 20.88.13 ESMERALDA Cell. 335. 60.70.990

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- Le cose belle attirano i ladri. Di fianco alla casina dell'acqua nei pressi delle scuole di Misano Mare c'era un'elegante panchina: doghe in legno su una struttura di metallo. E' sparita nottetempo. Rubata? Si spera che sia in un bel giardino.

Quelli del Brasile alla Segavecchia dello scorso aprile grave malattia congenita. Tutti cercavano di dare una mano alla sua famiglia e anche noi bambine andavamo ad aiutare la sua mamma, una di quelle mamme speciali, a fargli fare un po’ di ginnastica al pomeriggio. Un altro bel momento di solidarietà fu quando si organizzò una mega festa per il ritorno a casa di Simona che dopo un brutto incidente aveva trascorso tanti mesi in ospedale. Tavoloni in strada davanti alla sua casa, striscione di bentornata e vino e ciambella per tutti. Ora dopo tanti anni, la nuova generazione proprio in questi giorni si sta stringendo intorno alla famiglia di Giada che combatte con coraggio una grave malattia. Lo spirito è sempre lo stesso. E poi c’erano i momenti di

festa. Per le prime focheracce mio babbo, nella sua bottega, consegnava a tutte le signore del Brasile un pacco di farina e ognuna faceva il suo sacchetto di piadine. Ricordo come se fosse ieri tutte quelle buste impilate nei frigoriferi della bottega. Mi raccontano che una delle zdore più produttive era Maria Casali, la madre di Antonio Semprini, compianto sindaco degli anni Settanta. Per qualche anno si festeggiò anche San Martino con una indimenticabile corsa per le vie con le carriole, in occasione di un Carnevale si vestirono come la mitica 3 C, Wilma, la parrucchiera, impersonava l’indimenticabile maestra Sebastiani e Rino il macellaio indossava i panni del bidello e siccome facevano le cose in grande si fecero scarrozzare in pullman dal

loro amico Bacchini!!! Mia mamma mi racconta che dopo una stagione estiva rovinata dalla comparsa delle prime mucillagini e dalla pubblicità denigratoria della stampa estera un gruppo di commercianti e albergatori si ritrovarono insieme per vedere come reagire alla situazione. Volevano offrire ai turisti un qualcosa di più al fine di riconquistarli... e così nacque l’Associazione Brasile in Festa. Ecco tutto questo rappresenta lo spirito che caratterizza quelli del Brasile, lo spirito di comunità nel senso più ampio del termine, il condividere insieme i momenti di gioia e in quelli tristi e se avete modo di guardare il video girato sul carro dei Lego della Segavecchia lo capirete ancora meglio!


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CATTOLICA

Senza una gamba causa una caduta, partecipa a competizioni in moto. “Non siamo pazzi, anzi”

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Mariani: “A 300 all'ora per noi e gli altri” “Siamo un esempio per coloro i quali hanno incontrato la sfortuna. Ci diamo coraggio insieme. Abbiamo sperimentato protesi. Indichiamo la strada da percorrere. Due appuntamenti alla Santamonica

Enrico Mariani in pista è seguito dalla moglie e le due figlie. Con Federica sul podio

UOMINI - Il dentista Enrico Mariani amputato a una gamba; l'ha persa una mattina di alcuni anni in un “banale” incidente in moto. Con l'arto artificiale fa giravolte da funambolo, difficile anche per la cosiddetta persona normale. Sulla moto fa a sportellate a 300 all'ora; non fa sconti e non ne vuole. I DD (Diversamente Disabili) partono in mezzo a 40 ragazzi scatenati. Bellissimo. La gara è marginale, conta soltanto la bellezza della vita. “Siamo la testimonianza racconta Enrico con un sorriso coinvolgente - per chi ha avuto amputazioni, e giustamente, è scoraggiato ed abbattuto. C'è chi si perde per molto meno, figurarsi quando si perde una parte di sé. In ospedale, nel post-trauma, non si vede che un tunnel senza luce. Le cose in corsa e fuori le facciamo per noi stessi e per loro: tracciamo una strada che altri percorreranno. Siamo la testimo-

nianza. Non siamo fanatici, come afferma superficialmente qualcuno, ma soltanto appassionati”. I quindici DD sono al terzo anno di gare; in tutto cinque appuntamenti. Due sono in calendario alla Santamonica, il 28 giugno ed il 26 luglio. Enrico le fa diventare un appuntamento da aia romagnola. Si mangia (rustida di pesce azzurro) e si beve nel segno della tradizione. Insomma, è una festa anche grazie agli amici sponsor. Il 7 giugno invece a Vallelunga, Roma, si tiene una gara riservata soltanto ai DD. E' la Dream World Bridgestone (una specie di mondiale per disabili). I piloti importanti, Michel Fabrizio, il sammarinese Alex De Angelis, Lucio Cecchinello, su mezzi bi-posto portano in pista chi vuole sentire un po' di adrenalina. La madrina è Annalisa Minetti; video-promozionali da Guido Meda e Nico

Cereghini. Le competizioni sono marginali rispetto al ruolo sociale di DD onlus, sia nel morale, sia nella difficoltà della quotidianità. Sulle moto in corsa hanno trovato soluzioni tecniche che si possono portare sulle moto nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, Enrico ha ideato una protesi ed un perno sulla pedana dove si aggancia lo stivaletto artificiale. “Siamo anche il banco di prova racconta Enrico - per le aziende ortopediche. In base ai nostri consigli modificano le protesi ed i mezzi. Collaboriamo con l'Aci

sulla conseguimento delle patenti speciali per moto modificate. Chi deve conseguirla non deve acquistare il mezzo modificato e andare poi alla Motorizzazione; siamo noi a fornirgli la moto per la patente. Dopo, deciderà se acquistarla o no. Aiutiamo a rendere liberi ed auto-sufficienti. Cerchiamo di abbattere i muri della burocrazia e anche quello dell'esistere. Insomma, vogliamo essere un punto di ascolto e consiglio. Andiamo a trovare i neoamputati con un fare anche un po' scherzoso. Portiamo la nostra testimonianza nelle scuole;

così un giorno i giovani saranno più accorti sulle strade”. Enrico Mariani sta mettendo nella cascina della sua vita molteplici soddisfazioni. Quest'anno è il testimonial della Dainese, la prestigiosa azienda delle tute. Gli ha dedicato un filmato che gira in rete e sul sito. Con la sua bella naturalezza ha chiesto a Aldo Drudi, il designer dei caschi dei campionissimi, Valentino Rossi, Pedrosa, Marquez... di raccontare anche il suo casco e la sua tuta. Naturalmente, il professionista concittadino di livello mondiale ha ac-

colto la richiesta con entusiasmo. Sta anche lavorando alla maglietta celebrativa per il “campionato del mondo” e relativo manifesto. Drudi non è solo un prestigioso professionista ma anche un grande uomo. Sono in tanti ad aiutare i DD. La Bridgestone (attraverso Idealgomme di Luca Raggi, Fabriano) regala un treno in ogni gara; Honda Italia ha donato una moto modificata; da Althea (Genesio Bevilacqua) giunge un supporto tecnico. Enrico: “Nel paddock ci vogliono tutti bene, ma in pista no. Passo ad un ringraziamento lontano al quale tengo in modo particolare: Daniela Bencivenni e Marina Ricci, le due segretarie dell'Ausl di Riccione, ufficio protesi, sono di un'efficienza e disponibilità assoluta”. Il motto DD è: “La voglia di crederci, al coraggio di provarci, alla forza di riuscirci”. Per la cronaca. Enrico Mariani, professione dentista, nella prima gara, lo scorso 12 aprile, al Mugello (Firenze), malgrado la scivolata nelle libere del venerdì che lo hanno condizionato nelle tornate delle qualificazioni e in gara, è salito sul terzo gradino del podio, della sua categoria. d. a.

LO SPORT

Atletica 75, in tre sul podio più alto

Luca Gallinucci e Danilo Biagiotti

- Week end fantastico baciato dal meteo. L’Atletica 75 di Cattolica partecipa in forze a questa prima edizione dell’Ultra Trail della Ferrovia, gara molto bella e organizzata benissimo. Alcuni si sono cimentati con il percorso lungo, circa 50 km, mentre altri con il corto di 17 km. Paesaggio fantastico: lungo la vecchia ferrovia che univa Spoleto a Norcia; uniche le gallerie, specialmente l’ultima di 2 km. Il passaggio all’interno se si è da soli non è semplice, fortunatamente il cattolichino Danilo

Biagiotti era assieme a Luca Gallinucci. I due hanno praticamente fatto gara a coppia. E' andata benissimo, in due è molto più facile: ci si aiuta a vicenda nei momenti di crisi, specialmente l’ultima discesa di 6 km. Qui si sono tenuti ritmi esagerati. Poi, ciliegina sulla torta, conclusione insieme, con le braccia alzate in 5 ore e 23 e entrambi sono primi nelle rispettive categorie e 11 e 12 assoluti. Sul podio più alto anche Stefano Grilli, sempre del-

l'Atletica 75. Che dire, per l’Atletica 75 è stata una gran giornata, oltre a questa inaspettata conclusione, c’è anche da sottolineare i bellissimi 2 giorni insieme ai compagni di corsa (in tutto sette) accompagnati dalle famiglie. Ora i prossimi appuntamenti saranno: l’ultra Amalfi-Positano a fine maggio di 50 km e la Lavaredo Ultra Trail a Cortina a fine giugno di 119 km. Questa sarà l’obbiettivo 2015 di Danilo Biagiotti, per gli appassionati il Mitico Jane.


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Il prossimo anno Il Museo narra: uno snodarsi tra storie, racconti, immagini di mare e di terra, entro la vita e le avventure degli uomini e delle donne

Quando il Museo immagina

SPAZI DELLA MEMORIA

Le grotte di via Cattaneo

di Maria Luisa Stoppioni* - Il Museo della Regina di Cattolica ha avviato alla fine del 2013 un percorso di riflessione sulla storia e sull’archeologia che, partendo e prendendo spunto dalle vicende e dalle testimonianze locali, le ha collocate all’interno di movimenti, fenomeni, vicende di carattere più generale. Scopo di questi itinerari era ed è quello di riprendere in mano e rivedere, alla luce della scienza contemporanea, quanto, pur se già analizzato in passato, ha svelato nuove chiavi interpretative e/o inedite letture. Se allora lo scorso inverno era stato presentato il ciclo Il Museo studia, attraverso il quale si erano proposte le conoscenze aggiornate relative ai materiali del Museo scaturite dalle ultime analisi, nel 2015 la serie di incontri riuniti sotto il titolo generale Il Museo immagina ha affrontato temi derivanti da interpretazioni spesso fantasiose e talora del tutto immaginarie di strutture e di resti che, pur se talora realmente presenti nel territorio, si sono tuttavia storicizzate nell’immaginario locale ammantate dalle leggende che li avvolgono e che ne hanno spesso alterato la conoscenza. Il percorso 2015 si è snodato attraverso tre blocchi tematici principali: Conca città profondata; La Cattolica sottosopra, vale a dire le gallerie sotterranee che costellano il sottosuolo nel centro storico; l’agiografia dei santi altomedievali e medievali. Resta certo di grande interesse il mito della città “profondata”, comparso a partire dalla fine del XVI secolo, ma avviatosi molto prima, sulla base di un’annotazione trecentesca ad opera di un Anonimo Commentare fiorentino della Divina Commedia in cui poi il forlivese Flavio Biondo lesse il riferimento ad un’antica città sommersa, Conca appunto. I subacquei locali continuano a cercare questa mitica città “profondata”, e qualcuno ancora afferma di avere incontrato, davanti a Cattolica, i resti delle mura, un’intera cinta, e co-

- Mentre andiamo in stampa abbiamo caldi-caldi i risultati del referendum sulla viabilità. Hanno votato 2.202 cittadini (14,07%). Il SI’ stravince 2.072 (94,78%), ma niente quorum. Ma non è stato inutile! Grazie anche ai sostenitori del NO 114 (5,22%) e a chi ha votato scheda bianca o annullata (0,37%), perché hanno avuto la dignità di onorare uno strumento di partecipazione democratica come il referendum. Più triste il comportamento del Pd che sostanzialmente si è sottratto alla competizione, e ancora peggio l’irritante appello a disertare le urne da parte di Rifondazione e Socialisti. Il risultato, ampiamente insoddisfacente, ha rattristato gli organizzatori e fatto felici gli amministratori comunali. Ha mortificato quel manipolo di cittadini che si sono impegnati facendosi carico

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Il percorso 2015 si è snodato attraverso tre blocchi tematici principali: Conca città profondata; La Cattolica sottosopra, vale a dire le gallerie sotterranee che costellano il sottosuolo nel centro storico; Agiografia dei santi altomedievali e medievali lonne e grandi marmi. Di tutto ciò hanno raccontato in Museo l’archeologo subacqueo Stefano Medas e M.Luisa Stoppioni, mentre l’artista Vincenzo Cecchini, con il suo fumetto animato ha restituito alla narrazione tutto il carattere di invenzione mitologica che appartiene in particolare alle fantasie e ai racconti legati al sommerso. Un altro, interessante e diffuso oggetto di racconti fantastici e talora fantasiosi è rappresentato dalle gallerie sotterrane, di cui l’intero territorio lungo l’Adriatico era disseminato; si trattava di cantine costruite sotto i palazzi, il cui ruolo era essenzialmente quello di conserve, specialmente per il vino, ma le cui caratteristiche architettoniche, spesso quasi monumentali, e la loro frequenza sotto le mura di cinta e nei castelli hanno alimenta-

to moltissime fantasie e ipotesi di reti sotterranee in cui avveniva di tutto: fughe, incontri segreti, riti un po’ magici, intrighi politici e molto altro. Gli architetti Maurizio Castelvetro e Massimo Bottini hanno restituito storicità e monumentalità a questi vani sotterranei, dalle forme talora bizzarre, mentre il professor Giuseppe Lepore, accompagnato dal musicista Piercarlo Fontemagi e dalla voce narrante di Roberto Guerra, ha accompagnato la discesa entro due delle più belle gallerie di Cattolica, quella sotto la Chiesa di S.Pio V e la Ubalducci, evocando le antiche discese nel sottosuolo, in una sorta di itinerario nel tempo, alla ricerca di un mondo sotterraneo che i moderni hanno ormai dimenticato, ma che era fondamentale nel mondo antico.

Referendum, vince il sì. Scarsissima affluenza FOCUS di un problema enorme per la città, come quello irrisolto della viabilità, creando una grande opportunità per tutti i cittadini di esprimersi e in sostanza di decidere. Il risultato ha invece “esaltato” la zona grigia dell’indifferenza, del mugugno a basso costo da bar, l’opportunismo politico. Su questi atteggiamenti non si costruisce nulla, anzi resterà sempre quel terreno franoso che renderà sempre instabile qualsiasi decisione e costruzione. Tutti a parole chiedono più partecipazione, soprattutto in un periodo storico dove la crisi di

rappresentatività dei partiti e delle istituzioni ha raggiunto livelli da crack democratico... Poi un referendum (massima espressione di democrazia diretta) viene “sodomizzato” da interessi di bottega, meschinità e disinteresse. C’è da chiedersi quali e quanti cittadini una prossima volta si faranno carico di un problema che chiede una partecipazione. Così si lasciano tutte le decisioni in mano al governo locale e al balletto partitico. E i cittadini stanno a guardare!... C’è da riflettere su cosa può rappresentare quel 14,07% di “cittadinanza attiva” nel contesto delle

La visita ai due ipogei di Cattolica ha offerto così lo spunto per un viaggio tra la religione e le superstizioni dei romani. Terzo ed ultimo tema, i santi pellegrini/guerrieri, delle cui leggende tutta l’agiografia è infarcita, così come la toponomastica. Le riflessioni su questo tema sono state affidate ad alcuni tra i massimi studiosi: la Prof.ssa Alba Maria Orselli dell’Università degli Studi di Bologna, il Prof. Paolo Golinelli dell’Università degli Studi di Verona ed infine il dott. Eugenio Riversi dottorato presso l’Università di Bonn. Il pubblico presente ha potuto così cogliere il valore, culturale prima di tutto, dello studio e della conservazione delle memorie dei santi, in quanto specchio e riflesso degli uomini e delle donne che a quel tempo appartenevano e in quanto traccia di accadimenti e di movimenti più spesso sottintesi che svelati. Le vite e i miracoli dei santi, i ritrovamenti e le traslazioni dei loro corpi, i processi di canonizzazione sono fonti importanti soprattutto per la storia delle mentalità degli uomini del passato: l’agiografia diventa spesso strumento interessante per la storia della gente comune, della gente senza storia. Le sculture di Roberto Guerra, le sue Visioni naturali che emergono proprio dai sassi del Conca, hanno fatto da sfondo all’intero percorso di conversazioni e di lezioni. La trilogia si chiuderà il prossimo anno con Il Museo narra, uno snodarsi cioè tra storie, racconti, immagini di mare e di terra, entro la vita e le avventure degli uomini e delle donne, al fine di costruire, al termine di tutto, una storia a tutto tondo che, per divenire autentica e davvero restitutiva di un’identità umana e sociale, ricorre a tutti gli strumenti conoscitivi di cui dispone: la scienza, la fantasia, l’immaginazione e, infine ma non ultima, la narrazione, unico strumento in grado di disvelare pienamente l’uomo, là dove la ragione non trova parole adeguate. * Direttrice del Museo della Regina

scelte politiche e amministrative della città. Il risultato è sicuramente scarno, ma tutti ne escono sconfitti (partecipanti e astenuti, forze politiche e sociali attive e quelle fautrici della diserzione). Sicuramente molti cittadini non si sentivano interessati dal quesito referendario. Ma qui vale l’aneddoto: “Cosa m’importa se aumenta il prezzo della benzina, tanto io non ho l’auto”... 2.202 cittadini sono stati pochi per opporsi ad un pessimo Piano di viabilità, ma l’amministrazione sarebbe poco intelligente se non ne raccogliesse il messaggio. Oggi abbiamo 2.202 cittadini più delusi, frustrati e imbufaliti che potrebbero diventare una “bomba” domani. E il domani è dietro l’angolo, perché la prossima primavera anche quei cittadini andranno alle urne per decidere sul volto e colore della prossima amministrazione...

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C'è la crisi? Sorridete - Leggiamo: “Carlo Mauri (Confesercenti): ‘Per attirare i turisti bisogna essere allegri e sorridere’”. A sin sigur cal basta? Um scapa da rid... Spiaggia - Leggiamo: “In spiaggia il 'ritocco' è servito. Lavori per piscine più grandi, centri benessere e campi da gioco”. Adès al mènca sno qualche bèl palazon. Os-cia!... Traffico da incubo - Leggiamo: “Per le feste traffico cittadino da incubo. Questa viabilità è assurda”. Tut chi mocle e acidént che j'ha trat j'andrà a fnì in gnint? Va pu là!... Pescatori infuriati - Leggiamo: “Pescatori infuriati: un'altra imbarcazione incagliata nel porto”. Leo, Leooo! L'ariva o na stà drèga? L'elica l'an gira, ma li pal sì! Caz!... Ventena - Leggiamo: “I residenti: ‘Il Ventena è una fogna. La foce non verrà dragata, è uno scempio’”. Turisten incazaten e diren che questen ist puzzen, nein folkloren. Os-cèn!... L'Aia critica - Leggiamo: “Monetti (Aia): ‘Gli eventi sono pochissimi e la città sta morendo’ - Dura critica degli albergatori all'amministrazione”. Esagerèd! Qualche patacadéna ogni tènt i la fa anche lor... Convegno Pd - Leggiamo: “Convegno Pd: ‘Un futuro in comune - Fusioni, unioni, servizi in comune’”. In pratica ‘Chiacchiere tra cattolichini’ del Pd. In sa cume pasè al témp. Os-cia!... Bagnini, fate un gesto solidale! - Leggiamo: “Simona Gaudenzi (Ncd): ‘I bagnini facciano un gesto solidale e restaurino i rosoni della passeggiata in legno’”. Simona, t'zé zcorda che 'na masa ad lor j'ha al bracìn curt... La scogliera - Leggiamo: “Rimossa l'ultima scogliera della spiaggia nella zona Sud. Era dannosa e inutile”. Un po' come la nosta giunta cumunèla. Os-cia!... Festa in spiaggia - Leggiamo: “In 20mila alla festa in spiaggia del Bikini. Fra gli ospiti spuntano Valentino Rossi e persino don Biagio”. Cooo? E la madona!... Ufficio - Leggiamo: “Luca Ercolessi (Pd): ‘Serve un ufficio per controllare atti e delibere comunali’”. U j'èra e l'avì cius. Tènt li patachèdie i li pèga sempre i citadén. Caz!... VGS all'asta - Leggiamo: “VGS, la cattedrale nel deserto va all'asta”. Me a mitrìa all'asta chi ha vlù cla mundèza. Enzi, ai farìa paghè tutt i dan cl'ha 'vù la Catolga. Caz!... Illegalità - Leggiamo: “Il bilancio di un anno della Guardia di Finanza in Emilia Romagna: 466 evasori totali, appalti irregolari per 7 milioni, 1.586 reati tributari, denunciate 1.218 persone, il 26% non rilascia lo scontrino fiscale”. E quèst l'è sno qualche sasulén d'na muntagna. Caz!... Applausi dal Pd - Leggiamo: “Referendum viabilità? I cittadini si astengano. E' la posizione del segretario di Rifondazione comunista”. Clap, clap, clap... Al séndaca e al Pd i s'è splè li mèn pri applaudì. Che bravòn!... Dicono che i prossimi Accidenti! Un vero candidati a sindaco del tonfo nel passato... Pd siano Pietro Pazzaglini e Corrado Piva...



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Cattolica, 1914 circa. Famiglia Sangiorgi-Balduini. In piedi da sinistra: Francesco Sangiorgi, Romeo Sangiorgi, Antonio Sangiorgi. In basso da sinistra: Giusto Sangiorgi, Annunziata Balduini, Giovanni Sangiorgi, Carlo Sangiorgi. In basso al centro: Mario Sangiorgi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Carattere gentile, generoso e scherzoso, sempre pronto alla battuta e al sorriso

Ricordo di Luciano Pasini AMARCORD di Wilma Galluzzi

Radio Talpa si sente e si vede... sul web

- Dopo il successo degli eventi per il 30.mo (circa 10mila presenze), Radio Talpa è ritornata in occasione della Mostra dei Fiori di Cattolica (30 apr. 1-2-3 maggio). Ospite dello stand del mensile la Piazza, per quattro giorni ha allestito una redazione con trasmissioni in diretta radio-tv. Programmi musicali (la grande musica rock degli anni ’60-’80 e non solo...), informativi, e tanto spazio per i giovani. A partire dai più piccoli che hanno avuto in dono 400 palloncini rossi e gialli. Alcune band giovanili hanno presentato i loro cd, alcune associazioni

CULTURA

culturali e comitati cittadini hanno preso contatti per proseguire insieme l'avventura. E' stato allestito un grande monitor dove sono stati proiettati filmati di propria produzione che riguardano la storia della radio e interviste a grandi personaggi. Il filmato “Come si costruisce un giornale” è stato dedicato all’attività del mensile La Piazza. Lo stand ha riproposto anche una parte della mostra dei giovani cattolichini e gabiccesi

fotografati nel 1982. E' nata così la nuova RADIO TALPA, LA RADIO CHE SI VEDE... Sono stati migliaia i visitatori interessati o incuriositi (e allettati) dalla grande musica della radio. Grande contentezza anche da parte delle attività e standisti vicini, se non altro per avere attirato in via Risorgimento qualche migliaia di visitatori che altrimenti non sarebbero passati... incrementan-

do visibilmente gli incassi. Il finale è stato scoppiettante: la via è diventata una grande pista da ballo... Dopo la gloriosa esperienza passata (1977-1984), Radio Talpa entra nella rete e si cimenta con le sfide delle nuove tecnologie della comunicazione: una webradio-tv. Sarà ancora una Talpa ribelle, anticonformista, ironica... e con tanta buona musica. Digitare radiotalpa.it il sito è ancora in fase di allestimento. Tra breve raggiungerà il suo massimo splendore...

- Luciano Pasini, (1938 – 2015), è stato uno dei macellai più conosciuti di Cattolica. Una persona molto popolare e molto amata in città. Aveva iniziato come ragazzo di bottega nella maggiore macelleria della città, quella della famiglia Filippini. Questa azienda era “la” macelleria di Cattolica già dalla fine del ‘700 e ha funzionato anche come una vera scuola professionale, addestrando a questo mestiere decine di giovani. Quella dei Filippini era anche una scuola di vita, una comunità dove si diffondevano valori umanitari e politici di fede socialista per la promozione delle classi sociali più deboli. Luciano entrò dai Filippini, nel loro grande box all’interno del Mercato Coperto, che aveva appena 14 anni, deciso a imparare quel mestiere. Con i Filippini crebbe anche il suo carattere, gentile, generoso e scherzoso, sempre pronto alla battuta e al sorriso. Negli anni ’60, in pieno boom turistico, apre la sua bottega della carne in via Volta. Poi negli anni ’80 torna da socio nell’antica macelleria di piazza Nettuno dei Filippini, diventata sede di un consorzio di macellai, la SEC (Società Esercenti Cattolica), che riuniva storiche figure di famiglie di macellai come Toni Filippini e Tino Conti (Fidìn). La Sec non forniva prodotti di vendita al dettaglio, ma solo a esercizi di ristorazione. Ma il modo e la cura che Toni, Tino e Luciano usavano per preparare i servizi di carne per gli alberghi e ristoranti era sempre lo stesso: attento e selezionato come fosse per una famiglia. Ogni mattina non era facile affrontare tutte le esigenze che albergatrici e ristoratrici, cuoche nelle loro strutture, lasciavano negli ordini di servizi la sera precedente. A volte qualcuna piombava nel negozio, infuriata perché qualcosa non era quello da lei richiesto, ma i tre macellai, lavorando di squa-

Luciano Pasini (1938-2015)

dra, tra battute e riofferte di servizi, riuscivano a far finire tutto in una risata, specialmente per merito di Luciano che era irresistibile nelle battute spiritose che rimpallava con Tino che non era da meno. Quest’ultimo ci ha lasciato l’anno scorso ed era anche lui una persona di grande simpatia e di assoluta generosità, come ricordava Luciano ancora due mesi fa. Le discussioni così finivano in risate e ogni lunedì, molte di queste albergatrici, portavano in negozio padelloni di dolci della domenica sera per i macellai e tutto lo staff della Sec. Le clienti, per quanto esigenti e nervose, avevano la certezza di essere servite da persone oneste ed estremamente disponibili. Ancora oggi, come dimenticare la burbera bontà di Tino e la grazia riparatutto di Luciano? Ricordo che un Ferragosto, verso mezzogiorno, la Sec era in chiusura per la pausa pranzo, telefonai a Luciano disperata perché avendo voluto cucinare le anatre da cortile acquistate da una contadina, nessuno in albergo era in grado di tagliarle per le ossa troppo dure. Luciano mi disse: “Ven so’ che ai pens mé”. Tagliò come un chirurgo, in porzioni perfette, le 30 anatre con la sega elettrica e mi disse: “Un enta volta, se tli tò da nun, a fèn prima…”. Era così. Generoso, simpatico, gentile e buono. Ciao Luciano, saluta gli altri…


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Le cause sarebbero i fanghi tossici. Perdita per cattolichini e turisti - Oddio, che cosa sta succedendo al nostro piccolo comune di antica cultura marinara e forte vocazione turistica? Che cosa sta succedendo alla nostra Cattolica? Stiamo diventando i depositari di veleni? Quali? Di chi? Mentre i comuni costieri investono in servizi ed immagine, la stessa Gabicce, da cui ci divide un torrente, ha la capacità di ridare vita alla darsena lungo-Tavollo completamente insabbiata, Cattolica chiude il porticciolo del torrente Ventena, servizio importante per i cittadini ed i turisti; oltre ad essere una piccola perla che abbelliva e rendeva piacevole la passeggiata in quella zona di Cattolica, altrimenti sperduta e squallida come tutte le terre periferiche e di confine. “I fanghi”: ecco il problema!!! Sono o saranno i fanghi soliti, dato che l’entroterra non è così cambiato (non avendo notizie contrarie da chi dovrebbe controllare), e si pensa, neppure il depuratore che scarica le proprie acque nel Ventena da trent'anni e più. All’improvviso “I fanghi” sono diventati tossici, quasi strali lanciati dagli dei sul nostro torrente;

Ventena, un grido di dolore Chiuso il porticciolo E tutte le attività che gravitano lungo il corso del Ventena che fanno, tacciono? E la balneazione colpita “all’improvviso” dallo sversamento di questo “terribile” limo sarà chiusa? Che ne sarà delle attività balneari adiacenti la foce del Ventena? Che strano, i nostri Verdi tacciono? LA LETTERA

tutti cadono dalle nuvole, non solo gli strali, ma anche chi è deputato a sostenere, controllare e migliorare l’ambiente della nostra cittadina. Dove sarà finita la Bandiera Blu d’un tempo? A quell’ambiente, all’improvviso, così inquinato, mentre altre realtà con noi confi-

La foce del Ventena senza barche nanti riescono a bonificare e riqualificare in un batter d’occhio situazioni simili, che destino lo aspetta? Forse ritornare ad essere quella melmosa e malsana palude che era? Non vogliamo neppure pensarlo!!! E tutte le attività che gravitano lungo il corso del Ventena

che fanno, tacciono? E la balneazione colpita “all’improvviso” dallo sversamento di questo “terribile” limo sarà chiusa? Che ne sarà delle attività balneari adiacenti la foce del Ventena? Che strano, i nostri Verdi tacciono? Ed il Circolo Nautico, che

spostò la propria sede in quella zona, inaugurandola nell’anno 2000 dopo aver investito circa 900 milioni di vecchie lire per la ristrutturazione dell’ospedalino della colonia Ferrarese, rimasto comunque di proprietà del Comune, operazione tacitamente ma strettamente legata alla gestione del porticciolo che avrebbe permesso, come

lo è stato, una completa riqualificazione dell’area, che fa? Cosa dice, accetta blandamente questa incredibile situazione? Subirà supinamente la probabile perdita di un considerevole numero di Soci e, questa volta certa, perdita di introiti che potrebbe portare a dover ridurre al minimo la propria operatività se non, addirittura, metterne a rischio l’esistenza? Il Circolo si accontenterà egoisticamente di ritornare ad essere quello che fu, un club chiuso, gestito e sfruttato da pochi su di un terreno e delle strutture però pubbliche? LOTTARE; forse è diventato un verbo desueto, vuoto? ... o, sotto quel limo, secondo purtroppo ad uno stile tutto italiano che ci ha portato alla generale situazione odierna, esistono altre volontà, altre logiche? Non vogliamo crederlo; comunque oggi non ci è dato saperlo, ma un grido di dolore, un’esortazione a combattere sentiamo la necessità di rivolgerla almeno a chi è direttamente interessato a questa “mini terra dei fuochi”. Mamma mia, quante domande si pongono i cattolichini, forse sono saggi o solamente amano il loro paese che vedono andare in malora.


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Da qualche mese opera anche nella nostra città. Ecco i contatti

Una spesa a tutto G.A.S. I Gruppi di Acquisto Solidali nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni e non solo il prodotto, i consumi, i prezzi ASSOCIAZIONISMO di Gaia Trunfio - Domenica pomeriggio. Primavera. Il tempo incerto lascia immaginare scenari ormai prevedibili. Famiglie intere e coppie annoiate che girano, carrello alla mano e senza una vera meta, tra le gallerie anonime di qualche grande centro commerciale con tante luci e poca personalità. Non è regola, ma di sicuro statistica. E di sicuro c’è un’eccezione, che è quella di cui ci occuperemo. Da alcuni anni si è sempre più diffuso un modo nuovo, cooperativo e diverso di fare la spesa, i G.A.S. I Gruppi di Acquisto Solidali nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni e non solo il prodotto, i consumi, i prezzi. Da qualche mese anche nella nostra città ne è nato uno, grazie alla forza e alla volontà di un gruppo di “consumatori critici”. Incontro per l’intervista Mario Bruscella ,webmaster del sito www.eventhia.com, e sua moglie Simona Denicolò. Quando e come è nato il Catolgas? “Il Catolgas è nato a Cattolica nel gennaio di quest’anno e si è già guadagnato il suo piccolo spazio. Sono infatti già una quarantina i gasisti della Regina e circa 300 i membri che seguono e animano l’omonimo gruppo Facebook. Venivamo già dall’esperienza del Rigas di Rimini e di altri gruppi di acquisto e abbiamo deciso di provarci anche sul nostro territorio”. Come si diventa “gasista”? “L’iscrizione al Catolgas è libera e gratuita. Si aderisce registrandosi sul sito www.eventhia.com. Georgia Galanti, responsabile del gruppo accoglienza, contatta i nuo-

vi iscritti al sito per spiegare loro l’etica e il funzionamento del gas. Poi si comincia ad acquistare direttamente dal sito cercando tra gli ordini aperti e i prodotti disponibili. Ogni ‘settore’ della nostra ‘bottega’ online ha un referente: Lucio Filippini e Massimo Tomasetti per il vino, Susanna Leardini per la verdura e la frutta, Susanna Domunyan e Anne-Marie Giles per formaggi, Giulia Terenzi per i ceci, Roberta Zannoni per i latti vegetali e Roberta Barulli, per il formaggio di San Facondino. Dopo aver fatto l’ordine, il sabato mattina si ritirano i prodotti in uno dei 4 punti di raccolta previsti e solo in quel momento si paga”. Non è un modo un po’ solitario per fare acquisti? “L’utilizzo del mezzo virtuale non deve far pensare ad un’esperienza di acquisto asettica e impersonale. Tutt’altro! I gas si basano sulle relazioni prima che sui prodotti. I nostri punti di raccolta, fatta eccezione per la Bottega Equosolidale di Via Allende, sono in casa. Ci incontriamo, chiacchieriamo, e ‘facciamo la spesa’ mentre i nostri figli giocano in giardino. Se abbiamo tempo prendiamo un caffè, scambiamo opinioni. Ci conosciamo e riscopriamo il piacere di conoscerci”. La spesa come momento di incontro e di scambio, quindi? “Esatto. Il gas accoglie persone di Cattolica, Gabicce, Gradara e Tavullia e c’è una viva collaborazione fra gas vicini, in particolare con Santarcangelo e Rimini. Il 12 Maggio ci incontreremo tutti per fare un primo bilancio, condividere impressioni sui prodotti e i fornitori e per proporre migliorie di questo progetto tutto in divenire. Dal 17 maggio in poi invece, per quattro domeniche, andremo direttamente a visitare fattorie e viticoltori per conoscerli da vicino e capire come

Il referente di Sapori del Passato con i gasisti. Si presenta e si distribuiscono in casa pasta e biscotti che lui stesso ha prodotto e che vende con regolare scontrino

lavorano e cosa producono. Spesso infatti organizziamo incontri con i produttori per conoscere le mani e i volti di chi realizza i formaggi che mangiamo, il latte che diamo ai nostri figli o per farci raccontare delle terre sui cresce la verdura che scegliamo”. Che vantaggi ci sono per

il consumatore ad acquistare tramite un gas? “Innazitutto la garanzia di acquistare un prodotto sano, bio, genuino, non industriale, mai standard, che ha riguardo per l’aspetto sociale e l’impatto ambientale. Quello che sperimentiamo è un nuovo modo di fare eco-

nomia, in cui non è la corsa allo sconto forsennato ad incidere, ma l’etica e i valori. E’ la collaborazione che si contrappone alla concorrenza spietata. E’ fare la differenza facendo la spesa. Alcuni dei prodotti che abbiamo scelto vengono da progetti di case famiglia e carceri. Penso al San Facondino, il formaggio del Perdono, il cui acquisto sostiene il progetto CEC , comunità educante con i carcerati, ma anche ai prodotti della Cooperativa Lazzarelle, che coinvolge soggetti deboli del mercato, come le donne ristrette nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli”. E per i produttori? “Uno dei nostri obiettivi è proprio la valorizzazione del locale, del vicino, dell’entroterra. E’ il famoso ‘km 0’ su cui investire non perché sia ‘di moda’ o ‘radical chic’ ma nella consapevolezza che contribuendo alla crescita del mio vicino, cresco anche io come comunità. Ogni spesa che ‘sottraggo’ alla grande distribuzione, ai colossi del commercio, posso investirla acquistando dal piccolo agricoltore, nel forno di paese, dall’apicoltore e dall’allevatore che mi è accanto, sostenendo, al prezzo giusto, la mia economia, l’economia del mio paese, l’economia dell’ Italia. Come qualcuno ha detto, la politica si fa anche facendo la spesa, e ogni consumatore, orientando la sua spesa, può decidere quale economia sostenere, se quella che predilige un buon prodotto al giusto prezzo, realizzato da un lavoratore rispettato o se quella della globalizzazione forsennata, del livellamento dei prezzi, del sottocosto imperante e della

mortificazione dei diritti dei lavoratori. I gas possono essere una nuova possibilità anche per i piccoli produttori in crisi. Spesso sono proprio i gas ad aiutare i commercianti o gli aspiranti imprenditori a trovare, in una nuova filosofia di consumo, una via d’uscita dalla crisi. Come gruppo d’acquisto siamo aperti alla conoscenza di nuovi fornitori locali che rispettino la nostra filosofia”. Perché avete fatto questa scelta, e perché vi impegnate nella promozione e crescita del Catolgas? “Se non siamo noi ‘dal basso’ a dare una mano all’economia locale, non lo farà nessuno. Lo abbiamo visto con l’Expo, sponsorizzato dalle grandi multinazionali, e lo vediamo ogni giorno quando la bottega sotto casa chiude i battenti. Possiamo provare ad invertire questo trend, possiamo sostenere il prodotto locale e in alcuni casi addirittura creare lavoro sul territorio. Possiamo farci promotori di progetti di sviluppo e sostegno, cosa che tra l’altro è alla base di Eventhia.com. Il sito infatti non solo accomuna i diversi gas della zona ma si propone di essere luogo di scambio e crescita per progetti del terzo settore. La dicitura .com, - ricorda Mario Bruscella -, è da intendersi come sigla di ‘comunità’ che amplia e dà significato alla classica definizione di ‘commercio’. I gas sono anche un modo per educare al rispetto noi stessi e i nostri figli. La condivisione, in questo modo di fare la spesa più delicato, ci insegna a stare attenti ai bisogni degli altri. Inoltre incoraggiamo l’aiuto e la partecipazione. Essendo tutti volontari, il sabato facciamo dei turni per distribuire i prodotti e ognuno può dare la propria disponibilità, anche solo un paio di volte l’anno, per aiutare gli altri. La differenza è questa. Che il Gas siamo noi, ma lo facciamo per noi e anche per gli altri”. Che tu sia fornitore o consumatore, se vuoi conoscere meglio il Catolgàs, puoi visitare il sito www.eventhia.com, digitare su facebook Catolgas, inviare una mail a admin@eventhia.com o chiamare Mario Bruscella allo 0541-962550.



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I Bernabé, i Bartolini... amicizie e amori. E poi il mitico “Lampo”... Savio Bianchini ci regala ancora un grande affresco di storia locale ricco di sentimanti e umanità...

Da sinistra: Angelo Bartolini “Angiulen d’Lampo” con la moglie Renata “Garguret” nella loro casa a Tavullia. Cattolica, zona torrente Ventena, dove un tempo Luigi Bartolini fu apostrofato con il soprannome di Lampo. La casa della famiglia Bartolini.

RICORDI di Savio Banchini*

LA GARANZIA - Vorrei ricominciare da dove ero rimasto il mese di febbraio, vale a dire da quella rotonda, da quel faro rosso sul cavalcavia, per parlare dei Bernabè (Garguret) ma soprattutto dell’azdora, come si dice in Romagna: donna Rosa, sposata con Salvatore. Lei viveva in quella grande casa, oggi quasi invisibile perché rimasta imprigionata tra il cavalcavia e l’autostrada. Era di una famiglia benestante ma partiva tutte le mattine in bicicletta al cui manubrio aveva appeso la brocca del latte; scendeva in via Saludecese per arrivare fino al centro del paese. Si usava dire che aveva delle “poste” (luoghi destinati alla consegna). Tante volte a casa non c’era nessuno, così queste persone le preparavano la bottiglia vuota sul davanzale; il pagamento veniva effettuato a fine settimana o a fine mese. Ancora ricordo Rosa preoccupata per quelle consegne. Era molto più rilassata al ritorno, quando più volte con me si fermava a parlare. Avevo 18 anni e lei sapeva che facevo il potatore e lavoravo in un vivaio, così mi convinse ad andare ad aiutarla con la potatura in quel podere dove oggi si trova la casa del mio amico Piero Bernabè. Dopo il lavoro , quella famiglia mi invitò a pranzo e così conobbi i figli di Rosa. Ci avvicinavamo al 1940, dai paesi limitrofi giungevano tante famiglie; una di queste veniva da Tavullia, Bartolini Luigi e la moglie Carolina con i figli Dino e Angelo. Essi presero in affitto un appartamento con un orto attaccato al mulino di Staccoli (oggi zona via Allende). I due ragazzi diventarono miei amici. In un primo tempo uscivo con Dino che poi sposò la figlia di Staccoli mentre io quasi trentenne andavo ancora con Angelo di me più piccolo di qualche anno a balla-

Gli orti sul Ventena e tanta umanità re nei locali di Cattolica e Gabicce. Ero cresciuto fra tanti lavoratori, avevo visto faticare tanta gente, ma le ore di Luigi l’ortolano erano davvero tante. Nonostante ciò, lui era sempre sorridente anche quando le cose non andavano per il verso giusto. Non l’ho mai sentito lamentarsi su quella terra dove coltivava tanti ortaggi; aveva capito quello che era più adatto a quel terreno e a quel concime, quindi aveva scelto le melanzane che prima seminava nel “banco” (una piccola serra che prendeva calore dal letame e dai raggi del sole che filtravano attraverso un vetro) e a primavera venivano trapiantate nella terra. Ne aveva un grosso appezzamento. In quegli anni in tanti orti le melanzane prendevano il cosiddetto “male del piede” (cioè una malattia della radice) e si seccavano; per questo oggi la melanzana viene spesso innestata alla pianta del pomodoro. Però quelle di Luigi erano uno spettacolo. L’ortolano era ed è ancora uno dei lavori più duri che esistano, perché al mattino bisognava alzarsi presto per innaffiare e la sera si faceva notte per la raccolta, in particolare per quella dei fagiolini. Qualche volta dopo pranzo ci si sdraiava a letto o sotto una pianta, ma ricordo bene quando Bartolini Luigi detto “Gig” e la moglie partivano con un carretto tirato a mano per andare al mercato di San Giovanni. Era carico di cesti di verdure, in particolare ovviamente di melanzane, che gli rendevano metà dell’incasso. Al ritorno, questo ve lo dico per farvi capire quanto fossero stanchi, la strada era

in discesa e allora a turno uno dei due saliva su quel carretto e si riposava in mezzo ai cesti vuoti. Sull’altra sponda del torrente Ventena, si trovava un altro grande orto, quello dei fratelli Maltoni, Vittorio e Mario. La vegetazione era così fitta che, pur essendo i due orti molto vicini, a mala pena guardando da una sponda all’altra, si intravvedevano; quindi a volte occorreva urlare per poter comunicare qualcosa (si usava dire “dare la voce”). Luigi spesso, quando le persone gli facevano notare la difficoltà del lavoro che stava svolgendo, con il suo solito ottimismo diceva: “no, vedrai, facciamo presto, adesso é un lampo!” Così, detto oggi, detto domani, si guadagnò il soprannome di “LAMPO”. Dino una volta sposato cambiò mestiere: andò a fare il ferraiolo presso la ditta Mancini nei pressi della stazione, così nell’orto rimasero solo tre persone. Ma i Bartolini non si persero d’animo. A Cattolica il turismo aumentava, l’orto dava ottimi frutti e a volte queste verdure venivano consegnate direttamente agli albergatori. Con quelle amicizie il mio amico Angelo durante l’estate riusciva a ritirare gli scarti che i clienti lasciavano nei piatti e che servivano ad allevare tre o quattro maiali, che vendeva prima di Natale. Si trattava di sei o sette quintali di carne quando andava tutto bene, ma un anno ad esempio, il Ventena straripò e due maiali annegarono. Uno si salvò perché salì sopra gli altri due! Nella stalla Luigi aveva comprato l’asina e la trattava come una della famiglia! Ricordo che quando tornava dal “paese”, come

noi eravamo soliti indicare il centro di Cattolica, al Bar Perlini (da Loch) si fermava a prendere il gelato; in realtà ne acquistava due, uno anche per la “somara”. Allora gli dicevo: “Gigi, la somara non mangia il gelato!” - e lui mi rispondeva “La magna anche la doga!” (“mangia anche il bastoncino di legno!”). Anche a San Giovanni non andava più col carretto trainato a mano, ma con l’asina . All’andata col carico era tutto normale, ma al ritorno, poco prima del rientro a casa, per noi ragazzi era una festa perché quando lo vedevamo arrivare gli chiedevamo: “Gig ci fai vedere la mossa?” - Lui, sempre disponibile, che tante volte lo aspettavamo per lo “spettacolo”, si alzava in piedi su quel carretto: con una mano teneva le redini mentre con l’altra sbandierava la bilancia. Quella bestia ormai capiva cosa voleva da lei: allora cominciava a trottare e ad un certo punto, faceva una mossa come se danzasse. In quel lontano ieri quel movimento piaceva tanto a noi bambini, ma divertiva anche i carrettieri. Mancavano pochi anni al 1950, ormai le piaghe della guerra erano chiuse, e quell’orto era sempre più bello. Adesso i Bartolini avevano anche la zappatrice, un attrezzo rivoluzionario, così le ore della zappa, del badile, della vanga e del rastrello erano sempre meno. Tante sere erano dedicate alla “dolce vita”, una la ricordo in particolare: si ballava in quella sala che oggi è la sala consigliare di San Giovanni; era l’ultimo dell’anno, quella serata era chiamata il “Veglione dell’Elmetto”. Sedute su delle panche vi erano oltre alle ra-

gazze, anche tante mamme che erano là per controllare le loro figlie, come accadeva regolarmente a quei tempi. Per Angelo era una serata particolare perché doveva fidanzarsi ufficialmente. Quella sera lui mi disse che la mamma di Renata, la sua futura fidanzata, mi voleva a cena con loro a mezzanotte; io, sorpreso, gli dissi: “Io cosa centro in questa cosa? T’ze tè che t è da fè la morosa!”. Lui insistette tanto dicendo che mi voleva a tavola con loro. A questo punto risposi: “Me andò cus magna a vag più volentier che ne du cus lavora!”... Decisi di accettare l’invito e insieme andammo a quella cena. Appena arrivati, salimmo una scala, in cima alla quale c’era una sala: c’erano tante persone e molto rumore. Vidi una pentola sul fuoco che rilasciava un buon odore: mi resi conto che “da magnè un gnera el ces brosc” (il cece abbrustolito), ma “i era i caplet fat in chesa nà quì chi fa mi bosc” (come diceva il mio amico Quinto Dina “Bilon” riferendosi alla pianta di maruga, che fa dei frutti simili ai cappelletti). Siamo stati circa due ore insieme e mi son trovato molto bene; ho capito il perché della presenza mia, mamma Rosa, la lattaia, voleva da me una “garanzia”. Mi ha fatto alcune domande su Angelo e sulla sua serietà, come una sorta di ramanzina per essere certa che lui fosse il ragazzo giusto per sua figlia. Alla fine qualcosa le ho lasciato perché le dissi: “una cosa è certa, lui è molto innamorato”. Cinque minuti dopo parlavo con Angelo dicendogli: “Il dado è tratto”. Oggi in quel posto in via Roma

c’è l’edicola il “Quadrifoglio”, mentre prima vi era il distributore di Luvinari che vendeva la benzina. Passano gli anni, io ed Angelo siamo entrambi pensionati, e siamo ancora molto amici. Angelo Bartolini mi chiede di potargli delle piante intorno ad una sua casa di Tavullia, ove intorno si trova l’orto. Sembra di tornare alle origini, dall'orto del padre a quello del figlio. Questa casa ora è un “bed & breakfast” gestito dal figlio di Renata ed Angelo, l’avvocato Marcello e soprattutto dalla moglie Raffaella Gaudenzi. Questo succedeva negli anni '80, d’estate, perché d’inverno quella casa diventava un ritrovo per noi anziani: ognuno portava quello che aveva, la verdura era lì a portata di mano, un altro arrivava con della frutta, qualcuno anche con la cacciagione. Ricordo che Angelo era tanto esigente e la moglie Renata doveva lavorare molto. Era molto bello stare insieme!

Daniele, il loro figlio maggiore, da molto tempo è il mio Dottore. Mi ha risolto più malanni, così ora ho raggiunto il traguardo dei 90 anni! Sto pensando a Rosa, a questa lunga vita mia, a quella notte sopra il distributore, al fidanzamento ed alla garanzia. Torno al Ventena, che ne ho parlato tanto, e nella mia testa ancora ho “quei fugaci dì, passati al par d’un Lampo !”* *(come diceva una poesia studiata da bambino di cui non ricordo il titolo).



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Aperitivo Letterario 8: Leonardo Colombati racconta gli anni Sessanta

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‘1960’, tra Dolce vita e colpi di Stato

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CULTURA La copertina del libro di Leonardo Colombati

di Patrizia Mascarucci - “Aperitivo Letterario” di sabato 21 marzo continua il percorso sulla narrativa d’inchiesta con Leonardo COLOMBATI scrittore, giornalista e poeta romano, con la presentazione del suo libro 1960, Mondadori, 2014. L’anno della XVII Olimpiade, simbolo di un periodo aureo per la cultura italiana e della vivacità delle estati romane, quando Roma sembrava Hollywood con i set cinematografici in tutta la città, con i film “Oro di Roma”, “La dolce vita”, “Accattone”, “Il sorpasso”. Ma anche l’anno in cui

avrebbe dovuto aver luogo un colpo di Stato – ancora oggi, nonostante i riscontri negli archivi del SIFAR, non si sa se la notizia sia vera o presunta – con il progettato rapimento dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi mentre dormiva nella villa di San Rossore. «É venuto fuori che il rapimento del presidente alla villa del Gombo era solo fumo negli occhi. Grombach, Pièche, Tritoni e i loro uomini volevano prendere Roma: aeroporti, RAI, centrali elettriche, il Viminale... Ma hanno combinato un casino...».

Gronchi quella notte non si sa se fosse solo o in compagnia: su questo, per bon ton, non è stato tolto il segreto di Stato, ma è dato per certo che il bunga bunga sia stato inaugurato da lui: tutt’oggi è ben nota al Quirinale “la porticina di

Gronchi”... (l’altro suo passatempo erano i trenini con cui giocava dalle due alle quattro e mezza di notte). Gronchi fuggì di notte in pigiama a seguito dell’allertamento annunciatogli dal generale De Lorenzo (torbido comandante del SIFAR, il servizio segreto delle Forze Armate). Uno dei tanti misteri all’italiana... Colombati tratteggia un affresco storico e sociale della politica italiana tutt’ora in auge ed è ambientato in una Roma meno nota ma comunque rico-

AVVISO PUBBLICO Il libro su Radio Talpa (15 euro) è in vendita in tutte le edicole e librerie di Cattolica e Gabicce Mare. Sono a disposizione anche le felpe col cappuccio col nuovo logo della radio (colori: blu notte, rosso bordeaux, grigio graphite. Taglie: S-ML-XL-XXL. Per bambino solo colore blu). Per informazioni e prenotazioni: tel. 0541-611070 -mail: lapiazzarimini@libero.it

noscibile e sempre affascinante. Il contesto storico, politico, gli intrighi di letto (l’attrice Silvia Koscina, afferma Colombati, era l’amante di Tambroni e venivano spiati da De Lorenzo), i VIP, gli attori, i registi, gli scrittori: il libro è ispirato da personaggi a cavallo tra realtà e fantasia, circondati dall’atmosfera di quegli anni di bruttezze, oscenità, bellezze e celebrità. Con sorpresa sarete afferrati dal romanzo-thriller: Colombati si è molto documentato per caratterizzare romanzo e personaggi. Vi aleggia un certo divertissement, appare dotato di un impianto storico che gli evita di appiattirsi sulla cronaca. Uno stile difficile, quello di ricorrere a fonti storiche restituendo i personaggi come se li si incontrasse per la prima volta. Colombati durante la presentazione del suo libro – rispondendo alla domanda posta da Claudio Roncarati, noto psichiatra e poeta, sulla scelta del ’60 e non del ’68 – dice che negli anni ’60 iniziarono sistematiche indagini di mercato sui gusti dei giovani per condizionarne gli acquisti attraverso la pubblicità. La nuova generazione di giovani voleva risorgere e smarcarsi dalle ceneri del dopoguerra ed aveva la spe-

ranza fondata di vivere una vita migliore rispetto a quella dei genitori; oggi i giovani sanno che avranno una vita peggiore ed in questo sta la malinconia di una società che sta declinando, caratteristica della mancanza di speranza. In quegli anni iniziò l’escalation di ribellione nei confronti dei genitori e a seguire dell’estabishment. «Il ’68 è stato l’ultimo momento, la decandenza del ’60». Nel 1960 l’Italia, Roma, era frequentata da personaggi di spicco della letteratura americana, ai tavolini dei bar si incontrava il gotha di scrittori, attori, personaggi della politica; l’Italia era un paese strategico per la politica internazionale. «Cultura e letteratura viaggiano là dove si forma la storia: oggi in Italia non accade nulla di rilevante, abbiamo perso di rilevanza storica». In definitiva, in 1960 “Colombati costruisce un vasto organismo narrativo che dà vita a uno straordinario omaggio a Roma, città ‘nera’ e vischiosa ma anche di struggente bellezza, al culmine del boom economico e della dolce vita”. Per l’acquisto: http://www.ibs.it/code/ 9788804616177/colombatileonardo/1960.html


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- Nato l'Osservatorio della fotografia tra Romagna e Marche con il fotografo Uliano Lucas. Cattolica negli ultimi anni, è diventata importante anche la divulgazione della cultura fotografica, grazie alla nascita di un originale “Osservatorio sulla fotografia tra Marche e Romagna”, frutto della collaborazione fra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cattolica e l’Associazione culturale Centrale Fotografia di Fano, che dal 2013 hanno capitalizzato due importanti progetti didattici dedicati alla fotografia, svolti al Centro Culturale Polivalente di Cattolica, e dove in due edizioni hanno partecipato circa 100 persone. Uliano Lucas, si è affermato come fotografo intorno agli anni ’70, quando documentò le lotte operaie e studentesche a Torino e a Milano. È autore di diversi libri fotografici e di una serie socio-economica su alcune realtà regionali. Ha lavorato a lungo in Africa e si è occupato

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CATTOLICA

Con un grande fotografo: Uliano Lucas. Mostra alla Galleria S. Croce fino al 7 giugno

CATTOLICA Via Del Prete 6 www.adriaexpress.it TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 - 963334 e-mail: adria@express.it

Nasce l'Osservatorio sulla fotografia Tra la Romagna e le Marche

La cartolina dell'evento

CULTURA

spesso di questioni sociali, dall’emigrazione alle forme di lavoro. Cattolica è al confine tra due grandi scuole di fotografia italiana, che mettono in luce le diversità regionali: nelle Marche il vigoroso e drammatico bianco e nero del grande fotografo-tipografo Mario Giacomelli e in Emilia-Romagna il delicato e sofisticato colore del noto fotografo-geometra Luigi Ghirri. Giacomelli e Ghirri hanno privilegiato per la loro

Locandina della mostra

fotografia espressiva, i luoghi e i paesaggi della loro terra nativa, fino a raggiungere con il loro talento, segni e significati ap-

prezzati in tutto il mondo. Per l’occasione verrà inaugurata, sabato 9 maggio alla Galleria Santa Croce ore 18 la

Croce per la chiesa dei Frati Alta 4 metri e 20, di notte si illumina con i led. E' stata inaugurata la domenica delle Palme

di Laura Giambartolomei - Con una croce luminiosa continua l’opera di “bellezza” della chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova. Durante le celebrazioni della domenica delle Palme, il parroco Fra Luigi Faraglia ha inaugurato la nuova croce collocata sulla sommità della chiesa, sul lato che si affaccia sulla piazzetta d’ingresso e che dà su viale Del Prete. E' situata nello stretto spazio tra le due torrette di vetromattoni che si elevano dal tetto piano dell’edificio. In questo modo il simbolo s’innesta in modo naturale in una sede dallo spazio già definita, completandola e valorizzandone il simbolismo ascensionale. La croce, costituita da una struttura in alluminio verniciato e vetro, diviene nuovo riferimento visivo e, proprio per la tradizionale collocazione sulla sommità della chiesa, ne migliora la riconoscibilità e ne esalta la dedicazione al culto. E’ alta 4,20 metri ed ha un’apertura di 2,30 metri. E’ sostenuta da un basamento che la tiene sospesa e la eleva di circa 1,10 metri. dal solaio su cui poggia il basamento stesso. In totale la struttura crocebasamento ha un’altezza pari a 5,30 metri, calcolando poi che il solaio tra le due torrette in

AGENZIA VIAGGI

COMUNITA'

vetromattoni ove poggia il basamento è a circa 5,70 metri da terra, la sommità della croce raggiunge gli 11 metri di altezza. Il piedistallo da cui si eleva la croce è costituito da “rami metallici” che ne diventano parte integrante e generatrice, a sottolineare l’identità figurativa tra il patibolo di Cristo e l’Albero della Vita (Arbor Vitae o Lignum Vitae). I “rami” sono realizzati in lamiera piena di ferro tagliata al laser, zincata a caldo e verniciata. Il piedistallo è poi anco-

rato al solaio di copertura in cemento armato mediante un sistema di piastra-contropiastra collegate con tirafondi. La croce è composta da una struttura realizzata con profili di alluminio anodizzato preossidati e verniciati ed ha un’anima centrale in vetro extra-chiaro “Solid-Light” che, grazie ad un particolare sistema di microincisioni, consente alla luce dei led di diffondersi in maniera omogenea. La croce è dotata infatti, lungo tutto il perimetro del vetro interno, di un sistema di illuminazione a led non visibile dall’esterno, che garantendo la totale illuminazione notturna delle parti vetrate ne aumenta il simbolismo, consentendo una percezione d’insieme di sola luce, trasparente ed aerea. Per la verniciatura della croce si sono privilegiati i cromatismi già esistenti nella Chiesa, mantenendo il medesimo colore effetto “corten” utilizzato anche per le panche esterne di metallo già presenti sul sagrato. Il merito di questa realizzazione va agli architetti Gianluca Bottinelli e Paolo Ghinelli.

La croce si illumina di sera

mostra “La riviera Adriatica e la Repubblica di San Marino”, aperta fino al 7 giugno 2015, dove sono esposte le immagini di due illustri fotografi, il marchigiano Stefano Mariani e il romagnolo Silvio Canini, oltre all’artista sanmarinese Nico Macina, e alle immagini dei corsisti e tutor di “Centrale Fotografia”. La mostra sintetizza una ricerca documentaria e poetica sul territorio tra Marche e Romagna; realizzata in collaborazione della Segreteria di Stato

della Repubblica di San Marino, dove si è riusciti ad appassionare circa quaranta iscritti, che seguendo le lezioni e i consigli dei tutor sono riusciti a raccontare il rapporto geografico e culturale che esiste tra la “riviera adriatica” – da Ancona a Rimini – ed il promontorio a 700 metri sul mare della Repubblica di San Marino. Ispirati da un articolo, “Riviera Adriatica”, scritto dal critico e compositore musicale Bruno Barilli (Fano, 1880 – Roma 1952), pubblicato negli anni venti sul Corriere, e poi raccolto con altri nel 1952 sul libro “Lo stivale”; è un breve racconto dove Barilli racconta il suo viaggio in treno, attraverso una descrizione realistica e a tratti visionaria, del paesaggio e delle località che vede dal finestrino, partendo dalla città di Ancona, che loda per la sua bellezza, fino a raggiungere Rimini e poi San Marino. I n f o r m a z i o n i : www.cattolica.net, tel. 0541.966603 www.centralefotografia.com, info@centralefotografia.com cell. 347.2974406


Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

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Per il raffinato teologo Vito Mancuso esiste la salvezza. E' così per tutte le religioni

Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

LA RIFLESSIONE Papa Bergoglio

di Vito Mancuso*

- Io non credo che esista la redenzione, credo che esista la salvezza. Tutte le religioni hanno al loro centro, come scopo primario del loro esistere, la salvezza. Solo il cristianesimo, o meglio un certo tipo di cristianesimo, conosce la salvezza come redenzione, cioè pensa che la salvezza del genere umano, di tutti gli uomini di tutti i tempi dipenda da un particolare evento storico che la teologia contemporanea identifica con la resurrezione, dopo che per secoli e secoli si era ritenuto che l’evento salvifico fosse la morte in croce. Non a caso il simbolo del cristianesimo è il crocifisso e non il risorto. Oggi la centralità della croce è superata perché la prospettiva amselmiana del riscatto, della soddisfazio-

L’azione salvifica divina c’è sempre stata ed è sempre stata legata al bene, alla purezza del bene e della giustizia ne, del pagamento del debito mediante il sangue, non è più accettabile dalla coscienza contemporanea. Penso che il voler trovare nell’azione di Dio, che per definizione è universale, un momento preciso in base al quale essa diventi fonte di redenzione, sia infondato. L’azione salvifica divina c’è sempre stata ed è sempre stata legata al bene, alla purezza del bene e della giustizia, e ha interessato tutti gli uomini di tutti i tempi. Il primo essere umano apparso su questo pianeta, quando ha usato la clava non per staccare la testa al suo compagno, ma per proteggerlo, quando ha dato da mangiare a chi non aveva da mangiare, ha dato da vestire a chi non aveva da vestire, ha dato da bere a chi non aveva da bere, ha

ce come bene e giustizia, è continuamente presente nel mondo. Non sto dicendo niente di diverso da quello che diceva Jeshua, Gesù, quando dovette prefigurare l’evento dell’ultimo giorno, quando ciascuno di noi verrà soppesato al cospetto

Dialogo sulla fede. Esiste la redenzione? generato salvezza. Ogni volta che quel guazzabuglio del cuore umano manifesta una dimensione di luce, il trascendimento dell’essere che non vuole soltanto affermare se stesso

ma si esprime come volontà di amore e di relazione, lì diventa divino perché Dio è amore, relazione. Gesù è la grammatica, la sintassi, il logos, la grande pagina scritta, di questa

logica che esiste da sempre, che da sempre è legata a questo mondo. Dobbiamo parlare di “ creatio continua” perché la logica dell’armonia relazionale, che umanamente si tradu-

del principio che l’ha portato e lo ha mantenuto all’esistenza. Io credo che ci sarà un giudizio su di noi, e prima di me tutte le spiritualità e le grandi filosofie hanno creduto al momento

Togli l'amore e avrai l'inferno di Gianfranco Vanzini - Nei giorni scorsi ho letto l’ultimo romanzo di Alessandro D’Avenia: Ciò che inferno non è (Ed. Mondadori) Racconta in un modo molto bello e coinvolgente la vita e la morte di don Pino Puglisi, il sacerdote che, a Palermo, nel quartiere Brancaccio, per aiutare i giovani ad uscire dal loro isolamento e dal loro abbandono, aveva aperto un Centro Giovani e chiedeva a gran voce l’apertura di una scuola Media. Il suo lavoro e le sue idee non sono piaciute alla mafia che nel 1993, lo ha ucciso. Nel descrivere gli ultimi momenti di vita di don Puglisi, D’Avenia fa una riflessione che mi ha colpito. “ Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita… La prima sarà non avere vissuto secondo le nostre inclinazioni, ma prigionieri delle aspettative degli altri…(mode, maschere ecc.) Il secondo rimpianto sarà avere lavorato troppo duramente lascandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato, perché non esisteva, se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo.

Lovanio, antica università

Per terzo rimpiangeremo di non avere trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non avere detto abbastanza “ti amo” a chi avevamo accanto, “sono fiero di te” ai figli, “scusa” quando avevamo torto o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito, alla verità, rancori incancreniti e lunghissimi silenzi. Poi rimpiangeremo di non avere trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì… dando la precedenza a ciò che era urgente e non a ciò che era importante… Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall’abitudine, dall’accidia, dall’egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Don Pino non rimpiange nessuna di queste cose, le ha

avute tutte nell’amore…L’amore che ha dato rimarrà intatto e continuerà per sempre indistruttibile, perché quell’amore non originava da lui, lo attraversava come un canale pulito…E’ stato veramente un: ”Sacerdote anello di congiunzione tra Dio è l’uomo. Togli l’amore e avrai l’inferno, diceva don Pino… Metti l’amore e avrai ciò che inferno non è…” L’amore verso Dio e verso il prossimo. Il Comandamento di Gesù. La ferma convinzione di essere amati da Dio e di avere tanto amore da riversare sugli altri. Nel caso di don Pino, sui suoi ragazzi di Brancaccio. A rileggere queste cinque cose che potremmo rimpiangere, mi sono venute alla mente alcune riflessioni che insieme abbiamo fatto anche sulle colonne de “la Piazza”. Sto pensando al Decalogo e alle sue indicazioni. In diverse occasioni abbiamo ricordato che siamo nati per essere liberi di costruire il nostro

destino, senza vincoli o sudditanze, o peggio ancora, schiavitù. Che è un dovere lavorare, ma con intelligenza e discernimento. Da ultimo la Verità. Questa sconosciuta. L’abbiamo persa nei discorsi fumosi e ambigui di questi tempi. Nelle e l u c u b r a z i o n i pseudofilosofiche, sociologiche o politiche. Abbiamo perso e dimenticato il suggerimento di Gesù:” Il vostro linguaggio sia: Sì!...Sì!...No!...No! Il resto è del maligno.” Quanto spazio abbiamo lasciato al maligno, perché oscurasse i nostri pensieri? Quante volte anziché ascoltare la voce della coscienza, abbiamo ascoltato quella dei mass media, delle mode, dei falsi profeti, delle ideologie fasulle o false? Recuperiamo il senso e il valore della verità e della carità. Basta bugie, basta ipocrisie, basta cattiverie verso i nostri fratelli prossimi e meno prossimi.. Sarebbe un risultato eccezionalmente positivo per la nostra vita e anche per cominciare ad uscire dalla crisi che ci sta attanagliando.

del giudizio. Che cosa dice Gesù prefigurando quel momento? Conosciamo bene il capitolo 25 di Matteo “ Venite a me , benedetti dal Padre mio, perché avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, ero malato ….. Via da me, maledetti dal Padre mio, perché avevo fame, avevo sete, ero nudo e non mi avete dato da mangiare, da bere, da vestire..”. 1500 anni prima che

Libro dei morti dell'Antico Egitto: “Ho onorato Dio con ciò che egli ama. Ho dato da mangiare all’affamato, ho dato da bere all’assetato, ho vestito chi era nudo, e ho dato una barca a chi non l’aveva” questa pagina venisse scritta, in Egitto qualcuno disse “ Scrivi questo bigliettino e mettilo nella mia mummia perché quando mi troverò al cospetto di Anubi che peserà la mia anima magari sarò emozionato e allora potrò tirarlo fuori e leggerlo”. “Il libro dei morti” dell’antico Egitto è la collezione di questi bigliettini che sono stati trovati nelle mummie e al capitolo 125 - citazione che devo a Simone Weil perché da lei l’ho imparata - si legge: “Ho onorato Dio con ciò che egli ama. Ho dato da mangiare all’affamato, ho dato da bere all’assetato, ho vestito chi era nudo, e ho dato una barca a chi non l’aveva”. Come possiamo pensare che un’anima così non sia salva? Come possiamo pensare che Dio abbia bisogno del sangue per redimere? Se Dio è quello di cui ha parlato Gesù non c’è redenzione, c’è salvezza.



Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

- Domenica 3 maggio alle 9, presso la Sala Conferenze della Banca di Credito Cooperativo di Gradara , a Gradara, si è tenuta la 104^Assemblea annuale dei soci per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2014. La BCC di Gradara ha chiuso l’anno 2014 in modo più che positivo, davvero eccellente se raffrontato al contesto economico attuale. Gli indicatori economici, infatti, sono tutti più che positivi: utile netto 6,2 milioni di euro, raccolta 756 milioni, impieghi 440 milioni, patrimonio 75 milioni, soci oltre 2.650, filiali 20, dipendenti 107. La BCC di Gradara - afferma il Presidente Fausto Caldari - è una banca che intende dare ancora più forza propulsiva al territorio, interpretando al meglio il suo ruolo, per supportare le imprese, le associazioni, gli enti, l’uomo e la sua famiglia. Ci siamo lasciati alle spalle un 2014 ancora difficile, un anno di incertezza e di recessione che ha visto diminuire gli investimenti ed aumentare la disoccupazione. In questa delicata situazione, la nostra banca ha tenuto bene, continuando ad investire sulle famiglie e sulle imprese, anche gestendo una crisi

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Lo scorso 3 maggio si è tenuta la 104.ma assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio

Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

La cultura

La relazione del presidente Fausto Caldari Il consiglio d'amministrazione

Bilancio positivo, più soldi al territorio lunga e complicata che non ci ha impedito di crescere, nel rafforzamento aziendale, dando serenità e fiducia ai nuovi clienti, ai soci ed in particolare ai dipendenti ed alle loro famiglie. Tutto ciò si aggiunge alla solidità tenacemente perseguita nel corso degli anni, che oggi è diventata garanzia fondamentale per un’azienda

sana, stabile, e sempre più efficiente, che prosegue la propria azione creditizia di tutela del risparmio e dei posti di lavoro, senza perdere di vista, i valori fondanti del Credito Cooperativo. Inoltre i fatti concreti e i numeri, crescenti negli anni, sono la testimonianza del nostro ruolo di banca del territorio.

Efficienza e solidità che anche quest’anno ci fanno chiudere l’esercizio in modo più che soddisfacente, con un patrimonio che ci permette di disporre dei capitali necessari per sostenere l’attività mutualistica e solidaristica propria della cooperazione. I numeri di bilancio e l’elenco delle iniziative promosse indicano chiaramente la vivacità ed il dinamismo del nostro Istituto e rappresentano un impatto sociale importante, un sostegno per il territorio e per la comunità, in una situazione economica particolare. In considerazione della sua

solidità redditività e produttività, la BCC di Gradara, nella sua classe dimensionale, si conferma nell’anno, in classifica di Banca Finanza, al 1° posto nelle Marche, al 2° posto nell’Emilia Romagna, al 16° posto in Italia. La ragione di tutto questo, non è da ricondurre soltanto all’oculatezza della gestione tecnica e finanziaria, che pure resta indispensabile, ma anche al messaggio diverso che il nostro istituto di credito è riuscito a trasmettere ai suoi utenti: ed è lo spirito della solidarietà, della sussidiarietà, impresso a lettere di fuoco

nel nostro statuto. Ho già avuto occasione di affermare che la nostra, è una banca molto amata, perché è una “banca che ama”. Negli ultimi 10 anni, gli investimenti a supporto delle infrastrutture locali, delle associazioni non profit e delle istituzioni, ammontano a circa 10 milioni di euro. Fra queste iniziative desidero ricordare “INSIEME SI EXPO DI PRIMAVERA”, giunta alla sua seconda edizione, da poco realizzata alla fiera di Pesaro, a sostegno degli imprenditori locali, che ha visto un grande successo di espositori (260) e di pubblico (20.000 persone circa); e la donazione all’ASL della Romagna di due angiografi di emodinamica e di elettrofisiologia completi per il reparto cardiologico di Rimini, che doneremo prossimamente.

SOCI

Soci, gita d'istruzione nei Paesi Baschi

Foto di gruppo a San Sebastian

- Altra indimenticabile gita d'istruzione da non dimenticare per i soci della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Questa volta si è andati nei Paesi Baschi (Spagna). La comitiva ha potuto ammirare una delle città più dinamiche del Vecchio Continente, Bilbao. Hanno trovato una comunità proiettata nel futuro ed a misura d'uomo. Inoltre, hanno visitato importanti cantine vinicole che potrebbero essere dei modelli anche per l'Italia. Lo scopo delle uscite è osservare e crescere insieme.



BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Gli itinerari della buona tavola

Quello che vi siete chiesti e al quale non avete mai trovato una risposta. Ecco cosa si legge nel pieghevole del panificio Villa, fornai dal 1924 in Misano

Pane, l'arte del cibo dei “poveri” Come si fa il pane? In teoria occorrono solo, farina, acqua, sale e lievito. In pratica bisogna aggiungere a questi ingredienti un elemento non quantizzabile: un'esperienza fata di rispetto e anche d'amore. Cos'è' il glutine? Una sostanza che conferisce maggiore elasticità agli impasti, un notevole aumento di volume e una struttura regolare della massa. A che serve il lievito? E' un elemento fondamentale del processo di panificazione, senza di esso si otterrebbero solo dei biscotti piatti o delle gallette. Ma che cos'è? E' una sostanza costituita da microrganismi capaci di provocare la fermentazione, quindi lo sviluppo dell'anidride carbonica che fa gonfiare la pasta rendendola più spugnosa. Quando si capisce se la lievitazione di un impasto è finita? Bisogna premere con un dito leggermente la

pasta; è pronta quando l'impronta scompare subito. Come si può riconoscere se un pane è davvero buono? A parte naturalmente il gusto? Prima di tutto deve essere asciutto, croccante, profumato. La crosta superiore deve essere sottile e dorata, quella inferiore più spessa ma ben cotta. La mollica non deve presentare porosità irregolari, ma deve essere soffice ed elastica con grossi alveoli dalle pareti sottili.

Quali sono le proprietà nutritive del pane? Il valore energetico del pane è piuttosto elevato: dalle 240 calorie per 100 g di pane integrale alle 408 calorie per lo stesso quantitativo di pane all'olio. Il pane bianco è sulle 260 calorie. Il pane contiene anche vitamine? Certo. Il pane oltre a vitamine e proteine (B1,B2 e PP) contiene Sali minerali ( calcio, ferro e soprattutto fosforo). Ma il pane ingrassa o no?

Dipende da pane e pane e dalla quantità che se ne mangia. Quanto se ne può mangiare? Le persone giovani e sane senza problemi di linea possono mangiarne anche 400 grammi. Spesso si sente dire: "non mangiare pane perché gonfia" Che significa? La mollica del pane contiene acqua in quantità maggiore e quando viene a contatto con i succhi gastrici si gonfia, quindi non viene sminuzzata e passa tale e quale nell'intestino. Qui viene aggredita dagli enzimi, che sono le sostanze organiche incaricate di attivare i normali processi di fermentazione degli alimenti per completare la digestione. Quando la mollica è troppa, il fenomeno si accentua proprio per la massa di sostanza tutta da digerire. A questo punto si può determinare eccessivo sviluppo di gas con tensione dell'addome. Panificio Villa


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA AMARCORD

Bici, l'altro turismo - Dal 4 al 10 aprile 2015 si è svolta a Gabicce Mare la XXXV settimana cicloturistica organizzata dal Gruppo Albergatori Multiservizi. Ogni mattina gli amanti della bike sono partiti in gruppo per raggiungere e scoprire 7 borghi del territorio marchigiano-romagnolo. L’evento ha offerto ai cicloturisti splendidi itinerari dove è stato possibile visitare castelli poco conosciuti, osservare vallate molto belle, conoscere arte, storia, cultura ed anche la buona cucina perché in ogni paese era stato allestito un ricco buffet con degustazione della piadina romagnola, dei salumi e dei dolci locali. La Polizia Stradale ha fatto da scorta al gruppo che doveva percorrere dei tragitti dai 50 ad un massimo di 100 km. Raggiunta la destinazione posta a metà strada, dopo la sosta per il rinfresco ancora in sella per ritornare a Gabicce Mare per il pranzo. La cicloturistica di Pasqua è un evento unico in Italia, avendo la peculiarità di garantire ai biker divertimento e sport; a Gabicce la bicicletta è considerata un gioiello ed il cicloturista un ospite esclusivo. Al termine della manifestazione è stato offerta una cena all’Hotel San Marco e dopo sono state premiate al teatro Astra le dieci squadre, provenienti dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Italia. Il gruppo che si è maggior-

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Sei classi e 120 alunni all'interno di un progetto mondiale. Coinvolti i genitori

Festival della fisica per i ragazzi di Gabicce-Gradara mente distinto è stato il “Gruppo Pantone” di Udine con il “Gruppo D Ader” di Brandeburgo. Il presidente della Confcommercio di Pesaro Angelo Varotti, presente alla premiazione, ha dichiarato:” E’ stata una manifestazione bellissima che ha offerto conoscenza del territorio, cultura e informazione. Gli ospiti hanno partecipato con grande animo a questo segmento sportivo che è in forte espansione e tutti i partecipanti sono stati invitati per la 2^ settimana di luglio per “Turismo in Festa” a Gabicce Mare organizzato da Confcommercio.” Il presidente degli albergatori Angelo Serra ha detto:” La crisi ed il maltempo hanno ostacolato la nostra iniziativa di promozione. L’adesione poteva essere maggiore. Ma c’è anche da dire che la Pasqua è venuta troppo presto quest’anno. Ma c’è costanza e sappiamo già che il prossimo anno avremo una partecipazione assai più diffusa.” Durante i sette giorni della manifestazione i cicloturisti hanno potuto gustare la “rustida” offerta dai bagnini di Gabicce il giorno di Pasqua e la pizzata offerta da una pizzeria locale. Gian Franco Traina

GABICCE MARE GRADARA

- Sabato 14 marzo si è concluso con un incontro pubblico il Festival della Fisica, un’iniziativa che ha visto protagonisti 120 alunni delle 6 classi seconde della scuola secondaria di Gabicce Mare e Gradara. Il Fisico Prof. Michele Pilu, responsabile della didattica presso Italia in Miniatura, in occasione dell’Anno internazionale della Luce, ha coinvolto i ragazzi di Gradara in laboratori su tematiche che riguardano l’elettromagnetismo e i fenomeni ottici, mentre i ragazzi di Gabicce Mare hanno svolto l’attività di ricerca sulle nanotecnologie secondo le linee progettuali del NanoDays : evento di divulgazione scientifica che ogni anno si tiene negli Sati Uniti d’America e che coinvolge migliaia di studenti. Il progetto NanoDays si è svolto a Gabicce in collaborazione con l’Accademia

delle Nanoscienze di Gagliato. Ogni anno in luglio l’accademia organizza a Gagliato, in Calabria, un evento internazionale dedicato a esperti mondiali in nanomedicina. L’evento prevede anche un’ampia sessione di attività divulgative dedicate a centinaia di giovani e giovanissimi studenti che ogni anno giungono a Gagliato per conoscere in modo divertente le nanoscienze. Al termine del percorso i ragazzi della scuola

Nando Arduini

palla e mazza visto praticare in Arabia introdotto dai viaggiatori provenienti dalla Cina. Il tavolo rialzato ebbe inizio nel 1492 in Francia mentre agli inizi del Seicento il cardinale Richelieu fondò l’Accademia Reale alla quale gli stessi moschettieri dovettero prendere parte. Per il primo campionato italiano 5 birilli è necessario attendere il 1935 a Bari mentre negli anni sessanta si decise di adottare il biliardo senza buche. “Manualità e gestualità sono le caratteristiche di un buon giocatore - confessa Nando - ma è fondamentale mantenere la calma e sapere effettuare la giusta

di Gabicce hanno presentato ai genitori, che sono stati anche coinvolti in alcuni esperimenti, i risultati della loro ricerca. La possibilità di avvicinarsi a questo tipo di esperienze favorisce nei ragazzi non solo l’ampliamento delle conoscenze scientifiche ma stimola anche lo sviluppo di un metodo di studio e di ricerca che porta all’acquisizione delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente.

La giornata si è conclusa con un saluto da Houston di Paola Ferrari Presidente dell’Accademia di Nanoscienze e di Ennio Tasciotti, direttore del dipartimento di nanomedicina, composto in buona parte da ricercatori italiani, del Houston Methodist Research Institute: entrambi hanno sollecitato i ragazzi a continuare sulla strada intrapresa invitandoli a partecipare al prossimo NanoDays.

COMUNITA'

COMUNITA'

Arduini, campione italiano

- E’ il gabiccese Nando Arduini il campione italiano Master Boccette Biliardo, titolo ottenuto il 29 marzo a San Lazzaro di Savena (Bologna); battuto nettamente in finale il bolognese Max Basciu. Un importante riconoscimento per il cinquantunenne del Circolo Auser, impegnato nel Campionato Italiano Master Squadre Club a Morciano di Romagna, una importante manifestazione a livello Nazionale che racchiude la crème della crème di questo gioco, il 16 e il 17 maggio si svolgono le finali presso il Padiglione Fieristico. Una passione condivisa con il fratello Alberto sin da bambino, assieme al quale trascorreva interi pomeriggi al bar dietro casa, preferendo a flipper e carte quelle boccette bianche, rosse e blu, per poi diventare Campione Italiano Coppie assieme a Walter Angelini e Campione Italiano Lega a Squadre nel 2013. Gioco antico e ricco di fascino quello del biliardo che si suppone risalga ai cavalieri templari che al ritorno dalle Crociate proposero un gioco di

I ragazzi al lavoro

scelta. Per questo allenarsi quotidianamente è oltre ad un divertimento, una valida palestra, seguire i vari match, osservare per apprendere strategie con l’obbiettivo di sviluppare una modalità di gioco che varia a seconda di chi hai di fronte. Il fattore casualità però non è da sottovalutare, la fortuna da sempre in ogni sport fa la sua parte. Le partite si svolgono nei vari bar della zona ma anche a Bologna, centro focale di questa attività, assieme a Modena, Ferrara e parte della Liguria. Un passatempo a cui mi dedico nel tempo libero, non una professione questo è certo, un modo per stare in compagnia ma senza velleità di vittoria sono sincero, l’ambiente familiare, la mole di pubblico che ci segue nelle gare, la sensazione della boccetta fra le mani, tutte emozioni che solo il biliardo sa regalarmi”. Veronica Lisotti

La Bcc di Gradara dona altri due defibrillatori al territorio

- Lo scorso 28 aprile, a Gradara, presso la Direzione della BCC di Gradara, si è tenuta la cerimonia di consegna di 2 defibrillatori di ultima generazione da parte della BCC di Gradara alle società sportive di calcio Fanano di Gradara e Villa San Martino di Pesaro, alla presenza del presidente del-

la banca Fausto Caldari e dei dirigenti delle due società. La Banca di Credito Cooperativo di Gradara – sostiene il presidente Caldari – è da sempre sensibile rispetto a diversi temi come la sanità, la cultura, la scuola, i giovani e le associazioni. Questo di oggi è un altro esempio concreto della BCC di Gra-

dara di essere vicina alle realtà del territorio, come le due associazioni sportive frequentate da diversi cittadini e soprattutto numerosi giovani, il cui futuro a noi sta particolarmente a cuore! La cerimonia si è conclusa con un brindisi tra tutti gli intervenuti.


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Presso l'ex centrale dell'Enel Amarcord in via Cardellino tra Gabicce e Gradara

Gabicce

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PERSONE

di

Carabinieri, nuova caserma Dorigo Vanzolini

Primo anno di locazione a 22mila euro, più 7mila l'anno

La sede della nuova caserma

IL PUNTO

- Sono passati alcuni anni da quando si è cominciato a parlare di una nuova caserma dei Carabinieri di Gabicce Mare e finalmente, dopo lunghe consultazioni con soggetti privati, Prefettura e Ministero degli Interni, si è trovata una soluzione che, molto probabilmente, andrà in porto entro la fine dell’anno in corso. Il sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi, ne ha dato conferma aggiungendo che la nuova sarà presso l’ex sede della centrale dell’Enel in via Cardellino, esattamente al confine tra Gabicce e Gradara. La soluzione si è trovata

perché la proprietà dei locali si è detta disposta ad eseguire a proprie spese gli importanti lavori di ristrutturazione dell’immobile per le necessità che ne derivano. Contemporaneamente si è trovata anche la disponibilità da parte della Prefettura e del Ministero di accettare il canone richiesto per il primo anno di locazione, pari ad un totale di 22.000 euro,

mentre dal secondo anno in avanti l’adeguamento sarà di ulteriori 7.000 euro. “Credo nella sicura soluzione della questione perché la Prefettura – ha dichiarato il sindaco Pascuzzi – avrà sicuramente la possibilità di trovare un risparmio di 7.000 euro sulla gestione delle Caserme in tutta la provincia mentre il Ministero, per sua parte, ha già

Amarcord Gabicce

dato anche la disponibilità a reperire la differenza che ci sarà dal secondo anno in avanti. A questo punto mancano l’istruttoria del Comando Provinciale dei Carabinieri, sull’adeguatezza degli spazi che sono di circa 500 mq oltre a un importante scoperto, e il parere favorevole sia della Prefettura che del Ministero”. “Siamo soddisfatti che il nuovo presidio venga collocato in un punto strategico – continua Pascuzzi – che assicurerà una maggiore fruibilità da parte dei cittadini sia di Gabicce Mare che di Gradara. E’ stato così risolto un grosso problema che ci permetterà di avere un maggior controllo del territorio visto il crescente numero di furti che sono avvenuti negli ultimi anni ma anche la possibilità di poter riqualificare l’intero quartiere di Ponte Tavollo.” Gian Franco Traina

di Dorigo Vanzolini

Gabicce Mare, anni ‘50. Foto ricordo al Dancing Perla Azzurra. Proprietà e gestione Giorgio Gasperi. Da sinistra: Giancarlo Girolomoni (Vittorio), Gianni Gregori, Glauco Buosi, Alder Fabbri (Vittorio). (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Angelo Cucchiarini (a sinistra)

Cavalier Angelo, auguri. Compiuto 80 anni - Angelo Cucchiarini ha compiuto 80 anni lo scorso 26 aprile. Oltre ai familiari, lo ha festeggiato anche il Comune, che gli ha fatto dono di una pergamena firmata dal sindaco Domenico Pascuzzi. Sui social sono giunti oltre mille messaggi. Originario del Peglio (Urbinate), Angelo giunge a Gabicce Mare nel 1962. Sposato con Liliana (scomparsa prima del tempo), due figli, Ennio e Giuseppe, ha dedicato la sua vita alla custodia della memoria e dei valori della civiltà contadina. Per tale lavoro ha ricevuto molteplici riconoscimenti. Forse i due più importanti sono il cavalierato della Repubblica ed il premio di Pesaro, “Una provincia di apifarfalle”. Scrive di lui Carlo Tabellini: “Angelo Cucchiarini è un mite e grande uomo che, in una civiltà ove prevalgono edonismo e ritmi frenetici, sente come una missione custodire la memoria di tutti quei valori umani, oggi purtroppo persi o dimenticati, che erano retaggio della vita contadina sino a pochi decenni orsono”. Il suo “capolavoro” inizia nei primi anni '70. Comincia a costruire quello che sarà il “suo” museo sulla civiltà contadina. Raccoglie, porta a casa e pian piano restaura con l’aiuto disinteressato di amici ed artigiani. E’ quasi un miracolo vedere tornare a nuova vita e perfettamente funzionanti telai per ia lessitura domestica, arnesi per la filatura di canapa e lino, oggetti per la cardatura e filatura della lana, utensili e vasellame di cucina, attrezzature e macchinari da stalla, torchi e tini per la vinificazione e ia molitura, mobili ed arredi di una tipica casa contadina. Quando Angelo Cucchiarini va in pensione

(autotrasportatore) ha in casa oltre duemila oggetti perfettamente conservati, senza contare le centinaia che negli anni ha regalato a enti e pubbliche istituzioni per allestire appositi musei. La sua collezione è al piano terra di casa. Nel corso degli anni, i reperti di Angelo Cucchiarini sono stati esposti in decine e decine di Comuni delle Marche, Emilia-Romagna ed altre Regioni; mostre visitate da migliaia di persone e da entusiaste scolaresche.

Ha dedicato la sua vita alla custodia della memoria e dei valori della civiltà contadina Inoltre, la sua casa è visitata da appassionati e sopratutto da studenti universitari per la preparazione di tesi di laurea. In altre parole, questa ricca e storica raccolta è a disposizione di tutti. C'è un museo anche nel giardino-orto di casa: trattori antiche, mietitrebbie ed il guado, la pianta con la quale si tingevano di azzurro le pezze in Europa . Si era persa la memoria alla fine del '700. Infine, nelle ricerche di Angelo c'è anche riscoperta e la riapertura degli antichi sentieri percorsi per secoli per i piccoli spostamenti locali. Oggi nei territori di Gabicce, Gradara e dintorni questi sentieri sono una realtà e fanno parte di itinerari turistici inseriti anche nel Parco San Bartolo.


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SAN GIOVANNI

Sport, mare, natura e spensieratezza. Aperte le iscrizioni. Si inizia l'8 giugno COMUNITA'

Marignanese, camp estivo per i ragazzi Dietro c'è la passione per un progetto ambizioso

Il magnifico Parco

Parco Isola di Brescia, invaso da centinaia di famiglie in scampagnata - Quattro-cinquecento persone ad animare il Parco di Isola di Brescia, uno dei più belli della provincia di Rimini se non dell'Italia, il Primo Maggio. Famiglie allargate agli amici con la voglia di stare insieme; arrivano da ogni dove, soprattutto da fuori comune. Il luogo si trova di fianco all'elegante chiesolina, un po' più basso, verso il fiumiciattolo. E' opera dei cittadini della frazione con la collaborazione del Comune. C'è anche una cucina attrezzata; spesso viene prenotata per cene aziendali, compleanni, feste. Per i piccoli c'è un'area gioco dove si sviluppa la psicomotricità; cioà fa bene al fisico e alla mente. I grandi si possono sbizzarrire con un pallone ai piedi. Il Parco di Isola di Brescia è un angolo di paradiso conosciutissimo. La chiesa ospita la più importante collezione di arte sacra della Romagna della seconda metà dell'Ottocento. Merita una visita. I momenti clou, oltre al Primo Maggio, sono il 25 aprile e il Ferragosto. La banalità delle cose ben fatte.

FOCUS - Giochi, relax, sport e tante risate, questi i must del Primo Marignanese Summer Sport 2015, presentato venerdì 10 aprile presso il Teatro Massari di San Giovanni, promosso dall’ACD Marignanese. Alla serata, condotta dall’organizzatore del progetto, Davide La Macchia e da Veronica Lisotti, ha partecipato il presidente Oscar Cervellieri e del responsabile del settore giovanile gialloblu Domenico Bianchi, collaboratori e genitori. E' un progetto ambizioso; una nuova avventura per vivere l’estate all’insegna del divertimento, della socializzazione, alla scoperta del territorio

limitrofo, in mezzo alla natura e poi tanto sport, laboratori, musica e mare nella splendida location dei Bagni Gino 19 di Gabicce Mare. Si parte l’8 giugno dal lunedì al venerdì dalle 7.30 sino alle 18.30 con possibilità di effettuare anche solo il part time con o senza pranzo, il tutto coordinato dallo staff di animatori, educatori, diplomati Isef e laureati in Scienze Motorie. Il tutto si concluderà poi il 7 agosto con una grande festa, con ricco rinfresco e un piccolo ricordo di questa esperienza sottoforma di reportage video-fotografico che sarà donato a tutti coloro che hanno

partecipato. “La società dell’ACD Marignanese ha creduto nell’iniziativa proposta - dice Davide La Macchia, responsabile marketing della società gialloblu -. L’obbiettivo è quello di aiutare le famiglie in un periodo nel quale l’attività scolastica viene meno, ospitando i ragazzi di età compresa fra i cinque e i dodici anni nella nostra splendida struttura, accogliente ed idonea. Il cuore pulsante della nostra società sono loro, i nostri piccoli amici, ci auguriamo di avere tante iscrizioni, famiglie che sposino il nostro progetto, seppure nuovo per la città, e a tal propo-

sito rinnovo l’invito ad iscriversi. E’ sufficiente recarsi presso la sede societaria dell’ACD Marignanese in Via Conca Nuova 198-47842 San Giovanni, il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 19, oppure visitare il sito i n t e r n e t www.marignanesecalcio.it dove è possibile scaricare anche il modulo di iscrizione. “. Per info: Davide: 3392336345, Veronica: 3899899332 o inviaci una mail a l l ’ i n d i r i z z o acdmarignanese@gmail.com, Marignanese Summer Sport, un’estate per chi ama divertirsi!


SAN GIOVANNI

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Il sindaco Daniele Morelli propone di unificare i servie e l'eventuale fusione

- Prima associare i servizi e poi alzare gli orizzonti su un solo comune di 30mila abitanti come indicato dalla legge. E' la visione futura per San Giovanni in Marignano del sindaco Daniele Morelli. Che ha anche fretta per concretizzare un percorso che dovrebbe dare importanti benefici economici, da una parte e, dall'altra, più servizi agli abitanti di questo lembo di terra di Rimini Sud. “Indipendentemente dagli ambiti è indispensabile partire con i servizi e associarsi - argomenta il sindaco Daniele Morelli -. Non è l’ambito che deve dettar legge ma è proprio quest’ultimo che si deve adeguare alla decisione maturata e nata sul territorio. In questo modo risponderemmo anche all’esigenza della Regione Emilia Romagna di avere gli enti locali come interlocutori più forti grazie alla loro unione, fusione o come nel nostro caso gestione associata dei servizi”. “Non bisogna dimenticare - continua Morelli - in questo percorso di partecipazione i cosiddetti blocchi di partenza: possediamo già con Cattolica realtà in comune e sarà fondamentale comunque guardare in un prossimo futuro anche alla Valconca, essendo San Giovanni in Marignano ‘Porta della Valconca’ per la sua posizione geografica e per la forza della sua storia. Altro dato fondamentale per far partire la riflessione anche il concetto di comune ideale stilato dal Comitato nazionale di ricerca che individua il Comune ottimale in 30 mila abitanti e non oltre in quanto si preserva ancora il rapporto diretto con il cittadino e si ha una buona razionalizzazione dei costi in

“I Comuni devono andare al di là delle logiche di campanile” Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni

logiche di campanile. Daniele Morelli prende di petto la questione sul riordino istituzionale. Parola d’ordine: “Non restare al palo e marciare spediti”. Il sindaco si impone anche dei tempi ben precisi: entro settembre la fine del giro di consultazione delle associazioni e cittadini marignanesi per recepire la “voce-visione” della propria comunità ed entro la fine dell’anno la gestione associata di alcuni servizi, come ad esempio il ced (gestione del sistema informati-

LA POLITICA

termini di servizi”. Per il primo cittadino occorre dunque spingere sull’acceleratore perché non si può più attendere: la svolta amministrativa deve essere messa in atto per permettere ai comuni di poter amministrare al meglio in quanto l’inizio della crisi e il suo perdurare mettono a dura prova anche gli enti locali che devono assolutamente cambiare pelle e superare le

co). Il percorso di partecipazione, che inizierà a breve, sarà anche l’occasione per fare il punto sull’andamento amministrativo ad un anno dall’elezione: obiettivi e criticità. Con il tessuto associativo la giunta marignanese individuerà la strada migliore per far sì che si abbiano servizi ancora più efficienti e con un minor costo. Quale futuro? Pressati dalle sempre meno risorse, pressati dalla legge, obiettivo una comunità di 30mila abitanti, con chi convolerà a nozze San Giovanni? Torna d'attualità la decennale visione di Massimo Pierpaolini (per 10 anni consigliere provinciale di Forza Italia), cultura repubblicano, che ipotizzava tre grandi territori mare-collina per Rimini Sud. Inseriva San Giovanni con Cattolica-Saludecio-Mondaino e Montegridolfo.

Enzo Vanni, auto e moto d'epoca in mostra Enzo Vanni

Piazza Silvagni lo scorso anno

- Auto-motoraduno per ricordare la prematura scomparsa del centauro Renzo Vanni. A lui è intitolato il Moto Club marignanese che da una ventina d'anni organizza un appuntamento diventato un piccolo classico per gli appassionati. Quest'anno ci si ritrova il 24 maggio, dalle 8,30 in Piazza Silvagni. Moto e auto, come affascinanti signore, sono in vetrina sotto gli occhi persi degli appassionati. Alle 10,30, si romba per il giro turistico. Dopo una decina di minuti, sosta con colazione allo stabi-

limento della Cema, pastafresca. Si ritorna in Piazza Silvagni attorno alle 12,30. Poi tutti pranzo presso il Centro sociale di San Giovanni. Dietro i fornelli le signore degli associati. In tavola un menù della tradizione: Ravioli (fino allo scorso anno la tagliatella) con piselli, grigliata, patate al forno, ciambella e vino a fiumi. Seguono le premiazioni. Il 7 giugno, partenza ed arrivo in via Veneto, altro auto e moto raduno. Questa volta organizzza il lions Club Valle del Conca.

- Tra i 600 e i 700 euro netti. Questo è l'emolumento di Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni. Pubblichiamo sopra il cedolino di gennaio per chiarire da una parte (troppe le voci sulla “paga” ), dall'altra informare i marignanesi.


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

All'Az Arredamenti. Dallo scorso aprile. “E' giusto riconoscere chi contribuisce al successo dell'azienda”

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

Mario Fraternali mette in busta Foro Boario paga dei suoi otto dipendenti 3mila euro netti l'anno ALLEGRO MA NON TROPPO

Piazza Boccioni - Il sistema funziona ed è

anche creativo. Per svuotare piazza Boccioni, che al centro reca un pregevole monumento di bronzo a cera persa di Arnaldo Pomodoro, è stato fatto un buco alla base del famigerato vascone (dato i problemi è proprio il caso di chiamarlo così). Sul marciapiede insieme all'acqua fuoriescono anche frattaglie varie: bottiglie, plastiche, cartacce. Da vedere è brutto non meno che triste, ma si raggiunge lo scopo...

Fa arredo su misura per negozi, locali pubblici, discoteche. Ultimo lavoro importante: centro benessere in un albergo di Marsiglia UOMINI

Nel cerchio rosso c'è il buco

Piazza Boccioni 1 - Progettata dal famoso architetto Vittorio Gregotti, al centro “Colpo d'ala” del prestigioso scultore nato a Morciano, Arnaldo Pomodoro, la piazza da sempre è un autentico grattacapo per la città. E' tutto fuorché il contrario di quello che doveva essere. Doveva impreziosire Morciano, invece la deprime. Forse questa è una delle ragioni per la quale non è mai stata inaugurata; benché sia stata ultimata negli anni Ottanta. Il sindaco Alberto (Bertino per gli amici) Montanari voleva riempire di terra la mega vasca, ma gli mancò il coraggio. Sarebbe importante che quest'amministrazione comunale ci mettesse mano, magari coinvolgendo Pomodoro...

LA LETTERA

Caro Leradini, il dialetto è mobile Gentile direttore, in riferimento all’articolo apparso nell’edizione di aprile, si legge una nota a firma del Sig. Giordano Leardini, rispetto alla quale vorremmo esprimere alcune considerazioni. Intanto nessuno può possedere la ‘patente letteraria’ per definire ‘castronerie’ cose scritte da altri, tanto più quando si dibatte circa termini scritti in dialetto, che, per sua natura, non ha regole da seguire. Ne è esempio la poesia del Sig. Emilio Cavalli, riportata a pag. 54 della stessa edizione della Piazza, nella quale il termine ‘Murcen’ viene scritto senza la lettera “i” come sostiene anche il Leardini, ma senza alcun accento, al contrario di come scrive lui. Questo per dimostrare che non vi è una verità assoluta ed unica quando si parla di dialetto. Inoltre, non esistono ‘ipermercati naturali’ come lui scrive bensì un comitato che lavora su un progetto relativo al ‘centro commerciale naturale’ che è ben altra cosa, e qui siamo nel campo dell’italiano preciso e perfetto. Per l’elaborazione del nuovo logo non è stata fatta alcuna consultazione di Wikipedia bensì un lavoro molto scrupoloso svolto con dedizione da decine di studenti del Liceo Artistico “Volta-Fellini” verso i quali si pretende un minimo di rispetto, così come lo meritano quegli operatori economici che tengono vivo il Comitato dei commercianti operando con passione esclusivamente per il bene del paese.

Comune di Morciano

- Mario Fraternali, titolare e fondatore dell'Az Arredamenti di Casarola, San Clemente, dallo scorso aprile, ha messo nella busta paga dei suoi ragazzi-dipendenti tra i 3 mila ed i 3.600 euro netti l'anno; tra i 250 ed i 300 euro al mese. “Mi è venuta l'idea - racconta il morcianese Fraternali - con i famosi 80 euro in busta paga durante le vacanze di Pasqua. Ho dei ragazzi straordinari; sono sempre disponibili e pronti a risolvere i problemi. Sono qua per lavorare. Credo che rendano almeno il 3040 per cento in più. Ognuno fa secondo le proprie attitudini e capacità”. “Quasi tutti - continua Mario, grande passione per la bicicletta hanno iniziato con me quando erano adolescenti. E hanno preso le mie abitudini e la mia organizzazione. Ad esempio Angelo Giacomucci ha iniziato a 14 anni; ora ne ha una cinquantina ed è il mio braccio destro. E' un uomo che la notte pensa alle soluzioni tecniche migliori per il giorno dopo. Il premio in busta paga è anche una soddisfazione personale; per mia fortuna, non lavoro più per il bisogno. Insomma, se ci

I collaboratori di Mario Fraternali (con il camice blu) sono meno utili va bene, comunque. Lavorare con loro, con in ufficio Costantino, è un divertimento”. “Nella mia impresa - riflette Fraternali - il rapporto non è tra padrone-operaio, ma di amiciziarispetto. Reciproco. I miei ragazzi non guardano i 5 minuti quando c'è da terminare una commessa. A volte sono venuti anche il sabato per finire un lavoro in consegna; per poi stare a casa il lunedì”. Az Arredamenti è uno dei fiori all'occhiello della piccola impresa del Riminese. Si è specializzata nella realizzazione di negozi d'abbigliamento, bar, ristoranti e negli ultimi anni anche gelaterie. A fine aprile, Mario con il fido Angelo, sono andati a realizzare la spa in un prestigioso albergo di Marsiglia. La progettazione è stata eseguita da uno studio di Forlì, il Prescopool. Con i forlivesi, Az Arredamenti ha realizzato anche tre boutique della famosa catena Harmont & Blaine; compresa quel-

la di viale Ceccarini, Riccione. Un altro lavoro di prestigio risale allo scorso dicembre: arredado su misura per un bar ristorante pizzeria in Inghilterra; locale di 700 posti che si rivolge ai giovani. Az è anche partner di un altro studio di progettazione specializzato in locali pubblici e banche, il “Recustudio” di Rimini. Negli ultimi anni, è diventata protagonista anche nell'arredo per gelaterie. Tra i clienti stretti c'è una forte collaborazione con Fontemaggi, leader negli allestimenti fieristici. Mario Fraternali nasce falegname di porte e finestre. Inizia, ancora adolescente, non ha che 15 anni, nel lontano 1966, a fare il ‘bocetta’ presso la falegnameria di Dario Muratori, una delle istituzioni imprenditoriali della Valconca. L'azienda ha messo infissi a mezza Roma. Nel 1976, a 24 anni, si mette in proprio. Il primo laboratorio è un garage di 60 metri quadrati in via Ponte Ventena. Dopo pochi mesi, balzo a Osteria

Nuova; 300 metri quadrati. Nell'82, ritorno a Morciano, via Villa, in una struttura doppia. Nei primi anni '90, altro trasloco; a Casarola, dove si trova tutt'oggi. In tutto 2mila metri quadrati. Tra le molteplici svolte di Az Arredamenti, una delle più importanti arriva quattro anni fa. Entra nell'azienda il figlio Simone. Il giovane, con passione, impara l'arte e poi sensibilizza il babbo ad investire in un centro di lavoro a controllo numerico. Mario: “Una macchina che ci ha salvato; senza eravamo costretti a rivolgerci fuori”. La bicicletta è uno degli insegnamenti di vita di Mario Fraternali: tenacia e gioia, sofferenza e bellezza. Nel 2013, conquista la Raam (Race across America). Un braccio di ferro con se stessi; in 12 giorni bisognava effettuare 5mila km, dal Pacifico all'Atlantico degli Stati Uniti. Naturalmente, il coriaceo Fraternali la mise nella speciale bacheca vincente della sua vita.

ALLEGRO MA NON TROPPO

Via Pascoli, cassetta Enel troppo bassa in tre ci sbattono la testa - In tre hanno sbattuto la testa contro una “scatola” dell'Enel collocata ad altezza uomo lungo via Pascoli. Subito dopo il terzo incidente, per fortuna senza gravi conseguenze, il fatto è stato segnalato all'Enel che ha provveduto in poco tempo a rimuovere l'ingombro “contundente”. Tutto è bene quel che finisce bene, si diceva un tempo, ma non è il caso di alzare ad altezza giraffa queste cassettine? A Morciano, come ben si sa, si avanzano ardite ipotesi sulle ragioni di simili altitudini. Una afferma che l'ha messa una persona non molto alta; dunque ha usato se stesso come metro. Invece, la porcellana per la pipì degli spogliatoi dello stadio sono altissimi...


MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

- La Valconca democratica si “stringe a coorte”: partirà entro la fine di maggio il primo Congresso Pd di vallata. Lo scorso mese il segretario provinciale, Juri Magrini, preoccupato dal drastico calo dei tesseramenti e dall’altrettanto allarmante dipartita di molti segretari in carica, ha stimolato i circoli di vallata (o quello che resta) a mettere in atto le opportune istanze che porteranno a ripensare tutte le strutture territoriali. Da qualche mese, infatti, circoli storici quali Mondaino, dopo non aver ottenuto la riconferma di un sindaco di centrosinistra a guida dell’amministrazione comunale, si sono trovati addirittura senza segretario (Nicola Battistoni si è dimesso ed è anche uscito dal Pd). Anche la “Capitale della Valconca” è orfana da più di un mese della guida politica: Ivan Tagliaferri, assessore della giunta Battazza, si è dimesso da segretario e non ha rinnovato la tessera del Pd. Il circolo di San Clemente, quello storicamente più numeroso della vallata, sembra essere stato colpito negli ultimi anni da una vera e propria emorragia di iscritti e sta continuando a lavorare, da troppo tempo senza grande successo, al cambio della guardia al vertice del circolo. Altri problemi, più legati alla partecipazione che al numero degli iscritti, sono stati segnalati in tutti i comuni dell’alta valle. Altro grande problema evidenziato, è la mancanza di una regia in grado di orchestrare le politiche democratiche di vallata.

aziende informano

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Congresso bizzoso: calo degli iscritti, segretari in dipartita: Tagliaferri, Battistoni...

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Valconca, Pd in cerca di una regia d'autore In una vallata che sembra ingolfarsi facilmente negli interessi campanilistici, Santi ha ora ventilato, forse un po’ provocatoriamente, di pensare alla chiusura dell’ente sovracomunale che vide nel lontano '96 l’attuale sindaco di Morciano tra i padri fondatori

LA POLITICA

Se al termine della scorsa tornata elettorale tutti i comuni della Valconca sembravano essere sotto l’egida del Pd, a circa un anno di distanza però non si può più dirsi altrettanto. Comuni quali Saludecio, benché sotto la bandiera Pd, sembrano aver ignorato l’impulso amministrativo lanciato dalla federazione riminese destinato a rafforzare l’Unione Valconca (ad oggi Saludecio non ha rimesso le deleghe delle funzioni all’Unione). I comuni di Morciano e San

La Valconca

Clemente, due baluardi del Pd, sembrano intrattenere tra loro rapporti istituzionali freddi e poco collaborativi. Il sindaco di Gemmano, Riziero Santi, ex segretario provinciale dei Ds ed ex assessore provinciale, dopo essere stato investito della carica di presidente ed essersi spinto in uno spregiudicato programma di rilancio dell’ente, sembra ora valutare anche l’innesco della retromarcia. In una vallata che sembra ingolfarsi facilmente nella limacciosa morta gora (direbbe Dante) degli interessi campanilistici, Riziero Santi ha ora ventilato, forse un po’ provocatoriamente, di pensare alla chiusura dell’ente sovracomunale che vide nel lontano 1996 l’attuale sindaco di Morciano tra i padri fondatori. Lo stesso Santi, cercando il

sostegno qualificato dell’attuale assessore regionale alle politiche di riordino istituzionale Emma Petitti, sembra aver poi desistito, vista l’infertilità del terreno, dal mettere in atto i continui slanci in avanti volti in direzione della fusione dei comuni. In questo contesto di disgregazione amministrativa e politica, il segretario Magrini ha deciso di richiamare all’ordine tutti i circoli dei nove comuni. E’ stato chiamato ancora una volta dalla segretaria provinciale quale “maestro concertatore” del Congresso Valconca, l’ex sindaco di San Clemente (ora nominato assessore) Christian D’Andrea, politico di lungo corso che dal 2013 è anche membro della segreteria politica di Magrini. Il dato numerico di partenza è

piuttosto avvilente: i 187 tesserati Pd che, in qualità di membri attivi dei loro rispettivi circoli, parteciparono al Congresso provinciale che portò alla vittoria dell’attuale segretario. Un dato a dir poco scarso, in considerazione degli oltre 27.000 abitanti residenti stabilmente in Valconca. Oggi, per giunta, il numero dei democratici attivi sembra essere di gran lunga inferiore. Le idee che verranno messe in campo nel congresso saranno principalmente due: una più di stampo conservatorice, volta a ricreare un coordinamento Pd di Vallata, così com’era già presente in passato, diretto referente della federazione riminese, oltre a mettere in atto un processo di definizione di un numero referenti (e non quindi dei segretari) per ognuno dei nove co-

muni; l’altra idea, di stampo più riformista, per altro in linea con quelle politiche di riordino istituzionale che con grande difficoltà stanno tentando di attecchire in Valconca, guarda alla fusione dei circoli quale obbiettivo (Mondaino, Saludecio e Montegridolfo ci stanno già lavorando) o alla creazione di un unico circolo di Vallata. Nella solita ed annosa battaglia di correnti tra i vari gattopardi della politica locale, da cittadini ci si augura che le smanie di controllo del partito per una volta possano cedere il passo alla necessità, categorica ed immediata, di dare un giusto impulso anche alla riorganizzazione e al coordinamento di tutta l’azione amministrativa di vallata. Tra i tanti desiderata che sicuramente non verranno ascoltati dagli addetti ai lavori del primo Congresso Pd della Valconca, ci sarà quello di rendere il congresso più aperto e inclusivo possibile. Sarebbe bello vedere convocato questo primo congresso Valconca in orari consoni con le necessità lavorative dei cittadini e in spazi pubblici, non propriamente di partito. Sarebbe bello pensare di vedere accolti tutti gli avventori con un ringraziamento da parte dei democratici, senza ancora una volta scorgere lo sguardo sospettoso dei soliti politici consumati e il loro bisbiglio codificato che, rivolto nella direzione di volti a loro poco familiari, nella sostanza sia da intendersi più o meno così: ma chi è quel tale? a chi fa riferimento? a che corrente appartiene?


56 Via Cà Bacchino 2 San Clemente

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MORCIANO

Bonificata la strada. Ora è diventata un parcheggio per alcune decine di automobili

ANGOLO DEL DIALETTO

Il Lavatoio

Il Lavatoio durante il recupero negli anni '90

Perché “l'ex” Lavatoio? A Murcèn ui è un fabrichèd che ogni tènt e vèn duvrèd per conferenzie e per filmèd ma anche per mostrie ad fotografia o ad pittura cal fa avnì in mènt ma chi più vech l'impurtenza ad cla strutura

nissun dispèt

la parola ex l'è una macia cla è già stè tolta dal nost ma sè savon zàl ad cla volta e se sudor dla fronta

E nonostent tutie stal comodoità quant voltie um artorna in ment la mi pora ma quand la arturnèva a chèsa straca sla bughèda tla bracieda

Per cargè chi zangulun pin ad laanzul e ad mutaandun di nost bà e di nost nòn

Ecco perchè la parola ex la và tolta per arcurdes mei al nos donie at cla volta

Uch toca avè un po' più ad rispèt per cal donie l'in merita

Emilio Cavalli

I savun d'og ja me ludur al lavatricie li jè ad tut i culur L'asciugatrice e l'amorbident i cumpleta la bucheda sa poca fadiga e poch stent

Via Manzoni prima e dopo; da discarica a luogo civile

Via Manzoni, dai Promessi sposi ai promessi spazi - E' sparita l'immondizia da Via Manzoni. Fino a pochi giorni fa la strada, zona Stadio, era un deposito di ogni tristezza: pattume, mobili vecchi, elettrodomestici rotti, gli pneumatici,

ramaglie varie. Per anni, i residenti hanno chiesto all'amministrazione comunale di porvi rimedio. Il pulito restava per pochi giorni. Ora, almeno così si spera, l'area è stata bonificata in modo in-

telligente. Prima hanno pulito, poi hanno asportato la terra, infine hanno steso lo stabilizzato. Quel luogo abbandonato, è diventato un parcheggio. E' stato anche piantato un cartello che reca

la scritta che in toni perentori invita al senso civico; in caso contrario sanzioni amministrative. I residenti contenti, ringraziano e segnalano ogni fantasia malandrina.


BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO - Le borse di studio della Banca Popolare Valconca hanno il fine di far crescere i giovani del territorio dove opera. Tre le branche: l'Università (con le tesi di laurea), la musica (consevatorio Rossini di Pesaro) e la pittura. Prima dell’inizio dell’as-

Bpv, una banca per far crescere i giovani La premiazione delle borse di studio per giovani laureati e ricercatori. Da sinistra: il presidente della Banca Popolare Valconca Massimo Lazzarini, Alessandro Pacini, Mirko Dellapasqua, Gabriele Striccialu e il direttore benerale della Banca Popolare Valconca Luigi Sartoni

PER I GIOVANI

semblea dei soci tenutasi domenica 19 aprile presso il padiglione fieristico di Morciano, sono state consegnate dal presidente della Banca Popolare Valconca, l'avvocato Massimo Lazzarini e dal direttore Generale, dottor Luigi Sartoni i riconoscimenti. Per la sezione “Studi e ricerche sugli aspetti storici, artistici e letterari del territorio della provincia di Rimini”, consegnata la borsa di studio “Dr. Aldo Gaspari” al dottor Gabriele Striccialu, residente a Rivazzurra, con la tesi “Novum Morceani Forum: un nuovo luogo per Morciano di Romagna. Città ideale, Giardini verticali, Futurismo: tre proposte per il recupero del cortile della ex Scuola elementare a fianco dell'ex area Ghigi”. E' stata discussa presso la facoltà di Ingegneria civile e ambientale della Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Per la sezione “Studi e ri-

urbani dell’ Università di Bologna. Il pari-merito è il dottor Alessandro Pacini, residente a Poggio Torriana, con la tesi “Integrazione di dati geomatici per la rappresentazione e caratterizzazione dell’area urbana di San Leo (RN)”; è stata discussa presso la facoltà di Ingegneria dei sistemi edilizi e urbani dell’Università di Bologna. Da sinistra: Manuela Donati (‘Ipseità”) Costanza Lettieri (“Città invisibili”)

cerche sugli aspetti naturalistici, ambientali e scientifici del territorio della Provincia di Rimini”, ha vinto la borsa

“Prof. Ernesto Montanari”, ex-aequo, il dottor santarcangiolese Mirko Dellapasqua con la tesi “Modellazione 3D della rupe

di San Leo (RN) da dati laser a scansione e applicazioni nel campo della geologia”. E' stata discussa presso la facoltà di Ingegneria dei sistemi edilizi e

Per la categoria “Studi e ricerche sugli aspetti economici, giuridici, turistici e sociologici del territorio della Provincia di Rimini”, intitolata al Rag. Giorgio Vanni, non sono pervenute tesi attinenti. Inoltre, il premio speciale

Tre sezioni di borse di studio: Università, musica e pittura

“Ing. Elios Speroni”, categoria “Arte, cultura, storia ed ambiente nella Provincia di Rimini”, è andato all'architetto riminese Marco Musmeci, con il lavoro “Appunti sulla Quadreria delle Grazie”. Pittura Sono infine state consegnate le borse di studio “Alida Epremian”, XVIII edizione, riservate a giovani pittrici, a Donati Manuela di Bologna, Lettieri Costanza di Livorno . Musicisti Per le borse di studio a favore di giovani musicisti, la premiazione è avvenuta lo scorso 6 febbraio nell'auditorium Pedrotti del Conservatorio Rossini di Pesaro, al termine del Recital. E' alla quinta edizione. Premiati: Giacomo Costantini, Laura Valentini ed Irene Placci Califano; tutti residenti a Pesaro.


aziende informano

Una delle camere da letto che riprende i colori del quadro di Boccioni

- “Bon goùt”. Direbbero i francesi. Buon gusto. Nel lavoro e nella vita. Sergio (Viso per gli amici) Battelli ha costruito “Blanco's Home”; un residence con sette camere, che non sfigurerebbe nelle grandi capitali del mondo: dal centro di Londra alla parigina Place Vendôme. Si trova in via Boccioni. Ti saluta un ulivo. Al piano terra un ampio salone con cucina; i clienti si possono preparare da mangiare e possono farsi un caffè ed un thè, tutto compreso nel prezzo. Ogni camera ha il bagno (pulitissimo ed elegante). Su ogni comò una pianta vera. Alle pareti un televisore digitale di 32 pollici. Ogni camera ospita la replica di un quadro di Umberto Boccioni (genitori morcianesi e nascita a Reggio Calabria). Vici-

“Blanco's'Home”, residence da grande capitale no un cartiglio con il titolo dell'opera. I colori del letto sono coordinati con la tela. Altri piccoli particolari: il doppio cuscino, il frigo in camera... Sulla grande parete della tromba delle scale è appesa una gigantografia che reca Morciano vista dall'alto firmata dal compianto fotografo Mario Polverelli. Luci al led, ogni cosa è gestita da una tessera magnetica. Se apri le finestre, un sensore interrompe l'aria condizionata. Cose che lasciano ammirati e che fanno di Morciano davvero una cittadina ben fatta. Sergio Battelli è un morcianese doc. Racconta:“Essere morcianese per me è motivo di orgoglio. Ci tengo ad essserlo. E credo di aver fatto tante cose per Morciano”. L'avventura lavorativa di Battelli inizia ad 11 anni: apprendista barista al Caffè Roma gestito da Costante Magnani. Vi resta 2-3 anni, prima di passare al Bar Centrale della famiglia Garattoni (c'era anche il giovane Mario). Poi stagioni nel settore alberghiero. Torna dal militare e dal 1975 fino al 1997 fa il corriere. Nei primi anni novanta scopre il tennis (gioca due volte la settimana con Valentino Magnani). Nello stesso anno prende in affitto il bar-ristorante-albergo “Risorgimento”. Lo tiene per 17 anni. Ne fa un gioiellino di accoglienza e buona cucina. Sergio Battelli insieme alla

sua famiglia si diverte sul lavoro. Diventa amico di molti clienti. Ad esempio, nel giorno di chiusura del ristorante, il martedì, ospitava alla sua tavola un bolognese per lavoro a Morciano. Ancora oggi, una volta al mese, siede alla tavola di casa sua. In genere, gli prepara pesce. Ai tempi del “Risorgimento” Battelli regalava a Morcia-

Mario Farternali nel luglio del 2013, che aveva conquistato la Raam, una non stop in bicicletta di 5mila chilometri da conquistare in 12 giorni. Fraternali venne accolto come un trionfatore da tutta Morciano. Quanta emozione. “Non fu solo opera mia ricorda Battelli -. Un contributo importante mi venne anche da 7-8 morcianesi. Li ringrazio”. Qualche anno fa, dopo che furono misteriosamente uccisi, per sostituirle, regala al Parco del Conca molti animali, tra cui due cigni neri. Per nutrirli comprava qualche quintale di granoturco al mese; ai costi contribuiva anche il Circolo Tennis. Quattro anni fa, Sergio Battelli, con la moglie Elga (“una azdora che ha sempre tirato la carretta”) ed i figli Simone e Simona, apre il “Blanco's Caffetteria snack bar di fronte alla clinica Montanari. Ora “Blanco's Home”. Si legge nel pieghevole plastifi-

Sergio (Viso) Battelli e la gigantografia di Morciano

Morciano. Sette camere e annessi servizi di buongusto che non sfigurerebbero nelle maggiori capitali del mondo. Gioiello della famiglia Sergio (Viso) Battelli, uno che ha nel cuore il paese no i fuochi d'artificio del 31 dicembre. Era diventato un piccolo classico il suo spettacolo. A Morciano la chiacchiera: “chissà che farà ‘Viso’ quest'anno”. L'idea l'aveva carpito dai vicini di casa, Enzo Tagliaferri e Sergio Bartolini. Le tre famiglie per il 31 dicembre facevano a gara per i fuochi più belli. E' Sergio Battelli ad organizzare i festeggiamenti di

cato: “Ben arrivati! Siamo lieti di ospitarvi nella nostra casa”. Il biglietto da visita di Morciano. Gli arredi interni sono opera di Artigiani Valconca, leader in arredi su misura per alberghi, bar, ristoranti, negozi, boutique. Ha sede a Santa Maria del Piano, Comune di Montescudo.


MORCIANO

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Bell'incontro culturale a quattro di storia locale: Chiaretti, Cirelli, Delucca e Garattoni - Nei rapporti finanziari tra il Comune di Morciano e l’Unione Valconca perché la sindaca di Montefiore Conca, Vallì Cipriani, non fa il ricorso alla Corte dei Conti? Come abitante di Morciano di Romagna, per le decisioni arbitrarie delle varie Amministrazioni comunali negli ultimi ventun anni e la favola di “Morciano capitale della Valconca” ho dovuto e devo supportare una costante ed insopportabile pressione fiscale. La lunga faccenda della vendita del terreno di proprietà del Comune di Morciano all’Unione Valconca, dove sorge la Casa di riposo per gli anziani dell’Unione dagli 8,5 euro al metro quadro stabiliti dalla Corte di appello di Bologna e acquistati a 140 euro per la delibera della Giunta dell’Unione sollevata sulla “Piazza” di aprile dalla sindaca Vallì Cipriani è una questione da portare davanti alla Corte dei Conti e il Comune di Montefiore lo può fare con l’estrema facilità. I metodi non democratici dell’attuale presidente come la

Morciano-Unione comuni, perché il sindaco di Montefiore non fa ricorso alla Corte dei Conti? Morciano, palazzo comunale

LA LETTERA di Hossein Fayaz convocazione della giunta per l’ordinaria amministrazione dal mattino per il pomeriggio, fare il partigiano della fusione del Comune di Morciano con Gemmano, San Clemente ed eventualmente Montefiore o l’ex presidente di cambiare lo Statuto in modo verticistico e senza alcun confronto con i cittadini, sono casi da portare ufficialmente a conoscenza delle autorità competenti. La sindaca Ciprianì fa bene ad informare i cittadini, ma come si è visto nelle ultime

elezioni, i cittadini o sono completamente sfiduciati del sistema e rifiutano la partecipazione o badano ai propri interessi, o agli interessi delle loro associazioni con le amministrazioni comunali e votano di conse-

guenza senza tenere conto del bene comune. L’adesione di Morciano all’Unione Valconca in questi ultimi vent’anni per i contribuenti di questo Comune è stata molto onerosa. Gli affitti, le morosità, le spese legali e le spese dell’arbitraggio dell’ex sede dell’INPS (Palazzo Melograno, via Roma, Morciano), contestati dalla Corte dei conti di Bologna, ammontano a una spesa di circa 200mila euro. Il proprietario del locale ha ottenuto in sentenza definitiva, la condanna del Comune di Morciano a pagare gli affitti non saldati e può chiedere il sequestro dei beni. L’assessore al Bilancio sostiene che i fondi sono accantonati in attesa di una soluzione con l’Unione Valconca, ma anche su questo argomento non è chiaro nulla. Oltretutto, Stefano Dradi, firmatario del contratto d’affitto del locale, all’epoca era sindaco di Morciano, e Claudio Battazza, attuale sindaco di Morciano, era sindaco di Montefiore e presidente dell’Unione Valconca, oltre che grande sostenitore dell’operazione. Ambedue sono i diretti responsabili e oggi sono delegati a risolvere questa delicata vertenza. La Corte dei Conti ha riconosciuto una grossa ingiustizia che i cittadini di Morciano hanno dovuto subire per anni. È evidente che i 7.000 abitanti di Morciano non possono pagare tutti gli affitti degli uffici pubblici che sono stati utilizzati da tutti i 27.300 abitanti dell’Unione Valconca (all’epoca formata da 9 Comuni). Non è un evidente conflitto d’interessi? Morciano per la sua posizione geografica dall’anno 1014 ospita la Fiera di San

Gregorio ed è stata sempre una città mercato e centro degli scambi commerciali della Valconca, anche quando amministrativamente era un borgo del Comune di Montefiore Conca. Non bastano i solidi slogan del sindaco Battazza (come quello che recita “Morciano, è la capitale della Valconca”), a giustificare il pagamento di centinaia di migliaia di euro d’affitto. Nemmeno per cedere quasi gratuitamente l’uso della metà del Municipio all’Unione Valconca. Inoltre, per servizi scarsi rispetto a quelli di quando era-

no gestiti dal Comune, ora delegati all’Unione Valconca, senza alcun controllo da parte dei cittadini su questo Ente. La sindaca Vallì Cipriani ha l’onore di essere stata la prima donna nella storia di questa municipalità che ha ricoperto la carica del primo cittadino, avrebbe l’opportunità di dare una lezione storica ai cosiddetti “Democratici” della nostra Provincia. Potrebbe lasciare qualche segno positivo del suo passeggero periodo di comando, approvando dei regolamenti attuativi pratici e magari con Quorum Zero e la sufficienza del 5% di firme dei partecipanti all’ultima tornata elettorale per la richiesta dei referendum comunali. Solo nei Comuni dove esiste questo strumento legale a disposizione dei cittadini, si può parlare di una reale e costante partecipazione degli elettori alle grandi decisioni. Inoltre, il primo passo da compiere per i cittadini dei Comuni dell’Unione Valconca è di rivolgersi con l’urgenza al Difensore Civico regionale per chiedere il dovuto regolamento attuativo dei referendum comunali e dell’unione che fino ad oggi per lunghi anni sono stati negati agli abitanti.

MUSICA

Concerto di Pippo Pollina

Pippo Pollina - L'associazione “Passi di Legalità” di Morciano in collaborazione con Libera presenta il concerto di PIPPO POLLINA - Giro d'Italia Tour 2015. Domenica 24 maggio alle ore 21 al Teatro Villa di S. Andrea in Casale. Info. e prevendita biglietti: 333-9932542 psaracinocubia@gmail.com Pippo Pollina è consi-

derato dalla critica internazionale uno dei più apprezzati esponenti della musica italiana d'autore in Europa, con centinaia di concerti all'anno tra Italia, Germania, Austria, Francia e Svizzera. In scena Pollina (chitarra, piano e voce) è accompagnato dal sassofonista Roberto Petroli. Ha all'attivo 20 album e oltre 4mila concerti.


“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Registratore di cassa, pezioelettricità, pellicola, funicolare

Henry Ford

La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1879. Registratore cassa James Ritty, proprietario americano di un saloon a Dayton (Ohio), stanco di subire continuamente furti dalla cassa, prende spunto da un contatore navale per i giri dell’elica per inventare un registratore di cassa automatico che serve a fare i conti e tenere al sicuro il denaro incassato. 1880. Piezoelettricità Il fisico francese Pierre Curie (1859-1906), studiando le caratteristiche dei cristalli con il fratello Jacques, scopre il fenomeno della pie-zoelettricità secondo il quale in seguito alla compressione o a uno stiramento di un cristallo, secondo forze dirette simmetricamente alla sua struttura, è possibile far comparire sulle facce opposte del materiale cariche elettriche di segno diverso, che possono poi in un circuito dar vita a una differenza di potenziale e quindi a una corrente. Il fenomeno avrà molte applicazioni, dalle testine dei giradischi agli accendini a scintilla, ai rilevatori di pressione. 1880. Pellicola Il contabile di banca americano George Eastman (1854-1932) deposita il primo brevetto della pellicola fotografica avvolgibile su rullo, che sostituisce le fragili, pesanti e ingombranti lastre fotografiche rigide, le quali richiedono un armamentario ciclopico per fotografare all’esterno. È una vera e propria rivoluzione nel campo

della fotografia. Eastman mescola l’emulsione fotografica con gelatina ottenendo un composto che può essere preparato anche molto tempo prima della ripresa fotografica. Poi ne ricopre una striscia di celluloide trasparente e flessibile, eliminando così anche la lastra di vetro. È nato il rullino fotografico. Il

brevetto del rullino rende subito a Eastman 25 mila dollari, somma che gli permette di lasciare la banca e fondare la sua industria. Nonostante il successo della sua invenzione, l’ex contabile si accorge però che per rendere veramente popolare la fotografia occorre ancora un particolare: una macchina fo-

tografica semplice, in grado di essere azionata con un solo dito da chiunque, anche dalla persona più inesperta. Nasce così la macchina fotografica a scatoletta, battezzata da Eastman col nome Kodak, facile da ricordare e che si pronuncia allo stesso modo in tutte le più diffuse lingue del mondo. Eastman è anche il primo industriale americano a concedere spontaneamente ai suoi dipendenti una serie di agevolazioni come indennità di malattia, pensione, assicurazione sulla vita. Inoltre, sotto il falso nome di Mister Smith elargisce poi buona parte dei profitti a università e scuole e fonda in città americane ed europee gli ospedali odontoiatrici che ancora oggi portano il suo nome. 1880. Funicolare Compie il viaggio inaugurale la prima funicolare, convoglio su rotaie trainato da una fune parallela ai binari. Il progetto è realizzato dall’ingegnere milanese Olivieri.



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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

A San Clemente si fanno tante domande. Serve?

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Un cogeneratore di dubbi FOCUS

- La voce che pesa di più nei bilanci delle attività produttive italiane è quella dell’energia. Un’energia che viene generata quasi esclusivamente da combustibili fossili, dai quali il nostro Paese dipende, ma dei quali è del tutto sprovvisto. Ovviare, anche senza grossi investimenti e alleggerendo la bolletta si potrebbe anche dare una mano all’ambiente. Come? Con la cogenerazione. La cogenerazione è una tecnologia che permette di ottenere energia elettrica e calore attraverso un unico impianto adatto a recuperare l’energia che si perde durante la combustione. “Pacchetto clima-energia 2020-20” o 20-20-20. Le tre cifre rappresentano l’impegno ambientale dell’Europa, nel periodo successivo allo scadere del protocollo di Kyoto ed entro il 2020, a ridurre le emissioni di gas serra del 20 %, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico: il tutto entro il 2020.E’ questo in estrema sintesi il contenuto del cosiddetto varato dall’Unione Europea. La scelta del combustibile per il cogeneratore di via Trado non va quindi completamente nella direzione giusta anche se il metano resta un’energia pulita. Sul fatto che sia stato scomodato un esperto per capire che le aziende agricole locali non avrebbero potuto alimentare da sole un digestore di un cogeneratore di diversa natura impossibile pronunciarsi: forse anche il luogo in cui l’impianto è stato collocato non

Il luogo del cogeneratore

sarebbe stato adatto a quel tipo di struttura. Timing. Scrivemmo a febbraio, a lavori già iniziati, che un cogeneratore non è un marciapiede e che l’informazione alla gente del luogo andava fornita prima dell’inizio dei lavori. Senza entrare nelle implicazioni e le scelte conseguenti alla ormai famigerata APEA, vecchia di una decina d’ anni, considerando che questo incontro si è tenuto il 16 Aprile a struttura costruita possiamo perdonare i cittadini assenti ad una così importante serata d’informazione. I presenti però molte domande se le sono poste. È bastato sentire il dottor Trevisan, rappresentante e azionista della ditta Berica, appaltatrice dei lavori, per far nascere qualche timore sull’economicità e la funzionalità di tutto il progetto. Non c’è intenzione di produrre energia elettrica da immettere in rete, e vista l’impossibilità legale di distribuirla una delle motivazioni del cogeneratore viene accantonata in partenza. La distribuzione dell’acqua calda per impianti centralizzati sarà quindi il core businnes dell’attività. La non velata richiesta di aiuto del dottor Trevisan sia all’amministrazione che alla cittadinanza accende qualche spia di al-

larme perché il vantaggio per il pubblico, l’obbiettivo più “facilmente raggiungibile” nel breve periodo, è rappresentato dalla fornitura gratuita di 20.000 kWh/anno per vent’anni a scuole e centro sportivo con conseguente risparmio di circa 400.000 per le casse pubbliche. Il vero business per l’azienda di Arzignano però dovrà nascere dal rapporto con il privato al quale potrà garantire un risparmio quantificato spannometricamente nel 30% sui costi della attuale bolletta del gas. Più volte Trevisan ha nominato in questo senso “ la Ghigi” da raggiungere direttamente e la speranza soprattutto di nuovi insediamenti produttivi e non a cui potere proporre un economico teleriscaldamento fornito da piccoli generatori dislocati sul territorio. Dubbi sulla possibilità di fornire l’amata azienda pastaria, reduce (secondo i rumors) da un anno economicamente problematico, e anche su nuovi insediamenti in una frazione dove sono ancora numerosi gli appartamenti sfitti e in costruzione. Alfonso Scala, consigliere comunale di Lista Civica, minoranza in Consiglio Comunale, ha sottolineato che il rischio, qualora la ge-

stione dell’ impianto non fosse economicamente conveniente, che possa chiedere il risarcimento del danno economico. Si è affrettato a smentire questa possibilità Trevisan che ha garantito che in quel malaugurato caso si spegnerebbero i bruciatori e si darebbero le chiavi dell’impianto alla partecipata Sant’Andrea Servizi srl la quale a quel punto che farà? Lascerà scuole e impianti sportivi senza riscaldamento o saprà rendere economica la gestione dell’impianto? La stessa società è anche la destinataria dello stanziamento della Regione Emilia Romagna per la realizzazione dei lavori. Una questione che ha stupito i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle locale che in un loro comunicato stampa sottolineano come , in consiglio comunale, l’erogazione era stata garantita direttamente alla ditta appaltatrice per poi scoprire che invece la beneficiaria era di fatto la partecipata che gestisce l’area industriale di Sant’ Andrea. Solo una disattenzione dell’ assessore alle attività economiche o questa partita di giro ha spiegazioni diverse? Ecco, i cittadini che non hanno partecipato alla serata informativa si sono persi la possibilità di immaginarsi tutti questi dubbi. L’augurio è, per tutti, che restino tali e che Sant’Andrea diventi l’esempio svedese della Romagna tutta e che il Trevisan possa, parafrasando il titolo del famoso programma televisivo, dire a tanti interessati: Te la do io la Berica! Da settembre dovrebbero cominciare i lavori per la fornitura di acqua calda alle scuole…

Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

TERRA - TRADIZIONI - TIPICITA'

Passioni nostalgiche

Gianfranco Fantini con la sua opera - Ci sono passioni che conducono a fare cose a cui nessuno avrebbe pensato. Cose apparentemente inutili che assumono invece il valore delle testimonianze e del ricordo del lavoro di un tempo. Gianfranco Fantini da una ventina d’anni impiega il tempo libero per ricostruire gli attrezzi di un tempo: macchine per battere il grano, piccoli trattori, altri attrezzi... Tutti rigorosamente funzionanti e fedeli alle forme di un tempo. Il frantoio, il mulino, la segheria tutti oggetti in movimento che “Franco” ha collezionato nel piccolo museo che raccoglie anche numerosi attrezzi originali. Nell’anno dell’ esposizione universale dell'Expo di Milano, Gianfranco ha pensato ad una personalissima versione della Tour Eiffel che è stato il simbolo di quel-

Claudio Casadei

la di Parigi del 1879. L’originale fu costruita in due anni, Franco ci ha messo la metà del tempo. Su una intelaiatura ha saldato, piegato incollato e modellato qualche migliaio di sfridi d’alluminio diametro 35 millimetri. Ha distrutto e ricostruito la sua opera per quattro volte. L’ha posta su un basamento motorizzato e girevole e sotto ha messo due panchine degne dei fidanzatini di Peynet. Et Voilà la tour est faite. Ora Franco posa felice vicino alla sua creatura visibile per qualche tempo ancora al Centro Sociale Valconca presso il Centro Polivalente, mentre se a qualcuno interessasse visitare il museo lo può fare, in maniera totalmente gratuita, previo accordo telefonando al 329.9806180. Claudio Casadei

MONTEFIORE

MONTEFIORE - LEVOLA

Sorrisi al Centro sociale Parrocchiani in processione

Levola, quando c'era la festa - Levola. Venti maggio del 1949. La processione dei parrocchiani per l'annuale festa religiosa. Oggi, la chiesa è abbandonata e cadente e la processione non è che immagine color seppia. L'istantanea è stata portata in bottega da una signora che fu banbina in quello che oggi è un autentico paradiso. Merita un ponmeriggio domenicale Levola.

Si ammira davanti la casa di un privato

Miracoli della natura inValconca - La natura, complice l'uomo, fa cose meravigliose. I ciclisti quando salgono verso Montefiore si fermano a far le foto, soprattutto gli stranieri. Salendo verso la collina si incontrano dei quadri degni del paradiso. Ecco un'immagine che racconta storie uniche... E se venissero moltplicate per uno, mille, centomila?


S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

SAN CLEMENTE - ALLEGRO MA NON TROPPO

Il ducetto toscano Io vivo in un paese soffocato da chi in sua vita mai ha lavorato e campa sulle spalle dello Stato ‘sta gente priva d’anima e di cuore, capace a volte di un buon congiuntivo, si erse a Dei senza alcun pudore! Favelle di promesse e di princìpi che scordò poi al primo respiro e al popolo regalò sol raggiri! Questa gentaglia, consolidata Casta, per obbiettivo avea solo lo scranno ed una paga eterna ma usurpata! Non eran sol politici romani, che bene predican e razzolan malissimo, simili a lor son troppo tanti nostrani! Un tempo almen aveano il pudore condito da un filin d’educazione di raccontar perché di un certo errore. Invece adesso han sol la presunzione di liquidare il mondo con un twitt e solo interna a loro è la tenzone. Ci sembra che da noi siano vagliati pel fiume di parole raccontate ma poi assisi son assai sbadati! E capita che un re da sol si scelga un omo affine solo al suo disegno e al popol resta sol legge del menga. Ed io che da un po’ viaggio non sereno, dopo una vita di travaglio serio, penso a pension e già d’adesso tremo! Ho avuto un partito prediletto che un filo rosso mantenea nel cuore di lui perciò accettavo quas’ogni errore. A lui il villan ponea la propria speme e all’operaio dava sicurezza, ognun del giusto far avea fede. E’ vero che però all’elezioni troppo frequentemente convocate spesso noi passavamo da coglioni Si navigava lenti in rotte vaghe e mai costringevamo li potenti e ‘l nano d’Arcore di dignità fea strage! Bui erano quelli tempi per la morale e un Tosco contro questo fea promesse quel giovane c’ illuse poter cambiare. Ma già il suo esordio c’accese qualche lampo lo staisereno provocò un allarme, poi i nostri dubbi crebbero e di tanto. Fece ogni cosa con spreco d’arroganza in noi spegnendo ogni comprensione scavò coi suoi la massima distanza! Scrisse le leggi con ogni condannato alla sua gente scordò ogni promessa e al lombardo strinse un patto scellerato. Con pletora di giovani arrivisti del Macchiavelli scelse strategia ma troppi suoi elettori lasciò tristi! Confusi i suoi fedeli sul che fare vider la gente avversa fino a ieri entrare in casa propria e comandare. Fin nelle periferie lontane i dirigenti scelser tradimento volendo assì far da puttane. L’umiliazione dell’ avversario interno l’infido tosco scelse con decisione pur di spadroneggiare lui al governo. E or di quelli che l’avean bramato, in tanti ormai nel suo total disprezzo, le spalle a lui ed al partito hanno girato. Solo chi tessera tiene nel portafoglio accetta, chissà se per convinzione, l’alleato che pria eran ‘no sbaglio. Tolti i diritti ai deboli, di fatto, sparse promesse giammai mantenute solo ai “padroni”concesso ha il mentecatto. Nessuna legge contro corruzione depenalizza pene per chi ruba e solo ai ricchi assì fè protezione. “Che fare”? pensò un uomo assai lontano che i deboli sembrava avesse in core peccato che ai suoi poi sfuggì la mano!? Giustizia è la risposta alla questione che chi è onesto sia sempre premiato mai più spremuto a modo di limone. Invece il tosco, stolto ed arrogante, continua a blaterar del cambiamento per ora e sol ducetto assai irritante. E mentre i suoi raccontan poesie il popolo diviso assai rimbrotta di quei subendo inermi litanie. Ma lo cantava anche la Pavone se lo ricordi il Tosco e la sua corte se lo affami il popolo fa la rivoluzione! Fausto Nottiberti

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“Comuni in difficoltà e disagio sociale” Le preoccupazioni del sindaco Mirna Cecchini

Mirna Cecchini, Pd, sindaco di San Clemente

L'INTERVISTA

di Claudio Casadei - Dopo 11 mesi dal suo insediamento Mirna Cecchini sindaco (o Sindaca per piacere alla Boldrini) di San Clemente è felicemente impegnata nel suo incarico. Piddina della prima ora, impegnata in vari ruoli nelle funzioni amministrative è stata assessore e vice-sindaco della giunta D’Andrea. Di certo quindi non un politico alle prime esperienze. Ma quando gli chiediamo come il suo lavoro sia cambiato con l’assunzione del nuovo ruolo la risposta è chiara. “ Beh, principalmente è cambiato l’atteggiamento nell’affrontare i problemi. Nonostante la condivisione del lavoro con tutta la giunta prima di fare le cose ci ragiono bene!”. Chiediamo cosa sia cambiato in maniera particolare negli ultimi anni: “C’è che i comuni sono davvero tutti in grande difficoltà. Oltre ai problemi ed alle carenze delle infrastrutture c’è un forte aumento del disagio sociale che non è più limitato alle sole famiglie da sempre meno fortunate, ma coinvolge famiglie storicamente economicamente tranquille e riuscire ad essere per tutti una presenza rassicurante diventa sempre più difficile. Non è un momento facile per essere Sindaci perché in questo momento i problemi sono tanti e le soddisfazioni davvero poche!”. E ancora: “Lo Stato continua

a tagliare i trasferimenti e solo per mantenere i servizi le difficoltà sono sempre maggiori.”. A Mirna manca un punto di riferimento importante: “La riforma delle province ci ha tolto un riferimento straordinario a cui attingevamo rapidamente e direttamente. Ora tutto è più difficile: ad esempio se c’è una frana su una strada provinciale prima c’era un rapido intervento di manutenzione, adesso spesso viene messa una transenna! E dico questo non certo perché io sia contro la riforma”. Proviamo a provocare: quindi progetti non se ne fanno? “Grandi opere in questo momento si possono prevedere e al massimo progettare perché non si possono realizzare nell’immediato. Ci tengo però a rimanere fedele al mio programma elettorale. Ci sono alcune opere che vanno assolutamente realizzate come la messa in sicurezza della via Riccione-Tavoleto. Per questo siamo in continuo contatto con gli uffici della Provincia, ma non avendo più fondi da gestire al momento è una lotta davvero dura strappare qualcosa. Per quanto riguarda invece i sanclementesi i problemi economici ed il disagio sociale cominciano a pesare anche fortemente sul nostro bilancio: per fortuna, nonostante il calo dei trasferimenti, siamo riusciti a rimpinguare il capitolo sociale del bilancio che

presenteremo a Giugno. La necessità comporta anche un’attenzione maggiore nell’elargizione per evitare di favorire i furbi e in questo lavoro i nostri uffici in collaborazione con la polizia locale sono fortemente impegnati.” Situazione strade. “Quello delle strade è un problema di tutta la provincia. La sua gestione coinvolge tutti: provincia, regione, Unione Valconca e protezione civile. Nei nuovi bilanci le Regione stanzierà fondi provincia per provincia in base a priorità e necessità. È quindi necessario ragionare responsabilmente sulle richieste e sulle necessità reali!”. Progetti per lo sport? “Abbiamo, anche per merito di chi ci ha lavorato prima di noi, un centro sportivo fantastico che lavora in tutte le sue strutture. Sono comunque previste evoluzioni positive su vari fronti!” Scuole. Il grande impegno del Sindaco. “Le scuole sono il nostro fiore all’occhiello. Le nostre sono strutture efficienti e qualche problema di spazio lo abbiamo esclusivamente alle medie del capoluogo, ma troveremo il modo di risolverlo. È totalmente priva di fondamento la voce di problemi strutturali”. Chiediamo come siano i rapporti con le minoranze e risponde soddisfatta: “Nel rispetto dei propri ruoli, il rapporto è estrema-

mente corretto con tutte e tre le minoranze. Fin dall’inizio c’è stato un approccio positivo all’amministrazione e stanno già arrivando i primi risultati: proposte condivisibili delle minoranze sono state accettate e avremo certo altre occasioni di condivisione”. Facciamo notare che nel programma elettorale l’informazione era stata messa in evidenza. “Per quanto riguarda l’informazione risponde il sindaco - abbiamo gettato le basi per una struttura con responsabili precisi tra il personale dei vari uffici che si occupano di curare i rapporti verso i mass media, i social network e quant’altro. Poi in casi specifici promuoveremo incontri con la cittadinanza”. Bene e il bilancio. “San Clemente è uno dei pochi comuni della zona che ha un bilancio consolidato e in attivo”. Ultima vicenda l’Unione: qual è la sua posizione? “Io immagino un ambito a nove Comuni; la Valconca ha caratteristiche e tradizioni comuni. Il progetto dovrebbe riguardare la collaborazione e l’associazione di tutti per la gestione dei servizi e la realizzazione di risparmi nel totale rispetto delle pari dignità di ogni comunità. Tutti dovrebbero farne parte perché la disgregazione non aiuta. Bisogna raggiungere il risultato un passo alla volta, le forzature non giovano. Arrivare a una fusione deve essere un processo che unisca come un buon matrimonio ma prima sarà necessario un fidanzamento lungo quanto necessario affinché un passaggio così importante sia davvero definitivo, condiviso e capito con tutti i cittadini per fare in maniera che quando si arriverà al referendum sia per tutti una festa!”.

SAN CLEMENTE - RADICI

San Clemente, capitale del dialetto Mai tanta partecipazione: 42 poesie e 28 zirudele. Due scolaresche. Premiazione il 6 giugno - Mentre aprivo le buste di poesie e zirudele inviate dai poeti per il XXIII premio Giustiniano Villa, la soddisfazione cresceva per la quantità di opere pervenute. Il lavoro per preparare le poesie da sottoporre al giudizio degli illustri giurati non finiva mai e le fotocopiatrici macinavano risme di carta A4 quasi fossero rotative di un quotidiano o, per chi ne ha memo-

Giustiniano Villa

ria, rulli di un vecchio ciclostile prima di una protesta o di una manifestazione . Sono in concorso quest’anno ben 42 poesie e 28 zirudele, un numero difficilmente pensabile vista la pubblicità basta sul passa parola e su un intensa campagna sui social inserendo

tra essi anche il telefono di casa. Tutte queste opere sono un “bottino” importante e, anche se al momento non sono in grado non avendo ancora letto tutte le poesie di rassicurarvi sul loro valore, questa cospicua presenza di poeti mi rassicura sull’amore dei romagnoli di ogni latitudine per la loro terra. Una menzione particola ed una mozione d’affetto va poi fatta (come ogni anno del resto) per la scuola primaria Favini di Coriano che quest’anno manda tre lavori delle sue classi 2B, 3A e 3B. L’insegnante poetessa Anna Maria Pozzi e le colleghe Rosanna Magnani e Antonella Baffoni grazie alle quali anche que-

st’anno potremo godere della presenza dei volti sorridenti e fieri di bambini che vivono quotidianamente la globalizzazione e imparano a rispettare il suolo che calpestano imparandone la lingua. Ecco un'occasione per creare un concorso tutto loro magari con l’aiuto di qualche impresa privata per potere uscire dalla logica del pubblico sempre presente e decisivo e farci sentire tutti un po’ più cittadini. Per tutti l’appuntamento è per sabato 6 giugno alle ore 21 al teatro Giustiniano Villa di San Clemente in località Sant’Andrea in Casale. Se amate le poesia dialettale e la Romagna mancare sarà come commettere un delitto! C. C.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

A Saludecio venduto per pochi euro lo scorso 26 aprile dopo una divertente e accesa trattativa

Su una bancarella rinvenuto un Henry Moore autentico? ALLEGRO MA NON TROPPO

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AMARCORD Piergiorgio Avanzolini (22.5.1952 - 3.5.2015) essere seppellito nel cimitero di Saludecio: ha una vista meravigliosa”, confidava agli amici. Profondi valori civici, capacità di saper apprezzare la bellezza, uno stile sobrio, Piero animava la vita con una caterva di interessi: l'arte, la cultura, il bello come fattore di educazione, la buona cucina ed i buoni vini. Era spesso in giro per mostre, conferenze, eventi. Per ascoltare i filosofi nelle affollate

Il bronzo acquistato

Il mercatino domenicale si tiene fino alla fine di ottobre

- Le armonie sono le inconfondibili linee avvolgenti che ti rimandano all'arte arcaica dello scultore inglese Henry Moore (1898 - 1986), uno dei maggiori del secolo scorso. Una figura di donna tra il sacro ed il profano, con incisa la firma (una “M” con la gambina di destra solcata da una linea che farebbe pensare al nome Henry), e sotto un segno da mezzaluna, il bronzo è stato al centro di una serrata trattativa domenica 26 aprile, durante il Mercatino del Riuso. La sta-

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diversi momenti della Storia. Proprio per questo la nostra rassegna primaverile “MuseInVita” presenta la sua seconda edizione e, come sempre, vuole essere dedicata a loro, cioè alle Muse, che da sempre accompagnano la bellezza, l’armonia e la conoscenza nell’interesse dell’Umanità. Firmato: Associazione culturale “Tredici Torrioni”. Domenica 12 aprile ore 15.30 Un’antica bottega di vasaio: piccoli vasai per un giorno! Attività di laboratorio per imparare a modellare l’argilla digitale di base con softwere free; tecniche di ripresa: paesaggio, ritratto, interni, esterni; elaborazione di foto classiche e 3d con software free. Laboratori con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Saludecio, assessorato alla Cultura.

secondo antiche tecniche di lavorazione. Visita guidata nell’antica bottega di un vasaio medievale. A cura di Elisa Marzi e Luciana Tirincanti. Destinatari: bambini dai 6 anni e loro accompagnatori. Domenica 19 aprile ore 15.30. Luci e lucerne. Attività di laboratorio ceramica con la realizzazione di un’antica lampada ad olio. Visita guidata all’interno della Torre Portaia, dove è allestito un corpo di guardia del 1400. A cura di Elisa Marzi e A. Rita Baldarelli. Destinatari: bambini dai 6 anni e loro accompagnato

tua, alta una decina di centimetri, è stata acquistata da un inconsapevole avventore riminese. Pagata poco più di una birra, la stessa sera gli avevano offerto 500 euro. Il valore commerciale sarebbe di circa 10mila euro. Il mercatino, fino alla fine di ottobre, si tiene tutte le domeniche nel Parco dei Tigli di Saludecio. Dato la suggestione del luogo, data la bontà dell'organizzazione, sta avendo uno straordinario successo. In queste domeniche è aperto anche il Museo di Saludecio e del Beato Amato; accoglie opere di livello assoluto. Tra cui anche un dipinto del Cagnacci. Un altro si trova nella chiesa di fianco.

Addio Piergiorgio, persona perbene - Piergiorgio Avanzolini se n'è andato prima del tempo nella serata del 3 maggio, attorno alle 22,30. Aveva 62 anni. Lo ha stroncato un male affiorato nel l'estate del 2014, dal quale pensava di esser guarito. Il ritorno pochi mesi fa, le vane cure. Lascia la moglie Donata e due figli, Laura (alla quale aveva appiccicato la passione per il jazz) e Michele (agronomo). Aveva lavorato tutta la vita in banca; prima al Credito Italiano, poi alla Banca Popolare Valconca. Era andato in pensione nell'ottobre del 2013. Originario di Saludecio, aveva trascorso la gioventù a Genova, dove la famiglia si era trasferita in cerca di opportunità. Abitava a San Giovanni, il paese della moglie, ma aveva Saludecio nel cuore. “Voglio

serate misanesi era solito arrivare almeno mezz'ora prima. Si portava il giornale e ingannava il tempo. Gli piaceva citare padre Zanotelli (che seguiva quando era invitato nei dintorni) e raccontare delle chiacchierate con padre Rusconi, un amico di famiglia. Era, insomma, una persona ben fatta. Affidabile. Generosa. Ti restava dentro anche se lo avevi incontrato soltanto per pochi minuti. In lui ci trovavi l'uomo vero. Per il funerale del 5 maggio, nell'amata chiesa di San Biagio di Saludecio, a salutarlo tantissime persone; molte in piedi. Il fratello, dalla voce in lacrime, è riuscito a dire pochissime parole: “Piero era semplicemente una persona buona”. Caro amico, la terra-ti Il Difesa delchesuolo sia lieve. (g. c.)

presidente Bonaccini e l'assessore Gazzolo a Roma dal ministro Galletti: "Abbiamo chiesto al ministro oltre 100 milioni di nuove risorse per realizzare interventi prioritari contro il dissesto idrogeologico" Bologna - Oltre 100 milioni di euro per interventi contro il dissesto idrogeologico, che si aggiungono ai 100 milioni già disponibili tra risorse regionali, nazionali ed europee. Li hanno chiesti oggi a Roma al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo. “Si è trattato di un incontro positivo - commenta Gazzolo-. Al ministro abbiamo segnalato le priorità d’intervento per gli anni 2015 e 2016, assicurando la cantierabilità


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Dissesto idro-geologico preoccupante. Tra i primi posti nei pensieri della Regione Emilia Romagna. Stanziati 200 milioni di euro

Le colline Malatestiane stanno franando Dilvo Polidori, sindaco di Saludecio

UOMO E NATURA

cedimento del ponticello. Sono solo alcune dei drammi che stanno vivendo i territori di Saludecio e Montefiore. Sia per Saludecio, sia per Montefiore ci vogliono almeno un paio di milioni di euro per mettere in sicurezza le strade con un lavoro ben fatto. Mentre a Montefiore non ci sono pericoli per le abitazioni, a Saludecio sì. Oltre alla chiusura di Meleto Basso da Meleto Borgo, è in parte chiusa via Vallicella. Chiusa in parte anche via la Pieve, che da Saludecio porta al cimitero. Era state sbarrate anche le strade per Cerreto e Pedreto ma sono state ripristinate. Dalla Regione Emilia Romagna è giunto un primo contributo di 172mila euro. Per il dissesto di Meleto ci vogliono almeno 400mila

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euro; c'è una frana che avanza anche sotto le mura di Meleto. Dilvo Polidori sindaco di Saludecio: “Mi sembra che la Regione stai prendendo con serietà il dissesto idro-geologico. Ha messo a bilancio 45 milioni di euro. Il presidente Bonaccini ha detto che inserirà fondi importanjti per tutto l'arco della sua legislatura”. “Il quadro - continua nella riflessione, seppur spostata di pochi chilometri ma sullo stesso crinale Vallì Cipriani, sin-

daco di Montefiore - è drammatico per tutto il nostro territorio. Dobbiamo effettuare interventi costosi con micropali profondi almeno una decina di metri. Fortunatamente non ci sono abitazioni in pericolo”. Territorio soggetto a dissesto idro-geologico Montefiore, ha molteplici frane che avanzano. Tre le principali: all'ingresso del capoluogo, via Spogna, la strada anello che collega la zona stadio con la Pedrosa. Qui sono state

dissotterrate anche querce secolari. La terza è via Santa Maria della Neve, dove è scoppiato il tubo del gas tre volte. Fronte di una settantina di metri, ci sono fratture con dislivelli di mezzo metro. Per metterla in sicurezza sono stati preventivati circa 400mila euro. Il ministreo delle Infrastrutture, fa sapere il sindaco, ha accordato 920mila euro per sistemare la provinciale all'ingresso di Montefiore. La rimanenza, più 52mila euro dalla Regione serviranno per l'intervento sulla Spogna. Frane importanti anche a San Gaudenzo e il tratto tra Ca'Santino ed il piccolo cimitero di Levola. Il punto L'Emilia Romagna per la sua conformazione fisica è soggetta ad una erosione idro-geologica straordinaria. Gli uomini ci hanno messo del proprio, soprattutto negli ultimi decenni. La Regione ha stanziato i primi 200 milioni per fermare

MONDAINO

Mondaino, col Latinus ludus la piccola Roma

I ragazzi durante la prova - Con la XXVII edizione del Latinus Ludus, Mondaino diventa una piccola Roma. Conferma la vocazione di capitale culturale della Valconca: lo scorso 12 aprile, in una splendida giornata di sole, oltre 400 studenti di scuole superiori provenienti da diverse regioni italiane, si sono presentati all’appello per una prova di traduzione dal latino e dal greco. Organizzata dall’amministrazione comunale di Mondaino, dai Lions Club di Cattolica e Urbino e dal Leo Club

“Valle del Conca”, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Urbino, è dedicata a don Sebastiano Sanchini, che per cinque anni (dal 1805 al 1812) fu precettore e consigliere amichevole del raffinato Giacomo Leopardi. Ora l’appuntamento è per il 2 giugno, festa della Repubblica Italiana; nel corso di una importante cerimonia ufficiale le autorità comunali e lionistiche e l’intera comunità mondainese festeggeranno i ragazzi migliori. Ad maiora! (verso cose più grandi).

MONTEGRIDOLFO

Bocce, ritorno on paradiso. Riconquistata la serie A

La squadra di quest'anno. Al centro, senza divisa: Italino Mulazzani (alla sua destra l'allenatore Edo Mattioli), Fernando Staccoli, Marco Gili, Mauro Uguccioni (Utensiltecnica) e

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

- Il Mourinho delle bocce ritorna a fare il Mourinho. L'allenatore Edo Mattioli ha portato i suoi ragazzi ad un traguardo straordinario: la riconquista della A. Se sabato 11 aprile, in casa, fermato l'Aper Perugia, seconda in classifica a 6 punti, è stato sancito il ritorno nella massima serie. Nelle ultime tre gare un sarebbe bastato che il pareggio. Partita senza illusioni, l'Utensiltecnica Montegridolfo ha costruito un campionato trionfale: una sola sconfitta, fuori casa, proprio a Perugia. E guarda caso mancava l'allenatore, Edo Mattioli. La prossima stagione, con un solo rinforzo, si punta ad un torneo di

media-alta classifica; era questo anche l'obiettivo della stagione appena archiviata. Il sogno è rinverdire i trionfi di Italino Mulazzani, oggi presidente onorario. Intanto, tutti felici, ad iniziare dal presidente, il sobrio Marco Gili, fino agli sponsor (il principale è l'industriale Mauro Uguccioni, enfant du pays), passando per gli appassionati. La storia del Montegridolfo è fatta di straordinarie vittorie. La perla è il tricolore 2010. L'impianto sportivo è un gioiello che va assolutamente visitato. Quanti paesi di mille abitanti possono vantare una squadra in serie A?


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO MONTESCUDO TEATRO

Francesco Rosaspina, raffinato incisore F r a n c e s c o Rosaspina (Montescudo 1762 Bologna 1841)

Lo scorso 25 aprile. Una buona idea da esportare anche in altri comuni

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Liberazione, consiglio comunale aperto A Coriano ci furono 200 vittime civili, con distruzioni nel capoluogo e nelle campagne

Mimma Spinelli, sindaco di Coriano

LA MEMORIA - Montescudo ha chiuso la sua stagione teatrale dialettale numero 22 al “Francesco Rosaspina”. Ma chi è stato questo signore da meritarsi l'intitolazione di un teatro, seppur piccolo costruirto agli inizi del 1800? Nasce nel 1762 a Montescudo, in cerca di fortuna la famiglia si trasfesce a Bologna, dove diventò celebre per le sue molto richieste incisioni. E' a Bologna che apprende l'arte. Allora l'incisione era l'unico mezzo di riproduzione e di diffusione delle immagini. Rosaspina si dedicò soprattutto alla riprduzione di famose

pitture: del Parmigianino e del Correggio, ai maggiori del Seicento bolognese, a Andrea Appiani e al Settecento europeo. Produsse più di mille lastre dal quale stampavano le immagini. Fu docente all'Accademia Clementina ed amico di Andrea Appiani e Giovanni Battista Bodoni. Morì in Bologna nel 1841. Il suo paese natale gli ha dedicato un teatro e una scuola elementare/media. I prestigiosi studiosi riminesi Anna Maria Bernucci Pier Giorgio Pasini ne hanno curato una preziosa biografia.

- “Ricorrenza 70.mo anniversario della Liberazione d’ Italia”. E' stato l'ultimo consiglio comunale aperto a Coriano. In marzo c'era stata un'assise sull'acqua. Una bella idea questa corianese dei consigli comunali aperti che si potrebbe anche esportare negli altri comuni. I cittadini vengono coinvolti sui grandi temi della propria comunità. E' nella condivisione che cresce la responsabilità civile, direbbe l'economista riminese Stefano Zamagni. I consiglieri comunali

Fabia Tordi Alfredo Fabbro Cristian Paolucci hanno scritto una breve riflessione: “Sono passati 70 anni e siamo oggi qui, convinti più che mai, che occorre ricordare, commemorare e ringraziare tutti quei ragazzi corianesi e le 200 vittime civili che a Coriano furono uccise nel terribile settembre 1944 e che allora misero in gioco le loro vite e la loro gioventù per restituire libertà all’Italia dal

nazifascismo, offrendoci un tributo di valori ancora oggi fondamentali per la nostra democrazia, valori essenziali che ci danno le coordinate per il futuro e per la rinascita. In una società che sembra aver smarrito la rotta, in un Italia che sembra non riuscire più a risollevarsi dalla crisi, è importante più che mai saper cogliere da questi valorosi ragazzi il coraggio di cambiare e di lottare per il cambiamento.

Oggi è molto più facile prendersela con chi ci sta accanto, a causa della differenza di vedute o per il colore della pelle diverso; vediamo costantemente le persone spingersi allo scontro invece di cercare di comprendere le posizioni dell’ altro, senza rendersi conto dei rischi e delle conseguenze che sono impliciti nella logica della contrapposizione, della sopraffazione e della manipolazione. Questa sera ci troviamo in questo Consiglio Comunale a commemorare il 70° anniversario della Liberazione con tanta amarezza, ma determinati a mantenere viva la memoria, per trasmettere alle nuove generazioni un sentimento profondo di condanna della guerra, fiduciosi che l’ umanità saprà trovare le vie della convivenza pacifica”.

COMUNITA'

L'ultima domenica di maggio

Borgo di Albereto, festa della Vergine - Albereto: una chiesa di campagna bellissima (dedicata a San Felice) in un posto non meno affascinante. Tradizione vuole, che l’ultima domenica di maggio si celebra la festa della Beata Vergine della Consolazione. Un appuntamento che viene da lontanissimo e che gli abitanti della frazioncina (un tempo 700

abitanti, oggi un centinaio) cercano di onorare al meglio. Organizza il Comitato parrocchiale. La giornata. Al mattino si celebra messa alle 11. Nel pomeriggio alle 4 c’è la processione. L’immagine della Vergine (un quadro copia dell’originale conservato in chiesa) viene portata nel borgo malatestiano di Albere-

to per essere poi riportata nella chiesa. Dietro l’edificio religioso, nel campo sportivo, c’è la festa, con l’orchestra, la banda. L’appuntamento è anche l’occasione per visitare la chiesa ed il borgo malatestiano di Albereto. Si ammira un sontuoso panorama: con il mare “vicino”, San Marino e la montagna.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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Al nuovo ente maggiori trasferimenti per i prossimi dieci anni Referendum il prossimo ottobre. Ora il piccolo nodo del nome

Montescudo-Montecolombo, la Regione “approva” la fusione - Mentre i cittadini di Montecolombo e Montescudo aspettando il referendum consultivo del prossimo 11 ottobre, anche la Regione Emilia Romagna ha dato il proprio imprimatur alla fusione. La Regione ha approvato il progetto di legge di fusione che è stato pubblicato lo scorso 7 maggio. Invece lo scorso 31 marzo la giunta regionale ha adottato la delibera con i criteri per la quantificazione dei contributi regionali spettanti alle nuove fusioni. In base a tali criteri, i contributi regionali spettanti al nuovo Comune sorto dalla fusione di Montescudo e Monte Colombo diventano cospicui: un contributo ordinario annuale di Euro 92.000 per la durata complessiva di 15 anni (per un totale di Euro 1.380.000); - un contributo straordinario in conto capitale di Euro120.000 per la durata di 3 anni (per un totale di Euro

FOCUS

360.000) Ai contributi regionali vanno poi aggiunti anche i contributi straordinari statali per i 10 anni decorrenti dalla fusione e commisurati al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti ai Comuni per l'anno 2010. Il contributo statale annuo spettante al nuovo ente è di Euro 235.055,54 (per un totale di Euro 2.350.555). I benefici ipotizzati sono importanti data la situazione economica: una riduzione considerevole della spesa e consentirebbe inoltre di fare formazione e specializzare il personale (offrendo opportunità di sviluppo professionale ai dipendenti), di avere una maggiore massa critica e di affrontare meglio il turn-over. Sull’organizzazione, rile-

vando che il personale in entrambi i comuni è sottodimensionato rispetto alle effettive esigenze, si ipotizza che con la fusione i due Comuni potrebbero riorganizzare i servizi attraverso una razionalizzazione ed un più efficiente impiego del personale stesso; - rispetto alla fattibilità informatica, si afferma che la loro unificazione, data la maggiore massa critica che ne deriverebbe, consentirebbe di rinegoziare i contratti e ridurne i costi. Con la fusione, da un punto di vista politico, il nuovo ente irrobustisce la propria muscolatura da far valere poi nelle sedi opportune. Gli abitanti diventerebbero circa 7mila (Montescudo 3381, Montecolombo 3457). Se tutto va da progetto, dal primo gennaio ci sarà il nuovo Comune, ora bisogna soltanto trovare il nuovo nome. Sul quale c'è una frizzante discussione.

Montecolombo e Montescudo, le due torri civiche

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