2013 - 07 | La Piazza della Provincia

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Luglio 2013

RICCIONE

Il nuovo segretario del Pd racconta la propria visione della politica

Casadei: “Essere al servizio dei riccionesi” Festa democratica in luglio al Parco delle Magnolie e non più in settembre al Parco della Resisetnza. Tanti dibattiti. Due grandi ospiti: il ministro Josefa Idem e l'economista Tito Boeri

Alessandro Casadei

L'INTERVISTA

- C'è la banalità del bene che sempre ti ritorna (quello che hai donato, più altro ancora inimmaginabile). E c'è l'abc della politica che si dà per scontato, ma che va sempre rinverdita, un po' come i Dieci comandamenti (fossero applicati, saremmo su un paradiso terrestre), o l'accortezza di piantare le piante nella giusta esposizione: le ortensie all'ombra, o la rucola in fronte al sole. “Per me fare politica significa essere al servizio degli altri”. Quasi una banalità ma è così che intende il ruolo Alessandro Casadei, il neo-segretario del Pd, il partito che guida Riccione dal dopoguerra. Titolare di un'azienda che si occupa della riparazione di elettrodomestici,

due le passioni: lo sport e la politica. Ora, fa le maratone (Firenze, Roma, Venezia, Parigi, Fano...); da ragazzo si è cimentato con la bici (fatto agonismo) ed il pallone (fino alla juniores del Riccione). Quarantuno anni, coniugato, una figlia di 11 anni, si è avvicinato alla politica nel 1994 con il giornalino del Pds, “le Città” (ne fu anche il direttore). Nel '96, si iscrive al Pds. Nelle tornate elettorali del '99 e del 2004, viene eletto consigliere comunale. E' secondo degli eletti con circa 300 preferenze; il sindaco Daniele Imola gli conferisce le deleghe allo Sport e alle Politiche giovanili, la prima tornata; lo Sport e i Lavori pubblici, la seconda. Partiamo dal suo sindaco,

Imola, come giudica il fatto che abbia restituito la tessera del Pd? “Con Daniele, ci siamo sempre confrontati sulla politica nazionale. Condivido la sua delusione iniziale dopo il tradimento a Prodi, ma si incide dentro il partito e non fuori. Imola la passione per questo partito ce l'ha nel sangue, per cui penso che sia solo un arrivederci”. Ha riferimenti nella sinistra italiana? “Nessuno in particolare. Da giovane ero attratto da Che Guevara. Con l'età, si diventa più pragmatici e tutto viene collocato nel giusto periodo storico. Diciamo che le mie sono

posizioni riformiste e che mi identifico nelle idee prima ancora che nelle persone. A livello di leader ho ammirato le posizioni di Veltroni. Ho sostenuto la mozione Berlinguer. Ero con Bersani”. Come segretario da dove andare a ricominciare in un partito in difficoltà? “La mia segreteria è una scelta di rinnovamento. Una sintesi fatta in un percorso di settimane. A Riccione abbiamo due problemi. Uno, vogliamo riattivare l'organizzazione del partito un po' immobile. Due, dobbiamo riconquistare la nostra credibilità nella città. Vogliamo cambiare alcune

modalità di relazioni con le persone e con i cittadini. Per muoverci è nostra intenzione riattivare la sede e riattivare il sociale. Negli ultimi tempi, la sede era frequentata da un gruppo ristretto di dirigenti e da over 70. Poiché a fine anno scompare il difensore civico, per non disperdere un patrimonio di utili servizi ai cittadini ne farà da tramite il partito. Prima l'ascolto e poi i contatti con gli enti per risolvere i problemi. Altro progetto, sarà di mettere a disposizione la sede per lezioni di recupero di gruppo per gli studenti che ne hanno bisogno, sia d'estate, sia durante l'anno”. Come fare a rivitalizzare il partito che ha perso smalto? “Coincide con i cittadini e non solo con gli iscritti. Non dobbiamo schiacciarci sulle questioni amministrative, ma sui grandi temi essere da collegamento. Un passo in questa direzione è la nuova Festa democratica. Abbiamo cambiato data e luogo. Non più al Parco della Resistenza in settembre, ma al Parco delle Magnolie in luglio,

dall'11 al 14. Abbiamo puntato molto sui dibattiti; per un segno di cambiamento e di malessere della base nessun big nazionale. Tra gli ospiti il ministro Josefa Idem e l'economista Tito Boeri”. Va bene. Come superare il rapporto sempre più conflittuale tra il partito ed i suoi amministratori? “Il conflitto è figlio della normativa che ha reso gli amministratori autonomi, da una parte. Dall'altra, c'è la perdita di funzioni del partito stesso. Che è protagonista solo nel periodo elettorale. Passato, perde le sue funzioni. Per uscire dall'imbuto bisogna che il partito riporti la discussione al centro e formi la classe dirigente. Per questo stiamo attivando forum tematici aperti anche ai non iscritti. Dagli incontri usciranno idee che si potrebbero tradurre in programma elettorale e una classe dirigente per il domani”. Primarie sì, o primarie no? “Primarie sì, con regole certe e chiare. Sono per le primarie anche per selezionare i consiglieri comunali”. Che cos'è per lei la politica? “Trovare le soluzioni ai problemi della gente”.

Photo Andrea Bianchi

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