Ottobre 2016 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 20 N.10 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 16

RIMINI - 6-7

EDITORIALE

Banca, forza e benessere dal (al) Paese di Alfonso Scarano - La Banca di Raffaele Mattioli - Una visione unitaria e sistemica”, di Andrea Calamanti (Aragno Editore) è occasione preziosa per meglio capire le cure a un sistema bancario malato. Raffaele Mattioli, chi era costui? Le Monde lo qualificò come “Le plus grand banquier italien dépuis Laurent de Medici”. Nel mondo bancario e della finanza italiana e non solo, la figura di Mattioli, banchiere che per quasi mezzo secolo fu al vertice della Banca Commerciale Italiana, era ben presente, considerata e tra i principali punti di riferimento della visione bancaria ed economica del dopoguerra. Lo scorrere del tempo non è stato però galantuomo e un velo di oblio ha celato il ricordo diMattioli e del suo intendere il mestiere di banchiere. L’averlo dimenticato non fa onore alla storia e tanto meno alla intelligenza pratica delle necessità odierne che mostrano un sistema bancario in grave crisi operativa e di terribile dilapidazione dell’immenso capitale reputazionale accumulato in un secolo di attività bancaria. Eecco che è straordinariamente prezioso e utile poter andare a lezione da Mattioli leggendo il libro scritto dal professor Calamanti. Leggendo le citazioni del banchiere e il minuzioso ricostruire la sapienza logica e pratica di quel modo di far banca, emerge il contrasto stridente tra la banca al servizio dell’economia e lamoderna degenerazione bancaria finanziarizzata, diven

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OTTOBRE 2016

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Pd: Parmeggiani caccia i dirigenti autosospesi

Vanzini-Liuzzi: “Carim, nessun beneficio personale”

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Gennari, 100 giorni a 5 Stellle CATTOLICA - 25

Gazebi da smontore, danni per migliaia di euro MORCIANO - 43

Inceneritore: più nascite premature e più aborti Studio della Regione Emilia Romagna durato 5 anni. Nella commissione anche il riminese Geo Agostini. Riccione e Coriano esami sulle terre attorno a Raibano

MADE IN ITALY Che patachèda! San Matteo Renzi Isé a rigalèn dice che chi vota SI' mal dièvle piò andrà in paradiso... dla mità d'itaglièn

ARTE

A Morciano, sala conferenze Bpv fino al 30 novembre

Boccioni e Futurismo in mostra

di Francesco Toti - Più aborti spontanei e più nascite premature per chi abita in un raggio di 4-5 chilometri dagli inceneritori rispetto alla media regionale. E' l'unico dato “certo” sul rapporto tra inquinamento ambientale e alcune patologie. L'indicatore è dello studio Moniter, commissionato alPagina 2

Breve massima di saggezza “Pensioni, il problema è l'equità non la sostenibilità del sistema ”

Tito Boeri (presidente Inps)

Una delle opere in esposizione. “Donna che cuce” di Boccioni (particolare)

Cecco - Raffaello - 2016

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Politica e bene comune

San Clemente Fusione, farla con Misano? Matrimonio interreligioso San Giovanni Pacchi per famiglie bisognose Coriano Pd, Rossi commissaria Montegridolfo Bocce, si lotterà per lo scudetto Mondaino Si vota per la fusione Saludecio Sant'Amato, Festa delle Noci

In mezzo secolo, misanese va in Comune 3 volte: riceve 3 no FOCUS

Condomini Immobili, valore catastale e valore commerciale Pagina 18

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Ottobre 2016

INCHIESTA

Incontro pubblico a Misano con l'oncologo forlivese Ridolfi, da 12 anni si occupa di inquinamento e tumori

Inceneritore: più nascite premature e più aborti spontanei Misano. Inquinamento ambientale e tumori

Immondizia

L'INCHIESTA L'oncologoforlivese Ruggero Ridolfi

segue dalla prima pagina

cuni anni fa (2007-2011) dalla Regione Emilia Romagna con un investimento di 3,2 milioni di euro. Se ne è parlato a Misano Adriatico lo scorso 23 settembre in un incontro pubblico dal titolo “Ambiente & tumori, nessun rischio?”. Ospite l'oncologo forlivese Ruggero Ridolfi. Componente del Comitato scientifico dell'Isde (Associazione medici per l'ambiente), dal 1976 al 2007 ha lavorato all'ospedale di Forlì; poi, fino al 2013, all'Irst di Meldola. Da 12 anni si occupa del rapporto tra inquinamento ambientale e patologie tumorali. Ridolfi ha aperto con una pennellata culturale, che è la base di tutte le cose: “Tutti gli uomini sono responsabili per l'ambiente”, “I medici lo sono due volte”, “Fino a quando possiamo restare indifferenti?”. Uno dei fattori inquinanti più nocivi per l'uomo sono le cosiddette polveri sottili. Uno

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 10 ottobre

Il sindaco di Misano Stefano Giannini

studio afferma che per ogni aumento di 5 microgrammi al metro cubo (5 µg/m3) nella media annuale di esposizione a PM 2.5 corrisponde un aumento del rischio di morte per cause non accidentali del 7%. I limiti proposti dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), pari a 10 µg/m3 per il PM2,5, sono inferiori rispetto a quelli attualmente in vigore nel nostro paese, pari a 25 µg/m3: una differenza di ben 15 µg/ m3... Corrispondente ad un aumento del rischio di morte del 21%!!”. La tecnologia inquina ma salva. Ridolfi: “La sopravvivenza dei pazienti oncologici è notevolmente aumentata, grazie al miglioramento delle terapie ed alla diagnosi precoce Tuttavia l’incidenza della gran parte dei tumori continua ad aumentare anche nelle fasce giovanili. I dati di Taranto e dello studio Sentieri.. non possono essere attribuiti solamente all’invecchiamento della popolazione o agli stili di vita, tuttavia alla presentazione del libro, parlando dei fattori di rischio, le parole inquinamento e ambiente non sono mai state pronunciate”. Oltre a portare una caterva

di dati sui quali riflettere, l'oncologo forlivese ha messo sul tavolo della riflessione alcuni atteggiamenti culturali sui quali tenere le antenne alte, come: “A norma di legge”, “Autocertificazione”, “Rischio accettabile è un concetto economico e non di salute”. Durante la serata è intervenuto anche il sindaco di Misano Stefano Giannini. Nervosissimo, un torto alla sua preparazione, ha detto: “Il grave errore

sono le troppe discariche; gli inceneritori di ultima generazione sono migliori dei precedenti. Servono perché fino agli anni '90 mandavamo la nostra immondizia nella Terra dei Fuochi. E l'inquinamento provinciale non è dovuto all'inceneritore, quello del traffico è ben più pesante. E' più inquinato il Parco del Marecchia che le zone sotto l'inceneritore”. Il dottor Geo Agostini era uno della ventina del comitato scientifico di Moniter che dal 2007 al 2011 studiò la relazione tra inquinamento da inceneritori e patologie. Grande passione per la natura ed il moto, già presidente dell'Ordine dei me-

DATI

Tumori, 500 morti l'anno in un indicatore vecchissimo - Chi scrive ha chiesto alll'Ausl della provincia di Rimini una tabella con i dati delle persone affette da tumore nella provincia di Rimini. “Per ragioni organizzative“, fanno sapere dall'azienda sanitaria, dopo una settimana non è stato fornito alcun dato; il giornale ci ritornerà in novembre. “I pochi dati, reperibili

su Internet, relativi alle patologie oncologiche, sono quelli relativi alla mortalità in provincia di Rimini risalgono tra il 1995 e il 2000. Si parte dai 584 morti nel '95, per scendere a 527 nel 1998, fino ai 534 del 2000. Dati costanti che vanno letti con le dinamiche anagrafiche e della variabilità fisiologica quando si ragiona di sanità”.

800 Nella provincia di Rimini ogni cittadino produce circa 800 chilogrammi di immondizia all'anno. La raccolta differanziata si assesta attorno al 60 per cento dici della provincia di Rimini, argomenta: “Ho scritto e detto molto sull'argomento. E' documentato oramai che c'è una forte relazione tra inquinamento da polveri sottili e malattie. Mi riferisco alle combustioni dei veicoli, dei forni delle fabbriche (si veda Taranto), gli inceneritori, per non parlare del fumo delle sigarette. La sintesi dello

Geo Agostini, medico

studio Moniter fu che chi abitava, da almeno 2-3 anni, in un raggio di 4-5 chilometri dagli inceneritori era più soggetto alle nascite premature e agli aborti spontanei. Ci furono molte polemiche ma comprensibili. Credo che siano più dannosi gli autoveicoli che gli inceneritori”. “La strada da intraprendere

FOCUS

Riccione-Coriano, 60mila euro per monitorare aria e terra - I Comuni di Riccione e Coriano hanno messo sul piatto 60 mila euro per monitorare l'aria e la terra nei pressi dell'inceneritore di Coriano. Racconta Susanna Vicarelli, assessore a Riccione: “Il nostro monitoraggio vuole essere di supporto alle verifiche e agli studi che fa l'Arpa. A condurre lo studio è l'università di Reggio Emilia. Le primi analisi le avremo tre 6-7 mesi; i risultati sui quali riflettere ci sa-

Susanna Vicarelli, assessore a Riccione ranno tra un anno; saranno rilevate anche sostanze inquinanti che al momento non vengono richieste dalla legge”.


INCHIESTA Dal 1911 sul territorio La banca per chi crede DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

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Il sindaco di Rimini è sensibile al tema dell'inquinamento ambientale. Da anni adotta provvedimenti

Dal 1911 sul territorio La banca per chi crede DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

“Limitazione al traffico bene, ma gli interventi devono essere strutturali” Rimini. ha accresciuto del 30 per cento la rete delle piste ciclabili, passando da 75 a 96 chilometri circa. Entro il 2020 arriveremo a 115 chilometri. In 10 anni, sottrarre il 2 per cento all’anno al mezzo privata, incentivando bici e pubblico

Gnassi Andrea, sindaco di Rimini

L'INCHIESTA - continua Agostini - mi pare che sia quella del sindaco di Rimini, Gnassi: ridurre al massimo il gas di scarico dei veicoli e mettere in atto strategie bio: piste ciclabili, auto elettriche, car sharing. Il traffico cittadino è devastante ed i bambini sono coloro i quali più ne soffrono, dato che l'aria più inquinata è attorno ai 50-60 centimetri di altezza”. Cultore del benessere, Agostini dà qualche consiglio:

“Una persona minimo dovrebbe fare almeno 45 minuti di camminate tre volte la settimana. Ottimale: un'ora tutti i giorni. Possibilmente lontano dalle strade e dai centri abitati”. Ad organizzare la serata misanese i comitati cittadini. Si prevedono altri incontri sempre sull'inquinamento ambientali. Il prossimo dovrebbe essere sugli effetti dei campi magnetici.

- Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi da anni è impegnato per abbattere gli inquinamenti ambientali nella provincia di Rimini; soprattutto quelli legati al traffico. “E’ chiaro racconta Gnassi, grande passione per la bicicletta - che il tema della lotta all’inquinamento da gas di scarico, e dunque di un incremento della qualità dell’aria, non si esaurisce

con i provvedimenti autunnali e invernali di limitazione della circolazione stradale che riguardano tutte le aree urbane della Regione sopra i 30 mila abitanti. Questi sono interventi di prevenzione e sensibilizzazione a breve termine mentre i risultati veri si otterranno facendo leva su interventi strutturali capaci di diminuire la dipendenza collettiva dall’auto privata”.

“Il Comune di Rimini, dal 2011 ad oggi - continua il primo cittadino - ha accresciuto del 30 per cento la rete delle piste ciclabili, passando da 75 a 96 chilometri circa. Entro il 2020 arriveremo a 115 chilometri. L’obiettivo che si è posto il Comune di Rimini, attraverso il Piano urbano della mobilità sostenibile, è quello di riequilibrare le modalità di spostamento dei riminesi in un

arco di decennale, sottraendo il 2 per cento all’anno al mezzo privata, incentivando e facendo crescere della stessa percentuale gli spostamenti in bici e con i mezzi di trasporto pubblico”. “E’ chiaro - chiude Gnassi - che in quest’ottica diventa strategico il sistema di trasporto rapido costiero: sia perché grazie ad esso migliaia di residenti riminesi e riccionesi potenzialmente lasceranno a casa la loro auto muovendosì con il Trc per un risparmio annuo di centinaia, se non migliaia, di tonnellate di smog; sia perché intorno a quel sistema si dovrà riorganizzare la mobilità intera, facendo delle 17 stazioni punti di snodo della mobilità con spazi per biciclette, parcheggi, car e bike sharing”.



RIMINI

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E' la provincia dell'Emilia Romagna dove se ne fanno meno. Si espongono i bambini alle malattie

Vaccini, Riminese maglia nera - Vaccini per bambini: ultimi nella regione Emilia Romagna. Il programma “Presa diretta” di Rai 3 ha fatto scalpore il dato sulle vaccinazioni a Rimini: avrebbe infatti una copertura più bassa rispetto alle altre province italiane. Tale situazione riguarda gli obbligatori dal terzo mese di vita (antipolioantifderite-antitetanicoantiepatite b), ma anche quella dei vaccini facoltativi (in particolare quelli contro la pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco). A seguito della vaccinazione contro la pertosse, introdotta nel 1993 nel calendario vaccinale dell’ Emilia-Romagna, si è avuta una forte contrazione dei tassi d’incidenza, ancora piu evidente dopo il 1996, anno di avvio della vaccinazione nei diversi territori regionali. Con il passare degli anni questo tasso d’incidenza è andato svanendo: soprattutto dal 2010 al 2015 si è visto che la percentuale di copertura vaccinale nei bambini di età compresa tra 0-24 mesi è diminuita dal 92,9% nel 2010 all’ 87,5% nel 2015. Si ricorda che per avere una buona copertura vaccinale è necessario che almeno il 95% della popolazione sia vaccinata.

Un’indagine sul territorio rivela uno sconfortante primato della provincia. Sono in molti a credere che i vaccini obbligatori siano causa di importanti patologie, tra le quali l’autismo SALUTE L'ospedale Infermi di Rimini

di Emanuele Foschi Ma, perché è avvenuto questo drastico calo? Semplicemente perché i genitori tendono a trascurare l’importanza delle vaccinazioni, obbligatorie e non, pensando che le malttie sopracitate siano ormai debellate. Sarebbe bene precisare che è necessario continuare a vaccinare, soprattutto bambini e anziani, per preservare la salute della collettività, ma anche per prevenire infezioni che potrebbero riemergere, quali morbillo e poliomielite. Diversi sono i casi drammatici di decessi avvenuti in Euro-

Rimini, in coda in regione come racconta il grafico

pa, tra cui due avvenuti per difterite (in Spagna nel 2015 ad un bambino di 6 anni e in Belgio nel Marzo 2016), in entrambi i casi perché i genitori avevano deciso di non vaccinarli. Lo scorso anno a Bologna è deceduta una bambina di 28 giorni di pertosse.

É vero che era troppo piccola per vaccinarla ma, se le coperture vaccinali fossero state piu alte il batterio non circolerebbe tra la popolazione. Per questo è importante che gli adolescenti e gli adulti si vaccinino, in quanto possono essere sorgente delle infezioni.

Recentemente è stato rilevato un caso di meningite da emofilo B in un bambino di Rimini, anche questo molto piccolo; erano anni che non si registravano piu casi di meningite dovuti a questo batterio in Emilia-Romagna. Ma, nonostante siano accaduti questi eventi drammatici, perché i genitori continuano ad essere del parere che i vaccini siano dannosi?

Il condizionamento dei mass-media contibuisce sicuramente a questa visione delle cose. Ma non solo, anche alcuni medici pediatri sconsigliano i vaccini. Perché? Tutto comincia all’inizio degli anni 2000, quando un gastroenterologo americano afferma che ci sia un nesso tra vaccino antimorbillo e autismo. Ciò sarebbe il frutto degli studi da lui stesso condotti. Il medico, poi radiato dall’ordine per frode scientifica, convinse milioni di famiglie americane a farsi risarcire, in quanto il vaccino MPR aveva causato autismo nei bambini. Ma, tre studi (due condotti in Gran Bretagna e uno in California), sembrano aver escluso definitivamente il coinvolgimento del vaccino MPR nell’insorgenza dell’autismo. É vero che i vaccini possono provocare reazioni avverse (locali o generalizzate), d’altronde la maggior parte di queste è di modesta entità e la loro frequenza è comunque molto bassa. Quindi, evitare le vaccinazioni vuol dire scegliere un rischio diverso e di entità maggiore: le infezioni (che, talvolta, possono rivelarsi letali soprattutto nei bambini).


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RIMINI

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La proprietà della Carim ha chiesto reponsabilità personale per l'ex consiglio ed i massimi dirigenti

“Carim, nessun beneficio personale nello stare nel consiglio d'amministrazione” - Siamo stati per oltre dodici anni consiglieri di Banca Carim; lavorando intensamente e mettendo a disposizione dell’Istituto le nostre capacità ed esperienze. Abbiamo iniziato questo nostro incarico con la massima dedizione, abbiamo vissuto attivamente, per il ruolo che ci competeva, la vita professionale dell’Istituto. Ora ci troviamo rinviati a giudizio ma non riusciamo a capire quali nefandezze abbiamo commesso. E allora proviamo a ricostruire i fatti. Negli anni di permanenza nel Consiglio di Amministrazione di Banca Carim abbiamo contribuito, con i colleghi e con la Direzione, a creare un’organizzazione che ha contribuito allo sviluppo del nostro territorio, dotandola del personale necessario per rispettare tutte le disposizioni di Legge e degli organismi preposti alla vigilanza degli istituti bancari quali: Banca d’Italia, Consob, ecc. RITENIAMO DI AVERE ONORATO LA FIDUCIA ACCORDATACI DAI SOCI, E DALLA FONDAZIONE CARIM, CHE CI HANNO ELETTO E RICONFERMATO PER MOLTI ANNI.

L'INTERVENTO

di Luciano Liuzzi e Gianfranco Vanzini* Fino al 31.12.2009, Banca Carim è andata bene svolgendo al meglio la sua attività E DISTRIBUENDO OGNI ANNO CONSISTENTI DIVIDENDI AI SUOI SOCI, COMPRESA OVVIAMENTE FONDAZIONE CARIM, CON UN CONTINUO AUMENTO DEL VALORE DELLE SUE AZIONI CHE ERANO RICHIESTISSIME E PER IL CUI ACQUISTO VI ERA SEMPRE UNA LUNGHISSIMA LISTA DI ATTESA. All’improvviso nel febbraio del 2015, cioè dopo quasi 4 anni dalla fine del nostro mandato, ci viene recapitato un: “AVVISO DELLA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI PELIMINARI E INFORMAZIONI SUL DIRITTO DI DIFESA” a firma dei: dr. Luca Bertuzzi P.M. e Paolo Giovagnoli Procuratore della Repubblica di Rimini. Dove veniamo accusati di: “B) del delitto di cui agli articoli 110 C. P 2622 C.C perché Ioni Giuliano nella sua qualità di presi-

dente del consiglio di amministrazione di Banca Carim e membro dell’Associazione criminale di cui al capo A) Martini Alberto nella sua qualità di direttore generale di Banca Carim SpA e membro dell’Associazione di cui al punto A) Grossi Claudio nella sua qualità di vice direttore generale di Banca Carim s.p.a nonchè membro dell’Associazione di cui al punto A) in concorso tra loro e con Liuzzi Luciano, Gardenghi Mauro, Paesani Franco, Mussoni Raffaele, Ulderico Vicini, Bonori Fabio, Ferrari Roberto, Ioli Mauro, Leardini Vincenzo, Vanzini Gianfranco, nella loro qualità di consiglieri del consiglio di amministrazione di Banca Carim spa con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico e al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nel bilancio chiuso al 31.12.2009 esponevano fatti materiali non rispondenti, omettendo di effettuare accantonamenti per rischi su crediti per almeno 35.689.732 euro in

modo idoneo ad indurre in errore i soci ed il pubblico sulla reale situazione finanziaria e patrimoniale della società, agendo in concorso anche con Piccioni Bruno, Pagliacci Marcello, Salvetti Paolo, nella loro qualità dei sindaci del collegio sindacale Banca Carim che non vigilavano correttamente sull’operato del del Consiglio di amministrazione, omettendo il dovuto controllo ed ogni attività di riscontro tra la realtà finanziaria e patrimoniale della società e la sua falsa rappresentazione nel bilancio chiuso 31.12.2009. Cosi cagionavano un danno patrimoniale alla società, ai soci ed ai creditori non inferiore all’importo di euro 18,096.868 avendo alterato in modo sensibile la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società…”. In sintesi: non abbiamo messo a sofferenze alcune posizioni di clienti in difficoltà per circa 35 milioni nel BILANCIO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA DEL 29/4/2010 E’ L’ UNICA MANCANZA CHE,DI FATTO,

CI VIENE CONTESTATO. E allora proviamo a chiarire. L’ANNO 2009 E’ STATO IL PRIMO ANNO DELLA LUNGA CRISI IN CUI ANCORA CI TROVIAMO. Si cominciavano a registrare tra i clienti di Banca Carim, come fra quelli di altre banche, basta leggere i giornali, le prime difficoltà ed i primi dati negativi. Nessuno però, allora, era in grado di SAPERE CON SICUREZZA COME LA SITUAZIONE SI SAREBBE EVOLUTA! RITENIAMO DI AVERE, ANCHE NELL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DELL’ ANNO 2009, AGITO CON SERIETA’, PRUDENZA ED EQUILIBRIO comportandoci, peraltro, come le più importanti banche italiane. Le prime 5 banche italiane, infatti, hanno chiuso, come Banca Carim, il bilancio dell’ anno 2009 (ed anche quello del 2010) in attivo, poi, di colpo, nel 2011 hanno registrato perdite per oltre 22 miliardi di euro. Forse non è necessario neppure ricordarlo, dato che ciò ci viene unanimemente riconosciuto, ma NESSUNO DEI CONSIGLIERI HA MAI AGITO CON MALAFEDE OD HA TRATTO VANTAGGI PERSONALI DI ALCUN GENERE. Il Bilancio d’Esercizio è sicu-

ramente l’atto conclusivo e la sintesi di un anno di lavoro. Negli anni della nostra permanenza in Carim sono stati approvati diversi bilanci redatti sempre con i medesimi principi e con gli stessi criteri, migliorati ed aggiornati con l’evolversi delle disposizioni. Tutti questi Bilanci, redatti dalla Struttura, visionati dalla Direzione Generale, verificati dai Sindaci Revisori, approvati dalla Società di Revisione, controllati da Banca d’Italia, approvati dall’Assemblea Generale dei Soci, non sono mai stati assoggettati a rilievi o critiche di nessun genere. Improvvisamente il Bilancio d’Esercizio dell’anno 2009 non va più bene, il Perito nominato dal PM dopo circa 5 anni dalla sua redazio-


RIMINI

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Gli ex consiglieri Luciano Liuzzi e Gianfranco Vanzini raccontano il proprio punto di vista IL FATTO

Azione di responsabilità - L'assemblea ordinaria dei soci della Carim svoltasi nella Sala Manzoni di Rimini lo scorso 13 settembre, ha deliberato l'azione di responsabilità personale nei confronti degli ex amministratori nominati dall’assemblea del 27.4.2007 e del 29.4.2010, dei sindaci, dei dirigenti e della società di revisione.

“Creare un’organizzazione che ha contribuito allo sviluppo del nostro territorio... nel rispetto di tutte le disposizioni di Legge e degli organismi preposti alla vigilanza degli istituti bancari quali: Banca d’Italia, Consob, ecc.”

ne e dalla approvazione da tutti gli organi suindicati guardandolo con il senno di poi e senza fare alcun riferimento al contesto originale lo ritiene non veritiero. Dal 2009 ad oggi il mondo ha subito un enorme tracollo, ciò che al momento della nostra valutazione, anno 2009 e precedenti, valeva 100 al momento delle valutazioni del Perito vale 30 e soprattutto non c’è mercato. Da non sottovalutare anche il fatto che il Bilancio dell’anno 2009, nel frattempo era anche stato visionato e analizzato dai Commissari entrati in Carim nel settembre 2010. Nessuno di loro aveva lo aveva messo in discussione o espresso parere negativo. Tutti gli enti preposti al controllo, contabile e/o organizzativo dell’operato del Consiglio di Amministrazione, o non sono stati coinvolti (Società di Revisione) o sono usciti indenni dal giudizio (Collegio Sindacale). Questo ovviamente perché hanno svolto bene il loro lavoro, altrimenti sarebbero stati rinviati a giudizio anche loro. Ne deriva che sono persone serie e capaci. Allora se i controllori sono persone serie, tant’è che, o non sono stati chiamati in causa (Revisori) o sono stati assolti (Sindaci), vuole dire che hanno fatto bene il loro lavoro cioè: hanno vigilato coscientemente affinché in banca si lavorasse bene, era il loro compito e visto che sono seri hanno certamente controllato e vigilato bene. Allora se delle persone serie e preparate, hanno controllato bene e non hanno segnalato niente a nessuno (Cda compreso) vuole dire che tutto si era svolto secondo le regole. In varie riunioni i Sindaci Revisori come riportato nei verbali del 19 marzo 2010, 13 aprile 2010, 14 aprile 2010 (allegati) e nella Relazione al bilancio presentata all’Assemblea dei Soci del 29 aprile 2010 hanno verificato gli accantonamenti e le svalutazioni. La Società di Revisione, che ha

partecipato alle operazioni e condiviso i risultati rilascia la sua relazione, senza riserve, e approva il contenuto del Bilancio al 31.12.2009 esaminato e approvano la bozza di Bilancio e tutte le operazione riguardanti i crediti concessi e i relativi. E allora dov’è il nostro reato ? Che interesse e che elementi avevamo per mettere in dubbio i risultati che ci venivano presentati e cambiarli? Assolutamente nessuno!! Non avevamo neppure l’obiettivo di essere riconfermati, sapevamo già che il nostro mandato sarebbe terminato con l’approvazione del bilancio, ne eravamo coscienti e consenzienti e l’Assemblea dei Soci, del 29 aprile 2010, lo ha confermato A settembre del 2010 la Banca viene commissariata, gli organi sociali sostituiti dai Commissari, la Banca è gestita dai Commissari nominati da Banca d’Italia. Gli ex amministratori multati da Banca d’Italia. Al termine dell’Amministrazione Straordinaria (durata due anni) i Commissari, nella loro Relazione Finale 30 settembre 2012, spiegano all’Assemblea perché non hanno ritenuto opportuno dare corso ad una “Azione di Responsabilità” contro gli ex organi aziendali. Successivamente in data 21 novembre 2012, inviano a Banca d’Italia la stessa comunicazione specificando che “Nell’occasione si precisa che l’Amministrazione straordinaria non ha ritenuto sussistessero - pur in presenza di gravi errori strategici e carenze organizzative - sufficienti presupposti per promuovere utilmente l’azione di responsabilità contro i cessati organi di Banca Carim disciolti di elementi adeguati per consigliare l’esperimento di tale azione con ragionevoli probabilità di successo, e comunque in via di opportunità e convenienza economica, per la difficoltà dell’individuazione di un nesso causale diretto e rilevante fra le perdite patrimoniali subite dalla

società e specifici e recenti atti di gestione direttamente riferibili agli amministratori compiuti in violazione della normativa o in violazione di canoni di diligenza.” Dichiarazione rilasciata anche dal Commissario Straordinario Carollo Piernicola nel verbale di informazioni della Guardia di Finanza del 19 giugno 2013. Ci viene erroneamente contestato di non aver preso in considerazione le proposte degli Ispettori di Banca d’Italia sulla messa in sofferenza di alcuni crediti. Non potevamo attuare le disposizioni degli Ispettori di Banca d’Italia perché queste sono arrivate al nuovo Cda, eletto il 29,4,10 il giorno 7 giugno 2010 (v. verbale del Cda anche del 15 e 17 giugno) ma noi non eravamo più Consiglieri di Banca Carim avendo cessato il nostro mandato il 29 aprile 2010. Non abbiamo MAI avuto contatti con gli Ispettori. L’unico contatto l’abbiamo avuto alla loro presentazione ufficiale in Consiglio, all’inizio della ispezione (11 febbraio 2010). In questa medesima situazione si trovano anche altri ex-consiglieri. Consentiteci anche un breve dettaglio tecnico. Una pratica di affidamento veniva preparata dalla struttura, visionata e licenziata dal “Comitato Crediti” (composto da tecnici interni senza nessun Consigliere), le valutazioni di ciò che veniva dato in garanzia erano effettuare prima da un unico Perito, poi il Consiglio di Amministrazione aveva predisposto un elenco di Periti che a turno dovevano effettuare le valutazioni. La pratica veniva portata poi in Comitato Esecutivo, infine le più importanti anche in Consiglio di Amministrazione. Il nostro compito, quale Consiglieri, era quello di verificare l’esatto iter seguito, raccomandare costantemente la massima prudenza ed attenzione (un solo esempio, fra tanti che si possono leggere nei verbali del Cda alla fine una discussione di affidamento: “il Consiglio di Amministrazione, alla unanimità dei presenti, PRENDE ATTO di quanto illustrato, AUTORIZZA la trasmissione della documentazione all’Organo di Vigilanza, INCARICA l’Esecutivo ad un costante monitoraggio delle posizioni di cui sopra, con impegno a fornire periodici aggiornamenti sull’andamento delle stesse.”; “INCARICA l’Esecutivo di individuare le corrette modalità dell’operazione nonché le procedure operative più idonee.” ) Il nostro intervento specifico avveniva esclusivamente quando conoscevano direttamente il Cliente o avevamo consapevolezza dell’andamento del mercato in quel momento. Prendevamo per corretto, e sostanzialmente lo era, quanto ci veniva proposto dalla struttura, non potevamo sostituirci ai funzionari e ai dirigenti che avevano la competenza e la capacità necessarie. Certamente non potevamo andare a visionare tutti gli immobili dati in garanzia, sarebbe stato un duplicato di lavoro e una chiara

interferenza. Le valutazioni che si fanno oggi, vanno viste e analizzate, considerando il contesto storico ed economico nel quale sono avvenuti i fatti. Lo afferma anche il Consulente Tecnico, incaricato dal PM, nelle sua analisi: “Le valutazioni degli amministratori vanno pertanto verificate al momento in cui sono state assunte e non sulla base di accadimenti posteriori non conseguenti, e del tutto indipendenti da tali decisioni”. La maggioranza degli affidamenti, presi in considerazione nella perizia del CTU, erano stati deliberati negli anni precedenti il 2009, quando la situazione del mercato immobiliare era completamente diversa. Purtroppo, si potrebbero fare decine di esempi di beni e di strutture che hanno perso oltre la metà del valore, dal 2009 ad oggi. In questa vicenda nessuno parla o vuole parlare della crisi. Ma purtroppo c’è stata, c’è ancora e ha fatto danni enormi. Nel 2009 le considerazioni degli Economisti e le valutazioni delle Associazioni Territoriali nell’analizzare il periodo contestato dichiaravano: “La recessione in atto a livello mondiale si declina in una profonda contrazione delle economie industrializzate, ed in un rallentamento marcato del ritmo dei paesi emergenti. I dati disponibili sull’economia reale in Italia, posizionano il paese nel mezzo della più profonda recessione del dopoguerra. La restrizione del credito in atto colpirà le famiglie italiane meno quindi di quanto accadrà nel resto di Europa…. Nel complesso impulsi di segno opposto restituiscono uno scenario in cui l’economia italiana dovrebbe uscire dalla recessione alla fine del 2009, in fase con gli altri paesi europei. Nel 2010 il PIL tornerà a crescere, ma la ripresa sarà molto lenta, arrivando in media nell’anno, a raggiungere una variazione positiva dello 0,3%. Se dovessimo tornare indietro nel tempo avendo a disposizione le medesime informazioni e la situazione sia esterna ed interna fosse la stessa di allora, senza la sfera di cristallo per predire il futuro rifaremmo le stese cose. Per quanto riguarda le azioni ci viene imputato il fatto che il prezzo è stato “illecitamente maggiorato, sulla base della falsa rappresentazione della situazione finanziaria e patrimoniale della banca come descritta ai capi B) e C) che precedono”. Si precisa che abbiamo terminato il nostro mandato il 29 aprile 2010 pertanto non sono da imputarci ciò che è avvenuto dopo tale data. Viene dichiarato nella “Richiesta di Rinvio a Giudizio”: “Delitto commesso in Rimini dalla data della delibera del Consiglio di Amministrazione del 5/5/2010 fino al 10/12/2010” date che sono successive al termine del nostro mandato (29 aprile 2010), non comprendiamo per quale ragione avremmo delle responsabilità. In questa medesima situazione si trovano anche altri ex-consiglieri. Abbiamo sempre avuto fiducia

nell’operato della Carim ed abbiamo sempre consigliato. convintamente e onestamente, a chi ci chiedeva pareri, di acquistare azioni Carim. Personalmente diversi amministratori, credendo nella bontà e solidità dell’istituto, hanno anche sottoscritto l’aumento di capitale a suo tempo deliberato compatibilmente con le disponibilità finanziarie di ciascuno (Vanzini fra questi). Sicuramente non abbiamo tratto benefici personali con la nostra permanenza nel Consiglio di Amministrazione di Banca Carim. PER TUTTO QUESTO NOI NON RITENIAMO IN ALCUN MODO SUSSISTENTI I PRESUPPOSTI PER UNA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DI BANCA CARIM NEL PROCEDIMENTO PENALE A NOSTRO CARICO E PER UN’AZIONE DI RESPONSABILITÀ NEI NOSTRI CONFRONTI E RITERREMMO TALI DELIBERAZIONI GRAVEMENTE INGIUSTE. Si potrebbe obiettare: vi è un procedimento penale in corso, si tratta di azioni necessarie. NIENTE DI PIU’ ERRATO: a) Anzitutto è noto a tutti il motivo per il quale vi è un processo: il Dott. Enrico Cecchi, Generale in pensione della Guardia di Finanza, per motivi a noi ignoti, si è evidentemente “fatto un punto d’onore” nel vederci condannati e da qualche anno sta profondendo per tale scopo le sue energie: solo questo è il motivo dell’esistenza di un processo, che altrimenti non ci sarebbe mai stato. b) L’esistenza di un procedimento penale non implica certo di per sé una “presunzione di colpevolezza” degli imputati e la stessa cosa vale per il rinvio a giudizio che è stato disposto nei nostri confronti all’udienza preliminare del 12 luglio scorso. Ricordiamo per chi non avesse mai avuto occasione di approfondire la cosa (come noi prima di trovarci in questa situazione…) che nella stragrande maggioranza dei casi le udienze preliminari si concludono con il rinvio a giudizio degli imputati ed in casi rarissimi con il proscioglimento degli stessi. Ciò perché la legge e la giurisprudenza (come dice in modo chiarissimo il provvedimento del GIP che ci ha rinviati a giudizio) assegnano all’udienza preliminare una funzione di filtro, ma con maglie larghissime ed il Giudice, come afferma il nostro GIP, “non deve impegnare il suo ragionamento decisorio sul tema dell’innocenza dell’imputato”; c) I Commissari hanno scritto e dichiarato più volte che non vi erano le condizioni per un’azione di responsabilità (figuriamoci quindi per un processo penale…) d) Così ha fatto anche il Cda che si è insediato dopo il commissariamento. E’ opportuno ricordare, a questo punto quello che le Sezioni Unite della Cassazione in data 31,03,2016 in merito al reato di falso in bilancio hanno scritto: “ Sussiste il delitto di false comunicazioni sociali con riguardo

alla esposizione o alla omissione di fatti oggetto di “valutazione”, se, in presenza di criteri di valutazione normativamente fissati o di criteri tecnici generalmente accettati, l’agente da tali criteri si discosti consapevolmente, e senza darne adeguata informazione giustificativa, in modo concretamente idoneo a indurre in errore i destinatari delle informazioni” Da quello che abbiamo scritto si evince chiaramente che noi abbiamo assolto tutti i passaggi legislativi, giuridici e tecnici che le normative prevedevano, senza assolutamente alcuna intenzione di “indurre in errore i destinatari delle informazioni”. Siamo da anni sottoposti ingiustamente a questa “gogna” sostanzialmente dovuta, come abbiamo detto e come è risaputo, alla volontà persecutoria, senza alcun fondamento concreto, di una sola persona, sulla scia della quale si sono poi messi altri cercando di sfruttare l’ occasione. Riteniamo immorale, oltre che negativo per Banca Carim e Fondazione consentire che le cose proseguano in questo modo. Anche senza la costituzione di parte civile di Banca Carim il processo penale, nel quale dovremo difenderci ed otterremo certamente giustizia, farà il suo corso. Non vediamo il benché minimo motivo per il quale Banca Carim e Fondazione debbano assumere l’iniqua decisione della costituzione di parte civile e dell’azione di responsabilità. Riteniamo invece che tali azioni debbano essere del tutto respinte con un atto di chiarezza e di giustizia. Crediamo che sia giunto il momento di stringersi intorno a Banca Carim e fare in modo che imbocchi la strada di quella ripresa che tanti Istituti di Credito hanno incominciato a percorrere. Votate “no” a tutte le proposte del Cda della Banca. Basta persecuzioni, accuse infondate e paure ingiustificate con lo sguardo costantemente rivolto allo specchietto retrovisore. In questo modo non si va avanti! E infatti non si sta andando avanti, è ora di voltare decisamente e coraggiosamente pagina. Dal 30 settembre del 2012 data in cui i Commissari hanno consegnato ai nuovi amministratori una Banca risanata, sono passati quasi 4 anni (si compiono il prossimo 30 settembre 2016). Altre banche si sono rimesse in carreggiata e hanno ripreso a lavorare bene. Se gli attuali amministratori di Banca Carim continuano a pensare che tutta la colpa ricada su amministratori che non sono più in carica da oltre 6 anni, dove pensano di andare? E, spaventati dal Generale Cecchi, che cosa pensano di ottenere? Così si va solo a battere la testa da qualche parte, banca per prima. E’ questo che la Fondazione vuole? Noi non lo crediamo e continuiamo a confidare nel “buon senso” delle persone “perbene”. *Per 12 anni, dal 1998 al 2010, componenti del consiglio d'amministrazione della Carim



VALMARECCHIA

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Ricco di storia, di opere d'arte, paesaggio da favola, Cagliostro...

San Leo, Zita, la fede, la fedeltà CULTURA E TERRITORIO di Gianloris Cresti - Ancora il sole non era alto e caldo abbastanza per riscaldare il sentiero che, Zita, ormai percorreva tutti i giorni la mattina presto, andando da casa sua a Sant’Igne per pregare la Madonna ed affidarsi ai Santi del Paradiso, affinché la disgrazia cadutagli addosso, a causa dello stregone rinchiuso su al Forte, finisse. Sapeva che le sue preghiere sarebbero state ascoltate, era solo questione di tempo. Dopo aver fatto da guardia per settimane alla cella dell’Eretico, l’uomo che nessuno voleva e che aveva scansato dalla propria vita la mano di Dio, suo marito Dario, un giorno, venne accusato dalla contadina del ponte sul fiume, di averle fatto ammalare il figlio, portandole in casa uno scritto dell’uomo nel pozzo. Naturalmente Zita non aveva mai creduto alle parole della contadina, lei conosceva il suo uomo e sapeva quale fede verso i Santi del Paradiso provasse, ma il Vescovo e il Podestà avevano deciso di rinchiuderlo, poiché, la vicinanza dell’uomo che chiamavano Cagliostro, e che si diceva avesse peccato, cercando l’Elisir di Giovinezza, aveva sicuramente contagiato il suo carceriere con i suoi deliri malvagi e le sue immonde parole. Ecco, anche la Tonina, che sempre incontrava al Fontanile, prima di salire su in paese, ora la teneva a distanza e neppure la salutava. Al suo passare la gente si nascondeva nelle ombre, e il chiacchiericcio dietro ai portoni si faceva intenso, quando percorreva le strette vie del borgo. Ma la sua testa era alta e la sua schiena dritta. Poco le importava di chi, dopo anni di amicizia, aveva girato le spalle a lei e a suo marito. Solo la moglie di Bartolo, l’oste, le rivolgeva ancora la parola e spesso si recava con lei a pregare nel Duomo, pregavano il Frate poverello, il solo, diceva la Augusta, che poteva intercedere per suo marito, perché al frate della Verna, San Leo piaceva e gli piacevano anche i suoi abitanti ripeteva. Erano giorni molto caldi, questi primi giorni del mese di luglio, e rimanere in casa, al riparo degli spessi muri di arenaria, era la cosa migliore da fare se, come Zita, non si avevano campi da lavorare o animali da allevare, lei aveva solo Guercio, il suo vecchio gatto e Dario, suo marito. Dario lo conosceva da sempre, le loro famiglie erano confinanti su ai poderi della Lama, e spesso si trovavano gomito a gomito a lavorare nei campi, e si incontravano spesso davanti alle rispettive stalle nell’ora di rigovernare le bestie. L’amore fra di loro era scoccato quando di rientro da Santa Lucia, il vecchio padre di Dario una sera di Maggio, cadde dal carro che lo conduceva a casa e venne calpestato dai due buoi che portava al seguito, regalo sciagurato che il cugino di sua moglie gli aveva fatto. Ridotto in fin di vita, Zita spesso si recava nella loro casa per portare loro un aiuto, visto che la madre era venuta a mancare l’anno prima, e che i due uomini erano rimasti soli. Lo aveva amato da subito quel ragazzo forte e devoto

Il forte

Chiostro del convento di Sant'Igne

Pieve dell'Assunta alla Madonna, lui che la ringraziava sempre, per ogni cosa, e che una sera, con la scusa di riaccompagnarla a casa con la sua torcia, visto che pioveva, la strinse forte a se, e le diede un bacio, promettendole che entro un paio di mesi l’avrebbe sposata, e così avvenne. Era un uomo fermo sulle sue convinzioni e sicuro di se. Era l’uomo che lei aveva scelto, e nes-

suno stregone o maldicenza potevano portarglielo via. L’indomani sarebbe dovuta andare dal Prefetto, per chiedere il permesso di fare visita al marito una volta alla settimana, poter portare a lui del cibo, non lo vedeva ormai da due mesi, dal momento del suo arresto, ed era molto agitata. L’Augusta raccontava sempre che ogni volta che il Prefetto entrava nella loro osteria, Bartolo, suo marito, pregava se ne andasse al più presto, perché era sempre carico di nuove gabelle e di nuovi regolamenti, non ultimo quello che la mattina l’oste non potesse servire alcun vino, prima della messa di metà mattina, quella nella Pieve. Non aveva mai capito se la legge era stata fatta dal Prefetto o dal

Vescovo. Mangiò un pomodoro, l’ultimo pezzo di pane nero, e una mela, una di quelle dolci che trovava vicino a Sant’Igne, profumata, irregolare, ma gustosissima. Guercio, accovacciato sulla sedia di fianco alla porta sembrava sonnecchiare ma, Zita lo conosceva bene, bastava fare un accenno come per gettargli qualche pezzo di pane, che subito, vigile sulle sue vecchie zampe doloranti, si alzava miagolante. Gli faceva molta compagnia ora che suo marito era rinchiuso su al Forte. Non era riuscita a riposare come avrebbe voluto questa notte, ma i troppi pensieri si sa, non fanno dormire, e Zita di pensieri ne aveva in abbondanza. Si lavò il viso e scendendo in

LA STORIA

SAN LEO - Il toponimo latino del luogo, Mons Feretri, viene fatto derivare secondo alcuni studiosi, da un tempio dedicato a Giove Feretrio, mentre altri ipotizzano una origine umbra a testimonianza che il masso era già frequentato in epoca preromana. A partire dal IX-X secolo l’abitato acquisisce il nome dall’eremita Leo (proclamato poi Santo), un dalmata compagno di (San) Marino, mentre il toponimo rimane alla Diocesi di Montefeltro (sec. IX), da allora utilizzato per indicare tutto il territorio sotto la giurisdizione del vescovo. Da allora, San Leo è stata a lungo capitale storica della “regione” del Montefeltro. Fu luogo di passaggio di San Francesco nel 1213 e Dante nel 1306, prigione di Felice Orsini e di Cagliostro, San Leo ha avuto anche l’onore di essere capitale d’Italia o, meglio, del Regno Ita-

lico di Berengario II, il quale fu sconfitto a Pavia nel 961 d.C. da Ottone I di Sassonia e che poi si rifugiò a San Leo, dove resse l’assedio per mesi prima di cedere all’avversario. Il centro fu dominio dei Montefeltro (dall’antico nome di San Leo), dei Malatesta, dei Medici, conteso con i Della Rovere, fino al passaggio sotto lo Stato Pontificio nel 1631. Luoghi di interesse storico artistico: Il Duomo di San Leo, in stile romanico, costruito da maestri lombardi e datato attorno al 1173. Con classica pianta a croce latina, costruita con tre navate e transetto, ampio presbiterio e cripta, originariamente era comunicante col palazzo vescovile poi distrutto attraverso la torre campanaria. Il Convento di Sant’Igne del secolo XIII, edificato al di fuori dell’abitato, nel periodo francescano, conserva nella chiesa un frammento dell’olmo

sotto il quale predicò San Francesco durante la sua visita a San Leo (San Francesco e l’olmo sono raffigurati nello stemma comunale). Nel complesso religioso si annovera un chiostro e una sala capitolare del convento con due finestre monofore trilobate in stile gotico. La Pieve di Santa Maria Assunta, il più antico edificio di culto della città e del Montefeltro, rappresentando la prima testimonianza materiale della cristianizzazione della zona, operata da San Leone tra il III e il IV Secolo. Il Forte di San Leo, conosciuto anche come Rocca di San Leo, situato sulla cima della cuspide rocciosa che sovrasta l’abitato leontino e domina la Valmarecchia. Fra i reclusi che vi furono imprigionati spiccano i nomi di Felice Orsini e dell’avventuriero palermitano Cagliostro.

cucina, guardò la fila di salsicce e il guanciale appesi al trave sopra la finestra, al suo rientro da Sant’Igne, prima di recarsi dal Prefetto, sarebbe venuta a prenderne una parte, magari l’uomo di legge avrebbe gradito e le avrebbe concesso più volentieri, la visita settimanale al marito. Accese il fuoco, pulì rape e cicoria, e li mise dentro il nero tegame già appoggiato sulle braci, al suo rientro sarebbero state già pronte per il pranzo, sarebbe bastato aggiungerci del pane, sperando che il fornaio ne avesse ancora del giorno prima, visto che monete per prenderne del fresco non ne erano rimaste in casa. Mise lo scialle sulle spalle e si incamminò verso il convento per le sue preghiere mattutine. Arrivata alla porta in fondo al paese, quella che guarda il mare, un uomo, straniero, con un logoro mantello di colore azzurro, sporco, di pelle scura, le sorrise e avvicinandosi le disse “Tanto è quel bene ch’io aspetto, che ogni pena m’è diletto”, le bacio la mano e salì velocemente verso il Forte. Zita era di sasso. Chi era quello strano individuo. Che frase era mai, quella che aveva pronunciata. La donna riprese il cammino ma le sue gambe erano incerte, l’incontro di pochi minuti prima l’aveva davvero turbata, la sua voce cosi fredda, i suoi occhi vuoti e grandi, “Oddio!” pensò, “...e se fosse stato il Demonio?”, si fece subito il segno della croce e prese in mano il vecchio rosario, che fu di sua madre e prima ancora di sua nonna. Arrivata al Convento, entrò, si fece il segno della croce e si sedette sulla solita panca, quella davanti alla statua della Madonna, abbassò lo sguardo e iniziò a pregare, o per lo meno provò con tutte le sue forze a concludere almeno un “Pater”, ma la sua mente sembrava non ricordarne le parole, si sentiva confusa, le sudavano le mani. “Zita hai notizie di tuo marito?”, un piccolo fraticello le stava davanti, la osservava con sguardo interrogativo “Ti senti bene?” le toccò il viso “Sei pallida...”, Zita fece un grosso respiro, guardò il monaco e con gli occhi tremanti gli raccontò dell’incontro avuto all’uscita del paese e della confusione che provava, della sensazione che qualcuno si fosse impossessato dei suoi pensieri, della sua mente. Il religioso le sedette accanto, in silenzio, fece il segno della croce e inizio a recitare un Ave Maria a voce alta, guardando la donna, e invitandola con lo sguardo a seguirlo nella recita della preghiera. Dapprima con la voce un pò tremante, poi, sempre più sicura, la donna continuò le sue preghiere, a voce alta, ferma. Si girò verso il frate, ma lui non era più accanto a lei. Sulla panca al posto del monaco, una rosa. La prese, e scoppiò a piangere. La Madonna, pensò, era vicino a me, e mi ha salvata dal

Demonio. Si alzò di scatto, il Prefetto l’aspettava per l’ora prima della messa nella Pieve, e doveva passare anche da casa per prendere “il dono”, affinché il burbero rappresentante della Legge avesse pietà di lei e le concedesse le visite al suo Dario. Iniziò a camminare velocemente verso casa. Dario, già, sarebbe stato orgoglioso di sua moglie, e di come la sua fede non avesse permesso al Demonio di prendersi la sua mente, la sua anima, la donna ne era sicura, avrebbe dato quella forza a suo marito affinché scacciasse le sofferenze che, a causa dell’eretico incarcerato come lui su al Forte, doveva subire. Entrò in paese che il sole era appena sopra il Monte Severino, sulla porta di casa trovò un legaccio, lo osservò sorpresa, lo aprì e dentro vi trovò due piccole pagnotte di pane ancora calde e quattro salsicce secche. Chi mai avesse potuto lasciare quel legaccio, si chiese, e perché poi, proprio pane e salsicce, come era stato nei sui desideri uscendo di casa qualche ora prima. La donna richiuse il regalo inaspettato ed entrò in casa, si sedette, respirò profondamente, appoggiò il canovaccio e il suo contenuto sul tavolo mentre Guercio le salì sulle ginocchia. Era un sogno quello che stava vivendo, oppure veramente la Madonna aveva intercesso per lei e suo marito, facendole trovare quel regalo. Si alzò, si andò a lavare il viso su in camera, si tolse lo scialle di lana e si mise la mantella, che era di suo marito, si guardò nel logoro specchio appoggiato alla finestra, si sistemò i capelli e scese di nuovo in cucina. Dopo aver controllato il tegame sulle braci del camino, usci, con tanta speranza nel cuore, e il legaccio con un pane e le salsicce da portare al Prefetto, stretto nelle mani. Attraversò la piazza e all’improvviso, alle sue spalle una voce: “Dico grazie ad ogni bene e dico grazie ad ogni male, finché il ghiaccio della mente non si scioglie al fuoco del cuore”. Zita si girò verso la fontana, da dove, per lo meno, le sembrava provenire quella voce. Seduto a fianco di essa, lo straniero. Zita raggelò. La stava fissando con occhi gentili, sulla bocca un sorriso fanciullesco. L’uomo si alzo, e se ne andò, senza che Zita riuscisse a muovere un solo passo, o che nella sua mente passasse un solo pensiero. Dopo qualche istante si riprese, si girò e si incamminò di nuovo verso il palazzo del Prefetto. Chi era quell’uomo. Se era il Demonio, perché aveva un così bel sorriso, e quella frase... già... “Dico grazie ad ogni bene e dico grazie ad ogni male...” no, il Demonio non poteva essere. Ma chi era allora quello straniero, e cosa volevano dire quelle frasi così strane. Tirò il cordoncino della piccola campana del portone davanti a lei. In questo momento l’unica cosa importante era convincere il Prefetto a farle rivedere il suo Dario, e lo sapeva, la Madonna non l’avrebbe lasciata sola. Straniero, Prefetto, demoni e malelingue non sarebbero stati abbastanza forti da sconfiggere il suo amore, la sua fede, e in cuor suo sapeva che presto, lei e il marito, sarebbero stati di nuovo assieme nella piccola casa di arenaria, all’ombra della Pieve.



l'OPINIONE

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Pensiero cardine di Raffaele Mattioli, mitico presidente della Comit (Banca Commerciale Italiana) VOLONTARIATO

Montefiore. Ca' Santino, comunità terapeutica

“Che centro fai?” - Quest’anno la “Rete centri” in collaborazione con il gruppo di lavoro “Amici del Bar Ducale” ha pensato di organizzare un momento formativo dal titolo “Che centro fai” per tutti gli educatori e OSS dei centri del nostro territorio con l’obiettivo di innescare una riflessione sui seguenti temi: - Ottenere uno sguardo culturale sulle figure dell’Oss e degli Educatori e quali relazioni hanno tra loro; - Come le nostre realtà possono essere ecosistemi; - Guardare le persone che abbiamo davanti comprendendo i desideri e non solo i bisogni primari. - Cercare di essere un servizio “pluri” che dia più aperture e sfaccettature sul sociale. - Essere d’ascolto anche ai bisogni di altre persone/soggetti al di fuori del target lavorativo. Il convegno si svolge venerdì 28 ottobre dalle 14.30 alle ore 18

presso la sede di Scienze della Formazione di Rimini (corso D’augusto). Come sempre, la peculiarità dell'incontro è di rendere parte attiva gli operatori dei vari centri fin dall’inizio, cioè nella fase di costruzione dell’Evento. Per questo ogni realtà ha avuto modo di prepararsi presentando alcuni progetti frutto di un lavoro di riflessione rispondendo al quesito che chiedeva: “nella tua professione l’assistenza e la cura, la terapia, l’educazione, la riabilitazione e il lavoro come s’intrecciano?”. Ogni centro ha poi raccontato la propria riflessione tramite un progetto che quotidianamente realizza. Vengono esposti i progetti e si è pensato di creare una “giuria” composta da referenti dei servizi socio-sanitari territoriali che, al termine, giudicheranno quale è il progetto che risponde maggiormente al quesito sopra riportato.

“La Banca attinge forza e prosperità nel dar forza e prosperità al Paese” Continua dalla prima

Raffaele Mattioli

tata strumento anche di facile rapina dei risparmi di molti, troppi, ignari risparmiatori. Desta un particolare tuffo al cuore inoltrarsi nei pensieri, nelle preoccupazioni e nel modo ragionevole e responsabile di svolgere la professione di banchiere guardando all’esempio di Mattioli, e viene istintivo fare il confronto rispetto agli odierni e numerosi manager bancari più ambiziosi e venali e mai intimamente preoccupati delle sorti delle loro banche, dei clienti, dell’economia e del Paese, perché altre sono le motivazioni esistenziali di costoro, inseriti come sono in un sistema bancario malato. Troviamo nel pensiero di Mattioli e dei suoi “ra ga zz i”, come amava indicare quei talentuosi personaggi che passarono per l’ufficio studi Comit, l’approccio pragmatico e intelligente alla soluzione dei problemi tipici o inaspettati del fare banca, da affrontare e risolvere con lungimiranza e capacità. Si fa risalire a Giovanni Malagodi il “modello 253 ”, ovvero la procedura di concessione del credito e la connessa valutazione del rischio, non limitata a una burocratica redazione del direttore di filiale ma arricchita dalle varie funzioni della banca. La lettura del libro insegna

bolle speculative andavano affrontate e stroncate subito. La creazione di una forte cultura aziendale bancaria era fatta, certo, d’impegno lavorativo e documentazione, ma era anche il frutto dell’intelligen - za pratica di uomini capaci e stimolati dall’azienda secondo una comune ispirazione, in un’opera concreta e con rapporti diretti e senza orpelli. Cosi’Mattioli “raccomandava di mantenersi fedeli al principio che la Banca attingesse forza e prosperità nel dar forza e prosperità al Paese”. Queste parole emozionano e insieme acuiscono il senso di fastidio e di condanna dell’attuale modo malato e finanziarizzato di fare banca. Cosa direbbero Mattioli e i suoi ragazzi della cieca follia moderna di risolvere il problema del fardello dei crediti deteriorati solo vendendoli per un tozzo di pane a fondi speculativi? Avrebbe, forse, il letterato Mattioli citato il poeta Giusti: “Strumenti ciechi d’occhiuta rapina”. Chi si cimenterà nella lettura potrà riflettere su argomenti attualissimi quali la stabilità del sistema e la tutela dei depositanti da ricercarsi in primis nella qualità degli impieghi e dei rischi assunti piuttosto che nell’entità dei mezzi propri o nella politica dei tassi negativi o nulli grazie al Quantitative easing.

la validità se non la superiorità rispetto all’attuale modellistica anche per l’organizzazione delle metodologie di analisi e di selezione degli affari utilizzate da Mattioli. L’originalità e l’efficacia degli indici con cui veniva monitorato in Comit l’andamento degli impieghi e della congiuntura economica nonché l’assoluto diniego a finanziare operazioni speculative, la contrarietà ad un uso improprio delle agevolazioni creditizie, la spasmodica attenzione a non alimentare pressioni inflazionistiche testimoniano l’attualità di quel modello: un utile lettura peri chiunque voglia comprendere i guai odierni delle banche. La finanza d’impresa per Mattioli doveva essere sana e con essa il credito e il suo esercizio. Le

Utili riflessioni anche per le autorità monetarie e i “regolatori”, cui dovrebbero interessare le considerazioni che Mattioli riservava alle funzioni del capitale proprio, alla liquidità della banca e del sistema, alle politiche attuate della Banca centrale nella seconda metà degli anni 60, dialogando con l’allora governatore. ECCO ALLORAla sfida attualissima del libro di Calamanti che crea l’occasione di andare a lezione da Mattioli. Concludendo, è certamente vero che “la Banca è un’impresa sui generis, che porta un’enorme responsabilità sulle sue spalle. Le sue cautele non sono mai troppe, i suoi errori sono sempre troppo gravi. La sua azione deve essere audace e cauta insieme, legata alla realtà di oggi, ma in armonia alla prevedibile realtà di domani”. Ed è altresì vero che quello di banchiere è “un mestiere che, se fatto con coscienza, costa fatica e patemi, discernimento e coraggio, entusiasmo e nervi a posto. Senza questo conglomerato di affetti e qualità contraddittorie si diventa burocrati. E l’esercizio del credito non è attività burocratica. La nostra è un’attività pratica puramente intellettuale – mediatrice e conciliatrice di un’astrazione di ordine meccanico con una concretezza di ordine biologico.” Sarebbe bene che qualcuno raccolga queste parole con autorevolezza.


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Idea di Rodolfo Francesconi, una delle menti più brillanti della città FOCUS

Il Comune sbaglia il nome del parco. Dovrebbe essere Agostiniani e non Olivetani - ”L'elogio dell'imperfezione”. E' il titolo dell'autobiografia del Premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini, la scienziata che pose la prima pietra del Liceo Volta. Il Comune di Riccione sta commettendo un piccolo errore. Dovrebbe intitolare il nascente parco agli Olivetani, solo che quelle terre un tempo appartennero agli Agostiniani. Si legge nel Catasto Calindri del 1774 - 1787: “Nel territorio della parrocchia di San Martino [l'altra ai tempi di Riccione era quella di San Lorenzo, ndr], estimo 2466:32:03, Agostiniani Reverendi Padri: possiedono un terreno con casino, chiesa, casa sopra, fondo Pantano. Confinanti: a tramontana n. 86 Paci ed il Rio Melo, a levante l'Adriatico, a mezzodì e ponente la strada”. La piccola chiesa per due

anni sostituì la chiesa di San Martino crollata nel terremoto del 1786. Non la San Martino di corso Fratelli Cervi, ma la primitiva chiesa collocata sul colle che i vecchi riccionesi chiamavano “Ca' Cavret dl'Arvura” (la Casa di Cavret della Quercia). La chiesa di Santa Maria in Pantano degli Agostinaini era talmente piccola che il sacerdote Luigi Bugli, nel 1792, la descrive così: “...dove li medesimi parrocchiani vanno alla meglio che possono ascoltarla (la predica quaresimale) ...angusta... dovendone rimanere la maggior parte fuori di chiesa con iscandolo non indifferente, perché fuori la si passa fra boccali e bicchieri in istravizi ed amoreggiamenti”. Le informazioni sono tratte dal libro “Le Fontanelle di Riccione” a cura di Fosco Rocchetta” (2006).

Francesconi, una piazza per i riccionesi dimenticati Gli attori Pina Renzi e Riccardo Mantani

- Una piazza o una strada per grandi riccionesi che la città ha dimenticato. L'idea è di Rodolfo Francesconi, uno tra i massimi storici della città, oltre che amante disinteressato ed appassionato. Ha al suo attivo numerosi libri che raccontano personaggi e fatti che hanno reso grande la comunità. Forse la sua opera più importante si intitola “L'intelligenza dei luoghi. Riccione nella Romagna”. Per il prestigioso ex dirigente d'azienda per decenni di stanza a Mila-

no, i riccionesi che meriterebbero una menzione sono: Sebastiano Amati (pioniere del turismo e dell'istituzione del comune di Riccione), Pina Renzi (attrice), Riccardo Mantani (attore), Aldo (“Nasin”) Bagli (poeta

dialettale), il cittadino Almieri (il nobile e potente uomo salvò i riccionesi dalla rappresaglia delle truppe napoleoniche). Per onorare queste figure, Francesconi insieme all'associazione culturale

“Le Nuvole” e “Impronte Adriatiche” ha organizzato una serata per conoscere meglio la loro vita. Appuntamento il 29 ottobre, in Biblioteca, alle 18,30. Rodolfo Francesconi è un personaggio. Giovane dirigente a Milano, il suo titolare lo chiama e gli dice: “Lei è un romagnolo? Lo sa che i romagnoli vivono per addizione?”. “Che cosa vuol dire?”. “Vuol, dire che mano mano che gli anni passano fanno ogni giorno più cose. E' un grande popolo”.

E mes ad sitembre L’insteda las nun va sa tut e su calor, us è sec e arcolt e gren e tent’elta fruta, parò un è che las matura propia tuta, uj n’arman sempre dla bona pina ad sapor. Uj pensa alfen Sitembre a ciudla sta stason, tut e manda a ripos pricis l’Om in pension.

L’estate se ne va con tutto il suo calore, si è seccato e raccolto il grano e tant’altra frutta, però non è che si maturi proprio tutta, gliene rimane sempre della buona piena di sapore. Ci pensa alfine Settembre a chiuderla questa stagione, tutto manda a riposo uguale l’Uomo in pensione.

Per ultma us è tnù l’uva,un frutt isè gulos, us magna mo più us bè, e ven us fa, che bleza, e rend sigur alegre, ste frutt e dà l’ebreza, da sempre l’Om ul sa, un frutt tent misterios. E Nost Signor soltent da l’aqua l’ha fat ven mo quej chi s’è prov dop un gnè mai avnù ben.

Per ultima si è tenuto l’uva, un frutto così goloso, si mangia ma più si beve, il vino si fa, che bellezza, rende di sicuro allegri, questo frutto dà l’ebbrezza, da sempre l’Uomo lo sa, un frutto tanto misterioso. Il Nostro Signore soltanto dall’acqua ha fatto il vino ma quelli che si sono provati dopo non gli è mai venuto bene.

Un mes che va via tranquel, in campagna li s’urganeza al Parochie e fate al Purcizion, isè us ringrezia e us festegia e Sent Patron, insen s’li Preghiere un po’ us bè, us magna. Il ha mes sota la Vergine, alora ujè la Dona quasi tutt Sitembre, l’ot l’è neda la Madona.

Un mese che va via tranquillo, in campagna si organizzano le Parrocchie e fatte le Processioni, così si ringrazia e si festeggia il Santo Patrono, insieme con le Preghiere un poco si beve, si mangia. Lo hanno messo sotto la Vergine, allora c’è la Donna quasi tutto Settembre, l’otto è nata la Madonna.

Na sol in campagna ste mes e ciud l’insteda, enchè in muntagna e per Quej dla marena, Chi riposa, Chi lavora in cità, culena e piena, e pasa via pien pien, us pripera l’invarneda. Prima che sia utobre e pu fred a novembre, a dè l’ultme calor uj pensa e mes ad Sitembre.

Non solo in campagna questo mese chiude l’estate, anche in montagna e per Quelli della marina, Chi riposa, Chi lavora in città, collina e piana, passa via piano piano, si prepara l’invernata. Prima che sia ottobre e poi freddo a novembre, a dare l’ultimo calore ci pensa il mese di Settembre.



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Tra le maggiori famiglie lombarde, forntori di prodotti farmaceutici per l'esercito italiano in guerra

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Ceschina, padroni della riviera dalla Prima guerra mondiale - I Ceschina di Milano sono i proprietari di tutte le terre libere dalla ferrovia al mare, da Cattolica a Ravenna. Le acquisirono dallo Stato durante la Prima guerra mondiale, a rimborso dei crediti vantati. La Sanitaria Ceschina era la fornitrice di materiale farmaceutico e bellico (maschere antigas, ad esempio) dell'esercito impegnato in quella che il papa Benedetto XV definì l'inutile carneficina. Il suo nome è ritornato nelle discussioni dei riccionesi dopo il passaggio delle terre dalla giapponese Yoko Nagae (già moglie di uno dei tre fratelli Ceschina) al prestigioso musicista russo Valery Gergiev, impegnato anche nell'ultima Sagra Malatestiana. Il neo “magnate” russo ha chiesto di costruire villaggi turistici di livello medio-alto dove oggi ci sono i campeggi. Riccione si è spaccata. Ci sono i fautori del sì ed i tifosi del no. Ora, la palla è nella mani della giunta Tosi. Saranno le leggi urbanistiche a disegnare lo svi-

Le terre libere da Cattolica a Ravenna, dalla ferrovia al mare, sono quasi tutte loro. La giapponese Yoko Nagae lascia tutto al russo Gergiev. Quale futuro per i campeggi di Riccione? FOCUS

luppo futuro del turismo cittadino. I Ceschina tra le due guerre furono tra i pionieri del fare vacanza a Riccione. Furono loro a costruire una miriade di attività, tra cui il Grand Hotel e l'avveniristica torretta nel giardino al di là della piscina. Ma

Gaetano Ceschina, il “capostipite”

Riccione non era il loro luogo delle vacanze estive; erano soliti stare sull'isola di Brioni, in Dalmazia, allora terre italiane. Quando passò alla Jugoslavia, fu la residenza estiva di Tito, il presidente della repubblica jugoslava. E questa la racconta lunga sulla bontà della magione. Quella dei Ceschina è una saga. Una dinasty all'italiana. Gli aneddoti si sprecano. Si racconta che nonostante la smisurata ricchezza vivessero nella sobrietà. Ad esempio, nel palazzotto milanese la scrivania priva di un piede fosse tenuta in piano da alcuni libri. Nel fascino anche il rapporto tra l'erede giapponese Nagae e Renzo, figlio di Gaetano. Sembra che i due si incontrarono a Venezia, dove la giapponesina studiava al-

l'Accademia dei Belle Arti. Per pagarsi gli studi faceva la cameriera in un bar in piazza San Marco. Ed è nel locale che Renzo, 66 anni, la conobbe e se ne invaghì fino a sposarla. Nagae sarà l'erede universale di un patrimonio stimato 300 miliardi di lire (al cambio 150 milioni di oggi) negli anni Novanta (Renzo muore nel 1984). Tra i rami Ceschina (due nipoti) e la Nagae ci furono strascichi nei tribunali. Date le tante proprietà nella provincia di Rimini, il problema dei Ceschina è avere persone fidate nella gestione. La leggenda e le voci popolari raccontano che negli anni Sessanta Ceschina volesse corrompere un funzionario pubblico per metterlo alla prova. Incorruttibile, l'uomo, dopo anni di corteggiamenti, sarà l'amministratore del patrimonio della famiglia milanese a Rimini. Ora la saga continua ma in salsa russa.


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Il capo-gruppo consiliare Fabio Ubaldi contro il segretario Marco Parmeggiani

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

VERDE-IMMAGINE-TRC-TOPI-RAPACE-PINI... Polmone verde - Leggiamo: “Nuovo polmone verde per la città con il Parco degli Olivetani”. La ‘destrosa’ Tosi risulta più ambientalista di certi ‘sinistrosi’?... Faccia a faccia - Leggiamo: “Noi Riccionesi incontra i giovani con ‘Nozioni di bene comune’”. Faccia a faccia oggi per evitare schiaffoni domani?... Immagine - Leggiamo: “Democratica (dissidenti Pd) critica il sindaco: ‘L'immagine non si costruisce con finti tappeti d'erba’”. Pare che la Tosi abbia mormorato: siete voi che volete nascondere la brutta immagine del Pd... TRC (1) - Leggiamo: “Lavori al Trc, allarme topi. Posizionate 2.200 trappole”. T (topi) R (Riccione) C (centro), stazione centrale... TRC (2) - Leggiamo: “Posa del ponte Trc, 10 ore di passione”. 10 ore? Ormai sono diventati anni di passione... Lezioni d'inglese - Leggiamo: “Inglese nelle scuole materne, il Comune raddoppia le sezioni”. Così molti bambini lo insegneranno ai propri genitori... Rapace - Leggiamo: “Attaccato da un rapace mentre cerca di difendere le sue galline”. Ma dove? Riccione città... Pini - Leggiamo: “Strade coperte dagli aghi di pino, Arcangeli (Pd): brutta immagine per la città”. Poveri pini, non li ama più neanche il Pd che i suoi antenati avevano orgogliosamente piantato... La strada - Leggiamo: “Il Pd riparte dalla Festa dell'Unità: ‘Spinti a proseguire sulla nuova strada’”. Visto il quadro clinico, si chiede: quale strada?... Bufera - Leggiamo: “Bando associazioni, bufera sul Comune. Bauzone (Pd): ‘Totale mancanza di conoscenza di come operano le realtà cittadine’”. Era fine agosto, ma in Comune hanno dovuto accendere i termosifoni... Palas - Leggiamo: “Democratica (dissidenti Pd) contro la Tosi: ‘Non ha idee per il Palas’”. Idee? Non cominciamo ad offendere...

Pd in frantumi, cacciati i 26 autosospesi In vista una lista civica che spezzerà in due il partito e che farà felice la Tosi ed il M5S? Si dovrebbe chiamare Democratica

I fatti Marzo 2016 La minoranza del Pd presenta un documento non proprio benevolo sulla segreteria Parmeggiani. In agosto, Parmeggiani chiede che i 26 firmatari vengano sottoposti a spiegazioni davanti ad garante Marco Parmeggiani e Fabio Ubaldi, rispettivamante segretario e capo-gruppo del Pd

FOCUS - Mi taglio il gioiello indiscreto per far dispetto alla moglie che si fa impalmare (o impalma) da un altro ometto. Oppure: sono dei polli che hanno smarrito il senso della politica come idea di comunità, consenso e visione del futuro. Così un saggio riccionese pennella la cacciata dei 26 dirigenti del pd che qualche mese addietro si autosospesero dalle cariche cittadine, ma non dal Pd nazionale. L'attuale gruppo dirigente che ha nel segretario Marco Parmegggiani il referente ha colto l'occasione al balzo per cacciare coloro i quali ne contestavano la gestione. Gli rinfacciavano un partito stanco ed amorfo, senza più relazioni con i cittadini, i quartie-

ri, gli iscritti. A sua volta, Parmeggiani accusava Fabio Ubaldi, capo-gruppo consiliare e già candidato a sindaco del Pd, il defict di rapporti col partito. Questa comunicazione ufficiale, in un oscuro linguaggio burocratichese, della serie me lo taglio vale anche per il gruppo vincente, è esplosa nella città lo scorso 1 ottobre. Uno stralcio: “Il Partito Democratico di Riccione fa seguito alla lettera della Commissione di Garanzia ricevuta in data 27 Lu-

glio u.s., relativa alla situazione del gruppo autosospesi ed alla seguente nota informativa del PD riccionese agli stessi organismi, ove si comunicava che in seguito all’invio per Racc. A/R in data Sabato 30 Luglio della nota della Commissione, ad oggi 1 Ottobre non risultassero pervenute comunicazioni sulla volontà dei singoli di abbandonare il proprio status di autosospesi, rientrando così a tutti gli effetti all’interno del Partito Democratico. A questo punto e secondo

quanto riportato nella stessa lettera dei Garanti e che si cita: ….. in relazione al documento sottoscritto da iscritti ed elettori del PD Riccione, si rileva che il temine “sospensione immediata”, al di là delle intenzioni dei sottoscrittori, si configura di fatto come rinuncia all’iscrizione al partito (...). Sembra che Giulio Andreotti, uomo di spicco democristiano nello scorso secolo, avesse proprio ragione. Una delle sue scintillanti brevi massime di saggezzze diceva che il potere logora chi non ce l'ha. Un Pd in frantumi porta acqua ai mulini elettorali della Tosi e del M5S. Con quali truppe il Pd intende fare la prossima campagna elettorale? Da solo rischia di perdere; in due spezzoni è sconfitta certa.

Volontarie staffette sopra delle motociclette ossia gli Angeli del Motocross

LA CULTURA

Vulunterie stafete sora dli motociclette ossia Jangle de Motocross

Volontarie staffette sopra delle motociclette ossia gli Angeli del Motocross

Dop d’un disastre,ad esempie un Teramot, in Italia ad sigur mo in tut e Mond,la rapidità per ajutì Quej cuinvolt prima pusebil,l’è not c’l’è la mej roba mo us trova la più dificoltà.

Dopo di un disastro,ad esempio un Terremoto, in Italia di sicuro ma in tutto il Mondo,la rapidità per aiutare Quelli coinvolti prima possibile,è noto che è la miglior cosa ma si trova la maggior difficoltà.

Per eria,tera,mer,l’intervent us met in mot, per e sistema a tera,c’un gnè spess viabilità, ades us ha di Vulunterie,pricis caval a e trot i supera enchè quest,i porta ajut e solidarietà.

Per aria,terra,mare,l’intervento si mette in moto, per il sistema a terra,che non c’è spesso viabilità, adesso si hanno dei Volontari,uguale cavalli al trotto superano anche questo,portano aiuto e solidarietà.

Zainet in spala,senza streda i sa pasè t’un foss o su vers e Cel m’un grepp pricis Angle s’li alete, l’è di spurtiv che ad solit i sa fè de Motocross

Zainetto in spalla,senza strada sanno passare in un fosso o su verso il Cielo ad un greppo uguale Angeli con le alette, sono degli sportivi che di solito sanno fare del Motocross

per divertis mo tla necesità l’è al mej Stafete. Meza al macerie i porta una parola,un ajut gros, una midicina,per Una Vita,sora dli motociclette.

per divertirsi ma nella necessità sono le migliori Staffette. In mezzo alle macerie portano una parola,un aiuto grosso, una medicina,per Una Vita,sopra delle motociclette.

Mario Tonini


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Appuntamento al Palazzo del Turismo il 22 ottobre, alle 17. Il Motogiro faceva tappa a Riccione

Fosco Rocchetta, un libro per un'epopea affascinante

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Mitica competizione dal 1953 al 1957

CULTURA di Emanuele Foschi - Motogiro di Riccione, un libro per un’epopea affascinante. Lo ha firmato Fosco Rocchetta. L'ex direttore della biblioteca pubblica lavori di prima mano con la passione di un adolescente, scavando negli archivi della storia. Appuntamento irrinunciabile per ogni appassionato di grande motociclismo e della storia di Riccione. Sabato 22 ottobre alle ore 17 presso il palazzo del turismo di Riccione ospita la presentazione del libro di Fosco Rocchetta: “Città del Motogiro d’Italia. Una mitica cavalcata... 1953-57” (edizioni la Piazza, pagine 144); serata organizzata con il patrocinio del Comu-

Fosco Rocchetta e la copertina del libro ne di Riccione. L’opera, curata con minuzia, è il resoconto del Motogiro d’Italia che, proprio in quegli anni, faceva tappa a Riccione; a promuoverlo il quotidiano sportivo “Stadio”, con il supporto del Motoclub riccionese “Celeste Berardi”. Ma è anche un caloroso omaggio agli uomini che, parafrasando la storia, fecero l’impresa. Sfogliando le pagine del volume si viene catapultati in un tempo mitico, fatto di sudore e trionfi,

lacrime e gioie. Altri tempi, ma le stesse emozioni di oggi. Le numerose istantanee allegate restituiscono momenti di intensità. Come quella sulla copertina, che racconta con la sola forza di un’immagine un momento leggendario della competizione. Sotto un autentico diluvio il pilota romagnolo Genunzio Silvagni su Laverda 75 c.c. giunge sul lungomare di Riccione il 7 aprile 1957. Silvagni si aggiudicherà il Motogiro 1957 nella classe 75.

Tanti gli appassionati che troveranno all’interno del libro le eroiche gesta di veri eroi delle due ruote: Tartarini, Tassinari, Lattanzi, Patrignani, solo per citarne alcuni. Ci sono anche illustri piloti di Riccione nel team di quel magico periodo: Eros Conti (presente in tutte le cinque edizioni), Elio e Guido Imola. Arricchisce l’opera un’intervista a Remo Venturi, vincitore nel1957 che, con la collaborazione di celebri cronisti dell’epoca e foto inedite, ricostruisce i passi di quell’incredibile corsa. L’appuntamento di sabato 22 si propone come un tassello importante della quasi secolare tradizione motociclistica riccionese, che testimonia quanto questo sport appartenga di diritto al Dna delle nostre terre, fino a diventare fenomeno culturale e di costume. E di fare turismo. Cosi oggi, come allora.

Povere palme - La cosiddetta Perla verde ogni tanto scivola nella non cultura del verde, o una certa leggerezza nel mettere giù anche piante nobili. Un esempio è la rotonda in via Torriana. Ci sono delle povere palme (oggi completamente rinsecchite) nei vasi. La palma non è una pianta autoctona; dunque andrebbe messa in un angolo riparato di un giardino pubblico dato che soffre il freddo come essenza botanica e non come pianta da città. Certe tristezza mettono anche gli ulivi nei vasi in via Fratelli Cervi. Ci sono animali in gabbia, ma anche piante.


CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 Domanda Ho chiesto a tre agenzie immobiliari di stimare un immobile di mia proprietà che voglio vendere. Ho ricevuto tre distinte valutazioni sia per il valore catastale che per il valore commerciale. Com’è possibile questa diversa valutazione? Per favore potete dirmi come si calcolano i valori catastali e commerciali e qual è la differenza? Risposta Alle volte il modo in cui si prospetta la differenza tra valore commerciale e catastale può effettivamente creare sconcerto. Il valore catastale ha origine dalla rendita catastale dell’immobile. Si tratta di una rendita presunta che viene calcolata dallo Stato. Dalla rendita catastale di perviene al valore catastale vero e proprio moltiplicando il primo valore per un determinato coefficiente che è: 115,5 se si tratta di compravendita di prima casa, se in-

Esperti rispondono

Immobili, come dare loro valore catastale e valore commerciale: diverse valutazioni FOCUS

vece si tratta di seconda casa il coefficiente è: 126; inoltre ci sono altri coefficienti per immobili adibiti ad uso alberghiero, commerciale, ecc. Il valore commerciale è basilare quando si deve vendere o locare un immobile. “Il codice delle valutazioni immobiliari” edito da Tecnoborsa così lo definisce : “Il valore di mercato è l’importo stimato al quale l’immobile verrebbe venduto alla data di valutazione tra un acquirente e un venditore essendo entrambi non condizionati da fattori esterni e dopo un’adeguata attività marketing da entrambe le parti.”. Per calcolare il valore di mercato di un immobile si utilizza la seguente formula

matematica: Valore di mercato = Superficie commerciale * Quotazione al metro quadro * Coefficiente di merito La superficie commerciale corrisponde alla superficie convenzionale vendibile che è data dalla somma di: - superfici coperte; - Superfici ponderate d’uso esclusivo delle terrazze, balconi, patii e giardini; - Quote percentuali delle superfici delle pertinenze. La quotazione al metro quadro di un immobile è un valore individuato dall’OMI ( Osservatorio del Mercato Immobiliare ) dell’Agenzia del Territorio basato sulla zona omogenea in cui si trova l’immobile. I coefficienti di merito sono relativi alle caratteristiche dell’immobile: - Piano seminterrato: 25% con ascensore e senza;

- piano terra: -10% con giardino e -20% senza giardino; - piano primo: -10 con e senza ascensore; - piano secondo: -3% con ascensore e -15% senza ascensore; - piano terzo: 0% con ascensore e -20% senza ascensore; - piano superiore: +5% con ascensore e -30% senza ascensore; - piano ultimo: +10% con ascensore e -30% senza ascensore; - piano attico: +20% con ascensore e -20% senza ascensore; - Stato locativo: abitazioni locate a canone libero 20%; - riscaldamento autonomo +5%; - Esposizione e vista: esterna panoramica +10%, interna -5%, completamente interna -10%;

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possiamo dilungarci oltre. La invitiamo a telefonarci per eventuali chiarimenti e delucidazioni. Vincenzo Pupolizio Marco Secchi, geometri


MISANO

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Giovanni Salvadori incontra la santa nell'aprile del 1997. Morirà pochi mesi dopo ALLEGRO MA NON TROPPO

‘Fnil‘, parole da...

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La testa tra le mani di madre Teresa

(Il vecchio nome di Misano Mare) 1997. Giovanni Salvadori incontra Madre Teresa di Calcutta (26.8.1910 - 5.11.1997)

PERSONE di Giovanni Salvadori*

IN FILA - Tutti a chiedersi, stupidamente, come mai il nuovo palazzo di via D’Annunzio non è in simmetria con i Palazzi esistenti? Per adesso non lo è, ma presto lo sarà. Si metterà in fila sicuramente con gli altri 8 nuovi Palazzi previsti che presto sorgeranno su via Dante, via Pascoli,via Petrarca. Semplice geometria impressionista. L’arte va compresa, per cui dipende da quale angolo e da che lato guardi l’opera compiuta. Capito? ...e i parcheggi? Più tardi. Faranno semplicemente da cornice. LE SPIAGGE - La Bolkenstein le assegnerà all’asta, in un prossimo futuro, ai migliori offerenti. Personalmente la considero una patacata. Detto questo però, attenti! le Iene ed i lupi ingordi sono lì già pronti. Devono solo aspettare che l’animale, che le ha curate, cresciute e valorizzate, non abbia più difese. A quel punto la vittima sarà quasi pronta per essere cucinata a dovere dal branco. Se queste sono le priorità dell‘Europa! Morale! Dopo la misurazione ideale delle banane e delle telline (vongole), questa ci mancava. Cos’altro? Sarà bene toccarsi le susine! PROGRAMMAZIONE - Molte persone come me avranno sicuramente ricevuto le offerte e nuovi cataloghi già stampati per l’anno turistico 2017.Ho pensato;finalmente qualcosa di nuovo si sta muovendo per accalappiare i turisti in tempo utile. Macché! Pia illusione. I cataloghi non sono i nostri. Il sacco di farina 2016 per adesso è pieno. Quello del 2017 può aspettare... L’ECO MOSTRO - Ci sono deroghe urbanistiche che meritano di essere considerate utili e deroghe che non lo sono affatto. Non è necessario essere laureati per capire che, alcune di queste, hanno ben poco di plausibile, quantomeno per quanto riguarda i principi morali di uguaglianza. Fate voi! PAZIENZA - Le opere utili alla comunità, previste nei piani di comparto approvati, dovrebbero essere realizzate prima, o simultaneamente al rilascio delle concessioni edilizie ai privati? C’è una terza ipotesi? Non farle per niente! Che fretta c’è, calma! LA NATURA - L’ingresso dalla SS Adriatica provenendo da Cattolica verso Portoverde è pericoloso e purtroppo, teatro di innumerevoli e terribili incidenti. I fiori che ricordano le giovani vittime, di questo incrocio, sono lì a testimoniarlo. Si spera che sarà possibile ovviare presto e magari, a futura memoria, prevedere tra le opere, anche la piantumazione di due querce. Secolari e bellissimi monumenti della natura.

MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

- Papa Bergoglio ha proclamato santa madre Teresa di Calcutta lo scorso 3 settembre in piazza San Pietro a Roma. Il misanese Giovanni Salvadori, ufficiale dell'aeronautica in pensione, la incontra nell'aprile del 1997. Sarà il suo primo di decine di viaggi umanitari in tutto il mondo; ha sempre portato l'obolo (più di 500mila euro) alle suore di madre Teresa. Riportiamo il suo ricordo, tratto dal libro “Quando una stretta di mano ti cambia la vita”.

- Si fanno le 15 e il mio cuore è in agitazione e dentro di me cerco le parole giuste per presentarmi ed esprimere la grande gioia di conoscere una donna. per me già santa, divenuta una speranza per l'India, sua terra adottiva, e per il mondo intero; sono come uno studente prima dell’esame e cerco di imbrigliare le mie emozioni. Con il Console entro al 54 di Bose Road, noto il portone aperto e salgo al primo piano con il cuore in gola, ed eccola comparire in piedi, senza far uso della sedia a rotelle, e dopo aver scostato le tendine della sua camera-cella, farsi avanti con l’indice puntato su di me e mi dice: “You are Giovanni” (tu sei Giovanni), dalla mattina presto era riuscita a ricordare il mio nome; dopo una breve presentazione del Console, le bacio la mano, lei mi abbraccia e ci sediamo, lei si appoggia con la destra al bracciolo e mi offre la sinistra che io stringo, forse troppo forte, tra le mie. Ancora incredulo di essere accanto a lei, sapendo quanti e quali personaggi di alto rango erano stati ricevuti prima di me, da Papa Karol, a presidenti o

regnanti, divi del cinema... Delle due lettere di presentazione portate, lei ha dato una veloce scorsa a quella dell’Ambasciatore solamente, così ho capito che non era difficile arrivare da lei. Occorreva solo il desiderio di farlo; in quei momenti, con la sua mano callosa tra le mie, ho sentito un gran calore e come un rifluire del suo sangue nel mio, come una benefica e straordinaria trasfusione per la mia malconcia salute fisica, ma ancor di più morale, quasi una purificazione di tutto ciò che di poco buono sentivo in me ed una successiva sensazione di pace, di calma, che da tanto tempo desideravo; le pulsazioni sono così diminuite e le parlo con il cuore in mano, guardando con intensità gli occhi, difficile staccarsene, i suoi così vivi che sono penetrati dentro di me e credo che mi abbia scrutato come una radiografia, lasciandomi nudo; con tutte le persone e le consorelle attorno, ho avuto subito la necessità di una confessione come mai avevo fatto prima, le dissi con una sincerità spontanea di quante volte avevo bestemmiato, soprattutto negli ultimi anni di malattia di mia madre, sembrandomi uno sfogo naturale. Le ho aperto il cuore e lei, dopo avermi preso la testa tra le sue mani,

ed avermi dato la sua benedizione, mi guardò fisso negli occhi, mi disse: “Tu non sei cattivo, hai solo bisogno di pregare”. E ancora: “Tu che sei un uomo, quando ti fai la barba, la mattina, davanti allo specchio, ricordati di ringraziare il Signore che sei vivo e comincia con una preghiera, chiedendo al Signore di aiutarti nella giornata che viene”. Non ho avuto idea di come cominciai, ma mi prese un pianto a dirotto che sembrava non finire mai, un tempo che mi parve lunghissimo, liberandomi, forse, da tutto quanto di sporco, di cattivo ci fosse in me, una catarsi, calmandomi poi piano piano. Per tutto questo frangente lei non proferì parola, il Console mi venne incontro, sbloccando la situazione, ricordando alla Madre che avevo portato dei soldi per i suoi poveri e tolsi dai pantaloni un pacchetto di dollari che avevo cucito nell’interno e le dissi il mio rammarico per non aver portato di più, malgrado i miei sforzi; lei fece contare i soldi da una suora e su di un biglietto mi scrisse, di sua mano, un ringraziamento pergli amici italiani, con la chiusura che lei usava sempre “God bless you” (che Dio vi benedica). Inoltre mi volle rassicurare che

la cifra era notevole “Tu non sai cosa hai portato qui” e mi srotolò una cartamoneta da 10 rupie, che allora valevano l’equivalente delle nostre 500 lire, dicendomi: “Con questi soldi oggi mangiano 10 bambini, ma se oggi non hanno questo sostentamento, domani neppure, il terzo giorno cominciano a soffrire d’inedia, vengono presi dalla debolezza e finiscono sdraiati sui marciapiedi e lì muoiono. Poi ricorda Giovanni, che quando saremo a tu per tu con Gesù, non sarà importante quanto avremo fatto nella vita, ma quanto amore avremo messo nelle nostre piccole azioni”. Questa frase era solita dirla a chi veniva a trovarla e a portarle qualcosa: “Do small thing with great love” (Fa piccole cose con grande amore). Anche a me, come a tutti, era solita donare una medaglietta della Madonna miracolosa, che io ho portato in varie occasioni in sala operatoria; le feci per ultimo il dono del mio libro di poesie e lo aprì dove c’era quella a lei dedicata e lei si schermiva alle mie parole e faceva “no” con la testa, significandomi che non si sentiva degna di così tante belle parole. Due giorni vicino a lei mi hanno fatto conoscere meglio l'amore che la gente di tutto il mondo provava per lei, sono passati davanti ai miei occhi, bianchi, gialli, neri, gente di ogni religione, non ho mai sentito mormorare una richiesta di passare nella nostra religione, ma diceva con forza a tutti di rispettare i loro precetti e di essere buoni, umani e caritatevoli; diceva spesso: “Noi siamo tutti fratelli e sorelle, figli di un solo Dio (...).

Uomo: i falsi miti in conferenza - “Idolatria: i miti del nostro tempo”. E' il tema della rassegna con i filosofi scelto dal direttore della biblioteca Gustavo Cecchini. Negli otto incontri previsti, tra ottobre e novembre, intervengono alcuni tra i principali intellettuali italiani. Mettono in luce i condizionamenti ideologici dei nostri comportamenti e disvelando i falsi miti dai quali veniamo illusi. Aprire la rassegna, venerdì 7 ottobre, Silvano Petrosino con un intervento dedicato ad “Antropologia e idolatria”. Il secondo appuntamento, 14 ottobre, ha come protagonisti Gianni Vattimo e Marco Guzzi. I due pensatori si intratterranno in un dialogo su “Religione e idolatria”. Il principale tra gli idoli del nostro tempo, “Il denaro”, è invece oggetto della conferenza che il filosofo Salvatore Natoli tiene il 21 ottobre.

Il filosofo Carlo Sini e il direttore della biblioteca Gustavo Cecchini

Nel novero delle moderne forme di idolatria occupa un posto di primo piano “Il culto della rete”, cui viene dedicato l’incontro del 28 ottobre. Ad affrontare l’argomento, Franco La Cecla, antropologo con un’attività accademica di profilo internazionale. Venerdì 4 novembre tocca ad Umberto Galimberti prendere la parola per mettere in discussione una credenza assai radicata nel presente: “Il mito della crescita economica”. La rassegna prosegue l'11 novembre con Michela Marzano, do-

cente di filosofia morale a Parigi nonché parlamentare, che si occuperà nel proprio intervento di “Idolatria della performance”, tema attualissimo nella nostra società, dove la ricerca del successo e dell’affermazione di sé investe ogni aspetto della vita. Viviamo infatti in un’epoca in cui non importa quel che si fa, né come si agisce; ciò che conta è il risultato. E quanto si riesce a raggiungere non basta mai. Si viene così spinti ad inseguire sempre nuovi successi, in costante competizione con gli altri con l’unico scopo di primeggiare. Ne consegue che l’uomo finisce per ritrovarsi solo, in un ambiente ostile, sopraffatto dal senso di inadeguatezza derivante dal continuo innalzamento del livello delle prestazioni

che gli sono richieste. Una condizione di disagio, prodotta da una concezione distorta della meritocrazia, per superare la quale è necessario liberarsi dell’ideologia manageriale ed aziendalistica oggi dominante, ripensando le basi del vivere comune. Il 18 novembre si parlerà invece di “Superstizioni”, relatore il filosofo Carlo Sini. “Globalizzatevi!”. È questo l’imperativo cui verrà dedicato l’appuntamento di chiusura, nel quale si rifletterà sul mondialismo e le sue false promesse. All’incontro, il 25 novembre, interverrà il giovane ma già affermato filosofo Diego Fusaro, più volte ospite nel recente passato. Come consuetudine, le conferenze si tengono presso al cinema Astra a Misano Adriatico con inizio alle 21; ingresso libero.



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Ottobre 2016

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Apparteneva alla dinastia di bagnini che da decenni sta facendo la storia turistica misanese

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Ezio Nanni: “Il mare cura tutto” - È passato qualche mese ormai dalla scomparsa di Ezio Nanni. Ad aprile, poco prima dell’inizio della tanto attesa stagione estiva, si è spento nel miglior addio che una persona possa desiderare. Si è addormentato senza dolore dopo aver fumato l’ultima sigaretta, circondato dalle persone che amava di più: i familiari. La stagione poi è arrivata, è passata ed è finita. Ma lui è rimasto lì vigile. Ezio Nanni è stato il figlio di uno dei primi imprenditori e bagnini di Misano Adriatico, Umberto. Sulla spiaggia ci ha passato tutta la vita che è stata ricca di intrecci, di incontri, di parole belle e esperienze intense. È stato figlio ubbidiente, marito premuroso, padre severo e nonno affettuoso. Ezio era forte come un toro. Non lo spaventava niente e non si tirava mai indietro per aiutare gli altri. Aiutava senza vantarsi e quello che faceva per gli altri non era mai per ricevere qualcosa in cambio. Era un tipo tosto, tostissimo. Con i suoi nipoti però si scioglieva. Era bello, fino alla fine. Bello come un attore. Dopo essere stato foto-

Il mare per lui contava tutto ed era la sua vita e la sua passione. Si illuminava con i suoi clienti anche quando diceva di sculacciarli con la ‘ciabatta elettrica’, quando non facevano come voleva lui. Al funerale sono venuti in tanti a salutarlo, anche da molto lontano PERSONE

grafato per il libro dei bagnini da Marco Morosini, lo hanno chiamato per chiedergli se fosse disposto a fare uno spot pubblicitario per la TIM girato a Rimini. La sua risposta fu secca e composta: “Ma sta bon?!”. Come solo lui sapeva fare. E dire che da bagnino di filarine ne avrebbe potuto aver tante, invece lui i suoi occhi di due colori diversi non li aveva che per la sua Bruna. Era andato a prendersela a Morciano 60 anni fa e andava su e giù in biciclet-

Ezio Nanni (20.9.1935 - 12.4.2016) (Foto Marco Morosini)

ta, tante volte si fermava a metà strada stanco morto per un riposino. Era fatto così, determinato come pochi, quello che si prefissava lo otteneva. Non era un uomo di grandi parole e desideri, ma sapeva bene ciò che voleva. Un gran lavoratore che ha dedicato il suo tempo al mare e alla sua famiglia. Amava profondamente i suoi fratelli, e amava di cuore i suoi figli, Daniela e Roberto, seppur fosse sempre stato un padre molto severo. E poi il mare… Il mare per lui contava tutto ed era la sua vita e la sua passione. Si illuminava con i suoi clienti anche quando diceva di sculacciarli con la ‘ciabatta elettrica’, quando non facevano come voleva lui. Al funerale sono venuti in tanti a salutarlo, anche da mol-

to lontano. Ha tanti amici tra voi e probabilmente molti di voi hanno una storia che vi lega a lui, perché Ezio riusciva con le sue attenzioni a toccare tutti. Era cieco, ma ci vedeva perfettamente nell’animo delle persone perché con ogni persona che ha incontrato ha lasciato un ricordo dolce. Era un uomo di modi gentili, onesto e rispettoso. Il rispetto era quello che diceva sempre di dover guadagnare, perché secondo lui era la cosa più importante da regalare agli altri. Con lui se ne va un pezzo importante di storia di Misano che non tornerà più. O forse tornerà sotto altre forme e altri personaggi: è il mistero della giostra della vita. La sua famiglia ha lasciato vuota la sua sedia al mare, al solito posto: il suo essere quest’estate ha vegliato e veglierà sempre sul suo piccolo pezzo di spiaggia. Ciao Ezio, sei stato un’anima bella in questo mondo!

COMUNITA'

Misano Cella, frazione in festa

- Misano Cella in festa con la Sagra della Tagliatella Romagnola e dei Fagioli. L'appuntamento è il 29 e 30 ottobre in piazza (di fronte al bar). Gli stand aprono alle 17,30. Nella serata intrattenimento per bambini, promo pizza e spettacoli con “Le Dee Danzanti”. Alle 20,30 cena. Si continua il giorno dopo con inizio alle 12,30: tagliatelle al ragù, fagioli con piada, carne alla griglia, bevande e dolce. Dalle 15,30 alle 23, si balla con l'orchestra “Claudio Nanni”. La due giorni si chiude con l'estrazione della lotteria. L'evento si tiene da alcuni anni, sempre con successo. Ingresso libero, organizza lo Sci Club - Misano Eventi.


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Ottobre 2016

MISANO

Singoli misanesi che fanno solidarietà: Mauro Ciaroni e Giuliano Pacifero

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COMUNITA'

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VOLONTARIATO

Mauro Ciaroni, cena per i bambini

Addio a Giorgio, persona straordinaria Giorgio Michelangeli

- Francesco, gentiluomo di campagna, sempre elegante (col corpetto anche d'estate sulle belle camicie chiare) era solito essere elegantissimo per i matrimoni ed i funerali. Soleva dire: “E' così che si onorano gli amici”. Giorgio Michelangeli, per chi scrive, era un caro amico. Se n'è andato lo scorso 27 settembre. Ci si frequentava poco, ma chiacchierarci sorseggiando il caffè il mattino erano momenti di profonda umanità. Nei suoi ragionamenti e riflessioni c'era sempre l'uomo e la sua dignità. Sapeva mettere a fuoco i pensieri tristi delle persone senza astio;

aveva una benevolenza ammirevole, ma non remissiva. Il buon Dio, o la natura (per i non credenti), gli avevano dato un cervello d'oro; il destino gli aveva gettato lunghe ombre sulla sua esistenza. Quasi un mistero. Professione bancario, era figlio di emigranti. Un fratello, con la famiglia, vive in Canadà. Giorgio non ha fatto cose grandiose, ma ha vissuto la vita con la dolcezza della grandiosità. Era testimone del valore della coscienza e del rispetto. Se n'è andato prima del tempo, a 63 anni. Una malattia improvvisa l'ha consumato in pochssimi giorni Lascia la moglie, Loredana e due figli. Chi scrive lo avrebbe accompagnato volentieri nell'ultimo viaggio, non con l'eleganza di Francesco. Queste due righe sono la silenziosa passeggiata persa per non aver saputo. Che la terra, ti sia lieve. g. c.

Mauro Ciaroni

Giuliano Pacifero a destra

Giuliano, una cena per il Madagascar - “Vieni e cena ci darai una notevole mano per aiutare a spedire il container per i bambini del Madagascar”. E' lo slogan scelto da Giuliano Pacifero e il figlio Kevin per il suo ennesimo viaggio umanitario in Africa. L'appuntamento è il 28 otttobre, alle 20, al Centro Del Bianco di Misano Adriatico. Costo 21 euro (risotto ai funghi, penne all'arrabbiata, scaloppina ai funghi, arrosto di vitello, contorno, vino, dolce e caffè), per prenotazioni: 0541.620251, 329.5725995. Giuliano inizia come volontario attorno alla parrocchia di don Marzio, altra bella mente. Testa d'oro e mani magiche, fa un sacco di manutenzione attorno alla chiesa e canonica. Poi gli si accende l'idea di un viaggio di aiuti. Una caterva di difficoltà burocratiche e di tristezze umane. Ma non ha mai mollato. Coinvolge amici ed istituzioni nella raccolta dei materiali: sanitari, sportivi, cancelleria... Riempie il container e lo spedisce, fino a portarlo direttamente a destinzione.

Ior, annuale pranzo per la ricerca e l'assistenza

Il pranzo lo scorso anno

- Annuale cena dello Ior (Istituto oncologico romagnolo) a Misano. Si tiene il 23 ottobre, ore 12,30, al Centro sociale Del Bianco. Dietro c'è l'impegno di più di 30 persone tra gli associati, i volontari del Centro ed amici. Ad allietare la giornata l'esibizione della band “I Ragazzi di Romagna”. A fine pranzo, la lotteria. Il ricavato viene devoluto per la ricerca del centro di Meldola. Quest'anno è stato invitato anche il professor Dino Amadori, il fondatore dello Ior. A Misano venne costituito una quindicina di anni fa su impulso di Elvira Ghinelli. Il gruppo misanese fa anche assistenza agli ospedali di Cattolica, Novafeltria e Rimini; accompagnando i pazienti col pulmino per visite e spostamenti. Chi volesse prenotarsi per il pranzo: 347.3711576 (Giuliano) e al 389.1383881 (Giuliana).

- Raccolti 3.100 euro nell'ultimo appuntanmeto del “Progetto Sofia” nella cena di beneficenza tenutasi all'antica Ostetia “La Guercia” di Pesaro lo scorso 5 agosto. Nasce, l'idea, una decina di anni fa da Mauro Ciaroni. I beneficiari: Casa del bambino di Ebril (Iraq), Orfanotrofio Hogar Nino Dios (Betlemme), Orfanotrofio St. Jude di Gulu (Uganda), il Baby Hospital (Betlemme), Ragazzi nella Tempesta Orfanotrofio (Sudan). Il misanese da anni sostiene queste istituzioni di soccorso. Mauro porterà gli aiuti direttamente a Gerusalemme il prossimo21 novembre.

Ringrazia con affetto coloro i quali hanno reso possibile la sua serata: Aeffe Spa (San Giovanni in Marignano), Bartorelli Gioielleria (Pesaro), Galleria Cappellini (Pesaro), Carlini Vini (Pesaro), Il Mio Granaio (Misano Adriatico) Antica Osteria “La Guercia” (Pesaro), Marconi Jazz Band. Mauro aveva appena finito una raccolta fondi (3.050 euro) per la scuola di Amatrice distrutta dal terremoto lo scorso 24 agosto. Finora Ciaroni ha raccolto aiuti per centinaia di migliaia di euro. Soldi che gestisce direttamente affinché possano arrivare bene e senza mediazioni.


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Lettera di un misanese che scrive da molto lontano. Due richieste edilizie ed un problema tasse comunali

“Come cittadino in 50 anni al Comune tre legittime richieste e tre sorprendenti no”

CURIOSITA'

Il Palazzo comunale

Il palazzone a Misano Brasile

Tamagnini, porcino da guiness dei primati - Il display della bilancia di Geo Cialotti, insieme a Angelo (Gioli) Torsani, mitici macellai di Misano Cella, segnava 1,620 chilogrammi. Un porcino da guinness dei primati. Forse un primato non assoluto, ma lo è stato nella vita da cercatore di funghi di Giancarlo Tamagnini. Racconta: “Un'uscita fortunatissima. E' davvero difficile trovare una creatura così grande. Mediamente un porcino pesa 100, 200 grammi”. Quel giorno, Giancarlo trova altri 6-7 porcini di pezzatura e peso normale. Sposato con la signora Daria (anche lei appassionata

e compagna d'uscite), Giancarlo Tamagnini va per funghi da una decina d'anni. Fino ad allora era stato un cacciatore. Abbandonate le passeggiate con lo schioppo, ha adottato il cestino. Ha fatto corsi con l'associazione micologica misanese “Giuseppe Del Bianco” che ha in Anna Tacchi, il referente storico. Oltre ad andar per funghi, Giancarlo si dedica anche ai tartufi. La sua stagione fungaiola, dice compiaciuto, dura 2-3 mesi. Lo scorso 29 settembre è andato per ovuli in quel di Cagli; ritorno con cestino pieno. La sua regione di scorribanda del cuore è l'Umbria.

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LA LETTERA

- Scrivo da un posto molto lontano, eppur vicinissimo. Auguro che ognuno lo raggiunga a tempo debito, senza fretta. Da ragazzo sono stato in seminario a Palermo; ho conosciuto i misteri del clero e quello della mafia. Vorrei portare la mia testimonianza come misanese che in circa 50 anni è andato in Comune tre volte come padre di famiglia che aveva piccoli problemi rispetto alla vita; talmenti piccoli che nella mia semplice mente che usciva di casa per fare il proprio dovere, mi parevano facilmente risolvibili con un po' di sensibilità e di buon senso. Anzi, credevo che fossero banalità, soprattutto quando alla guida c'è un'amministrazione di sinistra (e cattolica) che si richiama a certi valori: vicinanza al cittadino, giustizia, equità. Tutte belle parole che si sprecano nelle riunioni pubbliche, prima delle elezioni, nella propaganda. Da vecchio comunista con l'ossessivo senso dello stato, quasi un totem sorannaturale, mi pento di non aver fatto qualcosa per abbatterlo. Ma oramai è andata così e sul latte versato è inutile costruirci senni di poi. Come dice un vecchio detto: bisognerebbe nascere due volte e forse non basta. La prima volta vado in Comune per chiedere la possibilità di costruire due portici; uno di 16 metri quadrati davanti casa. L'altro di 28 metri quadrati dietro casa. Uno si chiede: perché proprio due portici? Per una ragione

di estetica: volevo rendere più bella la mia abitazione per me, la mia famiglia ed anche gli altri. Chi scrive pensa che il bello educa alle buone maniere; il brutto fa l'esatto contrario. Faccio quattro chiacchiere con l'assessore al ramo e con mia grande meraviglia mi dice di no. No, no e no. Da vetero comunista, con una visione da stato hegeliano, mi adeguo all'ingiustizia. Tornassi indietro farei sentire la mia voce con la forza della ragione; non escluderei neppure un “abuso”. Ma sarebbe davvero un abuso o un diritto strappato? Come esseri umani abbiamo necessità e diritti naturtali. Con i miei portici a chi avrei fatto del male? Chi avrei danneggiato? Non c'era nessuna speculazione. Ancora oggi, quell'abitazione senza portici, è dei miei figli; spero che possa esserlo dei nipoti. E sognando, anche delle prossime generazioni legate a me. La seconda volta fu per qual-

cosa di meno importante. C'è un disguido con la ragioneria del Comune sulla nettezza urbana. Salgo al Palazzo. Sempre da comunista, vado dall'assessore al ramo. Mi ascolta e mi porta dal ragioniere. Il tecnico mi dice che devo pagare l'arretrato con more e sanzioni esagerate: lontane dal giusto equilibrio tra il delitto ed il castigo. Mi chiedo che cosa fare. Contatto un amico che è il ragioniere di un Comune più grande. Mi fornisce il suo consiglio tecnico. Torno in Comune e dico all'assessore che o mi fa pagare gli

arretrati con un equo interesse, altrimenti faccio ricorso alla Commissione provinciale ed addio soldi arretrati oramai in prescrizione. L'assessore insieme al tecnico accettano. Da comunista d'altri tempi mi chiedo: ma non poteva essere il Comune a trovarmi la giusta soluzione? Terza salita al Palazzo. Questa volta, purtroppo, la questione per la mia famiglia è importantissima. Ne va del suo futuro. Del suo benessere e felicità sociale. Misano si accinge a mettere mano al Prg (Piano regolatore generale). Parlo col sindaco. Gli racconto la situazione e lui mi rassicura, in dialetto che è sempre più efficace e chiaro, che posso dormire tra due guanciali. Quello che chiedo è una pataccata. Quel sindaco dalla parola facile e spigliata non manterrà la parola. Rifletto che a Misano in pochi possono costruire moltissimo e che moltissimi non possono muovere un mattone. Dov'è la giustizia? Dov'è il bene comune? Come si costruisce il senso di appartenenza ad una comunità? E quale punizione adeguata comminare fare a quel primo cittadino? Lettera firmata

ALLEGRO MA NON TROPPO

Chiosco in spiaggia: un litro di Coca Cola 10 euro - Una caraffa di Coca Cola alla spina: 10 euro. La famiglia con due maschietti ne ha prese due, di caraffe, per due ragioni: la sete e mai avrebbe presupposto che la bevanda potesse raggiungere certe altezze di prezzo. Neppure fossimo in piazza San Marco a Venezia. A presentare il conto un chiosco sulla (ir)ridente spiaggia di Misano. La signora si alza e va dai gestori: “Scusate, ci dovrebbe essere stato un errore... La Coca a 10 euro...”. “No, è il suo prezzo...”. “La colpa è mia che non ho guardato il listino...”. Quando le congiunzioni astrali sono negative, un po' come la pioggia sul bagnato.

La seconda caraffa viene ordinata perché se n'erano rovesciati un paio di bicchieri della prima. Così ne resta anche un po' della famosa bibita in fondo al secondo boccale. La bibita ala spina a 10 euro non è un bel biglietto da visita per il futuro turistico misanese, però era segnata sul listino. A Misano, in uno degli alberghi più seri e blasonati, la Coca in bottiglia da 1 litro, 5 euro. Piccolo salto sulla collina, A Saludecio, in un bed & breakfast molto gettonato dagli stranieri, il proprietario Carlo lascia sul tavolo: bottiglia di vino, coca, birra, acqua e dolce.



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Mariano Gennari, cento giorni a Cinque Stelle (più una)

RITRATTI - 1

Mariano Gennari, sindaco di Cattolica

di Gabriele Paci - «Siamo tutti impegnati ad affrontare quotidianamente le incombenze di questa nuova straordinaria avventura di Governo delle città. L’affetto che le nostre popolazioni ci dimostrano, le aspettative riposte e le giuste attese di cambiamento sono una grande responsabilità. Intendiamo esserne all’altezza nella migliore maniera possibile» dice Mariano Gennari, Sindaco di Cattolica che il successo nazionale del Movimento Cinque Stelle ha proiettato dalla fine dello scorso giugno 2016 alla guida della ‘Regina’. Dopo i suoi primi ‘cento giorni’ (grossomodo), classico periodo di valutazione del lavoro di qualunque nuovo Governo, qualsiasi sia il Paese e la dimensione, si può provare a tirare un primo bilancio. E le parole che riferisce alla ‘sfida collettiva’ dei nuovi diciannove Sindaci del MoVimento eletti allora si riferiscono anche, ed ancor di più, alla realtà che si trova ad amministrare. Ché l’affetto e la fiducia che la popolazione gli dimostra dalla sua elezione, ed almeno certamente sinora, sono grandi. Anche se, e pure in questo caso classicamente, dopo i cento giorni l’effetto fiducia e la ‘luna di miele’ devono fare i conti con il giudizio pragmatico su quello che si fa, e si è nel frattempo fatto. Prosegue Gennari: «Unico nostro obiettivo è provare a fare il bene delle nostre comunità. E mio compito specifico è fare quello di Cattolica. Adesso siamo i Sindaci delle nostre rispettive città, e ciascuno di noi lo è di tutta ma proprio tutta la propria città, e di tutti ma proprio tutti i cittadini. E io lo sono di tutti, ma proprio di tutti, i cittadini di Cattolica, e di chi a Cattolica si trovi per lavoro, vacanza o qualsiasi altro motivo. Mi abbiano votato o meno, siano ospiti che stanno un mese in un Hotel di lusso portandoci oltre al piacere della propria presenza anche benedette risorse economiche o ragazzi che passino solo per un giorno in sacco a pelo. Tutti, cittadini ed ospiti, rappresentano comunque una ‘ricchezza’, materiale o immateriale che sia». Chi si aspettava fantomatici ‘Assessorati alla vendetta’ è rimasto deluso. Pragmaticamente Gennari ha scelto i membri del proprio Governo della città, la Giunta, pescando pochissimo dal bacino del suo Movimento, e in

Ottobre 2016

questo caso si tratta di utili esperienze consolidate. Valorizzando invece anche Assessori provenienti da esperienze diverse, o magari lontane, da quella del M5S. In particolare, nel caso specifico, dalla felice e conclusa esperienza locale (ma non solo) della ‘Lista Arcobaleno’ e dintorni, e dalla non conclusa esperienza dell'‘Associazione Arcobaleno’. Il suo fil rouge ‘politico’ è la capacità, e la necessità, di ‘pedalare’ avendo voluto la bicicletta. Come abbiamo scritto, in una rappresentazione generale del nostro scenario politico, nazionale e locale, nel numero di settembre de ‘La Piazza’

con l’Editoriale ‘E adesso pedala’, e come ribadito ne ‘l’affondo’ di Gabriele Della Rovere. ‘L’hai voluta tu la bicicletta…’. Per quanto riguarda Gennari la sua ‘bicicletta’ pedala per fare cose concrete. E urgenti. A partire dal risanamento economico e dal riassetto di bilancio, dagli interventi improrogabili e troppo a lungo prorogati, dalla creazione di un nuovo dinamismo culturale e sociale. Riassume: «La netta percezione di poter incidere realmente e positivamente nel futuro della nostra comunità è la vera molla mia e dei componenti della nostra Giunta. Di cui sono stato fiero via via che

l’affondo giunto alla fin della licenza…

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Surplace di Gabriele Della Rovere - Surplace. Nelle gare ciclistiche di velocità su pista è la posizione di quasi immobilità, in equilibrio sulla bicicletta, che il corridore sorteggiato a condurre assume talvolta prima dell’ultimo dei giri su cui si articola la gara, nel tentativo di indurre l’avversario ad andare in testa allo scopo di sfruttarne la scia nello sprint finale. Per quanto riguarda la voce in questione vedi anche: Italia, Politica e Referendum.

li ho indicati, ancor più adesso che stanno dimostrando con il concreto operato, seppur con tempi diversi di insediamento, la propria capacità e concretezza. Oltre ad un’armonia tra di loro, pur provenienti dalle più diverse esperienze professionali e posizioni politiche, che a Cattolica non si vedeva da tempo. Da molto tempo. Anche grazie a questo stiamo cominciando a dimostrare come si possa cominciare ad incidere davvero, e in tempi brevi, sulla realtà e le tante necessità impellenti che ci siamo trovati davanti. E sulle spalle. In qualche caso drammaticamente. Lo facciamo caparbiamente e nonostante le pur prevedibili reazioni e azioni di chi non si rassegna al fatto che un’epoca è terminata. E che dire ‘Governo dei cittadini’ non è uno slogan, ma un impegno. Abbiamo aperto proprio una nuova pagina. Di più: un nuovo libro». «Siamo partiti dal futuro e andiamo verso la realtà» è uno degli slogan delle Amministrazioni locali del Movimento Cinque Stelle. Molto (molto) diverse l’una dall’altra, per capacità e comportamenti. Dal disastro della ‘povera’ Virginia Raggi a Roma (e concreto rischio dati i presupposti è che il peggio debba ancora venire) alla felice operosità di Torino con la ‘sabauda’, non solo etnicamente, Chiara Appendino. E poi, da Nord a Sud, si segnalano positivamente molte amministrazioni per quanto già stanno facendo, da Vimercate in Lombardia, con Francesco Santini, a Noicàttaro in Puglia, con Raimondo Innamorato divenuto responsabile dei 26.000 abitanti afferenti alla ‘città metropolitana’ di Bari. Percorsi di concretezza, a partire da quello di Cattolica già particolarmente apprezzato non solo nello stretto ambito di appartenenza politica e di inerenza territoriale, ma già possibile modello areale e nazionale. Il Movimento Cinque Stelle prevede uno stretto, vero, legame degli eletti con il territorio. Le ‘Cinque Stelle’ del nome stanno ad indicare cinque capisaldi della proposta politica: Acqua pubblica, Trasporti, Sviluppo, Connettività, Ambiente. Gennari, di suo, ci ha aggiunto la sesta. Quella dell’empatia con la gente e la città.

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Palazzate

di Cecco

Biliardone - Leggiamo: “Il Biliardone conquista ‘Tu si que vales’ lo show di Canale 5”. La publicità l'è stè granda. Ma anche la patachèda l'ha n'è sté ad mènch. Va pu là!... Guinness - Leggiamo: “Guinness: il mojito più grande del mondo a Cattolica”. Per fè beneficénza an basteva gazosa e ciamblòn? Stli maniè ad grandèza... Post morte - Leggiamo: “Convegno del Movimento della speranza sul post morte”. I dis cl'éra pin ad quij dal Pd dla Catolga. Da strimulì al sangue... L'orologio del Comune - L'orologio del Comune è fermo da molti giorni. Molti chiedono: cum la va la nova giunta di Grilén? C'us'ca to da dì, se la funziona cume l'arlog la è um po' férma. Os-cia!... Soldi - Leggiamo: “Sindaco Gennari: ‘Palestre e campi da ristrutturare. Ma il Comune non ha i soldi’”. Artachèn la solfa? E a dè un scricot ma l'evasion fischèla?... Natalità - Leggiamo: “La popolazione di Cattolica conta il 12% di stranieri e il tasso di natalità è ai minimi storici”. Burdèl, anche la minéstra Lorenzin l'ha dét che toca dèj giù. A si sempre a spugnetè sno sal cellulare. E che caz!... Stelle - Leggiamo: “Girometti (capogruppo M5S): ‘Governiamo la città, ma non vogliamo una sede’”. Is cèma 5 Stelle e li riunion i li fa sota li stellie. D'inverne sa chi svirzulén la dvénta più dura. Porta al scaldén Maria... Eventi- Leggiamo: “Albergatori e Adac: ‘Alberghi aperti a Natale solo con eventi per turisti’”. Qualche pruposténa e un po' d'bajoch mai? Palèta nona!... Bufera in Consiglio - Leggiamo: “Bufera sui gettoni di presenza. Sospeso il Consiglio comunale. Scintille tra Pd e M5S”. Buféra e scintéllie... andè pièn. Al palaz l'è in régola sl'antisismica? An la vègh cèra... San Mariano - Leggiamo: “Il sindaco Gennari presenta le priorità: sì al turismo religioso”. Mariano, questa la sarìa 'na priorità? At ciamarìn san Mariano... Bacchettate- Leggiamo: “‘Troppi negozi e spiagge chiuse, ma la stagione non è ancora finita’. Il sindaco bacchetta bagnini e commercianti”. Bacchetta? Uj vria al baston... Pd, conti in rosso - Leggiamo: “I conti in rosso dei compagni. Ora il Pd va a caccia di fondi. Ruggeri: ‘Ripartiamo dalle feste e dai tesseramenti’”. I cunt in ross al sarìa l'unica roba rossa dal partid. Ma isé an t'vè dalong. Stampelle - Leggiamo: “Gambini (Pd). ‘Il centrodestra non faccia da stampella alla maggioranza’” - “Gessaroli (centrodestra) e Cecchini (Lega) al contrattacco: ‘Non siamo la stampella della maggioranza’”. L'è al Cunséglie comunèl o al reparto d'Ortopedia? Os-cia!... Comitato del Sì - Leggiamo: “Referendum, nasce il comitato del Sì ma al suo interno nessuno del Pd”. Dop la batosta eleturèla, us véd ch'is vergogna 'na muliga. Os-cia!...

‘Buona scuola’ - Leggiamo: “Scuola media senza prof: è subito caos. Mancano gli insegnanti”. E cume al zcuriva cal Renzi dla ‘buona scuola’... Iché la è da mus-ce mal nès... Cacca - Leggiamo: “Notte d'inferno in albergo, problemi intestinali per 20 turisti”. Purèt, i s'è scagarlè tut la nota...


AMACI - GIORNATA NAZIONALE DEL CONTEMPORANEO 2016 - 12^ EDIZIONE

RESISTENZE - FRAMMENTI D’UMANITÀ mostra d’arte

- ENZO CECCHINI - opere polimateriche - retrospettiva - DORIGO VANZOLINI - fotografia Oggetti vissuti, ma svuotati della loro funzione d’uso, che rivendicano una loro memoria. Frammenti fotografici che ne inseguono il percorso. Due linguaggi, quello della materia e quello fotografico, che dialogano per tentare di scavare in profondità il senso della cose e della vita.

Inaugurazione sabato 15 ottobre ore 18-23

SPAZI0° Z di Radio Talpa via Del Prete, 7 - Cattolica

Mostra aperta fino a domenica 13 novembre orario: 16-19,30 (venerdì-sabato-domenica) ingresso libero


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Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 TEATRO di Wilma Galluzzi - Il sindaco Mariano Gennari nel presentare il cartellone 2016-17 del Teatro della Regina, dopo aver ringraziato Fausto Caldari, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara che da anni sostiene l’attività teatrale e culturale di Cattolica, ha anche accennato ai suoi trascorsi studenteschi presso il DAMS di Bologna agli esordi, diretto da Umberto Eco. Ha ricordato che “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello, che andrà in scena a marzo, fu la sua prova all’esame di regia teatrale per il corso tenuto dal regista Luigi Squarzina. La nuova stagione teatrale ha riportato a lavorare con l’amministrazione il genius loci della grafica e della fotografia, il cattolichino Marco Morosini che anni fa lavorò a diversi eventi, prima con il sindaco Gian Franco Micucci poi con il sindaco Pietro Pazzaglini. L’attuale immagine grafica del cartellone teatrale porta così la firma di Marco Morosini. E’ un’immagine potente quella che troneggia dai manifesti: incorniciata da un francobollo (australiano), la testa della regina Elisabetta sul cui viso è posta una maschera teatrale sorridente. L’autore, complice una cer-

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Prosa, comico, musica, ballettto. Sipario su il 27 ottobre. Manifesto di Marco Morosini

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Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772

Teatro, cartellone da Regina La presentazione della rassegna

ta citazione dell’opera di Andy Warhol, gioca con le immagini e i simboli: colori fluo di gran tendenza, tingono di azzurro elettrico la chioma regale con corona fucsia. Sul viso giallo, la maschera bianca. La maschera è il simbolo del teatro e della sua storia che ha origine nell’antica Grecia dove la maschera, che in greco si chiama persona, raffigura i personaggi

interpretati. La maschera aveva anche la funzione acustica di amplificare la voce. Quindi la maschera come metafora di teatro e la testa della regina Elisabetta come metafora di Regina. Per cui l’immagine grafica di Morosini sta per “Teatro della Regina”. Ilenia Malvasi, presidente di Ater, ha evidenziato che ogni teatro ha un programma

Cattolica teatro

che lo riflette e quello di Cattolica attiene a un pubblico variegato che predilige un mix di spettacoli classici, moderni, di danza e di danza. Simonetta Salvetti, direttore del Teatro della Regina, ha precisato che insieme ad Ater ha costruito il cartellone con una molteplicità di proposte nazionali e internazionali dove emergono grandi nomi appunto della prosa, della

danza, della comicità e della musica. La stagione teatrale si apre il 27 ottobre con un spettacolo di balletto classico en travesti: muscolosi ballerini volteggeranno eterei sulle punte per Les Ballets Trokadero de Mont Carb. Il 10 novembre Massimo Ghini è interprete e regista di “Un’ora di tranquillità”, ovvero la comicità irresistibile del francese Florian Zeller. Il 20 novembre è di scena il dramma di Shakespeare “Macbeth”, paradigma della brama di potere politico, punita, con Franco Branciaroli. Il 30 novembre sarà Silvio Orlando in “Lacci”, una storia comica di ritorni e abbandoni con la regia di Armando Pugliese. Il 14 dicembre sarà Virginia Raffaele in “Performance” a far sorridere il pubblico con le sue ironiche imitazioni della Vanoni, di Belen e altri personaggi ancora. Il 20 gennaio Marco Batti porterà sul palco il Balletto di Siena con il classico “Schiaccianoci”. Il primo febbraio

“Calendar Girls” con Anna Finocchiaro e Laura Curino. Liliana Cavani sarà la regista del testo di Eduardo De Filippo, “Filomena Marturano” , in scena l’8 febbraio con Mariangela D’abbraccio e Geppy Gleijeses. L’opera fu scritta nel 1946 quando ancora i figli illeggittimi, cioè nati fuori dal matrimonio, venivano indicati sui documenti con l’acronimo N.N. (Non Nominato), per definirne la paternità. Un marchio infamante nella società bigotta di allora. Filumena Marturano è la donna simbolo, la madre che riscatta, a livello teatrale, la dignità di ogni madre e dei figli. Lina Merlin è la senatrice che di questo tema farà una battaglia parlamentare per togliere questa vergogna. Il 17 febbraio un classico “assai liberamente tratto” con “La Divina” di Alessandro Fullin dove si vedrà una revisione della Divina Commedia con il bel Paolo Malatesta insieme agli Abba e Liz Taylor con Farinata degli Uberti. L’11 marzo sarà la volta del pirandelliano “Berretto a sonagli” con Valter Malosti. Il 17 marzo il talento di Ara Malikian in concerto stupirà il pubblico con il suo violino. I Sonics, gruppo torinese di acrobati e performer, chiuderanno la stagione il 9 aprile.



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di Dorigo Vanzolini

Anno Sscolastico 1959/1960. Foto ricordo degli alunni della III Media Statale in via Marconi. 1) Insegnante di disegno, 2) Luigi Zurlo (Preside), 3) Mauro Rubenni, 4) Corrado Nicolini, 5) Adolfo Michelini, 6) Corrado Bacchini, 7) Fosco Gasperi, 8) Massimo Verni, 9) Alberto Semprini, 10) Zangheri, 11) Vincenzo “Enzo” Bellini, 12) Domenico Casicci, 13) Domenico Paci, 14) Fausto Caldari, 15) Augusto Mulazzani, 16) Maria Teresa Verni (insegnante di lettere), 17 insegnante di matematica. Accosciati da sinistra: 18) Paolo Vanzolini, 19) Flaviano Clementi, 20) Mario “Mamo” Vanzolini, 21) Mario Grilli, 22) Gian Franco Micucci, 23) Pietro Iacubino. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

SOLIDARIETA'

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23

Cattolica con il cuore, in 600 per i terremotati

La locandina dell'iniziativa - Organizzata dai quattro comitati di quartiere e l'associazione Cattolica per la Tanzania col patrocinio del Comune di Cattolica, sabato 24 settembre la città ha celebrato un momento molto alto di solidarietà e civiltà. La regina è letteralmente scesa in piazza per le popolazione colpite dal terremoto affollando le tavolate ricche di pasta all'Amatriciana, all'Arrabiata, ciambella, dolci e vino buono (acqua e bibite per minori e astemi). Circa 600 persone per altrettanti pasti che, integrati con i ricavi delle magliette e lotteria, hanno portato ad una raccolta di fondi di circa 6.900 euro lordi. Il ricavato della serata si aggiunge al fondo per le popolazioni vittime del terremoto del Centro Italia, attivato dall'associazione Cattolica per la Tanzania. Protagonisti, oltre ai presenti, anche fornai, pasticcerie, commercianti e albergatori che hanno generosamente fornito di tutto e di più. Il lavoro e la passione di decine di volontari ha completato una belissima opera d'arte

Il programma di ottobre - Sabato 8 ore 20,30: Ballo con ‘Doria e Lamberto’. Contributo 8 euro. - Sabato 15 ore 20,30: Ballo con Paolo Lanci. 6 euro. - Domenica 23 ore 12,30: Pranzo di pesce. 18 euro. - Mercoledì 26 ore 15: L'importanza delle vaccinazioni negli adulti e bambini. Relatori: Francesco Toni, Maurizio Bigi, Giorgio Gerboni. - Sabato 29 ore 20: Ballo e apericena con ‘Luciano e Diana’. Contributo 10 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 348-5309730

CENTRO GIOVANI - via Del Prete, 127

Centinaia di cattolichini hanno risposto alla cena di solidarietà per i terremotati di solidarietà. Questi sono momenti importanti che fanno crescere le persone e la comunità intera. La serata è stata allietata dai dj di Radio Talpa, Doctor B Social Club live band, Blue Duo Acustic Group e dall'animazione dei Glamourous.

- Dalla teoria alla pratica per lo studente, lo sportivo, e l’anziano che tiene alla propria salute, un percorso per imparare ad alimentarsi in modo consapevole partendo dalle basi

molecolari sino alla tavola attraverso laboratori pratici in quanto il dottor Diego Palazzini sarà presente in nella serata dedicata ai laboratori culinari.


CARTOLERIA EDICOLA

Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792

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Un gruppo di giovani si inventa un nuovo lavoro sfruttando le potenzialità del web

Interni design store, quando il lavoro diventa servizio

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

TENDENZE

Spazio Tu, il primo Coworking di Cattolica

IDEE

In vendita le mostre dei negozi. Dietro Giacomo Girometti - Anche in tempi di magra, come quelli attuali, i giovani che hanno la fortuna e la voglia di lavorare sanno sempre trovare in qualche recondito anfratto della fantasia un nuovo modo di proporsi all’esigente e spietato mondo del mercato moderno. Quindi non può certo stupire che in una delle patrie dei mobilieri italiani, Pesaro, nasca #ids Interni Design Store frutto dell’intraprendenza di Giacomo Girometti e del contributo di alcuni amici giovani e preparati professionisti del settore. Giacomo è proprietario de “Il Punto Arredamenti” (www.puntoarredamenti.it) uno storico negozio di mobili di Pesaro. Un negozio che opera nel settore da oltre 25 anni. Il giovane ha proseguito l’attività che il padre Marco, tutt’ora attivamente presente nell’esercizio, aveva aperto tanti anni orsono. Il lavoro sul campo del punto vendita di mobili unito all’esperienza in aziende locali presenti nei migliori negozi di tutta l’Italia ha fatto scattare l’idea del progetto #ids. Interni Design Store nasce dalla difficoltà e dalla necessità della maggior parte dei negozi di mobili di liberare facilmente il proprio showroom da prodotti esposti favorendo quindi l’inserimento di linee nuove, aggiornate, al passo con i veloci tempi del design. L’idea è quella di agevolare questa sostituzione, avere una costante rotazione degli articoli esposti, rendere conseguentemente gli esercizi dinamici, ricettivi e contemporaneamente propositivi, latori di proposte commerciali sempre aggiornate e in linea con le tenden-

Rete: potenza e intelligenza

di Wilma Galluzzi

ze di mercato. #ids si propone quindi come una vera e propria vetrina virtuale a disposizione di tutti i rivenditori d’ arredamento e di design che vogliono esporre e vendere più velocemente i prodotti presenti all’interno degli show room sfruttando come strumento di proposta il WEB. A quella vetrina avrà facile accesso l’amplissima platea di consumatori finali, da sempre

alla ricerca di prodotti con ottimi rapporti qualità e prezzo, ma determinati a non dover rinunciare al servizio professionale ed a quello post-vendita che solo un negozio di stampo tradizionale è in grado di fornire. Questo è l’ambizioso obbiettivo da raggiungere, la mission da perseguire. Il prossimo futuro del progetto prevede un potenziamento della presenza dei punti ven-

dita sulla rete, l’aumento la loro visibilità sul territorio e una reale agevolazione della vendita di tutti i prodotti esposti sia che essi siano cucine, letti, armadi, zone giorno, camerette eccetera. La chiave di volta è la rete, quel Web, che commercialmente sta accrescendo ogni giorno la propria importanza e che grazie alle sue peculiarità, permette di raggiungere gli obbiettivi prefissi coprendo un sempre più vasto “raggio d’azione”, amplissimo e adatto a dare alle proposte una visibilità a livello nazionale. Grazie agli investimenti sulla piattaforma Google e sui principali social network, grazie alla presenza di #ids su Facebook, Twitter, Instagram e Google+ ogni inserzione potrà sempre essere raggiunta da migliaia di consumatori che troveranno quello che cercano: la soluzione migliore per la propria abitazione senza dover rinunciare alla qualità ed a prezzi vantaggiosi. Chi è quindi alla ricerca dei Top Brand nel settore dell’Arredamento e del Design non ha che da entrare nel sito www.internidesignstore.it dove troverà il piacere di una miriade di proposte di arredamenti ed accessori individuabili e selezionabili facilmente. Il difficile sarà scegliere l’oggetto migliore tra i tanti selezionati per l’acquisto, perché non acquistare, a quel punto, sarà davvero complicato.

Claudio Casadei

- Il 16 settembre in via Del Prete n.123 c’è stato il taglio del nastro al primo spazio coworking in città. Si chiama SpazioTu e ha trasformato quello che era da anni un edificio in cerca di identità in una location ideale per l’attività di coworking. L’idea nasce da tre giovani imprenditori cattolichini, fratelli e proprietari dell’Hotel Beaurivage: Raffaella, Vera e Davide Fuzzi. Abituati a girare il mondo hanno fatto propria un’idea nuova di condivisione di spazi lavorativi e di relazioni che è già affermata nel mondo internazionale degli affari. I Fuzzi hanno incaricato due giovani ingegneri, Matteo Pratellli e Mauro Monaldi, di ripensare progettualmente un grande edificio di loro proprietà per spazi di coworking. In due mesi SpazioTu è nato come un vasto openspace suddiviso da pareti in cartongesso insonorizzate e altre di vetro. All’ingresso l’area lounge con angolo bar e reception generale. A vista, la sala conferen-

ze per 70 persone, attrezzata di megaschermo, microfoni ad archetto e a gelato. Segue un’ elegante sala riunioni e, sui due lati del corridoio centrale, i 9 box ufficio da 16 mq dotati dei collegamenti wi-fi, sono fruibili 24 h su 24. Tutto arredato in raffinato stile minimal. Otto uffici sono già operativi mentre fioccano richieste per altri, tanto che i Fuzzi hanno già incaricato i tecnici di raddoppiare lo spazio coworking nel restante simmetrico dell’edificio. La sala conferenze e la sala riunioni possono essere affittate anche per poche ore mentre gli uffici partono dal minimo di un mese. Anche la provincia, caposaldo della piccola impresa gelosa dei propri laboratori privati e chiusi, sta adeguandosi alle nuove tendenze di una sempre maggiore condivisione ed evolve verso spazi interdisciplinari dove aggregare sensibilità e capacità diverse. SpazioTu (www.spaziotu.com) ne è un esempio.


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L'ultimo libro di Paolo Sensini cerca di dare risposte documentate e convincenti fuori dalla propaganda e strumentalizzazioni dell'informazione ufficiale Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772

Terrorismo: mandanti, registi, attori

L'8 e 9 ottobre. Domenica 9 alle ore 17 presentazione del suo ultimo libro. SPAZIO°Z di Radio Talpa

IL LIBRO

- Domenica 2 ottobre lo storico Paolo Sensini ha presentato il suo ultimo libro in anteprima nazionale: “ISIS Mandanti, registi e attori del ‘terrorismo’ internazionale” (Arianna Editrice). La conferenza si è tenuta presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa in via Del Prete, 7 - Cattolica. Il podcast dell'iniziativa lo trovate su www.radiotalpa.it IL LIBRO “Terrorismo e Isis: gli attentati nelle città europee si fanno drammaticamente incalzanti e sui mezzi d'informazione non si parla d'altro. Molteplici sono quindi le analisi e mutevoli le interpretazioni, soprattutto in merito al conflitto geopolitico e alle guerre nel Vicino e Medio Oriente. Noi però abbiamo davve-

ro tutte le informazioni per esprimere un giudizio adeguato? Quelle che apprendiamo dai mezzi di comunicazione corrispondono alla realtà dei fatti, oppure sono notizie alterate o addirittura menzognere? Che ruolo esercitano i governi occidentali in questo drammatico scenario? Corriamo il rischio che la paura collettiva indotta dal terrorismo venga strumentalizzata per mistificarne le cause e imporre la passività delle coscienze e quindi il controllo sociale? Che cos'è, in realtà, il cosiddetto ‘terrorismo internazionale’? Ma soprattutto, chi ne trae benefici? Sono queste le domande fondamentali cui Paolo Sensini, dopo avere vagliato un'imponente mole di mate-

Laboratorio di scrittura con Sebastiano Mondadori SCRITTURA E SCRITTORI

La copertina del libro Paolo Sensini riali e documenti originali, risponde in maniera esaustiva e completa, e lo fa mettendo finalmente in luce tutti gli aspetti riguardanti i mandanti, i registi, gli attori e le pratiche di quella che egli definisce la ‘strategia del caos’. In tale scenario, anche l'islamismo, le sue centrali ideologiche e gli strumenti operativi (Al-Qa'ida, ISIS,

“Le radici di Fellini - Romagnolo nel mondo”. Domenica 30 ottobre ore 17 nello SPAZIO°Z di Radio Talpa. Ingresso libero. Diretta radio su www.radiotalpa.it

Miro Gori, 30 anni con Fellini IL LIBRO

- Ancora fresco di stampa, domenica 30 ottobre alle ore 17 Gianfranco Miro Gori presenta il suo ultimo libro “Le radici di Fellini - Romagnolo nel mondo” nello SPAZIO°Z di Radio Talpa, via Del Prete, 7 - Cattolica. Presenta Carlo Masini, presidente del Cineclub Toby Dammit (gestisce lo Snaporaz di Cattolica). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La conferenza sarà trasmessa in diretta radio su www.radiotalpa.it. “Federico Fellini, l’artista italiano del Novecento, se non più importante più famoso nel mondo, lascia la piccola patria (Rimini e più in generale la Romagna) alla fine degli anni Trenta, quando non ha ancora compiuto vent’annì. Intende dedicarsi al giornalismo, alla scrittura. Diventa, invece, il favoloso regista amato dai critici più sofisticati e dal pubblico comune. Allo stesso tempo la partenza insinua in lui un invincibile desiderio di ritornare. Non tanto nella realtà quanto nella finzione cinematografica che rappresenta la sua ‘verità’ più intima e profonda. Per questo assai spesso viene definito ‘regista di Rimini’ o ‘romagnolo’. Non banalmente per la casualità di una nascita. Ma per-

Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772

Jabhat al-Nusra, Bobo Haram, al-Shabaab, ecc.), su cui si sono versati fiumi di parole senza mai toccare il cuore del problema, assumono un significato e dei contorni chiari e definiti. Ne emerge un quadro inquietante, ma allo stesso tempo tanto credibile quanto necessario, per capire e orientarci nel mare tempestoso in cui oggi ci troviamo a vivere. PAOLO SENSINI Storico ed esperto di geopolitica, è autore di numerosi libri, tra cui diversi sul tema oggetto dell'incontro: “Libia 2011”, “Divide et Impera. Strategie del caos per il XXI secolo nel Vicino e Medio Oriente”, “Sowing Chaos. Libya in the Wake of Humanitarian Intervention”, pubblicato negli Stati Uniti. Alcuni suoi scritti sono apparsi su varie riviste italiane ed estere.

Locandina dell'iniziativa

Sebastiano Mondadori

Come si scrive un racconto. E' il laboratorio di scrittura che si svolge sabato 8 e domenica 9 ottobre presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa, via Del Prete, 7 Cattolica. Organizza la Libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare, coinvolgendo Sebastiano Mondadori, scrittore e direttore della Scuola di scrittura creativa Barnabooth di Lucca. “Dalla scintilla dell'idea di partenza alla revisione finale: due giorni per scrivere un racconto di duemilacinquecento battute. Un viaggio per perdersi e orientarsi nel traffico delle parole, alla ricerca della pro-

pria strada. Attraverso esercizi, esempi pratici, problemi da risolvere, imparando a familiarizzare con gli attrezzi del mestiere. Una piccola mappa per capire concretamente in cosa consiste l'attività della scrittura”. Domenica 9 ottobre alle ore 17, sempre presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa, per il nuovo ciclo di Un autore con tè, Sebastiano Mondadori presenta il suo ultimo libro L'anno dello straniero (Codice Edizioni). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La conferenza è trasmessa in diretta radio su www.radiotalpa.it. Per lo stesso ciclo il gradito ritorno negli studi della radio di uno scoppiettante Amleto da Silva col suo ultimo lavoro: sabato 26 novembre ore 17

Inaugurazione domenica 15 ottobre ore 18 - Giornata del Contemporaneo

RESISTENZE artistiche La copertina del libro Gianfranco Miro Gori

ché i suoi film intrattengono stretti legami con la terra natia che, come un fiume carsico, a volte splende, altre volte si cela. Fellini fonda sul ricordo dell’infanzia e della giovinezza buona parte del suo cinema. Questo libro racconta le immagini e i suoni (sì, anche i suoni, essendone egli un fastoso creatore) di questa storia che trova il suo apice in Amarcord, scritto con un altro romagnolo Tonino Guerra, ma si spande in tutta, o quasi, la filmografia del regista. Gianfranco Miro Gori Ha diretto la cineteca del comune di Rimini e l’Associazione Cinema dell’Adriatico. Dopo gli studi classici si è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Bologna e ha conseguito il dottorato di ri-

cerca in storia e filologia del cinema nello stesso ateneo. Ha fondato la Cineteca del comune di Rimini nel 1986, dirigendola fino al 2012. Si è occupato del regista Federico Fellini, dello sceneggiatore e poeta dialettale Tonino Guerra, del musicista Secondo Casadei e del poeta Giovanni Pascoli. Tra l'altro, ha pubblicato un romanzo Senza Movente e tre raccolte di poesie in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini, 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio, 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza, 2008); E’ cino, la gran bòta, la sciuptèda, Fara Editore, Rimini, 2014. I suoi testi poetici in romagnolo appaiono anche in: AA.VV., D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del Novecento, a cura di Gianfranco Lauretano e Nevio Spadoni, Il Vicolo, Cesena 2013.

LA MOSTRA - Sabato 15 ottobre Giornata Nazionale del Contemporaneo (AMACI - Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani). Per l'occasione Cattolica sarà presente con una mostra d'arte presso lo SPAZIO°Z di Radio Talpa. Espongono Enzo Cecchini (opere polimateriche - retrospettiva) e Dorigo Vanzolini (fotografia). Titolo della mostra: RESISTENZE - frammenti d'umanità. Inaugurazione sabato 15 ottobre alle ore 18 fino alle 23 con interviste, commenti e musica in diretta radio su www.radiotalpa.it. La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta fino a domenica 13 novembre col seguente orario: 1619,30 (venerdì, sabato e domenica).

Particolare di una delle opere esposte

SPAZIO°Z di Radio Talpa. Espongono Enzo Cecchini (opere polimateriche - retrospettiva) e Dorigo Vanzolini (fotografia). Mostra aperta fino al 13 novembre. Ore 16-19,30 (venerdì-sabato-domenica) Il tema della mostra. “Oggetti vissuti, ma svuotati della loro funzione d'uso, che rivendicano una loro memoria. Frammenti fotografici che

ne inseguono il percorso. Due linguaggi, quello della materia e quello fotografico, che dialogano per tentare di scavare in profondità il senso della cose e della vita”.



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Stefano Scrocchi è il procuratore di un ragazzino che sta andando fortissimo

Good Vibrations

‘Michael Canducci è un campione’

storie tra musica e parole

La promessa ravennate Michael Canducci con il suo manager cattolichino Stefano Scrocchi

MOTORI

- Good Vibrations (buone vibrazioni) è il brano musicale pubblicato come disco singolo dai The Beach Boys il 10 ottobre 1966. La canzone è stata scritta, prodotta ed arrangiata da Brian Wilson, con il testo scritto da lui e Mike Love. Sono passati esattamente 50 anni, ma la canzone, come tutto il grande rock, sono ancora vivi. “Good Vibrations - storie tra musica e parole” mette insieme le parole degli autori che hanno scritto

libri musicali, con brani e spezzoni di concerti di alcuni mostri sacri del rock e del pop come David Bowie, Beatles, Jim Morrison e The Doors, Bob Dylan. Gli autori dei libri e relatori: Luca Scarlini, Emiliano Visconti, Gianni D'Elia, Gianluca Morozzi. Appuntamento il sabato: 15 e 22 ottobre, 5 e 12 novembre. Palazzo del Turismo di Cattolica ore 17,30 - Ingresso libero.

- Siamo all'ultimo giro. Manca un terzo di pista per la bandiera a scacchi. Il diciannovenne Michael Canducci è secondo; sembra che si debba accontentare della bella posizione. Davanti il curvone-rettifilo dell'autodromo Santamonica; le moto sono dei razzi. Ci vuole coraggio. Il giovane non ha paura, gas aperto, entra a 240 chilometri l'ora: sorpassa all'esterno. Impresa da campione. Sarà vittoria; è il 30 luglio. Anche Valentino Rossi sospira, ammirato: “Wow”. Su facebook quella creatività intreccio di coraggio e tecnica su due ruote finora è stata vista da quasi 150mila appassionati. Il giovane pilota ravennate ha come procuratore un cattolichino, Stefano Scrocchi, ex pilota. Racconta: “L'ho visto la prima volta nel 2013 quando si cimentava con l'Europeo 600 Stock. Subito ho capito il suo immenso talento. Sui circuiti l'ho sempre ammirato. Fuori dalle piste è riservato, chiude la visiera e si trasforma. Lo seguo dalla fine della scorsa stagione; sono certo che diventerà un campione. Non ho mai visto uno con un controllo di moto simile; neppure di me ed

è un tutto dire. Come ben sappiamo tutti i piloti sono delle primedonne che pensano di essere i migliori. Ha, Michael, il dono di anticipare il comportamento del suo mezzo. Il mio ruolo è quello di consigliarlo a dare il gas nei punti giusti della pista per andare ancora più forte: oltre che con il coraggio ed il talento con la riflessione”. Iniziato con le mini moto a 9 anni (subito tante vittorie), il centauro si cimenta in due campionati con due moto e categorie diverse. Con la mitica M. V. Agusta partecipa al mondiale

600 Supersport. Colori del team Giansanti, è sceso in pista in una sola gara; in Germania lo scorso 10-11 settembre. In sella per la prima volta in una gara mondiale, su un circuito sconosciuto, al traguardo è 23°. Tappa in Francia il 1-2 ottobre. Ha ancora due gran premi per raccontare quanto vale: Spagna e Qatar. Il secondo palco è il campionato italiano su una Kawasaki 600 Supersport. Su quattro gare doppie ha sempre segnato il miglior tempo.

Nell'appuntamento tricolore di Imola, il 1 settembre, si mette in mostra con altri due numeri: è secondo in gara 1 con una penalizzazione di 3 secondi e secondo nella 2. Michael Canducci lo scorso anno ha vinto il Trofeo Bridgestone con una Yamaha privata. Vi partecipa anche quest'anno: quattro vittorie di fila; in ogni giro rifila 2 secondi ai compagni d'avventura. Stefano Scrocchi è un personaggio. Professione albergatore, ha corso, per pura passione, dal 1997 al 2007. Era già gradino con i suoi 27 anni. Ha preso parte al mondiale endurance con una Suzuki 1000. Miglior posizione conquistata: un quarto posto a Vallelunga. Scrocchi ha una caterva di sane passioni che lui sintetizza: “Mi piace la vita”. Gli piace la terra, gli animali. Ha prodotto per passione il Pinot nero in 5 ettari di vigneti nel Parco del San Bartolo. Vendeva le sue uve a Luigi Mancini; un'icona nel mondo dei Pinot. Obiettivo 2017: il mondiale in Moto2.

ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Impresa

Partita Iva, costa meno se forfettaria - Il regime dei forfettari è anche detto “nuovo regime dei minimi”, introdotto dalla legge di stabilità 2015. Rivolto a ditte individuali, comprese anche imprese familiari, è il regime che permette un abbattimento dei ricavi e il pagamento dell’imposta applicando un’aliquota sostitutiva del 15%; nel caso in cui la ditta sia una start up l’aliquota sostitutiva è del 5% per i primi 5 anni. L’introduzione di questo regime ha portato all’abrogazione di tutti gli altri regimi esistenti; dal 2016 il regime forfettario è l’unico regime agevolato, può essere utilizzato sia da soggetti che iniziano una nuova attività, sia da soggetti che erano già in attività, se ovviamente soddisfano tutti i requisiti richiesti. Mentre se si accede al regime come nuova attività si devono possedere i requisiti disposti dalla legge. I requisiti oggettivi per accedere sono su più fronti: - limite dei ricavi da 25.000 a 50.000 • a seconda dell’ attività; - spese per lavoro dipendente e assimilati non superiori a 5.000; - beni strumentali non superiore a 20.000;

- redditi di lavoro dipendente o assimilato non superiore a 30.000; Esclusi dal regime sono i soggetti che usufruiscono già di regimi agevolati sull’iva, i soggetti non residenti, o coloro che svolgono attività esclusiva e prevalente di cessione di terreni e fabbricati, i soci attivi in società, e i soggetti che percepiscono un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 •. Le cause di esclusione vanno verificate nell’anno di applicazione del regime e non nell’anno precendete, clausola di grande rilevanza per chi da un anno all’altro ha cambito ambito lavorativo. Il regime forfettario risulta ad oggi essere tra i regimi fiscali più vantaggiosi, nello specifico vediamo le semplificazioni e le agevolazioni che il regime permette: - emissione fatture senza addebito dell’Iva a titolo di rivalsa, ma con applicazione di marca da bollo di 2 • per le fatture emesse superiori a 77.47•; – riduzione costi amministrativi; - abbattimento su contributi Inps del 35% per artigiani e commercianti - esonero da alcuni obblighi

fiscali di tenuta della contabilità; - esclusione dall’IRAP; - esclusione da studi di settore o parametri contabili. Il regime forfettario non permette la detrazione dei costi analitici, per calcolare il reddito e le imposte vengono utilizzati i ricavi e compensi, il cui calcolo viene effettuto con il principio di cassa, a cui va applicato un coefficiente di redditività previsto in funzione del codice attività di appartenenza, che “abbatte” e determina il reddito su cui calcolare l’imposta sostitutiva pari al 15%, o 5% in caso di start up; in caso di superamento della soglia dei ricavi si esce dal regime dall’anno successivo. I vantaggi del regime forfettario vanno comunque ponderati con le esigenze personali di ogni soggetto, la mancata detrazione dei costi potrebbe essere a discapito del contribuente, qualora egli abbia in essere altre detrazioni d’imposta (figli a carico, ristrutturazioni...). Come sempre un competente professionista potrà consigliarvi al meglio. info@baldassarri.com www.baldassarri.com 0541953419



CATTOLICA

Aprile 2016

Mostra retrospettiva nella sala del Mississippi di Gabicce Mare chiusa il 4 settembre

Omaggio a Gennari: l'Immersionista CULTURA: LA MOSTRA - Augusto Gennari Viaggiatori di mare mostra retrospettiva Gabicce Mare, sala del “MISSISSIPPI”, 4 agosto - 4 settembre 2016. Proteso come un ponte di nave sulla bellissima baia di Gabicce in vista del l’omonimo promontorio, lo spazio della mostra si è prestato come cornice ideale alla selezione di opere dell’artista scomparso tre anni fa. Proprio in questo tratto di costa e in questo territorio di confine tra Marche e Romagna Augusto Gennari ha operato lungamente traendone suggestioni e ispirazioni. Ne fa fede la scultura intitolata L’immersionista che in mostra ha avuto un rilievo centrale, realizzata nel 2008, utilizzando una gigantesca radice di salice spiaggiata dopo una burrasca tra i ciottoli e la ghiaia di Vallugola. “La figura umana che ne ha ricavato, colta nell’atto dinamico dello slancio verso il mare, metafora di un grande tuffo verso l’aldilà e l’altrove, verso l’attraversamento e la sfida del viaggio in mare, racconta della grande attenzione di Augusto Gennari verso le forme

L'Immersionista

archetipiche del corpo e della grande duttilità con cui trattava la materia organica come il legno. Ma Gennari era scultore anche nella pietra e il marmo. La sua scultura nasce ‘dentro’, da un gesto ‘primario’, passa per un’elaborazione antropomorfa e si traduce in volti e figure dalle fattezze arcaiche, dotate di antica innocenza, lo sguardo smarrito, stupito, talvolta ironico, dalla malinconica fuggevolezza, la silenziosa contemplazione verso lo scorrere della vita, come esistenze sospese. Non si fatica, scorrendo l’opera di Gennari, a comprendere che in questa moltitudine di figure disegnate e plasmate, abbia voluto indicare in senso più generale il destino e il volto dell’umanità. Gennari ha metabolizzato luo-

ghi, persone, eventi casuali che, percepiti e elaborati con sensibilità, hanno contribuito a definire la propria linea interpretativa all’interno del flusso della vita. E tra i luoghi prediletti tra le sue soste e le riprese dal vero c’è questo tratto di costa tra la falesia sabbiosa del promontorio di Gabicce e le spiagge gremite di turisti d’estate. Ne fanno fede anche alcune vedute degli anni ’60 chiamate ‘le vallugole’ ancora nei modi pittorici debitori a Virgilio Guidi. La mostra ha inteso proporre un itinerario frutto di una selezione di opere pittoriche collocabili tra gli anni ’80 e la sua ultima stagione. Si è posta come ulteriore sentito omaggio all’artista” Augusto Gennari nasce a Misano Adriatico nel 1943, muore a Cattolica nel 2013.

35 CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

Mai dire gatto se non l'hai... - Cosa hanno in comune un edificio strategico ed un gatto? Risposta: la messa in sicurezza! Cinque anni fa mi sono trovata davanti alla porta una gatta incinta e le ho dato del cibo, una cassetta e una coperta. Importante: a questo punto, per le istituzioni, il gatto è tuo. La gatta, per ringraziarmi, qualche giorno dopo ha “sfornato” sette gattini e quindi siamo passati in pochi giorni da zero a otto gatti! Importante: il gattile a questo punto non li prende e i gatti sono tuoi. Piazzati gli altri, abbiamo tenuto una gattina che stiamo attenti a non far uscire. Avendo un piccolo terrazzo e un po’ di giardino, abbiamo fatto un recinto che finora ha funzionato. “Prendiamo un altro gatto?”. Si, e dove va uno che vuole un gatto? Al gattile, ovviamente. Ne hanno tanti e pensavo che il loro scopo non fosse quello di accumularli, ma di farli adottare. O no? Dopo aver visitato due

LA LETTERA

Le vicissitudini per tenere un gatto e la burocrazia dei gattili strutture ed una casa privata, e subìto due interrogatori, siamo riusciti a prendere un gattino in pre-affidamento (!?). Dopo tre giorni di isolamento, l’abbiamo fatto incontrare con la gatta di casa che non ha gradito. Ho chiamato il gattile e una persona si è offerta di venire a vedere. Il mio gatto non l’ha neanche guardato, ma dopo aver visto la nostra casa si è ripreso il gattino con la motivazione che “non era in sicurezza”. Abbiamo quindi scoperto che la nostra casa non rispecchia nessuno dei “requisiti minimi di sistema” richiesti da un gattile. Il recinto, le grate alle finestre, la porta del giardino, tutto inutile. Per un attimo ho pensato che stessimo adottando un lemure, o l’ultimo esem-

plare di una specie a rischio di estinzione. Poi guardo il gattino, lo metto nel trasportino ed insieme al cibo, qualche giochino e un pezzo del mio cuore, glielo restituisco. Che cosa ci insegna questa storia?: sia che il gatto venga da te o sei tu che te lo vai a cercare, la raccomandazione è quella di mentire. Se andate al gattile, dite che abitate al 40° piano di un grattacielo, oppure, che vivete in un rifugio antiatomico, su una stazione spaziale orbitante o in una enorme voliera. E se un giorno una gatta vi sforna sette gattini, non chiamate il gattile: non li prendono! In epoca di carenza di lavoro, un’agenzia per “la messa in sicurezza dei gatti domestici” sarebbe un’ottima idea ma ovviamente, la strada migliore è comprarselo un gatto. Se paghi non fanno domande e puoi farne quello che vuoi e nessuno te ne chiederà mai conto. Simonetta Cavalieri


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA LO SPORT

Va ad iniziare la stagione pallavolistica del Team 80, eccellenza marchigiana. Presentazione al “Bel Sit”

“Prima la scuola poi lo sport” LO SPORT

- Veronica Bartolucci ha vinto il campionato italiano juniores di salto ad ostacoli ad Arezzo lo scorso 18 settembre. Un indimenticabile fine settimana di tre giorni. La giovane gabiccese era in lizza con altri 136 coetanei. Entra nella finale della domenica dopo due giorni di percorsi netti. Insomma, 12 salti, 12 barriere superate. A rendere più accattivante il tricolore della domenica, arriva una pioggia fastidiosa per fantini e cavalli. Il campo è un lago; ben 10 giovani fanno il netto; si va al barrage con 6 ostacoli. Veronica Bartolucci infila un altro netto; e solo 26 secondi. Porta a Gabicce Mare e a San Giovanni (veste i colori del Centro Ippico Marignano governato da Sandro Palmetti) il tricolore. Il 2016 per Veronica è stato da grande annata. Ha saltato a Roma in piazza di Siena (Villa Torlonia) con i colori della regione Marche; grazie alla vittoria nel regionale lo scorso giugno. A Roma, la squadra delle Marche è settima. Ha trionfato in due gare al Riviera Horses di San Giovanni. Veronica è campionessa di ostacoli e non meno brava a scuola. Frequenta lo scientifico a Pesaro con risultati eccellenti. Ha partecipato anche alle olimpiadi della scienza. E' arrivata all'equitazione per puro caso. Non ha che 6 anni; accompagna dai Palmetti un'amica che già salta. E' amore. La mamma cerca di dissuaderla, ma non ce nulla da fare. Racconta la neo campionessa:

Veronica con i genitori ed il nonno Livio “Il cavallo è un bellissimo animale; che ha un grande rispetto per le persone, se le persone lo rispettano. Saltare dà grande emozione, soddisfazione e gioia. Inoltre, ti fa capire quanto siano importanti le piccole cose: una carezza lo rende felice. Se tu ti fidi di lui; a sua volta lui si fida di te e si salta alto. Veronica dovrebbe allenarsi tre volte la settimana, ma la passione la spinge ad andare a trovare il suo cavallo tutti i giorni. Magari solo per starci insieme nella stalla. Oltre a saltare, è lei a pulirlo e curarlo. Del cavallo racconta: “E' riservato che ha pura degli altri cavalli quando gli stanno vicino. Prende paura anche quando le persone alzano un braccio bruscamente; non con me”. Bella la storia di Veronica, bellissima quella del suo animale: S. M. Conalta. Allevato a Lugano, è figlia di un campione, Conalt. Il nonno è stato olimpionico. Prima del suo arrivo a San Giovanni, nessuno la voleva perché troppo piccola. Da anatroccolo, si è trasformata in cigno vincendo quasi tutte le gare con ostacoli sui 135 centimetri. Prossimo obiettivo: qualificarsi per il Trofeo di Verona. Il sogno: l'Olimpiade.

- “Sul campo sarà una stagione preziosa e coinvolgente anche per noi dirigenti: c'è una squadra nuova, un nuovo allenatore. Insomma, penso che sarà un'annata preziosa. Ma soprattutto sono curiosa della crescita personale delle nostre ragazze prima ancora che dei risultati, che, lo ricordo, nella passata stagione sono stati esaltanti, come la vittoria nel campionato provinciale e regionale con la Under 14. L'insegnamento che vogliamo trasmettere ai giovani è che ogni cosa è da conquistare con la serietà, l'allenamento, l'applicazione, la voglia di fare”. A parlare così è stata Giuliana Sabattini, la general manager, durante la presentazione della stagione 2016-2017; si è tenuta lo scorso 16 settembre alla pizzeriaristorante “Bel Sit” a Gabicce Monte.

Fabrizio Baldassarri davanti al locale

L'Under 14. Sulla destra Patrizia Bacchini, allenatrice settore giovanile, nonché l'anima della società

Poche e incisive parole da Daniele Montanari, il presidente del Team 80: “Per la nostra società viene prima l'educazione, la scuola, con lo sport come fattore agonistico di crescita”. Al vernice sono intervenuti anche i sindaco di Gabicce Mare e Gradara, rispettivamente Domenico Pascuzzi (un appassionato di volley) e Filippo Gasperi (ex giocatore di basket del Team 80). Pascuzzi: “Mi impegno a seguirla; noi siamo

Amarcord Gabicce

vicino alla squadra, mentre lei è vicino a noi e a Gabicce. Con i suoi successi porta alto il nome delle nostre città [Gabicce Mare -Gradara, ndr]”. Gasperi: “Team 80 è un messaggio di unione tra Gabicce e Gradara. Fanno comunità”. Prima squadra in B, allenata da Romano Giannini, presenta una nuova giocatrice di livello nazionale. Si chiama Lucia Lunghi; nel suo palmarés: 2

scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Cev Cup ed 1 Champions League. Dice: “Sono contenta di essere qui. Il segreto dello sport, come della vita, è crederci sempre e lottare per quello che si fa. E' la cosa più importante dopo la scuola”. Il sipario sulla prima squadra si alza il 15 ottobre con la trasferta a Montercoli; il debutto casalingo, ore 21, palazzetto di Gradara, è il 22 ottobre. LA LETTERA

di Dorigo Vanzolini

Gabicce Mare metà anni ‘50. Da sinistra: Irma Barilari, Libero Terenzi, Adalgisa Cola, Gustavo Lazzari, Silvana Terenzi, Girolamo Barilari, Giovanni Gaiani, Edda Giurastante “Gigliola”, Angelo Lazzari, Rosa Scola, Olseno Caldari “Sino”. (didascalia realizzata in collaborazione con gli amici del Circolo A.N.M.I. Di Gabicce Mare) (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Lista M5S guidata da Luis Miguel Guerrini

Fiorenzuola, serve un bar? - Serve un bar per tenere pulita una spiaggia, parliamo della spiaggia di Fiorenzuola di Focara. In quel fazzoletto di costa ancora incontaminato il Sindaco pesarese Matteo Ricci sarebbe disposto a barattare la naturalità del luogo con la promessa di un barista di raccogliere i rifiuti che i bagnanti incivili sparpagliano sulla sabbia. Ma ci sono mille ragioni per percorrere una soluzione alternativa. Intanto, perché il Paesaggio, tutelato già dalla nostra Costituzione, è un valore concreto di una comunità, non un moda culturale, che rende intollerabile l’alterazione paesaggistica della piccola spiaggia di Fiorenzuola di Focara. Un’alterazione inevitabile se si autorizzasse la realizzazione di un chiosco bar con i suoi volumi, le sue pedane, le sue tende parasole, ecc. Comitato Vallugola Terra Nostra, Italia Nostra – Pesaro, Legambiente – Pesaro, Lupus In Fabula, WWF – Gabicce Mare


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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E’ ovvio desiderare e pensare che l’offerta turistica si possa trasformare in una arcadia Amarcord dei tempi moderni in cui turisti felici si impossessano delle strade senza traffico

Gabicce

di

Gabicce: la città giardino o i giardini della città? Dorigo Vanzolini

La natura con Gabicce Mare è stata assolutamente benevola regalandoci un territorio di grande bellezza che però anni di “non progettualità” degli spazi pubblici, e di spoliazione delle strade, un tempo lussureggianti ed ombrose, stanno modificando LA RIFLESSIONE

di Giovanna Mulazzani* gianti e ben progettati e l’unico La “rumore” è rappresentato dal cinguettio degli uccelli e dal rumore del mare. Ma così non è e credo non lo sarà almeno fino a quando non verrà interrottà la spirale meramente utilitaristica che abbiamo nei confronti del territorio; e soprattutto fino a quando non inizieremo a capire che il benessere nostro, dei nostri turisti non sta nel surrogato del verde finto, nei giardi-

- Cosa c’è di più semplice del pensare che le nostre città turistiche possano diventare “CITTA’ GIARDINO”? Non intese naturalmente nel senso storico del termine! E’ ovvio desiderare e pensare che l’offerta turistica si possa trasformare in una arcadia dei tempi moderni in cui turisti felici si impossessano delle strade senza traffico, sostano in giardini lussureg-

Nasce la Pro Loco. Baldassarri presidente Una novantina di iscritti (quattro le associazioni). Progetti ambiziosi per il futuro della città

ni che sono solo aree vuote e nell’abbandono delle voragini che i privati, a causa speculazioni sbagliate, consegnano alla città. La natura con Gabicce Mare è stata assolutamente benevola regalandoci un territorio di grande bellezza che però anni di “non progettualità” degli spazi pubblici, e di spoliazione delle strade, un tempo lussureggianti ed ombrose, stanno modificando. La natura va aiutata e qui l’aiuto arriva dalla progettazione dei vuoti. Laddove nei decenni addietro sono stati costruiti grattacieli sul mare il rimedio non esiste più, mentre “il fuori” delle nostre città può riservar-

LA MUSICA

Emozionante concerto per ricordare Liliana e Carlo Il tenore Antonio Perez

ASSOCIAZIONI

- Pronti partenza via... nasce la Pro Loco a Gabicce Mare. Formato anche il consiglio direttivo, è pronta a mollare gli ormeggi e ad iniziare a navigare verso orizzonti di successo. Il presidente Matteo Baldassarri ed il suo staff composto da un nutrito gruppo di professionisti uniti ad una numerosa e compatta base operativa (ad oggi sono 92 gli iscritti, oltre a 4 associazioni) pensano in grande: tantissimi i giovani con tutto il loro entusiasmo e la voglia di cambiare, ma tanti anche i non più giovanissimi che han-

ci ancora una speranza di riscatto. E qui vorrei tornare a quanto scritto su queste pagine solo qualche mese fa e ricordare che le città giardino hanno come costrutto IL VERDE, progettato, ben tenuto e facilmente fruibile, attorno al quale poi esiste una città organizzata e strutturata a tale scopo con VERE piste ciclabili, aree completamente pedonali e punti di sosta come attrazioni che possono diventare motori per la vita cittadina. Idee semplici che possono portare però a piacevoli sensazini come quella di passeggiare attraverso le vie e le piazze del paese, lungo percorsi DI NUOVO ALBERATI, immersi nelle vibrazioni e nel movimento creato dall’alternanza di luci e ombre del sole con le chiome: e capire che il tempo passa e le stagioni cambiano, dai colori che la natura ci offre. E questa potrebbe essere una offerta per un turismo che ama lo stretto rapporto con il mare anche in inverno e la natura che lo circonda. *Architetto in Gabicce Mare

no scelto di mettere la loro esperienza al servizio della comunità. “Il nostro obiettivo - dice Matteo Baldassarri - è far parlare di noi, farci conoscere ed apprezzare. Sono convinto che Gabicce Mare ha molto più da offrire di quanto fino ad oggi ha saputo dimostrare”. “È il nostro diamante grezzo - continua Baldassarri - e

con la nostra caparbietà e intraprendenza riusciremo a far brillare le sue mille sfaccettature”. Buon vento alla neo Proloco Castrum Ligabitii Gabicce Mare. Il neonato consiglio. Da sinistra: Russo M. Antonietta, Pedini Marilena, Della Chiara Ilaria, Gennari

Gabriele, Vice Pres. Curzi Paolo, Presidente Baldassarri Matteo, Ceccarelli Francesco, De Moraes Andrea Cristina Tesoriere, Manzardo Dino, Milano Ivan Manuel, Castellucci Matteo, Galanti Mariano Segretario inoltre Barbieri Giuseppe, Galeazzi Alessandro, Crescentini Maurizio.

- Bel concerto in chiesa lo scorso 6 settembre, alle 21. La giornata si presentava fin dal mattino grigia e piovosa, tanto che fino alle 20,30 pioveva. Si era consapevoli di non poter eseguire il concerto, ma alle 21, la chiesa si è riempita senza una sedia vuota. Le aspettative son state come sempre: entusiasmo. Si sono ricordate le figure di Liliana Guglielmi (consorte di Angelo Cucchiarini) nel decennale della sua scomparsa e Carlo Pritelli, attento cultore nell’accoglienza turistica Il tenore Antonio Perez ha presentato un futuro genio del violino di nove anni. Si chiama Leo Gennari; il giovane gabiccese ha

eseguito il preludio di Bach. Emozionante, stupefacente, applausi a non finire, il papà dice che studia con professori di alto livello. Lo ha dimostrato che il brano è stato eseguito leggendo lo spartito. Racconta il tenore Antonio Perez: “Un vivissimo grazie a coloro i quali hanno rinviato la partenza per ascoltare il concerto ed ovvio a tutti i presenti. Da evidenzare la bravura del soprano Raffaella Deponte ed il professor Andrea Ruscelli per la loro alta preparazione”. La serata si è conclusa con “La Vergine degli Angeli dalla “Forza del destino” di Verdi: il duetto è stato il clou della serata. Applausi a non finire con bis. Perez: “Ancora un grazie vivissimo a tutti ed arrivederci. L’elevato numero di telefonate giunte, ed i complimenti verbali hanno fatto un gran piacere. Costoro mi invitano nel prosieguo dei concerti, che hanno un ampio spazio. Mi sento in dovere di non deluderli”.


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SAN GIOVANNI

“Solo chi ha grandi sogni può fare grandi cose”. Convegno-festa al “Riviera Golf”

Paoluccci Marketing, Testimoni di Geova, 15 anni di lavoro ben fatto e creatività RELIGIOSITA'

assemblea ad Imola

FARE IMPRESA

- L’agenzia Paolucci Marketing di Riccione ha festeggiato il quindicesimo anno di attività. Il fondatore, Stefano Paolucci, ha voluto celebrare il traguardo con una giornata originale: offrendo ai propri clienti un seminario sulle nuove tecnologie legate al mondo della comunicazione e di internet. Ha illustrato come gestirle: dal web marketing agli strumenti online, dai social media ai virtual tour. L'idea è nata dal desiderio di Paolucci di offrire ai clienti un punto di riferimento nei servizi di comunicazione online e offline per poter affrontare con professionalità le nuove sfide del mercato globale. “Più che di crisi - dice Paolucci - mi piace parlare di un mercato che cambia velocemente, in cui l’innovazione è diventata una componente fondamentale del fare impresa. Senza formazione continua e le

San Giovanni, Casa del Regno

Egidio Renzi

La chiesolina

opportune conoscenze in ambito di comunicazione e marketing si rischia di diventare obsoleti.” Per questo motivo il workshop ha voluto essere una presentazione dell’evoluzione che il marketing e comunicazione ha avuto in questi ultimi anni, spostandosi dal offline all’online. Si è parlato dei mezzi di comunicazione, di come progettare il materiale adeguato per ogni necessità. Relativamente al digitale sono stati presentati

alcuni strumenti offerti da Google per migliorare l’operatività aziendale ed organizzativa. Inoltre, sono stati visti gli strumenti per capire come migliorare la propria presenza online attraverso l’aggiornamento periodico del proprio sito internet in modo ottimizzato per i motori di ricerca e l’analisi dei risultati ottenuti. Alla fine del workshop sono stati presentati alcuni partner. Prometeo Informatica che ha sviluppato Workplace, un gestionale cloud e Hopinion, una

nuova startup sociale tutta italiana presente sul portale di crowdfunding WithYouWeDo di Telecom Italia. Prima della conclusione Nicolò Bulega, in viaggio per l’evento Sky Upfront 2016, ha fatto un saluto video a tutti i partecipanti ed un augurio alla Paolucci Marketing per altri 15 anni di soddisfazioni. La giornata si è conclusa con una cena a bordo piscina nella splendida cornice del Riviera Golf Resort di San Giovanni in Marignano.

- Domenica 30 ottobre presso la Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova di Imola, via Pastore 1, circa 1.800 partecipanti tra Testimoni e simpatizzanti di Riccione, San Giovanni in Marignano, Gabicce, Misano e Morciano di Romagna, insieme ad altri testimoni a San Marino, e nella provincia di Pesaro, si riuniranno per l’annuale Assemblea di Circoscrizione. Il tema scelto è: “Continuiamo ad amare Geova!” e l’evento inizierà alle 9,40 con la musica orchestrale. Gesù disse che quello di amare Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente è il più grande comandamento. Dio, dal canto suo, si dimostra sempre leale con chi lo ama. Sarà interessante imparare quali sono le cose che potrebbero far affievolire il nostro amore per Dio. Impareremo come possiamo dimostrare in misura più piena il nostro amore per Dio nel modo in cui trattiamo i nostri confratelli, i familiari e i vicini indipendentemente dalle loro credenze religiose. A San Giovanni si trova una delle Case del Regno più belle della provincia.


SAN GIOVANNI

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Comune e Tommaso Scattolari distribuiscono una ventina di pacchi a famiglie bisognose LA STORIA

“Mamma punisce figlioletta perché senza cibo” COMUNITA'

Quando a San Giovanni doveva passare il tram a vapore sui binari da Cattolica a Morciano - 1884. Il sindaco di San Giovanni scrive al collega di Tavoleto e lo invita a mettere dei soldi nella costruzione di un collegamento su rotaia da Cattolica (allora borgata del Comune di San Giovanni) a Morciano. Come oggi, si è sempre alla ricerca di finanziamenti per le infrastrutture. Il collega gli risponde picche. Riportiamo il curioso documento.

- Tavoleto, 4 marzo 1884. “Questo Municipio ha deliberato non essere in grado di aderire alla domanda del concessionario del tramvaj a vapore da Cattolica a Morciano, non solo per le ristrette finanze di questo Comune stante le molte spese per la costruzione di strade obbligatorie, ma perché Tavoleto trovandosi in prossimità del Foglia; prende già progetto della nostra provincia per la costruzione di un eguale tramvaj. Per il sindaco E. Bajocchi

- Stare senza mangiare è la punizione che una mamma cerca di trovare per la figlioletta 6-7 anni causa le ristrettezze economiche; con lei anche un fratellino di 3-4 anni. E' una delle tante storie raccolte da Tommaso Scattolari. Il giovane imprenditore cattolichino ha coinvolto l'amministrazione comunale di San Giovanni per distribuire pacchi alimentari, giocattoli e vestiti ad alcune decine di famiglie bisognose. Insieme al vice sindaco di San Giovanni, Michela Bertuccioli, Scattolari ha distribuito i doni il 34 e 5 ottobre. Racconta: “Dico loro di stare tranquilli perché in qualche modo il Signore ci aiuta. I bambini che ho incontrato sono felici come se fosse Natale e Santo Stefano. Chi non ha, a suo modo, è uno sfortunato. Le cause sono le malattie, la perdita del lavoro e le strane circostanze della vita. Sono dei terremotati sotto altra forma”. Da sempre impegnato nel sociale e nella cultura, Scattolari ha coinvolto attraverso la rete circa 800 persone che hanno raccolto aiuti in ogni dove e portati nelle zone colpite dal terremoto lo scorso 24 agosto.

Tommaso Scattolari con Michela Bertuccioli, il vice-sindaco di San Giovanni

“Finito l'emergenza terremotati - riflette Scattolari, sposato, un figlio - ho pensato di restituire alla Valconca, che molto aveva dato per le genti colpite dal sisma. Gli amici coinvolti continuano a raccogliere viveri e altro materiale che viene immagazzinato. Non volendo fare tutto da solo, in punta di piedi, mi sono presentato ai Comuni di San Giovanni e Morciano. Subito hanno aperto i loro cuori. Le

prime consegne sono state fatte a Morciano; insieme a Corrado Bernabei abbiamo visitato una quindicina di famiglie; a San Giovanni invece sono state una ventina”. “Con i nostri pacchi - continua Scattolari, grande passione per la natura - una famiglia riesce a star bene una quindicina di giorni. Nell'incontrarle chiedo loro quali sono le altre necessità fondamentali. Oltre al cibo e altri generi, con i social

troviamo famiglie in difficoltà. Una signora di 58 anni non ha che entrate per 65 euro al mese”. “Fare del bene - continua Scattolari - ti fa star bene. Le famiglie ci hanno immerso in un mare di emozioni. Si sta creando un reticolo di aiuti di una forza inimmaginabile. Siccome sono il primo ad essere travolto chiederò consiglio a chi ne sa più di me. Col bene non si sbaglia mai”.

4. Fiume Conca, invasione di caprioli - “Al mattino prestissimo oltre all'arrivo degli animali, aspetto soprattutto il cielo”. Con questa pennellata da poesia Giuseppe Bucci racconta le uscite con la maccchina fotografica a tracolla. Normalmente, esce di casa attorno alle quattro del mattino, quando è ancora buio, altrimenti gli animali che impreziosiscono la Valconca (una bella sorpresa) non si farebbero fotografare neppure ad una distanza di 30 metri. Giunto nella sua postazione, crea un “capanno” angusto, appena lo spazio di una persona e si apposta su una seduta di fortuna; spesso una pietra. Ci resta un paio d'ore; con le gambe che diventano di legno. Gli animali vengono fotografati ad una distanza di 3 metri. La foto in alto è stata scattata a San Giovanni in un generoso tratto di fiume. Bucci aspettava il martin pescatore, è giunto il capriolo. Sembra che da San Giovanni al mare ce ne siano un'ottantina. Belli ma vandalizzano i raccolti. In natura si trovava sulle Alpi e sugli Appennini, poi c'è stata la poco brillante idea di popolare anche terre più in basso. Può campare tra i 12 ed i 18 anni; “con l'arrivo dell'autunno, i maschi si riuniscono ai branchi delle femmine e spesso occupano un posto in fondo alla gerarchia”. Società matriarcale.



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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

L'abc per cavarsela in aeroporto, in hotel, per strada. Inizia il 3 novembre ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Orgoglio morcianese -

Fotografia, corso per appassionati

Da alcuni

mesi gira per la città il titolare di una sartoria forestiera che acquisisce clienti. Li attira con le famose iniziali (che fanno ego ed importanza) sulla pancia e la personalizzazione dell'accessorio. Molti morcianesi di una certa età ricordano che Morciano è stata una fucina di sarti che lavoravano per la Valconca e non solo. Sembra ce ne fossero una quindicina. Qualche nome: Pio e Quinto Migani, Tura, Carlo Cavalli, Giuseppe Ricci, i fratelli Mazzini. Oggi, l'erede per antonomasia è Lino Pironi dell'omonimo negozio. Un altro sarto, Paolo Angelini, oramai di una certa età anche se ben portata, fa il consulente per blasonati marchi del Made in Italy.

Orgoglio morcianese 1 - Per alleg-

- Il Circolo Fotografico di Morciano, in collaborazione con la Biblioteca ed il patrocinio del Comune, organizza un corso per fotoamatori riconosciuto dalla Fiaf. Le lezioni vanno ad iniziare 21 novembre alla Sala del Lavatoio. Otto serate di due ore ciascuna, il lunedì e mercoledì dalle 21 alle 23. Quattro in novembre (21, 23, 28, 30) e quattro in dicembre (5, 7, 12, 14). E' tenuto da un insegnante della Federazione italiana associazioni fotografiche. Ci saranno anche delle uscite diurne con la riflessione sulle fotografie scatta-

te. Da decenni a Morciano lavoro un circolo che organizza uno dei maggiori concorsi nazionali. Dietro c'è la passione di Giancarlo Pari. L'iscrizione si effettua presso la biblioteca di Morciano, oppure via e-mail all'indirizzo giancarlopari50@gmail.com - inviando i propri dati, indirizzo completo, cell. e-mail, la quota di 80 euro (rimborso spese) si versa la prima sera di corso. Per ricevere il programma completo inviare la richiesta a giancarlopari50@gmail.com.

gerire il peso del segretario comunale, i Comuni della Valconca hanno deciso di compartecipare al suo stipendio. Morciano partecipa con il 17 per cento, la stessa quota di Gemmano. Mentre il novello Comune Montescudo-Montecolombo è sul 35 per cento. Per qualcuno l'orgoglio morcianese è stato ferito perché è allo stesso livello della più piccola comunità di Gemmano ed inferiore alle aggressive San Clemente e Montescudo-Montecolombo. Non è Morciano la capitale economica e culturale della Valconca? Al di là dell'orgoglio, una delle chiavi di lettura è che la cifra è inferiore; forse in Comune ci sono saperi che richiedono meno tempo al segretario.

Orgoglio morcianese 2 -

- Corso d’inglese per viaggiare. Dopo il successo delle edizioni scorse anche quest’anno il Circolo Fotografico, insieme alla Biblioteca e l'assessorato alla Cultura, organizza un corso base: 15 lezioni di due ore ciascuna dalle 21 alle 23 presso la biblioteca di Morciano, nelle serate di martedì e giovedì. Si parte l'8 novembre. L'obiettivo è di capire e farsi capire anche per chi conosce poco la lingua, o non la

C'è un

LA RIFLESSIONE

Non tutto è perduto

La biblioteca di Morciano

tentano di quello che capita, sempre pronte però ad abbandonare la nave appena trovano di meglio. Dov’è l’amore in tutto ciò? Mistero. Tuttavia non tutto è perduto. Sono certo che persone con cui creare un legame vero ci siano, certo sono rare, ma esistono. Bisogna cercarle o aspettare di incontrarle. Persone con cui instaurare un legame fondato su valori umani come sincerità, lealtà e rispetto. Perché sono queste le veri basi per poter vivere bene un rapporto d’amore o d’amicizia, e quando avremo trovato questo, saremo certi di aver creato qualcosa di forte, di così forte che nessun “grissino” potrà tagliare. Cuccumeo

Giancarlo Pari, presidente del circolo fotografico che organizza

Corso di inglese per viaggiare

morcianese potentissimo che parcheggia l'auto nella vietatissima piazza del Popolo. Molti morcianesi fanno gossip e sorridono sulle fragilità dei potenti.

- Viviamo in un mondo fatto di precarietà. E non mi riferisco solo al mondo lavorativo. La precarietà regna anche nei rapporti sociali, nei sentimenti, e nell’amore. Spesso si è amici per convenienza, per interesse o per solitudine. Purtroppo le amicizie fondate su questi presupposti sono destinate a naufragare miseramente. Io le chiamo amicizie “Rio mare” ( la pubblicità del tonno), amicizie così fragili che, appunto, “si tagliano con un grissino”. Non parliamo poi dell’amore! Persone che stanno insieme solo perché hanno bisogno di avere qualcuno vicino, o magari perché pensano che nessuno se li piglia, e quindi, si accon-

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

conosce affatto nell'abc del viaggiatore: chiedere indicazioni negli aeroporti, hotel, metropolitane,taxi,ristoranti ecc.). L’iscrizione va fatta in biblioteca a Morciano in orario d’ufficio oppure inviando i dati a giancarlopari50@gmail.com Per ulteriori informazioni rivolgersi a biblioteca@morciano.it tel.0541/987221 oppure a giancarlopari50@gmail.com

Itinerari musicali, musica in concerto ‘Filippo Dionigi Saxophone Quartet’

CULTURA

- “Itinerari musicali”. E' il titolo della rassegna concertistica che il Comune di Morciano sostiene con passione e annovera tra gli eventi culturali più prestigiosi. Tutte le domeniche di novembre, con inizio alle ore 16.30 presso la Sala Lavatoio, quattro tra le migliori formazioni del territorio si alterneranno per dar vita a intensi momenti d’ascolto con musiche da tutto il mondo. Apre la rassegna domenica 6 novembre il ‘Duo PacassoniMattioni’, con un concerto dedicato alla musica etnica attraverso il suono e i timbri delle percussioni e del vibrafono.

ardite improvvisazioni che, attraverso originali soluzioni poetiche, catturano il soffio delle radici popolari, del jazz e della musica colta.

Secondo appuntamento il 13 novembre con i ‘Siman Tov’, che con le struggenti e malinconiche melodie della musica klezmer e balcanica, ci condurranno in un appassionante viaggio tra cultura ebraica e zingara. Si proseguirà domenica 20 con il ‘Filippo Dionigi

Saxophone Quartet’, che proporrà un repertorio che valorizza le caratteristiche timbriche ed espressive del saxofono, dove gli echi del passato si fondono con le istanze del linguaggio musicale più moderno. Una miscela di suggestioni, a partire dal tango, scaturite dall’incontro di melodie tradizionali con libere e

Ultimo appuntamento il 27 novembre con gli splendidi interpreti dell’Ariminum Swing Band’ che allieteranno il pubblico con le atmosfere della New Orleans anni ’20 con la loro musica dixieland, ricca di un ritmo coinvolgente e di sonorità briose e spumeggianti. La direzione artistica della rassegna musicale è affidata al maestro Filippo Dionigi. Ingresso gratuito.



MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Danni per centinaia di migliaia di euro. Undici gestori di bar “invitati - costretti” a smontarli

LA REPLICA

Grilli: “Fayaz sbaglia” Caro direttore, mi preme sottolineare come rileggendo più volte e confrontandomi con i colleghi sindaci e i vari consiglieri dell'Unione della Valconca, emerga una distorsione del dibattito avvenuto in quella sede confrontando l'articolo firmato da Hossein Fayaz con quanto verbalizzato dal Vice Segretario Dott. Lorenzo Socci e riportato nell'allegata delibera. Invito il Vostro inviato Fayaz a correggere e dare nota di tutte le difformità che possano essere state riportate erroneamente dal distratto giornalista mentre assisteva alla seduta del 30 luglio scorso. Io, dal mio punto di vista personale, contesto il virgolettato che mi è stato attribuito in cui il Fayaz aggiunge un commento tra parentesi quadra in cui pare non sia chiaro a cosa mi voglia riferire. Ebbene io ho fatto un intervento per chiedere che il punto sull'adeguamento dello statuto non venga disatteso e (ricordando che il prossimo 16 ottobre vi sarebbe stato il referendum per la fusione dei comuni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio con la possibilità che i tre sindaci di questi comuni possano dover lasciare i loro ruoli a fine anno) ho invitato Mirna Cecchini ad evitare che alcuni comuni possano continuare ad essere una palla al piede dell'Unione Valconca. Il riferimento non esplicitato della "palla al piede" era alle scelte del Comune di Montefiore

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43 Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Gazebi, quel pasticciaccio in salsa morcianese

Lorenzo Grilli, sindaco di Montegridolfo Conca che con la sua strategia di essere in Unione Valconca solo con alcuni servizi e non con altri perché lo statuto lo permette, toglie all'ente Unione la possibilità di accedere a contributi regionali e statali, ne è l'esempio la CUC (centrale unica di committenza) che senza l'adesione di Montefiore Conca non consente di percepire un contributo di circa 40.000• annui e questo contributo sono già due annualità (2015 e 2016) che si perde nonostante l'Unione lo gestisca per 7 degli attuali 8 comuni. Perciò lo statuto deve prevedere impegni più stringenti e ferrei per i comuni che fanno parte dell'Unione della Valconca. Spero di essere stato chiaro e invito a contattare i colleghi di cui è stato riportato il virgolettato, nonchè a controllare i presenti e gli assenti perché Roberto Cialotti, oltre a non essere nel gruppo di maggioranza, non era neppure presente alla votazione. Buon lavoro direttore e buon lavoro di correzione allo scriba Hossein Fayaz. Lorenzo Grilli, sindaco del Comune di Montegridolfo

Palazzo comunale nella bufera sulla questione legata ai gazebi

IL PUNTO

- Centinaia di migliaia di euro di danni non solo per gli undici gestori dei bar ma per tutta la comunità. Per tutta Morciano. Si sta parlando del pasticciaccio gazebi. Alcuni erano dei gioiellini di estetica e di tecnologia (il tetto si apriva con una pulsantiera, refri-

gerati e riscaldati) costati molte decine di migliaia di euro. Facevano della capitale della Valconca qualcosa di speciale, simile alle cittadine dell'Europa Centrale. Un'offerta di benessere e turistica qualificante. Per ragioni di norme e

regolamenti (però pagavano l'affitto del suolo pubblico e nettezza urbana) sono stati fatti smontare; ora il Comune di Morciano redigerà ed approverà un nuovo regolamento in modo tale che possano essere rimontati. Insomma, a Morciano è

successo un autentico “pastrocchio”. Forse evitabile con il buon senso. Invece, la legge fatta dagli uomini, qualche volta va contro il bene personale e collettivo degli individui. Questa valanga sembra che nasca con un battibecco tra un esercente ed una vigilessa. L'esercente aveva un gazebo al di fuori del regolamento; il pubblico ufficiale denuncia e a catena anche gli altri pubblici esercizi morcianesi privi della copertura regolamentare comunale sono stati costretti allo smontaggio.


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MORCIANO

2. L'architetto morcianese propone idee per ridare alla città uno spazio che da decenni è in abbandono - Che cosa fare con l’incompiuta Piazza Boccioni? “Bella domanda. Piazza Boccioni è a mio parere una NON PIAZZA, così come purtroppo tante piazze ridisegnate negli ultimi anni nel nostro paese. Un tempo la Piazza costituiva il CENTRO della VITA SOCIALE, COMMERCIALE e POLITICA di una cittadina; in Piazza si andava per ritrovarsi, per mostrarsi, entusiasti di far parte di una collettività umana che insieme cresceva e si sviluppava. Non a caso in PIAZZA si teneva il mercato cittadino e si viveva la festa del paese. Piazza Boccioni, e non è la sola, sembra invece essere stata calata dall‘ alto; gli assi che la disegnano non hanno relazioni con il contesto urbano, tant’è che cadono incompiuti sui marciapiedi circostanti. Le tre aree che la costituiscono, ( il parcheggio, la vasca d‘ acqua ed il giardino) sono privi di misura: per quale motivo, ad esempio, tra la zona adibita a Giardino e le strade circostanti deve esserci uno scalino di almeno 90 cm? Mi chiedo con quale serenità un padre di famiglia porterebbe i propri figli a giocare in quel prato. A mio avviso, le opere pubbliche, per essere tali , vanno pensate e dedicate alla COLLETTIVITA‘, non c’è artista o architetto che tenga”. Che cosa fare per rimediare? “Poche semplici mosse: 1) demolire immediatamente il muro che nasconde il parcheggio, diventato ormai ricettacolo di sporcizia e ritrovo per sbandati; 2) ridimensionare l‘enorme vasca d’acqua esistente coprendone una buona parte con terra e piante; 3) riportare il livello dell‘ area verde rialzata su viale Diomede Forlani e su Via Ca‘ Fabbro a quello del marciapiede circostante, così da renderne fruibile l‘accesso a chiunque; 4) coprire il terribile muro verso il supermercato esistente, con piante ed arbusti. Infine, sarebbe bello se all‘interno della stessa piazza, venisse collocato un piccolo chiosco alimentare o un'edicola, con una duplice funzione: da una parte rendere la permanenza nell‘area circostante più piacevole, dall‘altra avere un controllo costante su chi e come tale piazza sia frequentata. Una proposta che avanzerei all‘amministrazione è quella di collocare il ‘Colpo d‘Ala e la bottiglia di Boccioni rispettivamente agli ingressi di Morciano; la prima all‘interno della rotonda collocata davanti alla Farmacia del Ponte e la seconda nella rotonda posta prima della Pasticceria Garden. Così per me, si farebbe onore a due celebri morcianesi, testimoniando le reciproche origini”. Passeggiando che cosa ti fa pensare lo sviluppo urbanistico di Morciano degli ultimi 20 anni? “Io sono innamorato di Morciano. Qui ho scelto di vivere e di crescere i miei figli. Faccio mia una frase di un architetto cileno che mi ha molto colpito e che trovo molto vicino al mio sentire: sono tornato

Thomas Gambini: “Boccioni non è una piazza” “Demolire il muro, ridimensionaare la vasca d'acqua, abbassare il livello dell'area, mettere giù piante ed arbusti” FOCUS per piantare degli alberi nel giardino di casa. A Morciano la mia famiglia ha investito molte risorse creando, e lo dico con orgoglio, delle attività che hanno arricchito e dato prestigio alla vita commerciale del paese. Purtroppo negli ultimi tempi, la sensazione che provo passeggiando per le vie del centro è spesso di abbandono e degrado. Certamente molta responsabilità è da attribuirsi alla totale mancanza di educazione civica di una piccola parte della cittadinanza che tratta senza alcun rispetto lo spazio pubblico; allo stesso modo però, credo fermamente che tale spazio sia un bene da preservare ed accudire, con costanti opere di manutenzione ordinaria e con una vigilanza continua da parte delle autorità competenti. A mio parere, un giardino ed una pavimentazione curata hanno lo stesso valore di una grande opera pubblica: Stare nel Bello raffina gli animi e rende le persone migliori. Per ciò che riguarda lo svilup-

Thomas Gambini Piazza Boccioni, bel monumento nella tristezzza

po prettamente urbanistico di Morciano, credo che negli anni si sia perso un po' il senso della misura; sugli assi principali del paese sono sorti fabbricati sproporzionati assolutamente estranei allo skyline esistente; le nostre belle colline sono state deturpate per pura e semplice logica speculativa. Mi chiedo se i tecnici incaricati si siano fermati un attimo a riflettere. Il nostro è un mestiere di grande responsabilità: quello che si progetta e poi si costruisce ci sopravvive segnando profondamente un territorio sia dal punto di vista morfologico che so-

ciale”. La Ghigi è stata abbattuta, non è rimasto neppure un mattone a raccontare la memoria, qual è il tuo punto di vista? “Questo è un argomento molto delicato. Anticipo che non sono un paladino della conservazione Filologica del costruito esistente. Però, la totale demolizione dell‘intero pastificio ha rappresentato per molti morcianesi, me compreso, la perdità più evidente della nostra identità collettiva. Morciano ha visto crescere negli ultimi anni il numero dei suoi

Si è costruito senza controllo sulle proporzioni e sui volumi: non si è tenuto conto dell‘impatto del nuovo costruito sul paesaggio e sul suolo sottostante. Non si sono create relazioni, anche magari dialettiche, con i caratteri tipologici dei borghi storici adiacenti, se non con finte decorazioni superficiali, prive di qualsiasi valore architettonico. Pochissimo è stato fatto poi da un punto di vista energetico, argomento questo di grandissima attualità: per assurdo molti di questi fabbricati hanno caratteristiche energetiche pari a quelli costruiti 50 anni prima. Quanti di questi edifici sono poi effettivamente abitati? Non ho sotto mano dei dati attendibili ma sempre più spesso vedo presentare sulle riviste immobiliari interi complessi edilizi realizzati sulle nostre colline a prezzi più che dimezzati rispetto ai primitivi pronostici di vendita”. Perché abbiamo sciupato il paesaggio urbano e quello della campagna? “E‘ difficile rispondere a que-

Piazza Boccioni

abitanti: molte famiglie provenienti dal meridione e da paesi stranieri lo hanno scelto per venirci ad abitare. Credo che lasciare e recuperare almeno una parte del precedente fabbricato avrebbe testimoniato con evidenza a questi nuovi concittadini, quale sia stata la nostra storia e come, con coraggio e spirito imprenditoriale, i morcianesi abbiano sembre guardato al futuro. Pochi giorni fa il Comune ha reso noto di aver acquistato l‘archivio fotografico di Mario Polverelli, un testimone attivo e sempre presente della vita del paese e della Valconca. L‘archivio di Polverelli racconta, nella sua eterogeneità, tante storie di morcianesi. Lo stesso ed in maniera evidente avrebbe continuato a fare la facciata principale del pastificio Ghigi, assumento il valore simbolico di monumento all‘ operosità dei suoi cittadini. Vedendo il progetto presentato e mettendolo in relazione con l‘enorme vuoto creatosi con la demolizione dei fabbricati esistenti, credo si sarebbe potuto e dovuto dare maggior rilievo all‘aspetto verde dell‘intervento. Allora sì che saremmo stati veramente originali! Creare uno spazio commerciale all‘interno di un parco urbano, comunicante da un lato con la collina e dall‘ altro con il fiume”. Qual è il suo monumento morcianese più caro? “Probabilmente i Pini Marittimi collocati subito dopo il ponte del Conca, sulla rampa di accesso al Paese Vecchio. Mi fanno sentire a Casa”. Invece a guardare i crinali della Valconca, quali sono le riflessioni? “Ripeto quanto scritto poco fa. Il boom edilizio esploso nei primi anni del 2000 ha sacrificato la bellezza delle nostre valli a scapito di meri interessi economici. E‘ mancato quello che viene superficialmente definito il GOVERNO DEL TERRITORIO.

“Ripeto quanto scritto poco fa. Il boom edilizio esploso nei primi anni del 2000 ha sacrificato la bellezza delle nostre valli a scapito di meri interessi economici. E‘ mancato quello che viene superficialmente definito il GOVERNO DEL TERRITORIO

sta domanda. Faccio mio il pensiero di un amico illuminato. Credo che un Tema di dibattito e riflessione per le future generazioni di architetti e tecnici nel settore dell‘edilizia sia quello della SOSTITUZIONE IN ARCHITETTURA; non possiamo più permetterci di sfruttare altro territorio quando si è già costruito molto e male ovunque. Dobbiamo capire come intervenire sugli edifici esistenti e sulle aree non urbanizzate adiacenti agli stessi. Dobbiamo trovare il coraggio di fare anche scelte radicali, per evitare che un modesto terremoto faccia ogni volta centinaia di vittime. In questo è fondamentale la creazione di un RAPPORTO PROPOSITIVO con le pubbliche amministrazioni e con gli uffici di competenza sismica ed ambientale: un rapporto nel quale si sia disposti ad ASCOLTARE e a CONDIVIDERE i saperi e le esperienze, senza essere frenati dalle gerarchie burocratiche”. Perché è diventato architetto? “Forse perché ogni fine settimana, i miei genitori portavano me e mia sorella a visitare un museo o una città storica. E poi mi piaceva disegnare e tutto quello che serviva a farlo: i colori, i fogli colorati.


BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO

Due momenti dell'inaugurazione

Morciano, Umberto Boccioni e il Futurimo in mostra Il grande artista nasce a Reggio Calabria da genitori Morcianesi. Quest'anno il centenario della morte ARTE - “Donna che cuce” di Umberto Boccioni è un'opera che si può ammirare nella mostra “Umberto Boccioni e il Futurismo”. Del Boccioni, è stata acquisita dalla Banca Popolare Valconca negli anni addietro. Rappresenta uno dei pezzi pregiati dall'esposizione in onore del prestigioso artista nato a Reggio Calabria da genitori morcianesi che si sta tenendo nella sala conferenze

dell'istituto di credito a Morciano, in via Colombari, dietro il palazzo comunale. A rendere la visita di livello culturale di prim'ordine: alcuni reperti originali appartenuti a Boccioni ed ai principali protagonisti del Futurismo italiano, fra cui Marinetti, alcune opere di Arnaldo Pomodoro e

del pittore Francesco Anemoni, nonché la rarissima e monumentale “Divina Commedia” di Amos Nattini, realizzata fra il 1909 e il 1923, l’unica ad ispirarsi al Futurismo e contenuta da un elegante mobile di consultazione opera del prestigioso architetto Giò Ponti. La mostra è stata inaugura-

ta sabato 1 ottobre alla presenza di Emma Petitti (assessore regionale al Bilancio), da Massimo Lazzarini (presidente Bpv), Luigi Sartoni (direttore generale Bpv) e dai sindaci dell’Unione Valconca. Presente un numeroso pubblico che, guidato da Angelo Chiaretti, ha potuto conoscere ed ammirare

le opere d'arte di livello nazionale. Gli spunti sono due ed entrambi legati a Morciano: il centenario della scomparsa di Boccioni ed i 90 anni di Arnaldo Pomodoro, altro grande artista nato a Morciano. A Morciano, dunque, una mostra di rilevanza nazionale,

che viene dopo quella del Palazzo Reale di Milano, alla quale aggiunge materiali inediti e talvolta inaspettati, come la recentissima pubblicazione di Fiorenzo Mancini “Umberto Boccioni e i Familiari”. La Mostra rimarrà aperta fino al 30 novembre. Tutti i giorni, la mattina, è riservata a scuole e gruppi su prenotazione; come guide Francesco Anemoni e Angelo Chiaretti. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18,30, di ogni lunedì, mercoledì, sabato e domenica. L'ingresso è libero. Info e prenotazioni: 3356553888 (Atos Berardi). “Umberto Boccioni e il Futurismo”, Sala Conferenze della Banca Popolare Valconca (via Colombari 4 Morciano di Romagna).

FOCUS

Bpv, i pensionati in gita con il Conto Mongolfiera La sede della Bpv a Morciano

- Classica gita della Banca Popolare Valconca riservata a chi possiede il Conto Mongolfiera. L'istituto di credito anche quest’anno, com’è or-

mai tradizione, ha studiato per i titolari del conto corrente riservato ai pensionati un'uscita per trascorrere piacevolmente una giornata insieme.

La mèta prescelta quest'anno è Bologna; l'appuntamento è per sabato 15 ottobre. Le iscrizioni si ricevono presso tutte le filiali della Banca, dove è possibile ritirare il programma ed i moduli di adesione. Adesioni che vengono accettate fino all’esaurimento dei posti disponibili e, comunque, non oltre il 10 ottobre prossimo.

In volo con il Pony Club - “Fantastico, strepitoso, con qualche brivido ma siamo felici”. Così i ragazzi che non possono correre hanno raccontato il volo sotto il sole di Rimini lo scorso settembre. I ragazzi sono stati nelle emo-

VOLONTARIATO zioni del cielo grazie al Pony Club Frecce Tricolori ed il sostegno della Bpv. Carrozzelle a terra, una deci-

na di giovani in volo hanno anche guidato il Piper a quasi 250 chilometri l'ora. L'idea nasce 2 anni fa nel giardino dell'Aero Club Rimini: “Possiamo e dobbiamo fare qualcosa per gli altri”.


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Vince il concorso della condotta a Gemmano nel 1880. La moglie insegnava ai bambini in difficoltà

Spadoni, quel medico condotto arrivato da Recanati Alberto Spadoni, l'autore del ricordo del nonno

PERSONE di Alberto Spadoni* - Penso che il nonno Angelo abbia vinto il concorso per la condotta medica di Gemmano intorno al 1880. La casa assegnata dal Municipio sorgeva al centro del paese, sul contrafforte del lato Est, sopra le mura, con una vista splendida sui colli che degradano fino alla marina. Il nonno era piccolo di statura ma aveva un fisico asciutto e un portamento così fiero e risoluto da farlo apparire autorevole anche da vecchio: sempre curato nella persona, con cravatta, panciotto e relativa catena d’oro. Del volto colpivano l’indubbia importanza del naso, lo sguardo bonario e i grandi baffi a manubrio. Era nato nel 1855 a Recanati, quando ancora comandava il Papa da Ascoli fino a Ferrara. Del clima politico e culturale delle terre d’origine molto gli era rimasto addosso, oltre l’accento. Lo conobbi che era già vecchio e presto mi resi conto che il suo pensiero non riguardava quasi mai il presente, volgendosi preferibilmente al passato, un passato lontano, prima delle turbolenze risorgimentali, quando era in vita Monaldo Leopardi e Giacomo poetava. Aveva ben poco in comune col temperamento e le abitudini dei romagnoli, salvo il tavolo dove stendere le carte per la partita a scopa.

Sempre di buon umore, canticchiava fra sé un’aria di romanza, poi, di botto, si volgeva ai nipoti per declamare un canto della Divina Commedia. Le notizie drammatiche sull’avvicinarsi del fronte nell’agosto del ’44 passavano sopra di lui come le nubi nei cieli di primavera. Il territorio della condotta era vasto relativamente alle strade e ai mezzi di trasporto di allora. Per raggiungere Onferno si serviva del biroccino; a Farneto e Marazzano doveva andarci a cavallo. Non si è mai lamentato dei disagi, del magro stipendio, delle non rare visite notturne. Capitava che dovesse eseguire interventi di piccola chirurgia a domicilio: il paziente veniva steso sul tavolo di cucina e i bambini spediti fuori. Era legato alla Chiesa, ma con ammirevole discrezione: una relazione personale, da non ostentare. Era uno spirito tollerante e rispettoso delle differenze, tanto da essere scambiato per democratico. La passione che non lo ha mai lasciato è stata quella per il gentil sesso, senza dar motivo di scandalo, solo la muta disapprovazione della nonna e dei figli. La nonna Ida, bolognese, si adattò con entusiasmo all’esilio di

Gemmano. Prima della fine del secolo le nacquero quattro figli: Olga, Giacomo, mio padre, Maria e Alberto. La bella Olga morì a sedici anni di difterite: la nonna da quel lutto non si riprese e non fu il solo a straziarla. Il campo dove i meriti pubblici della nonna più brillarono fu quello dell’insegnamento. Era maestra diplomata, qualifica ancora rara allora, e senza compenso amava dedicarsi al “sostegno” dei bambini in difficoltà. La casa divenne un vero doposcuola. Il campo che chiedeva maggiore aiuto era quello dell’aritmetica dove il maestro ufficiale era più carente e non di rado chiudeva l’aula senza aver risolto i problemi sostenendo con solennità che …quando i numeri s’ingarbugliano è meglio lasciarli riposare. Provvedeva la nonna a sbrogliare la matassa, in tacita inte-

sa col maestro, e ciò avveniva sul gran tavolo di cucina mentre preparava la cena. Altra sua specialità erano i ricami. Dalle sue mani sono usciti tutti i pizzi à filet che da oltre un secolo ornano l’altar maggiore della chiesa di Gemmano e si possono ancor’oggi ammirare grazie alla saggezza di don Giovanni che provvide a metterli al sicuro dalle bombe e dai vandali . Tanto mio padre era d’indole mite quanto lo zio Alberto era focoso e impavido. Nel ‘14 prese parte al movimento interventista e nel ’15 partì volontario: quasi ogni giorno scriveva dal fronte lettere appassionate per convincere il fratello riottoso a unirsi ai combattenti. Nella stessa battaglia dell’Altopiano dei Sette Comuni, nel giugno del ’17, lo zio morì colpito in fronte da un cecchino e mio padre ci rimise

una gamba. Allo zio venne conferita la medaglia d’argento con “annessovi soprassoldo di lire cento l’anno” a consolazione della famiglia. Solo da grande capii quanta follia era all’origine di quella carneficina: penso che il nonno Angelo l’avrebbe condiviso. Sotto le mura di Gemmano un piccolo monumento circondato da cipressi ricordava i non pochi paesani caduti e fra loro lo zio Alberto di cui ho immeritatamente ereditato il nome, io, per nulla attratto dal pericolo. L’ultimo ancor più disastroso conflitto ha distrutto il sacrario e il tempo ne ha cancellato la memoria. La nonna Ida sopravvisse solo qualche anno al suo secondo terribile lutto. Il nonno era sicuramente pago di quanto aveva saputo e potuto fare per la salute dei paesani, specialmente durante l’epidemia del colera: uno speciale encomio gli era giunto dalle autorità sanitarie di Forlì. Andò in pensione nel 1915 e si stabilì a Rimini. Morì a 94 anni nell’inverno del 1949 e riposa con la nonna nel cimitero riminese. Gemmano all’inizio del secolo ventesimo era un piccolo umile paesino sorto entro le mura di un antico castello come se ne vedono tanti sui colli di Romagna. I paesani in caso di pericolo potevano isolar-

si chiudendo l’unica porta che era posta a occidente. Le case si assomigliavano, tutte basse a due piani, come quelle disegnate dai bambini, col piano terra a livello della strada. Non essendoci in paese grandi disparità in fatto di quattrini, erano buoni i rapporti fra chi stava meglio e chi stava peggio: poca era l’invidia e maggiore la solidarietà. La parsimonia era la regola, anche in casa del medico. Il segretario comunale nelle giornate di sole accendeva la pipa servendosi della lente d’ingrandimento per sparagnare un fulminante. La completa assenza di motori consentiva un silenzio di fondo sul quale tanti rumori andati perduti potevano correre liberamente e trasmettersi a notevoli distanze, specie se aiutati dal vento. Innanzitutto le voci. Come ai tempi degli Etruschi e dei Romani i contadini comunicavano con la voce gridata da una gobba e l’altra delle colline. Era in uso un codice stringato e un dulo particolare con risultati sorprendenti. L’aria aveva un odore diverso a seconda delle stagioni: profumava di fieno, di mietitura, di robinie, di pane, di piada. Anche i venti li potevi distinguere con l’olfatto: il furiano sapeva di mare, il maestrale sentiva di pioggia, ma prima o poi si alzava il garbino col suo rilassante profumo di anicione. *Psichiatra a Bologna, nipote di Angelo


S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

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L'idea Valconca, otttima, nasce nel 1996 da Claudio Battazza allora sindaco di Montefiore. Sagra delle occasioni perse

San Clemente: se si facesse la fusione con Misano?” - Quando nel 1996 venne creata l’Unione Valconca le idee erano chiare: quello era il primo passo verso la fusione dei comuni. Si pensava a un percorso democratico, con scelte graduali, ottimizzazioni di servizi e continuo rapporto con le popolazioni che avrebbero dovuto essere costantemente coinvolte nelle decisioni e informate dei risultati ottenuti e delle correzioni di rotta. Passati vent’anni, di cui tanti, troppi, nel silenzio assoluto, la fusione da blanda diventa isterica: adesso bisogna farla e farla subito con quelli che ci sono e con quello che c’è. Chi ci sta ci sta, su un progetto bell’e preparato dai soliti amici che ascoltano associazioni culturali vicine alle amministrazioni, rappresentanti di associazioni di categoria con storie passate, ancora attuali vicine o interne ai partiti, e partiti possibilmente vicini alle amministrazioni in carica. Dalle discussioni preliminari sono state escluse anche le minoranze. Provate a chiedere alle consigliere del Movimento 5 Stelle sanclementesi, prima invitate e poi respinte sulla porta della sala dove si sarebbe tenuto un importante “tavolo tecnico” (si chiamano così adesso le riunioni) sull’argomento. Adesso preferiscono non pro-

Tutti favorevoli in via di principio se fosse fatta con organizzazione e giusta allocazione delle risorse

I consiglieri di minoranza Alfonso Scala e Corrado Gaia

FOCUS di Claudio Casadei nunciarsi perché poche righe non sono sufficienti a spiegare la situazione creatasi e attendono di vedere cosa stiano preparando gli incaricati dalle amministrazioni. Intanto segnalano l’assenza di informazione e il mancato coinvolgimento delle popolazioni interessate. Alfonso Scala è leader di San Clemente Lista Civica. Convinto della necessità delle fusioni anche per quei comuni che come San Clemente potrebbero scegliere di non fondersi analizza comunque la situazione attuale. Afferma: “Il Comune di San Clemente, in particolare, avendo una popolazione superiore a 5.000 abitanti, non è obbligato all’esercizio associato delle funzioni fondamentali mediante Unione e ben potrebbe, in alterna-

tiva, far ricorso allo strumento delle convenzioni per ottimizzare i servizi offerti. Entrando nel merito della fusione tra Morciano, San Clemente e Gemmano (così come presentataci), sono stati più volte evidenziati, in linea di principio, gli immediati vantaggi, sia in termini di incentivi e benefici previsti, e sia per i conseguenti risparmi di gestione. Sarebbe un errore, tuttavia, pensare che essa si debba fare per accedere ai contributi economici previsti o perché l’unica possibilità di sopravvivenza, per i comuni medio-piccoli, sia quella di “unire le forze”. “Affinché, infatti, il potenziale

economico - continua Scala - possa essere gestito con lungimiranza ed in maniera tale da incidere efficacemente sulle strategie di investimento del “comune unico”, è fondamentale, unitamente ad una revisione della gestione del personale, quantificare e definire con esattezza e certezza il suo futuro impiego. Personalmente, dunque, prima di prendere una posizione definitiva in merito alla fusione dei tre comuni, resto in attesa di risposte ed indicazioni concrete, imparziali e non generiche da parte dello studio di fattibilità commissionato”. Corrado Gaia rappresenta la terza minoranza in Consiglio Comunale e non apprezza il metodo scelto per arrivare alla Fusione. “In linea di principio la fusione, che noi avevamo nel nostro programma elettorale, è una scelta saggia e

LA CULTURA

utile. Ma il metodo che in troppo pochi hanno scelto per arrivarci mi lascia perplesso e deluso. La fusione che pensavamo noi doveva essere il risultato di un percorso prima di ascolto e poi di condivisione con tutta la popolazione. Invece la gente che non si riconosce nei partiti è stata totalmente esclusa dalla discussione e dovrà scegliere su uno studio di fattibilità che costerà un sacco di soldi e non terrà conto delle esigenze di chi su questo territorio ci vive e lo conosce bene. Insomma sono in tre quelli che stanno decidendo per tutti ed arriveranno alla fine del percorso che loro si sono scelti con la classica domanda che sembra essere l’unica possibile per una certa politica: si o no!? Si racconta che ci saranno fiumi di denaro in arrivo, ma prima di tutto non sono certi e se anche arrivassero sono pochi, forse nemmeno quei due o tre, quelli che hanno chiaro il come spenderli”. Infine c’è la gente normale, quella che non è stata interpellata affatto e che nemmeno sa che questa operazione sarà irreversibile.

Nessuno di loro ha avuto modo di proporre, partecipare e litigare su qualcosa di concreto. A loro verrà proposto uno studio di fattibilità di qualche tecnico presumibilmente indirizzato e a quel punto il gioco sarà fatto. Si o No! Per San Clemente e per la sua reale convenienza ad aderire a questa operazione permangono molti dubbi. Un motivo per dubitare è l’operazione “Ghigi” che ha regalato a questo territorio una zona industriale morta prima di nascere, una società partecipata di cui non si hanno più notizie, una discarica di inerti di cui non si sa nulla arrivata proprio li dove le organizzazioni di categoria che hanno seguito il nascere dello studio di fattibilità per la fusione le avevano richieste. Alternative? Facciamo qualche esempio: e se dalle consultazioni preventive allo studio di fattibilità fatte tra la gente qualche pazzo avesse detto che per San Clemente sarebbe stato meglio fondersi con Misano? Scegliersi ad esempio di essere la periferia di chi, per chi paga le tasse è una concessione improponibile? Aspettiamo con ansia le proposte di questa politica oligarchica e speriamo di potere incidere, almeno un pochino prima che i danni siano irreversibili o i benefici “troppo concentrati!”.

COMUNITA'

Valconca, i luoghi Maurizio, Haida e Enna: della storia in conferenza messaggio di pace - Il morcianese di orgine cesenate (come con orgoglio ogni tanto rimarca, è nato dentro le mura della nobile città) Mario Garattoni è uno storico autodidatta. Forse nessuno più di lui ha spulciato le pagine che raccontano di Morciano e della Valconca. Ha scritto anche alcuni volumi. Forte di questo tiene quattro incontri sui fatti e personaggi di queste terre. Il sipario si apre il 15 ottobre, ore 21,30, con “Dal Bronzo ai Piceni VI secolo avanti Cristo”. “Gli Etruschi e la via Hercolea VI-IV secolo avanti Cristo” è l'argomento del 20 ottobre”. Si replica il 27 ottobre con “I Celti V - IV - III secolo avanti Cristo”. Si chiude il 3 novembre con “I Romani III secolo avanti Cristo - IV secolo dopo Cristo”.

Mario Garattoni, storico autodidatta

Inizio alle 21,30, le conferenze si tengono alla Locanda di San Pietro (in quel di Montefiore), sopra la Piana di San Pietro in Cotto, dove c'è un sito archeologico d'epoca romana ancora da portare alla luce e da approfondire (qui le origini di Morciano?). Prima della relazione, volendo, ci si ritrova per

la pizza. Cultura repubblicana già vice-sindaco di Morciano, Garattoni da decenni si occupa della storia locale dai Romani a salire. Ha altre due grandi passioni: il giardinaggio (ha costruito intorno casa uno dei giardini più belli del Riminese) e la musica classica. Ama la polemica come pochi.

- Delle difficoltà incontrate dal matrimonio tra due persone che si riconoscono in religioni diverse sono piene le cronache. Di consigli elargiti a piene mani da religiosi, parenti ed amici si riempiono molto in fretta le tasche della pazienza. Ma poi passa quel briccone di Cupido e scaglia le sue frecce e, chi è colpito, di tutte quelle obiezioni e di quei consigli di attenzione si scorda e sceglie l’amore. Capita a due operai nella stessa azienda, il trentanovenne Maurizio Orsini, cattolico, e Haida Hirjc di qualche anno più giovane di lui; si conoscono, si piacciano e tra loro scatti la scintilla. Qualche difficoltà iniziale incontrata nell’ambiente famigliare poi la decisione di frequentarsi. Ora da tre anni e mezzo Maurizio e Haida stanno assieme, hanno

Maurizio, Haida e Enna

imparato a vivere felicemente la loro condizione ognuno nel rispetto della religione dell’altro e due anni fa il loro amore ha dato il frutto più dolce: la piccola Enna. Enna sarà libera, quando sarà in grado, di scegliere quale religione seguire, quali

persone frequentare senza pensare alla loro religione. “La donna deve potere essere libera di decidere”, dicono all’unisono Maurizio e Aida. E’ il loro messaggio di pace al mondo e non è difficile essere d’accordo! Claudio Casadei


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Il M5S interviene sul referendum del prossimo 16 ottobre

Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Sponsor e dirigenti del Montegridolfo. Da sinistra: Mauro Uguccioni (Cvm), Italino Mulazzani (presidente emerito), Fernando Staccoli (Staccoli), Marco Gili (presidente), Toni Carcianelli e Veris Valeri (Utensiltecnica), Simone Filippini (Ngtec) La squadra. Da sinistra: Fernando Rosa, Gianluca Monaldi, Gaetano Miloro, Edo Mattioli (allenatore da 10 anni soprannominato il Mourinho delle bocce), Davide Paolucci, Silvano Girolomini, Giuseppe Miloro. Mancano: Salvatore Ferragina, Vinicio Pierleoni e MarcoMoretti

Cvm Utensiltecnica Montegridolfo, si lotterà per lo scudetto - Ricucire lo scudetto sulle maglie bianche e blu del Montegridolfo dopo la vittoria del 2010. Magari con un pizzico di fortuna come ha rimarcato il presidente Marco Gili e Toni Carcianelli, uno degli sponsor. Partito, per un pacifico campionato di metà classica, la scorsa stagione il Cvm Utensiltecnica Montegridolfo ha smarrito il tricolore con le società

piccole, mentre con le grandi si è imponeva con fermezza. La presentazione della nuova squadra si è tenuta lo scorso 3 ottobre nella sala delle feste del bocciodromo, uno degli impianti più belli e funzionali d'Italia le cui pareti sono foderate dai trofei delle vittorie. La novità di quest'anno è il ritorno dopo due stagioni di Silvano Girolomini: sul campo sa

fare tutto bene, ma probabilmente l'allenatore Edo Mattioli, il Mourinho delle bocce (per carattere e capacità di entrare in sintonia con i giocatori) lo impiegherà come bocciatore al posto del cattolichino Marco Moretti che per ragioni di famiglia fa parte della squadra ma come riserva. Gili, il presidente che ha eredità società e blasone da Italino

Mulazzani: “Dopo il bel campionato scorso abbiamo riconfermato i ragazzi. Siamo una società che vuol guardare avanti dove va fatto prevalere il gruppo, il collettivo e non i singoli. Ci aspettiamo un buon torneo dalla A, dalla B e dalla C”. “Mi raccomando l'armonia ragazzi - è stato il messaggio di Italino Mulazzani, il presidentis-

Referendum, le ragioni del no nisce per aderire a tale dato, per farne -magari involontariamentel’apologia e colludere con esso. Arrivando a censurare, come in questo caso, posizioni diverse. Fatte queste considerazioni metodologiche, andiamo sul concreto: la condizione grave di carenza di risorse non è un frutto spontaneo e neppure la conseguenza inevitabile di cause oggettive ma il risultato di scelte strategiche precise. L’applicazione del paradigma contabile, la quadratura dei conti pubblici come principio indiscutibile, l’approccio contabile elevato a strategia: ecco un fattore critico concreto che ha contribuito negli ultimi anni alla determinazione della carenza di risorse degli Enti Locali, in generale, e dei piccoli Comuni, in particolare. In questo quadro, i piccoli Comuni collinari e montani, che spesso svolgevano e svolgono di fatto una delicata funzione di presidio

i migliori per lo scudetto. L'impianto è gioiellino; durante le partite in casa salgono anche dalle vicine Colbordolo e Morciola, dove le bocce sono una fede. A dar man forte al presidente Gili alcuni sponsor che sono leader nei loro settori: Cvm, Utensiltecnica, Ngtec, Staccoli Fernando, Ranieri. Le prime tre esportano in tutto il mondo tecnologia e saperi.

SALUDECIO

L'INTERVENTO

- L’ affermazione che i “piccoli Comuni sono in perenne carenza di risorse e competenze” costituisce una costatazione empirica che coglie indubbiamente un elemento di verità. Tuttavia, una seria riflessione dovrebbe non fermarsi a questo punto e chiedersi anche il perché di questa situazione endemica, se è giusto e conveniente che sia così, se vi sono alternative e, in particolare, se l’opzione della fusione e dell’unione all”interno di un’entità amministrativa più grande- delle poche forze a disposizione, tra le opzioni possibili, è veramente adatta e interessante, nel breve e nel lungo periodo. L’intelligenza critica non deve arrestarsi alla rilevazione di un dato di fatto ma porsi e porre delle domande, formulare ipotesi interpretative e sforzarsi di immaginare prospettive e soluzioni innovative. Altrimenti che intelligenza critica è? Di più. Se un ragionamento si limita alla mera constatazione di un dato di fatto per assumerlo acriticamente come argomento probante inconfutabile, fi-

simo che ha costruito quello che è oggi la società -. Sono felice di essere qua con voi. L'aspetto migliore per far bene è la pazienza. Di noi fuori devono dire che Montegridolfo è una bella società da prendere a modello”. Montegridolfo è una favola: una piccola comunità di mille abitanti che da anni presenta una rosa di livello assoluto che si batte con

di territori vasti, anche a beneficio dei Comuni grandi, sono stati penalizzati doppiamente. Vogliamo insistere su una strada sbagliata? Non ci rendiamo conto che, quando ci allineiamo al conformismo sulla penuria di risorse, fungiamo da cassa di risonanza di centri di potere e connessi modi di pensare che hanno influenzato decisioni politiche fallimentari? Il piccolo Comune sperduto ha rappresentato una risorsa distintiva originaria della nostra civiltà e può continuare a maggior ragione, con l’ausilio di strumenti adeguati e buone prassi, ad esserlo nel nuovo millennio. Esso è patrimonio della civiltà europea. E’ giunto il momento di guardare la realtà con occhiali diversi, di cambiare rotta, per il bene nostro e dell’Europa intera. Dunque, la salvaguardia dei piccoli Comuni e delle loro comunità e il no al loro annullamento all’interno di un’entità amministrativa astratta è un impegno non solo conservativo ma anche autenticamente innovativo e progettuale. Hossein Fayaz

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

Dei Vivi e dei Morti Festival - La ricorrenza di Halloween diventa dichiaratamente spunto per andare oltre le mode: non quindi un appuntamento quasi scontato di bambini mascherati ovunque o di feste horror di zombie e mostri, ma un Festival che attraverso teatro, narrazione, cinema, incontri, mostre, degustazioni all’insegna delle atmosfere autunnali e del noir ottocentesco, possa offrire piccole occasioni sia culturali che conviviali per un pubblico curioso e diversificato. Un programma che si dipana in sette appuntamenti: si parte il 29 ottobre con uno spettacolo multimediale in Teatro per chiudere il calendario con un originale storia itinerante rappresentata fra cantine e grotte (13 novembre). A seguire, la presentazione del nuovo libro di Eraldo Baldini dedicato al ciclo stagionale nella cultura popolare, una “merenda da paura...” in biblioteca, la proiezione di film a tema, una camminata in Vallata fra borghi e boschi alla scoperta della magia della natura,

L'Armonda

un’ appuntamento domenicale dedicato a Sapori, Storie e Suoni dimenticati. Quello autunnale è il terzo appuntamento di “Un 800 per tuttte le stagioni”, il progetto ideato ed organizzato dall’Associazione Culturale Saludecese L’Armonda, con il patrocinio, il contributo e la collaborazione del Comune di Saludecio: seguendo l’avvicendarsi delle quattro stagioni, sulla base dell’antico calendario agricolo con i suoi ancestrali riti stagionali, la manifestazione mette in calendario quattro originali eventi ottocenteschi, ognuno diverso per tradizione e caratteristiche (fisiche, simboliche,

produttive, enogastronomiche) calato in castelli, palazzi, architetture, paesaggi e luoghi del territorio da far conoscere e valorizzare. Dopo la “Primavera” nel Castello di Cerreto con 800 Festa al Castello e l’”Estate” nel Castello di Meleto con 800.NNT NeroNotteTeatro, l’”Autunno” passa il testimone a quel periodo magico che va dalla vigilia di Ognissanti a San Martino, dai tempi più profondi radicato nella nostra cultura popolare e nei riti e tradizioni relative ai «giorni che i morti ritornano». Info/Facebook: L’Armonda - Associazione Culturale


SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

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Luigino Casadei e Enrico Chiaretti argomentano le ragioni del sì

Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

“Fusione, sono i cittadini a decidere e non le pubbliche amministrazioni” - Il giorno 16 ottobre 2016 gli abitanti di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio saranno chiamati al referendum per esprimersi con un “SI” o con un “NO” in merito alla fusione dei tre Comuni: saranno proprio i cittadini a decidere, non le pubbliche amministrazioni. Non vi è nulla di "già fatto". Se non fosse chiaro a tutti, non possiamo andare avanti in queste condizioni: ci troviamo ad aver già tagliato e razionalizzato tutto il possibile ed abbiamo bisogno di una soluzione per mantenere inalterati i servizi e migliorarne la qualità. Si pensi che oggi gli uffici chiudono al pubblico ogni volta un dipendente è in ferie, malattia o maternità. Istituendo un unico ente, potremo avere uffici meglio organizzati, puntuali nel rispondere ai cittadini e sportelli sempre aperti e a disposizione. Possiamo scegliere dal 1 gennaio 2017 tra un Comune con uffici unificati oppure tre Comuni vuoti, perché salvo improbabili proroghe, la legge Delrio 56/2014 impone di tra-

- Il 16 ottobre sarà una data importante per molti cittadini della Valconca, è infatti la data in cui dovranno esprimere il proprio parere nel Referendum consultivo sulla fusione tra i Comuni di Mondaino, Saludecio e Montegridolfo. Il percorso verso una maggiore condivisione dei servizi amministrativi con altri comuni viene da una necessità che non è specifica di quelli che andranno al voto ma è presente in quasi tutti i comuni che non abbiano oltre 30.000 abitanti. Da una parte infatti c'è una forte e progressiva riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato centrale che a causa di una scellerata gestione è ora costretto a tagliare su tutto, scuola, sanità, enti locali e pensioni per evitare il fallimento. D'altra parte occorre fare i conti con le sempre più complicate adempienze che un comune deve fronteggiare senza

Da sinistra: Luigino Casadei (ex sindaco di Mondaino) e Enrico Chiaretti

“Un nuovo ente che rappresenta ai diversi tavoli una popolazione di oltre 5000 abitanti ed un territorio di oltre 60kmq (il più vasto della attuale provincia) piuttosto che lasciare che nulla cambi? ” LA LETTERA

sferire tutti i servizi essenziali ed il personale all'Unione Valconca, salvo Anagrafe e turismo. Pur essendo fautori dell'ente Unione Valconca da sempre, riteniamo che il secondo scenario sarebbe di più difficile gestione e meno vantaggioso, con i servizi che si sposterebbero lontano dai cittadini, a discapito delle fasce meno protette della comunità. Sentiamo spesso preoccupazioni, provenienti dal Comitato del NO, riguardo alla perdita di identità, di efficienza e

di rappresentatività. Tuttavia, riteniamo che l'identità non risieda nei municipi, ma nei paesi, negli eventi e nelle cose che si fanno già insieme, anzi, siamo molto preoccupati che lo svuotamento delle funzioni e i continui tagli alle risorse metteranno in crisi proprio il sostegno agli eventi e alle proposte culturali. Riguardo all'efficienza, basta vedere le statistiche regionali, le quali indicano chiaramente che gli enti più virtuosi ed efficienti si trovano in una fascia tra i 5000 e

i 9000 abitanti. Non siamo preoccupati come il Comitato del NO, per la rappresentatività: un ente più grande rappresenterà i nostri interessi esterni con più forza e, sul piano interno, saranno la serietà, l'impegno e la capacità politica che da sempre ci contraddistingue come PD, a garantire l'equità di trattamento nei confronti delle attuali tre realtà. Forse quelli del NO, hanno timore perché non sono in grado di produrre Politiche con la "P" maiuscola?

Altre preoccupazioni provenienti dal Comitato del NO, fanno riferimento ai debiti altrui, che i saludecesi si dovrebbero accollare: nulla di più falso! Gli attuali Comuni di Mondaino e Montegridolfo, insieme, hanno un indebitamento pari a quello del loro vicino, ma vantano un patrimonio di circa il 40% in più rispetto al Comune di Saludecio. Ad esempio, il patrimonio pro capite è di 6.200 euro a persona per Mondaino e Montegridolfo, mentre è la metà per gli abitanti di Saludecio, che hanno anche il reddito pro capite più basso. Pertanto, cari cittadini di Saludecio, il Comitato del NO vi sta raccontando tante inesattezze. Potremmo portare ancora tanti esempi e cifre, ma li rimandiamo agli incontri che saranno organizzati capillarmente sul territorio sia

“Ridurre in maniera progressiva i comuni sotto i 5mila abitanti” avere al proprio interno personale adeguatamente formato. La burocrazia è la stessa sia per un capoluogo di provincia che per un piccolo comune della Valconca ma le risorse ed il numero dei dipendenti è decisamente diverso: è pratica attuale per diversi comuni dell'alta Valconca il prestarsi i dipendenti per coprire vuoti generati da maternità o pensionamento. In questo contesto non ha alcun senso reinventare l'organizzazione di tutti i servizi amministrativi su ogni piccolo comune, per questo motivo sin dalla sua nascita il M5S ha nel proprio programma la riduzione progressiva dei comuni sotto i 5000 abitanti, per consentire una maggiore razionalizzazione delle risorse degli enti e meglio organizzarle su un territorio

L'INTERVENTO

Il M5S della Valconca favorevole alla fusione a tre. Il comune unico come buone pratiche più grande. Il processo di riorganizzazione degli enti locali sarà lungo e difficile e questo mal si sposa che le attuali necessità dei piccoli comuni, ecco perché i parlamentari M5S con una proposta di legge in fase di approvazione per il sostegno dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 e per il recupero urbanistico e sociale delle aree stori-

che stanno tentano di affrontare questa emergenza con le poche risorse assegnate. Ma fin qui abbiamo parlato in maniera teorica, perché purtroppo il diavolo si annida sempre nei dettagli e di come le buone pratiche vengono implementate. Il Coordinamento M5S dei Comuni della Valconca ha da tempo proposto un possibile percorso con il progetto de "La Valconca che Vorrei" (http:// www.valconca5stelle.it/tag/lavalconca-che-vorrei/), perché se è vero che un allargamento del territorio di azione di un Comune consente di avere a disposizione un maggior numero di ri-

sorse, è vero anche che l'effettivo beneficio verso i cittadini dipende tutto da come viene gestita la riorganizzazione dell'ente e da come vengono effettuati gli investimenti. I Comuni che si esprimeranno sulla loro fusione sono tre realtà già molto simili tra loro, hanno comunità omogenee e molte attività gestite già oggi assieme. Oggi presi singolarmente vengono quasi ignorati e con l’attuazione della Legge Regionale sul “Riordino Istituzionale” perderebbero la sovranità decisionale su funzioni fondamentali come la ragioneria, l’ufficio tecnico e buona parte di quello amministrativo che per Legge dovranno essere trasferiti assieme al personale presso l’Unione Valconca. L'eventuale Comune Unico

dal PD che dal Comitato per il SI'. Il nostro intento è anche fermare lo spopolamento che sta progressivamente svuotando i nostri centri storici, trasformandoli in paesi fantasma dove si trovano tante case in vendita. Potremo cogliere l'opportunità dei quasi 9 milioni di euro di trasferimenti in più, legati alla fusione, per programmare politiche che invertano questa tendenza. Invitiamo i cittadini a non ascoltare bugie, che creano paure inesistenti, ma invitiamo ad esprimere un SI' convinto, portando lo sguardo oltre l'orizzonte, per garantire un futuro ai nostri territori, ai nostri figli e nipoti. Enrico Chiaretti e Luigino Casadei, coordinatori Circolo Pd di Mondaino

avrà 5.500 abitanti diventando un punto di riferimento in Valconca, e beneficerà degli 8,5 milioni di contributi da investire sul proprio territorio, soldi che comuni cosi piccoli se li possono solo sognare. Il M5S vorrebbe mantenere la campagna referendaria sul confronto dei contenuti ma purtroppo, come sempre capita in Italia, tutto si trasforma in uno scontro tra la destra e la sinistra e così le ragioni dei cittadini e le argomentazioni scemano in una becera e bigotta lotta partitica che secondo noi è la causa principale dei mali che questo Paese porta con sé. Il M5stelle Valconca non vuole partecipare a questo spettacolo imbarazzante e invece di sventolare bandierine e organizzare serate di partito si vuole ritagliare un ruolo da supervisore e parlare solo di contenuti nell’interesse dei cittadini e del territorio. Coordinamento M5S Valconca


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CORIANO - MONTECOLOMBO - MONTESCUDO PERSONE

“L’amore. L’amore, come diceva Leo Amici, è l’arma più potentE”

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

‘Leo Amici: quell'uomo diverso, strano, straordinario’ Montescudo - Montecolombo: ieri oggi domani, i magnifici 80 - Santa Maria del Piano, frazione di Montescudo, sotto il tendone delle feste montato durante tutte l'estate erano in un'ottantina, tra cui una quindicina di cb. Ad organizzare il Gruppo facebook di “Montescudo-Montecolombo ieri, oggi, domani”, creato da Luigi Vallorani un paio di anni fa con lo scopo per ritrovarsi attorno alla comunità. Aderenti: 1350. Invitate anche associazioni per una festa della solidarietà. Il Gruppo è fiducioso che si possa la realizzare l'antenna per collegare tutti i cb ed i Radioamatori della provincia di Rimini. L'antenna potrebbe essere il mezzo per comunicazioni importanti: alla Protezione civile le e le forze dell'ordine in caso di

calamità. I comitati presenti ed operanti nelle frazioni e nei capoluoghi degli ex comuni di Monte Colombo e di Montescudo hanno svolto fino ad oggi un'opera meritevole ed insostituibile, organizzando sagre e feste bellissime per intrattenere e divertire i paesani ed i tanti ospiti. Dice Vallorani: “Penso che questa preziosa risorsa umana di intelligenza operativa vada indirizzata anche verso opere che mirino a sostenere le persone più disagiate: per dare un forte segnale a tutta la comunità, ai giovani, a noi stessi! Da qui la mia proposta del Socialday. Come disse Ulisse ai suoi uomini: Fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenze’”.

- Scrittore, pittore, autore e regista teatrale, Carlo Tedeschi è l’autore di “Leo – l’uomo senza tempo”, libro scritto per il trentennale della morte di Leo Amici, fondatore de Il Piccolo Paese del Lago di Montecolombo. Nell’introduzione scrive: “Sarebbe stato comodo e opportuno lasciarlo racchiuso nel mio cuore che lo ha amato e lo ama come amico, padre e maestro… ho comunque scritto, ciò a cui ho assistito, la verità: quella di cui sono certo, quella scomoda e inopportuna. L’ho fatto per sentirmi nel giusto. Qualsiasi eco se ne trarrà sono certo sia un’eco benevolo e positivo. Se non per portare cose nuove o rinnovate nel mondo, comunque per riscattare il personaggio fin troppo bistrattato, perseguitato e nascosto anzitempo anche in vita.” Come nasce l’idea di scrivere

L'INTERVISTA di Teresio Spadoni il libro? “L’idea ce l’ho sempre avuta. Da quando Leo Amici se ne è andato ho sempre pensato che sarebbe stato giusto scrivere di lui, della sua vita, delle bellissime cose che ho vissuto accanto a lui”. Qual è la chiave di lettura di questo libro? “Il libro comincia con i pensieri di Daniela - oggi mia moglie -, con le sue riflessioni, le sue angosce, le sue paure. Questa giovane donna ha a che fare con Leo Amici, personaggio strano, particolare, che vive in un modo particolare; così come la mamma di Daniela, Maria, il papà Tonino, il fratello Stefano; l’avevano ospitato in famiglia perché era un uomo povero, di famiglia povera. Daniela è cresciuta accanto a lui e per lei era diventato un secondo padre. Tonino era feli-

ce che lei considerasse padre quest’uomo, perché non toglieva niente al rapporto che aveva con sua figlia. E comunque è lei, è Daniela che si chiede chi è quest’uomo, perché vive in un modo così diverso da tutti gli altri, perché le sta accadendo questo. Il fil rouge del libro sono, appunto, i pensieri di questa ragazza che cresce, che pian piano matura, che capisce sempre di più l’importanza di Leo nella sua vita”. Qual è l’aneddoto di Leo Amici che si porta dentro? “Di aneddoti ce ne sono tanti, e tutti splenditi, belli. Ma quello che mi colpì fu ‘Il primo verbo di rispetto è libertà’. Questo mi colpì perché i genitori non ti lasciano libero; il prete, il professore, la maestra, l’amico, anche la fidanzata e la moglie in qualche modo non ti lasciano libero: sei loro legato dall’affetto, dall’amicizia, dall’amore. Con lui, invece, si era veramente liberi di scegliere: di si, di no, di si per un po’, di no per

sempre, di no per un tratto della vita”. Potrebbe ricordarci il suo primo incontro? “Da piccolo sentivo un legame profondo con il mondo, per così dire, dell’invisibile. Il Catechismo, la tradizione religiosa e culturale della mia famiglia mi portavano a riflettere su Dio e sulla Chiesa. Sentivo il bisogno di sapere se ci fosse qualcosa di più grande di noi; non sapendo cosa, andavo a cercarlo nella confessione, nella comunione, con il sacerdote, con il professore… sentivo di avere una strada tracciata da seguire; ero arrivato a pensare che avrei dovuto incontrare qualcuno che me la mostras-

CORIANO - POLITICA

Pd, Nadia Rossi nominata commissario Nadia Rossi

- Nadia Rossi è il commissario del Pd di Coriano. Cercherà di mettere ordine in un partito frammentato, sconfitto e confuso. Il 5 ottobre, il circolo corianese si è riunito ed ha accettato le dimissioni del segretario Cristian Paolucci, sul tavolo da mesi per ragioni di lavoro; presente anche il segretario provinciale Juri Magrini. Nell'incontro il circolo ha affrontato la riorganizzazione della propria attività politica

ed il segretario provinciale ha indicato come nuovo coordinatore il consigliere regionale Nadia Rossi, che rappresenta un'opportunità per la costruzione di un progetto che guarda al futuro del territorio di Coriano con una prospettiva innvovativa e che possa dare un contributo fattivo al successo di una lista di centrosinistra in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. LA LETTERA

“NonnoGiancarlo,campionemancato?” Cara Piazza, siamo Mattia e Emma in vacanza con i genitori Dani e Sara. A Misano c'è stato il motomondiale e noi tutti abbiamo pensato di fare uno scherzo e forse un regalo al nostro mitico nonno Giancarlo; per noi, come per tanti altri, è un uomo super. Inviamo una sua foto davanti ad una sua grande passione: la moto. Forse sarebbe potuto diventare un campione...”. Mattia, Emma, Dani e Sara

Mimma Spinelli, centro-destra, sindaco di Coriano

Nonno Giancarlo


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Carlo Tedeschi intervistato da Teresio Spadoni

bambino; lo chiamavamo ‘piccolo’, perché come un bambino faceva cose grandi senza rendersene conto”. Come si fa a costruire un miracolo come Il Piccolo Paese del Lago? “Perché miracolo? È' frutto di sudore… miracolo in questo senso! Io credo in Dio, profondamente. Inadeguato ero, inadeguato sono a condurre un’opera così, se non ci fosse qualcosa di grande che la guidi; la Chiesa mi ha insegnato a considerarla Provvidenza, e così io la considero. Quando la costruzione di Villa Leri era quasi ultimata, chiesi a un caro amico che aveva avuto un albergo a Rimini di stare alla reception e accettare le prenotazioni. Mi fece notare che non potevamo ospitare gente perché mancavo gli arredi: mobili, letti, e quant’altro; camere e hall erano completamente vuote. Beh, quella sera stessa ci telefonò un mobilificio di Pesaro che era andato a fuoco; siccome l’assicurazione gli avrebbe pagato tutti i mobili, com-

presi quelli che erano solo sporchi, ci dissero che potevamo andare a prenderli se avessimo saputo come utilizzarli. Mandavano un terribile odore di bruciato, ma ancora oggi Villa Leri è arredata con quei mobili”. Gli inizi non furono molto benevoli nei vostri confronti... “Assolutamente no; benevoli proprio per niente; ancora oggi c’è qualche residuo, qualche ‘codata del drago’; strascichi di diffidenza ormai innocui, però”. C’è un episodio avverso Leo Amici che vuol ricordare? “Eravamo a Pasqua, il parroco di Montecolombo venne a benedire il Lago: era la prima volta; avevamo diversi locali in costruzione; in uno avevamo allestito una sorta di refettorio dove veniva servito il pranzo ai ragazzi tossicodipendenti che avevamo cominciato ad accogliere; entrato nello stanzone il sacerdote fece il segno della croce, recitò alcune preghiere e benedisse. I ragazzi non seguirono il rito; non fecero il segno della croce; molti non sapevano né l’Ave Maria

né il Padre Nostro; alcuni di loro erano contrari ai preti e alla Chiesa. Io, ingenuamente, non gli spiegai che quelli erano i ragazzi tossicodipendenti; o se lo feci, evidentemente non lo feci con la determinazione necessaria. Fatto sta che cominciò a scrivere lettere terrificanti contro di noi dicendo che eravamo tutti dèmoni, che neanche facevamo il segno della croce, che non sapevamo le preghiere… Dall’agire di quel prete originò il settanta per cento degli attacchi contro Leo Amici e contro di noi”. Insieme a voi, in quel periodo, erano nate altre comunità: fu solo il prete a crearvi problemi c’è stata anche una sorta di concorrenza un po’... “Ma si, ma noi eravamo piccoli e pieni di sogni; per noi Leo Amici era un grande, e ingenui come lui andavamo raccontando i nostri sogni ai quattro venti. Io stesso mi sono spesso scordato della prudenza in quegli anni; avrei dovuto testimoniare meglio, più seriamente. Coelho ne ‘L’Alchimista’ racconta che tutti abbiamo una leggenda personale da realizzare e che i sogni vengono per essere realizzati. Per noi, in quel momento, la leggenda personale era quello che Leo Amici ci veniva proponendo; volevamo realizzarci nel mondo e nella società, con quei parametri, con quelle mète, con quei risultati finali. E, per paura di non farcela, abbiamo commesso tante imprudenze. Insomma la colpa è anche nostra. Poi si sa, una piccola chiacchiera si può anche fermare, ma quando si mettono insieme tante piccole chiacchiere vien fuori un baccano tremendo”. Qual era la giornata tipica di Leo Amici? “Si alzava prestissimo al mattino. La prima cosa che faceva era

portare i ragazzi tossicodipendenti al bar ‘Roma’ a Morciano; gli offriva la pasta, il cappuccino… e dietro di lui, noi che cercavamo di aiutarlo; e dietro due uccellini… Quando gli portavano gli uccellini che cadevano dal nido, li imbeccava, gli dava un po’ di pane, un po’ di zucchero; poi loro crescevano e gli stavano intorno; gli insegnava a volare e se li portava al bar ‘Roma’. Andavano pazzi per il cappuccino! Uno si chiamava Kiro, l’altro Piccolo”. Chissà i commenti della gente… “Va beh! Era un altro San Francesco!”. Quali erano le sue passioni? “Pensava. A volte si metteva cupo e pensava. Diceva: ‘Io penso a tutti; penso ai loro bisogni, a quest’opera, a Dio... penso a cosa posso fare di più per loro’. Pensava a dare; l’associazione che è ha fondato, infatti, l’ha chiamata Dare: dare, dare, dare, senza stancarsi mai. La sua passione era l’uomo, l’essere umano. Amava incontrare le persone, legarsi a loro con sentimenti profondi che portassero alla Verità, che portassero a Dio. Poi, certo, gli piaceva giocare a carte, a bocce… a vinciquattro. Solo che vinceva sempre lui: era incredibile! E poi diceva: ‘mica penserete che io vinco perché sono speciale! No, no... io vinco perché uso il cervello; usatelo anche voi e mi batterete’. Però vinceva sempre lui”. Invece cosa sta facendo in questo periodo Carlo Tedeschi? “In questo periodo Carlo Tedeschi sta riallestendo il musical ‘Sicuramente Amici’: roba da matti! Mio figlio e i suoi amici l’hanno visto in una videocassetta; gli è piaciuto tantissimo e hanno voluto che lo rimettessi in scena. L’ho

IL FATTO

- Era sull’aereo precipatato nel tratto di mare sopra la Sicilia. Dopo 36 anni la sua frazione, Santa Maria del Piano, gli ha reso omaggio. Pomeriggio di emozioni quello di domenica 25 settembre a Santa Maria del Piano, frazione del comune di Montescudo-Montecolombo. Pier Paolo Ugolini muore insieme ad altre 80 persone nel tragedia che sconvolse il nostro Paese il 27 giugno del 1980. Un aereo Itavia, Bologna-Palermo, viene abbattuto da un missile. Ad oggi, non si conosce la verità. Presente alla commemorazione la presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Ustica, Daria Bonfietti, i familiari di Pier Paolo e il sindaco di Monte Scudo-Monte Colombo, Elena Castellari. La prima cittadina ha scoperto la targa tra la commozione. Il diacono, Marcello Ugolini Sarti, ha dato la benedizione. Forti le parole di Daria Bonfetti, sulle responsabiltà

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Carlo Tedeschi ricorda il fondatore dell'associazioneDare. La sua vita raccontata nel libro “Leo - l'uomo senza tempo” “Società. Non è un male oscuro; è un male che ormai si è evidenziato. Un tempo si celavano cose terribili dietro a un formalismo esteriore, ma oggi queste cose terribili stanno venendo allo scoperto”

se, che mi indicasse un orizzonte nuovo e tutti gli altri che avrei dovuto raggiungere e superare. Quando ho conosciuto Leo Amici ho detto: è lui! In seguito, nella mia ricerca - condotta anche nei suoi confronti perché, mi diceva, “non devi credere a quello che io ti dico, ma lo devi verificare. Non posso fidarmi di una persona che crede a me; io posso avere fiducia solo se so che quella persona ha ragionato, ha cercato, ha toccato con mano” - mi sono convinto che lui era l’uomo che poteva aprirmi tutte le porte”. Quale eredità ha lasciato? “Un popolo immenso di persone che lo hanno conosciuto, che gli hanno voluto bene, che hanno collaborato con lui. L’idea di costruire questo piccolo paese, di aiutare i ragazzi tossicodipendenti, le famiglie bisognose, i bambini abbandonati, i vecchi, è stata sua. Iniziative che certo ci trovavano tutti coinvolti, ma lui era quello che, come in una foresta col macete, abbatteva gli impedimenti; noi, poi, ci trovavamo la strada spianata e potevamo esprimere al meglio le nostre qualità umane; o la nostra fede, se l’avessimo raggiunta. Un popolo di persone che volevano continuare l’opera: è questa l’eredità che ha lasciato. Un giorno che glielo chiesero, disse: ‘Beh, dopo di me ci sarà Carlo.’ Io, ancora giovane e inesperto, credevo di essere inadeguato; ma nessuno di noi è inadeguato: non sono tanto le qualità che sono già dentro di te che contano, ma quelle che ti formerai nell’avere il coraggio di affrontare le cose”. Quale virtù gli riconosce? “La normalità. Lui era un personaggio straordinario, sapeva rispondere a tutti i perché; sapeva comprenderti, ti leggeva l’animo, ti radiografava, non ti giudicava mai; ha guarito ammalati, ha risollevato famiglie che erano sull’orlo del divorzio… Tutte queste sono qualità incredibili, ma quella che io gli riconoscevo di più è che per lui era normale fare così”. Difetti? “Aborriva salire in ascensore; nel parlare tendeva a scivolare nel dialetto tolfettano e a volte non era molto corretto; era un uomo molto pratico, molto semplice. L’opinione pubblica lo giudicava male anche per questo suo modo di fare; invece, la sua, era solo umiltà. Poteva sembrare strano, ma la stranezza veniva dal suo vivere con l’innocenza e la spontaneità di un

Ottobre 2016

Strage di Ustica: una piazza a Pier Paolo Ugolini vittima del disastro

Pier Paolo Ugolini La cerimonia d'inaugurazione

delle istituzioni nella tragedia del DC9, avvalorate da alcuni passi della sentenza ordinaria del giudice Rosario Priore; letti da Damiana Bertozzi, attrice della compagnia Teatro della Centena. La piazza commemora una pagina oscura della storia italia-

na. Nelle parole della Bonfietti, un chiaro significato: “La memoria si può fermare, perché una comunità civile non può esimersi dal sapere. Come nelle grandi città, anche nei piccoli centri il bisogno di verità è forte. Una tragedia politica e nazionale come Ustica, per molto, ha implicato una gestione troppo poco chiara. E sono le istituzioni, per prime, a dover fornire risposte quanto piu veritiere in termini di trasparenza. Lo devono alla collettività e, soprattutto, ai familiari delle perché non è una cosa giusta che i parenti si accontentino di soffrire”. Come quelli di Pier Paolo Ugolini, ricordato dai figli, dalla sorella, dalla moglie, e dagli amici, in un toccante momento che ha commosso le tante persone giunte fino a Santa Maria del Piano per commemorare una persona solare, gentile e a modo, ma anche per portare testimonianza di alto valore civile.

fatto con piacere perché sono trent’anni che Leo Amici è morto ed è l’unico mio spettacolo al quale lui ha partecipato. Ebbe un successo incredibile! È stato in giro per anni nei più grandi teatri italiani e anche all’estero. Debutterà l’8 di Ottobre in occasione delle Giornate di Solidarietà, 45a edizione. Il sette è il giorno in cui è nato Leo Amici e dunque lo ricordiamo”. Qui in teatro? “Qui nel teatro di Montecolombo”. Le giornate durano dal...? “Il sette, l’otto e il nove Ottobre”. Secondo lei, qual è il male oscuro che toglie il futuro alla nostra società? “Non è un male oscuro; è un male che ormai si è evidenziato. Un tempo si celavano cose terribili dietro a un formalismo esteriore, ma oggi queste cose terribili stanno venendo allo scoperto. E questo può anche essere un bene, perché quando il male mostra il suo vero volto, lo si può combattere”. Con quali strumenti? “L’amore. L’amore, come diceva Leo Amici, è l’arma più potente. Ci sono stati periodi in cui la divisione tra bene e male, tra bello e brutto era netta, evidente. Nel mondo di oggi è tutto mischiato: vero e falso, bene e male, tutto è mischiato. Quando da bambini guardavamo Zorro in televisione, era facile distinguere: Zorro era il buono, tutti i nemici di Zorro erano i cattivi. Adesso è tutto mischiato. Molti teologi e molte persone illustri dicono che sarà la bellezza che salverà il mondo. Anch’io lo dico, ma la bellezza non può fare altro che far nascere l’amore: se non altro l’amore per le cose belle. E dunque, sempre amore è: l’amore è davvero l’arma più potente”. La visione di Leo Amici quante persone coinvolge oggi? “C’è stato un certo don Loris che, realizzando nella sua città allora era Padova - lo spettacolo ‘Chiara di Dio’ con i ragazzi della parrocchia, scopre che in tutta Italia molti sono i giovani che lo mettono in scena. Mi dice: ‘Perché non scriviamo a Papa Francesco e gli proponiamo di fare Chiara di Dio – che, tra l’altro, è ormai da dieci anni in pianta stabile ad Assisi - in Sala Nervi, magari con una compagnia di professionisti, con tra il pubblico tutti coloro che l’hanno fatta e che, conoscendo le canzoni, possono cantarle insieme agli attori?’ Idea bellissima! Don Loris scrive la lettera, che poi viene firmata da molti vescovi e sacerdoti, da tantissimi ragazzi e dalle loro famiglie: ha raccolto più di cinquemila firme. Insomma, oltre a quelli che come me sono un po’ più anziani e che ancora continuano il suo carisma, ci sono innumerevoli giovani che hanno apprezzato quello spettacolo. Ogni anno, il sedici di aprile, data in cui è morto, diamo vita a un festival di canzoni dedicate a lui siamo alla quarta edizione - cantate da giovani di tutta l’Italia che hanno provato il desiderio di scrivere qualcosa per lui e, inaspettatamente, anche per me. Ecco, è questo il risultato di Leo Amici oggi”.



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