Giugno 2017 - La Piazza Rimini

Page 1

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

ANNO 21 N.6 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - TEL. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it - lapiazzarimini@libero.it

Pruccoli: “Fellini, se così: togliere la concessione?” RIMINI - 5 L’OPINIONE

Elogio della pace...

di Silvio Di Giovanni - Perché scoppiò la Prima guerra mondiale del 1914-1918? Perché l’Italia entrò nel conflitto nel maggio del 1915? La scintilla partì dai Balcani ed anche vent’anni fa circa, quelle terre furono teatro di continue tensioni che diedero luogo ad imprevedibili sviluppi. Tuttavia le ragioni sono molteplici e certamente pregne di brama di potere e di grandezza. La rapida ed impressionante produzione industriale tedesca con la parallela ascesa delle esportazioni anche sul mercato inglese e con l’annuncio dell’Imperatore Guglielmo II di voler fare della Germania una grande potenza anche marinara, preoccupò fortemente il paese anglosassone, che aveva sempre avuto il primato sui mari e nei commerci con una supremazia indiscussa. L’occasione fu l’attentato del 28 giugno 1914 all’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, ma fin da prima i segni di un profondo spostamento dell’equilibrio sia politico che Continua a pagina 30

GIUGNO 2017

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.2.2004n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini

Sindaco, sfida rusticana Tosi-Vescovi RICCIONE - 13

Battistel: “Masterplan, guarda al futuro” CATTOLICA - 25

Elezioni. Ciotti trionfale ritorno MORCIANO - 41

Pesce azzurro, arriveranno le quote? Nessuna rivisitazione delle quote tonno, un danno per l’azzurro, Intervista con il parlamentare europeo Marco Affronte, relatore della legge a Bruxelles

MADE IN ITALY - CENA RENZIANA “Caro Paolo (Gentiloni), stai sereno...” MADE IN ITALY

Il direttore della biblioteca di Misano Gustavo Cecchini con l’intellettuale Paolo Crepet

La vita: ‘Ripartire da Conosci te stesso’

di Francesco Toti - “Siamo nel pieno di una grande estinzione di massa, la sesta che il pianeta conosce, e stavolta siamo noi la causa”. L’uomo e la sua tana, la Terra, sono in pericolo, altro che quote tonno e pesce azzurro, o la grandezza delle vongole. Con Marco Affronte, il relatore della legge euA pagina 2-3

Breve massima di saggeza “Viviamo in un tempo in cui l’uomo è stato massacrato e la legge violata” Emanuele Severino (filosofo)

LA CULTURA

Cecco - Mattia Preti - 2017 MISANO ADRIATICO

Via Ca’ Raffaelli 250 firme contro l’allagamento FOCUS

Condomini

Ristrutturazioni, quali documenti chiedere

VALCONCA

San Clemente Dialetto, grande premio Casadei in pensione, auguri San Giovanni Notte delle Streghe Coriano Sindaco, rivince la Spinelli Montescudo Teatro, grande stagione Mondaino Bocce in saggio Saludecio Cervellieri libro, a ruba

- E’ sempre il vicino di casa il responsabile. Il colpevole. Colui che rende infelice (da un punto di vista sociale ed economico) la comunità. E’ sempre la piccola nazione che manca di rispetto alla grande. C’è quel bellissimo dialogo tra i Melii e gli Ateniesi che ben raffigura la barbarie e la menzogna dei A pagina 20


2

Giugno 2017

INCHIESTA

“Siamo in una grande estinzione di massa, la sesta che il pianeta conosce, e stavolta siamo noi la causa” Cattolica 1967, pescherecci in porto (Archivio fotografico Centro Culturale Cattolica)

L’INCHIESTA

Continua dalla prima

ropea sulla pesca, si pensava a faccende importanti come la questione pesca, ma secondarie sul lungo periodo. Insomma, coniugare le ragioni del pesce azzurro e della piadina con quelle dell’eco-sistema preoccupante. Il parlamentare europeo riminese ragiona bene ed i suoi ragionamenti dovrebbero essere lo spunto di una profonda riflessione. E poi muoversi. Lei sta lavorando alla legge sulla pesca, con chi la elaborate? “Non solo una legge. Sono molto attivo in Commissione Pesca, alla quale dedico gran parte del mio tempo. Sono stato relatore del Regolamento sulla Raccolta Dati Scientifici per la Pesca, da poco divenuta legge europea. Come sempre avviene con le proposte legislative, la proposta è arrivata dalla Commissione Europea e io ne sono stato relatore per il Parlamento Europeo, il che significa occuparsi delle modifiche e del miglioramento della stessa, mediando e lavorando prima con gli altri gruppi politici, e poi, nelle discussioni a tre (i cosiddetti triloghi) con il Consiglio e la Commissione Europea. Sono anche relatore di un rapporto di Iniziativa sulla situazione della pesca in Mediterraneo, che vorrà votata in plenaria al Parlamento Europeo il prossimo 16 giugno”. Quando sarà operativa? “Il Regolamento sui dati sarà operativo appena pubblicato sulla Gazzetta, ma credo che gli effetti si vedranno con i piani di raccolta dati, a fine anno”. Va bene aiutare la natura,

Giornale d’informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria

Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 12 giugno

“Lavorare sulla prevenzione, l’80% della plastica in mare viene da terra. Il pacchetto di Direttive sulla Economia Circolare, possono essere importantissime”

“Le risorse si esauriscono in fretta, e gli ambienti naturali sono devastati dalla nostra invadenza: scomparsa di ecosistemi, distruzione della natura, perdita di biodiversità, cambiamenti climatici”

Rimini, l’asta del pesce

Pesce azzurro, arriveranno le quote? I NUMERI

le specie, ma non si è passati dall’altra parte? “Non c’è un’altra parte, è la stessa. Noi sfruttiamo le risorse naturali del pianeta in modo vorace e a grande velocità e come se queste fossero infinite. Ma non lo sono. E le conseguenze le vediamo eccome: siamo nel pieno di una grande estinzione di massa, la sesta che il pianeta conosce, e stavolta siamo noi la causa. Le risorse si esauriscono in fretta, e gli ambienti naturali sono devastati dalla nostra invadenza: scomparsa di ecosistemi, distruzione della natura, perdita di biodiversità, cambiamenti climatici. La scarsità di risorse causano conflitti, lotte, guerre, ingiustizie e disparità sociali, migrazioni. Noi sappiamo che il sistema che abbiamo costruito non funziona, il sistema assurdo che prevede crescita illimitata (in un pianeta con risorse limitate), capitalismo, economia e mercato sopra tutto e sopra tutti. Non funziona. Non siamo sostenibili, e il pianeta è allo stremo. Le conseguenze sono anche e soprattutto su noi stessi. Non si tratta di salvare specie rari o ecosistemi delicati, si tratta di salvare il sistema dentro quali noi stessi viviamo”. Nel Riminese, si chiedono quote aggiuntive di tonno e pesce spada cosa aspettarsi? “Non ci si può aspettare molto. Abbiamo visto come va con il tonno. La risorsa, grazie alle quote, è in ripresa, e l’IC-

Rimini-Cattolica, 200 pescherecci

90

100

- La flotta di Rimini e Riccione conta circa 190 pescherecci; una novantina a Rimini (35 a strascico, 15 vongolare) ed un centinaio a Cattolica (40 vongolare, 10 alle cozze, 5 a strascico, 45 piccola pesca) . Inferiore di numero, la riminese è più grande come tonnellaggio. Il porto cattolichino impiega circa 200 addetti; 300 a Rimini. CAT ha stabilito di aumentare le quote per tre anni di fila. Ma chi non le aveva resta senza. I piccoli pescatori restano senza. Le quote funzionano bene per le risorse naturali, ma creano ingiustizie sociali, che però si potrebbero almeno mitigare. Ma è una partita da giocare a livello nazionale, l’Europa qui non c’entra nulla”. Cosa succederà con il pesce spada? “Vedremo, speriamo si impari dagli errori fatti con il tonno”. La gestione della pesca nel Mediterraneo è gestita, come si dice, dagli interessi del Nord’Europa? “No, è una sciocchezza. Ma è vero che non puoi gestire la pesca del Mediterraneo come gestisci quella del Nord’Europa, sono troppo, troppo

differenti. Questo è stato uno dei problemi. Ma adesso c’è, finalmente, l’attenzione della Commissione Europea sul Mediterraneo, con la conferenza di Catania del 2016, la campagna #MedFish4Ever, la “Dichiarazione di Malta”. E adesso anche con la posizione del Parlamento Europeo, grazie al mio Rapporto di Iniziativa”. Il mare è sistema complesso legato al cambiamento climatico ed ambientale, che cosa aspettarsi con il problema delle taglie del pesce azzurro? “La riduzione delle taglie è una delle prime risposte di una risorsa ittica sovrasfruttata. Ci sono anche altri fattori, ovviamente, ma tutti sanno, pescatori compresi, che il pesce azzurro in Adriatico è pescato a livelli insostenibili. E infat-

ti è arrivato in Commissione Pesca la proposta di Piano Pluriennale di Gestione del pesce azzurro in Adriatico. Abbiamo appena iniziato a lavorarci. Io sono correlatore per i Verdi, la relatrice è Croata”. Cosa succederà? “Che molto probabilmente saranno istituite le quote, anche per queste specie. La situazione è troppo grave. I pescatori se le aspettano, e alcuni addirittura le chiedevano”. Il futuro è dell’acqua coltura? “Non credo che l’acquacoltura rimpiazzerà la pesca, ma di certo continuerà a crescere ancora e ancora. Ci può stare, ma deve essere sostenibile, mentre in molti casi ha invece un grosso impatto sull’ambiente. Ma ci si può lavorare”. Le nostre coste sono invase dalle reti di plastica degli imballaggi, che cosa fare per limitare i danni? “Mentre scrivo queste righe sto volando a New York, alla conferenza sugli oceani organizzata dalle Nazioni Unite. Uno dei temi più discussi nella 5 giorni, sarà proprio quello della plastica in mare”. Che fare? “Lavorare sulla prevenzione, perché l’80% della plastica in mare viene da terra. Il pacchetto di Direttive sulla Economia Circolare, se ben implementate, possono essere importantissime. Il concetto della prevenzione e del riuso sono fondamentali. Non dobbiamo trovare nuovi posti dove

mettere i rifiuti, non dobbiamo più produrli. E’ una lunga strada”. Quale ruolo per iniziative tipo Fondazione cetacea? “Educazione, divulgazione, sensibilizzazione, principalmente. E poi, ricerca, che serve ancora tantissimo. Il lavoro di recupero di animali in difficoltà è molto importante, ma non per il contributo diretto (non salvi una specie o una popolazione un animale alla volta) ma per quello indiretto di riuscire a raggiungere tantissime persone, compresi giovani e bambini, coinvolgendoli in queste tematiche”. Pezzatura delle vongole. Quale futuro fra tre anni? “Bella domanda. Non lo so davvero, ma bisogna essere furbi e intelligenti e sfruttare questi tre anni per studiare e capire cosa succede alla risorsa, pescandola più piccola. Se non ci saranno dati, o se questi saranno negativi, la deroga si concluderà e si tornerà ai 25 mm”. L’Italia ha sottovalutato i vincoli dell’Unione europea per i suoi interessi? “Mmmmh, non direi. L’Italia si trova in un mercato più ampio e può goderne i frutti, ma ha sottovalutato… l’amore della UE per la globalizzazione, che crea allarga di brutto la forbice fra paesi poveri e ricchi, fra chi corre e chi resta indietro. La UE ha dimenticato la solidarietà e la politica, in favore di finanza e economia. Così non va, ma si può e si deve cambia-


INCHIESTA

Giugno 2017

3

Intervista con Marco Affronte relatore della legge sulla pesca dell’Unione europea Imprese

213

CONVEGNO

“Il futuro dell’Adriatico. Lo stato attuale, proposte e idee sul mare che vogliamo”

- La Pesca rappresenta per la provincia di Rimini un settore importante. Dopo Ancona è il secondo porto di pescatori per importanza; segue Chioggia. Il comparto annovera 213 imprese, una sostanziale stabilità negli ultimi anni.

re, senza buttare via qualcosa che ci ha garantito 60 anni di pace”. I parlamentari italiani a Bruxelles lavorano compatti? “Beh, compatti magari no, ma credo che, salvo certi casi, ci sia meno livore e acredine e meno pregiudizi verso chi sta in altri schieramenti”. E’ difficile la sostenibilità ambientale, sociale ed econo-

mica? “Nel sistema capitalistico, della crescita infinita e del mercato sopra tutto e sopra tutti, è quasi impossibile, e lo stiamo vedendo. Il focus sulla crescita economica penalizza gli altri ambiti, quello ambientale in toto, quello sociale dipende da che parti dello sviluppo ti trovi. Serve un’invenzione, un sistema nuovo. Fiammelle di cambiamento ci sono un po’ ovunque, ma qualcosa che aggreghi e che porti a una rivoluzione, prima culturale, ancora non c’è, temo”. Potrebbe raccontare qualcosa di lei: il lavoro, la politica, la sua idea di comunità, il suo ruolo a Bruxelles...

L’INTERVISTA

Marco Affronte, parlamentare europeo “Sono laureato in Scienze Naturali; dopo la laurea ho fatto diversi lavori, per poi approdare alla Fondazione Cetacea di Riccione, una onlus per cui sono stato responsabile scientifico per 15 anni. Mi sono sempre occupato di mare, e conservazione delle sue risorse naturali. Nel 2010 ho iniziato a fare attività politica, da attivista, con il Movimento 5 Stelle, a Rimini. Ho lavorato due anni per il gruppo consigliare in Regione, come tecnico su

“Il futuro dell’Adriatico. Lo stato attuale, proposte e idee sul mare che vogliamo”. E’ il tema del convegno in programma il 16 giugno, sala del Buonarrivo, con inizio alle 20,30. Relatori: Marco Affronte (“Pesca e stock ittici”), Simona Clò (“Plastica in mare”), Andrea Giuliacci (“Cambiamenti climatici”), Leonardo Marotta (“Gli impatti cumulativi dell’uomo in mare”). Modera: Cesarino Romani.

tematiche ambientali, mentre contemporaneamente mi occupavo di divulgazione scientifica: ho scritto diversi libri e tenuto conferenze in tutt’Italia. Nel 2014 sono stato eletto al Parlamento europeo, ed ho chiesto e ottenuto di lavorare in Commissione Ambiente e in Commissione Pesca, per poter anche lì continuare il mio lavoro. A gennaio del 2017 ho lasciato il Movimento 5 Stelle, e sono passato al Gruppo dei Verdi”.

Cecchini: “Sulle quote pesce azzurro potremmo essere anche d’accordo” - Stefano Cecchini è il direttore della Casa del Pescatore di Cattolica. In cooperativa da 38 anni, da 15 al timone, argomenta senza troppi giri: “Sulle quote pesce azzurro un conto è quello che si vocifera e un conto è quello che andrebbe fatto bene. Di pesce azzurro in mare ce n’è un po’ meno rispetto agli anni addietro. Noi potremmo anche essere favorevoli alle quote, tipo 500 casse al giorno a coppia contro le 1.400 di oggi. Sarebbe meno della metà di quello che si pesca ora; ma forse a Rimini si è meno d’accordo. Va ricordato che nonostante le sue qualità, il pesce azzurro nei ristoranti resta nel piatto. Però bisogna sottolineare che il pesce azzurro dell’Adriatico non si spreca”. “La riforma vera - continua Cecchini - sarebbe meno burocrazia, solo così potremmo lavorare meglio. Alle leggi ci si mettono anche le persone; a parità, ad esempio, in Olanda sono più bravi. Lassù le regole sono più fluide e il loro fare burocratico più semplice. Noi ci aggiungiamo qualcosa e poi magari siamo bravi a non rispettarle. E questo però è un approccio culturalmente diverso”.



RIMINI

Giugno 2017

5

Intervista con l’ex comandante della Guardia di Finanza della provincia di Rimini

Cecchi: “Ho difeso la patria” - Fisico da corazziere, ai piedi le infradito, blue jeans strappati ad arte, una maglietta bianca girocollo. Il tutto esaltato dai capelli corti. L’età, l’insieme, ti portava lontano, ma mai nel suo mestiere. Siamo ad un decennio fa, parlava col prestigioso giornalista Peter Gomez, autore insieme a Marco Travaglio di una serie di libri sulle tristezze della classe dirigente italica, sopportata purtroppo senza fastidio dal cittadino. Tuttavia, il centro della discussione, senza nomi, ti faceva capire che doveva essere un papavero della prima repubblica. Enrico Cecchi: “Lo dovevamo arrestare... Ma oramai è andata così...”. Quel corazziere vestito da giovinastro, resta alla presentazione del libro dell’amico Gomez. A tavola, vicino ad una tagliatella, chi scrive chiede al giornalista: “Scusami, chi era quel signore con te?”. “Non lo conosci? E’ il nuovo Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Rimini. E’ un caro amico, ci siamo conosciuti quando prestava servizio a Milano”. Ed a Milano, quel riminese nato a Pesaro, arrivato a Rimini a 16 anni, quando il babbo viene chiamato come dirigente alla Cassa di Risparmio di Rimini, che poteva optare per archeologia o l’antiquariato, si era fatto conoscere per una lunga serie di indagini antimafia. Gomez a Milano lo cerca alla Direzione Investigativa Antimafia chiedendo così: “Sta qui un leggendario Capitano della Finanza?”. L’amico Gomez gli dedica uno dei suoi libri con questa frase:

Lavorato con i procuratori Borrelli, Di Maggio, Davigo, Falcone. Amico di Peter Gomez, Marco Travaglio, Barbacetto. “Mi sento un dinosauro in estinzione”

Enrico Cecchi, comandante della Guardia di Finanza della provincia di Rimini dal 2005 al 2010

IL PERSONAGGIO “All’ultimo squadrista della polizia giudiziaria”. Negli anni milanesi Cecchi diventa amico di giornalisti come Leo Sisti, Gianni Barbacetto e Marco Travaglio. Lavora a Milano con Procuratori della Repubblica che per serietà e affidabilità ti fanno essere orgogliosi e capisci che il Paese, nonostante tutto, ce la potrebbe anche fare: Francesco Saverio Borrelli, Pier Camillo Davigo e soprattutto Francesco Di Maggio. In pensione a domanda dal 2012, dopo 42 anni di lavoro, due figli, la storia come passione, Enrico Cecchi si è occupato di anticontrabbando da giovane Tenente, di lotta alla mafia e di polizia giudiziaria negli anni successivi. “Faccio il concorso per entrare in Accademia - racconta - perché mi piaceva la vita militare; sono giovane

nell’epoca degli anni di piombo. Ma non sapevo neppure io che cosa potesse essere quella carriera. All’epoca pochi dieciottenni volevano fare la vita militare. Eravamo in 300 concorrenti per 30 posti; ce la faccio”. Il primo incarico è a Bari, a comandare la Seziona Mobile Legionale. Si combatte il contrabbando di sigarette sul litorale, da Termoli a Otranto. Tonnellate e tonnelate di sigarette sequestrate. Nell’81, viene trasferito a Milano: al Nucleo Speciale di polizia valutaria. Cecchi: “Allora vigeva il reato penale valutario. Dato che all’epoca non esisteva il reato di riciclaggio, utilizzammo, nelle attività antimafia, un reato accessorio: quello valutario. I reati, a maggioranza, erano commessi dalla mafia trasferitasi nel ricco Nord’Italia”. Scopre

253 miliardi di lire di violazioni penali valutarie, denunzia 810 persone, delle quali 150 tratte in arresto tra cui elementi mafiosi italiani e statunitensi, elabora centinaia di conti correnti esteri del procedimento denominato “Pizza Connection”, Giudice Istruttore Dott. Giovanni FALCONE, risultanze confluite nel primo “maxi processo”. Da Milano, un anno a Como, al Nucleo di polizia tributaria continua nell’antiriciclaggio denunciando elementi di spicco del crimine italo-americano per violazioni valutarie per 260 miliardi di lire ed arrestando 10 persone. Altro passaggio: Nucleo Speciale dell’Alto Commissario per la lotta alla mafia. Qui si occupa: della criminalità di tipo mafioso operante in Lombardia, nell’Emilia Romagna e nelle Marche effettuando investigazioni su diversi omicidi, partecipa all’arresto di FIDANZATI Gaetano, mafioso e latitante in Argentina. Sciolto l’Alto Commissariato, è trasferito a Bologna, al Servizio Informazioni per la Sicurezza Militare. “Di questo periodo non ne posso parlare essendo vincolato dal Segreto di Stato.” “Nel ‘95, chiedo di ritornare fare l’antimafia. Mi mandano a Milano,

come “Capo Settore investigazioni preventive ed Antiricilaggio”. Effettua attività antiriciclaggio in Lombardia ed in Emilia Romagna, redige misure di prevenzione personali e patrimoniali. Conduce 10 Operazioni antiriciclaggio, denunciando 240 persone, verificando 115 società, sequestrando beni per 100 miliardi di lire, esportazioni di valuta per circa 800 miliardi di lire, dà esecuzione a 51 provvedimenti cautelari. Risolve due omicidi eseguendo 4 provvedimenti cautelari nei confronti dei responsabili condannati poi all’ergastolo. Prima di arrivare a Rimini nel 2005 come Comandante Provinciale, fa altre due tappe: due anni Comandante Provinciale a Trento, poi salto ad Ancona: Capo di Stato Maggiore al Comando Regionale Marche. Da Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini dà impulso alla lotta alla criminalità organizzata che il suo Reparto conduce disarticolando tre batterie di casalesi, una pugliese, una calabrese, una siciliana e due albanesi, sequestrando 52 immobili, 8 società, 20 tra autovetture e moto di grossa cilindrata e beni per oltre 20 milioni di euro, oltre 100 persone denunciate delle quali 30 arrestate. Finito il comando riminese nel 2010, fa ritorno ad Ancona. Nel 2012, pur non avendo l’età pensionabile ma solo quella contributiva, chiede di essere posto nella Riserva come Generale di Brigata

con Decreto del Presidente della Repubblica. Cecchi sintetizza i suoi anni di servizio: “Fino a qui ho servito la Patria. Però osservo che qualcosa non funziona, dal momento che lo Stato istituisce, quando si trova in grave difficoltà, Alti Commissariati, come l’anti-mafia, l’anti contraffazione, l’anti-corruzione ecc. Penso che voglia dire che lo Stato accusa una pesante sconfitta, altrimenti non si auto commissarierebbe. Anche se poteva non piacere, ho detto queste cose in servizio e pubblicamente. Per cui, spesso, ho avuto delle problematiche con alcuni dei miei superiori”. “Riconosco che all’estero - continua Cecchi – determinati reati ed illeciti vengono sanzionati pesantemente. Negli Usa, per evasione fiscale, ti becchi 25 anni; in Italia non li fa neppure un serial killer. Sono inconcepibili i condoni fiscali od edilizi. In Italia siamo ormai all’illecito legalizzato in qualsiasi settore. Se traduci la legislazione fiscale statunitense in italiano, penso che l’evasione fiscale calerebbe dell’80 per cento. Non abbiamo mai messo le “manette agli evasori”. Non esiste la certezza della pena. Mi sento, ormai, un dinosauro in estinzione. Purtroppo sono pessimista. Dobbiamo ringraziare coloro i quali, nonostante tutto, continuano a fare il proprio dovere.” Chiude la sua riflessione Cecchi: “Ammonisce la saggezza dei tempi che le parole incantano e illudono, ma solo l’esempio convince e trascina”.


6

Giugno 2017

RIMINI

Apre il prestigioso cartellone estivo. Anche masterclass di perfezionamento FOCUS

Aeroporto Fellini, che fare?

San Leo Festival, Coro Cappella Sistina in concerto Il forte di San Leo

Giorgio Pruccoli, Pd, consigliere regionale

- “Aeroporto. Se si continua così è meglio togliere la concessione”. Giorgio Pruccoli, consigliere regionale del Pd, ha sollevato una questione vera che è diventata un polverone. L’amministratore di Airriminum, la società privata che gestisce lo scalo ha rispoto a tono. Pruccoli non si è fatto pregare: “Avevo un compagno di scuola alle elementari che amava fare il bullo. Non avendo il fisico per farlo appena ‘finiva sotto’ si metteva a strillare sguaiatamente e minacciava”. E ancora più duro: “Quelle imprese che nei vari settori degli appalti pubblici hanno più legali che dipendenti atti allo svolgimento corretto della commessa. Facile intuire il perché. A questo si può aggiun-

gere che un ripassino su ruoli compiti e funzioni in capo alle cariche elettive non farebbe male ai vertici di Airiminum, altrimenti saprebbero che la Costituzione ci garantisce di poter dubitare, obiettare, considerare ed anche di interrogare altre Istituzioni. Attendo con trepidazione la querela che spero non sia una vuota minaccia sui giornali, ma che arrivi veramente, perché sono curioso di leggerne le motivazioni. Reato di lesa maestà? (...). L’unico colpo che Airiminum ha battuto recentemente riguarda la richiesta di finanziamenti pubblici. E’ quasi irridente in una città dove c’è chi si trova con i beni bloccati da diversi anni ed ipotesi di reato che arrivano all’associazione per delinquere per aver fatto proprio quello (preciso che resto convinto della correttezza di quelle persone. Sull’argomento sappiamo tutto, ora che fare? Continuare così non serve a nessuno.

MUSICA - E’ il coro della Cappella Sistina ad aprire con un concerto il 15 giugno alle ore 21, l’edizione 2017 di San Leo Festival. Il prestigioso coro visiterà anche le principali città marchgiane. Il concerto dal titolo Cantate Domino La Cappella Sistina e la Musica dei Papi, prevede: Ad te levavi/Magnificat VIII Toni di Lasso Super Flumina Babilonia/ Miserere, Christus Factus est,/ Adoremus te Christe Sicut Cerves e Tu Es Petrus.. Il coro della Cappella Sistina è uno dei più antichi e prestigiosi complessi corali del mondo. Fondato nel 1471 nei secoli ha tramandato l’immenso patrimonio di musica sacra nella Chiesa Cattolica ed è sempre stato il coro personale del Papa. In passato è stato diretto da don Lorenzo Perosi e poi da monsignor Bartolucci. Attualmente è diretto da don Palombella. Nato come coro polifonico sorse prima del trasferimento della Sede Papale ad Avignone (1309).La Basilica

Vaticana possedeva più cappelle musicali, fu un grande prestigio, ma in seguito decaddero in parte in fatiscenza. Nel 1378 con il rientro del Papa a Roma si costituì definitivamente un apparato musicale sacro. Il primo nucleo chiamato Cappella Sistina prese il nome da papa Sisto IV, comprendeva due istituzioni, la Cappella Musicale Pontificia Sistina in cui il canto a cappella. e anche il servizio liturgico e venivano cantate le funzioni popolari. Nel 1898 mons. Lorenzo Perosi ottenne da Papa Leone XIII il titolo di Direttore

timento. Infine l’8 agosto chiude il festival il violinista Giuseppe Gibboni, talento emergente del concertismo internazionale, giovanissimo vincitore del programma di RAI 1 “Prodigi” con un recital dedicato alle opere più significative e virtuosistiche del suo strumento. Gli ultimi tre concerti si terranno nel torrione grande della Fortezza e, gli spettatori che vorranno, potranno usufruire di una visita guidata del Castello prima perpetuo della Cappella Sistina. del concerto. Coronano il programma più Nel 1956 succedette il maestro Domenico Bartolucci e nel 19997 masterclass residenziali di perfemons. Giuseppe Liberto divenne zionamento e di alto livello che si terranno nelle magiche atmosfere il direttore del famoso coro. Continua il cartellone con il del centro storico. Il San Leo Festival è ormai virtuoso pianista armeno Hayk Melykian che il 18 luglio esegue un affermato evento musicale e musica armena e non solo, del no- culturale di assoluto prestigio il cui successo è possibile grazie vecento storico. Segue il 27 luglio l’Ensamble al sostegno e patrocinio offerti Strumentale Scaligero formato dalla Regione Emilia Romagna, dalle prime parti dell’Orchestra dai vari sponsor, dalla Camera di del Teatro alla Scala di Milano Commercio e grazie all’organizche eseguirà brani di Bartok, zazione della San Leo 2000 ed Stravinsky, Piazzolla in un ca- altri collaboratori. Paolo Montanari leidoscopio di emozioni e diver-


RIMINI

Giugno 2017

7

Del motociclo. 250 moto di 55 marche, dalla fine dell’800 agli anni ‘90 - “Se questi mezzi di ferro potessero parlare, sai quante cose avrebbero da dire...”, dice Tino Zaghini, con non velata emozione. Tra Rimini e Riccione, immerso nelle campagne di Coriano, si trova il Museo Nazionale del Motociclismo, che ospita più di 250 monumenti, tra motociclette, motocicli, sidecar e avveneristioci prototipi; alcuni risalenti alla fine dell’ ‘800. Così Zaghini racconta la storia: “Tutto inizia a metà anni ‘70, per iniziativa mia, di Germano Corvatta (prematuramen-

Museo di livello mondiale Dietro c’è la passione di tre amici: Tino Zaghini, Germano Corvatta e Pino Savoretti. Molti visitatori russi

CULTURA di Emanuele Foschi

te scomparso nel 2011) e Pino Savoretti. Era un periodo in cui il mercato offriva queste “trappole”. Ognuno comprava le proprie cose. Il tempo passava e le cose non ci stavano più in casa. Cosi decidemmo di unire le nostre collezioni. Per non tenerle solo per noi nel sottoscala. La passione poi ha fatto il resto”. La prima sede del Museo aprì nel dicembre del ‘93 sulla superstrada di San Marino, per poi spostarsi in via Casalecchio 58 nel 2005. Tra l’altro furono i primi ad aprire al pubblico, rendendo fruibile una collezione di 250

moto, divisa in tre collezioni, una per ognuno, avente uno specifico indirizzo, sia storico che tecnico. Per dirla con un gioco di parole, possiamo dire che applicarono il collettivismo al collezionismo. Il bacino d’utenza di cultori ed appassionati, ma anche di semplici curiosi, si è con il tempo ampliato, tanto da comprendere varie zone del mondo: Americhe, Asia, Australia e anche Russia. “Il visitatore russo è una fetta importante. Il loro mercato è in espansione, per ciò si interessano soprattutto alla tecnica, al made in Italy”. Iniziando il percorso all’interno dello stabile, si viene subito catapultati in un altro tempo, quando le moto venivano realizzate a mano, quando l’odore di vernice

e di benzina erano testimonianza di qualcosa di diverso rispetto ai giorni nostri. “Oggi le moto sono asettiche, troppo perfette. Sono qualcosa di freddo; tu sei comandato da una centralina. Vuoi mettere i borbottii irregolari nelle vecchie con quei suoni delle moderne che sembrano da sala operatoria?”. Il museo è bellissimo. Si parte con le pre-motociclette di metà Ottocento, la dresina, a tutti gli effetti antenata delle biciclette. Avanti nell’esplorazione, ci si imbatte nell’angolo “americano”. Harley Davidson, Indian, Anderson, sono solo alcuni dei famosi nomi che chiunque sogne-rebbe

di cavalcare almeno una volta nella vita, bruciando miglia sulle assolate e infinite autostrade amercane, come i protagonisti del famoso film “Easy rider”. Salite le scale sul sottopalco, due vere chicche: la Moto Guzzi, 500 cc., appartenuta al famoso pittore Antonio Ligabue, del ‘37. Fu scambiata dal possessore con un trattore dotato anch’esso di un motore Guzzi realizzato da un artigiano. Il baratto avvenne nei primi anni ‘90. Curiosa la motivazione che diede l’ex proprietario: voleva semplicemente qualcosa che gli piacesse. E poi la moto per le distanze appartenuta a Gino Bartali, le cui

caratteristiche la rendevano di spicco per le partecipazioni a corse nazionali, come il Motogiro. Ma il marchio piu pregistigioso, vero fiore all’occhiello dell’industria motociclica italiana sorta agli inizi del ‘900 è sicuramente la Frera, la cui collezione aggiunge un tocco di prestigio alla già cospicua serie di marche italiane. Nota per aver dato il suo meglio negli anni ‘20, probabilmente l’esemplare piu raro esposto è un modello del 1911, una moto da corsa del pilota Acerboni, tra le prime nate per correre. Come la moto Guzzi, che ha lanciato il primo modello, la nor-

male, nel ‘22, 4 valvole, affidabile, veloce e all’avanguardia. O come la Benelli, meccanicamente straordinaria, a cui venivano dati nomi evocativi che dovevano dire qualcosa, per stuzzicare l’immaginazione. E ancora Mondial, MotoBi, MV Augusta, Aermacchi, oltre alla Rumi, più di altre un’infarinatura di moto del dopoguerra, molto importante a livello turistico e sportivo. Spazio anche al settore mezzi commerciali: motocarri, trattori, cicli da spazzino, di un settore collezionistico non trascurato. Fa bella mostra di sé un mulo meccanico degli anni ‘60, prodotto in 200 esemplari, a trazione totale posteriore ed anteriore e forcella mono-braccio che faceva da trazione; prerogative meccaniche di prim’ ordine. L’ultima ala esterna del museo, la “stalla”, è quella che più rende meglio la concezione di normalità. Perché qui sono conservate le, per dirla con un neologismo felliniano, moto “amarcord”: “Quando siamo partiti con il collezionare sceglievamo moto sempre vecchie, antiche. Dando vita all’iniziativa abbiamo compensato anche con moto comuni del dopo-guerra, non per fare le corse ma, appunto, le moto amarcord. E sono tutte qui.” Tino Zaghini, Pino Savoretti e Germano Corvatta, hanno costruito una magia.



RIMINI

Giugno 2017

9

4. Personaggi e luoghi della Divina Commedia che raccontano il nostro territorio - Scorrendo in qua e in là la Divina Commedia si incontrano figure umane a cui Dante ha dato una vita nuova o una vera e propria immortalità. Di Ulisse e dei suoi compagni si è inventato, con un capolavoro di poesia nel capolavoro, la loro fine: hanno immolato la loro vita per la ricerca della conoscenza. Cosa ne sarebbe stato di Pier della Vigna se non fosse stato celebrato dalla poesia di Dante? Probabilmente il fedele consigliere di Federico II: poco più di un oscuro burocrate al servizio del suo re. Cosa ne sarebbe stato di Farinata degli Uberti? Sarebbe passato come il capo ghibellino di Firenze verso la meta del secolo XIII. E il conte Ugolino? Un traditore della patria. Ma la lirica sublime di Dante li ha fatti rivivere esternando le loro passioni, i loro dolori e talvolta i rimpianti di una esistenza crudele o viziata da errori. La Divina Commedia ha ridato loro notorietà immortale, creando dei personaggi rimodellati e rivestiti di nuova vitalità che ancora ci appassionano e ci fanno discutere. Probabilmente non arriveremo mai a conoscerli fino in fondo essendo figli del Medioevo. Troppi secoli sono passati per affiancare i nostri modi di pensare e la nostra vita alla loro. Se intendiamo avvicinarli, sta a noi fare il primo passo verso il loro mondo e non il contrario. La creazione del personaggio è più che mai evidente in Francesca da Rimini, protagonista col suo cognato e amante Paolo Malatesta, di una storia di adulterio e di tradimento che le due famiglie hanno cercato di far passare inosservata. Tutti i cronisti dell’epoca si sono ben guardati di pubblicare qualcosa per timore dei potenti signori. Anche allora era diffusa quella servile adulazione dei cronisti ai potenti signori che si è tramandata fino a noi. Era d’uso all’epoca non mettere in piazza gli affari privati dei nobili. Il solo Dante ne ha riportato di quell’episodio che lo ha

Francesca da Rimini, creazione del personaggio Quarto episodio della Divina commedia romagnola. Viene raccontata tenendo lontano la noia

Francesca da Rimini in un dipinto

CULTURA di Glauco Selva* sconvolto: un fatto di cronaca nera di cui se ne parlò e se ne riparlerà ancora nelle corti e tra la gente. Di Francesca non esistono grandi tracce nei documenti riminesi dell’epoca. Sappiamo che era una donna bellissima, figlia di Guido di Lamberto della nobile famiglia ravennate dei Da Polenta, sappiamo che fu moglie di Giovanni Malatesta, lo sciancato o il ciotto da cui deriva il nomignolo Gianciotto, al quale diede la figlia Concordia. Le fonti documentali sono scarne e derivano quasi unicamente dal testamento di suo suocero Malatesta da Verucchio, nominato il “Mastin Vecchio” da Dante, nel quale conferisce alla nipote Concordia una eredità di cento lire di Ravenna avuta come dote da Francesca da Polenta: “...la dote della fu Francesca già moglie del fu Giovanni... e madre di Concordia.” Questa è l’unica fonte di documenti di Francesca. Se avessimo saputo solo questo non sarebbe trapelato nulla di interessante, sarebbe stato uno dei tanti matrimoni tra casate nobiliari,

per mero interesse reciproco sia economico che politico, di cui è piena la storia fino ai giorni nostri. Dunque il silenzio che avrebbe dovuto velare la vicenda di Francesca è stato rumorosamente cancellato dal quel famosissimo quinto canto dell’Inferno che parla dei lussuriosi, “...i peccatori carnali che la ragion sommettono al talento”. Grazie alla poesia di Dante, la vicenda di Francesca è diventata un mito inossidabile. Per cinque secoli, nonostante i silenzi voluti dalle rispettive famiglie, la storia tragica degli amanti continuò a circolare sia tra gli eruditi italiani che nel novero popolare e locale, soprattutto nel borgo di Gradara. Molti castelli dei Malatesta si sono arrogati la paternità del delitto e i gradaresi sapevano che era affar loro. Purtroppo all’epoca del delitto Gradara era un borgo il cui castello non era ancora agibile e venne completato da Pandolfo, fratellastro di Gianciotto e di Paolo, una quindi-

cina di anni dopo il fatto di sangue. L’ipotesi più probabile suffragata dal Boccaccio, dai figli di Dante e dai commentatori dell’epoca, è che la vicenda delittuosa si sia compiuta nei palazzi di Rimini che sarebbero poi divenuti il Castel Sismondo per opera di Sigismondo Malatesta. Sarà verso la fine del XVIII secolo, poco dopo la Rivoluzione francese, che la vicenda di Francesca riprenderà vigore ad opera del poeta giacobino Francesco Gianni. Egli dedicò la propria poesia su Francesca ad una gentildonna presente in un salotto buono di Siena. La dama apprezzò e da questo momento l’antico fatto di sangue e di passione riprese quel lungo cammino che lo ha portato ad essere conosciuto in tutto il mondo e a rimanere vivo fino a noi. “Amor condusse noi ad una morte”, l’amore travagliato e tragico dei due protagonisti non poteva passare inosservato al movimento culturale romantico, che si contrapponeva al superato razionalismo illu-

ministico. Il romanticismo porta ad una sostanziale rivalutazione della sensibilità e del gusto, valorizzava al massimo l’immaginazione, la libertà creativa, le passioni sentimentali, le emozioni con atteggiamenti passanti tra il contemplativo, il malinconico e il drammatico o tra l’epico ed il titanico. L’uccisione dei due amanti per la gelosia di un marito tradito aveva in sé tutti gli elementi per divenire una leggenda popolare, ma anche le caratteristiche per essere vista come un ulteriore espressione dell’antico ed eterno mito greco di “Amore e morte”. I due personaggi colpirono profondamente l’immaginario culturale dell’epoca che si appropriò di essi talvolta travisando la loro storia e arricchendola di aspetti nuovi ed azioni che non sempre rispondevano alla realtà dei fatti. Essi non furono più visti, secondo la morale medioevale, come due peccatori lussuriosi degni della dannazione eterna e del silenzio riparatore, ma piuttosto come il simbolo di quell’amore da esternare, così forte e fedele che trascende la morte e continua a vivere nonostante essa. In fin dei conti a chi non piace partecipare o immedesimarsi in una cosa immortale? Lo scorrere del tempo ha portato la vicenda ad una rivisitazione, una nuova vitalità. L’immagine che abbiamo di

Francesca è in qualche modo riproposta da questi canoni romantici; ne troviamo fonti in ogni espressione culturale: Francesca è diventata una musa ispiratrice delle arti. Nell’arco di un secolo, l’Ottocento, furono esaltati della loro vicenda sia gli aspetti passionali che l’amore eterno. Abbiamo così una immagine rivitalizzata e rigenerata da quei valori che in passato le erano mancati: una Francesca passionale! Così nella musica troviamo col titolo di “Francesca da Rimini” tra gli altri: una composizione di Saverio Mercadante, un poema sinfonico di Petr Iliic Ciajkovskij, un balletto di Sergej Rachmaninov, un opera lirica di Riccardo Zandonai, su libretto di Tito Ricordi, tratta dal dramma omonimo di Gabriele D’Annunzio. Il detto dramma andò in scena al teatro Costanzi di Roma con protagonista la celeberrima Eleonora Duse, amante di d’Annunzio, e a Parigi andò in scena come protagonista dalla attrice assoluta dell’epoca: Sarah Bernhardt. In letteratura si conta anche il dramma di Silvio Pellico che pone addirittura una improbabile coniugazione tra la passione della vicenda con la propria aspirazione irredentista volta alla libertà e ad una patria indipendente. Nelle arti figurative tra i tantissimi ecco il preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, le celebri illustrazioni di Paul Gustave Dorè, Jean Auguste Ingrès, Auguste Rodin fino a Gaetano Previati. Oltre all’ispirazione artistica che Francesca ha provocato nella mente dei tanti artitsi, risulta un’altra rivisitazione del personaggio ancora più vicina nel tempo che ne ha fatto un motivo di marketing turistico locale. Cosa ne sarebbe stato senza il quinto canto dell’Inferno? *Da più di 20 anni studia la Divina Commedia


10

Giugno 2017

IDEE

Nell’ultimo ventennio una caterva di leggi elettorali. Cosa non funziona? - “O patria mia, vedo le mura e gli archi / e le colonne e i simulacri e l’erme / torri degli avi nostri, / ma la gloria non vedo, / non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi / i nostri padri antichi. Or fatta inerme, / nuda la fronte e nudo il petto mostri. / Oimè quante ferite, / che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, / formosissima donna! Io chiedo al cielo / e al mondo: dite dite: / chi la ridusse a tale? […]” Sconforto, delusione… e che altro se no? Sono questi i sentimenti che mi hanno spinto a ricercare i versi della celebre canzone “All’Italia” che Giacomo Leopardi – di cui quest’anno ricorre il 18° decennale della morte (14 giugno 1837) – ha

CULTURA di Teresio Spadoni scritto quasi due secoli fa (settembre 1818). Avrei certamente preferito discettare sui pro e sui contro della proposta di legge elettorale, folgorato anch’io dall’illusione che un così ampio accordo – l’ottanta per cento circa dei parlamentari, i quattro partiti maggiori – potesse produrre una legge quantomeno riconosciuta, tale da non essere più in balìa della maggioranza di turno. Va detto che una norma non è necessariamente buona perché mette d’accordo l’ottanta per cento della rappresentanza politica – e il progetto di pecche ne presentava numerose -, ma è certo che una maggioranza simile ha il dovere di produrla. Prima della debacle la speranza era che quell’ottanta per

Legge elettorale e dintorni Il Paese avrebbe bisogno di un po’ di tensione morale e etica della responsabilità...

cento di parlamentari, nominati dalle segreterie dei partiti e proposti per il voto ai cittadini nel 2013, avesse agito secondo scienza e coscienza perché, se a metterli d’accordo era la sola volontà di andare al voto – “qualunque legge purché si vada a votare” come da tempo va dicendo Matteo Salvini, – la demolizione di quel che resta del Paese avrebbe compiuto un passo avanti gigantesco. Sconforto e delusione, dunque! Per la possibilità mancata di dare all’Italia – finalmente! – una legge elettorale riconosciuta; una riforma in grado di consentirle di confrontarsi con le altre grandi nazioni con quell’affidabilità che solo la stabilità istituzionale può garantire. Il giovane Giacomo è al cielo e al mondo che chiedeva di sapere chi aveva ridotto la sua Patria in quel modo. Io più sommessamente mi chiedo chi, ancora una volta, ha infilato l’Italia in un “cul-de-sac”. Uscendo dalla riflessione su una legge ormai di là da venire, osservo che non esiste accordo che possa reg-

MADE IN ITALY - SMADE IN ITALY

gere se non è sostenuto dall’etica della responsabilità; e in questo Paese il rispetto istituzionale ha raggiunto un livello davvero infimo. Politici e giornalisti (sempre con le dovute eccezioni, ovviamente), che con il loro lessico dovrebbero contribuire allo sviluppo dell’italica cultura e al radicamento di sani principi morali, paiono sempre più usi all’arte del dissacrare e dello svilire. Com’è possibile comprendere il valore di un provvedimento importantissimo qual è una legge elettorale quando vien fatto oggetto di derisione ancor prima che veda la luce, col preciso scopo - attraverso la canzonatura di degradare il proponente agli occhi del cittadino elettore? Il nomignolo, che era per lo più usato dai bambini - soprattutto da quelli più vili e invidiosi - per deridere i loro coetanei, era redarguito dai genitori.

Nel corso dell’ultimo ventennio alle varie proposte che si sono succedute sono stati dati i nomi di Mattarellum, Porcellum, Democratellum, Italicum, Legalicum, Consultellum...; il Germanichellum, il Rosatellum, il Fianellum e l’Inciucellum di Alfano sono solo gli ultimi arrivati. Siccome trattasi di una legge importantissima per uno Stato democratico, io credo che un po’ di contegno andrebbe messo; un po’ più di serietà istituzionale non guasterebbe. Non si rubi il mestiere a chi fa satira; è loro il ruolo del dissacratore. Ordunque, perché invece di manifestare avversione verso certi linguaggi li si enfatizza? Cui prodest? Se chiamiamo politici ed esperti a discutere di bullismo giovanile tutti sanno trovare argomenti di condanna, ma mai ho sentito qualcuno prendere parte contro quello che è

diventato vero e proprio bullismo istituzionale. Forse che spetta ai marziani preservare le nostre Istituzioni? Durante il comizio di chiusura della campagna elettorale per il sindaco di Genova, per raccontare quanto accaduto in Parlamento, Grillo non ha mancato di esprimersi col solito modo maleducato, irriverente e scurrile. Ma evidentemente il problema del linguaggio usato non è mai stato tale per Grillo che a ogni comizio continua a vestire i panni dello showman incurante del dispregio che manifesta per una parola di alto valore quale è Politica. Ora l’accordo tra i quattro partiti è saltato e Renzi ha detto che la legge deve tornare in Commissione. Delusione? Calcolo politico dovuto alle concomitanti elezioni amministrative? Di certo non si può non rilevare l’impegno che il PD ha messo per arrivare quell’accordo, ma i suoi detrattori, ovviamente, propendono per la tesi del calcolo politico. E allora: elezioni subito come dicono Grillo e Salvini? È possibile. Una legge elettorale ce l’abbiamo, ma è un proporzionale puro quello uscito dalla sentenza della Corte costituzionale; e dunque, chi le propone è certo di possedere un progetto serio per governare il Paese, una proposta intorno alla quale costruire un’alleanza nel caso si trovi ad essere il partito di

maggioranza relativa? Il marziano di cui sopra sono sicuro sarebbe molto perplesso, perché per veder risolto il marasma che ci attornia dovrebbe contare solo sui quaranta giorni della campagna elettorale! Si fa presto dire andiamo a votare; ma per che cosa? Se non si ha un progetto chiaro da proporre, affidarsi anticipatamente al corpo elettorale non serve a nulla. La sensazione netta che se ne ha è che quando gli eletti non sanno che pesci pigliare si rivolgono agli elettori confidando che sproloquiare all’indirizzo degli avversari gli basti per guadagnare la maggioranza. Considerazione un po’ scarsa del cittadino elettore, mi pare! Scriveva Luigi Einaudi nel 1945: “A varî segni noi siamo tratti ad affermare che quella, se è la major pars (la maggioranza) non è la sanior pars (la parte sana), che i meliores (i migliori) sono rimasti tra i meno ed i pejores (i peggiori) hanno dominato i più ed hanno parlato come se fossero la voce di tutti. Accade ciò perché tra i più sono numerosi gli ignari, i quali non hanno alcuna attitudine a giudicare dei grandi problemi della cosa pubblica; od i poltroni, pronti ad usare del potere di coazione dello stato per vivere a spese di coloro i quali lavorano; o gli egoisti individuali, repugnanti a sacrificare il momen-

to che fugge alle ragioni dell’avvenire; od i procaccianti, larghi promettitori alle folle di prossimi avventi del paradiso in terra? Chi non sa la difficoltà del mantenere, largamente promette e procaccia a sé il facile suffragio delle maggioranze.”


Giugno 2017

11

Alessandro Bondi, professore di Diritto penale ad Urbino racconta il suo ‘incontro’ con la Piazza; vi collabora da anni - Credenziali? poche. Legittimità? ancor meno. Come opinionista della Piazza, sopportato con inspiegabile affetto scrivendo di criminalità e politica, sono in palese conflitto d’interessi nel festeggiare la testata. Sarebbe un errore imperdonabile, perché su questo giornale ai conflitti d’interesse si fa ancora caso. Semmai potrei scrivere del ‘perché’ guardo con timore la scadenza del mese, sequestro la domenica e mi arrabatto tra i documenti dell’antimafia, nel tentativo di scrivere qualcosa di utile su un giornale che impera informando i territori dei Malatesta e dei Montefeltro. Ma, per quanto indulgente con me stesso, non vedo nelle mie domeniche un pubblico interesse. Inno. L’unica legittimità che mi rimane per intervenire nei festeggiamenti è quella del lettore di antica data che, quando non insegna o s’impiccia di amministrazione, viaggia e vive all’estero e, all’estero, gli capita di dover spiegare l’Italia in un’aula universitaria o in una birreria per astemi. Insomma, nel ruolo del lettore interessato, mi rimane ancora la sensazione di essermi “imbucato” in una festa senza invito, ma trovo una ragione da condividere. Prima degli altri. Se mi capita di “spiegare” l’Italia è perché l’Italia interessa. Non tanto col timore del concorrente, ma con la curiosità

6.

Piazza, legami col territorio e radici

- Quest’anno la Piazza

Alessandro Bondi

compie 20 anni. Mese dopo mese, per tutto il 2017, ospiteremo interventi e riflessioni di personaggi con i quali si percorre la strada della vita insieme. L’INTERVENTO di Alessandro Bondi* del vicino si chiede cosa e perché succede in Italia quel che poi succederà altrove. Anche perché, in Italia, tutto succede prima e succede di più, rispetto a un’Europa che guarda alla latinità con sospetto economico e simpatia turistica. In trasferta. Buona norma vorrebbe che, per spiegare, bisognerebbe prima conoscere e capire. Eppure basta poco per perdere il filo del romanzo italiano: sempre in bilico tra novità e ripetizione, con l’inno di Mameli in sottofondo e la rabbia delle occasioni perse di fronte. In breve: non è più un affare personale selezionare buone letture a casa, per giocare con dignità anche fuori casa: ne va del patriottico furore dell’italiano in trasferta.

La partita. Il fischio d’inizio di Europa-Italia avvia un confronto che si ripete quasi sempre uguale. Se all’oriente dell’Europa succede di tutto – e non ci si accorge di niente – di quel che succede in Italia si sa, si parla, si chiede. Il mondo ancora s’inchina di fronte alla struggente bellez-

za italiana e alla sua creativa individualità. Ma, rispetto al passato, ai soliti inciampi politici e criminali italiani una parte di mondo non è più indifferente. Insomma, il finale di partita è diverso perché, almeno per l’Europa, gli inciampi italiani sono diventati anche cosa sua. La stabilità

politica, finanziaria, sociale italiana è ormai affare dei 28 Paesi dell’Unione europea come dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa: lo dice la geografia, la storia, la politica, l’economia; lo dicono i trattati, lo dice il mezzo secolo senza guerre: una rarità per l’Europa. Un esempio per tutti. Quando, sui giornali, l’Italia urla che dei migranti non interessa niente a nessuno finché sono in casa altrui: ha ragione. Ma quando, nelle chiuse stanze dell’Europa, l’Italia bisbiglia di non guardare troppo al nostro debito pubblico, al tasso di evasione fiscale, alla corruzione amministrativa, al parassitismo politico, all’inefficienza giudiziaria, al controllo criminale del territorio, all’incapacità d’investire e di utilizzare i fondi europei, in molti – anche all’estero – si chiedono se l’Italia non fa oggi quel che la Turchia ha fatto ieri, la Libia l’altro ieri, l’Egitto domani: utilizzare i migranti come merce di scambio, anziché

proporre progetti concreti e politiche responsabili a governi europei non certo in odore di santità. Globale-locale. Per questo c’è sempre più bisogno di capire, individuando la notizia affogata nel mare della chiacchiera social, nella rete sempre connessa di persone nascoste dal virtuale. Difatti, internazionale, nazionale, locale non hanno molto senso in un mondo globale. Le distinzioni possono trovare nicchie di mercato, ma non aiutano a capire e a provare emozioni. E di entrambe c’è bisogno. Finale. Se quando leggo non perdo il mondo, bensì trovo il mondo nei legami col territorio, trovo anche le radici cui mi posso aggrappare quando i rami toccano un cielo che non è più solo italiano. Il che mi sembra una ragione valida per continuare a leggere la Piazza e a smettere di scriverci. Auguri Piazza, auguri Giovanni Cioria ed Enzo Cecchini detto Cecco. Grazie per il vostro impegno. *Professore, cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino

Volontarimini cerca nuovi amici degli animali a Montefiore - Trentotto nuovi amici consapevoli dei cani e dei gatti abitano a Montefiore Conca. Sono i bambini delle classi 1a, 2a e 4a della scuola elementare di Montefiore che hanno partecipato al progetto “Sei un amico, non ti abbandonerò”, promosso dall’associazione Arcabaleno in collaborazione con Abbaiocamp e con il patrocinio del Comune di Montefiore Conca e in collaborazione con Volontarimini. Il progetto, in forma laboratoriale, ha inteso migliorare da parte dei bambini la conoscenza degli animali domestici, sensibilizzare sul tema dell’abbandono e promuovere un rapporto di scambio positivo e fiducia tra cittadini e territorio. Gli studenti sono stati premiati martedì 6 giugno, con la consegna dei diplomi di

Concluso il progetto “Sei un amico, non ti abbandonerò” con Arcabaleno e Abbaiocamp “Amico consapevole degli animali” dalle mani del sindaco di Montefiore Conca Wally Cipriani e alla presenza della dirigente scolastica. “Gli alunni si sono mostrati interessati, hanno apprezzato la visita al canile e la nostra presenza in aula. Solitamente siamo noi a proporci alle scuole, mentre questa volta sono state proprio le insegnanti a contattarci, mostrando grande sensibilità per queste tematiche”, racconta Carlo Morigi, presidente di Arcabaleno. I bambini, come sempre, sanno stupire con il loro entusia-

Oltre alla consegna dei diplomi la festa ha previsto il taglio e l’assaggio di una torta e la lettura di alcuni componimenti dei bimbi, che saranno successivamente raccolti in una piccola pubblica-

Il manifesto smo. Scrivono, ad esempio, dopo l’incontro con la cagnolina Milù: “È stata un’esperienza irripetibile! Non vedo l’ora che ritornino! Mi sono sentita molto bene, è stato emozionante e divertente”, e ancora: “Mi sono divertito tanto e ho preso confidenza: questa volta non ho avuto timore e l’ho

accarezzata anche io! Milù è una cagnetta davvero fantastica”. Anche la visita al canile non li ha lasciati indifferenti: “Sono molto emozionata perché non vedevo l’ora di conoscere nuovi cani e penso che vorrei adottare un cane e lavorare al canile!”.

volontarimivolantrimini.it

zione. Conclude Carlo Morigi: “Desideriamo ringraziare il sindaco di Montefiore Conca che ha subito accolto il nostro invito mostrando massimo interesse all’iniziativa didattica, patrocinandola sin dal suo nascere. Vogliamo altresì ringraziare i professionisti veterinari ed etologi, che gratuitamente hanno data scientificità al progetto, qualificandolo con le loro consulenze e, in particolare, tutte le maestranze del Canile intercomunale di Riccione e i volontari dell’associazione ‘E l’uomo incontrò il cane K. Lorenz’, che con la loro squisita ospitalità hanno donato ai piccoli alunni in visita al canile una straordinaria e indimenticabile giornata di lezione all’aria aperta, tra tanti meravigliosi amici animali”.


12

Giugno 2017

RICCIONE

Con lo spirito dell’adolescente, Gilberto Mussoni è stato in 180 nazioni, parla 8 lingue. Transiberiana fatta in inverno con mille euro ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

“Sono uno zingaro del viaggio” Gilberto Mussoni, 78 anni

TOSI - ELEZIONI-BICICLETA-RICETTE Rosa shocking - Leggiamo: “Vescovi-Tosi, duello rosa”. Cosa faranno gli elettori della lista civica di Conti e del M5S di Delbianco? Nella calda domenica del 25 giugno i pochi che andranno a votare probabilmente sceglieranno l’usato sicuro... Abuso edilizio - Leggiamo: “Casa Tosi, indagine su un abuso edilizio. Un tetto più alto di alcuni centimetri e una finestra che diventa una porta per lavori del 2000”. Renata: ‘Strana tempistica, ma non mi spavento’. Insomma, la Tosi dice che è solo un abusino... Bicicletta - Leggiamo: “Conti-Vescovi la corsa al voto in bicicletta. Stesso giorno due iniziative uguali”. Chi diventerà sindaco ne avrà da pedalare... Tosi irae - Leggiamo: “L’ira della Tosi: ‘Parlano di avvisi di garanzia e amanti, su di me spazzatura’”. Tranquilla Renata, è solo invidia. O no?... Palazzo congressi - Leggiamo: “Palazzo dei congressi: fatturato in crescita, ma bilancio in perdita”. Chiamate un idraulico! C’è un tubo rotto... Scesa in campo - Leggiamo: “Greta Testa, 21 anni: ‘Scendo in campo per i giovani’ con Forza Italia”. E chi se ne frega!... Don Franco - Leggiamo: “Strise blu vicino la chiesa. La denuncia di don Franco: ‘Non verrà più nessuno a messa’”. I cattolici riccionesi hanno una fede molto labile. La perdono per due euro?... Confronto tra candidati - Leggiamo: “Confronto tra candidati: il riscatto di Delbianco e Tosi. Conti sottotono. Vescovi si fa male sul Trc”. Si sono ‘menati’, la gente si è divertita. Bene, bravi, bis!... Ricette - Leggiamo: “Priorità turistiche di Riccione: le ricette dei cinque candidati”. Già diventati dottori che rilasciano ricette?... Sosta a pagamento - Leggiamo: “Sosta a pagamento: tutte le nuove vie porteranno ad un salasso di 2 milioni di euro”. Strisce blu? No, rosso sangue... Truffatori - Leggiamo: “Vendono cellulari ma sono mattoni. Denunciati truffatori”. Avete verificato che non siano tra i candidati alle elezioni?...

PERSONE

- Non parla che otto lingue: inglese, francese, spagnolo, portoghese, russo, greco, serbo-croato. Ha visitato 180 nazioni quasi sempre da solo perché gli altri lo condizionano. E’ stato 20 volte ad Istanbul, una delle mète del cuore. Ha casa ad Ascoli Piceno. “E’ una delle città più belle del mondo; c’è cultura; si mangia bene; si raggiunge in poco tempo”. Ha fatto la Transiberiana lo scorso inverno con quattro soldi (mille euro); normalmente gli occidentali si cimentano d’estate, già incartati. Gilberto Mussoni è un riccionese da esportazione. Anzi un italiano da export. Presenza elegante dal portamento austero, per puro divertimento, fa cose con un tocco adolescenziale. Una volta è ad Istanbul in un alberghetto. Va nell’hotel più stellato della città. In giardino c’è una festa da mille stelle. Una fanciulla russa si sposa. Servizio d’ordine da capo di stato, il riccionese con una serie di piccole “bugie” entra in giardino vestito fuori parte. Saluta tutti, compreso il babbo della sposa. Viene scoperto e con leggerezza si congeda dalla festa miliardaria, lasciando anche un suo pensiero sul librone degli ospiti. “Uno si chiede perché faccio queste cose? Per misurarmi con me

stesso. E’ una sfida. Mi diverto e non smarrisco mai l’educazione ed il rispetto per gli altri”. Sposato tre figli (due lavorano all’Onu, la terza nello storico negozio di famiglia di vestiti per bambini). La vita di Gilberto Mussoni è fuori dal comune. Inizia a fare il gitano da piccolissimo, grazie al fatto che il babbo è ferroviere e può viaggiare gratis. A 15 anni insieme al fratello gemello aveva già gà arato l’Italia in treno. “I soldi non c’erano, ma a noi bastava un panino e i gradi-

ni di una piazza per essere felici. C’era la curiosità, la voglia di vedere, di entrare nelle anime della città. Per me il viaggio è sempre stato una crescita culturale che significa libertà. Il viaggio ti dà un quadro di esperienze uniche. Sussulti umani e culturali che ti aprono la mente. In genere le persone diventano i posti che vivono”. Nelle vacanze scolastiche lavora al “Vittoria”, uno degli alberghi più importanti di Ric-

cione, allora della famiglia D’Orazio. Finito ragioneria, trova impiego in banca. Troppa noia per il suo carattere. Dopo 13 anni, si licenzia, da allora ogni 10 anni un nuovo lavoro: consulente finanziario, consulunte immobiliare in Spagna, gestsione di un villaggio turistico. Un’avventura imprenditoriale con la “Vedette” (materiale sportivo). I tre soci arrivano a 8 miliardi di lire di fatturato. Da qui alla Puma, responsbile di prodotto e comunicazione. Sarà Mussoni ad ingaggiare il portiere della Juve Gigi Buffon. Racconda: “Dai tedeschi ho imparato la serietà da unire alla nostra fantasia che è rispetto per il cliente e l’avere occhio. In Germania, paradossalmente, si lavora meno che da noi perché meglio organizzati. Alla preparazione tecnica, Mussoni ha innestato letture umanistiche e filosofiche. Roma città del cuore, pensa che la civiltà Mediterranea sia il massimo al mondo. Gli piace la Grecia di campagna. Dice: “C’è umiltà e umanità. Ritrovi i valori autentici della vita. Purtroppo l’Occidente ha messo il denaro al di sopra di tutto. Gilberto Mussoni sa dormire per terra e scivolare nei 5 stelle: sempre viaggiando con lo spirito dello zingaro.

COMUNITA’

Sette Nani, pranzo primaverile per aiutare “Io Centro”

Davide Ugolini (a sinistra) con un amico, nella spedizione in Alaska

La consegna dell’assegno - Domenica 14 maggio, in occasione del tradizionale pranzo primaverile degli associati, il Parco del Buon Vicinato “Sette Nani” di Riccione Fontanelle ha donato un assegno del valore di millecinquecento euro all’Associazione di Promozione

Sociale “IO CENTRO” di Misano Adriatico. La generosa donazione contribuirà a finanziare le attività e le iniziative dell’Associazione che lavora in co-progettazione con l’ente pubblico al fine di promuo-

vere percorsi per favorire autonomie personali e sociali di giovani che versano in condizioni di disabilità. Un valido esempio di come una piccola realtà locale può diventare promotrice di un prezioso intervento a favore dei più deboli.


RICCIONE

Giugno 2017

13

Il 25 giugno ballottaggio. Ora il gioco passa alle alleanze e all’incognita astensionismo

Sindaco, duello Tosi-Vescovi UOMINI

- Sabrina Vescovi e Renata Tosi vanno al ballottaggio il prossimo 25 giugno. Ovvero, la classicità politica che si prende la rivincita: centro-sinistra vis centro-destra, direbbero i latini. Il primo partito della città però è quello dell’astensioniLA POLITICA smo con quasi il 40 per cento; quando non ci si interessa della cosa pubblica saranno poi gli altri a farlo per te. E sappiamo poi che cosa succede. Forse più che la Tosi, l’elettorato ha premiato i simboli del centro-destra: Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia. Qualcuno afferma che voltare le spalle alle urne non è proprio disdicevole; vota un’élite che ha le idee più chiare. Si veda la Svizzera. Solo che là ci sono gli svizzeri; che se è vero che mondo è paese, a quelle latitudini sono più mondo e più paese. Al ballottaggio sarà una corsa all’ultima stretta di mani. Carlo Conti è stata una sorpresa positiva. Il candidato a sindaco della lista coordinata da quella testa intelligente, di-

Sindaci dal dopoguerra ad oggi

2.522 voti (15,02%)

2.301 voti (13,70%)

I cinque candidati a sindaco Da sinistra: Carlo Conti (centro-destra), Andrea Delbianco (M5S), Morena Ripa (Fare, centro-destra), Renata Tosi (centro-destra) e Sabrina Vescovi (centro-sinistra)

6.112 voti (36,41%)

Elettori

28.673 Ha votato il 61,78 (votò il 71,15)

5.683 voti (33,85%) sponibile e fortunata di Sergio Pizzolante, già socialista, già Forza Italia, oggi parlamentare con Angelino Alfano, ha messo nella sua cascina una caterva di suffragi. Il figlio del campione di calcio, Paolo, ha condotto una campagna elettorale garbata e attenta. Da signori. E’ così che si dovrebbe agire. Ora Pizzolante andrà a contrattare il

Sfilata a Gabicce Monte

- Tim Schenken, Patrick Tambay, Emanuele Pirro, Nanni Galli, Howden Ganley, David Piper, Mike Wilds, Richard Attwood, Claude Le Guézec, Jo Vonlanthen, Hans Hermann, Jo Ramirez, Mario Theissen, Hans Stuck. I grandi campioni delle autori ospiti del Rotary Club Riccione-Cattolica lo scorso giugno. Il primo giugno ospiti della Toro Rosso di Faenza. Alla sera, l’Hospitality dinner Rotary nella cornice di un antico mulino, presente il Presidente di Riccione/ Cattolica, avv. Pullé, il Presidente di Pesaro, il prossimo Governatore ed il Prefetto. Il 2 giugno, le giornate delle cartelle, o carrioli o casse di sapone, che sono i tanti nomi che vengono attribuiti ad un telaio con 4 ruote, freni, ma privo di motore per correre in discesa. Il 3 giugno. Giorno di ar-

167 voti (0,99%)

F1 storiche in sfilata SPORT E COSTUME rivo delle F.1 storiche e delle cena di gala Maserati all’Eden Rock. Il 4 giugno è dedicato alle monoposto storiche, che, partite alle ore 10 da Gabicce Monte, verso Gabicce Mare, hanno un allineamento da griglia di partenza di un vero Gran Premio e un via molto scenografico perché sorvolate da 3 Yak della II° guerra mondiale, in acrobazia e con fumogeni.

Un pubblico enorme, assiepato ai lati delle strade, ha fatto da cornice ad ogni passaggio delle monoposto. Vi erano: Cooper Bristol, Cooper BRM 12 cilindri, Monaci bimotore, ELVA, Taraschi, Bandini, De Sanctis, March, Centrosud, Lotus, e una magnifica Alfa Romeo 1750 Zagato del 1929, in edizione corsa, mai restaurata, che dava un tocco di originalità con il suo sapore particolare delle auto da Gran Premio anteguerra. Il pranzo finale, premiazione e commiato si è svolto nuovamente all’Eden Rock. L’Adriatic Veteran Cars Club di Riccione, con “Gabicce Grand Prix Retrò”, ha centrato tutti gli obiettivi alla sua prima edizione.

suo pacchetto elettorale. E’ probabile che starà con la Vescovi. A meno che la Tosi non rilanci. Pizzolante sorride ed aspetta. Qualche anima candida dice: “I nostri voti a nessuno”. Ma è anima bella. Lo sconfitto vero, per antonomasia, è Andrea Delbianco, l’alfiere di Grillo. Si pensava che l’ex grillina Ripa potesse sottrargli consenso, invece non è affatto stato così. Non ha preso neppure i voti dei familiari, inteso come lista.

- Ecco tutti i sindaci del dopoguerra. 1946-1951 Gianni Quondamatteo (Pci) 1951-1956 Nicola Casali (Pci) 1956-1960 Tommaso Della Rosa (Pci) 1960-1964 Giovanni Petrucciani (Pci) 1964-1970 Biagio Cenni (Pci) 1970-1975 Biagio Cenni (Pci) 1975-1980 Terzo Pierani (Pci) 1980-1985 Terzo Pierani (Pci) 1985-1990 Terzo Pierani (Pci) 1990-1995 Terzo Pierani (Pci) (Nel 1991 gli subentra, senza elezioni, Massimo Masini) 1995-1999 Massimo Masini (Pds) 1999-2004 Daniele Imola (Ds) 2004-2009 Daniele Imolia (Ds) 2009-2014 Massimo Pironi (Pdi) 2014-2017 Renata Tosi (Centro-destra)


14

Giugno 2017

AZIENDE INFORMANO

Inaugurazione della nuova sede il 24 giugno. Tutti invitati. Azienda nata nel 2002

Ceccaroli, si ricominicia dalla zona artigianale di Riccione - Sembra la hall di un albergo: pavimenti bianchi, grandi vetrate che fanno entrare il cielo. In un angolo un giardino interno. Poi alcune postazioni di lavoro su pedane di plastica nere. L’ordine da lavoro regna, ovunque. Così si presenta la nuova officina dell’Elettromeccanica Fratelli Ceccaroli. Dietro la passione, la professionalità ed il lavoro di Stefano, 45 anni e Daniele 36. Si trova, seppure dallo scorso maggio, nella zona artigianale di Riccione, nei pressi del Centro Jimmy Monaco. Prima ave-

va sede sulla Circonvallazione, sempre a Riccione. Raccontano Stefano e Daniele: “I nostri risultati sono stati raggiunti grazie alla nostra squadra, grazie ai nostri clienti, grazie al nostro territorio. Questo è il terreno fertile che ci ha permesso di crescere in questi anni. Senza questi protagonisti sociali non ci saremmo neppure noi, oppure saremmo diversi”. Elettromeccanica Fratelli Ceccaroli nasce nel 2002 a Riccione sulla Nazionale in uno spazio di circa 200 metri

L’officina ed un particolare del negozio

Crescita prudente e costante. Lavoro e affidabilità la filosofia dei fratelli Stefano e Daniele quadrati. Vi restano 5 anni; poi c’è il passaggio sulla Circonvallazione in uno spazio più ampio e confortevole. Dieci anni di permanenza e poi il salto lo scorso maggio: 2mila metri quadrati tra officina e uffici. Si inaugura il 24 giugno. Tutti invitati. Stefano e Daniele: “Siamo felici di essere in ambienti più

grandi, ma per noi conta esprimerci sempre meglio verso i nostri clienti. Nel nostro piccolo ci impegniamo a voler cambiare qualcosa. Sono i pilastri etici che ci muovono e ci fanno andare avanti. Da bambini sognavamo di avere una nostra attività. Grazie a coloro i quali abbiamo incontrato nella nostra vita, ci siamo riusciti. Ogni giorno ci muoviamo come se fosse il primo: studiare, cercare nuovi servizi e di prodotto per soddisfare le aspettative della clientela che, giustamente, è sempre più esigente. Vuole velocità e affidabilità. Che poi non è che quello che vogliamo anche noi”. “Il nostro mestiere lo devi avere dentro - riflettono Stefano e Daniele -; è particolare. Sappiamo fare tutto e niente; nel senso che sintetizziamo l’idraulico, il meccanico, l’elettricista, il fabbro, il tornitore. Alle molteplici competenze va aggiunta una dose di inventiva per risolvere problemi sempre nuovi”. Partner di prestigiosi marchi del settore, uno staff di una dozzina di persone, Stefano e Daniele stanno sempre sul pezzo, come agli inizi. Questo traguardo è l’inizio di un nuovo percorso.


RICCIONE

Giugno 2017

17

Dal 21 giugno al 9 luglio del 1656. Donna coltissima. Chissà se fece mai il bagno...

Cristina di Svezia, una regina a Riccione - Una sovrana illuminata, una donna – tra le prime – a intravedere nel pluralismo culturale la sagoma bronzea di quella che il poeta Lamartine ebbe a definire, in occasione delle rimostranze popolari pre-rivoluzionarie che scossero l’Europa di Vestfalia sul finire del XVIII secolo, “la campana del mondo”. Ma anche una dissidente, una suffragetta ante-litteram che amava presiedere, in barba ad ogni principio salico, i consessi politici senza alcun timore, una poliglotta a proprio agio con gli autori latini, così come con i cantori della cristianità. In definitiva, una politicante tout-court, colta ma non per questo estranea al sotterfugio, invero agli istinti belligeranti che per secoli hanno mosso le azioni – e le intenzioni – dei governanti europei facendo dei crinali collinari e delle fertili pianure del Vecchio Continente un cimitero senza confini. Questo e altro è stata Cristina di Svezia, sul trono che fu di Gustavo II Adolfo dal 1644 al 1654, quando abdicò in favore del cugino Carlo. Una scelta, quella di Cristina, senz’altro dettata dal disagio provato per

Qualche anno fa Giancarlo Mantellato l’ha raccontata nel libro “Gli Agolanti e il castello di Riccione” curato da Rosita Copioli Cristina di Svezia e il castello degli Agolanti, dove fu ospite

LA CULTURA di Daniele Morritti gli abiti stretti entro cui l’ortodossia luterana, nonché la prospettiva matrimoniale, l’avevano costretta, preferendo in definitiva un’apostatica conversione al cattolicesimo papale. Un atto sedizioso che la spinse a errare oltre i confini svedesi, in quella che si pone a metà strada tra una missione politica – l’obiettivo, neanche troppo implicito, di defenestrare i sovrani spagnoli dal Regno di Napoli con l’aiuto dei francesi – e la ricerca spassionata di sé, bohémien se vogliamo. Giancarlo Mantellato qualche anno ha ricostruito l’itinerario di Cristina per le vie d’Europa – al cui seguito, ri-

corda, procedeva affilata una “carovana” di oltre 250 adepti – cosìcché il 2 dicembre 1655, dopo aver penetrato quella che solo in seguito verrà compendiata come la Mitteleuropa, l’ormai ex Sovrana di Svezia entrava a Rimini, accolta dal fragore e dalle grazie cerimoniali riserbatole appositamente da Papa Alessandro VII. A precedere l’avvento di Cristina in Romagna, naturalmente, la sua conversione. Non sembra azzardato definire la

venuta italica di Cristina come un secondo e ben più mediatico battesimo. Mantellato rammenta che alla volta di Pesaro, Cristina ebbe a consumare un pasto a base di “confetture e paste di zucchero” nella ridente Cattolica, prima che il Cardinal Legato, l’anfitrione scelto dal Pontefice, l’accompagnasse al confine verdeggianti col Ducato d’Urbino. Nel 1656, a un anno esatto dal primo viaggio in terra ro-

magnola, le congetture militari e i tatticismi politici riportano Cristina in Italia (al tempo sferzata, come suggeriscono le cronache dell’epoca, da un’epidemia di peste, l’ennesima). A Pesaro, l’ex sovrana trova modo di dilettarsi nella coltura del puro ozio, impressionando i suoi ospiti per la disinvoltura con la quale ammicca al culto dell’“astrologia” senza per questo dimenticare le sacre scritture. Tuttavia, grazie al combinato disposto tra ambizioni napoletane e latitanza del Mazzarino (“Non ricevendo notizie dal Cardinale [...]”), Cristina è giocoforza costretta al rientro in Francia. Sulla via del ritorno, in prossimità della Siligata, la carovana “è presa in consegna

presumibilmente dagli Agolanti”, marchesi arciunesi (riccionesi). A Rezzone (sempre Riccione), Cristina sconta la contumacia alla quale la peste divampata a Roma stava costringendo popolani e nobili, senza distinzione di sorta. Un carteggio dell’epoca così recita: “non le giovò dunque l’altezza del suo grado e dovette uniformarsi alle esigenze della comune salute”. Come sagacemente suggerisce Mantellato, non resta da chiedersi come Cristina “ingannò il tempo” in quel crudo frangente. Di certo sappiamo che Cristina di Svezia ha ingannato il tempo ovunque, anche a Rezzone. Dal 21 giugno al 9 luglio del 1656. Chissà se fece mai il bagno.



RICCIONE

Giugno 2017

17

Quarto posto assoluto tra le società. Da anni ai vertici regionali. Nasce nel 1978

Italiani judo, 5 titoli e 5 podi - Campionati italiani da incorniciare per l’A. S. D. Centro Kiai di Riccione. In cartellone dal 13 al 14 maggio a Torino, i colori riccionesi hanno messo in cascina: 5 titoli, 2 secondi posto e tre terzi. Col rammarico, altri 2 quinti. Nella classifica assoluta, quinta piazza, con molti rammarichi. Raccontano i dirigenti: “E’ stata una bellissima uscita grazie ad un gruppo di amici affiatato ed unito, grazie ai genitori ed agli affezionati”. Andiamoli a vedere questi risultati di prestigio. Vincitori dei titoli: Vittoria Salvatori, Simone Pari, Luca Pari, Matteo Pari, Letizia Ripa; i secondi: Andrea Ambrosi, Gerardo Ambrosi; i terzi: Elena Veschi, Chiara Caroni, Alessia Mosca. I due quinti: Simone Ripa, Dylan Mammarella. Bravi anche coloro i quali sono finiti fuori dal podio: Matteo Bologna, Andrea Fontemaggi, Michele Veschi, Giulia Carrera, Alerssio Casadei, Giulio Galassi, Davide ed Elisa Mengozzi, Elia Palmese e Filippo Rosa. La storia La società viene fondata nell’ottobre del 1978 da: Sauro Tontini,

Tre i fondatori: Sauro Tontini, Maurizio Benelli e Natale Giulianelli. Da un decennio tra le prime 10 in Italia

Sauro Tontini, presidente Presidente Sauro Tontini Vice-presidente Antonella Alessandrino; Segretario Maurizio Beenelli Consiglieri Vincenzo Giuliani, Michele Andruccioli, Maurizio Bacchini e Cristiano Gostoli

LO SPORT Maurizio Benelli e Natale Giulianelli; associandosi alla UISP cominciarono i primi corsi di judo nelle sedi di Riccione e Cattolica. Subito si ebbe un buon riscontro di associati e da lì a poco si cominciò a partecipare alle competizioni. Negli anni gli associati e le qualità tecniche crescevano e i risultati sportivi sempre più importanti; cominciarono ad arrivare le prime cinture nere conseguite ai Campionati Nazionali UISP. Visti i continui e buoni risultati, per verificare capacità tecniche/agonistiche degli atleti, nei primi anni ‘90, si affilia anche alla Federazione “FILKAM, ora FIJLKAM”. Da circa dieci anni, è tra le dieci società

UOMINI

I ragazzi a Torino di judo più forti d’Italia nella UISP; nel 2010, 2011 e 2012 prima assoluta ed altre tre volte salita su podio, portando decine di atleti, soprattutto sul gradino più alto del podio ad indossare la cintura nera, grado ambito da tutti i praticanti. Campioni Regionali UISP di Judo da oltre 15 anni, scettro ceduto quest’anno, arrivando comunque secondi. Il Centro Kiai nel 2016 è tra le

Staff tecnico M°. Maurizio Benelli C.N. 4° Dan – M°. Natale Giulianelli C.N. 4° Dan, M°. Sauro Tontini C.N. 4° Dan. Istruttrici Antonella Alessandrino C.N. 3° Dan , Isabelle Andreucci C.N. 3° Dan e da Vicenzo Giuliani C.N. 3° Dan

migliori cinque società in regione nella Federazione (FIJLKAM); inoltre, lo scorso anno il bravo Simone Pari è salito sul podio classificandosi terzo a Ostia ai Campionati Italiani Esordienti “B”.


CONDOMINI - EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Esperti rispondono

18

DOMANDA

Abito in un edificio condominiale. Nell’anno 2016 abbiamo eseguito lavori di ristrutturazione. Quale documentazione dovrò chiedere all’amministratore? Risposta I contribuenti che utilizzano la detrazione per le ristrutturazioni edilizie nella dichiarazione dei redditi 2017 devono conservare una lunga serie di documenti : Titoli abilitativi, fatture, ricevute fiscali, bonifici eseguiti, certificazioni del totale delle spese sostenute. Tutti i documenti da produrre e poi conservare sono dettagliatamente elencati nella circolare n° 7/2017 dell’Agenzia delle Entrate. Preciso che se ci sono spese sostenute che non prevedono il pagamento tramite bonifico bancario : ( oneri di urbanizzazione, ritenute d’acconto, imposta di bollo, diritto concessioni, denuncia inizio lavori ) bisogna presentare la relativa documentazione. Nella sua richiesta non mi ha specificato se i lavori riguardano anche le parti comuni dell’edificio e se si tratta di condominio o di condominio minimo ( 8 persone ).

Giugno 2017

Ristrutturazione, quali documenti Costruire edifici, a quale distanza? Nel caso in cui i lavori riguardano anche le parti comuni dell’edificio ci vuole una dichiarazione dell’amministratore che attesti di aver adempiuti a tutti gli obblighi previsti dalla legge e che certifichi l’entità della somma corrisposta dal condominio e la misura delle detrazioni. Se invece lei abita in un condominio minimo ( meno di 8 condomini ) non c’è l’obbligo di nominare un amministratore. Se il condominio non ha il codice fiscale i condomini inseriscono la propria quota di spese sostenute utilizzando il proprio codice fiscale oppure quello del condomini che ha effettuato il relativo bonifico Vincenzo Pupolizio, geometra

DOMANDA Se la distanza minima tra due edifici che si fronteggiano è tutt’ora regolamentata dall’art. 9 del decreto ministeriale n° 1444 può il Comune rilasciare il Permesso di Costruzione ad una distanza inferiore ai ml 10? Risposta Le confermo che il decreto interministeriale del 2 aprile 1968 n° 1444 è tutt’ora vigente. La sezione IV del Consiglio di Stato con sentenza n° 6909 del 05/12/2005 ha statuito : l’art. 9 del d.m. 2 aprile 1968 n° 1444 “ Limiti di distanza tra i fabbricati “ prescrive che i limiti minimi di distanza tra gli edifici è di ml. 10,00. Trattandosi di norma imperativa volta ad impedire la formazione di intercapedine nocive sotto il profilo igienico-sanitario e pertanto non eludibile. La distanza minima di ml. 10,00 vincola anche i Comuni.

Sempre il Consiglio di Stato : “ Le distanze tra le costruzioni sono predeterminate con carattere cogente in via generale ed astratta, in considerazione delle esigenze collettive connesse ai bisogni di igiene e sicurezza in modo che al giudice non è lasciato alcun margine di discrezionalità nell’applicazione della disciplina.” E ancora Il Consiglio di Stato sezione IV con sentenza n° 1491/2009 ha statuito che “l’art. 9 del decreto interministeriale del 2 aprile 1968 n° 1444 la distanza minima di ml. 10,00 tra costruzioni vincola anche i Comuni con la conseguenza che ogni previsione in contrasto con l’anzidetto limite è illegittima essendo consentita all’amministrazione locale solo la fissazione di distanza superiore. È prevista una sola eccezione : sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate so-

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, mette a disposizione questa rubrica. Potete rivolgervi ai geometri: Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348.3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it; geom.pupolizio@outloook.it; secchi.marco92@gmail.com

lamente ed esclusivamente nel caso di gruppi di edifici che formano oggetto di piani particolareggiati e lottizzazioni convenzionate.” Da quanto sopra esposto emerge in modo chiaro ed inequivocabile che il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune ad una distanza

inferiore ai ml. 10,00 è illegittimo. Migliore e più esaustiva risposta a questa sua domanda la potrà ottenere rivolgendosi ad un legale esperto in materia urbanistica. Marco Secchi, geometra


MISANO Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

- Piccole piogge riescono ad allagare Ca’ Raffaelli, la strada che collega le due provinciali: via Del Carro e via Riccione Tavoleto. Gli abitanti lamentano il fatto da alcuni anni, ma finora nulla si è mosso. Hanno raccolto circa 250 firme e portate il “quaderno del lamento” in Comune. Ecco il contenuto.

Oggetto: segnalazione l’esposto fosso di scolo posto sulla via Ca’ Raffaelli. Con la presente si segnala la situazione di seguito descritta, cui si chiede di porre urgente rimedio all’Amministrazione Comunale. Lungo la Via Ca’ Raffaelli, nei pressi dell’Autodromo di Misano Adriatico esiste da decenni un fosso di scolo delle acque reflue che si prolunga sino all’inferno della recinzione del circuito

Giugno 2017

19

Gli abitanti della zona hanno raccolto 250 firme e protocollate al Comune lo scorso 12 maggio

Via Ca’ Raffaelli, allagamenti causa i lavori autodromo Tutto nascerebbe dall’ampliamento dell’autodromo una dozzina di anni fa. Chiuso il fossato, la vasca di laminazione è piccola. Il sindaco Giannini: “Gli abitanti hanno ragione. Soluzione entro l’autunno 2018” FOCUS motoristico (all’altezza della curva denominata “Brutapela”). Da tempo si è appurato che nella porzione interna alla recinzione del circuito tale fosso è stato chiuso con la realizzazione di una vasca di raccolta delle acque a cura, presumibilmente, della società che gestisce rimpianto. Tale opera, tuttavia, si è rivelata gravemente pregiudi-

ALLEGRO MA NON TROPPO

Fondazione, turismo e biciclette IDEOLOGICO? - Grazie alle scelte promozionali e incomprensibili regole organizzative, quest’anno per la prima volta, sono stati tolti i primi incassi della stagione 2017 a tante strutture ricettive misanesi. I fatti. I ciclisti avrebbero avuto il diritto a partecipare all’evento sportivo, proposto dal Comune a fine maggio, previo iscrizione (meglio se Online) e a condizione che, pena l’esclusione, avessero alloggiato a Misano e solo a “qualche” hotel aderenti alla Fondazione Turistica, discriminando di fatto tutti gli altri. Abbiamo un lungo elenco di società che hanno rifiutato questo diktat, scegliendo strutture di loro gradimento, per esempio a Cattolica e un altro lungo elenco di società che tradizionalmente partecipavano e hanno deciso quest’anno, di andare altrove. Ecco perché, i curìva 4 gàtt in fila per uno, di cui buona parte, non turisti, non iscritti, amatori locali, provenienti dalle nostre meravigliose Valconca e Valmarecchia, naturalmente benvenuti. Uì mancària! E non parliamo della Festa con grigliata in Piazza della Repubblica riservata (sic!) ai braccialetti rosa. Per nò fèla lònga lè stè un Flòp o meglio una buièda?.

L’area soggetta agli allagamenti

ad attivarsi per porre rimedio alla citata grave situazione e mettere in sicurezza idraulica la predetta Via Cà Raffaelli all’altezza della curva denominata “Brutapela”. Distinti saluti. Seguono circa 250 firme

zievole per il naturale scolo delle acque e nelle giornate piovose è stata causa di copiosi allagamenti lungo la Via Ca’ Raffaelli e di incidenti stradali anche di una certa gravità. La situazione è da tempo nota all’Amministrazione ma, nonostante i numerosi incontri e solleciti, ad oggi nessuna soluzione concreta è stata efficacemente approntata. I sotto nominati sottoscrittori invitano pertanto il Comune di Misano Adriatico

Stefano Giannini Giriamo la domanda al sindaco Stefano Giannini: “Gli abitanti di Ca’ Raffaelli hanno ragione; giustamente se ne lamentano da un paio d’anni. Il problema c’è da quando l’autodromo ha ampliato la pista una dozzina di anni fa. Il fossato esistente è stato sostituito da una vasca di laminazione; solo che quando ci sono le bombe d’acqua, 25 centimetri all’ora di pioggia, non è sufficiente. Ora ci vuole un intervento più impegnativo: far defluire le acque nel Rio Agina. I tempi di soluzione sono di almeno un anno”.

La rimpatriata di quelli delle “Greppe” COMUNITA’ di Leonardo Deluca - Lo scorso 24 marzo si è riunito un gruppo di vecchi amici (“quei dal Grepe”). Al Grepe (le Greppe) era, ed è, un piccolo agglomerato abitativo, in pratica “un ghetto” che comprende via Scuole e parte di via Adriatica (la Statela) di Misano Adriatico. A memoria di chi scrive si crede che sia il primo o uno dei primi piccoli centri abitati di Misano Mare (e Fnil). La parte a mare della Statale non era abitata, eccetto qualche casa colonica nella tenuta dei Cerri e così anche la parte a mare della ferrovia con qualche colonia estiva, a quei tempi gremita di bambini. Della storia di Misano ne hanno parlato in tanti, e ben più quotati del sottoscritto, ma noi oltre che parlarne ci siamo riuniti ed abbiamo passato una piacevole serata dopo tanti anni che non ci si incontrava. Abbiamo dovuto porre un range di età che appunto era fra i nati dal 1945 al 1955, con naturalmente qualche sforamento. Chi è purtroppo rimasto fuori non è stato certamente per scelta in quanto il fattore logistico ci ha costretto a centellinare gli invi-

Foto di gruppo con quelli delle “Greppe”

ti in quanto il gli inviti... Ci saranno altre appuntamenti... perché no. I partecipanti: Giorgio berardi (ad Ciba), Lino Casali (de Gob), Giortgio Baffoni (l’avuched), Giuseppe, Mara e Stefano Vandi (i Fagnoun), Bruno Berardi (ad Ciba), Lino e Ivo Bertozzi (i Pioz), Domenica Mulazzani (ad Panzadura), Mirlela Deluca (la fiola ad Martin), Tina Folletti (ad Fulet), Giuseppe Gentolini (ad Bataja), Leonardo De Luca (ad Gino e Furner), Fernanda e Rita Torsani (al fiole ad Fajantein), Anna Terzino e Donatella Scarponi. Tutti con i rispettivi coniugi.


20

Giugno 2017

MISANO

La grande domanda del pensiero greco più che mai attuale. Ne parlano tre famosi pensatori COMUNITA’

Giovanni Salvadori, libro di solidarietà Vito Mancuso

Quirino Principe

“Conosci te stesso”

Continua dalla prima

LA CULTURA

Giovanni Salvadori con madre Teresa nel 1997 - Giovanni Salvadori ha compiuto decine di viaggi umanitari negli ultimi 25 anni e sempre per le suore di madre Teresa di Calcutta. Ha raccolto e consegnato, personalmente, centinaia di migliaia di euro. Si doveva fermare a 100mila, ma poi non riesce mai a dire basta. Prima di ogni viaggio dice: “Questo è l’ultimo...”. Ritorna a casa, si riposa, ma poi lo prende il suo speciale richiamo e riparte sempre con il suo, oramai classico: “Questo è l’ultimo...”. Tuttavia nessuno gli crede. Per quest’ultima famosa uscita, per raccogliere fondi, ha scritto un libro. Da liceale del classico lo ha intitolato in latino: “Sic transit gloria mundi” (L’effimero delle cose terrene). Ex ufficiale dell’aviazione in pensione, Giovanni Salvadori ha avuto la fortuna di conoscere personalmente madre Teresa; lo fece durante il primo viaggio umanitario, nella primaverea del 1997, pochi mesi prima che la santadonna morisse. Lei gli pose le mani sul capo e lo consolò. Ora Giovanni, con il libro in mano, si presenta agli affezionati per un piccolo aiuto, che lontano dall’Europa diventa grandissimo. L’effimero delle cose terrene a volte sono bellissime.

potenti. Gli isolani della minuscola Melii non volevano stare né con Atene, né con l’altra superpotenza, Sparta. Gli Ateniesi la invadono. Che fare? Che dire degli uomini? La vita interiore è quell’esperienza essenziale all’uomo per umanizzarsi, per realizzare la propria vocazione profonda e così rifuggire il rischio di un’esistenza dissipata, preda del non-senso. È quella vita che inizia con il movimento elementare di presa di distanza da sé e sfocia nella domanda decisiva: «Chi sono?». Scrive Platone: «Il più grande bene per l’uomo

è interrogarsi su se stesso, e indegna di essere vissuta è una vita senza tale attività» (Apologia di Socrate). La riflessione su questo tema è cara alle culture di ogni tempo e latitudine. Nell’Occidente ha trovato la sua formulazione più pregnante nel famoso adagio gnôthi sautón, «Conosci te stesso», scolpito sul frontone del tempio di Apollo, a Delfi. Per secoli, fino ai nostri giorni, questa riflessione ha stimolato tantissime interpretazioni spesso contrastanti tra loro: “conosci i tuoi limiti” (per marcare la “finitezza” degli esseri

umani), “ma anche conosci che tu sei una parte del tutto” (incoraggiando l’uomo a sfidare i limiti per elevarsi dalla sfera umana a quella “divina”). Questa è la forza di una classico: suscitare infinite interpretazioni, permettere ad ogni epoca di rileggere quelle stesse parole in maniera diversa. Così la parola si fa via. Ed è proprio al famoso motto greco che è dedicata la decima edizione della Biblioteca Illuminata, curata da Gustavo Cecchini che si svolge nel giardino della Biblioteca il 21-22-23 giugno. Ospiti tre figure di fa-

mose del panorama culturale italiano: il teologo Vito Mancuso, il filosofo e musicolo Quirino Principe e lo psichiatra Paolo Crepet. Il programa. Mercoledì 21 giugno. Vito Mancuso: “Diventa ciò che sei”. Giovedì 22 giugno. Quirino Principe: “ Ho indagato me stesso” Venerdì 23 giugno. Paolo Crepet: “Il coraggio di essere se stessi”. Tutti gli incontri si tengono nel giardino della Biblioteca in via Rossini, con inizio alle ore 21,30. In caso di maltempo, ci si sposta al Cinema-teatro Astra. Ingresso libero.

SERVIZI SANITARI

- Visite - Dimissioni - Ricoveri e Trasferimenti - Assistenza sanitaria eventi sportivi con e senza medico - Assistenza sanitaria per manifestazioni, concerti... - Convenzione con compagnie assicurative - Trasporti sanitari con convenzioni case di cura e residenze per anziani - Servizi sanitari a domicilio con figure professionali

Pubblica Assistenza Croce Adriatica Via Larga 45 - 47843 MISANO ADRIATICO Tel. 0541.610899 - Cell. 335.471046 - 335.5471005 mail: croceadriatica@gmail.com

CENTRALE OPERATIVA ATTIVA 24 ORE SU 24


MISANO Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

Giugno 2017

21

Autore Pio Bianchini. Il romanzo viene presentato a Gabicce Monte, piazzetta Valbruna il 4 luglio alle 21

MISANESITA’

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

La saga dei Bianchini? La famiglia ha fatto la piccola grande storia di Misano e non solo

Prima fila, da sinistra: Nardo Balestrieri, Stefano Palmieri, Mauro Ciaroni, Eraldo Berardi, Ivano Guidi, Giuliano Andreatini Seconda fila, da sinistra: Bruna De Luca, ?, ?, Flaviana Montanari, Rosalba Menini, Oriana Collini. Terza fila, da sinistra: Anna Silvestri, Franca Amadori, Jolanda Muccini, Tomaso Civinelli

Classe ‘55: oggi

LA CULTURA - “Adriaticum”. “Un romanzo storico, un intreccio di storie che parte dai sottoportici della Venezia del XIII secolo e si apre alle vie dell’Adriatico, tra le sponde di Almissa e di Portonovo. Lunardo e Marin, gemelli nati dall’unione clandestina tra il nobile Jacopo Polani e una meretrice, crescono ignari delle loro blasonate origini. Divenuti ragazzi, la loro somiglianza col padre non passa inosservata. Rimasti orfani e caduti in disgrazia a causa delle trame ordite contro di loro, si imbarcano come rematori su una galea diretta verso la Grecia. A bordo ci sono due fanciulle in procinto di conoscere i loro sposi, ma durante il viaggio l’equipaggio diviene preda della sagitta capi-

Pio Bianchini nello studiolo

tanata da Siniša, fiero pirata di Almissa. Le vite dei protagonisti vengono stravolte; eventi tragici accomunano aguzzini e vittime, conducendo infine alla necessità di ricostruire le rispettive esistenze alle porte delle terre riminesi. Che si rivelano una polveriera pronta a esplodere…”. Si legge questo nella classica sintesi del romano della quarta di copertina. Il volume reca fatti intrecciati dall’autore, “pur facendo riferimento a documenti storici... luoghi e personaggi realmente esistiti sono stati ricostruiti con la massima accuratezza possibile”.

L’autore Pio Bianchini è un misanese nato a Bologna nel 1957. Ed è uno degli eredi di una delle famiglie che hanno contribuito alla piccola (per noi grande) storia di Misano. Proprietari terrieri, hanno dimore a Scacciano. Dopo il liceo classico, lascia l’università a pochi esami dalla laurea in Giurisprudenza e diventa imprenditore nel settore immobiliare. Grande appassionato di trekking e mountain bike, studia la storia dei luoghi che visita e la genealogia delle famiglie che li hanno abitati. Pio appartiene a quella categoria di persone ben

fatte; un gentiluomo, si sarebbe detto. Ha già pubblicato, nel 2012, “La leggenda di Ca’ Battaglia”, che ha partecipato ai premi letterari Città di Cattolica e Montefiore, dove ha ricevuto una menzione di merito e un premio e, nel 2015, “Petra Rubea”, vincitore “Prix Spécial Associations Culturelles” al World Literary Prize 2015 di Parigi e finalista al Premio Michelangelo Buonarroti 2016.

Il libro (330 pagine) viene presentato il 4 luglio, ore 21.30 in piazza Valbruna a Gabicce Monte. Insieme all’autore, Luca Barducci e Ambrogio Lizambri.

Quella meglio gioventù Giovanni Muccioli, quasi un secolo - Nel “capanno” di Nardo

Balestrieri si è sono ritrovati i

compagni delle elementari della classe 1955. Professione pescatore, Nardo sa cucinare il pesce con divina sapienza. Agli amici di gioventù ha servito sapori da mandare a memoria e raccontare ai nipotini: antipasto, risotto, grigliata, vino a fiumi. Il commento dei commenti: “Un mangiare da stelle infinite”. Attorno alla tavolata a ricordare i bei tempi andati in nove; una profonda commozione quando si è citato l’unico assente “giustificato”: Stefano Palmieri. L’amico li lascia a 20 anni causa un incidente stradale. A completare la rimpatriata sono mancati: Eraldo Berardi e le due compagne che alloggiavano dalle suorine: Rosanna e Gabriella. Idea di Mauro Ciaroni e Ivano Guidi, era la prima volta che la classe si ritrova. Dalla prima alla quarta la maestra è Clara Bocchini di Rimini; in quinta è con loro Tomaso Civinelli, un pesarese di origine morcianese che aveva conosciuto il dramma della seconda guerra mondiale e dei campi di prigionia. Fatti e uomini raccontati in un bel libro di memorie. Le aule della mitica Bianchini si trovavano dove oggi c’è l’ufficio anagrafe. Erano tempi particolari: poche risorse e pochi lamenti. Le ragazze scaldavano il grembiule

della maestra vicino alla studfa doi terracotta a legna; mentre ai maxdchietti toccava tira fuori i tizoni ardenti e collocarli in un braciere che poi avrebbero riscaldato la maestra. “Una maestra molto brava e molto buona”, la ricorda Ivano. “Civinelli - rammenta Ivano - era un maresciallo dalla bacchetta facile. Chiedere a Giuliano o Nardo. La sua arma era la riga di legno. A pensarci quelle bacchettate fanno male ancora oggi. E non si andava a casa a lamentarsi con i genitori; perché sarebbero state ulteriori tozze. Insomma, lontanissimo da oggi dove i ragazzi sono intoccabili anche quando sono in difetto e ‘insultano’ gli insegnanti. Erano altri tempi, ma le operazioni le facevamo con la penna; la prova del nove la faccio per divertimento ancora oggi Altro che calcolatrice, o diavolerie simili. Allora una materia fondamentale, e lo dovrebbe essere anche oggi, era la geografia”. “Ritrovarsi - chiude la sua riflessione Ivano - è stato semplicemente bello. Abitiamo tutti, eccetto Franca Amadori, a Milano da anni, a Misano, ma molti non si vedevano da una vita. E’ stato piacevole sentire: ‘Tu sei Mauro, ti avessi visto in giro non ti avrei mai riconosciuto’. Oppure: a vedere le foto di allora, non sei affatto cambiato’. Il motto finale di tutti: “Dobbiamo ritrovarci più spesso”

Giovanni Muccioli, 95 anni PERSONE di Emanuele Foschi - Giornata speciale per Giovanni Muccioli, classe ‘22, lo scorso 24 maggio: ha compiuto 95 anni. Ultimo di 9 fratelli; originario di Scacciano, è persona conosciuta a Misano Mare. Ne ha fatto la storia turistica: bagnino, albergatore. Circondato dall’affetto della figlia, nipoti e pronipoti, ripercorre le tante peripezie di cui è costellata la sua lunga vita. “Vengo da una famiglia di undici persone. Io ero l’ultimo di 9 figli. Mi ricordo che a casa avevamo solo camera e cucina. Io dormivo sempre in mezzo ai miei, mentre mia sorella dormiva per terra”. Inizia prestissimo a lavorare, alternando svariati mestieri. “Ho fatto davvero tante cose: prima facevo l’agricoltore, poi fino ai 19 anni ero da Cerri, vicino la ferrovia. Sono

andato in provincia dell’Aquila, dove si facevano i pali di cemento armato. Ho lavorato anche alle ferrovie, dove però mi hanno licenziato. Coltivavo le vigne, ma poi ha fatto la neve e non ho più potuto farlo”. Fino a quando è arrivata la lettere per il militare, il 21 gennaio del ‘42. “Sono andato a finire in Russia, per 9 mesi. Ho preso il tifo pidocchiale, ma poi sono

guarito. I russi erano brava gente; sono stato anche nelle case di alcuni di loro. Mi hanno accolto bene. Mi chiamavano nemetskiy (tedesco), io gli rispondevo italiasko”. Tornato a Misano per la convalescenza, da lì non si è più mosso. Dal ‘43 fino al ‘95 ha sempre fatto il bagnino, prima appoggiandosi al fratello e poi anche quello di salvataggio.

L’attività è passata nelle mani della figlia e dei nipoti, fino ad oggi. Ha dovuto imparare anche il lavoro di muratore, perché l’esigenza di portare a casa soldi era davvero grande. Più avanti ebbe la capacità anche di diventare impresario, e iniziò la gestione dell’Hotel Sorriso. “Ho la fortuna di avere ancora una salute di ferro. Da quello che non aveva niente, ho fatto un certo capitale. Ora sono in pensione. E faccio il vagabondo”. Sorridendo, racconta i suoi piani per il futuro: “Ho fatto un patto con il Padreterno, per arrivare al 2022, quando avrò 100 anni. Inviterò di nuovo tutti per quest’evento”. A chi gli chiede il segreto per arrivare alla sua età risponde: “Lavorare tanto, mangiare poco e dormire poco, come ho sempre fatto io fino ad oggi”.



MISANO

Giugno 2017

23

Giovanissimo, con l’amico Tino, apre bar-pizzeria in Belgio. Dopo tre anni ritornano. Pentiti

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da... e “Fnil” (Il vecchio nome di Misano Mare)

- Il “Roma Caffè” quest’anno, “a suo modo”, festeggia i 30 anni. Sono i tanti decenni di Daniele Maltoni, il gran nocchiero di uno dei locali che spazia ben oltre i confini misanesi ed i turisti. E’ un’eccellenza, punto. Apre, il “Roma”, nel 2003 e subito è successo. Gli stuzzichini che accompagnano gli aperitivi da sempre lo caratterizzano. Sono: ricchi, buoni e belli da

TURISMO IDEOLOGICO - A proposito di scelte promozionali all’estero. Volete spiegare ai misanesi i risultati e come siete tornati indietro dall’Europa anche se alleggeriti della piadina? Voli Charter o biciclèta? Escludendo i voli... a piedi? Chì sa che fadìga!? IDEOLOGICO - A proposito di immondizia, quanto tempo dovrà passare e quanta immondizia, esterna ai cassonetti, dovremo fotografare, per capire che la chiave che apre il buchino del cassonetto dell’indifferenziato, è... una chiavica!!! IDEOLOGICO - Le “belle” strade turistiche di Misano sono invase da brutti, giganteschi, invadenti e spesso inutili cartelloni pubblicitari. Un inquinamento visivo, in un ambiente, tutto sommato, da sogni d’oro. Va bene che le casse piangono, però! Mi viene spontanea una riflessione: “Più che sogni d’oro e riqualificazione ambientale”, iè marenghi è bàsta. Scusè la batùda! IDEOLOGICO - I lavori che si realizzano all’interno del famoso comparto C2 4, al limite del fuori tempo massimo, sono attualmente momentaneamente destinati a parcheggio comunale a pagamento. Per adéss un gn’è dòbiè! E dòp? Lo sapremo a puntate? IDEOLOGICO - Oggi, la progettazione, l’immagine e la bellezza futura degli arredi urbani, passa attraverso la piantumazione delle palme. A nulla sono serviti i pessimi risultati visti e confermati vicino e lontani da noi. A la vlì capì, c’al n’è adàte a cumbàt è furièn? IDEOLOGICO - Mi ero appuntato una promessa amministrativa, fatta tempo fa al centro degli anziani, per la messa in opera di alcune migliaia di piante al Parco della Greppa. Tra l’altro, ho sempre sperato che, la proposta di intitolare ad Antonio Semprini, benemerito sindaco di Misano, negli anni ‘70, questo bel percorso ambientale potesse essere benevolmente sostenuta. Per ora, né l’una, né l’altra. Ci sono controindicazioni? La grèpa per quanto riguarda “gli indici” là hà già dè! IDEOLOGICO - La Tassa di soggiorno la paghiamo tutti, proporzionalmente, per il turismo e il bistrattato bilancio comunale. Pare che gli Euro che vengono elargiti per il turismo non siano parenti e comunque, non uguali a quelli concessi alla promozione turistica. Quelli sono Euro speciali, di altra provenienza? Tratto da dichiarazioni competenti. Forse l’assessore al Turismo potrà illuminarci? Boh! Um sì réza i cavél. IDEOLOGICO ? Un “famoso” signore di Misano diceva a ragione; I sindaci, gli assessori, i presidenti, il potere in genere, passano. Le città rimangano. Abbiate un’occhio di riguardo, lo dico benevolmente! Recuperiamo credibilità, prìma c’un sìa tròp tèrd.

MISANO ADRIATICO -Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

Parte dello staff del “Roma”. Daniele Maltoni primo a destra

Roma, Daniele oste dal 1987 vedere. E abbondantissimi; ci ceni. All’inizio erano a buffet; Daniele li preparava in un angolo di bancone. Ordinavi e ti servivi. Daniele: “Non so come una decina di anni fa mi si accende questa lampadina: li serviamo noi al tavolo su un lungo tagliere. Li cambiamo ogni giorno anche in base ai prodotti di stagione e si vede che ci divertiamo a comporli”. Si diceva vario e ricco: pizzette, salumi, olive ascolane, alici, cassoni con le erbe, pinzimonio... A chi gli chiede chi è il bravo oste, argomenta Daniele: “Prima di tutto è la passione, poi la professionalità,

infine il piacere di stare con i clienti in modo spigliato, alla mano. Se non hai tutte queste caratteristiche è meglio cambiare mestiere”. In questa avventura di trent’anni, Daniele ha gestito cinque locali. Il primo fu in Belgio. Siamo nel 1987. E’ socio con Tino. Gestiscono, ad Anderlecht, vicino allo stadio, un bar dove si fa anche da mangiare. La loro forza: spaghetti alla bolognese e caffè espresso fatto con la nostra macchina per il caffè. Dicono, ridendo: “La nostra forza vera però erano la bellezza, la simpatia, la gioventù”. I due amici restano tre anni; tornassero indietro,

resterebbero in Belgio. “Eravamo troppo giovani”. Così fanno ritorno e insieme a Luciano (per tutti Canè) aprono “il Ranch” a Misano, zona go-kart. Organizzazione: Canè alle pizze, Daniele al barista e Tino in sala. Propongono piatti che bucano grazie alla Gina del Villaggio, la cuoca: spaghetti all’indiana, cowboy, panini con l’impasto della pizza. Da qui parte un’altra attività: “il Signor Bonaventura” nel centro di Cattolica; un pub dove si mangia, aperto dalle 18 fino alle 6 del mattino. Il 1998 è un anno fondamentale per Daniele. Apre il

“Caffè del Corso” a Misano Mare in via Garibaldi. E’ uno straordinario successo: colazioni il mattino, aperitivi la sera. Dopo pochi anni, nel 2003, si fa il salto nel cuore turistico di Misano Mare: apre il “Roma Caffè”. Ed è la storia di oggi. Daniele si porta ancora con sé i clienti suoi coetanei del “Ranch”. Passione, professionalità e servizio, ma Daniele non disdegna neppure di offrire il vino giusto ai suoi frequentatori. D’estate è aperto 22 ore al giorno; impiega una ventina di persone. Prosit (salute) direbbero i latini, per i trent’anni da oste.

Monticelli, il ritorno dei ‘60 - Ci fu un tempo, anni ‘60’70, in cui Misano aveva due band giovanili di buon livello. La prima si chiamava “I Ragazzi d’Oro”; poi diventata “Les Grillons Group” (Gruppo di Grilli). Quest’ultimo incise anche un disco: “Una lacrima d’amore”. Quei giovanotti oggi hanno i capelli bianchi e fanno i mestieri più disparati, ma tutti continuano a fischiettare. Con una frequenza di un paio di mesi si ritrovano per cantare (gli amici a mangiare). L’ultimo appuntamento si è tenuto alla pizzeria ristorante “da Orfeo” lo scorso 19 maggio a Misano Brasile. Ad esibirsi in sette. Tra loro Adriano Monticelli, Onorino Tiburzi... Monticelli ha deliziato con le eterne

canzoni del francese Charles Aznavour. In platea circa 250 affezionati. La rimpatriata, tra una caznone e l’altra, tra un ricordo e l’altro, ha tirato fino all’una di notte. Gli avventori ed i cantanti sono arrivati da tutta la provincia. Tra i presenti: il sindaco Stefano Giannini, l’ex sindaco Sandro Tiraferri, Riccardo Barogi, i Ragazzi della Boa Bianca di Riccione, il famoso imprenditore di Morciano, Giordano Emendatori, fondatore della Mec3. Grandi assenti Enrico Maria Papes (I Giganti) e Filippetti (affermato imprenditore di Pesaro). Tutti si sono lasciati con la solita promessa: “Ci ritroveremo presto, molto presto. Il juke box continua”.

Da sinistra: Rino Piccione, Stefano Giannini (omonimo del sindaco di Misano), Adriano Monticelli, Dante Balducci, Stefano Falcinelli


Carla e Franca CARTOLERIA EDICOLA Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541.967792

24

Giugno 2017

CATTOLICA

Sono i titolari di “Rio Ristorante Pizzeria”. Dalla gazzosa, alla colazione all’inglese, alla tipicità

Copisteria - Plottaggio Timbri - Rilegature Tesi CATTOLICA - Via Dottor Ferri 23 Tel. 0541 - 953300 Fax 953742

Turismo, 60 anni di storie con i Piccari - Prima fu l’azdora Bruna. Oggi le nuore: Anna e Antonella, mogli dei figli Renzo e Oscar, due cacciatori profondi conoscitori degli animali. La cucina del bar, ristorante, pizzeria “Rio” parla al femminile da sempre. Quest’anno i Piccari festeggiano 60 anni del piacere di fare gli osti. Mega buffet aperto al mondo il primo giugno. Partirono da un chioschetto in legno grande tre metri per tre, servendo gazzose e caffè fatto con la moka, fino a costruire uno dei luoghi della buona cucina di Cattolica. Mettersi ai loro tavoli significa farsi un viaggio nella tipicità e tradizione della cucina di pesce e non solo di queste terre. I piatti sono sempre serviti nel segno della bellezza ed in divisa; un particolare all’apparenza piccolo ma che molto racconta dello spirito con cui la famiglia lavora. Qui vale la pena fermarsi per: antipasti e primi di pesce (il tagliolino allo scoglio la loro bandiera). Tra i secondi primeggia il fritto misto. Si scioglie in bocca. Non meno storie riesce a raccontare la pizza. Una la dice lunga sul loro spirito. Si chiama “Katastrofe” ed è stata “messa a punto” da un tedesco cliente-amico. Si chiamava Jochen. Tutte le volte alla capricciosa aggiungeva qualche nuovo ingrediente. La battuta era: “Katastrofe Pizza”. Insomma, veniva pastrocchiata con fantasia e allegria. Alla fine Jochen, professione chimico, trova la sua perfezione. Non viene più a Cattolica da una quindicina d’anni. Il “Rio”, si chiama così perché è incastonato tra il mare ed il Ventena, potrebbe essere lo specchio in cui tutte le attività

I Piccari, tre generazioni di osti. Al centro i fratelli, Oscar e Renzo con le rispettive famiglie

Sono alla terza generazione. Quando i clienti inglesi insegnarono la loro tipica colazione. In cucina questione di donne: dall’azdora Bruna alle cognate Anna e Antonella TURISMO possono ammirarsi: storie diverse ma unico filo conduttore: passione, lavoro, romagnolità. Il locale è tra i più vecchi di Cattolica; viene aperto tra le due guerre sui terreni del ramo milanese della famiglia Pritelli. E’ un “gabbiotto” di legno che serve i genitori e gli animatori di una zona quasi deserta, non ci fossero state tre colonie: “Le Navi” (accoglieva oltre mille bambini dei figli degli italiani all’estero), la Ferrarese (oltre 400 bambini) e la Graziella di Lodi (altri 300). Tra il centro e questo lembo di terra ai confini con Misano c’era il nulla, ma il fine settimana si animava con i genitori che scendevano a trovare i pargoli. Nel 1957, la zona è ancora un deserto; iniziava in quegli anni la lottizzazione e la costruzione degli alberghi. L’ultimo tratto di via Carducci, quello davanti al barettino, è ancora di ghiaia. Nel 1957, Andrea (per tutti Tino) e la moglie Bruna lo rilevano. I piccoli argini del Ventena sono caratterizzati dai canneti; il paesaggio di oggi, cemento e letto ampio, è ancora lontano. Il ristoro non offre che gazzosa,

aranciata, vino e il caffè fatto con la moka. Il primo lusso è la granita “Gratta Checca”. Senza frigoriferi, in “cassapanche” foderate di alluminio c’erano le stecche di ghiaccio che servivano per le granite con lo sciroppo. Se all’inizio si lavorava con i genitori dei bambini, il primo boom è con gli inglesi. Tra gli anni ‘60 e ‘70 Cattolica ne è invasa. E gli inglesi vogliono la loro tipica colazione. I Piccari poco sanno, of course (certo). Saranno gli stessi clienti-ospiti ad entrare in cucina ed insegnare loro come si fa. Così l’azdora Bruna sforna il mattino uova con pancetta, toast, omelette, uova e patatine e non solo. E’ l’imprenditorialità e lo straordinario animo romagnolo che fa il resto. Mano mano che il lavoro aumenta grazie ai turisti sempre più numerosi, Tino e Bruna danno sempre più im-

portanza alla cucina. Sempre nel segno della tradizione: la tagliatella al ragù, la lasagna, la cotoletta... Lui ai tavoli e lei in cucina. Negli anni Sessanta fanno il loro ingresso i due figli Renzo e Oscar; iniziano a dare una mano, come si dice, a 11 anni. Da raccontare, con leggerezza, ai giovani di oggi... Oltre a puntare sulla cosiddetta simpatia romagnola e la cucina, i Piccari non disdegnano neppure di mettere mano alla struttura. Si amplia, sempre, quella “capanna”. Nel 1975, Tino, con l’aiuto della famiglia, fa le colonne di cemento. Raccontano i figli Renzo e Oscar: “Ogni anno abbiamo apportato piccole migliorie all’edificio e al menù”. Nel 2002, si abbatte il romantico locale del boom turistico e si rifà tutto ex novo. Quello di oggi: luminoso, accogliente e di sobria bellezza. Le nuore ed i giovani lo colorano con il tocco giusto. Tino e Bruna lasciano (sono scomparsi tutt’e due) le redini prima ai figli. E poi alle due nuore, Anna ed Antonella. Le due azdore sono in cucina; gli uomini in sala. A dar loro una mano i giovani: Marco (16 anni fa) e Roberto (figli di Renzo-Anna), Angela e Valentina (Oscar-Antonella). I giovani, tre anni orsono, hanno aperto la pagina facebook del locale; quasi mille gli affezionati. Hanno portato la birra artigianale. E stanno orchestrando altri piccoli passi: anno dopo anno nel solco d Bruna e Tino.


CATTOLICA Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO

25

Fausto Battistel, assessore all’Urbanistica, parla del documento al centro del futuro della città

‘Masterplan, soluzioni sostenibili’ Fausto Battistel, assessore all’Urbanistica

L’INTERVISTA di Enzo Cecchini - Il Masterplan dello Studio dell’architetto Leon Krier è stato accolto con interesse, ma non sono mancate critiche feroci (“Libro dei sogni”, “Fantascienza urbanistica”, “Consulenze filosofiche”, “Fumisterie”). Solo strumentalizzazioni politiche e scarsa conoscenza, oppure perplessità reali? “Il lavoro eseguito da Leon Krier, il piano delle linee guida, è un documento d’indirizzo, che indaga le criticità del territorio e fornisce risposte precise, individuando soluzioni sostenibili. Le criticità individuate si possono riassumere in: una elevata antropizzazione della fascia costiera, con prevalenza di edifici ricettivi realizzati nel dopoguerra che hanno modificato radicalmente la percezione del paesaggio costiero integro fino agli anni ‘50; la divisione costituita dalla ferrovia amplifica le differenze tra centro storico e area marina e le recenti aree di espansione, con un edificazione continua da Misano a Gabicce costituita da aree residenziali con scarsità di servizi e prive di carattere urbano; l’apparato viario pianificato seguendo la costruzione degli edifici presenta un problematico collegamento alla zona marina. Questo sviluppo disordinato ha cancellato le aree agricole sopra la ferrovia, con un paesaggio privo di attrattività e mancante di luoghi urbani, piazze e monumenti che possano essere centri di aggregazione e valorizzazione del territorio. L’obiettivo della riconversione territoriale che si propone mira a ridare un carattere al paesaggio per ripristinare un aspetto piacevole ed integrato pure trasformando la natura dei luoghi. La prima linea d’indirizzo, raggiungibile, prevede un’ipotesi di riqualificazione dell’intero territorio comunale, attraverso la suddivisione in quartieri, dotandoli di tutte le funzioni necessarie alla vita quotidiana, con previsione di viabilità urbana tangente ai perimetri degli stessi. Ogni quartiere deve avere una piazza urbana, come luogo di socialità e caratterizzazione del paesaggio antropizzato. Questa area sarà pedonale per favorire le relazioni e consentire una maggiore sicurezza urbana attraverso un controllo sociale spontaneo. Per lo sviluppo vengono proposti due temi diversi in due zone distinte ma in stretta relazione tra loro e sviluppati in modo omogeneo: la prima zona sopra la ferrovia, prevede la trasformazione in borgo residenziale, con aree destinate al verde, allo sport ed alla salute integrando la funzione residenziale per creare interessi tutto l’anno; il secondo ambito, quello dei quartieri balneari caratterizzato dallo sviluppo turistico con le residenze esistenti. Nuove piazze (anche attraverso riqualificazione di quelle esistenti con interventi sulla pavimentazione e sulle facciate degli edifici) più consone al carattere costiero e di un nuovo assetto del lungomare dal Conca al Tavollo con la previsione di creare spazi per la comunità e rivalorizzare zone prive di attrattività

Giugno 2017

turistica e residenziale. Per la prima area si prevede una ricomposizione degli isolati urbani, con lo scorrimento lungo il perimetro e la realizzazione di piazze urbane (in aree individuate già esistenti) con scorrimento dei veicoli lungo il perimetro e la valorizzazione delle aree verdi già esistenti (Parco della Pace) e l’implementazione di nuove aree già esistenti fruibili per tutta la lunghezza da entrambi i quartieri. Il parco costituirà un percorso verde di collegamento della costa e della città storica con l’area degli impianti sportivi e delle aree residenziali da riqualificare. Lo strumento del masterplan è uno schema direttore, come tale flessibile e modificabile nelle parti non condivise o nelle previsioni superate da nuove condizioni. Invito a documentarsi su alcuni lavori eseguiti dal suo curricula. Di chi e quali sono le perplessità? Con quali motivazioni? Quali progetti e quali azioni propongono per uno sviluppo sostenibile di Cattolica? Ogni cambiamento ha delle resistenze, ma penso anche che il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”. L’aministrazione è accusata di prendere tempo con questi “effetti speciali” perché incapace di risolvere i problemi concreti della città e di avere una scarsa visione progettuale. “Al contrario, proprio per una chiarissima visione progettuale il piano generale delle linee guida è il primo mattone delle fondamenta, uno strumento con modalità chiare d’intervento e previsioni certe sulle soluzioni da proporre alle criticità presenti. Non è uno strumento attuativo e può essere declinato e fare da guida per gli strumenti urbanistici esistenti. In una città dove le previsioni urbanistiche si sono sviluppate per anni attraverso la crescita in un ottica prevalentemente speculativa, la progettualità deve essere indirizzata verso una riqualificazione oltre che degli spazi anche degli usi. La difficoltà d’intervento è data dall’enorme consumo di suolo e dalla mancanza di verifica degli effetti rispetto alle previsioni. Una riflessione approfondita ed un cambio di mentalità che privilegi la redditività, non sull’aumento di valore del suolo per edificazione, ma sulla qualità e sulla corretta proporzione degli usi e delle funzioni è necessaria per in maggior decoro urbano ed effetti sull’economia turistica. Le critiche sono prive di motivazioni ed osservazioni puntuali. Il piano è stato preceduto da due incontri pubblici durante i quali sono state evidenziate le trasformazioni ed i risultati della

crescita incondizionata del dopoguerra e servono poche parole per raccontare ciò che è avvenuto. Servono maggiore attenzione e riflessioni per valutare un lavoro di spessore come quello che è stato presentato. Le competenze e la conoscenza crescono attraverso un percorso di lavoro costante e osservazioni obiettive. Viceversa non è stato riportato alcun commento sul confronto impietoso illustrato attraverso le immagini dei luoghi prima e dopo la guerra. Le osservazioni sulle differenze dei materiali, delle forme e dei colori sono sotto gli occhi di tutti. La carenza di parcheggi (tanto richiesti), la viabilità con scorrimento difficoltoso e una mobilità pedonale con scarsa accessibilità a causa dei marciapiedi stretti, con ostacoli e dissesto diffuso dovuto a diverse cause sono la fotografia oggettiva del territorio. Le previsioni e le ipotesi di intervento suggerite attraverso linee guida da condividere sono il primo passo da compiere per avere gli effetti di miglioria attesi e sperati per il futuro. Credo che una maggiore disponibilità ed un approfondimento più attento sia necessario per dissipare le perplessità. Il Masterplan è un’ipotesi progettuale con ampia visione, include tutto il territorio comunale e indaga sulle connessioni con i comuni limitrofi. Quanto più la proposta individua gli obiettivi immediatamente raggiungibili, tanto più semplice sarà definire dei limiti temporali e dimensionali. Ottenere immediatamente buoni esempi da replicare innesca e stimola reazioni e situazioni inaspettate e piacevoli, insieme ad uno spirito di sana competizione e alla formazione di un senso di appartenenza”. Ci racconta a grandi linee i contenuti salienti e come potrebbe cambiare il futuro urbanistico di Cattolica? “I principali ambiti progettuali trattati dal masterplan sono i seguenti: stesura di un Piano Guida composto da: Grandi assi di circolazione e principali incroci viari. Porte della città e suddivisione in quartieri. Aree pedonali e ciclabili, trasporti pubblici, porticati e verde urbano. Viabilità auto e zone di sosta. Completamento edilizio del centro e nuova edificazione. Recupero e riqualificazione delle periferie. Isolati tipo. Regole urbanistiche, architettoniche e compositive. Materiali e colori. Suddivisione in quartieri e creazione/individuazione di una piazza centrale come luogo di socialità. Implementazione delle funzioni per garantire le funzioni della vita quotidiana. Ogni quartiere deve avere le funzioni e gli usi della vita quotidiana per favorire una vivibilità ogni giorno dell’anno e garantire un controllo sociale spontaneo, attraverso l’utilizzo degli spazi urbani tutti i giorni dell’anno. Introduzione di quattro Tipologie edilizie: casa unifamiliare, lotto gotico, condominio ed edifici ricettivi e non di uso pubblico. Gli edifici preferibilmente dovrebbero essere flessibili, per

soddisfare le differenti richieste e riduzione delle aree con una sola funzione. Gerarchia della viabilità per favorire i flussi di traffico con strade urbane di scorrimento lungo i perimetri del quartiere e strade con spazi condivisi a mobilità lenta all’interno dei quartieri. Individuazione di aree pedonali. Recupero e riqualificazione delle periferie attraverso il completamento della rete viaria e l’edificato per favorire i flussi della mobilità ed evitare situazioni senza uscita (strade cieche). Indicazioni su forme e colori e tipologie edilizie omogenee contribuirebbero ad una percezione della città più piacevole”. Quali le prossime tappe (tempi e lavori) della sua realizzazione? “Le prossime tappe prevedono un lavoro di sinergie e condivisione tra l’approvazione delle linee guida, e quelle del POC (Piano Operativo Comunale). Il Masterplan nella sua redazione ha individuato 4/5 interventi immediatamente perseguibili ed attuabili ed altri di più complessa attuazione ma con risposte precise e proficue per la città. Alcune proposte riguardano aree e lavori pubblici altre linee guida per gli interventi privati. Interventi prioritari riguardano una sistemazione della Piazza Primo Maggio per renderla maggiormente fruibile alla socialità ed alla mobilità con sensibili miglioramenti per il decoro e la sicurezza urbana. Una sistemazione dei Giardini De Amicis per renderli più fruibili e piacevoli. Un progetto omogeneo e contemporaneo del Lungomare Rasi Spinelli e del lungomare di ponente. Per adeguarlo ai flussi estivi e migliorarne la fruibilità ed il decoro. Ingresso della stazione anche sopra la ferrovia. Esistono anche altri obiettivi raggiungibili all’interno del mandato. La realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione urbana, l’ampliamento del verde urbano con scelte mirate delle nuove piantumazioni per una gestione più facile, il rifacimento dei manti urbani con scelte gerarchiche in relazione alla funzione delle strade e per una manutenzione semplice e frugale. La metodologia d’intervento dovrà favorire la scelta degli interventi nella città che hanno le condizioni per essere realizzati ad esempio risorse sufficienti, condivisione dell’intervento e realizzazione nell’arco di uno due anni al massimo per favorire la realizzazione di una buona pratica (teoria della politica dei piccoli passi). Ci si aspetta e si auspica un incremento degli interventi privati coerenti con le linee d’indirizzo del piano”. Quali i primi passaggi istituzionali (Provincia, Sovrintendenza, Consiglio comunale)? “I primi passi istituzionali saranno: incontri con le consulte economiche (due già avvenuti), commissioni per confrontarsi e condividere il piano, con i comitati, con il tavolo tecnico degli ordini, richiesta di parere alla sovrintendenza, richiesta di eventuale parere alla Provincia, approvazione in Consiglio comunale. Declinazione negli strumenti urbanistici attuativi ed in corso di redazione/approvazione, attuazione del piano condividendo le azioni con i portatori d’interesse”.

Cartolibreria Binda Cattolica

San Giovanni

Soluzioni per l’Ufficio - Libri Tecnici Regalistica - Penne di prestigio CATTOLICA - Via XXIV Maggio 7 Tel. 0541.967829 Fax 962386 e-mail: cartolibreriabinda@libero.it

Palazzate

di Cecco

I n’è bon - Leggiamo il titolo del manifesto del Pd contro l’amministrazione Gennari: “I né bon”. Al dialèt l’è ‘na roba séria. U si scriv: ‘I n’è bon’. Che figura! Va pu là... Bandiera Blu - Leggiamo: “Dopo 21 anni addio alla Bandiera Blu. ‘Prelievo dopo le piogge, categorie amareggiate’”. La bandiera l’è dvénta maròn, al culor dla mèrda. L’è un brut masgòt... Vaffa - Leggiamo: “Gennari e il ‘vaffa’ contro il Pd. Bufera sul sindaco di Cattolica”. Dopo diversi attacchi pubblici del Pd sintetizziamo l’intervento di Mariano Gennari: Avì rot al caaaaz!!!... IL MARIANO FURIOSO

Gessaroli - Leggiamo: “Massimiliano Gessaroli (centrodestra): ‘Al posto del sindaco avrei fatto anche di peggio’”. Bèla furtuna avé un’uposizion scuradlèda. Oscia!... Pd attacca - Progetto turismo - Leggiamo: “Il Pd attacca: ‘Gennari non ha nessun progetto per il turismo’”. A n’avrà prugèt, ma l’ha imbabuchì ma tut sa tut cli manifestazion duch us magna, us bév e us bala. Giuvaca tut i dé... Pd attacca - Danni - Leggiamo: “Pd all’attacco: ‘Il M5S fa solo danni’”. Lasei guvernè ancora qualche an! Dei la pusibilità da fè tut i dan che l’ha già fat al Pd. Va pu là!... Pd. Il candidato - Leggiamo: “Pd, la candidatura di Enrico Del Prete a segretario divide il circolo cattolichino”. J’è isé divis che oltre a un del Prete an bastarà gnènca un del Papa. Os-cia!... Farmacie - Leggiamo: “In coda per le farmacie comunali: almeno in sette interessati all’acquisto”. T’créd che qujist uj dispiésa se la genta la s’amala. Caz!... Tesoretto di 460mila euro - Leggiamo: “La Regina si rifà il look grazie a 460mila euro. Il tesoretto servirà per asfaltare molte vie”. Mariano va pièn che l’è fni li nos anche ma Bacuch... Masterplan - Leggiamo: “Masterplan - Gli albergatori: ‘Ok alle suggestioni, ma vogliamo i fatti’”. Fatti e non pugnette al dgiva l’asesor Cangini...



CATTOLICA

Amarcord

Giugno 2017

27

di Dorigo Vanzolini CENTRO SOCIALE GIOVANNINI-VICI - Via Umbria 23

Il programma di giugno

Roma, via Flaminia, Raduno del centauro 1932. Da sinistra: Gentilini, Brighi, Silvio Molari, Giacomo Pritelli, Tullio Tasini, Ennio Ballotta, Eugenio Leardini, ?. (Archivio: Centro culturale polivalente di Cattolica)

- Programma di giugno. Sabato 3 ore 20. Ballo con apericena con “Severino e Walter” (fisarmonica e sax). Sabato 10 ore 20,30. Ballo con “Glauco Group” (voce, tastiera e fisarmonica). Domenica 18 ore 12,30. Pranzo di pesce - Contri-

buto 18 euro. Sabato 24 ore 20,30. Ballo con “Gerboni e Vivi” (sax, tastiere e voce).

da contorno alla MotoGp, a Le Mans, Francia. In pista, sotto un acquazzone ben fatto, 34 scalmanati si sono divertiti a suo di staccate mozzafiato. Si potrebbe quasi dire che la gara, “l’International Bridgestone Handy Race”, è stato un mondiale speciale. Arrivavano dal mondo: Australia, Germania, Gran Bre-

za a chi l’ha persa ed anche a noi stessi. Vedere i paraplegici sfrecciare a 300 all’ora, poco meno dei normo-dotati, lascia senza parole”. “La trasferta francese - continua Enrico - è stata unica: l’ola del pubblico più calda a Valentino Rossi che ti resta scolpita, i campioni che

Prenotazioni: Domenico Piselli (333-9447390) Giusy (348-5309730) Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 3485309730

Mariani, un cattolichino al ‘mondiale’ Di. Di. - “Ho la pelle d’oca, vederti lì, giuro che non riesco a trovare parole adatte (nonostante il mio essere estremamente logorroico), volevo scrivere che sei lì in mezzo ai ‘grandi’, ma quelli veramente grandi siete voi... pazzi esaltati, scriteriati con handicap, causati da incidenti in motocicletta, che con totale irriverenza vi fate beffa della ‘malasorte’, ridendo in faccia alla disabilità... sfidandovi in circuito, e non un circuito da poco conto... ma pro-

PERSONE prio nel weekend di MotoGp... e tu amico mio (concedimi l’onore di chiamarti così) continui ad insegnarmi che le difficoltà ed i limiti esistono solo nella nostra mente... che spesso noi tutti ci facciamo abbattere da piccole cose... tu invece, con la tua immensa ironia, sai donare ed insegnare la gioia a chi ti sta intorno... posso solo ringraziarti per tutte le volte che, inconsape-

volmente mi tendi ‘la mano’ per superare momenti difficili!. Sei un idolo!!”. Il signore a scrivere queste righe di sentimenti scintillanti che toccano il cuore si chiama Maurizio Castelli. Li ha indirizzati, senza conoscerlo, al cattolichino Enrico Mariani, il dottore volante con un arto inferiore amputato nel 2003, conseguenza di una micragnosa caduta. Gli salva la vita la professionalità e la prontezza di un infermiere.

Enrico Mariani a Le Mans in pista e con la famiglia

ALLEGRO MA NON TROPPO

G7, Frau Merkel mostra i denti a Trump - G7 a Taormina: è piacevole vedere un D. Trump in gran spolvero. E’ anche elegantissimo questo ricchissimo personaggio! Qui è accanto ad una Merkel decisa a dimostrare di non lasciarsi “sedurre” da nessuno, neanche dallo “yankee” più in voga. Sì, una donna non può diventare la Cancelliera della Germania per puro caso... Fatte le presentazioni un po’ alla buona di questi personaggi, cosa c’è da estrapolare dalle tesi dei vari convegnisti in quest’ultimo G-7 tenutosi nella splendida Taormina? Ah!, dimenticavo: il

Enrico supera l’ostacolo; si rimette in sella ed è uno dei fondatori dei Di. Di (Diverdsamente Disabili). Hanno un loro campionato in pista per dimostrare la bellezza della vita. Lo scorso 14 maggio hanno corso

G-7 verteva su varie situazioni di reciproco interesse. Ebbene, Frau Merkel con la sua ostinazione tipica dei tedeschi e con grinta misurata, lo ha specificato, guardando in faccia questi “soloni” della politica capaci solo di elargire sorrisi a destra e a manca senza afferrare gli attuali problemi che riguardano

il mondo e l’Europa. Signori, se la signora Merkel si è rivolta verso l’Americano di turno esigendo precise risposte... e se il patron della Casa Bianca se l’è svignata senza ascoltare nulla... è chiaro. Costui ha un suo programma e lo vuole imporre a tutti! El Mejor

tagna, Sud America... Racconta Mariani, professione dentista: “ Non andiamo in pista per fare i fanatici, ma per essere un esempio a coloro i quali subiscono menomazioni fisiche. Si cerca di dare speran-

ti festeggiano, i meccanici dei campioni che ti consigliano il settaggio. Ci si aiuta a vicenda. Vai nell’hospitality per il pranzo e dai una mano a chi è privo dell’arto”. “Tutto quello che hai vissuto - chiude Enrico - lo realizzi solo quando torni a casa. Hai trasmesso agli altri la forza della vita”. Enrico Mariani veste i colori del Nuovo Moto Club Renzo Pasolini. E’ stato raccontato su SportWeek, il settimanale della Gazzetta dello sport ed è uomo immagine della Dainese.


28

Giugno 2017

CATTOLICA

Cartolibreria Binda Cattolica

I portacolori dell’Atletica 75 hanno conquistato la 100 km del Passatore

Giovannini-Bertuccioli, bella impresa Daniele Giovannini e Roberto Bertuccioli

LO SPORT - L’Atletica 75 Cattolica da sempre sforna talenti, corridori, nuove iniziative, ginnasti, saltatori, eventi, lanciatori, imprese di vario genere. Fra le fila della Sezione Podismo ci sono giovani di belle speranze, pistaioli, maratoneti, ultratrailer, volontari, organizzatori, “vecchietti” indomabili e qualche matto, ma soprattutto si possono trovare la solidarietà e l’affiatamento di un gruppo che si compatta a sostegno dei propri atleti nei momenti indelebili. Questa volta è toccato a Daniele Giovannini e Roberto Bertuccioli. Una 100 è una 100 e la 100 è il Passatore: da Firenze a Faenza,, passando per Fiesole ed il Passo della Colla; ha vinto, per il dodicesimo anno di fila re Giorgio Calcaterra. Arrivaree in fondo non è assolutamente scontato, ma neppure impossibile. Una volta che il tarlo si insinua in testa è fattibile…”quasi facile”…in particolare la prima volta, quando si parte “solo” per arrivare ed alla fine è una mera questione di tempo. Certo ci vuole impegno, abnegazione e

tutto o molto deve ruotare intorno a quell’obiettivo. Daniele Giovannini quest’anno ha mostrato cosa voglia dire, gli allenamenti, i pensieri, la felicità del solo parlarne perché è giusto che sia così, perché alla base deve esserci sempre il divertimento. Giova è andato in gara per ritirare la medaglia perché con 1.300 km di preparazione sulle gambe non poteva essere diversa-

mente. Ricordo ancora quando a casa mia abbiamo cominciato a parlarne insieme ad Andrea Vico che poi gli avrebbe dato qualche suggerimento, con una sola maratona alle spalle ma negli occhi il fuoco della determinazione. L’augurio è che quando l’adrenalina sciamerà, dopo aver riordinato i momenti salienti di questi ultimi 6 mesi e aver dedicato il giusto tempo al riposo ci sia ancora spazio per il piacere di correre e intraprendere nuove avventure, per le piccole schermaglie settimanali perché anche il puzzle più grande è fatto di piccoli tasselli, perché il Passatore ti dà molto ma chiede un prezzo che non sempre si mette in conto e il pericolo di rimanere scottato è tanto. Chiede un prezzo talmente alto che c’è chi è disposto a pagarlo per

cinque anni consecutivi… cinque anni… consecutivi… quelli in cui Roberto Bertuccioli è arrivato in Piazza del Popolo a Faenza… in qualsiasi condizione… meteo e fisica… questo io stesso faccio più fatica a capirlo, questo va oltre il sacrificio, va oltre la preparazione perché non ne hai più bisogno, questo significa costanza, uno stile di vita che ti porta all’essere già pronto e se svegliandoti la mattina puoi fare 100km e vivere coscientemente tutto quello che ci sta in mezzo non mi vengono in mente cose che non potresti fare, situazioni che non potresti affrontare, sfide che non potresti vincere. Robi è un esempio che non può essere racchiuso in queste quattro righe. Pensando all’ultimo week end di maggio penso a questi due ragazzi, alle loro famiglie, agli amici, ai loro cuori pieni della soddisfazione di un risultato importante, ai loro nuovi progetti…che saranno un po’ anche i nostri. I tempi? Lasciamoli agli annali… noi teniamoci i brividi e le lacrime che solo l’emozione di tagliare un traguardo può dare. Grazie Giova! Grazie Robi! Luca Gallinucci

Al Giovane Cattolica il Città di San Giovanni sul Torconca Decidono i rigori. Alla 22^ edizione, in competizione 15 squadre da tre gironi LO SPORT

I fratelli Maurizio e Sandro Di Massimo La copertina del libro

di Luciano Vagnini

- Strepitosa ed esaltante vittoria per gli Esordienti (nati nel 2005) del Giovane Cattolica; hanno vinto la 22 edizione del Torneo Città di San Giovanni, svoltosi dal 2 al 28 maggio. In finale si sono confrontati con i cugini del Torconca. Un derby dalle forti emozioni, dove tutto può succedere. Sulla carta per l’11 dei giallorossi poche chance di mettere nella loro bacheca delle vittorie il torneo. Come il calcio insegna, nei derby niente è scontato: tutto può succedere. Il Giovane scende in campo senza tre giocatori: Nicola La Torre e Giacomo Galvani per infortunio; Davide Tamburini per scelta tecnica. Tutt’e tre erano sempre stati presenti nel lungo percorso d’avvicinamento alla finale. Primo tempo. Comincia bene; al primo affondo si porta in vantaggio con Giacomo Gaudenzi; finalizza in rete dopo una splendida azione corale. Torconca stordito ed annichilito dalla partenza sparata dei cugini, non riesce a contrastar-

Da sinistra, in alto: Cristian Lazzaro, Nicolas La Rocca, Mattia Vico, Andrea Rosati (il mister), Enrico Bacchini, Pietro Melangola, Matteo Battistoni. Al centro, da sinistra: Luca Ermanno, Tommaso Andreani, Davide Tamburini, Luca Battistoni, Nicolò Vico, Giacomo Gaudenzi, Andrea Novelli. Sdraiati, da sinistra: Davide Casati e Thomas Pecci. Completano la rosa: Alessio Giannone, Thomas Vanni, Paolo Lupi, Matteo Bernardi, Simone Tombari, Vitan Edoardo, Tommaso Martino, Nicolò Visigalli, Erik Mambrito, Ricardo Rolando Comelli (mister) li; tant’è che subiscono il secondo gol ad opera di Matteo Battistoni. Qualche sprazzo di belgioco del Torconca si registra solo alla metà del primo tempo. Il Giovane regge senza esclusione di colpi. Goloissima palla del 3 a 0 per i leoncini giallorossi; mancata per un nonnulla... sarebbe forse stato la mazzata finale per il Torconca. Gol mancato... gol subito. Riduce le distanze dopo un’azione da manuale Samuel Bardeggia. Si va al riposo col vantaggio minimo. Ripresa spettacolo da ambo le parti; si gioca senza paura. Si registrano due occasioni per triplicare per il Giovane; la prima con Matteo Bat-

tistoni, la seconda con Giacomo Gaudenzi che a portiere battuto centra il palo. Gol mancato... gol beccato. Il Torcona impatta con Alessandro Pasos. Bravissimi. Da rimacare le splendide parate di Tommaso Andreani e Mattia Vico, sponda Giovane. Si va avanti con svariate occasioni. Alla fine il Giovane ritorna in vantaggio con Giacomo Gaudenzi. Quando sembrava cosa fatta, ecco a pochi minuti dalla fine, il Torconca pareggia con il ragazzo più pericoloso: Alessandro Pasos. Sfuggito per la prima volta a Andrea Novelli, autore di una prestazione da incorniciare. Saranno i rigori a decidere

la Coppa. Il Giovane Cattolica vince 3 a 0. Segnano: Tommaso Andreani, Davide Casati e Tommaso Pecci. Finisce in tripudio in campo e in tribuna. Meritato successo giallorosso per quanto messo in vetrina durante l’intero mese di gare. Erano partiti come outsider. E questo dà maggior spessore alla loro impresa. Infatti, chiudono imbattuti con 4 vittorie, 4 pareggi, 12 gol fatti e 6 subiti. Alla competizione hanno partecipato 15 squadre suddivise in tre gironi. Il Giovane era nell’A, con il Fya Riccione, Torconca Cattolica, Junior Del Conca, Juvenes Dogana.

San Giovanni

Soluzioni per l’Ufficio - Libri Tecnici Regalistica - Penne di prestigio CATTOLICA - Via XXIV Maggio 7 Tel. 0541.967829 Fax 962386 e-mail: cartolibreriabinda@libero.it

ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Imprese Neo-genitori, bonus 2017 - La legge di Bilancio 2017 ha confermato ed introdotto diverse agevolazioni per i neo genitori: i voucher baby sitter e asili nido, il bonus bebè, il bonus nido, ma la principale novità è il BONUS MAMME. Vale 800€, viene erogato una tantum per ogni figlio nato, adottato o affidato dal 1 gennaio 2017; i requisiti che la mamma deve avere per usufruire del bonus sono legati alla residenza, non ci sono limiti reddituali, NON è necessario richiedere modello ISEE, occorre soddisfare almeno uno di tre requisiti: - residenza in Italia; - cittadinanza italiana o comunitaria (se non comunitaria ma rifugiata politica è comunque ammessa alla richiesta); - cittadinanza non comunitaria ma con permesso di soggiorno UE di lungo periodo, oppure in possesso di una carta di soggiorno comunitaria. La richiesta può essere effettuata a partire dalla fine del 7° mese di gravidanza, al momento della nascita del minore, oppure quando sono pubblicate le sentenze ed ordinanze in riferimento all’adozione od affidamento. Il BONUS NIDO spetta a tutti i bambini nati dal 1 gennaio 2016, per poter usufruire di questo bonus il genitore deve presentare domanda all’Inps tramite i canali telematici, l’erogazione avverrà in base all’ordine di presentazione delle domande dato che è collegata ai fondi messi a disposizione dall’Inps; per il 2017 sono 144 milioni di euro. Al momento stiamo aspettando istruzioni dall’Inps per le modalità di richiesta e presentazione della domanda. L’importo del bonus nido è pari a 1000€ per far fronte al pagamento della retta relativa alla frequenza di asili nidi pubblici o privati autorizzati.

Il BONUS BEBE’ è fruibile da tutti i bebè nati tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017, l’assegno, erogato per un massimo di 36 mensilità parte dal mese di nascita fino al compimento del terzo anno di età; la richiesta può essere presentata sul sito dell’Inps www.inps.it, chiamando il numero verde 803.164 o il numero 06 164 164 (per i cellulari), oppure tramite i patronati. Il premio è erogato mensilmente per un totale di 960€, 80€ al mese, se il reddito ISEE non supera i 7.000€ può aumentare fino a 1.920€. Per accedere a questo bonus si devono rispettare dei limiti di reddito; - reddito ISEE è superiore a 25.000€ NON spetta; - reddito ISEE inferiore a 7.000€ e non superiore a 25.000€ spetta nella misura di 80€ mensili; -reddito ISEE inferiore a 7000€ spetta nella misura di 160€ al mese. I VOUCHER ASILI NIDO e BABY SITTER sono ottenibili al termine del periodo di congedo di maternità per gli 11 mesi successivi ed in alternativa al congedo parentale, permettono di chiedere la corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby - sitting o far fronte agli oneri della rete pubblica di servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati nella misura di 600€ mensili per un periodo massimo di 6 mesi. La richiesta va presentata on line tramite codice PIN sul sito www.inps.it, così che la madre possa entrare materialmente in possesso del bonus che andrà a far parte dell’importo disponibile utilizzabile per il pagamento delle prestazioni rese dalla persona che si prende cura del bambino. Studio commercialisti Baldassarri, Cattolica


CATTOLICA

Giugno 2017

29 CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541.960076 Fax 0541.963334

www.adriaexpress.it e-mail:adria@express.it

LA MOSTRA

1982-2017 I giovani pop art - La mostra fotografica inaugurata il 13 maggio scorso nello SPAZIO°Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7 - Cattolica) si è chiusa l’11 giugno. L’iniziativa ha visto la collaborazione tecnica di Dorigo Vanzolini. “1982-2017 - I Giovani Pop-Art” è una mostra fotografica con caratteristiche storiche-artistiche-culturali, è un’altro degli eventi che stanno caratterizzando il 40° di Radio Talpa (1977-2017). 110 foto in bianco e nero che ritraggono oltre 500 ragazze e ragazzi di Cattolica e Gabicce Mare fotografati nel 1992, rielaborate in 120 fotografie stile Pop-Art e psichedelica. Si tratta di gran parte delle fotografie della mostra “Giovani sparsi nella città doppia” in versione Pop-Art e psichedelica. Una ricerca fotografica sui giovani di Cattolica e Gabicce Mare

effettuata nel 1982 da Radio Talpa che ebbe l’onore di diventare la mostra ufficiale che il 27 febbraio 1983 inaugurò il Centro culturale polivalente di Cattolica. Le centinaia di giovani fotografati in bianco e nero nel 1982 si rivedono proiettati nel 2017 avvolti da una miriade di colori forti e vivaci. La mostra ha visto anche un piccolo omaggio ad alcuni maestri della Pop-Art (e dintorni): Andy Warhol (30° della morte), Roy Lichtenstein (20°) e Keith Haring (27°). L’iniziative potrebbe essere riproposta in autunno per permettere una migliore fruizione ai cittadini di Cattoolica e Gabicce Mare. Si ricorda che le foto esposte, sia le originali in bianco e nero che quelle rielaborate in stile Pop-Art, sono riproducibili su richiesta.

MUSICA

Good Vibrations Storie tra musica e parole Piazza del Tramonto

- Luglio 2017 - Piazza del Tramonto ore 21. - Mercoledì 5: Roberto Mordacci in “Beatles vs Rolling Stones”. - Mercoledì 12: Giorgio Fontana in “Leonard Cohen” - Musica dal vivo di Paolo Sgallini.

Kid’s Vibrations Letture con momenti musicali

Luglio 2017 - Piazza del Tramonto, ore 21 - Lunedì 3: Letture Nati per leggere. - Lunedì 10: Jader Baiocchi “La Lettera X”.


30

Giugno 2017

IDEE

La guerra, scriveva Voltaire, assieme alla carestia ed alla peste, rappresenta i tre ingredienti più famosi di questo mondo

dalla prima le maggiori potenze d’Europa e del Mondo che innestarono la scusa per l’inizio della guerra, di quella terribile mattanza, cui l’Italia non ebbe né la capacità né la volontà di sottrarsi, furono sistematicamente preparati ed attuati dai due gruppi di nazioni belligeranti per interessi politici, economici, di supremazia e di potere che diedero luogo alla grande carneficina. La guerra, scriveva Voltaire, assieme alla carestia ed alla peste rappresenta i tre ingredienti più famosi di questo mondo. La guerra è voluta dagli uomini e per questo ci pensano alcune centinaia di persone tra Ministri, Monarchi, Principi, Generali ad organizzare ed incitare le folle con la benedizione dei rispettivi religiosi che officiano in nome di Dio da ognuna delle parti a cui appartengono. La carestia e la peste, che sovente seguivano la guerra, così come diceva, con profonda ironia, questo illustre illuminista del ‘700, sono “due regali che ci vengono direttamente dalla Divina Provvidenza”. E’ davvero una gran bella trovata la guerra che devasta le campagne, distrugge le abitazioni, porta lutti e rovine, fa morire uomini, donne, bambini, vecchi (morirono 600.000 giovani italiani, come mio zio Silvio nella guerra del 15-18). L’invenzione della guerra fu coltivata dai primi popoli associati per il bene comune; per esempio l’assemblea dei Greci dichiarò all’assemblea dei Frigi e dei popoli

Elogio della pace Silvio Di Giovanni (20.10.1892 - 28.8.1915) LA RIFLESSIONE

vicini, che erano pronti a partire su un migliaio di barche da pescatori per andarli a sterminare se vi fossero riusciti. Il popolo romano riunito in assemblea giudicava che fosse nel suo interesse andare a battersi prima della mietitura contro il popolo di Veio o contro i Volsci e poi dopo alcuni anni, contro i Cartaginesi. Un Principe dimostrava ai suoi armati di avere diritto su una Provincia vicina in quanto un suo avo diretto di alcuni secoli prima aveva ivi una casata con feudi. Pertanto tale Provincia gli spettava per “diritto divino”. A questo punto nulla valgono le proteste di quella Provincia. Si organizzava una spedizione per la guerra che sarà benedetta solennemente da Dio prima di andare a sterminare il prossimo. Tutti marceranno verso il delitto sotto la bandiera del proprio Santo. Si pagherà dappertutto un certo numero di oratori per celebrare quelle giornate micidiali. E che cosa importa più la bellezza della vita, di un tramonto, di un arcobaleno, e la saggezza, la bontà, l’educazione, la virtù, la

pietà, quando un colpo di fucile fracassa il corpo di un giovane di vent’anni che muore tra tormenti indicibili in mezzo a centinaia di altri giovani morenti, mentre i suoi occhi si aprono per l’ultima volta e vedono la distruzione dal ferro e dal fuoco e gli ultimi suoni che odono le sue orecchie sono le grida delle donne e dei bambini che spirano sotto le rovine? Questa è solo una delle consuete scene della guerra che, quelli vecchi come e più di me, hanno visto 73 anni fa. Il fratello di mio padre si chiamava Silvio Di Giovanni, come me. Era nato il 20 ottobre 1892 e morì in combattimento il 28 agosto 1915, dopo solo tre mesi che l’Italia era entrata in guerra, in una delle aspre battaglie della prima guerra mondiale al di là di Monte Nero (nella località di Monte Ursic più precisamente; come riporta la comunicazione del Comando 6° Reggimento Bersaglieri).

Fu una vera carneficina di giovani. Morirono in 89 i Bersaglieri non graduati del suo Reggimento, più 575 feriti e 13 dispersi dopo quell’infausto 24 maggio 1915. Mio padre rimase molto scosso dalla morte di questo suo fratello di dieci anni maggiore di lui e per tutta la sua vita portò questo ricordo con una certa venerazione e rabbia miste assieme. Raccontava che suo fratello scriveva alla madre per raccomandarle di pregare per lui, perché tutti i giorni i suoi compagni di trincea morivano. E’ da immaginarsi l’assiduità, con la quale la sera nell’aia, con la calura estiva della veglia contadina, mia nonna con tutto il parentado delle donne di casa, recitasse chissà quante di tutte quelle preghiere ed invocazioni al Signore, alla Vergine e a tutti i vari Santi che dovevano intercedere per preservare questo figliolo dall’enorme pericolo che stava correndo. Ricordo i racconti di mio padre che, ragazzino tredicenne, alla vista dei Carabinieri a casa, messaggeri della ferale notizia, ripercorreva il dramma famigliare e l’ira furibonda di mio nonno che per reazione al dolore aveva scagliato nell’aia tutti i crocifissi e

le icone di casa, ritenuti traditori della fede in loro riposta. Il parroco, informato della cosa, con calcolata prudenza tacque per qualche tempo. Aspettò che si quietasse il clima e che si placasse la subitanea e furibonda ira di un padre così sconvolto. Poi, una domenica pomeriggio, quando la famiglia contadina riposava nella quiete autunnale appollaiata nell’aia attorno a casa e quando la ferita lacerante cominciava a lasciar posto alla rassegnazione, arrivò bel bello sul suo calesse, ne scese, consolò mia nonna, ebbe parole che alla estrema ignoranza di poveri contadini fecero effetto e la domenica seguente ritornarono tutti a messa convinti che Dio avesse voluto il loro figliolo, perché anima eletta da portare con sé nell’alto dei cieli. Mio padre non è mai stato credente e l’effetto di questo dramma famigliare deve averlo segnato profondamente fino da allora. All’inutilità di quella guerra, che anche l’allora Papa Benedetto XV l’aveva definita: “l’inutile strage”, lui univa tutta la ipocrisia di alcuni prelati che in quelle occasioni sciorinavano il patriottismo misto alla fede verso un Dio che aveva sempre pronta ogni risposta risolutiva ed appropriata, sia per chi tornava a casa vincitore, sia per chi tornava defraudato dopo le promesse in trincea poi non mantenute e sia per chi non era più tornato ed il suo misero corpo di giovane contadino inesperto, appena uscito di casa,

veniva sepolto così lontano, senza un cero che avesse illuminato per un’ora la sua tragica ed immatura conclusione della vita e senza il conforto di un fiore dalle mani di sua madre. Da quel primo grande tragico conflitto mondiale, con circa 10 milioni di morti in combattimento tra: - italiani, francesi, inglesi, tedeschi, austriaci, ungheresi, rumeni, russi, serbi, turchi, portoghesi, indiani, statunitensi, canadesi, bulgari e con un’impressionante quantità di miliardi e miliardi di spese militari per armamenti e per le perdite conseguenti, un grande scrittore tedesco con un suo romanzo edito nel 1929, mise a nudo la tragedia morale e civile della guerra. Si chiamava Erich Paul Kramer, ma era, ed è meglio conosciuto, con lo pseudonimo di: Erich Maria Remarque, nato nel 1898 e morto nel 1970 a Locarno. Nel 1916 a 18 anni fu un soldato tedesco sul fronte occidentale contro la Francia e delle tristi esperienze della guerra trasse materia per il suo romanzo ”Niente di nuovo sul fronte occidentale” tradotto in Italia due anni dopo, nel 1931. E’ una cruda testimonianza della prima guerra mondiale, un forte e potente atto di accusa contro la guerra che evidenzia il suo deciso antimilitarismo che lo costringerà a lasciare la Germania con l’avvento del nazismo. Da questo suo capolavoro nel 1930 fu tratto il film ”All’Ovest niente di nuovo” del regista Lewis Milestone premiato con l’Oscar. Silvio Di Giovanni


CATTOLICA

Giugno 2017

31

Messo in scena una commedia portata nei teatri della nostra provincia. Titolo: “GranDonnahotel”

Fotografia, il Teatro della Realtà Mostra presso Spazio°Z di Radio Talpa, dal 17 giugno al 2 luglio 2017, tutti i giorni dalle ore 20,30 alle 23, sabato e domenica dalle 17 ARTE di Maurizio Castelvetro In piedi, da sinistra: Sondra Fantini, Angela Pirani, Samuele Sarti, Luca Galvani, Luigi (“Mimmo”) Andreani, Alessandro Magi, Fabio Garuti, Giovanni Gaudenzi, Cristina Zalardi. Seduti, da sinistra: Raffaella Leonardi, Ivan Pecci, Liliana Palmieri, Antonietta Ugliola, Alessandra Urbinati

Sgranati, amici a teatro

- La compagnia “Il palco degli Sgranati” anche quest’anno ha messo in scena la sua commedia comicomusicale, intitolata “GranDonnahotel”, con ben tre repliche nei teatri della zona: dal Teatro della Regina, al Massari di San Giovanni, al Cinema Teatro Astra di Misano. Si tratta di un gruppo di amici unitosi in nome del divertimento e della solidarietà: ogni commedia musicale presentata in questi anni (la compagnia è attiva dal 2011) è frutto del lavoro di tutti i suoi componenti ed è sempre destinata ad aiutare associazioni benefiche, di volontariato, di ricerca medica o comunque rivolta a situazioni di bisogno anche nazionale, come ad esempio

TEATRO il recente sisma in centro Italia. A partire da un’idea originale della fondatrice Sondra Fantini e con la collaborazione di tutti i partecipanti, si realizza lo spettacolo ricco di dialoghi divertenti, musiche accattivanti, canzoni e balletti originali. Negli anni gli “attori” si sono avvicendati: a presenze fisse si sono spesso aggiunti nuovi amici in una mescolanza di caratteri e personalità che hanno contribuito senz’altro al successo e alla simpatia di questo bel gruppetto che negli anni ha coinvolto circa 20 persone, più l’aiuto di supporter volontari

per tutte le necessità che uno spettacolo richiede. Le fondatrici Sondra Fantini e Angela Pirani hanno via via “scritturato” amici, conoscenti e new entry incontrati per caso, ma accomunati tutti dallo stesso spirito di base: divertirsi a teatro, raccontare storie che potessero comunicare un messaggio positivo e soprattutto aiutare il prossimo. Il gruppo è composto da: Sondra Fantini, Angela Pirani, Raffaella Leonardi, Antonietta Ugliola, Cristina Zanardi, Alessandra Urbinati, Liliana Palmieri, Luigi Andreani, Alessandro Magi, Ivan Pecci, Luca Galvani, Gianni Gaudenzi, Fabio Garuti e Samuele Sarti.

- È l’occhio particolare della macchina fotografica inteso come lente sulla realtà quello che inaugura sabato 17 giugno alle ore 17:00 presso SPAZIO°Z a Cattolica (Rimini) con la mostra “Il Teatro della Realtà” che espone una selezione delle opere fotografiche di Paolo Azzolini, giovane fotografo milanese nato nel 1974 e scomparso prematuramente nel giugno del 2013. La rassegna, patrocinata dal Comune di Cattolica, è organizzata dalla Associazione “Immagini di Vita” e mostra le immagini esposte esattamente un anno fa a Milano presso la palazzina “Seicentro”, sede di un vivace centro culturale di quartiere. L’esposizione – originariamente ordinata da Roberta Valtorta, nota storica e critica della fotografia italiana – ricostruisce il percorso artistico di Paolo Azzolini, suddividendo le immagini secondo alcune tematiche

Circo di Mosca (foto di Paolo Azzolini) rappresentative del suo lavoro: Milano Led, il circo, carnevale a villa Necchi, tatuaggi, murales. «Il colore, le forme, i bagliori - spiega Roberta Valtorta vengono a comporre un immaginario ricco di sfaccettature non privo di tensioni ed interrogativi. Analizzando il quale forse è possibile cercare se stessi. Questo forse faceva Paolo Azzolini quando indagava l’espressività del carnevale, la pratica un po’ estrema del tatuaggio, il fascino antico del circo, i molti volti che si affacciano dai murales della città, sempre più». Le fotografie sono solo una parte del corposo archivio che Azzolini aveva costruito nel corso degli anni. Egli stesso affermava: «A chi mi dice che sono un bravo fotografo rispondo che mi sento un bravo osservatore… forse anche un bravo narratore.»

L’Associazione “Immagini di Vita”, curatrice dell’archivio di Paolo Azzolini, ha recentemente indetto una borsa di studio biennale, intitolata al fotografo scomparso, presso la prestigiosa scuola di fotografia e comunicazione visiva Bauer di Milano. Lo Spazio°Z conferma con questo evento la sua costante attenzione verso il mezzo creativo fotografico, dopo la recente conferenza del fotografo inglese Hag Hargreaves. La mostra è aperta da sabato 17 giugno a domenica 2 luglio 2017, tutti i giorni dalle ore 20,30 alle 23 ed il sabato e domenica a partire dalle ore 17:00. L’ingresso è libero. Spazio°Z Via V. Del Prete 7 Cattolica (Rimini)



CATTOLICA

Giugno 2017

33

La Mia Africa (e non solo) a cura di Maurizio Lugli

1.

Dieci anni di Cattolica per la Tanzania - Ho accolto con piacere la proposta di scrivere qualcosa riguardo la mia esperienza africana. Lo faccio con l’intento di stimolare il necessario approfondimento della tematica. Oggi, purtroppo, nel mondo in cui viviamo manca, molto spesso, quella che dovrebbe essere la base di un costruttivo confronto: la conoscenza. Siamo nelle mani di tuttologi che parlano per spot, con la bramosia del “like” senza la necessaria cultura. Non ho mai amato scrivere, ho sempre preferito le materie scientifiche ma ascoltando e leggendo ciò che tanti politici, italiani e non, affermano, ho deciso di prendere carta e penna. Voglio solo raccontare la verità frutto di una conoscenza diretta di dieci anni di Tanzania. Tutto ha inizio nell’aprile 2007 quando conobbi Padre Callisto Tarimo Kirongosi, un prete tanzaniano che si trovava in Italia per i suoi studi ecclesiastici. Nel settembre dello stesso anno sono partito con l’amico Fausto Bersani per il primo viaggio in Africa durante il quale Callisto e i suoi confratelli ci hanno mostrato le loro realtà operative. Una di queste, un dispensario medico ad Angarenairobi, era privo di acqua e luce. Tornati in Italia ci siamo attivati ed abbiamo inviato con un container, nei primi mesi del 2008, tutto il necessario per realizzare una isola fotovoltaica atta a dare energia ad una

Da sinistra: Daniele Cerri (Cerrino), Maurizio Lugli, Monica Rinaldini, Paolo Simoncelli, Mauro Calbi, Stefano Bianchi, Federica Ferretti.

Tutto ha inizio nell’aprile 2007 quando conobbi Padre Callisto Tarimo Kirongosi, prete tanzaniano che si trovava in Italia per i suoi studi ecclesiastici. Nel settembre dello stesso anno sono partito con l’amico Fausto Bersani VOLONTARIATO di Maurizio Lugli pompa ad immersione per aspirare acqua da un pozzo profondo ottanta metri ed anche dare luce al dispensario. Siamo tornati nel novembre 2008 ed abbiamo realizzato il progetto grazie all’aiuto di tanti volontari che hanno iniziato con noi questa fantastica avventura. Abbiamo nel tempo portato autoclavi, ferri chirurgici, medicinali, microscopi ed installato uno studio dentistico in un altro dispensario ad Ashengai. Nel 2009 abbiamo cominciato i lavori per la costruzione di una scuo-

la secondaria, con tanto di dormitori, refettorio, aule, laboratori, cucine e così via. Abbiamo terminato i lavori l’anno scorso ed attualmente sono presenti circa 500 studenti. Ora stiamo iniziando la realizzazione di un impianto d’irrigazione per qualche ettaro di terreno a nostra disposizione utilizzando l’acqua che estrarremo sempre dal nostro pozzo che verrà convogliata in un bacino, realizzato da un’altra Onlus con la quale collaboriamo, da cui inizia il suddetto impianto. A questo punto vorrei fare le necessarie considerazioni frutto della mia diretta esperienza.

Tutto quanto realizzato é stato espressamente richiesto dai nostri amici tanzaniani e ciò risponde alla evidente necessità di dare concrete risposte a reali carenze infrastrutturali e non è il frutto di nostre iniziative. Troppo spesso ho visto occidentali realizzare progetti, senza consultare gli autoctoni, che sono andati in rovina. Ho subito imparato che l’umiltà e la migliore arma per istaurare un rapporto di reciproca fiducia con i nativi. Sono guai se si pensa che la nostra appartenenza al mondo occidentale ci autorizzi a pensare che siamo

- Giunto alla 44ª edizione, torna infatti puntuale il primo e più antico concorso rivolto al miglior racconto inedito del mondo del giallo e del mistero organizzato dal Comune di Cattolica Assessorato alla Cultura - Ufficio Cinema-Teatro in collaborazione con Il Giallo Mondadori. Nato nel 1973 dall’estro creativo di Enzo Tortora con Alberto Tedeschi e Oreste del Buono. Una giuria d’eccezione è formata da: Cristiana Astori, Annamaria Fassio, Franco Forte, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Marinella Manicardi, Andrea G. Pinketts e Simonetta Salvetti. La pregiuria formata da Michele Catozzi, Diego Di Dio, Antonino Fazio, Diego Lama e Ilaria Tuti, ha selezionato la rosa dei finalisti. L’apertura del festival giovedì 22 giugno alle ore 21 in Piazza I Maggio sarà dedicata al True Crime e al processo mediatico. All’incontro interverrà Raffaele Sollecito, assolto nell’ambito del processo per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher. Sul palco con lui lo psichiatra Alessandro Meluzzi, il criminologo e investigatore Fabio Federici e il critico cinematografico Valerio Caprara che affronterà il tema della trasposizione televisiva e cinematografica del crimine. Il dibattito sarà mode-

più intelligenti e che tutto debba essere fatto rispettando la nostra cultura. È necessario ricordarsi che siamo a casa loro e che la prima cosa da fare è imparare a conoscere i loro usi e costumi, la loro cultura ed avere sempre ben presente che sono esseri umani come noi, con la propria dignità. La Tanzania grazie al suo primo Presidente, Julius Nierere, di cui avrò modo di parlarvi prossimamente, è una Nazione tollerante, musulmani e cristiani convivono senza problemi. Al riguardo vorrei rammentare che nella nostra scuola, condotta da preti cattolici, ci sono studenti musulmani ed uno di questi è risultato

44° Premio ‘Gran Giallo Città di Cattolica’

Oreste Del Buono

LA CULTURA rato dalla giornalista Ilaria Mura. Venerdì 23 giugno alle ore 21, in Piazza I Maggio, Diego Di Dio, Diego Lama e Andrea Franco presenteranno i loro ultimi lavori e al dibattito, moderato da Franco Forte, direttore de I Gialli Mondadori parteciperanno anche Cristiana Astori e Gianfranco Marzano autori della nuova serie a fumetti The Professor e Andrea G. Pinketts, storico giurato del Premio che ci farà conoscere il suo nuovo romanzo Sangue di Yogurt. La serata proseguirà varcando idealmente La porta rossa con Carlo Lucarelli

essere uno dei primi dieci studenti dello Stato. Infine vi spiego perché punteremo all’agricoltura con il nostro prossimo progetto. Il motivo è semplice ed è quello di dare lavoro agli autoctoni, assicurare la sussistenza a loro ed agli studenti delle scuole della Congregazione di preti tanzaniani con cui collaboriamo ed avviare un 25/30% del raccolto al commercio il cui ricavato verrà reinvestito. È un modo pratico e vincente per trattenere in loco gli abitanti dei villaggi limitrofi che, senza prospettive, abbandonano la terra e vanno a consolidare le fila dei disperati nei centri urbani dove, a fronte di un eccesso di domanda, l’offerta di lavoro scarseggia sempre più. È il classico trampolino di lancio dell’immigrazione. Nei prossimi articoli cercherò di spiegare la politica, l’economia, la storia della Tanzania per rimarcare come sia necessario e possibile aiutarli a casa loro. C’è solo un problema, BISOGNA FARLO!!! Dobbiamo essere consapevoli che un cambiamento epocale bussa alla nostra porta, non bisogna farsi trovare impreparati.

e l’attore Lino Guanciale. Le cerimonie di premiazione caratterizzeranno la prima parte della sera di Sabato 24 giugno. Verranno infatti premiati il racconto vincitore del Premio Gran Giallo città di Cattolica che sarà pubblicato in appendice ad un’ edizione de I Gialli Mondadori, e insieme a lui anche il trionfatore dell’ambito premio “Alberto Tedeschi”, il prestigioso concorso intitolato alla memoria dello storico direttore de Il Giallo Mondadori riservato ai romanzi gialli italiani inediti. Il 24 giugno verrà inaugurata l’arena cinematografica, in Piazzetta Pritelli, che trasformerà Cattolica in una cinema sotto le stelle per tutta l’estate. Per celebrare l’evento, l’arena ospiterà i festeggiamenti di un compleanno cinematografico: Suspiria, celebre pellicola del maestro dell’horror italiano Dario Argento compie 40 anni. Per l’occasione la colonna sonora verrà infatti suonata interamente dal vivo da Claudio Simonetti’s Goblin. Madrina della serata sarà l’interprete del film, Stefania Casini. La nuova arena cinematografica proseguirà la sua programmazione, domenica 25 giugno, con l’anteprima del film In a Lonely Place del regista riminese Davide Montecchi.


34

Giugno 2017

GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

Inaugurato lo scorso 13 maggio a Gradara. Ne era stato il sindaco. Prima ancora, per 15 anni a Cattolica

Centro civico nel nome di Gian Franco Micucci Sabato 13 maggio in occasione della festa delle famiglie, il Centro Civico e’ stato intitolato dall’Amministrazione Comunale a Gian Franco Micucci, ex sindaco di Gradara dal 2004 al 2006. Sono intervenuti oltre la famiglia gli amici inseparabili e ex consiglieri comunali che hanno ricordato con parole cariche di emozione la sua grande persona.

“Mi piace sottolineare invece la sua personalità, la sua intelligenza e sensibilità, la sua generosità, a volte persino imbarazzante” GRADARA di Fosco Gasperi*

- Il Centro Civico di Gradara è stato intitolato a Gian Franco Micucci, cittadino e sindaco di quella città, morto 11 anni fa. Ottima iniziativa per ricordare l’ex primo cittadino di Gradara e di Cattolica! Mi è stato chiesto di dedicargli qualche pensiero quale suo amico per lungo tempo e per i tanti momenti passati insieme. Sono stato dubbioso

a lungo se accogliere l’invito timoroso di non riuscire a tracciare un suo ricordo, distorcendone la memoria, e di pubblicizzare momenti personali della sua e della mia vita che ritengo di scarso interesse generale. Poi ho pensato che ogni occasione fosse assolutamente da sfruttare per segnalare la sua figura e per offrire l’occasione di ricordare la per-

Amarcord

Fermo-1963. 4° anno Chimica Industriale Franco e Fosco “posano” in laboratorio d’analisi sona eccezionale che è stata. Tanto si è discusso della sua figura politica e amministrativa, del suo valore e della sua capacità di stravolgere i canoni e le convenzioni nella gestione della cosa pubblica, in verità così consunti, in essere fino ad allora. Mi piace sottolineare invece la sua personalità, la sua intelligenza e sensibilità, la sua generosità, a volte persino im-

di Dorigo Vanzolini

barazzante, in senso materiale e ideale. Una persona insomma speciale. Di quelle che si incontrano uniche o rare nella vita e di cui ci si ricorda con finissima nostalgia e con pungente e costante dolore per sua perdita. Ho avuto modo di apprezzarne con gioia profondissima la simpatia, l’umorismo, l’ironia raffinata e scanzonata tipica delle persone intelligenti e ho avuto la possibilità negli anni di studio e vita comune a Cattolica e a Fermo di constatare a volte la sua fragilità di fronte a eventi dolorosi per sé e per gli altri a lui vicini. Sempre originali e sorprendenti le sue posizioni nei più svariati settori. Nella musica, nella letteratura, nel cinema. Ho

imparato da lui ad amare la Fantascienza, Linus, Maigret, Totò, i Gialli, Una Vita Difficile, Mario Monicelli, La Vita Agra, Dino Risi, Amarcord, Ettore Scola, Comma 22, Ernesto Lecuona, i Pellerossa, Il Giovane Holden, il primo Woody Allen, Buster Keaton, Cesare Pavese e Italo Calvino solo per citare le prime cose che mi vengono in mente. E’ stato sempre un passo avanti ma senza superbia, con la naturalezza tipica delle menti ipersensibili e dotate. Generosamente votate a rendere partecipe anche le persone a lui vicine delle scoperte e dei traguardi da lui realizzati. Le espressioni di insofferenza e disagio che qualche volta esternava erano dettate più

per incomprensione e stupore di come gli altri non potessero immediatamente abbracciare le sue tesi che per disprezzo o condanna delle opinioni altrui. E allora giù con le discussioni infinite, appassionate in cui dava il meglio di sé come se tutto dovesse dipendere dall’esito di quei dibattiti così accalorati. Mi manca! Da circa 10 anni non so più con chi scambiare battute e preoccupazioni, dubbi e risate. Quando, come in questa occasione, mi costringo a ripensare a lui e a noi insieme una tristezza pesante e una rassegnazione strisciante mi pervade quasi a togliermi il respiro! Grande Franco. Viva Franco! PERSONE

Edo Mattioli, gabiccese col principe Ranieri

Gabicce Mare, 1950. Da sinistra: Cristina Gaudenzi, Silvia Terenzi e Paola Tonti (Archivio fotografico Centro culturale polivalente Cattolica)

Da destra: Edo Mattioli e il principe Ranieri

-Edo Mattioli è un grande allenatore di bocce; da anni segue il blasonato Montegridolfo, serie A. Il principe Alberto di Monaco ne è un appassionato. Si sono incontrati nei giochi dei piccoli stati a San Marino. “Posso fare una foto con lei””. “Certo”.


GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

Giugno 2017

35

SOLIDARIETA’

Solidarietà con le donne iraniane LA COMUNITA’

Autori: Cristina Manzini e Acacia Scarpetti

San Bartolo, in un libro - Teatro Sperimentale di Pesaro gremito di persone per la presentazione del poderoso libro, circa 300 pagine, dal titolo “Le radici del San Bartolo” di Luca Acacia Scarpetti, ex presidente del Parco San Bartolo e della professoressa Cristina Manzini. Edito dalla BCC di Gradara - Arti grafiche pesaresi, hanno collaborato Umberto Giusini, Antonella Penna, il noto archivista pesarese Gabriele Stroppa Nobili, Paolo Marchetti e Felici Giunchi. Alla presentazione anche le figure istituzionali del vice sindaco di Pesaro, Daniele Vimini e del sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi. Ma è stato il giornalista Luigi Luminati nel suo interessante intervento ad evidenziare l’aspetto della trasformazione del colle San Bartolo da zona prettamente agricola a Parco. Sono le esigenze umane, l‘abbandono delle terre per la fabbrica, ad aver trasformato ettari ed ettari di terre in boschi, piantagioni. Il rapporto con il mare, la pesca, ha sottolineato Luminati, è stato un elemento economico secondario o quasi privo di importanza, per il versante pesarese, mentre per

il versante di Gabicce Mare, si è già negli anni 30’-40’ sviluppata la pesca, come indotto economico e sociale. Il sindaco di Gabicce Mare, Pascuzzi, ha voluto ringraziare l’Associazione Culturale Amici del San Bartolo e le 40 famiglie che in parte ancora vivono in questo habitat naturalistico, il primo sull’Adriatico provenendo da Trieste, ed ha citato una frase di Albert Einstein: “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata’’. Ed il San Bartolo dà tanto spazio all’immaginazione. “L‘unicità del San Bartolo ha sottolineato in un messaggio, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci - è motivo di orgoglio. Un patrimonio da difendere, con le sue suggestioni, che nel pieno rispetto della natura dobbiamo valorizzare di più. Non è un caso se abbiamo puntato fortemente su questo luogo magico per trainare l’immagine delle nostre bellezze paesaggistiche. L’impegno editoriale della BCC di Gradara è stato quello di valorizzare il territorio e il recupero delle antiche memorie”. Per Acacia Scarpetti si tratta di un libro che è costitui-

San Bartolo La gabiccese Cristina Manzini

to da foto e racconti della gente del San Bartolo. Una passeggiata immaginaria nel territorio compreso tra il porto di Pesaro e quello di Gabicce, dalla fine dell’800 ai giorni nostri. “Non era possibile, ha aggiunto Acacia Scarpetti, seguire un ordine geografico per questa passeggiata ideale perciò è stato seguito un ordine alfabetico di presentazione delle famiglie che hanno permesso tutto ciò: le vere protagoniste del libro. E ci scusiamo per tante altre famiglie che non siamo riusciti a raggiungere’’. Per Cristina Manzini, coautrice e sensibile testimone orale di tanti fatti nel confine del fiume Tavollo e Gabicce: “Le testimonianze raccolte da Acacia sono state ricostruite e trasformate in racconti, tutte eccetto alcune indicate in itinere, in cui gli autori hanno chiesto di mantenere gli scritti, che loro stessi avevano fornito’. Vi è nell’operazione di Acacia dunque un percorso manzoniano che si rifà

Marchino e il dono del sorriso - La notizia è di quelle che non ti aspetti. Ma è una di quelle notizie che ti ricordano che il tempo che passa è galantuomo e cambia le cose per tutti, anche per quelli che come Marchino Bosi, pensavi che il tempo non passasse perché lo vedi oggi come lo vedesti anni fa! Professione sradicatore di sorrisi, ce l’ha data nel modo più moderno possibile con un breve comunicato su FB: ragazzi, la vita cambia e io devo cambiare vita. Come succede a chi ha ormai nelle ossa migliaia e migliaia di km mi sono immediatamente tornati alla mente dei flashe nostalgici e ho scoperto che quel ragazzo è nella vita di tanti di noi da un sacco di tempo. Ricordo il primo incontro che avvenne in un posto che si chiamava Republica Negra! Lui sul palco a comandare i balli di gruppo assieme agli amici animatori, io tra il pubblico a dimostrare quanto il ballo per me fosse materia ingrata prossima al rifiuto. Scattò la “marchinite” con lui che da sopra il palco mi prendeva in giro a gesti ed io, ancora giovane orgoglioso, che lo invitavo a scendere per dirimere la questione tra uomini veri! Ci volle la pazienza di chi

LA MUSICA mi era a fianco a farmi capire che lui stava scherzando. Lo rividi al Savana’s a Gabicce, Marchino. Rideva e ballava e ci faceva ridere e ballare! Li conobbi più a fondo un ragazzo per noi tutti speciale e facemmo amicizia. Riscoprirlo all’Hostaria, seguirlo negli altrimenti stucchevoli balli di gruppo fu per tutti, ma per tutti tutti gli avventori, un piacere che consolidò l’amicizia: “Andiamo all’Hostaria stasera, male che vada ci facciamo due risate con Marchino” e si andava su tutti in gruppo. Lì Marchino era il ragazzo che faceva ballare ogni donna di ogni età, quello che aveva una battuta per ogni uomo, quello che riusciva a strappare ogni

bimbo alla tristezza e ti rendeva la serata migliore. Finivi per accettare anche che ti prendesse un po’ in giro, ti sentivi anche tu parte dello spettacolo. È stato bello in questi anni condividere cose anche personali non sempre belle, è stato bello capire che non si capisce mai abbastanza l’invadenza degli uomini nelle vite degli altri. Oggi Marchino si è trovato davanti ad uno di quei bivi che la vita non risparmia a nessuno. Ha deciso di appendere il naso rosso al chiodo, di lasciare i suoi trucchi pesanti nella pochette di fronte allo specchio e di fare scelte diverse e necessarie. A noi non resta che ringraziarlo per i momenti che ci ha regalato, di augurargli tutto il buono del mondo e di sorridergli mentre ci saluta agitando il suo guanto bianco magari un po’ emozionato: cavolo, questo almeno ce lo deve! Ma in fondo al cuoricino ristretto di ognuno di noi resterà la speranza di poter dire ancora una sera: “Dai andiamo all’Hostaria, c’è Marchino, ci facciam due risate!”. Alimentando in silenzio il marchinismo latente che resta in ognuno di noi! Buona vita, comunque Marchino. Claudio Casadei

ai Promessi Sposi cap.VIII Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell’Adda’’. Ed ecco alcune frasi ed espressioni tratte da questo bel libro di memorie, che dovrebbe essere in ogni biblioteca scolastica, perché se si perde la memoria storica come il dialetto, un popolo può anche morire. “...c’erano solo due giorni all’anno in cui i portolotti e quelli di Soria, faceva pace: il giorno della festa del porto e il 2 maggio, per la festa del San Bartolo. Ci portavano anche i lumachini in umido, i portolotti, buonissimi...’’ (Luisa Angelini) “...giovanotto lei cerca le foto di quando stavo al San Bartolo? Ma c’era la guerra! Sa co le femmie le foto; la misera la c’baleva intorna...’’ (Itala Giommi) “...Luca c’era una miseria che...par cocia un filon de pen, tocava aspettè che crescessa un rov par scaldè el forne...’’ Paolo Montanari

- Come componente della commissione “Pari Opportunità” di Gabicce Mare in rappresentanza di “Gabicce del popolo” (lista politica Rifondazione comunista, Verdi e lista Referendaria), mi sono sentita subito tirata in causa dall’Associazione “Nedaday”. Incontro il presidente Dott. Taher Djafarizad e la responsabile della campagna contro il divieto per le donne iraniane di entrare negli stadi dott.sa Darya Safaii. Il movimento ha scelto lo stadio come simbolo di piccola società dove è possibile conoscersi e confrontarsi; la dott.sa Darya Safaii ci tiene a sottolineare che questo non è un aspetto solo culturale anzi, prima del 1979 le donne iraniane entravano negli stadi, rappresentavano un terzo del pubblico. Questa fortissima discriminazione è avvenuta non da parte degli uomini che, anzi, chiedono di far entrare le loro madri, mogli, figlie, sorelle, cugine, ma è legge di Stato; è il Governo che non vende più biglietti alle donne. Il movimento si aspettava, in occasione del 2-3-4 giugno a Pesaro, dove si è svolta la Volley maschile World league 2017, di essere ricevuto, almeno telefonicamente, per un confronto dal sindaco Matteo Ricci, forte anche di quando nel 2014 il torneo si svolse a Firenze, l’allora sindaco Dario Nardella sempre del PD, li accolse e approvarono anche una mozione per sensibilizzare la campagna delle donne iraniane. L’Associazione ha già presentato una lettera di protesta al CONI, alla Federazione Italiana di Pallavolo e alla presidente della Camera Laura Boldrini. Ne sarà presentata una anche alla segreteria nazionale del PD, perché non riescono a spiegarsi come nelle Marche ed in particolare a Pesaro e Gabicce Mare, non ci sia interesse a portare avanti la lotta contro

Da sinistra: Giuseppe Cucchiarini (P.R.C.), Filippo Carloni (S.I.), Bahark Darvishi (ass. Nedaday), Sanam Ghiai (ass. Nedaday), Giuseppina Severi (P.R.C.), Darya Safai (ass. Nedaday), Taher Djafarizad (presidente ass.Nedaday) Apartheid femminile che in questo caso rappresenta sia discriminazione di classe che di genere, in queste due città la pallavolo femminile è un’eccellenza. Durante la conferenza stampa che si è tenuta l’1-6-2017 in comune a Pesaro nella Sala Rossa, organizzata da Giuseppe Cucchiarini, segretario della Rifondazione Comunista del Circolo Peppino Impastato di Gabicce-Gradare-Tavullia-Vallefoglia e dal responsabile provinciale di Sinistra Italiana, non era presente nessun rappresentante dell’Amministrazione né delle Pari Opportunità di Pesaro e Gabicce Mare, pur avendone ricevuto l’invito. La protesta delle donne iraniane è continuata davanti “Adriatic Arena” di Pesaro dove si sono svolte le partite, essendo stati presenti per distribuire gratuitamente 250 magliette con lo slogan “LET IRANIAN WOMEN ENTER THEIR STADIUMS” (le donne iraniane devono entrare negli stadi). Chiedono ai vertici sportivi di boicottare questo Stato e non far svolgere eventi sportivi finché le donne iraniane non saranno sugli spalti, anche per mettere in pratica ciò che è scritto in tutti gli Statuti, quello OLIMPICO, FIFA, SPORTIVO: ogni discriminazione è vietata. Giuseppina Severi


36

Giugno 2017

SAN GIOVANNI

Cifra consegnata lo scorso maggio, servirà a costruire un centro polivalente

Cral Gilmar a Norcia Cifra raccolta nel 2016 attraverso una serie di iniziative ricreative e culturali

VOLONTARIATO di Tommaso Mazzuca - Ormai è trascorso un anno, ma Norcia non è stata dimenticata. Anche il nostro territorio è tutt’ora molto sensibile. Essere uniti non è importante, è l’unica cosa che conta. Con i fatti però, non solo a parole. Sabato 27 Maggio alcuni rappresentanti del CRAL Gilmar di San Giovanni in Marignano si sono recati nella splendida cittadina umbra per consegnare al vice sindaco, Pietro Luigi Altavilla, un assegno di 2.500 euro. Raccolta dai dipendenti di Gilmar nel corso del 2016 durante varie iniziative ri-

CULTURA

La consegna dell’assegno

creative e culturali promosse dall’associazione stessa, la somma quest’anno è stata destinata ad un progetto che prevede la costruzione di un centro Polivalente ai piedi della città di Norcia, duramente colpita dal sisma dello scorso agosto. Il funzionario comunale ha mostrato agli inviati i progressi nella ricostruzione del centro storico e i moduli abitativi in parte già consegnati. Altavilla, felice per il seppur lento ripartire delle attività commerciali, ha invitato tutti a recarsi nella loro terra per contribuire anche alla ripresa turistica. Ennesimo esempio di grande solidarietà verso i luoghi colpiti dal terremoto. Ennesimo esempio che non dovrà restare isolato, perché Norcia ha bisogno di recuperare la sua identità.

Ponticello protetto, la grande banalità delle cose ben fatte - La banalità delle cose ben fatte. Il corrimano del ponticello di legno sul Ventena, lato mare rispetto a Palazzo Corbucci, si stava infradiciando. Con umiltà il Comune ci ha messo una pezza; non era facile. Ha ricoperto le tavole lamellari con il rame. Ottima idea, così si vanno a preservare negli anni. Il ponticello si trova vicino al Museo degli Insetti e del giardino con le piante officinali. Merita una visita e fa da anello al percorso attorno a Palazzo Corbucci, dove si trova un bel museo sulla civiltà contadina. Lo scorso anno venne inaugurato il ponticello di metallo a monte di Palazzo Corbucci; in sostituzione di quello in legno andato in malora.

11. FOLAGA

Pessimo volo, è uccello molto comune in Italia e non solo - La folaga è uno degli uccelli acquatici più comuni in Italia. Vive in grandi stormi vicino agli stagni e lagune e nidifica soprattutto nei canneti. Non è abilissima nel volo, ma è un’ottima tuffatrice ed è in grado di rimanere a lungo sott’acqua. Inconfondibili sono il piumaggio nero degli adulti, che contrasta con il bianco del becco e della placca frontale, e il grigio-verde delle zampe, le cui dita lobate presentano caratteristiche espansioni carnose. La folaga si nutre di vegetali, pesci e insetti. Depone 6-9 uova su nidi galleggianti composti di materiali vegetali; le covate sono 1-2 all’anno. Durante la stagione degli accoppiamenti i maschi ingaggiano pittoresche battaglie spruzzandosi reciprocamente d’acqua e colpendosi con le ali o, più raramente, con le zampe. L’autore di questa rubrica, al XI appuntamento, è Giuseppe Bucci. Da anni racconta la flora e la fauna della Valconca (e non solo) attraverso il clic di un apparecchio fotografico. Ne è un esperto sia per una naturale vicinanza all’ambiente, sia per la fotografia. Compra cibo adatto ai volatili selvatici e lo distribuisce. Dice: “Nella caccia fotografica non c’è nulla di scontato. Ci vuole pazienza ed un pizzico di fortuna, come nella vita”.


SAN GIOVANNI

Giugno 2017

37

Campi estivi per ragazzi. Si cerca di rilanciarlo. La pratica del footgolf con Ivano Bonetti

Riviera Golf, non solo golf - Riviera Golf non solo golf . I numeri: 72 ettari, con 27 metri a superficie di gioco. Aperto 340 giorni all’anno, vanta circa 350 tesserati (di cui 200 soci). Ogni anno vengono disputate circa 170 gare che raccolgono oltre 7.000 appassionati e che fanno del campo di San Giovanni, un protagonista del panorama golfistico regionale e non solo. Dotato anche di campi da tennis e di una piscina lunga 82 metri in pietra di Noto, offre la possibilità di praticare anche il footgolf con l’ex campione di calcio Ivano Bonetti, sport nato nel 2009 nei Paesi Bassi e disciplina “ibrida” in quanto mescola il golf e il calcio; è un’attività accessibile a tutti, che non richiede nessuna particolare attrezzatura (bastano infatti polo, pantaloni al ginocchio e scarpe da calcetto per non

LO SPORT rovinare il campo su cui si pratica, che è appunto lo stesso su cui solitamente si gioca al più “antico” golf) e con regole molto simili a quelle del golf, con l’unica centrale differenza che - a dover andare in buca - non è la pallina bensì il pallone da calcio (la buca ha infatti un diametro di 50cm), che va colpito direttamente con i piedi senza l’ausilio di alcuna attrezzatura. Il golf non solo per adulti. In questa direzione si colloca il RIVIERA SUMMER CAMP, che si tiene dal 12 giugno fino al 16 settembre con l’interruzione di agosto) dedicato ai giovanissimi (dai 6 agli 11 anni) e creato in collaborazione con la cooperati-

va “Il piccolo principe di Cattolica”, che si declinerà in tre differenti pratiche sportive: il golf, il footgolf e il tennis (con gli esperti dell’Accademia di Duilio Castellani). I golfisti al Riviera possono anche usufruire dell’annesso Resort con le sue 32 suites disegnate da 14 architetti di fama internazionale, ed altresì della attrezzata Spa e del Wellness Restaurant, con una capacità di 150 posti e ispirato ad una concezione di cucina capace di coniugare piacere e salute e funzionale allo “star bene”. Fitto il calendario di gare, tornei e competizioni che si svolgono al Riviera Golf e coinvolgono nomi prestigiosi, capaci di muovere un grande numero di partecipanti, appassionati e curiosi. Nel cuore della stagione (da aprile a settembre) vanno in scena circa novanta com-

petizioni; spiccano numerosi eventi di cartello. Solo per fare qualche esempio: a giugno, la “BMW Golf Cup International” (sponsorizzata dal gruppo Di.ba), la “Audi Quattro Cup” (organizzata dal gruppo Reggini) e la “Dreamcars Mercedes Benz” (con main sponsor sempre Di.ba). In luglio, la “All Inclusive Golf Challenge” (sponsorizzata da Engel & Volkers); a settembre la “Kia Golf Cup”.



SAN GIOVANNI

San Giovanni per la Notte delle Streghe

- La leggenda vuole che la notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno sia magica, misteriosa e abbia influenza sulle cose, gli animali e, soprattutto, sugli uomini, tanto che da sempre essa è anche chiamata La Notte delle Streghe. In questa notte, un tempo, si viveva un momento magico perché essa cade nei giorni solstiziali quando, secondo un’antica credenza, il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra e specialmente sulle erbe bagnate dalla rugiada, che si trasforma in un farma co potente “a guarire ogni guisa di malattie cutanee”. La saga della notte di San Giovanni narra che proprio in questo particolare momento astrale le

Giugno 2017

39 18

Un successo dicreatività ed intelligenza per bambini, giovani e adulti dal 21 al 25 giugno streghe si radunassero per espletare i loro sortilegi. I più prudenti per proteggersi si infilavano sotto gli abiti qualche erba di San Giovanni, dall’iperico alla lavanda, allo spicchio d’aglio da raccogliersi prima dell’alba, la verbena simbolo di pace e prosperità, il ribes i cui frutti rossi sono

chiamati anche bacche di San Giovanni, l’artemisia… Queste streghe altre non erano che giovani donne le quali, per aiutare il sole a nascere, si riunivano nei campi e accendevano dei fuochi, oppure spinte da passione amorosa raccoglievano le erbe bagnate di rugiada, simbolo della pro-

tezione del Battista. La manifestazione marignanese intende recuperare un tessuto storico-popolare di tradizioni attraverso una serie di spettacoli: teatro popolare di strada, il mercatino con esposizione e vendita di oggetti, le erbe officinali, le pietre magi he, i prodotti naturali.

Notte delle Streghe nelle stellate serate di giugno

Artemisia, la maga buona della Valconca di Mario Magnanelli - La Notte delle Streghe fu un’idea del pittore Mario Magnanelli (1945 - 2004) e concretizzata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianfranco Cenci. Carattere difficile, Magnanelli non entrò mai nell’impresa. Da allora un successo straordinario, grazie alle idee ed al fascino del borgo malatestiano. Istrionico, famose le sue pennelate delle nevi e dei fiori, Magnanelli si “inventò” anche la maga buona della Valconca. La chiamò Artemisia. Di lui il regista Federico Fellini aveva scritto, tra: “...interprete di un mondo fantastico, dei sogni legati al profondo significato del nostro vivere”. Magnanelli aveva tanti amici e molti intellettuali hanno celebrato la sua opera: Piero Meldini, Roberto Pazzi, Ennio Cavalli, Rosita Copioli, Federico Fellini, Teo Bragagna. Ne era molto orgoglioso.


40

Giugno 2017

MORCIANO

Il gruppo ha portato nei teatri della Valconca la commedia in dialetto scritta da Bacchini ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario

Elezioni1 - Vince chi si allea con Danilo Ottavia-

ni. Già socialista, della sinistra socialista, ama affermare, gli unici ad averlo contattato sarebbero stato gli esponenti del centrodestra guidato da quell’utilitarista di Giorgio Ciotti, un ex democristiano che sa muoversi con accortezza. E che amoreggia con chiunque. Dal centrosinistra, anche questa volta, nessun segnale; lo vedono con poco appeal. E’ in politica da trent’anni, Ottaviani, e riesce sempre a mettere nella sua cascina una caterva di preferenze. Secondo degli eletti dietro Andrea Agostini, Ottaviani ha fatto eleggere anche due dei suoi. Ciotti è avvertito. Ottaviani, come ben sanno i morcianesi, veste elegante. Il suo è un vezzo; per chi non lo conosce, potrebbe sembrare spocchia, ma è l’esatto contrario. Alla fine dello scorso aprile, è uno dei tre in uno dei famosi incontri sui tanti angoli da marciapiede della capitale della Valconca.  Mentre si discute di politica con rispettoso fervore ed ironico, Ottaviani col sorriso “cialtrone” allunga una mano sul colletto della camicia dell’amico e gli chiosa: “Dì ragazzo, ‘sto colletto è un po’ liso; non si può uscire così”. Senza malignità, solo un po’ di ottavianesche buone maniere. ALLEGRO MA NON TROPPO

Cambiare vuol dire crescere - La vita la si può capire solo cambiando. Si parte bambini, protetti dai propri genitori e dalla propria mente piena di meravigliose fantasie e fiabe che colorano un bellissimo momento della vita con ricordi ed emozioni uniche. Poi arriva l’adolescenza, il mondo si apre a mille esperienze nuove e mille modi diversi di sbagliare e di soffrire: si vorrebbe restare bambini nella mente, ma le prove, le sfide che ogni giorno si mettono sul nostro cammino piano - piano allontanano la spensieratezza che ti fa sognare un mondo dove tutto è possibile. Senza rendersene conto si diventa adulti, ma non maturi, perché solo l’esperienza può insegnare a essere maturi. Questo è il momento più difficile, ciò che ci proteggeva dal mondo e dalla vita dura e crudele si sgretola, sbagli ed errori iniziano a diventare cose serie. Il futuro inizia a essere chiaro, l’idea di non aver fatto abbastanza si fa largo tristemente nei pensieri, tutto quel passato meraviglioso e ricco di esperienze uniche e ricordi stupendi viene risucchiato, messo via dove solo i sogni possono ancora entrare. Quindi, senza più radici, ma con la consapevolezza di non essere in un film o in un sogno dove il lieto fine è dietro l’angolo. Allora ci si trova davanti a un bivio: arrendersi o dimenarsi come un pesce saltato fuori dall’acqua e cerca qualcuno o qualcosa che gli dia una spinta o un aiuto per respirare, oppure affrontare la vita con coraggio da soli senza nessun appoggio o aiuto.

Si parte! In un paese straniero, lontano dal modo di vivere che hai sempre avuto, lontano dagli amici e dalle persone più importanti della propria vita, lontano dal giudizio degli altri che ti ha sempre fatto così paura. È dura davvero, molto più di quanto chi resta nella sua terra può immaginare, ma tornare indietro vorrebbe dire ancora una volta fallire, sbagliare, arrendersi. Passano mesi, anni, ti guardi e non ti riconosci più in quel ragazzino pieno di paure e ansie, piano piano ti rendi conto che adesso hai imparato tanto davvero, hai vinto la sfida con te stesso. Finalmente adesso sei in grado di vivere senza problemi, senza preoccuparti di cosa pensino gli altri e senza paure, perché affrontando sfide difficili, da solo, sei cambiato dentro. Ora quei giorni felici che hai tenuto chiusi in un angolino dei tuoi ricordi iniziano a uscire, la tua terra inizia a mancare, così come i tuoi amici e i tuoi parenti. Ma ti mancano anche i tuoi nemici e le persone che non ti hanno aiutato, perché hai capito che spesso dietro a una persona che ti ha fatto del male c’è una storia triste che l’ha portata a comportarsi così. Rimpianti non ne hai più perché tutto il passato ha costruito il tuo presente e quello che sei potrà costruire il tuo futuro. Adesso si torna a casa. Questa è una nuova fase della mia vita che ancora non posso scrivere, perché la devo ancora vivere… Cuccumeo

“Quei dla Veggia” in festa COMUNITA’ - Il gruppo dialettale “Quei dla’ Veggia” ha festeggiato all’agriturismo San Tiodor di Mondaino unitamente al poeta scrittore dialettale riminese Umberto Carlini. La commedia “I che’....uivo’ un merle” scritta da Germano Bacchini è stata presentata in inverno a Morciano (fiera San Gregorio), San Giovanni e Saludecio (29 aprile). La compagnia è composta da: Santina Di Giovanni, Vanna Amadei, Patrizia Ciuffoli, Amalia Di Pumpo, Graziana Imola, Serenella Soprani, Roberto Pazzaglini, Giuseppe Del Bianco, Carlo Carlini, Germano Bacchini; suggeritrici Gigliola Baldisserra e Serenella Soprani. Gli incassi delle varie serate sono stati donati in beneficenza. Il gruppo dialettale si ritroverÀ a settembre per interpretare durante la prossima stagione una nuova commedia scritta sempre da Germano Bacchini. g.d.b.

La classica foto di gruppo

Studenti del Gobetti in web radio Si chiama “Gump”. Sono coordinati da Giuseppe Vanni e Angelo Galanti GIOVANI

- Si chiama Gump. E’ la Web Radio degli studenti del Gobetti – De Gasperi. Dicono: “La nostra piccola media company si arricchisce di un’ulteriore sezione, oltre al giornalino cartaceo Gump scaricabile anche in pdf dal sito e la pagina Facebook. Questo progetto, denominato Studenti in rete, coordinato dal Prof. Giuseppe Vanni assistito dal Prof. Angelo Galanti per la parte Web Radio, è stato allargato e rafforzato grazie ai finanziamenti della regione Emilia Romagna, che ringraziamo, e da qualche settimana vede quindi la presenza di Radio Gump, che trasmette sul web all’indirizzo wrm.96.lt (puntoellet e non puntoit)”. “Il nostro organigramma - continuano i ragazzi - è ora quindi così composto: Lorenzo Morelli, Maria Mengozzi, Samuele Avanzolini, Matteo Calesini, Anna Grazia Masotano, Margherita Bernabè e Valentina Sanchi per Ra-

La famiglia Zanca. Da sinistra: Matteo, Roberta e Stefano

dio Gump (parte tecnica, di regia e dj time sperimentale); Maria Chiara Rosa, Elia Ubaldini, Giulia Gamboni, Giulia Sammarini, Martina Gabrielli, Sofia Borgognoni, Valentina Rossi per Gump giornale (cronaca, redazione, Facebook, coordinamento. Le prime trasmissioni sono già state messe online con grandissimo successo. Tra queste abbiamo lan-

ciato Fashion Victims, un programma che parla delle nuove tendenze nel campo della moda, con l’aggiunta dell’oroscopo. Inoltre, abbiamo parlato di altri argomenti, come la musica e la festa di San Gregorio che si è tenuta dal 4 al 12 marzo. In questa occasione abbiamo fatto una diretta video dal padiglione fieristico di Morciano. Un’altra rubrica è Talk of the Town, in cui si parla di attua-

lità e di tutto ciò che riguarda la nostra vita quotidiana. Ogni settimana è online una nuova trasmissione che poi resta in onda fino a quella successiva. Una radio fatta con grande passione e determinazione da parte di alunni e insegnanti per provare nuove esperienze. Possiamo dire che il nostro esperimento è andato a buon fine! Che dire? Da ora, oltre a buona lettura, buon ascolto!!!”.


MORCIANO

Giugno 2017

41

Il paradosso dice che è il miglior “sindaco” che il Pd possa avere. Negli anni si sono sempre dati la mano

LA POLITICA

- Trionfale ritorno di Giorgio Ciotti sullo scranno più alto di Morciano, anche se ha vinto con meno voti di Filippo Gennari. Per l’ex democristiano che amoreggia col mondo, destra, sinistra, centro e chi più ne ha più ne metta, dalle urne è uscito il cavallo alato del trionfo. Complimenti. Si pensava che lo scarto tra i tre contendenti sarebbe stato una questione di una manciata di voti. Ancora una volta ha dimostrato che è un raffinato tattico. E’ stato il primo a lanciare la campagna elettorale. Ha parlottato con tutti; perfino con Atos Berardi, il regista vero del Pd. Poi ha costruito la sua lista intruppando tutte le anime culturali della città: ex Pd, ex Forza Italia, leghisti, garattoniani. Mario Garattoni merita una pennellata a parte. Aveva detto: “Mai con Ciotti”. Ci ha perso una pizza, poi lo hanno convinto a mettere due sue persone fidate in lista e l’accordo è stato fatto (una è stata eletta). Nonostante la Lega nord a fianco, Ciotti ha dialogato anche con la rappresentanza albanese morcianese che sembra contare su un centinaio di suffragi; anche per queste strade passa l’integrazione. Persona che studia, che ha lo storico, politicamente cinico, Ciotti non avesse problemi con Freud potrebbe fare cose mera-

Sindaco, trionfale ritorno di Giorgio Ciotti

PERSONE

Sindaci dal dopoguerra ad oggi

Da sinistra: Giorgio Ciotti (Morciano Viva, centro-destra), Evi Giannei (Morciano Futura, centro-sinistra), Guido Ripa (M5S)

1.341 voti (47,07%)

Elettori

5.549 Ha votato il 61,59% (nel 2014 il 69,78). Insomma, il primo partito è quello dell’astensione. Non è un gran segno per nessuno; neppure per i vincitori.

983 voti (29,59%)

908 voti (27,33%)

vigliose. Invece, l’inconscio lo fa abbandonare a pensieri tristi. Tristissimi. E’ sull’onda del potere dal lontano 1990; quando era ancora in fasce. Ciotti e la sinistra, anche quando erano stanno su trincee contrapposte, si sono sempre dati la mano. Le voci dicono che nel 2014 avrebbe fatto avere i suoi voti alla lista Claudio Battazza; quando il suo candidato era Enzo Montani. Nulla di disdicevole, ci mancherebbe. E’ il bello della democrazia. Insomma, Giorgio Ciotti, e non è un paradosso, è il miglior sindaco possibile che il Pd potesse

avere. Ciotti sa muoversi con abilità ma non machiavellica; sa che gli interessi di Morciano passano per Rimini (si veda il Psc, Piano strutturale comunale) e Bologna (la Regione). Ora, lo snodo vero è la Ghigi. Cosa uscirà dal cilindro di Ciotti? Pd Per il Pd la sconfitta è stata pesante. Punto. Non ha preso neppure i voti del cosiddetto zoccolo duro: circa 1.400 suffragi (si è fermato a meno di mille). Hanno tentennato, bisticciando, nella scelta del sindaco e dei candidati. Eccoli, a grandi linee: Pierluigi Autunno

Pierluigi (ex socialista, corrente renziana), Michele Tenti (chiare simpatie di destra, Gioacchino Di Pasqua (già sindaco a Saludecio), Michela Morganti (vicina gruppo scout, prima degli eletti), Andrea Fronzoni (cura progetti per giovani), Evi Giannei (storica famiglia socialista, il marito presidente Lions Club). Il vero king maker della lista è stato, come al solito Atos, coadiuvato da Claudio Battazza. La lista è stata fatta all’ultimo secondo a causa dell’abbandono l’ultimo giorno utile di Christian D’Andrea. M5S Molti pensavano ad una sorpresa nell’urna. Non è stato così, anche se per i pentastellati è il miglior riscontro tra Coriano e Riccione, un vero disastro. Partiti tardi, il primo candidato, Fabio Amadei, sconfessato. Poi Ripa, che gode di buona credibilità personale. Hossein Fayaz che se ne va con eleganza, ma se ne va. Fattori che non hanno giovato.

Alberto (Bertino) Montanari, sindaco dal ‘90 al’95 - Ecco tutti i sindaci del dopoguerra. 1946-1951 Luigi Cavalli (Pci) 1951-1956 Arrigo Broccoli (Dc) 1956-1960 Luigi Cavalli (Pci) 1960-1964 Luigi Cavalli (Pci) 1964-1970 Luigi Cavalli (Pci) 1970-1975 Marzio Belloni (Dc) 1975-1980 Luciano Montanari (Psi) 1980-1985 Rossano Guerra (Psi) 1985-1990 Atos Berardi (Pci) 1990-1995 Alberto Montanari (Psi) 1995-1999 Stefano Dradi (Pds) 1999-2004 Giorgio Ciotti (Ppi) 2004-2009 Giorgio Ciotti (centrodestra) 2009-2014 Claudio Battazza (Pd) 2014-2017 Claudio Battazza (Pd)



MORCIANO

Giugno 2017

43

Nuova variante da Rinnovamento Ghigi: rinuncia alla costruzione delle due torri abitative

Pru Ghigi: storia, ambiente e urbanistica... - A Morciano bisogna valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico e privato esistente e fare stop al consumo del territorio. Per la realizzazione del progetto “Centro commerciale Ghigi – Conad (ex Pastificio) bisogna rispettare le norme attuative del Piano Regolatore Generale e non andare oltre a quello che è in vigore per tutti i cittadini. In altre parole, costruire complessivamente non più di 7.500 mq, dato che la superficie dei terreni è di circa 15.000 mq ed il coefficiente di edificabilità della zona è 0,50, anziché 15.220 mq, e con un’altezza non superiore a 10 metri, la massima consentita per tutti, invece di prevedere due torri alte 22 e 23 metri. La sala polivalente (auditorium) e la biblioteca comunale sono gli unici vantaggi effettivi per i cittadini, che dovranno sopportare notevoli disagi per la costruzione del centro commerciale e abitativo Ghigi nel cuore di Morciano, ed è essenziale che siano realizzate altrimenti non aveva alcun senso parlare del “Programma della Riqualificazione Urbana”. In ogni caso, su questo progetto incombe la sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Bologna in seguito al ricorso dei comitati cittadini, prevista per luglio 2017. La società Rinnovamento Ghigi lo scorso febbraio, dopo i domiciliari all’ex sindaco Claudio Battazza, ha presentato una nuova variante in Comune. In questo ennesimo nuovo progetto si rinuncia alla costruzione delle due torri abitative nel centro cittadino. Nel Consiglio comunale del 4 ottobre 2016, a sorpresa, viene presentata dai consiglieri del gruppo consigliare “Amo Morciano” della minoranza centro-destra, Matteo Staccoli e Filippo Gennari, una mozione che chiede la rinuncia alla costruzione dell’Auditorium al primo piano del PRU Ghigi. Consigliere Gennari e sindaco Battazza argomentano che si potrebbe riscuotere il costo della costruzione dalla società Rinnovamento Ghigi ed utilizzarlo per abbellire la sala 2 del padiglione fieristico e la costruzione di un parcheggio nelle sue vicinanze. Dopo una breve discussione in cui è intervenuto anche il consigliere del Movimento 5 Stelle Daniele Arduini che ha ricordato i limiti posti alla “Urbanistica Partecipata” dell’amministrazione Battazza per non entrare nel merito della riqualificazione. Però, alla fine, il consiglio comunale, ad unanimità, approva questa mozione. I dieci consiglieri presenti nella seduta erano: Daniele Arduini, Filippo Genna-

Idea condivisibile, non ancora fatta propria dalla pubblica amministrazione. Ottima l’idea di portare l’auditorium al piano terra dal primo

Il vecchio pastificio Ghigi. La facciata di pregio poteva essere conservata come testimonianza di buona archeologia industriale

FOCUS di Hossein Fayaz ri, Matteo Staccoli, Claudio Battazza, Stefano Dradi, Filippo Ghigi, Claudio Bernabei, Ivan Tagliaferri, Matteo Gobbi e Michela Morganti. La costruzione della sala polivalente (Auditorium) nella vicinanza della biblioteca comunale per creare un polo culturale nel centro del paese era la richiesta della maggioranza dei partecipanti alle assemblee, del gruppo degli esperti ed infine dell’amministrazione comunale. E per la riqualificazione delle aree industriali era ed è richiesto dalla Legge Regionale n. 19 del 1998. La creazione del polo culturale nel centro di Morciano, oltre ad essere utilizzato dagli abitanti, poteva diventare un centro di attrazione per le centinaia degli studenti delle superiori che ogni giorno frequentano il polo scolastico di Morciano senza mai passare per il centro del paese. In meno di dieci minuti di discussione, con il loro voto senza alcuna consultazione con gli elettori, hanno vanificato lo sforzo di decine di cittadini attivi che per più di cinque mesi, derisi dagli esponenti del centro-destra, dall’ottobre 2010 al febbraio 2011, avevano partecipato con passione alle assemblee e passeggiate guidate dal gruppo degli esperti dell’architetto Giovanni Ginocchini. L’operazione che per altro è costato 25.000 euro alla Regione Emilia Romagna. Nella seduta del 17 novembre 2016, della Conferenza di programma prevista dall’accordo del PRU Ghigi, nella sede della Regione in Bologna, Adriano Bergamaschi, rappresentante della Regione e Isabella Magnani, rappresentante della Provincia, hanno posto il loro parere contrario alla mozione approvata dal consiglio comunale del 4 ottobre 2016, poiché non rispetta le

norme della Legge Regionale n. 19/1998 ed hanno chiesto al Comune ed alla proprietà il rispetto della legge e dei diritti dei cittadini di avere dei benefici permanenti dalla ricostruzione della Ghigi. Per la costruzione di una nuova biblioteca di 500 mq al primo piano, dotato da due ascensori in via Marconi e

via Crispi, potranno esserci dei contributi regionali. Originariamente, era previsto e concordato il restauro ed ammodernamento dell’attuale biblioteca comunale con una spesa di 340.000 euro. Si tratta dell’ex scuola elementare, costruita all’inizio del secolo scorso, quando Morciano aveva poche migliaia di

abitanti e pochissime automobili. Il vecchio edificio si trova nell’angolo di via Colombari e via Fratti e per le sue facciate ha dei vincoli della sovrintendenza dei beni archeologici. Oggi, per l’intenso traffico delle macchine, il rumore e l’inquinamento atmosferico, non è adatta per le soste prolungate di qualche ora,

Volantini di Ciotti gettati nel giardino di Atos Berardi

Atos Berardi col figlio Claudio - Qualche fantasioso ultras della politica, dai pensieri un po’ così, ha gettato i volantini di Giorgio Ciotti (candidato a sindaco del centro destra e molto di più) nel giardino di Atos Berardi, già sindaco di Morciano, figura di spicco della sinistra morcianese degli ultimi 50 anni. Già in una chat, non meno svilente, fu definito come un vecchio di 80 anni e altri pensieri poco ragguardevoli. Il clima politico morcianese è sempre stato rovente e pepato sotto campagna elettorale, ma mai oltraggioso. Una democrazia piena richiede reciprocità. Un commento del figlio Claudio: “Spero che la prossima amministrazione spieghi a tutti come funziona la raccolta differenziata e dove si getta la monnezza”.

ma potrebbe essere utilizzato come sede di un museo o altre destinazioni similari. Ora, la nuova variante del PRU (PUA) Ghigi presentata in Comune è solo una proposta della proprietà e non è stata né accettata dall’ufficio di edilizia privata e né approvata dal Consiglio comunale. Rinnovamento Ghigi S.r.l. era inadempiente e in questi ultimi quattordici anni (2003 – 2017) non ha mai rispettato il cronoprogramma concordati negli accordi sottoscritti con il Comune, ma se fosse vero quest’ultima variazione, occorre prenderla in considerazione seriamente. L’area commerciale già approvata è più ampia dei 4.000 mq previsti in PRG, poiché i negozi sono 4.000 mq e i magazzini sono 2.458,5 mq per un totale di 6.458,50, ma non ci sono le due torri abitative e sono previste la costruzione di due strutture idonee a carattere culturale nel centro del paese che certamente contribuirebbero alla maggiore coesione sociale tra gli abitanti e renderebbero più vivibile la città di Morciano. La proposta dell’architetto morcianese Mario Battelli, pubblicata a pagina 51 del mensile de la Piazza della Provincia di maggio 2017, di costruire l’Auditorium al piano terra e contigua all’attuale biblioteca è indubbiamente interessante e lo sostenevamo a suo tempo anche noi, ma non è stato possibile farla accettare all’amministrazione Battazza ed alla proprietà. La gestione della piastra del primo piano dovrà essere condominiale e riportata alla superfice dello spazio utilizzato da ogni condomine. Guido Ripa candidato sindaco della lista Movimento 5 Stelle, pone questa domanda nel suo programma elettorale: “Perché Auditorium e non una piscina coperta?”. Per la semplice ragione che la maggioranza dei partecipanti all’”Urbanistica Partecipata”, nei loro interventi hanno chiesto una sala polivalente idonea per gli incontri cittadini, gli spettacoli, il teatro ed il cinema in aggiunta al restauro ed all’ammodernamento della costruzione fatiscente della biblioteca. La proposta della piscina coperta fu fatta, ma ha entusiasmato di meno i partecipanti e non ha avuto un seguito.



MORCIANO

Giugno 2017

45

In Maremma, a Magliano (dal 17 al 25 giugno). Titolo: “Luce e blu”

Cardellini, personale in Toscana - Giuliano Cardellini sotto il sole della Toscana. Mostra personale dal 17 al 25 giugno a Magliano. Titolo dell’esposizione: “Luce e Blu”; la cura è di Sveva Manfredi Zavaglia, testo critico di Giusy Emiliano. Il vernissage è 17 giugno dalle 18.30 - alle 22. Il morcianese espone presso la Galleria Arti in Corso a Magliano, Maremma, in Toscana. Il progetto comprende una presentazione di 10 opere scultoree a muro di tecnica mista. La materia, protagonista assoluta della mostra, propone un’ampia riflessione sui temi eco-sostenibili che nel tempo hanno coniugato poesia e arti visive, tracciando nuovi modi di vedere l’intangibile. Si desidera creare una sinergia ed uno scambio culturale tra varie realtà, con opere delle seguenti Serie: “Ambiente Blu Cardellini”; “Trasparenze metalliche; “Led d’amore”; e “Uova di vita”. In una parte delle opere presentate dalla galleria, la tela è sostituita da lamiera nella quale sono incisi brevi versi poetici, creati dall’autore, leggibili dall’ombra pro-

Ampia rifles-

Giuliano Cardellini davanti alle sue opere

sione di temi eco-sostenibili che coniugano poesia e arti visive. “Nuovi modi di vedere l’intangibile

LA CULTURA

iettata sul muro attraverso le incisioni, o delineati da luci a led. In altre opere – e sono quelle di un blu particolare, scuro ma luminoso, frutto di precisa ricerca cromatica, che dà origine al titolo - la materia diventa spessa, creando figure, una sorta di atolli formati da materiali ferrosi di risulta. “Giuliano Cardellini propone un’ampia riflessione sui

temi che nel tempo hanno coniugato poesia e arti visive, tracciando nuovi modi di vedere l’intangibile”. La curatrice Manfredi Zavaglia lo definisce “anima laboriosa”, dove il primo termine si adatta alla ricchezza emotiva dell’autore, il secondo illustra la sua ricerca rigorosa di

linguaggi tecnici sempre diversi. Le sue opere ci fanno ricordare del nostro passato, con un coinvolgimento sempre nel futuro. Autonoma espressione artistica fonte di maturità e consapevolezza. Esplosione di felicità creativa. Come scrive la critica Emiliano: “Egli utilizza oggetti residuali ‘rubati’ alla meccanica come: viti, bul-

loni e dadi, accompagnando il pubblico all’interno di un racconto onirico. La materia, quindi, si adagia sulla tela cristallizzata e viene avvolta da un colore blu intenso, perde il suo peso specifico per definire un nuovo ruolo quale è chiamata a interpretare. Una grande scommessa quella che ci sottopone Giuliano Cardellini: dimostrare che queste forme artistiche

possano portare ognuno di noi in un capovolgimento dell’esperienza indotta nel guardare e riguardare le sue opere. Una forma d’arte che può liberare noi stessi da un incantesimo: la vita quotidiana; restituendola almeno in parte alla sua innocenza, alla sua interezza.” Giuliano Cardellini a aperto a Morciano il suo studio d’arte, GC. Negli ultimi periodo ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Ha esposto a Pesaro, Cattolica, Rimini, Verona, Gubbio, Osaka, Rio de Janeiro, Londra, Monte Carlo, Reggio Emilia, Preganziol e New York. A settembre sarà anche in mostra a Roma. www.giulianocardellini. com


S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE Premio Villa, San Clemente capitale della Romagna

46

Giugno 2017

Boccette, l’hanno combinata grossa

GENIUS LOCI

- Grazie al Premio letterario di poesia e zirudele in dialetto San Clemente è la capitale della Romagna. E’ dedicato a Giustiniano Villa, il poeta-ciabattino vissuto a cavallo tra l’800 ed il ‘900; andava per mercati e declamava, e vendeva, i suoi componimenti. Erano piacevoli e divertenti dialoghi tra il padrone ed il contadino. Alla XXV edizione, giuria di pregio presieduta dallo scrittore Piero Meldini, la serata finale si è tenuta sabato 3 giugno alle 20.30 presso il teatro comunale “G. Villa”, via Tavoleto 69 a Sant’Andrea in Casale. Sono state presentate 41 poesie e 23 zirudele. Anno zero per la sezione dantesca che ha raccolto un discreto successo tra i poeti con zirudele a tema dantesco argute e mai banali. Tra le poesie ha vinto la bellariese Marcella Gasperoni con “E po da es”, precedendo il forlivese poeta di lungo corso Marino Monti con “Ombar ad paròl”; al terARTE E CULTURA

Montefiore Con Giovannini capitale dell’incisione Umberto Giovannini

- Umberto Giovannini prima è una persona fatta bene; poi è un incisore di livello assoluto. Tiene laboratori a Londra, Ravenna, Morciano e anche a Montefiore. Quello montefiorese è di un fascino unico: si tiene nella Rocca Malatestiana, uno degli edifici del cuore di quel mostro di cultura di Umberto Eco. In collaborazione con l’Università di Roma a Montefiore, si tiene un corso di xilografia (incisione sui tavola) con 10 ragazzi. Insieme a Giovannini, c’è un altro prestigioso docente, Maria Pina Bentivenga.

SAN CLEMENTE

Le scolaresche di San Clemente e Coriano partecipano al Premio zo posto, la lughese Lucia Baldini con “Seiza rispir”. Tra le zirudele successo per il sammarinese Francesco “Checco” Guidi con “E masagg”, ironico ricordo di nuove abitudini. Tra le zirudele dantesche altro importante poeta romagnolo a prevalere, Franco Ponseggi da Bagnacavallo, che si aggiudica la sezione dantesca e il relativo premio costituito da un’artistica Ceramica offerta dal Centro Dantesco San Gregorio in Conca. Alla serata hanno partecipato anche le classi di quinta elementare delle scuole di Sant’Andrea in Casale e

San Clemente e di Coriano. I bambini hanno presentato le poesie realizzate durante il laboratorio condotto da Francesca Airaudo e Giorgia Penzo. Al termine della premiazione offerto un rinfresco dal Comune di San Clemente. Sezione dantesca L’istituzione di una Sezione Dantesca all’interno del Premio di Poesia Dialettale Giustiniano Villa rappresenta senza dubbio uno straordinario salto di qualità: il numero notevole degli autori che vi hanno partecipato e la qualità dei componimenti lo dimostrano!

Innanzitutto perché il “poeta ciabattino” ha trattato argomenti danteschi nelle sue Zirudele, mostrando un’attenzione ed una competenza verso il “poeta fiorentino” in perfetta sintonia con una precisa tendenza poetico-culturale italiana fra Ottocento e Novecento. Inoltre, non è possibile dimenticare che l’Alighieri compose un intero trattato dedicato alle parlate regionali (=dialettali) dalla Sicilia alle Alpi, sottolineando come la nuova lingua letteraria nazionale che stava mettendo a punto non potesse prescindere dalla loro conoscenza ed assimilazione.

- Il teatro è il Campionato italiano di boccette che si è svolto quest’anno al padiglione fieristico di Morciano di Romagna. Gli attori la squadra del bar ACLI S. Andrea, il bar Sanzio, che contro ogni pronostico nel campionato provinciale 2016/2017 di serie B si è classificata al primo posto ed è quindi è stata convocata di diritto al campionato italiano. I ragazzi del Circolo si sono trovati faccia a faccia con squadre del calibro di Modena, Bologna, Ferrara, Pisa, e nessuno si sarebbe aspettato che una vera e propria outsider come la compagine di S. Andrea potesse avere la meglio su simili corazzate. La competizione si è svolta nell’arco di dieci ore, durante le quali assieme ai risultati positivi è cresciuta pian piano nei protagonisti locali la convinzione di farcela. Una convinzione diventata certezza nella esplosiva finale che ha visto la vittoria della squadra composta da Sergio Marzi, Daniele Pretelli, Stefano Lazzarini, Walter Berlini, Daniele Giovannini, Massimo Ciotti, Andrea Gabellini, Dylan Martini, Patrick Martini, Massimo Semprini, Gabriele Ubaldi e Stefano Tognoni. In bocca al lupo ragazzi! C. C.

Sagra del Vino, vince il podere Bianchi da Coriano ampliare la manifestazione con l’aggiunta di un mercatino artistico, gonfiabili per i bimbi, raduno di auto e moto d’epoca, pesca di beneficenza e mostra fotografica. Manuel Pecci, giovane presidente della Pro Loco, ringrazia di cuore pubblicamente a quanti in vario modo abbiano contribuito alla buona riuscita: l’amministrazione comunale, le donne e uomi-

SAN CLEMENTE

- All’interno della 49ª edizione della Sagra del Vino, il 19 maggio, si è svolta presso la sala del Consiglio Comunale la tradizionale Gara del Vino Rosso Sangiovese, giunta alla 43° edizione. Novità di quest’anno la limitazione al classico vitigno romagnolo aggiunta come specifica per la prima volta proprio per l’edizione della gara appena terminata. Lavoro delicato quello della qualificata giuria composta da sommelier ed enologi professionisti coordinati da Alessandro Arlotti e Bruno Piccioni, due certezze consolidate di conoscenza e professionalità. Diciassette i partecipanti provenienti un po’ da tutto il Riminese che hanno messo in difficoltà la giuria per la qualità dei vini presentati, come dimostrano gli alti punteggi. Sul filo di lana ha vinto il Podere Bianchi di Coriano con 77,4 punti; soli due decimi sull’azienda sanclementese Le Ginestre di Pecci E., a cui sono stati assegnati 77,2 punti. Al terzo posto l’or-

Piazza Mazzini

mai certezza di qualità: il Podere Dell’Angelo di Vergiano-Rimini, aggiudicatosi 75,2 punti. Al vincitore è stato assegnato l’artistico trofeo Attilio Arlotti mentre ai classificati premi realizzati dalle sapienti mani di Luca Casadei. Il sindaco Mirna Cecchini ha premiato i vincitori in una serata che ha visto una importante partecipazione di produttori, intenditori e semplici estimatori

del nettare di Bacco. A proposito di Dei, Giove Pluvio ha provato, senza riuscirci, a rendere difficile la serata del sabato, ma la piazza stracolma di gente della domenica venuta a ben mangiare, meglio bere, ad ascoltare buona musica e ad ammirare ballerini bravi e coinvolgenti, ha fatto dell’edizione 2017 un appuntamento riuscitissimo. Positiva l’iniziativa del nuovo Consiglio della Pro Loco. Con tanta fatica sono riusciti ad

ni di San Clemente, gli sponsor, i cittadini tutti ed in particolare chi ha dovuto pazientare per i disagi. Il prossimo anno si terrà la 50^ edizione, un traguardo che andrà festeggiato degnamente, ma nel frattempo non dimenticate l’invito per il 29 luglio per la festa degli anni ‘80, con l’orchestra dei “J-BEES”, mica pizza e fichi.


S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE 47 Franco Casadei va in pensione: auguri Giugno 2017

MONTEFIORE - BONORA

Santuario di Bonora, Madonnine in mostra con Pierino Galuzzi

Giacomo Morri e il libro tradotto in cinese

- Dagli un pezzetto di legno a Pierino Galuzzi e come mastro Geppetto ti realizza una meraviglia grazie ad un cervello d’oro, alla capacità di usare il tornio ed alla creatività. Ferroviere in pensione, ha una caterva di passioni: raccoglie materiale militare, ferroviario, della civiltà contadina. E ancora: collezionista di libri di storia locale (e non solo), monete. Da alcuni anni realizza opere d’arte particolari. Fondamentalmente di tre generi: Madonnine, presepi e Calvari. Incastona i segni spirituali in bossoli (piccolissimi e grandissimi) e nicchie di legno. In questo periodo, per tutta l’estate negli altari laterali del

santuario di Bonora, si possono ammirare un centinaio di pezzi che recano la Madonna col Bambino e Calvari inseriti in bossoli e granate. Racconta: “Ho iniziato a farli una decina di anni fa. Tutto nasce per scherzo. Mi ritrovo nelle mani un innesco di bossolo da cannone inglese ed una medaglietta con Madonna con Bambino. Pulisco e smonto l’innesto; lo apro. Gli ricavo la nicchia e ci alloggio la medaglietta. Mi piace. Non mi sono più fermato”. Montefiorese sceso a Misano nel 1969, Galuzzi ha materiale ferroviario, bellico e agricolo per aprire un museo non proprio disprezzabile.

SAN CLEMENTE

di Claudio Casadei - C’è da fare un’articolo per Franco che va in pensione. E te prepari penna e taccuino che chissà quanto avranno da dire dopo una vita di lavoro. Poi trovi che le insegnanti del Plesso Scuola Primaria S. Andrea in C. scrivono: “Franco, può venire? Avrei bisogno!!” Al richiamo della maestra, Franco corre… Franco tuttofare, aggiustatutto, terapeuta del buonumore; romagnolo D.O.C., una parola detta in italiano e due orgogliosamente in dialetto: “Perchè ai bambini bisogna insegnargli le cose giuste...”. Franco dal cuore d’oro, solare e gioioso, sempre allegro e col piglio spensierato. Un uomo in mezzo a tante donne che ha desiderato rispettare, come solo i signori nell’animo, sanno fare! Franco, hai dato tanto alla scuola e ricevuto stima meritata. Le maestre ti ringraziano per il tuo operato, ma sono già un po’ disperate che tu vada in pensione, perché, da che mondo è mondo, “un gallo in un pollaio fa sempre piacere”. Franco, ci mancherai… noi siamo qua però, passa a trovarci... Poi sono i genitori dei suoi bambini del Plesso Scuola Primaria S. Andrea in Casale che scrivono: E’ una calda mattina di fine

maggio ed il sole non è facile da sopportare. Tutti riuniti nel cortile della scuola elementare che per tanti anni (18 circa) hai servito come pochi hanno saputo fare. Insegnanti, colleghi e i tuoi bambini cosi piccoli ma cosi tanto affezionati a te a tal punto da volerti festeggiare come solo loro sanno fare. Il loro affetto per te rispecchia ciò che tu per anni gli hai donato. Cordialità, educazione, sorrisi, collaborazione e tanta pazienza ti hanno reso la persona speciale che tutti abbiamo imparato ad amare. La campanella suona è ora di entrare, di corsa “con noia”si deve iniziare. Ma eccolo lì sempre al suo posto che viene incontro augurando “Buongiorno”. Per i genitori e bambini non è un buongiorno normale perché è Franco che ce lo viene a dare. Dolce sorriso e sguardo attento, Franco è sempre pronto a risolvere il malcontento.

Il genitore attento comunica: “Franco, mi sa che oggi la giornata non è iniziata bene. E lui: ‘Tranquilla, è bravissimo/a non ci saranno problemi’. Te vai tranquilla a lavorare che ci pensa Franco a sistemare. Adesso che per te è arrivata la meritata pensione vogliamo salutarti con la semplicità che tu hai insegnato ai tuoi bambini: grazie Franco per tutto quello che hai fatto per noi, sappiamo che tu devi andare ma ricordati che ti vogliamo tanto, tanto bene e di noi non ti devi dimenticare. Ciao Franco e grazie di cuore. Poi la collega di lavoro. Franco noi abbiamo lavorato sodo 15 anni insieme. Tra di noi c’è sempre stato rispetto e comprensione e ora ti auguro di andare in vacanza tutto l’anno proprio come dicevi sempre di voler fare: ”Andare all’este-

ro in vacanza e non tornare”. Ciao Franco La tua collega e amica Gabriella E allora te leggi e capisci che per Franco non servono penna e taccuino: il suo ricordo lo ha già scritto lui lavorando seriamente, facendo un po’ più del proprio dovere, scegliendo la “straordinarietà delle cose normali”, rimanendo fedele al cliché dell’uomo serio e sorridente che lo ha sempre accompagnato. Che mondo bello quello in cui ti viene riconosciuto il valore della normalità. Che libro bello quello che ha scritto Franco e che ora lui stesso sta chiudendo per aprirne un altro in cui di certo ci saranno pagine di ricordi dei tempi della scuola. E se andrà all’estero da queste parti c’è gente certa che qualche volta tornerà a salutare quel passato che passato non è mai perché resta nel cuore per sempre.


48

Giugno 2017

SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO

SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Saggio di bocce

Teatro da grande occasione per la presentazione del volume di 332 pagine di grande formato

Carlo Cervellieri col sindaco Dilvo Polidori, l’architetto Giuliano Chelotti (autore dell’introduzione) e Giorgio Galvani, presidente dell’Associazione Santo Amato Ronconi - Saggio di bocce, e non solo, per 250 bambini delle scuole elementari di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo lo scorso 3 giugno all’interno del progetto didattico “Multisport”. Lo slogan: “Lo sport significa delegare al corpo alcune delle più elevate virtù dell’anima”. Si è tenuto nel campo grande di Saludecio, con inizio alle 8,30. Hanno partecipato al progetto tutt’e quindici le classi elementari dei tre comuni. Daniela La Marca referente motorio, hanno insegnato: Biagio Sarnataro, Edoi Mattioli Valentini, Massimo Piovaticci, Massimo Belleggia, Emanuele Chiaretti, Pasquale Litti e Catia Piccioni.

La copertina del prezioso volume

Carlo Cervellieri, pomeriggio di emozioni col libro di cartoline cerimonie e ricorrenze dei momenti di festa, così come nelle circostanze più tristi.

LA STORIA

- Carlo Cervellieri ha toccato le corde dell’umanità. Giorgio Galvani il senso dell’organizzazione e qualche frecciatina non proprio benevola verso... Giuliano Chelotti un’argomentazione raffinatissima. Dilvo Poldidori, elegantissimo in giacca e cravatta nonostante il caldo, come si conviene a chi rappresenta le istituzioni, il saluto della cittadina. La platea quasi piena, come si conviene alla occasioni giuste. E questo lo era di certo. Tanti saludecesi sono arrivati anche da fuori. Apprezzatissimo, il volume è andato a ruba. Tutto questo si è vissuto lo scorso 28 maggio, con inizio alle 16,30. Si presentava: “Saludecio. Com’era. Com’è” (332 pagine a colori di grande formato); quasi 350 istantanee che scandiscono la storia di Saludecio dai primi del ‘900 fino ad oggi. Più sopra si diceva che Giuliano Chelotti ha tenuto una “lezione” che ben rappresenta la sensibilità saludecese. Riportiamo la chiusura della sua presentazione del lavoro di Cervellieri. “Le tante immagini che si accavallano ci riportano scorci, angoli, strade del paese, allo stesso tempo persone

Istantanee straordinarie dai primi del ‘900 fino ad oggi. Presentato il 28maggio, ore 17, al teatro Verdi

colte nella loro vita quotidiana. Luoghi familiari che ogni saludecese ha vissuto o immaginato nel tempo: noi stessi da bambini, i padri e le madri, fratelli, nonni, parenti e amici e, andando ancora più indietro, progenitori e personaggi di paese ascoltati nei racconti o memorizzati dalla tradizione orale. Storie e racconti non fantastici, ma di vite vere, vissute giorno per giorno nelle

Questo libro, illustrando il passato, può trasformarsi in un invito alle nuove generazioni nel ricercare e studiare le proprie radici, partendo proprio dalla bellezza delle piccole cose e dei luoghi più familiari. Spero inoltre che questa occasione possa essere per ogni cittadino anche un momento di riflessione e di presa d’atto di quanto di bello e di importante ci sia ancora disponibile intorno a noi, a portata di mano e proprio per questo da rispettare e valorizzare. Un invito rivolto a tutti ad amare appunto i luoghi e le architetture del borgo, evitandone l’uso improprio spesso umiliante di piazze, vie e luoghi ricchi di tanta storia e bellezza. Onorato di questo compito affidatomi nel redigere la prefazione del libro di Carlo, ne approfitto a chiusura per rivolgere un invito anche ai politici affinché progettino per il futuro interventi di recupero e rilancio del Borgo, restituendo al centro la sua naturale immagine culturale e artistica, rifacendosi idealmente al “salotto”, con un approccio non certo nostalgico, ma innovativo e contemporaneo”.


SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO SALUDECIO - PERSONE

Edoardo Ottaviani, la forza dei “deboli” - Anche senza laurea e specializzazione in arte si può tutelare e custodire il patrimonio artistico di un paese. Succede a Saludecio da tanti anni dove abita Ottaviani Edoardo che, fin da ragazzo, ha dedicato tutto il suo

tempo libero alla sicurezza e alla cura delle molte opere d’arte esistenti nel paese. Proprio in questi giorni sono stati restaurati dalla signora Rossana Allegri quattro reliquari seicenteschi di proprietà della Chiesa dei Girolomini.

Il Parco dei Tigli

Tutto è stato fatto d’accordo con l’Amministrazione Comunale, che è proprietaria della Chiesa. Edoardo, fin dagli ultimi anni del secolo scorso, faceva parte di un gruppo che accompagnava i visitatori sia per vedere i quadri che moltissimi ex votivi offerti dai fedeli al Beato Amato. Quando poi fu istituito nel novembre del 2001 il museo di Saludecio e del Beato Amato, l’impegno divenne più assiduo e formalizzato con precise deleghe. Edoardo non mancava mai, pronto a svolgere anche i lavori più umili e faticosi. Nemmeno la malattia lo distolse completamente dal museo. Negli intervalli fra una cura e l’altra si presentava con il solito entusiasmo e lo stesso spirito di servizio. I visitatori esprimevano la loro soddisfazione lasciando offerte e mance che venivano registrate con scrupolosa precisione da Marino Marcucci e riposte in una cas-

saforte dove erano custodite fin quando erano sufficienti per il restauro dell’opera programmata. Se oggi possiamo ammirare molti quadri riportati al primitivo splendore, lo dobbiamo a questo lungo lavoro, continuo e nascosto che fu portato avanti per anni, fino a quando improvvisamente con il nuovo parroco, tutto il gruppo è stato allontanato. Anche questo fatto così assurdo ed umiliante non sco-

- “La Domenica del Riuso”. Tutte le domeniche, dal 4 giugno al 24 agosto con i Musei aperti visitabili gratuitamente. Scambia, compra e vendi a Saludecio nell’ombreggiato e fresco viale dei Tigli dalle 8,30 alle 19. Ad organizzare è l’associazione culturale e spirituale Santo Amato Ronconi con il patrocinio del Comune di Saludecio. “Ti liberi di cose che non ti servono più, divertendoti e guadagnando. Visita il mercatino del riuso, potresti trovare ciò che ti serve fa-

raggiò Edoardo, che si prese cura della Chiesa dei Gerolimini, che come abbiamo detto è di proprietà comunale. Tutte le domeniche la apre dando modo ai paesani e turisti di visitare la tomba del Beato Cipriano Mosconi, i molti quadri che amano e la bella mostra su Sant’Amato. Anche qui, come accadeva nel museo, vengono raccolte offerte utilizzate per i restauri più urgenti. Ben otto reliquari del ‘600 sono stati sal-

Saludecio, domeniche col riuso MERCATINO cendo l’affare della tua vita”. La partecipazione al mercatino con la propria bancarella tutte le domeniche è gratuita per i collezionisti privati. Negli anni addietro sembra che sia stato acquistato anche un bronzetto dell’artista inglese Moore; prezzo, anche trattato, 5 euro. Il mercatino è anche la

vati e riportati alla primitiva bellezza ed ora sono esposti sugli altari laterali ammirati dai visitatori. Tutto questo lo dobbiamo al nostro carissimo Edoardo che, nel silenzio e nell’umiltà, svolge ogni domenica il suo lavoro di cui molti cittadini non si accorgono, ma apprezzato moltissimo dai turisti, come testimoniato dalle molte scritte di elogio nel libro delle presenze. Luigi Calesini

giusta scusa per visitare la vecchia capitale della Valconca. Il blasone si legge nella bellezza del borgo e la bontà dei suoi edifici. Sono visitabili visitabili gratuitamente molteplici bellezze: il Museo di Saludecio e di Sant’Amato (consegva due tele di Guido Cagnacci, artista di livello mondiale, il Museo di Garibaldi, i Murales dedicati all’800, le chiese di San Biagio (santuario di Sant’Amato) e quella seicentesca dei Girolomini. Giugno è anche il tempo dei tigli in fiore; essenze da non perdere.

Sant’Amato unisce la comunità tenuto loscorso 21 maggio. Il legame tra Saludecio e Monte Mauro è legato a don Massimo; è lui ad animare l’eremo. La madre, originaria di Saludecio, era Cesarina Pasini. L’associazione Sant’Amato, presieduta da Giorgio Galvani, si prefigge di far conoscere la vita e le opere di Santo Amato; con la speranza che sempre più fedeli possano salire a Saludecio e visitare il suo santuario. La consegna ha richiamato anche molti saludecesi che da anni vivono altrove.

49

Reliquari restaurati

SALUDECIO

- Il sindaco Dilvo Polidori ha mangiato di fronte all’ex sindaco Pino Sanchini. Politicamente sono stati su schieramenti contrapposti. Però tutt’e due sono devoti di Sant’Amato Ronconi, l’unico santo riminese. Insomma, la figura di Amato unisce una comunità come si conviene. L’associazione culturale spirituale santo Amato Ronconi di Saludecio ha consegnato la reliquia del santo Amato all’eremo di Monte Mauro a Brisighella. Il pellegrinaggio si è

Giugno 2017

I saludecesi a Monte Mauro. Hanno consegnato in pellegrinaggio una reliquia di Sant’Amato Ronconi (Foto Damiano Curcio)


50

Giugno 2017

CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO LA CULTURA

Montescudo. Oltre 4mila persone sono salite in collina

Teatro, una grande stagione LA CULTURA

La scorsa edizione

Coriano teatro, cartellone estivo - Torna per la sua terza edizione “Arancionè la notte… dei bambini”, il cartellone di eventi per tutta la famiglia ideato e diretto dalla Compagnia Fratelli di Taglia, organizzato assieme al Comune di Coriano e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e MIBACT. Anche quest’anno le iniziative coinvolgeranno la CorTe del Castello Malatestiano e alcuni parchi del territorio. Sabato 24 giugno, sabato 1 e 8 luglio appuntamento al Castello di Piazza Malatesta con “C’era una volta al Castello…”, la rassegna dedicata alla letteratura per ragazzi in collaborazione con il Premio Andersen: dalle ore 20 Pic Nic sull’erba a Km Zero by La Cantinetta della CorTe, laboratori creativi e la partecipazione delle associazioni del territorio; all’imbrunire (ore 21,30) l’ora delle favole con i racconti che diventano narrazioni nell’interpretazione dei Fratelli di Taglia, musicate dal vivo mentre le illustrazioni si trasformano in scenografie. Completa il cartellone Circo & Gnam, piccola rassegna

Gli organizzatori della stagione

di circo teatro che farà tappa a Ospedaletto (mercoledì 28 giugno) e Cerasolo (mercoledì 12 luglio) con inizio alle ore 21,30, al termine spuntino notturno per tutti i bimbi offerto dalla Pro-Loco di Coriano. Sabato 15 e domenica 16 luglio a Coriano sarà tempo di BirriAmo!, la rinnovata Festa della Birra Artigianale promossa dalla Pro-Loco di Coriano con il patrocinio del Comune e la collaborazione dei Fratelli di Taglia. Il capoluogo diventerà una grande brasserie a cielo aperto con le originali proposte dei più rinomati birrifici artigianali romagnoli e marchigiani in abbinamento al finger food locale in un’atmosfera da Luna Park d’altri tempi dal sapore felliniano. BirriAmo esalterà poi il naturale connubio tra birra e musica dal vivo. Musicisti e cantanti dell’associazione Risuona Rimini invaderanno di note piazze, anfiteatri e angoli suggestivi del centro storico in un susseguirsi di esibizioni, dal pomeriggio a tarda sera.

- Con lo spettacolo comico di Alternoteca domenica 21 maggio si è conclusa la lunga stagione teatrale al Rosaspina di Montescudo con la direzione organizzativa di Gilberto Arcangeli e artistica de l’Attoscuro teatro, inaugurata a dicembre nel programma “Natale a Montescudo-Montecolombo” con protagonista il comico Maurzio Ferrini con il suo nuovo spettacolo. Le commedie dialettali sono state l’elemento trainante dei sabato sera in gennaio e febbraio nella più vecchia e importante rassegna della provincia di Rimini giunta al 24^ anno. Nove gli spettacoli di teatro contemporaneo che hanno animato “Oltremisura 2017”, tra i quali 2 momenti dedicati interamente alla musica: “Cant’autoritratti” dell’associazione musicale Risuona Rimini, un gruppo di talentuosi musicisti indipendenti della scena locale, e l’intenso incontro con Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, la rock band italiana più incisiva degli ultimi 20 anni, che dialogando in compagnia dello scrittore Gianluca Morozzi, ha raccontato il suo percorso artistico in qualità di cantante e autore dei testi riproponendo per chitarra – voce alcuni brani del repertorio dei Marlene Kuntz. L’apertura della stagione è sta-

ta affidata ad un monologo divertente e spumeggiante “La morte balla sui tacchi a spillo” interpretato dall’attrice Silvana Fallisi, presenza femminile negli ultimi 10 anni delle produzioni teatrali e cinematografiche del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Due gli incontri a fine spettacolo con il pubblico, coordinati da Laura Gemini, docente della Facoltà di Sociologia di Urbino, che hanno permesso di dialogare e di confrontarsi su tematiche del nostro contemporaneo: la figura del cocainomane, protagonista dello spettacolo “L’ultima notte di Antonio” della pluripremiata Piccola Compagnia Dammacco, e la dolente e appassionata confessione di un uomo sulla tomba della madre

che si racconta e confida di essere omossessuale, interpretato dal bravissimo attore e drammaturgo Saverio la Ruina nello spettacolo “Masculu e fìammina”, data in prima regionale. Un’anteprima regionale, “Suzanne”, della compagnia “Le città visibili”, ha suggellato la collaborazione della suddetta compagnia con il teatro Rosaspina, che ha ospitato la residenza artistica del progetto nell’autunno 2016, permettendo così la realizzazione di uno spettacolo con la regia di César Brie. A sottolineare l’importanza del ruolo femminile nella giornata dedicata alla festa della donna, ci ha pensato la poetessa santarcangiolese Annalisa Teodorani,

dai più definita l’erede del poeta e scrittore romagnolo Raffaello Baldini, che insieme all’attrice Nicoletta Fabbri riunisce nello spettacolo, “L’ora delle falene”, le voci di due donne in cui confluiscono diverse figure femminili che si interrogano sull’arte del sottrarsi e sul mistero della sparizione. Infine l’appuntamento dedicato al teatro ragazzi con la compagnia riminese “Reparto prototipi” che ogni anno propone uno spettacolo divertente adatto sia per adulti che piccini e la presentazione del progetto “Vite in transito”, un laboratorio di scrittura autobiografica per e con donne migranti nato nel 2008 e condotto da Francesca Castellani, Fulvia Gemmani e Mariolina Tentoni mosse da un’esigenza civile di costruire una nuova cittadinanza inclusiva delle differenze. Le memorie e le storie migranti sono state lette e interpretate da Simona Matteini, accompagnata dalle musiche originali di Giacomo Cioni. Gli spettacoli hanno portato circa 4.000 presenze con un indotto sulle attività locali, albergo, bar, ristoranti e agriturismi, che ha dato un po’ di sollievo alla non facile situazione economica.

Scuola premiata da Hera - La scuola Gabellini di Coriano premiata da Hera. Consegnato un assegno da 700 euro agli alunni della scuola secondaria che hanno partecipato al concorso “Per fare un albero…”. Altri due buoni spesa alle scuole di Santarcangelo e Bellaria Igea Marina Hera, conclude la settima edizione della “Grande Macchina del Mondo”, il progetto didattico gratuito, che da gennaio ha coinvolto oltre 8.000 studenti del territorio di Rimini, con la premiazione del video-concorso riservato alle scuole secondarie di 1° di Rimini e provincia. Ai partecipanti era richiesto di ideare e realizzare un video che

GIOVANI sottolineasse l’importanza di separare correttamente i rifiuti con particolare attenzione al rifiuto organico. Il concorso è nato da un’idea dei partecipanti di HeraLAB di Rimini, i consigli multi-stakeholder che Hera ha attivato sui territori serviti per migliorare il dialogo con le comunità locali. A sfidarsi 11 classi: i video sono stati sottoposti inizialmente al giudizio di oltre 3.470 utenti che li hanno votati sul portale “Hera per le scuole”, poi il giudizio della giuria tecnica.

Con più di 300 voti online e il maggior punteggio della giuria tecnica, si è aggiudicata il primo posto la classe II C dell’Istituto Gabellini di Coriano con il video “Compost? Sì Grazie!”. I ragazzi vincono così un buono spesa del valore di 700 euro spendibile per l’acquisto di materiali didattici. Seconda classificata è la classe I E della scuola T. Franchini Santarcangelo di Romagna con il video “The Compostage” che si aggiudica un assegno dell’importo di 350 euro. Terzo posto e un buono spesa di 150 euro, per la classe I E della Scuola Panzini Bellaria-Igea Marina con il video “Ehi fratello!...insieme ricicliamo!”.


CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO

Giugno 2017

51

Raccoglie quasi il 50% dei consensi. Dietro col 36% Leonardi (Pd). Delusione M5S. Manciata di voti per Godi PERSONE

Sindaci dal dopoguerra ad oggi Ivonne Crescentini

Mimma Spinelli, è bis Il primo partito della città, con il 45%, è quello dell’astensionismo

Da sinistra: Mariarosaria Apicella, Oreste Godi, Alessandro Leonardi e Mimma Spinelli

Elettori LA POLITICA - Ecco tutti i sindaci del dopoguerra. 1946-1951 Carlo Zaghini (Pci), Renato Muccioli (Pci), Giovanni Pari (Psi) 1951-1956 Renato Muccioli (Pci) 1956-1960 Renato Muccioli (Pci) 1960-1964 Renato Muccioli (Pci) 1964-1970 Renato Muccioli (Pci) 1970-1975 Renato Muccioli (Pci) 1975-1980 Gianfranco Geminiani (Pci) 1980-1985 Sergio Pierini (Pci) 1985-1990 Sergio Pierini (Pci) 1990 – 1995 Giovanni Girolomini (Pci) (si dimise nel dicembre del ’91; sindaco Ivonne Crescentini) 1995-1999 Ivonne Crescentini (Pds) 1999-2004 Ivonne Crescentini (Ds) 2004-2009 Maria Luigina Matricardi (Ds) 2009 -2013 Maria Luigina Matricardi (Pd)

- Il sindaco uscente Domenica (Mimma) Spinelli per Progetto Comune (centro-destra) viene riconfermata dai cittadini, che le concedono il bis. La grande sorpresa non è stata la vittoria ma il risultato: quasi il 50 per cento dei suffragi. Con tale risultato la Spinelli ha messo a tacere tutte le voci critiche sul suo operato. Ora l’aspettano altri cinque anni impegnativi. La Spinelli sembrava dovesse essere la candidata del Pd, invece il Pd corianese le ha posto il veto. A leggere il risultato, la Spinelli ha governato in modo soddisfacente. Pd Alessandro Leonardi, per Insieme per Coriano (centro-sinistra e non solo), sem-

452 suffragi (9,34%)

241 suffragi (4.98%)

8.853 - Ha votato il 55,96% (aveva votato il 60,60).

1.756 suffragi (36,29%)

2.389 suffragi (49,37%)

brava la persona giusta che potesse mettere fine al regno della Spinelli. Due lauree, un buon rapporto interpersonale, invece non ce l’ha fatta. Si è fermato al 36 per cento.

M5S Mariarosaria Apicella per il Movimento 5 Stelle è la sconfitta. Sconfitta che va letta nei pochi legami col territorio dei suoi candidati.

A livello locale senza le reti lunghe e ramificate non si va da nessuna parte. Poi, magari, si acquisiscono consensi a livello nazionale. Sinistra Unita Il professor Oreste Godi per Coriano Sinistra Unita ha raccolto una manciata di voti: 241. Un pacchetto che non sarebbe servito neppure al portacolori del Pd. Astensione Il primo partito di Coriano è quello dell’astensione. Ovvero, come farsi del male da soli.



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.