GENNAIO 2016 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 20 N.1 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

IL PUNTO DI VISTA

- Stanno andando in pensione molti magistrati, che meriterebbero di essere ricordati in questa sede. Ma i due di essi sono Gianfranco Amendola, procuratore capo di Civitavecchia e ultimo pretore d’assalto rimasto in carriera. Dati i limiti di tempo delle nostre note, preferiamo dedicarci a Raffaele Guariniello, di padre napoletano e madre piemontese, giunto alle soglie della pensione dopo 48 anni di carriera. Guariniello conseguì la Laurea in Giurisprudenza a 23 anni. Ha poi proseguito gli studi con Giovanni Conso, conseguendo la libera docenza in procedura penale all’Università di Torino. Magistrato di Cassazione, dal 1992 esercita le funzioni di Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino. Dall’estate del 2008, dopo la nomina di Gian Carlo Caselli a Procuratore Capo, ha assunto l’incarico di Procuratore Capo Vicario, scaduta con il passaggio di incarichi tra Ca Segue a pagina 8

GENNAIO 2016

D'Andrea: “Fare della Valconca un solo comune” MORCIANO - 47

CATTOLICA - 25

Rimini, terre di mafie da un trentennio

Magistrati in pensione, quei tanti Presenti almeno da un trentennio. italiani che Fenomeno fanno il proprio a lungo sottovadovere di Alessandro Roveri*

Primarie Pd. Gambini vs Piva, è già scontro rusticano

RICCIONE - 14

RIMINI - 3

www.lapiazzarimini.it

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Rossi, regala sito internet agli albergatori e non solo...

Zamagni: “Economia, avanti tutta con la prudenza”

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

lutato. Sono arrivate anche a San Marino. Cause: evasione fiscale, turimo, locali

NATURA

MADE IN ITALY Dov'è la sinistra? Molti la cercano...

Sta bon... la s'è cunfusa sla destra...

di Alessandro Bondi*

- Nel numero precedente si sono offerte alcune coordinate sul concetto di criminalità organizzata; sui tipi di criminalità organizzata radicata nella regione Emilia Romagna; sugli studi ad essi dedicati e la metodologia adottata. Si sono apprezzati Pagine 2

Breve massima di saggezza “Ma la storia ha un suo pudore. Si capisce solo dopo”

Cees Nooteboom (scrittore olandese)

Sta bona! Per li ruberie i fa già anche trop... Cecco - Giorgio De Chirico - 2016

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Biblioteca conferenze Carlo Sini chiude ciclo di profonda civiltà

San Clemente 2016, parola ai consiglieri Via Maggio, strettoria aggirata San Giovanni Aspettando il Psc tagliato il mattone Coriano Vino, quando il Riminese perde Montefiore S. Maria Maddalena, rifatto il ponte Mondaino Polidori, grande pittore Saludecio Il murales di Sant'Amato, l'idea

FOCUS

Condomini

Co-eredi, le difficoltà Intonaci, quando cedono

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Due progetti Sis: mettere in sicurezza le acque e sensibilizzare i giovani giovani

Acqua, il bene del territorio per la qualità della nostra vita Pagine 30-31


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INCHIESTA

Gennaio 2016

2. San Marino un invito al riciclaggio secondo Bankitalia. Delocalizzazione degli affari

Rimini, terre di mafie da un trentennio Le operazioni di polizia hanno dimostratato che sono entrate anche nella pubblica amministrazione

NUMERI

Denaro “sporco”, segnalazioni scarse - In provincia di Rimini fino al 2012 dai professionisti neanche una segnalazione. Nel 2014 sono raddoppiate rispetto al 2009... ma ancora poche. Nel primo semestre 2015 sono state 242, in linea col 2014, ma forse andrebbe fatto qualche controllo più. Negli anni. 2009: 222 2010: 538 2011: 577 2012: 586 2013: 508 2014: 439

L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina

l’impegno e la competenza di politica, istituzioni e associazioni che hanno rotto i lunghi silenzi di altra politica oggi, al contrario, tentata dal ciarlare sotto campagna elettorale senza alcun vero impegno o competenza. Indicando le fonti, solo quando diverse da quelle già commentate, di seguito si parlerà di ’Ndrangheta: la c.d. mafia calabrese. Associazione criminale tra le più pericolose al mondo. Invischiata nei traffici di stupefacenti, armi, immigrazione, tratta, contrabbando, estorsione, riciclaggio, usura, gioco d’azzardo, prostituzione, traffico di sostanze tossiche, appalti pubblici, pianificazione del territorio, pubblica amministrazione (dal 1991-2013 sono stati sciolti 58 consigli comunali per infiltrazioni n’dranghetiste), eversione, terrorismo (golpe Borghese, servizi segreti e massoneria deviata); un fatturato stimato di 53 miliardi di euro; ramificazioni in tutta Italia e all’estero (Europol, Threat Assessment Italian Organised Crime, 2013). ‘Ndrangheta è nome noto alla cronaca dal 1955 (Alvaro,

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 14 gennaio

Dal dossier dell'Osservatorio provinciale

Corriere della Sera) la cui etimologia spazia dal greco antico – valore, prodezza – al toponimo –Andragathia Regio, zona tra la Calabria e la Basilicata: tanto per dire che sul significato del nome storici e linguisti sono lontani dall’essere d’accordo

La relazione 2013 della DNA ha però sottolineato che in Emilia Romagna si può parlare di delocalizzazione degli affari ‘Ndranghetisti anziché di colonizzazione così come invece avvenuto in Lombardia. In altri termini, è convenuto fare affari in Emilia Romagna non tanto per la presenza di una comunità calabrese tanto numerosa quanto per la ricchezza della regione

L'INCHIESTA

Il dossier dell'Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata: 'ndrangheta, camorra e mafia siciliana in Emilia Romagna (2010-2015) - “Dopo essere stato un fenomeno a lungo sottovalutato da un punto di vista sociale, economico e politico, negli ultimi anni si è cominciato a parlare di penetrazione della criminalità organizzata in Emilia Romagna anche nei social e mass media. I fatti di cronaca più recenti, difatti, hanno portato alla luce un sistema la cui pervasività è aumentata nel tempo, sino al punto per cui non è stato più possibile far finta di non vedere. Uno degli ultimi esempi in ordine cronologico è l'indagine denominata Aemilia. Oltre al lavoro, svolto dagli inquirenti, di ricostruzione di un trentennio, di vicende criminali che hanno contrassegnato la presenza e l'espansione 'ndranghetista in Emilia Romagna, tale indagine ha portato alla luce uno spaccato sulle dina-

La copertina del dossier miche di matrice mafiosa che hanno contraddistinto la regione. Per questo motivo, ossia per comprendere i nuovi equilibri delle tre principali organizzazioni mafiose, questa ricerca si pone l'obiettivo di ricostruire le vicende di 'ndrangheta, camorra e mafia siciliana nell'ultimo quinquennio”.

(Wikipedia, voce ‘Ndrangheta, 12.1.2016). L’origine agropastorale, geograficamente circoscritta, l’espansione che segue i flussi migratori, le faide, l’evoluzione dei traffici malavitosi e una sempre più marcata gerarchizzazione, che hanno nella ‘Ndrina di sette uomini il proprio nucleo, sono caratteristiche che l’Ndrangheta condivide coll’evoluzione di altre organizzazioni criminali. I forti legami di sangue e il basso numero di collaboratori di giustizia, i c.d. pentiti, sono invece una peculiarità dell’Ndrangheta. In Emilia Romagna, l’Ndrangheta ha caratteristiche diverse rispetto ad altri radicamenti nel Nord Italia. È stata alimentata dai soggiorni obbligati in regione di alcuni ‘capi bastone’ come Salvatore Aquino di Marina Gioiosa Jonica (1972), Giuseppe Muzzupappa di

Nocotera (1975), Rocco Antonio Baglio di Polistena (1979), Antonio Dragone capo dell’ndrina di Cutro (1982). Soggiorni obbligati anticipati negli anni ’50 dalla migrazione di giovani cutresi in servizio militare a Reggio Emilia. La comunità calabrese a Reggio Emilia oggi conta circa 20.000 persone. Per offrire un esempio dell’espansione malavitosa ’ndranghetista, fino all’arresto negli anni Novanta di Antonio Dragone, il traffico di droga da lui gestito passa da Reggio Emilia, per il modenese (Carpi, Mirandola, Nord di Modena) evita le zone tra Sassuolo, Forbicine e Maranello – sotto il controllo dei rosarnesi – e arriva fino a Rimini. La relazione 2013 della DNA ha però sottolineato che in Emilia Romagna si può parlare di delocalizzazione degli affari ‘Ndranghetisti anziché di colonizzazione così come invece avvenuto in Lombardia. In altri termini, è convenuto fare affari in Emilia Romagna non tanto per la presenza di una comunità calabrese tanto numerosa quanto per la ricchezza della regione, la tipologia di mercato, la forte circolazione di capitale, il tasso di eva-

sione, la presenza di uno Stato straniero – San Marino – generosamente considerato dalla Banca d’Italia come Stato le cui transazioni bancarie erano da trattare e controllare come se fossero transazioni interne allo Stato italiano. Un invito al riciclaggio. Ma se non si può parlare di correlazione diretta fra la presenza della comunità calabrese e ’Ndrangheta, la faida tra i Dragone e i Vasapollo, l’ascesa di Nicolino Grande Aracri, i ripetuti fatti di sangue e, soprattutto le operazioni di contrasto di magistratura e forze dell’ordine, testimoniano la forza del radicamento ‘Ndranghetista in regione. Per la cronaca, si ricordano le operazioni Edilpiovra (1998), Pendolino (1999), Grande Drago (2002)Scacco e RiScacco Matto (2003), Dirty money (2008), Overland new (2008), Ghibli (2009), Vento del Nord (2009), Broker (2010), Overloading (2010), Marte (2011), Decollo unoter (2011), Croton (2013). Tali operazione hanno mostrato il campionario criminale ’ndranghetista, nonché le innervature nella società Emiliano-romagnola, compresa imprenditoria e pubblica amministrazione. Ma di questo e di quanto è accaduto in Romagna si parlerà nella prossima puntata. *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino (seconda parte)


RIMINI

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E' l'approccio sul lungo periodo. E' l'ultimo libro del prestigioso economista riminese

Vita e economia, avanti tutta con prudenza - “Prudenza”: un libretto di poco più di cento pagine (ed. il Mulino). Domanda: perché scrivere un libro sulla “Prudenza”? Zamagni definisce la prudenza una “parola da tempo fuori moda, ma oggi in netta ripresa”. In molti sappiamo che è una delle quattro virtù cardinali; tutti pensiamo di conoscerne il significato. Ma è proprio così? Siamo certi che ciò che intendiamo per “prudenza” - e/o per “prudente”, che è l’atteggiamento che ne deriva -, sia davvero corretto? L’esercitare la prudenza, e/o l’essere prudenti, è ormai comunemente inteso come l’essere attenti, guardinghi, l’agire con circospezione, senza correre troppi rischi, l’andare adagio…; cioè, vivere la vita col piede costantemente sul freno. Ma questo modo di significare la prudenza, sa più di paura di ciò che possa accadere; e la paura com’è noto, genera ansietà: che è cosa non buona! Se chiediamo aiuto al vocabolario troviamo che la prudenza è la “capacità di ben giudicare e di scegliere il meglio in ogni circostanza; saggezza nell’operare (dizionario-italiano.it)”. Sottolineo “capacità di ben giudicare” e “operare con saggezza”. Sono due dei concetti intorno ai quali ruota la “lezione” di Zamagni. Per giudicare, al fine di

“E' una parola fuori moda ma in netta ripresa”. Non è avere paura ma affrontare la realtà nel segno del bene comune. E' una delle quattro virtù cardinali. E' saggezza nell'operare. Quella poca prudenza dei politici FOCUS di Teresio Spadoni meglio scegliere è necessario “[…] saper vedere le cose, le situazioni come sono, non come le fa sembrare la paura o come le deforma l’interesse proprio.” Concretamente, è ciò che dovremmo fare, per esempio, quando siamo chiamati a valutare l’atteggiamento di un uomo politico; in particolar modo durante una campagna elettorale. Troppo spesso si sente dire che “i politici sono tutti uguali e che quando è ora di chiedere il voto tutti promettono, salvo poi tradire le aspettative”. È una

scusa; una banale scusa che il cittadino elettore usa per giustificare la propria pigrizia, in particolar modo quella mentale. Per sapere, infatti, se un candidato sarà un buon politico, è sufficiente adoperarsi per capire quanta prudenza c’è in quello che dice che farà una volta eletto. Scrive Zamagni: “Platone codifica la prudenza come la prima delle quattro virtù cardinali, proprio per la sua rilevanza nell’esercizio corretto del potere politico”. Ecco, l’uomo politico è chiamato ad esercitare la prudenza e ad assumerla come dovere nel suo dire e nel suo agire: se non lo fa non può che essere un cattivo politico. Ma se il cittadino elettore non sa egli stesso cosa sia la prudenza e non sa, di conseguenza, come riconoscerla negli altri, come se lo risolve il problema? Credo che a tutti sia capitato almeno una volta di prendersi una fregata acquistando un oggetto e/o corrispondendo al bisogno manifesto di qualcuno; ecco, nella situazione data, due sono le opzioni comportamentali che si hanno a disposizione: inveire contro chi ci ha fregato attribuendogli tutte le colpe e comportandoci come un cieco tracotante alla guida di un motorino; o soffermarci ad analizzare il fatto con onestà facendo tesoro dell’accaduto, ricordandolo. Bene, nella seconda opzione non facciamo altro che esercitare la

Stefano Zamagni, già preside della facolta di Economia e commercio all'Unioversità di Bologna (Foto Roberto Bronzetti)

virtù della prudenza. “La prudenza […] consente di cogliere in modo chiaro il significato delle situazioni essenziali con le rispettive esigenze e di decifrare le opportunità e la congruità delle risposte. Prudente è dunque chi sa vedere le cose come davvero sono, senza preconcetti”. E per poter operare con saggezza? Zamagni ci avverte che prima è necessario imparare a distinguere il sapiente dal saggio, perché mentre “[…] il sapiente trasmette un sapere; il saggio trasmette anche un senso, una direzione. Il sapiente suggerisce regole di comportamento; il saggio indica una verità”. Per operare con saggezza, dunque, è sempre la prudenza a correre in nostro aiuto. Io credo che a tutti sia capitato di “invidiare” qualcosa di qualcuno. E allora, perché non emulare chi vediamo essere più saggio di noi invece di fermarci alla semplice e infruttuosa ammirazione? La saggezza è una qualità che si acquisisce con l’apprendimento. Non è qualcosa che

l’altro ce l’ha e che noi non possiamo avere; non è innata. Ma se dovessimo renderci conto di essere diventati troppo legnosi per modificarci, perché non adoperarci per insegnarla ai più giovani?... figli, nipoti, alunni… Ecco, già questo sarebbe un comportamento saggio! Se, come dice Zamagni, prudenza è una parola in ripresa, (e se lo dice lui che ha antenne molto sensibili è sicuramente vero) significa che, come si diceva una volta “si sta rivoltando la biscia al ciarlatano”. E questa è cosa buona, perché l’epoca che stiamo vivendo è quella del tutto e subito, dell’usa e getta, dell’induzione artificiosa del desiderio (vedi l’enorme massa di spot pubblicitari diffusi con sfrontatezza inaudita, ai quali è impossibile sottrarsi); perfino lavori che non producono nulla sono stati inventati (vedi i tanti interminabili talk show – per lo più contenitori della pubblicità di cui sopra - che, dopo essersi creati la notizia la investigano per ore e ore aggrovigliandosi tra ipotesi e congetture). Pertanto, benvenuta prudenza! Ma ancora bistrattata, purtroppo. Come quando scegliamo di impegnare risorse (spesso indebitandoci, tra l’altro!) per procurarci un bene col solo scopo di soddisfare il desiderio di possederlo senza alcuna motivazione reale. In questi casi, l’esercizio della prudenza aiuterebbe a capire che se l’unica motivazione è il possesso, un istante

dopo quel bene non ha più valore; ergo, ho investito risorse per comprare un nulla. E allora, per dirla con Zamagni, “il problema può formularsi così: <cosa è bene che io voglia>, e non semplicemente <cosa devo fare per ottenere ciò che voglio>. Di fronte all’afflizione rappresentata dalla necessità di scegliersi i fini (e non soltanto i mezzi), l’uomo di oggi avverte l’esigenza di tornare a fare i conti con la prudenza”. In un libro sulla prudenza non poteva mancare un capitolo sull’avidità, definita da Zamagni “il suo vizio antagonista”. “Perché – si chiede - l’avido continua ad accumulare insaziabilmente pur sapendo che il potere che la ricchezza gli conferisce mai potrà essere realizzato? Perché non è prudente; perché conosce le ragioni per fare quello che l’homo oeconomicus sa di dover fare, ma non conosce i motivi per fare ciò che è bene che faccia”. L’esaltazione dell’egocentrismo (anche indotto, molto spesso) dell’homo oeconomicus ha spinto a considerare la prudenza come una mancanza di spirito imprenditoriale sollecitando l’avidità delle persone (vedi, per esempio, la crisi economica partita dagli Stati Uniti nel 2007/ 2008 e ancora da risolvere in Europa). Inoltre, molti ricorderanno il fenomeno dello yuppismo nato anch’esso negli Stati Uniti alla fine negli anni settanta; per noi italiani diventato la famosa “Milano da bere” degli ottanta, finito con l’esplosione di tangentopoli. Bene, di spunti sui quali riflettere, il libro ne offre ancora tanti. Chi deciderà di leggerlo ne troverà di molto chiari… e utili (che non guasta).



RIMINI

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Intervista con uno degli ex consiglieri dell'istituto di credito - Quando lavorava in banca, andava sistematicamente a visitare le aziende che gli chiedevano i finanziamenti. Chiamato alla guida dell’Aeffe (Alberta FerrettiMoschino) nel 1981, insieme alle famiglie proprietarie BadioliFerretti, è stato tra i protagonisti del successo dell’azienda cattolichina; ricavi passati da 8 miliardi di lire a oltre 200 milioni di euro nel 2002. Sintetizza con una dose di leggerezza quell’avventura: “Abbiamo fatto delle belle cose, è stato un bel periodo, culminato con l’acquisto di Moschino e Pollini “. Il cattolichino Gianfranco Vanzini è stato uno degli artefici dell’economia della provincia dagli anni Ottanta fino a pochi anni fa. Dal novembre 1998 all’ aprile 2010 era sugli scranni del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Rimini. Da uno della sua esperienza ci si sarebbe aspettato che avrebbe annusato il sentore della crisi e di conseguenza adottato prudenza. Invece, così non è stato col risultato che il primo istituto di credito del Riminese è stato commissariato da Bankitalia. Dopo anni difficili, Vanzini vede delle luci. Lei è un uomo vincente, come ha vissuto questa sconfitta? “Non è stata una sconfitta. La crisi economica non l’ho inventata né creata io. L’ho subìta come tutti noi. Chi fa impresa non ha la sfera di cristallo”. Si riconosce delle responsabilità nel commissariamento e nella crisi della Carim? “No. Non mi sento responsabile di quello che è successo; ho sempre agito nella più assoluta correttezza. Il mio scopo, insieme e quello del consiglio d’amministrazione, è stato quello di perseguire il bene della banca, dei suoi dipendenti, dei suoi soci e delle persone e imprese del territorio con le quali e per le quali l’istituto lavorava”. L’incremento delle sofferenze non poteva essere un campanello di allarme? “Abbiamo chiuso l’ultimo bilancio, quello al 31 dicembre 2009, accantonando una cifra importante per le sofferenze e gli incagli, già in atto o prevedibili in quel momento. All’epoca i nostri accantonamenti erano in linea, e spesso superiori, a quelli delle altre banche del territorio con le quali condividevamo la clientela e i relativi rischi. Poi cosa è successo? Dal febbraio al giugno del 2010, sono arrivati gli ispettori di Bankitalia; in media sono visite che avvengono ogni 5 anni. Gli ispettori, a loro parere, rilevano una mancanza di accantonamenti di qualche decina di milioni di euro, e alcune criticità tecniche. A mio avviso i conti erano in ordine e le problematiche tecniche si potevano sanare.” Se, come mi sembra di capire i conti erano in ordine, allora, come mai il commissariamento? “A questa domanda ho risposto già da alcuni anni. Basta andare a rileggere quello che ho detto nell’Assemblea dei Soci del dicembre 2012. Il commissariamento fu, a mio avviso, un intervento esagerato, inopportuno e dannoso da parte di Bankitalia e del Minisrtero. Fu dovuto quasi esclusivamente dal desiderio di Bankitalia di conosce-

Vanzini: “Carim, finalmente un po' di luce in fondo al tunnel” NUMERI

Dieci anni rendimenti alti

L'INTERVISTA

re dettagliatamente i dati individuali dei clienti del Cis (Credito industriale sammarinese), di cui Banca Carim era proprietaria. La comunicazione di questi dati però, era tassativamente vietata dalla normativa sammarinese. La prova evidente è che dopo non molto tempo la normativa fu cambiata. Nel frattempo, però, Banca Carim era finita nel “tritacarne mediatico”. Il signor Enrico Cecchi però ha fatto degli esposti e delle denunce che hanno innescato un procedimento penale ancora in corso. “E’ esatto e la ringrazio dell’osservazione, perchè mi dà la possibilità di chiarire un po’ di cose. Anzitutto è ovvio che calunnie, falsità e diffamazioni, da chiunque provengano, saranno perseguite e punite nelle sedi opportune. Sul procedimento: il Pubblico Ministero, dopo accurate indagini ha chiesto il rinvio a giudizio perché, a suo parere gli amministratori in carica alla chiusura del bilancio al 31.12.2009 avrebbero omesso ‘di effettuare accantonamenti per rischi su crediti per almeno 35.689.732 euro’ In pratica non avremmo accantonato circa 36 milioni per probabili future perdite. Su questo però è doverosa una precisazione. Torniamo all’epoca dei fatti. Siamo alla fine del 2009 primi mesi del 2010, la crisi cominciava a farsi sentire e il Cda di Banca Carim ne era cosciente e consapevole, tant’è che, (basta leggere, senza pregiudizi, i verbali delle sedute di consiglio dell’epoca) la raccomandazione costante rivolta alla Direzione Generale e all’intera struttura era: “Siamo prudenti e vigiliamo attentamente l’andamento dei nostri clienti”. Da qui però a passare a ”Soffe-

Gianfranco Vanzini, consigliere Carim dal 1998 al 2010 renze”, posizioni a volte anche importanti, magari di clienti con rapporti già consolidati da anni di attività positiva, ce ne corre. Mettere una posizione a “Sofferenza” vuole dire decretare la “fine economica” di una impresa che, in quel momento potrebbe avere ancora la possibilità di andare avanti. Abbiamo cercato di aiutare le aziende a resistere, compito primario di una banca del territorio. Tra l’altro mi consenta ancora una osservazione, di carattere generale, su questo punto. Dai dati dei “Bilanci delle Società Italiane” pubblicati annualmente da Mediobanca si rileva che le prime 4 banche nazionali (Unicredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi, Banco Popolare) chiudono i loro bilanci relativi agli anni 2008, 2009, 2010 in utile. Poi nel 2011 tutte e quattro, di colpo, perdono complessivamente oltre 24 miliardi di euro. Questo conferma che la crisi aveva colpito duro e che anche le grandi banche, negli anni 2009 e 2010, avevano usato la nostra stessa prudenza. L’esposto della persona citata riporta diverse accuse a prima vista infamanti, ma totalmente campate per aria Il pubblico ministero dopo aver svolto accurate indagini ha deciso di rinviarci a giudizio unicamente per non aver accantonato la cifra di cui sopra. Le “grida manzoniane” non trovano il minimo riscontro a loro sostegno. A conferma di quanto dico ci sono anche i due commissari di Bankitalia

- Dal 1999 al 2010, la Carim ha prodotto utili per 143 milioni di euro. Negli anni. 2002 - 15,3 milioni di euro 2003 - 12,47 2004 . 13,1 2005 - 13,6 2006 - 23 2007 - 19 2008 - 20 2009 - 8 2010 - 18

che hanno governato la banca per due anni. Sono persone esperte, tra i cui compiti c’era quello di portare davanti all’Autorità giudiziaria gli eventuali comportamenti scorretti degli amministratori, ebbene: non hanno trovato alcun elemento, non solo per promuovere un procedimento penale, ma neppure per avviare un’azione di responsabilità in sede civile. Capisco il dispiacere degli azionisti (il valore delle azioni è passato da 15 a 5,82 euro), ma questa persecuzione, da parte di persone che non sono affatto interessate al bene della banca e del territorio riminese del quale la banca era, e potrebbe continuare ad essere, attore protagonista, è assolutamente intollerabile”. La Carim durante il suo governo acquistò una trentina di sportelli e il Cis (Credito Industriale Sammarinese) per oltre 150 milioni di euro, qualcuno dice che fu un azzardo. “Prima del senno del poi, c’è il senno di allora. Ai tempi le operazioni furono valutate positivamente ed il primo periodo di gestione stava dimostrando che la scelta era stata giusta. L’acquisizione del Cis da Antonveneta era stato, prima verbalmente caldeggiato, poi regolarmente autorizzato dall’autorità di vigilanza, cioè Bankitalia. Se veniamo al senno del poi, o

La tragedia di un Paese (e di qualche paese) ridicolo l’affondo giunto alla fin della licenza… 5. - E’ la tragedia di un Paese, ed anche di qualche paese, ridicolo. Ed è, soprattutto, la storia incredibile di quanti vivendoci e rendendosene conto continuano a prenderlo, e prenderli, in qualche modo sul serio, invece di prenderlo e prenderli come meriterebbe e meriterebbero per le brache. E siccome in politica come in cucina volendo “non si butta nulla” e tutto si può riciclare, anche quando è tossico… Sulle orme del nuovo ‘sdoganatore nazionale’, il simpatico Denis Verdini che balzando con toscana

di Gabriele Della Rovere

improntitudine di banco in banco, macella le antiche appartenenze per portarsi alla corte del comune ‘Principe fiorentino’. E vai con ‘Ministri inesistenti’, ‘Ex-cavalieri ancora rampanti’, ‘Visconti dimezzati’, trilogie di antenati che sono poi, ad ogni livello, quadrilogie e più di assoluti contemporanei, dirigenti di cooperative e sindacati arrivati a Governo e sottogoverno per gabbare i lavoratori che se non per dignità almeno per pregresso contratto erano impegnati a difendere, morti

d’ogni genere che ricamminano, persino il ‘leader Maximo’ della (ex) sinistra italiana incamminato sul caviale del tramonto tra un ordine di vini, una strambata ed un residuo di albagia… Ma questo è il Paese, e nella loro piccola ma nient’affatto irrilevante dimensione i paesi ed i politici che abbiamo. Perciò, non solo per questo ma in primo luogo per questo, siamo nel bel mezzo della tragedia di un Paese e di paesi, e dei suoi politici ad ogni livello, ridicolo e ridicoli. Basta, poi, non lamentarsi.

meglio a quello che è successo dopo, posso solo ripetere che molto probabilmente il fatto di essere proprietari del Cis è stato l’elemento scatenante del commissariamento”. Col senno del poi, che cosa non andava fatto? “Che la Carim non fosse perfetta è nella logica delle cose, la perfezione non è di questo mondo, personalmente ho anche cercato di fare quello che si poteva per migliorare. Mi viene da dire, ad esempio, che poiché a me è sempre piaciuta la chiarezza, ho sollecitato l ‘uso costante dell’italiano in tutti i documenti della Banca (era diventato un ritornello). Sempre a proposito di chiarezza , vedendo il modulo che si usava per confermare l’acquisto dei titoli, ( a mio avviso incomprensibile) portai in consiglio la proposta di modificare il modulo aggiungendovi alcune righe che specificavano sinteticamente il rischio che il sottoscrittore correva acquistando rispettivamente: una azione, una obbligazione o un derivato, in modo che lo stesso fosse sinteticamente e costantemente informato Mi fu risposto dalla Direzione che non si poteva perché il modulo usato era quello previsto dalla normativa di Bankitalia dalla quale non si poteva prescindere. Tuttavia che la banca fosse solida lo dimostra anche il fatto che, nonostante la crisi, il commissariamento, e gli assalti di vario genere, la banca ha continuato ad operare, è riuscita a fare fronte a tutti i propri impegni ed pronta a produrre nuovamente reddito”. Che cosa ha imparato? “Una cosa della quale ero già convinto. Nella vita e nelle attività ci vuole prudenza e bisogna che tutto avvenga con una certa linearità; le curve ascensionali, o le discese troppo ripide prima o poi si fermano. Il problema è sapere quando tutto si ferma. In quegli anni non c’erano dubbi. Il credito era offerto con relativa facilità e nessuno poteva immaginare, non tanto la fine di un periodo così florido, ma soprattutto la gravità e la lunghezza di questa crisi. Lo specchietto riportato a parte dimostra che la banca negli 11 anni precedenti aveva lavorato bene, aveva prodotto costantemente utili, i bilanci erano sempre stati revisionati, senza riserve, dalla Società di Revisione, (Deloitte) e l’Agenzia di Rating (Standard & Poor's) aveva sempre dato valutazioni più che positive. Chi ha amministrato fino al 2009 non ha previsto la crisi ( le sfere di cristallo non sono in commercio) ma non c’è sotto alcun interesse personale, né dolo, né ruberie, né corruzione, e neppure bonus esagerati ai dirigenti. Il messaggio costante del consiglio alla struttura era: ‘Ragazzi, prudenza!’. Una delle osservazioni di Bankitalia è di aver finanziato troppo il matto-

ne e gli alberghi, ma a Rimini se togli questi due settori che cosa rimane? Il prezzo degli immobili è crollato nel corso degli anni in maniera impressionante. Chi lo ha previsto? Vorrei aggiungere una cosa da cattolichino. Dopo oltre 170 anni che la Banca serve questo territorio, ho visto pochissimi riminesi che vogliono bene alla loro Banca, ho visto solo della gran cattiveria e forse anche un po’ di invidia e la cosa mi rattrista un po’”. Come andare a ricominciare? “Voglio fare un ragionamento largo, partendo da un detto popolare di buon senso: ‘Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te’. Oggi facciamo tante chiacchiere, tanta filosofia, creiamo nuovi “dei” fasulli: la bellezza, il fisico, i soldi, il potere, ecc. Nel campo di cui stiamo trattando, quello economico, Europa, Consob, Bankitalia, ecc. inventano un “algoritmo” a settimana, cioè un numerino da calcolare e da applicare. Non serve a niente ma bisogna farlo perché lo hanno deciso loro. A forza di numeri inutili, le note informative sono diventate delle enciclopedie, spesso incomprensibili, anche per un uso esagerato e assurdo dell’ inglese. Bisogna tornare ai valori veri, quelli di sempre che culminano nel non prendersi in giro e nel volersi bene. Nella vicenda Carim: se qualcuno avesse voluto più bene alla Istituzione, al territorio, alle persone, molte cose sarebbero andate diversamente. A cominciare da Bankitalia. Se avesse detto che c‘erano cose che, secondo gli ispettori, non andavano bene, e che, pertanto, bisognava metterle a posto, dando al consiglio di allora alcuni mesi di tempo per farlo, molti dei problemi sorti non ci sarebbero stati. Solo per fare un esempio, se si fosse potuto vendere con calma il Cis, anziché svenderlo, dopo il clamore del commissariamento, si sarebbe certamente realizzato molto di più”. E agli azionisti cosa vuole dire? “Prima di tutto che sono sempre stato al loro fianco e sono uno di loro. Uno che ha sempre creduto nella Banca e che ha investito i suoi risparmi nelle azioni di Banca Carim, che, fra l’altro, fino allo scoppio della crisi che ha sconvolto tutto e tutti, avevano dato ottimi risultati. Il messaggio di speranza, e di invito a collaborare, dei dipendenti dei giorni scorsi mi ha fatto molto piacere e li ringrazio per averlo fatto. E’ da lì che dobbiamo ripartire. Poi mi lasci rivolgere un invito anche alla Presidenza e alla Direzione Generale per quanto riguarda la riapertura di un mercato delle azioni. E’ stato fissato un valore di libro, si cerchi di favorire intorno a questo valore/prezzo un po’ di mercato. Non acquistare direttamente perché non si può, però nulla vieta di favorire l’incontro fra eventuali acquirenti ed eventuali venditori. Senza gravarli di ingiuste e onerose commissioni. E’ un servizio che la Banca ha il dovere di compiere verso i suoi soci. Tutto sommato, in fondo al tunnel della Cassa, comincio a vedere un po’ di luce”.


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RIMINI

“Olmo” e “nelblu” danno vita alla 134 (dal numero del tram che collega Rimini a Cattolica). Presidente: Armando Berlini

Economia, la cooperazione traccia la strada: uniti per reggere i mercati - Si chiama Cooperativa 134 e si occupa di verde e pulizie. Nata lo scorso 1 dicembre dall'unione di due cooperative: “nelblu” (fondata nel 1990) di Cattolica e l'“Olmo” (1996) di Rimini. La più grande cooperativa sociale di inserimento lavorativo dell'Emilia Romagna, è stata presentata alla Camera di Commercio di Rimini. Il primo a congratularsi Fabrizio Moretti, presidente della Camera di Commercio, dinamico imprenditore di vernici a Viserba: “L'iniziativa è bella e interessante. Il nostro territorio con limiti e difetti sa distinguersi anche con la cooperazione. Complimenti per quello che è stato fatto e per il valore che date al territorio. E' un esempio, quello di mettersi insieme, che potrebbe essere preso in considerazione anche dalle imprese private per affrontare i mercati con più capacità competitiva in un periodo particolarmente difficile per il calo della domanda interna. Sono del

Dipendenti

Congratulazioni da Fabrizio Moretti, presidente della Camera di Commercio: “Strada da seguire anche nel privato”

320 La neonata cooperativa conta 240 soci ed impiega circa 320 dipendenti d'estate (400 nel resto dell'anno). Inserisce 100 persone svantaggiate. Nel 2015 ha fatturato 12 milioni di euro

ECONOMIA

parere che nella difficoltà di competere ci voglia l'unione”. Già a capo di “nelblu”, Armando Berlini è il nuovo presidente della neonata cooperativa: “Il nostro scopo è sempre lo stesso: dare opportunità alle persone con dei problemi che diversamente difficilmente troverebbero occupazione. Eravamo già due realtà importanti per dimensioni. Uniti saremo più competitivi, più efficienti e più organizzati. Siamo stati spinti al

Foto di gruppo della neonata Cooperativa 134 passo anche perché il mondo è cambiato; non ci sono più affidamenti diretti, se non per importi inferiori ai 200mila euro”. “Ci dobbiamo muovere continua Berlini - in un mercato che si sta imbarbarendo; si viaggia a sconti pazzeschi. Nella

manutenzione del verde e della pulizia ci sono ribassi anche con punte del 30 per cento. Non ci saranno cambiamenti nel rapporto con i lavoratori ed i soci. Insieme scaturiranno sinergie positive”. Sede legale a Rimini (ven-

gono centralizzate molteplici funzioni), sedi operative a Rimini e Cattolica, l'igiene ambientale vale il 50 per cento del fatturato. Nel piano degli investimenti triennali sono stati messi a bilancio un milione di euro per camion e spazzatrici meccani-

che. “Ci piacerebbero - riflette Boschetti, presidente della Cbr, uno dei fiori all'occhiello della cooperazione riminese - altre fusioni. Abbiamo situazioni critiche che potrebbero seguire per creare delle grandi cooperativi e non delle cooperative grandi”.


RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - L'architetto Marino Bonizzato, uno delle menti più belle di Rimini, ha lanciato il “Movimento Arte Avanti!”, contestuale all’inaugurazione della Mostra dei primi Avanti!sti “la rivolta del bello” - aperta in Rimini, presso la Galleria “Soleri Arte” - Rimini, via Giordano Bruno 14 - fino al 18 gennaio, chiacchierata con l’architetto. - Una rivolta del bello… con quali obiettivi? “Oggi, potremmo dire, anche per la Pace! Si stanno riaprendo arsenali di guerra, addirittura nucleari, secondo la logica del ‘si vis pacem, para bellum’ se vuoi la pace prepara la guerra... Una logica che Città Avanti! non condivide. Così, lanciando il seme “Movimento Arte Avanti!”, ne propone un’altra: ‘si vis pacem, rimpara il bello’… sì! perché il senso del bello innato, che rifiuta per principio ogni violenza, lo abbiamo ormai dimenticato. Questo sole privato che ci anima è stato oscurato dalla nostra mente, sempre più condizionata da un sistema di poteri che, negando i più elementari valori naturali ed esaltando l’eccesso di bisogni artificiali, fa dilagare l’orrido in ogni parte del globo e campo di vita”. Arte Avanti! per recuperare ciò che abbiamo disimparato: bene… poi?. “La mostra dei primi Avanti!sti costituisce il passo iniziale del Movimento verso l’obiettivo del recupero funzionale della persona alla bellezza, condizione primaria per una cittadinanza attiva… Poi, se è vero, condividendo Dostoevskij, che ‘la bellezza salverà il mondo’, occorrerà portare questa nostra dote in prima linea, rendendola presente

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Movimentoculturale(conmostra)lanciatodaMarino Bonizzato, uno dei decani degli architetti del Riminese

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

‘Il bello, semi di civiltà’ “Oggi anche la pace passa per il bello, oltre che il vivere civile e le città. Abbiamo dimenticato il bello innato contro la violenza. Il sole privato ha oscurato la mente” FOCUS

e attiva in ogni genere di trasformazione necessaria per un futuro più evoluto e felice… cioè Avanti!”. L’Italia possiede enormi arsenali d’arte sublime… partiamo da lì? “Perché no! ma, in attesa che il nostro sistema culturale si riorganizzi per mettere in campo tutto il suo enorme potenziale, Arte Avanti! procede, come piccola determinata avanguardia rivoluzionaria, a fare la sua parte”. Rimini in molte occasioni è stata in prima fila nel fare futuri migliori. “Gli Avanti!sti vogliono rinverdire e praticare subito questa tradizione, così, affilate le loro arti

Garden

L'architetto Marino Bonizzato

più lucenti, son scesi in strada a menar fendenti di bellezza… sperando di aprir presto varchi nel cuore degli abitanti e far scaturire, assieme al bello che segretamente custodiscono, anche una gran voglia di rivolta contro il sistema che di fatto gli nega questo piacere”. Ma, per la ri-alfabetizzazione al bello, a chi si ispirano e chi sono gli Avanti!sti? “Si ispirano a coloro che il bello lo sanno comunicare con naturale immediatezza e senza veli mentali… i bambini! Questi sono i veri Maestri… e vanno copiati come si copiano i capolavori dei grandi Artisti nei Musei… poi ci sono gli Artisti che, non avendo perso il giovanile candore e la nativa innocenza, saranno i protagonisti naturali nell’arte della guerra (pacifica) contro l’orrore”.

Ma fate bellezza solo con l’Arte figurativa? “…ogni cosa l’uomo faccia può essere Opera d’Arte e rendere felicità… purché egli, spinto da amore, sappia esprimere nella vita reale, con giusta intelligenza, il senso del bello innato…” così abbiamo scritto nel manifesto della Mostra… e presto avremo una Galleria aperta al bello in qualunque forma si rappresenti. Qui verranno dunque esposte e considerate non solo le espressioni delle arti tradizionali, ma anche quelle, innumerevoli, dell’arte di vivere…”. Insomma, qualcosa di più di un nuovo “ismo” nel campo dell’Arte! “Arte Avanti! non vuole essere l’ennesimo movimento teso a scalare il fasullo mercato dell’Arte, è infatti seme del Movimento culturale, politico, pratico Città Avanti! che, tramite il braccio operativo Marimao sas di Maurizio Vitri, lancia innovazioni di rottura (semi di Città Avanti!) a 360°… anche nel circolo esclusivo dell’Arte… Uno di questi semi, lanciato nel campo del ‘Fare Citta’, si è concretizzato nel Gruppo interdisciplinare di professionisti Marimao/^perpiù che raccoglie ormai una trentina di professionisti in ogni settore, con una capacità quindi di lettura della Città da diversi punti di vista e in

grado di effettuare sintesi, anche operative, particolarmente efficaci. Ne sono esempio i Progetti attuativi del RURC di via Giordano Bruno di cui fa parte l’evento di cui stiamo parlando. Avete trovato consensi ? “Al Convegno che Marimao/ ^perpiù ha organizzato, nel giugno scorso presso l’Hotel Duomo di Via G. Bruno, per illustrare in suo modo di operare, abbiamo registrato la partecipazione convinta di una bella fetta della governance locale, con in testa l’Amministrazione Comunale che ancora oggi ci sta appoggiando (Il nostro evento, ad esempio, è stato inserito nel Capodanno più lungo del Mondo)… ma tutta la Città dovrebbe essere maggiormente interessata e contribuire fattivamente al successo dell’iniziativa di Marimao/^perpiù, dato che riveste un carattere eminentemente pubblico”. Quali altri progetti state realizzando nella via? “Altri due: il primo (responsabile architetto Cecilia Rendina) lo stiamo realizzando assieme a studenti e docenti dell’Università, riguarda la ‘seneteca’ di Via G. Bruno e si propone di raccogliere le storie degli anziani che vi abitano, per poi catalogarle, conservarle e renderle consultabili presso la Gambalunghiana; il secondo Progetto (responsabile geometra Mauro Cappellini), propedeutico alla rea-

lizzazione di altri, riguarda il rilievo in 3D della Via. Un estratto è già visibile, sempre in via Giordano Bruno, al n° 29 , nelle vetrine di uno dei negozi momentaneamente ‘chiusi’, dove sono esposte (a cura degli architetti Cristian Gori e Gladis Grossi) anche schede illustrative sia della metodologia RURC che degli altri Progetti”. Quali le prospettive del Movimento Arte Avanti!? “La Mostra costituisce la prima fase del Lancio del Movimento, utile per sollecitare interesse e dibattito su questo nuovo modo di fare Arte, individuare altri Artisti Avanti! e avviare la raccolta di fondi per finanziare sia le altre fasi che gli altri Progetti; nella la seconda fase, che si svilupperà nel Febbraio Marzo 2016, forti dei risultati della prima, con il contributo di tirocinanti dell’Università, promuoveremo il Movimento in Italia e all’estero attraverso un importante portale di crowdfunding (mecenatismo in rete); successivamente, in Aprile, Maggio, sulla base dei risultati ottenuti, torneremo a Rimini per realizzare, assieme a un Convegno sull’Arte Avanti!, una grande Mostra che dovrebbe coinvolgere molti altri Avanti!sti (il Movimento tende a includere, non a escludere) e tutte le vetrine dei negozi di via G. Bruno e del Palazzo Fabbri; infine, entro la fine del 2016, vorremmo esportare filosofia, metodologia, Convegni e Mostre in altre Città, in particolar modo in ambiti urbani, come le social street bolognesi, dove siano in atto operazioni di Rigenerazione Urbana e Rinascimento Civile analoghe a quella Riminese curata da Marimao/^perpiù.


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l'OPINIONE

Il giudice Guariniello ha svolto con civiltà e ordine il proprio ruolo

Quei tanti italiani che fanno il proprio dovere Inizia in prima pagina selli e l’uscente Marcello Maddalena, oggi Procuratore Geerale. La sua attività è principalmente rivolta ai settori del lavoro, della salute e dell’ambiente. Collabora a riviste giuridiche e mediche e ha pubblicato numerosi libri. Guariniello ha condotto e chiuso in tempi record, due mesi e 19 giorni, l’inchiesta su rogo divampato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino, dove una fiamma generata da una fuoruscita di olio in pressione ha provocato la morte di sette operai. Il processo, cominciato il 15 gennaio 2009 davanti alla Corte d’Assise di Torino, ha condotto alla condanna in primo grado dell’imputato Harald Espenhahn per omicidio commesso con dolo eventuale. Il 6 aprile 2009 inizia presso il Tribunale di Torino il processo istruito da Guariniello contro Stephan

Le emergenze criminali per il nostro paese non sono costituite solo da mafia, terrorismo, corruzione. Ci sono anche i doli ambientali

Il professor Alessandro Roveri

Brandina, quando dalla cultura nasce l'impresa Marco Morosini

IL PUNTO DI VISTA Scmidheiny e il barone belga Louis De Cartier de Marchienne. Sono ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit in contatto con l’asbesto. Il 13 febbraio 2012 il Tribunale di Torino emette una sentenza storica, condannando in primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per “disastri ambientale doloso permanente” e per “omissione volontaria di cautele

MOSTRE

antinfortunistiche”, e obbligandoli al risarcimento di circa 3000 parti civili oltre a pagamento delle spese giudiziarie. Il caso Eternit è il primo al mondo in cui i vertici aziendali vengono condannati, consentendo un precedente importante che potrebbe dare il via a decine di processi in tutta Europa. “Caro Raffaele, grazie per tutto, grazie per sempre. Sei stato un modello di magistratura che ha fatto la storia, in grado perfino di influenzare il legislatore”. Nel-

l’ultimo giorno di lavoro di Raffaele Guariniello, il procuratore capo di Torino Armando Spataro ha voluto rendere omaggio al magistrato con una conferenza stampa pubblica. “Con il suo modo di lavorare - ha detto Spataro - Guariniello ha contribuito da sempre a far sì che le persone comprendano come la giustizia si occupa dei cittadini… Le emergenze criminali per il nostro paese non sono costituite solo da mafia, terrorismo, corruzione. Il suo impegno a tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, quello dell’interesse dei consumatori e a tutela della libertà commerciale hanno determinato un progresso sociale diffuso, giovando a tutti i cittadini italiani”.

*Libero docente all'Università di Roma

- “L'arte di vendere una borsa” (“The art of selling a bag”, in inglese il titolo originale) è la mostra che si tiene al Teatro Galli di Rimini fino al 31 gennaio (inaugurata lo scorso 31 dicembre), dalle 10 alle 13 e dallle 16 alle 19. Prima ancora che gli amanti dell'arte, la dovrebbero visitare con li imprenditori coloro i quali intendano cimentarsi con il fare impresa. L'artista in esposizione è il cattolichino Marco Morosini, un fenomeno da studiare. E' stata da una sua intuizione che è nata “Brandina”, il marchio delle

borse che oggi vale una dozzina di negozi mono-marca e che con certosino lavoro cerca di aumentare. Fotografo, creativo, designer, ha il dono della bellezza (esaltato dallo studio) in tutto quello che fa. Si vedano i suoi negozi (arredo e accessori sono di sua progettazione), il recupero del borgo di Granarola (Gradara) trasformato in un resort di livello altissimo. Brandina nasce per caso. Massimo Gottifredi, assessore al Turismo della provincia di Rimini, gli commissiona un libro fotografico sui bagnini, da Cattolica a Bellaria. Il cruccio di Morosini è la copertina. Gli viene in mente di usare il telo di fibra dei bagnini come socracoperta. Non si sa perché utilizza il materiale per cucire borse. Apre il primo negozio a Cattolica, nella centralissima via Bovio. Oggi, Brandina è uno dei marchi alla pagina non solo d'estate. Per ispirarsi, c'è la mostra artistica...


RIMINI

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Si è appena conclusa una sua mostra al Museo della Citttà. Titolo: “Dei gessi”

Rontini, la scultura reinventata - Sin dalla sua fondazione come ‘agenzia’ di promozione e attività culturali e di custodia del patrimonio librario, il Centro Culturale Polivalente di Cattolica ha avuto la vista lunga sui linguaggi e le espressioni dell’arte contemporanea. Cioè è sempre riuscito a cogliere gli aspetti innovativi di ricerca, la qualità degli interventi artistici e dei protagonisti. Proprio nel 1980 alla Galleria Comunale S. Croce di Cattolica venne presentata una rassegna intitolata Nuova Ceramica curata da Franco Solmi allora direttore della Gam di Bologna (la Galleria d’arte Moderna della città felsinea) il quale si era fatto paladino di un gruppo di giovani artisti che usavano un nuovo linguaggio lontano dalle diramazioni dell’informale imperante, cresciute devotamente all’ombra di un faentino illustre, Carlo Zauli. Tra questi giovani emergenti c’era Aldo Rontini che lasciò in dono al Centro Culturale alcuni pezzi della sua produzione d’allora, utilizzando la tecnica della fotoceramica. Queste opere sono esposte all’interno della Biblioteca di Cattolica, visibili al pubblico. Di Aldo Rontini si è chiusa

Di Aldo Rontini si è chiusa recentemente una mostra importante svoltasi al Museo della Città di Rimini dal titolo ‘Dei gessi’, curata da Peter Weiermair con un intervento critico di Vittorio Sgarbi

Aldo Rontini

SGUARDI D'ARTISTA

di Annamaria Bernucci recentemente una mostra importante svoltasi al Museo della Città di Rimini dal titolo Dei gessi, curata da Peter Weiermair con un intervento critico di Vittorio Sgarbi. Un’occasione per rileggere l’opera complessiva di questo scultore che ha fatto della ceramica uno strumento per approdare ad altre elaborazioni e ricerche sulla forma e concedersi una rilettura della storia dell’arte. Incontrare l’artista nel suo studio, nel centro più segreto di Faenza, a due passi dal neoclassico Palazzo Milzetti, significa immergersi

in un’atmosfera in cui tutte le fasi progettuali e lavorative, laboratoriali e inventive sono in comunione, fuse assieme. Rontini è attratto dalle forme del volto e del corpo, declinati sino alle soglie di un’astrazione simbolica, è sedotto da anatomie o porzioni di esse innestate in cavità e contenito-

ri dalla ambiguità surreale. Soprattutto è preso dall’osservazione di forme mutanti assecondando un suo gusto all’iperbole. Compaiono allora tra le sue forme gusci e valve che si schiudono in tentacolari torsioni di busti, in metamorfiche addizioni. Tutto è attraversato da

un’eroticità ironica e anche sottilmente perturbante. Ma accanto a questo c’è nel suo lavoro una buona dose di disincanto verso il passato e verso la memoria simbolica, un bisogno laico di sovversione. Ciò si traduce in corpi naturaliinnaturali, ma anche in cuori trafitti come ex voto o in grandi occhi dalla pupilla cieca a dimostrazione dell’interesse di Rontini per elementi archetipici e arcaici. Un repertorio figurativo che la dice lunga sulle sue predilezioni, dove si mischia il richiamo ad una tradizione di matrice classica ma anche ad una compostezza olimpica. Va detto che Rontini guarda e assorbe la grande esperienza nutritiva e di formazione dello scultore Domenico Rambelli che, tra i ripetuti risvegli dell’arte faentina nel corso del ‘900, rappresentò un riferimento per un’intera generazione; anche la scultura di Adolfo Wildt, è nel podio delle predi-

lezioni di Rontini con quella sua esclusiva iconografia fatte di poche linee scarne e di edonismo ascetico, nel quale il calore della vita sposa il freddo della morte. Il corpo umano e il corpo nudo nella rappresentazione dell’arte possiedono una storia millenaria e una lunga teoria di tabù infranti. Rontini si concede licenze controllate nella raffigurazione e distillazione del corpo maschile. Fuoriesce la bellezza del desiderio che si imprime negli occhi come condizione del tempo e motore delle vicende umane, istinto insopprimibile e naturale. Sono corpi i suoi che contengono futuro e memoria arcaica, reinvenzione e ricerca perfezionistica del dettaglio, esibizione e atletismo. “La finitura di una forma modellata con le mani nude è destinata a differire da quella scolpita con l’uso di scalpello e martello” scrive nella prefazione Massimo Pulini a proposito della scultura di Rontini - ma quella antica antinomia tra l’aggiungere e il sottrarre, tra il togliere materia al blocco o dare forma e volume sul tornio sembra risolta da Rontini con la forza suadente del suo tatto e della sua invenzione.


Aziende infomano

Alla 37.ma edizione, il salone leader di gelateria, pasticceria e panificazione artigianale è in cartellone dal 23 al 27 gennaio 2016 a Rimini Fiera. Torna la Coppa del Mondo della Gelateria con 13 nazioni in gara. Attesa per chi sarà la Pastry Queen 2016, scelta fra dieci concorrenti da tutto il mondo

NUMERI

Mille espositori Attesi 200mila visitatori

– Il 2016 della cultura del gelato e pasticceria made in Italy parte col suo lato più dolce. Dal 23 al 27 gennaio Rimini Fiera ospita il 37.mo SIGEP, il grande salone mondiale del dolciario artigianale che esalterà la tradizione italiana nella gelateria, pasticceria e panificazione. Reduce dall’edizione record del 2015, con oltre 187mila visitatori professionali, 38.000 dei quali stranieri, SIGEP promette di esaltare l’eccellente grado di innovazione e qualità espresso dal comparto.

- Reduce dall’edizione record del 2015, con oltre 187mila visitatori professionali, 38.000 dei quali stranieri. I visitatori negli ultimi anni. 2015 - 187mila 2014 - 173mila 2013 - 144mila 2011 - 106mila 2007 - 93mila

Alcuni momenti del Sigep nel 2015

“Sul fronte espositivo si profila un’altra edizione di altissimo profilo – dice Patrizia Cecchi, direttore business unit Rimini Fiera con l’incremento della do-

consulenti di Rimini Fiera.

Sigep, a Rimini l'arte mondiale del gelato in vetrina manda da parte delle aziende e la presenza dei marchi leader al mondo. Il quartiere è completamente occupato e si aggiungeranno i grandi eventi internazionali, autentici show che, come da tradizione, daranno risalto alle principali scuole mondiali del dolciario artigianale ed ai maestri che le alimentano”. Per la gelateria è in pro-

gramma la Coppa del Mondo, salita a 13 partecipanti; per la pasticceria, appuntamento con The Pastry Queen, la competizione dedicata alle donne più talentuose dai cinque continenti; da non dimenticare la sfida mondiale della Star of Chocolate, mentre Bread in the City catalizzerà l’attenzione sulle scuole artigianali di panificazione. Il panorama si completa con decine di altri

eventi, dedicati allo sviluppo del business, alla formazione e alla creatività. L’eccezionale risultato fieristico è frutto anche dell’attività SIGEP tutto l’anno, eventi e strumenti innovativi messi a punto a favore degli espositori. Da Sistema SIGEP per il supporto dell’attività di internazionalizzazione a SIGEP Boost, utile ad accompagnare

il business delle imprese con gli strumenti di comunicazione del Salone; inoltre l’iniziativa Forum Agenti per supportare e completare le reti commerciali di tante imprese che anche sul territorio italiano hanno necessità di muoversi con le loro proposte; Top Buyer dai 5 Continenti è invece la piattaforma sulla quale domanda ed offerta si incrociano. Per il 2016 è già stato

prodotto un forte investimento promozionale verso Asia, Nord e Sudamerica.

Attese delegazioni da India, Sud Est Asiatico, Russia (varie regioni del Paese) ed ex Repubbliche CSI (Paesi Baltici, Georgia, Azerbagian, Uzbekistan), Nord Africa e Mediterraneo, America Latina e Nord Europa, tramite la rete di

Per agevolare l’arrivo dei buyers, Rimini Fiera ha stretto accordi diretti con le porte privilegiate di accesso da Oriente e dagli Usa, con gli aeroporti Marconi di Bologna (navette ogni 20 minuti) e Malpensa Milano con trasferimenti anche serali, così da ottimizzare la visita in fiera sin dalle prime ore del mattino.

RIMINI FIERA è anche raggiungibile direttamente in treno grazie alla stazione di linea (Milano – Bari) a soli 50 metri dall’ingresso sud della manifestazione, dove fermano 16 treni ogni giorno. Info e orari sul sito www.riminifiera.it/stazione o


ECONOMIA

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2. Palestra di buone pratiche d'impresa Idee per il bene comune

Maggioli, asilo nido per i figli dei dipendenti - “L’impresa e l’ufficio dirigenziale delle aziende possono diventare luoghi di santificazione, mediante l’impegno di ciascuno a costruire rapporti fraterni tra imprenditori, dirigenti e lavoratori, favorendo la corresponsabilità e la collaborazione nell’interesse comune.” (Papa Francesco all’Ucid il 31,10,15). Il Beato Paolo VI, diceva: “Il nostro tempo ha bisogno più di testimoni che di maestri”. Con questo spirito l’Ucid, attraverso l’Impresa Sociale “Strategie di Impresa per il Bene Comune SIBC” di Genova, ha raccolto una ottantina di testimonianze di imprenditori che svolgono la loro attività secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, che sono: la centralità della persona, lo sviluppo, la solidarietà, la sussidiarietà, il bene comune. In questa “Palestra” ci ripromettiamo di portare alla conoscenza dei lettori alcune di queste testimonianze raccontando le “Buone pratiche” messe in atto dalle singole imprese. Questa volta parleremo del Gruppo Maggioli di Santarcangelo e della Chiesi Farmaceutici di Parma.

Manlio Maggioli, il fondatore

ECONOMIA

di Gianfranco Vanzini* - Il Gruppo Maggioli è da quasi vent’anni attivo nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa ed è da sempre particolarmente sensibile alle tematiche di “conciliazione lavoro-famiglia”. Nei locali adiacenti la sede principale di Santarcangelo di Romagna, è attivo da dicembre 2014 il piccolo gruppo educativo “Il Maggiolino”. Vengono ospitati fino a 7 bimbi di età compresa tra 6 e 36 mesi, full-time, dal lunedì al venerdì. La priorità viene data ai figli dei dipendenti, ma il ser-

- In anteprima per ‘La Piazza’ tutto quello che succede nell’appena iniziato 2016. Così, del caso, uno sa come regolarsi… Dopo che il Presidente Trump, insediatosi con un colpo di mano subito dopo il voto e non ad inizio dell’anno successivo, ha fatto abbattere il Palazzo dell’ONU ed avviato la costruzione al suo posto della nuova ‘Trump tower’, espellendo le Nazioni Unite da New York e dagli USA riducendole ad una marginale onlus, e dopo la parallela espansione dello Stato Islamico, cioè il Daesh, sino all’ingresso in Giordania e poi alla sua intera occupazione divenendo di fatto ‘confinante’ di Israele, e dopo che Bibi Netanyahu è stato costretto a lasciarne la guida (di Israele non del Daesh, per quanto…) perché la moglie ha pagato la servitù palestinese con fondi statali, essendosi nel frattempo chiusi gli occhi sui milioni di euro altrimenti sper-

vizio e iscritto nella rete provinciale dei servizi per la prima infanzia. La presenza di due esperte educatrici selezionate dopo un processo di ricerca estremamente attento, ambienti sicuri ma accoglienti “come a casa”, una cucina sana e il più possibile “a km. 0”, una figura di coordinatrice pedagogica interna all’azienda, rispondono con puntualità alle necessità personali e professionali delle famiglie. Tra gli stakeholders principali coinvolti, oltre ai dipen-

denti, sono da evidenziare il Comune, la Provincia di Rimini, e l’Associazione “Figli del Mondo” di Rimini. Il progetto mira a favorire il ben-essere delle risorse al rientro dalla maternità (o dalla paternità), l’efficienza dei processi aziendali e la conseguente migliore performance aziendale del singolo e del gruppo. In prospettiva, il desiderio

del Gruppo e quello non solo di “accreditare” il servizio per poter dare risposta alle esigenze interne cosi come a quelle esterne della cittadinanza, ma anche di ampliare il progetto per soddisfare la domanda più ampia del previsto e arricchire la proposta educativa. Chiesi Farmaceutici (Parma)

Alla crescita sostenibile del business il Gruppo Chiesi fa corrispondere un aumento proporzionale dell’impegno sociale, che, nel rispetto dei propri valori e della propria identità, ruota intorno alla centralità della persona. Questo impegno si traduce in programmi di tutela e di sicurezza dell’ambiente e in numerose iniziative che gli staff centrali e le consociate del Gruppo hanno messo in atto a favore dei dipendenti, di particolari categorie di pazienti e delle comunità locali. In particolare si evidenziano le attività realizzate nel 2013 relative a: - Valorizzazione delle risorse umane L’evoluzione dell’indagine interna “Chiesi Voices” ha continuato a caratterizzare le attività di Human Resources per tutto il 2013. Sulla base dei suggerimenti raccolti attraverso la survey, sono stati avviati incontri di approfondimento in tutte le consociate del Gruppo. Le discussioni nate durante questi incontri hanno portato a mettere in atto oltre 280 azioni

L’anno del Presidente Trump Che 2016 che fa.

di Gabriele Paci perati dalla estrosa ex hostess, dopo che Marine Le Pen è sì riuscita ad arrivata all’Eliseo, ma non da Presidente bensì da nuova fidanzata di François Hollande («Cos’ha quell’uomo? Ragazze, credetemi…»), dopo che Silvio Berlusconi si è convertito al più rigoroso pauperismo (ma, come sostengono in molti, mai dare per morto l’uomo e la sua capacità di dissimulazione e riproposizione), dopo che Valentino Rossi ha trionfalmente rivinto il mondiale di Moto GP e la Ferrari quello di Formula 1, dopo che il sole ha così ricominciato a splendere almeno sull’orizzonte italico, dopo tutto questo, volendo, si può anche sostenere che il 2016 sia stato un anno come un altro, ma così non è. In Italia ha radicalmente mutato scenari e prospettive lo

Ma non è che noi si stia tanto meglio… Donald Trump

sconvolgente ‘Appello ai cittadini’ di Sergio Mattarella, con cui il Capo dello Stato ha finalmente aperto gli occhi alla Nazione. Si è in questo modo compreso che non era catalettico, stava solo silenziosamente preparando la ‘svolta’ che ha dato una nuova coscienza ad un intero popolo: da quel momento il Paese ha cominciato a riprendersi dopo la brutale presa d’atto della realtà. Grazie anche all’ulteriore fondamentale spinta

del nuovo Presidente del Consiglio, il pragmatico Luca Medici-Checco Zalone, che capitalizzato l’impareggiabile successo di ‘Quo vado’ con il movimento politico subito fondato ha soppiantato il ‘Movimento Cinque Stelle’ di Beppe Grillo. Che pure già aveva preso il posto del Governo Renzi, costretto alle dimissioni dalle polemiche su Banche ed approvazione delle Riforme. Nel frattempo, da Roma

Francesco continua a predicare povertà, pace, fratellanza, insomma misericordia, ma nonostante i non piccoli passi avanti nella Riforma della Chiesa Cattolica, la follia revanchista ha inevitabilmente marginalizzato la sua generosa possanza. Monsignor Luigi Negri, già Arcivescovo di FerraraComacchio, ed Abate di Pomposa, defenestrato dopo essere stato beccato ad auspicare un provvidenziale intervento della Madonna che ponesse termine all'‘eccezione’ papale, si era posto alla testa della armate sanfediste bandendo la ‘Nuova crociata’ contro di lui, trascinandosi dietro non solo le pregresse sparute truppe tradizionaliste, ma nuove maree di adepti: ed i più vigorosamente determinati sembravano essere proprio quelli che sino al giorno prima, o quasi, se ne erano stati acquattati ad aspettare la

di miglioramento che riguardano i temi più diversi: reputazione dell’azienda, leadership, orientamento al cliente, gestione delle persone, comunicazione, formazione, politiche retributive, solo per citarne alcuni. Alla fine del 2013, 107 azioni erano già state completate. - Gestione delle missioni internazionali. La maggiore vicinanza tra le varie realtà del Gruppo ha permesso di creare condizioni più favorevoli anche alla mobilità internazionale. La definizione della policy che regola gli International assigments ha consentito di chiarire in modo coerente sia le modalità di gestione degli espatri, sia la gestione degli espatriati. - Tutela dell’ambiente Messa in opera di azioni specificatamente rivolte a: - riduzione dei consumi energetici, - aumento dei rifiuti riciclati, - riduzione dei consumi idrici, - particolare attenzione alla sicurezza sul lavoro *Presidente Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) di Rimini (continua)

fine della ‘novatio’ di Jorge Mario Bergoglio. Ma l’intero 2016 è stato per l’appunto dominato dal fatto che neppure i reiterati autogol abbiano arrestato l’incoercibile spinta propulsiva del campione Repubblicano, e così Donald Trump si è trionfalmente insediato alla Casa Bianca, nominando Rossano Rubicondi ambasciatore in Italia per ringraziarlo di avergli prima intrattenuto l’insopportabile ex moglie Ivana e poi presentato Belén Rodriguez divenuta nel frattempo la settima, ottava moglie o giù di lì dell’aspirante Presidente, portandogli in dote i decisivi voti di quegli stessi ‘latinos’ di cui annunciava la cacciata. Perché «i negri sono negri, e gli ispanici ispanici», come con efficace sintesi aveva spiegato in campagna elettorale, ma se sanno giocare a football o hanno un bel culo si può fare un’eccezione. E, del resto, ognuno ha i Salvini che si merita. Buon anno a tutti.



RICCIONE

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188

Fondata da quattro amici ha come filosofia la tecnica e la competenza

MUSICA

Gian Luca Pasolini in Giappone

della proclamazione della ricca Repubblica del Kazakistan; ad organizzare il console Giovanni Pomponi. Una serata nella quale si sono esibiti alcuni gruppi di ballerini kazaki

Gian Luca Pasolini, unriccioneseaTokyo - Gian Luca Pasolini porta i colori di Riccione nel cuore di Tokyo. In gennaio, 23 e 27, ha in cartellone due rappresentazioni; la seconda in uno dei principali teatri d'opera della capitale giapponese, il Bankamura (5mila posti già esauriti). La prima i un teatro di “provincia”. Interpreta il ruolo principale di “Junior Butterffy”, opera contemporanea, libretto in italiano, dell'autore nipponico Shimada. Nelle nostre zone, lo scorso 19 gennaio, Pasolini ha cantato due arie da raccontare ai nipotini al Teatro Titano di San Marino. L'occasione è stata il compleanno per i 19 anni

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che hanno portato in scena le loro danze popolari con due anime: l'Occidente e l'Oriente. Bellissime. Come si conviene, il tenore ha chiuso la piacevole rappresentazione con arie da pelle d'oca del belcanto italico: “La donna è mobile” e “Nessun dorma”. Pasolini è spesso ad Astana, la capitale del Kazakistan; chiamato a cantare nel loro teatro dell'opera. Uno dei più belli del mondo, è stato costruito pochi anni fa all'italiana. Pasolini ha cantato nei maggiori teatri del mondo: Scala a Milano, Fenice a Venezia, San Pietroburgo. Quello di Tokyo è un ritorno.

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Led Lux Italia, led by San Clemente per la pista del ghiaccio di Riccione Viale Ceccarini, pista di pattinaggio

FOCUS

- “Tecnicamente sono validi e molto competenti”. Il complimento è dei quattro soci della Led Lux Italia ed è rivolto ad un loro cliente. Potrebbe essere, l'apprezzamento, anche il loro specchio. I loro led, i fari motorizzati per lo spettacolo hanno reso ancora più accattivante il Christimas Village, il luna park di viale Ceccarini allestito dal gruppo Ambra Orfei per le feste natalizie. Da un service di Cento, la O.E.M. Group, è stata montata la tecnologia made in Rimini alla pista del ghiaccio, la Casa degli Orsi, alla Casa della Regina dei Ghiacci. Sono state installate strisce led, fari motorizzati con ultima tecnologia Cob Mk2. Montati ai quattro angoli, i fari proiettavano effetti scenici natalizi che accresceva le spensierate atmosfere. Anche la centralina del con-

trollo luci, la Pulse Mx, è stata progettata a realizzata nello stabilimento di San Clemente. Led Lux Italia è giovanissima, ma alle spalle ha una dinamica azienda che da una ventina d'anni realizza tecnologia per luci ed illuminazione. Nei prossimi mesi, Led Lux Italia, porterà il suo marchio in importanti lavori in Italia e all'estero. In Nigeria è il fornitore di un immenso complesso

turistico. Terminato questo, la proprietà ne costruirà altri; la speranza dei quattro titolari, Marco D’Andrea, Giuseppe Rinaldini, Claudio Zampini e Antonio Parise, è di continuare ad impiantare i propri led. In questo momento a Lugano, Svizzera italiana, stanno montando la loro tecnologia. Nelle nostre vicinanze, a

Pesaro, illumineranno un immenso stabilimento, sede di una delle aziende più innovative di quella provincia. A Gradara, è stato appena ultimata la prestigiosa sede della direzione generale della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Illuminazione per abitazioni, hotel, ristoranti, esercizi commerciali, uffici, locali industriali, impianti civili, stradali e urbanistici, Led Lux si potrebbe declinare come essenza dello spirito imprenditoriale italiano. Dietro ci sono quattro amici che trovano soddisfazione dal lavoro e dal vedere crescere le cose che fanno. Nella loro idea di fare impresa ci sono gli ingredienti fondamentali: la passione, il prodotto e la voglia di girare il mondo con la valigetta. Finora hanno anche incrociato la fortuna, che prima degli audaci è amica di coloro i quali posseggono un'arte.


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“Messo a disposizione una Formula1 difficile da guidare; si potrebbe andare a sbattere”

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

ROSSO-SORRISO-AUTOVELOX-PD-ONERI Rosso - Leggiamo: “Il salotto di Riccione si tinge di rosso”. La Tosi è diventata comunista?... Macchè! Sono solo i Babbi Natale che colorano il centro... Pd - Leggiamo: “Nel Pd volano gli stracci: partito in frantumi”. E adesso siete pregati di non buttare tutto nell’indifferenziato... Autovelox - Leggiamo: “Distrutti i box dell’autovelox”. Che si siano autodistrutti?... Ubaldi chi? - Leggiamo: “La direzione del Pd non risolve il caso Ubaldi”. Il Renzi nazionale se la sarebbe cavata così: “Ubaldi chi?”... Settimana bianca - Leggiamo: “Concerti e shopping, la settimana bianca adesso è a Riccione”. E tutto questo senza un pelo di neve. Incredibili 'sti riccionesi!... Paura - Leggiamo: “Don Giorgio, messa contro la Paura”. E la Madonna!!!... Presepe - Leggiamo: “L’ispezione dei presepi. Caldari minaccia querela”. Il Pd è alla ricerca della “Sacra mangiatoia” perduta?... Sorriso - Leggiamo: “Albergatori: Capodanno con il sorriso”. Incredibile, ma vero... Biciclette - Leggiamo: “Riccione - Belli e divertiti, San Silvestro fa il botto con i Ladri di biciclette”. Ecco perché nessuno è arrivato in centro in bicicletta... Oneri cementizi - Leggiamo: “Oneri di urbanizzazione: il Comune in otto mesi incassa quasi un milione”. Forse c’è poco da rallegrarsi. Spesso più oneri significa più cemento... Contestazione continua - Leggiamo: “Il Pd all’attacco...” - “Il Pd contesta...”. Normale nel gioco maggioranza-oposizione, ma adesso anche una paglia diventa un pagliaio. Soprattutto visto da chi la paglia l’ha negli occhi arrossati e costretto a posare le proprie natiche sui banchi dell’opposizione. Certo che dopo 70 anni di potere tira un po’... PalaRiccione - Leggiamo: “Palas, anno da record”. E il Carrozzone va!... Alunni indisciplinati - Leggiamo: “Scuole medie - Alunni indisciplinati: l’insegnante blocca le prove e sospende la festa prenatalizia”. Ragazzi è Natale, siate buoni e non rompete più i coglioni...

Ericsoft, regala il sito per il turismo di Riccione Il suo nome è Stefano Rossi, riccionese doc, in poco più di 20 anni è passato da un piccolo ufficio in piazza Matteotti, Riccione Paese, ad una moderna palazzina a Misano Adriatico, sulla Statale. La sua azienda si chiama Ericsoft e si fa notare oltre che per la modernità dell'edificio (vetro e acciaio) per aver "parcheggiato" in giardino un F104; un aereo da caccia dismesso qualche anno fa dall'aviazione militare. Rossi ha appena terminato l'ampliamento della sede di Ericsoft, ma l'azienda cresce in fretta e gli spazi sono già diventati insufficienti. Ha un pacchetto di 5mila clienti tra alberghi, ristoranti, villaggi turistici. Fornisce loro sistemi di gestione. "Professionalmente ho trascorso gli ultimi 20 anni della mia vita cercando di immaginare cosa sarebbe potuto succedere nei 10 anni a venire: come sarebbero mutate le modalità di gestione e prenotazione alberghie-

FOCUS

ra grazie allo sviluppo della tecnologia e con quali strumenti far fronte alle necessità e opportunità che il futuro prossimo ci avrebbe presentato." E i risultati aziendali sembrano avergli dato ragione. "Non sono un futurologo o un indovino, ho semplicemente passione per il mio lavoro e una buona dose di intuizione. Proprio per questo, considerato che la nostra economia territoriale vive di turismo, mi sono chiesto come mettere a disposizione della mia città esperienza ed intuizione; avevo appreso dalla stampa che il Comune di Riccione stava riprogettando il sito web turistico, ho pensato subito fosse l'occasione giusta per mettermi in gioco e regalare a Riccione un'opportunità". “Se integro il sistema di pre-

notazione alberghiera in un portale turistico che racconta la città - racconta Rossi - e lo metto a disposizione gratuita di tutti gli operatori del territorio nessuno rimane indietro. Il sito potenzialmente potrebbe concentrare tutte le interazioni della città: gli alberghi, gli itinerari, gli eventi, le offerte, le eccellenze, la cultura, i dintorni... Di più e meglio dei big dell'online. Ai potenziali clienti proponi la città nella sua totalità. Chi non sa che esiste Riccione, lo inviti dentro casa tua. Lo si fa attraverso un click sul portale. Se bello e ricco di contenuti trasformi la ricerca in una prenotazione vera”.“Io - continua Rossi - credo di aver fatto un buon lavoro per la mia città; e anche con un modesto investimento sulla comunicazione il ritorno economico e d'immagine potrebbe essere altissimo. Si possono profilare i clienti, amanti dell'arte, della bicicletta, della natura, per fasce di età... per numero di figli. Così la

pubblicità può essere mirata e cucita addosso ad arte... Se funziona si continua, altrimenti si sposta l'obiettivo”. “Come azienda - riflette Rossi - su questa sfida, oltre alla reputazione, abbiamo messo in campo un importante investimento di tempo e di risorse. Inoltre, ci ho messo la mia faccia per dimostrare anche che sul futuro ci si deve credere e ci si può investire, anche a Riccione. Diciamo che ho messo a disposizione della città una Formula 1, poi spetterà all'amministrazione decidere se farla correre in pista o tenerla ferma nei box.

L'ANGOLO DEL DIALETTO

I festoni di viale Dante (Arfela cert nisun us prova) di Mario Tonini E Nost Dante cum us sa l’è stè un Poeta, e più grand dla leteratura universela emenc per mè ca so un mez analfabeta e am divertes a scriv in rima dialetela. Arciun st’an t’una magnera inconsueta, e Su Viel,novità da nun poca nurmela, l’è stè ilumined,quasi uj sia pas una Cometa e la jà las la coda da l’Alba a e port ad sintinela Chisà se che dis Dante a veda sta lumineria da Che Post duvè Lu e Beatrice cert is trova che sghend e Su Poema l’è in Cel,Ilasù Preria. Sigur l’è cuntent da veda Arciun sta roba nova c’la unora ad Lu Grandeza e ciurma autoriteria e la “Divina Commedia”arfela cert nisun us prova. Il Nostro Dante come si sa è stato un Poeta, il più grande della letteratura universale almeno per me che sono un mezzo analfabeta e mi diverto a scrivere in rima dialettale. A Riccione quest’anno in una maniera inconsueta, il Suo Viale,novità da noi(Riccione) poco normale, è stato illuminato,quasi gli fosse passato una Cometa e gli ha lasciato la coda dall’Alba (zona)al porto di sentinella. Chissà cosa dice Dante a vedere questa luminaria da Quel Posto dove Lui e Beatrice certo si trovano che secondo il Suo Poema è in Celo,lassù per aria. Di sicuro è contento di vedere a Riccione questa cosa nuova che onora di Lui Grandezza e aspetto severo e autoritario e la “Divina Commedia” rifarla di certo nessuno ci si prova.


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www.ricccione.it è un gesto di amore di Stefano Rossi verso la sua città

Stefano Rossi, fondatore della Ericsoft

Ora il lavoro passa nelle mani degli albergatori e operatori del turismo della città. Si possono fare direttamente anche le prenotazioni senza passare per i mediatori. La sua azienda è leader nel software per gli alberghi

La sede dell'Ericsoft a Misano

I contenuti, ora, li deve mettere la città, li devono mettere gli operatori. Anche il posizionamento deve essere fatto dagli operatori. I dati possono essere inseriti con semplicità, non servono competenze informatiche. Facile e all'avanguardia, è a disposizione del Comune, della comunità. Se ben gestito potrebbe essere in grado di produrre grossi risultati”. “Ad esempio - continua Rossi - le camere possono essere prenotate direttamente all'albergatore, evitando di pagare commissioni che vanno dal 10 al 35

per cento. Questi soldi, ed apro una parentesi, oltre a diminuire la redditività, vengono fatturati all'estero. Per l'Italia si parla di un servizio che pesa per circa 9 miliardi di euro. Inoltre, si affidano le nostre sorti, di Riccione e dell'Italia, ai colossi che potrebbero dirottare e gestire i flussi turistici a loro piacimento. Sono in possesso dei dati e possono loro inviare offerte e promozioni. Si diceva che Stefano Rossi parte nel 1995 da un ufficetto nel cuore di Riccione. Da zero, zaino in spalla, va a vendere la sua

tecnologia in giro per l'Italia. Il suo pacchetto tecnologico di gestione si impone. L'azienda si amplia. Dieci anni fa si sposta a Misano Adriatico. Ricorda: “Non mi sono fermato ad una sola esigenza, però ho sempre cercato un denominatore comune per aiutare gli imprenditori del turismo nel loro lavoro. Ora siamo tra le più importanti società di software per il turismo in Italia. L'aumento è costante; sempre a doppia cifra. Abbiamo 45 addetti suddivisi in tre settori: assistenza, commercializzazione e ricerca e sviluppo”. L'estero pesa poco da un punto di vista economico.

Famija Arciunesa chiude il 2015 con una donazione di 2.250 all’A.I.L. Cena benefica al Ristorante Cavalluccio Marino sul Porto canale di Riccione, Nella serata del 18 novembre scorso i novanta partecipanti alla 18^ edizione della Classica cena di pesce, con menù ricco di prelibatezze locali, hanno raccolto ben 2.250 euro da donare alla sezione A.I.L. di Pesaro (Ass.Ital. Lotta alle Leucemie). Pienamente soddisfatti l’organizzatrice Liliana Galli e i gestori del “Cavalluccio Marino” Michela e Stefano che ancora una volta hanno dato la disponibilità del locale, offrendo contemporaneamente un impeccabile servizio ai tavoli e la professionalità della cucina.

LL, neonato brand riccionese

La donazione Il dottor Giovanni Sparaventi( Ematologo Ospedale Muraglia), Liliana Galli (organizzatrice), Franca Giorgioni (Pres. AIL Pesaro) CULTURA

L'azienda riccionese ha fatto installazioni spot in Armenia, Inghilterra, Tailandia, Stati Uniti, Kazakistan, Russia, Messico, Kenya, Marocco. Ha aperto una società a Miami, Florida, e pensa di sbarcare a Dubai. “Negli Stati Uniti - afferma Rossi - se non sei presente fisicamente fai fatica a vendere. I nostri concorrenti nel mondo sono più avvantaggiati; un ingegnere indiamo guadagna molto meno di quello italiano, ad esempio. Se devi fare una gara la devi fare ad armi pari, invece i nostri competitori hanno costi minori”. Stefano Rossi ha passioni lontane dalla normalità. Si comporta lontano dalla normalità. Da ragazzo voleva entrare nell'Accademia militare. Arriva 41.mo; ne prendono soltanto 12. Meglio così, forse, altrimenti la Ericsoft con i suoi quasi 50 dipendenti non ci sarebbe e neppure il portale Riccione Turismo. Questa passione lo ha portato a ricomporre il caccia F104; che chi passa sulla Nazionale lo può ammirare di fianco alla palazzina a vetri. Il veicolo era segato in più pezzi; è stato completamente rinsaldato per dargli l'aspetto di completezza. Di sè afferma: “Fin da piccolo mi sono divertito a sognare quello che non esiste. Quando decido di fare una cosa, cerco di farla al meglio”. Questa breve massima di saggezza l'ha portata anche nella sua casa. L'ha progettata lui, fuori dagli schemi, naturalmente. Per tirarla su ha aperto un'impresa di costruzioni ed acquistato gli attrezzi per realizzarla”. Ai giovani consiglia: “Se posso dare un messaggio è questo: girare il mondo e farlo fino in fondo. Invito loro a non mollare mai. E' un po' come sparare contro un muro per romperlo. Non bisogna abbandonare perché potrebbe mancare poco per passare dall'altra parte”.

UOMINI

Alberghi, 13 ore di lavoro e senza mangiare - Chiara (nome di fantasia) ha lavorato in uno dei più blasonati alberghi di Riccione per le feste natalizie. La diciannovenne fa 13 ore in cucina senza che le venga dato un boccone. La sera la madre la va a prendere. Salita in macchina, la giovane sviene. Il giorno dopo i genitori l'hanno trattenuta a casa.

L'ANGOLO DEL DIALETTO

La Vciaia E’ vulóm élt dla televisióun per santì quèl che órmai tan riès pió a capì. E’ fiid ch’ut s’artira e cla mèna ch’lan ariva piò a inflì i calzét. Ut cmènza a dè dan tót ni cò, tat ufènd pèr gnint e cl’abre che t’ fè quand t’ pèns da nó ès capida l’è un dulòr ch’ut strègn e’ còr, un gròp ch’ut ciud la gola e ut chéva e’ respir. T’ vrés murì. Mò l’è snè vciaia, cara ma! Té tè sè, nu dim ad na, la vciaia l’è ‘na malatia che se lat s’ataca lan ti lasa pió. L’è ‘na foja ingrignida dal fadighe de’ campè, tachéda ma sta tèra che e’ garnisèin1 e’ fa pròva da fè casché tót i dé. L’è e’ pasag da la nèbia pió o mènca féta ma la lusa de’ sol ch’la ardà culór e ciarèza ma l’utme pez ad strèda. Arcióun 28 dicèmbre 2015 1

vento da nord, fresco; talvolta freddo, pungente, che il Francolini fa derivare da Carnia (carnisèin)

Il volume alto della televisione per sentire quello che ormai non riesci più a capire. Il fiato che ti si accorcia e quella mano che non arriva più a infilare i calzini. Ti comincia a dare fastidio ogni cosa, ti offendi per niente e quel labbro che fai quando pensi di non essere capita è un dolore che ti stringe il cuore, un groppo che ti chiude la gola e ti leva il respiro. Vorresti morire. Ma è solo vecchiaia, cara mamma! Tu lo sai, non dirmi di no, la vecchiaia è una malattia che se ti si attacca non ti lascia più. È una foglia raggrinzita dalle fatiche del vivere, attaccata a questa terra che la tramontanina1 fa prova di far cadere tutti i giorni. È un passaggio dalla nebbia più o meno fitta alla luce del sole che ridà colore e chiarezza all’ultimo pezzo di strada. Riccione 28 dicembre 2015 1 corrispondente similare di “garnisèin”, intraducibile in italiano



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Mostra di Giovanni Lombardini a Riccione fino al 24 gennaio. Villa Franceschi e Mussolini Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Dipingere con gli occhi

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

LA MOSTRA di Patrizia Mascarucci Fino al 24 gennaio 2016 sarà possibile visitare, nelle sedi storiche di Villa Franceschi e Villa Mussolini, a Riccione, la mostra Messaggi di Giovanni Lombardini (Coriano, 1950). Una mostra antologica che comprende i cicli Geode, Brine, Scie, Specchio sonoro, Rime, Pietre preziose, Inventari, + Luce, Pas de deux e l’odierno Messaggi. Un viaggio iniziato - in giovinezza - nella sperimentazione in cui Lombardini utilizzava materiali poveri: l’opera Scarpe con erba, frutto di quella ricerca, fu scelta da Massimo Dolcini come manifesto per promuovere l’Accademia di Belle arti di Urbino nel 1972. Un paio di scarpe appartenute al padre, scarpe «che parlavano di lavoro e di vita nei campi» - scrive Stefano Pivato. Messaggi trova la sua eco nel ciclo Scie: lo spazio è controllato dai tagli della busta, il colore steso sulla superficie ha un suo proprio dinamismo che Lombardini fa muovere in un’autonomia da lui controllata, come mezzo moltiplicatore ed espansore dei riverberi della luce e delle superfici. «Dipingere più con gli occhi che con le mani» è la frase ripetuta e confermata da Lombardini negli anni con la sua tecnica affinata di intervenire quando occorre controlla-

re il movimento del colore, che fa colare dai barattoli su superfici di materiali trattati per non essere assorbenti, perché il colore vi scivoli sopra ed agisca senza essere ostacolato. Lombardini dice che la sua opera si evolve nel tempo tenendo costanti i punti di partenza: «il segreto è nel non farsi contaminare», non farsi distogliere dalla propria identità. Non è staticità, è tenere salde le origini per tenere salda la propria essenza. È un io che si modifica attraverso l’inarrestabile evoluzione dello spazio durante lo scorrere del tempo: dall’origine verso l’infinito. Qual è l’origine, il punto di partenza? Per Lombardini è il solco, elemento statico e dinamico allo stesso tempo. Solco che si trasforma in qualcos’altro, foss’anche il lampo del big bang o il bagliore di un altro universo. È il solco dell’aratro, l’origine contadina di suo padre sulle cui scarpe ha fondato il suo percorso. Lui parte da lì, il resto è evoluzione. Se pareba boves, alba pratàlia aràba / et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba (Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati, / e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava). Una eco lontana richiama l’indovinello dell’VIII secolo

Due opere di Lombardini

giunto a Verona dalla Spagna: lì era la scrittura, lo scrittore che scrive con l’inchiostro sul bianco foglio, qui è l’artista che semina con il colore. Dalle scarpe, dalla fatica del padre, nasce l’erba. Dalla fatica dell’essere integro, onesto, in quanto immerso nei ritmi della natura, fiorisce la vita. La serenità di Lombardini, l’assoluta fiducia nell’onestà della natura, la sola guida nella scia/solco del percorso umano, da tenere come ancoraggio; la sola che non ci fa deviare né oscillare negli scuotimenti, nelle nevrosi. Niente caos nè big bang, come potrebbero evocare i bagliori rossi dei solchi tracciati nei blu totali. Il solco dove seminare è la cifra stilistica di Lombardini. Dall’erba seminata nella scarpa paterna in poi,

Lombardini semina ed osserva le sue creature crescere, modificarsi, evolversi in qualcos’altro da sé, affascinante, stupefacente, ove panta rei, tutto scorre. La morte non esiste nell’opera del nostro, vi è un’eterna evoluzione fissata nelle sue opere in un selezionato attimo - scelto esteticamente tra gli infiniti possibili - dello scorrimento del colore nel solco dove - come nell’indovinello - si scriverà in un moto perpetuo costante, inalterabile. Sperimentare per sempre, per sempre cambiare, questa è l’immortalità: all’origine, da un punto (come in + Luce) si genera una forza inarrestabile ed inconoscibile. Siamo spettatori del fieri, siamo nati ieri ed oggi siamo già nel futuro - se solo accettiamo di farci trascinare dalle scie di colore in quel-

le fessure nere che fanno scivolare l’universo in un buco nero per farlo riemergere in un’altra dimensione. Libro e pagina con Rime non scritte, fiori non fiori, volte celesti su monti che non sono monti: un sorprendente iperrealismo nell’astratto: una cifra assolutamente originale nel panorama dell’arte, di cui troviamo affinità con Edward Evans (recentemente visto da pochi fortunati alla galleria Santa Croce), peraltro caro amico dello stesso Lombardini. In questa zona di confine tra iperrealtà ed astrazione i rilievi fittizi delle figure di Lombardini acquisiscono magicamente e magistralmente la capacità di diventare oggetti veri e tridimensionali cui talvolta, come per un corpo coperto da un velo, occorre tro-

vare un riferimento: fiori, montagne... Ma per Lombardini il gaudium è avere la curiosità di vedere come sarà il prossimo quadro. L’appagamento dell’artista è nel vedere come si evolve dalla creazione il seme, l’idea, il nous, il soffio vitale: privilegio dell’artista a lui solo concesso e che lui solo può vedere ma di cui possiamo beneficiare nel risultato finale, proprio come nell’atto della creazione... Il mistero della creazione, della nascita e della crescita, una fascinazione infinita, come la possibilità di espressione della capacità creativa dell’arte. Lombardini ci fa apparire garze, velluti, sete e rasi rossi, volte celesti notturne, bagliori di luce come scintille di vita nascente, libri con pagine mai scritte, pietre preziose galattiche: tutto per giocare un patto con la luce ed i riflessi delle superfici, per sognare in una natura splendente ed immaginifica, madre e mai matrigna. La mostra è curata da Annamaria Bernucci ed è accompagnata da un catalogo curato graficamente da Gianni Donati, con testi critici della stessa Bernucci e di Sara Bastianini. Il catalogo è stato realizzato con il contributo di Tenuta Mara, azienda biodinamica di San Clemente.


CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 Domanda Sono coerede unitamente a due miei fratelli di quote identiche di un fabbricato con annesso appezzamento di terreno agricolo Il tecnico da noi incaricato per la valutazione e la divisione ci ha comunicato che quanto da noi ereditato non è comodamente divisibile. Tutti noi fratelli siamo d’accordo sulla valutazione. Il problema ora sorge perché tutti noi, titolari di quote identiche, chiediamo l’assegnazione. Cosa fare? Risposta Ai sensi dell’Art. 720 del Codice Civile in caso di comunione ereditaria avente ad oggetto un immobile non comodamente divisibile, se vi sono titolari di quote identiche e tutti chiedono l’assegnazione, il giudice ha il potere-dovere di scegliere tra i più richiedenti valutando ogni ragione e convenienza, dandone adeguata motivazione; se poi non sia ravvisabile alcun criterio oggettivo di preferenza o nessuno dei condividenti voglia giovarsi della facoltà di attribuzione dell’intero, soccorre il rimedio della vendita all’incanto ( Cassazione Civile sez. II sentenza n. 11641 del 13 maggio 2010 ). Il progetto divisionale, in-

Esperti rispondono

Co-eredi e difficoltà nell'equa divisione Quando gli intoci esterni e interni cedono FOCUS

fatti, non è soggetto a gara tra i condividenti altrimenti verrebbe meno la parità di condizioni degli aspiranti assegnatari e la scelta verrebbe ad essere determinata o quantomeno influenzata dalle maggiori o minori possibilità economiche degli aspiranti. Lei comprende bene che se la scelta dell’assegnatario dovesse essere determinata dalla somma che egli offre di pagare a conguaglio, verrebbe meno la caratteristica tipica del procedimento per assegnazione e questo si risolverebbe in una vendita all’incanto. Migliori informazione e delucidazioni Le potrà ottenere interpellando un notaio.

Vincenzo Pupolizio, geometra

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Domanda Tre anni fa affidai ad un geometra la progettazione e direzione lavori per la ristrutturazione di un edificio di mia proprietà. Dopo circa un anno dall’ultimazione dei lavori ho notato prima delle fessurazioni dell’intonaco interno e successivamente piccoli distacchi dell’intonaco esterno. Il geometra mi dice che la responsabilità è da addebitare esclusivamente all’impresa esecutrice; ma lui, quale progettista e direttore lavori, non ha alcuna responsabilità per questi lavori non eseguiti a regola d’arte? Risposta Il committente affida ad un tecnico qualificato (geometra, ingegnere, architetto ) di dirigere i lavori affinchè l’impresa esecutrice degli stessi esegua

l’opera commissionata in conformità alle norme vigenti e secondo le regole della buona tecnica. In altri termini il tecnico incaricato di dirigere i lavori deve fare in modo che gli stessi siano eseguiti a regola d’arte. La Corte di Cassazione ha affermato che rientrano pertanto nelle obbligazioni del direttore dei lavori l’accertamento della conformità sia della progressiva realizzazione dell’opera a progetto, sia della modalità di esecuzione di essa al capitolato e alle regole della tecnica, nonché l’adozione di tutti i necessari accorgimenti tecnici volti a garantire la realizzazione dell’opera senza difetti costruttivi. Pertanto non si sottrae a responsabilità il professionista che ometta di vigilare e di impartire le opportune disposizioni a riguardo, nonché di controllare l’ottemperanza da parte

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com

dell’appaltatore e di riferirne al committente ( Cassazione Civile 24 aprile 2008 sentenza n. 10728 ). In sintesi, il professionista può essere ritenuto responsabile per non aver fatto quanto era in suo potere/dovere al fine

di scongiurare un’opera mal eseguita. Per richiesta eventuali danni chieda consiglio al Suo avvocato di fiducia. Marco Secchi, geometra


“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Prima appendice, fonografo, camera d'aria

Henry Ford

La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1887. Prima appendice Il medico americano George Thomas Morton (18351903), figlio del pioniere dell’anestesia William Thomas Morton, esegue a Philadelphia la prima operazione di questo tipo su un ragazzo di 26 anni, trasformando una malattia prima mortale in un banale fastidio. Nello stesso anno l’appendicectomia viene eseguita anche in Svizzera da Rudolf Kroenlein (1847-1910) e Charles Krafft. 1887. Il telefono Estromesso di colpo dalla paternità dell’invenzione (1871), lo sfortunato Meucci non si dà per vinto. Cita in giudizio Bell, inonda i giornali di lettere e petizioni, chiede perfino a Garibaldi, ormai in esilio a Caprera, di tornare in America per testimoniare a suo favore. Nel 1885 ha inizio il processo: Meucci, quasi ottantenne, si difende per mesi e mesi ma inutilmente. Il 19 luglio 1887 il giudice William James Wallace legge la sentenza che dà ragione a Bell, pur riconoscendo che Meucci ha avuto in realtà la prima idea dell’apparecchio, anche se — secondo il giudice — non è riuscito a metterla compiutamente in pratica. Meucci ricorre in appello, ma la morte lo coglie due anni più tardi e la Corte suprema degli Stati Uniti archivia definitivamente il caso.

1887. Il disco fonografico L’inventore tedesco emigrato in America Emil Berliner (1861-1929), commesso in un negozio di stoffe e assistente di Fahlberg, presenta il brevetto per un fonografo a disco. Quest’ultimo è un cerchio di metallo ricoperto di cera e mosso da un piatto azionato a manovel-

la. Il 16 maggio 1888 Berliner presenta l’invenzione all’Istituto Franklin di Philadelphia, sottolineando come, a differenza del cilindro di Edison, il suo disco si presti a essere duplicato rapidamente in un numero illimitato di copie. Inizialmente il disco di Berliner non ha successo; ma grazie al-

l’intervento della Bell, società costituita dal co-inventore del telefono che aveva realizzato un fonografo tipo Edison, l’industria discografica ha inizio (la Columbia Gramo-phone Company così formata diverrà poi la CBS). Nel 1892 viene pubblicato il primo catalogo di dischi, comprendente 54 titoli di cui il più venduto è «La preghiera del Signore».

1888. Camera d'aria Il veterinario inglese John Boyd Dunlop (1840-1921) sperimenta sul triciclo del figlio i primi pneumatici con camera d’aria al posto delle pesanti e rigide gomme piene che fino a quel momento si usavano. Una fabbrica di biciclette gli appoggia l’idea e così Dunlop brevetta il sistema, peraltro già depositato nel 1846 dal conterraneo R.W. Thomson ma senza successo. Nel 1889 la vittoria di una squadra di ciclisti inglesi con le gomme Dunlop porta all’attenzione mondiale il rivoluzionario pneumatico con camera d’aria.


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MISANO

Campione provinciale amtori, imbattuta per un anno. Un bel gruppo di 40 uomini

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Vis Misano, calcio come educazione e rispetto Parole da e ‘Fnil’ ALLEGRO MA NON TROPPO

(Il vecchio nome di Misano Mare)

LO SPORT

NATALE - Sicuramente non è stato il gioioso mercatino che avremmo “commercialmente” desiderato? L’evento, ben illuminato, è stato come sempre vissuto con tranquilla discrezione . E’ difficile inventare qualcosa che non c’è. Non ci sono molte città che hanno tanti centri equivalenti e non confluenti. Imitare gli altri non servirebbe, saremmo comunque una brutta copia. La sobrietà è ancora la nostra caratteristica principale. Misen per adess l’è quel cl’è. In tòt i modi, 11 Nadel in gn’à minga tòt!

CAPODANNO - Qualche botto in meno, ma anche qualche morto e ferito risparmiati. Si temeva il peggio, invece la voglia di festa ha avuto la meglio sulla paura. I caplet, i capun e la musica, ia fatt cumè sempre da padrun in alegria. LA BEFANA - Passa il tempo, ma l’umile Befana vola ancora miracolosamente sulla scopa, premia i bambini buoni con semplici doni e dispensa un po’ di buon carbone per i più biricchini. Amatissima da grandi e piccini. Al tradiziòn, per furtuna, agl’iè dure a murì. AUGURI 2016 - Con tutti gli auguri che ci sono piovuti addosso, questo Nuovo Anno che nasce “di venerdi ed è bisestile”, sarà come sempre un Anno... favoloso per gli ottimisti... tremendo per gli incalliti pessimisti. Propenderei logicamente per l’ottimismo dato che, pur essendo impegnativo, non costa nulla, altrimenti, us putria acetè anche na via ad mèz, o na? GENNAIO - Si dice “ Anno Nuovo vita nuova” o meglio, chi ben comincia è a metà dell’opera, ecco perché questo mese è importante. Speriamo che, coloro che hanno il potere di decidere per tutti il nostro futuro, sappiano che ; sle bon, è sarà bon per tòt, anche per vuelt e i vòst fiul.

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- E alla fine è arrivata anche la prima sconfita; era lontana un anno. Finalmente, si direbbe. Una liberazione per i campioni provinciali amatori. Gli artefici dell'impresa (4-2) sono stati i ragazzi dell'Atletico Marecchia, a Pontemessa, per la Coppa Città di Rimini. La Vis Misano ha chiuso l'andata del proprio girone in testa su un lotto di otto squadre; alle spalle, a 6 punti, il Montalbano (San Giovanni in Marignano). Uno dei simboli, se non il simbolo, della squadra è Alan Bovolotto, l'allenatore con alle spalle il calcio giocato. Romano, da alcuni anni abita a Misano. Da un quinquennio è il mister. Svolge il ruolo con una passione “sfegatata” dicono coloro i quali lo conoscono bene ed una meticolosità degna della serie A. Perché se il Campionato con la “c” maiuscolo allenta l'impegno nel mese delle feste, il Vis Misano si è allenato anche il 28 dicembre. Raccontano di lui Fabio Cenci (il capitano) e Daniele Ceccaroli (un giocatore): “Sa tenere legato il gruppo; non scende in campo soltanto per una questione di ruoli. Porta un fortissimo rigore ed il piacere della compagnia. Quarantenne con lo spirito del ragazzino, è

La Vis Misano, campione provinciale amatori

grazie a lui se noi giocatori ed i volontari che ruotano attorno si sentono coinvolti”. Se ogni partita è gioia e impegno, il dopo è una pizzata o un panino. Il capitano Fabio Cenci è un altro totem. Ha 39 anni e pesta i campi verdi da 34. Centrocampista col 6 sulla schiena, come i grandi giocatori: Scirea, Baresi. Testa alta e piedi dolci, ha giocato in Eccellenza col Misano allenato da Bruno Cinti. Poi ha calzato le casacche del Torconca e finito la carriera, come si dice, con la Montefiorese. Da 4 anni illumina le geometrie della Vis. Dice: “Sono qua per passione. E' qualcosa che ho dentro e che

faccio fatica a spiegare a mia moglie e alle mie due figlie, figurarsi agli altri”. Forse una spiegazione si trova nelle parole di Daniele Ceccaroli, difensore non più in erba: “Se siamo qua è perché siamo un gruppo che sta bene insieme, che è forte, che diventa magico. E' un'unione che diventa valore sociale mostruoso. Un gradino sotto c'è la passione, naturalmente. Vogliamo essere una porta aperta per chiunque voglia raggiungere il nostro gruppo; che si conferma anno dopo anno. Siamo una squadra dal carattere ordinato e disciplinato che diventano fattori di educazione e di rispetto. Da noi le gerarchie han-

no un valore; insomma, quello che è saltato nella società si trova da noi”. Non solo capelli bianchi; corre insieme a loro Fernando Matute, una mezzala sui vent'anni. “Pensiamo di adottare continua Ceccaroli, uno dei 40 tesserati - bambini a distanza. Sono piccoli pensieri che creano l'etica di un gruppo di uomini prima di essere calciatori per puro divertimento”. La Vis Misano è sostenuta da un manipolo di sponsor-amici: da Paolino, ristorante Cristallo, il Panificio del Sud, Fast Car Cattolica, Elettromeccanica CeccaroliGiorgi, Tex Computer e pizzeria da Orfeo.

“Caro Giovanni e Lina, grazie” - Giovanni Salvadori da anni compie missioni umanitarie, portando direttamente risorse alle case di Madre Teresa di Calcutta, che ha conosciuto direttamente durante il suo primo viaggio. Ringrazia con particolare affetto: Renato Tonti, Beba Del Bianco, Ivana Zaghini e Pio Bianchini. Riportiamo una lettera (senza corrrezioni) ricevuta da un prete in Africa al quale è stato dato un piccolo grande aiuto.

Kiziguro, il 15 di dicembre 2015 Carissimi Giovanni Salvadori e Lina Silvagni. Sono il Padre Lorenzo Rutinduka, di Rwanda. Sono parroco della parrochia di Kiziguro, nella stessa diocesi di Byumba. Kiziguro è vicino da Nyakayaga, dove è venuto Giovanni Salvadori nel mese di

Il pick up regalato a padre Lorenzo

Luglio 2015. Carissima Lina, nel nome mio e di tutti i poveri aiutati, vi ringrazio sinceramente dal fondo di mio cuore. Ho ricevuto 2000 euro con gli altri aiuti delle mani di Giovanni Salvadori per i nostri poveri di Kiziguro. Prima erano di Nyakayaga. Sono i poveri della parrocchia (studenti ed altre famiglie che coltivano la terra per trovare da mangiare). Con i soldi che mi hanno mandato, ho comprato 50 sac-

chi con riso, fagioli e farina per nutrire 50 famiglie povere con tanti bambini piccoli. Ho comprato anche 15 caprette ed una auto usata, con il pianale dietro per trasportare persone e cose. Ci aiuta nella pastorale. Grazie mille Lina. Ho dato un sostegno economico all’asilo di 60 bambini. Alcuni di loro sono veramente poveri, poverissimi. Non possono né pagare gli studi, vestiti e medicamenti. Ho comprato i sementi selezionati. Fra poco,

con i raccolti di Febbraio 2016, queste famiglie più di 15, vivevano più dignitosamente al meno trovavano il cibo. Lina, ringrazio sempre il nostro Dio Padre che dona a ognuno di noi di comprendere per potere condividere. Grazie. Ho fatto 2 messe per voi e per Giovanni e sua mamma che è andata nel Cielo. Grazie Giovanni Salvadori, Grazie Lina, grazie tutti. Qua nella mia parrocchia di Kiziguro, si trovate il tempo di venire, in RWANDA, io sono disponibile ad ospitare due o tre persone. Tutti quanti che abbiano la volontà e il desiderio di aiutare in parrocchia e presso le famiglie povere. Siate i benvenuti. Auguri di Natale e di buon anno 2016. Grazie mille. Padre Lorenzo Rutinduka, Parrochia di Kiziguro (paroisse de Kiziguro), RWANDA. Lorenzo.rutinduka@libero.it


MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn) CULTURA

- La rassegna filosofica dei nove incontri al Teatro Astra di Misano Adriatico, dal venerdì 2 ottobre al venerdì 27 novembre dell’appena passato 2015, sul tema del “POTERE”, si è chiusa con l’esimio Professor Carlo Sini con la considerazione del: “Potere della conoscenza” cui il relatore, con la sua maestria di raffinato socratico, ha analiticamente sviluppato il discorso sul problema dell’attualità di questo “Potere della conoscenza” cui alla fine è pervenuto. Con la sua disquisizione ha insistito sulla necessità di conoscere sia il potere e sia la stessa conoscenza, per ciò che essa rappresenta nell’attualità del mondo moderno. L’inizio della sua esposizione è stato preceduto dalla pregevole lettura, della brava Alessia Canducci, di un breve inciso tratto dal capitolo XXXII dell’appendice alla parte quarta dell’ETICA di Baruch Spinoza, che ha per titolo: “La schiavitù umana, ossia la forza degli affetti”. Spinoza è quell’eccelso e coraggioso giovane filosofo, del XVII secolo (perseguitato e maltrattato dalla sua comunità ebraica sefardita, di fideisti ignoranti), cui io riservo una grande ammirazione da tanti anni e per il che non voglio privare il lettore dal piacere di leggere il pregevole breve capitolo sopraddetto: “Ma la potenza umana è molto limitata, ed è infinitamente superata dalla potenza delle cause esterne; perciò noi non abbiamo il potere assoluto di adattare al nostro uso le cose che sono al di fuori di noi. Tuttavia sopporteremo con animo equilibrato quelle cose che ci accadono in contrasto con ciò che richiede la considerazione del nostro utile, se siamo consapevoli di aver compiuto il nostro dovere e che la nostra potenza non avrebbe potuto estendersi fino al punto da poterle evitare, e che siamo una parte dell’intera natura di cui seguiamo l’ordine. Se comprendiamo questo chiaramente e distintamente, quella parte di noi che viene definita intelligenza, cioè la nostra

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Il prestigioso intellettuale ha chiuso il ciclo invernali delle conferenze misanesi col potere della conoscenza

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Sini, bella lezione di vita di Silvio Di Giovanni parte migliore, ne sarà soddisfatta, e si sforzerà di perseverare in questa serenità. Infatti, in quanto comprendiamo, possiamo desiderare solo ciò che è necessario e possiamo trovare soddisfazione solo nella verità. E perciò, nella misura in cui comprendiamo rettamente queste cose, lo sforzo della nostra parte migliore si accorda con l’ordine di tutta quanta la natura.” Baruch d’Espinosa Spinoza, nella illustrazione del suo pensiero, mostrerà poi, nella successiva parte quinta della sua opera, quale potere possa esprimere la mente, ossia la ragione, attraverso la conoscenza, che guida l’uomo alla capacità di scelta fino a giungere a capire che cosa sia la libertà della mente. Ma non è questo il tema della serata. Indubbiamente il Professor Sini, nel rifarsi a questo inciso di Spinoza, ha ben scelto il tema di riferimento cui ancorare il suo discorso disquisitorio. La conoscenza ha per obbiettivo il raggiungimento pratico di una serie di conquiste da parte dell’uomo fin dai primordi della sua storia, ma ci insegna il relatore, non solo dell’uomo ma anche degli animali e delle piante. E’ chiaro che a questi livelli concorre in maniera precipua un istinto di natura che troverà uno sviluppo intelligente anche negli animali che attraverso la conoscenza apprendono l’arte, ad esempio, di costruirsi le tane, gli alveari, le prime abitazioni con forme di difesa dagli agenti atmosferici ed anche dagli altri animali. E’ attraverso la conoscenza delle cose di natura e l’apprendimento di strumenti atti ad agevolare la difesa dagli eventi naturali che deriva la possibilità di sopravvivenza dei viventi. La conoscenza è infatti un apprendimento, un saper fare, un saper fare pratico. E’ ciò che consente

Carlo Sini e Gustavo Cecchini ai viventi di vincere gli ostacoli della natura, sia per l’uomo che per gli animali. Ma ciò succede anche per le piante. Tutta la conoscenza serve ai viventi per superare gli elementi ostativi che si frappongono e che sorgono anche in competizione con gli altri esseri viventi, giacché in natura la sopravvivenza delle specie è a favore degli organismi più adatti a resistere al confronto con gli altri e con la natura. Così è la legge di natura e così abbiamo appreso dalle scoperte e dagli studi del grande naturalista Charles Robert Darwin le cui pubblicazioni sull’origine della specie segnarono un’epoca nella storia delle scienze biologiche. Il potere della conoscenza si è sviluppato fin dalle sue origini con l’evoluzione della vita attraverso vari stadi o momenti. - Il primo, senza il quale la vita sulla terra non avrebbe nemmeno attecchito, è quello della improvvisazione naturale ed istintiva, da parte di tutti i viventi, nel mondo che vi era, con tutti gli ostacoli possibili e con la capacità di superarli facendo divenire accettabile l’ambiente disponibile. - Il secondo momento nello sviluppo di questa conoscenza è quello che accade quando alcuni viventi, tipo l’uomo ed alcuni animali, scoprono la possibilità, attraverso l’uso di strumenti della natura, di creare un ambiente “intramondano” , cioè la capacità di creare forme di difesa: nidi, tane, alveari, ripari, case; di modificare cioè l’ambiente a proprio uso, a

proprio favore. - Il terzo momento dello sviluppo della conoscenza è senza dubbio quello più importante ed è per l’uomo, unico sulla terra, costituito dalla possibilità di trasmettere agli altri il frutto della conoscenza e l’indiscutibile potere che ne nasce. E’ questo lo strumento del linguaggio che è solo per l’uomo. Infatti lo strumento del linguaggio alleva e coltiva il soggetto cosciente e parlante il cui sviluppo è possibile nell’uomo, non appare negli animali, nei quali però appare tuttavia la netta percezione che l’animale apprenda dai suoi simili, a prescindere dall’istinto. Quindi si avverte un certo grado di intelligenza nel mondo animale. - Un altro grande e importante potere della conoscenza è quello che dobbiamo ancora acquisire e cioè di conoscere e capire se, al punto in cui l’uomo è pervenuto con la sua conoscenza scientifica e tecnica, è giusto e logico di perseverare comunque, in ogni direzione, o non sia meglio valutare fin dove è lecito spingersi, fin dove è lecito andare senza correre il rischio di creare strumenti capaci di produrre un disordine nell’ordine della natura, di rompere l’equilibrio naturale e distruggere l’ambiente in cui l’uomo vive. Ciò in quanto oggi l’uomo ha già accumulato una conoscenza ed una potenza e un modo di vivere capace di distruggere la sua vita sulla terra. Fin dalle origini della conoscenza, ci rammenta il nostro relatore, il mondo dell’uomo della preistoria era senza dubbio guidato dai

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miti del paleolitico (diciamo circa cinquantamila anni fa o più). Miti costruiti con l’invenzione di grandi favole con contenuti anche morali ed etici, ma erano pur sempre favole che hanno tuttavia mantenuto la loro valenza anche in epoche moderne, quando da religioni politeiste si sono trasformate in religioni monoteiste, ma si tratta pur sempre soltanto di 3 – 4 mila anni fa, mentre lo sviluppo della conoscenza dell’uomo inizia molte e molte migliaia di anni prima. Circa più di 100.000 anni fa l’Homo sapiens era all’incirca come è ora, sapeva parlare e comunicava coi suoi simili, costruiva i suoi ripari, le sue case, gli strumenti per vivere ed aveva consapevolezza dell’azione che coi suoi simili metteva in campo. Acquisiva degli oggetti, acquisiva la responsabilità, la responsabilità dell’errore, della colpa, perché era già un soggetto consapevole, responsabile. E’ stata una evoluzione anche tecnica il che sviluppava una comunità sociale con la nascita di tutti i sentimenti, ma anche dei diritti e dei doveri. Ed è così che l’umanità si è organizzata sorretta da diverse culture, diversi miti e diverse religioni che nel tempo si sono succedute, sorpassate e sostituite da altre, così come le diverse civiltà che non hanno potuto fare a meno di combattersi continuamente con estenuanti destabilizzanti guerre, genocidi, massacri in nome di pretese verità rivelate che molte non erano e non sono se non idee di fede. Oggi con lo sviluppo della scienza e della tecnica da circa 2 –

3 secoli a questa parte, nel nostro occidente europeo, il pensiero si è notevolmente sviluppato e la maggior parte delle persone è consapevole che i valori dei miti sono slittati al di fuori delle cose vere. Tuttavia è ancora fortemente presente l’idea che il mondo sia il prodotto di una mente superiore ordinatrice (vedasi ad esempio una parte del pensiero degli abitanti degli USA), e non il risultato di una grande evoluzione della natura in questi ultimi 3 – 4 miliardi di anni, anche se le scoperte scientifiche lo dimostrano. Inoltre ci sono, nel nostro attuale mondo moderno dei fideisti convinti di dover distruggere quelli che non la pensano come loro, di distruggere la civiltà del passato e del presente. Altre religioni si sono in larga parte evolute. Alcune no o perlomeno interpretano in modo distorto certi secolari insegnamenti e possono costituire un serio pericolo alla coesistenza pacifica. Pertanto occorre tenere presente che esistono due mondi diversi che vedono e considerano i rapporti tra gli uomini e la loro civiltà moderna. Vi è ancora imponente il mondo dei miti e delle fedi, anche se molti meno credono ancora all’ “Eden” ed al “diluvio universale”; poi vi è il mondo della scienza e della razionalità, tenendo presente che il primo presenta un forte squilibrio dato che non tiene il passo con il cambiamento scientifico. Quindi la strada da percorrere è ancora irta di ostacoli ed il comportamento dell’uomo moderno in questo occidente europeo dovrà essere quello di una figura di eccelse virtù, con grande capacità di tolleranza, tenendo presente le nostre origini, il nostro cammino, le nostre conquiste civili e sociali, il nostro senso del rispetto e della giustizia che ci deriva dalle conquiste dell’età dei lumi, dei liberi pensatori, dell’Illuminismo di cui abbiamo avuto la fortuna di beneficiare e che ha plasmato il nostro essere, di cui dobbiamo andare orgogliosi. Il tutto tenendo presente che le nuove ed ultime conoscenze che ci offre il mondo moderno, dovranno essere oggetto di riflessione e studio, quali valori da integrare ed assumere con rispetto e cognizione di causa, dato la loro enorme portata.



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- Fine anno col botto! I ragazzi di Misano Podismo hanno festeggiato, nella splendida cornice del Ristorante Santamonica all’interno del prestigioso Autodromo MWC Marco Simoncelli, la conquista del Campionato Provinciale UISP, confermandosi per il terzo anno consecutivo sul gradino più alto del podismo locale. La storia iniziata quasi per gioco fra alcuni amici, giorno dopo giorno si è arricchita di esperienze, di eventi sportivi e

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I ragazzi di Misano Podismo operano anche nel sociale con risultati non meno importanti

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Massimo Capaccioli

UOMINI

LO SPORT

momenti di aggregazione sociale che oggi fanno assumere a questa splendida realtà un valore aggiunto per il tessuto sportivo e sociale del territorio. Come buona tradizione durante la serata si sono svolte le premiazioni di fine anno. Lo scettro di Supercampione è stato consegnato ad Francesco Antonioli che, dopo una lunga battaglia ha lasciato alle sue spalle Daniele Bombardi e Gianluca Sensoli, primi di categoria in ordine di età si sono piazzati Daniele Bianchi, Davide Ruscelli e giuseppe Righetti. Nella classifica rosa si riconferma Campionessa Isabella Ricci seguita da Isabellla Mercini e Stefania Dell’Aqui-

Campioni provinciali Uisp la, mentre Anna Tacchi si aggiudica il primo posto di categoria. L’omnipresente Anna, si riconferma regina della classifica presenze lasciando alle sue spalle Ruscelli Davide, Mercini Isabella, Gozzi Pierlugi e Pasolini Giancarlo. I temutissimi ed attesissimi premi goliardici sono stati assegnati ad Antonioli Francesco per la “botta più grossa” durante la Maratona di Vene-

zia, mentre il premio “Papetta” è stato vinto da Marco Montanari per degli episodi unici ed indimenticabili nel corso della Maratona di Rimini, il premio “Borghesi” è andato a Fabi Giacomo per i notevoli miglioramenti cronometrici e sportivi ottenuti nonostante un’attività lavorativa molto intensa. Uno speciale riconoscimento è stato consegnato a tutti i bambini la “Cometa di cioccolato” dell’associazione onlus

COMUNITA'

Scacciano ospita Ca' Santino Il bene per gli altri ci ha fatto incontrare - I volontari del Comitato cittadino di Scacciano hanno ospitato i ragazzi di Ca' Santino per le festività. Ringrazia Maria Campoluccci, presidente della Cooperativa sociale: “A nome degli ospiti, operatori e direzione della Cooperativa Sociale Ca’ Santino di Montefiore Conca, un ringraziamento davvero speciale ai Volontari del Comitato Cittadino di Scacciano per l’amicizia, l’affetto e la disponibilità dimostrata in questo ultimo anno nei nostri confronti, e tantissimi complimenti per la realizzazione dello splendido Presepe in movimento allestito dal signor Meluzzi, che abbiamo visitato durante le Feste con alcuni dei nostri ragazzi. Come ha avuto occasione di dire il presidente del Comitato Anna Signorini, ‘il bene per gli altri ci ha fatto incontrare’”.

A.S.S.M.M.E. che ogni giorno si impegna nella raccolta di fondi da dedicare al settore della ricerca e della cura delle malattie metaboliche ereditarie e a tal proposito è stata fatta anche una piccola donazione. Il presidente Andrea Bagli e il vice Ivan Semprini hanno ringraziato gli atleti per gli ottimi risultati in campo sportivo, ma ancor più hanno voluto esprimere il forte legame che si è creato con le associazioni del territorio che quotidianamente operano nell’ambito sociale e con l’Amministrazione Comunale. Ricordi indelebili che sicuramente rimarranno nei cuori

dei tanti che hanno partecipato alle iniziative organizzate insieme ai ragazzi di “Io C’entro”, una su tutte l’apericena svolta in una calda serata estiva presso il giardino di “Villa Del Bianco”. L’anno che si è appena concluso verrà ricordato per la splendida impresa della misanese Giada Giorgetti, che spinta dagli indomabili leoncini di “Simba” ha concluso la sua prima Maratona in una speciale carrozzina da corsa; col suo sorriso ha raccontato alla gente il suo lavoro e l’enorme impegno dell’Associazione Simba nella raccolta di fondi per la ricerca di questa grave

malattia, e così facendo ha spalancato le porte ad una nuova strada da percorrere giorno dopo giorno in compagnia di nuovi amici podisti. Ma l’altra nota di merito va all’istruttore Rossano Masi che grazie alla sua enorme passione per la corsa affiancata ad un impegno professionale superlativo ha progettato e coordinato durante tutto il periodo estivo due momenti che hanno dato spessore all’attività sportiva di Misano Podismo; il primo un allenamento collettivo rivolto anche ai turisti alla riscoperta dei percorsi del territorio misanese fra mare e collina, l’altro più tecnico svolto presso la pista di atletica di Santamonica con allenamenti mirati al miglioramento delle prestazioni atletiche. Fiore all’occhiello il “Misano Running Camp” con la collaborazione delle gemelle Facciani. Neanche il tempo di festeggiare l’arrivo del nuovo anno che già si lavora al Quinto Gran Premio Città di Misano che si svolgerà il 28 febbraio sull’asfalto della pista del Misano World Circuit “Marco Simoncelli” all’interno degli Open Games.



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Primarie del Pd: duello tra Piva e Gambini. ‘Volpe Rossa’ contro il ‘Forestiero’

Primarie visioni. Il cinema del Pd

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‘Gambini mi copia’ - Leggiamo: “Gambini, via Bovio coperta nei mesi invernali” - “Piva: ‘Mi copia. Copertura anche per piazza Mercato’”. Maestra!... Pora nun!... Autocritica - Leggiamo: “Gambini: ‘Daremo la sveglia alla città’” - “Piva: ‘Facciamo rifiorire la Regina’”. Al vo dì che la cità la s'è arduta propria mèl. Scusé, ma la n'è stè sempre guvernèda dal vost partid? Os-cia!...

- Di fatto è partita la campagna elettorale per le comunali di Cattolica. Le primarie del Pd segnano la traccia di come sarà: contenuti, effetti speciali, promesse, accuse, contraccuse, furbizie... Dietro Corrado Piva e Sergio Gambini si sta muovendo un mondo trasversale; alcuni hanno già messo la faccia, tanti ancora stanno nel “macchione” per posizionarsi al meglio. Interessi di categoria, interessi individuali, conflitti d'interesse, ambizioni personali... tutto un mix che tra non molto dovrebbe approdare e rendersi visibile (in parte) in tutta la sua portata progettuale, compresi gli aspettipiù controversi.

Piva - Leggiamo: “Piva: ‘Addio Irpef e tassa sull'ombra’”. Speriamo che Gambini risponda: cashmere e jeans gratis per tutti... Burdèl, stavolta u j'è da divertis su quijst dal Pd. I fa tut da par lor: guvérne e uposizion... Straniero - Leggiamo: “Piva (Pd): ‘Gambini? Mai eletto un sindaco straniero’” - “Gambini (Pd): ‘Straniero sì, ma innamorato di Cattolica’”. Da strimulì al sangue... Giovani - Leggiamo: “Ecco i ‘Giovani per Gambini’”. Foto di gruppo (11) con volti noti e qualche giovne antigh...

Sta di fatto che dalle prime avvisaglie (deviazioni di fiumi, eliminazioni di tasse, opere faraoniche, “leccate” mirate a singole categorie e interessi specifici...) ci sono tutti gli ingredienti per rendere addirittura più credibili perfino le promesse di Cetto La Qualunque e Checco Zalone. Corrado Piva Dalle dichiarazioni rese ai giornali saltano fuori i “pallini” dei due candidati. Corrado Piva (geometra con avviato studio in città) vuole modificare (definendola un pò “sovietica”) la Legge regionale n.20/2000: “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio”. Un'uscita un po' sospetta e di parte, una “svista” per chi si candida a governare la città. Piva ostenta la rappresentanza quasi “ufficiale” del partido Pd ben sostenuto da persone, personaggi e ambienti che contano sul territorio. Un COSA FANNO OGGI I FILOSOFI?

Filosofi in conferenza - “CHE COSA FANNO OGGI I FILOSOFI ?”. La nuova serie 2015 / 2016 porta il titolo: La filosofia di pubblica utilità. - Domenica 17 gennaio, ore 17 Mario De Caro, Professore di Filosofia Morale Università di Roma Tre Morale / Immorale. - Sabato 23 gennaio, ore 17 Telmo Pievani, Professore di Filosofia delle Scienze Biologiche, Università di Padova Evoluzione / Involuzione. - Domenica 31 gennaio, ore 17 Luciano Canfora, Profes-

S. Giovanni M.

Marcello Di Bella

sore di Filologia Classica, Università di Bologna Lo stato di salute dell’intellettuale organico. - Domenica 7 febbraio, ore 17 Franca D'Agostini, Professore di Logica, Università di Milano Vero / Falso. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Centro culturale polivalente. Info: Biblioteca comunale di Cattolica, Tel. 0541.966603-612, www.cattolica.net

tocco di “sinistra” la vuole sfoggiare: “Con me non vanno d'accordo quelli che vogliono privatizzare i servizi pubblici”. Sergio Gambini Sergio Gambini (indirettamente coinvolto con l'enorme peso del patrimonio immobiliare della famiglia Gerani - è il genero), tenta di rassicurare (e cavarsela) con la proposta di “Una commissione affidata ad una figura terza per il conflitto d'interesse”. Forse dimentica che il conflitto d'interesse o c'è o non c'è! Come riconosce lo stesso Gambini: “In un Comune come quello di Cattolica, tra proprietà e attività professionali, il conflitto d'interessi è dietro l'angolo per tanti”. Ben detto! Ma non era meglio pensarci prima?... Il “Patto civico” proposto da Gambini è una forma spinta e anticipata del cosiddetto “Partito della nazione” del rensismo più osè: azzerrare parte della propria storia (ritenuta ormai ingombrante) per sfondare al centro e a destra. Ma i renziani “spinti” (Gambini compreso) dimenticano che la loro fortuna e carriera politica (molto lunga!) è dipesa solo dalla forza ideale e ideologica della tradizione di quel partito Pci-Pds-Ds-Pd... Dunque, al momento la danza la mena solo il Pd. Governo e opposizione, incontri e scontri... tutto all'interno di un partito, che al governo da sempre, è diventato monopolio del potere. Per il resto tutto tace. Non è solo tatticismo: c'è tanta povertà politica, progettuale e di persone nelle opposizioni... forse anche un po' di paura e vigliaccheria nel mettere la faccia contro il “potere consolidato”. Chi salverà questa città dalla continuità di questo potere?

Conflitto d'interessi - Leggiamo: “Gambini: ‘Mai più conflitto d'interessi. Chi si candiderà per me dovrà fare una dichiarazione di trasparenza’”. Uj vrà un libre... Tra Catolga e Sangian d'ut gir l'è tut un interes. Pataca nona!... Il vigile - Leggiamo: “Montanari (Pd) sulle primarie avverte Piva e Gambini: ‘Niente fughe in avanti’”. Che polso il segretario! Per la verità um sembra chi vigili tal trafiche ad Napoli. Cume se un gni fusa. Os-cia!... Corsa - Leggiamo: “Primarie Pd, corsa fra Gambini e Piva”. Corsa? Uj sarìa da rid... sa cli panzettie... Tonti - Leggiamo: “Tonti (Idv): ‘Piva e Gambini? Meglio un Cecchini bis’”. Al dis isé perché sno un al ti tira su nisun?... Cimino -

Leggiamo: “Elezioni, nel patto civico di Gambini, Filippo Casanti chiama Cimino”. Cimino! Ciminooo! Ciminoooooo! - Filippo, an tla smèt? Lasa pérd!... Ncd - Leggiamo: “Simona Gaudenzi lascia Ncd”. Adès per li riunion uj basta sno tre scaranie. Va pu là...

Affare - Leggiamo: “L'assessore Ubalducci fa il punto. Hotel trasformati in appartamenti: affare milionario”. Ech perché us véd tut sti geometri interesèd ma li elezion... Monetti - Leggiamo: “Alberto Monetti (Aia): Turismo invernale: Cattolica, che disastro”. Alberto, dai, nu laménte. Al Cumun l'ha fat l'elbure d'Nadèl, an basta?... Shopping - Leggiamo: “I commercianti vedono rosso: ‘Qui i turisti non fanno shopping’”. Perché an gni dè 100 euro pron quand i scapa dal casèl dl'autostrada? Caz!... Sponsor - Leggiamo: “Piazze e strade ‘griffate’ dallo sponsor”. A spér che la mi via l'an sia spunsorizéda da quij dl'autospurgo. An gni voi pensè! Madunéna sènta... Gratis - Leggiamo: “Sosta gratis in piazza De Curtis per rilanciare il commercio”. L'ariva la befana eleturèla... Ippica - Leggiamo: “L'assessore Signorini, a cavallo in spiaggia fino all'estate”. Finalmént un asesor che l'ha capì: u s'è dè ma l'ippica... Leo - Leggiamo: “L'assessore Cibelli: ‘Centomila euro per liberare il traffico’”. Leo, anche stal més ti'è dè giù a prumesie. T'la vo smèt per piasér?!?... Arrivano i veneti - Leggiamo: “Porto insabbiato: sarà dragato da una ditta veneta”. Ostreghéta!...


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Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792

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Per la dinastia di imbianchini-restauratori: boutique, teatri, chiese nelle terre di Russia

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Prolungamento del molo ed insabbiamento del porto - Un Assessore della Giunta di Cattolica i primi giorni del Luglio scorso ha affermato, che “L’insabbiamento è un problema, per così dire, ‘naturale’, e che ritroviamo anche alla foce del Ventena. Qui sul porto canale”, sul Tavollo, “l’abbiamo dal momento che manca l’ultimo pezzo del molo, il prolungamento per ulteriori 30 metri”, oltre ai 30 metri già realizzati”. Cioè col prolungamento del molo così come è stato concepito, con un frangiflutti che parte dal molo di Gabicce con direzione Nord-Ovest, secondo detto Assessore si eliminerebbe l’insabbiamento del porto di Cattolica e della sua entrata. Io, ingegnere, che si occupa di ricerca e innovazione e che negli ultimi anni ha seguito degli studi effettuati in ambiente marino-costiero, e che ha maturato una notevole ed estesa conoscenza in tale ambito, mi sento in dovere di intrvenire nel merito di detto prolungamento per evitare che si commetta tale errore; non farà altro che aumentare notevolmente l’insabbiamento del porto ed in particolare della sua entrata. All’uopo in calce è rappresentato, relativo al mese di Gennaio (ma anche quelle riferite agli altri mesi hanno lo stesso andamento), l’Atlante delle correnti superficiali dei mari italiani dell’Istituto idrografico della Marina. Dette correnti superficiali sono quelle che in caso di mareggiate apportano sabbia sulle spiaggia emersa (nel prosieguo sarà definita semplicemente spiaggia). Tale fenomeno, l’apporto della sabbia a seguito di mareggiate, sulla spiaggia di Cattolica è evidente per come la stessa si è allargata, in particolare nella zona dal pontile verso il porto; se uno si posiziona sulla spiaggia in detta zona nello spazio compreso fra il prolungamento di due scogliere attigue può constatare che dove si è posizionato la spiaggia è aumentata maggiormente rispetto alle zone attigue dove

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la larghezza delle scogliere ha ostacolato il passaggio di tali correnti. Inoltre nella zona attigua al porto dove la scogliera, che all’epoca del suo posizionamento era parecchio distante dalla spiaggia è stata completamente sommersa dalla sabbia dovuta a tale fenomeno. Detto apporto di sabbia è stato da me verificato dopo una mareggiata estiva; dove vado in spiaggia, zona 36, a seguito di una mareggiata, la pedana che porta al mare, che prima di detta mareggiata era sopra la sabbia di 10 cm, si è ritrovata sommersa di qualche cm. dalla sabbia, ciò significa che c’è stato apporto di sabbia. L’unica funzione positiva, a mio parere, del molo così come progettato è quella di favorire l’accesso al porto di imbarcazioni mentre è in essere una mareggiata provocata dal vento Grecale; ma le mareggiate sulla costa di Cattolica sono provocate anche dai venti Tramontana e Maestrale. Saranno invece convogliate grandi quantità di sabbia all’interno del porto ed alla sua entrata che al momento scorrono in direzione Gabicce. Ho cercato un incontro col Sindaco e/o col Vicesindaco, che sono a conoscenza della mia attuale occupazione, per illustrare loro tali deduzioni lasciando all’URP il mio recapito telefonico; non sono stato dagli stessi ricontattato. Incontrati e fermati per strada alcuni Assessori, anche quello dell’affermazione di cui sopra, illustrato loro la mia tesi, essi si sono trincerati dietro il fatto che detto prolungamento del molo è stato progettato da esperti. Non è necessario essere degli esperti per constatare quanto illustrato, basta andare in spiaggia. C’è anche da chiedersi se detti esperti fossero a conoscenza di tali correnti marine di apporto della sabbia sulla spiaggia a seguito di mareggiate come dalla carta delle correnti e come constatato e constatabile da chiunque dal vivo. Dario Bernardi

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Scattolari, pennellate siberiane Tutto nasce nel 2011, acquisendo biglietti da visita di architetti russi. Sono corteggiati, mese dopo mese, con mail e prodotti-campioni. Tali operazioni di marketing danno i loro frutti. Azienda che innova con la forza della passione ECONOMIA - Siamo nel 2011, Tommaso Scattolari arriva a Ekaterinburg, la città russa è la capitale degli Urali (famosa perché qui venne fucilata nel 1917 la famiglia imperiale). E' invitato da un'azienda italiana che si racconta alla facoltà di architettura. Il cattolichino, allora attorno ai 30 anni, raccoglie decine di biglietti da visita di architetti e progettisti russi; per l'esattezza 72. Da allora con la cadenza di un metronomo, il giovane cattolichino spedisce loro mail con le cose che fa e le nuove tecniche che usa, che sperimenta. A richiesta, gratuitamente, recapita anche campioni. Racconta Scattolari: “Più della metà non mi risponde, gli altri mi chiedono informazioni, anche tecniche. Cerco di risolvere loro problemi e di dare consigli. In media, ogni anno invio anche 3400 campionature di cose particolari: micro-cemento, seta, cemento storico, effetti decorativi (coccodrillo, foglia-oro, mosaici bizantini che faccio io). Devo dire che questo lavoro dà i frutti, come si conviene alle cose fatte bene. Anzi, io sono del parere che per raccogliere prima bisogna seminare: a me piace molto seminare. Mi gratifica e mi diverto anche”. Gli ultimi frutti di questa semina sono tre lavori di presti-

Tommaso Scattolari

gio in Siberia e in Russia. Tommaso Scattolari è partito lo scorso 23 dicembre e ne avrà per 40 giorni di lavoro. Il primo cantiere ce l'ha a Novosibirsk, la capitale della Siberia. Deve completare quattro boutique in un albergo di prestigio. Poserà un materiale che si rifà alla cementina napoletana del 1500. Afferma il cattolichino con passione per la campagna: “Dà l'idea del cocciopesto; quell'effetto multicolore avvolgente”. La seconda tappa è a Ekaterinburg. Qui è chiamato a restaurare i palchi di un teatro utilizzando le foglie-oro. Prende dei veli d'oro, cm 9 per cm9, è con un bulino dalla testa d'ambra ricopre i bassorilievi dei palchi”. Si sposta di 40 chilometri e nella cittadina di Poliskoi andrà a restaurare gli affreschi di una chiesa ortodossa danneggiati dal fumo delle candele. Ultimo di una dinastia di imbianchini-decoratori, Tommaso Scattolari finora ha restaurato in Russia una decina di chiese. La prima sette anni fa. La più prestigiosa e bella è la cattedrale antica di Tiblisi, in Georgia. “Questi lavori mi gratifica-

no - racconta Scattolari - anche da un punto di vista umano: conosci nuove persone, vivi nuovi luoghi, assaggi altri sapori. Tutto straordinario. Nelle chiese ortodosse senti qualcosa di diverso. La prima volta che vi misi piede fu un pugno nell'anima. Straordinario quanto indimenticabile. Tutto quello che vedi all'esterno ed all'interno ti accarezza e ti avvicina a Dio”. L'impresa Scattolari nasce nel 1960; la fonda Alberto, lo zio di Tommaso scomparso alcuni anni fa. Dopo pochi anni lo raggiunge il fratello Mario, di 20 anni più giovane; è il babbo di Tomamso. Sono originari di Misano Cella, un paese di imbianchini e raffinati artigiani ed abili contadini. Sull'onda del boom turistico, nel 1971 scendono a Cattolica, in via Sicilia. La loro abitazione fu tra le prime; attorno non c'erano che canneti. D'estate facevano anche gli afffittacamere. Tommaso entra nell'impresa di famiglia durante le vacanze estive; frequenta l'istituto d'arte a Riccione. Ricorda: “C'era chi faceva il cameriere; io senza entusiasmo mi accodai alla famiglia. All'inizio fu una trage-

dia. Era un lavoro che non capivo. Invece, dopo, quando ho potuto introdurre le mie idee nell'attività, mi si è spalancato un mondo meraviglioso fatto di innovazione ed idee. E' un mestiere artigianale che accoglie esperienze e creatività. L'azienda opera nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Pesaro e San Marino. Hanno firmato cantieri di prestigio: Baia Imperiale, Riviera Golf, l'H a Riccione. Da decenni curano l'esterno e gli interni della Linea Città, un format di bagni pubblici apprezzati in tutto il mondo e prodotti a Cesena. L'azienda cattolichina potrebbe anche raccontare lo sviluppo dell'ultimo mezzo secolo. All'inizio il mezzo era una semplice non meno che pericolosa scala di legno di 20 metri (è ancora conservata nei magazzini come un cimelio). Successivamente arriva il castello alto 10 metri. Altro balzo tecnologico con i ponteggi di alluminio superleggeri. Nel 2011, la ditta si regala il ragno, il top della tecnologia per i lavori esterni ad altezze pericolose. Quella scala degli anni Sessanta, pericolosa 20 metri, è conservata come un cimelio nei loro magazzini.


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E' diventato un classico cattolchino; poi sono arrivati gli altri. La società festeggia i 40 anni di vita

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Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 LA LETTERA

LO SPORT - Buon anno con il mare. Il 2015 è stato per il G.S. Atletica 75 Cattolica un anno importate avendolo visto spegnere ben

‘Salviamo via Dante’

40 candeline, un traguardo di assoluto rispetto per questa Società, nata nel lontano 1975 dall’iniziativa di un appassionato gruppo di amici podisti. Da quell’anno tanta acqua è passata sotto i ponti, la famiglia si è allargata con la nascita delle Sezioni Atletica Leggera e Ginnastica Artistica ed oggi, dopo quattro decenni, può vantarsi di essere una delle più importanti realtà sportive della nostra Provincia con oltre 600 tesserati. Sempre il 2015, inoltre, ha se-

- Nel 1886 i francesi donarono agli americani la Statua della Libertà. Per realizzare il suo piedistallo la rivista The World lanciò una raccolta fondi, ricevendo donazioni da 120 mila cittadini e creando il primo esempio di crowdfunding civico. Oggi il finanziamento collettivo a progetti di pubblica utilità è diventato prassi diffusa, sia tra i singoli cittadini che tra le stesse amministrazioni pubbliche. Il Comune di Milano, ad esempio, lancerà una piattaforma in cui saranno proposti progetti ad alto contenuto sociale. Un esempio di crowdfunding civico è il restauro del Portico di San Luca a Bologna. Questa è una premessa doverosa a quanti, oggi, si sono scandalizzati per un intervento su una via pubblica mediante donazioni private. Da cittadini ci rendiamo conto della molteplicità di servizi che il Comune di Cattolica, con soli 17.000 abitanti offre. Scuole, Ospedale, Porto, iniziative turistiche, etc. Ora via Dante rappresenta uno dei luoghi simbolo del Comune al pari del lungomare o del porto. Qui si concen-

Guido Gili, professore universitario

Atletica 75, buon anno insieme al mare gnato il cambio alla guida della Sezione Podismo; il suo storico presidente Luigi Zavagnini ha infatti deciso, dopo tanti anni di onorato servizio, grande impegno ed encomiabile dedizione, di passare il testimone alle nuove generazioni; il 2016 pertanto, vedrà questo affiatatissimo Gruppo, guidato da un team costituito al contempo da giovani e veterani, in un mix di esperienza e freschezza, che sicuramente bene farà al futuro di questa squadra i cui atleti, anche nell’anno appena terminato, si sono distinti per le loro imprese. Da segnalare i ben 5 Titoli Italiani di Categoria conquistati da: Adolfo

Accalai (5000 m. su pista - Corsa in Salita e Mezza Maratona), Onelio Galeazzi (5000 m. su pista), Danilo Biagiotti (Ultra Trail) ed il Titolo Europeo a Squadre per l’Italia sulla distanza dei 10 Km conquistato sempre da Adolfo Accalai. Numerose altre imprese potrebbero essere citate, due su tutte la “100 Miglia Magredi Mountain Trail” (160 km!) corsa da Luca Gallinucci in quasi 43 ore, la metà delle quali sempre sotto la pioggia battente, ed il nuovo primato femminile di Società, sulla distanza della Maratona, conquistato da Lorena Buscaglia che a Venezia, lo scorso 25 ottobre, ha abbattuto il

muro delle 4 ore abbassando il nuovo primato a 3h58’05” con una gara tutta grinta e cuore. Queste informazioni e tanto, tanto altro ancora possono essere lette nel terzo numero della Giornale Sociale, visualizzabile e scaricabile (ovviamente gratuitamente), come anche quelli dei due anni precedenti, sul sito www.atletica75.it; 56 pagine che trasudano passione per la Corsa in tutte le sue molteplici sfaccettature; 56 pagine dense di resoconti, classifiche, articoli, consigli, interviste, emozioni e foto (ben 200!) che ripercorrono tutta la stagione podistica appena trascorsa.

Neanche però il tempo di tirare il fiato per le fatiche del 2015 appena terminato, ed ecco puntualmente come ogni anno i nostri podisti dare spettacolo con il gelido bagno in mare, diventato oramai un appuntamento fisso atteso da tutti i cattolichini e non solo, oramai una tradizione inserita anche nel calendario degli eventi locali, occasione ideale anche per scambiarsi gli auguri di buon anno nella splendida cornice di Piazza I° Maggio, riscaldati da thé e cioccolata calda, offerti sempre dall’Atletica 75, alla quale vanno quindi gli auguri per un futuro luminoso e ricco ancora di tante altre soddisfazioni. Marco Magi

trano una parte preminente delle attività turistiche cittadine. Personalmente credo nella fattibilità del progetto e credo che la stessa amministrazione comunale abbia tutto l’interesse a sostenerlo, magari dandone pubblicità sul sito stesso del Comune. Ritengo inoltre che prima di partire con i lavori ed investire il denaro dovrà essere definito in che modo la pubblica amministrazione tutelerà la via affinché non si ripresenti l’attuale stato di degrado. Da tecnico concludo dicendo che inevitabilmente il degrado della via porta ad una svalutazione delle proprietà immobiliari che si affacciano sulla stessa, e questo progetto da ad i cittadini la forza di intervenire ed affiancare la pubblica amministrazione nella soluzione ad un uso più responsabile della via (telecamere, dissuasori, etc.) che, saranno inevitabilmente oggetto di dibattito pubblico con la forza di un comitato strutturato per intervenire tenendo conto delle esigenze di chi vive la via. Ing. Terenzio Bernardi



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Giovani. Un anno fa vinse la Borsa di studio “Guido Paolucci” della BCC di Gradara - “Non è facile descrivere l’emozione e la soddisfazione che ho provato nel ricevere un simile riconoscimento. È come se qualcuno di coloro che considero dei maestri mi avesse incoraggiato per il mio futuro dicendomi di non demordere e di continuare ad impegnarmi sempre più”. Così esordisce Giulia Galari, giovane architetto di Cattolica, a proposito del premio ricevuto nell’Ottobre 2014. La Borsa di Studio “Guido Paolucci e il Premio “Giovani Talenti” costituiscono infatti una parte molto importante di un progetto strutturato dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara per valorizzare i giovani in tutto il percorso formativo, fino alla ricerca del lavoro. Come sei arrivata a vincere la Borsa di Studio Paolucci? “Sarebbe interessante rivolgere questa domanda alla commissione giudicante, la quale ha scelto il mio lavoro tra quelli esaminati. Molto probabilmente hanno preferito il mio elaborato di tesi “Il Progetto Sostenibile dello spazio aperto. Il caso dello scalo di Porta Romana a Milano”, il quale tratta di problematiche inerenti il territorio abitato, nel mio caso Milano, dal momento che questa banca, la BCC di Gradara, è fortemente presente ed attiva nei nostri luoghi in differenti settori: nel sociale, nella valorizzazione del patrimonio culturale, nella promozione del nostro territorio e delle realtà economiche che lo abitano, nel miglioramento della qualità di vita dei cittadini e di tutti coloro fruiscono i nostri luoghi…ed io, con questo mio la-

Galari: “Tessuto urbano compromesso dalla speculazione” Giulia Galari

GIOVANI

di Diego Olivieri voro, propongo soluzioni progettuali, ambientali e sociali volte al recupero e alla riqualificazione di una parte di Milano fortemente degradata ed urbanisticamente compromessa. Con questo mio progetto ho voluto, infatti, restituire una cospicua porzione di territorio urbano alla città ed ai suoi cittadini mediante la realizzazione di spazi pubblici fruibili da chiunque, di un grande parco cittadino, di edifici adibiti a residenze, servizi, uffici, commercio, di zone destinate ad attività sociali e culturali”. In cosa è consistito il premio? “Se ti rispondessi unicamente che il premio è consistito in una borsa di studio del valore di 1.000 euro e nella pubblicazione del mio lavoro di tesi nella collana ‘Talenti’, ti darei una risposta riduttiva e per nulla gratificante nei confronti della BCC di Gradara e delle persone che hanno scelto di conferirmi questo riconoscimento, ai quali, tra l’altro, va tutta la mia gratitudine. Il fatto stesso che persone come la Prof.ssa De Nicolò ed altri importanti componenti della commissio-

ne abbiano premiato il mio lavoro mi ha riempito di soddisfazione e gioia e mi ha fatto capire di essere, molto probabilmente, nella strada giusta’. Qual è stato il tuo percorso formativo? “A parte il percorso della scuola elementare e media, ho scelto di frequentare il liceo Classico perché mi sentivo attratta da un programma che, più di ogni altra scuola, mi consentiva di conoscere il passato, con tutto quello che di positivo ci ha lasciato, sotto importanti aspetti: lo studio di popoli, civiltà, culture, arte, filosofia, letteratura, geografia. Penso inoltre che la buona conoscenza della storia sia indispensabile per affrontare, nel migliore dei modi, il futuro, sia per conservare tutto ciò che è stato fatto per migliorare la nostra esistenza odierna, sia per cercare di evitare di ripetere errori ed orrori accaduti nei secoli passati. Poi il mio percorso è continuato con il conseguimento della laurea triennale in Scienze

dell’Architettura presso il Politecnico di Milano e, presso lo stesso ateneo, il completamento della mia formazione tramite la Laurea Specialistica in Progettazione architettonica ed urbana, che sono felice di aver conseguito con con 110 e lode. L’esperienza universitaria è stata sì difficile e assai impegnativa, ma altamente gratificante e preziosa per la mia crescita; ho avuto modo di confrontarmi con tematiche differenti, di studiare e conoscere discipline sia scientifiche sia umanistiche (il mio professore di Storia dell’arte è stato Flavio Caroli, tra l’altro), di conoscere realtà diverse dall’Italia anche mediante viaggi di formazione in differenti stati europei: Olanda, Portogallo, Svizzera e Germania …insomma un’esperienza a tutto tondo che certamente consiglierei”. Qual è la tua visione del territorio e cosa ti piacerebbe per il futuro? “Non a caso ho scelto la Facoltà di Architettura e non a caso ho

scelto, come incipit del mio discorso tenuto in occasione della cerimonia di attribuzione della Borsa di studio G. Paolucci, la frase di Eliel Saarinen, ‘Lo scopo dell’architettura è di proteggere e migliorare la vita dell’uomo sulla Terra, per appagare il suo credo nella nobiltà della sua esistenza’. Infatti, il problema più grande che ci troviamo ad affrontare, riferito al nostro territorio, è che purtroppo oggi operiamo in un tessuto urbano fortemente compromesso e cresciuto, nel corso degli anni passati, in un’ottica esclusivamente speculativa che metteva al primo posto facili guadagni a discapito del benessere collettivo della comunità. È infatti improponibile, a mio parere, pensare a nuovi insediamenti che possano portare ad un ulteriore consumo del suolo; bensì è auspicabile un cambio di rotta che possa portare, in maniera seria e consapevole, ad un recupero del patrimonio architettonico esistente. In realtà, non mi sembra che la legislazione e gli strumenti urbanistici vigenti vadano pienamente in questa direzione, pertanto non mi sento molto ottimista per un miglioramento apprezzabile in un futuro immediato. Probabilmente la soluzione a molti problemi di carattere urbanistico ed ambientale va ricercata in una vi-

sione molto più ampia di quello che potrebbe essere il confine del territorio comunale in cui viviamo. Ad esempio, Cattolica, un comune piccolo per superficie, è circondato, al contempo, da un vasto territorio ricchissimo di storia, cultura e risorse ambientali, il quale potrebbe e dovrebbe integrarsi ed interagire con il nostro comune creando così un sistema ambientale assai variegato e favorevole al benessere dell’uomo. Diventerebbe un territorio esteso in cui si può trovare di tutto, dal mare alla collina, dai castelli antichi agli impianti sportivi di ultima generazione; ovviamente tutto ciò necessita di un efficiente servizio di trasporto pubblico ed un governo del territorio affidato a personalità esperte, competenti e lungimiranti”. Che opinione ha dell’iniziativa e che consigli darebbe a chi è più giovane di te? “E’ un riconoscimento che infonde una certa dose di sicurezza, quella sicurezza necessaria per iniziare il cammino verso il complesso mondo del lavoro; soprattutto durante questo periodo difficile di crisi senza precedenti, in cui spesso il mondo giovanile, a cui io appartengo, è sfiduciato e, oserei dire, privo di speranza di poter condurre una vita migliore rispetto a quella vissuta dai propri genitori. Dovremmo chiederci tutti il perché siamo giunti a questo punto. Per concludere, considerata la mia giovane età, ho solo 26 anni, mi trovo in difficoltà a dare dei consigli a chi è più giovane di me, per cui mi metto nella folta schiera dei ragazzi che hanno bisogno di consigli, confidando in un futuro migliore”.


“Così come la vita umana è riconosciuta unica, è giunto il tempo di riconoscere l'unicità della terra” (Dichiarazione internazionale dei diritti della memoria della terra)

Il libricino distribuito a 2.500 ragazzi, che è entrato in altrettante famiglie

Un vademecum da leggere e conservare

Acqua, il bene del territorio per la della nostra vita

Il lavoro dei ragazzi

- Sfogli e capisci che il volume è prezioso. Bello. Agile. Storico. Istruttivo. Rappresenta la sintesi del progetto didattico-comunicativo della Sis che ha coinvolto otto classi dei Comuni dove l'azienda pubblica opera. Le pagine si aprono con la “Dichiarazione internazionale dei diritti della memoria della Terra” di Digne, nel 1991. Recita un passo: “L'uomo e la Terra creano un patrimonio comune”. L’obiettivo della SIS è semplice: sensibilizzare maggiormente studenti e famiglie al rispetto del territorio e dei valori fondanti del vivere nel rispetto delle regole di una comunità.

I ragazzi hanno svolto i loro compiti su più livelli. Uno, è stato intervista-

re adulti e anziani su come una volta veniva vissuto il corso d'acqua. Prima delle piste ciclabili, si andavano a lavare i panni e si andava a pescare. Al centro del volumetto le preziose carte topografiche con in blu i corsi d'acqua che attraversano campagne e cittadine. Seguono le parole chiave, dalla A (Acqua di falda) alla V (Vegetazione riparia) che raccontano gli ambienti naturali. Un'attività didattica che ti resta nella mente non può che prevedere uscite sul territorio che si sta studiando. Recano, le pagine, istantanee bellissime. Si chiude con le riflessioni degli studenti e degli insegnanti.

- “All'ambiente vanno dedicate attenzioni e correttezze come se fosse un bambino in fasce. L'acqua ne è la fonte vitale. Senza non ci sarebbe vita; ma quando non è regimentata, rispettata e regolamentata può provocare danni straordinari, come dimostrano le grandi piogge ed una certa leggerezza degli uomini”. Parole di Gianfranco Cenci, il presidente della Sis, la società pubblica di 14 comuni di Rimini Sud appartenenti al territorio dei bacini della Valconca, Valmarano ed ai corsi d'acqua più piccoli che solcano questa parte di provincia”. “Questa attenzione continua nella sua riflessione Cenci - deve essere assunta anche da tutti coloro che vi abitano. Il rapporto primario va

Il presidente della Sis Cenci: “Al territorio vanno dedicate attenzione e correttezze. L'acqua non regimentata può provocare danni all'ambiente, all'agricoltura e agli uomini” riconosciuto agli agricoltori: sono loro per primi a garantire il presidio del territorio e di questo dovremmo esserne riconoscenti. Grazie alla regimazione delle acque mediante il reticolo dei fossi, consentono che le piogge confluiscano in alvei più grandi che diversamente provocherebbero danni all’ambiente, all’agricoltura e alle

Gianfranco Cenci, presidente Sis


Progetto Sis spa a tutela del territorio Due fronti: rete di monitoraggio sui corsi d'acqua e sensibilizzazione per una nuova cultura, partendo dalla scuola GIOVANI

Progetto con 7 scuole - Il progetto didattico ha coinvolto sette scuole medie per 8 classi. La Sis ringrazia i presidi, i docenti ed i ragazzi delle scuole. Riccione (Cenci, ID) Misano (Giovanni XXXIII, ID) Cattolica (Filippini, IE) San Clemente (Villa, IE e F) Morciano (Broccoli, IC), San Giovanni (IC) Mondaino (IA)

La Valconca dall'alto

Monitoraggio dei corsi d'aqua: un bene per il territorio ed una sicurezza perla comunità Dissesto idro-geologico

qualità persone. Purtroppo negli ultimi anni le condizioni meteo sono completamente cambiate, manifestandosi con precipitazioni molto intense e di breve durata. Con l’aggiunta dei notevoli processi di impermeabilizzazione di questi anni, i corsi d’acqua meritano una maggiore attenzione nel loro deflusso. I percorsi da monitorare sono: Conca, Marano, Melo, Ventena e Tavollo. Ad ognuno di noi, per il ruolo che ricopre, spetta il compito di garantire la sicurezza e la salvaguardia del territorio. Il Cda della SIS ha proposto all’Assemblea dei Soci il progetto sulla sicurezza del territorio, che è in fase di realizzazione.” “Come SIS - riflette il presidente Cenci - oltre che

agli aspetti progettuali, si ritiene importante dedicare una particolare attenzione alla comunicazione; pertanto ci rivolgiamo ai giovani e alle loro famiglie. Va riconosciuto, tra l’altro, che in questi ultimi tempi la sensibilità nei confronti della natura è notevolmente aumentato. E’ attraverso i valori culturali che si sviluppa la vera sensibilità verso la tematica ambientale che è davvero la Madre Terra con la lettera maiuscola. Questo progetto, sostenuto dalla società SIS, ha coinvolto gli studenti delle scuole medie del nostro territorio (una classe per ogni comune socio) per un totale di circa 250 ragazzi. A conclusione di questo percorso educativo si sono prodotti e distribuiti 2.500 opuscoli.

Sono semi che daranno, e ne sono certo, frutti meravigliosi.”

- La Sis ha ideato un progetto per la realizzazione di una rete di monitoraggio idrometrico e di allertamento per gli eventi di piena del rio Melo, dei torrenti Marano, Ventena e Tavollo e del fiume Conca. Il progetto è stato sviluppato dagli uffici della Sis con la collaborazione della Protezione Civile sulla base delle indicazioni fornite dai dirigenti del Servizio Tecnico di Bacino Romagna, e dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. L'’intervento si va ad integrare con la rete di monitoraggio regionale esistente gestita da ARPA. Il progetto, condiviso dagli Enti regionali competenti nella gestione della materia idraulica, del monitoraggio e dell’allertamento relativamente al rischio idraulico, ha previsto la realizzazione di 3 stralci funzionali e consecutivi. Il primo stralcio. Finalizzato a garantire una maggiore efficienza nella gestione del rischio idraulico da parte degli Enti preposti al Servizio di Piena e di Vigilanza Idraulica, è consistito nella realizzazione di una rete di monitoraggio per il rilievo in continuo dei livelli idrometrici in 6 siti caratterizzati da criticità idrauliche storiche dei principali corsi d’acqua presenti nel territorio intercomunale S.I.S.; i lavori sono stati consegnati lo scorso 10 settembre e terminati lo scorso 20 ottobre. In un ottica di ottimizzazione dei costi, il progetto ha previ-

sto, previa sottoscrizione di una convenzione fra S.I.S. e la Provincia di Rimini, il riutilizzo delle postazioni di una rete di monitoraggio realizzata a suo tempo dall’amministrazione provinciale ed attualmente in disuso in cui sono stati installati le nuove apparecchiature di rilevazione. Il secondo stralcio. I lavori sono stati affidati lo scorso 23 novembre per concludersi entro questo gennaio. Si va a realizzzare una centrale operativa per l’acquisizione e visualizzazione dei dati della rete di monitoraggio idrometrico per gli eventi di piena dei corsi d’acqua del territorio intercomunale dei Comuni Soci S.I.S. ed è finalizzata a coadiuvare le attività previsionali e di gestione delle emergenza della Protezione Civile di livello comunale. La centrale operativa sarà installata presso la sede della Protezione Civile di Riccione e ad essa faranno riferimento tutti

i n. 4 C.O.C. (Centro Operativo Comunale) del territorio S.I.S. (Riccione, Cattolica, Misano A. e San Giovanni in Marignano) ed il C.O.I. (Centro Operativo Intercomunale) della Valconca, ai quali il servizio di monitoraggio e allerta restituirà puntualmente le informazioni utili per l’attivazione del sistema locale di allertamento della Protezione Civile. La terza fase. E' imperniata sulla comunicazione, ha previsto la realizzazione di una specifica campagna informativa, rivolta alle scuole secondarie di primo grado presenti sul territorio dei comuni soci S.I.S.. Mira a diffondere una cultura di protezione civile nella popolazione, descrivendo anche le iniziative che le amministrazioni del territorio hanno intrapreso per la gestione del rischio idraulico. Questo progetto didattico, denominato “Il bene del territorio per la qualità della nostra

vita”, è stato sviluppato con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi, le famiglie e l’intera comunità, alla consapevolezza che il territorio in cui viviamo è un bene prezioso e che come tale va rispettato, curato e protetto. L’attività didattica, svolta dal febbraio al maggio 2015, ha visto coinvolte 8 scuole e 250 ragazzi circa ed ha tenuto conto delle caratteristiche specifiche dei diversi territori e analizzato differenze idrogeologiche e le conseguenti diverse problematiche dei comuni di montagna e di quelli sulla costa. Il percorso proposto ai ragazzi si è posto l’obiettivo di sensibilizzarli alle tematiche ambientali, partendo dall’esame di attività che suscitano la partecipazione emotiva di ognuno davanti ad eventi purtroppo molto attuali quali: esondazioni di fiumi, alluvioni, frane, ecc.. Attraverso un lavoro di tipo “informativo” il progetto didattico, realizzato con la collaborazione dell’Associazione Culturale Giro Giro Mondo e dei docenti delle nostre scuole, ha pertanto accompagnato i ragazzi verso la conoscenza dei diversi aspetti legati “al bene del territorio” al fine di far crescere la consapevolezza e la responsabilità personale e contribuire così a formare una “cultura” che sappia rapportarsi con i mutamenti climatici in atto.


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Presentato nello SPAZIO.Z di Radio Talpa il 9 gennaio. Commenti di Paolo Zaghini e Maurizio Castelvetro

Le ultime ore di Mussolini e Petacci raccontate dal loro giustiziere IL LIBRO

“Agosto 1950, Cattolica. Edoardo Conti è un ragazzo poco più che ventenne quando una sera, in casa dell'onorevole Giuseppe Ricci, è testimone di una lunga discussione, protagonista il partigiano Walter Audisio, collega alla Camera di Ricci. Il ‘colonnello Valerio’ racconta la verità sulle ultime ore di Benito Mussolini e della sua amante Claretta Petacci, legando i presenti al giuramento di non rivelare i fatti ascoltati sino a che tutti i protagonisti della vicenda narrata fossero rimasti in vita. Questo libro contiene il resoconto completo di quella testimonianza e le riflessioni dello stesso Audisio su come, il traghettamento fuori dalla guerra e dal fascismo, abbia gettato le premesse per un Paese che viaggia su due binari paralleli. Un teorema politico che Audisio definisce ‘L'altra faccia dell'Italia’. Una faccia che solo molto più tardi abbiamo imparato a riconoscere”

La copertina del libro

- Il 9 gennaio nella sede Spazio°Z di Radio Talpa, è stato presentato il nuovo libro di Edoardo Conti L’ALTRA FACCIA DELL’ITALIA. Nel suo primo libro, Storia di una staffetta, Conti si è cimentato nel racconto di sé attraverso personaggi e fatti che hanno attraversato e segnato la vita di Cattolica e non solo. Lì Edo scrive anche di come, una sera di agosto del 1950, in casa dell’onorevole e sindaco di Cattolica Giuseppe Ricci, è stato testi-

mone di una lunga discussione, protagonista il partigiano Walter Audisio (“colonnello Valerio” nella lotta partigiana), collega alla Camera di Ricci e suo ospite per qualche giorno durante le ferie estive. In quella lunga notte, il “colonnello Valerio” racconta la verità sulle ultime ore di Benito Mussolini e della sua amante Claretta Petacci, legando i presenti al giuramento di non rivelare i fatti ascoltati sino a che tutti i protagonisti della vicenda narrata fossero rimasti in vita. Ad oggi, sulla fine del duce e della sua amante Claretta Petacci sono stati scritti centinaia di libri, nei quali si trova solamente una parte microscopica della realtà. Audisio ne spiega il perché: “Ogni giorno, giornali e riviste riportavano interviste e racconti su di me e i partigiani a proposito delle ultime 20 ore del Duce. Togliatti mi fece scrivere diverse versioni di quegli avvenimenti, secondo una di queste io non avevo partecipato

in nessun modo all’azione che portò alla morte il duce del fascismo. Era un depistaggio di stampo tutto togliattiano”. L’ALTRA FACCIA DELL’ITALIA contiene il resoconto completo di quella testimonianza e le riflessioni dello stesso Audisio su come, il traghettamento fuori dalla guerra e dal fascismo, abbia gettato le premesse per un Paese che viaggia su due binari paralleli. Un teorema politico che Audisio stesso definisce appunto L’altra faccia dell’Italia. Una faccia che solo molto più tardi abbiamo imparato a riconoscere. Il libro è stato presentato da Silvia Marcolini, che ne ha curato la stesura ed è stato commentato dal prof. Paolo Zaghini, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Rimini. Sono seguiti gli interventi dell’Autore e di Maurizio Castelvetro, presidente dell’ANPI della provincia di Rimini. SPAZIO°Z pieno di persone e tanti interventi di spessore. La conferenza è stata trasmessa, come di consueto, in diretta su www.radiotalpa.it

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it LA MOSTRA

Lo SPAZIO.Z di Radio Talpa è un contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-TvEditoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7/A

Anima e Corpo del nostro Mare

- Sabato 16 gennaio alle ore 17 inaugurazione della mostra collettiva “Anima e Corpo del nostro Mare”. Cinzia Bartolini espone opere e allestimenti dove la materia artistica sono i sassi della Valugola, i legni spiaggiati, la

Il 16 gennaio alle ore 17 inaugurazione della mostra collettiva “Anima e Corpo del nostro Mare” con Cinzia Bartolini (sassi artistici di Vallugola), Dorigo Vanzolini (illustruzione fotografica), Enzo Gaudenzi (modellini di barche) sabbia e parole di poesia. Dorigo Vanzolini cura la parte dell'illustrazione fotografica del mare, dei modellini delle barche storiche con tutti i nomi anche in dialetto. Enzo

In piedi, da sinistra: mister Riccardo Rolando, Matteo Battistoni, Davide Tamburini, Davide Casati, Mattia Vico, Tommaso Andreani, Luca Ruggeri, Enrico Bacchini, Pietro Ermanno, Federico Melangola, Luca Battistoni, mister Andrea Rosati. Al centro, da sinistra: Christian Lazzaro, Luca Rrmanno, Simone Tombari, Riccardo Borghini, Tomas Pecci, Giacomo Gaudenzi, Walter Nekay. Accosciati, da sinistra: Nicolò Vico, Tommaso Martino, Pietro Visigalli, Matteo Bernardi, Noel Vannucci. Assenti: Luca Galli, Alessandro Vanzolini, Paolo Lupi, Matteo Boga, Giacomo Galvani, Andrea Novelli, Thomas Vanni, Edoardo Vitan

Pulcini, un 2015 chiuso col botto - Dopo il torneo vinto a Gabicce Mare (1 giugno 2015), portano a casa anche il 1° torneo BellariaIgea Marina Academy (8 dicembre 2015). Organizzato magnificamente dalla società Bellaria-Igea Marina, riservato ai Pulcini (10 anni), al via otto squadre suddivise in due gironi. Girone A: Bellaria Azzurro, Rimini United 1, Santarcangelo, San Vito. B: Giovane

di Luciano Vagnini Cattolica, Bellaria Bianco, Rimini United 2, Riccione. I Pulcini giallorossi vincono perentoriamente il proprio girone con due vittorie ed un pareggio. Passano alla fase finale, battendo di fila: Santarcangelo, Rimini United 1 e pareggiando con il Bellaria Bianco. Si aggiudicano il torneo

imbattuti, frutto di quattro vittorie e due pari (9 reti fatte, soltanto tre subite). A segno: Tomas Pecci (1 gol), Matteo Battistoni (1), Giacomo Gaudenzi (2), Nicolò Nico (2), e Davide Casati (bomber con tre reti). Hanno sfoderato: cuore, grinta e carattere. Davvero encomiabili. Da rimarcare ed elogiare anche i

giovani avversari: veramente forti. E questo avvalora ancora di più l'impresa dei giovani giallorossi. Da sottolineare il lavoro straordinario dei mister. Andrea Rosati e Riccardo Rolando, al primo alla loro guida, sono stati bravi ad amalgamare caratteri e talenti, sicurezza e compattezza. Un bel 10, meritato, ai due ed un 10 con lode ai “terribili” pulcini cattolichini.

Gaudenzi, vecchio marinaio, si cimenta da tempo e con successo in un meticoloso artigianato artistico che riproduce modellini in scala le vecchie barche: trabaccoli, lance e lancioni. Anche questi faranno parte della mostra. E lo SPAZIO.Z va come un treno! Un treno di eventi culturali. Il 10 gennaio è terminata la mostra di pittura sui migranti dell'artista riminese Giuseppe Giannini. Domenica 27 è stata la volta dell'incontro pubblico con Isabella Mancino (responsabile dell'Osservatorio della Caritas di Rimini) che ha presentato il “Rapporto sulle povertà 2014” del nostro territorio curato dalla Caritas Diocesana. Il 9 gennaio lo Spazio.Z di Radio Talpa si ancora riempito in occasione della presentazione dell'ultimo libro di Edoardo Conti L’ALTRA FACCIA DELL’ITALIA. Con Silvia Marcolini, curatrice del libro, l'autore, Paolo Zaghini e Maurizio Castelvetro. L'avventura continua...


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Sono le caratteristiche per costruire e dare continuità ad un proposta di “Museo aperto” a Cattolica La responsabilità del museo. Si propone di costruire a Cattolica un nuovo “contenitore culturale”, una raccolta di oggetti, idee ed esperienze che stimoli la creatività dei nostri cittadini e ne esalti le tradizioni. Questo luogo avrebbe due finalità: esprimere la comunità e valorizzarne le eccellenze. Come sostiene l’architetto Vico, infatti, il nostro territorio è ricco di tante e diverse esperienze artistiche: riunirle permetterebbe non solo di raccontare l’identità locale, ma di creare un modello per nuove ricerche. Ciò che mi colpisce di questa proposta è la volontà di costruire un “museo aperto” partendo non dal passato, secondo criteri di conservazione e storicizzazione, ma dal futuro: una raccolta giustificata esclusivamente dai nuovi stimoli che è in grado di fornire. Si tratta di un criterio utilitaristico? Forse, ma avrebbe il grande vantaggio di mantenere sempre vivo il rapporto tra artisti e museo e quindi, al tempo stesso, tra museo e attualità, tra museo e cittadinanza. L’idea non è nuova: nel XIX secolo fiorirono prima all’estero e poi in Italia i cosiddetti musei industriali che raccoglievano il meglio della produzione artistica e manifatturiera locale per fornire ai giovani stimolanti modelli. Le creazioni di questi ultimi venivano poi acquistate dal museo, aggiungendo anelli sempre nuovi ad una catena

Accessibilità, ricerca, educazione Luca Baroni

IDEE

in continua crescita. Non stiamo parlando di casi lontani da noi: è poco noto, ma proprio a Pesaro sorse, a fine Ottocento, un Museo Industriale. L’aveva fondato, con disposizioni testamentarie, la marchesa Vittoria Toschi Mosca, legando al Comune di Pesaro il suo palazzo con tutte le collezioni “a perpetuo beneficio e vantaggio della gioventù studiosa e della classe operaia”. Le inadempienze del Comune portarono, dopo breve tempo, alla chiusura di questa struttura: le raccolte vennero disperse e dimenticate e il palazzo ospita oggi alcuni uffici comunali. Ci si riprovò negli anni Trenta, sotto il fascismo: in occasione del riallestimento dei Musei Civici (1936), alcuni cittadini proposero di creare delle raccolte che raccontassero la storia della gloriosa manifattura pesarese di ceramiche, dal Cinquecento alla contemporaneità. Ancora una volta, si sperava che l’artigianato locale trovasse

ispirazione e incoraggiamento nella tradizione, rinnovandosi attraverso il proprio passato. Nonostante le generose donazioni di maioliche da parte di collezionisti privati, anche questo progetto fallì, e attualmente i Musei Civici di Pesaro cercano di ritrovare un ruolo nella vita culturale della città ospitando mostre, eventi, conferenze, presen-

tazioni e aperitivi. L’esempio pesarese può servire da avvertimento e confronto ora che si propone un nuovo “museo aperto” per Cattolica. L’idea è certamente valida, stimolante, e di grande utilità civica: la creazione di una collezione arricchisce sempre una comunità, ne rafforza l’identità e lascia un retaggio per il futuro. Ma bisogna stare molto attenti, poiché le opere d’arte e artigianato, come le persone, hanno una propria vita, e non sono insensibili a ciò che succede loro attorno. Così come la riuscita del progetto valorizzerebbe gli oggetti raccolti, il suo fallimento li impoverirebbe, privandoli irrimediabilmente della loro identità e mortificando le intenzioni e le speranze di chi li aveva creati o donati. Quale sarebbe il destino di un modello per un vestito, o un dipinto di un artista contemporaneo locale se, una volta approdati al “museo

aperto” cattolichino, quest’ultimo cessasse di esistere? Finirebbero in qualche ufficio comunale? Sarebbero venduti, dimenticati, perduti? Riuscirebbero mai ad acquistare nuovamente quell’aura magica che li rendeva unici e preziosi, o ritornerebbero ad essere semplici cose prive di valore e interesse? Costruire significati attorno a oggetti, manufatti, opere d’arte equivale a contrarre un obbligo verso questi ultimi e verso le persone che li hanno creati, protetti, o anche solo posseduti e donati. Pensando un nuovo museo cattolichino bisogna interrogarsi non solo su come realizzarlo, ma anche su come mantenerlo in vita. Ecco alcune proposte per coinvolgere la cittadinanza e creare uno spazio davvero aperto e dinamico: - ACCESSIBILITÀ. Il museo appartiene a tutti e tutta la cittadinanza lo deve sentire come proprio. Perciò deve essere sempre accessibile: niente biglietti “salati” o aperture invernali ridotte alla seconda domenica del mese. Casi vicini a noi (come la meravigliosa e trascurata Quadreria Cesarini a Fossombrone) insegnano che un

museo più chiuso che aperto viene percepito come inaccessibile e, quindi, dimenticato anche da coloro che ci vivono accanto. - RICERCA. Un museo non è uno scatolone da riempire di oggetti, ma un luogo dove questi ultimi vengono fatti rivivere attraverso lo studio e la passione di persone competenti. La ricerca è il vero presupposto della valorizzazione; e valorizzare permette di comunicare i propri risultati, rendendo il museo un posto interessante dove tutti possono imparare qualcosa. Molte mostre di oggi fanno il contrario, comunicano dati già acquisiti e, invece di valorizzare significati, esibiscono gusci vuoti: il nuovo “museo aperto” dovrà perciò raccogliere non solo oggetti, ma anche competenze, passioni, entusiasmi. - EDUCAZIONE. Il museo è spesso considerato un luogo di svago, da tempo libero (si diceva una volta: sdomenicare al museo). È sbagliato: al museo si va innanzitutto e soprattutto per imparare. L’allestimento dovrà garantire un’esperienza prima cognitiva, e solo poi estetica; altrimenti, le emozioni dei visitatori scivoleranno via tanto presto come sono arrivate. Un museo è pensato bene quando sa incuriosire anche un bambino. Luca Baroni

Allievo Ordinario, Scuola Normale Superiore



CATTOLICA Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

Cattolica, Via Santa Chiara (1962). Terza fila da destra: Antonio Del Fattore, Gino Magi, Adelmo Del Fattore, Olimpia Del Fattore, Pia Del Fattore. Seconda fila da destra: Primo Masi, Elisa Montanari, Carmela Bulzinetti, Luigia Del Fattore. Prima fila da destra: Massimo Del Fattore, Paolo Del Fattore, Elvino Magi, Emilio Pritelli, Innocenti Albertina, Luciana De Fanti, Valentina Del Fattore. (Fotografia realizzata da Franco Del Fattore). (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

ERRATA CORRIGE - Buonasera, la presente unicamente per segnalare che nel numero di dicembre, alla pagina 31 (l'Amarcord), il signor Elvidio Abate è il secondo seduto da sinistra e non il primo come erroneamente riportato. Confido in una “errata corrige” nel prossimo numero. Ringraziando fin d’ora, auguro buon anno a tutta la Redazione. Paola Anna Gentile signora Paola, grazie per il suo contributo (g. c.)

Tino d'Bias, pionere del turismo

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23 - Sante Lorenzi “Tino d’Bias” classe 1928. Personaggio centrale dell’ospitalità balneare di Cattolica, Sante Lorenzi era il custode dell’arenile della zona di ponente, gli attuali “bagni 64”, realizzatore delle primitive strutture di riparo dal sole e dagli sguardi indiscreti e al contempo marinaio e pescatore dispensatore di utili consigli su come affrontare il mare. Di anno in anno, la propria figura imprenditoriale si rafforzerà sempre più anche grazie alla pratica delle sabbiature in cui era affiancato dalla madre Antonia Bontempi, inoltre, poco più che ventenne, acquistò un motoscafo per dedicarsi nel tempo libero allo sci nautico (sport molto in voga in quel periodo). Da semplice allievo divenne maestro di tale attività sportiva e trasmise la sua tecnica ai villeggianti e ai ragazzi del luogo conquistando una certificata professionalità. Tra i numerosi e famosi ospiti della sua zona di spiaggia citiamo la nazionale tedesca in vacanza a Cattolica (all’hotel Linda di Aldo Giammattei) dopo aver disputato i mondiali del 1970 con calciatori quali Maier, Schnellinger, Muller, Beckenbauer, Overath e Vogts. A fine stagione, per tutta la sua lunga attività lavorativa Sante Lorenzi continuerà ad andare in mare a Civitanova a bordo di motopescherecci per dedicarsi alla pesca d’altura.

Il programma di gennaio - Sabato 9 e 30 ore 14: Gara di briscola. Contributo 5 euro. - Sabato 16 ore 20: Ballo con Gerboni e Vivi. Contributo 7 euro. - Domenica 24 ore 12,30: Pranzo del ‘baccalà’. Contributo 17 euro. - Sabato 30 ore 20: Ballo con ‘Ballomania’ tre elementi - Contributo 7 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 348-5309730

TEATRO DELLA REGINA

Programma di gennaio - 16: “Perché non parli” - (comico) - di e con Paolo Cevoli. 22: “Bach Sanssouci” - (musica). - 26: “Io muoio e tu mangi!” SALONE SNAPORAZ (teatro contemporaneo). - 6 febbraio: “Bianco su bianco” - (prosa) scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca. Spettacolo unico, ore 21,15 - Informazioni: tel. 0541-966778.

Il logo della rassegna


BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Marcello Bartolini

Gli itinerari della buona tavola

I sapori di un tempo. Pane e piadina fatte in casa. Profumi antichi con la salsiccia con i cardi (in dialettto gobbi). I vini

Fenice, a Pianventena la Romagna in tavola - Nei passati giorni di feste, tra i ristoranti e trattorie che ho avuto l’occasione di visitare uno in particolare, proprio nella vicina cittadina di San Giovanni in Marignano, mi ha colpito sugli altri quanto e soprattutto per la concomitante atmosfera di questo particolare e magico periodo dell’anno; l’entrata di tale locale è infatti costellata di drappi di vario colore e luccichii il tutto in una fiabesca “dimensione”, con colore rosso, oro e bianco, cibi, pani e veri dolci esposti anch’essi brillanti e tanto belli che appaiono finti quando invece sono verissimi, veraci e buoni! Merletti, soprammobili, ceramiche e ogni piccolo dettaglio curato con la cura tipica femminile; mobili, credenze di legno in autentico stile rustico, pareti in mattoni a vista che completano l’arredo tipicamente romagnolo e con qualche spunto campano-partenopeo, che non guasta! Vengo subito accolto con garbo e cortesia dai camerieri e mi accomodo in un ambiente che sento da già confortevole e famigliare tra pareti originalmente variopinte, con fiori e rose rosse che paiono “tridimensionalmente” vere! Mi fido dei consigli e decido quindi per l’assaggio di un piatto tradizionale e uno innovativo. Le tagliatelle al ragù, tradizionali alla bolognese, o meglio alla romagnola superano le mie aspettative, ottime come densità di sfoglia e con un ragù non particolarmente invasivo, ma i passatelli asciutti al tartufo e forse con qualche pezzo di noce e in una leggera salsa forse anche con panna sono veramente dei “fuori classe”! Di una pasta non tanto gialla e densa dove l’uovo non sopravvale altri sapori, e lascia sfogo all’aroma intenso e profumato del tartufo: un primo veramente ghiotto la cui ceramica che lo contiene va sicuramente “ripulita” fino in fondo, e alla fine ti accorgi anche della preziosa porcellana bavarese che lo contiene,

Caciara, cantina Enio Ottaviani

L'ingresso dei Murè piatti in porcellana straordinari di tenui colori con disegni floreali, manifattura di altri tempi, con molta probabilità degli anni 60', che, alla fine non passano “inosservati”. Segnalo anche le ottime lasagnette verdi, particolarmente basse, croccanti e sapientemente saporite. Tutto “annaffiato”, con un ottimo sangiovese Enio Ottaviani, l’etichetta: Caciara. Questo vino, autentico Sangiovese Romagna superiore DOP 2014, è, a mio avviso, spiccatamente appropriato su questi primi piatti, perché pur avendo una “importante” gradazione, ha una struttura di buona e trascinante bevuta, un vino che non si “cumula” al cibo, ma ne è anche “strumento” con proprietà finalizzate a “sgrassare” il palato per passare da una pasta all’altra. Buoni sentori di bacca, cannella, profumo di frutti di mora e amarene, piacevolmente secco e austero. La casa vinicola Ottaviani Enio, originaria di San Giovanni, lo indica come vino di maggior successo, tra gli altri; di ciò si segnala una interessante re-

censione nella recente e autorevole guida edizioni - Corriere della sera - 2016 “I vignaioli e vini d’Italia” (200 produttori d’eccellenza) di Luciano Ferraro e Luca Gardini. Nel frattempo, per passare ai secondi, viene a far visita la premurosa titolare, ossia Stefania Zangheri che da poco più di un anno ha rilevato e innovato al meglio questo locale all’insegna de la “Fenice” proprio sulla strada Pianventena appena fuori il paese-centro di San Giovanni: svelati quindi nome della trattoria e sito! Ottimo è anche il pane e la piadina (fatta in casa) che mi vengono serviti, dunque, con il secondo piatto che ho io, in questo caso, scelto senza esitazione, vi parlo quindi di una delle specialità della casa ossia i “gobbi con la salsiccia” tecnicamente denominato cardo. E’ un piatto marcatamente romagnolo di quella cucina di un tempo quando forse queste verdure-ortaggi non avevano tanto valore; piatto semplice e particolarmente vocato all’inverno, un tempo i “gobbi” erano d’uso nelle case dei contadini e assieme a salsicce e costarelle di

maiale ristoravano “sanamente” le genti delle campagne nei rigidi inverni; mi verrebbe da dire che allora, senza tanta enfasi e studi dietetici, già i nostri contadini avevano capito tutto e a buona ragione concepito già piatti equamente calibrati tra carne e vegetali: mangiavi questo ed eri a posto! Questo piatto non lo si trova facilmente, anche perché il cardo non è facilmente rintracciabile e ha una cura particolare per essere cucinato: qui alla “Fenice” è veramente una specialità e in particolare si deve apprezzare che è sempre disponibile a menù, questo denota l’impegno dei gestori a conservare tale e non facile tradizione. Segnalo anche l’ottimo assaggio di tagliata – carne fassone- qualità piemontese alle senape in grani di Digione, veramente morbida e adeguatamente trattata al sapore di questa salsa; validi ed originali i contorni gratinati. Ottimi i dolci secchi fatti in casa, quelli per intenderci dell’entrata, quindi non solo da” esposizione”, in particolare segnalo quello con agrumi-arancia amara. Me ne esco soddisfatto per aver individuato in questo nuovo locale una valida “new entry”, come si dice..., nel contesto dei locali del marignanese, ad opera di giovani imprenditori che affrontano tale ricerca nella rivisitazione di antichi sapori e ricette della tradizione locale: lodevole già l’impegno e il risultato!


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Inaugurata il 30 dicembre. Affissa nell'atrio del Comune in memoria

Lapide ai Caduti e polemica... LA MEMORIA - Questo è il testo del discorso tenuto da Maurizio Castelvetro, presidente dell'ANPI Cattolica-Valconca, il 30 aprile 2015 all'atto della inaugurazione della lapide recante i nomi di tutti i militari Caduti di guerra cattolichini, in quanto delegato dall'Amministrazione e dalle Associazioni combattentistiche a curare la selezione e la verifica dei nominativi presenti. “La lapide che oggi inauguriamo è un lungo elenco di nomi, ad ognuno dei quali corrisponde una drammatica fase della esistenza della nostra Nazione, ed una drammatica e fatale esperienza di vita. Nella lapide sono stati inscritti tutti i nomi dei cittadini residenti a Cattolica all'atto della loro morte mentre prestavano servizio in guerra al servizio dello Stato italiano, nella sua linea di continuità che dalla monarchia l'ha portato, attraverso le tragedie delle guerre, alla attuale Repubblica. La memoria dei Caduti non è assente a Cattolica, che ha nella sua pur breve storia civica una lunga e movimentata storia dei monumenti ad essi dedicati, più di uno, costruiti, ampliati, demoliti, ricostruiti, trasferiti, moltiplicati, modificati. In particolare, tuttavia, ci preme qui ricordare che vi fu un elenco dei Caduti posto nel basamento del primo monumento edificato nella attuale Piazza Filippini, a somiglianza di quello tutt'ora esistente a San Giovanni in Marignano, inaugurato negli anni '20. Prima ancora l'attuale viale 24 maggio era stata denominata Viale delle Rimembranze, dedicando ogni singolo albero della via ad un Caduto della Grande guerra, identificato con una targa affissa all'albero stesso. Quell'elenco è stato alla base del lavoro di redazione e verifica dell'elenco dei Caduti tra il 1915 e il 1920, effettua-

LA LETTERA - Lettera aperta all'Anpi Cattolica-Valconca. In riferimento al comunicato dell’ANPI di Cattolica che illustra l'inaugurazione, il 30 dicembre 2015, di una lapide in memoria dei caduti di guerra, ci vediamo purtroppo costretti ad esprimere pubblicamente il nostro netto dissenso nei confronti delle parole usate, indistinguibili da quelle dei politici nazzarenoleopoldini. Siamo sgomenti di fronte a tale inconsapevolezza. E’ giusto ricordare il sacrificio di tanti soldati che, in tutte le guerre passate, sono stati mandati al macello in nome di uno sciagurato militarismo patriottardo, e di mire espansioniste legate agli interessi del capitalismo italiano. Ed è fondamentale distinguere tra chi, come i partigiani ha preso le armi in una guerra di popolo contro i nazifascisti, e chi invece

to questa estate da Roberto Ridolfi, utilizzando tutte le fonti ufficiali e non (in particolare l'Albo d'Oro dei Caduti della Grande Guerra, consultabile anche su Internet) e scremandone i nominativi, in parte già presenti nel monumento di San Giovanni. Come ANPI abbiamo effettuato una verifica dei dati disponibili, sempre in stretta collaborazione con gli operatori dell'anagrafe di Cattolica, anche per i Caduti ed i dispersi della seconda guerra mondiale - di cui non esistono elenchi ufficiali. Siamo partiti da una ricerca effettuata da Mario Castelvetro, già presidente dell'ANPI Cattolica-Valconca, che è stata ulteriormente approfondita e verificata. Ne è risultato un elenco che possiamo considerare definitivo, anche se integrazioni sono sempre possibili. E' doveroso ricordare che tanti sono i Caduti militari, ma

altrettanti - se non di più - sono le vittime civili, in special modo pescatori, che hanno perso la vita durante ed anche dopo i conflitti, la cui memoria è inscritta in una lapide presso il cimitero comunale o accomunata in altri luoghi della città, ma nella sua totalità ancora oggi sconosciuta. Qui onoriamo i militari che hanno combattuto riconoscendosi nella idea di uno Stato comune, non ideologico ma di tutti: alcuni convinti di adempiere ad un dovere civico, altri per dovuta obbedienza ad ordini superiori, altri per rispetto del giuramento prestato, altri per fede, altri per sfortuna. Tutti accomunati nel nome di una entità comune e superiore all'individuo che chiamiamo Italia. Cattolica si costituì come Comune autonomo alla fine del 1896 e già, pochi anni dopo, nell'autunno del 1900, vide il suo primo

‘Distinguere i Caduti tra oppressi e oppressori’ ha combattuto sostenendo interessi coloniali, come i volontari italiani inviati in Cina, nel 1900, compiendo stragi e saccheggi, contro i boxer in rivolta, o spediti a sottomettere la Libia nel 1912. Questi sarebbero forse da ritenere, come chi andò ferocemente all’assalto di Eritrea, Somalia, Etiopia “coloro che compirono il loro dovere riconoscendosi nello Stato italiano, nella sua evoluzione dalla monarchia alla Repubblica, fino all'ultimo sacrificio”, come sostiene, nel comunicato, l'ANPI di Cattolica? Le barbare guerre coloniali e l’attacco all’Austria del 1915 vanno forse considerate guerre di popolo, solo perché decise da un parlamento eletto e non dalla dittatura fascista? Che senso ha distinguere tra i crimini coloniali com-

piuti dal regime fascista e quelli dello Stato liberale? La prima guerra mondiale, come molti storici oggi ritengono, non fu una guerra di liberazione, ma espressione di un militarismo ottuso e inumano, che mandò al macello centinaia di migliaia di italiani e austriaci, quando Trento e Trieste potevano passare all’Italia tramite trattative. I soldati italiani morti in trincea vanno ricordati come vittime di un fanatismo nazionalista, e non come caduti “adempiendo al loro dovere”. Grandi uomini, da ricordare per sempre, sono invece i tanti antimilitaristi, socialisti e anarchici, molti dei quali fucilati come disfattisti per ordine dei propri generali. Come ha insegnato Don Milani, l'obbedienza non è una

Caduto, Ovidio Painelli, marinaio trombettista, durante la guerra che vide opporsi per la prima volta oriente ed occidente in territorio cinese, durante quella che è conosciuta come “rivolta dei boxer”, che per il suo comportamento fu insignito della medaglia d'argento al valor militare alla memoria. La grande guerra, la terribile Grande guerra, provocò anche a Cattolica, un comune di appena 4000 abitanti circa, una vera strage: 44 cittadini cadono in combattimento oppure numerosi periscono a seguito di malattie contratte al fronte, anche a guerra ultimata come nel caso di Secondo Righetti, Angelo Gessaroli, Eleocadio Antonioli, Francesco Magi e Giuseppe Cibelli o come Oliviero Longhini, morto 2 anni dopo la fine della guerra. Tra i tanti Caduti dell'esercito e della marina vi è anche un

virtù. Riteniamo che la guerra partigiana non vada mai mischiata con guerre di aggressione e coloniali. Per noi l'unico modo di ricordare i milioni di soldati mandati a morire nei conflitti passati è solo battersi contro la guerra, e contro gli invii di contingenti militari all'estero. Invii già attuati, e previsti nell’immediato futuro, dagli ultimi governi e da quello attuale, in spregio alla Costituzione, supportandoli con scellerate spese in nuovi armamenti, e con l'asservimento del nostro territorio ai giochi di guerra della NATO. Vista l'importanza del ruolo dell'ANPI, chiediamo un confronto che chiarisca se si tratta di un grave scivolone dovuto ad una diffusa smemoratezza contemporanea, oppure se l'ANPI condivide veramente col "partito della nazione" quella brutta pagina di storia coloniale italiana Rete “Spazio Rosso”

aviatore, Giacomo Della Biancia, precipitato con il suo aereo nel 1917. Un unico disperso, Antonio Franca, nella zona di Redipuglia nel Carso. Dalle ricerche sui Caduti della 1^ guerra mondiale - effettuate da Ridolfi - non sono emersi casi di suicidio, che pure ci sono stati in altri casi, né tra le due guerre non è risultato ad ora alcun Caduto cattolichino nelle guerre coloniali. Numerosi sono i nostri Caduti nella 2^ guerra mondiale, morti in tanti differenti fronti: in Russia, come Marino Cecchini, Guido Bertozzi e Augusto Simoncelli; nei mari Adriatico e Mediterraneo, come Renato Bianchi e il sommergibilisti Eugenio Ercoles e Alessandro Vanni; nei Balcani, come Dante Bertozzi e Giacomo Ceccarini. Tanti sono stati i dispersi, e tra di loro numerosi gli scomparsi a seguito dell'affondamento per l'urto di mine, o in combattimento, delle navi civili e militari su cui erano di servizio: come Walter Galli, Odoardo Marcucci, Delio Belemmi e come Odoardo Montanari - cui è intitolata la sezione di Cattolica

dell'Associazione Nazionale Marinai Italiani di Cattolica. Tra gli altri dispersi ricordiamo anche Giuseppe Cibelli, nato durante la 1^ guerra mondiale e parente del suo omonimo morto proprio in quella guerra. Nell'elenco dei Caduti da onorare non ci possono essere, ovviamente, i Caduti della Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio alleato dei nazisti che si contrappose allo Stato italiano nel nome di una Patria totalitaria identificata con il Duce e con il fascismo: pur se accomunati dalla morte, essi non possono essere ufficialmente onorati qui accanto ai partigiani che ne furono le dirette vittime, accanto ai militi Rasi e Spinelli che essi fucilarono accusandoli di collaborazione con i partigiani, accanto a Egidio Renzi - residente a Cattolica prima che i fascisti lo costringessero alla fuga verso Roma - ucciso alle Fosse Ardeatine con un colpo alla nuca e le mani legate. Questi ultimi, non residenti a Cattolica all'atto della morte, sono stati qui inseriti in quanto nominati cittadini onorari nel 1944 e nel 2004. Assieme ad essi il partigiano Libero Bianchini, marinaio e partigiano, morto in circostanze fortuite mentre era impegnato in una missione per conto degli alleati angloamericani ed Agostino Cecchetti, catturato ed ucciso nel corso di un rastrellamento. Civili, ma riconosciuti militari in quanto appartenenti al Corpo Volontari della Libertà . Chiudo questa breve memoria, ricordando come questo atto che compiamo oggi non debba intendersi come la celebrazione di virtù guerresche, ma come pegno di un doveroso tributo - nell'anno centenario dell'inizio della prima guerra mondiale e nel 70mo anniversario della Liberazione verso tutti coloro che compirono il loro dovere riconoscendosi nello Stato italiano, indicandoci con il loro carico di morte e di dolore la via della pace come obbiettivo finale. Ringrazio per questo l'Amministrazione comunale che finalmente ha detto, con la posa di questa lapide, la parola fine ad una sin troppo lunga assenza nella nostra storia cittadina”.



Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

A Roma riuniti musulmani e cristiani per la Misericordia dell'anno santo

LA RIFLESSIONE

Papa Giovanni XXIII

- A Roma si sono riuniti studiosi cristiani e musulmani nel segno dell’Anno santo della misericordia. Il conflitto interno all’Islam per sconfiggere il radicalismo e il modello del Vaticano II; il conflitto fra identitarismo e cittadinanza e fra moderati e nichilisti. I terrorismi sono tutti uguali «Io cerco un Angelo Roncalli musulmano»: è necessario che emerga un’autorità, un leader islamico, in grado di portare l’islam su una strada di rinnovamento e aggiornamento simile a quella seguita da Giovanni XXIII con il Concilio Vaticano II. Solo così si potranno sconfiggere definitivamente le minoranze estremiste e radicali. E’ questa la sorprendente affermazione fatta da Mohammad Sammak, Segretario generale dell’«Islamic spiritual summit» (del quale fanno parte sunniti, sciiti e alawiti) del «Lebanon’s National Committee for Chirstian-Muslim dialogue», nonché membro di altri organismo internazionali dedicati al dialogo interreligioso. Non solo, il musulmano Sammak ha partecipato a ben due sinodi dei vescovi in Vaticano: quello del 1995 sul Libano, convocato da Giovanni Paolo II, e poi il più recente sinodo sul

E’ questa l'affermazione fatta da Mohammad Sammak, Segretario generale dell’«Islamic spiritual summit» (del quale fanno parte sunniti, sciiti e alawiti) Medio Oriente del 2010 indetto invece da Benedetto XVI. In quest’ultimo caso vi ha preso parte in qualità di consigliere politico del Gran muftì del Libano. Sammak è dunque personalità impegnata da lungo tempo sul fronte del dialogo fra cristianesimo e islam e conosce bene le problematiche legate alla trasformazione e alla crisi del mondo islamico. A Roma ha dato il suo importante contributo all’iniziativa svoltasi a Roma il 7 dicembre dal titolo «Cristiani e musulmani per il Giubileo», promossa dall’«Associazione giornalisti amici di padre dall’Oglio» e dalla Fnsi, la Federazione nazionale della stampa. Con lui si è confrontato l’intellettuale e studioso cristiano libanese Antoine Courban; hanno preso parte all’iniziativa anche padre Antonio Spadaro, della Civiltà Cattolica, il professor Paolo Branca e diversi altri oratori di parte cristiana e musulmana. Il discorso di Sammak, che partiva da un titolo significativo «Cosa possono apprendere i musulmani dalla dichiarazione Nostra Aetate» - ha seguito due linee di pensiero: da una parte è stato tracciato un profilo di Roncalli e del suo percorso di vita dal punto di vista musulmano, dall’altra l’attacco terrorista è stato definito nei termini di uno scontro interno all’Islam e di cui l’Islam dovrà farsi carico. Il futuro «papa buono», nel-

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nella vita della Chiesa, «aprì le porte al laicato» e «adesso Papa Francesco sta aprendo nuove porte». Ancora, ha ricordato Sammak, la dichiarazione cancellò la condanna emessa contro «tutti gli ebrei fino alla fine dei tempi per la crocefissione di Gesù Cristo», in tal modo il documento è diventato «la magna carta delle relazioni ebraico-cristiane». Il testo conciliare inoltre affermò «che i musulmani sono credenti in un Dio e che rispettano Gesù e la Vergine Maria: per quanto non credano che egli sia Dio, credono che

Riflessioni bibliche

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“Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

quale Giovanni XXIII, che creda nell’umanità» intesa quale unica famiglia umana, un leader «che rispetti e creda in tutte le religioni. Dopotutto, essere musulmani vuol dire credere in tutti i messaggi di Dio, e in tutti i suoi messaggeri, quelli che sono citati nel Santo Corano e quelli che non lo sono». Questo perché «credere nell’Islam è anche credere nella pluralità umana, e nelle differenze umane come manifestazione della gloria di Dio». «Io non so – ha aggiunto - chi abbia l’autorità morale e religiosa che aveva Giovanni XXIII per riunire 2450 dotti e imam di tutto il mondo islamico e convincerli a rimanere riuniti a discutere fino a quando

Se l'Islam ricerca un suo Roncalli la descrizione compiuta da Sammak, è l’uomo che da cappellano militare scopre la tragedia della prima guerra mondiale, poi si incammina lungo una carriera diplomatica che lo porta in Grecia, in Bulgaria quindi a Istanbul; in questi Paesi scopre il cristianesimo ortodosso e poi il mondo musulmano, quindi, nel secondo dopoguerra, diventa nunzio in Francia, Paese in cui comunismo e secolarismo vivevano una stagione di forte espansione; ne esce il ritratto di un uomo il cui segno dominante è la capacità

di confrontarsi con culture, fedi e ideologie lontane, che impara a conoscere altri mondi. Aprire le porte Del Concilio convocato poi da papa Giovanni XXIII, l’esponente musulmano ha ricordato in primo luogo la dichiarazione sul dialogo interreligioso, «Nostra Aetate», che ha riconciliato la Chiesa cattolica con gli ortodossi e gli evangelici: «qui i musulmani possono apprendere come costruire ponti con le altre confessioni musulmane». La Nostra Aetate, inoltre ebbe riflessi

egli è un profeta». «Dopo il Vaticano II e su queste basi - ha proseguito - papa Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono rivolti ai musulmani come fratelli. Così anche ha fatto Papa Francesco. Non sono poche le lezioni per i musulmani del 21esimo secolo». I musulmani seguano l’esempio del Concilio Quindi Sammak ha osservato: «Ora per noi musulmani seguire l’esempio del Vaticano II come indicato dalla dichiarazione Nostra Aetate, richiede un leader religioso

possano giungere a un’interpretazione unitaria dei principi islamici del 21esimo secolo che si confronti con le sfide umane contemporanee». Tuttavia ha spiegato lo studioso, esistono diversi documenti prodotti in questi anni da varie istituzioni musulmane che affrontano bene il tema del rapporto dell’Islam con la modernità, il punto è, ha spiegato, fare in modo che si produca una massa critica tale da avviare un cambiamento. In quanto all’estremismo islamico, secondo Sammak esso

Vita, burro o cannoni? di Gianfranco Vanzini

- “Scritte con il sangue” di Gerolamo Fazzini – Edizioni San Paolo – è una raccolta di vite e di esperienze dei martiri del XXI Secolo. Uno di questi racconti mi ha particolarmente colpito per la sua la chiarezza e concretezza e vorrei riportarne alcuni brani a beneficio dei lettori de La Piazza. Riguarda la vita e gli scritti di mons. Christofe Munzihirwa, vescovo dal 1986, prima di Kasenga poi di Bukavu nella Repubblica democratica del Congo. Nel 1994 il Congo precipita in una grave crisi militare e socio politica dovuta all’infiltrazione di guerriglieri ruandesi nel Paese. Il 29 ottobre 1996 il vescovo convoca una riunione per riflettere e attirare l’attenzione del governo sul dramma dei profughi ruandesi rifugiati nell’est del Paese, in seguito al genocidio della primavera del 1994. Al termine della riunione, fuori imperversano gli scontri, ma il vescovo decide di uscire ugualmente per raggiungere alcune suore in difficoltà. Poco dopo viene freddato con un colpo di pistola da un militare dell’esercito patriottico ruandese. Ecco alcuni passaggi dei suoi interventi e scritti.

La creazione dell'uomo di Michelangelo riletto dal montescudese Giancarlo Frisoni

“ Cristiani, anche se noi non possiamo impedire la violenza, dobbiamo sempre disapprovarla: bisogna saper dire NO, un NO assoluto, o il loglio si mescola al grano buono. Il buon grano esiste in grande quantità e in qualità sorprendente. Ne abbiamo le prove dalle recenti affermazioni dei numerosi tutsi venuti a cercare rifugio nel Kivu, dicendo che dovevano la loro salvezza a degli audaci hutu, testimoni del rispetto della vita, del rispetto dell’uomo,del rispetto della fratellanza di tutti gli esseri umani di fronte a Gesù Cristo.” ...”In questi giorni in cui si continuano a scavare fosse comuni, in cui la miseria e la malattia si trascinano per migliaia di kilometri su strade, piste, sentieri, rifugi, campi, noi siamo particolarmente interpellati dal grido di Cristo sulla croce: “Padre perdona loro perché non sanno cosa fanno”. In

certi momenti questa misericordia di Dio che interrompe gli ingranaggi della vendetta sembrerebbe disturbare i militanti di tutte le sponde, ma dopotutto, è lei sola che può definitivamente spezzare il cerchio infernale della vendetta.” …”La storia ha lezioni da darci. In certi momenti il perdono e la riconciliazione sembrano impossibili, ma si giunge sempre a constatare che senza essi la vita rimarrà infernale.” ...”A guardare gli avvenimenti con occhio più analitico e più obiettivo, ci si accorge che se, da una parte e dall’altra dei gruppi in conflitto, c’è violenza e vendetta, ci sono delle masse innocenti e tranquille che non sono che le vittime.” …”Ci si accorge anche che, nelle etnie in conflitto ci sono, da una parte e dall’altra, persone che deplorano questa follia e che fanno quello che possono per salvare delle

vite umane.” E’ una condanna netta della violenza, di ogni tipo di violenza. E’ un inno a quella misericordia di cui ci parla quasi quotidianamente Papa Francesco. E’, soprattutto, l’applicazione senza sconti o ingiustificate eccezioni, del comandamento: Non uccidere! E’ anche, contemporaneamente, un appello al rispetto dovuto alle moltitudini di persone, innocenti e tranquille che vorrebbero vivere in pace con tutti. Ecco la spiegazione del titolo: Burro o cannoni? Il messaggio del vescovo Munzikirwa è chiaro. Basta cannoni che portano solo : fosse comuni, miseria e malattie. Lavoriamo tutti perché prevalga una cultura della vita. Anziché aerei che lanciano bombe e missili, bombardiamo i militari e i guerriglieri che combattono, i profughi che scappano disperati, con farina, riso, alimenti e attrezzi per lavorare i loro territori. Aiutiamoli a vivere anziché a morire. Basta cannoni! E’ ora che l’Onu e i paesi sviluppati e ricchi pensino a nuovi “Piano Marshall”.

«dovrebbe e può essere sconfitto dall’interno, semplicemente perché è contro l’Islam, e perché gli estremisti sono una piccola minoranza, una minoranza davvero piccola, in un mondo islamico di un miliardo e seicento milioni di fedeli». «Questo – ha rilevato - non vuol dire escludere la cooperazione internazionale. Al contrario. Questa cooperazione non è solo necessaria, è un dovere, per sradicare le gang di estremisti che commettono crimini contro l’umanità nel nome dell’Islam». Guerre sante guerre identitarie Secondo Antoine Courban, della Saint John University di Beirut, fondata dai gesuiti, che ha dialogato con Sammak, «Il mondo attuale è diviso verticalmente in due campi: da una parte i radicali nihilisti e violenti, dall’altra i moderati anonimi, che sono maggioritari, la cui voce è sovrasta-

«Io non so – ha aggiunto - chi abbia l’autorità morale e religiosa che aveva Giovanni XXIII per riunire 2450 dotti e imam di tutto il mondo islamico...

ta dalle grida dell’odio». «Tale divisione – ha detto - è particolarmente palpabile tra le due sponde del Mediterraneo perché il nostro mare è lo spazio di contatto (incontro) privilegiato tra le culture delle religioni monoteiste». In tale contesto, ha rilevato il professore, «le guerre sante moderne sono più guerre tra reti identitarie che tra potenze politiche tradizionali. Il dramma siriano e di tutto il Levante ne è la fotografia la più tragica», in tal senso «le guerre sante (sacre) sono il risultato del vuoto creato dalla rimozione dell’autonomia del politico e della sovranità garantita dallo Stato». L’attuale crisi contemporanea, ha spiegato Courban, mette a confronto due concetti: identità e cittadinanza. Quindi ha affermato: «Noi assistiamo a una islamizzazione della radicalità e non ad una radicalizzazione dell’Islam. Spetta ai musulmani stessi trovare una soluzione a questo scottante problema». Il sogno del papa in oriente In quanto al terrorismo «Non si deve fare una distinzione tra i terrorismo “laico”, quello praticato da dittature quale il regime siriano, un terrorismo “islamista”, come quello praticato da Daesh, una terrore islamofobo che pretende di difendere i cristiani d’occidente e d’oriente, o ancora una terrore nazionalista come quella praticata dai coloni israeliani». «La risposta a questo tipo di terrore globalizzato – ha aggiunto Courban - si deve ottenere attraverso un’azione congiunta condotta dai moderati delle due rive del Mediterraneo. I moderati come noi, sono maggioritari ma non coordinano la loro azione, mentre i radicali violenti sono organizzati».



GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Segnali positivi per l'associzione Amarcord di categoria. Chiudono le piccole

Gabicce

Cna: “Finita la grande crisi”

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SOLIDARIETA'

di

Dorigo Vanzolini

Incoraggianti i dati relativi a fatturati - ed esportazioni. Ritorna il segno più anche nel mobile e nella nautica. Bene la manifattura e la meccanica. Partenza a razzo per le costruzioni

Gabicce Mare

COMUNITA' - Incoraggianti i dati relativi a fatturati ed esportazioni. Ritorna il segno più anche nel mobile e nella nautica. Bene la manifattura e la meccanica. Partenza a razzo per le costruzioni. I dati 2015 della CNA di Pesaro affermano che la grande crisi è alle spalle. E' finita. Nel primo semestre 2015 (tendenza confermata anche nel secondo) c'è stata una forte ripresa del fatturato (oltre il 23%), a trainare le costruzioni (+35,2%); la manifattura (+29,9%). All’interno delle manifatture la ripresa è stata stimolata soprattutto dalla meccanica (+34,4%); e da legnomobile (+31,4%). In questo ultimo settore i ricavi hanno addirit-

tura riportato i valori a prima della crisi. Invece, il tessile-abbigliamento, dopo una timida risalita negli ultimi due anni, registra invece una flessione nel fatturato. Bene invece il settore delle trasformazioni alimentari che continuano a crescere. Secondo l’Osservatorio congiunturale di UnionCamere Marche, la provincia di Pesaro e Urbino è quella che nella regione registra la maggiore crescita media della produzione manifatturiera nel corso dei primi 9 mesi del 2015. Per quello che riguarda le nuove imprese c’è da dire che la dinamica è decrescente da un trimestre all’altro nei primi tre disponibili

ma il saldo tra nuove imprese e cessazioni diventa positivo dal secondo trimestre e si conferma tale nel terzo. Fanno sapere di dirigenti della Cna: “Purtroppo la crisi di questi ultimi anni ha lasciato dietro di sé molte macerie. Ed è per questo che bisogna partire nelle analisi da una consapevolezza; ovvero che niente sarà più come prima. Il quadro relativo al nostro territorio è completamente diverse da quello di dieci anni fa. Moltissime aziende hanno chiuso i battenti e settori che trainavano l’economia come il mobile hanno assunto un ruolo via via meno determinante”. Le esportazioni segnano nei

primi 9 mesi del 2015 un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla ritrovata competitività di alcune delle sue produzioni più importanti. In generale crescono in modo deciso non solo le esportazioni di manifatture (il 95% dell’export complessivo), ma anche le esportazioni dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+52,3%), e quelle dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (+63,8%). Nel 2015 sono cresciute le esportazioni della metalmeccanica e dei prodotti in metallo (mediamente nella misura del 15%). La nautica ad esempio vede raddoppiare le esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Crescono a sorpresa anche le esportazioni nel settore del mobile che dopo anni di caduta libera registra un importante (+8,3%). Nonostante il saldo tra imprese cessate e nuove imprese sia, seppur di poco positivo, purtroppo anche nel 2015 non si è arrestato ed anzi è proseguito il fenomeno di erosione del tessuto di imprese del territorio. Tante aziende, soprattutto le piccole, hanno continuato in silenzio a chiudere i battenti.

Gradara

Bottega del sorriso, la banalità del bene - Si chiama Bottega del Sorriso e distribuisce gioia a chi riceve e a chi dona; forse soprattutto a quest'ultimi, racconta Carmen Pacini che insieme a Rossella e Maria nel novembre del 2014 hanno fatto partire la loro idea di solidarietà. Iniziano come distribuori di beni alimentari alle famiglie in difficoltà (mono-reddito, affitto da pagare, due figli da tirar su). Poi giungono i vestiti, gli accessori per i bambini (lettini, carrozzine, seggiolini), giocattoli, contributi vari. A Natale i panettoni, a Pasqua le uova. L'iniziativa ha sede presso la parrocchia di San Giuseppe. Tutte le settimane vengono distribuiti generi alimentari fondamentali (pasta, pelati, zucchero, farina, olio...); ogni venerdì frutta fresca. Racconta Carmen: “E' una comunità davvero generosa quella di Gradara. Arrivano giocattoli nuovi doppi, vestiti firmati... Inoltre, abbiamo allestitito un piccolo scambio aperto alla comunità. Le famiglie in difficoltà prendono gratuitamente, i vestiti, ad esempio; le altre sono chiamate a lasciare un contributo. Con il denaro sosteniamo gli affitti, il riscaldamento, organizziamo tirocini. Attorno si respirano belle storie. Ad esempio, un falegname ci ha fatto le scaffalature, gratis”.


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

Gabicce Monte, presepe e Befana Amarcord Gabicce

di Dorigo Vanzolini

Presepe vivente e Befana

- Mercoledì 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a Gabicce Monte non si è potuta organizzare la festa dell’arrivo della Befana a causa del maltempo che ha costretto gli organizzatori a rimandare l’evento a domenica 10 gennaio. Il sole ha fatto da padrone durante tutta Aziende informano

- I giardinieri del Pollice Verde, Giovanni Masotti e Paolo Pierelli, hanno fatto firmare l'armistizio a Federico da Montefeltro e Sigismondo Malatesta, i due condottieri rinascimentali acerrimi nemici; rispettivamente signori di Urbino e Rimini. L'azienda di Gradara-Gabicce Mare custodisce gli storici e prestigiosi giardini del Palazzo Ducale di Urbino (patrimonio dell'Unesco) e della Rocca di Gradara, sentinella sulla sottostante via Flaminia. Giovane azienda fondata da due amici conosciutisi per puro caso; entrambi però con la passione prima e le competenze poi per il verde. Hanno sempre investito e migliorato sugli attrezzi tecnici, sulla struttura e sugli aggiornamenti. Si sono appena trasferiti in una sede più ampia (500 metri quadrati coperti e 4 mila metri quadrati di esterno), dove trovano alloggio gli ultimi due importanti investimenti: un braccio per potare le piante di alto fusto ed uno scavatore per i lavori più impegnativi. Oltre all'aver puntato sugli investimenti strutturali, Giovanni e Paolo hanno sempre tenuto

la giornata e la Befana è potuta arrivare nel primo pomeriggio con tanti doni, le sue calze colme di dolci delizie e con la scorta del Presepe vivente capeggiato dal Sindaco Domenico Pascuzzi. Il Presepe vivente a Gabicce Monte è stata sempre una

rappresentazione molto bella nella sua raffigurazione e da molti anni viene presentato sempre con successo grazie alla collaborazione dell’Avis, del Comune di Gabicce Mare e dei quartieri di Gabicce Mare, Gabicce Monte, Case Badioli e Ponte Tavollo. La festa ha avuto una grande partecipazione di pubblico con oltre 1000 presenze e ai bambini, per la verità un po’ infreddoliti, sono state distribuite oltre 300 bellissime calze ricolme di squisitezze. “Il prossimo anno vogliamo ancora di più - hanno commentato alcuni partecipanti –. Noi siamo stati abituati bene e vogliamo ancora il meglio.” Certamente il Presepe non potrà avere nel suo insieme molte variazioni ma “Qualcosa escogiteremo” ha riferito il sindaco Pascuzzi. Gian Franco Traina

Roma, 1958 1) ?. 2) Nino Fumagalli. 3) Sebastiano Zavagnini. 4) Roberto Fumagalli. 5) Francesco Leonardi. 6) Silvano Bertuccioli. 7) Rino Galeazzi. 8) Elvino Cecchini. 9) Giuliano Scola. 10) Lino Arduini. 11) Rino Arduini. 12) Giorgio Cecchini. 13) Danilo Badioli. 14) Giancarlo Magi. 15) Antonio Rondolini. 16) Tarcisio Scola. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Pollice Verde, “giardinieri” dei Malatesta e dei Montefeltro L'azienda di Gabicce MareGradara si occcupa dei giardini del Palazzo Ducale e della Rocca di Gradara FOCUS

in grand conto i collaboratori. Dicono: “Vogliamo far stare bene coloro i quali lavorano con noi”. Pollice Verde ha le competenze tecniche senza disdegnare la forma, che qualche volta diventa anche una certa sensibilità per il dettaglio e rispetto per il cliente. Lo staff indossa sempre le divise

In piedi, Paolo e Giovanni, con i propri collaboratori ed un cartiglio identificativo. Hanno anche un giubbotto di rappresentanza di fine giornata. Clienti variegati, spaziano dal-

le piccole aiuole ai grandi giardini. Nel 2015, hanno realizzato importanti lavori tra le province di Pesaro e Rimini. Uno dei maggio-

ri è il giardino con quasi 2.000 piante a dimora. Progettato da un architetto paesaggista, tra qualche anno sarà una meraviglia. “A

livello emozionale è il nostro lavoro 2015. Ci piace anche ricordare che curiamo anche il verde di due scuole, una a Cattolica, l'altra a Gradara. Qui prima del prezzo ci sono le soddisfazioni; c'è il nostro impegno civile”, dicono Giovanni e Paolo. Architetto Mariano Mulazzani, hanno firmato il giardino all'italiana di due nuove ville nel cuore di Riccione. Hanno avuto anche la fortuna di metter giù piante già grandi; i corbezzoli sono alti 7 metri. Pollice Verde è il custode di giardini che sanno raccontare belle storie. Qualche nome: Liviana Conti a Santarcangelo (azienda di moda), Tcm e Tlm (metalmeccanica), Villa Matarazzo e direzione BCC di Gradara a Gradara. Giovanni e Paolo: “Ci piace collaborare insieme ai progettisti ed ai nostri clienti. Una signora, a Cattolica, dal gusto innato, ci ha fatto spostare alcune essenze già a dimora. Il colpo d'occhio successivo è stato straordinario. Abbiamo fatto un altro passo per aprirci al mistero del bello”.



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SAN GIOVANNI

Costruito nel 1802 su una chiesa “remota”. Sono le uniche notizie storiche

Massari, una piccola Scala

SPETTACOLI

Massari, la rassegna

Grazie ad un litigio tra compagnie sono giunte le informazioni LA STORIA - Il teatro Massari ha riaperto lo scorso novembre dopo un nuovo restauro-adeguamento. Una Scala in miniatura, non si hanno molte notizie certe. Si ipotizza che sia nato nel 1802 al posto di una chiesa sconsacrata; quella di San Pietro in Castelnuovo. Le notizie si basano su quelle di Carlo Vanni e risalgono al 1954. Titolo del libro: “Raccolta di notizie storiche”. Il penultimo restauro dello storico edificio risale al 1982 e fu opera del riccionese Augusto Bacchiani, architetto di indubbia sensibilità. L'amministrazione comunale pubblicò dei cenni storici; ne fu autrice la giovane riccionese Rosita Copioli, diventata una delle maggiori

L'interno del Massari

L'elegante interno L'esterno prima del restauro del 1982

poetesse italiane. Nel 1978 tre studenti di architettura, Giancarlo Primavera, Daniele Delbaldo e Davide Clementi produssero un lavoro dal titolo: “La relazione su un progetto di restauro del Teatro Condomini di San Giovanni in Marignano”. I

giovani ipotizzarono che forse si trattava di un oratorio della congregazione del Santissimo Rosario di San Giovanni”. Le poche notizie certe risalgano al 1841 e sono dovute ad una lite sull'utilizzo del teatro tra due compagnie di

dilettanti. Le due fazioni scrissero al priore (sindaco) marignanese, che fu costretto a dare dettagli al governatore di Saludecio che aveva giurisdizione su San Giovanni. Sembra che la Confraternita fu fondata nel 1492 e fu attiva fino al 1804.

- Presentato il cartellone del Massari, dal 22 gennaio fino a giugno. La rassegna è frutto della collaborazione tra Teatro dei Cinquequattrini, InConTraMusica e Pro Loco che si sono unite per la promozione della cultura, del cinema, dell’arte teatrale e della musica. Primo appuntamento il 22 gennaio alle ore 21.15 con Mousike Trio, Trio di percussionisti: D’Ubaldo Daniele, Marinelli Lorenzo e Guiducci Stefano. Il fine lavori è stato celebrato con la serata “Omaggio al teatro” durante la quale è stato presentato anche il libro “Il Teatro Massari a San Giovanni. Appunti da un cantiere

di restauro” a cura di Adele Mancini che ha curato i lavori di restauro. Il libro contiene sia una parte storica, che una sull'intervento e le prospettive future; a corredo un interessante apparato di immagini inedite. Il sindaco Daniele Morelli rimarca la grande ricchezza di San Giovanni in Marignano. Dice: “La nostra forza è il tessuto sociale che unito non teme le difficoltà che si possono superare sempre con spirito propositivo. Alla presentazione era presente anche Augusto Bacchiani, l’architetto che ha curato i precedenti lavori del teatro, della chiesa di santa Lucia e del borgo.


SAN GIOVANNI BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

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Cancellato l'albergo di 40 camere al Riviera Horses Congelata la conferenza dei servizi sul Golf Club

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San Giovanni, la caduta del mattone - Caduta del mattone a San Giovanni, almeno in consiglio comunale, che lo scorso 28 dicembre ha votato no alla costruzione di un albergo di 40 camere al Riviera Horses (“non più strategico alle esigenze della struttura sportiva”, perché prima lo era?); invece, approvata la variante normativa del Riviera Golf Club che separa il residenziale dalla struttura sportiva e dà possibilità di costruire 600 metri quadrati in più come previsto dal Prg (Piano regolatore generale del 1995) in quel comparto che va oltre il complesso golfistico. Lo stesso consiglio comunale non esaminerà la richiesta di una Conferenza dei servizi sull'ampliamento di 6.000 metri quadrati del residenziale del Riviera Golf come chiesto dai proprietari. A San Giovanni, dopo anni, si è alla vigilia dell’approvazione del Psc (Piano Strutturale Comunale, il vecchio Piano regolatore) che dovrebbe, almeno sulla carta, cercare di dare risposte alle esigenze dei cittadini e degli imprenditori. In questo particolarissimo momento storico, per quanto riguarda l'edilizia, il Consiglio comunale marignanese è chiamato a scelte sagge che dovreb-

FOCUS bero aiutare famiglie ed imprenditori. Nel solco non del passato; passato che ha portato a questa situazione che ha bruciato milioni di euro a San Giovanni e centinaia di milioni in provincia. Il mattone invenduto, sotto sole e acqua, ha un significato economico triste: sono state allocate male le risorse. E chi sbaglia è chiamato a pagare il conto che è economico e morale. Le famiglie Numerosi nuclei hanno chiesto l'ampliamento delle abitazioni per poter ospitare le famiglie dei figli. Questo era uno dei grossi temi delle primarie dentro il Pd e della campagna elettorale di Morelli. I marignanesi aspettano soluzioni. Stesso ragionamento vale anche per gli imprenditori. Molti hanno la necessità di ampliare i capannoni, oppure di cambiare la destinazione d'uso di manufatti oramai inservibili alla luce degli stravolgimenti economici. A parere della proprietà (a maggioranza detenuta dalla Gilmar, si legga Silvano Gerani), il futuro del Riviera Golf è

Il Golf Club

brucerà decine di milioni di euro di investimenti, alcune decine di posti di lavoro, più l'indotto. I polsi al Consiglio comunale non possono che tremare. Qui è in ballo oltre ai danari dei privati anche il bene comune. “Appare chiaro – commenta il sindaco Daniele Morelli – che l’attenzione al consumo del territorio è massima. La nostra intenzione è quella di continuare a parlare con gli imprenditori che hanno la volontà di investire sul nostro territorio con ricadute economiche ed occupazionali”.

legato alla costruzione di 6mila metri quadrati di residenziale. Il disco verde deve essere dato dalla Conferenza dei servizi, un organo provinciale nel quale ha voce fondamentale Andrea Gnassi in qualità di presidente della Provincia di Rimini. Se la situazione non si dovesse sbloccare è stata minacciata la chiusura del complesso sportivo, che FOCUS

Madonna del Monte, in primavera riprendono i lavori

Come si presenta oggi la chiesa

- L'avvocato Spina, studio a Rimini, nobile angolo piazza Tre Martiri-corso Garibaldi, è l'erede più deciso e sensibile al restauro della cadente chiesa di Madonna del Monte, sulla strada verso Monte Lupo; assicura che i lavori riprenderanno in primavera e che nel giro di pochi mesi sarà restituita al culto dei marignanesi. Da anni in abbandono, l'edificio sacro è oggetto di consolidamento e recupero. La tabella indicava il fine lavori lo scorso giugno (il cantiere era stato aperto il 23 novembre del 2014).



MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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L'obiettivo del Pd nelle parole del nuovo segretario di vallata. In calo gli iscritti

Da'Andrea: “In Valconca un solo Comune” Christian D'Andrea, segretario del Pd di vallata e Emma Petitti, assessore regionale al Bilancio

IL PUNTO

- Mentre gli iscritti e gli entusiasmi continuano ad assottigliarsi, lo scorso 15 dicembre, il neo segretario di vallata, Christian D'Andrea, ha presieduto l'assemblea degli iscritti (sala piena) alla quale ha partecipato anche l'assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti. L'obiettivo degli obiettivi di D'Andrea è costruire un solo comune in Valconca. Riusciranno gli interessi generali a prevalere su quelli di campanile? D’Andrea ha apprezzato la scelta di un solo comune tra Montescudo e Monte Colombo e dell'iniziativa di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo di giungere ad una sola amministrazione in un arco di tempo breve. Argomenta D'Andrea: “Come Pd, il nostro obiettivo ultimo sarà quello di un grande unico Comune della Valconca. Una Valconca che sta facendo ormai scuola nel panorama provinciale vista la freschezza e la

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dinamicità amministrativa del territorio, come dimostrato anche dal percorso di fusione intrapreso dai Comuni di Cattolica e San Giovanni in Marignano”. La serata è stata anche l’occasione per illustrare i notevoli risultati amministrativi e politici degli ultimi mesi: lo scorso ottobre si è ottenuto l’ambito ottimale dell’Unione Valconca. D'Andrea: “Un traguardo né scontato, né semplice ma l’impegno del Partito Democratico è stato mantenuto. Faremo buon uso di questa vera possibilità di

autonomia; dovrà essere strumento di sviluppo del territorio, di crescita della qualità della vita dei nostri cittadini e di un graduale aumento dei servizi. Ringrazio l’assessore Petitti per l’importante contributo dato per il raggiungimento della mèta”. D'Andrea non poteva non parlare del referendum per l'unione tra Montescudo e Montecolombo: “Uun risultato positivo, non nascondendo però il tema della scarsa affluenza che merita un adeguato approfondimento. Grazie a questa scelta di fusione il nuovo comune avrà

circa 7.000 abitanti con molta più voce e forza per imporsi nelle scelte, anche a livello provinciale”. Intanto, si sta muovendo qualcosa anche a Morciano e dintorni. Dal 1 gennaio i servizi demografici di Morciano, San Clemente e Gemmano saranno trasferiti all’Unione della Valconca. D'Andrea: “Auspico un percorso associativo ancora più deciso tra gli stessi Comuni di Morciano, San Clemente e Gemmano. Dopo gli interventi dei sindaci di Montegridolfo e Saludecio, Lorenzo Grilli e Dilvo Polidori, ha chiuso l'assessore Petitti: “Il Pd ha le idee, le capacità e gli uomini e le donne per affrontare un momento storico di riforme così importante, e i risultati dei Comuni della Valconca lo dimostano”.

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L'ANGOLO DEL DIALETTO

E dialet dla Valconca St'vò scuvrì e tu dialet scriv dò righie sora un bigliet L'è un pasatemp meraviglios cut rend e cor giuios l'è una lengua talment gustosa che a un cert mument l'a pò dvantè ciasosa st'vò fè sa qualch d'un una bela lidgheda fala in dialet che dventa una sceneggeda L'è una lengua culurida cla si zcor in segn ad sfida per la streda tra la genta la si spargoia cume la smenta A Murcèn e dè ad marched l'a rimbomba sota e purtiched jè chi urla, jè chi strid e ogni scherpa la guida e su pid Vers un bench du cu iè Pazzaglini se su bret cut racconta al su ultme barzelet chi ne cnos us perd dò beglie risedie chi la cnusù us porta ad drè al sedie I dis che Massimo e fa rid anche mi sas anche se dal voltie e fa un bel cias qualch'un e dis che sia un po' cattiv mò un è vera gnint l'è snò un om viv che vo ben ma la su cumunità e cul dimostra sla su personalità E dialet dla Valconca l'è e piò bel cui sia il zcor persina all'estero e questa u n'è una busia perché anche San Marèn u l'à capè per la su poesia I sè l'à fat anche un ciabatèn clè ned ma San Climent per fè rid al su gent Giustiniano Villa l'era e su nom clè stè davera un galantom l'om cla a invent al rimie basedie ul racunteva in gir per al stredie Quand e nost paes l'era piò puret lò l'era dvent e poeta predilet i su dialog tra padrun e cuntaden j'a fat rid grand e znen San Climent l'è urguglios che un di su fiòl l'è dvent famos (Emilio Cavalli)


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Prestigiosa vetrina per la coppia morcianesepesarese. Prima tappa: Assisi. Seconda: Foligno

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

ALLEGRO MA NON TROPPO

il tuo papato/ e che nessun Aylan sia più spezzato/ e così sia “. Un invito al sommo pontefice perché vegli sull’agire di coloro che inquinano il volto della chiesa e il rimando alla grande emergenza umanitaria della immigrazione con l’immagine straziante di Aylan, il piccolo siriano trovato morto su una spiaggia turca. Perché la chiesa non resti estranea alla tragedia, lotti insieme agli Stati e faccia tutto il possibile per evitare la sofferenza dei popoli di ogni religione. Versi come messaggio dell’arte, quasi una preghiera, quando il colore vermiglio ci restituisce “ e così sia ” scritto su rolling

Foro Boario Via XXV Luglio - I lavori sulla Via XXV Luglio, l'arteria che da piazza Risorgimento porta dritto come un fuso al padiglione fieristico, sono interrotti da mesi. Sembra che la ditta che vinse l'appalto sia fallita; ahinoi! I morcianesi sono preoccupati per l'imminente Fiera di San Gregorio del prossimo marzo. La domanda che più si pongono è: “Ma perché in qualche modo non riaprono il cantiere?”. Qui subentrano le labirintiche leggi della cultura italica. Il padiglione tailandese e quello francese

Bastianelli-Cardellini, artisti di strada verso Roma Teatro da non perdere -

- Serata col

dialetto da non perdere: risate intelligenti che aiutano a riflettere. Il 16 gennaio, ore 21, Centro parrocchiale, salgono sulle tavole i misanesi della compagnia “I Giovne Amarcord”. In scena: “Ogni pid ...e vò la su schèrpa”. Scritta da Roberto Semprini, la commedia si replica il 30 gennaio, ore 21, al Teatro Malatesta di Montefiore ed il 3 febbraio allo Snaporaz di Cattolica, sempre alle 21. Gli utili delle serate sono devoluti ad una missione in Mozambico. Il parroco, oggi missionario in quelle terre, fu punto di riferimento dei “ragazzi” che da anni portano in scena le commedie dialettali.

- Una scultura ad Assisi in piazza Garibaldi, come monito alla Chiesa Cattolica e un invito a Papa Francesco come sensibile interprete del rinnovamento. La voce dell’arte a Santa Maria degli Angeli nel giorno in cui alla Porziuncola il vescovo Monsignor Sorrentino apriva la Porta Santa della Misericordia. Bastianelli-Cardellini, fedeli al loro progetto di denuncia della contemporaneità attraverso l’espressione dell’arte, hanno scelto i luoghi di San Francesco per iniziare il loro simbolico cammino verso Roma, come fece il poverello di Assisi, e

scuotere quel mondo di ipocrisia che ha visto la chiesa, tropo spesso, sommersa da scandali e contraddizioni. Calati nei panni di artisti di strada, e il monito si fa trasversale anche rispetto al cosiddetto sistema dell’arte, nella nebbia della fredda domenica del 20 dicembre fra la gente incredula del mercato rionale, Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini hanno svelato “Resurrezione”, una imponente opera che affida il suo messaggio alla fragilità di una croce realizzata in legno e corteccia d’albero, collocata su un grande blocco di pietra re-

frattaria che rimanda ai cippi funerari dell’antica Roma. Una croce, come metafora del presente, che sembra vacillare sotto il peso degli scandali in parallelo all’immagine della solidità della chiesa, rafforzata da una incisione in latino sulla pietra “ET SUPER HANC PETRAM ECCLESIAM MEAM (“su questa pietra edificherò la mia chiesa”). Parole profanate da una nuova scritta sprayata in rosso, come fosse l’opera di un contemporaneo Pasquino: “Francesco illuminato/ tra lussi e un Dio dimenticato/ guida deciso

stones e l’installazione di Bastianelli/Cardellini diviene messaggio, tra sfida e scommessa, che oscilla fra l’idea del bene e il male, tra il significato di una chiesa peccatrice e l’immagine di un pontefice visto come salvatore, tra la forza di una chiesa che attraversa il tempo e sembra crollare sotto il peso degli scandali, della corruzione. Ma sarà la visione della grande, fragile croce di legno che sembra volersi risollevare, rimasta miracolosamente intatta dopo una caduta durante le operazioni di trasporto, a consegnarci un messaggio di speranza, di una nuova Resurrezione.

Il monumento ai Caduti da decenni in abbandono - Il Monumento ai Caduti è uno degli argomenti dei mor-

cianesi. Da anni in uno stato di abbandono, si chiedono le ra-

gioni e rilanciano: “Vuoi che Morciano non abbia a bilan-

cio poche decine di migliaia di euro per il restauro?”

di Emilio Cavalli

Morciano di Romagna Via Roma 73 - Tel. 0541 - 988137

A Murcèn l'ultma giunta comunela la avù dies an ad temp a disposizion per cumbinè qual'cosa ad bon e monument mi Cadut l'è da mò cl'aspeta un salut chi pori fiul che per nun ja vint la guera je stè splid chissà andò sota tera Un obelesch ad mermera mel recinted scalcined e abanduned l'aspeta da es restaured L'ex Provincia, la Region e anche e Cumun j'era tòt trè te let s'urciun j'a fat finta da es sord de tòt. Pensa te cume i s'è ardòt chi a pers la vita per la nazion e ven trated sl'indiferenza tent us sa i mort j'à piò pacenza e i viv j'è ad memoria curta mò si mort dla guera in la spunta perché lor i vinciarà ancora quant j'arverà tla su giosta dimora e i sarà arcolt sa tòt j'unur tla chesa chelda se Signor

A Morciano l'ultima giunta comunale ha avuto 10 anni a disposizione per combinare qualcosa di buono Il Monumento ai Caduti è da tempo che aspetta i saluti quei poveri figli che per noi hanno vinto la guerra sono stati sepoliti chissà dove sotto terra Un obelisco di marmo malrecintato, scalcinato e abbandonato aspetta di essere restaurato L'ex Provincia, la Regione e anche il Comune erano tutt'e tre a letto con gli orecchioni han fatto finta di essere sordi del tutto pensa te come son ridotti chi ha perso la vita per la nazione viene trattato con indifferenza tanto si sa che i morti hanno più pazienza i vivi sono di memoria corta ma con i morti della guerra non si spunta loro vinceranno ancora quando arriveranno nella giusta dimora saranno accolti con tutti gli amori Il Monumento ai Caduti nella casa calda del Signore da decenni aspetta il restauro



50 Via Cà Bacchino 2 San Clemente

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Alla quarta edizione, si è costruita uno spazio che richiama appassionati da tutta la vallata

la riflessione

Senza sesso si può - È faticoso e complicato, ma piace a tutti. Può costarti la vita, ma se non lo fai i tuoi geni sono spacciati. Ci sarebbero soluzioni più economiche per scongiurare l’estinzione, eppure tantissime specie ricorrono a questa. Come si fa è noto, ma perché abbiamo iniziato a farlo molto meno. Senza, non ci sarebbero alcune delle più colorate e commoventi espressioni della natura. Charles Darwin, nel 1862, ammise che le ragioni della sua evoluzione erano ancora avvolte nella più totale oscurità. Stiamo parlando del sesso. Il sesso è l’invenzione evoluzionistica forse più ingegnosa ed esclusiva di tutti i tempi. Certamente è una delle più rivoluzionarie. Sfida ancora le nostre conoscenze come un rebus, ma sono in molti a scommettere che, dietro le sue origini, si nasconda un messaggio importante su come funziona l’evoluzione nel suo complesso. L’uso stesso del termine «origine» espone a scivolose controindicazioni, perché sembra alludere a un momento fatidico d’inizio, quando in realtà l’evoluzione è un processo incessante di trasformazione. La storia naturale, poi, spiazza sempre per la sua esuberante eterogeneità di soluzioni. E infatti, combinare la metà dei propri geni con un’altra metà proveniente da un individuo del sesso opposto, per mettere al mondo una prole e moltiplicarsi, non è una strategia univoca. Numerose specie alternano il mix genetico di due sessi con la riproduzione asessuata: femmine che producono uova non fecondate, per esempio, da cui nascono

MORCIANO

altre femmine. I maschi diventano piccole parentesi in mezzo a una discendenza di amazzoni che fanno tutto da sole per partenogenesi. Anche molte piante rinunciano completamente alla riproduzione sessuata e scelgono una propagazione per via vegetativa a partire da gemme e propaggini, da cui si staccano discendenti geneticamente identici. Per riprodursi, un organismo può quindi clonare se stesso, o anche più semplicemente dividersi in due, come fanno i batteri. Si dà, quindi, in natura la possibilità di riproduzione senza sesso (nei microrganismi, nelle piante, in molti invertebrati e in alcune decine di vertebrati). Certi animali come le stelle di mare si dividono in più parti. Altri, come le spugne, rilasciano gemmule che danno origine a nuovi individui. Alcune specie scelgono, invece, il processo opposto: sesso senza riproduzione. In molti organismi unicellulari, oltre alla moltiplicazione per divisione, si assiste alla coniugazione tra due individui, cioè a uno scambio di materiale genetico in orizzontale attraverso ponti citoplasmatici. L’antica sessualità batterica senza riproduzione offre un indizio interessante: il risultato del processo è una coppia d’individui geneticamente diversi da quelli di partenza. In questo modo, essi acquisiscono la potenzialità di adattarsi a condizioni ambientali differenti da quelle iniziali. Ecco forse svelato il suo segreto. Il sesso è il veicolo per la produzione di diversità. Il maschio è inutile. Cuccumeo

Pianofortissimo 2015, pomeriggi da emozioni - Quando la musica colta richiama gli appassionati e fa di Morciano, attraverso la cultura, se non la capitale di vallata di certo un centro. Quest’anno la quarta edizione della rassegna “Itinerari musicali” è stata interamente dedicata al pianoforte (di qui la denominazione “Pianofortissimo”) e non ha mancato di entusiasmare il pubblico che ha sempre dimostrato di gradire il programma proposto dagli splendidi interpreti che si sono susseguiti tutte le domeniche pomeriggio dall’8 novembre al 6 dicembre. Poderosi concertisti e giovani talenti hanno garantito all’evento un livello artistico pregevole e con le loro performances hanno fatto registrare sempre il tutto esaurito. Un ringraziamento particolare va sicuramente all’amministrazione comunale e all’ideatore della manifestazione Filippo Ghigi che hanno, da su-

Il manipolo di appassionati In alto, Dionigi e Ghigi A sinistra, Dionigi, Santini e Gabrielli

bito, fortemente creduto in questo progetto e lo hanno valorizzato sotto tutti gli aspetti con impegno e dedizione. Una rassegna concertistica in crescita che ogni anno emoziona e conquista e si sta consacrando come uno degli appuntamenti musicali di prestigio sul territorio.


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Pur senza documenti, gli studiosi ipotizzano che nei secoli ci siano state 4-5 Morciano - Da Curradi sappiamo che da almeno cinque secoli gli studiosi discutono dove fossero ubicati e quale il loro ambito che era identico. Ma un esame comparato delle fonti storiche, della situazione fisica, geografica della media e bassa Valconca, della toponomastica, ci dicono che: - le tracce dell’ubicazione di Castrum Conke erano evidenti nel codice bavaro n°10 del X secolo e con una buona approssimazione del locus Morciano. - Il codice bavaro, raccolta di documenti della chiesa ravennate, cita tre volte il toponimo Conke nelle pergamene n°10,52,76. Come rilevato anche da Gugliotta (2008 p.103 “archeologia e storia di un territorio di confine” a cura di Cristina Ravara Montebelli). Di queste registrazioni, solo la n°10 indica chiaramente la sua posizione geografica, che porta nell’area di Montefiore Conca centro di riferimento di quella zona che prenderà il nome di “Massa Rancore”. - I quattro lati vedono indicati “Serbidoni et Morciano”, Monte Maggiore, “Abiani, quarto latere conke”. L’area è ben definita in quanto vediamo il termine “fines uguale confine” e Conke va inteso luogo non fiume, in quanto il passo integro non è preceduto dai termini fluvius, flumen, rivo, presente in tutti gli atti del Codice Bavaro dove viene attestata la presenza di un corso d’acqua. - Il toponimo Conca uguale luogo, citato più volte nel corso dei secoli è tuttora presente nelle cartografie IGM. - Dov’era ubicata la Pieve di San Giorgio si poteva dedurre dalla storia di Rimini del Tonini comparando le notizie storiche, le funzioni delle pievi, la viabilità. Fra la media Valconca e l’aria costiera non vi era collegamento come già fatto presente da Pier Giorgio Pasini nel 1973. L’ipotesi avanzata nel 1979 dalla De Nicolò in “La Cattolica del ‘500” che indica Castrum Conke e pieve di San Giorgio a Monte Vici fin dalla origine, è tuttora ribadita con numerosa corte e totalmente priva di presupposti. STORICI A Monte Vici, prima del XV secolo nessun documento cita la presenza di un Castrum Conke con distretto proprio. Le fonti ci parlano di una Turris, poi Castrum Turris, poi Torre di Conca, poi Castrum Conca, poi Fondo Turris, poi Fondo Turris Conca di ventidue tornature. • Castrum Turris viene citato nel “Descriptio romandiole” del cardinale Anglich del 1371 che era di fatto un censimento fiscale. Viene citato: “Castrum Turris, in quo sunt focularia....VIIII” (“Mascanzoni” 1985 p.247) • Preceduto dal Castrum Mondaini vediamo citato anche

Castrum Conke e pieve di San Giorgio Morciano era sede di un antichissimo mercato, sede di un conte nel XI secolo (1084), sede di tribunale, queste funzioni erano specifiche prerogative di una pieve. Ne consegue che la pieve di San Giorgio era a Morciano

Ipotesi del castello di Morciano nella matita di Oreste Delucca

LA STORIA Castrum Conke “Focularia 10” quindi nelle vicinanze. • Castrum Turris era sicuramente il punto fortificato del porto di Cattolica(Torconca) per difenderlo dalle incursione dei corsari saraceni che dal IX secolo spargevano il terrore lungo le aree costiere dove ne sono testimonianza Ancona, Senigallia, Comacchio, come pure successivamente la Cappella di San Gior-

gio a Monte Vici. • Va precisato che di fronte a Torconca fino alle pendici di Montalbano vi era una depressione retro-dunare in cui si congiungevano le acque marine e fluviali. • L’area di Monte Vici era di

proprietà dell’arcivescovo di Ravenna o monasteri ravennati, e da Rabotti(1962, p. 217) sappiamo che il Castrum Conke storico con territorio autonomo era di proprietà papale, cosa già dimostrata dal Tonini nella sua storia di Rimini.

• Un castrum era a Montalbano, conosciuto come Monte di Conca, dove Baldetti nel VII secolo vi ubica Castrum Conke, sbagliando a sua volta, in quanto Montalbano faceva parte della Pieve di Sante’Erasmo di Misano ed il santo titolare era San Apollinare, quando quello storico aveva al suo interno Santo Stefano ed era ambito della Pieve di San Giorgio. • Vasina(1967, p.363) ci documenta che nel 1164 il monastero di San Apollinare in classe di Ravenna era proprietario del Castrum “Montis Albani”. • Una carta del XVI secolo ripresa dal catasto Calindri (De Nicolò 1979-2012) ci rende noto dei quattro toponimi presenti nel rilievo di Montalbano: Monte di Conca, Monte S.Apollinare, Montalbano, Monte cavaliere. • Turchini ci parla del “vasta possession de Monte Albano” (2003, p.367). Sicuramente era quella “azienda agraria di notevole consistenza” di cui parla la De Nicolò nel 2001 pagina 28. • Come detto da Sassi, gli ambiti delle pievi erano già costituiti nel VII secolo, la chiesa dedicata a San Giorgio a Monte Vici compare nel 1325. • L’ambito della pieve di Sant’Erasmo di Misano fino al XIII secolo comprendeva le località di Fanano e Farneto (Bianchi, 2009). Ne consegue che fra l’area di Monte Lupo (pieve di San Giorgio) e l’area di Monte Vici separati dalla pieve di Misano non vi era alcun collegamento di ambito fino a quel periodo. GEOGRAFICI • Le fonti storiche ed in particolare le carte del monastero di San Gregorio in Conca ci dicono che ancora nel XIII secolo le aree di Cerreto, Monte Maggiore, San Martino (area cella di Bonora), San Pietro in Cotto, erano in pieve di San Giorgio o pieve di Conca. Sono almeno 15 chilometri di distanza in linea d’aria da Monte Vici. FISICI • Fra queste località citate e l’ipotesi di Monte Vici vi erano di mezzo il fiume Conca e il fiume Ventena. Un documento del 1182 fa dedurre che ancora in quel periodo il conca passava a sud di Montalbano (Curradi 1989

p.142 Bianchi 2009 p.192) • L’intervento degli uomini, il taglio di dune costiere a nord di Montalbano ipotizzato nel 1979 dagli studiosi della provincia di Forlì, è stato confermato dalla De Nicolò in “Cattolica” (2012). Ne consegue che ancora nel XV secolo il Conca passava ad est di Monte Vici isolando il rilievo, a sud-ovest aveva il fiume Conca, a nord-est il “litus maris” (area interessata dalle mareggiate). ARCHEOLOGIA • Si ipotizzano castrum e pieve a Monte Vici ma 7-8 secoli di questo supposto, insediamento militare, religioso, civile, in un’area così ristretta di 7-8 ettari devono lasciare tracce di mura e di tombe. Niente di questo. PIEVI • L’ubicazione a Monte Vici della pieve di San Giorgio fin dalla sua origine è in palese contraddizione con le funzioni civili delle pievi elencate da Delucca in primis i mercati(2004 p.40) con le funzioni religiose elencate da lombardi (1995, p.29) RISULTANZE STORICHE • Pur in assenza della documentazione che oggi disponiamo, gli studi tecnici, fonti storiche, geografiche, toponomastiche, le deduzione del Tonini, di Vasina, di Guillou, di Pasini, di Curradi, di Ghirotti, sull’ubicazione di Castrum Conke e pieve di San Giorgio a monte dell’attuale Morciano erano fondate. Tutto fa supporre che i Morciano siano stati quattro forse cinque. • Che Castrum Conke fosse vicino a Morciano lo faceva chiaramente dedurre il Clementini (1627, pagina 299) quando indica il castello di Conca vicino al Monastero di San Gregorio in Conca e cita anche il castello di “Murciano” • I Castrum Conke nella Valconca sono stati due forse tre: a Montalbano, alla Falda di Montefiore, a Serbadone di Montefiore sovrastante il Conca e il Rio Sedano, ubicazione che combacia con il documento di Ottone I del 969 • Morciano era sede di un antichissimo mercato, sede di un conte nel XI secolo (1084), sede di tribunale, queste funzioni erano specifiche prerogative di una pieve. Ne consegue che la pieve di San Giorgio era a Morciano. La prima, all’ora ubicata nella piana di San Pietro in Cotto lato Ventena. • Il Castrum Morzano sovrastante il Conca e prospiciente la località Casarola era un luogo, Morciano “forum” posto dall’altro alto della piana un altro luogo, la cosa era rilevabile nel documento di Bennone del 1014 comparando le fonti storiche con la geografia dei luoghi. La storia si può interpretare, modificare, la geografia no. Mario Garattoni



S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

- Il problema del nostro giornale è che è un mensile. L’altro problema è che le pagine sono quelle e più di tanto non ci sta! Per questo, nello scorso numero, non siamo riusciti ad inserire i tradizionali auguri di Buon Natale e Buon Anno della politica e della società civile sanclementese. Natale è passato, ma l’anno è ancora lungo ed i buoni propositi sono sempre validi. Auguri San Clemente, che l’anno bisesto possa cambiarti smentendo la sua maledetta rima.

Mirna Cecchini Sindaco di San Clemente “Vorrei cogliere l'occasione per rivolgere a tutti i cittadini i più sentiti auguri di un buon 2016, sperando possa portarci pace, speranza e una coraggiosa operosità. Auguri ai bambini, espressione di amore e speranza; auguri alle persone anziane che hanno saputo costruire in momenti difficili la storia del nostro Paese e alle quali va la gratitudine dei cittadini di oggi. Un augurio più partecipato lo rivolgo a tutti coloro che soffrono per problemi di salute o che temono per il proprio lavoro o versano in uno stato di indigenza. E' nostro dovere attuare una politica di vicinanza e di sostegno a queste persone perché nel mio piccolo, ho l'ambizione di pensare che nessuno si deve sentire abbandonato e senza speranza. Stiamo vivendo purtroppo momenti difficili, sono momenti di precarietà a livello globale che ci rendono insicuri e incapaci di pensare ad un futuro migliore, ad una qualità della vita diffusa nella sicurezza e stabilità. Questo, forse per la prima volta nella storia, riguarda sia le famiglie che le pubbliche amministrazioni. Ma la difficile congiuntura globale non deve essere un alibi affinché la politica si spogli delle proprie responsabilità e non faccia quel passo necessario per rimettere al centro degli interessi i cittadini e la loro dignità. Siccome nessuno si deve sentire escluso da questa responsabilità, anche questa amministrazione sta cercando di dare il proprio contributo investendo notevoli risorse economiche nei servizi sociali che hanno l'obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà e dare respiro a chi si trova momentaneamente in una situazione di precarietà. Stiamo anche lavorando a importanti progetti come la realizzazione del parco di via Italia dove per la prossima primavera vorrei vedere giocare i tanti bambini che abitano in quel quartiere. Ci sono già le risorse a bilancio, aspettiamo solo di approvare il progetto e di affidare i lavori di realizzazione. Stiamo valutando anche l'arredo e la messa in sicurezza di via Tavoleto a S. Andrea in Casale, un progetto che è stato elaborato dai nostri tecnici comunali e che per agevolare la realizzazione di tutta l'opera, pre-

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Gli auguri dei rappresentanti della città: Cecchini, Casamenti, Scala, Gaia, Zanzi

Un 2016, secondo i vostri cuori Da sinistra: Sabrina, Casamenti, Mirna Cecchini, Corrado Gaia e Alfonso Scala

COMUNITA'

di Claudio Casadei vede una serie di interventi a step. Naturalmente tutto questo verrà presentato ai cittadini forse già all'inizio del 2016. Altra importante opera sarà la riqualificazione di tutta l'area cimiteriale che prevede un ampliamento della struttura e una ristrutturazione dell'esistente in armonia con i nuovi interventi. A tutto questo si aggiunge l'impegno e il lavoro quotidiano di tutta l'amministrazione per mantenere e implementare tutti i servizi a favore dei cittadini, da quelli scolastici a quelli culturali e sportivi che hanno scopo di far partecipare alla vita del paese l'intera comunità. A voi tutti un Sereno Natale e un Buon Anno Nuovo. Sabrina Casamenti, M5S “Nel nuovo anno nasce sempre una speranza... la nostra è che tutti si possano impegnare a dare sostanza, anche nei piccoli gesti, ai nostri motti più belli ‘l’onestà tornerà di moda’ e ‘nes-

suno resterà indietro’. Se riusciremo a farlo, tutti saremo migliori in un mondo migliore. Buon anno a tutti, e che il cielo sia pieno di stelle !!! Un pensiero sviluppato qualche giorno prima della tragedia causata dal fondamentalismo islamico a Parigi. Avevamo preparato il nostro pensiero nei giorni scorsi, devo dire che oggi abbiamo fatto la fatica di spedirla perché le

parole di oggi, con i fatti di oggi, sarebbero state completamente diverse”. Alfonso Scala, Lista Civica San Clemente “Ho sempre pensato che uno dei principali compiti della politica fosse quello di ascoltare i bisogni dei cittadini e di risolvere i loro problemi, ed è proprio con questo spirito, sempre in

maniera costruttiva e propositiva, che, finora, ho cercato di svolgere al meglio il mio ruolo istituzionale, consapevole del fatto che, se avessi voluto ricevere solo applausi e complimenti, senza alcuna critica o dissenso, non avrei dovuto espormi politicamente. In un contesto politico, tuttavia, occorre considerare anche coloro che cercano di attribuirsi meriti o dimostrare qualcosa a tutti i costi, coloro che, vigliaccamente ed in mala fede, usano la macchina del fango per screditare gli altri, pensando di aumentare indirettamente i consensi del proprio movimento/partito, così come coloro che, addirittura, fanno dell'appartenenza politica una discriminante sociale, non distinguendo, di conseguenza, un attacco alla posizione politica da uno alla persona/ famiglia. Ma, ne sono convinto, non è la politica ad essere “sporca”, come si suol dire; non tutti, purtroppo, sono degni e capaci

Via Maggio, qualcuno ha divelto le due barriere che restringevano le carreggiata SAN CLEMENTE

- A di ciò, a la fin l’è tôta Italia! Ciapa via Maggio! Na a mità, mo propri in a l’inizie ad cla via Ujè pù e signel che i camie sora i trentazinc quintél i n’ha da intrè? Di… i ne ved! Mo ilè, in Via Maggio ma SantAndrè… i signel? Csa el cl’è i signel? Stal robi ilè l’in counta. Tci mat? I po fè quel ch’i vo lor quij d’i tratòr . I lavora lor, e quindi nisoun i ja da disturbè! Anzi, s’ e pases oun, cusca-so, ad Milen e e vides c’ujè una stretoja per nu fe pasè i camion e ad schent un fos cius per fè pasè i trator t’un pérch s’i erbre piantè d’i burdel e us dmandes sigur enca lo du el e sbaj, nôm aj duvresme di c’un è caz su! L’è sbajeda la legge cla vel per tôt... tranne che per chi

La strettoria con barriere aggirata dai mezzi pesanti

un la fa rispetè, o per quji chi sni ni sbat i maròn e quji chi fa quel c’uj per! Dai dì, l’è isè... Ujè la guera... ujè i clandestini… la Juve la n’ha fat e triplete nienca st’an e te tvò pensè ilè!? Me però am vria met ilè e guardel tla faza quel che s’un “fori streda a rode scverte” o s’un trator (a mez metre d’alteza al rode d’una machina l’in ariva) usè inflè tra i do gardrail e ujà pighì, isè ai rigal

un metre e lo magari stelta volta e ciapa la msura e un fa i dan. Che dop i dan aj pègh anche me. Perché ‘sti sgnor “che lor i lavora” ilà da savé c’a lavor enca me, c’an magn da lor, e s’a sparagn dal tasi i sold per una péza slà mi moj a so cuntent. Dai dì, l’è isè… Ujè la guera... ujè i clandestini... la Juve la n’ha fat e triplete nienca st’an e te tvò pensè ilè!? No, an pens ilè, mo quand e

mi fiol um dis c’a so un invurnìd a rispitè la leg, ...pensa c’a pegh anche e canone dla television, ai vria fe capì cl’è na question d’educazion, ad rispet, ad Democrazia ...cla è tla boca ad tôt e t’a cor ad nisoun. Perché t’rid? Guerda cl’è isè: i palaz piò bel ija fat s’i madoun piò znin... partend da e bas. Cum t’dis? Ujè la guera... ujè i clandestini... la Juve la n’ha fat e triplete nienca st’an e me a voi pensè ilè!? A di ciò, a la fin l’è tôta Italia! A proposit... cus cla a fat la Juve?

CcVIL

di farla, perché una buona politica non è fatta da simboli o ideologie, ma da persone corrette, valide, preparate e sincere (a prescindere dalla loro appartenenza politica). Governare è, indubbiamente, un mestiere difficile, ma, personalmente, ritengo che la protesta e l'astensionismo non abbiano portato alcun frutto, mentre il nostro comune necessiterebbe di una svolta (l' occasione viene concessa una volta ogni cinque anni), non di ulteriori conferme o aggiustamenti. San Clemente non ha bisogno di immobilismo, ma di scelte coraggiose! Ed è all'insegna del coraggio di agire e non arrendersi mai dinanzi alle difficoltà (di qualunque tipo esse siano), che formulo a tutta la cittadinanza i miei più sinceri auguri di un Buon 2016”. Corrado Gaia, Uniti per San Clemente “Quello che vivremo è un anno diverso. Sentire la parola guerra col rischio reale di un nemico che non conosciamo e non volevamo, col rischio reale di doverla subire togli molto al senso di questa festa. Per quanto riguarda il nostro paese vorrei che tutti fossero felice e attivi nella nostra modesta vita sociale. Vorrei che i cittadini sanclementesi fossero più attivi e presenti e fossero da stimolo per la vita del Comune. Ecco, per il nuovo anno spero che porti a tutti pace, serenità, salute e voglia di essere parte attiva e diligente della vita del nostro comune. Tanti auguri San Clemente”. Daniele Zanzi , per la Pro Loco e l’Unione Sportiva Junior San Clemente “Per quello che riguarda la Pro Loco vogliamo ringraziare tutti i collaboratori che con passione e dedizione dopo tanti anni dedicano parte del loro tempo gratuitamente a fare qualcosa per il proprio paese ed anche l'Amministrazione Comunale nella sua opera di supporto. L' A.S.D Junior San Clemente ringrazia innanzitutto i giocatori che gratuitamente indossano la maglia di questa società fondata nel 2004 e i pochi ma buoni tifosi che la Domenica assistono alle partite . Infine ricordiam\o quelle poche aziende che in questo particolare momento, danno un loro contributo e permettono al San Clemente di disputare per il terzo anno il campionato di Prima categoria a fianco di più importanti cittadine”. Infine tocca a noi. Ci abbiam provato anche quest’anno a tenervi informati sulle piccole cose che ci accadono attorno. Pensiamo che anche quest’anno avremo ancora molto da raccontare . Saremo qui simpatici o antipatici non importa, l’importante sarà raccontare quello che accade essendo liberi di farlo. Non traditeci, noi non lo faremo.


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

MONTEFIORE

Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Ca' Santino

- Montefiore, un grande cantiere a cielo aperto. Il 24 dicembre è ripresa la viabilità sul ponte di via Santa Maria Maddalena. Il lavoro é terminato, un’opera di alta ingegneria, di cui ne siamo orgogliosi. Oltre alla stabilità ed alla sicurezza, che sono la prima cosa, il ponte é stato allargato notevolmente. Sono stati ultimati anche alcuni importanti accorgimenti, come il guardrail per la sicurezza prima e dopo l’imboccatura del ponte stesso ed il ripristino dell’asfalto! Un gran bel lavoro che darà garanzia di solidità nel tempo. É

MONTEFIORE

Santa Maria Maddalena, riapre il ponte stata ultimata anche la prima parte di interventi di messa in sicurezza su Via Spogna. Un lavoro importante con pali profondi 12 metri al di sotto del piano stradale ed un muro di contenimento in cemento armato che impedirà per sempre a quella frana di muoversi pericolosamente, ostruendo la carreggiata, frana che da anni periodicamente portava pericolo e disagio. Sono ora in corso i lavori di consolidamento nell’altro tratto di via Spogna che serviranno a rendere stabile il muro del nostro

campo sportivo, oltre alla strada sottostante in continuo movimento franoso con dislivelli notevoli e pericolosissimi. Sono stati già posizionati ben 42 pali in cemento armato del diametro di 80 centimetri, profondi 12 metri che verranno ora collegati da tiranti. Finito questo inizieranno i lavori a monte, all’ingresso del paese, così che tutta la zona venga definitivamente messa in sicurezza. Ringrazio tutti quanti hanno lavorato con grande professionalità, ingegneri, geologi, geometri ed anche tutte le squadre di ope-

rai che a volte hanno prestato la loro opera anche in condizioni proibitive causa fango e cattivo tempo. Nonostante tutto stiamo lavorando a pieno ritmo. Ridare viabilità e consolidare il territorio in maniera definitiva, non è cosa facile di questi tempi. Procediamo a passi da gigante. Sono stati anche fatti lavori di ripristino di ordinaria manutenzione su tutta la rete stradale di Montefiore e frazioni. Ora stiamo pulendo e ripristinando i fossi, di fondamentale importanza per evitare pericolosi ed insoliti varchi che

le pioggie possono scavare, causando ingenti danni e frane quando trovano ostruite le vie ,di regolare scarico. Il nostro Ufficio Postale poi ha riaperto regolarmente tutti i giorni, ripristinando il normale orario quotidiano. Un altro grande regalo che aspettavamo da tempo e per il quale tanto avevamo lavorato, incontrando anche personalmente personaggi della grande politica, fra cui l'onorevole Piero Fassino. Vallì Cipriani, sindaco di Montefiore

La Natività interpretata dalle due famiglie

Natività, due famiglie di figuranti - Due famiglie hanno rappresentato la Sacra Famiglia durante il presepe vivente di Montefiore lo scorso 26 e 27 dicembre. L'evento, nel suo genere, è stato il primo della provincia di Rimini. Negli ultimi anni c'è una certa stanchezza. In ogni caso, bravissimi tutti coloro i quali lavorano e si impegnano per l'allestimento.

Bacchini, premiato al Sana come



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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Sant'Amato, un anno dopo - Santo Amato Ronconi, nato a Saludecio (Rimini) l’8 maggio del 1226, venerato dal popolo per secoli ancor prima di essere dichiarato Beato nel 1776, è stato canonizzato Santo il 23 novembre 2014 da Papa Francesco. Affascina anche l’importanza attuale del richiamo alla vegetazione effettuato, con diversi miracoli, da questo Santo Pellegrino e Contadino. La sua vita ed i suoi miracoli sono stati da me studiati anche per un Progetto di dipinto Murale.con grande interesse ed emozione. Richiesto dall’Opera Pia dell’Hospitale Amato Ronconi, già sua casa natia, dall’ex Presidente Luigi Calesini, il Progetto per il gran dipinto Murale sintetizza i suoi miracoli più significativi e difficilmente comprensibili, con bozzetto ap-

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Il murales che reca il santo dipinto sulla facciata della casa di riposo che ne porta il nome

Marisa Russo racconta il murales al centro del dibattito pubblico a Saludecio. Eseguito da Mauro Trotta RELIGIOSITA'

di Marisa Russo provato con delibera dal Comune di Saludecio proprietario dell’edificio storico, e poi dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali. La pittura murale eseguita per strada tra mille difficoltà è la forma più umile di Arte, quindi più idonea ad esprimere questo Santo. Sulla facciata esterna dello storico edificio dedi-

legrino, ma anche Santo Contadino che si allontanava solo quando la terra doveva riposare. Terziario francescano, la sua vita si è svolta sempre anche seguendo la regola Benedettina “Ora et Labora” e prima di morire prese gli ordini Benedettini, effettuando così

cato all’ospitalità, l‘opera, non chiusa in un Museo, in una Chiesa o in una casa, è disponibile ad ogni ora del giorno e della notte all’osservazione ed alla meditazione di tutti. Da molti anni studiosa di simbologia ho raffigurato la “leggerezza” della sua persona, ovvero distaccata dalla realtà materica e tesa ad una elevata spiritualità, vibrante tra acqua e cielo, che attraversa il fiume Conca trasportato sull’acqua sostenuto solo dalla sua mantellina, come narra un suo miracolo. Evidenziato il raggio di sole che sorregge la sua mantellina, altro suo miracolo che sottolinea come ciò che apparentemente non ha materia, il raggio come la spiritualità, può “sostenere” la pesante nostra materia. Il Santo Pellegrino ha tra le mani il bordone, bastone tipico del pellegrino, che termina con foglie di olmo spuntate su di esso, con riferimento ad ancora un altro suo miracolo che evidenzia un richiamo all’equilibrio Naturale, quanto mai oggi essenziale. Il dipinto rappresenta quindi Amato Ronconi Santo Pel-

una particolare sintesi. Un grande arco sovrasta il dipinto per inserirsi nell’architettura dell’edificio, ma è soprattutto un richiamo agli archi della concentrazione delle energie cari ai Benedettini, alla grotta scelta da San Benedetto. Evidenziata quindi una grande conchiglia che accoglie il Santo, non solo simbolo del pellegrino, ma di maternità, del grande suo culto alla Madre Celeste, alla Vergine Maria, egli ne è “perla” sempre impegnato ed esempio di conversione del male in bene, come la perla dell’ostrica è bella formazione minerale che guarisce una sua ferita. Tanti i simboli che nel dipinto esprimono concetti importanti, ricordiamo anche il suo rosario, inventato da San Domenico come serto di rose da offrire alla Madonna, che pende dal suo cordone, dipinto con piccole rose arancio, come quelle che spontaneamente crescono ai piedi di questo murale tutto l’anno, anche sotto la neve. Consegnata ufficialmente ai cittadini all’inizio delle celebrazioni per il Santo, il 7 maggio, l’opera da me progettata, è stata eseguita con capacità espressiva che culmina nel volto ieratico del Santo ed equilibrio cromatico, tra luci ed ombre, dal valente artista Mauro Trotta.


SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

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Muore giovane a 38 anni. Oltre ai familiari, in tanti in paese custodiscono le sue opere

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Polidori, straordinario artista di Mondaino - Aveva appena 38 anni quando morì. Era il 23 luglio 1934. Al suo funerale c’era tutto il paese di Mondaino con le autorità in alta uniforme e tanti amici venuti da fuori, compresi i colleghi e gli allievi della scuola di Sassocorvaro1. Negli ultimi mesi un ictus cerebrale gli aveva paralizzato la parte destra del corpo: camminava appoggiandosi al bastone strascicando la gamba, il braccio infilato nell’abbottonatura della giacca. Un calvario. Ma non aveva perso il sorriso e il buonumore. E nemmeno la passione per la pittura. Dopo un breve periodo di inattività – l’iniziale sofferenza lo aveva impietrito – per dare un senso al suo quotidiano, ormai scandito da un pendolo senza ritmo, aveva ripreso a dipingere con la sinistra: una fatica improba per uno che aveva sempre e solo usato l’altra mano. Ma la pazienza e la caparbietà di chi sa di

L’autoritratto se non è il capolavoro di questo pittore, è senz’altro l’opera più importante, quella di maggior pregio avere le ore contate lo avevano spronato. Forse in lui, nel suo immaginario, c’era anche l’ambizione di voler lasciare un’impronta di sé, l’ultima, la più significativa: l’autoritratto. Non si era mai cimentato su questo genere: una frivolezza che non gli apparteneva. Anche se nella sua breve parabola di artista aveva più volte “pastrocchiato” sul volto degli altri. Dotato di buone capacità grafiche, riusciva a cogliere con facilità le somiglianze e il ritratto, come espressione pittorica, lo attirava particolarmente, soprattutto nella sua esecuzione a china e a carboncino. Questa volta, invece, cimentandosi su se stesso, aveva preferito i colori ad olio e come supporto una tavoletta di legno. L’autoritratto di Caio Galliano Polidori se non è il capolavoro di questo pittore, che non ha avuto il tempo di

Al suo funerale c'era tutto il paese

Caio Galliano Polidori (18961934), Autoritratto (olio su tavola, cm 18 per cm 25)

ARTE

«Ci guarda questo ritratto, e poiché è bello, ci contagia», scrive il critico d’arte Marco Gennari, che poi aggiunge: «L’espressione del viso è intensa, la temperie fortissima. Le pennellate usano il colore con disinvoltura lasciando luce ed ombra nel pigmento ispessito e sul volto scavato, il segno della forza insieme a quello dell’ansia. Il viso, e dunque il portamento fiero ed eretto, di questa persona non sono quelli di un uomo qualunque. Ci sono già i graffi del tempo, la pelle tesa sull’ossatura, le ombre leggere che si adden-

di Manlio Masini segnalare la propria esistenza di artista, è senz’altro l’opera più importante, quella di maggior pregio. Qui un’attenta lettura evidenzia una serie di particolari dai quali non è possibile non cogliere il talento pittorico dell’autore. L’intensità degli occhi, velati di malinconia, e la profondità dello sguardo che trapela da quel sommesso gioco di luci e ombre, conferiscono alla “tavoletta” una straordinaria vitalità2.

A Saludecio, Mondaino e Montegridolfo discutono su Tre Castelli, Cinque Castelli e Valtavollo - Tre Castelli. Cinque Castelli. Valtavollo. Quali di questi sarà il nome dal nuovo comune che nasce dall'unione di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo. Nelle comunità si è aperto un bel dibattito. Riportiamo ampi stralci di lettere online. - ”Scusate la poca solerzia, io purtroppo resto sulla mia pro-

I tre sindaci. Da sinistra:Gnaccolini, Grilli e Polidori

ma percentuale, e poiché il Tavollo ha una storia zero virgola rispetto a un fiume storico come il Rubicone, anche sotto questo aspetto il nome non direbbe pressoché nulla. - Resta soltanto il fatto che Valtavollo significa la “valle del Tavollo”, una valle e un fiume che, al di fuori di un raggio di qualche decina di chilometri, non è più nulla se non una espressione geografica. Sotto questo aspetto può piacere solo a quelle persone

Quale nome per il nuovo comune? posta di “Cinquecastelli” anche se devo ammettere che “Trecastelli di Romagna” mi piace ma lo ritengo un po’ troppo lungo e l’abbreviazione di questo nome comporterebbe una confusione con il vicinissimo comune marchigiano vicino Marotta. Buon Natale a tutti! Lorenzo Grilli Il 20 dicembre 2015 18:40, Terzo Maffei ha scrive. “Cari tutti, considerando che Montegridolfo dovrà comunicare a Mondaino e Saludecio un nome per l’istituendo nuovo Comune, permettetemi di esprimermi meglio di quanto non abbia fatto in precedenza sulla proposta di Trecastelli di Romagna in confronto ad altri nomi che sono

L'INTERVENTO

di Terzo Maffei* stati caldeggiati. 1) Terre Malatestiane. Appare evidente che ci si riferisce al largo comprensorio del Riminese e oltre. Per comprendere quanto questo nome sia irragionevole basta pensare a una ipotetica fusione di alcuni Comuni di una piccola porzione del Montefeltro ai quali venisse dato il nome Terre Montefeltrane per riferirsi ai Duchi Montefeltro di Urbino. 2) Valtavollo. Sembra un nome orecchiabile e per altro può essere gradito soprattutto a Mondaino perché il Tavollo nasce ufficialmente lì. Ma vediamo cos’altro potreb-

be suggerire questo nome e a chi? - Potrebbe suggerire che il suo nome deriva dal latino secondo questo probabile passaggio linguistico: Taùlus - Tabùllus - (per betacismo) Tavùllus - (infine per apofonia) Tavollo. Ma, dato che coloro che masticano roba del genere rappresentano uno zero virgola di tutta la gente, sotto questo aspetto il nome non direbbe nulla. - Il nome Valtavollo potrebbe anche suggerire che il fiume Tavollo è stato in varie epoche, compreso un breve periodo risorgimentale, un fiume di confine. Ma, poiché gli storici e gli amanti della storia, sono una infi-

del nuovo Comune che vi vedono una misera identità localistica, mentre non suggerirebbe proprio nulla di interessante dal punto di vista turistico. 3) Trecastelli di Romagna. Questo nome, al contrario degli altri, non spreca nulla del suo nome. Infatti, contiene in sé due parole che, nell’immaginario collettivo molto diffuso, provocano un impatto emotivo che attrae per queste semplici ragioni che ognuno ammetterà: “Trecastelli” sa di storia e di magia, mentre “Romagna” rimanda al sole, alla piadina, all’ospitalità. Allora, mettiamoli sulla bilancia questi nomi. Se non siete d’accordo, mandate in cestino. Se condividete, inviate ai vostri amici. Rinnovando gli auguri di buone feste. *Fondatore del Museo dei Goti di Montegridolfo

sano attorno agli occhi e sulle labbra sottili; ma soprattutto c’è il battito di un’attesa impaziente che nella pupilla diventa febbrile»3. Peccato davvero che questo artista non abbia avuto la possibilità di continuare ad esprimersi per regalarci altre opere di tale efficacia. I dipinti che ha lasciato non sono molti; alcuni usciti da Mondaino sono andati dispersi, altri, in possesso di parenti e amici, sfuggono ad una identificazione perché non firmati4. A tutt’oggi Caio Galliano Polidori è un pittore inesplorato; da studiare con attenzione. Note 1) Cfr. Manlio Masini, Mondaino tra le due guerre. 1918-1945, Panozzo editore, 1999. 2) L’Autoritratto di Caio Galliano Polidori realizzato nel 1934 è stato custodito per una sessantina d’anni dalla sorella Dina (prima nella casa paterna di Mondaino, poi in quella di Rimini ed infine ancora in paese nell’abitazione sita all’inizio della via Roma). Nel 1993, anno della morte di Dina l’autoritratto, insieme con altre piccole opere di Caio Galliano (due acquerelli e tre paesaggi ad olio) passò agli eredi e nell’ottobre del 1998 fu dato allo scrivente, figlio di Jolanda Polidori, sorella di Caio Galliano. Le condizioni del dipinto al momento della consegna si presentavano disperate: una spaccatura longitudinale lo aveva diviso in due parti; quella di destra inoltre presentava una ulteriore frattura alla base. Lungo le linee di rottura mancavano particelle di colore e il retro della tavoletta di legno era corroso dai tarli. L’accurato restauro, che ha riportato l’autoritratto al suo originario splendore, è stato eseguito dal prof. Antonio Lenzi di Ravenna. 3) Cfr. “Ariminum”, Anno VI, N. 30, Maggio / Giugno 1999. 4) Sarebbe opportuno che il comune di Mondaino si facesse carico di un censimento della produzione artistica di Caio Galliano Polidori: in paese molti possiedono sue opere.


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO CORIANO - IL TEATRO

Coriano teatro, belle serate

Concerti Sabato 23 gennaio – ore 21,15. Dre Straits Tribute. I padovani Dire Straits Over Gold presentano uno spettacolo a tutto tondo sulle musiche dei Dire Straits. Non un tributo convenzionale ma una performance musicale e video che interpreta i brani della band dei fratelli Knopfler in modo spontaneo. Comico Sabato 30 gennaio – ore 21,15. LEONARDO MANERA: “Segnali di vita”. Il popolare comico milanese, tra i senatori di Zelig e ora a Colorado, porta in teatro il nuovo spettacolo, in cui con instancabile fantasia si addentra nell’attualità indagandone le situazioni più paradossali con sottile umorismo. Favole a CorTe Domenica 31 gennaio – ore 16,30. ACCADEMIA PERDU-

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“Comune part-time non può funzionare”

- Belle serate a Cor.Te teatro. Cartellone vario e di qualità Dialettale Sabato 16 – ore 21. COMPAGNIA LA CAROVANA:“Una famejia importenta”

L'opposizione critica le scelte del sindaco Spinelli

Coriano teatro TA: “Sotto la neve. Minuetto d’inverno”. Quando la Signora Verde torna a casa dalle vacanze, si ritrova di fronte a un ospite inatteso... DegustiAmo Mercoledì 20 gennaio – ore 20,30. L’ARTE DEI SENSI A KM ZERO! Secondo appuntamento della rassegna dedicata alla conoscenza e alla promozione della produzione enogastronomica del territorio promossa da La Cantinetta della CorTe e La Greppia in collaborazione con la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini, il patrocinio del Comune di Coriano e la collaborazione e direzione artistica dei Fratelli di Taglia. Degustazione e spettacolo • 26 Info e prenotazioni: CorTe tel 0541/658667 329/9461660.

LA POLITICA - “Un Comune part-time non può funzionare”. E' la critica che l'opposizione in consiglio comunale, Alfredo Fabbro, Cristian Paolucci eFabia Tordi, muove agli ultimi atti amministrativi del sindaco Mimma Spinelli, ovvero il riassetto del personale. Continuano i tre: “Defenestrati o ridotti nelle competenze gli attuali dirigenti comunali: dal 2 gennaio arriveranno 3 nuovi responsabili di area che sostituiranno 2 precedenti dirigenti e dimezzeranno un terzo nelle sue funzioni. Sarà sicuramente un caso che l’unica dirigente che rimarrà nelle sue funzioni sarà la Responsabile dell’Area Servizi Finanziari – Responsabile del Servizio Personale, dott.sa Elena Masini”. “Continuano ad arrivare (senza nulla conoscere di Coriano) nuovi dirigenti - attacca l'opposizione - e diventano responsabili

Mimma Spinelli

operativi di settori strategici per i servizi ai cittadini. Sono arrivati già alla quarta operazione di riassetto organizzativo del personale dipendente senza mai un vero coinvolgimento. La RSU (rappresentanti sindacali) è stata solamente informata dall’Assessore al Personale Morri a decisioni già prese, denotando ancora una volta arroganza prepotenza e un’inutile autoritarismo. Atteggiamento questo tipico del Sindaco Spinelli che svilisce e mortifica la professionalità e le competenze dei dipendenti comunali. Dirigere è diverso da comandare: infatti ancora una volta il Sindaco e l’Assessore al personale dimostrano la loro incapacità non riuscendo a valorizzare e perseguire quel benessere organizzativo che, oltre a garantire la qualità dei servizi dovuti ai cittadini ga-

rantirebbe risparmi e aumenterebbe esponenzialmente il grado di produttività”. “Questa totale mancanza di considerazione da parte del Sindaco verso i dipendenti - chiude l'opposizione - sta creando un clima lavorativo talmente teso ed ostile che al saluto di fine anno non si è presentato nessuno nonostante l’invito formale del Sindaco che suonava molto di precettazione. In tutto ciò che sta accadendo l’Assessore al personale Morri: che ruolo ha? Il suo silenzio è assordante”. Con questa nuova organizzazione il nostro Comune sarà gestito un giorno sì e un giorno no. Il Sindaco e l’Assessore non si rendono conto che un Comune non può funzionare a part-time? Per assurdo, anche l’unica dirigente Masini (anch’essa a part-time), la sua assenza aggrava il buon funzionamento della macchina comunale che rimane completamente bloccata. Sarà un anno lungo il 2016 perché il Sindaco non esiterà nella costante ricerca di effetti speciali

per presentarsi nella primavera del 2017 al giudizio elettorale dei cittadini corianesi. Per il bene di Coriano e dei suoi cittadini noi ci auguriamo che i dipendenti comunali la loro parte la facciano come sempre al meglio. Non consentiremo in alcun modo che incapacità politico-amministrative di questo Sindaco e di questa Giunta vengano scaricate sulle spalle dei dipendenti. Un anno lungo dicevamo: quello che noi possiamo però promettere ai cittadini corianesi è che ci saremo, che incalzeremo costantemente questo Sindaco e questa Giunta, perché il nostro dovere è quello di verificare e controllare che il Comune funzioni bene. Noi vogliamo che le cose si facciano, che i servizi funzionino, che ci sia un percorso di crescita partecipativa per Coriano e per i suoi cittadini. Con questa nuova organizzazione della macchina comunale, i corianesi non avranno sicuramente nessun beneficio, anzi saranno sempre più allontanati dal processo di partecipazione perché il “palazzo comunale” diventerà più chiuso ed inaccessibile. Il nostro lavoro per il 2016 verso Coriano e suoi cittadini sarà più che mai attivo ai quali rivolgiamo un sentito augurio di serenità e di prosperità”.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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Nella bozza del nuovo disciplinare scompare “Colli di Rimini doc” per “Rimini doc”. E tutto questo alle spalle dei viticoltori della nostra provincia - Coriano, insieme alle altre colline del Riminese, è territorio di grandi vini. Qui ci sono alcune della cantine più importanti ed innovative della provincia. Sembra che la vinicoltura stia per essere scippata ai riminesi; non è poi così difficile secondo un eccellente esperto. Riportiamo il suo punto di vista.

- Ci riferiamo al nuovo disciplinare del vino della provincia di Rimini che nella nuova bozza proposta, non si chiamerà più “ Colli di Rimini DOC con tutte le tipologie previste, ma solo RIMINI DOC con una rivoluzione sulle denominazioni. Ci piacerebbe conoscere gli estensori del nuovo progetto e chierergli come mai si è avuta così poca trasparenza per far conoscere il lavoro ai vitivinicoltori riminesi. Non sarà per caso che il nuovo disciplinare è particolarmente funzionale alle grandi cantine e ai loro consorzi di commercializzazione dei vini in bottiglia? Entrando nel merito di quello che ci è dato conoscere, diciamo subito che evidenziare Rimini ci trova concordi, anzi molti di coloro che hanno lavorato alla prima stesura sostenevano essere una denominazione più efficace dei Colli di Rimini, ma prevalsero i campanili... Quello che ci lascia

Vinicoltura, scippata ai riminesi? Tutto questo giova agli imbottigliatori e non ai vignaioli? Giusto evidenziare Rimini. Riportare la denominazione Sangiovese

Vigneti nel Corianese

FOCUS

perplessi sono le introduzioni, negli uvaggi del Rimini Rosso DOC, di vitigni come Syrah, Petit Verdot, Grenache, Alicante, Rebo, Ancellotta (vitigno iper colorato ), ammessi in una percentuale massima del 50%. Il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Cabernet Franc con percentuali da 0 (zero) al 100%. Se proprio uno volesse potrebbe anche mettere del Sangiovese e/o Montepulciano ma sempre all’interno del 50% previsto per i nuovi vitigni. Nel Rimini Bianco DOC si propone Biancame, Trebbiano,

Viognier, Semillon, Bombino Bianco che possono concorrere all’uvaggio da 0 al 70%. Il Sangiovese (vinificato in bianco) da 0 (zero) al 100%. Inoltre, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione in Regione Emilia Romagna. Nel caso delle denominazioni in cui si fa riferimento al vitigno (Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Rebola, Biancame), sono mantenute le indicazioni del primo disciplinare ( almeno per quello che ne abbiamo cono-

scenza ). Vi sono poi due nuove denominazioni, il Verruccese (perchè non Verrucchiese? ) e la Vernaccina per le quali si prevede un grado di purezza del 90% ( il problema è quasi inesistente in quanto non esistono impianti significativi di questi vitigni). Sulla base delle indicazioni sopra riportate, è indubbio che il Rimini Rosso e il Rimini Bianco possano, non solo essere molto diversi da produttore a produttore ma con l’elasti-

cità consentita dalle nuove regole, potrebbero cambiare anche lotto per lotto e, sicuramente ogni anno in funzione delle correzioni necessarie dettate dell’andamento stagionale. Alla faccia della tipicità! Abbiamo anche qualche dubbio, anzi un “tarlo” che si chiede quante siano le aziende già in grado di avere in ambito aziendale tutti o buona parte dei vitigni citati: maliziosamente si potrebbe dire che siccome le percentuali sono da 0 ( zero) a 100 % potrebbe bastare an-

che una vite nel vigneto per giustificare la presenza del vitigno nel vino: o no! Queste sono le ragioni che ci fanno pensare che il nuovo disciplinare sia tagliato su misura peri i grandi trasformatori, che guarda caso sono anche molto vicini ai controllori. Allora avanziamo una proposta: considerando che a suo tempo il Colli di Rimini Rosso fu fatto nella impossibilità di rivendicare il Sangiovese, ora che è stato riconosciuto, cancelliamo sia il Rosso che il Bianco. Manterremmo così solo le tipologie a denominazione di vitigno, comprese le nuove. Questo semplificherà e nel contempo valorizzerà maggiormente le produzioni dei vitivinicoltori della provincia di Rimini, con una qualità dei vini superiore a quella che si vorrebbe far passare. Il Tarlo del Riminese


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