2013 - 06 | La Piazza delle Province di Rimini e Pesaro-Urbino

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 17 N.6 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 20

RIMINI - 6-7

Il Paese: i magistrati, Berlusconi e il Pd di Alessandro Roveri* - Nell’anniversario della strage di Capaci, Rai 1 ha incautamente ritrasmesso il film su Giovanni Falcone. Perché incautamente? Perché in uno dei filmati d’ epoca si sente Falcone prevedere (siamo ai primi del 1992) il buon futuro suo lavoro di procuratore nazionale antimafia, e fare assegnamento sui migliori magistrati italiani. Tra essi Falcone nomina Ilda Boccassini, che pochi giorni fa ha inflitto una pesante condanna di Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Berlusconi aveva chiesto il trasferimento del processo a Brescia, e adesso la Corte di Cassazione pubblica la sua risposta: «no» a Berlusconi, difesa della Boccassini, esclusione di qualsiasi violazione della sua imparzialità. A proposito delle visite fiscali subite da Berlusconi, la Cassazione afferma che «il semplice volontario ricovero ospedaliero dell’imputato per una infermità segnalata in sé come non grave non rappresenta un impedimento oggettivo per far slittare un’udienza». La visita fiscale era dunque giusta. La Cassazione ha definito «un’accusa infamante» quella, mossa da Berlusconi, che «colpisce un pre

Segue a pagina 12

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Casine acqua, le nuove fontanelle

Troppi venti sull'aeroporto

IL PUNTO DI VISTA

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La città turistica, vuole una viabilità sostenibile

GIUGNO 2013

Pru Ghigi, solo limature. E' scontro in consiglio MORCIANO - 61

CATTOLICA - 39

I Comuni potrebbero spendere di più Mentre il debito centrale continua a crescere, nelle periferie si tira la cinghia. Il lamento dei sindaci che potrebbero far ripartire l'economia investendo in infrastrutture e scuola

MADE IN ITALY - LA POLITICA

MISANO - CULTURA

Incontri con grandi intellettuali

Grillo sta distruggendo il M5S...

Mé a t'ho fat e mé a t'armagn

Valerio Bertuccioli L'assessore Livia Signorini con Gustavo Cecchini, direttore della biblioteca

“Vizi d'estate” di Francesco Toti

- Cinque incontri dedicati ai vizi capitali, letti e interpretati alla luce del nostro tempo. “Vizi d'estate....” a Misano è il titolo della quinta edizione della Biblioteca Illuminata rassegna nata da un’idea del Direttore Gustavo Cecchini.

- A Riccione si parla di una capacità di contrarre mutui di 10 milioni di euro, però il Patto di stabilità lo vieta. Il Comune di Cattolica potrebbe fare investimenti per alcuni milioni di euro, ma il Patto di stabilità glielo impedisce. Il Comune di Saludecio è nella stessa situazione. Addirittura avrebbe le potenzialità per accendere Pagine 2-3-4

Breve massima di saggezza Non conosco élite italiana, tranne forse quella risorgimentale, che abbia dato prova di coraggio, di lucidità e di efficienza

Giuseppe De Rita

I vizi capitali hanno accompagnato da sempre l'uomo che ha cercato di spiegarne l'origine dandone diverse interpretazioni. Secondo Cecco-Ensor - 2013

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

SS 16, il Ptcp dice no Quasi vietato il tracciato disegnato dall'Anas

San Clemente Ghigi, la rinascita Premio Villa, i vincitori San Giovanni Bilancio, debiti e servizi Coriano Pd, se ci sei batti un colpo... Montefiore Donne in scena Mondaino Musica, fucina di talenti Saludecio Beata Renzi è saludecese

SAN GIOVANNI

Notte delle Streghe Pagina 55-57

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INCHIESTA

Giugno 2013

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Avverte Cecchini, Cattolica: “Ma niente sciupii, però, come in una famiglia”

I Comuni hanno capacità di spesa ma il Patto di stabilità li stoppa

L'INCHIESTA

segue dalla prima pagina

mutui tra i 2-4 milioni di euro, ma il benedetto Patto di stabilità dice che non è possibile. San Giovanni in Marignano, nonostante il peso dei mutui (circa 20 milioni di euro) potrebbe aprire il rubinetto e far uscire un milione di euro di opere pubbliche. Invece, impossibilitato, ha dovuto rinunciare ad un contributo dagli enti superiori per la nuova scuola elementare. Quasi un'assurdità. Nelle stesse situazioni si trova anche Riccione, Misano, la Provincia di Rimini. Rimini. Insomma, se tutti gli enti locali potessero avere il disco verde una mano all'economia, quella che tutti chiamano crescita economica, potrebbe arrivare. A mettere un pilastro a questo tenere le mani in tasca mentre il Paese perde Pil (Prodotto interno lordo) sono le argomentazioni di Piero Cecchini, sindaco di Cattolica (e imprenditore) ALLEGRO MA NON TROPPO

Italia e Svezia: quello Stato indolente , quello Stato normale Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 5 giugno

- La Francia ha speso in comunicazione 30 milioni di euro nel 2012. L'Italia, attraverso l'Enit, 6 milioni di euro, quasi un sesto di meno. In assoluto, l'Italia investe 400 milioni (nei rigagnoli delle regioni); la Francia “solo” 200. Ma, come dice Roberto, un aratro con 20 trattorini non si traina; un solo grande trattore lavora la terra con più aratri.


3 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Personalmente ho sempre pensato che la “finanza” senza precisi limiti etici produce solo carta e danni e così è stato. La finanza ha un senso solo se al servizio della produzione di beni o servizi, è una delle regole classiche dell’economia, ma oggi purtroppo tutto quello che è “classico” cioè consolidato, si definisce “vecchio” e “superato” e si corre dietro ai nuovi idoli, uno dei quali è il “nuovo” che spesso genera danni irreparabili. Come si può pensare di trasformare l’attività finanziaria in “scommesse”? (Vedi i “derivati” (i famosi swap) sottoscritti anche dai Comuni. Dove avevano la testa? Non sanno leggere? Erano solo scommesse per attirare i poco preparati.) Poi è arrivata una crisi da “pessimismo diffuso e predicato per sconfiggere Berlusconi”. Si! Proprio Berlusconi. Che avrà avuto tutti i difetti di questo mondo, ma per sconfiggerlo si sono amplificate e a volte inventate un sacco di stupidaggini. La più grave è l’invenzione del termine “precario”. Precario ha un significato dispregiativo, non va bene e produce solo pessimismo e sconforto (cancellatelo anche dal vostro vocabolario). Il lavoro a tempo determinato c’è sempre stato ed ha un senso. Va regolamentato, possibilmente bene, ma non ha senso cercare di eliminarlo. Non è possibile avere sempre e solo lavoratori a tempo indeterminato. Succedeva nelle economie socialiste (comuniste) dove tutti erano dipendenti dello Stato, ma abbiamo visto quali risultati hanno prodotto.

Giugno 2013

INCHIESTA

Gianfranco Vanzini, già direttore generale dell'Aeffe. I Comuni dove avevano la testa per comprare i derivati?

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“Bisogna tornare al lavoro” Gianfranco Vanzini, presidente dell'Uunione dirigenti di azienda cattolici della provincia di Rimini

“La finanza senza limiti etici produce solo carta e danni e così è stato. Ha senso se è al servizio di beni o servizi” IL PUNTO di Gianfranco Vanzini* Al tempo di Prodi e Treu i contratti a tempo determinato si chiamavano giustamente “flessibilità” oggi si chiamano “precarietà” (anche voi purtroppo usate questo termine nel rapporto). Non va bene occorre tornare ad usare le parole giuste. Non dipingiamo tutto di brutto. Non si risolvono i problemi e si vive male e tristi. Da finanziaria la crisi è poi dilagata, aiutata anche da ragionamenti un po’ ipocriti e semplicistici. Come quello di dipingere la lotta all’evasine come il “toccasana”. Evasione. E’ una attività importantissima

e sacrosanta, da perseguire, però, con costanza e preparazione. Purtroppo se ne è abusato, è tracimata ed è diventata uno “spettacolo” e uno “spauracchio” che di fatto ha bloccato anche le residue possibilità e volontà di spesa di molte famiglie. Non ha prodotto più senso di responsabilità, ma solo paura, e con la paura non si va lontano. La lotta all’evasione deve essere una costante e non una “moda”, “totem”o un “toccasana” da sbandierare come se fosse una soluzione dai risultati immediati. Produce risultati importanti e doverosi solo se fatta bene e con costanza. E aggiungo anche con serietà, forza e senza ipocrisia. Un esempio su

tutti: se un italiano veniva scoperto alla frontiera con contante da esportare gli veniva fatta una multa pari al 5% dell’importo scoperto, ( in pratica scoprivano uno con 100.000 euro in macchina, gli facevano un multa di 5.000 e i restanti 95.000 erano a posto) vi sembra un misura “deterrente”? Intelligente? Secondo me era una presa in giro. E’ arrivato Monti e qualcosa ha fatto, sembra che la sanzione oggi sia del 30%. Meglio che niente, ma nel momento in cui Governo e Parlamento, quindi tutti, hanno approvato questo 30% era impossibile dire: “sequestriamo tutto”? Allora ci penso 3 volte, perché il rischio è alto. Ci voleva molto? I nostri moralisti dalle chiacchiere facili sanno queste cose? Se si perché non le dicono? O meglio ancora non prendono provvedimenti? Il lavoro. Cerchiamo di fare qualcosa. Primo. Facilitare in tutti i modi possibili l’incontro fra domanda di lavoro e offerta di lavoro. L’Ufficio per l’impiego deve avere come suo primo obiettivo quello di ricercare e favorire al massimo l'incontro tra domanda e offerta. Tutte le altre

incombenze e funzioni vengono dopo. Sicuramente avrà già un archivio (oggi molti direbbero “data base”, ma io, da italiano, preferisco archivio) dove raccogliere domande e offerte. Basta un normalissimo foglio di Exell. In questo archivio devono essere raccolte: a) tutte le domande di lavoro divise per categorie; B) Tutte le offerte di lavoro anch’esse divise per categorie, C) Invitare lavoratori, aziende e famiglie a rivolgersi all’ Uff. del lavoro per le loro esigenze; D) Comunicare periodicamente se ci sono offerte di lavoro inevase specificando le categorie interessate; E) Tenere monitorate la tipologia delle offerte di lavoro, in modo da indirizzare i disoccupati verso quelle occupazioni che offrono maggiori possibilità; F) Segnalare agli interessati i possibili incontri. Secondo. Anche come Caritas, forse si può fare di più su questo versante. Occorre considerare la ricerca di un posto di lavoro per un disoccupato come uno dei compiti più importanti. Da mettere al primo posto. Terzo. Il lavoro a tempo parziale (part-time) per le mamme che hanno figli piccoli. Molte lavoratrici mamme vorrebbero lavorare mezza giornata e stare l’altra mezza a casa a curare il

proprio figlio/a, ma le aziende troppo spesso non lo concedono. Cerchiamo di sensibilizzarle affinchè rispondano positivamente alle richieste delle loro dipendenti mamme. Quarto.. Accentuare la lotta contro la pubblicità del gico. E’ semplicemente vergognoso che lo Stato faccia pubblicità al Lotto – Gratta e vinci – slot machines – ecc. Quinto. Famiglie insieme. Svolge una attività importantissima e utilissima capita e aiutata da pochi. Come Caritas potreste provare chiedere, con un po’ di energia, a tutte le banche locali: Carim, Banca Popolare Valconca, tutte le BCC del territorio riminese e limitrofo, di devolvere una somma fissa ( diciamo 20.000 euro ciascuna all’anno – deducibili fiscalmente -) a favore di “Famiglie insieme” per aiutare tutte quelle famiglie che non ce fanno a tirare avanti. Famiglie insieme ha già una sua storia alle spalle e offre garanzia di serietà e concretezza. Provate a pensarci. Per ogni singola banca non rappresenterebbe un grande sforzo, Famiglie insieme avrebbe risorse certe per potere andare avanti nella sua “missione”. Sesto. Un utile e serio esame di coscienza per tutti Ci eravamo abituati tutti, anche se non tutti allo stesso modo, a chiedere… sempre a Pantalone… risorse... risorse… tutto era dovuto. Lo Stato doveva pensare a tutto. E’ vero i politici hanno sprecato molto, ma così non si poteva continuare. *Presidente Ucid della provincia di Rimini (Unione dei dirigenti cattolici)



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Giugno 2013

RIMINI

Il presidente Paolo Zaghini racconta l'Istituto storico della Resitenza

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‘La Resistenza serve ai giovani’ GLI UOMI NI - L’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini nasce nel 1971 su iniziativa dell’ANPI, di un gruppo di partigiani, di intellettuali e di insegnanti. L’Istituto è un centro di ricerca, di studio e di documentazione sulla storia contemporanea, dotato di archivio, biblioteca ed emeroteca. In questi decenni ha svolto un’intensa attività di ricerca storica, di iniziative editoriali, di mostre, di formazione didattica per insegnanti e studenti, di supporto alle istituzioni pubbliche. La ricerca storica ha spaziato dagli anni del Risorgimento a tutto il Novecento, attraverso lo studio del fascismo, del movimento antifascista e della Guerra di Liberazione, fino agli anni della ricostruzione. Ha sede presso il palazzo della Biblioteca Gambalunga di Rimini. Il suo sito, con ogni informazione sulle attività, è http://www.italiaresistenza.it/rete/insmli/isric-rimini.

Direttivo, 15 componenti

Paolo Zaghini (a destra) con Sergio Zavoli

- L’assemblea dei soci dell’Istituto per la Storia della Resistenza ha eletto alla fine di aprile il nuovo comitato direttivo per il triennio 2013-2015 composto da 15 membri più gli ex Presidenti di diritto (come previsto nello Statuto vigente). Essi sono: Alessandro Agnoletti, Davide Bagnaresi, Marcella Bondoni, Daniela Calanca, Maurizio Casadei, Patrizia Di Luca, Laura Fontana, Lidia Gualtiero, Oriana Maroni, Francesca Panozzo, Fernando Piccari, Francesco Succi, Daniele Susini, Angelo Turchini, Valerio Zanni; gli ex Presidenti: Veniero Accreman, Antonio Mazzoni, Paolo Zaghini. L’Assemblea ha inoltre eletto Sindaci Revisori Stefano Cevoli, Gilberto Grazia, Massimo Spaggiari. Il direttivo ha poi confermato presidente Paolo Zaghini e direttore Angelo Turchini; ha eletto vice-presidente Francesca Panozzo; amministratore Pio Biagini; responsabile della commissione didattica Francesco Succi.

FOCUS - Paolo Zaghini è stato appena rinominato presidente dell’Istituto è stato appena rinominato, per il triennio 2013-2015, Paolo Zaghini. Riminese, 59 anni, laureato in sociologia, direttore della Biblioteca Comunale “Battarra” di Coriano, pubblicista e ricercatore storico, autore di numerosi volumi sulla storia del riminese nel Novecento. A Lui ci siamo rivolti per conoscere meglio le attività di questo centro di ricerca storica riminese. “Il nostro Istituto è un piccolissimo centro culturale, ma con un grande nome e prestigio in Città per le attività e le iniziative che ha svolto nel corso della sua ormai lunga esistenza. Riconoscimenti ottenuti per la serietà e il rigore storico delle ricerche presentate. Voglio ricordare il lavoro prezioso svolto dai miei predecessori (Veniero Accreman, Augusto Randi, Antonio Mazzoni) per arrivare a questo risultato. Ed io spero di poter proseguire in questa direzione. Del resto mi verrebbe da dire che sono nato come apprendista ricercatore all’interno dell’Istituto, alla scuola di Stefano Pivato, Liliano Faenza, Piero Meldini, sin dalla metà degli anni ’70. E di aver contribuito negli anni a numerosi progetti di ricerca ed alla crescita del patrimonio archivistico dell’Istituto: ricordo che noi conserviamo gli archivi dei grandi partiti politici riminesi (PCI, PSI e DC), oltre che di numerose personalità politiche ed istituzionali ed in copia i fascicoli degli antifascisti riminesi. Ed infine, come a volte mi capita di dire, un pezzo dello scaffale di storia riminese del Novecento delle nostre biblioteche è stato scritto dai nostri ricercatori. Sino a che l’Istituto non ha mosso i suoi primi passi negli anni ’70 non esistevano studi, ricerche, saggi sulle vicende del fascismo e dell’antifascismo riminese”. Quali sono i progetti in corso? “Il Direttivo definirà nelle prossime settimane il piano di lavoro 2013-2015. Le nostre iniziative in questo periodo saranno dedicate soprattutto al 70° anniversario della Liberazione. Le fornisco solo

alcune anticipazioni di un intenso programma che stiamo definendo con il Comune di Rimini e la Provincia, oltre che con l’ANPI. A settembre 2014 un convegno internazionale sulla Linea Gotica, assieme agli Istituti emiliano-romagnoli e toscani, all’INSMLI e alle Università. Assieme all’ANPI la redazione di un dizionario biografico on-line degli antifascisti e dei resistenti riminesi. La redazione di un quaderno didattico per le scuole sulla resistenza a Rimini, oltre ad alcune altre pubblicazioni. L’avvio di un discorso con la famiglia Montemaggi per l’utilizzo pubbli-

“Avere memoria delle vicende passate è importante. Ci servono per imparare, ma anche per non dimenticare orrori come i campi di concentramento, le foibe, i gulag.” co della biblioteca e delle fonti archivistiche di Amedeo Montemaggi, uno dei maggiori storici delle vicende inerenti la Seconda Guerra Mondiale. Altri punti del piano di lavoro riguarderanno la valorizzazione del nostro patrimonio archivistico. Ad esempio, proseguendo la collaborazione con la Fondazione Rimini Democratica per la Sinistra, l’alle-

stimento di una mostra e la redazione di un catalogo sulle Feste dell’Unità nel Riminese. Ed ancora la redazione di un repertorio informativo sulla DC riminese. Mi piace inoltre sottolineare il lavoro, che è in corso, di raccolta e di digitalizzazione di fotografie provenienti da privati e da organizzazioni politiche riguardanti la vita politica nella seconda metà del

Novecento. Infine voglio ricordare il completamento del progetto di ricerca dedicato a Walter Ceccaroni e alla nascita della città turistica, di cui è uscito il primo volume [vedi scheda a fianco], mentre il secondo dovrà uscire a fine anno. Esso conterrà una decina di saggi di docenti universitari e ricercatori dedicati all’attività amministrativa di Ceccaroni e alla rinascita di Rimini dalle distruzioni della guerra”. Delle iniziative con le scuole cosa mi dice? “L’attività rivolta alle scuole è da sempre una nostra priorità. Sia per quanto riguarda la formazione degli insegnanti sulla didattica della storia sia per quanto riguarda le iniziative con gli studenti. In particolare da tempo partecipiamo al Progetto Memoria del Comune di Rimini, ottimamente diretto da Laura Fontana, con cui organizziamo gli eventi del Giorno della Memoria e del Giorno del Ricordo. In questi giorni stiamo lavorando per costituire una nuova Commissione didattica del nostro Istituto onde meglio organizzare la nostra presenza nelle scuole, forti anche di un recente accordo stipulato con il provveditorato scolastico regionale. Recentemente abbiamo avuto un incontro, estremamente positivo, con il dirigente scolastico provinciale. Ed infine speriamo di poter riottenere dal Ministero un insegnante “comandato” presso il nostro Istituto, come era già avvenuto anche in passato, per lo svolgimento di progetti didattici nelle scuole”. Chi vi finanzia le attività? “Abbiamo recentemente approvato il bilancio consuntivo 2012 ed il bilancio preventivo 2013. Nel 2012 abbiamo speso 17.605 euro, in parte provenienti dal Comune di Rimini (E. 900,00) e dalla Provincia (E. 5.000,00). Il resto dai Soci e da contributi da privati su progetti di ricerca. Per il 2013 il bilancio preventivo prevede spese per E. 24.500. Tutte le risorse reperite vanno a finanziare progetti di ricer-

ca. Nessuno del Direttivo per le sue attività riceve alcun compenso. Voglio inoltre qui ricordare il dono fattoci da Alberto Sughi di un suo disegno (probabilmente la sua ultima opera prima della morte) che abbiamo riprodotto in 199 copie litografiche firmate e venduto attraverso l’editore Capitani. Le entrate di questa operazione ci hanno aiutato sui bilanci 2011-2012 e 2013. Ed infine il dono fattoci pervenire da Sergio Zavoli all’inizio di quest’anno di un premio del Senato ad associazioni culturali pari ad E. 6.000. Insomma un mix di soldi pubblici e privati per finanziare la nostra attività. Sempre in un difficile equilibrio a cui anche noi soggiaciamo rispetto al drastico ridimensionamento delle risorse per le attività culturali. Problema che ogni associazione culturale ben conosce e vive giornalmente sulla propria pelle”. A chi serve la vostra attività? Mi permetto di dedicare il nostro lavoro alle giovani generazioni. Avere memoria delle vicende passate è importante. Ci servono per imparare, ma anche per non dimenticare orrori come i campi di concentramento, le foibe, i gulag. La storia può essere sempre riletta alla luce dei tempi presenti, ma revisionismi, negazionismi non sono accettabili quando distorcono, falsificano, mentiscono su vicende storiche. La storia del Novecento è già così piena di vicende drammatiche e terribili che non è pensabile, né accettabile, che qualcuno possa volutamente farlo. Eppure succede. Ed allora avere gli strumenti per capire, e penso in particolare ai giovani, è fondamentale. L’esperienza fatta in questi anni con i “testimoni” (partigiani, sopravvissuti ai campi di concentramento, esuli del confine orientale italiano) mi dice che le storie vissute in prima persona da questi protagonisti affascinano i ragazzi più di mille dotte lezioni di storia. E proprio per questo, per migliaia di giovani riminesi, sono ricordi preziosi ed importanti per la loro formazione perché nei prossimi anni questi ‘testimoni’ diretti non ci saranno più”.


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RIMINI

Giugno 2013

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Aeradria è il paradigma di un’Italia che dobbiamo, vogliamo, lasciarci alle spalle il prima possibile LETTERE

“E' terribile che non c'è un volo su Rimini” - Quello che segue è uno scambio di lettere tra un albergatore del Riminese e affezionati clienti tedeschi. E' riportato senza correzioni dell'italiano per dare forza al loro pensiero. Ciao Bruno, come state? Avete aperto adesso il vostro l'hotel? Force vogliamo venire per 5 giorni al fine maggio (31.5.5.6.). Non abbiamo piu di tempo, perché normalmente devo lavorare. Posso fare la vacanza solo durante le ferie della scuola. Abbiamo problemi con un volo e un treno. È terribile, che non c'è un volo a Rimini. A Ancona anche non c'e di Frankfurt-HAhn. Il volo a Bologna atterra a 21.30. Klaus ha paura, se quando ha ritardo, non riuciamo a prendere un treno. Abbiamo trovato un treno alle 23.10 per Rimini. Tutto è difficile, ma dobbiamo decidere quasi oggi o domani, perché il volo casta sempre un po di piu. Avete una camera per noi, nel caso che volgiamo venire? Un grande abbraccio a tutti la famiglia. Birgit

6 clienti (3 coppie) per quest’anno niente vacanze a Misano. 13 Maggio - Ciao a tutti, adesso è sicuro, che non possiamo venire. Sono triste e mi dispiace molto. Ma tutto è molto complicato e adesso Klaus non po fare vacanza a mercoledì. E a martedì non c’è un volo. Spero, che l’anno prossimo sara più facile con volare. Per una vacanza lunga possiamo andare anche con la macchina, ma per 4 o 5 giorni non è possibile. Per questo il aeroporto è chiuso? Sara sempre? È terribile. L’anni ultimi era così facile. 5 ore di casa nostra a casa vostra o appartamento. Force avete in quest anno una volta un po tempo per visitare Germania, :) noi! Abbiamo sempre un posto per voi. Vi desideriamo un bell’sessione. Telefoniamo presto. Un abbraccio e saluti a tutti. Klaus e Birgit

Troppi venti sull'aeroporto - L’aeroporto è fondamentale per l’economia della nostra riviera, va difeso allo stremo, con i denti e con le unghie. Alcune riflessioni vanno però affrontate rapidamente e seriamente. Aeradria è il paradigma di un’Italia che dobbiamo, vogliamo, lasciarci alle spalle il prima possibile. Fino a pochi anni fa, forse ahimè è vero ancora oggi, era naturale che la carriera politica di persone di spicco confluisse in società e/o aziende partecipate. Un tributo dovuto. Perché? Chi ha detto che un bravo politico è anche un bravo tecnico? Troppo spesso i due ruoli sembrano combaciare ma, come ben sappiamo, sono po-

IL FATTO

chissime le persone dotate tanto di capacità tecniche quanto di politiche eppure… nessuno si è scandalizzato quando, sul nostro territorio, il presidente di un’azienda pubblica si è nominato direttore. Quando le cose andavano bene, c’era qualcuno che si indignava quando venivano assegnati incarichi o privilegi ad amici o facevano parte del sistema? Ed ancora, perché sopravvivono tutt’oggi intoccabili in nome di micro

equilibri politici? Dov’è il bene del territorio? Dov’è il coraggio della politica? Sicuramente Massimo Masini, già sindaco di Riccione in quota Pds, presidente di Aeradria, ha agito con la copertura dell'ex presidente della Provincia Nando Fabbri, non poteva immaginare che, nel giro di pochissimi anni, il mondo in cui viviamo, la partita che stiamo giocando, è completamente un'altra. Gli enti pubblici tra crisi, spending review e patto di stabilità hanno drammaticamente perso le proprie capacità economiche, ed anche politiche. Le istituzioni del territorio hanno clamorosamente sba-

gliato a sostituirsi alle imprese economiche negli investimenti e nelle responsabilità. I nostri Enti Locali sono soci di troppe aziende ed enti. Il compito della politica è un altro: interessarsi del bene comune, avere la visione del futuro, creare connessioni, favorire gli investimenti che vanno in questa direzione, essere ente regolatore.


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Giugno 2013

RIMINI

A qualcuno giova lo sfascio dello scalo? La struttura va risanata e messa in efficienza Aeradria debiti 2011

GLI UOMINI

Guida Masini

28,8 Massimo Masini, presidente di Aeradria

- Il totale debiti verso banche nel 2011 è di 13 milioni (nel 2010 era di 12,4), quelli verso fornitori 15,8 (erano 8,3 nel 2010)

Benefici

900 La ricaduta economica indotta sull’economia locale è stata stimata da Aeradria intorno ai 900 milioni di euro.

Mettere e conservare a norma un aeroporto diventato esclusivamente civile ha costi esorbitanti, così come cercare di attrarre e mantenere compagnie aeree su Rimini, perché ha dovuto farsene carico solo il pubblico? Chi ricava maggiori ricadute dalla presenza dello scalo? Oggi, forse non tutti ne hanno la piena consapevolezza, si sta faticando perché la nostra infrastruttura sopravviva e sopravviva in mani riminesi. La

situazione è complicatissima, gli interessi in gioco sono altissimi, i poteri forti sono in strada come non le avevamo mai visti dalle nostre parti. Sono molti gli avvoltoi che aspettano la carcassa per specularci sopra. Che interesse ha il nostro territorio di un asse riminese sammarinese? Hanno forse intenzione di utilizzare la doppia dogana? Dove sono le imprese della provincia? In questa situazione il presidente della Provincia Stefa-

no Vitali va sostenuto con forza nella battaglia per la vita che sta combattendo per la nostra Rimini ma un passaggio è necessario, indispensabile: le dimissioni di Masini e del consiglio di amministarzione che guida. Non vi devono essere dubbi che le energie, la tenacia che Vitali sta spendendo a piene mani siano nella direzione della difesa del Fellini e non del suo presidente.

Masini Massimo (presidente), Mario Formica e Massimo Vannucci (vice), Sabrina Zanetti, Elisabetta Lazzari, Andrea Magnani, Enzo Fabbri, Giovanni Conti, Roberta Merlini (consiglieri). Gli emolumenti Presidente 52.912,49; Vicepresidente: 40mila e 33mila; per gli altri un gettone di 227 euroa seduta

COMPAGINE

I soci Provincia di Rimini (36,12%), Rimini holding (16,8), Camera di Commercio di Rimini (7,99), Regione Emilia Romagna (7,49), Rimini Fiera (7,41), Comune di Riccione (6,48), Palazzo dei congressi (4,2), Confindustria (2,97), Camera di Commercio di San Marino (2,97) e altri ma marginali

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STRETTAMENTE PERSONALE

Un'azienda a capitale pubblico non può chiedere il concordato - Uno dei fornitori di Aeradria deve avere 200mila euro. Dovesse ricevere una minima parte della somma (attorno al 20%) forse dovrebbe abbassare la saracinesca. Tante le imprese nella stessa situazione. Ad iniziare dalla Carim che vanta un credito di circa 8 milioni di euro. Può un'azienda a maggioranza a capitale pubblico fallire o chiedere il concordato? Ad ascoltare il codice civile può, come una delle cinque milioni di partite Iva italiane. Un'azienda pubblica ha il dovere di comportarsi da galantuomo, cioè onorare i propri impegni fino all'ultimo centesimo. Insomma, ha l'obbligo di pagare fino all'ultimo centesimo. Punto. Aeradria ha debiti per circa 30 milioni di euro; ha chiesto un concordato con i propri fornitori.

L'aeroporto al giorno d'oggi, per la prima mèta balneare italiana è ossigeno allo stato puro. Senza voli, ci possiamo scordare di portare gli stranieri sulle nostre spiagge, alle nostre fiere. Insomma, è una decadenza lenta. Dunque, deve essere tutta la comunità di Rimini, la Regione Emilia Romagna, l'Italia, a lavorare per uno scalo efficiente e ordinato nella gestione. La struttura è un volano di ricchezza. La cultura italica, purtroppo, penalizza l'efficienza pubblica. In Italia ci sono una novantina di aeroporti (ne basterebbero 20, uno ogni 200 km sull'asse nord-sud, est-ovest), ben 4 in Emilia Romagna (Bologna, Rimini, Forlì e Parma), una regione di 4 milioni di abitanti, pari ad una piccola città cinese. Inutile dire, che nessuna nazione si può permettere tali abbondanze di piccinerie.


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Giugno 2013

RIMINI - SAN MARINO CERVIA

A Cervia Il Novecento di Matteo Focaccia Eclettico architetto tra liberty e razionalismo. Curatore il riccionese Andrea Speziali

- Il seicentesco Magazzino del Sale Torre di Cervia, in provincia di Ravenna, ospiterà, dal 20 giugno all’8 luglio 2013, la mostra “Il Novecento di Matteo Focaccia: eclettico architetto tra Liberty e Razionalismo”. La mostra verrà allestita nella Sala Rubicone e rimarrà esposta tutti i giorni, dalle ore 20,30 alle 23,30. L’ingresso sarà libero e gratuito. L’iniziativa è promossa da Romagna Liberty, in collaborazione con l’Associazione Culturale Casa delle Aie Cervia ed altre associazioni culturali cervesi e con il patrocinio del Mibac, Direzione Regionale per i Beni Culturali, dalla Regione EmiliaRomagna, delle Province di Ravenna e Rimini, La Notte Rosa, del Comune di Cervia e di altri enti promozionali e culturali. La realizzazione della mostra è curata, dal punto di vista artistico ed architettoni-

Villino liberty a Milano Marittima

L'evento rientra nel progetto Italia liberty

8 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Con Vucitich, i villini in mostra ARTE

co, da Andrea Speziali, protagonista del rilancio dell’interesse in Romagna ed in ambito nazionale per il Liberty. Speziali si avvale della collaborazione di Renato Lombardi, per quanto riguarda l’aspetto storico riferito alla realtà cervese e romagnola. La mostra dà seguito alle iniziative promosse nel corso del 2012 in occasione del Centenario della di Milano Marittima (località del comune di Cervia), nata con un piano regolatore disegnato dal grande artista e pittore: Giuseppe Palanti (1881-1946), ispirato all’idea della “città giardino”. La mostra conterrà una selezione di progetti originali, di immagini d’epoca, di “villini”, di grandi alberghi di documenti grafici, legati all’espansione del turismo, dapprima residenziale, d’elite e poi via via sempre più aperto a nuove fasce

sociali di fruitori. L’architetto Matteo Focaccia (19001972) ebbe un ruolo di rilievo nell’architettura dei primi decenni del Novecento, portando un’impronta di eclettismo e di originalità legata al gusto del bello, nella fase espansiva di Milano Marittima e di Cervia e sue importanti opere si trovano in altre città della Romagna, a cominciare da Ravenna. L’iniziativa rientra all’interno di un programma più ampio di manifestazioni dedicate al “razionalismo nell’architettura” della Romagna, promosse da enti pubblici, istituzioni culturali e fondazioni bancarie, con mostre, convegni, percorsi guidati. La mostra verrà inserita anche nel grande evento che coinvolge le località costiere romagnole, denominato “La notte rosa”.

L’intenzione dell’Archivio di Stato nell’organizzare tale iniziativa che vedrà un programma di altre esposizioni, è di valorizzare i documenti conservati all’interno. - La mostra “Futurvucetich” è dedicata all’artista Mario Mirko Vucetich (Bologna 1898 – Vicenza 1975): una tra le più poliedriche figure del ‘900. Organizzata dall’Archivio di Stato Rimini è curata da Andrea Speziali, storico dell’arte, esperto sull’artista e dello stile Liberty. Si tiene a Rimini nelle sale dell’Archivio di Stato, dal 28 giugno al 28 settembre, per la ricorrenza al centenario del Teatro Sperimentale degli Indipendenti a Roma fondato da Anton Giulio Bragaglia assieme a Vucetich. L'evento rientra nel proget-

to ‘’Italia Liberty” ideato dal medesimo curatore. L’intenzione dell’Archivio di Stato nell’organizzare tale iniziativa che vedrà un programma di altre esposizioni, è di valorizzare i documenti conservati al suo interno. Tra le carte compare anche un progetto dell’architetto Alessandro Vucetich, fratello di Mirko con la villa Lampo a Riccione, progettata nel 1922 assieme a Tito e Achille Franceschi con il quale aveva uno studio a Vittorio Veneto. Achille successivamente, nel 1929 aprì La Capannina a Forte dei Marmi.

L'esposizione riminese porta alla luce diverse opere di Vucetich tra il 1915 e 1930, come la serie di 3 tavole del 1917 realizzate a Bologna ritraenti le stazioni marittime e ferroviarie con una architettu-


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Giugno 2013

RIMINI - VALMARECCHIA

All'Archivio di Stato di Rimini dal 28 giugno al 28 settembre

IL PERSONAGGIO

Mostra “Mirko Vucetich: dal Futurismo al Novecento”. Archivio di Stato di Rimini, Piazzetta San Bernardino, 1 - Tel: 0541 784474 martedì - dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 17,30 mercoledì - dalle 8 alle 14 giovedì - dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 17,30 venerdì - dalle 8 alle 14 sabato - dalle 8,30 alle 13,30

ra che ricorda lo stile di Antonio Sant’Elia. Ci saranno anche i progetti di edifici futuristi realizzati come modellini. Gli studi e le ricerche condotte in questi anni sull’artista Mirko Vucetich, attarverso le sue ville tra Riccione, Bologna e in America, raccolte nei volumi di Andrea Speziali, “Una Stagione del Liberty a Riccione” (Maggioli 2010) e ,“Romagna Liberty” (Maggioli

2012), hanno interessato talmente tanto il pubblico che per far conoscere l’artista Vucetich agli appassionati, oltre alla sua “opera più famosa, “Partita a Scacchi di Marostica”, si è realizzata una mostra significativa su questo personaggio poliedrico. Tra le tante attività: regista, attore, musicista, scenografo, scultore, decoratore, architetto, poeta e illustratore. La mostra trova la giusta collocazione nella fascinosa cornice dell’Archivio di Stato dove sono contenuti alcuni progetti dell’architetto Vucetich come il progetto e foto del villino Lampo o la villa Antolini a Riccione. Vi è organizzato un percorso espositivo composto da opere d’arte: sculture, pitture, illustrazioni e immagini fotografiche. (info: www.italialiberty.it/ mirkovucetich ) A Rimini si intende promuovere il periodo futurista di Mirko Vucetich attraverso una serie di chine e pastelli futuristi accompagnati dal Manifesto del Movimento Futurista Giuliano che fondò assieme a Sofronio Pocarini nel 1919.

Andrea Speziali (a destra) con il critico Vittorio Sgarbi

Speziali, studioso del liberty - Il ricccionese Andrea Speziali fda anni si occupa di liberty, non perché abita a pochi passi dalla villa Antolini oggetto principale dei suoi studi, ma per passione. Nel 2011 ha ideato il progetto “Romagna Liberty” del quale ha curato la mostra e il catalogo (Maggioli editore 2012); ha partecipato alla Affordable Art Fair di Amsterdam (27- 31 ottobre 2010), alla collettiva della galleria Wikiarte di Bologna (5 - 31 marzo 2011), alla 14° Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Pechino (18 - 22 agosto 2011) nel complesso del World Trade Center e alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia - Padiglione ‘’Italia” - a cura di Vittorio Sgarbi. Per Maggioli ha pubblicato, nel 2010, “Una Stagione del Liberty a Riccione” incentrata sulla figura e l’opera di Mario Mirko Vucetich.


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RIMINI

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L'artista Lorenzo Mattotti espone al FAR di Rimini fino al 16 luglio - Occasione ghiotta, direi imperdibile per chi visitasse, anche per pochi minuti, la mostra allestita alla Far di Rimini curata da Certoon Club e dedicata ad un grande disegnatore e illustratore del nostro tempo, Lorenzo Mattotti. Favole e misteri si intitola l’esposizione aperta sino al 16 luglio 2013 e la tentazione di smarrirsi all’interno del suo percorso, come nella consuetudine delle migliori fiabe, è comprensibile di fronte alle tavole e ai disegni che si dispiegano davanti agli occhi. L’universo artistico e creativo di Mattotti spazia ormai senza soluzione di continuità da svariati anni tra il fumetto, la pittura e l’illustrazione. Dal celebre Pinocchio collodiano ed i suoi personaggi ai libri e al film di D’Alò realizzato con le musiche di Lucio Dalla, ai disegni dedicati al padre della psicanalisi Sigmund Freud, alla serie intitolata Antiche Creature, l’universo di Mattotti si svela con tutte le sue ombre e fantasie. Disegni, schizzi, tavole a colori con i tratti caratteristici dell’artista, la capacità immaginifica, l’uso avvolgente del colore, la sintesi negli schizzi in bianco e nero.

Visioni oltre le favole SGUARDI D'ARTISTA

Lorenzo Mattotti

di Annamaria Bernucci Un continuo corpo a corpo con la parola scritta, l’uso dell’illustrazione come scavo, come strumento per addentrarsi nel testo, quasi scrittura di un libro parallelo. Sostenuta da una potenza immaginativa rara, l’opera di Mattotti documenta a tratti un’ispirazione notturna, dai contorni gotici, popolata da ibridi bizzarri cioè da creature che fondono assieme uomini e animali, in bilico tra sogno e realtà, il tutto trascinato da un segno intenso, carico di tenebra, esaltato anche dall’uso monocromo della china. Mattotti si presenta al pubblico schivo e riservato, ma si rivela, in ogni occasione, un grande narratore e un grandissimo interprete della letteratura, sempre trascinato da testi potenti. Elabora fiabe sino a trasformarle in nuove avventure come le tavole della serie OLTREMAI, un viaggio che

L’universo artistico e creativo di Mattotti spazia ormai senza soluzione di continuità da svariati anni tra il fumetto, la pittura e l’illustrazione. Dal celebre Pinocchio collodiano ed i suoi personaggi ai libri e al film di D’Alò realizzato con le musiche di Lucio Dalla, ai disegni dedicati al padre della psicanalisi Sigmund Freud, alla serie intitolata Antiche Creature parte da Hansel e Gretel dei fratelli Grimm per mutarsi in un’avventura onirica. Racconta Mattotti che nei suoi disegni sono spesso i colori a creare un rapporto spaziale e aggiunge “leggerezza e

profondità nel controllare le forme sono lo strumento per mantenere ritmo nella narrazione. L’artista crea spazi simbolici - come solo gli illustratori sanno fare - agendo all’interno di testi che hanno una caratura

eroica e spesso epica”. Lorenzo Mattotti oggi vive e lavora a Parigi. Nato nel 1954 a Brescia, aveva esordito alla fine degli anni 70 come autore di fumetti e nei primi anni ‘80 fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline. Ciò accadeva nella Bologna post ’77, che creava cultura per proprio conto, in un clima controverso, con creativi di spicco e inventori di strisce rivoluzionarie (Jori, Brolli, Carpinteri, Igort, Kramsky). Nel 1984 Mattotti realizza Fuochi, che, accolto come un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi internazionali. Con Incidenti, Signor Spartaco, Doctor Nefasto, L’uomo alla finestra e molti altri libri fino a Stigmate edito in Italia da Einaudi, il lavoro di Mattotti si è affermato all’insegna di una costante coerenza, ma anche nel segno eclettico di chi sceglie sempre di spe-

rimentare. Oggi è un artista notissimo, i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Pubblica su quotidiani e riviste come The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur, Corriere della Sera e Repubblica. Per la moda, ha interpretato i modelli dei più noti stilisti sulla rivista Vanity. Per l’infanzia illustra vari libri tra cui il citatissimo Pinocchio e Eugenio che vince nel ’93 il Grand Prix di Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti nell’editoria per ragazzi. Numerose le sue mostre personali, tra le quali l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al FransHals museum di Haarlem ai Musei di Porta Romana . Tra le ultime pubblicazioni: Il rumore della brina, Jekyll & Hyde per Einaudi e Angkor Carnet de voyage e I Manifesti di Mattotti edito da Nuages. Realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie ed è suo il manifesto di Cannes 2000 e i manifesti per l’Estate Romana. Ha recentemente collaborato a Eros di Wong Kar way - Soderbergh e Antonioni curando i segmenti di presentazione di ogni episodio.


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11 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

- Un altro mondo l'Australia. Non per la distanza ma per i rapporti umani. Per i rapporti di lavoro. Per come interpretano la vita. E' una delle mete dei giovani italiani; riminesi compresi. Valerio Bertuccioli è uno dei tanti. E' a Sydney. Fa il vice.manager in un bar cinese. Laurea in Lettere, buon inglese, ben inserito, arbitra là anche a buon livello. E' partito lo scorso autunno. Torna in luglio. Ecco l'eldorado nel suo racconto.

Come sono gli australiani? “Anche questa non è una domanda facile. Questo è un paese giovanissimo, dove fino agli anni 60/70 venivano discriminati i nativi. quindi l’australiano è formato da un substrato dei primi coloni inglesi, mescolato a una miriade di altre etnie: italiani e greci in particolare. Nell’ultimo periodo poi, c’è stata una fortissima immigrazione asiatica. Comunque la cultura australiana è prettamente anglosassone, senza quella “muffa” inglese e senza l’eccesivo rigore americano. Ci sono poche leggi, che tutti rispettano, non tanto per il timore della pena, quanto perché è giusto farlo! Gli australiani, come tutti gli isolani, sono un po’ diffidenti, ma dopo che dimostri loro il tuo valore e di rispettare il loro modo di vivere ti accettano e l’integrazione non è così difficile. Certo, anche qui ci sono contraddizioni. Siccome a me piace fare spesso il paragone con l’italia, gli australiani possono considerarsi acerbi (avranno quindi

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RIMINI

La terra dei canguri è considerata laa California per i giovani italiani

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Un riminese in Australia Comunque quello che colpisce è l’educazione, il rispetto e il buon'umore della gente! Se incroci uno sconosciuto sul marciapiedi lo saluti e gli sorridi, quando scendi dall’autobus ringrazi l’autista. insomma piccole cose quotidiane, che però sono fondamentali per vivere felici! tempo per maturare), ma gli italiani sono da considerare avariati (e cosa ci fai con un frutto avariato?). Comunque quello che colpisce è l’educazione, il rispetto e il buon'umore della gente! Se incroci uno sconosciuto sul marciapiedi lo saluti e gli sorridi, quando scendi dall’autobus ringrazi l’autista. Insomma piccole cose quotidiane, che però sono fondamentali per vivere felici!”. A Misano facevi politica, in Australia? “No, no! Di politica per adesso no! meglio disintossicarsi un po’! eheh! Diciamo che continuo a

Bertuccioli (a sinistra) con l'amico Pesaresi

coltivare i miei hobby, che mi aiutano anche ad integrarmi. Quindi il cinema e poi arbitro. Il lunedì sera vado ad arbitrare delle partite di calcetto per ‘beneficenza’ ad un centro sociale e durante il weekend arbitro ufficialmente per la federazione. Sono già arrivato in “premier league 1”, che sarebbe il corrispettivo della nostra serie B (anche se il livello non è paragonabile) e proprio questo sabato farò il guardalinee alla prima in classifica. Questi hobby mi fanno prendere altri soldini e mi consentono di girare anche un po’ fuori

Sydney!”. Quando torni? “Ho previsto di tornare verso il 10 luglio. Farò un po’ di ferie con gli amici e poi ho il matrimonio di un altro amico. Da oggi a quel giorno deciderò se tornare qui o tentare una soluzione più ‘umana’, perché, a parte tutto, a parte la bellissima e rilassante esperienza, c’è sempre un lato negativo in ogni cosa, e in questo caso è la lontananza dalla famiglia, gli amici e gli affetti in generale. Diciamo che però il punto fermo, per il momento, è quello di non restare in Italia!”.

Com’è la natura australiana? Come sono le città? Hai giocato a tennis sull’erba? “In effetti il tennis sull’erba mi manca... Scherzi a parte, la natura qui è padrona e selvaggia! Considera che in un paese grande come l’Europa ci sono 20 milioni di abitanti, per lo più stanziati nelle 4 città principali. Solo lo stato dove vivo io (e dove ci sono Sydney e Canberra) è grande come Germania e Francia messe assieme. Il resto è natura incontaminata. Coste scoscese, fiumi e foreste. E al cen-

tro un bel po’ di deserto... Le città sono molto vivibili. Anche Sydney, che ha più di 5 milioni di abitanti è molto tranquilla, forse anche perché fondamentalmente è un agglomerato di piccole cittadine ed è molto estesa... Ci sono attività di riminesi? “Di attività di italiani ce ne sono tante, sinceramente non ho incrociato riminesi titolari di attività, anche se sono certo che ce ne sono! A Bondi Beach c’è una piadineria (tanto per capirci una piadina costa 17 dollari), però è gestita da un bresciano! eheh!”. Ti ha regalato una piadina? E i giovani, come sono? “No! Non posso definirmi un cliente abituale! Come ti ho già detto mi sto impegnando a fare l’australiano, quindi alla piadina preferisco l’hamburger (almeno finché sarò qui). Le ragazze sono bellissime. Gli australiani hanno un vero e proprio culto per lo sport e per il benessere. Quindi la cura del corpo e della salute è massima. A qualunque ora del giorno e della notte incontri gente che corre! E poi sono socievoli e sorridenti. Una persona sorridente è già bella il doppio! E poi anche il mescolamento di razze avrà dato una mano! Comunque, ripeto, c’è una qualità notevolissima!!! Ci sono le vigne fuori Sydney? “Certo! Il vino australiano è famosissimo! Anche da questo punto di vista è un paradiso! il clima è perfetto! sempre caldo ma quasi mai caldissimo (a parte due o tre giorni quest’estate dove la massima è stata 48 gradi!!!) e piovoso il giusto!”. (seconda intervista, fine)


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l'OPINIONE

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Un nazione nella tenaglia della crisi economica. Una magistratura di valore. Un imprenditore da prescrizione. Un partito in confusione Inizia in prima pagina supposto o una precondizione irrinunciabili della professionalità e dell’ onorabilità del giudice, quali il dovere di imparzialità e l’ indipendenza di giudizio». E la Cassazione ha voluto ricordare anche le giudici civili della separazione Berlusconi–Lario, dileggiate da Berlusconi come «giudicesse femministe e comuniste». Ma la bastonata più forte contro Berlusconi sono state le motivazioni rese note dai giudici dell’appello della condanna di Berlusconi a 4 anni di carcere e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Berlusconi dice che è assurdo imputarlo di evasione di 7,3 milioni di euro, «così poco in un gruppo che invece ha sicuramente pagato tante tasse». Ma Ferrarella, l ottimo cronista giudiziario del Corriere della Sera, ricorda che la sentenza milanese «rimarca che “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” ammontano a “368 milioni di dollari, e pertanto è su questo valore che deve essere valutata la convenienza del gruppo a porre in essere le interposizioni” fittizie». «“Le quote di ammortamento indicate nelle dichiarazioni fiscali” relative al 2002 e al 2003, uniche sopravvissute alla prescrizione che dalla richiesta di giudizio del 2005 a oggi ha già divorato l’appropriazione indebita, il falso in bilancio e appunto quasi l’

Il Paese: i magistrati, Berlusconi e il Pd Resteranno alla Camera e al Senato per cinque anni, intascheranno i loro pingui stipendi e avranno modo di utilizzare le strutture del Pd per cercare di ottenere la riconferma nel loro posto ben pagato.

Alessandro Roveri

IL PUNTO DI VISTA intero ammontare della frode fiscale». Ecco a che cosa servono le prescrizioni, dietro il cui paravento si è sempre riparato Berlusconi, dichiarandosi assolto quando invece è stato prescritto. Chi scrive crede a quello che dicono i magistrati italiani, non a quello che afferma Berlusconi. Le sue potenti artiglierie (Rete 4, Canale 5, Italia 1, Rai 1, Rai 2, il Giornale, Libero, il Foglio, Panorama, Chi ecc.) hanno rimbecillito milioni di italiani, i quali credono alla cosiddetta persecuzione del povero Berlusconi e votano per lui. Chi scrive crede a Bruti Liberati, alla Boccassini, al concittadino Piergiorgio Morosini, all’amico Caselli, a Gherardo Co-

lombo, a Felice Casson, al compianto Antonino Caponnetto, che accoglieva a Ferrara per presentarlo agli studenti. La magistratura italiana è invidiata in tutto il mondo, e per quanto mi riguarda posso ben dire di avere trovato, tra gli italiani migliori di oggi, i grandi magistrati che hanno riempito le cronache giudiziarie. In un’intervista al Corriere della Sera del 13 agosto 1999, la luganese Carla Del Ponte, che due giorni prima era stata nominata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, all’unanimità, procu-

ratore capo del Tribunale penale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia e del Tribunale di Arusha (Tanzania) per gli orrori del Ruanda, la Del Ponte, dicevo, dopo aver ricordato la sua amicizia con Giovanni Falcone, non fece nomi «per non offendere nessuno dimenticandolo», ma affermò: «L’Italia ha ottimi magistrati. E dovrebbe esserne fiera. Ne ho conosciuti di eccellenti, professionisti di grande passione civile, competenza, onestà intellettuale. Trovo ingiusto che li si accusi di manipola-

zioni politiche». Dunque Berlusconi è un grande evasore fiscale, che piace ai tanti evasori fiscali che votano per lui. Crede dunque, chi scrive, ai giudici milanesi Alessandra Galli e al relatore Enrico Scarlini. Berlusconi aveva creato il “comparto B”, una galassia di società estere, una vera cassaforte a disposizione di Fininvest e di Mediaset. Da oltre venti anni Berlusconi è un gigantesco evasore fiscale. Ferrarella ha riferito questo giudizio dei magistrati milanesi: «Con una strategia originata in anni in cui Silvio Berlusconi era incontestabilmente il gestore diretto di tutte le attività, e più precisamente il suo fondatore e dominus, con l’aiuto dell’avvocato Mills ha costituito una galassia di società estere, alcune delle quali occulte, che occulte dovevano restare, tanto da corrompere la Guardia di Finanza che rischiava di scoprirle. Anche perché parte di tali fondi era utilizzata per scopi illeciti: dal finanziamento occulto di uomini politici alla corruzione di inquirenti, dalla corresponsione di somme a testi reticenti alla elusione della normativa italiana». Veniamo adesso a sapere che ad essere condan-

nato fu Salvatore Sciascia, mentre Berlusconi veniva assolto per prescrizione dai «finanziamenti illeciti in favore di Bettino Craxi da parte di Fininvest, tramite la Società All Iberian». Sul Corriere della Sera del 24 maggio 2013 ha pubblicato una vignetta di Giannelli intitolata Un leader specchiato. Vi si vede un Berlusconi davanti allo specchio, che ha alle spalle il maggiordomo Angelino, che dice: «Ricordati Angelino: i fondi per la crescita si trovano con il recupero dalla evasione fiscale». Intanto il povero Enrico Letta sta facendo il possibile per contrastare la disoccupazione giovanile. Ma il suo partito non c’è più. Comanda Berlusconi. Epifani cerca di salvare quanto, dopo il tradimento dei 101 elettori del Quirinale, resta del Pd, ma la confusione è al massimo, e non si sa ancora quando avrà luogo il congresso del Pd (perché non farlo subito?). E’ evidente che Berlusconi vuole cambiare la legge elettorale porcellum solo in modo da far sì che nessuno raggiunga il 40% dei voti necessario al premio di maggioranza, così da rendere eterne le larghe intese che hanno dato vita al governo Letta, il governo della «pacificazione» destinata a far dimenticare il vecchio conflitto tra Pd e Pdl. Finirebbe per sempre il bicameralismo, e Grillo trionferebbe. E’ questo che vogliono coloro che dirigono il Pd?

*Libero docente all'Università di Roma


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Giugno 2013

I GRANDI ROMAGNOLI

Pietro Nenni (l'altro romagnolo) La scorsa puntata della serie ‘Grandi Romagnoli & Grandi Romagnole’ si concludeva annunciando la continuazione dell’avventurosa storia di Elena Bardotti Bugli, la donna che per prima scoprì il seno. La straordinaria attenzione ed interesse suscitati ci ha indotto a tirarla ‘fuori serie’, con narrazione autonoma, di dimensioni ed ampiezza che si definiranno man mano. I ‘Grandi Romagnoli’ proseguono quindi regolarmente con Pietro Nenni. - Il destino, in quel millenovecentoundici in cui si avvicinava la fine di un mondo, fece entrare assieme in una cella due ‘ragazzi’ romagnoli, un socialista di Predappio ed un repubblicano di Faenza, figli di fabbro ed inserviente, che protestavano contro la guerra italo-turca. Poi chiuse gli occhi dicendo: “Uno di voi due per vent’anni guiderà l’Italia, l’altro lo avverserà” ed indicò alla cieca. Quello sbagliato. Fu in quel carcere che Benito Mussolini e Pietro Nenni divennero amici, già un po’ lo erano. L’ex socialista disposto a tutto prese il potere, il repubblicano si fece socialista quando il partito, nel ’21, subiva la scissione comunista di Livorno. Ne fu alla guida, a più riprese, per ben ventotto anni. I due divennero, poi, naturalmente nemici, anche se in qualche modo il fil rouge non s’interruppe mai del tutto. Il Duce ne chiedeva notizie, lo tutelava dai suoi propri sgherri, ne scriveva un po’ nostalgico con la corda sentimentale degli autocrati che gli aedi fan passare per la parte migliore, e ne è la peggiore.

Grandi romagnoli 6. Padri, fratelli, amici (e madri, sorelle, amiche)

Pietro Nenni

PERSONE di Gabriele Paci L’altro quando Vittoria, l’ultima figlia non ancora trentenne, finì nelle mani dei nazisti, fu tentato di chiedergli aiuto. Mussolini sarebbe stato disposto a darglielo, forse glielo propose anche. Nenni non fece nulla. A fine maggio ’45 la conferma della morte ad Auschwitz. Si arrovellò tutta la vita sulla legittimità di un privilegio personale, interrogandosi anche pubblicamente su cosa sarebbe stato bene fare. “Oh gran bontà dei cavalieri antiqui”, nei drammi privati intrecciati a quelli universali, nelle scelte fatte, nei dilemmi morali, nel coraggio e dignità. In lui come in Sandro Pertini che lungamente interruppe i rapporti con l’amatissima madre avendo osato chiederne la liberazione al Capo del Fascismo. Nei tanti, sconosciuti, che possiamo comprendere leggendo le ‘Lettere dei condannati a morte della Resistenza’. Giuste o sbagliate fossero le decisioni prese, nei valori che le sottintendevano sta la diversità dall’oggi. Altri uomini, altri tempi. E migliori. In fondo quella fu la vera cifra di Nenni il quale, come l’amico Angelo Rizzoli che partendo dall’orfanotrofio aveva creato la poderosa Editrice, fu gran ‘autodidatta’ in tutto. Volitivo, testardo, sincretico, anche, in buonafede, pasticcione. ‘L’altro romagnolo’, altro rispetto a quello di cui per

decenni venne enfatizzata ogni pataccata, era comunque l’espressione più lineare di classi disagiate che cercavano un riscatto non solo personale. Quando nasce, il 9 febbraio del 1981, la famiglia è al servizio dei conti Ginnasi. Rimane orfano del padre Giuseppe a soli cinque anni, la contessa vuol farne un prete ma dall’orfanotrofio lo cacciano perché, dopo il regicidio di Umberto I, scrive sui muri ‘Viva Bresci’. Non fa il prete e fa poco anche l’operaio: qualche mese in una fabbrica di ceramiche a diciassette anni, poi partecipa ad uno sciopero di agrari e lo cacciano anche da lì. Così si dà al giornalismo, che come sosteneva il conterraneo Missiroli “è sempre meglio che lavorare”. Collabora con tante testate, a Lotta di classe ritrova come Direttore il compagno di cella che sarà anche alla guida del quotidiano socialista, poi nel ’23 tocca a Nenni andare a dirigere l’Avanti!. Cui porta in dote la sua duttilità e volontà unitaria, preziose in una sinistra

sempre lacerata dalle divisioni. Era stato repubblicano, appunto. Amico degli anarchici: nel giugno ’14 tenne assieme ad Errico Malatesta, in Ancona, il comizio antimilitarista in cui la polizia uccise tre partecipanti facendo partire gli scioperi della settimana rossa. Socialista autonomista. Anche vicino ai liberalsocialisti, visti a sinistra con una certa diffidenza: nel ’26 dà vita al quotidiano Quarto Stato assieme a Carlo Rosselli. Per il Regime è la goccia che fa traboccare il vaso ed è costretto all’esilio in Francia. Dove, coerentemente, si adopera per l’unità degli antifascisti e la riunificazione dei socialisti. Dal ‘31 al ’45 ne è Segretario, e lo sarà poi per altri quattordici anni nel dopoguerra. E’ un tourbillon di eventi. Guerra antifranchista in Spagna col Battaglione Garibaldi e legame col mitico Comandante Buenaventura Durruti, rientro in Francia nel ’39 dopo la caduta di Barcellona, spostamento nei Pirenei per l’occupazione tedesca, arresto ed estradi-

zione in Italia nel ’43, confino a Ponza con Pertini, direzione delle resistenza romana dal Laterano, dove la Chiesa lo nasconde. E’ un vero mito: in terre di fantasiosi battesimi succede anche che si venga chiamati ‘Pietroneno’, come per il riminese Pietroneno Capitani, oggi alla guida dell’omonimo gruppo editoriale. Al Governo, Nenni entra per la prima volta nel giugno del ’45, Vice Presidente del Consiglio e Ministro senza portafoglio con Parri, e poi, dall’ottobre ’46 al gennaio ’47, Ministro degli Esteri di De Gasperi. Sceglie il frontismo, subisce la scissione saragattiana, perde rovinosamente assieme ai comunisti le elezioni del ’48, nel 1951 accetta il ‘Premio Stalin per la Pace’ e a Mosca incontra il ‘Piccolo Padre’. Lo restituisce dopo i fatti d’Ungheria, ma già aveva ammonito che “senza democrazia e libertà tutto si avvilisce, tutto si corrompe, anche le istituzioni sorte dalle rivoluzioni proletarie, il fine essendo la liberazione dell’uomo da ogni forma di oppressione e sfruttamento” (Mondoperaio 1955). Per l’epoca, non una banalità. Lavora per far rientrare i socialisti al Governo con la Dc, ma quando negli anni ’60 finalmente arrivano nella ‘stanza dei bottoni’, non trovano i bottoni. Deve arrabattarsi tra scissioni, riunificazioni e riscissioni, compagni scalpitanti, democristiani filogolpisti o che si fingevano tali per ammorbidire la sinistra. E’ vicepresidente del Consiglio nel primo, secondo e terzo Governo Moro, torna agli Esteri brevemente con Rumor, dal dicembre ’68 all’agosto successivo.

Poi, a fine ’70, l’amiconemico Saragat, divenuto nel frattempo Capo dello Stato (anche lui fu più volte candidato, senza esito), lo nomina senatore a vita. Ma siamo ormai alla lunga fase finale, anni difficili di sconfitte non solo elettorali, di strategia della tensione, di terrorismo. Anche di emarginazione politica. Aveva definito il suo socialismo ‘autonomista’, forse era solo il nome della sua personale, nobile autonomia di romagnolo bastiancontrario, estremista ma con giudizio e realismo. “Attenti ad epurare” diceva, “c’è sempre qualcuno più puro che ti epura”, curiosamente sintonico all’ammonimento maoista “Attenti a tagliar teste, non ricrescono come i cavoli”. La sua cifra personale sta però soprattutto in quel “la politica si fa con qualche sentimento e nessun risentimento”. Forse l’originale era “senza sentimenti e senza risentimenti”, ma a noi piace più così. Con il primo gennaio del millenovecentoottanta sboccia l’anno nuovo ed il nuovo decennio. Il suo ultimo allievo, Bettino Craxi, è Segretario del PSI da tre anni e mezzo, altrettanti ed arriverà alla guida del Governo. E poi… Nenni ha già visto abbastanza, e quel giorno, con tutta la sua passione e discrezione, prende commiato. Prossimo numero 7. Benigno Zaccagnini, la saga dell’‘onesto Zac’ Puntate precedenti 1. Indro Montanelli 2. Mario Missiroli 3. Sergio Zavoli 4. Pietro (e Marco) Arpesella 5. Elena Bardotti Bugli Numeri successivi 8. Alessandro Paci, mio nonno



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15 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

- I derivati finanziari si sono largamente diffusi nelle finanze delle amministrazioni pubbliche e delle società private anche quelle che hanno azionariato pubblico, ma il loro uso non è stato generalmente supportato da adeguata consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti. Non è ancora disponibile uno studio sul complessivo portafoglio dei derivati negli enti territoriali con un calcolo del loro valore corrente e della posizione di rischio ad esempio rispetto variazioni di tassi. E tale ignoranza tecnica persiste, nonostante si siamo succedute ben tre indagini parlamentari conoscitive nel 2005, 2007 e nel 2009 ancora oggi non esiste un dato univoco – e verificabile – sul valore dei contratti derivati finanziari sottoscritti dagli enti territoriali italiani (Comuni, Regioni, Provincie e Stato). La finanza derivata, con la produzione di derivati finanziari, è da ritenersi un fenomeno di impatto epocale e che occorre urgentemente contestualizzare nell’attuale crisi mondiale che è iniziata come crisi finanziarie e sta procedendo come grave crisi economica. Quanti e quali sono i contratti di finanza derivata che

Giugno 2013

ECONOMIA

Molti Comuni della provincia di Rimini hanno in pancia gli swap

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Progetto trasparenza sui derivati finanziari sottoscritti dagli enti locali

IL PUNTO

di Alfonso Scarano* sono stati stipulati dagli Enti Locali Italiani con le controparti bancarie sia italiane che estere? Quali implicazioni di rischio e di possibili effetti economici e finanziari possono avere? Tali domande rimangono inevase con grave rischio per la collettività se non si ha la possibilità di una valutazione specifica ed anche complessiva del portafoglio globale di tali contratti. Non pare opportuno nè sag-

Cattolica è uno dei Comuni con in pancia più derivati. Ha aperto un contenzioso e interrotto i pagamenti

gio che gli amministratori pubblici non si sforzino o non siano sollecitati a dare utile trasparenza ai cittadini su risposte in merito al valore corrente e dunque su risposte di valutazione quantitativa ed analisi sul rischio potenziale della fluttuazione dei tassi di interesse, associato a questi contratti, fluttuazioni che ondeggiano anche in relazionne ai

rialzi o ribassi dei mercati. Per tale ragione AssoTAG e Federconsumatori promuovono il PROGETTO TRASPARENZA SUI DERIVATI FINANZIARI SOTTOSCRITTI DAGLI ENTI TERRITORIALI. Preme precisare che tale progetto ha l’obiettivo di valutare ed analizzare lo stato corrente dei derivati sottoscritti a

Non è ancora disponibile uno studio sul complessivo portafoglio dei derivati negli enti territoriali con un calcolo del loro valore corrente e della posizione di rischio ad esempio rispetto variazioni di tassi livello di Singolo Ente, Regione e Stato. Il progetto non ha l’ambizione di ricostruire e valutare tutti i contratti derivati stipulati da ogni singolo Ente, non intende stimare i cd. “costi impliciti” sostenuti dagli Enti Locali nella sottoscrizione dei contratti e non intende esprimere alcuna valutazione qualitativa sulla opportunità o meno di sottoscrivere i contratti esaminati da parte degli

Gianfranco Vanzini, presidente dell'Uunione dirigenti di azienda cattolici della provincia di Rimini

Enti Locali. Qualsiasi obiettivo finalizzato a sollevare ragioni per possibili contenziosi tra Enti Locali e Banche è estraneo agli scopi di questo progetto. Obiettivo fondamentale è quello di fornire una fotografia credibile, verificabile ed immediatamente aggiornabile del valore dei contratti stipulati dagli Enti Locali Italiani e del rischio loro connesso e di mettere i dati elaborati a disposizione della collettività e delle autorità interessate. La partecipazione al progetto trasparenza è volontaria ed a titolo gratuito. E’ un atto di solidarità e responsabilità civile. *Analista finanziario indipendente. Spesso intervistato dalla Gabanelli. Milanese con casa a San Clemente


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ECONOMIA

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E' la parola d'ordine del creativo morcianese mutuato da Arrigo Cipriani. I suoi negozi e marchi calpestati da milioni di persone

IL PROFILO

- “Se servire gli altri pesa, cambia mestiere”. E' la parola d'ordine di Arrigo Cipriani, forse il mitico titolare dell'Harry's Bar non è il più blasonato oste del mondo, ma il più noto. E' stata fatta propria da Giovanni Cenni, il creativo (sforna marchi e soluzioni d'arredo) morcianese residente a Riccione, e bottega con vista mozzafiato sul porto di Cattolica: un triangolo al piano terra sulla mura Majani, con vetrate-parete su due lati. Compresa quella irracontabile che incornicia il mare. Uno sguardo che riconcilia col creato. Quarantonove anni, un figlio di 19 mesi (Giovanni Maria, in onore del nonno e della nonna), in questo momento sta lavorando a ville e negozi. A giugno, apre in viale Dante a Riccione, la prima gelateria del format “Bio Bio” della Moca. Racconta: “La sua forza è la bontà del gelato, ma anche il locale ha un suo fascino. C'è anche l'intervento dell'artista siciliano Angelo Borgese”. Se il figlio è il “bravo” più bello che ha ricevuto, le sue passioni le ha trasformate in lavoro: la fotografia, l'arte e la ristorazione. I suoi loghi, i suoi locali, i suoi negozi sono visti e calpestati da milioni di persone l'anno. Ha messo la propria “firma” nei luoghi più ardui del mondo e di cui essere giustamente orgogliosi. Insomma, dai campetti sterrati di Morciano alla piazza Rossa di Mosca, a via della Spiga, passando per Seoul in Corea,

Cenni: “Se ti pesa servire gli altri, cambia mestiere” Progettato le boutique Iceberg nel mondo. Creato marchi per multinazionali, come “Paris Croissant”, Pasta Mancini

Parigi, Londra, Dubai, Ryad. Cenni ha prodotto idee per multinazionali e progettato ambienti per firme della moda, della ristorazione, dell'alimentazione. E' suo il logo “Paris Croissant” di un gigante coreano che fattura miliardi di euro attraverso migliaia di rivendite di pane e biscotti, E' sempre suo il logo della marchigiana Pasta Mancini, comprensivo dello slogan: “Dal nostro grano, la vostra pasta” (sottintendendo che la materia prima si fa solo col grano delle proprie terre). Non meno incisivo e autentico lo slogan del caseificio Lau & Spada di Sassocorvaro: “Pastori per sempre”. Quella della terra, è un'osses-

Giovanni Cenni, istantanea del marignanese Luca Rossetti

sione per Cenni. Alle spalle la frequentazione di architettura e dell'istituto d'arte e restauro di Palazzo Spinelli a Firenze, afferma: “Attingo le mie idee alla cultura del nostro territorio, ai colori della natura, alle conoscenze del passato. E' impossibile sfornare qualcosa di solido e innovativo se non si conosce che cosa ha prodotto il meglio dell'umanità nei secoli addietro. A questo va aggiunto, il lavoro e il mettere a fuoco l'idea attraverso il confronto col committente. Il fine ultimo è

che possa funzionare commercialmente”. Da anni, Cenni è l'uomo dei negozi Iceberg. E' suo quello di viale Ceccarini ed i 20 negozi che il marchio cattolichino ha aperto in Cina nel 2011. Con le sue proposte ha arato in lungo ed in largo il mondo. Ha lavorato per un colosso russo dal nome non italiano, italianissimo, il “Bosco dei ciliegi”. Ovvero, quando la cultura italica affascina solo col suono. E serve ai commerci

degli altri. A proposito di commerci. Cenni ha creato il marchio e format per i norvegesi “Lola & Co.”, un fast food di alto livello dove si vendono prodotti italiani. La vena “creativa” l'ha portata nelle sfilate milanesi (42 con Icebrg), a Pitti Uomo a Firenze: sempre Iceberg, Les Copains, Siviglia. Tra i lavori più sfiziosi e prestigiosi: lo stand Sassicaia per il marchese Incisa della Rocchetta a Vinitaly, Verona.

Cenni è anche il creativo della morcianese Moca, leader per prodotti e macchinari per forni, pasticcerie e gelaterie. Sono suoi gli stand del Sigep, la più importante fiera del gelato che si tiene a Rimini in gennaio. Per la Moca quest'anno ha ricreato le storiche botteghe di Morciano in un immaginario quartiere di Brooklyn. A chi gli chiede le ragioni, risponde: “In questa crisi economica per andare avanti, bisogna ritornare indietro. Ricominciare da zero. Cioè, ritornare alla bottega ma con uno spirito nuovo. Morciano sarebbe uno spazio commerciale di fascino altissimo, partendo dal dipingere le insegne sui vecchi fascioni tra il piano terra e il primo piano ed un piano colore unico. Poi, sorrisi e prodotti”. L'altra passione di Cenni è la ristorazione. Dall'86 al '98, è stato il mattatore del “Makkaroni” a Riccione. La forza: aperto dalle 8 di sera alle otto del mattino; poi accoglienza e servizio. Da cinque anni, insieme a Sauro Bianchetti (titolare del marchio Siviglia), gestiscono il “Circolino del Molo” a Casteldimezzo.


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ECONOMIA

Due aziende leader provinciali nella gestione della club house. “Farne un polo provinciale”

Riviera Golf Club, si va a ricominciare - Rilanciare la Club House di quel gioiellino che è il Riviera Golf Club di San Giovanni in Marignano, un investimento di circa 20 milioni di euro non ancora messo a frutto. Anzi. Dal primo giugno, la nuova gestione è del tandem Moca-Pascucci, due delle imprese più dinamiche e innovative di queste terre. La prima si occupa di ingredienti e tecnologia per forni, pasticcerie e gelaterie; la seconda di caffè. Bar, ristorazione, albergo (32 suite), centro benessere, piscina (di 90 metri con ponticello), questa è la Club House. Dicono i neo-gestori: “Il nostro intento è farne un polo di livello assoluto, sia per gli appassionati dello sport, sia del benessere, sia per gli amanti dell'eno-gastronomia. O semplicemente, per coloro i quali intendono la bellezza come espressione dell'intelligenza dei luoghi. Abbiamo in programma una giornata porte aperte in giugno in cui chiunque può venire a visitarci. Il nostro obiettivo è: creare ricchezza per San Giovanni in Marignano e per la comunità”. Quattrocento soci (300 per il golf), 7.500 presenze sulle 18 buche (più 9 di campo pratica) nel 2012, 100 gare l'anno, i nuo-

- Firma e codice fiscale per dare una mano concreta al volontariato di piccole e grandi associazioni del territorio. Troppo spesso si dimentica l'opera di persone e organizzazioni locali verso i bisogni degli altri. Il 5 per mille a favore del volontariato permette di dare una lavata di spugna a questo vuoto di memoria. Nella provincia di Rimini, sono molte le associazioni iscritte ai registri provinciali che hanno sviluppato l'iter di partecipazione ai benefici previsti dal decreto. E che quindi possono rientrare tra le organizzazioni che sfruttano questo importante strumento di democrazia fiscale. Prima di tutto si deve identificare la casella nella denuncia dei redditi dedicata al volontariato. Sarˆ necessario conoscere il codice fiscale dell'associazione prescelta: quindi è bene, se si vuole premiare una realtà della nostra quotidianità, informarsi prima della compilazione del documento. Per facilitare tale compito

I NUMERI

Cucina tradizionale rivisitata, nuova vita al centro benessere e al settore sport (piscina, campi da tennis)

Investimento da 20 milioni - I soci del Riviera Golf Club hanno investito circa 20 milioni di euro. Andiamo a vedere un po' di numeri. Inaugurazione: febbraio 2004 Ettari: 80 Buche: 18 Presenze golf: 7.500 Eventi golfistici: 100 l'anno Dipendenti: circa 60 Servizi: piscina (90 metri), 32 camere, centro benessere, area sportiva.

IL FATTO

vi gestori metteranno mano all'accoglienza, alla cucina, al centro benessere e all'area sportiva. Eno-gastronomia La cucina dello chef Maurizio seguirà il territorio, la tipicità, la tradizione. “Vogliamo essere una vetrina dei nostri prodotti sia eno-gastronomici, sia dell'artigianato. Chi viene in Romagna deve trovare la tagliatella giusta, magari la lasagna rivisitata, esaltate da un sano bicchiere di Sangiovese delle cantine della nostra provincia. Il pesce è quello dell'Adriatico. Con la qualità al giusto rapporto col prezzo”. “Inoltre - continua il nuovo tandem - sulla piscina apriremo

Parte dello staff sul ponticello della piscina

un chiosco informale con piadina e panini. Si chiamerà ‘Murcen e panen’, un format da esportare altrove”. Spa (Salus per aquam) Nuovi progetti per il centro benessere. Sarà allestita una palestra in accordo con la Technogym. Invece, Lakshmi e Rvb Diego Della Palma sono le aziende partner per i prodotti bio per il corpo ed i trattamenti estetici. Lo sport Eddy Miron è stato tra i primi 50 giocatori di tennis under

14 al mondo; era alla corte di quel mago della racchetta e del marketing, Nick Bollettieri, in Florida. Un brutto infortunio alla schiena gli precluse palcoscenici da sogno. E' il responsabile dell'area sportiva del Riviera Golf Club. Racconta: “Alla spa, alla piscina ed al green, vogliamo affiancare 5-6 campi da tennis in terra rossa, più alcuni sul veloce. Tutto dipenderà dai permessi”. Tra gli sponsor tecnici del tennis anche la blasonata Wilson. Corsi

Il Riviera Golf Club ha l'ambizione di diventare un polo per i corsi e meeting delle aziende del territorio. Ad esempio, vi si terranno i corsi teorici della Moca (intaglio, allestimenti della tavola, eccetera). Prosecuzione della spa, sarà un percorso di sana cucina con un nutrizionista. Insomma, mente sana, in un corpo sano, tanto per citare i Romani poiché si parla di spa, uno dei loro lasciti culturali. Insomma, nelle intenzioni della proprietà e del binomio Moca-Pascucci c'è la volontà di

fare del Riviera Golf Club un volano per l'economia non solo turistica della provincia di Rimini. Golf Club. Storia Un'avventura la costruzione; un golf club è una scommessa ad alto rischio. Investimenti cospicui effettuati da alcuni dei maggiori imprenditori della provincia, alla sua progettazione sono stati chiamati tecnici e professionisti di prim'ordine: dalla Club House, al verde (firmato Antonio Perazzi) fino, naturalmente, al campo da golf.

Aiutiamo i nostri volontari “5 per mille” firma e codice fiscale per dare una mano alle associazioni locali si pu˜ telefonare allo 0541 709888, numero del Csv Ð Volontarimini, dove un operatore fornirà i contatti relativi all'associazione scelta nella provincia riminese. Le notizie del volontariato TORNEO BURRACO 9 GIUGNO Domenica 9 giugno si terrà il Torneo di Burraco x RiminiAil. Ben 120 giocatori si ritroveranno attorno ai tavoli da gioco per passare un pomeriggio all’insegna del divertimento e della solidarietà. Inizio torneo alle 16 e premiazioni alle 20. Con arbitro e regolamento Fitab,

tanti premi per le coppie vincitrici e per vari giocatori piazzati. Buffet, piacevole senso di sfida e solidarietà per tutti. Per informazioni e iscrizioni Francesco 339 3968022 – Paola 328 8078784 e RiminiAil tel. 0541 705058 - riminiail@libero.it BORSA DI STUDIO CONTRO IL RAZZISMO Il Centro Unesco di Torino, in collaborazione con Juventus Football Club, ha indetto un Bando che prevede l’assegnazione di due borse di studio,

finanziate dal Club calcistico, dell’importo di 5.000 euro, di cui una a un/una giovane tra i 18 e i 25 anni di nazionalità italiana o non, residente in Italia, che abbia compiuto azioni significative a favore dell’integrazione e contro il razzismo. Le candidature devono essere inviate entro il 30 ottobre 2013 al Centro Unesco di Torino. Il bando è scaricabile su www.volontarimini.it - Informazioni: Centro Unesco di Torino: tel. 011 6936425 info@centrounesco.to.it -

“I VENERDÌ DI LUCIE” Con la riapertura di Villa del Bianco e le esperienze legate a Rimini Autismo, sarà riproposto il progetto “I Venerdì di Lucie” in programma a luglio e agosto 2013. Ci sono 3/4 posti (per ragazzi e ragazze dai 15 anni in su) disponibili a vivere una giornata (dalle 9,30 alle 15,30 circa) insieme ai ragazzi con autismo e ai loro educatori. È una collaborazione per giovani e volontari. Informazioni su www.volontarimini.it (notizie

volontarimini@volontarimini.it

locali). Contatti: 333 6692303 - Centro Estivo in Villa 340 8811321 info@hotelamati.com CONCORSO SPOT OF RED: TRA CREATIVITÀ E SOLIDARIETÀ Spot of Red è un concorso promosso dall’Avis aperto a tutti, donatori e non, di qualsiasi età e di qualsiasi provenienza geografica, per realizzare un video che promuove la donazione del sangue. Sono due le categorie previste dal concorso: Web video o TV Spot. Unica la data di scadenza: 15 luglio 2013. Tutte le informazioni utili su www.volontarimini.it - sezione bandi sotto la sigla “notizie” nella colonna a destra della pagina.


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RICCIONE

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Invitato a presentare il suo libro da Block 60. Indimenticabile serata

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

Giugno 2013

degli Scrondi

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Don Andrea Gallo a Riccione - Don Andrea Gallo (scomparso lo scorso 22 maggio dopo una lunga malattia a 84 anni) l'estate di tre anni fa fu ospite di Riccione, invitato a presentare l'ultimo libro da Block 60 (Oscar Delbianco-Ilio Pulici). Ad ascoltarlo sotto la tensostruttura di villa Mussolini centinaia di persone in silenzio; con i libri andati a ruba. Serata indimenticabile quella con don Gallo, il prete di strada di Genova che amava i poveri e veniva cercato dai ricchi, sceicchi compresi. Amava la vita. Amava il creato. Amava gli ultimi. Chi scrive doveva porgli le domande; non ce ne fu bisogno. Non appena apriva bocca, don Gallo lo fermava trattenendolo per l'avambraccio e continuava in un assolo degno del miglior attore. Faceva cadere i fogli con la sua scaletta, che tirava su uno per uno con disincatata perizia. Tenne la conferenza sempre in piedi; con una forza ed un rispetto unico. Narrò storie di vera e autentica umanità. Dopo la chiusura, si trattenne ancora a rispondere e salutare. Finito, declinò la taglietella; ripartì per Genova col fidato autista. Che la terra gli sia lieve.

N.I.S. - Leggiamo: “Bianchini (presidente albergatori): ‘Dal 2014 gli albergatori saranno in Consiglio comunale’”. La lista elettorale si chiamerà N.I.S.? (No Imposta di soggiorno)...

Tares - Leggiamo: “Comune: rifiuti, operazione Tares in tre mosse”. 1) Prima rata. 2) Seconda rata. 3) Terza rata?... Alcol - Leggiamo: “Intesa con i locali del Marano: niente alcol dopo le 3. Multe salate a chi sgarra”. Fino alle 2,59 si potrà bere alcolici senza ritegno?...

Hera 1 (inceneritore) - Leggiamo: “Inceneritore, fumi rosa a Raibano, Pironi è nero”. E i residenti sono verdi di bile...

Hera 2 (rifiuti) - Leggiamo: “Rifiuti e strade sporche, il Comune scarica Hera”. Pironi sempre più nero... Lumachine - Leggiamo: “Grande successo per la ‘Sagra del lumachino’ a Fontanelle”. Riccione, la ‘lumachina’ dell’Adriatico... Pd - Leggiamo: “Mauro Villa (capogruppo consigliare Pd) striglia Emma Petiti (deputato Pd): ‘Il partito provinciale ci ha sempre sbattuto la porta in faccia’”. Il Pd non è bello se non è litigarello... Furbetti - Leggiamo: “I furbetti della Tarsu, stanati 16 evasori totali e recuperati 160mila euro”. Bravo Comune! E che serva da esempio...

Sanzioni - Leggiamo: “Tassa di soggiorno, multe a chi non incassa. Sanzioni agli albergatori fino a 500 euro”. Le minacce servono se ci saranno i controlli...

Il film - Leggiamo: “Un mito sul grande schermo: un film racconta Riccione”. Mitomania?... Salasso parcheggi - Leggiamo: “Lungomare, parcheggiare è un salasso. Operatori in rivolta: aumenti del 180%”. Sarà l’estate della bicicletta... Turismo - Leggiamo: “In vacanza senz’auto gli hotel regalano la bicicletta pieghevole”. La crisi aguzza l’ingegno...

Piada -

Leggiamo: “La piada alla conquista della City”. Agli inglesi piace con la Nutella o col pudding...

Turismo delinquenziale - Leggiamo: “Preso trafficante internazionale di automobili, un 58enne svizzero” - “Sigarette, preso il boss del contrabbando, un ucraino di 40 anni” - “Rubano le biciclette con il furgone. Presi i due uomini: 40enne di Catanzaro e un moldavo di 30 anni” “Rubano gli estintori e rompono le vetrate di ‘Carlo’. Denunciati quattro 20enni: 1 di San Clemente, 2 di Riccione, 1 di Borghi” “Retata di spacciatori: un 20enne di Cento, 21enne del Burkina Faso, 20enne di Livorno, 26enne di Chieti, 3 marocchini 17enni, 1marocchinodi38anni”.Nuoviturismi:turismodelinquenziale?...

LA SCUOLA

- Da diversi anni lo Ial, Scuola di Ristorazione di Riccione, propone alle scuole elementari il progetto “Alla scoperta della cucina" per far conoscere ai bambini il piacere di manipolare il cibo e quindi assaggiare tutto ciò che preparano. Così anche quest'anno i giovani allievi si sono cimentati con tanto entusiasmo con diverse ricette della nostra tradizione, dalle tagliatelle agli strozzapreti. Ospire d'eccezione il dirigente scolastico Marco Bugli che ha degustato e apprezzato i piatti preparati dai giovani cuochi

Ial, scolaresche a tavola Ospite la Colombo I bambini misanesi col dirigente scolastico Marco Bugli

delle classi 2A e 2B della scuola misanese Colombo assistiti dai docenti pratici dello Ial. E' stata una bellissima esperienza sia per i bambini che per gli allievi della scuola di ristorazione, coordinati dalla docente Catia Serafini, che per un giorno si sono ritrovati ad essere insegnati dei più piccoli.


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Giugno 2013

RICCIONE

La Sis ha preparato una proposta in tre fasi. La mèta-sogno finale è il libro digitale CURIOSITA'

Coro, cantato per la nipote di Puccini - E' il 14 aprile. Il Coro Lirico di Riccione va a visitare la Villa Museo Giacomo Puccini. Per rientrare, si è attorno alle 14,30, il pullman sosta acceso per una decina di minuti davanti ad un'abitazione. Esce una signora un po' spazientita per redarguire l'autista in attesa. Forbicini, uno dei componenti la comitiva, la riconosce: è la nipote del mito Giacomo Puccini. La saluta e la invita sul pullman per stringerle la mano. La donna viene accolta con un applauso. Il Coro le propone di intonare il Va' Pensiero. E' un trionfo di emozioni; dopo tutto si è cantato davanti a un erede Puccini. Mario Tonini, appassionato poeta dialettale scrive una poesia con traduzione a fronte che invia a Simonetta Puccini. Titolo: “Chesa Puccini” (Casa Puccini). Lei ricambia con una lettera: “La ringrazio molto per la sua lettera e per la poesia che mi è molto piaciuta. Non le nascondo che ho apprezzato molto quanto lei mi scrive nella lettera e anche la poesia mi ha molto colpita per quanto lei dice sulla casa, sul coro a bocca chiusa e sul nostro incontro(...). Riguardo alla poesia in dialetto, le dirò che io sono molto interessata ai dialetti che ritengo molto importanti nella storia del nostro paese e se non ho potuto capire tutto il testo sono stata aiutata dalla trascrizione(...). Ancora grazie a lei per la bellissima lettera e un saluto di cuore a tutti i membri del coro”.

Digitale per Volta e Gobetti Con i ragazzi si andrebbero a coinvolgere anche le famiglie nell'uso delle nuove tecnologie

Gianfranco Cenci, presidente della Sis

LA SCUOLA

- Tecnologia avanzata per oltre 2000 studenti del triangolo Riccione-Gabicce Mare-Montegridolfo in tre fasi, più un sogno (almeno per oggi). La prima: agenda digitale. la seconda, una banda adeguata rispetto ai servizi che si vogliono erogare. Terzo, almeno un tablet per ogni aula ed una lavagna multimediale (Lim) per la digitalizzazione della didattica. Il sogno, invece, è mandare a scuola ogni alunno con i libri digitali racchiusi in quella scatolina che è il tablet. Via il peso e gli alti costi dei libri cartacei A promuovere il progetto è

la Sis (la società a capitale pubblico che si occupa di acqua e depurazione). La presiede Gianfranco Cenci. Afferma: “Noi siamo il braccio operativo delle pubbliche amministrazioni che hanno un ruolo fondamentale nella crescita del benessere sociale. Questa felicità collettiva non può che passare dalle tecnologie informatiche. L'obiettivo è ambizioso e importante: preparare la comunità

del futuro alla digitalizzazione”. “Quello che stiamo portando avanti - continua Cenci - è su mandato dei sindaci. I poli scolastici fondamentali della zona sud della provincia sono due: Morciano col Gobetti-De Gasperi e Riccione col VoltaFellini. Coordinati dal Comune di Morciano, i primi contatti con la scuola ci sono stati in febbraio. Poi ci siamo incontrati col sindaco di Riccione Massi-

mo Pironi e il dirigente scolastico del Volta-Fellini Donatella Zoffoli. Si è individuato un percorso; sia al Volta-Fellini, sia al Gobetti-De Gasperi. La Sis darà un robusto contributo per dotarsi della digitalizzazione. Nostro intento è coinvolgere anche le famiglie dei ragazzi; permettetemi la battuta, non solo per controllare i figli. Cioè con un tasto si vede se è in classe o ha fatto ‘puffi’, come si dice in gergo”. “Diciamo - conclude Cenci - che la scuola mette in piedi una specie di alfabetizzazione informatica. C'è una crescita quando le persone si mettono in relazione tra loro. Tale percorso formativo naturalmente richiede alcuni anni; e lo proporremo ai soci nel bilancio consuntivo 2012. L'agenda digitale a livello nazionale prevedeva un sacco di belle cose; causa la mancanza di soldi, è stato tagliata dal decreto sviluppo del governo. Noi vorremmo partire col registro digitale; per realizzarlo ogni aula deve essere collegata alla rete”.

Photo Andrea Bianchi

100mila pagine visitate online Dallo scorso 1° marzo la Piazza online è anche quotidiano. I numeri. Visite: 43.581 Visite uniche: 30.938 Pagine sfogliate: 92.955 (su base annua, le pagine visitate superano abbondantemente le 100.000).

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Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188

Giugno 2013

RICCIONE

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni

Inaugurate lo scorso aprile. Sono diventate un luogo di formidabili relazioni sociali

Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188

CULTURA

Il sindaco Massimo Pironi taglia al nastro alle Fontanelle

Estate, biblioteca illuminata Scultura di Canducci

Lorenzo Canducci (al centro) con una delle sue sculture. Donata al Gobetti di Morciano

- L’Istituzione per la cultura e la Biblioteca comunale “Osvaldo Berni” presentano la rassegna di eventi e iniziative estive: In Biblioteca d’estate (1° edizione) 12 giugno dalle ore 20.3oPosa della scultura "Il totem della pace" donata dall’artista Lorenzo Canducci, in arte Lorca. Il Totem è la seconda opera che l'artista dona alla Biblioteca comunale. ore 21.30 - Il silenzio delle parole. Concerto/performance a cura di: Alice Berni, pianoforte, elettronica. 19 giugno ore 21.30 10 luglio ore 21.30 24 luglio ore 21.30 NicoNote in: Botanico sogno. NicoNote è dal 1997 la sigla che definisce le produ-

- Cattolica 11-12 maggio. Stage tecnico con il direttore tecnico Italia maestro Park Young Ghill 9° dan organizzato dalla federazione arti marziali di San Marino.Oltre 60 atleti nella lezione adulti e 30 in quella dedicata ai bambini. 12 maggio. Attività provinciale combattimento e forme, 7 società e un centinaio di partecipanti. Si ringrazia il cattolica Basket ed l’amministrazione cattolichina per la disponibilità della struttura. Milano 18-19 maggio. Alessandro Scarano (-41 kg) e Alex Semprini (-33kg) iscritti al campionato italiano cadetti escono entrambi al secondo turno, con la consapevolezza di essere stati all’altezza dei primi. Cassino. 25-26 maggio Campionati italiani universitari Bongiovanni Giacomo del Bm team vince la categoria senior verdi-blu -68 kg. Austria 1-2 giugno. Bronzo internazionale per De La Rua Alessandro del Taekwondo Olimpic Cattolica al prestigioso Austrian Open class A andato in scena a Innsbruck con la partecipazione

zioni artistiche di Nicoletta Magalotti. Tre appuntamenti, tre tappe per inanellare poesia, canto e suono, come tessere di un mosaico emozionale più vasto, in una dimensione di clima condiviso, in cui il nucleo tematico sarà diretto principalmente all’elemento naturale. 31 luglio ore 21.30 - Uyuni, Concerto. Alice Berni, pianoforte, synth; Nicola Lombardi, chitarre, effetti, voci; Inserirefloppino, elettronica, percussioni; Beatrice Imperato, fotografie. Una commistione di elementi primitivi del folk e blues di inizio ‘900 con elementi del nuovo millenio, pezzi che parlano all’anima delle tradizioni trasportandole su una nuova dimensione: un gospel robot fatto a mano.

Casine dell'acqua, affollate come viale Ceccarini COMUNITA'

- “Affollate come viale Ceccarini in agosto”. Così esclama un riccionese sulle casine che erogano acqua. E continua: “Soprattutto sono diventati luoghi di formidabili relazioni sociali, come una volta i fontanili. Giorno dopo giorno, parola dopo parola, si fa comunità e nascono nuove amicizie. Insomma, avvicinano i riccionesi”. Le quattro piazze dell'acqua sono state inaugurale lo scorso 20 aprile. Per il sindaco Massimo Pironi sono un nuovo servizio primario ed ecosostenibile “L’amministrazione - dice

Pironi - prosegue l’opera di incremento dei servizi al cittadino. Dopo aver superato positivamente le dovute e approfondite indagine in merito alla qualità dell’acqua, è un nuovo importante servizio aggiuntivo e di ottima qualità, che oltre a garantire acqua potabile, contribuirà alla riduzione dei volumi di rifiuti in plastica da smaltire e una notevole riduzione dell’inquinamento dell’aria dovuto al trasporto su camion dei pacchi d’acqua minerale”. Il sistema di distribuzione automatica dell’acqua potabile, “Casetta dell’acqua Fonte

Alma” del gruppo Celli, garantisce la filtrazione, la debatterizzazione, la refrigerazione e la gassatura dell’acqua potabile di acquedotto. L’acqua erogata “liscia e frizzante” costa solo 5 centesimi di euro al litro tramite gettoniera automatica. Il sistema di micro-filtratura a carboni attivi, in particolare, migliora le caratteristiche organolettiche dell’acqua, riducendo e eliminando l’odore e sapore del cloro e di altri eventuali particelle estranee Rappresentano un’operazione a costo zero per il Comune di Riccione. Esse infatti sono

COMITATO PROVINCIALE FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO

di quasi 1400 atleti provenienti da tutto il mondo.Alessandro nei -59 kg vince i preliminari, 17 a 5 contro Habarovs della Lituania, poi vince al golden point (quarto round aggiuntivo sul 6 a 6) contro Giuseppe Sanseverino del taekwondo Bald Windshein Germania .agli ottavi batte il più titolato della categoria, il nazionale serbo Vincentic Miod rag per 13 a 6 e vola in

semifinale. La semifinale contro Yorulmaz Mehemet del prestigioso club tedesco Bayer tkd union: il primo round finisce 3 a 2 a favore dell’avversario poi il secondo parte male a causa di tre punti al viso non conteggiati al nostro, ma il maestro Davide Berti era impossibilitato a contestare a causa del ritiro del cartellino nel primo incontro (da regolamento mondiale il ritiro è

previsto solo dopo la seconda volta che la contestazione non va a buon fine) dopo diversi favoritismi al tedesco e la stanchezza di Alessandro finisce 10 a 6. Considerando che poi il tedesco in finale ha vinto con estrema facilità per 15 a 1 contro un altro rappresentante della Germania, c’è un pò di rammarico. Ottima prestazione anche degli altri ragazzi del team Cattolica Ric-

cione Rimini: Raul Pastor junior 51 (1998) kg ed i cadetti (entrambi del 2001) Alessandro Scarano (-41 kg) e Alex Semprini (-33 kg) alla prima volta ad un torneo così importante. Arezzo. Il 2 giugno, il campionato interregionale forme (poomsae) il club Bm Rimini Santarcangelo conquistava un argento con Daniele Ferrini mentre il team Yonghon di Villa Verucchio vinceva il torneo grazie. Per info sui corsi www.tkdteam.com Davide Berti 5° dan maestro federale e presidente comitato Emilia Romagna federazione italiana taekwondo cell. 329/2286086 istruttore federale e delegato provinciale al Coni; Luigi Livi 4° dan cell 328/ 9540393 e Luciano Martelli all.fed. 3° dan federale cell. 3282848825; Mauro Merli all. fed. 2° dan 3358088916; Charles Cromwell 2° dan all. fed. e nazionale ghanese. SEDI Cattolica 1 - Via Del Porto

state fornite e installate a proprie spese dalla Celli di San Giovanni in Marignano, che in cambio del servizio potrà veicolare il marchio aziendale Fonte Alma. Insomma quando il brand “Riccione” ha appeal sulle aziende. La prima delle quattro Casette dell’acqua ad essere inaugurata, è stata quella di via Sicilia (Fontanelle). Il gruppo delle autorità ha proseguito il tour inaugurale alla volta della casetta dell’acqua di via Puglie (Giardino Turati), al Centro della Pesa di via Lazio, e in via Veneto a San Lorenzo.

17 (zona comune) adulti lun mer h 20; bambini (4-7 anni) mar gio dalle h 16:15 alle 17:05 e dalle h 17 alle 18; (8-12 anni) sab dalle15 alle 18. Cattolica 2 - Via Comandini (scuola Repubblica) mer ven dalle 17:15 alle 18:15 (4-7anni) e dalle 18:15 alle 19:30 (8-12 anni). Taekwondo Riccione NUOVA SEDE segreteria cell. 3485687184 sopra palestra BEVERLY HILLS Via Cella Raibano, 43, zona industriale Riccione, mar-gio dalle 17:30 alle 18:30 (4-7 anni) dalle 18:30 alle 19:30 (8-12anni) e sabato dalle 16:30 bambini e dalle 17:30 adulti taekwondo music con Elisabetta (intensa attività aerobica a tempo di musica con tecniche di taekwondo) mar e gio dalle 13:15 alle 14, inoltre lezioni individuali, circuito funzionale di preparazione fisica cross fit. Nuove società provincia di Rimini: Taekwondo Morciano (cell. 338.5948124), BM Taekwondo Rimini e Santarcangelo (cell. 336.335641), Yonghon Villa Verucchio (cell. 347.6806030), Yungshin Ospedaletto (cell. 328.2842285).



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Giugno 2013

RICCIONE

Riccionesi solidali con gli emiliani colpiti dal terremoto

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Camminata notturna Finale-Mirandola - È facile dire “eccomi” quando un amico – Raffaele Forapani, maestro di Nordic Walking di Mirandola – ti annuncia che, ad un anno dalla tragica notte emiliana, intende organizzare una camminata notturna lungo il cratere del sisma, per ricordare il terremoto e conquistare insieme la luce del mattino. Poi, i dubbi, le paure, l’ansia prendono forma e quasi mi pento di quel “eccomi”... In fondo, però, si tratta proprio di questo: esorcizzare, insieme, i nostre timori, le nostre preoccupazioni perché solamente insieme si può conquistare l’alba di un nuovo giorno. L’insicurezza del “ce la farò a camminare tutta la notte per oltre 30 km?” lascia il posto al ricordo di quando ho conosciuto Raffaele. Era una giornata terribilmente calda, eravamo all’indomani della seconda drammatica scossa. Tutti avevano paura della notte e lui, il terremoto, vigliaccamente, ha colpito di giorno quando la gente modenese, attiva e infaticabile, era al lavoro fiduciosa di ripartire prima possibile. Prepotente e arrogante, non contento, ha colpito e ri-colpito minando alla radice le poche speranze, le briciole di fiducia. Oggi come allora eravamo insieme, seduti a terra all’ombra di un container, sorseggiando acqua fresca. Scopriamo di avere tantissime cose in comune, non solo il Nordic ma lo scoutismo, i valori. Mi dice “Perché ci accorgiamo dell’importanza dell’amicizia, dello stare insieme, delle piccole cose, solo quando abbiamo perduto la casa, il lavoro, tutto…?” Il sabato seguente ero a camminare sul San Bartolo giallo di ginestre e quelle parole mi risuonavano insistentemente nella testa. Il giorno dopo, con la mia famiglia, eravamo in un’aia di Medolla. Una lunga tavolata, Raffaele e la sua famiglia, tanti amici e parenti che il terremoto aveva riunito, i cassoni che avevamo portato noi, il loro lambrusco, un’amicizia che nasceva. A giugno, siamo nuovamente insieme agli amici di Mirandola nella salita del Monte Castellazzo, vicino al Passo Rolle, portando a turno uno zaino con i frammenti di 50 chiese del modenese crollate durante i terremoti di maggio. Li abbiamo lasciati ai piedi del Cristo Pensante, segno di dolore, ma anche di speranza per il nostro futuro. Sull’onda dei ricordi arrivano le 23.30 di sabato 18 maggio. Alla partenza di Finale

Attraversando il buio della notte per ridare fiducia. Il nuovo giorno è là, alla fine della notte; andiamo a prendercelo. Camminata notturna di 30 km da Finale Emilia a Mirandola lo scorso 18/19 maggio

L'istruttore della Valle del Conca Nordic Walking Saul Buldrini (primo da sinistra) con Mario Galasso (secondo da destra)

COMUNITA'

di Mario Galasso

Emilia siamo in dodici, altri si aggiungeranno a noi alle 5.30 a San Felice sul Panaro. Con il gruppo modenese, oltre al sottoscritto, ci sono anche tre amici della Valle del Conca: Saul, Fabiola e Gigi. Qualche parola prima di partire, un braccialetto da legarsi al polso, quanta emozione, quanti pensieri, …si parte, non c’è più posto per i ripensamenti! Il tempo è coperto, la possibilità di temporali è alta, ma ognuno di noi, con i suoi propositi, di buon passo inizia il percorso. Non è una gara, è un

camminare insieme, sapendosi adeguare al passo del più lento. Soffia un vento forte, a volte le raffiche sollevano i bastoncini. I chilometri iniziano a scorrere così come i pensieri, le riflessioni, è iniziato un altro cammino, più intimo, non visibile ma ugualmente impegnativo. Poche le parole. I suoni del silenzio sono numerosissimi. Arriviamo alla prima sosta, il Santuario di Santa Maria de-

gli Angeli ad Obici. C’è un’aria magica. Il fascino del luogo, la sua storia sostengono il nostro cammino. Una pausa in silenzio davanti all’immagine di Maria, un biscotto, un sorso d’acqua e si riparte. Qualcuno allunga il passo, qualcuno scherza, frammenti di conversazione, di ricordi, il ticchettio dei bastoncini e anche la frazione di Canaletto è alle nostre spalle. Imbocchiamo una ciclabile costruita sul

tracciato della vecchia ferrovia. Siamo avvolti nel buio, silenzio, vento, cielo costantemente coperto, qualche goccia di pioggia, gli usignoli. Seppure il paesaggio sia uniforme, attraversiamo immensi e monotoni campi, e il tutto è intriso di poesia. Siamo accompagnati dal rumore dei nostri passi, dal respiro, dal battito del cuore. Cammino per alcuni chilometri con la pila spenta e medito in silenzio. Di tanto in tanto una rovina del terremoto. Un nodo in gola, una lacrima. Le luci soffuse di Massa Finalese, poi Rivara, una parola di conforto, non manca molto a San Felice. La pista ciclabile finisce su una strada, la meta intermedia è alle porte. Abbiamo voglia di un caffè. Non sono ancora le 5, siamo in anticipo sulla tabella di marcia. Troviamo un locale ancora aperto, all’interno qualche avventore della notte annebbiato dai fumi dell’alcool scambia i bastoncini del Nordic per armi. Poi, mentre noi sorseggiamo il caffè, brindano alla nostra salute con vino e birra. San Felice mostra ancora in tutta la sua crudezza i segni vividi del terremoto. È sconvolgente vedere dove erano alloggiati un gruppo di lupetti scout la notte del sisma, sembra che una mano dall’alto abbia voluto salvare quell’unico stabile in un centro completamente sradicato dalla violenza delle scosse. La luce del giorno inizia a fare capolino nel cielo plumbeo. Noi siamo lì, insieme, affaticati, stanchi ma soddisfatti e sereni. Arrivano in piazza gli amici che si uniranno a noi, viene preparato velocemente un ristoro. Siamo più di trenta per-

sone a ripartire. Il tempo non promette nulla di buono, in direzione di Mirandola il cielo è nero. È giorno, siamo in tanti, la magia della notte si è trasformata nel fascino dell’amicizia, dei racconti, della gioia dello stare insieme, di condividere questo momento. Chi si è unito è più riposato e viene richiamato al passo del più lento. Inizia a piovere con insistenza, smette, riprende. Medolla è prossima. La pioggia smorza il rumore dei passi, dei bastoncini. Iniziamo a vedere le prime macchine. I chilometri inesorabilmente scorrono e la meta che si avvicina affievolisce la fatica e la stanchezza. Ormai siamo alle porte di Mirandola. Sono le 8, un giornalista della Rai ci chiama per sapere dove siamo, poco dopo lo incontriamo. Faranno un servizio su di noi. Manca meno di un chilometro, la gioia è alle stelle, qualcuno salta dentro una pozzanghera, io scherzo con il maestro. Ci addentriamo dentro Mirandola, vediamo i segni del terremoto e quelli dell’uomo che è intervenuto per salvare e ricostruire. Il duomo è ancora senza il tetto. Ed ecco, la piazza del Comune, siamo arrivati. La stanchezza è scomparsa. La classica fotografia ricordo con alle spalle il palazzo comunale - un edificio quattrocentesco al cui interno sono collocati alcuni dipinti fra cui i ritratti dei Pico – che mostra il suo tributo al terremoto. La colazione in pasticceria. Il pasticcere che ci vuole immortalare per ricordare anche lui questo momento. Poi i saluti, l’arrivederci. È difficile staccarsi quando si è condiviso un percorso così intenso, quando si è conquistato insieme il mattino, la luce, la meta. Questa piccola impresa che ci ha unito nel camminare è diventata un insegnamento. Abbiamo forte la consapevolezza che insieme è possibile l’impossibile. Il futuro dipende da noi, da ognuno di noi, dalle nostre scelte quotidiane. Sappiamo che questo non basta, servono gli altri, serve la comunità e i valori sui quali è edificata. Il buio e il silenzio che a volte ci circondano non ci spaventano più se ci sono gli amici: camminando insieme non abbiamo più paura, possiamo arrivare ovunque!



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Giugno 2013

MISANO

Per il Piano provinciale è quasi intoccabile. L'Anas ci vuol far passare la nuova Strada Statale 16

Quel triangolo di paradiso ad altissima salvaguardia ambientale IL FATTO - “E' un ambito a vulnerabilità idrogeologica. E' un'area di ricarica della falda idrogeologicamente connesse all'alveo [del Conca, ndr]“. Nelle cartine topografiche della Provincia di Rimini tale angolo di territorio è sottolineato dal colore lilla. Tutto questo lo si può leggere nel Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), cioè la legge di sviluppo e vincoli del territorio della provincia di Rimini, approvata nel 2007. A pagina 29 (su un totale di 142) del Ptcp, articolo 3.3, si legge: “Sono fatti salvi i seguenti interventi, opere e attività: a) gli interventi relativi a opere pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili e gli interventi relativi a infrastrutture tecnologiche a rete e viarie esistenti o di nuova previsione limitatamente a quelle per le quali sia dimostrata l’impossibilità di alternative di localizzazione. Le previsioni delle nuove infrastrutture nonché i progetti preliminari relativi ad interventi di ripristino e adeguamento delle infrastrutture esistenti sono comunque soggetti al parere obbligatorio e vincolante dell’Autorità di Bacino interregionale Marecchia e Conca”. Questo linguaggio un po' tecnico e un po' in burocratichese, tradotto significa che lì non si opuò costruire assolutamente nulla. A meno che non siano in pericolo le incolumità delle persone. Invece, in questo autentico paradiso, ci sono soltanto due case (villa Albini e la casa colonica di Nello) ed è serbatoio del Conca, l'Anas e l'amministrazione comunale ci vorrebbero far passare la nuova Strada Statale 16; da anni al

Un m

Nel tratteggiato dovrebbe passare la nuova SS16

centro di un forte dibattito. Per finire, la Strada Storta poi oltre ad affettare quella fetta di verde dovrebbe passare tra gli abitati di Belvedere e Canadà. La contraddizione è che mentre i partiti della maggioranza sono contrari, le ultime tre amministrazioni (TiraferriMagnani-Giannini) dicono: “La SS 16 dovrebbe arrivare fino al casello autostradale di Cattolica, ma San Giovanni si oppone, dunque dobbiamo...”. Villaggio Argentina Per aggirare il traffco del Villaggio Argentina, previste delle bretelle col rapporto pubblico-privato. Un sistema che è causa di ingiustizia sociale; da rimuovere recita la Costituzione.

LA LETTERA

GIOVANI

Con la Conad a lezione dagli illustratori della Disney - Uno stuolo di bambini attorno ai disegnatori della Walt Disney lo scorso maggio presso la hall della Conad Rio Agina di Misano Adriatico. I professionisti sono stati invitati all'interno di un progetto della catena di distribuzione. Uno dei piccoli si cimentava con il muso non proprio facile di Topolino. Una mano felicissima. Entusiasti non solo i piccoli, ma anche genitori e nonni.

Grazie per gli articoli su Pucci - Voglio esprimere in poche parole, insieme ai miei figli, un sentito ringraziamento per le belle parole espresse su questo giornale su mio marito Pucci. E' bello vedere che, dopo tanti anni, l'impegno e l'amore che ha sempre dimostrato per Misano e, soprattutto, l'umanità che lo ha sempre contraddistinto, non sono stati dimenticati. Un commosso grazie. Credo non servano molte altre parole. Ciao e grazie. Loredana Giannini

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MISANO

Giugno 2013

26

Dopo 4 ore, primo con entusiasmanti 4 secondi. Stand con tagliatelle e Sangiovese ALLEGRO MA NON TROPPO

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Duilio, campione di endurance

(Il vecchio nome di Misano Mare)

MOTORI

Stagione 2013 - I giovani fanno la fila per chiedere lavoro, alla faccia di chi li definì... bamboccioni. Un po’ di rispetto, via. Chiusi - Tutti a pensare che gli Hotel ancora chiusi, lo sono, perchè non hanno le certificazioni. Niente di più sbagliato... si certifica solamente la situazione delle... prenotazioni. All Inclusive - Siamo alle aste al ribasso o meglio, in discesa vertiginosa con i prezzi. Una gran brutta china... per la qualità. Zero voli - Dal Nord Europa su Rimini nel 2013. Facciamo un po’ di conti. 50 coppie per ogni Hotel in una stagione sono 100 persone x 2.500 alberghi sono 25.000 viaggiatori, alloggiati mediamente x 7 giorni fanno 175.000 mancate presenze. Sono numeri o stiamo davvero dando i numeri... Meditiamo! SS 16 - Con la nuova bretella i turisti arriveranno in auto dalla A 14, da Riccione al Villaggio Argentina, in 5 minuti; e dalla Svezia? ...solo in triciclo. La crescita - Non si parla d’altro, senza la crescita non abbiamo scampo. A parte il fatto che di questo passo siamo davvero in decrescita e non mi pare neanche tanto... felice. La Pentecoste - Salta la prima festa, per i primi sparuti turisti di maggio (ferie scolastiche della Baviera) per lavori in corso sulla Piazza Repubblica. Alla faccia della programmazione. Per fortuna i coraggiosi tedeschi, che sfidano crisi e maltempo, si sono consolati con il calcio. Potenza della... pedata. Una serata senza TV - Ogni anno a maggio il maestro Ivano Morri offre, agli amanti della bella musica, alcune serate grazie agli allievi che frequentano il referenziato centro A. Vivaldi di Misano. E’ sempre molto bello ed interessante assistere alla esibizione dei piccoli musicisti. In questo caso un folto pubblico partecipa, se non con competenza, almeno con grande passione ed entusiasmo, al saggio di fine corso dei ragazzi... noi genitori.

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- Con un battito d'ali di quattro secondi Duilio DamianiGiancarlo Rossi (zio di Marco Simoncelli) -Orlando Fusco hanno vinto la quattro ore di Adria (Rovigo) in sella alla Ducati TTI 850 dell'83 lo scorso 18 maggio (in sella dalle 18 alle 22); con questa moto Marco Lucchinelli trionfò a Daytona. Ad aprire le danze del trio è Orlando; “un signore molto più gentleman di noi”, racconta con un sorriso il misanese Duilio. Dopo quasi un'ora, dalla testa la Ducati era lontana due giri. Poi, inizia un cadenzato recupero. La rincorsa viene portata a termine a 10 minuti dalla fine. Infine, davanti alla bandiera a scacchi gli entusiasmanti quattro secondi. Quattro anni fa, sempre per una gara di durata, la coppia Damiani-Rossi fu prima in Spagna con soli 9 secondi. Solo la sfortuna, invece, li aveva fermati ad Imola, lo scorso 20 aprile, prima gara valevole per il titolo europeo. Ad un'ora dalla conclusione erano secondi a pieni giri; con la terza coppia doppiata. Un problemi ai freni, li fa giungere al traguardo “soltanto” quarti. La terza tappa con l'Europeo è a Spa (Belgio) il 7 luglio. Il trofeo, in ottobre, dovrebbe transitare anche per Misano, prima di chiudere in Spagna. “Per noi gentleman - racconta Duilio - le corse sono solo passione e divertimento. E mi piacerebbe

In azione e insieme al team

continuare così”. Il team è una gagliarda schiatta d'amicizia con la passione dei motori, inferiore forse solo alla buona tavola. Romano Zanotti, dal '96, è ai fornelli. Prepara pranzetti che attirano gli amici degli altri team in quelle ore di quiete. “Sotto la nostra tenda è sempre festa dell'Uni-

tà”. A completare la sua squadra, il motorista e la moglie Nadia. La ciclistica invece è curata dallo stesso Duilio. Nelle prove europee, il team viene irrobustito da altri appassionati misanesi, artefici di una scuderia che si cimenta solo col campionato italiano. Sono: Tiziano Villa, Fiorenzo Marconi e Nello

Andreani. Sposato, due figli già grandi, la passione per le moto di Duilio è piacevole farla risalire al 1953, quando aveva un anno e mezzo. Un'istantanea lo ritrae sulla Ducati 48 del babbo (decenni dopo la stessa moto viene regalata da Duilio al genitore). Quella foto dei primi anni '50 apre il suo album personale. Nella sua bacheca tante vittorie: una mezza dozzina di campionati italiani, l'ambito Trofeo Dcd Ducati. Il suo cuore, naturalmente, è rosso Ducati; moto con la quale corre da alcuni anni. Prima aveva portato alla vittoria la Honda e la Patton (il mito sfornato da Pattoni e dal cattolichino Lino Tonti). Duilio ama sporcarsi le mani con le motociclette. Ne ha una dozzina d'epoca. Nella sua officina, è egli stesso a restaurarle, sostituendo meno pezzi possibile: per conservare l'originale.

I cacciatori ospitano gli amici

L'affiatata compagnia dei cacciatori che ha ospitato un centinaio di amici al Villaggio Argentina. In piedi, da sinistra: Davide Barogi, Gianni Piccioni, Riccardo Barogi, Nicola Simoncini e Walter Ghinelli (il campionissimo). Seduti da sinistra: Bruno Fabbri (l'unico non cacciatore, va solo per passeggiare), Claudio Baschetti e Sergio Morotti

- Serata indimenticabile al Villaggio Argentina lo scorso maggio; è così da anni. L'affiatata compagnia di cacciatori da stagioni si ritrova per quello che è diventato un loro rito: la colazione al mattino presto in un bar, lo scarpinare, lo scovare la selvaggina e il fermarsi a tavola in un locale giusto. Hanno ospitato un centinaio di amici al Centro sociale. Come pietanze, la cacciagione messa in freezer durante le uscite. Ai fornelli il raffinato cuoco Nicola Simoncini, nonché componente della combriccola. In tanti a dare il meglio di sé, servendo gli amici. Bellissimo vedere, sempre tante persone, sparecchiare e rassettare. Momenti di genuina misanesità.


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MISANO

Giugno 2013

Nel romanzo della Piazza “La stanza delle orchidee”. Presentazione allo Zenzero di Portoverde

Tutti i colori delle donne Paola Piazza, l'autrice

LA CULTURA di Daniele Ruggei - Una primizia letteraria estiva di qualità, quelle che dopo averle mangiate lasciano una certa soddisfazione ed un sapore delicato. ‘’La stanza delle Orchidee’’, di Piera Paola Piazza, Edizioni Nuova Prhomos, è un libro che mette di fronte a se stessi in ogni pagina, ed in ogni pagina la felicità dei personaggi sembra a portata di mano, se non fosse per quel mistero...’’La stanza delle Orchidee’’ è un romanzo profondo, dove vengono sfiorati gli argomenti più importanti della vita: l’amore, la carriera, la bellezza. Argomenti apparentemente semplici, ma in queste pagine emerge la verità, l’amore puro, quello che non conosce le imposizioni sociali. Le protagoniste sono due donne belle, sensuali, colte. ‘’Da piccola scrivevo filastrocche e leggevo molto. Prima mi sono dedicata per lo più alla poesia; da qualche anno mi occupo anche di prosa. Alle spal-

le uno studio approfondito della metrica e della stilistica, sia al liceo, sia all’università. Non meno fondamentale: l’ispirazione, la creatività e a volte anche il vissuto’’. La ‘Stanza delle Orchidee’ diventa un luogo d’incontro con se stessi. Dove si medita sulla propria esistenza, sulle proprie debolezze e su come sottrarsi dalle difficoltà. Ma lei questa stanza in casa ce l’ha? ‘’Sì, non ci sono proprio le orchidee, ma è la stanza in cui, il passato, il presente ed il futuro si fondono per donarmi la libertà di essere me stessa. La fragranza delle orchidee è in ognuno di noi. Ognuno è unico. Nel libro vengono affrontati i temi della compassione e dell’incoraggiamento. C’è molta attenzione

verso gli altri. Vi è un recupero della perduta umanità. La fede buddista mi ha aiutato nel cammino, mi ha permesso di uscire allo scoperto, per proporre un messaggio. La storia è il rapporto tra una madre e una figlia, dove la giovane deve tagliare il cordone ombelicale, ma... c’è di più. Insomma, il libro va letto e non raccontato’’. Come vive un’artista nel 2013? ‘’Dovrebbe vivere senza limiti. Un’esistenza è artistica quando la si vive minuto dopo minuto e si ha la possibilità di scrivere negli attimi dell’ispirazione. Voglio dire che se si hanno orari di lavoro e cartellini da timbrare, purtroppo, è difficile cogliere l’attimo’ La storia si snoda tra Venezia, sua città natale e la provincia di Rimini, Misano Adriatico in particolare, cosa ha lasciato a Venezia e cosa ha trovato in Romagna? ‘’Venezia è la nostalgia, là ho imparato a vivere, qui sono rinata. Non tornerei indietro’.’ ‘’Ci tengo a ringraziare di cuore

gli amici che mi hanno sostenuta e mi hanno aiutata a concretizzare questo sogno, in particolare Roberto Agostini, per il disegno di copertina; Carla Zancanaro per la consulenza letteraria; l’agenzia M&C Servizi di Vincenzo Maiorano e Ivana Migani per il marketing ed il supporto web.” L’autrice ha esordito nel 1986, vincendo il terzo premio di poesia al Lions di Milano, presieduto dallo scrittore Ottiero Ottieri. Hanno commentato le sue pubblicazioni il poeta Dario Bellezza e la scrittrice Antonia. Arslan. Alcune liriche sono state inserite in un’antologia di poesia erotica, presentata dal regista Tinto Brass. Nel 1990 ha pubblicato il suo primo libro di poesie ‘’Vivere dentro - Vivere fuori’’ e nel 1993 un saggio di critica d’arte. Ancora nel 1993 ha vinto il Primo Premio Nazionale ‘’Francesco Petrarca’’ con la pubblicazione del suo secondo libro di poesie ‘’Dimore d’acqua’’; nel 1995 ha pubblicato il terzo volume di liriche ‘’Controvento’’. Il libro viene presentato domenica 16 giugno, ore 19, allo Zenzero a Portoverde.

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COMUNITA'

La serata al ristorante-pizzeria “Due Archi” di Misano Cella

“Progetto Sofia” col Bar Cella - Non solo caffè, cappuccini, bomboloni, biliardi, o semplicemente scoprire qualche buon calice di vino all'ora degli apertivi. Il Bar Cella è anche sociale. L'ultimo impegno è una cena di beneficenza a favore del “Progetto Sofia” di Mauro Ciaroni. Con la somma raccolta saranno operate due bambine cardiopatiche ruandesi. Le piccole si chiamano Sharon (due anni) e Carolina (9 anni). Gli interventi si faranno presso il Salam Center di Emergency di quel grande uomo prima ancora che medico di Gino Strada, in Sudan. I soldi servono per il volo aereo delle bambine, delle mamme e di un medico. Da anni Mauro si impegna in Africa e non solo. Ha raccolto e portato direttamente alcune centinaia di migliaia di euro. Verifica direttamente che il danaro vada a buon fine.


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MISANO

Giugno 2013

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Due alberghi, Franca Bacchini, 90 anni, racconta. E' memoria storica di Misano

“Franca”, nel 1915 affittacamere - L’incontro con questa giovane donna di novant’anni (li compirà il prossimo 3 agosto) è stato propiziato da un suo genero, Gianpietro (Piero) Piccioni; Giovanni e io, i “curiosi”. Ci ha accolto con una grande contentezza e ci ha fatto accomodare nella cucina, alla tavola: c’era anche il salotto, ma la Franca non è una da salotto; lei, le cose importanti è stata abituata a trattarle alla tavola, sacro altare intorno al quale girava la vita della gente umile di Romagna. L’ambiente non è molto luminoso anche se la luce è accesa; ci dice che si è bruciata una lampadina e che lei ce l’avrebbe anche, ma non ci arriva a cambiarla. Piero le fa notare che il lampadario è predisposto per tre lampadine, ma che una manca e quindi ce ne vogliono due; ma lei lo zittisce con una frase sibillina: “(…) e già io metto su tre lampadine, una di quelle fa per cento!” Educata a non sprecare, visto che per quell’ambiente la luce di tre lampadine era troppa, una l’aveva tolta. La voglia di raccontare la sua storia era talmente forte che solo verso la fine della mattinata si è ricordata di chiederci se volevamo qualcosa da bere; il racconto era così importante che anche l’offerta di un bicchiere di vino, sacro emblema dell’ospitalità romagnola, diventava cosa che poteva essere fatta dopo: dopo, prima la cosa importante, poi si poteva pensare all’offerta di un caffè, moderno tarocco dell’antico e più intimo bicchiere di vino. Apre il suo ‘diario’, una vecchia agenda del 2003 che, abituata da sempre a scrivere nella memoria

Franca Bacchini

Il primo cliente fu la famiglia del segretario comunale di Misano, residente a Misano Monte I PIONIERI di Teresio Spadoni le cose da fare, era rimasta intonsa. Si siede e chiarisce subito che quella che ha da raccontare non è la sua storia, ma quella di suo padre. Butto l’occhio sulla prima pagina e leggo: “Racconti storici della vita del mio babbo Giuseppe anche per ricordare che è stato il primo a fabbricare la casa a Misano Mare; 1913”. La calligrafia tonda e ordinata mette in evidenza la frequentazione delle scuole elementari; aveva preso, infatti, il diploma di quinta. La Franca era nata nel 1923 e all’epoca, soprattutto nelle famiglie povere, erano pochi coloro che arrivavano alla quinta; si ricorda ai più giovani che, all’epoca, al termine della seconda elementare gli alunni dovevano affrontare un esame per essere ammessi a frequentare la terza, e molti si fermavano. “Il mio babbo è nato il 25 luglio 1883. Abitava lì dove era nato, nel ghetto di Marchin (…)” Per noi che ascoltavamo stupefatti era impossibile non cedere allo stimolo di fare domande sulla sua di vita, ma lei subito ci sgridava

invitandoci a non interrompere, perché non era di se stessa che doveva parlare. Da buona azdóra, era lei a dettare le regole. “Il mio nonno si chiamava Luigi (…) a quei tempi imparare un mestiere era un lusso e toccava solo al primogenito, mio zio Carlo; e così è stato (…) mio babbo costretto a fare i fossi da Verni a mollo nell’acqua per una lira al giorno non prendeva neanche i soldi per comprarsi gli stivali (…)” Il fatto che Luigi lavorasse in proprio (faceva il calzolaio e, con la moglie, il locandiere) e che Giuseppe non potesse essere indirizzato all’apprendimento di un mestiere, aveva portato Giuseppe a sviluppare quell’ingegno e quella capacità di intraprendenza che ha poi passato a Franca, sua unica figlia.

Quello che emerge dal racconto, infatti, è la grande intelligenza del babbo che gli ha consentito di cogliere, tra quelle che gli si presentavano, le opportunità che gli permettevano di lavorare per gente importante e, nei momenti di crisi, di accettare i lavori più umili; è passato, infatti, dallo spalare fango nei fossi a servire nobili e benestanti, da immigrato in Argentina a ortolano, e sempre mettendo a frutto il ricavato dei suoi sacrifici. Agli inizi del '900 Verni, aveva deciso di dividere in lotti le sue terre a mare della ferrovia e il giovane Giuseppe, tornato dall’Argentina, ne comperò uno “(…) su una parte ci costruisco una casetta e sull’altra ci faccio l’orto (…); finita la casa, d’estate l’aveva affittata alla famiglia Tonti, lui era il Segre-

tario Comunale di Misano. (…)” Io sono nata il 3 agosto del ’23, nella capannina, la casa era affittata ai Trabucchi (facoltosa famiglia veronese); d’estate si affittava e ci si sistemava nella capanna; tutti facevano così; erano sorte già diverse casette; i posti erano tranquilli e il turismo cominciava a svilupparsi; (…) io posso dire che ero una benestante, perché ero figlia unica, il babbo faceva l’ortolano, quella intorno alla casetta era una terra molto buona per gli ortaggi e per annaffiare aveva scavato un pozzo artesiano profondo quarantasette metri e di acqua ce n’era in abbondanza, e la casetta era affittata d’estate; (…) ad attingere l’acqua dal pozzo, che era costato duecento lire, veniva un sacco di gente, ma a noi cosa ci importava, di acqua ce n’era in abbondanza. Poi la guerra; “(…) il 29 giugno del 1943 bombardano la casetta. Io mi sono salvata riparata dietro al tronco di un gelso; eravamo tornati dal Convento, ero stata alla messa… la casa tutta demolita …il pensiero per i genitori che erano dentro… sono usciti dalle macerie tutti sporchi di calcinacci …si erano salvati… la contentezza!” La sua voce non dà segni del dramma vissuto: erano usciti vivi, e nemmeno troppo acciaccati. Di fronte a certi avvenimenti si è sempre impotenti e il fardello che lasciano è molto pesante da portare. Il dispiacere per le cose perdute era grande, ma Franca e la sua famiglia traevano la loro forza proprio dal considerare i beni perduti solo cose; che erano costate lavoro

e sacrificio, ma che rimanevano comunque cose… e potevano essere create di nuovo. Franca è una donna che è stata abituata a superare le traversie senza piangersi addosso. I lutti, la perdita dei beni, per quanto dispiacere potessero provocare, non potevano e non dovevano diventare giustificazione per lo scoramento; per cui, parcheggiato nel cuore il dispiacere per le cose perdute, bisognava rimboccarsi le maniche e ricominciare: si era ancora vivi! E Franca e la sua famiglia lo hanno fatto, senza indugio. Dice la Franca che, dopo la guerra, negli anni cinquanta, si ammucchiavano i soldi col paletto. Certo, è vero, è stato un grande periodo di crescita economica, quello; ma nella sua umiltà non dice che era il lavoro, la fatica, il sacrificio, che glieli portavano davanti a casa: non era il vento! Parla in italiano, la signora Franca; ci tiene, perché sente il momento dell’intervista come un momento importante, quindi vuole dare il meglio che ha, come quando, in onore degli ospiti, si apparecchia la tavola con il servizio buono e si mette la tovaglia ricamata. Ma quando racconta un fatto che non le è piaciuto ecco che l’italiano si fa troppo formale e ricorre al dialetto: “(…) l’éva chèmpre cla casèta dó ch’ui è e’ Turing adés (l’Hotel Touring), ui ha fat fè e’ disègn e pó ula à vandù ma Cecco purèt; ula à paghé tré méla frènch (…) ui la à fata paghé vintidó méla frènch! Stal ròbe lin va bèn!” Ma quella volta… azzarda Piero “Mò che cla vòlta… perchè l’éva fat e’ disègn? Mò cus cla valeva! L’éra che ma la su ma ui pisiva e’mèr!”


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29 Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)

Giugno 2013

MISANO

BACCHINI ADRIANO

Prestigiosi ospiti: Colasanti, le coppie Bodei-Benvenuto, Zamagni-Curi, Fabbri-Marrone. Chiude la Gualtieri

Impianti elettrici Civili - industriali Illuminotecnica - Materiale elettrico MISANO - Via Cairoli 2 - Tel. e Fax 0541 - 614002 Riccione - Abit. Via Tito Speri 56 - Tel. 0541.600602

Biblioteca illuminata con “Vizi d'estate” Valentina Simoncini con i medici Francesca Masciocchi e Marco Spinelli

LA CULTURA continua dalla prima pagina

Aristotele si tratta di “abiti del male”, ossia cattive abitudini che diventano una “seconda natura” dell'uomo e che, come tali bisogna, correggere con l'educazione agli “abiti buoni”. Ma è nel Medioevo che diventano veri e propri peccati in quanto deviazione dal bene e opposizione alla volontà divina. La situazione cambia completamente nell'età dei Lumi, quando sono visti sotto tutt'altra luce, come fondamentali per lo sviluppo dell'industria, del commercio e quindi della società civile, motori dell’economia. Come al solito non sono mai le virtù, ma sempre i vizi, a dirci chi è di volta in volta l’uomo. Ma oggi cosa sono i vizi capitali? Uno specchio fedele della natura umana e della società moderna? Uno spunto e un invito all'analisi e alla riflessione? Oppure ci invitano a guardarsi dentro per scorgere le proprie ombre ed affrontarle

senza timori? Domande intriganti a cui gli incontri misanesi cercheranno di dare una possibile risposta. Si inizia, il 9 luglio, con la Lussuria. Ospite il critico letterario Arnaldo Colasanti. Introdotta dalle intense parole di Platone: L'Amore è un demone possente che sta tra i mortali e gli immortali, la lussuria è l'estasi del desiderio, di cui è espressione. E’ fortemente incentivata dalle disinibizioni sessuali quali segno imprescindibile del nostro tempo. Ma il desiderio diviene tale attraverso la fantasia, che, oltre ad essere il tratto tipico dell'uomo, è anche il potenziale sovversivo di ogni ordine. Il 12 luglio sarà di scena l’ira e l’accidia in un dialogo tra il filosofo Remo Bodei e lo psicologo Sergio Benvenuto. L’ira, che dell'attuale Occidente è un segno distintivo, è quel sentimento mentale ed emotivo di conflitto con il mondo esterno o

con se stessi che controlliamo poco e maneggiamo peggio, perché in preda all'ira non siamo più padroni delle nostre azioni. Ma oggi l’ira non emerge solo a livello privato, complice la crisi economica-politica rischia di emergere anche a livello collettivo. L'accidia, come diceva Paul Valery, è la noia di vivere, non la noia passeggera, non quella per fatica o la noia di cui si conosce il genere e di cui si sanno i confini, ma quella noia perfetta, quella noia pura, quella noia che non ha altra sostanza che la vita stessa. Quella noia che altro non è che la vita nella sua nudità quando la si contempla chiaramente ed oggettivamente. A

ben pensare è la condizione in cui versano molti giovani del nostro tempo, afflitti da monotonia, assenza di interessi, vuoto interiore, le cui energie non impiegate finiscono per essere riversate. Il 16 luglio l’economista Stefano Zamagni e il filosofo Umberto Curi dialogheranno su Avarizia e Invidia. L'Avarizia è forse il più stupido dei vizi capitali perché si associa ad una possibilità, o ad un potere, che di fatto mai si realizzerà. L'avaro accumula il denaro che, in tali dimensioni, gli consentirebbe di acquistare qualunque cosa, ma questo potere non deve mai essere esercitato, perché altrimenti il denaro cessa di essere posseduto e, al pari di questo, anche il potere che ne è connesso. L'avarizia, quindi, come forma della volontà di potenza che pervade l'animo dell'uomo contemporaneo e che, per mantenersi, non deve mai esercitarsi. Questo il lavoro dell'avarizia: proibire la vita, contrarla fino a renderla definitivamente non vissuta. L’Invidia è, secondo Spinoza, quella disposizione che induce l'uomo a godere del male altrui e a rattristarsi, al contrario, dell'altrui bene. Alla luce di una rilettura contemporanea essa coincide con quel sentimento che l'uomo prova nel momento in cui non sopporta il proprio limite naturale, in una so-

cietà che decide del valore degli individui secondo criteri univoci, primo fra tutti il successo. Il 19 luglio il semiologo Paolo Fabbri e l’esperto di comunicazione del gusto Gianfranco Marrone dialogheranno su Superbia e Gola. Per Tommaso d'Aquino la Superbia è quel sentimento che vede l'individuo pronto a mostrarsi, perché innamorato della propria eccellenza, e da cui deriva la forte presunzione di superare gli altri. Al pari dell'invidia, anche la superbia è relazionale, nel senso che non riguarda l'individuo intriso nella sua solitudine, bensì il suo essere relazionale, che ha bisogno degli altri affinché possa esprimere nei loro confronti la propria superiorità. Il giusto orgoglio è un atto di stima verso se stessi. Chi lo possiede non è presuntuoso ma rifiuta di mettersi al seguito dei piccoli uomini. Ma quando l'orgoglio travalica fino ad elevarsi sopra se stesso si trasforma in vanità, boria, superbia. La nostra è una cultura in cui prevale la superbia e scarseggia l'orgoglio, in cui c'è poca dignità e molta apparenza, dove per apparire si è disposti perfino a svendersi e a servire. La Gola è una sorta di richiamo alla nostra animalità, il retaggio della nostra antica condizione. E siccome il cibo è la prima condizione d'esistenza, spetta al cibo e alla

gola mettere in scena un tema che non è alimentare ma radicalmente esistenziale, perché va alla radice dell'accettazione o del rifiuto della propria esistenza. Pensiamo alle innumerevoli problematiche alimentari che regnano nell'esistenza contemporanea, in una società che attribuisce un'importanza decisiva all'estetica con cui ognuno si presenta al mondo esterno. La Gola, quindi, come uno dei vizi (forse il maggiore) che rinvigorisce grazie alle peculiarità del post-moderno, assumendo connotati nuovi e spesso difficilmente comprensibili che portano ad una inevitabile modificazione delle emozioni e in certi casi persino ad una loro riduzione. Pensiamo, per esempio, alla gioia più elementare, quella intorno alla tavola che, dalla notte dei tempi, è il luogo eminente dove gli uomini hanno stretto amicizia e creato società. Chiude la rassegna, il 20 luglio l’attrice e poetessa Mariangela Gualtieri con un recital dal titolo: “Vizi e virtù della mia gente”. Dice Mariangela: “Sono stata folgorata da una poesia in cui il poeta indiano Tagore parla della sua gente: un popolo allora poverissimo e molto pio. Ho subito pensato: E' la mia gente. Qual è la mia gente? E mi sono guardata intorno. La gente di noi vivi ora in questo paese, comprende una congerie umana a volte raccapricciante, a volte amabile, più spesso detestabile. Per la prima volta l'ho voluta guardare senza giudizio, lucidamente ma amorevolmente, quando è grande e quando è piccola. Dunque reciterà versi inediti dedicati alla mia gente e il Sermone ai cuccioli della mia specie, lasciando alla fine uno spazio per le richieste del pubblico”. Tutti gli incontri si terranno presso il giardino della Biblioteca comunale, con inizio alle 21,30. info: 0541/618484

LO SPORT

Under 18, i migliori dell'Emilia Romagna - Non tramonta mai il sole sulla Misano Juniores: campione d'Italia nel 2011; anno di pausa il 2012 (metà classifica), di nuovo al vertice nel 2013. L'11 maggio, hanno messo in vetrina il titolo di campioni dell'Emilia Romagna. Dopo il 2 a 2, nei supplementari il gol del

trionfo (Ferraj, Brisigotti e Bracci i marcatori). Dall'altra parte il Crociati Noceto. Una partita equilibrata quella sul campo di Anzola Emilia, anche se Misano aveva dimostrato superiorità. Entrata nelle prime otto, nella corsa verso il titolo italiano, nei quarti col Firenze Ovest, il 29 maggio e 1 giu-

gno, vittoria per 4-3 (stava 4-0 e). Da anni anima della società, Andrea Signorini racconta: “Questa squadra ha lo stesso livello tecnico di quella vittoriosa di 2 anni fa; l'altra aveva maggiore consapevolezza della propria personalità. E spesso le partite si vincono con la testa”.



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MISANO

Luigi Criscione è un artigiano con lo spirito rinascimentale: progetta ed esegue LO SPORT

In leggerezza a Praga di Annamaria Bernucci

Anna Tacchi (a destra) e Cinzia Bacchini con i colori di Misano Podismo

- Anna (è una delle mitiche sorelle Tacchi) e Cinzia Bacchini (con la figlia Guenda Muccini) hanno compiuto una piccola impresa. Hanno portato a termine la Maratona di Praga lo scorso maggio. Sessant'anni finiti, ama specificare, per Anna era la prima maratona. E' giunta ben preparata, anche se il figlio Emiliano aveva più dubbi che certezze. Racconta: “La faticva è cominciata ad arrivare al 34^ km. Mi dicevo che dovevo finire. Quando ho visto il cartello col 41° ho pianto di gioia fino al traguardo”. Il suo tempo 5h20. Anna ha quattro passioni: insegnare (i suoi allievi la adorano), la corsa, andare per funghi e attività artigianali. L'sms del figlio: “Sei una wondermamma”. Cinzia invece ha vinto la sua maratona con 3h20. Quando venivano superate dagli italiani, le salutavano così: “Oh, romagnole!!”. Ora, il sogno di Anna è la maratona di New York

Il Camilleri della scultura Originario della Sicilia dal legno trae altra vita, sia nelle opere d'arte, sia nei mobili (è ebanista raffinatissimo). Personale nello spazio Oltremateria di San Giovanni in Marignano

Luigi Criscione con i fratelli Casalboni, Loris (a sinistra) e Euro. Titolari di Oltremateria, il loro show room diventa anche sala mostre. La scultura rappresenta il cervello: 12 donne incastonate tra loro come i mesi dell'anno

LA MOSTRA - Sulla tavola rettangolare avvitati tre pomelli. Sui due piedi a “V” (uno più lungo e l'altro più corto) due cerniere che lo aprono a libretto. I tre pomelli si adagiano sul piedistallo. L'elegante leggio può reggere quintali. Proporzione e forma perfetta. Tre colori di legno ad intarsio tratteggiano un volto che sa raccontare la vita. Il misanese Luigi Criscione è un artista dallo spiritio rinasci-

mentale. E' un artigiano vero; cioè progetta ed esegue lavori: mobili, sculture, intarsi. E li produce in legno; la nobiltà tra le cose del creato. Quelle tirate su come bambini dal sole e dallo spirito di adattamento. Le piante sono esseri assoluti che sanno ascoltare l'uomo e la natura. E sanno anche comunicare; basta frequentarle stagione dopo stagione. Fino alla fine della propria vita, che fanno diventare più lunga. Tutti opere, quelle di Criscione, che durano in eterno: sia se mobili, sia se pezzi d'arte. Criscione ha una bella storia alle spalle. E' originario di Petralia Sottana (Palermo). Classe '44, frequenta una scuola di

ebanisteria; quella siciliana è tra le più raffinate d'Italia. Sale a Misano negli anni '60. Sposa una signora misanese e apre la sua speciale bottega. Il primo lavoro è il ristorante “la Stazione” dei fratelli Moroncelli di Misano Adriatico. Infissi e mobili in ciliegio massello si possono ammirare ancora oggi. Se uno va alla “Stazione”, si rende conto che quelle tavole messe insieme con un intreccio di semplicità, fermezza ed eleganza racchiudono saperi, intelligenza e passione. Come artigiano con lo spirito della bottega rinascimentale, si diceva, Criscione pialla mobili (artistici, fortunati coloro i quali ne possiedono) e opere

d'arte. Opere d'arte e mobili sono un tutt'uno: il legno sotto altre funzioni. Una delle sue opere più belle è “la Famiglia”. Rappresenta una coppia di gentori con i tre figli. Commissionata da un albergatore, si trova nella sala da pranzo dell'hotel. Insomma, il turismo familiare che diventa impresa. Nel suo viaggio artistico, Criscione ha messo nella sua speciale cascina una marea di riconoscimenti. Come dice Emilio Cavalli: “Dal legno possono nascere gli stuzzicadenti, le travi portanti e i sogni di Criscione”. A San Giovanni, nello show room di Oltremateria (eco-malte, ceramiche e complementi di arredo), i fratelli Loris e Euro Casalboni hanno organizzato una mostra con sculture di Criscione, dal 30 maggio al 1 giugno. Sarebbe idea ben fatta, se il Comune di Misano commissionasse a Criscione una scultura in bronzo che raccontasse la civiltà misanese da collocare in qualche angolo della città.

LO SPORT

Semprini, assessore ironman

- Domenica 26 dicembre a Rimini si è disputata una tra le più belle gare di Triathlon, l’Ironman 70.3 ovvero 1,9 chilometri a nuoto, 90,00 chilometri in bici e 21,1 chilometri a piedi.

Organizzazione impeccabile e oltre mille atleti al via, tra i quali spiccavano i nomi di Chris McCormack e Daniel Fontana, due leggende mondiali. E tra loro il misanese Ivan Semprini, assessore al Pa-

trimonio e alla Pubblica istruzione che dopo la terribile avventura alla maratona di Roma dello scorso anno, si è preso una bella rivincita. Sorretto dalla moglie Isabella e incitato dai tanti amici, colleghi di lavoro e compagni di sport, ha concluso quest’avventura in 6 ore, 3 minuti e 34 secondi al di sopra di ogni aspettativa e con delle condizioni meteo pessime e ha tagliato il traguardo, manco a dirlo, con le lacrime agli occhi. Emozioni indimenticabili, quelle che ti fanno battere forte il cuore, mesi e mesi di sacrifici, allenamenti, rinunce. E alla fine una gioia incredibile. (A. B.)


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lL PERSONAGGIO

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“Salviamo la Chiesa, come ha indicato Gesù, andando vicino alla gente, accogliendo tutti con l’amore”

Don Gallo: ‘Restiamo umani’ - In ricordo di Don Andrea Gallo: un cattolico per tutti i diversamente credenti. Don Gallo non si è risparmiato, il suo cuore, donato ai poveri di Yahwè - i tapeinoi - alla fine si è schiantato sul muro in fondo alla strada che ha percorso «in direzione ostinata e contraria». Ha dato tutto se stesso per raccogliere e salvare anime, per i suoi “fedeli”. Fedeli tra virgolette, per dire che chi andava ad ascoltarlo aveva una genuina fiducia in lui, unita all’ammirazione per la spontaneità, l’anticonvenzionalità ma, soprattutto, per la forza morale - e diciamolo, rivoluzionaria - che sprigionava da ogni suo atto o parola. Non si è fermato un minuto, su e giù per il palco (a San Clemente dove era stato recentemente invitato dall’ANPI sezione Alta Valconca) come per i vicoli di Genova, alle manifestazioni, agli eventi pubblici, sul palco della vita in difesa della giustizia a tutto tondo, sempre stringendo in pugno il fazzoletto rosso delle sue utopie o - come abbiamo avuto modo di vedere di persona durante questa sua ultima predicazione in Romagna - quello tricolore dell’ANPI. Quel sabato Don Gallo ha affrontato con veemenza, simpatia e profondo senso di giustizia una moltitudine di temi, tutti importanti, spesso esponendoli per accenni, procedendo per saltum perché il tempo non era infinito: il lettore potrà approfittare dei preziosi spunti che Don Gallo ci ha voluto lasciare, e che oggi possiamo leggere come fossero un testamento, per riflettere sull’importanza di non lasciarsi sopraffare dai luoghi comuni, di non rinunciare a lottare per i diritti e contro i soprusi. Come un’anomalia/ come una distrazione/ come un dovere”: sono versi di Fabrizio De Andrè, col quale Andrea (bel gioco speculare di nomi) era più che amico: un sodalizio in cui non si sa chi abbia più dato o ricevuto. Don Gallo lo cita spesso, uno dei motivi forse è che quella che potremmo definire la ‘poesia filosofica musicata’ di Faber ha raggiunto e mostra di raggiungere il cuore di milioni di persone tra cui i ‘diversamente credenti’ i quali seguono Don Gallo e le sue omelie nella Chiesa di San Benedetto al Porto di Genova come in giro per l’Italia ad ogni evento cui ha partecipato, fuori dalle righe, come pochi Santi fanno. I Santi per il Vangelo sono i giusti, coloro che vivono il Vangelo, lottano per viverlo e per farlo conoscere. Talvolta lottano proprio contro la propria indole che li porterebbe ad un impegno meno totalizzante. Un prete di marciapiede, di sinistra, la sua Università è la strada - esordisce Don Gallo: lì va a raccogliere i drogati, gli extracomunitari e tutti gli altri diseredati che fanno fatica ad arrivare a sera, quando comincia il loro calvario, ed è la sera che la Provvidenza esce dalla chiesa e li va a cercare. Si definisce compagno, ‘co-

San Clemente. Don Gallo, ultima visita in terra riminese

IL RICORDO di Patrizia Mascarucci lui che distribuisce il pane’, dal latino cum pane, pane che tutti debbono avere. «Restiamo umani» - non, dice, diventiamo umani! - è il motto che dovremmo scrivere in tutti gli angoli del mondo: ce lo ha lasciato Vittorio Arrigoni, il giornalista antifascista assassinato a Gaza. Don Gallo passa a parlarci della famiglia: essa è una, si legge sulla Bibbia, è fatta di maschi, femmine, ma anche di lesbiche, gay ove questi non sono contro natura, sono varianti della natura. A causa delle nostre fobie, tanti non manifestano la loro omosessualità, reprimendosi. «Ditelo! e noi rispettiamo la loro coscienza, lasciamo che si amino!» La sessualità non è una tentazione del demonio, è un dono di Dio: Gesù non discrimina, predica l’amore. È stato partigiano. Racconta dell’ammirazione per il fratello Dino, tenente del genio. Andrea andava a scuola al Nautico, in marina e le regole erano quelle fasciste. L´8 settembre 1943 il fratello sparisce, per ricomparire qualche mese dopo a casa: era diventato comandante partigiano. «Osare la speranza» era il motto della sua brigata. Andrea aveva 17 anni e andò con lui, il suo nome di battaglia era “Nan”. Così ha visto nascere la democrazia, il potere del popolo, e ora chiede: «Adesso che sono vecchio, devo vedere morire la democrazia?», lasciandoci intuire la netta risposta. Dopo, da presbitero, salesiano, ha visto avvicendarsi alla guida dell’Arcidiocesi di Genova cinque tra Arcivescovi e Cardinali... e nessuno di questi l’ha mai scomunicato! “Nella piccola chiesa al porto prega al terzo piano e poi scende giù, varca una porticina... canta i salmi, ma non i soliti, canta - e improvvisamente intona, seguito in coro da tutti i presenti “Una mattina/ mi son svegliato/ o bella ciao...”. A 19 anni lesse un libro di Don Bosco, ne fu affascinato ed entrò nei Salesiani per il noviziato. Ma oltre a Don Bosco è devoto di altri santi: i sette fratelli Cervi! Applauso. La chiesa cattolica e Gesù sono la sua casa, lo ha imparato dai nonni. Continua scherzando: con Gesù si è scambiato il biglietto da visita, era rosso e c’era scritto “Gesù, via dei cieli, n° 1”. “Dice: «Non sono venuto per essere servito ma per servire, si legge nel Vangelo e se uno, anche Papa, non si mette al servizio degli ultimi...»[Questa frase la registriamo come profetica, alla luce delle prime frasi pronunciate da Papa Francesco, n.d.r.] Don Gallo ci spiega come possiamo immaginarci Dio: nel quadro di Van Gogh, Il seminatore, c’è il sole: può essere l’immagine di Dio, con il suo calore arriva a

Un prete di marciapiede, di sinistra, la sua Università è la strada - esordisce Don Gallo: lì va a raccogliere i drogati, gli extracomunitari e tutti gli altri diseredati che fanno fatica ad arrivare a sera, quando comincia il loro calvario, ed è la sera che la Provvidenza esce dalla chiesa e li va a cercare tutti, atei, agnostici, musulmani. «La mia Messa è un casino», dice per inciso. Gallo passa a dirci che è cresciuto con i valori socialisti di duecento anni fa e lancia un messaggio a Beppe Grillo: «Non fare lo stronzo, facciamo un anno di tregua, l’Italia è a pezzi». Poi - un tuffo ancora nel passato - ricorda che davanti all’altare di Valdocco è l’ultimo a ricevere la missione, bacia la mano a Don Bosco che, col suo vocione, gli chiede come si chiama, e lui: Chierico Gallo.- Don Bosco gli mette la mano sulla testa: - Tu non sarai mai papa. “Papa Gallo” per la Chiesa sarebbe ridicolo! - Salviamo la Chiesa, come ha indicato Gesù, andando vicino alla gente, accogliendo tutti con l’amore. Se si vuole verificare il proprio essere cattolici occorre confrontarsi con l’Infallibile... eppure Dio manda Gesù sulla Terra, che è UMANO: «Come la mettiamo? La pace è possibile, è un dono di Dio, è la benedizione della specie umana, è Gesù la pace». Don Gallo continua il ragionamento affermando che un cristiano si misura attraverso le norme della democrazia e se c’è una minoranza bisogna rispettarla. La legge 40 sulla fecondazione arti-

ficiale è stata bocciata da Strasburgo, perchè non è UMANA. L’Annuncio del Vangelo è la Buona Novella, non si può dire sempre no! e invece per la Chiesa «una sega è diventata un peccato mortale!». Tutti ridono. E poi il testamento biologico: non si può morire neanche in pace! Sua madre cattolicissima centenaria ha preparato tutto, anche il vestito da indossare dopo morta, ha convocato i figli e ha detto: Voglio comunicarvi che parto. Dove vai? - In paradiso. Lasciatemi morire in pace, non mettetemi tutti quei fili! - Anche come cittadino Don Gallo si chiede: impegno civile, ma con chi? «L’Italia galoppa verso il 35% di disoccupazione giovanile. Piango. Cosa diciamo ai giovani?» - «Venite a vedere la nostra comunità: nulla a chiedere, nulla a rifiutare. Vengo davanti a voi tutti, soprattutto davanti ai giovani, questo vecchio viene a mettersi in discussione: che Paese siamo?». Ci invita a decidere sul come essere cristiani: se si recita il Padre nostro, tutti quelli che incontreremo diventeranno nostri fratelli e sorelle. Anche i gay, e - dice - proprio questa umanità così diversificata è la gloria di Dio. Esse-

re eterosessuali è una qualità positiva? i nazifascisti hanno inviato gli omosessuali nei forni crematori! Continua sull’attualità. «Ci hanno rimberlusconizzato. Abbiamo sostenuto Berlusconi per il bene delle anime, per la Chiesa, che vergogna! Ma la terra è di Dio o di questa gente? Oggi Landini [FIOM-CGIL] si batte contro la crisi: ma dov’è la crisi? I ricchi non hanno crisi! Abbiamo un’astronave che viaggia a velocità stratosferica senza pilota, senza freni, con ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Il capitalismo decide che su 100 abitanti uno solo è ricco e deve arricchirsi con l’impoverimento degli altri 99». Nella sua comunità un bambino ha fatto una ricerca sulla FAO e mi dice: - Nonno! i conti non tornano: nel mondo ogni 5 secondi muoiono di fame 3-4 persone, uomini, donne, bambini. «Il 20% degli abitanti si pappa l’80% delle risorse del Pianeta. Che società è questa? è una società di cui noi non siamo soci». Don Gallo ci esorta: stiamo vicini ai bambini, come Gesù ci ha indicato! Oggi non si saluta più nessuno, tantomeno i vecchi. Stiamo davanti alla TV, non giochiamo e non parliamo con i bambini. Quando una famiglia perde i nonni rischia di perdere i valori da trasmettere a figli e nipoti, come la solidarietà. Occorrono attenzione e progetti: i giovani devono avere un assegno mensile, invece oggi vengono massacrati e privati delle speranze. Don Gallo camminando su e giù per il palco parla per libere associazioni di pensieri. Nel ’68 dice - abbiamo vissuto anni formidabili, vi era un grido di libertà, «il Concilio Vaticano II è stato la primavera della Chiesa.» Si intravedeva una cultura nuova, vi era speranza, vi era un bisogno di aria pulita, di libertà, di civiltà. E cita Don Milani, morto nel ’67: «La politica è uscire tutti insieme dai problemi, ripartendo dagli ultimi». La parità è un diritto perché siamo parte di un’unica famiglia. I diritti. Le mondine hanno conquistato le otto ore: la giornata lavorativa veniva scandita dal suono delle campane dall’Ave Maria all’Ave Maria, i parroci allungavano l’orario per favorire i padroni e le mondine lavoravano più del do-

La platea a San Clemente il 9 marzo scorso

vuto. Le donne. La Resistenza ha visto 2.800 partigiane donne, 19 medaglie d’oro ma nessuno ne parla. «Altro che pari opportunità!». Ancora una donna, Hebe de Bonafini, leader storica delle madri di Plaza de Majo, ci ha insegnato che occorre più legalità e occorre tirare su la testa. «Come cristiano devo chiedermi cosa posso fare per il mio quartiere, la mia città, la mia nazione, per il mondo intero. Invece di Dio adoriamo gli idoli: denaro, spreco, tendenza a consumare quello che non possediamo. Ecco, quando il vescovo aiuta i poveri è un santo, quando cerca di capire le cause di quella povertà, è un comunista!» Il prete Don Gallo esorta la sua Chiesa a stare vicino alla società civile, e così le altre Istituzioni: ma a Genova nel 2001, per il G8, hanno lasciato 500 giovani senza servizio d’ordine, ed è stato un massacro: «Dov’erano i Partiti? dov’era il Sindacato?». Don Gallo ci parla del suo quinto Vangelo che - citando De Andrè - è «in direzione ostinata e contraria», è poesia che guarda sempre al futuro in un mondo che non morirà per mancanza di amore: «il mio Vangelo è poesia e musica, va nel profondo, ci fa volare nella brezza non violenta. È antifascista, non c’è arroganza né intransigenza, è anticapitalista con una spruzzata di anarchia. È Persona UMANA che di fronte ai soprusi dice no». Infine riassume tutto in tre bussole di riferimento: la prima per i cristiani è il Vangelo di Gesù; la seconda è per tutti gli italiani: la Costituzione repubblicana del 1948, i cui tre primi articoli basterebbero da soli a riformare il mondo. Ricordiamoci che Dio ci ha dato da custodire la Terra! La terza è il vangelo laico di Faber De Andrè: dare voce agli ultimi, ai fragili, agli esclusi, ai carcerati: è l’aspirazione alla libertà per tutti. Don Gallo ha concluso quella sua predicazione con l’ammonimento: «Per quanto vi crediate assolti/ siete tutti coinvolti!».Don Gallo ha dunque vissuto da Cristiano, amando e prodigandosi per tutti i diseredati che avvicinava senza paura, non temeva il pericolo perché era armato dall’amore e dal timore di Dio e la sua vita è stata davvero un esempio per tutti! Dal Vangelo spesso viene suggerita la riflessione su come essere ed anche apparire cristiani, come si distingue un cristiano dalle altre persone: dalla gioia che porta, il soccorso e la solidarietà, l’umiltà dell’amore “perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” scrive San Paolo nella Lettera ai Romani (5, 5) e la Chiesa che Don Gallo amava e realizzava era così, la Chiesa dell’amore, la Chiesa descritta da papa Giovanni XXIII: «la Chiesa si presenta qual è, e vuole essere, come la Chiesa di tutti e particolarmente la Chiesa dei Poveri». Grazie Don Gallo!


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Riflessioni 33 bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

LA RIFLESSIONE

di Benito Fusco - Si dice che moriremo democristiani in un tempo nel quale è già difficile morire cristiani. Anzi, qualcuno paventa che sapremo andare oltre, fino a morire demoberlusconiani, e pare che solo l’anagrafe e la Magistratura potranno evitarcelo. Eppure, fino a un paio di mesi fa, a ridosso delle elezioni, il menù della politica, sottratto da un governo di presunti tecnici, sembrava offrire scelte alternative, quasi gloriose: c’era chi parlava di governi di cambiamento, di soppressione delle caste, di “tutti a casa”, di riforme epocali, di tsunami incombenti, e via dicendo, con corollari di peana e giuramenti irreversibili. Poi nel segreto delle urne gli italiani hanno mescolato e squilibrato le carte, qualcuno ha barato, altri si sono fidati, alcuni hanno sognato, altri ancora se ne sono stati a casa. E nel giro di poche settimane il Pd, vincitore sconfitto, ha autoaffondato sia Bersani, il segretario eletto con milioni di voti alle primarie, che Prodi, uno dei padri fondatori; ha poi rifiutato Rodotà, tutore doc dei diritti e della

Così è nato un governo di larghe intese e/o dell’inciucio, che in campagna elettorale era stato escluso con toni tra il solenne e lo scandalizzato, facendo perdere così al Pd anche l’onore Costituzione e riesumato, con una seduta spiritica, Napolitano, che aveva stragiurato che mai e poi mai si sarebbe ricandidato. È seguita quindi una operazione di restaurazione che ha aperto la strada al governo democristianberlusconiano dei Letta, Gianni ed Enrico, nella cui compagine gli ex Ds sono stati ammansiti con qualche strapuntino per salvare la razza padrona e qualche briciola di storia. Così è nato un governo di larghe intese e/o dell’inciucio, che in campagna elettorale era stato escluso con toni tra il solenne e lo scandalizzato, facendo perdere così al Pd anche l’onore. Governo “disservizio” tra le cui braccia il centrosinistra si è precipitato, inducendo il sospetto che l’insano abbraccio con Berlusconi fosse in incubazione da tempo, e che sicuramente ha trovato nella regia di chi ha suonato la carica dei 101 contro la candidatura di Prodi, la molla per venire interamente alla luce: una regia coi baffi e dalle impronte digitali già

Giugno 2013

IMPEGNO CIVILE

Riflessioni bibliche

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Quella strana alleanza tra Pd e Pdl suona equivoca. Durante le elezioni tutti giuravano: mai e po mai insieme

“Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

Le impronte digitali del governo Letta presenti negli archivi del dissesto pubblico. Non si tratta di un compromesso storico di berlingueriana memoria, quando il Pci era vivo e vegeto, e di massa, bensì qualcosa di peggio per la sinistra riformista: la sua cancellazione e l’affermazione della cultura democristiana che si confronta con la cultura della destra dentro il governo stesso e afferma, nei fatti, che “morto un Andreotti se ne fa un altro”. E l’accettazione passiva del capo del Pdl, dichiarato nei processi recenti “delinquente per frode fiscale” e interdetto dai pubblici uffici, rende il governo Letta un prigioniero politico di situazioni talmente insostenibili, politicamente ed eticamente (vedi Brescia), da aver trasformato l’inciucio in una inedita, immorale e dolosa

complicità. Il governo “Alfetta” (AlfanoLetta) lascia prefigurare, quindi, non solo l’inequivocabile sconfitta della sinistra, ma soprattutto una sconfitta non tattica, ma strategica, nella società, nella politica e nelle istituzioni. Una domanda è d’obbligo: sic stantibus rebus serve ancora una sinistra per affrontare i problemi del Paese? Il liberté egalité fraternité, l’abolizione marxiana dello sfruttamento, una società multiculturale dei movimenti antirazzisti, la questione di genere del movimento femminista, la salvaguardia dell’ambiente dei movimenti ecologisti, la pace... insomma, tutti quei valori che costituiscono il patrimonio esistenziale della sinistra possono ancora “farsi politica”, incarnarsi in una forza politica, in uno o più partiti o, come si spera ancora, in un nuovo soggetto politico “rosso”, papavero solitario in una valle di macerie? Oppure il tentativo di configurare una politica di sinistra oggi equivale più o meno a pestare l’acqua in un mortaio e, conseguentemente, per chi ne ha voglia, rimarrà solo l’impegno di volontariato nelle associazioni, nei comitati locali per i beni comuni, in quelli per il riciclo dei rifiuti o per una mobilità sostenibile, o in altre realtà ancora? Intanto sarebbe opportuno capire, ad esempio, quale microdinamica

Papa Bergoglio

LA RIFLESSIONE - CHE FARE - Dalemiani, renziani, veltroniani, giovani turchi e via dicendo: una frantumazione inconcepibile che va senza indugi cancellata perché è il segno di conventicole e di fratture all’interno del Partito Democratico che sono alla base degli indegni “tradimenti” consumati durante l’elezione del capo dello Stato e nelle

Che fai? Cosa!?!

re senza indugi, fra l’altro, una legge elettorale diversa da quella correntemente indicata col termine spregiativo di “Porcellum”. A nessuno può sfuggire la precarietà di questo esecutivo, per la distanza politica che separa le forze che lo sostengono e per le sortite di Berlusconi che a ogni piè sospinto sottolinea che sarà

La crisi della sinistra e i possibili sbocchi lotte in corso fra i capi di vecchie e nuove correnti. Un caotico scontro che non ha nulla a che fare con l’auspicabile confronto sulla linea del partito e sulle scelte che esso è chiamato a operare. Il Pd deve capire che il pluralismo interno delle culture è una ricchezza solo se queste riescono a trovare il loro comune denominatore politico, vale a dire la convinzione che per servire al meglio gli interessi generali del Paese è necessario rivolgere un’attenzione privilegiata alle ragioni delle fasce sociali più deboli, con un impegno rivolto a ridurre le scandalose disuguaglianze e a combattere privilegi e abusi. Occorre allora fare in modo che la carta d’identità del Pd, per come viene concepita dalla stragrande maggioranza dei suoi iscritti e dei suoi elettori, rechi i segni distintivi di una forza progressista che punta decisamen-

di Michela Di Schiena*

te, certo col necessario realismo e con la conseguente gradualità, al superamento di quel neoliberismo selvaggio inaugurato agli inizi degli anni ‘80 da Ronald Reagan negli Usa e da Margaret Thatcher nel nostro continente. Ma c’è anche l’assoluta esigenza, per quanto attiene al metodo, del recupero di un elemento essenziale della democrazia interna: il dovere dei dissenzienti di uniformarsi alle deliberazioni della maggioranza. Senza il recupero di questo requisito essenziale di metodo – secondo il dettato costituzionale i partiti devono «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» – un partito, come qualunque consesso democratico, cade nell’anarchismo e praticamente

cessa di esistere. Solo chi nel Pd resta ottusamente chiuso nei meschini interessi di potere o di cordata può non cogliere gli stati d’animo e le domande dell’elettorato di centrosinistra, a partire dal disorientamento e dallo sconforto per gli errori e le tortuosità che hanno reso necessaria la costituzione di quel governo di “larghe intese” che durante la campagna elettorale era stato categoricamente escluso dai dirigenti nazionali dal partito. È di tutta evidenza che si tratta di una situazione che ha già messo in rilievo, se ce ne fosse stato bisogno, l’impossibilità di una collaborazione tra Pd e Pdl, giustificata solo, nell’impraticabilità di altre maggioranze, dall’urgenza e dalla necessità di vara-

lui a decidere quando staccare la spina, legando le sorti del governo ai suoi interessi personali e alle sue vicende giudiziarie. Una tattica alla quale il centrosinistra potrebbe rispondere rilanciando i tentativi di apertura al Movimento 5 Stelle (non solo alla sua dirigenza), anch’esso in difficoltà per i crescenti contrasti interni e per l’impotenza politica alla quale si è condannato. Un tentativo fallito ieri ma che potrebbe avere miglior sorte domani, a fronte delle evoluzioni in corso nelle due formazione politiche. Sarebbe lo sbocco dell’attuale difficile situazione politica in un diverso governo di “larghe intese” non solo parlamentari ma anche, dati gli umori prevalenti nell’elettorato, largamente popolari. *Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Fonte Adista n.19/2013

Tutti quei valori che costituiscono il patrimonio esistenziale della sinistra possono ancora “farsi politica”, incarnarsi in una forza politica, in uno o più partiti o, come si spera ancora, in un nuovo soggetto politico

sociale invisibile ha prodotto il macroscopico tsunami grillino, e quali forme di aggregazione sociale stanno nascendo, e come e perché sia mutata la natura del lavoro e dei lavoratori, e se sia possibile costruire una strategia di ricomposizione dei lavoratori in grado di contrastarne la frammentazione. E infine, quale rapporto persona-natura possiamo immaginare affinché si tenga conto del limite in cui siamo confinati: perché questa Terra, che non è un reservoir infinito di materie prime, di energia, di acqua, di suolo, è finita, non eterna, e chiede un disperato coraggio per raccoglierla sull’orlo del precipizio.

*Frate dell’Ordine dei Servi di Maria Fonte Adista n.19/2013


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Giugno 2013

Aziende informano

Agli alunni di quattro seconde medie regalato il tablet, come di supporto ai libri. Coinvolti anche i genitori

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BCCG - GIOVANI

BCC Gradara, progetto per studenti col tablet

Allievi, docenti e genitori del progetto ARRG!

Bcc Gradara: “Crescere nella cooperazione”

- “Il computer non soppianterà il libro. Può esserne però un validissimo supporto. Forse però le lavagne multimediali prenderanno il posto di quelle col polveroso gesso. I Comuni di Gra-

dara e Gabicce Mare, grazie alla sponsorizzazione della BCC di Gradara, hanno messo in piedi un progetto, dagli orizzonti sui decenni a venire, riservato alle quattro classi di seconda media dell'istituto comprensivo “Lanfranco”. Si tratta di ARGG! (Apprendere in rete a Gradara e Gabicce Mare). Ad ogni studente è stato dato in comodato d'uso un tablet e costruito un progetto, coinvolgendo anche i genitori. E' stato insegnato ad andare in rete, a selezionare le informazioni, fino ad elaborare un regolamento sull'utilizzo della stessa rete, dove c'è il buono ed il cattivo. Inoltre, ogni ragazzo

era invitato a costruirsi un proprio percorso. Il risultato finale è stato l'aver sfornato piccoli e-book su più temi: la pubblicità, le costruzioni in muratura, la geografia, le scienze motori... I lavori sono stati presentati a Gradara nella sala conferenze della Banca di Credito Cooperativo, lo scorso 25 maggio. Vi hanno preso parte tutti gli attori: i sindaci Franca Foronchi e Corrado Curti, il presidente della BCC Fausto Caldari, Yuri Kazepov (Università di Urbino), Nadia Vandi (dirigente dell'Istituto comprensivo), Giovanni Torrisi (Università di Urbino).

BCCG - SOCI

Uscita romana per la mostra sul Tiziano

L'ACS Artigianbimbi presso la filiale di Gabicce Tavollo

- La signora, prima a destra, Lilia Ceccoli, insieme al marito Loris Amicucci, hanno festeggiato in modo singolare i loro 33 anni di matrimonio, più 10 di fidanzamento: gita a Roma, organizzata per i soci dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara. L'uscita aveva un programma ristretto ma di forte richiamo: la mostra del Tiziano alle Scuderie del Quirinale. Dopo la visita guidata, pomeriggio libero. Dato il clima variabile, i più temerari si sono spinti fino a Villa Borghese, per ammirare una delle meraviglie di Roma.

L'ACS la Compagnia dei Diritti presso la filiale di Gradara

- “Il progetto didattico è sicuramente impegnativo, ma gratificante per i ragazzi, per le loro famiglie e anche per l'équipe docente. Un grazie forte alla Banca di Credito Cooperativo di Gradara”. A parlare così è Paola Giuliani, la coordinatrice di un percorso di educazione che si chiama “Crescere nella cooperazione”. Promosso dalle BCC del-

la Marche, la premiazione si è tenuta al Teatro delle Muse di Ancona, lo scorso 5 giugno. Sponsorizzato dalla BCC di Gradara, ha coinvolto le classi terze e quarte di Case Badioli e le quinte A e B di Gradara. La cooperativa di Case Badioli si chiamava “Artigianbimbi”. I piccoli hanno realizzato degli oggetti insieme ai genitori, venduti poi

in due mercatini, a scuola e alla Festa di Primavera a San Giovanni. Invece, la Compagnia dei Diritti di Gradara ha costruito uno spettacolo teatrale con canzoni e poesie, che raccontavano i diritti dei più piccoli. I biglietti sono stati venduti a familiari e amici. Un successo straordinario, tanto che al teatro di Gradara ci sono volute

due serate. “Per noi della Banca di Credito Cooperativo di Gradara - racconta il presidente Fausto Caldari - la cooperazione sono le fondamenta sulle quali poggiamo. Le cose crescono bene se si sa collaborare insieme, esaltando però le capacità e passioni dei singoli. Solo in questo modo si crea una comunità in grado di af-

frontare il futuro con rispetto ed orgoglio. Le cooperative sono una palestra unica di scambio di opinioni, di proposte di idee prima e di vederle messe in discussione poi. Soprattutto si cresce quando le proprie idee sono oggetto di riflessione”. “Stare accanto ai giovani continua il presidente Caldari - è una delle missioni del no-

stro istituto. Da anni, sosteniamo progetti su più fronti. Diciamo che siamo impegnati sui banchi delle scuole primarie fino alle aule ad emiciclo delle Università, passando per le scuole medie superiori. Abbiamo le borse di studio che vogliono ricordare la figura di Guido Paolucci per gli adolescenti e il premio ‘Giovani talenti’ per gli universitari”.




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L'ingegner Dario Bernardi ha progettato e brevettato un sistema basculante

“Dal mare energia elettrica e salvaguardia dall'erosione”

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- “Difende le spiagge dall'erosione e trasforma la forza delle onde in energia elettrica. A costi da scogliera. In grado di durare una ventina d'anni, si ripaga dopo cinque”. Tale dispositivo lo ha progettato e brevettato l'ingegnere Dario Bernardi. Si chiama Pro coast W. E. (acronimo di Pro coast Wave Energy, Per le coste energia dalle onde). Il congegno è semplice: un corpo basculante di metallo ancorato sul fondale azionato dall'altezza del mare e dal vento. Col mare calmo (figura 1) è in posizione di riposo; non visibile in quanto completamente sotto la superficie dell'acqua; il peso delle sue rispettive parti, riferito all’asse di incernieramento, determina la sua posizione di equilibrio statico. Col mare mosso (figura 2), “il corpo basculante sotto l’azione del flutto diretto ruota in senso orario ponendosi in posizione di difesa contrastando il flutto con

Il dispositivo. Figura 1 col mare calmo; la due con il mare mosso

L'ingegner Dario Bernardi

la coppia che si viene a creare tra il suo baricentro e l’asse di incernieramento. Con il flutto inverso il corpo basculante ruota in senso antiorario”. I flutti determinano, istante per istante, la posizione di equilibrio dinamico del corpo basculante. Racconta l'ingegnere cattolichino: “Potrebbero doversi porre in opera opportuni fermi alla rotazione del corpo basculante al fine che le sue parti, a causa dell’azione di flutti troppo forti, non si invertano rispetto all’asse di incernieramento”. “Oltre a proteggere le spiagge dalle mareggiate e dall’erosio-

l'erosione ma si ha il ripascimento della spiaggia. Settant'anni, originario di Saludecio, Bernardi fin da ragazzo ha avuto il pallino per la progettazione di macchine. Ricorda: “A 16 anni, in un'osteria di Saludecio il vedere lavare a mano i bicchieri, mi portò a progettare una lavastoviglie. Ho brevettato una macchina per stendere piadine e pizza ed un'anuba per le finestre. In pratica, la cerniera permetteva alla finestra di avere 3-4 posizioni di apertura. Non ha avuto successo commerciale perché avrebbe toccato aperture ben più costose come le classiche vasistas”.

ne marina - continua l'ingegnere - a differenza delle scogliere emerse evita i danni alla salute umana ed alla fauna ittica”. “L'idea del sistema - rivanga Bernardi - mi nacque nel 2006. Io vado a passeggiare in spiaggia tutte le mattine prima di andare a lavorare. Una signora mi dice che quelle scogliere le limitano il cervello. Mi si accende la lampadina”. A parere di Bernardi il suo brevetto solleva il paesaggio dall'impatto ambientale delle scogliere, igienizza la battigia nei pressi della scogliera. I più a parere dell'ingegnere sono notevoli: non solo non c'è

Trabaccolo, arriva il monumento d el 1926 - La storia nobile che torna a Cattolica nel molo di ponente della piazzetta della Madonnina. Appuntamento il 26 e 27 giugno, da Venezia arriva un trabaccolo restaurato. Venne costruito nel 1926 a Cattolica nel cantiere di Ferdinando Ubalducci. Normalmente il trabaccolo è ormeggiato a Venezia sul Canal Grande al Ponte della Dogana, di fronte a Piazza San Marco. L'ultimo proprietario è stato l'austriaco Hermann Hugo. Lo ha comprato e restaurato l'associazione la Compagnia della marineria tradizionale di Venezia: un centinaio di soci (due i cattolichini, Rossella Giannini e Giuseppe Pritelli, nipote del maestro d'ascia Ubalducci).


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Giugno 2013

CATTOLICA

- “Alleggerire la zona turistica della città (Lungomare e centro) il più possibile dal traffico per rendere l’area più vivibile e gradevole per i cittadini ed anche per gli ospiti di Cattolica. 2) Sperimentare un passaggio ciclo-pedonabile capace di collegare la pista ciclabile RiccioneMisano al porto di Cattolica. 3) Incrementare la sicurezza dei pedoni e dei veicoli che circolano nella zona turistica della città. 4) Ridurre l’inquinamento atmosferico provocato dal traffico veicolare e dunque incentivare una mobilità sostenibile e contribuire a migliorare le condizioni ambientali di Cattolica. 5) Migliorare la circolazione diminuendo le lunghe code e i tempi di attesa di chi deve accedere alla città e nella zona turistica”. Questi gli obiettivi che hanno guidato l’amministrazione comunale nell’elaborazione di una serie di misure correttive alla viabilità cittadina, pensate in particolare per il periodo estivo. Interventi definiti da un Gruppo di lavoro, a cui hanno partecipato tecnici, amministratori e consiglieri comunali, che sono stati presentati alle categorie economiche e sindacali in diversi incontri, nel corso dei quali sono state recepite una serie di osservazioni e suggerimenti. Ed ora il Comune, a partire dall’8 giugno, intende avviare una fase di sperimentazione per valutare la bontà di tali misure ed eventualmente adottare gli opportuni accorgimenti. La viabilità è uno dei maggiori problemi, spesso irrisolti, che assilla tutti i comuni (Cattolica ha solo due strade di entrata e uscita: nazionale e litoranea), rendendo obiettivamente difficile la gestione della viabilità). Quando si cambia qualcosa poi ci si scontra anche con pigrizie, interessi individuali, di piccoli gruppi, ecc. che non vogliono vedere al di là del proprio naso. Insomma la via “ecologica” che migliora la qualità della vita, dell'immagine turistica, tutela la salute e l'ambiente... deve purtroppo fare ancora i conti con mentalità di piccolo respiro. A conferma che la stragrande maggioranza dei cattolichini (e ospiti, perché Cattolica vive prevalentemente di turismo) riportiamo nel box a fianco l'esito dell'Inchiesta-questionario fatta dall'Arcobaleno sul tema della viabilità. Nel 2008, 10mila questionari distribuiti capillarmente. Raccolti compilati 2.000 (circa il 15% del corpo elettorale). Pertanto un dato altamente rappresentativo. I risultati furono poi presentati nel 2009 a tutta la città

Meno traffico, piste ciclabili, meno inquinamento...

Bèl, bèl. Basta che in mi rompa al caz. Sla mi machina a vagh duch um pèr...

IL SONDAGGIO - INCHIESTA ARCOBALENO

Obiettivi: alleggerire il traffico della zona turistica e via Allende, pista ciclabile, sensi unici, più sicurezza per i pedoni, meno traffico e inquinamento atmosferico. Non manca qualche mal di pancia: pigrizie, abitudini e qualche interesse particolare. Ma la scelta del futuro è quella della mobilità sostenibile e rispettosa della salute dei cittadini e dell'ambiente

Più piste ciclabili e zone pedonali - A Cattolica il traffico è intenso? SI' 83,56% - NO 12,59% - E' facile circolare in bicicletta? SI' 37,46% - NO 56,71% - Vorresti più piste ciclabili? SI' 79,19% - NO 12,54% - Vorresti più zone pedonali? SI' 65,89% - NO 24,98% - I parcheggi sono sufficienti? SI' 18,81% - NO 75,56% (Per i parcheggi oggi le cose sono un po' migliorate con gli spazi dell'ex Bus terminal, il parcheggio presso la stazione ferroviaria e l'utilizzo da parte dei gestori dei parcheggi di testata - anche Torconca, Corso Italia e vicino al cimitero - del servizio di busnavette per i clienti, liberando la città da centinaia di auto). I dati sono del Questionario-inchiesta “Decido anch'io la mia città” elaborato e diffuso dall'Arcobaleno di Cattolica in 10.000 esemplari e diffuso capillarmente su tutto il territorio comunale. I questionari ritornati compilati sono stati circa 2.000. Periodo del sondaggio: maggio-settembre 2008. Il questionario comprendeva ben 42 domande che spaziavano su tutte le problematiche della città. Sopra riproponiamo i risultati delle 4 risposte in tema di viabilità. N.B. La percentuale che manca per arrivare al 100% si riferisce ai “Non so” e “Non risponde”.

con assemblee pubbliche in tutti i quartieri, alle categorie economiche, sociali, ecc. Principali modifiche alla Viabilità: Lungomare Rasi Spinelli a senso unico nella direzione Gabicce-Misano e chiuso al traffico (salvo permessi per residenti, clienti alberghi e mezzi pubblici) nelle ore serali durante i periodi di maggiore afflusso. Via Del Prete a senso

unico nel senso di marcia Misano-Gabicce. Passaggio da 4 a 2 corsie (con mantenimento del doppio senso di marcia) nel tratto che va dal ponte del Conca a via Del Prete, con creazione nelle altre 2 corsie di un percorso ciclopedonabile che proseguirà poi in via Del Prete (divenuta a senso unico) e sul Lungomare Rasi Spinelli (divenuto a senso unico). Decongestionare il traf-

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Squali - Leggiamo: “Acquario di Cattolica: da Varese

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fico d’accesso alla Città. Smistare il traffico, con apposita segnaletica, indirizzando chi deve andare nell’area est della zona turistica in via Cabral, per poi proseguire in un percorso alternativo meno congestionato. Chi deve andare nella zona ovest (da via Fiume alle Navi) proseguirà invece per via Allende. “Dire che la nostra città è un centro commerciale naturale e che crediamo in una mobilità sostenibile e a favore dell’ambiente non significa nulla se non si adottano le misure opportune per incentivare questa filosofia: crediamo che snellire il traffico, migliorando l’ambiente, la sicurezza dei pedoni e la vivibilità della nostra zona turistica vada proprio in queste direzioni – spiega il sindaco di Cattolica Piero Cecchini. A fine stagione tracceremo un bilancio per valutare l’efficacia delle modifiche alla viabilità introdotte ed eventualmente correggerle o annullarle qualora risultassero non efficaci. Con questo Piano prima di tutto decongestioniamo via Allende, cercando anche di incrementare la sicurezza di una strada spesso teatro di incidenti e facilitando l’accesso alla città. Creiamo inoltre un percorso ciclo-pedonabile che congiunge Misano al porto di Cattolica e alleggeriamo il traffico della zona turistica: due soluzioni che, se funzioneranno, contribuiranno a migliorare la qualità del soggiorno dei nostri ospiti e la vita dei cittadini. Infine miglioriamo l’ambiente riducendo le emissioni nocive in atmosfera”. “Sappiamo bene che ogni processo di riforma può creare qualche preoccupazione nella sua fase di applicazione iniziale – conclude Piero Cecchini –, ma l’obiettivo finale è il bene della comunità e il miglioramento della nostra offerta turistica grazie al quale intendiamo rendere la nostra città più gradevole, meno caotica, più bella e più sicura”.

per dire addio al celibato: E' un faccia a faccia con gli squali”. Isé, tènt per abitués mal matrimonie. Os-cia!...

Bandiera blu - Leggiamo: “Cattolica, Gabicce e Misano riconquistano la Bandiera blu, marchio di qualità del turismo”. J'arciunés i fa finta ad gnint. Ma quant uj tira al cul...

Porta a porta - Leggiamo: “Rifiuti: il porta a porta va avanti. Entro giugno si parte nella zona centro”. Però i pizardòn j'ha da multé i fa quajun e i maleduchèd. Caz!... Unità - Leggiamo: “Il nuovo segretario del Pd Alessandro Montanari dopo avere completamente rinnovato la segreteria politica annuncia il rilancio delle feste dell'Unità”. Quij dal Pd j'ha proprie bsogn d'un po' d'unità cume al pèn...

Lungomare -Leggiamo: “Lungomare, in teatro solo posti in piedi per la presentazione del progetto”. Un ritorno degli effetti speciali micucciani? L'è sno un'idea, ma un lungomare cal vola al pèr un castrtisòt ma la spiagia. Va pu là...

Alberi pericolosi - Leggiamo: “Leo Cibelli (assessore all'Ambiente): ‘Sessantuno piante da abbattere. E' a rischio l'incolumità dei passanti’”. Il Comune dovrà pagare eventuali danni e incidenti. Un gnè pèsa per li pièntie. L'è un pchè! Però toca giré sempre s'un bèl pipacul... Giro d'Italia - Leggiamo: “Cattolica cancellata dal Giro d'Italia”. Pesa ancora un nostro sgarbo agli organizzatori di molti anni fa. Ic tén cume al caval cal mènca... Solidarietà - Leggiamo: “Giampiero Galvani (assessore Servizi sociali): ‘Ci sono 1.200 case sfitte ma per tre famiglie disperate nessuno si fa vivo’”. Sti 1.200 i n'è 'na gran délma... Ciak si gira - Leggiamo: “Il regista egiziano Fathi El Gharbawy girerà scene del suo film in Piazza Primo Maggio. Titolo del film: ‘Viaggio a metà’”. Li sarà cunténtie li siréne dla funtèna. Uj vria un toch ad rusèt...

Viabilità - Leggiamo: “Viabilità, sui sensi unici ognuno la vuole a modo suo. Piero Cecchini (sindaco): ‘Andiamo avanti, la sperimentazione si farà poi si valuteranno i risultati’”. Adès toca tné dur. Basta nu tiré al cul indré...

75mila euro - Leggiamo: “L'aumento dell'addizionale Irpef penalizzerà i redditi superiori a 75mila euro”. Perché u j'è anche quij chi n'ha un sold da fè lum ma un ciégh... Cultura - Leggiamo: “Partito il progetto Bondi ‘Salvare le istituzioni culturali’. La BCCG ‘adotta’ la biblioteca comunale: donati 100mila euro. In corso la trattativa con altra banca per il teatro”. La cultura l'è indispensabile e la dà sapor come la canocia tal bruvèt.. Costituzione - Leggiamo: “2 giugno all'insegna dei giovani. L'amministrazione comunale regala copia della Costituzione ai neo diciottenni”. Bèl! La Costituziòn l'è la Bébbia d'italièn. Fascisme e guèra, la c'è costa 'na bèla sbiédla... Colpi di testa - Leggiamo: “Devasta le auto a colpi di bastone, paura a Cattolica”. E ancora un s'è vést al sol leon...

Cattolica - Via Risorgimento 17 - Tel. 0541 - 833253


Gli itinerari della buona tavola Piadina, la storia: per Pascoli è “il pane di Enea” pane lievitato si diffuse fortemente l'uso delle piadine azzime venne riservato ai soli fini religiosi.

- Il primo documento storico conosciuto che parla della "piada", risale al 1371. Ed è opera di un prelato, del cardinale Angelico nella sua descrizione della Romagna ci inserisce anche il pane dei poveri. Racconta che tra i tributi che la città di Modigliana doveva pagare alla Camera Apostolica figuravano 2 "piade". Invece fu il poeta Giovanni Pascoli a dare dignità culturale alla piadina raccontandola. In varie sue opere Pascoli parla del "pane di Enea", del "pane rude di Roma", legando l'origine della "piada" alla latina "mensa", rinvenendola nel settimo canto dell'Eneide. In una nota di presentazione del poemetto "La Piada", pubblicata su "Vita Internazionale" nel 1900, Pascoli scriveva: “Piada, pieda, pida, pié, si chiama dai romagnoli la spianata di grano o di granoturco o mista, che è il cibo della povera gente; e si intride senza lievito; e si cuoce in una teglia di argilla, che si chiama testo, sopra il focolare, che si chiama arola...”.

L'ascendenza romana verrà poi ripresa anche nella tradizione culturale, che si andrà affermando con la rivista "La Pié", istituita nel 1920 da Aldo Spallicci. La “piada” diventava così il genius loci della Romagna: la casa, la terra natale, la terra. Max David, giornalista e scrittore, definiva la piadina come “la più romagnola delle specialità romagnole”. Ma la storia della piadina viene da molto più lonta-

na. Catone era contrario al diffondersi di questo pane azzimo fra la popolazione di Roma perché, richiedendo un companatico, avrebbe reso golosi e molli i suoi connazionali. Tuttavia le piade divennero ugualmente un elemento importante nell'alimentazione romana così che la panificazione al mattino divenne un rito austero. Era così nata una nuova tradizione ed anche Catone, alla fine, cedette all'uso del pane azzimo; quando poi il

Nel 1300, anno della peste, la classe contadina non ebbe più la possibilità di mangiare il pane lievitato e tornò al consumo di polente, di farine d'orzo e di focacce azzime fatte con cereali meno pregiati, con legumi secchi e con ghiande. L'etimologia del termine piadina è incerto e probabilmente è collegata al greco "plaukous " "focaccia " e se si accetta tale ipotesi il termine deriverebbe quindi dalla dominazione bizantina della Romagna. E la piadina, assieme alle altre specialità romagnole, iniziò a conquistare i turisti negli anni '40 e '50, quando cominciarono ad apparire lungo le strade statali che portavano al mare i primi chioschi che vendevano le piadine preparate al momento e gustate con la porchetta di maiale, le salsicce cotte alla brace, i cavoli, i pomodori e le melanzane gratinate e questa tradizione è proseguita fino ad oggi.


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Giugno 2013

CATTOLICA

Amarcord

di Dorigo Vanzolini

Cattolica, via C.Battisti, 1943 circa. Da destra: Brunella Venerandi e Anna Simoncelli. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

E’ in vendita presso la sede AGEOP in via Milazzo un nuovo DVD il cui contenuto racchiude 436 cartoline di proprietà del signor Tullio Montanari. Gli originali sono stati riprodotti in digitale nel formato jpg. Le immagini raccontano in una frazione di secondo le piazze e le vie balneari di Cattolica dai primi del Novecento agli anni 50.

- “Noi... Le ragazze degli anni sessanta”, ricerca attorno alla seconda età adulta delle donne, promossa dal Comitato Macanno di Cattolica con il patrocinio del Comune di Cattolica - Assessorato Pari Opportunità - curata dall’insegnante Anna Cecchini, esperta in metodologia autobiografica e pratiche biografiche territoriali, della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. La proposta prende spunto dallo screening del progetto “Re-Inventare l’età Matura: ricerca attorno alla seconda età adulta delle donne che negli anni Sessanta e Settanta uscirono dal bozzolo”, promossa su tutto il territorio nazionale dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, anno 2009. Recuperata come traccia formativa, è stata offerta alle donne di Cattolica per incontrarsi e risignificare l’età matura. La ricerca ha valorizzato le donne che sono state giovani negli anni ’60 e ’70 e hanno sperimentato, vissuto e dato vita ad una profonda e radicale rivoluzione di genere. Rotture, conflitti, cambiamenti e alter-

Le ragazze degli anni '60 Valorizzato le donne che sono state giovani negli anni '60 e '70 e hanno sperimentato, vissuto e dato vita a una profonda e radicale rivoluzione di genere

La cartolina dell'iniziativa

LA RICERCA di Anna Cecchini

native hanno aperto e frantumato quel bozzolo in cui le vite delle donne sino ad allora erano state chiuse, in un paese che fino a quegli anni aveva sancito rigidamente ruoli sessuali e sociali delle stesse, ponendo poderosi vincoli alla loro libertà e al loro desiderio. E’ con questo sguardo che ci siamo riferite alle donne, nate tra il 1940-1957, che erano allora ragazze o giovani adulte come a “una generazione” per la quale il genere diventa protagonista, e mette a soqquadro i giochi nella vita privata e in quella pubblica. Uscire dai ruoli sessuali

definiti ha portato con sé la necessità di una ricostruzione personale, di forme alternative nelle relazioni, la consapevolezza di doversi riposizionare nella vita partendo da questa libertà, un ripensarsi come donne al di fuori dei copioni sociali. Per questa generazione di donne (e dopo di essa per le altre) nulla è più stato come prima. Ora, dopo aver così radicalmente riscritto il copione della propria giovinezza, questa generazione si trova a inventare la propria età adulta, oggi la propria seconda età

adulta. Cosa significa per questa generazione, che in quegli anni si è rifiutata di “non assomigliare alle proprie madri” dover inventare anche la propria adultità matura e vivere oggi la seconda maturità ? La ricerca ha utilizzato l’approccio narrativo e la pratica autobiografica per esplorare, attraverso la scrittura di sé le esperienze e i saperi delle donne coinvolte. In cinque laboratori autobiografici, attraverso una costruzione testuale di frammenti della propria storia e della propria identità, tredici

donne, oscillando tra l’unicità della storia individuale e la coralità del gruppo, hanno riflettuto, scritto e svelato a se stesse il proprio essere, condividendo interpretazioni di sé, delle altre, del mondo. Il percorso ha affrontato i temi apicali quali: l’uscita dal bozzolo, il corpo, l’amore, la maternità il lavoro, la vita pubblica narrati in relazione alle diverse fasi del corso della vita, attraverso l’utilizzo di dispositivi di scrittura di sé caratteristici della pratica autobiografica. E’ stata assunta anche criticamente una responsabilità generazionale nei confronti delle altre donne, attraverso l’analisi e la elaborazione delle “orme e delle eredità” di genere che questa generazione di donne lascia e propone. Il tutto si è configurato come una “ricerca sociale attivante”, ossia un tipo di ricerca che si è fatta motore di cambiamento nel momento stesso in cui è

svolta. Varrebbe la pena vivere una “seconda ribellione”? Ne viene fuori un ritratto vivo di donne che in passato hanno rotto gli schemi di genere che le ingabbiavano e che nel presente non intendono farsi racchiudere nel bozzolo di nuovi ruoli imposti. Alla fine dei percorsi “cosa si sono portate a casa” le donne che hanno vissuto questa esperienza? Molte riflessioni sono liberatorie ponendo l'accento su una riappropriazione di sé stesse e propria identità. La documentazione avverrà attraverso la pubblicazione di un libro delle storie donate, dal titolo “Noi... Le ragazze degli anni sessanta”. (Cercasi sponsor!) La distribuzione del volume è prevista nel momento della restituzione collettiva delle storie, nell’ambito di una manifestazione pubblica, che avverrà a Cattolica nel mese di settembre, promossa dal Comitato Macanno, in raccordo col Comune - Assessorato Pari Opportunità e il territorio. Il ricavato sarà devoluto a “Casa Artemisia”, casa protetta delle donne vittime di violenza, situata in Provincia di Rimini.


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CATTOLICA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Mamme in concerto, grande successo. Per la beneficenza raccolti 1.150 euro

Giugno 2013

42 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Musica, poesia, danza, emozioni, solidarietà Un momento dello spettacolo

COMUNITA' di Alessandro Fiocca - Mamme in concerto, la kermesse di musica, danza e spettacolo che da 6 anni a questa parte festeggia, nel segno della solidarietà, tutte le mamme, è diventato uno degli eventi più attesi della primavera cattolichina. Lo scorso 11 maggio, nella bella cornice del Teatro della Regina, si è svolta l’edizione 2013 che ha confermato la qualità delle esibizioni e l’apprezzamento del pubblico. Un vero successo, dimostrato anche dai fondi raccolti grazie alla lotteria: 1.150 euro, che sono andati in beneficenza a diversi enti noprofit, quali la Caritas parrocchiale S. Pio V di Cattolica, il Centro per le Famiglie e l’associazione Vivi la crescita - Vivi la voce. Nel corso della serata, sul palco della Regina si sono dati il cambio momenti di musica, poesia, danza, e coreografie ricche di emozioni e suggestioni che hanno saputo coinvolgere il pubblico presente. Oltre ai tanti ragazzi cattolichini ed ai giovanissimi della associazione Vivi la crescita -

Vivi la voce, che hanno interpretato le canzoni più famose dei cantanti italiani, la sesta edizione di Mamme in concerto ha visto la partecipazione del coro “Le allegre note”, composto da 30 ragazzi di età differente, diretto dal maestro Fabio Pecci. Inoltre grande protagonista della kermesse è stata la danza grazie alle splendide coreografie di “Regina Centrodanza” di Erika Rifelli, “La Nuova Accademia” di Marinella Capuano e alle danze acrobatiche del “Gruppo Coreografico Atletica

75” di Milena Balducci. Soddisfatto per l’esito dell’iniziativa l’ideatore Alberto Cibelli che ricorda come “questa iniziativa sia stata possibile grazie al contributo degli sponsor, che hanno coperto parte delle spese e offerto i premi della lotteria. Ho amato particolarmente questa edizione – continua Cibelli – perché credo che mai come quest’anno possiamo affermare che i bambini abbiano aiutato i bambini. Infatti sul palco della Regina, nelle vesti di cantanti, musicisti e ballerini

sono saliti per lo più bambini e ragazzi”. Un ultimo pensiero corre poi ai tanti amici che hanno aiutato nei modi più diversi alla buona riuscita della manifestazione “voglio infine ringraziare lo ‘Staff del sorriso’ che – conclude Cibelli – come ho detto anche in Teatro, non è composto solo da chi ha aiutato nell’organizzazione dell’iniziativa, ma anche di tutti coloro che sono venuti ad assistere allo spettacolo, aiutandoci a raccogliere i fondi che sono andati in beneficenza ”.


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Giugno 2013

CATTOLICA

Il centro sociale luogo di numerose iniziative

Giovannini-Vici, è decennale COMUNITA' - Il 2013 per il centro sociale “Giovannini-Vici” è un anno particolarmente significativo. Infatti benché la sua costituzione risalga al dicembre del 2002, il centro sociale ha effettivamente iniziato ad operare l’anno successivo ed esattamente il 23 maggio del 2013. Quest’anno, pertanto, ricorrono i 10 anni di attività. “I soci fondatori – ricorda il presidente Giancarlo Tarsi erano soltanto nove, mentre nel 2012 abbiamo registrato 494 soci. 450 dei quali, al momento in cui scriviamo, hanno già rinnovato la propria adesione per l’anno 2013”. Un bel risultato, non c’è che dire, ottenuto anche grazie alla vitalità dell’associazione che realizzata tante e diverse iniziative nel corso dell’anno. “Generalmente – spiega ancora Tarsi - nei centri sociali della provincia l’attività principale è il ballo e la socializzazione. Noi, invece, abbiamo voluto offrire ai soci la gamma più ampia possibile di attività. Anche per utilizzare al meglio la nostra sede”. E di iniziative, al centro sociale “Giovannini-Vici”, se ne fanno davvero molte. Nel 2013, ad esempio, sono già state innumerevoli e variegate le attività svolte: dalla “Gara di briscola” alle conferenze legate ai temi

Circa 500 soci. Non solo svago, ma anche cultura, musica, incontri informativi su salute, attività amministrativa del Comune, solidarietà, ecc. Presidente dell'associazione è Giancarlo Tarsi

Un momento di festa

di Alessando Fiocca CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI sulla salute. Dai pranzi, che hanno visto di volta in volta protagonisti piatti diversi, alle gite. Dai momenti di musica e poesia alle feste, come quella di Carnevale o di San Giuseppe. Non sono mancati anche momenti di informazione come la conferenza “Futuro dei servizi sanitari nella provincia di Rimini”, svoltasi a gennaio, che ha visto come relatori il Direttore Sanitario degli Ospedali di Riccione e Cattolica Remo Giannei, il Dirigente del reparto di Medicina Generale del Cervesi Vittorio Durante, il sindaco Piero Cecchini e l’assessore alla Sanità Giampiero Galvani; o la presentazione del Bilancio 2013 da parte dell’Amministrazione comunale svoltasi nell’aprile scorso con gli assessori Alessandro Bondi e Leo Cibelli. Così come non sono mancati momenti di celebrazione come

Il programma di giugno - Sabato 8 ore 20,30: Ballo con la musica di Claudio Casadei. Rinfresco per tutti. Contributo 6 euro. - Sabato 15 ore 20: Festa con ballo e cena - Orchestra Romagnola. Contributo 8 euro. - Sabato 22: Ballo con il Trio Loris-Oscar-Luciano. Pic-

colo rinfresco per tutti. Contributo 7 euro. - Sabato 29 ore 20: Ballo con cena. Si esibiscono i Simpaty Group. Contributo 16 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417

la festa del 1° Maggio o la festa delle donne, l’8 marzo scorso, che ha visto la presenza dell’Onorevole Elisa Marchioni e degli allievi dell’Accademia Musicale ‘A. Toscanini’ di Cattolica. Ma sono state davvero tante, nel corso degli ultimi anni, le iniziative che meriterebbero di essere ricordate, come la conferenza di chiusura del ciclo sul 150° dell’Unità d’Italia dal tito-

lo “Dalla proclamazione dell’unità d’Italia all’attuale momento storico e politico”, svoltosi nel dicembre del 211, con relatori Veniero Accreman, Silvio Di Giovanni e Angelo Chiaretti o gli incontri sulla storia di Cattolica tenuti nel Gennaio del 2010 dalla Prof.ssa Maria Lucia De Nicolò. L’attuale sede del centro sociale, è concessa in comodato gratuito dal comune di Cattolica

e fa parte del lascito delle sorelle Giovannini. Una grande casa colonica immersa nel verde che ha però dei limiti di fruizione, sia perché lontano dal centro cittadino, sia perché i locali non si prestano, ad esempio, per le feste con ballo. Un limite particolarmente sentito nel periodo invernale e per risolvere il quale l’Amministrazione comunale si è impegnata, entro la legislatura, a trovare una soluzione alternativa. Fino al 2009 il Comune concedeva un contributo al centro sociale, al quale poi quest’ultimo ha rinunciato, riuscendo a far fronte autonomamente ai costi di gestione della struttura. Per facilitare il raggiungimento della sede da parte dei soci, è stato attivato anche un apposito servizio di trasporto. Attualmente, per aderire all’associazione “GiovanniniVici”, è sufficiente versare la quota annuale di 6 euro. In passato lo statuto prevedeva un limite minimo di età di 40 anni mentre ora si può iscrivere qualsiasi cittadino. Il centro sociale, ogni anno, si preoccupa di raccogliere fondi da destinare in beneficenza. Nel 2012, ad esempio, sono stati raccolti 760 euro in favore dei terremotati dell’Emilia e sempre nel 2012, sono state realizzate di-

verse iniziative a sfondo benefico che hanno consentito di donare, all’inizio del 2013, ben 3.600 euro così ripartiti: 1.600 euro all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, 1.000 euro all’A.G.E.O.P. e 1.000 euro a “Cattolica città solidale”. Ma nel tempo, sono stati diverse le realtà coinvolte, come l’Associazione Malati di Alzheimer e Cattolica per la Tanzania, solo per citarne alcune. Altro tema su cui il centro sociale dedica particolare attenzione è quello della salute dell’anziano, a partire dal corso di ginnastica, al quale partecipano ogni anno circa 40-50 persone, per continuare con gli incontri informativi, come quelli realizzati lo scorso anno sulle malattie cardiache o i danni del benessere, tenuti rispettivamente dal dott. Pierangelo Del Corso e dal Prof. Massimiliano Gessaroli. La componente di svago e socializzazione resta comunque presente in ogni iniziativa realizzata, che si tratti della “pizza e ciambella” con cui si chiude qualsiasi iniziativa svolta oppure dei pranzi, in inverno, o delle cene, in estate, che vengono organizzate almeno una volta al mese. Dal 2003 ad oggi il centro sociale “Giovannini-Vici” è diventato il punto di riferimento per tanti anziani di Cattolica, che trovano così un ambiente inclusivo, vivo e attivo. Vera ricchezza per tutta la comunità.



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CATTOLICA

Cattolica negli anni '47-'52 nei ricordi di Silvio Di Giovanni - Era il 1947 ed io frequentavo il primo anno della Scuola di Avviamento Professionale ad indirizzo Commerciale “Guglielmo Marconi”, nell’imponente e vetusto fabbricato in Cattolica, ubicato nell’estremo angolo nord-ovest dei giardini di Piazza Primo Maggio, ad angolo tra il Lungomare Rasi-Spinelli e la estremità della Via Filippo Corridoni, di fronte alla Pensione San Marco.Il palazzo che ospitava la Scuola era conosciuto come la “Villa Benito Stagni”, il cui filantropo omonimo donatore non si sarebbe certamente aspettato che il Comune (con un deprecabile provvedimento dettato dalla triste mania di disfarsi del vecchio, così come altri fecero con il Teatro Ermete Zacconi), l’avesse demolito nel corso degli anni ’60. L’argomento di studio della materia di lettere del primo anno era Omero, con l’Iliade. Questo primo grande poeta epico dell’antica Grecia, con la sua imponente opera di quasi sedicimila esametri, divisi in ventiquattro canti che ruotano attorno alla conquista e distruzione di Ilio (Troia). Il mio compagno di banco era il caro coetaneo Giorgio Donati, un ragazzo di carattere molto sensibile, capace di rimanere scosso ed impressionato quando, nella descrizione delle battaglie storiche, si toccavano temi tragici di violenza e di morte. Ricordo quando la insegnante, nell’imporci lo studio a memoria dell’apertura del Poema, con il Proemio, cioè con quell’introduzione al racconto costituito da una invocazione e da una Pròtasi che il poeta rivolge a Calliope, musa della poesia epica, perchè ispiri il canto; la nostra professoressa si sentì in obbligo di far seguire, al commento dei primi sei versi del poema, che ci avevano lasciati sconcertati, una notizia storica risalente ad 88 anni prima, durante la tremenda battaglia di Solferino del 24 giugno 1859, nella cosidetta Seconda Guerra d’Indipendenza. La spiegazione dei primi sei versi ed in particolare dal terzo al sesto, commentati nella loro cruda realtà, aveva provocato, in alcuni di noi ragazzi un’ansia inquientante, come capita a chi viene a conoscenza di un racapricciante fatto di cui fino a quel momento non pensava esistesse. Così fu infatti per alcuni di noi e per Giorgio, il mio compagno di banco, in particolare. Dietro me sedeva l’amico Franco Semprucci, oggi un valido collaboratore volontario nella organizzazione del nostro Centro Sociale Anziani “Giovannini-Vici”. Dietro Giorgio sedeva Salvatore Romani, detto Rino,

Quei miei compagni di scuola AMARCORD di Silvio Di Giovanni uno sfortunato compagno di scuola intelligente e operoso, che perse la vita nel settembre 1979 per i postumi di un tragico incidente sul lavoro. Davanti Giorgio, sedeva Alvio Cervella, che da adulto era emigrato in Francia dove si era formato una famiglia e dove morì di malattia nel febbraio 2009. Altri due compagni, più avanti nella fila, erano Giorgio Gabellini che ora abita nelle vicinanze di casa mia ed Innocente Marchini, un acuto osservatore che ci ha lasciati nel gennaio 1994. Questi primi versi dell’Iliade, di questo omerico poema di circa trenta secoli fa, questa struttura omogenea di opera d’arte, ove la guerra appare l’attività confacente agli uomini con una gamma di passioni e sentimenti svariati che legano l’umano con il divino, che preparano l’animo anche a fantasie ed ai necessari rapporti tra il naturale e il soprannaturale, opera che introduce ovviamente gli Dei, le Parche, il Fato, con il logico sconfinamento nella realtà e nella irrealtà, nella possibile verità e nella favola, espone in una logica commistione del verosimile e dell’inverosimile, del tragico e del serio, pur nella fantastica inventiva dell’autore. Così recita la primissima parte che vede il campo coperto di cadaveri di eroi dilaniati da cani e avvoltoi che voglio riportare per intero, ove l’autore non manca di additare al lettore l’insano comportamento dell’Atride Agamennone verso il sacerdote Crise: Quando l’insegnante ci aveva commentato il pesante e reale significato dei quattro versi, infra gli altri esistenti, nel brano suddetto e che voglio ripetere e rimarcare: ...molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò... e che, tradotto in termini crudi significava che, alla fine degli scontri militari nel campo di battaglia, i feriti languivano per giornate intere sul resto del terreno di scontro, assieme ai morti ed erano preda di uccelli rapaci e di cani e di lupi che ne provocavano lamenti e strazianti urla, per giorni e per notti. La nostra indignata sorpresa di ragazzi, anzi di poco più che fanciulli, fu quietata dal racconto storico che la stessa professoressa ebbe la buona idea

Silvio Di Giovanni con sulle spalle l'amico Giorgio Donati

di anticiparci anche se era materia di studio del terzo anno, nel corso della Storia d’Italia. La notizia rassicurante che ci aveva fatto star meglio ed in particolare aveva calmato il mio compagno di banco, era rappresentata dalla figura di un nobile personaggio vissuto nell’800 che si chiamava Henry Dunant, un letterato e filantropo ginevrino, naturalizzato poi francese che, all’età di 31 anni, venne a trovarsi per caso a contatto con la tragedia del campo di battaglia di Solferino all’indomani di quel tragico scontro del 24 giugno, tra i lamenti dei feriti, frammisti ai corpi morti di soldati di entrambi gli schieramenti. Non usava infatti allora raccogliere i feriti. Le visite di persone di pochi scrupoli erano, in ogni caso, per un’opera di sciacallaggio, per derubare gli sfortunati combattenti ormai inermi, delle eventuali poche cose di misero valore. Dunant fu la persona che al sentimento di orrore seppe unire anche un concreto proposito di soccorso che tradusse in pratica subito, all’indomani

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l’alto consiglio s’adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de’ prodi Atride e il Divo Achille. E qual de’ numi inimicolli? Il figlio di Latona e di Giove. Irato al Sire destò quel Dio nel campo un feral morbo, e la gente perìa: colpa d’Atride, che fece a Crise sacerdote oltraggio. Degli Achivi era Crise alle veloci prore venuto a riscattar la figlia con molto prezzo. In man le bende avea, e l’aureo scettro dell’arciero Apollo: e agli Achei tutti supplicando, e in prima ai due supremi condottieri Atridi: O Atridi, ei disse, o coturnati Achei, gl’immortali del cielo abitatori Concedanvi espugnar la Priameia cittade, e salvi al patrio suol tornarvi. Deh! mi sciogliete la diletta figlia, ricevetene il prezzo, e il saettante figlio di Giove rispettate.

della battaglia, chiamando la gente delle campagne e delle case e dei borghi vicini per farsi aiutare a trasportare fuori dal campo i feriti con un’opera di assistenza, mediante il trasporto di quei disgraziati nel Duomo di Castiglione delle Stiviere, trasformato in ospedale per i primi soccorsi a tutti, senza riguardo alle divise che portavano addosso. Erano infatti soldati francesi, italiani-piemontesi, e austriaci. La vittoria nella Seconda Guerra d’Indipendenza contro l’Austria, seguita poco dopo dalla spedizione dei Mille, è sicuramente il passo vero e significativo che apre la strada verso l’unità d’Italia. Nella battaglia di Solferino, gli austriaci con a capo il loro giovane imperatore non ancora trentenne, Francesco Giuseppe, con circa 130 mila soldati, ebbe 3.500 morti, quasi 10.000 feriti e quasi 9.000 dispersi tra la battaglia di Solferino e di San Martino. L’esercito francese con a capo Napoleone III in persona con circa 100 mila soldati, ebbe 3.300 morti, quasi 6.000 feriti e 1.500 dispersi.

Su quei banchi anche La battaglia di Solferino del 24 giugno 1859. Henry Dunant e l’origine della Croce Rossa Internazionale. “In ricordo dei miei compagni di scuola e di Giorgio Donati, mio compagno di banco”

L’esercito piemontese, con a capo Vittorio Emanuele II con 35.000 uomini, ebbe 870 morti, 4.000 feriti e 770 dispersi. Fu, quella di Solferino, una immane mattanza di vite umane. In una giornata di scontri terribili, infatti, 263.000 uomini, 773 cannoni concorsero all’enorme carneficina. Nel prosieguo della storia ritroveremo questi tremendi scontri nella Prima Guerra Mondiale, dal 1914 al 1918 e sarà lo scrittore tedesco Erich Maria Remarque (pseudonimo di Erich Paul Kramer) che, nel suo romanzo antimilitarista “Niente di nuovo sul fronte occidentale” del 1929, (poi reso universalmente noto con il film “All’Ovest niente di nuovo”) saprà comporre un vibrante atto di accusa contro la guerra e sarà un pacifista costretto ad abbandonare la Germania. Henry Dunant, tre anni dopo, nel 1862 pubblicò: un “Ricordo di Solferino”, sollecitò poi le potenze mondiali per la conferenza di Ginevra del 1863 con la quale si arrivò alla “Convenzione Internazionale di Ginevra” del 22 agosto 1864 per i feriti di guerra. Fu insignito del Premio Nobel per la pace nel 1901. Scrisse anche altri volumi nello stesso campo della sua attività di filantropo e scrittore e fu in pratica l’inventore della Croce Rossa. Morì in miseria dimenticato da tutti nel 1910, ma l’istituzione da lui fondata fu

ampliata in tutto il mondo. Il mio compagno di banco, che alcuni di noi a scuola lo avevano preso a chiamare “Dunà”, si è spento il 5 gennaio 2011, vittima di una grave malattia ed io nell’occasione del suo suffragio, mi sono sentito in dovere di ricordarlo: per la sua sensibilità, il suo carattere, la sua vita operosa di lavoratore, figlio di una famiglia proletaria, umile e nullatenente, che aveva perduto il padre durante il secondo anno di scuola, nel dicembre 1948, in quel dopoguerra, ancora sotto il tesseramento alimentare, cui si viveva in grandi ristrettezze. Di questa nostra modesta scuola di Avviamento Professionale, ho ancora un vivido ricordo del Direttore, che non aveva nemmeno il privilegio di potersi chiamare “Preside”, era: il professore di computisteria Italo Mengaroni da Fano, che veniva tutte le mattine con il treno, valido esempio di encomiabile educatore (membro di una nota famiglia fanese di persone di cultura), innamorato della sua professione, che sentiva in pieno il suo lavoro, come una missione. Nel fine anno scolastico, nel giugno 1950, un paio di settimane prima della conclusione dei tre anni, chiese a noi tutti: chi aveva intenzione di proseguire lo studio presso la Scuola Tecnica Commerciale a Pesaro o a Rimini, per altri due anni, per conseguire il titolo di Computista Contabile. Nessuno di noi alzò la mano. Ricordo ancora la delusione che si dipinse sul suo volto. Mandò a chiamare i genitori di alcuni di noi studenti e li convinse a farci proseguire nei due anni di quella Scuola Tecnica. A Rimini era in Via Sigismondo, dentro un secolare e decrepito fabbricato che pochi anni dopo è stato completamente demolito. Soltanto in quattro abbiamo proseguito in quei due anni e poi conseguito il titolo di computista. Sarò sempre grato alla memoria di questo illustre professore. E’ la statura di insegnanti come questo che donano lustro alla classe dei docenti e che si ricordano per tutta la vita. Anche Giorgio Donati era venuto a scuola a Rimini, con estremi sacrifici della sua famiglia. Eravamo nel banco assieme, anche l’ultimo anno. Ricordo che ai campionati scolastici, nello stadio di Rimini, lui si piazzò tra i primi nella corsa campestre. Io non ero granchè per la corsa, avevo però già le spalle robuste e vinsi la gara del getto del peso. Conservo una fotografia che ci riprende assieme, in fiera posa dopo le gare, nello stadio di Rimini, in quella primavera del 1952 che volgeva alla fine del secondo ed ultimo anno di quella scuola.


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CATTOLICA AGENZIA VIAGGI

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Organizza l'associazione ‘Rimbalzi fuori campo’ dal 27 al 30 giugno

CATTOLICA Via Del Prete 6 www.adriaexpress.it TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 - 963334 e-mail: adria@express.it

Ecco i ‘Giochi della legalità’

SPORT E LEGALITA'

Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792

- Giovedì 27 giugno – ore 21, piazza 1° Maggio e vie del centro cittadino, “Gran Galà di Handbike”, manifestazione sportiva paralimpica, mirata a migliorare la comunicazione tra le persone. - Venerdì 28 giugno – ore 21, piazzetta delle Gina, dibattito pubblico “Vincere nella vita – lo sport come promozione dell’uomo”. - Sabato 29 giugno – ore 20, Parco Le Navi, “La (mezza) notte bianca dei bambini”. Giochi, laboratori, animazione, esibizioni di società sportive. - Domenica 30 giugno – ore 21, piazza del Mercato coperto, dibattito pubblico “Per una vetrina davvero pulita – lo sport come rispetto delle regole”.

di Alessandro Fiocca presenza del magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini, il cui padre, Marcello, è stato un allenatore di calcio ed ha insegnato questo sport a generazioni di ragazzi. Ad aprire la manifestazione sarà il “Gran Galà di Handbike”, giovedì 27 giugno, giunto alle sesta edizione, che come l’anno scorso si svolgerà nelle vie del centro cittadino. Gli atleti paralimpici partiranno alle ore 21 da piazza 1° Maggio. Il giorno successivo, in piazza della Gina, si svolgerà il di-

CARTOLERIA EDICOLA

Il programma

“Giochi della legalità” è il titolo della manifestazione che l’associazione “Rimbalzi fuori campo”, organizzerà dal 27 al 30 giugno. Il filo conduttore ed insieme il motore dell’iniziativa è lo sport, declinato attraverso modi differenti. Sport come scuola di vita, come valore formativo, ma anche come vittima di degenerazioni che devono essere affrontate. Presenti: Piergiorgio Morosini, Eraldo Pecci, Giampiero Ticchi, Meme Pagnini, Pierpaolo Romani, Gustavo Savino, Stefano Vitali e tutte le società sportive cattolichine

- “Giochi della legalità” è il titolo della manifestazione che l’associazione “Rimbalzi fuori campo”, organizzerà da 27 al 30 giugno 2013. Il filo conduttore ed insieme il motore dell’iniziativa, è lo sport, nelle sue molteplici declinazioni: sport come scuola di vita, come valore formativo, come elemento di crescita sociale, come gioco e competizione, ma anche come vittima di degenerazioni che devono essere affrontate. Questa prima edizione dei “Giochi della legalità” vedrà la

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La locandina dell'iniziativa

battito pubblico dal titolo “Vincere nella vita – lo sport come promozione dell’uomo” che vedrà la presenza di Piergiorgio Morosini, Eraldo Pecci, Meme Pagnini e Giampiero Ticchi, che racconteranno che cosa è stato per loro lo sport. Sabato 29 giugno si svolgerà invece “La (mezza) notte bianca dei bambini” che vedrà, al parco antistante de l'Acquario

di Cattolica, la presenza delle società sportive dilettantistiche del territorio che abbracceranno le più diverse pratiche sportive, come atletica, teakwondo, danza, nuoto, tennis, calcio, basket, volley e ciclismo. Tutte le società sportive presenti faranno eventi collaterali. Inoltre tutti i bambini partecipanti verranno premiati da testimonial della propria disci-

plina sportiva. Infine in occasione della manifestazione, è stato istituito un Premio Etico per i ragazzi meritevoli che verranno segnalati dalle varie società sportive. A chiudere la manifestazione, domenica 30 giugno, sarà il dibattito pubblico “Per una vetrina davvero pulita – lo sport come rispetto delle regole”, che si svolgerà alle 21 in piazza del Mercato coperto e vedrà la presenza del giornalista e scrittore

Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, di Gustavo Savino, del centro regionale antidoping della USL di Modena e del presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali. Anche in questo caso l'incontro sarà condotto dal magistrato Piergiorgio Morosini. In tutte le occasioni sarà presente l'associazione antimafia Libera con la quale continua il sodalizio maturato nel corso del tempo. Inoltre sono attese altre personalità del mondo della cultura e dello sport.

AMARCORD

La Juve il calcio e le altre Italiane molto deboli in Europa LO SPORT

In alto da sinistra: ?, Franchini, Pipen, Sparano, Bigio, Massimo Ricci (è sua la foto di cui sopra), Batek. Accosciati, da sinistra: Renato Pasini, Paolo Cecchini, Diego Maltoni, Sandro Drudi. Gli adulti in cravatta erano dirigenti. Nessuno sa chi è il primo a sinistra. A seguire Campidelli e Grassi. I nomi dei protagonisti sono memoria di Massimo Ricci: “Burdel, me ho 60 an”

I ragazzi del Superga, quella bella gioventù - L'istantanea di cui sopra è il primo documento del Superga '63. Reca i ragazzi che ai tempi avevano 13-14 anni. Appartiene a Massimo Ricci, classe 1950, professione albergatore. La fotografia l'ha rinvenuta per puro caso; in occasione della festa dello scorso maggio, dove la prestigiosa società ha festeggiato i 50 anni di amicizie. Era presente anche Eraldo Pecci, il calciatore più talentato ad aver vestito le maglie biancorosse. Di quel periodo ricorda Massimo Ricci: “I nostri fari erano gli allenatori Marcello Morosini e Adelio Ercoles. Da noi pretendevano educazione in campo e fuori. Il calcio era un bel modo di stare insieme. La mia era una squadra fortissima che vinceva ovunque. Ricordo però soprattutto due sconfitte, giocate negli stadi di Cesena e Bologna che per noi erano dei templi, prima dei match con le prime squadre. Le sconfitte: 1-5 e 1-7. Ricordo anche che le ricompense erano le paste di Attilio Staccoli, l'anima della società e una pacca sulla spalle. Dato i tempi, eravamo felici con poco”.

- Finalmente è terminato anche il campionato di serie A 2012-2013, con venti squadre e al meglio di ben 38 gare. Quest'anno con una Juve così da corsa l'aspettativa di molti tifosi di altre casacche è andata certamente delusa. E' tutto oro? Macché: in Europa le italiane che hanno maggiore personalità e padronanza

Antonio Conte

tecnico-tattica sono viste, come per la Nazionale, così: tanto fumo ma poco arrosto. Con la crisi che imperversa in Italia, anche le grandi squadre devono adeguarsi. Perciò è facile che la superiorità (con l'acquisto di atleti di primo piano), il gap con le squadre europee si allargherà ancora di più. L'esito nell'Europa League e ancora di più la débacle in Champion League delle italiane, lo confermano. Un consiglio alla triade Marotta-Conte-Agnelli: visto che la compagine della Mole in Italia se la cava piuttosto bene, cercherei di recuperare Pepe (un incontrista che dà fiducia) e anche quel giovanotto, Giovinco (detto anche la formica atomica). Il ragazzo credo viva un momento no, magari un po' di depressione; certo che deve vedere di più e meglio lo specchio della porta avversaria. Ma niente top-player o altri pseudo campioni, sarebbero solo soldi buttati. Dott. Andrea Agnelli l'ho notato spesso nello spazio dei vip dello splendido Juventus Stadium in compagnia della sua dolce metà sempre teso e ansioso. Ora, a giochi fatti, può regalarsi e regalarci un rilassante sorriso? (Rambo)


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Centro culturale polivalente, ‘Aperitivo letterario’ del 16 marzo Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163

Enia, spaccato di vita sociale

Presentato il libro Così in terra che descrive la storia di una famiglia, quella di Davidù, orfano del padre pugile Paladino, allevato dallo zio Umbertino e dal nonno Rosario, uomo di poche ma ponderose parole il cui pianto è capace di sconvolgere il nipote: il ragazzo non sapeva che anche i vecchi piangono

Davide Enia

CULTURA di Patrizia Mascarucci - Sabato 16 marzo Davide Enia, palermitano, ha presentato il libro Così in terra, (Dalai, Padova) finalista Premio Strega 2012, venduto in 15 paesi prima dell’uscita in Italia. L’incontro è stato condotto da Emiliano Visconti, responsabile di Punto Einaudi Romagna, che grazie alla sua capacità affabulatoria ha generato interesse e dibattito tra il pubblico: promuovere le pubblicazioni insieme agli Autori anche nelle scuole per avvicinare gli studenti alla lettura e al dialogo con gli autori è una formula che sta riscuotendo un vivo successo. Enia, autore pluripremiato (tra i tanti riconoscimenti ottenuti: premio UBU, premio Tondelli, premio ETI), attore, drammaturgo, conduttore per RAI Radio 2, è uno dei massimi esponenti del teatro di narrazione; in Romagna

ha partecipato al Festival di Santarcangelo, e, nel 2003, ha vinto con Scanna il Premio Riccione per il Teatro. Così in terra descrive la storia di una famiglia, quella di Davidù, orfano del padre pugile Paladino, allevato dallo zio Umbertino e dal nonno Rosario, uomo di poche ma ponderose parole il cui pianto è capace di sconvolgere il nipote: il ragazzo non sapeva che anche i vecchi piangono. Una storia di cinquant’anni dal 1942 al 1992 - che si intreccia con quella di Palermo, dalla guerra fino alla strage di Capaci, alla soglia della quale il romanzo si ferma. Uno spaccato di vita sociale e di storia italiana, di attentati mafiosi (Palermo viaggiava ad una media di tre omicidi al giorno racconta Enia al suo pubblico

attento), di miseria, di caparbietà nel sollevarsi dall’odore di piscio e dalla tragedia che incombe sulle vite dei palermitani. Storie di vita narrate con intrecci di parole trascritte dal dialetto siciliano che danno profondità e, nello stesso tempo, leggerezza alla narrazione. La storia della famiglia di pugili, di cui scrive Enia («E cosa scrivono queste parole di pugni e finte?» «La storia della mia famiglia»), registra momenti divertenti e dialoghi di argute strategie elaborate per vincere gli incontri di boxe e piazzare il campione della palestra. Storie di donne: della madre Zinù, della nonna Provvidenza che insegnava a tradimento il latino a Davidù, il Poeta salito sul ring a nove anni, della bella Nina dalla bocca «di gelso / lei che mi prende le dita insanguinate / le porta alle labbra / le bacia / una per una / si chiama Nina / è il mio amore», della Buttana Imperiale...

Partner ideale dei Tuoi Progetti

Una storia epica di pugilato, dunque una metafora della vita. Il pugilato insegna che ci si deve allenare duramente ogni giorno; che la storia epica di famiglia porta scritto dentro il sentimento, «come il primo bacio che diamo a dodici anni: ti lascerà il segno. Nel pugilato c’è disciplina; c’è odio, un odio tanto puro come l’amore, il pugilato è giocare il terreno condiviso del corpo». «I pugni fanno male, non c’è altro da imparare, il pugno nasce dalle gambe, vince chi colpisce prima. Se la vita può farti male - e fa male - è meglio imparare una grammatica di finte e pugni». Degli inframmezzamenti dialettali Enia dice che lui pensa in dialetto, che i pensieri in dialetto non passano con la stessa forza nell’italiano, lingua troppo giovane per poter descrivere il desiderio d’amore che monta col sangue fino alla testa: il dialetto ha una sua maniera molto forte per dare il senso delle cose. La vita si vive ad attimi afferma concludendo l’incontro - il dolore si vive con pienezza come l’amore. Noi adulti dovremmo ritornare a studiare la purezza dei sentimenti dei bambini, che invece irreggimentiamo e mortifichiamo con l’educazione, impedendogli di vivere la pienezza dei sentimenti nella loro estensione. Dai bambini dovremmo reimparare a rendere il quotidiano un sogno vissuto ad occhi aperti.

Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163

Con Barbieri sulle tracce di Marconi

di Pierfrancesco Gasperi - Presentato a Cattolica il nuovo libro fotografico di Antonio Barbieri, dedicato a Guglielmo Marconi, che a Cattolica era di casa. Infatti, il padre Giuseppe e la madre Annie avevano fatto costruire la famosa Villa Majani, all’interno di un bellissimo parco, per le loro vacanze estive, divenuta poi nel dopoguerra Hotel Bellavista. Tutti gli abitanti di Cattolica sono stati molto orgogliosi di avere ospitato Guglielmo, un giovanotto, si narra nei racconti dei nonni, ove nel parco della villa cattolichina si cimentava in test e sperimentazioni di elettrotecnica che certamente gli sono servite per arrivare all’invenzione mondiale che ha cambiato radicalmente il mondo della comunicazione, che fu il telegrafo (comunicazione radio via onde) ovvero quello che noi oggi chiamiamo Wireless. Marconi amava molto il mare, ove faceva sperimentazioni. A

soli 35 anni fu insignito del Premio Nobel per la Fisica. Un assoluto genio ancora oggi. Il libro percorre nella prima parte la vita e le vacanze a Cattolica di Marconi, con un ricco apparato fotografico dell’epoca. Antonio Barbieri, partendo da Cattolica, ha rappresentato l’intera costa Adriatica con immagini singolari e particolari con ampia documentazioni delle zone interne della Marche, dell’Emilia Romagna, con un ampio servizio sulla capitale Roma e provincia ed una puntata a Firenze. In tutto, 160 pagine di immagini mozzafiato realizzate con una interpretazione artistica ed un linguaggio fotografico che solo Antonio Barbieri sa realizzare. Il libro è stato promosso dal Comune di Cattolica, dalla Fondazione Guglielmo Marconi, dal Lions, e di altri comuni con una importante sponsorizzazione della Banca Popolare Valconca. Fa parte della collana ‘Amando Cattolica”’.



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Incontri organizzati dalla Prefettura nella sede della Provincia Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Maggio si è concluso con un incontro organizzato dalla Prefettura nella sede della Provincia. Si è discusso delle difficoltà dei Comuni di realizzare i piani anticorruzione prescritti dai recenti interventi di legge. Un'iniziativa encomiabile. Sopraffatti dalle tante recenti norme, c'è un po' di disorientamento negli enti locali. Il "chi, cosa, come, quando, perché, fare" trovano risposte affannate. Mettersi in rete e confrontarsi è quanto mai opportuno, per non cadere nella tentazione di adempiere senza capire, di "far carta senza dare sostanza". Cosa sta succedendo nella pubblica amministrazione? Succede che una volta di più l'Italia scopre che la sua amministrazione è gravata di pesi insostenibili. Il lavoro generoso e importante di tanti è ammorbato dalla corruzione di troppi. La funzione pubblica che cura gli interessi della collettività (pubblica amministrazione) è aggredita da ciò che genericamente si definisce corruzione: insieme di condotte che alterano la funzione pubblica per interessi personali con gravi abusi di diversa natura, siano essi peculati, concussioni, induzioni, corruzioni in senso stretto, rivelazioni di segreti, rifiuti, omissioni, abusi d'ufficio (Libro II, Tit. II c.p.). E si osservi: non si tratta di sole sensazioni, timori, propaganda politica. Certo il Ghana, la Romania e il Brasile finalmente si sono allontanati dall'imbarazzante vicinanza con l'Italia, ormai scivolata dal 69mo al 72mo posto nella classifica di Transparency international: questa sì una classifica in base al tasso di corruzione percepito. Ma c'è anche tanta concretezza nei 60 miliardi di euro - 1.000 a cittadino

Amministrazioni e corruzione Alessandro Bondi

L'INTERVENTO

di Alessandro Bondi* - denunciati dalla Corte dei conti come il costo della corruzione in Italia. Nella stessa prospettiva, un recente studio della Banca mondiale registra una minor crescita del 25% a carico delle imprese nei Paesi con alta diffusione di tangenti. Di queste, le piccole imprese vessate da tangenti hanno, rispetto alle grandi, un tasso di vendite inferiore del 40%. Un dato che dovrebbe preoccuparci visto che nel sondaggio Eurobarometer 2011, il 12% degli intervistati italiani dichiara di essere stato oggetto di richieste o offerte di tangenti negli ultimi 12 mesi contro 8% della media europea (libro bianco del Governo sulla corruzione 2012). Dunque, percezione e fatti si traducono in costi concreti e la situazione ha dimensioni importanti, tant'è che il Gruppo di Stati contro la Corruzione (GRECO) istituito dal Consiglio d'Europa nel 1999, registra che «in Italia la corruzione è percepita come un fenomeno consueto e diffuso, che interessa numerosi settori di attività: l'urbanistica, lo smaltimento dei rifiuti, gli appalti pubblici, la sanità e la pubblica amministrazione» (Rapporto 2009). La corruzione è dunque un fenomeno. Con buona pace dei media, val la pena ricordare che il giudice risponde ai fatti e solo ai fatti di reato ed è lo Stato e solo lo Stato che deve rispondere dei fenomeni chiamati dalla criminologia 'devianze'. Una risposta volta a di-

fendere la collettività, offrendo al contempo garanzie di legalità per la gestione di anomalie sociali, etiche, economiche. In altri termini, di fronte a un'esigenza collettiva di difesa, è unicamente lo Stato a dover offrire una risposta politica generale. Se poi l'esigenza è data da una devianza criminale nella gestione della cosa pubblica, la risposta sarà di politica criminale. Ma ci sono dei limiti. Solamente se altri strumenti di politica criminale non si dimostrano di pari efficacia, si può intervenire con la norma penale che, forte di sanzioni privative della libertà è lo strumento più forte dello Stato nei confronti del cittadino, dunque, lo strumento da usare con maggior prudenza e misura. Pertanto, la norma penale non è mai la sola risposta e, soprattutto, non mai la prima risposta della politica criminale. Questi sono i risultati degli ultimi tre secoli di scienze penalistiche. Il legislatore penale era già in-

tervenuto per la tutela della pubblica amministrazione. Era il 26 aprile del 1990, quando riformò l'intero titolo II del libro II e le definizioni di pubblici agenti prescritte nel codice penale del 1930. Per la verità, insieme a quella più limitata in materia di reati sessuali, questa è stata l'unica riforma organica del codice Rocco. I maligni la vogliono dettata dalle esigenze elettorali legate alla candidabilità di alcuni personaggi politici interessati all'abrogazione dei reati d'interesse privato in atti d'ufficio e di peculato per distrazione. Difficile dirlo, il cronista semmai annota il voto favorevole di un'anomala maggioranza Dc-Pci. Anomala perché rara. Il 1990 non era ancora il periodo delle grandi intese, anzi, alcuni partiti sarebbero presto scomparsi, altri trasformati. Nel 1992, infatti, scoppia Tangentopoli e travolge la prima Repubblica scoprendo un sistema corruttivo capillare. Da allora i 'poli' si sono moltiplicati e non hanno risparmiato vallette, calcio, altro. Ma il problema è rimasto. I ricorsi storici fanno parte di un modo di leggere la realtà. Si è di nuovo sul finire di una legislazione, ma è il 2012. Il governo Monti denuncia l'insostenibilità della corruzione e interviene con un complesso normativo importante, sviluppato su diversi piani. Con la legge 6 novembre 2012 n. 190 modifica e integra alcune figure di reato. Dal tronco del delitto di concussione nasce il ramo dell'induzione indebita a farsi dare o pro-

mettere utilità (art. 319 -quater c.p.) e compare esplicitamente il reato di corruzione tra privati (art. 2635 c.c.); s'introducono numerosi obblighi di programmazione e di pubblicità degli atti amministrativi. In particolare, delegando il governo a regolare mediante decreti legislativi: obblighi di trasparenza e pubblicità delle pubbliche amministrazioni (art. 1/35); illeciti e sanzioni disciplinari legati alla definizione dei procedimenti amministrativi (art. 1/48); attribuzione di incarichi dirigenziali e incompatibilità (art. 1/49, 50); la candidabilità a cariche elettive, presidenze e consigli di amministrazione di consorzi, enti, aziende pubbliche; fuori ruolo (art. 1/63-65, 67, 73, 74). Incredibile a dirsi, con largo anticipo sui tempi, solo le deleghe sulla definizione dei procedimenti amministrativi e sul fuori ruolo sono rimaste, per un soffio inattuate. Il giudizio su una riforma dovrebbe avere la pazienza di vedere applicata la riforma, se proprio non ci si vuole concedere il lusso di entrare nella tecnica legislativa. È però facile immaginare che, con riferimento alle fattispecie di reato modificate, il giudizio sarà chiaramente offuscato dagli effetti sulle vicende giudiziarie di un personaggio politico. Ma non può essere questa la misura dell'analisi, anche se coinvolto è "qualcuno più uguale di altri" di fronte alla legge. Si lasci alla geografia, l'origine delle nipoti; si lasci al giudice il compito di giudicare i fatti e si conceda al legislatore di disciplinare i fenomeni nati dai fatti. Ancora. Non può ispirare il legiferare la misura della prescrizione, vale a dire l'estinzione del reato in mancanza di una condanna

passata in giudicato entro un termine previsto, misurato sull'entità della sanzione. In altri termini, l'entità della pena di nuovi o modificati reati non può essere dettata dall'incapacità di arrivare a una sentenza dopo anni. Se la malattia è il processo, non si deve ammalare il reato, ma si provi a curare il processo e la disciplina stessa delle prescrizioni. I processi infine scioglieranno molti dubbi sulla nuova concussione senza induzione e sul significato di una corruzione tra privati. Certo non mancherà il rammarico di qualcuno per la mancata introduzione del c.d. agente provocatore volto a verificare la fedeltà dei pubblici amministratori con falsi corruttori. Ma, in fondo, si sarà nei binari sicuri e sofferti dell'interpretazione penale. Tutt'altra partita si avrà con le altre deleghe. Qui la pubblica amministrazione dovrà ripensare se stessa. Inventarsi ruoli e procedure. Piani anticorruzione, monitoraggio dei rischi individuati sul modello della responsabilità da reato per gli enti (d. lgs. 231/2001); trasparenza e pubblicità di atti e attività per un controllo dal basso; completezza e semplicità di accesso civico con poche eccezioni e nuove sanzioni: questa è la vera sfida che la pubblica amministrazione sarà chiamata ad affrontare, senza ammorbarsi di nuovi regolamenti, apprendendo che nel campo penale la forma non copre sempre la sostanza e colpisce il troppo come il troppo poco. Di tutto questo si parlerà ancora e sarà un bel daffare, come dice la legge, senza «nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». *Vicesindaco del Comune di Cattolica


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini

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Hostaria del castello e i big dello spettacolo LOCALI - Nel 1956 iniziarono i lavori per la costruzione dell’Hostaria del Castello il progetto fu realizzato dall’architetto Tausani di Riccione su richiesta del prof. Bischi storico e archeologo allora propretario del terreno. Il locale doveva ricordare l’antica hostaria (osteria), luogo di ristoro dove i cavalli potevano riposare, abbeverarsi e i viandanti trovare ristoro. La costruzione rispecchiò i canoni dell’antico borgo di Gradara e per questo furono usati materiali appropriati quali sassi di fiume, legno, coppo nudo ecc.

Nel 1958 l’imprenditore Redo Massari Casadei prese la gestione del locale e sotto la sua direzione divenne in breve tempo un rinomato ritrovo estivo per molti turisti che frequentavano la riviera. Nella sequenza fotografica da sinistra si nota il direttore Redo Massari Casadei con la cantante Dalilà e Ornella Vanoni, il popolare imitatore napoletano Alighiero Noschese e il calciatore della Nazionale di calcio Alessandro Mazzola mentre viene premiato da un balestriere di Gubbio, in occasione di una particolare festa in costume.

Al Sumàr ad Fanasi di Giorgio Terenzi Gabicce Mare, anni '40. Foto ricordo di amici sulla spiaggia. Da sinistra: Enrico Buosi, Giuseppe Magi, Dino Trebbi.

A l’ho vist par la prima volta d'là dal port cl’aspitèva che i mariner i mitiss li cass ad sardèla sora mal carett cal duveva tiré sina mal marchè dal pès, mentre al mi zì “Licia” sempre sal cichìn tla testa e sla sigareta tla boca, ui duveva dé una mèn a spingia su per la saliténa. Spess quand a pasèva ta chi dopmezdì ad sol vnind a chesa da la scola ta cla presa sota gl’elbure vicina al “Cremlino” um raglieva a tuta forza cume se um anusiss, mentre mi già a pinsèva ma li vachènz d’instè.

(Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

ANEDDOTI RACCONTATI DAI PESCATORI

Sandròn, Paciòch e la tv di Enzo Gaudenzi

- Due amici Sandròn e Paciòch sono in attesa del loro turno per vendere il pesce. Tra le tante chiacchiere per ammazzare il tempo Sandròn dice all’amico: “Ieri sera hai visto il film su Rai uno?”; e così racconta tutto ciò che la protagonista ha fatto durante una intima scena

amorosa, aggiungendo particolari molto seducenti. Paciòch che fino a quel momento lo ha solo ascoltato gli dice: “Ma la tu television l’ha fnì tut ilé, la mia l’ha duré ancora una mez’ora” con scene veramente spinte. Sandròn che non le ha viste gli dice incredulo: “Ma davér?

Da sinistra: Fanasi e Novario Galli


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

In prima linea negli eventi e nelle necessità. Obiettivo: dotarsi Amarcord di Dorigo Vanzolini di un mezzo multifunzione, compreso Gabicce l'anti-incendio LA CULTURA

La locandina della mostra

Protezione civile, supporto silenzioso D'estate, servizio informazione e aiuti nelle manifestazioni. Uscite fuori col Comune

Il Supermercato Tavollo ha regalato un personal computer con stampante alla Proteezione civile. La consegna. Da sinistra: Marinella Manzaroli, Riccardo Tardini e Stefano Donzelli

VOLONTARIATO

Vanni, poesia per immagini in mostra a Gradara - “Chi salverà allora questo individuo precario, soffocato dalle proprie nevrosi, schiacciato dalla cieca avidità dell’era globale? Forse, si intravede una fioca luce in fondo al tunnel: sarà la vita stessa l’antidoto, la bellezza, le parole dei classici, che riecheggiano spesso nei testi dell’autore come citazioni e come interlocutori. E il sorriso di un figlio che, ancora ignaro del marciume che ci circonda, sorride spensierato dal suo seggiolone a ricordarci che abbiamo ancora un’anima non quotata al mercato dell’immonda iena”. Claudia Rubbini pennella così la poesia del cattolichino Giuseppe Vanni, in mostra a Gradara, Palazzo Rubini Vesin, dal 15 giugno al 7 luglio (ingresso libero, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18). Un'esposizione di poesia per immagini (fotografie dello stesso Vanni) che si intitola “Horror vacui. La grande crisi 2011-2013” (Orrore del vuoto). Con la graphic art di Valerio Denicolò. Laurea in filosofia, Vanni insegna italiano e storia al Gobetti di Morciano. Gli allievi lo adorano; prima ancora delle conoscenze, dà loro la speranza di un futuro migliore. Basta ritornare al lavoro e abbandonare la finanza (si legga sfruttamento).

- Dalla raccolta fondi per le zone terremotate emiliane, al servizio di supporto agli eventi, alle emergenze anti-incendio. Sono solo alcuni degli ultimi interventi della Protezione civile del comune di Gabicce Mare. Una sessantina di soci, fanno volontariato e si divertono. Da un anno è presidente Giampaolo Badioli. Dice: “Cerchiamo di essere sempre presenti quando siamo chiamati, sia a Gabicce Mare, sia fuori. Diciamo che nel nostro piccolo si cerca di essere utili alla comunità. Dall'altra parte come gruppo vogliamo sempre essere più efficienti, sia nella preparazione, sia con i mezzi”. Andiamo a vedere gli impegni dell'ultimo anno del gruppo gabiccese. Hanno partecipato, con la sede di Ancona, a smonta-

Giampaolo Badioli, il presidente

re le tende nella zona terremotata di Finale Emilia. L'onore, a Loreto, di far parte del servizio d'ordine per la visita di papa Ratzinger. Indietro di qualche mese, per il nevone del febbraio 2012, hanno distribuito vivande calde e aiuti agli automobilisti fermi sul piazzale dell'Agip sulla circonvallazione. Spesso sono chiamati dalle associazioni sportive per il servizio informazioni e d'ordine per gli eventi: dal Giro d'Italia, alle ciclo-turistiche, al Triathlon. Come formazione, esercitazione nel porto di Vallugola insieme alla Capitaneria di Pesaro e ai Carbinieri. Badioli: “A Gabicce siamo

presenti in tutte le manifestazioni estive: dallle rustide alla festa della Cozza. Col Comune di Gabicce Mare andiamo anche fuori a fare promozione turistica. D'inverno dobbiamo stare in allerta e a disposizione con un mezzo per eventuali chiamate dal tratto autostradale CattolicaFano”. Agente di commercio in pensione, Badioli ha una caterva di passioni: dipinge, la barca, la bicicletta. L'obiettivo? Racconta: “Ci piacerebbe avere un mezzo pesante, un pick up, dotato anche di attrezzature anti-incendio. Abbiamo fatto una serie di domande alle banche e alle maggiori imprese del territorio. Il primo contributo è arrivato dallla Banca delle Marche”. Il consiglio: Giampaolo Badioli (presidente), Stefano Donzelli (vice), Liliana Tonelli (segretaria), Francesco Gabrielli, Giuliano Terenzi, Stella Mele, Matteo Angelini, Roberto Sarti, Mauro Ubalducci.


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SAN GIOVANNI

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Rimpatriata brasiliana AMARCORD

PASSIONE E CIVILTA'

Auto d'epoca in piazza Silvagni

Moto e auto-raduno, capolavori in mostra Grande successo - Una Moto Guzzi del 1924 ammirata come una intrigante signora in piazza Silvagni. Automobili restaurate come fossero opere d'arte. A Meleto (Saludecio), un buffet che ha lasciato meravigliati, sia per l'accoglienza, sia per la bellezza dello sconosciuto borgo malatestiano, da dove si apre uno dei panorami più belli della provincia di Rimini. Insomma, quel genio della meccanica di Emilio Cioppi, insieme ad un affiatato gruppo di amici, ha fatto un altro centro per il loro moto e auto raduno d'epoca lo scorso 19 maggio. Partenza ed arrivo in piazza Silvagni, per mezzogiorno sono stati accolti da una tavola imbandita con pietanze preparate dalle consorti. Mentre si era a tavola, la piazza era un raffinato museo all'aperto, seppur per poche ore.

- Indimenticabili sentimenti. Ezio Serafini è marignanese di Pianventena. Per alcuni decenni ha avuto bottega a Misano Brasile, dove aveva una marea di amici. Ritornato a Pianventena, ricordava con nostalgia le belle relazioni misanesi. La moglie Tilde e la figlia Katia gli hanno organizzato un pomeriggio indimenticabile lo scorso 12 maggio: merenda a Pianventena casa Serafini. Alcuni commenti: ”Le emozioni non finiscono mai. Oggi bellissima e direi unica nel genere giornata all’insegna dell’amicizia. Rimpatriata dei Brasiliani a San Gio-

vanni in Marignano da Ezio e famiglia. Tanti ricordi, bei momenti e tanti amici di gioventù. P.S. ottima la pizza e i cassoni della Tilde. Brava Katia... (Idea perfetta!!!). “Grazie per la bellissima rimpatriata a Tilde ed Ezio“. “Tu sei stata l’artefice di tutto, senza la tua impeccabile organizzazione l’evento non avrebbe avuto luogo e sicuramente non sarebbe riuscito così bene... può bastare ad appagare il tuo io? Altrimenti posso andare avanti, sono niente male come lecchina quando mi viene richiesto. ahahahahahaha Un bacione grande, mi ripeto è

stato bellissimo”. Tutto doveva essere per la Festa del Papà. Ad Ezio, la giornata era stata contrabbandata come un pomeriggio per gli amichetti dei figli della figlia, Lorenzo e Filippo. Il tempo, ha portato il lungo pomeriggio a maggio. Quando ha visto arrivare i vecchi amici, Ezio ha commentato: “Ma quest un'è di burdel”. Gli ospiti sono stati accolti dalle prelibatezze della signora Serafini: cassoni con rosole, patate lesse con salsiccia e mozzarelle, crostate con le sue marmellate (kiwi e more di gelso), fagottini con

nutella, pizza. Dagli amici vino a fiumi e pensierini. Ci si è salutati così: “Un pomeriggio da mantenere. Noi porteremo il pesce”.


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53 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Giugno 2013

SAN GIOVANNI

“Le tasse comunali sono al massimo ma anche i servizi sono eccellenti”

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Tasini: “Bilancio trasparente nell'incertezza” - “Credo che il nostro bilancio vada letto con equilibrio e maturità; non con uno spirito da adolescente, oppure per contrapposizione”. Questa è la sintesi del bilancio del Comune di San Giovanni nella riflessione dell'assessore al Bilancio Maura Tasini. Il consiglio comunale lo dovrebbe votare entro la fine di giugno. E' un bilancio nel segno dell'austerità. Tasini: “ Lo definirei trasparente nell'incertezza. Nelle nostre casse in base alla decisione del ministero potremmo avere 660mila euro in più, oppure in meno. Dato i tempi, la cifra è fondamentale per far quadrare i conti del nostro ente. Tutto nasce alla fine dello scorso ottobre, il ministero ci comunica meno trasferimenti per 260 mila euro, su un totale di 983mila (quest'anno sceso a 766mila). Il taglio, il ministero, lo ha calcolato in base a parametri statistici, che dal nostro punto di vista non poggia su basi solide. Come Comune abbiamo fatto ricorso e aspettiamo l'esito. Inoltre, attraverso il parlamentare eletto a Rimini, Tiziano Arlotti, c'è stata anche un'interrogazione parlamentare. Aspettiamo speranzosi”.

NUMERI

In ballo trasferimenti dallo Stato per 660mila euro. “Per gli investimenti cercheremo di vendere il patrimonio immobiliare”

Meno trasferimenti - Il Comune di San Giovanni ha un bilancio di 9 milioni di euro. Le più importanti voci nel 2013. ENTRATE Imu - 3,18 milioni Tares - 1,69 milioni Irpef addizionale - 657mila Recuper evasione - 292mila USCITE Personale - 1,65 milioni Nido - 520mila Casa protetta - 1,2 milioni

LA POLITICA

Il bilancio del Comune di San Giovanni è di 9 milioni di euro. Per il cosiddetto patto di stabilità, da tre anni non contrae mutui per gli investimenti. Pesano i debiti; in totale 20 milioni, che significano un costo annuo di 1,3 milioni (tra interessi e quota capitale). Tasini: “L'obiettivo di questa amministrazione è non tagliare i servizi ai cittadini. A loro abbiamo chiesto sacrifici ben motivati. E' vero che Imu e addizionale Irpef sono al massimo, ma è altrettanto vero che ci sono i servizi. Tagliare le entrate significa tagliare la qualità della vita. E' questo che si vuole? Voglio ricordare che solo per il verde pubblico spendiamo (o investiamo) 225mila euro l'anno. Facciamo interventi an-

Maura Tasini, assessore al Bilancio Luciano Bordoni, Pdl e Luca Vannoni, Mentelocale

che sulle strade provinciali, anche se non è un nostro compito”. Con il patto di stabilità, e con gli oneri di urbanizzazione che per legge vanno relegati alla voce investimenti, la capacità di

effettuare opere pubbliche di San Giovanni è di soli 500mila euro l'anno. Va sottolineato che negli ultimi anni sulla città sono stati fatti interventi fondamentali per la crescita e il recupero urbanistico del borgo. Una partita forte, da giocare per ulteriori investimenti, è la vendita del patrimonio immobiliare comunale; uno dei maggiori della provincia di Rimini. Tasini: “Abbiamo pensato di monetizzarlo, ma dato i tempi non lo vogliamo svendere. Abbiamo pensato di alienare i negozi sotto la galleria Marigna-

MUTUI - 20 milioni

no, trasferendo i servizi nella vecchia sede comunale”. Ma come leggono il bilancio le opposizioni? Luciano Bordoni, Pdl: “Sul nuovo è difficilee riflettere; non abbiamo ancora i numeri. Data la situazione, sarà amaro di certo. Forse poiché siamo alla fine della legislatura, in vista delle elezioni, si farà qualcosa di eclatante. San Giovanni è già all'osso. Gli amministratori parlano dei servizi sociali; ma personalmente vanno rivisti. Mi riferisco in generale, a San Giovanni non conosco casi, c'è gente che prende il contributo e poi va alle macchinette. Non è più possibi-

le far pagare a tutti i costi del sociale. Personalmente sono contrario alla vendita del patrimionio immobiliaare, a meno che non si facciano investimenti nelle infrastrutture. Non condivido la scelta dell'Imu e addizionale Irpef al massimo, che cosa fare se ci fosse un'urgenza? E' vero come dicono che il patto di stabilità è europeo, ma i tanti mutui sono stati fatti a San Giovanni con poca programmazione”. Luca Vannoni, Mentelocale: “Il nostro bilancio ha delle rigidità, intervenendo sulle spese di gestione credo sia possibile tagliare qualcosa. Abbiamo tutta la partita energetica (energia elettrica, metano, carburanti) che pesa 600mila euro l'anno. Con un progetto sarebbe possibile risparmiare. E' fattibile apportare tagli ai contributi delle associazioni. Solo le convenzioni con le società sportive ci costano 100mila euro, il teatro 60mila. Anche il nido ha tariffe da rivedere, magari nella forma di gestione. Noi siamo anche per il taglio dei costi della politica locale; davvero troppi i 100mila euro l'anno. Grazie alla nostra pressione i costi degli eventi sono diminuiti, tuttavia è possibile fare ancora meglio”.

PERSONE

Con i gerani un'attrazione di balcone - Il balcone fiorito è di un'emozione assoluta. Si trova a San Giovanni in Marignano, nella piazza-parcheggio dietro Piazza Silvagni, tra il vecchio ed il nuovo palazzo comunale. La signora (o il signore?) da anni addobba il proprio spazio privato che diventa una bellezza pubblica. Questo balcone merita la visita. Se poi si ha tempo ci sono alcuni vicoli del borgo arredati con piante e fiori che ti conducono in un viaggio fantastico. Grazie al freddo, poi c'è il profumo dei tigli dell'omonimo parco che si assapora oltre la metà di giugno, sorseggiando un cappuccino.



GLI SPECIALI

Dal 19 al 23 giugno spettacoli di strada, musiche, scenografie, come antidoto della paura e riflettere sulle domande eterne dell’uomo. Organizza l'amministrazione comunale

RILASCIO BOLLINO BLU - PLAKETTE PER LA GERMANIA

San Giovanni

Letto del Ventena, suggestivo teatro naturale all’aperto

Notte delle Streghe


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Notte delle Streghe - 25^ Giugno 2013 56

RTE

Uno degli eventi più coinvolgenti e affascinanti del Riminese. Attese 35-40.000 persone

Notti magiche Nella notte di San

Artemisia, la maga buona della Valconca idea di Mario Magnanelli

- La leggenda vuole che la notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno sia magica, misteriosa e abbia influenza sulle cose, gli animali e, soprattutto, sugli uomini, tanto che da sempre essa è anche chiamata La Notte delle Streghe. In questa notte, un tempo, si viveva un momento magico perché essa cade nei giorni solstiziali quando, secondo un’antica credenza, il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra e specialmente sulle erbe bagnate dalla rugiada, che si trasforma in un farmaco potente “a guarire ogni guisa di malattie cutanee”. La saga della notte di San Giovanni narra che proprio in questo particolare momento astrale le streghe si radunassero per espletare i loro sortilegi. I più prudenti per proteggersi si infilavano sotto gli abiti qualche erba di San Giovanni, dall’iperico alla lavanda, allo spicchio d’aglio da raccogliersi prima dell’alba, la verbena simbolo di pace e prosperità, il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni, l’artemisia… Queste streghe altre non erano che giovani donne le quali, per aiutare il sole a nascere, si riunivano nei campi e accendevano dei fuochi, oppure spinte da passione amorosa raccoglievano le erbe bagnate di rugiada, simbolo della protezione del Battista. La manifestazione marignanese intende recuperare un tessuto storico-popolare di tradizioni attraverso una serie di spettacoli: teatro popolare di strada, il mercatino con esposizione e vendita di oggetti, le erbe officinali, le pietre magiche, i prodotti naturali. Info: www.marignano.net

Piazza Silvagni

Giovanni riti propiziatori legati al raccolto agricolo, alla salute, all’amore. Era anche la notte delle streghe. La credenza era che le megere si riunissero per propiziare la cattiva sorte. Tra gli espedienti difensivi: la scopa di saggina dietro la porta.

Notte di San Giovanni Per San Giovanni si usava favorire gli incontri ed i fidanzamenti. Di buon augurio si ritenevano le infiorate che i giovani facevano sui davanzali ed alle porte della casa dell'amata. Diversi erano i rituali propiziatori ed anche quelli da cui trarre presagi. Il più diffuso era fatto con la chiara dell'uovo messa in una bottiglia d'acqua e lasciata tutta la notte fuori sul davanzale. A seconda della forma che la chiara avrebbe assunto al mattino, si cercava di pronosticare il futuro - Tutti in uno dei borghi malatestiani più belli del Riminese dal 19 al 23 giugno, per la XXV edizione della Notte delle Streghe. Ingresso libero. Nata sull'onda di Ottocento Festival a Saludecio e il Palio del Daino a Mondiano, trae le origini dalle superstizioni e

dalle ritualità popolari in occasione della Notte di San Giovanni, legata sia alla celebrazione religiosa del patrono del paese, che alla festa pagana del solstizio d´estate. Era in quella magica notte che tutto poteva accadere ed era a mezzanotte che si radu-

Uno spettacolo

San Giovanni epletamente fidanzamenti rinnovata, a partire

navano le streghe... E agli inizi dell'evento venne data molta importanza ai riti storici del solstizio. Le serate scivola nel solco di eventi e tantissimi spettacoli! Il tutto con una veste com-

dall´immagine e con una grande voglia di gioco e ironia. Per i piccoli I più piccoli avranno un “Parco stregato” (Parco dei Tigli) interamente dedicato in cui potersi sbizzarrire con animazioni, trucchi, spettacoli e intrattenimenti... spaventosi! Per i grandi Lungo le vie, slarghi, piazzette, vicoli e gli angoli bui del centro storico si alterneranno artisti itineranti con tantissimi spettacoli. Come ogni anno la conclusione della festa è alla mezzanotte dell´ultimo giorno, il 23 giugno. Nel letto del fiume Ventena si dà fuoco alla strega. Inizia l'estate. www.lanottedellestreghe.net


Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Metropolitana, pastorizzazaione, Mendel, dinamite

La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1863 - Metropolitana Entra in servizio a Londra la prima metropolitana del mondo. È un breve tratto di 6 chilometri e 400 metri che scorre sotto gli edifici vittoriani del West End tra le stazioni di Farrington Street e Bishop’s Road, percorso da fumanti vaporiere perché il treno elettrico non è stato ancora inventato. Il suo ideatore, l’ingegnere Charles Pearson, proclama che la metropolitana rivoluzionerà i trasporti cittadini e profetizza già ramificazioni tentacolari sotto ogni metropoli. Soltanto nel primo anno la metropolitana di Londra trasporta nove milioni e mezzo di passeggeri. L’invenzione del treno elettrico, nel 1879 (Siemens), dà l’impulso maggiore allo sviluppo delle metropolitane in tutto il mondo. Nel 1890 Londra e New York realizzano le prime metropolitane elettriche, seguite da Chicago nel 1892 e da Parigi nel 1900. 1864 - Pasteur Il biologo francese Pasteur (1822-1895) ha il grande merito di aver chiarito una volta per tutte che sia i processi di fermentazione, sia le malattie contagiose sono provocate da microrganismi viventi; in quest’ultimo caso la prima dimostrazione si ebbe 30 anni prima da Agostino Bassi, ma fu soffocata dalle polemiche. Su richiesta dei vinai francesi che lamentavano l'inacidimento del loro vino, Pasteur sottopone il liquido a riscaldamento fino a 50-60 gradi centigradi per eliminare i microrganismi acidificanti. Na-

sce la pastorizzazione, che verrà più avanti estesa al latte, per distruggere germi patogeni, e ad altri prodotti. Pasteur trasferirà poi questi concetti alla prevenzione delle malattie infettive con la prima vaccinazione antirab-bica (1885). 1866 - Mendel Moravia, l’abate naturalista

moravo Gregor Mendel (18221884) presenta i suoi esperimenti sull’ibridazione delle piante che segnano l’inizio della genetica. Mendel scopre infatti che le variazioni di aspetto nelle diverse generazioni di piante obbediscono a precise combinazioni basate sulle caratteristiche (colore dei fiori, colore dei semi, rivestimento dei semi) delle

piante genitrici, che si trasmettono lungo un «asse ereditario» attraverso rapporti precisi. Evidentemente nell’organismo degli esseri viventi doveva esistere un preciso codice genetico in grado di trasferirsi alla progenie attraverso la combinazione con quello dell’altro organismo genitore. Gli studi di Mendel restaranno ignorati per oltre 50 anni e poi saranno riscoperti da quella che è la moderna genetica. 1866 - Dinamite L’ingegnere svedese Alfred Nobel (1833-1896), quello del Premio Nobel, perfeziona la nitroglicerina, altamente pericolosa perché in grado di esplodere al minimo urto, facendola assorbire da farina fossile. Crea così la dinamite, primo esplosivo moderno maneggiabile con tranquillità, perché non sensibile agli urti e in grado di esplodere solo dopo riscaldamento a 240 gradi centigradi. Nobel realizzerà anche nel 1875 la gelatina esplosiva (dinamite in forma colloidale), che condurrà alla grande famiglia di esplosivi al plastico.


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Giugno 2013

MORCIANO

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Il poeta-scrittore Umberto Piersanti ha incontrato i ragazzi dell'Isiss Gobetti-De Gasperi ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Mario ueber alles... - Mario Celotti è stato insignito de il “Professionista dell'anno 2013”. Il prestigioso riconoscimento dell'Amira gli è stato consegnato lo scorso 9 maggio nelle sontuose sale dell'hotel Principe di Savoia di Milano. Mario Celotti è il titolare del ristorante “Tuf Tuf” di Morciano e della “Baita” di Montefiore. Eno-gastronomo di fama, Mario sa raccontare con fascino, infiorettando con metafore cibi, vini ed acqua. Il suo trofeo è anche un premio per Morciano e la Valconca. Da anni, si batte per alzare il livello della ristorazione della vallata. Non meno brava ai fornelli e cordiale di Mario nelle relazioni, è la consorte Bianca. E' lei a preparagli pranzetti unici e genuini. Mezzogiorno e sere da pezzi unici. Quando qualche amico passa a casa loro nelle ore fatidiche, con modi molto romagnoli si aggiungono posti a tavola. Prosit, direbbero i latini.

Mario Celotti

Perché i giovani devono lottare GIOVANI

- Se è vero che alcuni incontri ti fanno svoltare, uno di questi per centinaia di ragazzi c'è stato lo scorso 10 maggio presso l’Aula Magna dell’ISISS “Gobetti-De Gasperi” di Morciano, dove si è svolta la conferenza con il prof. Umberto Piersanti. Il poeta ha presentato il suo ultimo romanzo “Cupo tempo gentile” (Marcos y Marcos). Piersanti, docente di sociologia della letteratura presso la Libera Università “Carlo Bo” di Urbino, poeta notissimo (ha pubblicato nella prestigiosa Collana Bianca della casa editrice Einaudi), è intervenuto alla presenza degli alunni delle classi quinte dell’indirizzo tecnico economico (ex commerciale) in veste di romanziere. Infatti la sua ultima fatica è un’opera in prosa che tratta del periodo della contestazione fra il ’67 e il ’69. “Un tempo gentile - ha esordito il professore - per i sogni che sembravano realizzarsi ed i cambiamenti che i giovani di quella generazione vivevano, ma cupo per le avvisaglie di un’età - gli anni di piombo - che seguì portando con sé radicalizzazione e morte”. Piersanti ha raccontato il senso dello scrivere e la differenza fra prosa e poesia, poi ha riassunto brevemente la trama del romanzo: nel pieno del Sessantotto, all’università di Urbi-

Umberto Piersanti con barba

no occupata, il personaggio principale Andrea Benci condivide l’aspirazione al cambiamento ma non riesce a non notare contraddizioni ed eccessi. Per altre fonti di felicità vale davvero la pena di lottare: la natura, l’arte e la poesia. Alle sagaci riflessioni dell’autore si sono alternate letture di brani del racconto, scelti dall’artista per dilettare l’uditorio. Anche gli studenti sono intervenuti con domande pertinenti che hanno permesso di portare alla luce il nucleo della storia: Andrea, personaggio molto autobiografico (per il 90% secondo quanto ammette lo stesso Piersanti), è lacerato fra Polis (inteso anche come realtà politica fra '67

e '69) e natura. Così risponde l’autore ad una delle domande: “Parafrasando Marcuse, il noto filosofo: più che contro le ingiustizie sociali, la lotta dell’uomo è soprattutto contro il destino di finitudine e la vera risposta a questa lotta è quella della natura, dell’amore, della fuga. Il carattere politico era divenuto assoluto ma Andrea sa che esiste un’altra dimensione oltre quella politica totalizzante. Né pentito né apologeta: Andrea, tra un ’68 pieno di slanci giovinezza che crede di mutare il mondo e gli anni di piombo che verranno cerca di dare un senso alla sua vita”. Fattore importante: il cambiamento di costume. Andrea apprezza minigonne e libertà (numerosi sono gli aneddoti sulle avventure amorose sue e degli amici, fino a giungere ad una visita in una vera e propria comune) ma per lui l’amore, disgiunto dalla dimensione coniugale, è la fuga lontano dalla

LO SPORT

Riviera Romagnola e dalla Polis. E proprio in questo ripiegamento bucolico Piersanti poeta esce allo scoperto citando, in maniera tutta pascoliana, i paesaggi che circondano Urbino ma, soprattutto, le singole piante presenti in natura: infatti il professore stesso ama sottolineare di essere il primo autore nella letteratura italiana ad aver citato la specie floreale del favagello - e la critica tutta lo considera il più importante Poeta di Natura dopo Pascoli. Gli studenti hanno ascoltato con molta attenzione le parole di Piersanti e hanno apprezzato in particolare gli episodi reali di vita vissuta in prima persona emersi dalla discussione intavolata con le domande poste dai ragazzi e narrati dall’autore con molto umorismo e ironia. E’ stato un tuffo in un passato non troppo lontano la cui conoscenza tuttavia, per ammissione dello stesso organizzatore dell’evento, il prof. Giuseppe Vanni, docente di italiano e storia, finisce per essere compromessa.

LO SPORT

Junior Del Conca, altro trofeo

Ciotti, campione italiano master - Stefano Ciotti è il nuovo campione italiano M50. Ha conquistato il titolo lo scorso 25 maggio nella 100 km del Passatore, la Firenze-Faenza. Il suo tempo: 8h 2 minuti e 47''. Il tempo gli è valso il 12° posto assoluto. Il forte atleta morcianese è giunto anche terzo nel prestigioso Trittico. Oltre al Passatore, contempla la Maratona di Russi e la 50 km della Romagna.

- Nuovo trofeo per la Junior Del Conca Morciano lo scorso 25 maggio. I ragazzi del 2001 hanno messo nella teca il Torneo Avis Valfoglia, disputato a Rio Salso. Sedici le formazioni, in finale hanno vinto per uno a zero. Dall'altra parte c'erano i coetanei dell'Avis Valfoglia. Particolarmente soddisfatti gli allenatori Davide Baldi e Ugo Cipelli. Pochi giorni prima, anche l'annata 2002 aveva portato a Morciano un torneo, il Villamarina, superando il Cesena per 5 a 4.


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59 Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Giugno 2013

MORCIANO

Race Across America: 5000 km in 12 giorni in bici. Vi partecipa di Mario Fraternali

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Lo staff che seguirà Mario Fraternali (cerchiato) in America

Ecco che cosa si costruirà al posto della Ghigi

“Pensando a voi stasera ce la posso fare” AVVENTURE - Mario Fraternali è tra gli ultimi ad arrivare alla pasticceria Garden lo scorso 17 maggio per la presentazione della Race Acroos America (Corsa attraverso l'America), una maratona in bicicletta di 5000 km da affrontare in 12 giorni. Quasi 500 km al giorno. Sala gremita, con riservatezza scivola in un angolo e calza la divisa con i colori del Gs Valconca-Ottica Biondi, la bandiera italiana e la dicitura “Morciano”. Niente male. Sarà l'unico italiano dall'11 al 23 giugno. Mario, attorniato dalla sua squadra, introduzione di Matteo De Angelis (giornalista del Carlino), dopo la presentazione di Ugo Gaia (presidente di Ottica Biondi e organizzatore della trasferta

americana) ha preso la parola e con un voce commossa, ha iniziato: “Pensando a tutti voi stasera, ce la posso fare”. Unico italiano iscritto, Mario Fraternali ha messo nel suo speciale palmarès già belle cose. La sua impresa è stata raccontata sulle pagine online della Gazetta dello Sport. L'articolo iniziava così:: “Mario Fraternali, un artigiano di Morciano di Romagna di 61 anni, affronterà il coast to coast degli Stati Uniti in sella alla sua bicicletta da corsa, partecipando alla Race Across America Marathon, la gara ciclistica più lunga e dura al mondo. In 12 giorni - dall’11 al 23 giugno - dovrà tagliare a metà gli States: partirà da Oceanside

in California e arriverà - assieme ad altri 42 concorrenti - a Annapolis nel Maryland, per un totale di 5.000 chilometri. In 30 anni solo 6 persone sono riuscite a concludere la gara, nella categoria over 61...”. Tenace e riservato, Fraternali si è preparato con scrupolo ed ha costruito un team di dicei persone che lo sosterrà nella sua sfida attraverso 12 stati americani, 40 km di dislivello e tutti i climi e paesaggi del mondo: dalla neve fino al deserto. La squadra Costantino Foschi, Dilvo Polidori, Serafino Zannoni, Andrea Lombardi, Ennio Tagliaferri, Massimo Casadei, Luca Masini, Sergio Cecchini, Vincenzo (Mauro) Farabegoli, Ugo Gaia.


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MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente

IL COMMERCIO

- “La galleria Ghigi come opportunità di crescita per il commercio morcianese. Saper attirare l'entroterra”. Sono le argomentazioni che Evi Giannei, assessore alle Attivita economiche ha portato lo scorso 7 maggio nella sala del consiglio, dove si è tenuta la Consulta per il Commercio sulla Ghigi. Hanno partecipato le associazioni di categoria (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Api), i consiglieri comunali di minoranza Filippo Gennari, Enzo Montani e Mario Garattoni, i rappresentanti di Morciano Trade, il sindaco Claudio Battazza e la consigliera Stefania Gostoli; inoltre, erano presenti Romeo Godoli e Giorgio Paradisi, rispettivamente presidente e vicepresidente di ‘Rinnovamento Ghigi’. Dopo un intervento di carattere generale del sindaco, è toccato a Godoli e Paradisi spiegare che l’arrivo della Galleria Ghigi non deve essere vissuto come un’invasione nemica, bensì come una grande opportunità di sviluppo per la città. In particolare, i due relatori hanno insistito sulla necessità di

Giugno 2013

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L'assessore Evi Giannei incontra le associazioni di categoria e rassicura

“Galleria Ghigi, opportunità per il commercio morcianese”

L'INTERVENTO

di Mario Battelli* Evi Giannei, assessore alle Attività economiche

creare sinergia tra la nuova galleria Ghigi e i commercianti del centro, una sinergia positiva per entrambi perché ‘diventeremmo quasi più grandi delle Befane’ e farebbe di Morciano una mèta più appetibile per lo shopping. Sinergia che dovrebbe concretizzarsi nelle attività di promozione del commercio e degli eventi, senza alcuna sterile contrapposizione. L’assessore Evi Giannei è convinta della bontà del progetto

e delle intenzioni: “Io la vedo come una grande opportunità per il paese perché aumentando l’offerta aumenta anche la possibilità di richiamare gente a Morciano e sono d’accordo che il segreto sia nell’essere uniti, che Centro Ghigi e centro commerciale naturale lavorino insieme per manifestazioni, orari di apertura e promozione. Diversi commercianti sono già convinti di questa opportunità, non la vivono più come una minaccia. Tra l’altro

saranno i morcianesi ad avere la priorità sulle aperture nella galleria e verrà fatto uno studio specifico per stabilire quali siano le categorie merceologiche mancanti per cercare di ridurre al minimo la concorrenza, anche se viviamo nel libero mercato e il Comune in questo campo non ha voce in capitolo”. “Sono consapevole - continua Evi Giannei - che come tutte le cose nuove all’inizio possa aver creato spavento e confusione, ma Morciano ha una ulteriore carta da giocare: puntare sulla clientela dell’entroterra che transita per Morciano da Marche e Romagna e dove, se l’offerta è adeguata e potenziata, i clienti si fermeranno a fare spese senza andare negli Iper. Quest'amministrazione ci crede fin dall'insediamento. Abbiamo potenziato la promozione del paese attraverso Morciano Fiere e numerosi eventi, i commercianti, o almeno molti di essi, l’hanno capito ed il mio auspicio è che si compattino ancora di più fra loro per portare a casa risultati ancora migliori”.

- Sull’ultimo numero della “Piazza” a margine di un articolo sul Pru Ghigi si invita a confrontare quel progetto col “decalogo dell’architettura sostenibile” del WWF (2009). Il confronto è davvero impietoso e il giudizio su quel progetto non può che essere negativo. Ormai anche l’Amministrazione Comunale è convinta che vada profondamente rivisto. Ciò è risultato evidente nella seduta del Consiglio comunale del 23 maggio scorso in cui la maggioranza (Lo Palco e la minoranza sono usciti per protesta) ha approvato la “relazione sulle osservazioni” presentata dall’ Ufficio Tecnico che detta alcune importanti modifiche al progetto (per lo più quelle imposte da Provincia e Soprintendenza mentre le circa 60 presentate da Enti, associazioni e cittadini sono state respinte in blocco e non discusse nel merito); pertanto con l’accettazione ( assai probabile…) da parte della Proprietà di queste modifiche il progetto,per quanto molto variato, verrebbe approvato direttamente dall’Ufficio Tecnico senza ulteriori pareri o passaggi in consiglio comunale. Intanto la Conad ha acquistato il terreno di circa 2000 mq di proprietà Gennari adiacente a via Crispi che, con la recente variante al Prg (Piano regolatore generalle) adot-

C

tata, dovrà essere destinato a verde e parcheggio per la Ghigi e dal Comune (se ho capito bene), l’area scoperta delle ex Scuole medie sempre da destinare a parcheggi . Queste notizie mi offrono lo spunto per “aggiornare” le osservazioni e lo schema progettuale che a suo tempo avevo inviato all’Amministrazione Comunale e pubblicate sulla “Piazza” e successivamente sull’”Ape” di marzo 2012. Oggi quello schema mi sembra ancora più valido e meritevole di considerazione anche perché ottempera ai vincoli ed alle osservazioni della Soprintendenza di Ra-


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MORCIANO DI ROMAGNA

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Giugno 2013

MORCIANO

L'architetto Mario Battelli porta soluzioni funzionali e che alleggeriscono e uniscono il tessuto urbano

Ghigi, solo un po' di buon senso

B

L'idea di Battelli: memoria storica e leggerezza

A

venna (giugno 2012) e della Provincia (marzo 2013). Tanto più che oltre a risolvere i principali problemi di interesse pubblico tanto dibattuti in questi anni (viabilità, parcheggi, verde, conflitto con le attività commerciali esistenti, sconvolgimento del contesto urbano in adiacenza al centro

storico con impatto ambientale negativo, distruzione della memoria storica del pastificio ed in definitiva stravolgimento delle motivazioni urbanistiche, sociali ed economiche che erano alla base del Pruoriginario) questo schema progettuale va incontro alle esigenze dell’imprenditore “privato” Conad

per i seguenti motivi. Economico. In quanto la diversa e razionale ubicazione del supermercato, della galleria e dell’auditorium abbassa i costi di costruzione dell’intervento e consente di reperire sulla “piazza sopraelevata più di 4500 mq da destinare a verde e parcheggio pubblico (evitando i relativi oneri per monetizzazioni). Aperrtura via Colombari. Con lo schema viario da me proposto consentirebbe la possibilità di pedonalizzare (cosa certamente gradita alla Conad) il tratto tra i due blocchi “unendo” così la galleria ai portici ed ai negozi del blocco “A” e, proseguendo, a via Marconi. Si completerebbe così un tessuto stradale ed urbanistico che idealmente e praticamente “allaccia” il nuovo centro commerciale agli isolati del centro storico con continuità senza creare conflitti e rivalità con le attività ivi esistenti. Blocco “C”. Infine, dovrebbe essere soggetto a “fedele ricostruzione” o meglio potrebbe essere realmente recuperato e ristruttura-

Pru Ghigi, accolte solo le osservazioni degli enti superiori

LEGGI to (come previsto nell’originario progetto Preger). In questo modo la Proprietà eviterebbe i problemi di demolizione a confine e di dovere arretrare di cinque metri il nuovo fabbricato e la Comunità conserverebbe una significativa testimonianza architettonica ed una preziosa memoria storica del Pastificio Ghigi (architettura industriale razionalista e post-razionalista). La conservazione di questo blocco unitamente alla “riproposizione aggiornata” del prospetto su via Roma e del volume della torre del mangimificio, sarebbero elementi sufficienti a giustificare ancora l’esistenza in vita dell’Accordo di programma del 2003 evitando così il rischio di illegittimità che aleggia su tutta la procedura (ricordo che senza il Pru nell’area Ghigi il Prg dà un indice di fabbricabilità di 0,5 mq/mq cioè appena 5000 mq di Superficie Utile contro i 16000 mq di progetto). Mi rendo conto che questo mio lavoro possa apparire come un rimedio un po’ accademico e tecnicistico, distante sia dalle reali intenzioni della Conad e del Comune,

Decalogo dell'architettura sostenibile - I dieci punti che un fabbricato deve garantire per potersi definire ecosostenibile, secondo il Wwf (2009): 1) la sua costruzione deve essere indispensabile 2) la sua localizzazione deve essere adeguata 3) deve adattarsi alle caratteristiche specifiche della località in cui sorge 4) recupera o riqualifica l’esistente 5) riduce al minimo le dimensioni 6) usa materiali a basso impiego di energia, salubri e a basso impatto 7) riduce il bisogno di energia 8) dà un ruolo attivo nella progettazione agli abitanti 9) esprime la capacità sociale del costruire 10) è finalizzato al benessere della comunità sia dagli attuali problemi dei morcianesi e dei nostri commercianti che faticano a sopravvivere in questa drammatica crisi economica. Tutti preferiremmo anziché una anonima “enorme colata di cemento con due torri” un vero progetto di recupero, rispettoso del contesto urbano, storico e commerciale, però…. anche un progetto sbagliato si può correggere e migliorare.

La prima idea del progetto accolta dagli amministratori morcianesi e bocciata dagli enti superiori

I due casermoni sono alti circa 45 metri; circa il doppio delle attuali altezze della Ghigi

LA POLITICA di Hossein Fayaz - Le circa 200 osservazioni della minoranza e dei cittadini al PRU Ghigi (Piano di riqualificazione urbana) sono state bocciate in blocco. Non resta altro alla minoranza che non partecipare al rito delle votazioni e per protesta abbandonare il Consiglio comunale Giovedì sera 23 maggio, i cinque consiglieri delle minoranze (Giuseppe Lopalco, Matteo Staccoli, Filippo Gennari, Enzo Montani e Danilo Ottaviani; Mario Garattoni era assente per la malattia), costatando la pura formalità della seduta, alle ore 22,4 (inizio della seduta 20,30), nel momento della votazione alle prime osservazioni, in segno di protesta, hanno abbandonato l’aula. Era chiaro che il sindaco Battazza e la sua maggioranza, al di fuori dei punti imposti dagli uffici provinciali, regionali e la Sovraintendenza di Ravenna, non accoglie nessuno delle circa 200 osservazioni nate dal basso ben argomentate e documentate al PRU Ghigi.

Filippo Gennari, prima di lasciare il Consiglio, a nome di colleghi di minoranza ha detto: “Dopo le osservazioni degli uffici, la Variante ha subito modifiche sostanziali. Per questo il nuovo Piano sia sottoposto alle nuove osservazioni dei cittadini, e sia esaminato dal VAS, dalla VIA, dalla Sovraintendenza e di nuovo dal Consiglio Comunale.”. La seduta è proseguita fino all’una di notte di giovedì ed ha ripreso venerdì alle 20,30 per durare fino alle 21,35. In assenza delle opposizioni e il dibattito, probabilmente dovuto al fatto che gli altri esponenti della maggioranza hanno delegato tutto, in questi quattro anni, al sindaco, la seduta del Consiglio, al nostro parere, è stata sbrigativa e di rito. Le decisioni erano già prese. Tanto vero che alla fine si sono congratulati tra di loro, battendosi le mani. La seduta è proseguita con una veloce lettura del parere dell’Ufficio dell’Edilizia Privata del Comu-

ne da parte dei tecnici Monica Galli e Carlo Palmerini. I due, spiegando come “l’osservazione non è pertinente”, “è una domanda e non è un’osservazione” etc… ne hanno cestinato decine, presentate dopo mesi di studio, scambio d’idee, discussioni, assemblee cittadine e incontri pubblici e di gruppo e consulenze di urbanisti e legali. A ogni lettura di un’osservazione, presentata da un Consigliere, cittadino, Comitato o Associazione, seguiva la bocciatura con votazione a unanimità, del sindaco Battazza e di quel che rimane dalla sua maggioranza (Stefano Dradi, Corrado Bernabei, Corrado Montanari, Evi Giannei, Filippo Ghigi, Ivan Tagliaferri, Cesare Cesarotti, Vincenzo Di Marzio e Stefania Gostoli – Michela Bordoni da molti mesi è assente). Invece, alle osservazioni dell’architetto Oreste Diversi il pro-

gettista della proprietà (Rinnovamento Ghigi Srl) è toccata una sorte migliore, e sono state accolte, in buona parte. In sostanza le contro-deduzioni dell’ufficio dell’Assessore all’Urbanistica e sindaco Claudio Battazza, sono stati approvati senza cambiare una virgola. Il Piano ex Ghigi per le numerose e sostanziali modifiche contenute nella Variante approvata nelle sedute sopra menzionate, dovrebbe essere nuovamente sottoposto all’esame degli Enti (Arpa, Ausl, Soprintendenza) e alle valutazioni ambientali (VAS e VIA), questo passa, inspiegabilmente, alla sua ultima e definitiva fase progettuale e architettonica, sulla quale i soli tecnici comunali potranno esprimersi, non essendo previsto nessun ulteriore passaggio consigliare. Quei tanti metri quadrati e quelle destinazioni d’uso previste al-

Ma io a questo punto non mi faccio troppe illusioni. Per quel che so i giochi (alla faccia di tutte le argomentazioni tecniche o del semplice buon senso) sono ormai fatti anche se temo che alla fine, in questo conflitto, non sarà né la ragione né la volontà dei cittadini ma il Potere (politico e giudiziario) a giocare il ruolo decisivo. *Architetto in Morciano

l’interno dell’ex area Ghigi prenderanno nei prossimi venti giorni forma e contenuto in un Progetto. Questo accade, nonostante la legge regionale che disciplina i Programmi di Riqualificazione Urbana (P.R.U. Ghigi) chiaramente preveda forme di consultazione popolare per garantire quel necessario confronto sull’opera proposta dalla proprietà. Riassumendo, la maggioranza ha accettato soltanto i punti che hanno avuto il fermo diniego degli uffici e sono pochissime: 1 – Via Colombari deve essere riaperta; 2 – I parcheggi pubblici devono essere realizzati e non monetizzati; 3 – Bisogna realizzare almeno 4.000 mq di verde reale, no ai giardini pensili sul tetto; 4 – L’area di carico e scarico non va ubicata nel cortile della bi-

blioteca comunale; 5 – Il progetto del restauro della biblioteca va separato dal PRU Ghigi; 6 – Le distanze dell’edificio dalle costruzioni vicine, devono essere di almeno 10 metri; 7 – Via Pascoli non va chiusa; 8 – Via Crispi rimane aperta e la strada è di proprietà pubblica. Il piano sotterraneo di questa Via, per uso di parcheggi, (802,92 mq) sarà ceduto al Rinnovamento Ghigi Srl; 9 – Le due torri devono essere più basse (secondo sindaco: almeno di 4 – 5 metri): 10 – Non è ammesso il cambio della destinazione dei magazzini (2.458,50 mq) in negozi; 11 – L’entrata del parcheggio sotterraneo da Via Roma, deve essere a senso unico; Inoltre, 1.700 mq del terreno del cortile dell’ex Scuola Media lato via Roma per uso di parcheggi pubblici saranno venduti al Rinnovamento Ghigi Srl e resterà a uso pubblico; Dopo l’uscita dei Consiglieri delle minoranze, Cessare Cesarotti il capogruppo della maggioranza ha dichiarato: “Le minoranze hanno avuto un atteggiamento irresponsabile a non discutere e uscire dall’aula”. Un paradosso, le parole pronunciate al termine della seduta dal sindaco Battazza: “Io sono per il dialogo e per il confronto con le opposizioni e la cittadinanza”.


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MORCIANO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

- Il giorno 23 maggio 2013 bisognava votare la proposta di atto integrativo all’accordo di programma per la riqualificazione urbana del comparto ex pastificio Ghigi. Quella sera io, e gli altri quattro consiglieri di minoranza, dopo oltre due ore di discussione, abbiamo lasciato l’aula. Più volte io e gli altri consiglieri dopo aver spiegato e fatte alcune precise domande non abbiamo ricevuto risposta. Il nostro disaccordo, in sintesi, si può spiegare tramite il comunicato che abbiamo inviato alla stampa: “Ci teniamo a precisare e ribadire che la delibera sostanzialmente prevede che il privato adegui gli elaborati depositati alle prescrizioni. Tali prescrizioni, per volumi e geometrie, sono drasticamente diverse, rispetto al piano presentato, da rendere indispensabile una nuova verifica di compatibilità ambientale (del progetto Ghigi). Questo punto è fondamentale: il deliberato esclude la possibilità di ogni ulteriore discussione in quanto la proprietà è chiamata a un adeguamento che verrà recepito

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Giuseppe Lopalco, fino al 2011, capo-gruppo consiliare del Pd, argomenta le ragioni del suo no a Battazza

“Ghigi, il diritto di dissentire Il pastificio dalla Panoramica. Qualcuno a Morciano dice che sulla Ghigi dovrebbe intervenire Padre Pio

LA LETTERA

di Giuseppe Lo Palco* senza alcuna contro-deduzione. Se la proprietà si deve adeguare entro 20 giorni, ci si chiede: era tutto pronto? “ E ancora, dopo tante discussioni sull’uso della ex scuola media, si scopre che ”la corte esterna dell’ex scuola media viene ceduta al privato, previo pagamento di un indennizzo, al fine di localizzare parte dei parcheggi pertinenziali del Pru Ghigi; ma allora era tutto deciso!!! “Il Comune, quindi i cittadini, spende circa tre milioni di euro per ricomprare l’ex scuola media dall’impresa che aveva costruito la nuova scuola media, modificando il bando pubblico di aggiudicazione, per poi rivendere l’ex corte alla Ghigi; il Comune è diventato un immobiliarista!!!

Battazza esordendo come al solito “due parole le voglio dire” si arrampica su una impossibile scalata dell’”aria fritta” per usare un termine a lui gradito. In un paese democratico, come l’Italia, se uno non è d’accordo su una proposta, su un procedimento eccetera, manifesta il suo disagio come meglio crede purché non offenda gli altri. Io, ma anche gli altri, quella sera, con quell’atto di forza ho voluto difendere i diritti di tanti cittadini che sono stati presi in giro. Il

giorno dopo abbiamo assistito a paroloni tipo “traditori”, “disertori”, “minoranza in fuga” ecc. e verso la mia persone, oltre quelli detti prima, “coraggiosa comicità”, “fandonie”... Perché tanto livore verso le nostre persone? Questi atti violenti io le rimando al mittente. Capisco che per il Battazza è un momentaccio, ma, ripeto, se non ce la fa più a tenere un Consiglio Comunale è molto più onorevole e dignitoso dare le dimissioni, che lanciare “epiteti” verso coloro che non si adeguano al “suo pensiero”. Molto spesso utilizza atti verbali violenti contro i comitati del “buon Fayaz” e di Fabio

- È stato un piacere incontrare, per caso, nella redazione di questo giornale, il signor Emilio Cavalli, autore dell’articolo pubblicato sul numero di maggio dal titolo: “Chi non ama la pasta (Ghigi), non ama Morciano?”. Nell’articolo si esprimevano perplessità su una frase tratta dal Manifesto della Cucina Futurista (1930) e usata nel dépliantdi Fu.Mo. Futurismo Morcianese 2013: “Crediamo anzitutto necessaria l’abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana”. La frase dello “scandalo” aveva, ovviamente, proprio lo scopo di attirare l’attenzione, e con largo anticipo, sulla nuova edizione di Fu.Mo. Futurismo Morcianese 2013, per comunicare tre informazioni fondamentali: la prima era che la quarta edizione di Fu.Mo.si sarebbe fatta (e di questi tempi non era scontato…); la seconda che sarebbe stata un’edizione tutta nuova, sotto la direzione artistica e organizzativa di Città Teatro (teatrale nata nel 2012 dall’unione de La Compagnia del Serraglio, la Compagnia dei Ciarlatani e Maan ricerca e spettacolo); la terza, infine, che sarebbe stato “rivisitato” uno degli aspetti più curiosi della cultura futurista: la cucina. C’erano altre citazioni interessanti – ad esempio “Il Futurismo italiano affronta ancora l’impopolarità con un programma di rinnovamento totale della cucina” o “Noi affermiamo questa verità: si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia”– ma senza la forza “provocatoria” di quella pre-

Bartolini colpevoli di criticare le sue scelte: le scelte del Battazza. “Dove eravate durante la precedente amministrazione” spesso grida, anche in Consiglio Comunale. Molte volte mi son chiesto il perché di tanto astio, d’altronde sia Fayaz che Bartolini erano dove gli altri consiglieri di maggioranza stavano. Se escludiamo le discussioni nei bar, nessuno, durante la precedente amministrazione, ha mai criticato il precedente P.R.U. Non ho mai letto qualcosa che potesse esprimere un benché minimo disaccordo con quello che veniva realizzato. Devo intendere che i consiglieri di maggioranza, allora, erano d’accordo con quel progetto: “chi tace acconsente”!!! Ora, se escludiamo i comunicati stampa rancorosi e per alcuni versi anche maleducati, quali sono le osservazioni di questi consiglieri che oggi formano la maggioranza? Boh!!!

Cucina futurista, Morciano e FuMo LA LETTERA scelta. E se un omaggio al Futurismo non è provocatorio, che omaggio è? Chiarito dunque che lo “scandalo” era parte della strategia pubblicitaria di Fu.Mo. 2013 non possiamo che condividere con lei, gentile signor Cavalli, la consapevolezza di quanto il pastificio Ghigi abbia marcato il tessuto sociale di Morciano e di come abbia avuto un ruolo fondamentale nella sua storia. Il richiamo che lei fa nel suo articolo al rispetto del lavoro, al sudore delle fronti – specialmente in questo periodo di forte crisi – è doveroso. Ma non dimentichi che noi volevamo solo attirare l’attenzione su una “festa” che fa di Morciano la capitale del Futurismo, e scherzare sulla pasta (a Morciano!) ci sembrava quasi un obbligo... Quanto a certe idee futuriste che lei giudica “balzane”, non creda che noi non ne siamo consapevoli (“guerra: sola igiene del mondo”: ne vogliamo parlare?) ma se torniamo a leggere certe pagine della nostra cultura dobbiamo avere il coraggio di accettarne le “spigolosità” e di ricollocarle nel giusto contesto storico. Così lo spi-

Nel 2011 in Consiglio Comunale, quando venne presentato il Pru Ghigi, grazie all’aiuto di diversi tecnici, esposi una relazione puntuale, che rilevava tutti i punti di criticità che aveva quel piano. Il risultato fu che al Consiglio Comunale successivo mi sfiduciarono da capogruppo. Ecco la collaborazione che chiedevano!!! Il comportamento della maggioranza, ma direi del Battazza è molto simile a quella di un paziente che sta dal dentista che mentre usa il trapano ad un tratto tocca il nervo. Ricordo una poesia di Trilussa C o r t i g g i a n i Ho preso un granchio a secco, grosso assai! strillò un Re che pescava in riva ar mare. Er Maggiordomo disse: Ma je pare! Un Re, li granchi, nu’ li pija mai! Allora - fece er Granchio fra de sé diranno che so’ io ch’ho preso un Re! Le “guerre” distruggono non costruiscono! *Consigliere comunale, fino al 2011 capo-gruppo consiliare del Pd

rito con cui i futuristi denigravano la pasta e, viceversa, difendevano il riso, era legato anche alla difesa della cosiddetta ”italianità”, perché la produzione di riso in Italia era più alta rispetto a quella del grano. E possono farci sorridere, oggi, certe affermazioni “scientifiche” dell’epoca, come quella di un certo dott. Signorelli, nutrizionista, chiamato da Marinetti a épater le bourgeoisricordando al popolo italiano che “a differenza del pane e del riso la pastasciutta è un alimento che si ingozza, non si mastica. Questo alimento amidaceo viene in gran parte digerito in bocca dalla saliva e il lavoro di trasformazione è disimpegnato dal pancreas e dal fegato. Ciò porta ad uno squilibrio con disturbi di questi organi. Ne derivano: fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo”. In tempi di “dieta mediterranea” nessuno più si azzarderebbe a fare simili affermazioni ma quello era lo spirito dell’epoca. In fondo, signor Cavalli, come ci dicevamo durante l’incontro, abbiamo ragione entrambi: lei con i suoi giusti richiami alla storia morcianese, noi con la necessità, in questi tempi distratti, di richiamare con qualche “botto” l’attenzione del pubblico ad una “festa futurista” che vede coinvolto tutto il paese. E stia tranquillo: Morciano. Anzi, gli faremo la festa! (Futurista…) Mirco Gennari, vicepresidente di Città Teatro e coordinatore artistico di Fu.Mo. 2013


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Giugno 2013

MORCIANO

Progetto interculturale a Morciano insieme alla comunità di Ca' Santino

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Col pane si abbracciano i popoli - Il pane comunica pensieri universali: il sorriso, l'amore e la bellezza di ogni cultura. “Per fare il pane ci vuole un seme” è il titolo di un percorso didattico che ha messo insieme in un giostra gioiosa due classi multiculturali di Morciano, la IVC e la ID, con i trenta ragazzi ospiti della comunità di Ca' Santino. L'obiettivo era l'integrazione tra giovani con culture e difficoltà diverse. Alcuni pensieri dei ragazzi: “Ho capito la bellezza della cultura cinese, neanche sui libri si può imparare così bene” (M. S.); “La classe vi ringrazia perché la nostra compagna Li si è sentita una regina” (M. S. ); “Siamo state orgogliosi di imparare il cinese grazie a voi e alla nostra compagna Li” (D. B. e S. H.); “Quando abbiamo piantato il sesamo è stato bellissimo: per la prima volta mi sono sporcata le mani di terra” (N.); “E' bello cooperare e imparare la lingua cinese e incoraggiarsi tra compagni” (C. O.). Tra le tante cose, i ragazzi italiani, seguiti da un'insegnante cinese, si sono cimentati con la “misteriosa”

I ragazzi italiani si sono cimentati con la scrittura cinese. Ricerca sul pane, fatti 20 tipi. Il fine: conoscersi per integrarsi

Il progetto presentato alla pasticceria Garden di Morciano, che ha anche offerto il buffet

SOLIDARIETA'

scrittura cinese. L'idea è partita da Tania Di Leo e Giuseppina Cannini, dell’Associazione Giro Giro Mondo di Riccione. Avvenuta tra febbraio e maggio, l'esperienza è stata presentata alla Pasticceria Garden di Morciano lo scorso 30 maggio in una sala stipata come un uovo. Tania di Leo, presidente dell'associazione riccionese: “Abbiamo collaborato con le insegnanti per i bisogni specifici degli alunni. Per favorire le relazioni tra loro, per

favorire le diverse abilità e il sapersi ascoltare. E' stato fatto attraverso la conoscenza del pane delle varie culture, sia delle regioni italiane, sia delle altre nazioni. Hanno partecipato anche le famiglie”. Giuseppina Cannini: “I contesti dell'integrazione favoriscono l'apprendimento”. Francesco Gabellini, educa-

tore di Ca' Santino, con un'abilità da Mary Poppins ha infiammato le energie dei piccoli. Il suo messaggio per gli adulti: “La risoluzione dei conflitti per noi è pane quotidiano”. Gerarda De Angelis, una delle insegnanti morcianesi: “Con questo progetto anche i più timidi ed i più introversi si sono aperti. A scuola si impara di più insieme che da

soli”. Col marito Luciano Marchini, Meris Campolucci ha fondato Ca' Santino una ventina di anni fa: “Per far funzionare un progetto ci vuole il cuore. Il percorso è stato una ricchezza per Ca' Santino e ci ha fatto vivere tanti aspetti della diversità: le difficoltà, il pensiero, la religione, l'apprendimento”. Filippo Ghigi, assessore a Mor-

ciano: “Il progetto ci piaceva e lo abbiamo accolto. I frutti sono sotto gli occhi”. Vallì Cipriani, sindaco di Montefiore: “Sono orgogliosa di ospitare nel mio territorio Ca' Santino, dove c'è un grande atto d'amore”. Fabio Forlani, sindaco di Mondaino: “L'integrazione crea giovani con valori positivi”. Claudio Battazza, sindaco di Morciano: “Le iniziative di Ca' Santino hanno qualcosa in più ('anche gli animali', dice una bella voce che si innesta sul pensiero del sindaco). Come amministratori non possiamo fare altro che sostenerle. Lavorando così costruiamo il futuro”. Il progetto ha prodotto anche un fascicolo di 28 pagine con 20 ricette di pane e molto di più: “nessun uomo è lontano”. E' stato possibile grazie alla sensibilità della Sis e della Pasticceria Garden. L'anno prossimo in scena la musica.

Aziende informano

- E’ nata!! SALUTE E BENESSERE, la nuova rubrica che tratterà argomenti di movimento e di educazione al corpo, attività fisica e stile di vita. Gli articoli saranno scritti da me e pubblicati con cadenza mensile. La rubrica ha

un’ambizione: quella di diventare uno spazio di informazione fisso ed offrire un punto di riferimento per chi ha voglia di sapere. Mi chiamo Lucia Rametta ed ho dedicato la mia vita professionale all’universo del movimento umano. Lavoro in palestra da metà degli anni '90 anche se ho scelto che questa passione diventasse il mio mestiere nel 2003. La mia storia professiona-

le è nata incasinata, dura: dopo la mia prima laurea ho fatto una miriade di lavori (tutti seri) che mi lasciavano un’insana inquietudine addosso. Io non ero quella là. Sempre innamorata dell’esercizio fisico e di tutto ciò che gira intorno ad esso, decisi,

La palestra come luogo di divertimento e incontro appunto nel 2003, di inscrivermi, per gioco, ad un corso di aerobica. Poi spin, poi step, poi ancora ed ancora, mai sazia di sapere. Mi sono poi iscritta a Scienze Motorie e mi sono rilaureata ingoiandomi i libri. Io sono questa. Ho lasciato il mio ennesimo posto di lavoro fisso, in un’epo-

ca in cui era da incoscienti farlo, e mi sono buttata anima e cuore nel fitness. Ho lavorato in un bel po’ di centri, sia gestendo corsi di adulti, sia di bambini. Ho scritto articoli su diversi siti web: ho gestito una rubrica che trattava di sport e bambini. Ho fatto la responsabile in e di un grosso centro estivo ad indirizzo sportivo. Ora sono a Morciano in qualità di direttore tecnico della Motion Lab. Ho intenzione di condividere con voi una possibile risposta a quella infinita serie di domande che quotidianamente mi vengono rivolte. Se vi fa piacere potete inviarmi domande a lucia.ramettapt@libero.it, con la precisa indicazione se volete che domanda e risposta siano pubblicate oppure no. Grazie a tutti ed al prossimo mese!!! Veniteci a trovare! Vi aspettiamo! San Clemente - Via Trado 58. Tel. 0541. 987751 Lucia Rametta


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MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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Festa nella sala conferenze della Bpv lo scorso 1 giugno. Ospite Mazzucca, direttore del Giorno

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Il sindaco Claudio Battazza premia Atos Beradi con il Mercurio d'Oro

MORCIANESITA'

di Pierfrancesco Gasperi - Il primo giornale della Valconca usciva il 2 giugno del lontano 1883 a Morciano, un avvenimento per l’epoca unico ed eccezionale, uno dei primi in assoluto della nostra regione ed uno dei pochi all’epoca nel contesto nazionale nel segmento dell’editoria locale. Unico mezzo di informazione alla portata del popolo e soprattutto locale. Si ricorda che ancora non esisteva la radio ed gli unici mezzi di trasporto nella Valconca erano carretti trainati da buoi o mucche ed i più fortunato avevano il calesse con il cavallo e la bicicletta era ancora una rarità. Le notizie poche e frammentarie si diffondevano lentamente solo con il passaparola delle persone che soprattutto frequentavano Morciano già importantissimo centro agricolo e commerciale della vallata, vero punto di riferimento del territorio e strategico allora certamente più di oggi. Gli abitanti della Valconca, come del resto di tutti i territori di campagna, erano prevalentemente impegnati in agricoltura e l’Ape era un importantissimo mezzo di comunicazione perché riferiva dei principali avvenimenti che accadevano, ma soprattutto riportava i prezzi e le quotazioni dei

Angelo Chiaretti Giancarlo Mazzucca (a destra) con Pierfrancesco Gasperi Massimo Lazzarini, presidente della Bpv

L'Ape ronza da 130 anni prodotti della terra (grano, orzo, sementi, erba, frutti) ed i prezzi degli animali, una sorta quindi anche di bollettino economico (era il Sole-24 Ore della Valconca dell’epoca), utile ed indispensabile riferimento per gli scambi e compravendite soprattutto di prodotti agricoli e derivati, compresi i prodotti alimentari. Conteneva numerosi annunci pubblicitari soprattutto dei negozi e botteghe di Morciano. Per questo importante anniversario l’attuale editore e direttore Atos Berardi, ha organizzato un convegno il 2 giugno scorso nella prestigiosa sala auditorium della Banca Popolare Valconca,

all’interno della prima storica sede di Via Bucci angolo con via Colombari. Atos Berardi ha portato i saluti propri e di tutti i collaboratori dell’Ape, ha ricordato il fondatore Giugi ed il compianto suo predecessore Quadrio (Dino) Muratori, che aveva rilanciato con grande impegno l’Ape e con grande passione aveva realizzata la preziosa raccolta del periodico in tre volumi, rilegati in pelle, dalle origini al 1998, anno in cui cedette il giornale all’attuale editore. Dino Muratori ci ha lasciato un anno fa e gli sarebbe senz’altro piaciuto partecipare a questo traguardo. Il presidente della Banca Val-

conca, Massimo Lazzarini, ha tracciato sinteticamente la storia del giornale attraverso una interessante sucessione di immagini d’epoca ed attuali. E’ poi intervenuto il sindaco di Morciano Claudio Battazza, precisando che l’Ape da sempre oltre alla cronaca ha usato anche il pungiglione avanzando critiche nei confronti degli amministratori ogni volta che riteneva non condivisisibili alcune. Ha premiato Atos Berardi con il “Mercurio d’oro”, simbolo di Morciano e massima onorificenza riservata riservata a personaggi meritevoli. A seguire l’intervento dello storico collaboratore dell’Ape, Fiorenzo Mancini, il pun-

giglione, la cui collaborazione è iniziata nel lontano 1957 e ci ha rivelato con molta emozione, curiosità, percorsi, difficoltà ed aneddoti dell’Ape. Un grande applauso è stato tributato all’amico Mario Polverelli, il fotografo che per oltre 40 anni ha fornito pressoché in esclusiva le foto all’Ape, presente al convegno con la sua inseparabile macchina fotografica e molto attivo e pronto ad immortalare i relatori e la foltissima platea. L’onorevole Giancarlo Mazzucca, direttore del quotidiano “il Giorno”, testata di Milano, si è complimentato per la continuità di questa testata, sottoline-

ando che senz’altro il traguardo è dovuto alla costante indipendenza del giornale. Ha particolarmente apprezzato il sottotitolo dell’Ape, ove viene precisato che il giornale è un “periodico popolare” e molto legato al territorio. Mazzucca, forlivese, con piacere ha ricordato Morciano, che conosceva fin da bambino per la buonissima pasta Ghigi e per la collezione delle figurine dei corridori che si trovavano all’interno della confezioni della pasta, all’epoca infatti (anni ’50 e ’60) la Ghigi aveva una forte squadra ciclistica che partecipava al Giro d’Italia e di Francia ed a tutte le più importanti gare ciclistiche. Il prof. Angelo Chiaretti, storico e presidente dell’Associazione Dantesca di San Gregorio in Conca, e principale collaboratore dell’Ape, ha concluso il ciclo di interventi, ricordando alcune importanti pagine storiche dell’Ape ed i preziosi articoli del pedagogista Mariotti, del passionale Egidio Belisardi che si era prodigato a scrivere, in bozza, un libro sulla storia di Morciano, purtroppo mai dato alle stampe. Ha ribadito l’importanza del periodico caratterizzato dal forte legame con il territorio di Morciano con la media e bassa Valconca, ha concluso raccogliendo la condivisione degli altri relatori e del pubblico presente in sala, augurando all’Apre di proseguire almeno per altri 130 anni.


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65 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Giugno 2013

SAN CLEMENTE

Inaugurato lo scorso 9 maggio il nuovo pastificio nella zona industriale di Sant’Andrea in Casale. Grano 100% italiano. Qualità assolutamente superiore

Rinasce la pasta Ghigi - Il taglio del nastro alla presenza del presidente nazionale di Coldiretti, Sergio Marini, il presidente della Ghigi, Filippo Tramonti del vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, del sindaco di San Clemente Cristian D’Andrea, dell’assessore della Provincia di Rimini Meris Soldati, degli amici romagnoli Raul Casadei, Gianni Morandi, del patron del Grand Hotel di Rimini Batani, del Presidente di Tecnogym Nerio Alessandri e la conduzione sul palco di Paolo Cevoli. Partecipazione nutrita di amici, commercianti e consumatori, da ogni parte d’Italia. Ghigi la pasta nata nel 1870, un marchio storico dell’industria alimentare italiana, che oggi rivive grazie all’impegno del Consorzio Agrario di Forlì-Cesena-Rimini. L’idea di completare la filiera della coltivazione di grano ha creato immediato interesse nel management del Consorzio Agrario e ha consentito di unire

ECONOMIA

I nuovi numeri: 78 dipendenti, 29 milioni di investimenti, 430mila quintali di pasta (830 nel 2015), l'85% all'estero di Pierfrancesco Gasperi

l’esperienza ed il know-how di chi produce pasta ad altissimo livello a chi produce grano duro di primissima qualità. “La presenza dei Consorzi Agricoli – ha detto Filippo Tramonti, presidente del pastificio Ghigi e del consorzio agrario Adriatico – garantisce l’accesso diretto alle materie prime del territorio, soprattutto di quello romagnolo e marchigiano, con-

sentendo un controllo attento dei processi produttivi. La diretta partecipazione dei soggetti agricoli consente un recupero attento delle tradizionali competenze locali nella produzione pastaia e assicura una adeguata remunerazione ai produttori”. “La sicurezza dell’eccellente qualità dei nostri prodotti - ha continuato Tramonti - è data dalla filosofia che Ghigi ha scelto e che si basa sul costante controllo del grano 100% italiano che abbiamo scelto di utilizzare, sul rispetto dell’ambiente e sui processi produttivi. Il fattore che maggiormente condiziona la qualità della pasta è il grano con cui viene prodotta. Ghigi ha scelto di utilizzare grano coltivato esclusivamente in Italia mantenendo un rapporto diretto con gli agricoltori del nostro territorio. Nel 2007 aveva rischiato di sparire dalle tavole italiane a da quelle di mezzo mondo. Ma dopo il fallimento del dicembre 2007, lo storico pastificio Ghigi fu rile-

San Clemente. L'inaugurazione del nuovo stabilimento Ghigi

vato da un cordata di consorzi agrari, capeggiata dal consorzio dell’Adriatico (che copre il territorio da Forlì-Cesena ad Ascoli), che nel pieno della recessione mondiale ha deciso di sfidare la crisi puntando su innovazione, qualità e una integrazione di filiera tra agricoltura e industria che non ha precedenti. Il risultato è stato un piccolo miracolo perché nell’Italia del tasso di disoccupazione a due cifre, il pastificio Ghigi ha salvaguardato il posto di 36 lavoratori della precedente gestione e assumendo 42 nuovi dipendenti, mentre altri 18 verranno assunti nei prossimi due anni. Dalla tradizionale sede di Morciano, Ghigi si è trasferita a San Clemente di Rimini, dove

con un investimento di 29 milioni di euro, è stato realizzato il nuovo stabilimento, su una superficie di 65mila metri quadrati di cui 14 mila coperti. Il tutto con uno standard tecnologico d’avanguardia, in grado di produrre 430 mila quintali di pasta all’anno, che diventeranno 830 mila entro il 2015. Punto di forza è l’esportazione. All’estero è infatti destinato l’85 per cento della produzione di cui il 45 per cento in Francia, con il brand leader Price e Ghigi; il 25 per cento in Germania, con il brand Mamma Lucia e Ghigi; il 15% negli Stati Uniti con il brand Ghigi, Arneo, Vesuvio e Delish (biologico); il restante 15% è suddiviso tra Corea, Etiopia, Spagna, Repub-

blica Ceca, Libia, Malta e Giappone. Particolarmente importante è il brand biologico Delish, in crescita negli Stati Uniti dove viene venduto dalla maggiore catena di farmacie americane, la Walgreens, con 8.000 punti vendita in tutti gli stati federali. In Italia pasta Ghigi viene distribuita per il momento in Emilia Romagna, nord Marche e Lazio, attraverso la grande distribuzione, grossisti, negozi tradizionali, punti vendita del consorzio agrario Adriatico e botteghe di Campagna Amica. La pasta Ghigi nella provincia di Rimini si può acquistare in tutti i Consorzia Agrari e presso i Supermercati Conad ed altri negozi alimentari. E’ veramente eccellente.

COMUNITA'

Freaky, i Beatles sanclementesi - Le cose belle raccontate quando ormai sono accadute possono avere il senso dello sfottò per chi non c’era e perché chi non c’è ha spesso torto. E poi chi avrebbero dovuto essere quei quattro ragazzotti presuntuosi che volevano da soli rispondere a una domanda che ancora gira anche nella testa degli Stadio? Sì gli Stadio, il famosi gruppo bolognese che ha tra i suoi successi la canzone Chiedi chi erano i Beatles. Loro invece i ragazzotti che si presentano come Freaky Crabs Machine chi erano i Beatles lo sanno, tanto che l’11 maggio scorso nel Teatro Villa di Sant’Andrea in Casale lo hanno raccontato a un pubblico vasto quanto la sala del teatro più qualche posto in piedi sulla porta d’ingresso. A tutti, con l’aiuto della voce nar-

rante dell’arcinoto Tino Bugli più bravo e protagonista del solito Alberto Melloni, Cristian “Bisco” D’Emilio, Luca Staccoli e Nicola “Nik” Masini, hanno suonato i Beatles di fronte a un pubblico attento composto da chi era curioso di conoscere la storia dei Fab Fuor e da chi seduto nel buio della sala spolverava i ricordi con gli occhi lucidi. Gli FCM non hanno riproposto la solita copia stona-

ta di originali irripetibili, ma la loro musica e i loro arrangiamenti inediti e spaziando dall’acustica delle chitarre all’energia di un rock elettrico come fu quello del gruppo di Liverpool. E sempre per rispondere a tutti coloro che ascoltando gli Stadio si chiedono come recitato nella loro canzone “Voi che li avete girati nei dischi e gridati, voi che li avete aspettati ascoltati bruciati e poi scordati, voi dovete insegnarci con tutte le cose, non solo a parole”. La smettano di farsi domande e vadano a sentire una serata dei Freaky Crabs Machine e, dai Quarrymen a Yoko Ono, e meglio con che senza Tino Bugli troveranno le loro risposte. Claudio Casadei


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE Alla 21^ edizione. Giuria di prim'ordine presieduta dal grande scrittore Piero Meldini

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MORCIANO DI ROMAGNA

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

Premio Villa, vincono Monti e Vannucci - Marino Monti ha vinto la sezione poesia (sul podio Lorenzo Scarponi e Gilberto Ciorbelli). Mauro Vannucci si è aggiudicata la sezione zirudele (segnalate quelle di Ivano Muratori e Gianni Fucci). Menzione speciale invece per la scuola elementare di Coriano. Il Premio di poesia dialettale nel nome di Giustiniano Villa (1842-1919), il poeta ciabbattino, è alla 21^ esizione. Giuria di prim'ordine, è presieduta da Piero Meldini; cerimonia di premiazione lo scorso 1 giugno al teatro di Sant'Andrea.

Foto di gruppo con i poeti

di Claudio Casadei - Sono passati vent’anni da quando a san Clemente è iniziata l’ avventura del premio di poesia. In questo periodo per tutti coloro che lo hanno vissuto, e come per tutti del resto, ci sono stati avvenimenti belli e brutti, da ricordare o da dimenticare. In questi vent’anni in cielo sono passate comete, ci sono stati terribili disastri, splendide vittorie sportive, grandi imprese scientifiche e inimmaginabili vergogne politiche. Abbiamo partecipato a matrimoni, celebrato battesimi ed abbiamo presenziato a funerali. Abbiamo vissuto insomma e tracce evidenti di questa quotidianità le abbiamo ritrovate nelle poesie e nelle zirudele del premio. Il premio è ormai per tanti, e per i poeti in particolare, un appuntamento atteso e quella del premio è diventata una grande famiglia che, in nome di

Giustiniano Villa, è cresciuta, cambiata, si è evoluta. Sono davvero tante le emozioni contenute nelle opere del premio. Emozioni lunghe vent’anni o fresche del giorno prima,rese fruibili dalla passione di coloro che, facendo fluire i propri sentimenti, hanno saputo tradurli col tratto di una biro, con il ticchettio antico di una vecchia Olivetti o con la pigiata silenziosa di un moderno computer. La partecipazione di quest’anno nella sezione poesia si è mantenuta su un importante livello quantitativo e ha visto i graditi ritorni di concorrenti che non avevano partecipato alle ultime edizioni. Una diffusa alta qualità ha caratterizzato le poesie e particolarmente difficile, per la giuria, è stato scegliere la migliore. Per quanto riguarda le Zirudele c’è stata soddisfazione in quanto, a fronte di

un calo di partecipanti si è riscontrato un notevole innalzamento qualitativo delle opere presentate: l’ottimo raccolto di una lunga semina. Ha avuto il suo bel da fare la storica giuria presieduta dal Professor Piero Meldini, composta dalla Professoressa Grazia Bravetti, dal professor Angelo Chiaretti, dalla professoressa Maria Pia Rinaldi, da Rita Gennari, dal professor Oreste Pecci, dal dottor Maurizio Casadei, dal dottor Luciano Guidi, dall’entusiasta Giuliano Volpinari e dallo scrivente, Claudio Casadei. Tra le trentacinque poesie, molte delle quali erano davvero di ottima qualità, la palma e il premio destinato alla migliore , consistente in 250• e u una riproduzione dorata del

monumento a Villa realizzato per San Clemente dal maestro Umberto Corsucci, è andato alla delicatissima “Insen” del forlivese Monti Marino, preferita davvero per poco alla straordinaria musicalità del dialetto di “Tr’al poighi” del bellariese Scarponi Lorenzo. Terza classificata “L’Inciostre” del riminese Corbelli Gilberto che, emozionatissimo e straordinariamente felice, non voleva credere di essere salito sul podio, mentre “Rimpient” opera del notissimo autore Gianni Fucci di Santarcangelo di Romagna ha ricevuto una segnalazione speciale essendo di fatto di pari valore delle premiate. Piccola nota dolente per questa edizione è stata invece una lieve

flessione quantitativa per quanto riguarda le zirudele. Ma, come già accennato, le sedici presentate hanno piacevolmente stupito la giuria per l’ innalzamento medio del livello del loro valore e per la qualità raggiunta dai concorrenti. Le Zirudele, caratteristici componimenti generalmente umoristici, normalmente in ottonari e rima baciata, quasi sempre dialettali sono a grandi linee gli equivalenti degli stornelli che un tempo poeti e cantastorie declamavano nelle piazze e nei mercati proprio come faceva Giustiniano Villa. Con il premio a lui dedicato si sono scoperti personaggi straordinari come Umberto Carlini che dai palchi del premio passa oggi a quelli di numerosi

centri e circoli culturali di tutta la Romagna, e anche il suo allievo migliore il riminese Mauro Vannucci più volte vincitore, che quest’anno con “Ho spusè ‘na marchigena!” rivince proprio la sezione zirudela. Per la loro qualità sono state inoltre segnalate “E Scuntren” del riminese Ivano Muratori e “La Rènga” della corianese Anna Maria Pozzi la quale oltre che ottima “zirudellara” è anche una stupenda insegnante che da qualche anno aiuta i suoi ragazzi a regalare al concorso un proprio componimento scritto e recitato sul palco da loro stessi. Ed è bellissimo vedere ragazzi con occhi e colori della pelle diversi esibirsi tutti assieme sul palco: la Romagna è terra di accoglienza e loro sono il nuovo che avanza. Quest’anno è toccato ai ragazzi della classe V della scuola primaria Favini che hanno scritto “ Giughì l’è bel.E drenta ogni om u j è un burdel” Una grande verità in fondo e mentre mi auguro che loro crescendo vogliano ancora “giocare” ai poeti, spero proprio che gli adulti possano risvegliare il bambino dentro di loro per riscoprirne la voglia di futuro e di vivere. Sarebbe un grande regalo, da raccontare nelle poesie e nelle zirudele del prossimo anno.


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MORCIANO DI ROMAGNA

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Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) MONTEFIORE - LA LETTERA

San Pietro, villini nella piana dei Romani - Denunciamo l’imminente ennesimo sfregio alla bellezza del paesaggio del nostro territorio. Nella valle del Conca, nell’antica Piana di San Pietro in Cotto, che vanta importanti insediamenti romani fin dall’epoca repubblicana (II secolo a.C.), i cui reperti arricchiscono i musei locali, l’insensibile Amministrazione Comunale di Montefiore Conca permette la costruzione ex novo di due superflui villini, preludio probabile di ulteriori lottizzazioni. Gli accordi programmatici con l’Università di Bologna, Dipartimento di Archeologia Ravenna: “Progetto Archeologia in Valconca: turismo culturale e nuove forme di valorizzazione del patrimonio archeologico e delle risorse culturali del territorio riminese”, che pure il Municipio di Montefiore aveva sottoscritto nel 2007 con tutti i comuni limitrofi (Morciano, Gemmano, San Clemente) indirizzati lodevolmente alla salvaguardia e alla valorizzazione paesaggistica – ambientale - archeologica della Piana, sono stati disattesi.

Così come è stato scavalcato il vincolo di tutela posto dalla Provincia di Rimini (PTCP art. 5.4 “Zone di tutela caratteri ambientali di laghi, bacini, e corsi d’acqua”, e art. 5.5 “Zone ed elementi di interesse storico-archeologico”. E’ vero che sono stati eseguiti sondaggi a cura della Soprintendenza archeologica (non in profondità), che “…hanno evidenziato alcune tracce di frequentazione di epoca romana”, ma è indubbio che l’aspetto paesaggistico-ambientale subirà un altro duro colpo. In un Paese civile tutta l’area della Piana di San Pietro sarebbe tutelata rigidamente dall’aggressione del cemento. Nel vuoto sono caduti i nostri appelli al sindaco di Montefiore. L’intera Piana valorizzata con sondaggi archeologici mirati darebbe lustro e beneficio a tutta la vallata del Conca. Privilegiare un privato a scapito del bene comune non è una politica culturale che paga. Attilio Giovagnoli, presidente dell'Associazione Rimini città d’arte “Renata Tebaldi”

S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Gemmano, Santi sindaco Eletto il 26 e 27 maggio. Il paese torna a sinistra LA POLITICA di Pierfrancesco Gasperi - Il nuovo sindaco saprà far risorgere e sopire i rancori di Gemmano. Riziero Santi è stato eletto sindaco con oltre il 54% dei suffragi. Candidato della lista “Ambiente e Sviluppo” (centrosinistra), il risultato è pieno e per certi aspetti inaspettato tenuto conto di ben quattro liste in competizione. Dopo le dimissioni dell’agosto scorso dell’ex sindaco Edda Negri (nipote di Mussolini), il Comune era stato affidato ad una gestione Commissariale. Riziero Santi, nativo di Gemmano, poi trasferitosi a Ricccione, è stato segretario provinciale del Partito Democratico, ed attualmente lavora in Comune a Riccione ed è responsabile della Protezione Civile. Alla festa che si è tenuta in Piazza Roma a Gemmano lo scorso 28 maggio (elezioni il 26 e 27 maggio), ove hanno partecipato cittadini di Gemmano, simpatizzanti, amici ed anche avversari politici, il nuovo sindaco era visibilmente commosso ma con tutti cordiale e sorridente. Ha sottolineato che “sarà il sindaco di tutti” auspicando dalla minoranza un’opposizione costruttiva, ribadendo che Gemmano ha bisogno di tutti e che occorre lavorare sodo.

Riziero Santi, Pd, neo-sindaco di Gemmano, durante la festa della vittoria

Gemmano è il vero “balcone dell’Adriatico” e quindi merita un ruolo importante nel contesto della Valconca e della Provincia, possiede un territorio ed un ambiente veramente unico ed incontaminato con tradizioni che si conservano e si tramandano alle nuove generazione, una vera perla verde. Così Riziero Santi ha ricordato al sindaco di Riccione Massimo Pironi salito a Gemmano per complimentarsi con il primo cittadino. La serata è stata veramente una festa in famiglia tra amici, genuina, sincera e fraterna, un clima nuovo di grande serenità di cui Gemmano aveva veramente bisogno. Santi ha detto che il suo telefono cellulare è pubblico e risponderà personalmente a tutti senza filtri e la sua presenza a Gemmano sarà costante e significativa avendo già deciso di ridurre l’impegno lavorativo a Riccione, per dare slancio a Gemmano, e francamente le sue parole sono apparse molto passionali e convinte, non di facciata politica e questo lascia presagire una vera

rinascita per Gemmano. Durante la campagna elettorale aveva affermato: “Se sarò eletto sindaco, chiederò subito un incontro con i colleghi di Morciano di Romagna, San Clemente e Montefiore Conca nell’ambito del quale formalizzerò diverse proposte. Per dare sviluppo a Gemmano – disse – si devono recuperare risorse economiche ed umane e dare efficienza ed efficacia alla struttura tecnico-amministrativa. Con le ristrettezze economiche ed il quadro normativo in vigore difendere semplicemente l’esistenza chiusi nel nostro guscio significherebbe condannare i cittadini di Gemmano ad un progressivo impoverimento, con maggiori oneri e minori servizi, e ad una sudditanza verso le realtà più grandi. Ecco perché la nostra non sarà una amministrazione ordinaria ma tenderà, con ogni suo atto, a provocare un cambiamento vero e radicale nell’organizzazione e nella gestione delle funzioni e dei servizi, realizzando in tempi rapidi tre fondamentali

risultati:riduzione degli oneri dell’apparato comunale e delle spese di gestione, riconversione della spesa corrente in spesa che produca investimenti e sviluppo e miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi ponendo il Comune al servizio reale dei cittadini”. Così il commento dell’On. Emma Petitti: “Grazie a Riziero Santi, che si è impegnato ogni giorno in prima persona in una campagna elettorale porta a porta, fra la gente, mettendosi a disposizione della comunità di Gemmano, stringendo la mano a ogni cittadino e rispondendo alle domande di tutti. Grazie agli elettori, a tutta la lista che lo sostiene e che da oggi lo affiancherà nella sua nuova esperienza come sindaco. Conosco Riziero e il suo impegno politico da tanto tempo e so che il lavoro intenso che ha svolto in queste settimane sarà anche la cifra che contraddistinguerà la sua amministrazione: passione, dignità, senso civico, amore per le istituzioni e per Gemmano.”

MONTEFIORE

- Il genere femminile nelle varie arti: scrittura, poesia, pittura, canto... A Montefiore, ad organizzare Maggie van der Toorn. Tra gli ospiti la scrittrice Cetta Deluca. Il pomeriggio nel suo racconto. - Quando le donne si incontrano è sempre una festa speciale. Come è accaduto il 28 aprile a Montefiore Conca, un borgo stupendo sulle colline romagnole, da cui ti affacci su valli dove la terra è generosa, e se spingi lo sguardo un po’ più in là, verso l’orizzonte, incontri il mare Adriatico. Al Teatro Malatesta, proprio dentro la Rocca, si è svolto l’evento Donna in fiore, organizzato da Maggie van der Toorn, un’olandese adottata da questa splendida terra che qui in questi luoghi esprime il suo cuore e la sua professionalità. Ne è venuta tanta di gente, e trattandosi di un evento culturale, di domenica, con un ponte di mezzo, devo dire che è

Donne, festa speciale

stato ancora più bello. Grazie a tutti. Maggie ci ha raccontato la sua visione della vita, il suo rapporto con essa, che si percepisce tutto nei delicati racconti della sua raccolta, di prossima pubblicazione, dal titolo Scintille (...). Con curiosità e ammirazione ho ascoltato le poesie in dialetto di Annalisa Teodorani (...). Il talento giovane si è espresso con la voce di una quindicenne, Samantha Faina, promessa della lirica, che ci ha deliziati con il canto di alcune arie, e con le improvvisazioni di

danza di Elisa Tamagnini, un’autentica forza della natura, artista in ogni singola fibra del suo corpo, padrona del palco. E poi Antonietta Righetti, una pittrice sensibile e intuitiva, che dipinge con le mani, con le dita, coi pennelli e che ci ha regalato uno splendido Mandala, creato in diretta per noi. Diego Gasperi ci ha accompagnate in questo viaggio al femminile con le note del suo pianoforte, note delicate, note prorompenti, la giusta punteggiatura ai nostri discorsi (...)


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

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Così uno striscione all'ingresso del paese accoglie dopo i trionfi la Mondaino Young Orchestra (Myo). Componenti anche da Saludecio e Montegridolfo

“Ben tornati campioni”: da 5 a 18 anni - “Vero frutto verrà dopo il fiore“ sentenziava Dante Alighieri nel canto XXVII del “Paradiso”, ad annunciare che quando sbocciano piante novelle è molto facile salire fino alle stelle dell’Empireo! Ed infatti, nel numero scorso de “L’Ape”, profetizzavamo come la “Mondaino Young Orchestra” (M.Y.O.), diretta dal maestro Michele Chiaretti, si sarebbe ben presto imposta all’attenzione del mondo musicale ed ora vediamo che la profezia si sta avverando: la più giovane Orchestra Jazz d’Europa conquista il Primo Premio al Teatro Ariston di Sanremo imponendosi su titolate formazioni internazionali, ottiene il Primo piazzamento al Festival di Treviso, tiene concerti a ripetizione al Festival Jazz di Fano, al Teatro Novelli, al Molo 22 ed al Rotary Club di Rimini, al Teatro dell’Arboreto di Mondaino e poi ancora a Coriano, Bologna, Ravenna, fino a ricevere interessamenti dal Kuwait e da Londra, al ritorno accolta ogni volta dalla popolazione mondainese con lo striscione

Vinto una caterva di premi e concorsi. La dirige Michele Chiaretti. Encomio dal sindaco Forlani. Una fucina di allievi

La giovane orchestra di Mondano

LA MUSICA

“Bentornati campioni” che campeggia sul muraglione della Rocca Malatestiana!!!! Ed anche il sindaco, prof. Fabio Forlani, ha voluto consegnare loro, durante una seduta straordinaria del Consiglio Comunale, una pergamena di Encomio solenne ma potrebbe arrivare presto anche quella del Presidente della Repubblica Italiana. Grazie a questi giovani meravigliosi ogni famiglia di Mondaino (da sempre riconosciuto come “Il paese della

musica”), di Montegridolfo e di Saludecio (da cui proviene una parte degli orchestrali) sta sognando ad occhi aperti ed ognuno gareggia nel raccontare episodi e particolari relativi a questo o quel concerto: come accade per le star più affermate! Eppure la loro età va dai cinque ai diciotto anni e non si montano la testa, mantenendo una serenità ed una calma ve-

ramente sorprendenti nell’affrontare anche i brani più difficili. E la cosa più bella sta nel fatto che questi magnifici ragazzi non sono stelle isolate che brillano nel firmamento musicale italiano, poiché alle loro spalle c’è un vivaio di oltre settanta aspiranti-star che premono ansiosi di mettersi alla prova, abilmente guidati dai

maestri dei Corsi di formazione della Scuola di Musica di Mondaino: Daniela Avanzolini, Cristian Casadei, Marco Tasini e naturalmente Michele Chiaretti. Qualche sera fa li ho ascoltati esibirsi nel saggio di fine anno all’interno del Salone del Durantino gremito fino all’inverosimile e sono rimasto estasiato, sorridente ed ottimi-

sticamente felice, poiché mi sembrava di provare la stessa emozione vissuta da Dante Alighieri nel momento in cui arrivò ad ascoltare l’armonia provocata dalla rotazione dei nove cieli paradisiaci e commentava nel canto XXXIII che tutto ciò era possibile grazie all’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE . E’ stato così che, solo in quel momento, ho potuto comprendere pienamente lo slogan della M.Y.O.: “Il Jazz, quando ha swing, se lo conosci lo ami!!”. Angelo Chiaretti, presidente del Centro di Studi danteschi San Gregorio in Conca

SALUDECIO - LA LETTERA

“La Beata Elisabetta Renzi è nata a Saludecio” - Spettabile Piazza, buon giorno. Scrivo per una precisazione. Ho letto sul vostro giornale che Elisabetta Renzi è mondainese. E' vero soltanto in parte. Vorrei ricordare che la Beata nacque a Saludecio nell'abitazione di fronte alla Torre Civica. Con la famiglia solo da bambina si trasferì a Mondaino. Qualcuno potrebbe pensare che questa mia sia figlia del campanilismo; non è affatto così. La mia è soltanto un'affettuosa verità storica”. Lettera firmata Gentile signora, intanto, grazie per la sua. Lei ha perfettamente ragione. La Beata nacque a Saludecio, dove nacque nel 1876 e visse fino al 1791. Diciamo che ha le due origini. E che fu precursice di un'unificazione, altrettanto affettiva, tra saludecesi e mondainesi. (g. c.)

Saludecio, palazzo Renzi


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Un volo radente che racconta le eccellenze storiche e culturali di Saludecio Mondaino e Montegridolfo IL FATTO

- Chi vive lucidamente il crepuscolo verso cui si stanno stancamente trascinando i paesi del cosiddetto “entroterra” sa bene quanto possa essere allettante un Progetto di fusione dei nostri tre Comuni, secondo quanto previsto (ed incentivato) dalla legislazione nazionale e regionale. Non è un caso, del resto, che gli operatori turistici della Riviera Romagnola stiano studiando le potenzialità di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio al fine di avviare qui un Laboratorio Sperimentale per una “Start Up” che sappia funzionare da volano per rilanciare l’altrettanto ossidata imprenditoria balneare (incredibilmente solo la provincia di Rimini, unica in Emilia Romagna, non possiede una realtà in tal senso!!!). Dunque, cercando di tracciare un quadro sintetico ma abbastanza significativo del terreno su cui verremmo a muoverci all’interno della fusione intercomunale, mi piace iniziare sottolineando le valenze paesaggistiche del nostro territorio. Inizierò citando i celebri versi che il grande poeta Giacomo Leopardi (1798-1837) compose per delineare una situazione-tipo abbastanza sintomatica dell’orizzonte che si osserva dalle nostre colline: “Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi e quindi il monte. Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno”. Da Mondaino si può, infatti, godere lo spettacolare profilo delle montagne appenniniche che si distendono nel Montefeltro. Meravigliose sono le parole che Nazzareno Liverani gli ha dedicato: “Quando dal terrazzo di un castello medioevale vedi l’Adriatico mar e, voltandogli le spalle, osservi la Carpegna, il monte Nerone e le due cime del Catria, quel luogo si chiama Mondaino”. E non è certamente un caso che a Mondaino si tenga, da ben venticinque anni, il “Latinus Ludus”, concorso di traduzione dalla lingua latina e greca (che lo

“Opportunità del territorio nella prospettiva di una fusione”

Mondaino

Saludecio

Montegridolfo

scorso 28 aprile ha fatto accorrere da tutta Italia oltre cinquecento studenti di scuola superiore) in omaggio al sacerdote mondainese Sebastiano Sanchini, che per oltre un lustro fu precettore del giovane recanatese. Al fine di consolidare il concetto paesaggistico mondainese, ho recentemente comunicato pubblicamente come il celebre affresco rinascimentale dipinto dal durantino Bernardino Dolci per il monastero di Santa Chiara ed oggi esposto al piano nobile della Rocca Malatestiana abbia voluto ribadire, fra le altre cose, l’eccezionalità di questo balcone sull’Appennino. Saludecio Quanto a Saludecio, ognuno sa come venga universalmente riconosciuto fra i più suggestivi

palcoscenici sull’Adriatico, quando affacciandosi da Porta Marina l’occhio spazia verso Ravenna e Senigallia (qualcuno sostiene che nelle giornate più luminose la vista possa spingersi sino alle coste della Dalmazia!) e nella mente echeggiano i distici del saludecese Publio Francesco Modesti (1471-1577) incisi sulla nobile e splendida pietra arenaria, che celebra l’amenità del luogo e l’aria salutare: “Si quis forte loci nomen miraberis Hospes……”. Come dimenticare, allora, che a Saludecio si tiene da ventisei anni il “Salus Erbe”, uno degli appuntamenti primaverili più importanti nel quadro della salute erboristica? Montegridolfo Parlando paesaggisticamente

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

di Montegridolfo, risulta naturale riferirsi alle sue “convalli popolate di case e d’oliveti” (Ugo Foscolo), che illuminano il confine con le Marche e si affacciano sulla pianura del Fiume Foglia che forma il porto di Pesaro: ammirare il sole che, sorgendo sul mare, illumina “il tremolar della marina” (Dante Alighieri, Purgatorio, Canto Primo) è uno degli spettacoli più belli che si offrono a chi risiede su queste colline paradisiache, purtroppo luoghi di sanguinosi scontri nel corso della II guerra mondiale, quando Montegridolfo faceva parte della Linea Gotica allestita dai nazisti per frenare l’avanzata anglo-americana. Il visitatore potrà conoscere nel locale “Museo della Linea dei Goti” lo svolgersi delle battaglie, l’eroismo dei combattenti e i duri sacrifici sofferti dalle popolazioni civili. Da non perdere i Musei dei Fossili e delle Maioliche di Mondaino ed i Musei d'Arte sacra e di Garibaldi e Saludecio. I tre paesi sono uniti anche dalla storia liturgica: come dimenticare il Crocifisso di Mondaino divenuto miracoloso nel

1560, l’apparizione di Maria e degli angeli avvenuta a Montegridolfo nel 1543 e la santità del frate Amato Ronconi di Saludecio, già riconosciuto come beato nel XIV secolo e (come ho dimostrato qualche tempo fa) celebre perfino nella vita e nelle opere dell’Alighieri? Le nostre potenzialità possiedono uno spessore interessante anche sul piano economico, con Mondaino da sempre legato alle Industrie Musicali dei Fratelli Galanti (Viscount e Intercontinental) ed oggi divenuto celebre nel mondo grazie alla bravura dei giovani strumentisti (residenti a Mondaino, Montegridolfo e Saludecio, si badi bene!), alla professionalità dei docenti e del brillante Maestro-Direttore. E, sempre parlando di economia, le mondainesi Industrie “Bicma” esportano con grande successo i loro prodotti tecnologici in Russia ed in Estremo Oriente! Anche Montegridolfo sta giocando un interessante ruolo sul piano artigianale, poichè direttamente agganciato con le sue Aziende alla celebre zona di produzione del mobile pesarese. Quanto a Saludecio, è sufficiente considerare la portata delle Industrie insediate nella zona di Ponterosso (a ridosso della pianura) per convincersi della

loro importanza. E che dire del settore enogastronomico e dei prodotti tipici, divenuto oggi il più importante trend economioco-turistico mondiale? Mondaino è riconosciuto come una delle capitali in cui si produce il formaggio pecorino di fossa, con ottimi piazzamenti anche nel settore del miele e dei tartufi pregiati delle colline riminesi. Montegridolfo da sempre (il suo stemma comunale riportava l’immagine di una pianta di olivo già nel Medioevo) è campione nella produzione dell’olio extravergine di oliva, come confermano gli annuali concorsi che vi si tengono in autunno. Saludecio vanta vigneti di Sangiovese, Trebbiano e Rebola che nulla hanno da invidiare ad altri celebri marchi. Da non dimenticare, poi, la “Sagra della porchetta”, magistralmente combinata in maggio con le celebrazioni liturgiche in onore del beato Amato. E tutti sanno che sulle nostre colline si mangia divinamente! Che dire ancora? Occorrerebbe parlare del mondainese“Palio del daino”, del saludecese “Ottocento Festival” e della rievocazione della “Battaglia della Linea Gotica”, importante testimonianza contro ogni tentazione belligerante, che si tiene a Montegridolfo. Ma mille altre cose richiederebbero di essere citate! Concludendo, vorrei gridare (ma non al vento del deserto!) che se saremo solerti nel muoverci secondo quanto suggerito dalla legislazione nazionale e regionale (ma altri sono all’opera in tal senso in Valmarecchia), se sapremo non perdere l’occasione offertaci ed usare la nostra virtù (la citazione è di Niccolò Machiavelli, che di strategia se ne intendeva), non solo saremo stati i primi ma resteremo i migliori! La storia, infine, potrà darci torto o ragione e solo allora a ciascuno sarà dato ciò che giustamente gli appartiene!


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO Dopo le dimissioni del sindaco Luigina Matricardi è sparito dalla circolazione, quando doveva incontrare e raccontare - L’unica cosa certa è che negli ultimi anni il Pd corianese Piazza Mazzini, storica sede del Municipio, non l’ha vista neanche con il binocolo. Anzi, sarebbe meglio dire: il Pd, chi l’ha visto? Roba da trasmissione in TV, quella che cercano i dispersi di cui non si ha più notizia da tempo. Le cronache ci dicono che dalle dimissioni da Sindaco di Luigina Matricardi (avvenute il 21 marzo 2011) al periodo di commissariamento del Comune da parte del vice-prefetto Maria Virginia Rizzo (dal 12 aprile 2011 alle elezioni amministrative del 6-7 maggio 2012) il Pd è stato silente (per non dire assente): mai un intervento, un’intervista, un manifesto, un volantino, un comunicato stampa. Anche in campagna elettorale una presenza sottotono, avendo dovuto ripiegare su un capolista esterno indipendente, Emiliano Righetti, alla guida di una lista civica, e delegato Daniele Imola, l’ex sindaco di Riccione e responsabile per la segreteria provinciale del Pd degli enti locali, ad intervenire e polemizzare sui diversi temi. Veramente incredibile la

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70 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Coriano,Pdseciseibattiuncolpo Sui circa 4 milioni di debiti fuori bilancio il Pd non è stato in grado di costruire una linea di difesa o abbozzare una spiegazione credibile

Quando Piazza Mazzini era Piazza Vittorio Emanuele II (gli inglesi non avrebbero mai cambiato nome, ma questa è un'altra storia

GARBINO IN PIAZZA MAZZINI scomparsa di una classe dirigente, politica e amministrativa. che per oltre sessant’anni aveva guidato con idee e realizzazioni la rinascita di un Comune interamente distrutto dalla seconda guerra mondiale: uomini come Renato Muccioli, Carlo Zaghini, Duilio Girolomini, Luciano Lombardini, Armando e Gino Baldisserra, Primo Montanari, Pasquale Paoletti, Agostino Vannucci, Emidio Mattoni, Gianfranco Geminiani, Ivo Casadei, Sergio Pierini, Giovanni Girolomini, Vincenzo Santolini, Alfio Gambuti,

Ivonne Crescentini (per citare solo alcuni dei più noti) hanno lavorato nei decenni per la trasformazione di un comune agricolo in una zona con forti insediamenti produttivi e commerciali, per farne un comune dotato di servizi ed infrastrutture. La polemica politica degli avversari del Pd può dire che… tante cose non sono state fatte, però i passi da gigante verso un

benessere diffuso ed una qualità della vita migliore compiuti nei decenni non possono essere facilmente dimenticati. L’organizzazione del Pd corianese (2 circoli diretti da Gino Albertini a Coriano e Gabriele Muratori a Ospedaletto più il coordinatore comunale Loredana Alberti) salta poche settimane dopo le dimissioni del Sindaco Matricardi. In una tesa as-

semblea comunale viene eletto segretario comunale unico Gabriele Muratori, abitante a Cerasolo e funzionario Unipol a Rimini. La sua azione, ammessa che ci sia stata, si è svolta tutta all’interno, rivolta a quelle poche decine di iscritti rimasti. Non c’è stata alcuna proiezione esterna, non c’è traccia di una azione politica tesa a ricucire lo strappo con il proprio elettorato e a difendere (o ad accusare) il Sindaco dimissionario. Sulla vicenda dei circa 4 milioni di debiti fuori bilancio il Pd non è stato in grado di costruire una linea di difesa o anche semplicemente abbozzare una spiegazione credibile. Appurato che nessuno è stato accusato (e le verifiche incrociate di questi ultimi anni lo stanno a testimoniare) di ladrocinio, la domanda che da tempo i corianesi si pongono – cosa è successo? - è rimasta senza spiegazioni. Solo un problema umano del Sindaco di-

missionario o incapacità di leggere una crisi economica (con gli adeguati aggiustamenti sul bilancio comunale) che nel 2008 stava avviandosi ad esplodere? Insomma ad oggi sono ancora più le domande che le risposte. Il Pd nazionale entro l’anno andrà a Congresso, e a cascata ci andranno pure tutti i vari livelli della sua organizzazione. Dunque anche il Pd corianese (ammesso che esista ancora) ci andrà: il segretario Muratori sarà sostituito (come il buonsenso vorrebbe)? Ma chi sarà il nuovo leader che cercherà di creare le condizioni per mandare a casa la inetta Giunta Spinelli? E soprattutto su quale programma e uomini punterà per ribaltare il deludente risultato del 2012? Il 2017 è ancora lontano, ma per il momento la Sindaca Spinelli può pensare ancora di vivere tranquilla sino alla fine del mandato, a meno che i problemi della sua maggioranza… ma di questo parleremo nella prossima puntata.

COMUNITA'

Muretti, si colora coi bambini Bambini all'opera

- Si rinnova per il secondo anno la bella tradizione del laboratorio per bambini presso l’agriturismo “I Muretti” a Montecolombo durante la Settimana della Famiglia, dal 4 al 12 maggio, indetta dal Centro per le Famiglie Distrettuale di Cattolica. Nell’ambiente bucolico, luogo ideale per ritrovare pace e serenità, anche quest’anno la proprietaria Ilia Varo ha dato col consueto entusiasmo la disponibilità a creare un appuntamento gioioso ed educativo per bambini dai 3 anni.

Grazie all’opera esperta e sapiente della signora Viviana (ex maestra di scuola primaria e sorella di Ilia) e alla collaborazione di uno staff gentile e disponibile, i bambini hanno potuto conoscere le diverse tipologie di erbe aromatiche: prima hanno annusato, poi toccato e infine lavorato le più usate nella cucina tradizionale: finocchio selvatico, menta, salvia, rosmarino, timo, ecc. In testa un cappellino da chef, i bimbi hanno preso una pirottina ciascuno in cui hanno posto erbe a loro scelta, poi hanno aggiunto sale fino e hanno

triturato con delle forbicine il tutto per impregnare di odori il sale stesso. Infine, Viviana ha predisposto un sacchettino e aiutato le mamme (più che i bambini, in questa ultima fase) a confezionare un sacchettino su cui sono stati apposti un nastrino e due adesivi con la dicitura “Per la mamma” e “Il sale odoroso dei Muretti”. Finito, nonostante i capricci del tempo, tutti i partecipanti hanno girato in lungo e in largo intorno all’agriturismo e hanno potuto vedere galline, oche, coltivazioni varie utili per preparare i piatti della cucina; poi la signora Viviana ha invitato i bambini a raccogliere le erbe alte (gramigna, “orecchie di coniglio”, fiori) che sono servite a creare delle meravigliose ghirlande, corone per i babbi -come ha suggerito la signora Viviana- o più semplicemente ornamenti per la casa, per ricordare il bell’evento. Alla fine del laboratorio, merenda tutta naturale offerta dall’agriturismo e poi spazio al gioco libero e alla spontaneità dei bambini nell’ampio spazio verde dell’Agriturismo. Un grazie alle sorelle Varo e alla CdF distrettuale per aver dato anche quest’anno alle famiglie la possibilità di vivere un pomeriggio trascorso all’insegna della famiglia e della convivialità.


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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 ALLEGRO MA NON TROPPO

Piazza-Borgo: la disfida corianese

CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

Per giudicare Spinelli il sindaco, aspettiamo settembre Il Comitato di Cerasolo attendista sul lavoro della nuova giunta

Mimma Spinelli, Pdl, eletto sindaco lo scorso anno Già le prime crepe nella sua giunta. Se n'è andato il vice-sindaco Arangio

LA POLITICA

- Borgo vs Piazza. Ovvero la disfida corianese: i diavoletti contro le aquile. In palio una coppa ed un anno di sani sfottò. Cinque serate di “puro divertimento”. Alla XI edizione, il clou sono le sfide sportive: podistica, calcio, pallavolo... e basket. Le danze si aprono l'11 giugno, ore 20,30, in piazza don Minzoni col podismo. Tre le categorie: bambini (nati dopo il 2001), le donne e gli uomini. Seconda serata, 12 giugno, ore 20. Partita di calcio 13 giugno, 20,30. Giochi non a punti; con Coriano che diventa una piccola Spagna: sangria, ballo e flamenco (comprese le ballerine). 14 giugno, quarta serata, 20,30. E' l'attesa partita di basket. Quinta e ultima serata, 20,30. Pallavolo (maschile e femminile), giochi, festa finale e spaghettata offerta dalla Pro Loco. Prosit.

- Aspettiamo settembre per giudicare il nuovo sindaco Mimma Spinelli e la sua giunta. Il Comitato cittadino di Cerasolo è attendista dopo un anno di governo. Fa sapere il Comitato cittadino di Cerasolo: “Nell’area di Raibano i Comitati di zona, a un anno dall’insediamento della nuova Giunta, ritengono che non siano stati fatti i passi che si aspettavano. Però sarebbe meglio al massimo rimandare a settembre tali problematiche anche perché tra gestione del vecchio commissariamento, gestione del presente primo anno collegato alle

esigenze di chiudere punto per punto i debiti spalmati dalla commissaria nel presente e nel prossimo anno, più di così forse non si poteva fare”. “Però - continua il Comitato - vista la congiuntura negativa di questi particolari mesi, ormai anni, un po’ di tempo in più per affrontare i problemi collegati all’ambiente dopo anni di poca attenzione si possono anche concedere. Rimane importante dialogare per

poter progredire se no succede come nel governo centrale “a Roma” che sono tante le discussioni ma poche le azioni concrete. Le frazioni devono essere coese e vedere l’amministrazione come strumento propositivo dei propri diritti e necessità”. “Non dimentichiamoci chiude il Comitato di Cerasolo - dei momenti ricreativi che uniscono le attività del territorio…e non solo!”.

Calcio A Cersolo il III torneo di calcio a 5. Il 7 giugno presso il Bar Panoramic di Cerasolo ci sono stati i sorteggi e la programmazione per il terzo torneo di Calcio a 5 “CalciOLO di CerasOLO e non sOLO!”. In campo 12 squadre a contendersi il titolo. I campioni uscenti sono i ragazzi del Bar Mazza; nel 2011 la squadra Kontatto/Soldati. Le squadre: SOLDATIKONTATTO, BAR POTITO'S-EXPO2000, SMAM, THE CHANGERS, EDIL RIVESTIMENTI, REAL MENNE, BAR MAZZA, MERCATONE UNO, ATAL MOBILI, BAR GIGI, RIMINI GRUNITED, GELATERIA PRIMO BACIO

L’ORGANIZZAZIONE SPORTIVA DEGLI "AMICI DI CERASOLO AUSA" Libera associazione di persone senza scopo di lucro. (ex Comitato dei Commercianti ed Artigiani di Cerasolo Ausa)



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