Agosto 2012 - La Piazza delle province di Rimini e Pesaro

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Agosto 2012

ECONOMIA

Provocatorio Piero Maranesi, esperto di bilanci. Per il tribunale di Parma ha ricostruito il labirinto Parmalat

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

“Troppo povero altrimenti andrei a Lugano” Perito del tribunale di Palermo, ha svelato i castelli societari della Mafia. Studia, poi acquista e vende aziende. Gli unici ad avere i baiocchi per farlo sono i fondi. Con Monti abbiamo mandato a casa nani e ballerine. Ci vorrebbe una patrimoniale. Dovremmo essere il polo turistico mondiale

Piero Manaresi, ricccionese, esperto di bilanci aziendali, vende e acquista imprese

L'INTERVISTA

- Dacci una speranza? “Il punto dell'Italia si può tirare attraverso l'Ilva di Taranto. Non siamo più un Paese per produrre; stiamo andando verso la de-industrializzazione. Che Geronzi insieme a Mucchetti scrivano un libro sulla finanza italiana degli ultimi 20 anni, che dire? E' un altro segno. Fortissimo. E se uno esce in barca, può incontrare Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia, Guardia costiera e forse anche la motovedetta di qualche comune. E di sicuro l'elicottero della Forestale. Non è troppo? Non è uno spreco di risorse? La stessa cosa vale anche per chi fa impresa; una mattina una delle tante istituzioni si alza e ti chiede qualcosa. Questo potrà mai essere un sistema Paese? Ho amici impren-

ditori di Rimini che sono andati a vivere e a fare impresa a Lugano. Senza contare quanti lombardi stanno oltrepassando le Alpi. Là trovano costi del lavoro più alti ma equilibrio, certezze, serietà. Una sistemazione lineare che ti sorregge. Io non sono abbastanza ricco per trasferirmi. Che paese è dove fanno sciopero bagnini e farmacisti? Non saranno mica imprenditori”. Piero Manaresi è un primo della classe, sempre provocatorio. Sempre divertente. Col gusto raffinato per le metafore. Riccionese, è un esperto di bilanci e meandri societari. Riesce a trovarti un pallino in mezzo a milioni, seppur è dello stesso colore. E' stato perito della procura di Parma sulla Parmalat. E' stato il ric-

cionese a ricostruire il dedalo delle società di Tanzi. Grazie al suo lavoro, il tribunale di Palermo confiscò beni alla mafia per 800 milioni di euro. Profondo conoscitore delle sistema imprenditoriale italiano, per mestiere analizza i bilanci e poi propone acquisti ai fondi, o di vendere agli imprenditori. Alla fine di luglio, ha venduto ad un private equality un'azienda vicentina che produce sacchetti biodegradabili. E la speranza?

“La forza per ripartire ci sarebbe. Abbiamo belle aziende e imprenditori pieni di idee. Solo che siamo nel sistema delle lobby, dove ognuno pensa al proprio orto. Dove è prassi privatizzare gli utili e socializzare le perdite. Se avessimo la forza di abbattere il muro delle lobby il Pil schizzerebbe. Però se teniamo la macchina ferma, non sapremo mai di quanto questa benedetta ricchezza possa crescere. Oggi, siamo un Paese che brucia ricchezza accumulata

ai danni dello Stato; cioè siamo in un luogo dove lo Stato è povero e le famiglie sono ricche. Nella sola Svizzera sono depositati risparmi italiani per 100 miliardi di euro. E così non va. Rimini sembra una provincia basata sull'agricoltura sulle segnalazioni anti-riciclaggio, Una volta sono stato avvicinato da un signore che voleva investire 3 milioni. Gli chiedo da dove arrivano i soldi; mi risponde dall'Irlanda. Gli dico che va bene, ma che ci vuole la dichiarazione di una banca. Non si è più presentato”. Il lavoro di Monti? “Se uno va da un igienista dentale dopo che per 6 anni non si è mai lavato i denti, deve stare sotto una marea di tempo, con il sangue che sgorga all'infinito. Non puoi mettere mano ad un sistema in 8 mesi quando ha alle spalle 50 anni di sciocchezze”. Da dove iniziare? “Vanno fatte una serie di cose, un po' come guidare un'automobile. Partirei da una patrimoniale del 10 per cento. Tutti coloro i quali hanno patrimoni sopra i 10 milioni sarebbero ben felici di

pagare. Se il Paese dovesse affondare, sarebbe finita per loro. Una piccola patrimoniale è già stata applicata, come Imu e bolli sui depositi dei titoli. Poi ci dovremmo concentrare sul turismo. Potremmo essere il polo attrattivo mondiale. Solo che sprechiamo intere regioni. Sicilia, Campania, Calabria. Se invece di avere in Emilia Romagna 4 aeroporti ce ne fosse solo uno e ben collegato... Ed è così in tutt'Italia; più fette ci sono e più briciole il clientelismo raccoglie. Poi c'è tutta la partita dei prodotti di nicchia di qualità, ma ad alta vocazione all'export sui quali concentrarsi. Per farcela, va varcata la soglia del 60 per cento. Se lo Stato continua così, ci trascina in una lenta agonia. Il sistema lo abbiamo rotto, quando una massa enorme è stata assunta dallo Stato. Il loro posto nel privato è stato preso dagli extra-comunitari. Ora che cosa fare con quel sovrappiù nella macchina pubblica?”. Insomma, lei è sempre negativo? “No. Col governo Monti abbiamo messo il guinzaglio a nani e ballerine. Insomma, eppur qualcosa si muove. Io purtroppo parto dai numeri e dai fatti. Idea semplice semplice: tagliare i costi e buttare danaro per la ripresa economica”.

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