9 minute read

LA GIORNALISTA

La giornalista Lucia Goracci ha ricoperto a lungo il ruolo di inviata in Medio Oriente e in America Latina per la Rai Ha svolto la sua attività di reporter sul territorio siriano e iracheno Tra gli eventi di spicco, ha seguito le elezioni presidenziali in Iran, le proteste in Brasile, in Egitto e a Gaza

L e i c i h a r a c c o n t a t o i l M e d i o Oriente per anni Che cosa sta succedendo in Iran, da settembre ad oggi, dalla sua prospettiva?

"È come se il mio racconto dell Iran di ques ti ultimi anni s ia s tato un prologo, i prodromi di quello che sta accadendo Io sono stata lì per 16 anni Sono arrivata la prima volta nel 2006 In Iran si è rotto il patto sociale tra il potere e il popolo”

In che senso?

“Nel senso che fino a non poco tempo fa la ribellione aveva preso le vie dell'antagonismo politico e partitico Fino alle proteste del 2009 in piazza scendeva l’oppos izione riformis ta N el giugno 2009 Ahmadinejad, leader del partito conservatore, si è candidato per un s econdo man-

LUCIA GORACCI Inviata Rai in Medio Oriente dato e Mir-Hossein Mousavi, il leader dell'opposizione riformista, gli si è candidato contro Insomma, il popolo pensava che l’ala riformista, al ballottaggio, avrebbe vinto Non è andata così e la piazza è esplosa Adesso non è avvenuto questo”

Che cosa sta succedendo adesso?

“Adesso il movimento sta contestando il regime in quanto tale Chi scende in piazza, non pensa più al potere o ai voti truccati com’è avvenuto nel 2009 La maggioranza crede che non ci sia alcuna speranza di riforma dall'interno Insomma, il popolo vorrebbe la caduta del regime”

I giovani che ruolo hanno avuto?

“Fondamentale Non è un caso che tutto sia stato scatenato dalla morte di una giovane Mahsa Amini era una donna proveniente da una famiglia curda della provincia di Saqqez Non apparteneva nemmeno all'Iran ricco Tutti si sono identificati in lei Non c'è stato iraniano o iraniana che non abbia proiettato su Mahsa Amini una figlia, una sorella o una ragazza È su questo punto che si spiega il fatto che in queste proteste non sono coinvolte solamente le giovani donne, ma anche i mariti, i padri e gli uomini”

Quali sono gli ideali che spingono alle mobilitazioni?

“La canzone Baraye di Shervin Hajipour sintetizza tutti i desideri venuti dalla rete e che stanno al centro della mobilitazione giovanile iraniana Per poter ballare per strada, per il timore di un bacio, per l’aria inquinata, per gli studenti e il futuro Per i bambini afghani, per la vergogna di essere povero e per le donne, la vita e la libertà Questi sono i temi alla base di tutte le mobilitazioni”

Secondo lei, gli iraniani sono arrivati a un punto di non ritorno?

Sì Il punto di svolta è stato l abbattimento del volo ucraino nel gennaio 2020, quando i Pasdaran, i volontari del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, hanno colpito con un missile un aereo civile ucraino In questo volo sono morti tantissimi giovani iraniani che studiavano in Canada I pasdaran negarono per tre giorni e non vollero ammettere di averlo abbattuto loro La società rimase sconvolta perché non solo il Paese non garantiva un futuro ai figli, ma adesso li ammazzava Ecco questo è stato un punto veramente di rottura definitiva tra i giovani e il regime”

Sui casi di avvelenamento che si stanno registrando da novembre a questa parte, cosa pensa?

“Non credo, non penso e non ho elementi per dire che ci sia un ordine del regime per avvelenare con intento punitivo rispetto alle contestazioni Staremo a vedere per quanto sarà possibile perché le ricostruzioni che danno le fonti ufficiali iraniane sono sempre da mettere in dubbio”

Che ruolo riveste la cultura nella società iraniana?

“La cultura non è negoziabile N on è mai s tata mes s a in dis cus s ione da quando Khomeini ha fondato la Repubblica islamica, così come il velo C'è stata una sorta di sacralizzazione del velo femminile, è uno dei capisaldi della Repubblica Rimane un punto fondamentale”

Perché ha sempre scelto di raccontare la guerra?

“In guerra ci sono sempre in gioco grandi cause Ci sono grandi forme di violenza ma anche grandi forme di eroismo Ciò che mi ha sempre colpita è la resistenza eroica delle popolazioni Nelle guerre si scopre l’umanità ai suoi estremi L’estremamente violento, ma anche l'estremamente eroico”

(g m)

Parisa Nazari, attivista di origine iraniana, si è laureata all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma Ha svolto la professione di mediatrice culturale principalemente in ambito artistico Poi ha compreso l’importanza del dar voce alle donne che nel suo paese non l’avevano Così ha intrapreso la strada dell’attivismo

Si è fatta un’idea sugli avvelenamenti, pensa che ci possa essere il regime dietro queste azioni?

Ovviamente è molto difficile formulare delle ipotesi: non ci sono delle indagini in corso Ma anche se ci fossero non sarebbero mai trasparenti Basti pensare che se delle ragazze ballano per strada oppure pubblicano dei contenuti critici nei confronti del regime vengono prontamente identificate e arrestate in pochissime ore Nella migliore ipotesi, possiamo dire c'è stata una negligenza, una forma di omertà nei confronti delle persone che hanno compiuto queste azioni”

Il regime è rimasto vago e ha proposto giustificazioni poco convincenti, che ne pensa?

“Per mesi e mesi ci sono state tantissime manifestazioni per strada e il regime ha dato giustificazioni

PARISA NAZARI Attivista iraniana in Italia dal 1996 piuttosto confuse, mettendo in discussione l’esistenza degli stessi attacchi Si è pensato a episodi di stress E questo agli iraniani non è sfuggito Ecco perché ci sono state moltissime azioni di dissenso da parte di tutta la società che denunciava questa forma di omertà Non sono state prese sul serio neppure le denunce delle famiglie"

Il regime ha parlato di gruppi “esterni” al sistema, cosa pensa?

“Se ci fosse stato un attacco straniero dell'opposizione o degli Stati Uniti, l apparato di intelligence iraniano si sarebbe dato molto da fare per fermarli, invece non ha fatto nulla per fermare questo attacco, così se ci fosse veramente un attacco straniero ci sarebbe una comune dichiarazione di guerra Invece, non è mai stata data nessuna rilevanza e questo ci fa pensare che non si tratta assolutamente di un attacco straniero, ma di una forma di pugno di ferro nei confronti dei giovanissimi e dei genitori"

Secondo lei, le proteste continueranno, c’è un presupposto?

“Le proteste non si sono mai state fermate, anche se non ci sono manifestazioni capillari come a settembre Il dissenso viene manifestato dappertutto, non solo sui social A capodanno, per la prima volta nella storia iraniana, moltissimi hanno aperto le finestre e hanno gridato “No alla dittatura” Sono tutte voci che dicono noi non abbiamo cambiato idea non è finita e sicuramente le proteste continueranno, cambieranno ancora, ma non è finita”

La Repubblica islamica ha sempre investito sulla cultura, come si spiega questi attacchi?

“La Repubblica islamica già dal primo giorno aveva investito sull’esportazione della cultura rivoluzionaria islamica nello Stato È stato eliminato tutto ciò che era reputato contrario alla morale della religione islamica Perciò è stato fatto un danno enorme alla cultura e alla conoscenza a livello universitario all epoca Quanto la rete e i social hanno influenzato le manifestazioni e perché il regime li ha limitati?

Il telefonino è come un'arma Un arma di denuncia e ha creato tantissima consapevolezza su ciò che sta succedendo in Iran sia per gli iraniani sia per il mondo intero Il mondo si è accorto finalmente cosa sta succedendo Prima c'era solo la propaganda di regime e poche emittenti televisive o radiofoniche Postare in rete significa anche dare alle persone la possibilità di sentirsi simili La cosiddetta "generazione Z" in questo momento sta vivendo come i propri coetanei in tantissime altre città del mondo, però sanno di rischiare Loro non vogliono vivere in maniera cupa, rinunciando ai loro interessi e sanno che questo stile di vita potrebbe comportare arresti ma lo fanno lo stesso e si sentono forti perché si sentono una rete, non si sentono soli Ecco perché le autorità fanno di tutto per bloccarli perché sanno che è veramente uno strumento pericoloso nelle mani di giovani”

Che Iran immagina nel futuro?

“Io penso che l’Iran sia un Paese maturo per avere una vera Repubblica, per poter vivere come altri Paesi democratici Parliamo di una società civile giovane, istruita e progressista che conosce gli elementi della democraticità Sono moltissime in Iran le persone che vogliono il cambiamento, ma sono in ostaggio di un gruppo di persone anziane, retrograde che hanno una visione completamente arcaica anche della religione stessa A mio avviso è solo una forma di manipolazione della religione, per esercitare il potere sui cittadini Perciò questa minoranza oscurantista ha preso il potere su una società civile giovane, piena di fermento culturale pieno di ideali di libertà e democrazia Quando ci saranno elezioni libere, gli iraniani saranno abbastanza maturi per scegliere i propri rappresentanti e portare avanti il Paese in maniera democratica” m)

L’IMPORT DI GAS

NATURALE

Nel mese di settembre 2022 i prezzi del gas registrano un aumento pari a quasi cinque volte rispetto al 2021

Pertanto, a fronte di una spesa quasi equivalente, l’Italia ha potuto acquistare dalla Russia una quantità di gas molto più ridotta

Dati Snam cifre in Sm3

Efficiente utilizzo dei fondi europei, difes a dell’ambiente e della natura, energia pulita, sicura e a costi sostenibili Tra i temi principali del programma elettorale del governo di Giorgia Meloni, insediatosi il 23 ottobre 2022, vi era la questione energetica Nodo cruciale da sciogliere, alla luce della guerra in U craina P er s marcars i dalla dipendenza dalle risorse fossili della sanzionata Russia, a partire da febbraio l’Europa ha iniziato una dis perata ricerca di fonti alternative a quelle russe stringendo rapporti con Stati ricchi di gas e petrolio nella regione del Medio Oriente e del N ord A frica, ma anche aumentando i propri approvvigionamenti da Regno Unito e Stati Uniti Nel programma di Fratelli d’Italia viene citata la necessità di “ammodernare l’ormai vetusto patrimonio infrastrutturale italiano”, e di “aggiornare il P nrr”, il P iano nazionale di ripres a e res ilienza, “alla luce della cris i s caturita dal conflitto in Ucraina” Tra gli obiettivi delineati dal partito uno è “convogliare le ingenti fonti di approvvigionamento energetico che vengono dal Nord Africa e dall’es t del M editerraneo, diventando un vero e proprio hub s trategico” N on meno rilievo viene concesso alle misure legate al cambiamento climatico: “realizzare gli obiettivi della transizione ambientale ed ecologica”, “divers ificare le fonti energetiche attraverso la realizzazione di nuove infras trutture s trategiche, come i rigas s ificatori”, “aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili”

Ma l’urgenza di fare fronte alla crisi energetica e gli obiettivi ambientali possono procedere di pari pas s o? Le maggiori critiche mos s e nei confronti della politica energetica del governo M eloni, in linea con quello precedente guidato da Mario Draghi, hanno riguardato proprio la scarsa attenzione destinata alla crisi climatica Per alcuni già il cambio del nome del ministero della Transizione energetica, ribattezzato della s icurezza energetica, indicava le priorità della nuova Presidente del Consiglio: garantire all’Italia l’approvvigionamento di risorse, anche a costo che queste non fossero pulite e che provenissero da Paesi non democratici

All inizio del 2022 il 40% del gas italiano era di provenienza russa Dallo snodo di Tarvisio transitavano 29,1 miliardi di metri cubi di gas, crollati a 11,2 a fine anno Per compensare la mancanza di risorse energetiche, l Italia ha incrementato le importazioni dall A lgeria, che è diventata il primo P aes e fornitore, s calzando la Rus s ia dal s uo primato Ma l’Italia ha aumentato l’import anche dall’Azerbaigian, il terzo Stato da cui riceve più gas, dal N ord Europa e dalle monarchie del G olfo, come Qatar e Emirati Arabi Uniti

In occasione della riunione della cabina di regia del sei febbraio sul Pnrr con i ministeri competenti e le società partecipate Eni, Enel, Snam e Terna, finalizzata ad avviare un confronto sull’aggiornamento del RepowerEU il piano europeo per affrontare la crisi Meloni ha affermato di voler “realizzare il Piano Mattei per consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo”

Per l’ex deputata Rossella Muroni di Green Italia “pensare di sganciarci dal gas russo e di garantire la nos tra s icurezza energetica tras formando il Paese in un hub del gas che faccia da ponte tra il M editerraneo e l’Europa è anacronis tico e s bagliato” Vi sarebbe infatti una contraddizione strutturale tra la promozione formale di politiche ambientali e il massiccio stanziamento di “investimenti in infrastrutture che nel volgere di pochi anni non serviranno”

Da inizio anno la premier Giorgia Meloni si è recata in Algeria, in Libia e negli Emirati Arabi Uniti. Ad Abu Dhabi ha incontrato il presidente Mohammed bin Zayed. L’obiettivo era cercare nuovi fornitori di risorse fossili per smarcarsi dalla Russia

This article is from: