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Iran, il veleno del regime tra i banchi di scuola
iraniano si sarebbe dato molto da fare per fermarli, invece non è stato fatto nulla” Alcuni media suggeriscono che gli attacchi potrebbero essere un tentativo di suscitare terrore tra i principali attori delle proteste e dunque, impedire un progressivo avvicinamento di altri giovani alle manifestazioni “Attaccare la cultura significa colpire le cause che hanno portato alle manifestazioni di oggi Significa attaccare quel posto dove le giovani generazioni, attori principali delle mobilitazioni, si stanno formando”, dichiara Rassa Ghaffari in un’intervista a Lumsanews
Le reazioni mondiali La vicenda si è estesa ben oltre i confini iraniani e ha toccato le principali associazioni e stati nazionali Una risposta da Washington è arrivata il 6 marzo, quando l’addetto stampa del presidente Joe Biden, Karine Jean-Pierre, ha definito colpire l’istruzione e la cultura come vergognoso In ritardo anche la presa di posizione dell’Unione europea Solo il 16 marzo il Parlamento europeo ha votato una risoluzione sui casi e ribadito “il sostegno alla richiesta delle donne e delle ragazze iraniane di abolire tutte le discriminazioni sistemiche”
L’Italia ha votato una risoluzione sui diritti delle donne in Iran il 23 marzo ma oltre alle parole l’attivista Parisa Nazari ha chiesto azioni concrete “Il governo italiano non deve riconoscere come legittimo un regime che uccide, che reprime e che non si fa scrupoli nell’annientare una generazione che sta portando avanti una lotta non violenta per la libertà e per la democrazia Per noi iraniani è importante che questo regime non venga rafforzato”, continua l’attivista
L’istruzione in Iran
Per comprendere quanto gli avvelenamenti delle studentesse nelle scuole possano scuotere l'opinione pubblica iraniana, bisogna ricordare che tra il 1979 al 1982, durante il periodo della rivoluzione culturale, il nuovo regime ha cambiato profondamente il sistema scolastico “Ne è derivata una cultura di regime, estremamente controllata e questo ha fatto un grande danno alla cultura e alla conoscenza”, racconta Parisa Nazari
Sta di fatto che l'Iran è uno dei pochi Paesi islamici che ha garantito l’accesso alla cultura indistintamente a uomini e donne, “in un sistema pubblico”, spiega la ricercatrice Rassa Ghaffari a Lumsanews “La retorica del regime si basa sul concetto che educando le donne, esse, a loro volta, sarebbero state in grado di educare i propri figli come nuovi cittadini con una retorica islamica Aprire all’istruzione femminile è stato uno dei punti di forza del regime”, spiega Ghaffari Gli avvelenamenti stanno dunque colpendo la cultura, l’unico punto non negoziabile su cui il regime ha costruito l’intera nazione, stanno privando i giovani del diritto inalienabile all’istruzione