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LA VOLONTARIA
Maurizio Ambrosini è un sociologo esperto di processi migratori e professore di prima fascia di sociologia alla facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell università degli Studi di Milano Statale
È corretto dire che tratta di esseri umani e traffico di migranti spesso coincidono?
Sono sbagliati entrambi i termini Con traffico di esseri umani o trafficking, si intende la pratica per cui dei favoreggiatori ingannano e costringono le persone a partire e le tengono sotto il loro controllo anche dopo che sono arrivate a destinazione Infatti, si applica principalmente nel caso della prostituzione Altra cosa ancora è il favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina o smuggling, che significa trasporto illegale da un Paese all’altro Le persone chiedono volontariamente di accedere ai servizi dei favoreggiatori perché le politiche di chiusura impediscono loro di poter comprare un biglietto e venire in Europa legalmente, ma una volta arrivati a destinazione i trasportatori non le tengono più sotto il loro controllo, le lasciano libere”
C’è una narrazione sbagliata?
“È diffusa una narrazione che è finalizzata a incrementare e a sostenere la repressione del trasporto e quindi degli arrivi, un modo per alimentare il consenso verso le politiche di chiusura Spesso viene usato come paravento il termine “schiavitù del Terzo Millennio” ma il problema dei governi è non far arrivare le persone che potrebbero chiedere asilo Dato che non possono dire che non vogliono accogliere i
“Penso che ogni paese stia gestendo il fenomeno in modo nazionalistico, cercando di buttare i rifugiati nel territorio del vicino, favorendo possibilmente il transito verso gli altri paesi o accogliendo meno persone possibili Gli stati stanno applicando sempre più politiche restrittive, costruendo muri o facendo accordi con i paesi di transito
E gli scafisti?
I cosiddetti scafisti sono persone spesso della stessa nazionalità dei trasportati che hanno delle cognizioni nautiche o che semplicemente sono costretti dagli organizzatori a tenere la bussola, il telefono e così finiscono nei guai Ma che questi siano i boss del traffico è solo una supposizione”
Come si differenziano le reti di trafficanti?
“Esistono reti diverse, alcune più strutturate, altre meno, che si occupano di trasportare da una parte all altra di un confine i migranti Raramente ci sono grandi organizzazioni in gioco, di solito sono piccole reti che aiutano i migranti nelle tappe del percorso che non riuscirebbero ad affrontare da soli”
Le grandi organizzazioni criminali si occupano del traffico dei migranti?
“Non è vero che ci sono grandi organizzazioni nel favoreggiamento dell’immigrazione, o se ci sono, sono quelle più potenti che fanno viaggiare meglio le persone, perché sono in grado di corrompere le autorità e di procurare documenti, visti e viaggi in aereo Il fatto che ci siano mafie così forti che facciano partire dai paesi di origine i migranti per farli arrivare qui e poi sfruttarli è un'idea che serve in realtà a criminalizzare gli spostamenti delle persone” (s z)
Costanza Filippone è un’educatrice sociale Grazie ad un'esperienza di tirocinio all'interno di una comunità mamma-bambino in Sicilia ha avuto la possibilità di stare a contatto con donne nigeriane vittime di sfruttamento sessuale
Qual è l’obiettivo del centro?
"La cooperativa è rivolta a donne e minori che hanno subito violenze ed hanno bisogno di un luogo sicuro per allontanarsi da situazioni disfunzionali, con il fine di intraprendere un percorso su di sé e concentrarsi anche sulle proprie competenze genitoriali La struttura in cui sono stata ospitava tre mamme provenienti dalla Nigeria, tutte vittime di tratta ed alcune vittime di sfruttamento sessuale Una di loro era partita dalla Nigeria fino ad arrivare in Libia, la zona più vicina per poi raggiungere la Sicilia, e proprio lì è stata catturata e costretta a prostituirsi Poco dopo è rimasta incinta aveva 17 anni"
In cosa consiste il lavoro nella comunità?
"L'obiettivo era in primis regolarizzare i documenti, in secondo luogo offrire a queste donne le opportunità per cui erano arrivate in Italia, aiutarle a metabolizzare i traumi subiti ed infine far raggiungere loro la totale autonomia”
Come erano le donne del centro?
"I tratti comuni che ho riscontrato nelle donne che abitavano all interno della struttura, sono diversi: una forte rabbia; diffidenza; scatti d'ira incontrollati; impulsività Fra di loro però c'era anche un forte senso di solidarietà e coesione, come se fossero una fami- glia a tutti gli effetti: le donne si occupavano reciprocamente dei figli di tutte le altre, nel momento in cui qualcuna aveva un impegno ed era fuori dalla struttura Purtroppo, quello che spesso accade, è che queste persone rimangano comunque fortemente stigmatizzate a causa della loro situazione pregressa, motivo per il quale molto spesso le ragazze tengono la famiglia che rimane nel territorio d origine all'oscuro della vita che conducono in Europa, inventandosi parecchie bugie come lavori immaginari o finti stili di vita
Educatrice sociale
Da chi sono costrette queste donne?
I capi principali delle organizzazioni criminali nigeriane responsabili dello sfruttamento sessuale sono delle donne che vengono chiamate maman Queste donne a loro volta reclutano degli sponsors, che solitamente sono delle ex prostitute, che non fanno altro che convincere le ragazze a partire dalla Nigeria verso l'Europa con l'inganno, affermando loro come in questi paesi ci siano più possibilità lavorative o di studio La cosa peggiore è che spesso questi sponsor fanno parte della famiglia della ragazza o sono amici di famiglia Una volta che arrivano in Italia o in Europa sono vincolate strettamente a queste maman innanzitutto perché sono debitrici loro per il viaggio”
C’è qualche curiosità che puoi dirci?
“Spesso prima di partire queste donne vengono sottoposte a dei rituali voodoo, durante i quali sono presenti anche i familiari Questi rituali le vincolano strettamente alla persona che le sta aiutando e interrompere il legame significherebbe offendere la maman e nei casi più drastici andare incontro alla morte Quindi accade molto spesso che queste donne evitano di chiedere aiuto esterno perché hanno paura di incappare in conseguenze non solo economiche ma anche culturali o religiose” (s z )
Andare a scuola non è più un diritto e le studentesse iraniane lo sanno bene Sembra l’anello di congiunzione tra la repressione e il genocidio Da novembre 2022 in città e regioni diverse dell’Iran cinquemila studentesse hanno accusato gravi sintomi di avvelenamento mentre erano a scuola A centinaia sono state ricoverate in ospedale con sintomi che includono difficoltà respiratorie, intorpidimento degli arti, palpitazioni, mal di testa, nausea e vomito Fonti di stampa locali e internazionali parlano di alcuni decessi La prima vittima è una ragazzina di 11 anni, morta a Qom, cittadina a sud della capitale Teheran I casi scuotono un Paese che dal 16 settembre combatte la rivoluzione conosciuta in tutto il mondo con lo slogan “Donne vita libertà” Una rivoluzione pacifica scoppiata dopo la morte di Mahsa Amini, vittima delle percosse ricevute dopo l’arresto della “polizia morale” che voleva punirla per non avere indossato secondo le regole il velo Alcuni avvelenamenti nelle scuole colpiscono poche persone, altri più di un centinaio I dati filtrati dal regime “sempre da mettere in dubbio”, spiega a Lumsanews la giornalista Lucia Goracci, non consentono di capire se questi episodi siano da far risalire ad azioni deliberate Per questo, il governo ha avuto reazioni contraddittorie e vaghe Inizialmente ha liquidato le malattie come “voci” del popolo, mettendo in discussione l’esistenza degli stessi attacchi "Questo agli iraniani non è sfuggito Ecco perché ci sono state moltissime azioni di dissenso, soprattutto da parte dei genitori e da parte di tutta la società civile che denuncia questa forma di omertà”, racconta l’attivista Parisa Nazari che attualmente vive in Italia
Si ipotizza che il regime con a capo il presidente Ebrahim Raisi, esponente conservatore, abbia voluto punire le azioni di disobbedienza civile che sono avvenute all’interno degli istituti negli ultimi mesi
Le reazioni del governo iraniano
Raisi è intervenuto quattro mesi dopo i primi avvelenamenti Ha parlato di un complotto mosso dai nemici dell Iran, con diretto riferimento alle potenze occidentali che cercano di creare problemi nelle strade, nei mercati e nelle scuole per provocare rabbia tra gli iraniani”
Dopo le parole del presidente Raisi, anche il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha descritto gli avvelenamenti come un “un crimine enorme e imperdonabile” e ha condannato i giovani come corrotti dalla società occidentale L’11 marzo le autorità iraniane hanno arrestato più di 100 persone con l’accusa di appartenere a gruppi “ostili” Basti pensare che alcune famiglie si sono rivolte a laboratori analisi per capire l’origine della sostanza inalata, ma non hanno ricevuto alcuna risposta “Ciò suggerisce che anche se non ci fosse il regime dietro, questi atti vengono pienamente tollerati da esso”, accusa Parisa Nazari
“Sono molto cauta su questo punto, ma ritengo che i responsabili debbano essere ricercati all’interno del sistema”, spiega Giorgia Perletta, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali all’università di Bologna, con specifico interesse sulla realtà iraniana Tuttavia, secondo l’opinione di Nazari, “se ci fosse stato un attacco straniero dell'opposizione o di qualsiasi altro gruppo esterno, l'apparato di intelligence