Lumsanews n.1 del 24 febbraio 2023

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Ucraina 365

lo scenario

i numeri

le storie

La divisione secolare Profughi di guerra

Una guerra che almeno nelle aspettative del presidente russo Vladimir Putin sembrava potesse concludersi in qualche settimana si trascina tragicamente da un anno, con il suo carico di morti, feriti, dolore e distruzione Quella concentrazione massiccia di mezzi militari russi al confine con l’Ucraina era stata sottovalutata da molti ma non dagli Stati Uniti Davvero in quei giorni di febbraio sembrava impossibile che la Federazione Russa potesse intraprendere un’operazione militare tanto azzardata Un Paese sovrano a due passi dalle capitali europee era stato aggredito e invaso all’alba del 24 febbraio 2022

La tragedia in cifre

A un anno dello scoppio della guerra, continua a crescere l’ingente numero di morti, feriti, edifici distrutti di LORENZO URBANI

ALLE PAGINE 12 e 13

il dossier

Tecnologia in campo

Sono milioni gli uomini, le donne e i bambini costretti a fuggire perché non hanno più una casa, un lavoro un futuro

di

ALLE PAGINE 6 e 7

La morte, la vita, la resistenza le

Il coraggio e la fede

L’aggressione russa ha totalmente stravolto la vita del popolo ucraino I cittadini, però, hanno dimostrato in ogni modo la loro forza d’animo

voci il reporter

di SOFIYA RUDA

A PAGINA 4

La voce dall’orrore

Ilario Piagnerelli, giornalista Rai ed ex studente del Master in giornalismo della Lumsa, è più volte andato in Ucraina per documentare il conflitto con i suoi occhi

l’economia

Il peso sui mercati

L'Unione europea ha imposto alla Russia una serie di sanzioni che hanno due obiettivi: limitare gli scambi e l'approvvigionamento di risorse dalla Russia

di RAFFAELE ROSSI

A PAGINA 10

i social Una guerra digitale

È la notte fra il 23 e il 24 febbraio 2022 All'alba irrompe la notizia dell’aggressione russa all’Ucraina Da subito diventa anche una guerra televisiva

di SILVIA LONGO

A PAGINA 11

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con l' “operazione militare speciale” pres e n t a p e c u l i a r i t à c h e d i f f e r e n z i a n o q u e s t o c o n f l i t t o d a l l e a l t r e g u e r r e d e g l i u l t i m i d ecenni del 1900 come, ad esempio, quella in I r a q ( 1 9 8 0 - 1 9 8 9 ) e q u e l l a d e l G o l f o ( 1 9 9 01991) La differenza sta nell’apparente asimm e t r i c i t à d e l l e d u e f a z i o n i D a u n l a t o l’Ucraina, nazione di recente indipendenzaavvenuta nel 1991 - e con un apparato bellico in via di consolidamento Dall’altro la Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

di LORENZO URBANI

ALLE

PERIODICO NUMERO 1 24/02/2023
VERONICA STIGLIANI ALLE PAGINE 2 e 3
di
MADDALENA LAI
PAGINE 8 e 9
BEATRICE
di
SUBISSI A PAGINA 5

Una guerra che almeno nelle aspettative del presidente russo Vladimir Putin sembrava potesse concludersi in qualche settimana si trascina tragicamente da un anno, con il suo carico di morti, feriti, dolore e distruzione Quella concentrazione massiccia di mezzi militari russi al confine con l’Ucraina era stata sottovalutata da molti ma non dagli Stati Uniti Davvero in quei giorni di febbraio sembrava impossibile che la Federazione Russa potesse intraprendere un’operazione militare tanto azzardata Un Paese sovrano a due passi dalle capitali europee era stato aggredito e invaso all alba del 24 febbraio 2022 Improvvisamente il mondo si trovava di fronte a uno scenario che aveva ignorato per anni ma che agli occhi più attenti si era già ben delineato E sui motivi profondi che avevano scatenato quella che già nei primi giorni si stava profilando come una carneficina, l’opinione pubblica dei Paesi occidentali ha dovuto in fretta chiedersi perché tutto questo stesse accadendo Il processo di guerra nasce di fatto dalla conclusione di un’altra lunga fase storica di tensione, vale a dire dalla fine della Guerra Fredda All’inizio degli anni Novanta, argomenta a Lumsanews l’analista geopolitico Elia Morelli, gli Stati Uniti avevano deluso le aspettative russe di ottenere delle garanzie securitarie rispetto al mantenimento di una zona cuscinetto nell’Europa dell’Est in corrispondenza dei Paesi dell’ex Patto di Varsavia

Al contrario, la Nato aveva cominciato a espandersi verso oriente, avvicinandosi sempre di più al confine con la Russia, o per meglio dire alla sua area di influenza

È nel 2014 che l’Ucraina entra di fatto nel campo occidentale Le manifestazioni filo europee, note come Euromaidan, che attraversano alcune città ucraine tra cui la capitale Kiev, mettono in fuga il presidente Viktor Janukovyč, che aveva interrotto i negoziati per l’ingresso del Paese nell’Unione Europea L’annessione della Crimea da parte della Russia e l’inizio della guerra civile nelle province orientali del Donbass rappresentano la prima fase del conflitto

Lo scontro tra le grandi potenze e l’arma alimentare-energetica

Sono quindi due i livelli da considerare nell’analisi della guerra in Ucraina: quello dello scontro tra grandi potenze, gli Stati Uniti e la Russia, in un contesto che va ben oltre i confini ucraini, e quello più concreto che riguarda la battaglia sul campo, abitato dalla popolazione civile che da mesi paga le conseguenze del conflitto, avendo la sola colpa di vivere in un territorio conteso Per quanto riguarda il primo aspetto, l’onda d’urto della guerra ha investito aree del pianeta anche molto distanti geograficamente dal suo epicentro La crisi alimentare ed energetica innescata dal conflitto ha stravolto le relazioni internazionali a livello globale La regione mediorientale e del Nord Africa è stata profondamente danneggiata dalla carenza di materie prime come il grano proveniente dall Ucraina, mentre in Europa abbiamo vissuto in prima persona la crisi energetica Michele Polo, professore di economia all Università Bocconi, approfondisce le ripercussioni economiche della guerra L Europa da un lato si è attivata per ridurre la sua dipendenza dalle risorse fossili russe, recuperando i rapporti con i Paesi del Golfo Arabo e della sponda meridionale del Mediterraneo, in primis l’Algeria, dall’altro ha imposto delle sanzioni contro Mosca per isolarla dai circuiti internazionali A sua volta, la Russia si è adoperata per accedere a nuovi mercati, in particolare rafforzando il suo legame con la Cina, che pure ha colto le opportunità offerte dal conflitto, da sfruttare nella sua competizione con gli Stati Uniti L’Europa ha preso parte alla guerra attraverso l’invio di armi all’Ucraina questione che ha aperto un dibattito delicato all’interno del nostro Paese dove ancora si discute sull’opportunità o meno di sostenere militarmente Kiev Il generale Salvatore Farina, ex capo di Stato maggiore dell’Esercito, entra nel vivo del tema approfondendo per Lumsanews le strategie belliche delle parti coinvolte, raccontando il tipo di armamenti a loro disposizione Il sostegno all’Ucraina ha anche messo in luce le diverse anime che caratterizzano la Nato e l’Europa, i cui Paesi percepiscono in maniera profondamente diversa la minaccia russa, per ragioni di tipo storico e geografico La guerra ha pertanto avuto e continua ad avere un impatto sugli equilibri di potenza all’interno del nostro continente

A rendere tali geometrie ancora più precarie è la mi-

lo scenario

UN ANNO DI GUERRA

I campi di battaglia del conflitto, dal terreno alla propaganda. Le prospettive future

UCRAINA il conflitto che bussa all’Europa

A un anno dall’invasione sconvolti gli equilibri mondiali

naccia dell’uso dell’arma atomica da parte di Mosca

Una eventualità che potrebbe essere teoricamente innescata da eventi al momento ipotetici, sebbene nessuna delle parti in conflitto guadagnerebbe da un tale sviluppo Il tentativo occidentale di reinserire entro i confini ucraini la Crimea, ormai considerata dalla Federazione russa parte del proprio territorio, potrebbe essere la scintilla di una escalation nucleare

Un conflitto che si infiamma anche con la propaganda Tutte le guerre si combattono anche sul piano della propaganda Il conflitto russo-ucraino è stato presentato in Occidente e in Russia con due narrazioni opposte e incompatibili, con entrambe le fazioni che descrivono la loro azione militare come una difesa dalle aggressioni del nemico Cassa di risonanza dei racconti di guerra sono stati i social media, utilizzati in maniera massiccia per la prima volta nella storia, come spiega il ricercatore dell’Università Lumsa Francesco Nespoli Quella in Ucraina è senza dubbio la guerra più mediatizzata di sempre: il costante aggiornamento da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky del suo canale Telegram, insieme ai

suoi interventi in numerosissimi contesti internazionali ne sono un chiaro esempio Similmente, gli stessi cittadini ucraini hanno diffuso immagini e video di guerra sulle diverse piattaforme Non in Russia però Lì l’informazione viene rigidamente controllata dal Cremlino Non è possibile accedere a Instagram e Facebook, e i giornali indipendenti come Novaya Gazeta sono stati bollati dal governo come agenti stranieri etichetta che ne limita enormemente la libertà di stampa Stessa sorte è toccata a chiunque esprimesse una versione della guerra alternativa a quella proposta dal governo Queste restrizioni hanno reso complicata non solo la diffusione di consapevolezza tra i cittadini russi in merito al conflitto, ma anche la nostra capacità di comprendere la percezione della guerra da parte della popolazione I social, che ci hanno bombardato di immagini di guerra trasmesse in maniera quasi cinematografica, hanno contribuito a quel fenomeno di assuefazione alla violenza che ha caratterizzato gli ultimi mesi Così abbiamo finito per abituarci alla guerra, abbiamo smesso di sconvolgerci per le notizie degli attacchi, dimenticando che russi e ucraini continuano a morire Alcuni testimoni diretti hanno con-

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Volodymir Zelensky durante il bilaterale Italia Ucraina del 21 febbraio 2023 Vladimir Putin durante il discorso del 21 febbraio 2023 al centro conferenze “Gostiny Dvor”

diviso la loro esperienza con Lumsanews “Non c’è nessun posto dove scappare quando hai un bambino piccolo”, racconta Maria, una donna di Severodonetsk, che ha attraversato l’Europa per rifugiarsi a Roma “Se potessi tornerei a casa a piedi – continua

ma forse la mia casa non esiste nemmeno più” Insieme a lei è fuggito circa un terzo della popolazione ucraina Soprattutto donne e bambini, raccontano i dati del ministero dell’Interno ucraino Più di otto milioni di profughi che hanno posto un’ulteriore sfida a un’Europa già fiaccata da due anni di pandemia Per far fronte all'emergenza umanitaria l’Ue ha elaborato normative ad hoc finalizzate a garantire la più tempestiva ed efficace assistenza agli ucraini che chiedevano un rifugio I combattimenti che hanno insanguinato i fronti di guerra, quindi, si sono svolti ben oltre i confini ucraini, dispiegandosi anche sul piano della narrazione del conflitto, della propaganda, dei social media, delle sanzioni Abbiamo imparato a nostre spese che queste ultime sono un’arma a doppio taglio, visti i contraccolpi subiti dalla nostra economia per l’interruzione dei rapporti con la Russia, tradizionale partner energetico Insieme a quello delle risorse fossili, sono diversi anche gli aspetti su cui la guerra ha avuto un impatto diretto, in uno spettro che spazia dall ambito militare a quello economico, a quello umano

Come cambiano gli equilibri mondiali

Una delle lezioni di quest anno è quanto sia difficile prevedere stravolgimenti geopolitici di grande portata La guerra ha posto sfide da affrontare e opportunità da sfruttare Ha scompaginato le relazioni internazionali a livello globale, allontanando Paesi che prima collaboravano, ricucendo le tensioni tra Stati fra loro diffidenti, dando vita a nuove e inaspettate unioni Con poste in gioco talmente elevate è difficile che i belligeranti siano disposti a scendere a compromessi Al contrario, faranno di tutto per sedersi a un eventuale tavolo negoziale in posizione di forza Con l’Ucraina che dipende dai rifornimenti occidentali l’esaurimento delle sue risorse materiali potrebbe portare alla sua sconfitta Ma le forze spirituali hanno altrettanta importanza: la resistenza del fronte interno russo e ucraino potrebbe allo stesso modo determinare le sorti del conflitto

L’analista di geopolitica e geostrategia Mirko Mussetti propone uno scenario “coreano” Si tratterebbe di un riconoscimento informale della situazione sul campo: incapaci di procedere, le parti accetterebbero lo stallo senza firmare un trattato di pace, come successe in Corea quando la linea della tregua venne fissata lungo il 38° parallelo Con un futuro incerto, l’unica previsione che si può avanzare non lascia spazio all’ottimismo: qualunque sarà la sua forma, la fine della guerra non sembra ancora a portata di mano

La guerra ha posto una sfida per le parti coinvolte, ma ha anche offerto delle opportunità ad alcuni attori Elia Morelli racconta gli interessi di Stati Uniti, Cina e Russia e le fratture all’interno della famiglia euro-atlantica Quali sono le radici storiche del conflitto?

“Nel 1949 gli Stati Uniti istituiscono la Nato: ufficialmente si tratta di un'alleanza difensiva, ma di fatto serve agli Usa per mantenere l egemonia sull'Europa occidentale L'Unione Sovietica risponde nel 1955 con il Patto di Varsavia e l’Europa si trova divisa in due blocchi Con il crollo del muro di Berlino gli Usa promettono all’Unione Sovietica che l’Alleanza non si sarebbe espansa verso est, ma avviene il contrario L’Ucraina comincia a pendere verso ovest con la Rivoluzione Arancione del 2004, che porta al potere il filo-occidentale Viktor Juščenko Ma se fino ai primi anni Duemila Putin aveva tenuto aperto il dialogo con la Nato, nel 2007 afferma che questa è uno strumento degli Usa per sottomettere le altre nazioni, segnalando un cambio della traiettoria geopolitica russa Il 2014 rappresenta la prima fase del conflitto Viktor Janukovyč recide i negoziati con l’Unione Europea, scatenando le manifestazioni di Euromaidan che esprimono il sentimento europeista dell’Ucraina occidentale La Russia annette la Crimea e inizia una guerra civile nell’Ucraina orientale L’escalation del 24 febbraio segue alla richiesta della Russia del ritiro degli armamenti occidentali dall’Est Europa e della garanzia che la Nato non si sarebbe allargata Gli Usa non solo non soddisfano queste richieste della Russia ma minacciano delle misure per isolarla”

Qual è il ruolo degli Stati Uniti?

“All’inizio hanno temporeggiato, poi hanno visto nell’invasione un’opportunità La guerra era l’occasione per aumentare il peso geopolitico americano in Europa, consentendo a Washington di compattare la Nato Ai Paesi membri gli Usa hanno chiesto di incrementare la spesa per la difesa e hanno aumentato le vendite di gas naturale liquido all’Europa, confermando il dogma principale della grammatica strategica dell’Alleanza: tenere gli americani dentro, i russi fuori e i tedeschi sotto L’obiettivo americano era chiaro: spezzare l’interdipendenza energetica tra Europa occidentale (Germania in primis) e Russia” Come si è evoluta la relazione tra Russia e Cina?

“Prima del 24 febbraio la Russia e la Cina avevano proclamato la loro 'amicizia senza limiti' Inizialmente Pechino ha appoggiato 'l’operazione militare speciale', ma non ha sostenuto le spinte indipendentiste di Lugansk e Donetsk, per non legittimare le pretese separatiste all’interno della Cina stessa La guerra ha anche avuto un impatto negativo sul progetto infrastrutturale cinese delle nuove vie della seta, che avrebbero attraversato anche l Ucraina Ma il conflitto offriva anche dei vantaggi: distoglieva l attenzione americana dall Indo-Pacifico e allo stesso tempo indeboliva la Russia Ma l amicizia con la Russia rimane importante: impedisce un totale accerchiamento da parte degli Usa, garantisce alla Cina i rifornimenti energetici e alimentari e le consente di sviluppare la cooperazione tecnologica con Mosca” Quali sono le diverse posizioni all’interno della Nato e quindi dell’Europa?

“All'interno della famiglia euroatlantica ci sono delle percezioni diverse della minaccia russa, in particolare tra europei occidentali e orientali Per i primi la guerra si dovrebbe concludere con una trattativa, per ridisegnare l'architettura securitaria continentale e mantenere i rapporti con la Russia Per gli europei orientali la Russia va sconfitta definitivamente: la collettività russa sarebbe naturalmente incline al dominio Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki si è dichiarato favorevole a fornire armamenti a Kiev e ha detto di nutrire una profonda sfiducia per Berlino A dimostrare la frizione tra Germania e Polonia è stata anche la richiesta polacca a Berlino di un risarcimento per le violazioni dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale La Polonia ha poi annunciato di voler portare la spesa per la difesa al 4% del Pil e di voler raddoppiare l’esercito Ha chiesto l'aumento delle truppe Nato sul proprio territorio, si è resa disponibile ad ospitare bombe nucleari americane, ha introdotto nelle scuole dei corsi per maneggiare un’arma Tutto questo per aumentare il suo peso geopolitico in Europa” (v s )

Quella che sembrava potere essere una guerra lampo si trascina da un anno Mirko Mussetti analizza gli interessi delle parti coinvolte e gli scenari futuri

Lei è stato tra i pochi a considerare reale la possibilità della guerra Come ci si è arrivati ?

“Per tutto il 2021 il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di ‘linee rosse’, riferendosi alla presenza occidentale in Ucraina Putin voleva impedire l’ingresso dell’ex satellite nella Nato e nell’Unione Europea e ha iniziato a stanziare le sue truppe lungo il confine, con un escamotage: ha organizzato delle esercitazioni militari che servivano da pretesto per ammassare mezzi in quella zona L’Occidente ha così sottovalutato il dispiegamento di forze russe

Poi la Russia ha invaso l’Ucraina.

Lo ha fatto in maniera avventata per evitare che l Ucraina si rafforzasse, pensando che l Occidente non sarebbe intervenuto Ma anche se l Occidente non ha direttamente difeso l Ucraina, le ha garantito le armi, trasformando il conflitto in una guerra per procura La Russia sperava di risolvere in fretta la questione sostituendo il governo ucraino con uno filorusso, e infatti ha puntato subito verso Kiev, non lontana dai confini con la Bielorussia, che di fatto è un satellite russo Ma solo metà del governo è scappato a Leopoli, mentre sono rimasti a Kiev i membri più importanti dell’amministrazione ucraina È fallito quindi il tentativo di una guerra lampo” Ed è passato un anno “La Russia sta pianificando un’economia che supporti l’apparato bellico per una guerra lunga Militarizza la società raccontando il conflitto come una difesa dall’aggressione della Nato L’Ucraina non può pensare di continuare a lungo la guerra perché la sua industria è devastata I suoi armamenti, di origine sovietica, si stanno esaurendo Sta cercando di ottenere tutte le armi possibili dai Paesi dell’ex patto di Varsavia, ma anche dai Paesi del Nordafrica Ma poiché anche questi strumenti stanno finendo, l’Ucraina può solo affidarsi all’aiuto occidentale Questo vuol dire che dall’Occidente dipendono le sorti del conflitto Saremo noi a decidere quanto durerà questa guerra”

I paesi occidentali continueranno a mandare le armi all’Ucraina?

“Noi occidentali siamo gelosi della nostra tecnologia Gli Usa hanno detto che i carri armati Abrams che manderebbero all’Ucraina sarebbero prodotti da zero, dimostrando di non volere attingere dai propri magazzini, anche perché qualora emergessero crisi in altre aree del mondo gli Stati Uniti non potrebbero farsi trovare impreparati Per quanto riguarda i Leopard 2 tedeschi che si trovano in Polonia, questi sono soggetti a molte condizioni imposte da Berlino E, poiché la Polonia non vuole dipendere dalla Germania, sarebbe contenta di liberarsi di questi mezzi per darli all Ucraina e ottenere al loro posto gli Abrams In ogni caso nei prossimi mesi probabilmente l Occidente continuerà a fornire armi a Kiev Il nostro governo, con quello francese, ha deciso di mandare il sofisticato sistema missilistico Samp/T, facile da consegnare ma che implicherebbe anche l’invio di munizioni Ci sono poi dei limiti tecnici da considerare Inviare sistemi all’Ucraina vuol dire privarsene E c’è un problema di munizionamento, visto che i nostri magazzini si stanno svuotando

Come potrebbe finire la guerra?

“Potrebbe finire con uno stallo senza un trattato di pace Il Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti Mark Milley ha configurato uno scenario “coreano” In Corea dopo anni di guerra il fronte si era stabilito sul trentottesimo parallelo, che è diventato la linea della tregua Lo stesso potrebbe succedere in Ucraina La Russia, che non può permettersi una sconfitta perché la popolazione non accetterebbe di perdere contro un ex satellite, cercherà di conservare quanto guadagnato sul campo La Crimea è considerata intoccabile al punto che se l’Occidente cercasse di riprenderla potrebbe scattare lo sdoganamento del dispositivo atomico, sviluppo che nessuno vorrebbe Lo stallo potrebbe giungere con la cessione dei territori del quadrante sud-orientale dell’Ucraina ceduti alla Russia senza un trattato di pace” (v s )

LUMSAnews PAGINA 3
“Una minaccia che divide la Nato e l’Europa”
“L’Ucraina dipende dai rifornimenti dell’Occidente”
Mirko Mussetti è analista di geopolitica e geostrategia
per
Limes
Elia Morelli è ricercatore di storia all'Università di Pisa e analista geopolitico
“Dividere Mosca e Berlino è uno degli obiettivi degli Stati Uniti”
LE INTERVISTE
“Come in Corea potrebbe finire senza un trattato”

Le testimonianze di chi vive il conflitto e ha visto l’orrore con i propri occhi

Memorie di guerra

IL SACERDOTE

Padre Yuriy Khamulyak a Lumsanews: “La verità è dalla parte degli ucraini”

“Anche durante la guerra dobbiamo ricordarci di come la fede in Dio è speranza La verità è dalla parte degli ucraini, il popolo aggredito” dice Padre Yuriy Khamulyak, sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina che, da quando è scoppiato il conflitto, si occupa di assistenza spirituale ai militari e ai civili nelle zone di guerra A Lumsanews ha raccontato la sua esperienza Dove si trovava quando è iniziata l’invasione russa?

“Il giorno prima io e il sacerdote Vasyl, un mio amico, eravamo a Popasna, nell’oblast’ di Luhans’k, per visitare i nostri militari I comandanti, che probabilmente avevano ricevuto qualche informazione sull’imminente attacco, ci dissero che dovevamo tornare subito nelle retrovie e che non potevamo rimanere in una zona pericolosa come quella in cui eravamo Ci siamo spostati in un posto più sicuro La guerra ci ha trovati a Kharkiv, eravamo lì durante l inizio dei bombardamenti Dopodiché, in tre giorni, siamo tornati in prima linea con i militari Abbiamo portato le cose che servivano in quel momento in macchina Ora sto aspettando il permesso per diventare un cappellano militare ufficiale, devi ricevere un istruzione teologica superiore e tutti i permessi dal Ministero della Difesa” Come è cambiata la sua vita dopo il 24 febbraio?

“Prima vivevo sempre in parrocchia a Lviv Ora un po’ lì e un po’ al fronte: la mia vita è divisa a metà Vado nelle zone di guerra, con i militari, per portargli tutto quello di cui hanno bisogno: medicine, cibo e vestiti Dieci giorni qui, dieci lì È così da un anno Ma non li aiuto solo fornendogli bene materiali perché il cappellano prima di tutto ascolta sostiene consola chi combatte L’altro compito importante è stare vicino alle famiglie dei ragazzi che sono al fronte Questo vale anche per le vedove e gli orfani Qui al fronte c’è sempre l’opportunità di celebrare la liturgia, confessare, dare la comunione Molti soldati vengono a confessarsi Qualche volta amministriamo anche il sacramento del battesimo o del matrimonio Certo, le condizioni sono le più estreme, ma nonostante tutte le difficoltà, la vita continua anche qui”

Una storia che l’ha colpita in modo particolare?

“Un giorno un comandante mi ha detto di andare a visitare un soldato in ospedale, che era stato mandato in missione ed era rimasto gravemente ferito Il ragazzo, di soli diciotto anni, aveva bisogno di una sedia a rotelle L’ho chiamato e gli ho detto che ne avevo

IL VOLONTARIO

Svitsa, originario di Kiev

trovata una Ma poi, ho scoperto che le sue mani erano ferite e quindi non poteva usarla Gliene serviva una elettrica, che però non avevo e non sarei riuscito a trovarla in poco tempo Qualche minuto dopo, un mio amico

che non sapeva del ragazzo in ospedale – mi ha chiamato per dirmi che una sedia a rotelle elettrica era stata portata in chiesa e mi chiedeva se potesse servire a qualcuno Questo è un esempio di come il Signore si prende cura di quei ragazzi, anche nelle situazioni disperate” Secondo lei qual è il ruolo della Chiesa ortodossa russa in questa guerra?

“Per quanto riguarda la Chiesa russa, semplicemente non esiste per noi Loro sono al servizio del FSB (ex KGB), quindi non è appropriato parlare di una chiesa russa nel contesto di un’invasione militare che benedice questa guerra e copre tutto questo È impossibile chiamare chiesa questa organizzazione al servizio degli assassini C’è qualcosa che è cambiato in lei dopo il 24 febbraio?

Tutti siamo cambiati Non solo io Non sarà come prima, se sarà peggio o meglio non lo sa nessuno, ma sarà tutto diverso Vinceremo sicuramente con l aiuto di Dio, questa è un esperienza molto amara e difficile, molti ragazzi sono morti, altrettanti sono menomati fisicamente e mentalmente Tantissimi bambini sono rimasti orfani Di situazioni del genere ce ne sono tante, purtroppo, ma sono sicuro che il Signore ci aiuterà a superare tutto questo, perché il Signore è sempre dalla parte della verità” (s r )

Il 24 febbraio l’aggressione russa ha totalmente stravolto la vita del popolo ucraino I cittadini, però, hanno dimostrato in ogni modo la loro forza d’animo Tra tanti, i volontari hanno svolto un lavoro enorme per aiutare i rifugiati A Lumsanews uno di loro ha raccontato il suo impegno in questo ultimo anno Si chiama Vladislav Svitsa, è originario di Kiev, ha 42 anni, è sposato e ha tre figli Prima della guerra era dirigente di un’azienda a Cherkasy, nell’Ucraina centrale, ma allo scoppio del conflitto ha lasciato tutto e ha creato una fondazione Ora viaggia in tutta Europa per rispondere alle esigenze del suo popolo Dove si trovava il 24 febbraio?

“Ero in viaggio d’affari vicino a Cherkasy Verso le 5 del mattino, un’amica mi chiama e mi dice che la guerra era iniziata Sono corso a casa Mentre guidavo, ho chiamato mia moglie e le ho detto di fare le valigie Arrivato da lei siamo saliti su due macchine per portare più cose possibile, come cibo e tutto quello che poteva servirci Siamo andati nell ovest dell Ucraina, nei Carpazi Abbiamo lasciato Kiev la mattina del 24 febbraio e siamo arrivati il giorno dopo intorno alle 14, impiegando il doppio del tempo previsto, perché le strade erano bloccate, molte persone stavano scappando Lì ci ha ospitati un mio amico La sua casa ha dieci posti letto, ma in quel periodo eravamo in quaranta e abbiamo vissuto tutti insieme nei primi giorni di guerra Mia moglie e mio figlio di 4 anni si trovano ancora lì”

Come vi sentivate in quei giorni?

“Il giorno dopo lo scoppio della guerra, quando eravamo tutti dal mio amico, ci siamo riuniti per parlare Dovevamo fare qualcosa non potevamo solo nasconderci La prima cosa che abbiamo fatto è stata andare al commissariato militare per farci arruolare Ma non avendo esperienza siamo stati rifiutati All’inizio, infatti, venivano presi solo quelli che avevano esperienza Ci siamo rivolti a tre commissariati militari diversi e siamo stati respinti da tutti e tre”

Non potendovi arruolare cosa avete fatto?

“Ci siamo offerti come volontari In quel periodo in tutta l’Ucraina c’era un problema logistico molto grande: un enorme flusso di persone lasciava le città, i treni erano sovraffollati, c’era un’enorme confusione, le persone che non possedevano le auto non avevano modo di spostarsi Così a Lviv abbiamo trovato un magazzino dove fin dai primi giorni sono stati portati gli aiuti umanitari che arrivavano dal-

VLADISLAV SVITSA Volontario ha creato una fondazione di beneficenza

l’Europa Almeno chi non riusciva a scappare aveva dei beni di prima necessità Alcuni giorni dopo sono andato a Dnipro per portare aiuti umanitari e medicinali destinati a un’unità militare Arrivato lì ho saputo che a Mariupol c’era una famiglia di tre persone, padre madre e una figlia piccola, che aveva bisogno di fuggire Il problema era che Mariupol dista tre ore di auto da Dnipro Non sapevo dove fossero le truppe russe, ma ho deciso lo stesso di andare Durante il viaggio di ritorno verso ovest, sentivamo le esplosioni ovunque Il giorno dopo abbiamo saputo che Mariupol era ‘finita’, che di notte i russi avevano circondato la città e che non c’era modo di uscire dalla zona Ci siamo salvati per poco”

Come è cambiata la sua vita?

“La vita è cambiata radicalmente per tutti in Ucraina Non sono più dirigente, ma un volontario che dedica quasi tutto il suo tempo ad aiutare In quest anno siamo riusciti a cambiare tantissime cose Consegniamo continuamente aiuti umanitari, ma forse la cosa più importante che abbiamo fatto, io e i miei amici, è stata quella di creare una fondazione di beneficenza: VOLUNTEERS UA FOUNDATION

Cosa fa la vostra organizzazione?

“Dall’inizio della guerra ho trasportato più di 40 tonnellate di aiuti umanitari tra medicinali, vestiti e alimenti Qualsiasi tipo di assistenza ai civili e ai militari è essenziale Tra novembre e dicembre abbiamo viaggiato molto all’estero per acquistare i generatori e le batterie che sono stati inviati ai militari e agli ospedali Vorremmo produrre protesi per i bambini e per i soldati rimasti invalidi a causa della guerra Abbiamo già dei prototipi su cui abbiamo iniziato a lavorare all’inizio dell’autunno ma a causa dei pesanti bombardamenti sulle infrastrutture e della perdita di energia elettrica, abbiamo sospeso il lavoro Allo stesso tempo, stiamo sviluppando una macchina drone per aiutare a disinnescare le mine” Com’è la situazione in Ucraina oggi?

“Complicata Gli allarmi antiaereo suonano spesso Quando ci sono bombardamenti massicci, l’allarme può durare quattro o cinque ore Durante i raid aerei gli autobus, i tram e le metropolitane smettono di funzionare, le stazioni di servizio e i negozi chiudono La gente si nasconde dove può Nonostante le difficoltà, tutto andrà bene, l’Ucraina resisterà Ne sono convinto” (s r )

Non sarà come prima, se sarà peggio o meglio non lo sa nessuno, ma sarà tutto diverso Questa è un’esperienza molto amara e difficile
“La mia vita divisa tra il fronte e la parrocchia”
“Tutto andrà bene l’Ucraina resisterà Ne sono convinto”
“Sentivamo le esplosioni
Noi salvi per un soffio”
le voci PAGINA 4
PADRE YURIY KHAMULYAK Sacerdote della Chiesa grecocattolica ucraina di SOFIYA RUDA e BEATRICE SUBISSI

LA RIFUGIATA

Dall’inizio dell’aggressione russa, circa un terzo della popolazione ucraina è dovuta fuggire dal proprio paese Maria, 46 anni, insieme ai figli, ha lasciato Severodonetsk, la sua città natale che definisce “la più bella del mondo” Dopo un lungo viaggio, ora è a Roma Com’era la sua vita prima della guerra?

“Lavoravo in una raffineria di petrolio in una città vicina a Severodonetsk e lì ho conosciuto il mio secondo marito La nostra vita è stata tranquilla e serena fino al 2014, poi c’è stata la prima invasione e siamo andati in Russia dai nostri parenti per poi tornare in Ucraina Al rientro però abbiamo scoperto che la fabbrica dove lavoravo non funzionava più perché tutti i collegamenti erano stati tagliati tra Russia e Ucraina In molti siamo rimasti senza lavoro Io mi sono reinventata: ho trasformato il mio hobby in una occupazione Ora sono un’allenatrice Nonostante le difficoltà, non volevo trasferirmi perché ovunque andassi sognavo sempre di tornare a Severodonetsk A novembre 2021, proprio poco prima dell invasione, avevamo acquistato un appartamento con due camere da letto Avevo anche fatto una piccola ristrutturazione, iniziando a dare vita al mio sogno

Cosa ricorda del primo giorno dell’invasione russa?

“Il 24 febbraio io e mio figlio di quattro anni siamo usciti prestissimo per andare all’asilo nido Eravamo all’aperto quando ci sono state le prime esplosioni Siamo subito corsi a casa La sera, siamo scesi nel seminterrato e abbiamo passato lì la notte La mattina dopo siamo usciti un paio di volte per prendere un bollitore e qualche bene di prima necessità, ma poi i combattimenti si sono intensificati così tanto che non potevamo uscire nemmeno per prendere un po’ d’aria”

Come avete trascorso i primi giorni?

“Il giorno dopo ci siamo spostati in un rifugio creato in una scuola vicina, un posto più preparato e attrezzato per queste emergenze rispetto al seminterrato del nostro palazzo Abbiamo trascorso nove giorni nel seminterrato della scuola Il settimo giorno, una granata l’ha colpita Eravamo più di 200 persone e se la granata fosse caduta poco più vicina a noi, il rifugio sarebbe diventato una fossa comune Così abbiamo deciso di fuggire dalla città”

Come è stato il viaggio?

“Molto lungo e stancante Severodonetsk non ha collegamenti ferroviari, perciò siamo dovuti andare a Li-

IN FUGA

Residenti attraversano il ponte distrutto mentre fuggono dalla città di Irpin’, nell’oblast’ di Kiev, in Ucraina, il 7 marzo 2022 Irpin’ è stata teatro di pesanti combattimenti per quasi una settimana a causa dell’aggressione russa, costringendo migliaia di persone a fuggire dalla città (Foto Ansa)

IL GIORNALISTA

sichansk, nell’oblast’ di Luhans’k, per prendere il treno Abbiamo percorso tutto il tragitto in auto sotto le esplosioni, ma in qualche modo siamo riusciti a raggiungere la stazione Lì abbiamo scoperto che sul treno che partiva eravamo più di 2 500 persone: otto volte la capienza normale È impossibile capire come e in che condizioni stavamo viaggiando Nelle cuccette, in un posto letto singolo c’erano fino a otto bambini”

E così è passato il primo giorno di viaggio

Dopo aver attraversato diversi paesi siamo arrivati in Ungheria Lì abbiamo dovuto aspettare qualche giorno il treno che ci avrebbe portato in Austria Siamo stati ospitati per due giorni da delle persone molto gentili: una coppia di coniugi che aiutava i profughi ucraini Sono molto grata a loro perché finalmente, dopo molti giorni, abbiamo potuto dormire al sicuro dalle bombe”

Poi siete arrivati in Austria

Anche in Austria abbiamo aspettato un altro treno per qualche ora, poi abbiamo lasciato l Austria per Milano e da lì ci siamo messi in viaggio per Roma Ci hanno consigliato di andare lì perché c era più possibilità di stare insieme con gli altri rifugiati del nostro gruppo Così siamo finiti in un albergo a Roma grazie a un associazione e alla Croce Rossa, dove viviamo ancora oggi Come vi trovate a Roma?

“Mio figlio più grande studia online e segue corsi di italiano gratuiti Il più piccolo va all’asilo Capisce già quello che gli viene detto in italiano, a differenza mia, che ho ancora qualche difficoltà, nonostante i corsi che frequento Al momento non lavoro Ma ce la faremo sicuramente Non posso dire che tutto sia perfetto, ma sono immensamente grata all’Italia per averci ospitato Abbiamo alloggio e cibo gratuito ma se potessi tornerei a casa anche a piedi La mia città però è occupata ”

Quali sono i suoi desideri per il futuro?

“Non voglio che i miei figli vadano in guerra Mio marito, il padre del più piccolo, è al fronte Penso che nessuna donna che mette al mondo dei figli e che conosce il valore della vita vorrebbe mai per sé e per i suoi cari tutto quello che sta accadendo ora in Ucraina Sono davvero stanca di correre avanti e indietro dal 2014, di sentire sempre le esplosioni Forse mi basterebbe anche uno spazio di due metri dove nessuno mi possa toccare Credo di non aver bisogno di nient’altro per essere completamente felice Ma dico credo perché si vive solo l’oggi, giorno per giorno” (s r )

Ilario Piagnerelli, giornalista di Rai News 24 ed ex studente del Master in giornalismo della Lumsa, da quando è scoppiata la guerra è andato in Ucraina più volte per documentare il conflitto con i suoi occhi A Lumsanews racconta le difficoltà che gli inviati al fronte devono affrontare Com’è vivere le giornate in una zona di guerra?

“Cerco sempre di fare base nelle città in cui, a livello di beni essenziali, non manca nulla Dormo negli alberghi dove spesso, però, non c’è la corrente elettrica Può capitare, infatti, che durante la notte non si riesca a caricare il cellulare e tutta l’attrezzatura per andare in onda Il problema maggiore per noi giornalisti, in realtà, non è la reperibilità dei beni, ma il rischio dei bombardamenti” Chi sono le tue fonti?

“Le stesse che usano le redazioni a Roma Le grandi notizie della giornata le danno le agenzie internazionali alle quali io faccio rifermento Dopodiché integro le informazioni con quello che vedo sul luogo: le storie delle persone o situazioni particolari che rappresentano in modo chiaro quello che un agenzia dice in maniera asettica Questo è il mio lavoro: dare un volto umano ad aridi lanci di agenzia Come vengono trattati i giornalisti dagli ucraini?

“Siamo sempre ben accolti dalla popolazione perché sanno che stiamo lì per raccontare la sofferenza che stanno vivendo Ci rispettano molto Un’ accoglienza del genere non immaginerei mai di trovarla

ILARIO PIAGNERELLI Giornalista di Rai News 24 ha documentato la guerra

in Italia se mi occupassi di cronaca nazionale” Sei tra i pochi ad aver documentato il massacro di Bucha Hai smentito l’ipotesi di chi credeva che si trattasse di una semplice montatura “In quel momento sono stata una fonte primaria perché in determinate occasioni, come quella, sul posto non ci sono i grandi media internazionali Tutto ciò che, in quel momento, viene diffuso da un inviato è oro perché rappresenta uno dei pochi testimoni Quando Bucha è stata liberata c’era una gioia immensa tra gli abitanti, mista, però, ad un immenso dolore causato da tutto il disagio che stavano vivendo e da tutte le strade ancora tappezzate di cadaveri Gli abitanti di Bucha sono riusciti anche a fare una fossa comune nel giardino della chiesa perché i russi vietavano di portare i morti al cimitero Persone uccise a bruciapelo, senza alcun motivo Lì, in quel momento, ho visto davvero l’orrore C’è differenza tra il racconto dei media e ciò che accade sul territorio?

I giornalisti sono accusati dalla propaganda russa di non fare bene il loro lavoro ma la realtà è un altra Il nostro ruolo è quello di testimoni diretti della verità ed è un ruolo importantissimo anche per confutare, spesso, la propaganda di guerra di entrambi i paesi Mi piacerebbe, inoltre, documentare quello che accade nelle città occupate dai russi ma non è possibile perché per farlo un giornalista deve accreditarsi con i russi e, inevitabilmente, il racconto della realtà non sarebbe più tale”

Come è cambiato il ruolo del giornalista di guerra?

“In quest’ultima guerra il giornalista è diventato un protagonista Il conflitto ha fatto da palcoscenico a tanti giornalisti e colleghi in tutto il mondo Questo, ovviamente, fa sentire ancora di più agli inviati il peso di un’enorme responsabilità Il vero cambiamento è l’evoluzione digitale Il nostro è un racconto che facciamo in competizione e in collaborazione con i social Non c’è mai stato un conflitto tanto social come questo I canali Telegram, in particolare, diffondono continuamente video e foto che poi il giornalista deve verificare Dopo un anno di guerra la sfida, ora, sarà trovare un nuovo approccio perché il racconto riportato da diversi giornalisti è sempre simile a se stesso Bisogna trovare un nuovo modo di raccontare” (b s )

I reporter sono accusati dalla propaganda russa di non fare bene il loro lavoro, ma la realtà è un’altra. Il nostro ruolo è quello di testimoni diretti
“Non voglio che i miei figli vadano in guerra”
Maria, madre di due figli
“Sono grata all’Italia abbiamo alloggio e cibo”
Piagnerelli di Rai News 24
“Il problema maggiore per noi
è il rischio di bombardamenti”
LUMSAnews PAGINA 5
“Ho visto l’orrore persone uccise senza motivo” “
MARIA La rifugiata insieme a un gruppo di ucraini a Roma

I PROFUGHI Le istituzioni europee per l’accoglienza hanno stanziato 17 miliardi di euro di fondi

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina sono milioni gli uomini, le donne e i bambini costretti a fuggire perché non hanno più una casa, un lavoro e soprattutto un futuro in una terra ormai dilaniata dalle bombe Intraprendono viaggi d i f f i c i l i e p e r i c o l o s i p e r c e r c a r e , i n E u r o p a , u n a vita migliore In tanti coltivano però la speranza di to r n ar e u n g io r n o a cas a C o me M ar ia ch e, d o p o e s s e r e s c a p p a t a d a l l ' U c r a i n a i n s i e m e a i s u o i d u e figli, ora vive a Roma "Sono immensamente grata all’Italia per averci ospitato, ma se potessi tornerei a casa anche a piedi" racconta a Lumsanews

Tra le molte conseguenze del conflitto, infatti, una delle più importanti è costituita sicuramente dalla moltitudine di persone che hanno abbandonato il Paese alla ricerca di sicurezza e fortuna

La maggior parte delle persone accolte, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono donne e bambini Gli uomini, rimasti in Ucraina a combattere, sono una percentuale residua

Secondo gli ultimi dati dell’UNCHR, l' Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dall inizio del conflitto russo-ucraino sono poco più di 8 milioni i rifugiati ucraini in Europa Se la Polonia da febbraio a oggi ha accolto circa 1 milione e mezzo di persone, ben più modeste sono le cifre d e l l I t a l i a c h e , a l 3 1 g e n n a i o 2 0 2 3 , r i s u l t a a v e r ospitato circa 169 000 profughi Numeri che hanno spinto l'Europa a immediati int e r v e n t i n o r m a t i v i A l l o s c o p p i o d e l c o n f l i t t o l’Unione europea ha attuato la direttiva sulla protezione temporanea, che riconosce ai profughi tutela e protezione immediate I n q u e s t o m o d o , i n f a t t i , r i e s c o n o a d o t t e n e r e p i ù rapidamente il permesso di soggiorno, che gli consente non solo di vivere in uno Stato membro, ma anche di curarsi, di andare a scuola o di trovare lav o r o P o s s o n o acced er e alla p r o tezio n e temp o r anea i cittadini ucraini e i loro familiari i cittadini non ucraini e apolidi beneficiari di protezione internazionale in Ucraina e cittadini non ucraini titolari di un permesso di soggiorno permanente La protezione ha validità di almeno un anno e può e s s e r e r i n n o v a t a f i n o a d u n m a s s i m o d i t r e a s econda dell'evoluzione della situazione in Ucraina Degli 8 milioni di profughi giunti in Europa sono q u a s i 5 m i l i o n i q u e l l i c h e h a n n o r i c h i e s t o a s s is t e n z a t e m p o r a n e a i n u n p a e s e m e m b r o d e ll ’ U n i o n e e u r o p e a C o m e e v i d e n z i a t o d a l p r e s i d e n t e d e l l a F o n d a z i o n e P r o g e t t o A r c a , A lberto Sinigallia, la protezione temporanea non priv i l e g i a i p r o f u g h i u c r a i n i r i s p e t t o a g l i a l t r i

"l'assistenza garantita agli ucraini è la stessa che

Otto milioni di profughi in Europa

I numeri dell’emergenza umanitaria

In Italia accolti in 169 mila

di MADDALENA LAI

v i e n e g a r a n t i t a a q u a l s i a s i a l t r o p r o f u g o " L a r is p o s t a d e l l ’ U n i o n e e u r o p e a a l l ’ e s o d o u m a n o è stata senza precedenti Oltre alla protezione temporanea per sostenere il più possibile i profughi le i s t i t u z i o n i e u r o p e e h a n n o s t a n z i a t o f o n d i p e r 1 7

miliardi

La risposta italiana all'emergenza L'Italia, per gestire al meglio l'accoglienza degli sfollati, ha definito un sistema che prevede diverse f o r m e d i s u p p o r t o t r a l o r o c o l l e g a t e I l p r i m o p a s s o è s t a t o v e r i f i c a r e , g r a z i e a l l e P r e f e t t u r e competenti, quali e quante fossero le strutture attrezzate per l'accoglienza dei profughi

Un decreto legge a fine marzo 2022 ha inoltre definito le modalità della cosiddetta “accoglienza diff u s a” ch e co n s en te s ia alle s tr u ttu r e ap p ar ten en ti ad associazioni e fondazioni sia alle famiglie di accogliere, su base volontaria, i profughi ucraini T r a l e t a n t e a s s o c i a z i o n i i m p e g n a t e i n q u e s t o senso, c'è la Fondazione Progetto Arca, che, a Milano, ha accolto in una delle sue strutture madri e bambini provenienti dall'Ucraina Presso la struttura alloggiavano già donne e bambini provenienti dall Africa e, se in un primo momento le differenze culturali tra i due gruppi hanno reso problematica la convivenza, con il tempo, come sottolineato dal presidente di Progetto Arca Sinigallia,"le difficoltà

c o m u n i h a n n o a p e r t o o r i z z o n t i d i c o m p r e n s i o n e reciproca molto ampi e profondi"

L'aiuto economico per le famiglie

L'accoglienza dei profughi ucraini ha avuto, naturalmente, per lo Stato italiano un costo in termini economici I rifugiati che hanno trovato da soli una sistemazione - anche presso parenti, amici o famiglie ospitanti - hanno avuto diritto, per tre mesi, ad un contributo di 300 euro mensili Chi ha figli, inoltre, ha avuto un contributo ulteriore di 150 euro per ogni minore a carico I profughi accolti, invece, da strutture gestite da enti e associazioni di terzo settore, così come quelli accolti dai Cas - centri di accoglienza straordinariae Sai - sistemi di accoglienza e integrazione, non hanno diritto ad alcun contributo economico diretto In questo caso, infatti, sono le strutture a percepire un rimborso di 33 euro al giorno per ogni profugo ospitato La cifra totale per il mantenimento di ciascun profugo presso una struttura è, quindi, di circa 990 euro al mese

Il fatto che quasi il 90% dei profughi ucraini sia stato accolto da famiglie italiane o da famiglie ucraine da tempo in Italia ha consentito, quindi, un notevole risparmio allo Stato italiano

Cure mediche e assistenza psicologica

A prescindere dal riconoscimento del permesso di soggiorno, tutti i profughi provenienti dall'Ucraina, sin dai primi momenti, sono stati assistiti con le cure mediche necessarie Molti al loro arrivo in Europa erano, infatti, sfiancati e in condizioni critiche dopo estenuanti giorni di viaggio per scappare da una terra già dilaniata dalla guerra, come racconta Maria a Lumsanews: “È stato lungo e stancante Sul treno che abbiamo preso eravamo più di 2 500: otto volte la capienza normale È impossibile capire come e in che condizioni abbiamo viaggiato”

Per superare i disturbi da stress post traumatico, il ricordo dell orrore delle bombe, il dolore per l'incertezza della sorte delle proprie case e dei propri mariti e padri - andati a combattere al fronte - è stata la terapia psicologica, fornita gratuitamente dallo Stato Come nota il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, uno degli ostacoli principali nell’assistenza psicologica è la lingua “È difficile trovare psicologi che parlino l’ucraino, il lavoro dei volontari in questo senso è stato determinante In più, soprattutto con i bambini, la terapia si può fare anche attraverso il gioco”, spiega

le storie PAGINA 6

Alcuni profughi ucraini cercano riparo dai bombardamenti in una stazione in attesa di un treno per abbandonare il Paese dopo l’invasione russa

L’INTERVISTA/DARIA

C’è la grande storia del conflitto russo-ucraino Ci sono gli scontri a fuoco, i bombardamenti, i discorsi dei leader delle due fazioni, le previsioni degli analisti, il ruolo della Nato, dell’Unione europea e delle superpotenze mondiali Accanto alla grande storia, quella che un domani finirà sui libri, ci sono però tante piccole storie umane Sono quelle dei soldati al fronte e degli ucraini che hanno lasciato il proprio Paese Secondo i dati ufficiali, solo in Italia, i profughi ucraini sono circa 169mila 169mila persone che hanno lasciato tutto ciò che avevano Come Daria, che è originaria di Kiev ed è arrivata in Italia con suo marito a metà marzo 2022, a poche settimane dallo scoppio della guerra Sono stati ospitati da alcuni amici che vivevano già qui Ancora oggi vivono con loro Cosa ricordi del primo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina? Come avete passato i primi momenti? “

Ricordo quel giorno benissimo, come ogni ucraino Alle cinque ci ha svegliato l’allarme Era spaventoso e non sapevamo cosa fare All inizio abbiamo fatto le valige, ma più tardi abbiamo deciso che era meglio rimanere a casa Io e mio marito avevamo il covid, ma la malattia non era nulla rispetto alla situazione che stavamo affrontando Ricordo bene la nostra pura Non sapevamo cosa fare e come affrontare la situazione Specialmente il primo giorno del conflitto, il tempo non passava mai, era così lento Si sentivano le esplosioni e non riuscivamo ad immaginare quando sarebbe arrivata la successiva Eravamo nel panico Non facevo altro che scorrere le notizie sul mio telefono e non potevo credere che fossimo nell’epicentro di tutto Il sostegno delle persone e degli altri Paesi sui social media ha aiutato un po’ Leggere i loro messaggi ci ha fatto bene Abbiamo cercato di razionare le scorte di cibo e mangiavamo molto poco avevamo paura di non riuscire più a fare la spesa Abbiamo dormito nel corridoio vicino al muro portante nel caso in cui la casa fosse crollata Ho disposto tutto il mio guardaroba sul pavimento Ovviamente dormire era difficile, anzi praticamente impossibile Era scomodo, spaventoso e stressante Ogni ora mandavo un messaggio ai miei genitori per rassicurarli che andava tutto bene e che io e mio marito eravamo vivi Nei giorni successivi poi siamo dovuti scendere nel

Lavoro: una tappa fondamentale per il futuro

Il lavoro è fondamentale per l'integrazione degli ucraini nel tessuto sociale italiano Dopo la richiesta di protezione temporanea ai profughi è concesso di essere assunti come dipendenti in aziende italiane o di aprire una propria attività Hanno, inoltre, la possibilità di frequentare un corso di formazione professionale o di fare un tirocinio

A quasi un anno dallo scoppio del conflitto, molti profughi ucraini sono riusciti a trovare lavoro in Italia Il che gli ha permesso non solo di integrarsi al meglio, ma di immaginare un futuro italiano anche dopo la fine della guerra

Per molti, tuttavia, la mancata conoscenza della lingua italiana è un ostacolo importante nella ricerca di un'occupazione Come nel caso di Daria e di suo marito, profughi ucraini che si sono trasferiti in Italia subito dopo lo scoppio del conflitto Non tutti parlano inglese Se non conosci la lingua, è molto difficile vivere la quotidianità o trovare un lavoro La mia priorità, al momento, è imparare l italiano Faccio del mio meglio per riuscirci il prima possibile”

La scuola: una nuova normalità U n a l t r o t a s s e l l o f o n d a m e n t a l e d e l l ' i n t e g r a z i o n e è s t a t a p e r m i g l i a i a d i b a m b i n i e r a g a z z i l a s c u o l a P e r r e n d e r e i l l o r o i n s e r i m e n t o i l p i ù a g e v o l e p o s s i b i l e , l e i s t i t u z i o n i e u r o p e e h a n n o p r e v i s t o d e i s u p p o r t i e c o n o m i c i p e r g l i i s t i t u t i s c o l a s t i c i e u n a f o r m a z i o n e s p e c i f i c a p e r g l i i ns e g n a n t i L a f o r m a z i o n e d e i d o c e n t i è s t a t a f o nd a m e n t a l e p e r s u p e r a r e g l i o s t a c o l i l i n g u i s t i c i e a i u t a r l i a r e l a z i o n a r s i c o n b a m b i n i G l i s t u d e n t i p i ù g r a n d i , i n v e c e , c o m e s p i e g a S in i g a l l i a " h a n n o c o n t i n u a t o a s t u d i a r e c o n l e s c u o l e i n U c r a i n a g r a z i e a l l a d i d a t t i c a a d is t a n z a ” Q u a l e s a r à l ' e p i l o g o d e l c o n f l i t t o r u s s o - u c r a i n o e c o n e s s o l e s o r t i d i m i l i o n i d i p e r s o n e è d i f f i c i l e d i r l o A l c u n i t o r n e r a n n o i n p a t r i a , a l t r i r i m a r r a n n o a v i v e r e n e l v e c c h i o c o n t i n e n t e N e l f r a t t e m p o , p e r ò , è c e r t o c h e l ' E u r o p a h a c r e a t o p e r m i l i o n i d i p r o f u g h i l e c o n d i z i o n i p e r s e n t i r s i a c a s a e p e r r i c o m i n c i a r e a i m m a g i n a r e i l f u t u r o

seminterrato del nostro palazzo Non volevamo lasciare la casa Psicologicamente per me era difficile abbandonare tutto ciò che avevo Alla fine, abbiamo deciso di andarcene e abbiamo chiuso tutta la nostra vita in una valigia Ne avevamo solo una in due Questo è stato molto doloroso” Com’è stato il viaggio per arrivare in Italia?

”Molto difficile Prendere il treno è stato complesso: eravamo tantissime persone in poco spazio Ricordo ogni singolo dettaglio Ho passato così tante ore in piedi sui due treni che abbiamo preso per lasciare l’Ucraina Di tanto in tanto mi sedevo sulla mia valigia perché mi facevano male le gambe Ero distrutta Siamo andati prima in Polonia e poi abbiamo deciso di venire in Italia, dal alcuni amici che già vivevano lì Apprezzo anche tutto ciò che gli italiani hanno fatto e ancora fanno per gli ucraini” Quali sono le maggiori difficoltà che ti sei trovata ad affrontare da quando ti sei trasferita in Italia?

L’ostacolo principale è quello linguistico Io non so l italiano Conosco l inglese, ma non tutti qui lo parlano Se non conosci la lingua, è molto difficile vivere la vita quotidiana La mia priorità, al momento, è imparare l italiano Sto facendo del mio meglio per cercare di riuscirci il prima possibile, frequento un corso

Tu e tuo marito siete riusciti a trovare un lavoro qui?

“Sfortunatamente no e senza conoscere la lingua non saprei neanche come cominciare a cercarlo In Ucraina, prima della guerra, io lavoravo come content manager e social media manager Mentre mio marito era un editor di video e aveva un blog di analisi di calcio Poi la guerra ha completamente stravolto le nostre vite Dal punto di vista psicologico è molto difficile elaborare e accettare questa cosa”

Alcuni dei tuoi familiari vivono ancora in Ucraina?

“Tutta la mia famiglia, al momento, vive in territori occupati dall’esercito russo Anche molti dei nostri amici e colleghi sono rimasti a vivere in Ucraina Siamo costantemente in contatto e cerchiamo di sentirci il più possibile, soprattutto per supportarci l’uno con l’altro, ma la situazione è molto difficile Siamo molto preoccupati per tutti loro” (m l )

L’INTERVISTA/L’ONLUS

Da quando è scoppiato il conflitto russo-ucraino un’ondata di persone – principalmente donne e bambini – si è riversata in Europa alla ricerca di protezione e salvezza In Italia la maggior parte dei profughi ha trovato dimora in famiglie italiane o ucraine da tempo in Italia Altri, invece, sono stati accolti dalla Protezione civile o da centri gestiti da onlus o associazioni Tra queste anche la Fondazione Progetto Arca, nata nel 1994, con l intento di aiutare le persone in stato di indigenza Anche l emergenza determinata dalla guerra in Ucraina, li ha visti lavorare in prima linea, tanto sul territorio italiano per l’accoglienza dei profughi quanto alle frontiere A un anno dallo scoppio del conflitto abbiamo fatto il punto della situazione con Alberto Sinigallia, il presidente della Fondazione

A quasi un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, pensa che le misure attivate dallo Stato per l’assistenza dei profughi sul territorio siano adeguate? Cosa si potrebbe migliorare?

“L’assistenza fornita dallo Stato è stata identica a quella garantita agli altri profughi La cosa fondamentale da sottolineare, però, è che circa il 90% delle persone arrivate è stato accolto da famiglie italiane e da famiglie ucraine da tempo in Italia che per puro spirito di solidarietà, le hanno accolte Questo ha consentito allo Stato un notevole risparmio perché per chi ha già alloggio lo Stato offre 300 euro per tre mesi Invece, i singoli profughi senza casa costano circa 750 al mese Noi abbiamo accolto una parte del 10% dei profughi rimanenti, tutti donne e bambini” Cosa fate voi come Fondazione?“Oltre ad accoglierli appunto nelle nostre sedi, in accordo con la Regione e il comune di Milano abbiamo creato un hub informativo per indirizzare e sostenere i profughi che arrivavano dall’Ucraina Ne hanno usufruito più di 10 000 persone Offriamo loro anche un supporto psicologico Un certo numero di ore di terapia è infatti, anche imposto dalla Prefettura La terapia è molto importante, serve non solo ad aiutarli a superare il trauma delle bombe e degli attacchi militari, ma anche a normalizzare nuovamente la vita quotidiana Li aiuta anche ad accettare che questa che stanno vivendo lontano da casa è la loro

nuova normalità Certo, ci sono degli ostacoli Quello linguistico, per esempio È molto difficile trovare psicologi che parlino l’ucraino, il lavoro dei volontari in questo senso è stato determinante In più, soprattutto con i bambini, la terapia si può fare anche attraverso il gioco, la gestualità, il disegno Il che, in qualche modo, ha facilitato la situazione”

Quali sono le maggiori difficoltà incontrate da una realtà come la Fondazione Arca nell’assistenza dei profughi nelle proprie strutture?

“La difficoltà principale è, appunto, la lingua Per questo abbiamo formato una equipe di operatori e volontari che parlasse ucraino e conoscesse da vicino gli usi e i costumi della società ucraina Questo ha notevolmente facilitato l inserimento Li abbiamo accolti in una delle nostre strutture dove già vivevano madri e bambini provenienti dall Africa Le profonde differenze culturali, indubbiamente, all inizio non hanno reso facile la convivenza reciproca Dopo tanti mesi insieme, però, la situazione è molto migliorata Le difficoltà comuni, infatti, hanno aperto orizzonti di comprensione reciproca molto ampi”

Come si stanno integrando queste persone nel nostro Paese? Quali sono i principali ostacoli all’integrazione?

“Il fattore più difficile per l’integrazione, al di là dell’ostacolo linguistico, è l’incertezza La maggior parte delle donne avendo lasciato a casa i propri mariti o compagni a combattere in un primo momento non si è impegnata particolarmente nell’apprendimento della lingua italiana Pensavano di tornare a casa subito Alcune di loro, con il tempo, hanno compreso che la fine della guerra, purtroppo, non sarebbe stata immediata e hanno deciso di rimanere in Italia anche dopo la fine del conflitto, anche perché spesso hanno trovato lavoro e soprattutto perchè le loro città sono state distrutte La scuola, soprattutto per i più piccoli, è stata un fattore determinante per la loro integrazione I più piccoli, infatti, frequentano asili e scuole materne italiane, mentre i più grandi, quando è stato possibile, hanno continuato a studiare con le proprie scuole in Ucraina grazie alla didattica a distanza” (m l )

LUMSAnews PAGINA 7
“Tutta la mia vita in una valigia con la famiglia che vive ancora in Ucraina”
“L’incertezza sul rientro e la lingua sono ostacoli all’integrazione”
Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca Daria, originaria da Kiev, scappata in Italia insieme al marito

LE ARMI

Artiglieria e mortai le armi più inviate a sostegno di Kiev in un anno di guerra

Il maggiore fornitore di sussidi militari

sono gli Stati Uniti con 4,5 mld di dollari

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia con l' “operazione militare speciale” pres enta peculiarità che differenziano questo conflitto dalle altre guerre degli ultimi decenni del 1900 come, ad es empio, quella in Iraq (1980-1989) e quella del G olfo (1990-1991) La differenza s ta nell’apparente as immetricità delle due fazioni D a un lato l’U craina, nazione di recente indipendenza - avvenuta nel 1991 - e con un apparato bellico in via di consolidamento Dall’altro la Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che dal punto di vista militare può vantare sul primo arsenale al mondo sul piano numerico e secondo soltanto a quello statunitense sul piano qualitativo Secondo i dati dell’Istituto Internazionale per gli Studi strategici (Iiss), nel 2021 la spesa destinata alla Difesa dall’Ucraina ammontava a 4,7 miliardi di dollari a fronte dei 45,8 miliardi s tanziati da Mosca La sproporzione è più che evidente ma, in termini relativi si tratta della medesima percentuale di spesa se confrontata con il prodotto interno lordo delle due nazioni che nel 2021 ha registrato 1 500 miliardi di dollari per la Russia e 155 miliardi per l’Ucraina Il dislivello emerge anche se si considera la fanteria a disposizione delle due parti nel conflitto S tando ai dati riportati dall’Is tituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), nelle prime ore dell’invas ione, le truppe di terra s chierate da Mosca sono arrivate a 130 000 unità, di cui 100 000 al confine e circa 30 000 nei territori di Donetsk e Luhansk, su un totale di 900 000 militari in servizio nelle diverse forze armate, arrivando a due milioni di unità con i ris ervis ti K iev, per difendere l iniziale invasione, ha schierato 80 000 unità s u un totale di 209 000

A ques ti potrebbero però es s ers i aggiunti circa 8 000 mercenari per ogni s chieramento I velivoli dell’aviazione ucraina sono poco più di 300, quas i tutti ereditati dall’ex Unione Sovietica, come i Mig 29 e Su-27 Anche se negli ultimi anni l’aeronautica di Kiev si è dotata di droni importati dalla Turchia che, secondo il generale S alvatore F arina “hanno fornito, insieme all’uso dei missili portatili contro-carro Javelin, forniti dagli occidentali, un supporto fondamentale agli ucraini s in dai primi giorni dell' invas ione per arres tare e neutralizzare le colonne corazzate russe ” La Russia dispone di più di 4mila velivoli, la maggior parte di quarta e quinta generazione come il Su30 e il Su35, entrati in linea di volo nel novembre del 2020 A nalizzando le forze di terra, gli ucraini hanno a disposizione circa 800 carri armati T64, T80 o T84 di produzione sovietica, quasi tutti sviluppati negli anni ’70 Solo il T84 è stato rimodernato e prodotto in Ucraina A

Una guerra atipica che sta vedendo l’impiego di cyber tecnologia Dai microdroni agli attacchi Ddoss

cui si sono aggiunti ultimamente 200 carri armati di tipo Leopard e Abrams provenienti dalla Germania e dagli USA La Russia può schierare oltre 2 800 carri armati, 5 160 veicoli da combattimento, 6 100 mezzi corazzati e circa 1 800 pezzi d'artiglieria Determinante il supporto del carro armato T90 che, come afferma il generale Farina, “è un mezzo di ultima generazione all’avanguardia” In più, la Russia può contare sui missili ipersonici Zircon imbarcati sulle proprie corazzate “La svolta nucleare è possibile ma non la ritengo probabile perché le conseguenze sarebbero catastrofiche e a grande spettro” Le dichiarazioni del generale Farina, sono comprensibili dal momento che, stando al report condotto dall’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (Iriad) nel febbraio del 2022, si stima che le testate nucleari all’interno dell’arsenale russo ammontino a un totale di circa 6mila unità 812 disposte in sistemi missilistici balistici di terra, 576 destinate all’utilizzo di s is temi balis tici montati s ui s ottomarini nucleari e ulteriori 200 trasportabili dai bombardieri Il numero che preoccupa di più è quello degli 11 sottomarini russi, sei dei quali in costruzione, in grado di trasportare armi atomiche La funzione strategica del sottomarino non è da sottovalutare in quanto è un mezzo difficilmente rintracciabile e potenzialmente schierabile in posizioni nevralgiche nei pressi di obiettivi militari nemici Volodymyr Zelensky continua a spingere per l'in-

Il sottomarino nucleare russo

Il K-329 Belgorod è uno degli 11 sottomarini a propulsione nucleare di cui la Russia dispone È lungo 184 m largo 15 m, con dislocamento in immersione di oltre 25000 tonnellate, una profondità operativa di 250 m e un equipaggio di 110 persone

vio di ulteriori aiuti militari da parte della Nato Durante l'ultimo vertice tenutosi a Kiev il 3 febbraio 2023 tra Ue e Ucraina, il presidente ha dichiarato nuovamente che: "servono subito armi per vincere" D all’inizio dell’invas ione rus s a del 24 febbraio 2022, l’Ucraina ha ricevuto aiuti militari da almeno 28 P aes i, i 25 dei quali s ono membri della Nato Solo gli Usa hanno inviato 4,5 miliardi di dollari in aiuti militari tramutati in 700 droni tattici Switchblade - drone portatile armato con un ordigno interno pronto ad esplodere - creati appos itamente per l' U craina, 20 elicotteri M i-17, 220 000 munizioni, 1 400 sistemi antiaereo Stinger, 6500 Javelin, 200 carri armati tra Abrams e M 113, quattro radar per la s orveglianza aerea e 7 000 fucili Nonostante le massicce forniture di armi da parte dei Paesi Nato e, nonostante l accelerata formazione dei militari ucraini all’impiego di armamenti di provenienza statunitense ed europea, le forze di Kiev continuano a combattere prevalentemente con armi di fabbricazione sovietica

L' Italia, s in dalle prime battute del conflitto, ha partecipato al sostegno militare ed umano approvando il primo “pacchetto di aiuti” già il 28 febbraio Il nostro Paese risulta tra i primi dieci paesi per il sostegno all’Ucraina con aiuti stanziati pari a circa 800 milioni di euro

Secondo un’analisi condotta dal Wall Street Journal in collaborazione con analisti dell’Intelligence s tatunitens e, il più grande fornitore di armi all’Ucraina è la Russia

La rapida avanzata dell’Ucraina nella regione di Kharkiv (nord-est) il mese scorso ha permesso agli uomini di Zelensky di appropriarsi di un’enorme quantità di armi pesanti russe tra cui centinaia di carri armati, obici - arma a lunga gittata simile ad un mortaio - e veicoli blindati Mosca ha paradossalmente superato gli Stati Uniti nella fornitura di armi; in termini numerici l’Ucraina ha catturato almeno 460 carri armati russi, 92 obici, 448 veicoli da combattimento di fanteria, 195 veicoli da combattimento blindati e 44 sistemi missilistici

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di LORENZO URBANI
il dossier
Due SU-35 in formazione, impiegati dall Aeronautica Militare ucraina nel conflitto, Airwolfhound from Hertfordshire, UK, CC BY-SA 2 0, via Wikimedia Commons

“Un errore di Mosca attaccare su un fronte lungo 300 chilometri”

Il generale Farina a Lumsanews

contro i civili Come è riuscita l’Ucraina a resistere all’avanzata russa all’inizio del conflitto?

“Le operazioni condotte in Bosnia, Albania e Kosovo appartengono a quella categoria di missioni militari di risposta alle crisi e in supporto della pace al fine ristabilire le condizioni di sicurezza o il rispetto degli accordi in attuazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU o di un mandato internazionale L’uso della forza in questo tipo di operazioni è sempre regolato e può variare dall’autodifesa nei casi di peacekeeping (UNIFIL in Libano) a vere e proprie azioni belliche nei casi di peace-enforcing (Korea nel ’50 e Kuwait nel ’91) L’aggressione della Russia contro lo Stato libero e indipendente dell’Ucraina, oltre ad aver violato palesemente il diritto internazionale, è una guerra classica con operazioni belliche diffuse e ad alta intensità e, purtroppo, efferate violenze anche

Nella prima fase iniziata il 24 febbraio le truppe russe hanno condotto un attacco su più fronti per disarticolare l esercito avversario e sostituire i Vertici Ucraini Ciò non è accaduto per la fortissima coesione militare ma soprattutto per lo spirito di resistenza della popolazione che forse i russi non si aspettavano Il fattore principale è stato quindi la volontà ferrea di non sottomettersi all’invasore, ma anche gli armamenti hanno aiutato Fondamentale all’inizio della guerra l’uso dei missili portatili contro-carro Javelin, forniti dagli occidentali, così come assai importante è stato il supporto dei droni Bayaktar impiegati dagli ucraini sin dai primi giorni per arrestare e neutralizzare le colonne corazzate russe” Da cosa è dipesa questa frenata iniziale dell’avanzata russa? È stato commesso un errore di valutazione?

“A parte la velleità di condurre un blitz su Kiev in pochi giorni, la dirigenza russa ha commesso l’errore strategico di attaccare su un fronte lungo circa 3000 chilometri con una dispersione di forze che ha facilitato molto il difensore Diverso sarebbe stato se quell’entità di 150mila uomini, carri armati e velivoli russi fossero stati concentrati soltanto nell’area Sud Est In quel caso l’attacco avrebbe avuto un esito molto diverso, con la probabile conquista della riva sinistra del fiume Dnepr, dividendo così in due il territorio Ucraino L’esercito russo non ha applicato un principio fondamentale dell’arte della guerra: la concentrazione degli sforzi”

Si può affermare che il conflitto abbia definitivamente consolidato l’impiego di droni portatili nello scenario bellico?

“L’impiego diffuso di droni è la più grande novità di questo conflitto, con forte impatto sulla manovra e sugli schieramenti I mini e micro droni ad esempio possono essere usati sia con funzione di osservazione e ricerca obiettivi (grazie a telecamere e sensori a ricerca di calore, possono rivelare posizioni nemiche, nonché campi minati) sia come trasportatori di ordigni per neutralizzare l’avversario La presenza di questi mezzi imprevedibili, silenziosi e letali richiede nuove posture difensive e l’introduzione di sistemi controdroni in grado di individuarli e neutralizzarli attraverso attacchi elettromagnetici o con armamento cinetico

Si è parlato molto dell’invio all’Ucraina di carri armati Leopard e Abrams. Secondo lei, qualora capitasse che questi armamenti cadessero in mani nemiche, potrebbe sussistere una possibilità che i russi copino queste tecnologie?

“I russi hanno dei carri armati all’avanguardia come i T80, T90 e in numero limitato il nuovo T14 Armata quindi sono stati e sono tuttora produttori di ottimi mezzi Quando si è in guerra bisogna mettere in conto anche la possibilità che un proprio sistema finisca nelle mani dell’avversario Poi occorre tener conto che la competizione tecnologica è sempre presente anche e soprattutto in tempo di pace quindi non sarebbe un disastro per l’Occidente”

ucraine in regioni russe sono avvenute a ridosso del confine solo per neutralizzare convogli e depositi nemici Quindi non vedo né la possibilità pratica né la volontà degli uomini di Zelensky di andare ad occupare territori russi

Con le tecnologie e gli armamenti di oggi quanto pensa potrà durare ancora questo conflitto?

Tutti auspichiamo che la guerra finisca, ma la realtà purtroppo ad oggi è un’altra È possibile che la Federazione Russa scateni un grande attacco a tutto campo tra qualche settimana L’obiettivo di Mosca è sempre quello di giungere a una situazione militare così favorevole per poi presentarsi ai tavoli negoziali in una posizione di forza L’esercito ucraino continuerà a difendersi portando, inevitabilmente, a un prolungamento del conflitto con nuove sofferenze per la popolazione civile E’ auspicabile che si giunga al più presto a un cessate il fuoco Altrettanto importante sarà poi non seguire i modelli approssimati degli accordi di Minsk 1 e 2 che causerebbero ancora tensioni e conflitti per i prossimi decenni Occorre puntare invece ad accordi chiari e ad oggettive misure di implementazione, per una pace che dovrà essere solida e sostenibile nel tempo, che contempli anche un nuovo quadro di equilibrio strategico e il ritorno al rispetto del diritto internazionale”

(l u )

Il

missile ipersonico che spaventa l’Europa

Può intercettare obiettivi sia marini che terrestri ad una distanza non inferiore a 1 000 km Negli ultimi mesi di guerra è aumentato esponenzialmente il numero di esercitazioni militari della marina russa in cui si testava l’impiego di questo missile

Tempo fa Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato che il suo paese userà il nucleare se Kiev attaccherà le regioni russe Secondo lei, quante probabilità ci sono che questa guerra scaturisca in un conflitto nucleare?

“Le dichiarazioni di Medvedev avvengono ormai periodicamente Sono messaggi trasversali per cercare di far dividere l’opinione pubblica occidentale La svolta nucleare è possibile ma non la ritengo probabile perché le conseguenze sarebbero catastrofiche anche per la stessa Federazione Russa L’Ucraina da parte sua tende a difendere i propri confini; le poche incursioni

“L’unione è la forza degli ucraini”
I velivoli di importazione turca sono stati fondamentali nelle prime ore dell’invasione
Droni Bayhaluk
La coesione militare e lo spirito di resistenza ha frenato l’avanzata russa LUMSAnews PAGINA 9
La forza ucraina
Il generale Salvatore Farina, ex Capo di Stato Maggiore dell Esercito italiano, in un intervista rilasciata a Lumsanews, ripercorre le fasi salienti dell invasione e offre un analisi delle strategie e degli armamenti impiegati dalle due fazioni Lei è stato capo del Centro operativo interforze dello lo Stato maggiore della difesa, pianificando e dirigendo le operazioni militari delle forze armate italiane tra Bosnia, Albania, Macedonia, Kosovo alla fine degli anni ‘90 Quanto è cambiato il modo di condurre le operazioni belliche rispetto a quegli scenari?
La più grande novità della guerra ha modificato le tattiche della fanteria
Micr odr oni
Le dichiarazioni di Medvedev sono mirate a destabilizzare l’Occidente
Paura nucleare
Lo Zircon è un missile di nuova generazione che viggia a una velocità 9 volte superiore a quella del suono
Salvatore Farina, ex Capo di Stato Maggiore Esercito

La Russia stretta tra le sanzioni Crolla il mercato del gas, su la benzina

Aun anno dallo scoppio del conflitto, la guerra in Ucraina continua ad avere conseguenze sull'economia globale Tra febbraio e dicembre dello scorso anno, l'Unione europea ha imposto alla Russia una serie di sanzioni che comprendono restrizioni individuali e multe che hanno due obiettivi: limitare gli scambi commerciali e l'approvvigionamento di risorse nei confronti della Russia, in modo da comprometterne la capacità di proseguire l'invasione e sanzionare i soggetti responsabili del sostegno al governo russo "Tutte le sanzioni imposte dall'Unione e che hanno bloccato l esportazione di beni e prodotti tecnologici stanno avendo ancora oggi un impatto sui processi produttivi russi", spiega a Lumsanews Michele Polo, docente di Economia Politica e prorettore dell'Università Bocconi di Milano "Per alcuni beni, come le automobili - prosegue l'economista - le vendite interne in Russia sono crollate nella primavera 2022 a causa della mancanza di semiconduttori che vengono utilizzati anche nelle produzioni di microprocessori"

Il professore fa riferimento alla carenza di minerali come silicio e germanio, elementi principali nel campo dell'elettronica: questi sono necessari per la realizzazione dei microprocessori essenziali per il funzionamento delle auto moderne

Non solo l'Unione europea ma anche altri Stati hanno adottato pacchetti di sanzioni contro la Russia Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno isolato le banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift; hanno vietato alle navi Ue di trasportare petrolio greggio russo verso paesi terzi; hanno bloccato i patrimoni esteri di ricchi oligarchi, uomini vicini a Putin (come Roman Abramovič, ex presidente del Chelsea, e German Chan, maggior azionista della Alfa Bank) perché temevano che finanziassero il governo russo nel conflitto; hanno bloccato inoltre ogni investimento straniero nell'economia russa con sanzioni sulle aperture di nuovi negozi e catene; congelati i beni di Vladimir Putin e del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov Si tratta di iniziative senza precedenti che hanno un effetto devastante sull'economia del Cremlino: subito dopo l'annuncio delle prime sanzioni, avvenute il giorno seguente l'invasione, la moneta russa, il rublo, ha perso il suo valore di quasi il 30%

Il mercato del gas I segni di un anno di guerra si avvertono anche sui mercati del gas e del petrolio La Russia è il più grande esportatore mondiale di gas naturale e copre circa il 36% del fabbisogno energetico dell'Ue (fonte ISPI) Dalla Federazione russa provengono anche il 27% dell'import di petrolio e il 46% del carbone Negli ultimi 10 anni il calo di produzione in Norvegia ha aumentato la dipendenza energetica europea da Mosca

Nel dicembre 2022 l'Unione europea ha trovato un'intesa provvisoria sul REPowerEU che mira a rafforzare l'autonomia strategica dell'Ue diversificando e potenziando l'approvvigionamento energetico, a seguito del protrarsi del conflitto in Ucraina

Per l'Italia, nel 2021 la Russia rappresentava il maggiore partner per l'importazione di metano con 29,1 miliardi di metri cubi, mentre nel 2022, dopo lo scoppio della guerra, la quota proveniente da Mosca è scesa a 11,2 miliardi di metri cubi (-61%) Uno scenario, secondo Michele Polo, che “vede sempre più una riduzione della dipendenza dei paesi europei dal Cremlino” È cresciuto il flusso proveniente dall'Algeria (+12%), passando da 21,2 a 23,7 miliardi di metri cubi L'Azerbaijan è invece il terzo paese da cui l'Italia riceve più gas con una fornitura di 10 2 miliardi di metri cubi a fronte dei 7 2 del 2021 Secondo i dati Snam (Società Nazionale Metanodotti) da aprile a dicembre 2022, l’Italia ha ridotto la dipendenza dal gas russo di oltre il 40% rispetto al periodo pre-guerra

In bolletta, per gli italiani, il prezzo del gas ha subito un'oscillazione dai 180 € per megawattora del dicembre 2021, prima dell’inizio della guerra in Ucraina, fino a raggiungere il picco di 338 € a fine agosto 2022 Alla fine dello scorso anno il prezzo del combustibile ha toccato la cifra di 76 € e per marzo 2023 è prevista un'ulteriore discesa sotto i 51 € per megawattora

Il prezzo del metano a febbraio 2023 è stato pari a 0,731604 euro/Smc

Sale il prezzo della benzina

Come spiega Michele Polo, la Russia aggira le sanzioni sul greggio adoperando le tecniche dello shadow fleet ("flotta ombra") e del blending ("miscelazione") Secondo la società marittima Braemar sono oltre 100 le petroliere che formano la flotta ombra attraverso cui il Cremlino trasporta il proprio greggio all'estero: si tratta di navi obsolete straniere che vendono anonimamente il petrolio ad anonimi acquirenti Insieme a questo, la Russia adotta anche il metodo della miscelazione della propria benzina con quella di altre fonti, in modo da farne perdere l'origine Dall inizio della guerra il costo medio del carburante in Italia è salito fino a 1 884 € al litro nell estate 2022 Dopo una prima discesa nell autunno (1 6 € al litro), il prezzo della benzina è di nuovo salito Al momento si è stabilizzato sulla cifra di 1 852 € al litro

I numeri dell’import-export della Russia

Le importazioni di merci dalla Russia all’Europa, dopo il picco nel mese di marzo 2022 (23,5 miliardi di euro), sono calate toccando i 13,5 miliardi nel novembre 2022 Al contrario le esportazioni in Russia dall’UE sono in forte ascesa: dopo aver toccato quota 2 9 miliardi ad aprile 2022 a fine 2022 hanno toccato quota 5,4 miliardi di euro In nove mesi si registra una riduzione delle vendite e dei consumi (contrazione) del 42,4% In un articolo sulla rivista Energy Policy, il vice primo ministro della Russia

Aleksander Novak ha reso noto che nel 2022 le esportazioni complessive di gas russo sono diminuite del 25 1% a 184,4 miliardi di metri cubi La quantità del petrolio esportata invece è aumentata del 7,6% raggiungendo i 242 milioni di tonnellate

A causa della guerra le industrie europee sono state colpite dall'aumento dei prezzi di alimenti, gas e petrolio Tutto questo viene compensato da un aumento in Europa delle esportazioni di paesi meno toccati dalla crescita dei costi come ad esempio gli Stati Uniti Tutto questo rappresenta una serie di problemi che si ripercuotono non solo sulle economie mondiali ed europee ma anche italiane

Aumento dei prezzi dei prodotti agricoli Ad aumentare sono stati anche i prezzi dei prodotti agricoli L Ucraina, considerato il "granaio d'Europa", con il 40% della terra coltivabile di migliore qualità del mondo, è una dei più grandi esportatori di grano del mondo A far alzare i prezzi dei prodotti agricoli, secondo Coldiretti, è stata “la sospensione, a causa della guerra, delle spedizioni commerciali dai porti sul mar Nero dell'Ucraina che, insieme alla Russia, rappresenta quasi un terzo del commercio mondiale di grano (29%) ma anche il 19% delle forniture globali di mais per l'allevamento animale e l'80% delle esportazioni di olio di girasole L'Italia importa dalla Russia il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais per l'alimentazione del bestiame In un solo giorno, il 24 febbraio 2022, subito dopo l'invasione dell Ucraina, le quotazioni del grano sono cresciute del 5,7% - secondo Andrea Panchetti, presidente Cna Firenze - mentre nei tre giorni successivi il costo della farina di grano tenero è aumentato del 10%

Lo scenario macroeconomico

dell’Italia fino al 2025

Secondo le proiezioni per l’economia italiana presentate nell’ultimo bollettino della Banca d’Italia pubblicato il 24 gennaio 2023 i costi del gas e dell’elettricità avranno un impatto a lungo termine sull’economia dell’Ue Il PIL dopo una crescita di quasi il 4% nel 2022, rallenterebbe nel successivo triennio, espandendosi dello 0,6% quest’anno e dell’1,2% sia nel 2024 che nel 2025

L’inflazione, salita quasi al 9% in media nel 2022, scenderebbe al 6,5% nel 2023 fino a portarsi al 2% nel 2025 La guerra in Ucraina continuerà a rappresentare un fattore di forte instabilità Nelle ipotesi della Banca d’Italia le quotazioni energetiche rimangono relativamente elevate per il 2023 fino a ridursi gradualmente nel biennio successivo Nel 2024-2025 il commercio mondiale tornerebbe a crescere a ritmi più sostenuti e si ipotizza una stabilizzazione dei tassi di interesse nominali (prestiti, finanziamenti, mutui)

PAGINA 10 il caso

La guerra in Ucraina è la prima guerra raccontata, oltre che dai media tradizionali, anche dai social Con questo conflitto, però, la pervasività dei nuovi media ha raggiunto il suo apice “Il web ci rende più o meno liberi?

L a d d o v e s i d i s p i e g a i n a m b i e n t i g i à l i b e r i è u n o s t r u m e n t o d i l i b e r t à L a d d o v e q u e s t a l i b e r t à n o n c’è ne emerge il lato oscuro” spiega in un’intervista a Lumsanews Francesco Nespoli ricercatore in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università Lumsa I nuovi media sono, infatti, sempre più coinvolti nel documentare quanto accade nel mondo, incluse le guerre Quali sono le conseguenze?

“ I social permettono a chiunque di essere creatore e fruitore del contenuto Le piattaforme in gioco sono tantissime: Twitter, Telegram, Tik Tok Questo è il primo conflitto di rilevanza mondiale nell’era Tik Tok

Tra propaganda e fake news la guerra corre sui social

Èla notte fra il 23 e il 24 febbraio 2022 All'alba irrompe la notizia dell’aggressione russa all’Ucraina Da subito diventa anche una guerra televisiva, fatta di immagini, di leader che parlano in diretta ai propri popoli, di racconti contrapposti, di social, d'informazione e disinformazione È il primo conflitto che coinvolge tutti i media Tanto che gli esperti l’hanno definita la “prima guerra dei social media” Accanto ai media più tradizionali come i giornali, le radio e le tv si affiancano, infatti, i social media e le applicazioni di messaggistica istantanea

Le piattaforme in gioco sono tantissime: Facebook, Twitter, Instagram, Tik Tok, Telegram Da una parte la propaganda del presidente russo Putin che passa attraverso il controllo dei media e persuade la popolazione evitando che i media occidentali arrivino in Russia Dall'altra l impronta del presidente ucraino Zelensky, che da ex attore ha una enorme sensibilità alla comunicazione e riesce a usare con abilità i nuovi mezzi di comunicazione

La comunicazione in Russia

Il controllo dei media avviene attraverso Internet Research Agency, un’azienda russa impegnata in operazioni di propaganda online Novaya Gazeta, media indipendente russo, ha, per primo, fatto luce sul suo vero volto: la più grande fabbrica russa di troll che nel gergo della Rete indica chi interviene all’interno di una comunità virtuale per disturbare le normali interazioni tra gli utenti

Nella strategia di Putin c'è poi la progressiva compressione della libertà di parola ed espressione Novaya Gazeta è stato dapprima bollato come agente straniero, quindi operante sul territorio russo ma facente gli interessi di Paesi esteri per poi essere costretta a chiudere a seguito dell’introduzione di una legge contro le “fake news” del marzo 2022 per cui si rischiano fino a 15 anni di carcere se si diffondono versioni alternative a quella della “operazione militare speciale”

Guerra e invasione sono, infatti, parole bandite Proprio in base a questa legge Ilya Yashin, oppositore politico del Cremlino, è stato condannato a otto anni e mezzo di carcere Il suo errore è stato quello di aver

parlato della responsabilità russa nel massacro di Bucha in una diretta sul suo canale You Tube L’azione di Mosca si è, infine, orientata impedendo l’accesso ai social come Instagram e Facebook, ma molti russi aggirano la censura utilizzando il software VPN (Virtual Private Network) Questo strumento maschera il reale indirizzo dell’utente consentendo di scavalcare la censura

La coralità di voci nel campo ucraino Dall’altra parte c’è la strategia comunicativa dell’Ucraina in cui storie e esperienze personali di guerra vengono diffuse da civili e soldati attraverso

Twitter, Instagram, Tik Tok e Telegram dove il presidente Zelensky pubblica quotidianamente video, foto e dichiarazioni Il canale ufficiale del governo conta più di 1,4 milioni di abbonati mentre il 23 febbraio, prima dell inizio del conflitto, ne contava solo 65 mila

A oggi i profili ufficiali dei Zelensky, Instagram e Twitter, sono seguiti rispettivamente da 16,9 milioni di follower e 7 milioni e 126 mila Anche l’esercito ucraino ha un account Twitter che aggiorna sulla guerra Queste testimonianze dirette dal campo spesso smentiscono la propaganda russa, svolgendo azione di fact checking In svariate occasioni i civili hanno condiviso notizie prima ancora che i media potessero arrivare sul posto, fornendo una trasmissione immediata dei fatti

Le insidie del web I social media sono usati per fornire un racconto in tempo reale o quasi di ciò che accade sul campo Ma allo stesso tempo sono il mezzo attraverso cui condividere propaganda, disinformazione e fake news Un tema, quest'ultimo, molto rilevante nel conflitto russo-ucraino In merito a esse è degno di nota il lavoro che svolge Newsguard, start-up statunitense lanciata nel 2018 che permette agli utenti di riconoscere le fake news che sta monitorando le principali fake news sulla guerra Dall’inizio del conflitto ha sfatato più di cento narrazioni false relative alla guerra e identificato 338 siti con disinformazione su Russia e Ucraina La maggior parte delle notizie false nega le atrocità perpetrate dalla Russia in Ucraina o demonizza gli ucraini Da non sottovalutare, infine, l'aspetto dell’assuefazione a immagini così forti Anche se tutto quello che viene pubblicato su Internet rimane per sempre, al contempo è vero che nulla è più effimero di un post sui social

Come suggerito dal ricercatore Francesco Nespoli, la finzione dei social fa sembrare finta la realtà quindi la guerra Su Tik Tok, soprattutto, il rischio è quello di una “costruzione un po' patinata del contesto”, con il rischio di far sembrare la guerra un evento ordinario

Il ricercatore Francesco Nespoli

T u t t o c i ò p o r t a a d a v e r e u n a m o l t i p l i c a z i o n e d i fonti e messaggi Accanto ai tradizionali operatori dell’informazione dunque abbiamo diversi attori: fotografi che documentano il conflitto con i prop r i a c c o u n t p e r s o n a l i a n z i c h é u s a r e s i t i , b l o g , giornali; i soldati che pubblicano video di sé e dei compagni pronti alla battaglia L’ esercito ucraino h a u n p r o p r i o a c c o u n t T w i t t e r c h e a g g i o r n a , i n tempo reale, della situazione sul campo” D a u n a p a r t e l a p o s s i b i l i t à d i a v e r e u n p a n or a m a i n d i r e t t a d e l c o n f l i t t o , d a l l ’ a l t r o i l p r o b l e m a d e l l a possibile confusione i n u n o s c e n a r i o molto frammentato “ Q u e s t o c o n f l i t t o c o i n v o l g e t u t t i i m e d i a , d a q u e l l i p i ù t r a d i z i o n a l i c i o è stampa, televisione e r a d i o a q u e l l i n u o v i come You Tube, Tel e g r a m , T i k T o k È p e r c i ò f a c i l e f a r e confusione in questo m a r e m a g n u m d e ll i n f o r m a z i o n e c o s ì p o l v e r i z z a t a e d i f f ic i l e d a v e r i f i c a r e C’è anche il rischio che social e web possano div e n t a r e u n o s t r u m e n t o d i p r o p a g a n d a T u t t o d ip e n d e d a l c o n t e s t o p o l i t i c o i n c u i c i s i t r o v a Tendiamo ad interpretare l’effetto dei social media come se fosse indistinto e omogeneo a tutte le nazioni e latitudini e in tutti i sistemi politici ma così non è Nei contesti politici più liberali o comunque dem o c r a t i c i i l w e b d i v e n t a u n ’ o p p o r t u n i t à p e r m e tt e n d o d i c o n t r o l l a r e l a v e r i d i c i t à d e l l e informazioni e smentire eventuali falsi e questo è quello che succede in Occidente In altri contesti, più simili a dei regimi autocratici, c’è il controllo dell’informazione Tecnicamente è più difficile di una volta ma Russia e Cina ci riescono comunque a controllare l’accesso alle fonti Il web ci rende p i ù o m e n o l i b e r i ? D i p e n d e d a l P a e s e i n c u i v iviamo”

Da una parte c’è la propaganda russa che controlla i media e blocca l’accesso ai social Dall’altra storie ed esperienze personali di guerra diffuse dai cittadini ucraini Due “modelli” antitetici

“In Russia c’è un modello di controllo con l’intervento centrale che riesce a governare i flussi di informazione In Ucraina c’è, invece, un modello dal basso che punta alla massima trasparenza e che inv i t a a l c o n t r i b u t o c o l l e t t i v o , a c o n d i v i d e r e m omenti, storie, messaggi Non a caso audio e video pubblicati da persone comuni o attori di guerra provengono più spesso da parte ucraina Si badi però che anche in Ucraina c’è un approccio a livello centralistico alla condivisione di informazioni in circolazione Semplicemente si dà più spazio d’azione ai cittadini” ( s l )

“La prima guerra raccontata dai social media mostra il doppio volto del web”
L’ESPERTO
LUMSAnews PAGINA 11
Il canale Instagram di Zelensky è seguito da quasi 17 milioni di follower. Sono 7 milioni su Twitter

I russi occupano Zaporizhzhia

L’esercito russo entra nella centrale nucleare

I soldati dell’Azovstal negoziano la resa con gli occupanti 264 militari ucraini vengono evacuati dopo un mese di resistenza nell’acciaieria di Mariupol

L’inizio dell’invasione

Vladimir Putin, in diretta nazionale, annuncia quella che Mosca chiama “operazione militare speciale” in Ucraina Ha inizio l’invasione su quattro fronti

Mariupol viene bombardata Un missile russo distrugge il reparto di maternità dell’ospedale della città Mosca parla di “messa in scena”

Vengono diffusi i primi video

Missili sulla stazione di Kramatorsk Il bilancio dell’attacco è critico Almeno 50 morti (di cui 10 bambini) e 100 feriti

Svezia e Finlandia richiedono l’ingresso nella Nato

FEB MAR MAG

Nasce nel 1978 a Kryvyi Rih in Ucraina

Nel 2000 si laurea in giurisprudenza all' Università Economica nazionale di Kiev

Abbandona la carriera da avvocato e diventa attore nella serie “Servitore del popolo”

Nel 2018 alcuni dipendenti della casa di produzione fondano un partito politico

II 31 dicembre 2018 Zelensky annuncia la sua candidatura per le presidenziali

II 20 maggio 2019 diventa presidente dell'Ucraina, ma non ottiene la maggioranza in Parlamento

A luglio 2019 diventa presidente Lavora per avvicinare l’Ucraina all’Occidente

Nasce nel 1952 a Leningrado, oggi San Pietroburgo

Nel 1970 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e si avvicina alla politica

Nel 1975, viene assunto come agente del KGB, i servizi segreti russi

Nel 1999 Eltsin rassegna le sue dimissioni e Putin diventa presidente ad interim

Nel 2000 e poi nel 2004 viene confermato presidente della Federazione Russa

Esaurito il limite dei due mandati, nel 2008 non può ricandidarsi ma viene nominato primo ministro

Nel 2012 ritorna presidente Carica riconfermata alle elezioni del 2018

ZELENSKY PUTIN 365 giorni PAGINA 12
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APR 02
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Prime testimonianze del massacro nella città di Bucha Helsinki e Stoccolma completano la procedura di richiesta di adesione
L’attore della serie tv profetica divenuto simbolo di una nazione
L’ex uomo dei servizi segreti incarnazione della democratura

L’avanzata ucraina parte delle zone ad est del fiume Dnipro Nella ritirata le forze russe hanno distrutto centrali elettriche e idriche, danneggiando anche le reti delle comunicazioni

21 Zelensky parla all’Onu

In collegamento video, invoca l’istituzione di un tribunale speciale contro i crimini di guerra russi

Zelensky vola negli USA 22

6/7 Putin propone la tregua per Natale Per Zelensky è una copertura per preparare nuovi attacchi

La Russia annette nuovi territori

Putin firma l’annssione di Donetsk, Zaporizhizhia, Kherson e Luhansk

È il primo viaggio negli Stati Uniti per il presidente ucraino Oltre ad avergli concesso i missili Patriot, il presidente americano Biden, assicura il totale supporto all’Ucraina

L’invio di carri armati a Kiev

Gli Usa e la Germania inviano carri armati di nuova generazione

LUMSAnews PAGINA 13 AGO SET DIC GEN 4,7 mld FONTE: Istituto Internazionale per gli Studi strategici FONTE: Istituto Internazionale per gli Studi strategici 45,9 mld Spesa della Russia per le ar mi Spesa del’Ucr aina per le ar mi 152 FONTE: UNESCO Siti culturali danneggiati o distrutti Tra cui: 70 edifici religiosi, 30 edifici storici, 18 centri culturali, 15 monumenti, 12 musei e sette biblioteche All’amministrazione ucraina sono state recapitate 320 000 richieste di risarcimento da parte dei proprietari Infr astr uttur e colpite 150 mila FONTE: UNESCO e governo ucraino FONTE: Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati 8milioni I pr ofughi ucr aini 5 milioni hanno richiesto assistenza temporanea in un paese membro dell’Unione europea 456 Bambini mor ti FONTE: Onu I civili mor ti in un anno di guer r a FONTE: Onu 7mila FONTE: Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo 2022 FONTE: Istituto per gli studi di politica internazionale 900 (2 milioni con i riservisti) 4 mila 2.800 800 300 80 (200 mila con i riservisti) Le armi della Russia Le armi dell’Ucraina FONTE: Onu e Stato Maggiore Ucraina FONTE: Onu e Stato Maggiore Ucraina 120 mila 60 mila Militari ucr aini deceduti Militari r ussi deceduti
Inizia la controffensiva 30
25
mila mila

Voci del dolore e della speranza la guerra raccontata su Telegram

La morte, la distruzione, la fuga, li abbracci E ancora: genitori che si separano dai figli, mariti mandati al fronte e mai più tornati, bambini rimasti orfani, uomini e donne senza più casa, lavoro e futuro La guerra in Ucraina è anche la lunga sequenza di immagini che il mondo ha visto e condiviso Dallo scoppio del conflitto i social e le applicazioni, come Telegram, hanno dato voce a un’infinità di fotografie e video offrendo l’opportunità di comprendere cosa sta accadendo nel cuore dell’Europa da un anno a questa parte

L’Ucraina, nonostante le bombe e il dolore, resiste

Q u i n d i c i n a l e d e l M a s t e r i n g i o r n a l i s m o d e l l a L U M S A

D i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e C a r l o C h i a n u r a

D i r e t t o r e s c i e n t i f i c o F a b i o Z a v a t t a r o

R e d a z i o n e

A l b e r t o A l e s s i , M a d d a l e n a L a i , S i l v i a L o n g o , R a f f a e l e R o s s i , S o f i y a R u d a , V e r o n i c a S t i g l i a n i , B e a t r i c e S u b i s s i , L o r e n z o U r b a n i

T e s t a t a r e g i s t r a t a a l T r i b u n a l e d i R o m a n 4

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