Rassegna stampa 19 marzo 2015 def

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s o i z e r p r e d e F a p m a t S a n g e s s Ra



19 Marzo 2015 ECONOMIA E MERCATI IL SOLE 24 ORE AREZZO NOTIZIE INVESTIRE OGGI IL MESSAGGERO IL SOLE 24 ORE PREZIOSA MAGAZINE AREZZO NOTIZIE PREZIOSA MAGAZINE PAMBIANCONEWS AREZZO NOTIZIE IL SOLE 24 ORE IT ESPRESSO

L’export di orologi rimbalza a gennaio grazie all’Asia: +3,7% Export, il 2014 chiude in rosso ma sul saldo persa il prezzo dell’oro Oro, quotazioni triple tra 15 anni. Previsto un boom della domanda in Asia La domanda d'oro in Asia è destinata a raddoppiare entro il 2030 forzando al rialzo le quotazioni del prezioso metallo. MODA 24 - Moda&design, fatturato 2014 a +2,9% Pillole di Economia / Lusso, in positivo i bilanci 2014 I dati dell’Istat: l’export italiano va, quello di Arezzo no e-Commerce, il consumatore chiede più Festina Italia, vendite +15% nel 2014 Commercio elettronico in Italia: dati positivi e fattori frenanti L’oro cancella il rialzo dell’anno e cala sotto 1.160 $ Identikit degli utenti di e-commerce

COMPRO ORO GIOILLIS

FISCO LA NAZIONE STRETTOWEB.COM PREZIOSA MAGAZINE

Meno gente vende i gioielli

«Sul pos sanzioni troppo severe» Confartigianato Calabria: “l’obbligo del Pos è una vera azione vessatoria” Il Rolex dei presidenti cambia look e quello da yacht resiste a 100 metri

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Basilea Confcommercio e legalità meeting in Prefettura «Leader nei gioielli in 7 anni» Il signore delle gemme Piaget apre a Parigi la sua boutique più grande al mondo Il giardino di Piaget Conto corrente con touch, i progressi nei pagamenti nell’agroalimentare È l’ora di Baselworld Liu Jo a Basilea con Glamour Gioielli Gianmaria Buccellati in mostra alla Reggia d Venaria Da Christie’s perle nere e gioielli da star Baselworld 2015: Chopard orologi Grand Prix de Monaco Historique


IL GIORNALE L’ORAFO PREZIOSA MAGAZINE

Carlo Sangalli confermato presidente di Confcommercio Moda e innovazione al Tarì Bijoux 2015 Swatch, le lancette si accomodano a tavola

Rassegna in collaborazione con


Economia e Mercati del 19 Marzo 2015

Baselworld. Da oggi con 1.500 marchi

L’export di orologi rimbalza a gennaio grazie all’Asia: +3,7% Matteo Zaccagnino Per l’industria svizzera degli orologi il 2014 si è chiuso in maniera contrastante, anche a causa della decisione della Banca nazionale svizzera che, con una mossa a sorpresa a metà gennaio, ha deciso di revocare il tasso di cambio minimo tra franco ed euro con relativo apprezzamento della valuta elvetica. Restano aperti ampi spazi di riflessione sulla tenuta di un comparto che negli ultimi tempi è sempre cresciuto sia in termini di fatturato sia di volumi. In un quadro ancora difficile da decifrare gli analisti si sono già sbilanciati e, pur con un cauto ottimismo, prevedono anche per il 2015 performance in linea con il 2014. E così, con un occhio ai tassi di cambio e con l’altro alle tante novità proposte dai principali brand dell’orologeria, si apre oggi Baselworld, la più grande e importante rassegna fieristica al mondo dedicata al mondo dell’orologeria e della gioielleria, che anche per l’edizione 2015 ha fatto registrare il tutto esaurito con 1.500 espositori da 40 nazioni. Ma se il Sihh di Ginevra si è svolto all’insegna dell’annuncio della variazione del cambio euro/franco con le relative incognite, all’apertura del Salone di Basilea si respira un’aria completamente diversa alla luce dei primi dati ufficiali sull’export. Secondo la Fédération de l’industrie horologére suisse, in gennaio l’export ha registrato un significativo + 3,7

per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno, pur con un giorno lavorativo in meno, per un valore di 1,6 miliardi di franchi. A fare la parte del leone resta l’alto di gamma. Nel dettaglio, i segnatempo posizionati in una fascia di prezzo superiore ai 3mila franchi hanno fatto segnare una crescita del 7,5%, mentre i modelli 500 e 3mila franchi hanno subito una flessione del 4,8 per cento. Situazione analoga anche per la parte bassa del mercato dove gli orologi tra 200 e 500 franchi si sono distinti con un +5,3% mentre la gamma sotto i 200 franchi ha lasciato sul terreno lo 0,7 per cento. Ma le buone notizie per il settore non finiscono qui. Motore di questa ripresa sono la Cina (+4,1%) e Hong Kong (+5,4%), mercati che solo pochi mesi fa erano finito sotto osservazioni a causa del loro brusco rallentamento. Buone notizie anche da Corea (+42,4%) e Taiwan (+22,6%). Insomma, l’Asia sembra tornaa. Alla grande.


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Oro, quotazioni triple tra 15 anni. Previsto un boom della domanda in Asia Giuseppe Timpone Aggiornato il 18 Marzo 2015, ore 10:10

Le quotazioni dell'oro sono viste finanche a triplicare da ANZ, uno dei maggiori commercianti del metallo al mondo. La ragione del boom è l'impennata della domanda asiatica. Se il prezzo dell'oro si attesta sui 1.147 dollari l'oncia al momento, vicino ai minimi di 1.132 dollari toccati nel novembre scorso e ben lontano dal massimo storico di 1.921 dollari l'oncia raggiunti agli inizi di settembre del 2011, per l'Australia and New Zealand Banking Group (ANZ), uno dei maggiori commercianti di oro al mondo, da qui ai prossimi anni si registrerà un vero boom delle quotazioni del metallo, grazie alla crescita della domanda in Asia. Secondo ANZ, gli acquirenti privati e istituzionali asiatici aumenteranno le richieste di oro dalle 2.500 tonnellate di oggi alle 5.000 entro il 2030, in conseguenza sia del maggiore benessere delle famiglie, grazie alla crescita dei loro redditi, sia dei maggiori investimenti dei fund manager e, infine, anche per l'accumulo di riserve di oro da parte delle banche centrali, le quali trovano sempre più conveniente diversificare gli assets e garantire le loro valute con il metallo. Quest'anno, India e Cina si confermeranno i maggiori acquirenti al mondo di oro con una domanda attesa rispettivamente a 900 e 1.000 tonnellate. Altre 400 tonnellate saranno acquistate dalle rispettive banche centrali. Fino al 2012 era stata l'India il primo acquirente al mondo, superata dal 2013 dalla Cina, in seguito alle restrizioni introdotte due anni fa da Nuova Delhi sulle importazioni del metallo, grosso modo rimosse nei mesi scorsi. APPROFONDISCI - Il prezzo dell'oro tornerà a salire dopo le novità dall'India? Alla base del raddoppio della domanda asiatica ci sarebbero diversi fattori: come dicevamo, l'incremento di benessere della popolazione, che la spingerà ad aumentare gli acquisti di oro per un fattore tipicamente culturale; giocherà un ruolo importante anche il progressivo invecchiamento della popolazione, perché i più anziani tendono a investire in assets solidi. Infine, le banche centrali, con la Cina, in particolare, ad ambire ad assegnare allo yuan un ruolo di valuta internazionale, potenzialmente concorrente al dollaro. Si pensi che nel 2014, le banche centrali di tutto il pianeta hanno effettuato acquisti di oro per 477 tonnellate, il secondo dato più alto degli ultimi 50 anni. Poiché le banche occidentali non hanno aumentato le loro riserve di oro, ne consegue che siano state quelle asiatiche ad avere accumulato metallo. In assenza di nuovi dati dalla People's Bank of China, sappiamo che la Banca di Russia fa incetta di oro da circa un anno. APPROFONDISCI - Il mondo fugge dal dollaro e la Russia fa incetta di oro. Ecco chi e perché compra lingotti Il risultato di questa nuova corsa all'oro sarà visibile per ANZ dalle quotazioni: saliranno a più di 2.000 dollari l'oncia entro il 2025 e a 2.400 entro il 2030, ma se la Cina dovesse aprirsi maggiormente come economia e si dovesse registrare nel mondo ulteriore instabilità finanziaria, il prezzo del metallo potrebbe portarsi fino a 3.230 dollari per ogni oncia, il triplo dei livelli attuali. Le previsioni di ANZ riguardano Cina, India, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. L'istituto ha trattato nel 2014 il 12% dell'oro prodotto nel mondo, risultando così tra i maggiori commercianti del pianeta.


(Teleborsa) - La domanda d'oro in Asia è destinata a raddoppiare entro il 2030 forzando al rialzo le quotazioni del prezioso metallo. E' questo il sintetico parere espresso dall'Australia and New Zeland Banking Group, (ANZ) sottoscritto dagli analisti Warren Hogan e Victor Thianpiriya. La domanda da parte degli investitori retail e istituzionali arriverà a quasi 5.000 tonnellate l'anno entro il 2030, dalle attuali 2.500 tonnellate. Per questo motivo i prezzi dell'oro potranno oltre i 2.000 dollari l'oncia entro il 2025, per arrivare 2400 dollari entro il 2030, fa rilevare il gruppo bancario australiano che ha fornito lo scorso anno oltre il 20% delle importazioni d'oro della Cina. Secondo il World Gold Council, la domanda dei più grossi acquirenti mondiali, India e Cina, sarà per un totale di 900/1000 tonnellate annue e, a questo, si dovranno aggiungere almeno 400 tonnellate di acquisti operati dalle banche centrali. ”La robustezza del nostro scenario di aumento della domanda di oro fisico, poggia sull'aumento dei redditi previsto per i lavoratori asiatici”, ha detto Warren Hogan, analista prezzo ANZ. “ L'oro sta per avere nuovamente quel ruolo di investimento perso negli anni passati”. Mentre il gruppo bancario australiano ha un obiettivo a breve termine di 1,100 dollari l'oncia, i prezzi aumenteranno fino al 2030 sulla crescita della ricchezza in Asia e per l'aumento degli investimenti da parte dei gestori di denaro. “Se il passaggio della Cina verso un'economia più aperta continua anche in presenza dell'attuale l'instabilità finanziaria globale, il prezzo può tranquillamente arrivare anche a 3000 dollari l'oncia nei prossimi anni”, ha detto ancora Warren. La quotazione spot dell'oro è attualmente di 1,147.61 dollari, dopo aver oscillato dai massimi del 2011 visti a 1921,17 e i minimi di novembre segnati a 1132,16.


di Marta Casadei 13/03/2015 Il mini euro, il calo del costo del petrolio e il Quantitative Easing varato dalla Bce: sono questi i tre grandi eventi che, insieme alla ripresa dell'economia Usa, potrebbero innescare in Italia la crescita tanto auspicata. Una ripresa, intanto, c'è stata: secondo i dati Istat elaborati dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, nel 2014 il fatturato del comparto moda e design ha segnato un +2,9% sull'anno precedente. Il dato è stato presentato durante il Fashion&design open innovation day che l'istituto di credito organizza da quattro anni per mettere in contatto investitori e start up, con un occhio rivolto ai trend e un altro alla tecnologia. La sfida di questo macro settore che unisce due grandi eccellenze del made in Italy – la moda e il design nelle loro piĂš svariate accezioni che vanno dal tessile alla gioielleria fino agli elettrodomestici – si gioca, ora piĂš che mai, su scala globale. A trainare la crescita del fatturato 2014, infatti, sono stati i mercati esteri: il valore delle esportazioni dei comparti tessile, abbigliamento, pelle e mobili è cresciuto del 4,1%, grazie a un +4,7% registrato nell'Europa a 28 e un +3,4% extra Ue. Quest'ultimo dato risulta in frenata rispetto ai due anni precedenti: la causa è da ricercarsi nella difficile situazione che coinvolge l'area ex Urss – la svalutazione del rublo, abbinata alla crisi politica – e il calo del prezzo del petrolio che sta avendo riflessi sia sull'economia russa sia su quelle dei Paesi Opec. Se il primo cliente del comparto moda design made in Italy è la Francia, seguita da Germania e Paesi Eda (Corea del Sud, Hong Kong, Malesia, Singapore, Taiwan e Thailandia), ad aver registrato tassi di crescita maggiori nel 2014 sono le esportazioni verso gli Stati Uniti. Nel 2015 il Pil Usa salirĂ del 3,2%, secondo le previsioni di Intesa: ÂŤLe prospettive di crescita dell'economia a stelle e strisce, unite al fattore cambio che dovrebbe mantenersi a favore della moneta americana per tutto il 2015, renderanno gli Usa una piazza ancor piĂš interessante per le imprese italiane spiega Stefania Trenti, Head of industry office della Direzione studi e ricerche . Lo è giĂ stata nel 2014: secondo i dati dell'US Census bureau, le importazioni americane di fashion&design dall'Italia sono cresciute del 9,6%, un ritmo nettamente superiore rispetto a quanto registrato dai competitor (+4%)Âť. Per primeggiare ulteriormente e su scala piĂš ampia i Paesi che beneficiano indirettamente del rafforzamento del dollaro spaziano dalla Cina agli Emirati – le imprese italiane devono potenziare la propria vocazione internazionale. E coniugare il proprio know how con le nuove tecnologie. Della sinergia tra conoscenze pregresse e dimensione hi tech sono testimonianza concreta le otto start up che hanno illustrato i propri progetti ai 150 presenti all'Innovation day (di cui 50 imprese, 25 investitori potenziali, 40 istituzioni), con l'obiettivo di ottenere finanziamenti e stringere accordi di partnership che possano contribuire a far crescere l'azienda a livello globale. Le “giovaniâ€? imprese sono le finaliste della quarta edizione del cluster Fashion&design di Start Up initiative, piattaforma di accelerazione internazionale attraverso cui, dal 2009, Intesa Sanpaolo seleziona promettenti realtĂ hi tech e le mette in contatto con il mercato. ÂŤSta avvenendo un processo di riconfigurazione della competitivitĂ industriale: ci sono aziende tradizionali che sono in crisi – dice Livio Scalvini, responsabile Innovazione e crescita imprese di Intesa Sanpaolo – e dall'altro realtĂ neonate che hanno bisogno di essere accompagnate nell'incontro con gli investitori. Il nostro ruolo è quello di un connettoreÂť. Dall'edizione pilota a oggi il programma ha fatto incontrare 540 startup con circa 6.500 tra investitori e imprese per un totale di oltre 55 milioni di euro raccolti.


Sei delle otto aziende che ieri hanno chiesto i finanziamenti necessari per lo sviluppo dai 420mila euro di Rentez Vous ai 650mila di Dis, fino agli 800mila di Molopolo – sono italiane o sono state fondate da italiani all'estero. Tutte rileggono in chiave piÚ prossima che futuribile alcune delle eccellenze tradizionalmente legate al made in Italy: dall'abbigliamento alle calzature hand made, dall'occhialeria al product design passando per la cosmesi. Tutte con ambizione, ma anche con un indice di ritorno sull'investimento ben chiaro, sia in testa sia su carta.


13 mar

Pillole di Economia / Lusso, in positivo i bilanci 2014 Accessori / Economia / Gioielli / Orologi Pubblicato da preziosa Swatch Group cresce nelle vendite malgrado l’incendio di inizio anno all’Eta e la situazione valutaria difficile. Festina Italia a +15% e Ferragamo trainato dagli accessori

Il mese di marzo è sempre tempo di bilanci per le società. Il 2014 sembra essersi chiuso, dal punto di vista finanziario, con molte buone notizie nel campo del lusso. Il gruppo Swatch vede crescere i suoi segmenti di orologi e gioielli, così in aumento è il fatturato di Festina Italia, la filiale del gruppo spagnolo, mentre gli accessori trainano le vendite di Ferragamo. Gruppo Swatch, fatturato da 8,6 miliardi. Il Gruppo Swatch, con i suoi 20 marchi, ha generato un fatturato lordo di 8,6 miliardi di euro nel 2014. Vendite aumentate del 3%, nonostante la situazione valutaria in corso molto difficile, con un effetto cambi negativo pari a 138 milioni di franchi svizzeri per l’intero anno. Inoltre, come era già stato evidenziato nell’outlook parziale, l’incendio alla sede dell’ETA aveva influenzato negativamente le vendite del primo semestre. Il segmento orologi & gioielli ha visto una crescita del fatturato lordo del 5,6% e del fatturato netto del 3,9%. Le esportazioni di orologi da polso alla fine di dicembre 2014 sono aumentate dell’1,7%. Molti gli investimenti nel marketing, come quello di Omega con il tour americano PGA Golf, e Longines nelle competizioni equestri, soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti.


Vendite a +15% per Festina Italia. Festina Italia, la filiale del gruppo orologiero spagnolo, ha chiuso l’esercizio 2014 con vendite a +15 per cento. Dopo una leggera contrazione delle vendite registrata nel 2013, il dato di chiusura 2014 si è assestato su un +15%. “Abbiamo osservato una chiara continuità positiva, come negli ultimi 4 anni, che ci fa ben sperare per questo 2015 iniziato con risultati favorevoli e nel rispetto delle previsioni di budget – spiega Ignazio De Lucia, recentemente nominato Direttore Generale della Filiale . Le nostre scelte sono dettate dalla volontà di costruire giorno per giorno riferendoci ad un orizzonte temporale di lungo termine, il mordi e fuggi non è nelle nostre corde ne nelle nostre intenzioni. La Filiale ha trovato un proprio ritmo di crescita che credo sia impostante rispettare”.

Ferragamo vola con gli accessori. Calzature, borse e accessori in pelle continuano a trainare i conti di Ferragamo: complessivamente le vendite del gruppo sono aumentate del 6%, a 1.332 milioni, differenziandosi così per categoria: calzature a +4,5% e +12,6% per la pelletteria. Si è ridotto del 5,8% invece il volume delle vendite dell’abbigliamento. I vertici della società, nel commentare i dati, hanno dichiarato che i target fissati dagli analisti per il 2015 sono raggiungibili, “in assenza di rilevanti fenomeni geopolitici avversi”. Le stime degli analisti indicano una crescita del fatturato del 10% e una marginalità di poco superiore al 22%, anche se il dato sui ricavi sarà influenzato dall’andamento dei tassi di cambio.


I dati dell’Istat: l’export italiano va, quello di Arezzo no Redazione Arezzo Notizie 12/03/2015 Arezzo concorre a frenare la crescita dell’export in Italia, che pure è del 2%. I dati sono relativi al 2014 e forniti dall’Istat. Tra le regioni più performanti ci sono l’Emilia Romagna (+4,3%), la Lombardia (+1,4%), il Veneto (+2,7%), il Piemonte (+3,3%) e le Marche (+7,5%), segno pesantemente negativo invece per Sicilia ( 13,9%) e Sardegna ( 13,6%). A livello povinciale le vendite nei mercati esteri sono spinte soprattutto da Bergamo, Torino, Genova, Modena, Frosinone, Vicenza e Ascoli Piceno. Viceversa Siracusa, Cagliari, Roma e, appunto, Arezzo sono le province che abbassano la prestazione media nazionale.


12 mar

e Commerce, il consumatore chiede piÚ flessibilità Economia / trade Pubblicato da preziosa Secondo l’indagine Ups comScore gli acquirenti europei vorrebbero piÚ opzioni di pagamento e metodi di consegna alternativi

E Commerce, diventa sempre piĂš flessibile il consumatore europeo tanto da meritarsi l’appellativo di “flex shopper“. Spesso, però, secondo l’indagine “UPS Pulse of the Online Shopper™ Europeâ€? di Ups e comScore, i rivenditori non riescono a adeguarsi alle loro esigenze. Gli acquirenti online, infatti, chiedono piĂš luoghi di recapito alternativi e piĂš opzioni di pagamento: si aspettano esperienze di shopping on line piĂš avvincenti, e la possibilitĂ di scegliere quando e come ricevere i loro articoli. Gli acquirenti online in tutti i mercati sono alla ricerca di opzioni di consegna alternative, in particolare in Europa, dove il 32% ha detto che preferirebbe la consegna in luoghi diversi dall’abitazione, con un incremento rispetto alla precedente edizione dell’indagine. In Asia, il 33% vorrebbe che gli oggetti fossero spediti in un punto vendita autorizzato a tenere il pacchetto fino al ritiro. ha detto Scott Aubuchon, vice presidente marketing di UPS Europe : . Solo il 59% degli acquirenti è soddisfatto del livello di dettaglio della descrizione: in risposta alle domande relative alle informazioni di consegna, piĂš della metĂ (52%) degli intervistati ha dichiarato di preferire di conoscere la data di arrivo, piuttosto che il numero di giorni necessari al prodotto per arrivare. Quanto al mobile, il 35% dei consumatori online ha detto che confronta i prezzi dallo smartphone, ma in Europa la percentuale di acquisti dal mobile è ancora bassa (il 19%) rispetto agli altri mercati. La logistica svolge un ruolo chiave: solo il 53% degli acquirenti è soddisfatto della facilitĂ di recessi o cambi on line. I tempi di consegna sono un altro fattore importante: il 58% degli acquirenti abbandona il carrello a causa di tempi di consegna troppo lunghi o una data di consegna non prevista. La consegna gratuita continua a guidare le decisioni di acquisto: il 67% attenderebbe 1 3 giorni in piĂš in cambio di un trasporto gratuito.


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11/03/2015

# ;; " " < ' Un nuovo studio del consorzio Netcommm mette sotto al microscopio quello che è lo stato dell’arte del commercio elettronico in Italia, cercando di analizzarne problematiche e vantaggi da un punto di vista non soltanto culturale. Tra i fattori frenanti dell’internettizzazione del commercio nostrano, infatti, ci sarebbe anche un pool di leggi restrittive e poco orientate all’espansione su altri mercati. Di seguito i punti salienti dello studio. = "> " ;; " ' ' "? Soltanto il 4% delle societĂ italiane vende online i propri prodotti o servizi. Si tratta di una percentuale bassa se confrontata – oltre che con la media europea – con il numero di potenaziali acquirenti presenti in Italia e all’estero. La stima degli italiani che comprano su internet è infatti passata dai 9 milioni del 2012 ai quasi 16 milioni del 2015; un aumento impressionante, segno di una rivoluzione culturale e strutturale che ha travolto il nostro paese e che non dĂ segni di arresto. Per quanto riguarda l’estero, invece, il presidente di Netcomm Roberto Liscia evidenzia come quella del “made in Italyâ€? potrebbe costituire un’attrattiva interessante per l’Europa e tramutarsi in una vera e propria miniera d’oro per gli shop italiani. Sono ancora pochi, però, i negozi che hanno intravisto questa opportunitĂ e che stanno sfruttando al meglio il buon nome di cui godono i prodotti italiani quando si parla di moda, design e settore eno gastronomico. @ " ;; " " " Di pari passo con l’aumento dei cosiddetti “e buyersâ€?, si è registrato negli ultimi anni un incoraggiante incremento di fatturato per tutte le aziende che si sono lanciate sul web. Si stima, infatti, che il fatturato globale legato al commercio elettronico sia aumentato del 20% l’anno negli ultimi sei anni ed ammonti ad oltre 13 miliardi di Euro soltanto per il 2014. ' "


Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, solo il 59% della popolazione italiana (contro il 75% europeo) utilizza internet regolarmente, mentre un corposo 31% non lo avrebbe ancora mai utilizzato. Di conseguenza, le professioni intrinsicamente legate ad internet ed al commercio elettronico come la SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) o Adwords stanno prendendo piede piÚ lentamente rispetto a quanto accade negli altri paesi e questo ritardo costituisce un fattore frenante per l’avanzata dell’ecommerce. Non sorprende, quindi, la popolarità crescente di piattaforme come Shopalike.it, un aggregatore di ecommerce italiani che si fa carico di promozione e posizionamento online, sopperendo ad alcune delle mancanze soprariportate e rendendo il lavoro piÚ semplice per i suoi negozi partner. !

Stando a quanto riportato da Netcomm, un pool di norme fiscali e legislative restrittive renderebbe l’Italia un terreno poco fertile per gli ecommerce. Nel mirino del consorzio elettronico troviamo una disparitĂ legislativa riguardante la certificazione fiscale tra le societĂ che vendono prodotti e quelle che invece vendono servizi digitali. Queste ultime, in particolare, sarebbero penalizzate da norme poco in linea con le regole per la fatturazione europea dell’IVA. Altro punto debole della legislazione nostrana sarebbe inoltre la norma che costringe i negozi ad utilizzare uno specifico tipo di autenticazione (denominata “forteâ€?) per garantire la sicurezza delle transazioni online, mentre altri tipi di autenticazione permetterebbero agli stessi negozi di interfacciarsi piĂš facilmente ad un’utenza fuori dai confini italiani.


del 11 Marzo 2015

Preziosi. Il lingotto guarda alla Fed e risente del dollaro forte

’oro cancella il rialzo dell’anno e cala sotto 1.160 $

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L’Apple Watch superlusso non incanta il mercato Il mercato dell’oro decisamente non si fa incantare dal mito Apple. Dopo un inizio d’anno scoppiettante, il prezzo del metallo prezioso ha continuato a scivolare fino a toccare ieri 1.155,60 dollari l’oncia, azzerando tutto il rialzo del 2015. Una coincidenza quasi imbarazzante, visto che l’azienda di Cupertino proprio nelle stesse ore stava presentando l’Apple Watch, un gadget che secondo alcune stime potrebbe inghiottire addirittura un terzo della produzione aurifera mondiale. La versione extralusso dell’orologio intelligente - l’Apple Watch Edition, prezzo base 10mila dollari - avrà per l’appunto la cassa in oro (in futuro forse saranno lanciate anche la versione in argento e quella in platino). E già da qualche tempo si specula su quanto metallo verrà impiegato per la sua fabbricazione. A scatenare il dibattito in Rete è stato un articolo pubblicato tre settimane fa dal Wall Street Journal: fonti anonime rivelavano che Apple aveva programmato di produrre dal secondo trimestre oltre un milione di pezzi al mese dell’orologio intelligente “versione sceicco”. Un’enormità, che rende l’indiscrezione poco credibile: la Rolex, tanto per fare un esempio, in un intero anno vende circa 600mila orologi. In tanti hanno però deciso di servirsi delle cifre del Wsj per fare un paio di calcoli: è così che si è arrivati a stimare un fabbisogno di 746 tonnellate di oro l’anno per Apple, una quantità di poco

inferiore alle importazioni cinesi e pari a circa un terzo della produzione annua di tutte le miniere del mondo. Questo se si ipotizza che un Apple Watch contenga 2 once d’oro. Ma anche questo numero è arbitrario: da Cupertino non sono arrivati (né arriveranno) informazioni così dettagliate sulla fabbricazione dell’orologio. Gli analisti di Macquarie ritengono che al massimo gli Apple Watch conterranno un oncia di oro. Inoltre si sa che si tratterà di oro a 18 carati, varietà meno pura, col 25% di altri metalli in lega.

È?comunque possibile che la quantità sia ulteriormente ridotta, perché?il gruppo statunitense lo scorso giugno ha depositato il brevetto dell’«Apple Gold», un metodo per produrre oro a 18 carati mescolandolo a materiali ceramici, che ne aumentano la resistenza e la densità (quindi richiedono minori volumi di metallo prezioso). Il nuovo gadget firmato Apple non rappresenta comunque un «game changer» per l’oro, conclude Joni Teves, analista di Ubs. «Dovrebbe contenerne un sacco e vendere un sacco di unità. Una delle due cose potrebbe anche accadere, ma probabilmente non entrambe». Il dibattito non sembra comunque interessare agli investitori. L’oro che a metà gennaio si era spinto oltre 1.300 $ sull’attesa del quantitative easing della Bce e delle elezioni in Grecia - ha invertito la rotta, accelerando la discesa man mano che il dollaro saliva verso i massimi da 11 anni. Il faro principale per il mercato è di nuovo negli Stati Uniti, ma lontano dalla sede californiana della Apple:?è la Fed, che sembra sempre più orientata ad avviare in giugno la risalita dei tassi di interesse. Non a caso lo scivolone di venerdì - quando il lingotto ha perso oltre 30 $ - è avvenuto in risposta ai dati sulladisoccupazione Usa, ai minimi da 7 anni. Sissi Bellomo


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Compro Oro marzo 16, 2015

C’è meno gente che va a vendere i propri gioielli. Un segno che l’economia globale sta migliorando è proprio la diminuzione dell’oro proveniente dal riciclo di gioielli, lingotti, monete e prodotti dell’industria, che è sceso a 1.122 tonnellate. Secondo il W X # " l’associazione industriale delle principali aziende minerarie aurifere, il volume non è mai stato cosĂŹ basso dal 2007. In pratica, il rapporto pubblicato in collaborazione con il Y # X ' sostiene che si sia tornati a livelli pre crisi. Il motivo? Il giro d’affari della principale fonte di metallo prezioso di seconda mano, ossia i gioielli, è diminuito perchĂŠ se ne vendono sempre meno per avere liquiditĂ . Gli analisti affermano che gli shock economici possono determinare un aumento del 20% delle attivitĂ dei cosiddetti compro oro e simili, è successo durante la crisi asiatica alla fine del 1990 e c’è stato un aumento del 25% durante l’ultima crisi nel 2008 2009. Un lucroso commercio che, però, ora sembra in declino, almeno negli Stati Uniti, con alcuni casi eclatanti come quello di # > X Z" ;. Il sito specializzato nel compro oro nel 2009 aveva un giro d’affari tale da potersi permettere di pagare 3 milioni di dollari per mandare in onda un suo spot pubblicitario durante il Super Bowl, ma dopo appena tre anni è fallito. Forse la colpa non è solo da imputare a un drastico calo di clienti, ma di fatto questa azienda ha dichiarato bancarotta e ha cambiato proprietario. Anche la svalutazione dell’oro ha pesato: sempre gli esperti hanno evidenziato una correlazione tra calo dei prezzi dei metalli e e l’attivitĂ di compro oro. Per esempio, nel 1999, quando un’oncia (poco piĂš di 28 grammi) di metallo giallo valeva 250 dollari la provenienza era cosĂŹ ripartita: 73% produzione mineraria e 17% riciclo. Dieci anni dopo il valore ha superato per la prima volta i 1000 dollari, il secondo tasso è salito al 42%, un record visto che si attesta al 26%. Certo, in paesi come Cina e India che rappresentano il 60% della domanda mondiale è un settore ancora da sviluppare, ma in Occidente le cose stanno cambiando. " X

Lingotti d’oro


Fisco Tiratura: n.d. Diffusione 12/2012: Lettori II 2014:

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Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati

18-MAR-2015 Dir. Resp.: Pier Francesco De Robertis

da pag. 8


Tiratura: n.d. Diffusione 12/2012: Lettori II 2014:

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Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati

18-MAR-2015 Dir. Resp.: Pier Francesco De Robertis

da pag. 8


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JConfartigianato " - ! "_ è contraria all’introduzione di sanzioni per chi non si è ancora adeguato all’obbligo di disporre del Pos per consentire pagamenti con bancomat e carte di credito: si tratta di un’azione alquanto vessatoria nei confronti di quei piccoli imprenditori, in piena crisi, che non hanno la capacitĂ di sostenere i costi del canone di servizio e di attivazione di uno strumento che favorisce solo ed esclusivamente il sistema finanziario. Il disegno di legge1747 presentato in Senato il 22 gennaio scorso dai senatori Aiello, Gentile, Bilardi e Di Giacomo prevede – prosegue per le imprese che non si attrezzano di POS, sanzioni e quant’altro. Ad oggi le disposizioni non prevedevano alcuna sanzione malgrado fosse in vigore da giugno 2014, ma ci hanno pensato i senatori sopraindicati a risolvere la problematica. Forse gli Egregi parlamentari, prima di presentare il disegno di legge, facevano bene a porsi una domanda: come mai in tanti ancora non si sono adeguati? Evidentemente ancora non hanno la giusta contezza della situazione tragica che vivono quotidianamente i nostri piccoli imprenditori, 12000 aziende chiuse nella sola Calabria non sono bastate a convincerli diversamente. Certamente è un disegno di legge e un’altra decisione parlamentare che favorisce le banche, nĂŠ serve nel concreto a combattere seriamente l’evasione. Il disegno di legge, ora in discussione aggiunge specificatamente prevede, oltre a una sanzione di 500 euro, l’obbligo di adeguamento entro 30 e 60 giorni di tempo dalla sanzione per comunicare l’adeguamento alla Guardia di Finanza: â€?se non si provvede ancora a regolarizzare scatta un’ulteriore sanzione di mille euro e si può arrivare anche alla sospensione dell’attivitĂ â€?. In un Paese dove l’utilizzo della moneta elettronica è cosĂŹ scarso, è veramente un paradosso che in Parlamento si legifera in questo senso invece di affrontare in modo esaustivo la mancanza di credito alle imprese che sta veramente devastando il nostro tessuto economico. Che si preveda quantomeno, considerata la puntigliositĂ dei legislatori, un credito di imposta, che potrebbe avere il duplice risultato di premiare il professionista o l’artigiano che, in adempimento della normativa, abbia provveduto a dotarsi degli strumenti elettronici di pagamento, e anche a tutelare il consumatore e fruitore del servizio nel caso in cui – conclude lo stesso si veda negata la possibilitĂ legittima di pagare mediante strumenti elettroniciâ€?.


12 mar

Limite ai contanti, interrogazione al ministero delle Finanze Economia / Gioielli / trade Pubblicato da preziosa Non cala l’attenzione sulla soglia alle spese: il parlamentare Leonardo Impegno presenta un documento alla VI Commissione per sollecitare un intervento del governo

Non cala l’attenzione sul limite ai contanti: si aggiunge un nuovo step alla battaglia per modificare il limite all’utilizzo del denaro contante. Leonardo Impegno, parlamentare e membro della X Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, è il primo firmatario dell’interrogazione presentata lunedì scorso alla VI Commissione (Finanze) del Ministero delle Finanze per sollecitare l’intervento del governo. Il documento riguarda non soltanto i limiti imposti al comparto del commercio al dettaglio, ma anche l’incertezza normativa relativa alla vendita all’ingrosso. Due settimane fa il premier Matteo Renzi aveva aperto uno spiraglio ipotizzando la proposta di una soglia più ampia, che portasse il limite da 1000 a 3000 euro. Le aziende di alcuni settori interessate dagli effetti del provvedimento, tra cui le gioiellerie ma anche aziende di produzione orafa, lamentano da tempo una disparità tra i limiti imposti in Italia e quelli, più alti, vigenti in altri paesi dell’Unione Europea (in Germania è addirittura assente). La necessità di uniformare le soglie e di evitare il freno alle vendite è stata anche al centro di un convegno alla scorsa edizione di Vicenzaoro January, organizzato da Federpreziosi Confcommercio, da sempre attiva sulla questione, e da Assocoral, l’Associazione nazionale produttori di corallo e cammeo che ha portato all’incontro le istanze dei grossisti.


Settore e Moda del 19 Marzo 2015

R2 Cronaca LA NOVITÀ

Il Rolex dei presidenti cambia look e quello da yacht resiste a 100 metri ASSATO e presente, dettagli iconici e nuovi elementi, si fondono nelle novità che Rolex ha portato a Baselworld. Tra i modelli presentati, infatti, si fa notare la nuova declinazione del modello nautico Oyster Perpetual Yacht-Master. Un orologio sportivo impermeabile fino a 100 metri in cui il movimento automatico, cronometro svizzero certificato, è protetto dalla celebre cassa Oyster (risale al 1926) proposta in oro Everose 18 carati e dotata di una lunetta girevole con disco in ceramica. In contrasto, il bracciale Oysterflex nero opaco: un bracciale tecnico, sviluppato e brevettato da Rolex, che unisce robustezza e flessibilità; all’interno, infatti, ha una lama metallica, realizzata in una lega di titanio e nichel, rivestita di un elastomero resistente alle aggressioni esterne ma delicato sulla pelle. Ed è

tempo di un nuovo look anche per un’altra icona: l’Oyster Perpetual Day-Date, creato nel 1956 e subito soprannominato “l’orologio dei presidenti”, perché visto al polso di molti leader politici e per il nome del bracciale a tre maglie (President, appunto). Reso più moderno dal design della cassa in platino da 40 millimetri, c’è in una nuova gamma di quadranti dai motivi ideati appositamente per questo modello. ( i. ca.)


del 19 Marzo 2015

R2 Cronaca Si apre oggi la più grande fiera delle lancette E l’obiettivo è coniugare la tradizione con l’hi-tech presentando veri e propri gioielli

Basilea L’orologio che sa tutto di te come una cassaforte da polso ILENIA CARLESIMO BASILEA UN OROLOGIO svizzero al 100 per cento, nel movimento meccanico di manifattura come nella tecnologia, che abbinato a uno smartphone è capace di custodire su un cloud i dati personali di chi lo indossa. È il Diagono Magnesium: concept watch nato dalla collaborazione tra Bulgari e Wisekey, società svizzera per la sicurezza digitale e l’immagazzinamento dati, e presentato a Basilea, dove si è aperto oggi il salone mondiale Baselworld, l’appuntamento più importante per gli amanti delle lancette. Un prodotto che va di pari passo con le novità hitech che inevitabilmente hanno cambiato e continuano a cambiare le nostre vite, ma che non tradisce il forte legame che il settore ha con la tradizione. Interattivo e multifunzione, “il Diagono Magnesium unisce infatti l’eternità di un orologio di lusso con l’innovazione tecnologica e in più partecipa alla vita quotidiana di chi lo acquista”, commenta Jean-Christophe Babin, presidente del Gruppo Bulgari, raccontandoci in anteprima il progetto. «Il Diagono Magnesium », continua Babin, «funziona infatti come una cassaforte intelligente da polso, dove salvare i titoli di viaggio come i più svariati codici, da quelli delle carte di credito a quelli per i siti internet». Come? Con una triangolazione tra l’orologio, un cellulare dotato dell’applicazione Bulgari Vault e un cloud, attraverso la tecnologia di trasmissione dati NFC (Near Field Communication), che richiedendo una stretta vicinanza tra i due apparecchi

rende sicuro il passaggio. Il Diagono Magnesium, infatti, integra un chip crittografato NFC e un’antenna invisibili, anch’essi svizzeri, che trasmettono un certificato all’applicazione: per accedere ai contenuti riservati, immagazzinati in un bunker militare in Svizzera, basta avvicinare l’orologio allo smartphone, senza la necessità di alcuna password. «Inoltre l’applicazione offre un altro valore aggiunto», continua il presidente del Gruppo Bulgari «perché permette di accedere a istruzioni d’uso e dati tecnici dell’orologio e anche di verificarne l’autenticità o di tracciarne eventuali operazioni di manutenzione. Tutto senza bisogno di aggiornamenti e senza scaricarsi visto che, a differenza di uno smartwatch, ha la classica riserva di carica di un segnatempo a carica automatica ». In poche parole, niente di simile a un gadget hi-tech ma un vero e proprio orologio, che tra l’altro può essere acquistato anche senza questa tecnologia, e che esteticamente richiama l’iconico design della maison. Hi-tech ma non solo. Anche le radici contano. Una delle tendenze delle

novità in fiera, infatti, è proprio la riscoperta del passato, tra riedizioni di orologi iconici e modelli commemorativi. Breguet, per esempio, arricchisce la collezione Tradition con il Seconde Retrograde 7097. Un modello, con cassa in oro da 40 millimetri e movimento manuale, che consente di ammirare ponti, ruote, scappamento e altri componenti di solito nascosti sotto la platina e mostra sobri decori, come il classico guilloché realizzato a mano che mette in risalto il quadrante in oro argentato decentrato al 12, tipologia che tra l’altro si trova su molti orologi a tatto creati da Breguet dal 1799 in poi. E guarda indietro anche Chopard, che reinterpreta il L.U.C Regulator, un classico della collezione omaggio a Louis-Ulysse Chopard, fondatore dell’azienda nel 1860. L’azienda miniaturizza un meccanismo “regolatore”, in cui la lancetta dell’ora non è fissata al centro del quadrante, per inserirlo in un orologio da polso. Il risultato è un modello, con cassa in oro da 43 millimetri e movimento manuale con riserva di 216 ore, che punta su simmetria e leggibilità.


Tiratura: n.d. Diffusione 12/2012: II 2014: Lettori

3.759 40.000

Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati art

19-MAR-2015 Dir. Resp.: Giuseppe De Tomaso

da pag. 8


«Leader nei gioielli in 7 anni» Paola Bottelli 18 marzo 2015 «Provo imbarazzo: mentre tutti i player del lusso si lamentano delle vendite, Bulgari sta andando molto bene: nei primi due mesi del 2015 cresciamo a doppia cifra e al di sopra delle nostre attese. La definirei una bella doppia cifra, spalmata su tutte le categorie: dagli orologi ai gioielli, passando per le borse, prodotte in Toscana. Stiamo rispettando il piano strategico per diventare entro sette anni leader mondiali nella gioielleria». Non parla di numeri Jean-Claude Babin, amministratore delegato di Bulgari, rispondendo al telefono dal quartier generale di Roma, mentre si prepara per volare a Baselworld, la più grande fiera mondiale del settore, dove anche il marchio italiano controllato dal colosso francese Lvmh presenterà le novità 2015. Secondo Exane Bnp Paribas, i ricavi del 2014 sono volati a 1,9 miliardi (+10% circa), con un margine Ebit del 13%. Signor Babin, un piano ambizioso... Ambizioso, ma non illusorio: siamo in un periodo di forte espansione e puntiamo a sorpassare l’attuale leader nei gioielli, Cartier, senza sottovalutare nessuno, ovviamente. Negli orologi, invece, Rolex avrà sempre il primato. A Baselworld, che si apre oggi, presentate più prodotti nuovi nel segmento femminile o in quello maschile? La donna per noi cresce fortissimo e rappresenta ormai oltre i 2/3Ҁ GHO VHJPHQWR RURORJL 0D DQFKH l’uomo resta importante e abbiamo nuove referenze. Partiamo dalla donna, allora. Quest’anno allarghiamo la gamma presentando Lucea in materiali e finiture diversi e più preziosi , il che testimonia il successo di questa collezione che cresce molto più della media del mercato. In parallelo celebriamo i 40 anni del Bulgari Bulgari con modelli sempre più preziosi che includeranno i diamanti. Qual è il posizionamento del prezzo? Ragionevole per Lucea e Bulgari Bulgari in acciaio, cioè attorno ai 3.500 euro al pubblico. Ovviamente più alto quando i pezzi sono preziosi. Ma ci saranno novità anche sulla collezione Serpenti: il modello Scaglie avrà nuove sagome più contemporanee con prezzi di 15-30mila euro. Dunque presidiate ogni fascia di mercato... Sì, perché abbiamo anche il Diva, diamanti e smeraldi, lanciato l’anno scorso a Basilea con prezzi di 50-350mila euro, che ha vinto un premio importantissimo a Ginevra. E quest’anno avremo il Diva Divina che ne riprende i codici ma con l’utilizzo di piccoli diamanti, in vendita a 15-40mila euro. Il che crea una vera gamma che si colloca sopra Lucea, la cui offerta core è sotto i 15mila euro, anche se con una punta di 30mila. E l’uomo? Anche qui celebriamo i 40 anni del Bulgari Bulgari con un modello unisex, rivoluzionato nel design, molto attraente per i consumatori di mercati come Cina e Giappone dove lui e lei amano avere al polso lo stesso modello per il fidanzamento o anche per il matrimonio. Per la nostra azienda


è l’ingresso nel mondo degli orologi di lusso di uso quotidiano, nel quale competiamo con Rolex, Cartier, Omega e altri marchi. Ma attenzione: ci sarà una serie limitata che si chiama Bulgari Roma. Ci sono versioni più sportive? Sì, il Diagono, celebre negli anni ’90 per l’uso dell’alluminio, all’epoca innovativo, e ora lanciato con un design d’avanguardia come Diagono Magnesium, nato dalla nostra collaborazione con le supercar Maserati. Il prezzo? Nonostante il movimento di manifattura, lo stesso che batte nel cuore di Octo e Bulgari Bulgari, questo orologio costa circa 3.500 euro e sul mercato del lusso non sono proprio in grado di trovare un orologio altrettanto accessibile. Ma non è tutto, perché lanciamo oggi a Basilea un’innovazione ancora più forte. Quale? Presentiamo anche il concept watch Diagono Magnesium, il primo orologio meccanico di lusso intelligente, interattivo, capace di stoccare dati e codici bancari, tessere frequent flyer e altro attraverso dispositivi Ios e Android, e di custodire il tutto su un Cloud molto segreto, denominato Bulgari Vault, totalmente inviolabile. Scusi, ma è un concorrente dell’Apple watch? Eh no! Ha tutte le qualità di un orologio Bulgari di manifattura svizzera, ma consente funzioni senza l’apporto energetico di elettricità o batterie. Non è un gadget che calcola i battiti del cuore o ti avvisa quando sei seduto da troppo tempo. È un bell’oggetto da polso utilissimo. Quando lo lancerete sul mercato? Dipenderà dall’interesse dei visitatori di Baselworld e non sappiamo se ne faremo mille, diecimila o centomila. È un laboratorio. Ottimista sul 2015? Stiamo soffrendo solo in Svizzera, dove i turisti non comprano molto a causa del franco forte, e in America Latina per il problema valutario opposto. Ma, nonostante lo scenario globale, siamo ottimisti: abbiamo portato innovazioni giuste e investimenti in comunicazione che aumenteranno. E qui in Italia ora arriva anche Expo.


Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dati rilevati dagli Enti certificatori o autocertificati

18-MAR-2015 da pag. 20


VIVIMILANO

Pagina: Cronache Data: 17 Marzo 2015


= ' = [ ? ' } ; Scritto da: Rosario Scelsi martedĂŹ 17 marzo 2015

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= annuncia l’apertura a maggio, nella splendida cornice di = , della sua centesima e ' } [ ? ; . Il punto vendita si sviluppa su due piani, in Rue de la Paix 7, ed afferma la personalitĂ unica della maison, con il suo ricco patrimonio nel mondo degli orologi e dei gioielli. Questa strada ha il profumo di un luogo leggendario: per piĂš di un secolo è stata la casa nella Ville Lumière del marchio di lusso svizzero. Oggi consente a Piaget di andare avanti con il suo motto: “Fare sempre meglio del necessarioâ€?. Nel tempo il signor Charles FrĂŠdĂŠric Worth, cui si fa risalire l'origine della haute couture francese, ospitò insigni esponenti dell’aristocrazia dell’epoca nell’edificio scelto dalla maison dell’orologeria e della gioielleria di La CĂ´te aux FĂŠes. Affidato al talento di noti scenografi contemporanei che portano segni di freschezza e vitalitĂ , il "Vitrine ThÊâtre" cattura e trattiene lo sguardo, come un invito a scoprire l'intero universo della manifattura elvetica, con tutto il suo carico di creativitĂ e audacia. Una volta all'interno, i visitatori soccombono alla magia dei preziosi in vetrina, offerti su una superficie di 500 metri quadri. La trama, frutto di un sapiente concetto architettonico, porta a vivere un’affascinante esperienza, nel virtuosismo tecnico e dialettico delle raffinate proposte messe in esposizione.


marzo 17, 2015

Il giardino di Piaget Chi crede che il marchio Piaget sia famoso solo per gli orologi, si sbaglia: la gioielleria rappresenta ormai un terzo del fatturato. Ed è un’attività quasi naturale per chi già si occupa di orologi di gran pregio sostengono in azienda. L’ultima collezione è una linea di alta gioielleria, battezzata Mediterranean Garden, che celebra la creatività e lo stile di vita spensierato della Costa Azzurra degli anni Sessanta e Settanta. Si ispira ai giardini con vista sul mare, alle rose, agli alberi di alloro e alle palme che riproduce con l’oro inciso, le pietre colorate, i diamanti taglio marquise.

Mediterranean Garden, orecchini con 48 diamanti taglio marquise per un totale di 23 carati, 2 smeraldi taglio cushion e 6 diamanti taglio brillante Una scelta estetica che punta alla femminilità, ma che costringe anche a selezionare le migliori pietre dato che nel taglio marquise le inclusioni sono più visibili rispetto ad altri. Una sfida per i gemmologi e per i lapidari alle prese anche con tormaline, smeraldi e acquamarine per evocare le acque cristalline della riviera. Alcuni pezzi sono molto sofisticati ed eleganti, altri più informali, altri ancora sono ultra moderni, per esempio l’earcuff indossato da Scarlett Johansson in occasione della consegna dei premi Oscar, eppure non potrebbero essere più in sintonia con la tradizione della casa: George Piaget, il fondatore era un grande amante delle rose, una passione tramandata in famiglia tanto che un esemplare vincitore di un concorso del 1982 porta il nome Yves Piaget Rose dell’attuale presidente. Insomma, non a caso il fiore è un motivo ricorrente nelle collezioni. Ma di una cosa è certo Yves Piaget, la rosa di Piaget non diventerà mai un profumo. Monica Battistoni

Mediterranean Garden, collana con 1 acquamarina taglio pera da 24.84 carati, 5 tormaline verdi taglio cushion, 4 taglio ovale, 6 acquamarine taglio ovale e una taglio cushion e 233 diamanti taglio brillante


Mediterranean Garden, orecchini con 30 tormaline Paraiba taglio ovale, 2 tormaline Paraiba tglio pera e 30 diamanti taglio brillante

Mediterranean Garden: anello in oro bianco con uno zaffiro blu di 8.48 carati taglio pera e 116 diamanti taglio brillante; anello in oro bianco con un diamante incolore centrale da 2. 02 carati taglio brillante e 222 diamanti incolori pi첫 piccoli sempre taglio brillante

Mediterranean Garden, collier con uno zaffiro taglio pera da 21.71 carati, 4 zaffiri taglio pera per un totale di 15. 23 carati e 357 diamanti taglio brillante

Mediterranean Garden, orecchini con 26 diamanti taglio marquise, 2 perle bianche South Sea e 4 diamanti taglio brillante


Mediterranean Garden, bracciale rigido in oro giallo con 8 diamanti taglio marquise, uno taglio cuchion e 8 taglio brillante; bracciale in or giallo con opale nero centrale taglio ovale da 14.82 carati, 8 tormaline taglio marquise, 6 smeraldi taglio marquise e 12 diamanti taglio brillante

Mediterranean Garden, anello multidita in oro bianco con 200 diamanti taglio brillante, due spinelli viola taglio cuschion, uno spinello rosa taglio cuschion e uno rosa pi첫 chiaro taglio ovale

Mediterranean Garden, anello in oro bianco con rubellite centrale da 25.09 carati taglio cushion e 345 diamanti taglio brillante

Mediterranean Garden: collier con 19 tormaline verdi taglio fancy per un totale di 23.44 carati, 9 tormaline Paraiba, 89 diamanti taglio brillante per un totale di 9.62 carati e 12 taglio pera; orecchini con quattro


tormaline verdi di 4.59 carati taglio pera, quattro tormaline Paraiba taglio rotondo, 12 diamanti taglio pera e 2 taglio brillante

Mediterranean Garden, orecchini con 2 smeraldi taglio pera da 8.56 carati, 2 smeraldi taglio cushion da 5.69 carati e 150 diamanti taglio brillante

Mediterranean Garden, earcuff con 5 smeraldi taglio pera, 4 acquamarine taglio pera, 2 tormaline verdi taglio pera, e 278 diamanti taglio brillante; anello in oro giallo con tormalina centrale verde blu di circa 18.74 carati, 7 tormaline verdi taglio pera e 382 taglio brillante

Mediterranean Garden, spilla con uno zaffiro giallo centrale da 35.90 carati, 16 berilli gialli taglio marquise, 8 spessartiti taglio marquise, 8 diamanti taglio marquise, 18 spessartiti rotonde, 16 diamanti taglio brillante


Piaget Mediterranean: orecchini con 84 diamanti taglio baguette, 26 diamanti taglio marquise, 2 smeraldi taglio marquise, 2 tormaline verdi taglio cushion, 2 smeraldi taglio cushion, 1 tormalina rotonda e 1 smeraldo rotondo; collana 224 diamanti taglio baguette, 45 diamanti taglio marquise, 3 smeraldi taglio cushion, 3 tormaline verdi taglio cushion

Yves Piaget



Sviluppo digitale aziende: “work in progress” per orafi, bene nell’agroalimentare Claudia Failli

16/03/2015

Pagine Facebook più sviluppate e siti internet con aggiornamenti più frequenti. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca legata al progetto “Made in Italy: eccellenze in digitale”. Contestualmente all’indagine è stato attivato anche nel territorio aretino un progetto promosso da Google in collaborazione con Unioncamere. “A livello nazionale – fanno sapere il presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Andrea Sereni e il segretario generale Giuseppe Salvini – è stato avviato questo progetto di digitalizzazione ed è stato affidato a 107 giovani, formati da Google e Unioncamere, che per 6 mesi sono stati ospitati in 52 Camere di Commercio in tutta Italia scelte per la rilevanza dei distretti di impresa presenti nei rispettivi territori”. Gli obiettivi del progetto sono quelli di diffondere la cultura dell’innovazione digitale e accrescere la consapevolezza dei vantaggi derivanti da un utilizzo più avanzato del web per il Made in Italy. Valorizzare lo scambio di competenze tra le piccole imprese e i giovani nella transizione al digitale per dare risalto anche all’estero delle eccellenze produttive italiane a partire dall’agroalimentare e dall’artigianato. Ad Arezzo l’iniziativa ha visto la collaborazione di due neolaureati Mattia Monaci e Niccolò Bravaccini. Gli esperti, dopo aver analizzato il livello di digitalizzazione delle imprese aretine operanti in due settori strategici, quale quello orafo argentiero e quello dei prodotti tipici indotto turismo/agriturismo hanno successivamente individuato e selezionato le imprese beneficiarie del progetto, implementando e condividendo con esse un programma di lavoro per sviluppare su internet la presentazione e commercializzazione dei loro prodotti.


Per quanto concerne il settore orafo, secondo quanto emerso nella ricerca “c’è un sostanziale interesse per il potenziale del web. E, al contempo, viene riscontrato un aumento dell’investimento per la presenza online delle imprese”. Ma non solo “numerosi marchi hanno creato o ridisegnato la propria identità virtuale e organizzato e commerce e web advertising. Le imprese di medie dimensioni con disponibilità finanziarie stanno tutte investendo nell’aggiornamento della loro immagine su internet, anche con la creazione di linee di produzione studiate per il pubblico digitale”. Ma è sempre all’interno dell’indagine che viene alla luce come “le piccole imprese artigiane, quelle che più rispecchiavano il target di eccellenze in digitale, lamentano purtroppo grandi difficoltà a sfruttare queste tecnologie. In buona sostanza gli imprenditori sarebbero ben disposti a crearsi una presenza online, ma non hanno le risorse, le competenze o le persone per gestire i canali online”.

Scenario differente per quanto riguarda il settore dell’agroalimentare. “Il cambiamento marcato della situazione in questi sei mesi è stato possibile grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria che hanno saputo avvantaggiarsi di eccellenze in digitale coinvolgendo un pubblico interessato e realizzando con noi i workshop formativi. Così è stata immediata la diffusione di competenze per la comprensione e la gestione di base degli strumenti digitali, ed è stato possibile indirizzare le energie dei partecipanti verso le attività atte a migliorare la loro presenza online”.


marzo 16, 2015

€ @ Y  Ritorna Y  , l’evento piĂš importante al mondo dedicato a gioielli e orologi. I visitatori previsti sono 150mila, tra cui 4mila giornalisti (anche quelli di Gioiellis, ovviamente), per individuare le novitĂ presentate dai 1.500 marchi di 40 Paesi distribuiti sui 141mila metri quadri dell’area espositiva. La fiera è anche un grande business: secondo il direttore di Baselworld, -$ ‚ , l’evento genera ÂŤ800mila notti trascorse in Svizzera nel corso della manifestazione, 13mila posti di lavoro in tutto il paese e muove un giro di affari di 2,4 miliardi di franchi svizzeriÂť. La regione di Basilea beneficia della fiera con 6.500 posti di lavoro e ricavi pari a 1,2 miliardi di franchi. Oltre ai produttori di orologeria, Baselworld ospita anche principali operatori nel settore dei diamanti, perle e pietre preziose, i fornitori di macchine e subappaltatori. Anche qui non mancano novitĂ : per esempio, la britannica # B presenta una stampante 3D appositamente costruita per la produzione di gioielli in oro. La stampante M 080 promette di realizzare gioielli con disegni complessi, che finora non si potevano realizzare per le difficoltĂ nella produzione tradizionale. I gioielli sono realizzati strato dopo strato, con la fusione di sottile polvere di metallo e un laser. In questo modo un gioiello complesso può essere fabbricato in poche ore. Insomma, Baselworld un appuntamento da non perdere. Alcune delle novitĂ le abbiamo anticipate in questi giorni, ma ce ne saranno altre da scoprire. Ma se il mercato dei gioielli sembra attraversare un periodo di discreta salute, c’è qualche problema in piĂš per quello degli orologi. Il mercato tedesco, francese e russo, per la crisi ucraina, sono stimati in calo. Inoltre, la rivalutazione di circa il 25% del franco svizzero rischia di incidere pesantemente per i produttori della Confederazione elvetica. Le vendite vanno meglio, invece, in Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Medio Oriente, anche se il calo del petrolio potrebbe presto frenare quest’ultimo. ÂŤL’industria orologiera svizzera non è in crisi, ma ci manca la visibilitĂ Âť, ha spiegato a il presidente della FĂŠdĂŠration de l’industrie horlogère suisse (FH) * = "> . Sugli orologi, però, incombe il ciclone Apple Watch: l’orologio smart da collegare all’iPhone deprimerĂ le vendite di orologi tradizionali? A Baselworld, forse, si troverĂ una risposta. " X

Baselworld 2014


marzo 16, 2015

Liu Jo a Basilea con Glamour Liu Jo Luxury Jewels Collection: a Baselworld, Nardelli Luxury partecipa con nuovi orologi e con una collezione di gioielli a cavallo tra glamour e lusso. Un po’ come è la filosofia del brand che si è affermato nel mondo del fashion. Non a caso la collezione si chiama Glamour: il filo conduttore è il logo di Liu Jo, riconoscibile in ogni pezzo. I gioielli sono proposti in tre varianti: gold, silver e gold rose. La collezione si compone di quattro linee: Trama, come indica il nome, è realizzata con la tecnica di piccoli trafori. In questo caso lo stile adotta la forma circolare, abbinata al classico cuore, con logo in cristalli. Il cuore, ma a forma di lucchetto (ma con chiave per aprirlo), è invece al centro della linea Destini, che utilizza dettagli brillanti per le iniziali del logo e una superficie martellata. La linea Dolceamara, invece, punta su un mix di catene con volumi e geometrie diverse, alternate a tocchi di luce: in questo caso il logo Liu Jo è discreto, posto su micro cuoricini pendenti e sulle chiusure. Infine, la stella brillante in stile Hollywood, per simboleggiare l’energia delle donne, si trova nei gioielli della collezione Illumina. Accanto ai gioielli, il brand presenta nuove collezioni di orologi. La brand extension nata dalla partnership tra Liu Jo e Nardelli Luxury, nata nel 2006, aumenta così la sua offerta. Una nota speciale riguarda proprio l’azienda guidata dall’amministratore delegato e direttore creativo Bruno Nardelli, che ha visto l’ingresso nell’azionariato dell’ex direttore generale di Fossil, Stefano Abbati, che ha acquisito anche il ruolo di vicepresidente con delega all’internazionalizzazione e al commerciale. La brand extension, in ogni caso, funziona: in otto anni ha venduto 3 milioni tra orologi e gioielli. In Italia il brand è presente in più di 1.600 punti vendita. «La nostra presenza a Baselworld fa parte di una strutturata strategia di internazionalizzazione che vede il brand riscuotere sempre maggior interesse nei principali mercati sulla scia del successo riscosso prima in Italia ed ora all’estero da Liu Jo», è il commento di Bruno Nardelli. Giulia Netrese

Orologio Sophie

Bracciale della collezione Destini


Pendente della collezione Illumina

Liu Jo catena della linea Dolecamara

Liu Jo, catena della collezione Dolceamara

Stefano Abbati (a sinistra) e Bruno Nardelli

Collana della collezione Trama


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ƒ Scritto da: Rosario Scelsi domenica 15 marzo 2015 > " ' " "> " ' " ? „ " ' Z

I di X ; Y "" si preparano ad offrirsi in tutto il loro splendore nella ; “L'arte della bellezza� in programma dal 21 marzo al 30 agosto 2015 nell'incanto della ‚

ƒ , grandioso complesso monumentale alle porte di Torino, capolavoro dell'architettura e del paesaggio europeo dichiarato Patrimonio dell'UmanitĂ dall'Unesco. In questa splendida cornice, ammantata di magia, sarĂ possibile ammirare il fascino e l’eleganza delle creazioni di alta oreficeria e gioielleria della celebre firma. Nelle Sale delle Arti della Reggia sabauda saranno messi in vetrina oltre 90 preziosi esemplari, molti dei quali inediti, che testimoniano come la creativitĂ , la tradizione e l’eccellenza artigianale siano diventati gli elementi costitutivi del successo di Gianmaria Buccellati nel mondo. L’esposizione, curata da Chiara Tinonin con Gianmaria e Rosie Buccellati, è frutto della collaborazione fra il “Consorzio La Venaria Realeâ€?, la “Fondazione Gianmaria Buccellatiâ€? e la “Fondazione di Studi dell’Arte Orafa e dei suoi Protagonistiâ€?, con il coordinamento della Swiss Luxury Culture Management. Questa mostra ricostruisce l’affascinante storia artistica e imprenditoriale di Gianmaria Buccellati e le ambizioni della sua genialitĂ , anche attraverso i suoi stessi ricordi e gli scatti del fotografo Giò Martorana che restituiscono in un originale itinerario visivo i propositi estetici del suo stile. Il percorso si articola in tre sezioni e racconta quella straordinaria capacitĂ dell'autrice di intendere ed elaborare la materia preziosa, che ha portato alla nascita di creazioni innovative in dialogo con il passato. Gianmaria ha infatti saputo guardare con estremo interesse alle diverse espressioni artistiche dell’AntichitĂ , del Rinascimento e del Rococò, come fonte d’ispirazione inesauribile cui attingere motivi e temi da rielaborare e applicare alle diverse tipologie di manufatti preziosi.


news — marzo 14, 2015

Da Christie’s perle nere e gioielli da star Tornano i Magnificent Jewels di Christie’s. Una nuova asta di pezzi pregiati è in programma il 14 aprile a New York. In vendita ci sono più di 300 gioielli, tra cui alcuni eccezionali, come la collana a quattro fili di perle naturali colorate. Le perle naturali nere e grigie sono molto rare: pochissime le collane di questo tipo sono state messe in vendita negli ultimi 50 anni. Il caso più famoso è quello di The Nina Dyer Black Pearl Necklace, venduta a Ginevra da Christie’s nel maggio 1969 e, più recentemente, il caso di The Cowdray Pearls, vendute a Londra nel giugno 2012. La collana di perle all’asta ha una quotazione da capogiro: Chistie’s prevede di raggiungere i 40 milioni di dollari. In Europa le perle nere hanno cominciato a essere molto desiderate dalla seconda metà dell’Ottocento: gran parte del successo è dovuto a Eugenia, moglie di Napoleone III (sposata 1853), che aveva una predilezione per gemme e perle esotiche. In asta da Christie’s c’è un lotto che comprende oltre 289 perle, con sfumature rosa, verdi o viola. Inoltre, sono offerti anche gioielli in stile Art Deco, come due bracciali con diamanti con cinque fili di perle naturali, stimati 120 150mila dollari, e una collezione di perle naturali bianche con prezzi da 40mila a 400mila dollari. «Dopo l’anno record, il 2014, nel quale il settore Gioielli di Christie’s ha realizzato vendite per 754,7 milioni dollari, iniziamo la stagione delle aste con una vendita eccezionale», gongola Rahul Kadakia, responsabile internazionale di Christie’s per i gioielli. «L’asta del 14 aprile è composta da diamanti di qualità superiore, gemme colorate rare, e perle naturali che rappresentano un’occasione notevole per i collezionisti». Tra le decine di gioielli in vendita è presente anche una selezione firmata Laurence Graff, quasi un sinonimo di gioielli con diamanti. Pezzi anche firmati Bulgari, Cartier, Harry Winston, Jar, e Van Cleef & Arpels. Tra le gemme in vendita, da segnalare un raro diamante taglio cuscino di 80.73 carati, stimato tra i 4 e i 5 milioni di dollari. Una collana di diamanti bianchi e diamanti colorati di Graff è invece valutata 500 700mila euro. Un diamante a forma di pera internamente perfetto di 25.49 carati è stimato 2,5 3,5 milioni dollari. Altri pezzi da segnalare sono i «capricci» di Paolo Flato. Nato in Texas nel 1900, è stato il gioielliere delle star di Hollywood, ma anche di donne ricche come l’ereditiera Millicent Rogers. Flato ha fondato la sua azienda a New York, nel 1920, e ha poi aperto un negozio a Los Angeles nel 1937: i suoi gioielli avevano spesso uno stile umoristico. Federico Graglia


In alto, a sinistra, anello con diamante fancy rosa: 2,5 5 milioni di dollari. Al centro, diamante con riflessi blu taglio prillante: 1,75 2,5 milioni di dollari. A destra, anello di grand con diamante a cuscino: 750mila 1 milione di dollari. In passo, a sinistra, collana di rubini e smeraldi di Bulgari: 300 400 mila dollari. Al centro, anello con zaffiro a taglio ottagonale: 1,2 1,8 milioni di dollari. A destra, bracciali Art Deco con diamanti e perle: 120 150mila dollari

A sinistra, un diamante taglio cuscino flautato 4 5 milioni di dollari. A destra, una collana di zaffiri e diamanti firmata Graff, stimata 250 350mila dollari

A sinistra, orecchini a clip con diamanti e smeraldi di Jar. Stima: 250 350mila dollari. A destra, una collana di zaffiri e diamanti di Van Cleef & Arpels, valutata 300 500mila dollari

A sinistra, collana di perle nere: da 3,8 a 4,5 milioni di dollari. A destra, collana di diamanti bianchi e fancy yellow, stimata 500 700mila dollari


Baselworld 2015: Chopard orologi Grand Prix de Monaco Historique Scritto da: Rosario Scelsi venerdì 13 marzo 2015 La nuova collezione di orologi Grand Prix de Monaco Historique comprende tre strumenti pensati per aiutare i piloti.

Baselworld 2015 La collezione di orologi di lusso Chopard Grand Prix de Monaco Historique si aggiorna, con tre strumenti al servizio degli amanti delle auto storiche. Questo assortimento completo ad alte prestazioni prevede: il Crono, l'Automatico e il Power Control, un modello con indicatore della riserva di carica, dedicato al più prestigioso dei gran premi classici; insieme, incarnano la passione per la guida sportiva e l’esigenza orologiera di Chopard. Il Grand Prix de Monaco Historique, che chiama a raccolta bolidi da corsa costruiti dal 1920 al 1985, è per sua natura una competizione variegata, dove si fiancheggiano auto profondamente diverse. Tutte sono degne rappresentanti dell’eccellenza meccanica del loro tempo e sono guidate in condizioni reali da piloti appassionati. Chopard è legata a questo evento dal ruolo di sponsor e cronometrista ufficiale, ma anche dall’affetto: Karl Friedrich Scheufele, co presidente della maison, infatti, è un grandissimo appassionato di auto classiche. La gara si tiene con cadenza biennale e a ogni edizione, Chopard ha sempre presentato un orologio con cronografo in edizione limitata, in stile “gara”. Nel 2014, per la prima volta, la maison lancia una vera e propria collezione legata alla competizione. La nuova gamma Grand Prix de Monaco Historique offre un ventaglio completo di orologi con diverse funzioni, che ricordano le tre principali classi di motori: V6, V8 e V12.

Tre modelli, un unico spirito L’orologio Grand Prix de Monaco Historique Automatic è lo strumento orario per eccellenza. Il suo calibro a carica automatica certificato dal COSC è come un V6 e garantisce una prestazione cronometrica in grado di soddisfare le esigenze dei piloti e quelle di Chopard.


Equiparabile a un V8, il modello Grand Prix de Monaco Historique Power Control possiede un indicatore di riserva di carica posto a ore 6 che ricorda, nello stile, la strumentazione di bordo per i livelli di olio e carburante. Infine, il modello Grand Prix de Monaco Historique Chrono è il V12 della famiglia. Forte, di classe e nobile, è lo strumento del pilota elegante per eccellenza. I tre modelli Grand Prix de Monaco Historique sono realizzati a partire da una piattaforma comune. Si distinguono per il loro design interamente ripensato e innovativo. La carrozzeria è una cassa in titanio di 44,5 mm, materiale scelto per la sua leggerezza, la sua durezza e la sua dermocompatibilità. Il fondello reca inciso il logo dell’Automobile Club di Monaco ed è in acciaio, che meglio si presta al lavoro di incisione. Le anse sono state rilavorate per offrire un miglior comfort al polso. Ma è il quadrante a esibire le principali modifiche. La sua superficie scanalata e azzurrata, sempre in moto, ricorda le auto da corsa che sfrecciano e la segnaletica orizzontale all’uscita delle curve.


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Y 12/03/2015 By orafoitaliano Al via la quarta edizione di Tarì Bijoux, mostra mercato del bijoux e gioielli fashion, che dal 14 al 16 marzo nello spazio espositivo di Marcianise vicino a Caserta presenta le ultime tendenze e le collezioni in anteprima per l’estate 2015. Creatività, moda e innovazione sono gli elementi che caratterizzano questa fiera, organizzata dal centro orafo di Marcianise per rispondere a una precisa richiesta di mercato che vede in ascesa, accanto al gioiello classico ed esclusivo, anche la costume jewellery, caratterizzata da materiali, stili e forme alternativi ma sempre più ricercati. Quasi 500 le aziende partecipanti, sommando quelle stabilmente insediate al Tarì e diversi espositori esterni tra i quali 10 aziende partecipanti al programma di promozione Made in Campania promosso dalla Regione Campania. Quest’anno inoltre Tarì inaugura lo Spazio Giovani Designer, una opportunità rivolta a giovani creativi emergenti che avranno la possibilità di dare visibilità alle loro creazioni originali. “Gioielli stellari” è infine il tema del Bijoux Award 2015, che domenica 16, a conclusione della manifestazione, selezionerà l’oggetto dell’anno, scelto sulla base delle preferenze dei partecipanti alla mostra.


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