JUST KIDS - #05 - Marzo 2013

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[Musica]

recensioni

CESARE BASILE CESARE BASILE (Urtovox, 2013)

di Thomas Maspes

Quannu cantu ccu tia, nun mi cunfunno”. E pare proprio sia vero. Già dal primo brano di questo nuovo lavoro del bravo musicista catanese, non si avverte alcun tipo di confusione o di dubbio, ma al contrario si percepisce, da subito, una profonda e consapevole padronanza nei propri mezzi, una lucidità impressionante nella scelta dei suoni e nella scrittura vera e propria delle canzoni. Certo, sappiamo tutti che Basile non è un’artista di primo pelo, e che di strada ne ha macinata molta. Anni fa con i suoi Quartered Shadows aprì anche i concerti dei Nirvana. Erano ancora i tempi della migrazione dalla sua amata terra siciliana. Prima Roma e poi Berlino. Oggi dopo vari dischi incisi a suo nome dal 1994 (ben sette), torna a raccontarci le sue storie, a sorprenderci con la sua poesia polverosa ad alto tasso emotivo. Lo fa nei migliori dei modi, aprendo il disco con un ipnotico arpeggio di chitarra al quale si affiancano successivamente una percussione semplice e lineare da suonatore di strada e un violino “ubriaco” che porta alla mente immagini che profumano d’Irlanda. E poi arriva la voce di Cesare, che in dialetto siciliano ci racconta la storia di un uomo che attraverso la musica è riuscito a conquistare la propria libertà e, forte di quella conquista, sfida gli altri uomini a confrontarsi con lui sui temi dell’amore, della gelosia e della sconfitta. Tutto il disco è focalizzato sul tema della libertà. La libertà che si raggiunge con i propri mezzi, con il talento o con il sangue, con il desiderio di sentirsi esseri completi ed autonomi, senza ovviamente rinunciare a vivere con gli altri o per gli altri. Ci sono gli sfruttati, i lavoratori a giornata oppressi dai loro caporali; gli immigrati che viaggiano attraverso

l’inferno dei mari; le donne costrette una vita a mantenersi in ginocchio per lavorare nei campi, per pregare, per soddisfare le voglie degli uomini. Donne così abituate ad essere sottomesse, ad essere costantemente private della libertà che, alla fine della loro vita, chiedono di essere messe “addinucchiate” nella bara, proprio perché incapaci di rimanervi distese. La scelta del primo singolo è caduta su “Parangelia”. Un brano duro, che parla di un omicidio (accaduto realmente e testimoniato anche nella pellicola del regista greco Pavlos Tasios) nato dalla follia dell’esasperazione: un uomo si trova in un locale, chiede alla band sul palco di suonare una canzone che lui ama particolarmente. La gente si getta sulla pista per ballare, ma lui non vuole. Non vuole che nessuno balli la sua canzone. Estrae un coltello dalla tasca e uccide senza pietà. Confrontarsi con temi così difficili è tipico di Basile. La sua arte rifugge dai luoghi comuni, scava in profondità senza alcuna paura di ferire o ferirsi; sceglie di porsi continuamente domande perché in fondo, delle risposte, spesso non sappiamo cosa farcene. Il disco è impreziosito anche dalla presenza di ottimi musicisti quali Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Enrico Gabrielli dei Calibro 35 e dal bravo cantautore veneziano Marco Iacampo. NOTA: nella versione in vinile sarà incluso un secondo disco con alcune versione acustiche delle più belle canzoni di Cesare Basile, fra cui “A tutte ho chiesto”, “All’uncino di un sogno” e “Dal cranio”. [ ]

CESARE BASILE - CESARE BASILE 01. Introduzione e sfida 02. Parangelia 03. Canzoni Addinucchiata 04. Nunzio e la Libertà 05. Marilitta carni 06. Minni spartuti 07. L’Orvu 08. Caminanti 09. Lettera di Woody Guthrie al giudice Thayer 10. Sotto i colpi di mezzi favori.

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