JUST KIDS - #02 - Dicembre 2012

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[ Cinema ]

I

registi più stimolanti sono quelli che riescono nei loro film e descrivere e definire tutto un personalissimo universo,sia a livello visivo che a livello contenutistico, in questo Garrone si conferma come un maestro assoluto e stavolta a livelli mai raggiunti prima neanche in tutti i suoi precedenti pur bellissimi film. Reality è un gigantesco specchio/lente d’ingrandimento dove personaggi e spettatori si ritrovano di fronte gli uni agli altri imitandosi a vicenda e ridefinendo di volta in volta i confini di questo universo chiuso senza linea di demarcazione tra ciò che è falso e ciò che è reale. L’apertura è affidata ad un magistrale piano sequenza dall’alto(che ritroveremo anche in coda seppur inondato di luce artificiale) ma la tecnica in Garrone non è mai furba e ammiccante e non si riduce mai a esercizio di stile,qui piuttosto maschera il tragicomico da favola ed è sempre controllata da uno stile leggero, mai forzato. La storia di Reality è tanto semplice e tanto rappresentativa di quanto ci circonda che ci sembra quasi di conoscerla prima di vederla rappresentata,essendo centrata su quella che è una vera e reiterata tragedia del ventunesimo secolo:l’ossessione per i media, la propria vita che può cambiare se si riesce ad apparire in tv o in un reality appunto,la società che si fa spettacolo(il riferimento a Deebord è puramente voluto) e declassa la vita umana a carne da esposizione mediatica,non sempre consapevolmente. I toni del film mescolano con sapienza commedia,dramma,grottesco e persino thriller quando la follia del protagonista diventa ossessione pura ,semplice e pericolosa. Sarebbe un grossolano errore di superficialità però ,limitarsi a derubricare il film come un “film di denuncia”,qui c’è molto ,molto di più e il miracolo che compie Garrone è che la visione risulta talmente scorrevole anche nel tragico, che ricorda da vicino il miglior teatro del grandissimo Eduardo. La sceneggiatura a quattro mani (oltre allo stesso regista hanno collaborato Chiti, Gaudioso e Braucci) è assente da imperfezioni,della regia ma-

REALITY di Matteo Garrone

gistrale abbiamo già scritto, eccelsa la fotografia di Marco Onorato (altra caratteristica dei film di Garrone: la fotografia è sempre stupenda) e infine una menzione per il cast interamente all’altezza. Per chiudere ,l’unica cosa che si può aggiungere è che a quanto pare la storia da cui è tratto il film sia realmente accaduta, non avevamo dubbi in merito. Film enorme: da vedere, rivedere e ricordare per ragioni cinematografiche, storiche e antropologiche. E’ STATO IL FIGLIO di Daniele Ciprì

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aniele Ciprì meriterebbe di essere conosciuto da tutte le persone portatrici sane di un cervello, innanzitutto per il suo lavoro con Franco Maresco in una delle collaborazioni di livello più alto della storia del cinema e della televisione,per gli splendidi risultati ottenuti

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