Jug n 51_JUG new 20/06/11 15.55 Pagina 3
che da solo abbia la forza di far crescere la percezione, la diffusione, la forza di una disciplina in particolare. Un progetto in rete sarebbe un bel salto in avanti e se questo fosse riconosciuto e supportato da chi ha la responsabilità delle politiche culturali a livello nazionale sicuramente porrebbe le basi per lavorare in un modo interessante e nuovo. A vantaggio del circo contemporaneo, e non solamente.
mi successe con Corsini, sindaco di Brescia, ho di nuovo la fortuna di collaborare con un interlocutore forte da tutti punti di vista, compreso quello artistico, ed è fantastico per un programmatore poter fare una riflessione aperta con chi ha creato lo spirito e la missione del luogo. Dopo Brescia, e prima di approdare all’Auditorium, ho avuto diversi contatti in Italia per dare continuità al progetto. Alcune possibilità non si sono poi concretizzate, ma mi hanno mostrato come in Italia ci siano delle opportunità straordinarie per il circo contemporaneo, che viene percepito come un linguaggio nuovo e interessante
per i giovani, popolare e allo stesso tempo raffinato. Purtroppo in Italia rimaniamo bloccati dalla scarsa preparazione e dalle politiche conservatrici dei programmatori, più che dalle impossibilità oggettive delle amministrazioni o dei pubblici di cogliere l’importanza degli spettacoli. Mi sembra importante che in un paese così parcellizzato come l’Italia si cominci a lavorare su un progetto di rete. Non credo ci sia un festival
Apripista, festival del circo contemporaneo
Anche la musica è importante nelle mie creazioni. Per questo spettacolo ho scelto un compositore, utilizzando un suo pezzo per la musica iniziale. Poi ho chiesto a due musicisti di sviluppare su questo timbro il resto delle musiche dello spettacolo. Nel mio primo spettacolo Convergence 1.0 ho lavorato molto nello spingere il limite della giocoleria oltre quella reale, oltre le capacità dell’uomo, utilizzando le tecnologie a disposizione. Anche il mondo virtuale è inspirato dalle leggi della gravità che regolano la giocoleria, ma in un mondo virtuale io posso cambiare le forze in gioco, con grande precisione, grazie anche alla tecnologia avanzata che utilizziamo. Realizzare questi scenari è per me un modo di giocolare; per me la matematica e la giocoleria sono dei giochi nei quali sono libero di cambiare le regole. Nei miei spettacoli non esistono segreti o trucchi nel senso della magia. Vengo da esperienze nelle quali condividere la conoscenza per crescere è un assunto fondamentale. Per questo il software che ho concepito per costruire Cinematique, anche se un po’ complesso da utilizzare, è online e disponibile per un download. Ritengo importante che il mondo virtuale apra nuovi orizzonti nell’immaginario degli spettatori, è un mondo che io creo ma che tutti possono interpretare come vogliono.
Adrien Mondot www.adrienm.net Mi sono dedicato alla giocoleria per 12 anni, e per i primi 5/6 anni con molta intensità. Ma professionalmente ero impegnato negli studi di informatica, per cui le mie prime esibizioni avvenivano nel tempo libero e in strada. Poi nel 2004 ho deciso di diventare un giocoliere professionista, creando la Compagnia AdrienM. La compagnia è nata con l’intento di aprire spazi di ricerca sull’arte del movimento, la giocoleria, l’arte dei numeri, come attrezzi per esplorare l’immaginario. Fin dal primo spettacolo, ho trasportato nelle mie creazioni elementi di informatica, così a partire da Convergence 1.0, il virtuale e il reale si incontrano, anche se in un modo molto semplice. La cosa che mi interessa è in che modo gli oggetti si muovono in relazione al corpo. Per me quando anche un solo oggetto si muove è già giocoleria. Più che la tecnica della giocoleria, o sistemi di notazioni come il siteswap, mi interessa il movimento fluido in senso lato. Tutto lo spettacolo Cinematique è basato sul movimento, quindi non solo le palline, ma anche le persone, le proiezioni. Ed inserisco negli spettacoli elementi di danza proprio perché mi interessa la ricerca sul movimento, senza l’obiettivo di dover afferrare un oggetto. La giocoleria è danza con gli oggetti, ma io senza oggetto non saprei danzare, per quseto sono affascinato dalla purezza del movimento della danza. Satchi è un’artista giapponese, una ballerina professionista che in venti anni ha partecipato a più di 200 produzioni. È una danzatrice molto versatile, che fa anche break dance, trapezio, lavora con James Thierre, e così è stato facile incontrarci e capirci al volo sul lavoro che intendevo sviluppare.
j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 51 g i u g n o 2011
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