Juggling Magazine #51 - june 2011

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Apripista

festival del circo contemporaneo Intervista al direttore Artistico,

Gigi Cristoforetti Apripista nasce per proporre una riflessione sui linguaggi, mentre per il festival di Brescia avevamo lavorato sulla reinvenzione di spazi urbani. Risultati entrambi possibili grazie alla libertà espressiva delle arti circensi. A Brescia volevamo usare un linguaggio flessibile e ricco per arrivare al concetto di arte pubblica e di riappropriazione della città, e per questo abbiamo realizzato il Parco dei Circhi, i percorsi al Castello e al complesso monumentale di Santa Giulia. Quello che invece ci stiamo proponendo all’Auditorium, che è un luogo colto e dedito a tutti i nuovi linguaggi, è di misurare dove sia arrivato il circo contemporaneo, e in che modo. Nella giocoleria, dove passiamo dalle forme raffinate e quasi classiche di Vincent de Lavenere (che era stato a Brescia nel 2001) a quelle surreali, sincopate dei De Fracto. Oppure nell’acrobatica, passando dalla straordinaria suite di movimento degli artisti australiani di Circa, a

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Pierre Rigal, uno degli artisti più interessanti del momento in termini di ricerca sull’espressione corporea. Amo particolarmente il circo contemporaneo perché significa forte coinvolgimento. È l’unico linguaggio che cambia il modo in cui lo spettatore partecipa ad uno spettacolo, perché smuove dimensioni emotive e visionarie che nessun altro linguaggio tocca. Arrivare all’Au-

maggio 2011, roma www.auditorium.com ditorium a Roma è al tempo stesso un riconoscimento e un punto d’arrivo per questa disciplina e per il mio lavoro. Come programmatore parto sempre da un approccio progettuale. Non mi pongo soltanto il problema di fare shopping delle compagnie che mi piacciono, quanto di delineare l’obiettivo di un festival. Per questa prima edizione di Apripista mi sono veramente interrogato sulle

scelte da operare per l’inserimento in un contenitore così colto di una serie di generi, di stili e di artisti ben definiti, e da questo punto di vista sono soddisfatto. Dovendo tirare un bilancio sull’affluenza del pubblico a metà manifestazione direi che l’Auditorium ha fatto tutto il possibile sul piano della comunicazione e della promozione, ed è stata ottima la risposta della stampa e dei media in generale, ma abbiamo constatato che il pubblico in maggio comincia a prediligere le serate all’aperto piuttosto che in teatro, soprattutto quel pubblico trasversale e giovane che si interessa al circo contemporaneo. E forse sentiamo la mancanza di uno chapiteau, che contribuisca ad evocare la magia del circo. Però la riflessione che stiamo facendo sul senso che questi linguaggi possano avere in un contenitore come l’Auditorium è totalmente positiva. Gli sviluppi futuri immagino saranno oggetto di una riflessione approfondita con l’ amministratore delegato dell’Auditorium Carlo Fuortes. Come già


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