made in Japan Un gruppo di bravi giocolieri giapponesi era presente alla EJC, e con i loro spettacoli e la loro ricerca singolare hanno offerto momenti di grande interesse nel corso degli spettacoli. Intervistiamo Komei, uno dei più giovani e innovativi.
Vengo da Tokio, ho incontrato la giocoleria 9 anni fa e da circa 4 anni pratico la break dance. Mi definisco un giocoliere ballerino, ma nel cuore sono ancora molto legato alla giocoleria. Giocolo ascoltando la musica e a quel punto comincio a inserire movimenti a tempo. Uso molto popping, soul funk, electro, hip hop. La giocoleria contemLB poranea e la break dance non sono arti nate in Giappone, ma nel metterle insieme porto LB dentro un po’ della sensibilità artistica del Sol Levante, anche se ancora non indosso un kimono in scena! Mi piace la tecnica della giocoleria e il feeling della danza e della musica, e ricerco un’integrazione tra le forme espressive. Sono un performer professionista e mi alleno ogni giorno, ma senza un tempo determinato, può essere niente oppure tutto il giorno. Non ho una routine di allenamento, è una continua improvvisazione perchè per me è importante che tutto questo continui a divertirmi.
eaeo – m2 Intervista a Bram Dobbelaere www.cieeaeo.com
Il nome deriva dall’acronimo EAEO, che significa Equal Acces/Equal Opportunity. In origine viene dalla lotta dei disabili per avere gli stessi diritti di tutti. In un contesto più ampio è un termine usato per opporsi a qualsiasi discriminazione, e ci sembrava appropriato al modo in cui lavoriamo, creiamo e ci esibiamo insieme come collettivo. Quando io e Sander, che lavoriamo insieme da 10 anni, partorimmo l’idea dello show, avevamo già una visione di come si sarebbe evoluto, e i 4 protagonisti finali di M2 hanno fatto esattamente questo:
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w w w. j u g g l i n g m a g a z i n e . i t
La Cie Ea Eo è stata fondata Eric Longequel, Sander e Jordaan De Cuyper, Bran Dobbelaere. Tutti artisti autodidatti, molto attivi all’interno del fertile humus belga, che hanno fatto della giocoleria uno strumento di espressione artistica, regalandoci questo intenso ed emozionante nuovo spettacolo
scambiarsi delle idee, motivarsi e criticarsi a vicenda per produrre un risultato che fosse veramente nostro, e al quale tutti avessero egualmente contribuito. L’idea dietro M2 è di mostrare cosa succede quando 4 individui si relazionano tra di loro su una superficie che gradualmente si restringe. La frustrazione cresce, lo spazio personale di ognuno si rimpicciolisce, il contatto fisico diventa inevitabile... abbiamo cercato di esprimere la violenza, l’amicizia e la solitudine attraverso il juggling, il movimento e il teatro. L’intero spettacolo può essere letto come
una metafora della società moderna. Non c’è un “messaggio” nel senso che non offriamo una soluzione, ma solo osservazioni personali e il nostro modo di condividerle con il pubblico. Quando mi venne l’idea della superficie che si restringeva l’ho sottoposta al gruppo. Piacque a tutti e cominciammo con un brainstorming, improvvisando e giocolando sempre con questa idea in testa. Abbiamo prodotto tanto materiale che abbiamo provato ad alcuni open stage e abbiamo anche invitato Joke Laureyns and Kwint Manshoven, 2 coreografi belgi, a seguirci per le routine e i movimenti di giocoleria, l’utilizzo dello spazio e della scenografia. Nel gruppo abbiamo diverse preferenze per stili di giocoleria e per giocolieri. Ma tutti noi crediamo sia un mezzo di espressione personale, alla stessa stregua di danza, musica o teatro, e amiamo vedere un giocoliere che esprime gioia, tristezza, frustrazione
attraverso la sua giocoleria, qualcosa di più che “lanciare in aria degli oggetti di plastica”.