Juggling Magazine #48 - september 2010

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intervista a Emanuele Fiandri

Compagnia Coliflor

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a Cie Coliflor, composta dalla Mini Compagnie (collettivo francese di musica e acrobatica burlesque) e dalla BellePaubelle (un gruppo italo-cileno impegnato su danza e interventi nel tessuto urbano), comincia a lavorare all’inizio di quest’anno, dopo essersi incontrata ad Aurillac col Circo Paniko. Da lì abbiamo cominciato a viaggiare insieme con l’idea di creare un collettivo e da questa necessità

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ono stato in Italia due anni fa l’ultima volta, ed è stato anche l’ultimo anno che eravamo in tour con Lice de Delux; a fine estate eravamo in Perù, Cile e Argentina e abbiamo capito che dopo sei anni insieme e molto intensi eravamo tutti pronti a fare altro. È sempre un po’ malinconico fare uno show per l’ultima volta, guardi i tuoi colleghi negli occhi e sai che è la fine di un fase della tua vita; sai che sta per cambiare perché il nostro lavoro è il centro della nostra vita. Così mi sono subito messo al lavoro sul format di un solo show. Per molti anni avevo

abbiamo provato a creare lo spettacolo Salir fondendo i due gruppi. Parte della Mini Compagnia veniva da studi di ginnastica e insegnamento della motoria, Bel Poubelle veniva invece da una formazione di strada, e a parte Javiera che aveva già lavorato con compagnie di danza e Gabriel che si è diplomato al conservatorio, il resto hanno tutti costruito il loro percorso formativo in modo

autonomo e vario. Volersi definire coi termini è sempre una violenza, anche se a volte diventa una necessità per promuoversi nel circuito dei festival. Del Circo avvaloriamo la struttura familiare e il rapporto umano profondo e imperniato sulla convivenza e la condivisione. Ma ci rifacciamo anche alla Danza e alle Arti Figurative. Il lavoro di creazione di Salir, durato 4 mesi, è cominciato a gennaio a Barcellona nel

avuto un’idea, un feeling, sapevo di volere un universo molto minimalista. Avevo lavorato con le corde in modi diversi e mi sono preso del tempo per creare nuovi numeri, metterli insieme a cose che faccio da 10 anni e cose che non faccio più da 10 anni. Quando si parla di show, fare esperienze, scoprire cose, per me riportare in vita vecchie idee non è un problema, lo faccio sempre. Trovato il formato giusto dovevo farlo crescere sul palco. Allora ho suddiviso in pezzi i nuovi numeri e sono andato in tutti i piccoli cabaret a Buenos Aires e dopo a Barcellona, per testare le risposte del pubblico e armonizzare la

sequenza, un sistema che ha funzionato benissimo. Lo show è incentrato sull’utilizzo di corde con piccole invenzioni e trovate. Si chiama Cuerdo, e in spagnolo ha un doppio significato; significa corda, ma anche “clever”, intelligente. Il personaggio in scena, Senor Stets, mi somiglia molto, e non è lontano da altri personaggi rappresentati in altri show; è un personaggio che ho dentro e che emerge con molta naturalezza. Cuerdo è un ‘suitcase show’, ho tutto in una valigia, che è una delle trovate più antiche ed essenziali escogitata nello show business. La mia ambizione era di fare uno show

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Le Bain http://saramartinet.free.fr

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ara Martinet e Jean-Philippe Carde sono entrambi francesi usciti dalla scuola dell’improvvisazione. Dal 2006 si esprimono nella loro singolarità a partire da un duo basato sull’interazione diretta tra il suono e il movimento. Le Bain è una rappresentazione d’ispirazione contemporanea per un vasto pubblico. È un

centro sociale autogestito ArtKatraz, dove ci siamo impegnati nella preparazione tecnica, nell’approfondire la conoscenza reciproca, definire i materiali da usare e cominciare a comporre le musiche. La scrittura originale nasce dal semplice e fisiologico sovrapporsi di idee che rispecchiavano le varie personalità, con una direzione registica condivisa e alternata all’interno del gruppo. C’è una sorta di presentatore cantastorie che funge da fil rouge, ma in scena c’è essenzialmente il nostro vissuto quotidiano. E la convivenza richiede forse il maggior dispendio di energie di tutto questo progetto; prima di tutte le prove viene l’armonia tra di noi, perché la mancanza di questa armonia pregiudicherebbe anche il prodotto artistico. Il nome dello spettaco-

Cuerdo kallekarlitos@gmail.com intervista a Karl Stets

piccolo delirio in una vasca da bagno. Una coreografia che va dalla danza contemporanea e varie acrobazie, eseguiti da una ballerina atipica con un corpo elastico. Momenti umoristici, movimenti rapidi, poesia, rendono questo spettacolo una creazione sensibile, umana e sobria. L’universo musicale elettronico è creato


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