Juggling Magazine #48 - september 2010

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Renegade Design Lab www.renegadejuggling.com Intervista a Iman Lizarazu Renegade Juggling è nata nel 1982, e quando 8 anni dopo sono entrata nella società ho proposto dei cerchi nuovi perché quelli che c’erano erano orribili! Poi abbiamo pensato che un ring juggler molto bravo si annoiasse ad utilizzare cerchi sempre della stessa misura, così abbiamo pensato di farne di taglie diverse, piccoli, medi e grandi, ma anche progettare un concetto tutto nuovo, come gli hollow ring. Ma non bastava; la giocoleria che si vedeva ai festival IJA era un po’ stagnante, e allora perché non stimolare la creatività anche attraverso la ricerca e l’utilizzo di nuovi attrezzi? Era importante riscoprire il gioco, e così negli anni ‘90 io e Tom abbiamo deciso che dovevamo ampliare la gamma degli attrezzi. Ho allora pensato ai triangoli, ai quadrati e poi ci siamo detti: basta, dobbiamo veramente esagerare! E 3 anni fa abbiamo creato una linea tutta nuova, per chi ricerca ‘out of the box juggling’. Per esempio, la clava cup head, o anche la flat head, derivano da un numero russo con le clave dritte su un tavolo. A quel punto un giocoliere le calcia una dopo l’altra passandole al partner che si trova sul pavimento. Ora questi russi avevano col tempo esaurito le clave e non avevamo nessuno che gliele fabbricasse. Ci hanno contattato ed è così che è nata la clava flat head. L’idea alla base di questo progetto è: crea, gioca, divertiti e condividi; è tutto. Abbiamo smantellato i vecchi attrezzi e li abbiamo saldati in forme molto bizzarre, inviandoli poi a Jay Gilligan in Svezia. A Jay si sono uniti poi Luke Wilson, Erik Aberg, Patrick Elmnert, Wes Peden, oltre chiaramente a me e Tom, che ci occupiamo del design e del collaudo prima di inviare i prototipi in Svezia. Ma la collaborazione funziona anche in senso inverso, e i ragazzi ce li restituiscono spiegandoci dove e quando gli attrezzi si sono rotti oppure indicandoci quali forme funzionino meglio.

Vuoi prendere in prestito le mie clave? Sono pulite le tue mani? Sono sudate? No, non usarle all’esterno! No, non rotearle! Anzi, per favore non me lo chiedere più, perché il rifiuto spesso offende… Le clave sono i miei strumenti da lavoro. Tanto particolari e speciali per la mia professione quanto il bisturi per un medico. Tanto preziose quanto il fucile preferito di un sicario. Da loro pretendo precisione e affidabilità, che interagiscano e lavorino con me come se fossero una controparte umana. Sebbene le mie clave non siano state personalizzate, il fatto di poter ordinare a Renegade delle clave della lunghezza standard di 95mm, extra leggere, in un colore di mia scelta (bianche probabilmente) mi consente di stabilire un legame personale con la clava. Non parlo più regolarmente con loro, ma mi assicuro comunque che siano pulite, comode e che me ne prenda buona cura. Cerco di avere sempre due set con me: uno per esercitarmi ed uno per gli spettacoli, e faccio sempre le ultime prove dietro le quinte con le clave che porto in scena. Anche loro devono trovare la propria concentrazione e prepararsi alla performance! Dopo tutto su di loro ricade la responsabilità per la buona riuscita dello spettacolo. Il peso delle clave mi comunica calma e concentrazione, la loro solidità mi offre una sensazione di affidabilità per i 7 minuti del mio numero. I palchi hanno altezze, luci e pavimenti diversi fra loro. E lo stesso vale anche per il pubblico! Una cosa però non cambia mai: le clave che vengono sul palco con me. Stavo lavorando al Krystallpalast Varieté (Lipsia, Germania), la sera del 31 dicembre, 2003. Poco dopo la mezzanotte, si sviluppò un incendio sul palco. La mia partner del momento, Ilka Licht, fu la prima a vedere le fiamme, e quando il pubblico e gli artisti cominciarono ad uscire in fuga dal teatro in fiamme, lei iniziò a correre nella direzione opposta, dietro le quinte, per prendere la borsa con le clave. Riuscimmo a metterci in salvo e ci ritrovammo fuori al freddo davanti all’edificio che andava in fumo. Non le è mai passato per la testa che non avrebbe dovuto correre un rischio simile…

Luke Wilson

Foto di Iman Lizarazu

Kendama

LB

Kendama è un gioco di abilità giapponese datato 1918, un’evoluzione del gioco francese ‘Bilboquet’, che risale al XVI secolo. Nel 1975 un’associazione giapponese fu fondata per promuovere il kendama, ma è solo negli ultimi anni che i giocolieri europei hanno scoperto le sue infinite possibilità e qualità. Ad una prima occhiata le tre coppe e la punta suggerisco solo 4 possibilità di trick, ma ad un esame più attento le differenti prese, tecniche ed equilibri offrono una complessa varietà. Dal semplice Big Cup allo Swinging Aeroplane, l’elegante Uccello, e all’apparentemente impossibile Moon Landing. Anche quando pensi di essere riuscito ad imparare un trick esiste sempre una versione più difficile, o una difficile combinazione da provare. Al momento in Europa ci sono state delle competizioni alle convention di giocoleria in UK, Germania, Olanda e Finlandia, ed un campionato europeo è stato programmato per la EJC 2011. E se non ami le competizioni è comunque un grande attrezzo tascabile con il quale mettere alla prova te o altri.

kendamas.eu

www.kendama.co.uk a cura di Void – juggling.tv

j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 47 g i u g n o 2010

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