UP, SCUOLA DI CIRCO upscuoladicirco.com P Quarantina
1 Impatto 2 Resistenza&Resilienza 3 Opportunità 4 SOS 5 Aneddoti 6 IN PRIVATO di Maria Grazia Ielapi presidente e responsabile pedagogica Up asd
foto di Fabio Monasterolo
9 marzo 2020. lockdown. Dopo un primo tentativo di adottare maggiori sicurezze per poter continuare i corsi in palestra, decidiamo che Eticamente è giusto fermarsi. Ci si confronta sul da farsi, sia da un punto di vista sportivo che umano. Cosa sta accadendo? Cosa non sappiano di ciò che sta accadendo? Nell’attesa di informazioni attendibili, rimaniamo fedeli a ciò che il circo ci ha insegnato: rimarremo uniti come una famiglia, nessuno viene abbandonato o dimenticato. Nonostante la forte contrarietà alle lezioni on line, ci vediamo costretti a organizzarci in tale modo. Ci siamo confrontati con le famiglie e, dopo aver ascoltato esigenze, bisogni, criticità, abbiamo creato un palinsesto di incontri con lezioni, sportelli di ascolto, allenamenti specifici, trasmissioni radio, interventi televisivi, letture di fiabe, laboratori per creare giochi e attrezzi a casa. Abbiamo comunicato con le newsletter, indicato link e video per raccontare la nostra storia e quella del circo; il telefono con una disponibilità senza limite; per qualsiasi cosa: chiamate. Congelate le quote, abbiamo tenuto le lezioni per tutti i gruppi, dai piccolini agli adulti, inserito nuovi corsi per i genitori, fratelli o sorelle dei nostri allievi. Di cosa abbiamo paura ora? Di nulla, a livello umano e pandemico. L’energia che abbiamo condiviso è tornata con un raggio 1000 volte più grande. La nostra famiglia di circo esiste ed è unita, è attenta e responsabile perché, attraverso il circo, ha imparato ed insegnato che le regole esistono per sostenere e non per limitare. Mascherine? Si, ma sono fazzoletti che, una volta tolte dal viso perché rispettiamo le distanze di sicurezza, diventano foulard per giocolare, mascherarsi e fare teatro, coprire il capo per proteggersi dal sole, tovaglioli per la merenda. Di cosa abbiamo bisogno? Di sostegno economico per non affondare e poter ripartire. I costi sono andati avanti mentre tutto si fermava. Le quote incassate già spese per far vivere la scuola. Soldi zero, guadagni fermi, lavoro da sostenere senza compenso. Abbiamo bisogno di un aiuto economico vero, concreto e a fondo perduto. Il complimento più bello che abbiamo ricevuto è stato: “Tutto si è fermato, tutto è cambiato, voi siete rimasti la nostra routine, il nostro appuntamento quotidiano, i nostri maestri di energia”. Non è stato lo sport, il movimento, il circo a mancare; sono state le relazioni che si sono create attraverso lo sport, il movimento e il circo. Noi non esistiamo senza i nostri allievi e le loro famiglie e loro senza di noi. La più grande scoperta? Siamo relazioni che vivono in equilibrio, apertura, confronto e sostegno reciproco. L’impatto più duro? Non poter raggiungere le famiglie e i ragazzi che a causa dei disequilibri creati nel conflitto scuola-lavoro, didattica a distanza, non hanno potuto rimanere in contatto con noi. Ora il lockdown è terminato. Abbiamo deciso di non tornare negli spazi chiusi ma di creare un nuovo progetto all’aperto. Quello che abbiamo sentito più forte come esigenza era riunirsi, e lo faremo, nei boschi di Pocapaglia, sede della scuola, con lezioni di teatro, equilibrio, arrampicata e giocoleria in natura e con attrezzi personali costruiti insieme.
Con Franscesco Sgrò ho creato un video di sensibilizzazione su cosa abbiamo vissuto, su cosa ricordare e cosa abbiamo imparato da questo lockdown: l’uomo è un essere sociale, e la condivisione e il contatto sono indispensabili per il suo benessere. Il luogo dove abbiamo creato la nostra scuola è importante ma il contenuto di più, e il contenuto siamo noi. Quindi sono emerse due parole: circo e Circo. Apparentemente uguali, ma profondamente diverse: la prima identifica l’edificio, la seconda la comunità, nell’essenza di ciò che questa parola significa: gruppo di persone che condividono passioni, regole, sogni, doveri, diritti, ideali, mission. In questo meraviglioso viaggio abbiamo vissuto momenti di grande contrasto. Il peggiore: non aver avuto le forze economiche per sostenere tutto lo staff, costretto a cercare lavoro altrove. Il migliore è che in ogni crisi c’è una nuova ripartenza, una nuova opportunità, una sensibilità maggiore. Fermarsi ed osservare ci ha dato modo di chiederci più profondamente cosa volessimo. Vogliamo benessere per noi, i nostri allievi e le loro famiglie. Essere riconosciuti per quello che siamo, con la voglia di essere dei professionisti. Strutturare il nostro settore, la forma giuridica nella quale rientrare, chiedere che le nostre formazioni siano riconosciute ed integrabili sulle piattaforme educative e scolastiche.
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