foto di Laurent Bugnet
XXXVIII CIRQUE DE DEMAIN 26/29 GENNAIO, PARIS www.cirquededemain.paris
di A.R. Quest’anno la XXXVIII edizione del Festival Mundial Cirque de Demain si è aperta con un sentito tributo a Pierre Etaix, Dimitri, Oleg Popov, Dario Fo, quattro grandi artisti di recente scomparsi, a cui l’organizzazione dell’evento ha voluto dedicare questa edizione, testimonianza di un circo proiettato nel domani, ma con radici forti nel passato e nel presente. La scoperta di nuovi talenti, capaci di misurarsi con il classico format del “numero” di 6/7 minuti, rimane comunque la scommessa perenne di questo festival, che anche quest’anno ha fatto il giro del mondo per selezionare artisti impegnati nella ri/scrittura delle pratiche e delle discipline circensi. Tanta diversità, tanta innovazione, come sempre, nei 24 numeri in programma, e una new entry, in una manifestazione che nel corso della sua storia vanta il primato di maggior numero di nazionalità diverse che abbiano calcato la sua pista. Tra le 25 nazionalità presenti quest’anno, anche un giovane artista che per la prima volta al Cirque de Demain fa sventolare la bandiera dell’Iran. L’Italia purtroppo, come troppo spesso in questo festival, rimane confinata in platea!
www.jugglingmagazine.it
Internazionale anche la giuria, e soprattutto il pubblico e i programmatori che ogni anno frequentano il festival, regalandogli quell’atmosfera e “densità”, sia in sala sia nel foyer, che lo hanno reso famoso. Ed è proprio nel foyer, luogo dove il pubblico degli appassionati si mescola allegramente con la nutrita schiera di programmatori e professionisti del settre, abbiamo avuto il piacere di conoscere e intervistare i responsabili di due tra i maggiori online resource center di materiale sulla storia, i protagonisti, la cultura del circo: Circopedia e il recentissimo Les Arts du Cirque Anthology, cui dedichiamo due schede nella pagine successive della rivista. A valorizzare e sviluppare le potenzialità della folta compagine dei programmatori l’organizzazione del festival sta da qualche anno affinando l’iniziativa “Le Club Pro”. Una programmazione parallela a quella degli spettacoli, che offre uno spazio e un calendario di incontri e approfondimenti sempre più articolata e partecipata nelle fasce orarie non occupate dagli spettacoli. Quest’anno, tra le altre, abbiamo seguito le interessanti narrazioni di Zip Zap Circus (Sudafrica), di Circus Colombia, della Fondazione Viktor Kee, tutti progetti che, utilizzando il circo come strumento di
trasformazione nel sociale, si pongono l’ambizioso obiettivo di innescare giovani talenti e aprirgli gli orizzonti di una carriera artistica. Due invece le proiezioni in programma, “Au Fil de l’Acrobatie”, film di Laurent Chevallier, scritto da Dominique Mauclair, fantastico documentario nel circo itinerante della Mongolia, nelle palestre della tradizione cinese e negli studio della prestigiosa scuola russa, e “Circus Without Borders - artcirq et kalanbante” della Northern Light Productions, sullo sviluppo e il back stage di due progetti di inclusione artistica in grandi produzioni di spettacolo dal vivo che coinvolgono giovani artisti dell’Artico e della Guinea. Ma mentre nel piccolo igloo del Club Pro si riflette sul circo, è sotto la maestosa cupola del Cirque Phenix, al centro del suo caratteristico palco a pianta quadrata circondato da una platea di 2500 spettatori, sotto le luci magistrali coordinate da Antonio de Cravalho, le musiche dal vivo dell’orchestra Francois Morel, la Barriere della Scuola di Risny sous Bois, la presentazione dell’eclettico Calixte de Nigremont, si aprono le danze dello spettacolo. Bonsoir Paris… Bonsoir Le Monde!! Tra i numeri che più ci hanno colpito quest’anno sicuramente la russa Masha Terentieva, dilpomata a L’ecole di Montreeal, cui dedichiamo la copertina di questo numero; la Compania Havana e la Troupe de Zhejiang, entrambe interpreti di due nobili tradizioni circensi e di un genere “collettivo” sempre più raro; le geometrie di