PROSPETTIVA CIRCO: LA FORMAZIONE MODELLI, PRATICHE E OPPORTUNITÀ CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA FORMAZIONE NEL CIRCO CONTEMPORANEO
TORINO, 25 FEBBRAIO www.flicscuolacirco.it La scuola di circo Flic nasce nel 2002 da un’intuizione della Reale Società Ginnastica di Torino di coniugare la sua grande esperienza nell’insegnamento della ginnastica con l’arte circense. Fin da subito è stato chiaro che la preparazione fisica e l’insegnamento di una tecnica circense non fossero da sole sufficienti a creare
APPUNTI PER UNA SCUOLA D’ARTE CIRCENSE di Roberto Magro (riduzione dell’intervento presentato alla conferenza) (…) Un’educazione artistica è prima di tutto un’educazione alla sensibilità e alla creatività. Ma si possono insegnare sensibilità e creatività? C’è una trasmissione di valori possibile dentro un progetto pedagogico? È possibile associare le parole scuola, arte, sensibilità, valori? E qual è il
raggiungere quello stato sublime, da ricercare costantemente negli allievi, dove emergono le due parole magiche che identificano l’artista di circo, “libero” e “fragile”. (…) La prima cosa che deve imparare chi intraprende un cammino artistico è essere il maestro di se stesso. Il desiderio di imparare, la curiosità nell’osservare ed ascoltare, la pazienza nel ripetere quotidianamente gli stessi gesti, l’umiltà nel riconoscere i propri limiti e la
livello di responsabilità di un insegnante nei confronti di studenti che, in futuro, potrebbero essere non solo degli artisti, ma anche dei cittadini creativi e delle persone sensibili? Queste sono le domande che hanno accompagnato gli 8 anni in cui sono stato direttore artistico della Flic, e che mi accompagnano ancora nelle mie esperienze pedagogiche. Il circo mette la persona costantemente alla prova con i suoi limiti, per superarli e
capacità di analizzare i propri errori e le piccole conquiste quotidiane, devono maturare nel tempo una forte autonomia che gli permetterà nel futuro, una volta terminata la formazione, di disegnare la propria traiettoria nel mondo del circo. Ed è proprio coltivando nel corso della formazione il proprio desiderio di autonomia rispetto a qualsiasi tipo di informazione che poi il ragazzo comincia ad elaborare il desiderio di reinterpretare la realtà
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Foto Archivio Flic vissuta o osservata. (…) L’obiettivo dei formatori è quello di accompagnare i ragazzi nella crescita personale, trasformare ogni esercizio in esperienza. Questo concetto è molto importante poiché un esercizio si può ripetere all’infinito, senza che ciò porti delle migliorie sul piano fisico, psicofisico ed emozionale. L’esercizio che diventa esperienza invece, si trasforma in un momento di rielaborazione dell’informazione, di interiorizzazione e sarà poi questo passo che permetterà ai ragazzi di sviluppare un alto livello di sensibilità’ anche nei momenti di massima implicazione fisica. (…) Il circo è l’elogio della diversità a cominciare da quella dei corpi e degli oggetti, per arrivare poi alle estetiche ed ai linguaggi, che ci portano oggi a non parlare più di circo, ma di Arti Circensi. (…) E proprio questa biodiversità crea fin dal primo giorno un forte senso di appartenenza e di collettività, che nel quotidiano si esprime nell’aiuto costante nello spostare un materasso, nel montare un palo cinese, nel desiderio di montare un tendone, di creare una compagnia. Se penso al circo attuale mi viene in mente una frase di Jean Michel Guy “il circo è lo spazio in cui la realtà si converte in metafora”. Partiamo da un assunto fondamentale: il circo è un mondo di azioni in movimento. La tecnica è l’insieme di conoscenze che permette la messa in pratica di una relazione fisica con l’oggetto, articolata in varie fasi; quella di base, determinata dall’insieme delle figure di semplice apprendimento, quella avanzata e quella complessa. L’insieme delle figure apprese determina il vocabolario tecnico e l’organizzazione delle figure in una sequenza permette all’artista di creare uno spartito, che viene chiamato in gergo circense “enchai-