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CREAZIONE OSTINATA E POETICA
In questi anni di viaggi con il nostro chapiteau blu e fucsia sono passati davanti ai nostri occhi migliaia di spettatori: persone che si avvicinano al tendone, vanno in biglietteria e poi aspettano l’apertura delle porte. È quest’attimo quello che preferiamo: il momento in cui lo spettatore attende di entrare in uno spazio a lui inusuale. Guardare gli occhi del pubblico nel momento prima di entrare e sapere che all’uscita, finito lo spettacolo, saremo riusciti a cambiare quello sguardo. Questa e una delle ragioni che danno il senso alle infinite ore di ricerca, di lavoro, di chilometri, di fatica che questa scelta di vita e di lavoro comporta. Il nostro compito di caronti artistici e quello di trasportare il pubblico fin dall’inizio al di la di quello che potevano immaginare, stravolgere le loro aspettative. MagdaClan parla un suo linguaggio che inizia ad essere riconoscibile, uno stile che sfrutta le preziose nozioni di Roberto Magro, nostro indiscutibile mentore, e di altri artisti che abbiamo seguito nei loro percorsi formativi in giro per il mondo. In questo cammino ognuno di noi si è impossessato di quanto arrivava a parlargli con sincerità nel profondo, plasmando uno stile e una visione personale che è andata sommandosi negli anni a quello degli altri componenti. È l’unione di questi animi, di queste peculiarità che rende definibile il tocco MagdaClan, il resto è il piacere dell’esplorazione, lo scandagliare i limiti e la ricetta per superarli, è puro divertimento. Ore 9.30 i corpi sono già caldi, vibranti. I piedi scalzi sono spalmati sul parquet, radici che alimentano la struttura, contatto con
il suolo, punto di partenza. Per cosa siamo pronti? Per ogni eventualità. Ed è proprio quello che iniziamo a fare esplorando le infinite possibilità dell’attrezzo circense, del movimento, tecnico, estetico o narrativo e delle relazioni tra uno o più individui. L’unica regola è che non esistono i “NO”: se qualcuno fa una proposta, la si prova, e più questa non convince, più diventa fon-
aggiungendo dettagli, sfumature e interpretazioni fino a dare vita a una idea condivisa. Poi si va a dormire, si lascia che i pensieri sedimentino. Come tutte le migliori trovate della notte, che sembrano geniali, al risveglio si trasformano in idee informi e talvolta indecifrabili. Allora si ricomincia, si riparte con lo “svarionare”, come ci piace chiamarlo, perché rende l’idea, ma non giustizia, a quel magnifico lavoro che è la creazione e la ricerca dei temi. È così che partendo dal “rigore e follia” abbiamo creato e continuiamo ad esplorare il nostro linguaggio circense, la firma MagdaClan. Penso che ogni momento di creazione sia influenzato dal luogo in cui ti trovi a creare. Siamo esseri permeabili, l’ambiente circostante modifica le nostre percezioni e i nostri pensieri. In creazione prendiamo ispirazione da ciò che vediamo e sentiamo oltre che dai ricordi. I fattori caratteristici delle sale di residenze, convenzionali o non, sono molteplici: la luce, l’aria, la spaziosità ma anche i colori e l’atmosfera, senza dimenticare l’energia che quello spazio emana. Tutte queste diversità si notano poi nel risultato finale, nello spettacolo. La nostra prima creazione, “Era, Sonetto per un clown” è iniziata in una chiesa sconsacrata. Chi ha visto lo spettacolo può capire quello che intendo per “essere influenzati dal luogo di creazione”. Il MagdaClan però, ha anche la fortuna di avere il suo chapiteau, la nostra casa. Lavorare in tendone è un lusso poiché non abbiamo orari né limitazioni, siamo a casa nostra e lo spazio è adatto a tutte le nostre esigenze circensi. Ma soprattutto ci permette di creare spettacoli che sfruttino l’unicità del tendone; un po’ come confezionare un abito “su misura”. foto di Stefano Scheda
di Giulio Lanfranco compagnia Magdaclan
damentale tentarla al meglio. Per noi la ricerca è come l’acqua, un elemento che può assumere qualunque forma, che fluisce ma se scaldato evapora e se raffreddato, si solidifica. Ma è la stessa sostanza che diventa tisana o caffè, e che nel grande si fa fiume impetuoso, pioggia monsonica, neve e grandine. È la goccia che nel corso dei millenni erode la roccia. È la fonte della vita, è indispensabile. Ore 22.00 inizia il lavoro “a tavolino”, la discussione del tema, dei suoi significati e la ricerca del materiale che sia di ispirazione. Tutto viene portato al centro della discussione che si anima, le menti iniziano a volare lontano e ognuno comincia ad immaginare un proprio universo, un possibile spettacolo, e ne rende partecipi gli altri, che a loro volta vengono stimolati
foto di Riccardo Massidda
www.magdaclan.com
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