Paesaggio in movimento. Jesi: una città tra natura e tradizioni

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PAESAGGIO IN MOVIMENTO

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AMBITO DI PAESAGGIO:

Il corso del fiume Esino e le aree urbane a sud del centro storico, tra la ferrovia e la Strada Statale 76, i quartieri di Santa Maria e Borgo Minonna.

Un paesaggio a metà tra campagna e antichi quartieri industriali, in un incontro di Storia e Natura.

I.C. FEDERICO II, JESI (AN), classe 2B, Scuola secondaria di primo grado

«Jesi, città bella sopra un fiume» [espressione del cartografo Al-Idrisi, che nel XII secolo lavorò alla TabulaRogeriana]. Abbiamo scelto questo paesaggio perché la maggior parte di noi ci abita, è il territorio più prossimo alla scuola, ed è il luogo in cui c’è una risorsa molto importante: il fiume. Questo paesaggio è significativo per molte persone, soprattutto a quelle che vivono qui da molto, come i nostri nonni, che ci hanno passato l’infanzia, ma anche per noi, che ci viviamo ora.

IL PRESENTE LE FORME DEL PAESAGGIO

La nostra analisi è iniziata da una passeggiata dalla scuola al fiume Esino. Il paesaggio è abbastanza variegato e discontinuo. Tuttavia nell’area più prossima al centro storico la zona è omogenea, perché gli edifici sono dello stesso stile e caratterizzati dagli stessi materiali.

Se prendiamo in considerazioni invece la parte più prossima al fiume, si nota subito un grande distacco rispetto al paesaggio urbano, poiché sono presenti più elementi naturali e rurali; tra le coltivazioni rimangono pochi esempi di tipo tradizionale, che invece permangono nella zona più a nord del centro storico. Molto spesso in direzione del fiume, in primo piano si vedono grandi campi e sullo sfondo si stagliano le colline di Santa Maria Nuova e borghi limitrofi, e in parte si percepiscono anche gli Appennini. Possiamo dedurre che il paesaggio qui è molto ampio e aperto.

ELEMENTI ANTROPICI E NATURALI

La città nel complesso ha molte infrastrutture, come strade, fermate del bus, stazione ferroviaria… Quest’ultima sembra che divida a metà il territorio, quindi ha una forte connotazione visiva anche a livello paesaggistico. Ci sono molti edifici e palazzi importanti, che anche allontanandoci dal centro rimangono sempre in vista.

Per quanto riguarda invece gli elementi naturali, diciamo che la nostra risorsa principale è il fiume, con la presenza di vegetazione arborea e arbustiva propria; per quanto riguarda la vegetazione agricola di tipo arboreo, querce e gelsi sono l’elemento principale. Il gelso ricorda un passato fatto di filande, filandaie e bachi da seta… La presenza di colline e montagne, a volte con cime innevate, che si stagliano in lontananza, accentuano la presenza di elementi naturali.

VALORI E SIGNIFICATI DEL LUOGO

Uno dei valori significativi del paesaggio analizzato, che rappresenta un elemento simbolico, è il centro storico ben conservato, con la cinta muraria molto caratterizzante, sempre visibile anche da lontano. Qualche antica ciminiera spunta dal profilo delle case molto compatte tra loro.

Nell’ambito scelto ci sono anche molte tradizioni popolari, che la città cerca di conservare e di mandare avanti con successo: la Festa del Borgo (si svolge a fine agosto nei pressi del parco di borgo Minonna, foto da qdmnotizie.it), la Festa di Sant’Antonio con la benedizione degli animali, che si svolge verso gennaio in prossimità della chiesa di Sant’Antonio Abate, in borgo Minonna, a ridosso del fiume. Storicamente le sue sponde sono state un luogo popolato da cittadini in “gita”, come si vede da alcune foto dei primi del Novecento (Fonte: Verdolini, 1998, p. 63, Biblioteca Comunale Planettiana di Jesi). Oggi non è più sempre così, ma molti cittadini frequentano i percorsi ciclo-pedonali, dove possibile. Qua e là vi sorgono alcuni orti …

COSA DICE DEL PAESAGGIO

CHI LO ABITA?

Con alcune interviste ai nostri familiari abbiamo raccolto alcune impressioni su vantaggi e svantaggi del vivere in questo luogo …

I PRO

● Ci sono delle aree di campagna, che permettono ai cittadini di sentirsi più liberi.

● La zona di Borgo Minonna è molto comoda, poichè ci sono nei dintorni moltissimi negozi che permettono di non andare per qualsiasi evenienza in centro, che comunque si può raggiungere facilmente, così come rimane molto vicina la superstrada.

● la presenza del fiume anche è un aspetto positivo, poiché mitiga abbastanza l'ambiente e si crea un po' di umidità, oltre che la possibilità di passeggiare.

● poiché ci sono la ferrovia e strade molto trafficate vicino, il rumore è elevato e dà fastidio, tanto che pensiamo sia utile installare delle barriere antirumore in alcuni punti …

● quando piove molto il fiume potrebbe straripare, le zone nelle vicinanze sono molto abitate.

● il ponte che collega la città con Borgo Minonna, Ponte San Carlo, è da ristrutturare, dopo molto tempo e svariate richieste ancora ciò non è stato fatto.

● La zona è piuttosto inquinata, spesso da rifiuti lasciati in giro, che e bisogna assolutamente limitare.

I CONTRO

IL PASSATO TRASFORMAZIONI E PERMANENZE

L’ambito di paesaggio scelto ha una lunga storia: sappiamo che già ai tempi di Federico II, egli avrebbe proposto alla città, insieme al titolo di Città Regia, la possibilità di costruire un porto fluviale:

«FedericoIIavrebbepostoalloraallacittàlasceltatrailtitolodi “cittàregia”,opossedereunporto,perchéegliavrebbevoluto renderenavigabileilfiumeEsino .» (Jesicittàregiadi Antonio Ramini)

«Oppure abbiamo le testimonianze di un’antica via chiamata Reale: “ NeilibridegliAtticonsiliari,sitrovalamenzionediunavia antichissimache,muovendodallarocca,cioèdalMontirozzo, attraversavailquartieredellaPosternaearrivavainpiazzadel Duomo”:quellaviaaveval’anticadenominazionedi“ViaReale”» (Jesicittàregiadi Antonio Ramini)

A metà Settecento, Girolamo Baldassini (MemorieIstoriche ) descrive Jesi e il suo fiume in modo molto dettagliato nel secondo capitolo:

«E’ posta questa città (…) come esistente di qua dal Fiume Esio, in oggi nella Marca di Ancona, ed è situata sovra di un ameno, e delizioso Colle da Essa tutto occupato tra Senigallia, e Fabriano. A Settentrione fino al Mare Adriatico distante nove miglia incirca avvi una ben spaziosa, e fertile pianura (…) E da Ponente, a mezzo dì è circondata per lo più da vaghe, e feconde Colline, che le formano una bellissima prospettiva copiosa di Vigne, di Ulivi, di biade, e di tutte le frutta, (…)»

Immagine della «Antica Regia Città di Jesi», Anonimo, Jesi, Palazzo della Signoria, 1657, in Mariano, 2001, p. 20

Lo Sviluppo urbanistico del paesaggio

Abbiamo diverse fonti storiche che illustrano come, almeno fino alla metà del ‘700, il paesaggio di Jesi sia rimasto invariato da quello medievale (immagine 1, La cittàdiJesinellaMarcadiAncona , metà XVIII sec., in Mariano, 2001, p. 138).

Disponiamo di diverse cartine di Jesi che mostrano lo sviluppo graduale della città iniziato più o meno in corrispondenza della prima rivoluzione industriale in Italia, nel XIX secolo (l’immagine 2 mostra lo sviluppo urbano di jesi di fine ‘800 in concomitanza con la diffusione di stabilimenti industriali, filande in particolare, ma anche cartiere e altre fabbriche, evidenziate dai simboli rossi, in Gaudenzi, 1984, p. 426).

Con la prima metà del ‘900 (immagine 3 slide successiva, in Gaudenzi, 1984, p. 428) la zona cominciò a riempirsi di industrie quasi di ogni tipo. Alla fine degli anni ‘60 il paesaggio prese una forma analoga a quella odierna (immagine 4 slide successiva, in Gaudenzi, 1984, p. 430).

Su quest’ultimo periodo abbiamo fatto un’intervista a chi ha vissuto nel paesaggio di allora e da questa possiamo dedurre che il fiume fosse molto più frequentato di adesso, tanto che spesso la gente vi faceva il bagno.

La zona di analisi rappresentava inoltre la zona industriale della città e non c’erano così tante case come ora.

(1) (2)

Abbiamo recuperato diverse foto storiche grazie fondo librario della Biblioteca Comunale Planettiana …

<< Questa foto mostra una via di campagna di allora, con dietro la vista del centro storico. (In Verdolini, 1998, immagine di copertina).

<< Questa foto mostra Via dell’Esino, la via che collega il centro storico con i il fiume.

Si può notare la presenza di campagne Alberate e coltivate a gelseti, oggi ormai quasi assenti.

(In Verdolini, 1982, p. 59).

<< Qui possiamo vedere delle lavandaie in un lavatoio di Via delle Conce, nei pressi del centro storico.

(In Cappannari, 2000-2014, p. 19).

<< Su via Esino, la filanda Carotti, oggi trasformata in abitazioni, ma rimasta pressochè uguale. (In Cappannari, 2000-2014, p 5)

(3) (4)

LE NOSTRE RIFLESSIONI

Di seguito abbiamo raggruppato le nostre riflessioni, con proposte per migliorare la vivibilità del paesaggio nel prossimo futuro.

COSA CAMBIEREMMO DEL PAESAGGIO?

Vorremmo migliorare certi aspetti di questo luogo: l’ inquinamento da rifiuti, evitare che siano gettati a terra, per influenzare meno la fauna e la flora del paesaggio fluviale . Abbiamo notato molte frammentazioni del paesaggio, che passa da un contesto “artificiale “ (città) a uno più “naturale “ (fiume e paesaggio rurale). Dalle nostre riflessioni è stato dedotto che ristrutturare vecchi edifici fatiscenti potrebbe portare benefici al paesaggio, inserendo anche nuovi edifici che rispettino di più l’ambiente e migliorino il panorama. Parlando di ristrutturazione potremmo citare anche marciapiedi e ponti che sono in pessime condizioni, come per esempio il Ponte San Carlo, che si trova in stato critico da circa 4 anni, caratterizzato da barriere di sicurezza alle sponde della strada… non proprio un bel vedere sul fiume (immagine da Google Streetview).

IL FUTURO

Tra le criticità: il rapporto con il fiume e la fruizione «lenta» delle sue sponde da vari punti della città.

COSA MANTERREMMO?

Vorremmo mantenere il nostro paesaggio naturale del fiume Esino, perchè è il secondo fiume più importante della Regione Marche e perché porta benefici al territorio circostante.

Il fiume infatti è sempre stato fonte di ricchezza e protezione, perché faceva da confine con i territori intorno e le sue acque erano utili per poter irrigare i campi e quindi per favorire l’agricoltura. Oggi è anche una risorsa naturale … Perché non pensare a un parco fluviale, in continuità con quello vicino a Jesi dell’Oasi WWF Ripa Bianca?

COSA MIGLIOREREMMO,

Innanzitutto dobbiamo essere noi cittadini a migliorare il territorio e non rovinarlo mantenerlo il meglio possibile. Cominciamo parlando dell’inquinamento che a distanza di anni influito sul paesaggio modificandone le caratteristiche e la bellezza dell’ambiente che lo caratterizzavano. Dobbiamo cercare di mantenerlo pulito dai rifiuti migliorando la raccolta differenziata. Sarebbe utile costruire un carreggiata pedonale, che colleghi una sponda all’altra del fiume attraversarlo in modo sicuro e di accedere in tranquillità al fiume. giardinifluviali , aperti se necessario solo quando il fiume non è in Un’altra proposta è quella di ampliare la rete dei sentieri più accessibili per arrivare al realizzare, al posto degli ex edifici industriali più fatiscenti, un museo del territorio

BIBLIOGRAFIA E RINGRAZIAMENTI

Baldassini, G., Memorieistorichedell'antichissimaeregiacittadiJesi , Bologna: Forni, stampa 1972, Rist. anast. dell'ed.: Jesi: Bonelli, 1765.

Cappannari, V. (a cura di), UnsalutodaJesi , 2006.

Cappannari, V., FattieimmaginideiquartieridiJesinelsecoloXX , Jesi: Center tecnica, 2008.

Cappannari, V. (a cura di), C’eraunavoltaaJesi , 2000-2014.

Chiodi, M.F., LefilandemarchigianefraOttocentoeNovecento,Regione Marche, Dipartimento sviluppo economico, Servizio tecnico alla cultura, Ancona, 2003.

Gaudenzi, G., Storiadell'industriajesinaemovimentoeconomicoconnesso , Cassa di risparmio di Jesi, Jesi, 1984.

Luconi, G., Jesiattraversoisecoli , Nuova Grafica Ed., 1990.

Mariano, F. (a cura di), L'immaginedellecittà:laprovinciadiAnconatravedutismoecartografia , scritti di Nando Cecini, Giorgio Mangani, Fabio Mariano, Il lavoro editoriale, 2001.

Mozzoni, L., Paoletti, G., Jesi.«Cittàbellasopraunfiume», Comune di Jesi Pinacoteca civica, Associazione Culturale Teatro «G. Pirani», 1994.

Ramini, A., Dalmitoallastoria:ricercasuJesicittaregia , Azienda Grafica NEW TJ, Jesi, 2017.

Verdolini, N. LaJesidiierinellefotodiLuigiSchiavoni , 1982.

La mappa attuale è stata scaricata dal sito Openstreetmap.

Si ringraziano la Biblioteca Comunale Planettiana di Jesi e il personale che gentilmente ha messo a disposizione tutti i materiali di ricerca storica del lavoro presentato. Tutte le fotografie attuali sono state scattate dagli alunni, con l’insegnante, della classe 2B della scuola Secondaria di Primo grado dell’Istituto Comprensivo Federico II di Jesi, durante la passeggiata di esplorazione del paesaggio.

IL METODO. Dopo aver presentato il «manuale guida», soffermandosi sul concetto di Paesaggio della Convenzione Europea, la scelta dell’ambito è stata effettuata dalla classe sulla base sia della propria familiarità con il luogo, in cui i ragazzi prevalentemente vivono, sia della percezione dell’importanza del fiume e dell’ecosistema fluviale. Una passeggiata ha permesso di esplorare alcuni dettagli del paesaggio analizzato e confrontarsi con le permanenze storiche e le trasformazioni. Il lavoro è stato affrontato utilizzando l’approccio cooperativo, il brainstorming e il confronto in classe. Alcune interviste e ricerche a supporto delle riflessioni sul paesaggio sono state condotte con curiosità e dedizione dai ragazzi, con i propri nonni o genitori e l’aiuto del personale della Biblioteca Planettiana di Jesi.

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