Silenzio, ragazzi, passa il treno

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Sofia Bersanelli per “Silenzio, ragazzi, passa il treno” di Silvio Cattarina

In questa breve presentazione si può osservare il mio lavoro per la copertina del libro: “Silenzio, ragazzi, passa il treno” di Silvio Cattarina.

Quando mi è stato proposto di lavorare sul libro “Silenzio, ragazzi, passa il treno”, di Silvio Cattarina, mi ha subito colpito il titolo, così semplice e significativo.

Che cosa ha voluto dire per me “osservare il silenzio” quando, durante i nostri dialoghi al Tingolo, si sentiva arrivare il treno nella vicina ferrovia.

Inizio col dire che ciò che più mi corrisponde dell’esperienza comunitaria, che al tempo stesso mi ha chiesto un sacrificio, il sacrificio della mia piccolezza, è il riguardo per tutta la realtà nella totalità dei suoi fattori, una sorta di contemplazione a trecentosessanta gradi.

Questo ampliamento dello sguardo ha arricchito la mia vita e l’ha fatta rifiorire.

Il tema del rispetto per ogni circostanza, sia essa dolorosa o gioiosa, mi ha concesso di affrontare le mie ombre e le mie luci con uno sguardo cauto e pacifico.

Il rumore di un imprevisto, l’accettazione di qualcosa che non si era pianificato, come il passaggio di un treno mentre magari si è in assemblea e si discutono temi fondamentali, intimi, mentre infine si entra in un’altra dimensione, ci ricorda che la realtà s’impone, ci propone di fare a meno della nostra finitudine e di guardare insieme qualcosa che si prende il diritto di accadere ora.

Invece che essere un’interruzione sterile, quella del treno, essa ci ricorda che nonostante tutto la realtà esiste con tutta la sua inesorabile potenza.

Esiste e ci invita in continuazione a segurla, a partire con lei nel viaggio verso la bellezza.

In questo breve progetto ho proposto il filone a me caro della pratica sulle istantanee.

Su ogni istantanea ho operato uno strappo, una sorta di violenza: nascere o rinascere è un atto traumatico.

Gli strappi generano ombre e luci, alternano piani come sul palcoscenico di un teatro. E noi assistiamo a una bellezza sofferente, che grida tutta la sua potenza di vita appena nata, di immagine nuova.

I brandelli delle immagini di treni, ragazzi, alberi, panorami, sono coperti a tratti dalla patina opaca della materia che li genera e li trattiene allo stesso tempo.

E’ una condizione quella del contrasto luce e ombra, visibile e invisibile che è fondamentalmente drammatica e al contempo realistica.

Ho voluto qui per ogni immagine segnalare degli spunti di riflessione per aiutare l’osservatore ad entrare al meglio nel mio lavoro.

Sofia Bersanelli , “Sporgenti su una rovina che plana a colpi d’ala nera”, istantanea aperta e retroilluminata, 2025, (Dalla serie “L’ombra è la quinta delle forme”) Courtesy dell’artista

Il passaggio del treno, l’ala d’aria che esplode e plana sul paesaggio muovendo le cose dalla loro posa consueta...

Più si osserva questa istantanea più nel silenzio del panorama coperto dai toni bruni della materia fotosensibile emerge l’esclamazione della pelle della pellicola retroilluminata. L’immagine si presenta come l’avvenuto passaggio del treno che spezza la patina opaca lasciando trasparire una porzione di paesaggio: la fioritura di un albero in primavera.

Sofia Bersanelli, “Silenzio, ragazzi, passa il treno”, sovrapposizione di istantanee, 2025, (Dalla serie “Nouveau-né”), Courtesy dell’artista

Occorre attendere, saper rispettare l’imprevisto, sia esso un avvenimento grande o piccolo, come il passaggio del treno durante l’assemblea.

Il rumore, il silenzio.

Durante le nostre riunioni si parla uno alla volta, ci si rispetta e sopratutto ci si ascolta. Ogni cosa inizia a prendere il suo posto, fra l’intervallo di silenzio tra una parola e l’altra, nello scambio di pareri. C’è un ordine nelle frasi condivise, nei suoni. La pace s’intrufola lì in mezzo, generando una dimensione feconda in cui è possibile riordinare i cocci di vita andati persi.

Sofia Bersanelli, “Silenzio, ragazzi, passa il treno”, sovrapposizione di istantanee, 2025, (Dalla serie “Nouveau-né”), Courtesy dell’artista

Il silenzio di una visione sulla superficie delle palpebre, un silenzio onirico che viene intercettato dalla presenza del treno...

Occorre partire, aderire alla chiamata di questo suono, di quest’intuizione che ci risveglia e ci conduce alla bellezza.

Sofia Bersanelli, “Il sogno dell’albero”, istantanea aperta e ricomposta, 2025, (Dalla serie “Nouvou-nè”), Courtesy dell’artista

Qui, ora, siamo nel vivo di una creazione, nella genesi del silenzio.

Una bellezza sognata, sognante che intuisce la portata della chiamata di questo posto. Se dovessi riassumere la mia esperienza comunitaria, se dovessi mostrare il frutto del lavoro fatto in comunità con l’aiuto di tutte le circostanze, di tutti gli incontri, direi forse di questo rispetto per le ombre e per le luci della mia vita. Per le pieghe che, come in questa istantanea, segnano il mio volto, la mia carne, la mia pelle.

Sofia Bersanelli”, “Magma. Imprevisto visivo”, operazione su istantanea in via di sviluppo, 2025, (Dalla serie “Nouvou-nè”),Courtesy dell’artista

Magma di parole, informe, rumoroso. Eppure, qualcosa si attacca sulla superficie della pellicola. Sono i gesti balbuzienti dei ragazzi e delle ragazze radunati in assemblea. Il dolore, la gioia... sono difficili da chiarire, delucidare e condividere subito. Si manifestano nel tempo, se catturati come qui in una semi-immagine, in un embrione visibile solo in parte, nella luce di un silenzio e di un rumore che si fanno spazio nella materia in formazione.

Sofia Bersanelli, “Come panni al sole”, retro di un’istantanea, 2025, (Dalla serie “Primo latte”), Courtesy dell’artista

Cosa si nasconde dentro un silenzio?

Che vita vi nasce? Un rumore, un suono, una forma... tutto dallo strappo d’apertura di una materia in formazione, di una vita che divarica le gambe e vi fa sorgere nuove visioni.

Noi ragazze e ragazzi dell’Imprevisto siamo chiamati a questo continuo gesto di apertura, o meglio siamo operati da queste altre mani che con la loro grazia e decisione ci allargano gli orizzonti.

Seguono delle visioni di un occhio aperto all’ampiezza del cielo e del mare.

Sofia Bersanelli, “Orizzonte”, retro di un’istantanea, 2025, (Dalla serie “Primo latte”), Courtesy dell’artista

Sofia Bersanelli, “Il cielo è un cieco stupito come una tazza vuota (1)”, istantanea aperta e retroilluminata, 2025, (Dalla serie “L’ombra è la quinta delle forme”), Courtesy dell’artista

Sofia Bersanelli, “Il cielo è un cieco stupito come una tazza vuota (2)”istantanea aperta e retroilluminata, 2025, (Dalla serie “L’ombra è la quinta delle forme”), Courtesy dell’artista

Sofia Bersanelli, “Il cielo è un cieco stupito come una tazza vuota (3)”, istantanea aperta e retroilluminata, 2025, (Dalla serie “L’ombra è la quinta delle forme”), Courtesy dell’artista

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