APPROFONDIMENTO
1999 – 2009 I NOSTRI PRIMI 10 ANNI
Libertá di Parola 2/2009 ——
N°
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. (Voltaire)
L'EDITORIALE
Per gli altri, per noi, per me… di Pino Rovededo Per anni, con l’abito imposto del “diverso”, ho succhiato la vita dalla parte sbagliata, frequentato le discese col passo della salita, e scritto la mia storia con la mano incerta dell’analfabeta. Per anni, sono stato un “altro”, che gli altri, soprattutto quelli che si sono impediti la coscienza con la rigidità immobile di una morale, hanno sollevato, aiutato, incoraggiato, spinto… Ed è anche grazie a quei sostegni se nel tempo,
Il 9 aprile '99 nasce l’associazione I Ragazzi della Panchina. Un’associazione come le altre: in questo sta la sua straordinarietà. Un’associazione di liberi cittadini, non di “tossicodipendenti o ex tossicodipendenti o sieropositivi” e persone “normali”. RdP elimina per statuto le etichette che alimentano il senso comune. Dal 1999 al 2009: cos’è successo, in questi dieci anni? a pagina 7
DIPENDENZE
A Trieste i lavori del 5° Congresso nazionale Segue a pagina 2
il personaggio
Incontro con Paul Auster protagonista di Dedica a pagina 15
ho imboccato il percorso della “fatica”, una fatica dove non ci si salva con la scorciatoia del miracolo o della medicina, ma con l’assoluta consapevolezza di dover pagare un prezzo duro, faticoso, difficile, pesante… Però ce l’abbiamo fatta: io, noi, gli altri… Da anni, riflettendo su un pronostico sociale, morale, istituzionale, che mi aveva puntato e giocato con la certezza del “soggetto irrecuperabile”, penso che loro hanno vinto un abbaglio, io sto vincendo la vita, e sono felice del confronto. Ma è una felicità che spesso è costretta ad agitarsi col sobbalzo del rammarico, perché, lontano dai clamori di una cronaca che pochi hanno voglia di leggere, ogni tanto succede che
i ragazzi senza “recupero”, anche grazie all’altruismo degli ”altri”, riescono a sollevarsi e a conquistare la vita ogni giorno, un giorno… Però, sono tutti frammenti di esistenza che solitamente non meritano lo spreco di una sola virgola sul giornale, quasi che il mondo avesse bisogno di riflettere il suo “meglio”, dentro lo specchio del “peggio” altrui. Oggi, come un disturbo, temiamo il clamore di una buona notizia. Da anni, senza lode e senza applauso, con l’abito stretto dell’egoista, mi occupo degli altri per occuparmi di me stesso, o per aiutarmi a non dimenticare: chi, come, e cosa sono stato.
segue a pagina 4
l'evento
Claudio Magris, eterno argonauta a pagina 16
RI-SALTARE l'uomo
Ezio Vendrame raccontato da Gianni Mura a pagina 18