APPROFONDIMENTO
Lavori stagionali
Libertá di Parola Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino (Voltaire)
3/2010 —— alla morte il tuo diritto a dirlo.
N°
L’autunno rievoca gli odori della terra. E’ il tempo della raccolta, che ogni anno mobilita un gran numero di lavoratori occasionali. Sono studenti che per pagarsi gli sfizi sfruttano la domanda di aziende locali per il tempo della vendemmia. Sono pensionati che lo fanno per arrotondare o solo per passione. Oppure stranieri, che per un tempo determinato, si dedicano alla raccolta delle barbatelle. Ma anche di ortaggi e frutta. Non solo quindi in autunno. Ecco la fotografia del lavoro stagionale in agricoltura in provincia. a pagina 9
L' EDITORIALE
Non vedo, non sento, non parlo a pagina 2
L'EVENTO
La nuova biblioteca piace ai pordenonesi a pagina 6
COMIX
La storia della panka a fumetti, puntata n° 4
Parlare con le mani, ascoltare con gli occhi…
a pagina 8
di Pino Roveredo I sordi vivono, viaggiano, si riposano, giocano e si rattristano, portandosi sempre dietro l’abbraccio infinito del silenzio: per loro, il rumore è un affare degli udenti. Pensieri, dispiaceri, cronache, sogni, tutto gira senza lo spreco di un suono, perché il verbo “ascoltare” ha congiunzioni inutili. Quel silenzio è trattato come una normale condizione, e vissuto con rassegnazione di chi è stato vittima della dimenticanza di una legge naturale. Qualche volta, sì, per quella mancanza può arrivare il rammarico dell’imprecazione delusa, ma solitamente è uno stimolo suggerito dalla maleducazione sana e, soprattutto, dalla commiserazione non richiesta degli “ascoltatori”. Quegli “ascoltatori” io li ho conosciuti bene, perché sono figlio di genitori sordomuti: io, prima di imparare i rumori, ho conosciuto il silenzio. Quante volte, con i miei cari, perdendoci nei discorsi con le dita, riuscivamo a fermare la pietà intrigante dei curiosi che, con le bocche aperte e indispettite, non riuscivano ad entrare nei nostri discorsi. Quelle erano e sono intromissioni quasi impossibili, perché la comunicazione dei non udenti ha la riservatezza di un codice segreto. Le mani, guidate da braccia veloci, si muovono agili come un solfeggio musicale, mentre le dita scattanti, girando e giocando con l’aria, formano le figure che spiegano un’azione. I loro discorsi, con la scenografia
IL TEMA
INVIATI NEL MONDO
Mongolia, nella terra delle renne a pagina 13
IL RICORDO
Addio Felix, leader gentile a pagina 14 dei movimenti, entrano nella confusione dei rumori con l’intensità che non hanno le parole parlate, quelle che senza il bisogno della presenza si urlano oltre il muro o nel disbrigo superficiale che non richiede il rispetto dello sguardo. Nel mondo del silenzio è diverso, lì, per comunicare, bisogna avere l’educazione della presenza e la cortesia dell’attenzione. I sordomuti parlano con le mani e ascoltano con gli occhi. Le braccia che girano tra di loro spiegano una Fatica, tre dita aperte che scendono dal torace rassicurano un Riposo. Le mani strette e incrociate sul cuore esternano Amore, i pugni battuti sul
petto dichiarano una Sofferenza. Le mani aperte avanti, come a respingere qualcosa, raccontano un Odio, le dita che tremano come fiamme vicino alle guance confessano un Orgoglio. Anche le cose più semplici e care non si possono mandare a dire, è un obbligo dimostrarle, così un Abbraccio abbraccia, un Bacio bacia e una Carezza accarezza. Il cattivo merita un indice picchiato sulla guancia, il buono due dita che formando un anello scendono delicate dalla bocca verso lo stomaco. Per il falso c’è un pugno battuto sul manto, per l’onesto, continua a pagina 2
RDP
Nei cieli della citta’ con i piloti dell’Aereo Club Pordenone a pag. 17