Liberta di parola 1/2020

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APPROFONDIMENTO

Andar per monti

Libertá di Parola 1/2020 ——

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. (Voltaire)

“Scrivere di passeggiate in montagna tra boschi e vallate al tempo del covid-19 è un esercizio di speranza e di positività volto ad una ricerca dell’essenziale, di quello che nella propria vita non può mancare”. Inizia con queste parole il nostro viaggio alla scoperta dei segreti della montagna: come si affronta e cosa serve per poterla viverla al meglio e in sicurezza? Ve lo raccontiamo. a pagina 7

CODICE A S-BARRE

Pensieri in libertà dalla redazione della Casa circondariale a pagina 4

INVIATI NEL MONDO

Nell’Asia centrale alla scoperta dell’Uzbekistan, lungo la Via della Seta a pagina 11

PANKAKULTURA

Pensando a chi è più fragile e solo Il nuovo coronavirus ci ha costretti tre mesi in casa, che cosa ci ha insegnato? di Ada Moznich Quando è iniziato il lockdown il primo pensiero è andato ai ragazzi senza fissa dimora: “Dove andranno? Come passeranno il loro tempo?”, ci siamo chiesti. Il pensiero immediatamente successivo, è stato per le persone che si trovavano nel dormitori come la Locanda di Pordenone: “Durante la giornata cosa faranno, se non hanno a disposizione un luogo?”. Per fortuna la Caritas di Pordenone ha trovato una soluzione e anche uno dei nostri ragazzi ha potuto avere un posto dove passare il tempo. “Ma tutti gli altri, non solo qui da noi, dove andranno? Saranno costretti a nascondersi per non infrangere il lockdown e non prendersi una multa?”. Poi il pensiero

è andato alle persone che, pur avendo una casa, vivevano da sole: molti dei nostri ragazzi sono in questa situazione e sappiamo che per le persone fragili la solitudine è una brutta bestia. Non tutti sono dotati di tecnologie digitali per permettersi dei contatti con il mondo esterno e il momento della spesa settimanale diventava l’unico modo per riuscire ad avere un contatto umano. La nostra sede è rimasta chiusa, ma abbiamo cercato di mantenere dei contatti con tutti i mezzi possibili, anche con delle semplici telefonate, in modo che le persone fossero consapevoli che comunque qualcuno le pensava. Paradossalmente sembra che la vita in lockdown

sia stata più difficile per tutti gli altri, per la così detta gente “normale” abituata cioè a non essere mai da sola, ad avere una vita piena di impegni, magari agiata; in molti casi, a queste persone il trovarsi da sole con se stesse ha fatto provare un senso di smarrimento più forte che non ai nostri ragazzi. Speriamo che questa strana esperienza obbligata abbia fatto “pensare” tutti, abbia sensibilizzato la gente ad essere più compassionevole verso gli altri, più attenta ai bisogni dei più fragili, più capace di capire che a volte un sorriso, un saluto, il chiedere semplicemente all’altro “come stai” oppure dirgli “ti penso” fa la differenza per chi è solo e ha poco.

“Dormi stanotte sul mio cuore”, il nuovo libro del professore Enrico Galiano a pagina 12

PANKAMBIENTE

Curare l'ecosistema fa bene alla salute pubblica a pagina 13

NON SOLO SPORT

I tanti volti dello sport giovanile a pagina 14


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