APPROFONDIMENTO
Diversamente giovane
Libertá di Parola 2/2011 ——
N°
Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo. (Voltaire)
Fine lavoro, ma non fine vita. Arrivato il tempo della pensione per molti, salute permettendo, arriva quello di godere del tempo libero mai avuto prima. Balli, gite, divertimento, cura del proprio corpo e delle proprie amicizie: ma anche tanto volontariato a favore della comunità, aiuto da dare a figli e nipoti. Per chi poi a casa propria comincia ad avere paura di stare da solo l’alternativa alla Casa di riposo c’è. Tanti modi di essere anziano. a pagina 9
IL TEMA
Lavori sporchi, ma qualcuno li deve pur fare a pagina 2
DIPENDENZE
Alcol, quando il piacere diventa problema a pagina 8
L' EDItoriale
“La legge E’ uguale per tutti?” di Pino Roveredo Dopo mesi d’incontri, scritture, incroci e parole, il 26 giugno, alle ore 20.30, con un progetto curato dall’associazione I Ragazzi della Panchina, sarà rappresentata la commedia “La legge è uguale per tutti?”. Con l’esperienza decennale di chi è convinto che la cultura offre sempre la vitalità di un benessere, la commedia verrà interpretata da un gruppo di detenuti all’interno del carcere di Pordenone, e offerta alla cittadinanza grazie a una ripresa diretta, nell’ex convento di piazza della Motta. Una commedia “La legge è uguale per tutti?”, che, senza il dito puntato del moralista e l’alibi che protegge una colpa, vuole raccontare le cronache che girano sopra i corridoi dei Tribunali, dove si scontrano e aggrovigliano le storie della vita, e sopra, pestano i passi certi dei Giudicanti, striscia la paura rigida dei Giudicati, e scivolano le scarpe lucide degli avvocati… Dentro quelle correnti d’aria, scorre la voce imponente del Dio delle Giustizie, sotto, l’innocenza eterna di Abele, la colpa infinita di Caino, le lingue a striscio dei Giuda, le mani pulite dei Pilato, e le abitudini delinquenziali dei Barabba da quattro soldi. Ecco in anteprima, un breve stralcio dell’opera…
Giudice: Sono vent’anni che dibatto dibattimenti, processo processati, imputo imputati, sono vent’anni che infilo i colpevoli nell’abito stretto e costretto della condanna, e assolvo innocenti e insufficienti col potere largo della libertà… Imputato: Sono vent’anni che frequento le aule del Giudizio, vent’anni che raccolgo imputazioni, sospetti, arringhe e difese, e mescolando il tutto, sono poi costretto a trascinarmi dietro il peso del verdetto che ho dovuto togliere alla mia libertà… P. Ministero: Sono vent’anni che inseguo i delinquenti, incrimino i criminali, incastro gli imputati, e come un bisogno fisico che mi gira nell’animo,
prima vesto i sospettati con la certezza della colpa, e poi misuro le condanne sopra le vite dei condannati… Giudice: Sono vent’anni che esamino le prove, viviseziono i fatti, sommo gli articoli di Legge, e con le chiavi di chi ha il potere di aprire e chiudere le Sentenze, stravolgo e ribalto le vite che devono sottostare alla mia coscienza. Sono vent’anni che davanti agli specchi della mia intimità, mi chiedo, ripeto e disturbo con i soliti dubbi del… Ho fatto bene, ho fatto male, ma soprattutto, ho fatto Giustizia?... Imputato: Sono vent’anni che i giudici giudicanti scrivono i continua a pagina 14
INVIATI NEL MONDO
Incredibile India, terra di contraddizioni a pagina 13
il progetto
Se i detenuti diventano attori Il 23 giugno va in scena la prima a pagina 14
PANKAKULTURA
Allevi, il filosofo del pianoforte a pagina 16
NON SOLO SPORt
Un caffè con l’esploratore dei ghiacci a pag. 18