EDITOR’S LETTER
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irigere una rivista internazionale nel settore dei trattamenti di superficie significa avere la possibilità di esplorare, scoprire e capire come nascono “le cose”. Usare il sostantivo “cose” per descrivere il mondo che ci circonda è tipico del linguaggio più basico, o infantile, ma è anche l’unica parola che – in virtù della sua estrema genericità – è talmente poco descrittiva da essere la più appropriata per indicare l’estrema varietà di oggetti, manufatti, parti, componenti, strutture, cose – appunto – toccate da un qualche tipo di trattamento superficiale, sia esso funzionale, estetico o semplicemente protettivo. In questi 12 anni di ipcm® ho visto nascere i camion più grandi del mondo e le più piccole protesi dentali. Ho assistito alla forgiatura di ruote in magnesio per le vetture da competizione e alla lastratura delle scocche di alcune delle auto più veloci del mondo. Ho guardato verniciare i profili in alluminio per le facciate di alcuni edifici iconici del nostro tempo e ho accarezzato le minuterie lucenti appena prodotte di alcune delle It Bag più famose al mondo. Essere nel settore del trattamento delle superfici significa arrivare all’essenza di un oggetto. Nessun altro settore industriale ha un’influenza così vasta che spazia da mobili, elettrodomestici, caloriferi, stendibiancheria a reattori nucleari, aeromobili, treni, pale escavatrici, fino a tacchi per le scarpe, strumenti chirurgici, viti e bulloni, tappi per i profumi in un turbinio straordinario di superfici, colori, effetti, texture e funzionalità. È più facile cogliere la vastità del mondo dei trattamenti superficiali se pensiamo che la finitura rappresenta per un oggetto la sua interfaccia con il mondo. Un’interfaccia che può essere funzionale, per consentire a un oggetto di svolgere compiti aggiuntivi rispetto a quello primario per cui è stato progettato; protettiva per allungarne la vita utile e diminuire la necessaria manutenzione; estetica per soddisfare la voglia di bellezza o, ancora, emozionale per catturare l’attenzione e rendere un prodotto desiderabile. Questa riflessione scaturisce da due occasioni che ho avuto a cavallo fra l’estate e questo mese di settembre: una, ahimè, in parte perduta e una invece colta appieno. Lo scorso 23 settembre avrei dovuto aprire il Powder Coating Summit di Columbus, in Ohio, con una relazione che approfondiva quanto le vernici siano diventate smart. Purtroppo non ho potuto essere là in presenza a causa dell’impossibilità di viaggiare negli USA anche per motivi di lavoro, se non essenziali. Ho risolto inviando una registrazione video della mia presentazione, in cui ho avuto modo, per la prima volta, di rendermi davvero conto di quanto le vernici, con la loro complessità chimica, possano arricchire un manufatto e quanto queste vernici siano diventate “intelligenti” e in grado di interagire con l’ambiente circostante. La seconda occasione, questa volta colta, è stata quella di visitare I Saloni di Milano, il più importante punto di incontro mondiale per designer ed architetti, al loro ritorno dopo oltre un anno di pausa. Gli espositori hanno tenuto in serbo le grandi innovazioni di prodotto per la prossima edizione, che si terrà a soli sei mesi di distanza da quest’ultima, e hanno lasciato alle finiture il compito di sorprendere, di suscitare la discussione tecnica, di emozionare, appunto. Ecco, vi suggerisco di lasciarvi emozionare da questa edizione di Settembre/Ottobre di ipcm® che, tradizionalmente, contiene un focus sulle innovazioni nelle finiture applicate al design e all’architettura metallica. Non vi tedierò con l’abituale riassunto dei contenuti più importanti. Vi basti sapere che questo numero è un contenitore di ispirazioni, di tanti articoli ad effetto “wow!” per gli addetti ai lavori, di tante innovazioni nel settore della chimica. Buona emozione.
Alessia Venturi Editor-in-chief Direttore Responsabile
international PAINT&COATING magazine - SEPTEMBER/OCTOBER 2021 - N. 71
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