Intown magazine #31

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INTOWN

N째31 TRIMESTRALE

autunno 2012


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COSIMA COPPOLA


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N°31 EDITORIALE autunno 2012 Cari lettori, ogni tanto mi domando che senso abbia pubblicare un magazine dedicato al mondo del bello in un momento in cui il nostro Paese sembra allontanarsi sempre più da quello che per anni ha rappresentato il savoir vivre all’italiana. Moda, food, design, turismo, arte. Tutti simboli del nostro Paese e tutti settori che in questo momento sono sotto pressione a causa dell’onda di crescita negativa causata dall’attuale situazione economica. Di seguito alcune considerazioni che sicuramente tutti voi avrete già fatto, ma che forse aiutano anche noi che lavoriamo nella comunicazione a pensare e ripensare il nostro modo di fare le cose e di raccontarle. Le crisi finiscono, passano, come le malattie, come il cattivo tempo. Ma non passano per caso, non passano trascorso un tot di tempo limite. Passano perché quando ci si trova nel mezzo di un momento difficile, si inventano mille modi per sopravvivere, per crescere, per migliorarsi, per essere più competitivi. Come diceva Winston Churchill: “se stai attraversando l’inferno, non fermarti”. Chi sopravvive alle crisi, e purtroppo per tutti noi la strada è ancora lunga, è il migliore, il più forte, il più geniale, il più sano, colui che non molla. In un Paese come il nostro, stracolmo di tutto, forse un po’ di selezione naturale farà bene. La concorrenza è giusta, ma la frammentazione del mercato non necessariamente porta il prodotto migliore al consumatore. In un contesto poi come quello Italiano, in cui spesso il libero mercato non è stato propriamente libero, una crisi è un po’ come una cura di antibiotici: non fa bene al fisico, ma sicuramente lo cura. Ultima considerazione che chiude il cerchio. Noi facciamo un magazine dedicato al bello. Oggi la maggior parte di noi si preoccupa del futuro nostro e dei nostri figli, quindi il bello può sembrare superfluo. Ma è proprio grazie a questi prodotti, che distinguono l’Italia dal resto del mondo, che il nostro Paese è riuscito a emergere in passato e a creare benessere. Ed è solo rafforzando e supportando il mondo del bello che ritroveremo la nostra stabilità come Paese. Quindi viva il bello e che vincano i migliori. Buona lettura

EDOARDO CELA ecela@publibrands.it



N°31 SOMMARIO autunno 2012

JUST IN TOWN 12 QUIMILANO 18 QUIROMA 22 QUIMONDO RUBRICHE 24 THAT’S NICE! 26 KULTURA 48 WHAT’S UP 90 EVENTS COVER STORY 29 STREET FOOD A CHI? LA FIERA DELLE VANITA’ 36 PARIS BRILLE STORIE DI SUCCESSO 40 QUANDO LO STILE DETTA LA MODA COVER #31: In-View, illustrazione/ collage di Maria Rita Macchiavelli. (Omaggio a Simone Massi)

BIKE & THE CITY 44 URBAN CYCLING PAROLA DI CHEF 50 AFFINITA’ ELETTIVE DEGUSTARE SEGRETI 54 PUGNITELLO, DALLA SOFFITTA AL SALOTTO



VOGLIO VIVERE COSÌ 56 UN CASTELLO PER L’ARTE

BELL’ESSERE 82 QUANDO IL CIBO INCONTRA IL CORPO

MODA 62 LE MATERIE DELL’INVERNO 72 SMART CORNER. DANDY CHIC O IMPPECCABILE? 74 SMART CORNER. IRRIVERENZA MASCHILE O FEMME FATALE?

BEAUTYTIME 78 CHANEL VS ELIE SAAB 79 BEAUTY NEWS 80 MI SERVE, LO VOGLIO!

L’ARTE DELLA FUGA 84 BAGAN, LA RELIGIOSITA’ EDIFICATA

ON STAGE 96 ONSTAGEMILANO 99 ONSTAGEROMA 102 ONSTAGEMONDO



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INTOWN

contributors

magazine

ANNO VII – NUMERO 31 – TRIMESTRALE – AUTUNNO 2012

ANDREA

BERTON

Classe 1970, inizia la sua avventura in cucina a Milano, con Gualtiero Marchesi, e prosegue poi a Londra, da Mossiman’s, a Firenze, all’Enoteca Pinchiorri, con Carlo Cracco, a Montecarlo, da Ducasse. Dal ’97 al 2001 è Chef della Taverna di Colloredo di Monte Albano, che sotto la sua guida, guadagna una stella Michelin. Ha diretto IL RISTORANTE TRUSSARDI ALLA SCALA, con cui ha ottenuto, nel 2008, la prima stella Michelin, seguita nel 2009 dalla seconda. La sua filosofia in cucina è quella dei “sapori primari” basata su qualità e stagionalità delle materie prime. Ha creato, insieme a tre amici-soci, la società food.different che lavora sui temi del food: primo progetto l’apertura di Pisacco a Milano.

FELICE

DIRETTORE RESPONSABILE EDOARDO CELA ecela@publibrands.it ART DIRECTOR ALESSANDRA DANI adani@publibrands.it CAPOREDATTORE ILARIA MAGGI imaggi@publibrands.it

MARIA RITA

MACCHIAVELLI

Fiorentina di nascita e milanese di adozione. Creativa ed eclettica vive a Milano da oltre vent’anni. Giornalista professionista con un’atipica formazione artistica, illustratrice e stylist di arredamento. Esperta di arti applicate e decorazione. Per lunghi anni consulente editoriale per Mondadori e Rizzoli. Collabora con riviste italiane e straniere di arredamento. Sempre con Rizzoli e Mondadori prolifica autrice di libri, manuali e opere collezionabili tradotti nel mondo in quattordici lingue. Segni particolari: non ha mai perso il suo caratteristico accento toscano.

LEONARDO

BELLACCINI

E’ l’enologo che anima San Felice. Nato a Siena, dove si è diplomato in Viticoltura ed Enologia presso l’Istituto Superiore, ha condotto stage in Francia (Bordeaux) e in Svizzera (Sion). Dopo una borsa di studio vinta presso il Consorzio del Chianti Classico è entrato a far parte dell’Agricola San Felice, dove è enologo e responsabile della qualità dei vini e dell’olio di oliva. Curioso, creativo e sempre pronto a nuove sfide, i suoi interessi spaziano dall’enologia alla gastronomia, tanto che è membro ad honorem dell’Accademia della Cucina Italiana.

EDITORIAL ASSISTANT ALESSIA MERATI redazione@publibrands.it CONTRIBUTORS ANDREA BARRA (STYLIST), LEONARDO BELLACCINI (WINE), ANDREA BERTON (FOOD), CLAUDIO BURDI (NOVITÀ MILANO), MARCO CARDELLI (FOTO), CARLO CAROSSIO (FOTO), SAMANTHA COLOCCI (BEAUTY), SARA FARNETTI (BENESSERE), MARCO FERRARI (FOTO), FELICE LIMOSANI, MIRKO LAMONTI (FOTO), MARIA RITA MACCHIAVELLI, MIRTA OREGNA, MARIO ROMUALDI (VIAGGI), LUCA STILLITANO (NOVITÀ ROMA), MONICA ZERBONI, KEL 12 (VIAGGI) CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ

EMOTIONAL ADVERTISING SRL VIA MELZI D’ERIL, 29 - 20154 MILANO - ITALIA TEL. +39 0276318838 - FAX +39 0233601695 INFO@EMOTIONALADV.IT WWW.EMOTIONALADV.IT COORDINAMENTO DI TESTATA: ALDO ROSINA SEGRETERIA DI DIREZIONE: EMANUELA BOTTANELLI MATERIALI: SELENE MERATI selenemerati@emotionaladv.it

LIMOSANI

Nasce professionalmente come Dj degli anni ’80 ’90. È autore di LIMOS - The night goes on, hit europea (London 2001 - Universal-Sony Music). Lavora utilizzando una formula innovativa che combina metafora artistica, design thinking e linguaggi digitali per top brand e gallerie d’arte, ha creato progetti e installazioni per UNESCO, White Chapel Londra, Accademia di Francia Roma, Palazzo Strozzi, Uffizi, Sketch Gallery Londra, Padiglione Mies Van der Rohe Barcellona, La Triennale di Milano, The Climate Project Foundation, Jane Goodall Istitute. Come video artista ha lavorato con Brian Eno, Renè Aubry, Mira Calix/London Sinfonietta.

FASHION EDITOR GLORIA STORCHI gstorchi@publibrands.it

PUBLIBRANDS ITALIA SRL VIA MILAZZO 6, 20121 MILANO - ITALIA TEL. +39 0236636738 - FAX +39 024983358 REDAZIONE@PUBLIBRANDS.IT WWW.INTOWN-MAGAZINE.IT STAMPA MUSUMECI S.P.A. LOC. AMERIQUE 97 11020 QUART (AO) - ITALIA

MARIO

ROMUALDI

Laureato in sociologia, impegnato nel sindacato, nel giornalismo e nell’editoria, imprenditore e programmatore di viaggi. Ha affrontato il viaggio, spesso contemporaneamente, da viaggiatore, scrittore e ideatore di itinerari per Kel 12. Negli anni ha smussato angolosità, ma non gli è mai venuta meno l’attenzione per “l’altro” e “il sociale”. Ma la definizione che più gli piace, e più gli si addice, è quella di viaggiatore curioso che scopre, tenta di capire e non vuole tenere tutto per sé.

TESTI, FOTOGRAFIE E DISEGNI CONTENUTI IN QUESTO NUMERO NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI, NEPPURE PARZIALMENTE, SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELL’EDITORE. INTOWN È REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI MILANO AUTORIZZAZIONE N. 127 DEL 21 FEBBRAIO 2005. QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO ALLA UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA.

49 ROUTE DES JEUNES 1277 GENEVE - SWITZERLAND TEL. + 41 223015919 - FAX +41 223015914 ABBONAMENTI richiedere informazioni a: E-mail: abbonamenti@publibrands.it Fax: +39 024983358 Posta: Publibrands Italia Via Milazzo 6, 20121 Milano - Italia Garanzia dei dati personali (in conformità alla legge 675/96 sulla tutela dei dati personali)


Christy Turlington wears Bollicine Collection

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JUSTINTOWN

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News @Rinascente 1. Marni, Marni Edition è il nome del nuovo spazio aperto da Marni: strutture tubolari, mensole di ferro e tre grandi isole in lamiera forata. Il forte impatto visivo è assicurato. www.marni.com 2. The Fragrance Kitchen, The Fragrance Kitchen, la nota linea di fragranze del Medio Oriente, rimane in città fino al 31 dicembre: è il primo temporary store in Europa e ha già conquistato tutti con i suoi inebrianti profumi. www.tfk.com.kw Shoe Area, Un’esclusiva shopping marathon ha svelato la nuovissima shoe area del 3° piano: uno spazio completamente dedicato all’accessorio più desiderato dalle donne, con le proposte dei brand più prestigiosi, come Renè Caovilla, Jimmy Choo, Lanvin e Repetto. www.rinascente.it Stella McCartney, Stella McCartney ha inaugurato al 4° piano uno spazio completamente dedicato al readyto-wear e agli accessori: fra questi la famosa Falabella, disponibile in tutte le varianti di colore. www.stellamccartney.com Muji, Presso il Design Supermarket ha aperto il primo MUJI to GO, un nuovo spazio dove trovare i prodotti Muji, versatili e compatti, ideali per l’ufficio e per chi è sempre in viaggio. www.muji.eu

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Quimilano

Per non perdere le aperture più glamour e i nuovi locali di tendenza a cura di Claudio Burdi, Alessia Merati

3. Herno, via della Spiga 1 È nella via più prestigiosa che Herno ha scelto di inaugurare il suo primo monomarca. La boutique si presenta come uno spazio accattivante, con pareti in ardesia e flanella, intervallate dal logo intagliato a mano su pannelli di pioppo. Completa l’allestimento, una teca di vetro extrachiaro che custodisce la palette di colori dei celebri piumini del brand. www.herno.com Agent Provocateur, via Verri 1 Da settembre, lo spirito sensuale e irriverente di Agent Provocateur anima lo shopping meneghino. L’eleganza ammiccante, tipica del brand, distingue questo spazio in cui predominano rosa e nero. Come da tradizione, lo staff sfoggia la celebre robe de chambre ideata da Vivienne Westwood. www.agentprovocateur.com

4. Cartier, via Montenapoleone 16 Ha riaperto dopo un lungo restauro, ad opera dell’architetto Bruno Moinard, il tempio della maison Cartier: situata nel palazzo storico in cui risiede da trent’anni, la boutique stupisce per l’eleganza e la raffinatezza che si percepisce sin nei dettagli delle rifiniture e degli arredi. Entrando in questo monumento all’alta gioielleria, stupisce l’immenso lampadario di Murano alto più di dieci metri, che attraversa tutti i tre piani del palazzo. www.cartier.com

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5. Philippe Plein via dela Spiga 25 L’apertura di Philippe Plein è una delle novità dell’autunno: 50 mq per una boutique luminosa e avvolgente. A dominare è il bianco, in contrasto con i pavimenti in pietra lavica, il metallo cromato e i dettagli in pelle di struzzo. Al centro spicca l’inconfondibile teschio tempestato di CRISTALLIZEDTMSwarovski Elements. www.philipp-plein.com

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COMING SOON I dettagli sono ancora top secret, ma in città si vocifera che le nuove aperture siano imminenti. Stiamo parlando di Versace, attesissimo in corso Matteotti, e di Saint Laurent Paris (il nuovo nome di YSL), che svelerà il nuovo concept studiato da Hedi Slimane, in Montenapoleone 5.

Barba Napoli, via del Gesù 19 È il primo monomarca Barba Napoli italiano e gli spazi sono quelli occupati prima da Cavalli e poi da Hermès. Si tratta di una nuova boutique di 330 mq, dove trovare tutte le collezioni. www.barbanapoli.it Bruno Magli via Montenapoleone 28 Brand di lusso famoso per le sue calzature, l’abbigliamento in pelle e gli accessori raffinati arriva finalmente in città: è la

Christian Dior,

Breguet,

via Montenapoleone 12 Ha riaperto la storica boutique Dior, con un look completamente rinnovato. Entrando, si vivono momenti di scoperta, riflessione, intimità, passando tra oggetti di design che donano all’ambiente grande sofisticatezza. Particolare è l’area Vip, cui si accede attraverso uno specchio-porta. La stanza è decorata con pannelli dipinti a mano da artisti francesi; spiccano una statua di Martin Kline e un tavolo di Paul Evans. www.dior.com

via Montenapoleone 19 Passeggiando per la città troverete una nuova vetrina: è la prima boutique italiana di Breguet, che si mostra subito come una location dal design all’avanguardia, dove eleganza, raffinatezza e innovazione fanno da cornice alle splendide creazioni del brand. Al secondo piano si scopre una virtual room, dove proiezioni di film telematici interattivi rivelano ai visitatori i laboratori Breguet che sorgono nella Vallèe de Joux. www.breguet.com/it

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nuova boutique di Bruno Magli, che dopo aver riaperto lo storico punto vendita in San Marco 1320, a Venezia, in contemporanea con l’inizio della 69° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, approda nel Quadrilatero della moda, con le nuove proposte per questa stagione. www.brunomagli.it 6. Henry Beguelin, via Montenapoleone 9 Il nuovo strore è di 60mq diviso su due piani: a quello inferiore, sono esposte le borse-icona del brand. Accanto, è stato allestito un atelier, che riproduce l’antica fabbrica di Vigevano, dove ancora oggi la “Henry Beguelin” produce e confeziona i suoi prodotti di pelletteria rigorosamente fatti a mano da artigiani del luogo. In esclusiva per il monomarca, è stata presentata la Touch Bag (in foto). www.henrybeguelin.it

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7 7. Burberry,

8. Just Cavalli,

via Montenapoleone 12 Esclusivamente dedicata alle collezioni donna, la nuova boutique di Burberry occupa uno spazio di 800 mq. Il concept del negozio, sviluppato dal Chief Creative Officer Christopher Bailey, prevede l’utilizzo di materiali e temi inglesi, ispirati al flagship store di Regent Street. All’interno, un grande video-wall trasmette contenuti corporate, controllati direttamente dalla sede globale a Londra. http://it.burberry.com

corso Matteotti 18 Just Cavalli ha inaugurato il nuovo store durante la Moda, con un party grandioso che ha animato le strade fino a tarda sera. La boutique, di ben 450 mq, ospita le collezioni prêt-à-porter femminili e maschili, oltre ad accessori, occhiali, bijoux, orologi, intimo, ed è la prima a mostrare il nuovo concept legato al rilancio del brand. Particolari gli interni, che si ispirano ai loft urbani metropolitani. www.robertocavalli.com


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COMING SOON Cambio di guardia a Il Ristorante TRUSSARDI ALLA SCALA (piazza della Scala 5) dove alla guida della cucina arriva a settembre il pluristellato Carlo Cracco che curerà la gestione del ristorante avvalendosi della collaborazione in cucina di Luigi Taglienti (in foto), giovane chef emergente con alle spalle esperienze nei migliori ristoranti, tra cui Le Palme D’Or a Cannes, lo stesso Carlo Cracco a Milano e Delle Antiche Contrade di Cuneo che, sotto il suo comando, ha guadagnato la prima stella Michelin. Un assaggio? Orata, oro, ginger e zafferano o Musetto di vitello allo spumante, sgombro, cetriolo e tartufo nero. www.trussardiallascala.it

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1. Foresta Woodbar via Celestino IV 6, tel. 02.91764217 Un meraviglioso lounge bar nei pressi delle Colonne di San Lorenzo dal concept unico che ricorda una foresta lignea. Andrea Castejon e Alessio Benoni, gli architetti che hanno ideato spazi e ambienti, donando al locale chicche di design ed ecletticità come il giardino d’inverno nella corte interna, una dominante scala in legno, un bancone bar scenografico ricoperto di lastre di pietra, sedute ricavate da tronchi d’albero scavati da boscaioli. Aperto da colazione al dopocena, tra i suoi must, le sfere alcoliche e gel decorativi al posto del solito cocktail. www.forestawoodbar.com 2. Da Claudio via Cusani 1, tel 02.8056857 Al timone della cucina della “pescheria dei milanesi”, non un capitano ma un’intera brigata di chef. La nuova rotta del ristorante del primo piano della storica location, dove protagonista è il pescato di altissima qualità, è affidata a diverse mani, tutte attente e dedicate a proporre piatti gustosi, semplici e immediati. Per un pranzo veloce, un aperitivo di sushi all’italiana o per una più rilassata cena gourmet. www.pescheriadaclaudio.it Touch via Alcuino 16, tel. 349.1113691 Sapori, gusto, cultura e atmosfera argentina si fondono e si sposano con quella italiana nel nuovo ed elegante lounge in zona City Life. Un ambiente curato nei dettagli, moderno e attento al design dove, oltre ai cocktail, è possibile deliziarsi di stuzzicanti specialità tipiche della cucina argentina insieme a etichette di vini provenienti da tutto il mondo così come una vasta scelta di birre latinoamericane. www.touchcafè.eu Corsia del Giardino via Manzoni 16, tel. 02.76280726 Affacciata sul giardino del Museo Poldi Pezzoli, nel pieno del quadrilatero, una nuova isola di relax e raffinatezza nata

da un’idea dell’architetto Nicola Gisonda, già autore del restauro di Officine del Volo di Milano. Un bistrot nascosto, a cui accedere attraversando la galleria di via Manzoni, che regala ghiotte proposte gastronomiche, tra grandi vetrate e arredi di design. Lo chef Paolo Franchi propone una sana cucina creativa, attualmente solo a pranzo, mentre la location è da visitare da mattina fino all’aperitivo. Da non perdere l’angolo dolci, anche in vendita diretta, con i prodotti della rinomata pasticceria Staccoli di Cattolica. www.corsiadelgiardino Byblos Milano via Messina 38 Fresca d’inaugurazione la meravigliosa discoteca/ristorante del noto brand, pronta a divenire uno dei capisaldi della movida. La location immersa nel parco di via Cenisio, nei pressi del cimitero Monumentale, è stata progettata dall’architetto Andrea Langhi. Diversi i livelli: da quelli destinati all’area club, con dancefloor centrale in vetro sospeso sull’acqua, svariati privè e due zone bar, a quelli del ristorante con menu à la carte e personalizzato. www.byblosmilano.it 202 Hamburger&Delicious corso di Porta Ticinese 6, tel. 02.83660635 Un nuovo tempio dell’hamburger di alta qualità, succursale dell’attiguo ristorante 202. Un’oasi per appassionati che regala uno scorcio di New York, tra insegne vintage, sgabelli in legno e muri in pietra a vista. Diverse le proposte da consumare nei pochi posti all’interno del locale o da asporto, con tanto di cupcakes, cheesecake, caffè all’americana e le immancabili chips.


Tempo di vendemmia: le migliori enoteche

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5 SI DICE CHE… …E’ in via Solferino 48 …Ha aperto il 18 settembre …nel progetto ci sia in mezzo anche Andrea Berton a dirigere la linea della cucina …sia un think tank creativo e gastronomico …sia una cucina moderna, essenziale, con qualche pezzo d’arte qua e là È Pisacco Ristorante e Bar www.pisacco.it www.facebook.com/Pisacco.it

È fine estate ed è tempo di vendemmia. La passione per il vino, in costante crescita, torna a essere protagonista. Nuove aperture e indirizzi storici conquistano i palati esigenti di novelli sommelier e avventori curiosi alla scoperta di ogni segreto di bianchi, rossi e rosè, di cantine note e produzioni limitate, pregiati e selezionati, regalando emozioni in ambienti di design, o più rustici, ma sempre votati all’eccellenza della proposta. Aperto appena due mesi fa il Sorso (3. via Clusone 3, tel. 388.3445988, www.sorsomilano.it) rispecchia la tendenza di realizzare wine bar di pregio, che strizzano l’occhio alle sofisticate esigenze di mondanità milanesi, corredate da un’ampia cantina, presto sede di degustazioni con esperti, e abbinati ad un servizio di cucina di alta qualità. Altro nuovo approdo per gli amanti del buon vino La Bottega del Vino (4. piazza Lega Lombarda 1, 349.8716998, www.labottegadelvinomilano.com), enoteca scenografica con area ristorante, con bancone in entrata dominato da una parete di bottiglie, tante italiane e molte francesi, aperto anche per aperitivi con stuzzichini, da gustare in un ambiente curato, tra pareti simil grezze e tavoli particolari. Il locale è della stessa proprietà dello storico N’Ombra de Vin (via San Marco 2, tel. 02.6599650, www.nombradevin.it), da quarant’anni meta privilegiata per conoscere il meglio della cultura enologica italiana e internazionale, liquori compresi, abbinati a una cucina tradizionale rivisitata. L’ambiente raffinato e la cornice particolare – il locale ha sede nell’antico refettorio dei frati agostiniani – ne fanno una meta molto modaiola. Recentissimo anche Maestro Martino (viale Caldara 131, tel. 02.43127609, www.maestromartino. org), elegante winebar che sposa“cultura del vino, dell’olio e della tavola buona e sana”, ispirato al cuoco rinascimentale autore del primo ricettario in volgare, dove sono in vendita anche conserve, oli, patè, utensili e libri di argomento enogastronomico. In pieno centro ha inaugurato Signorvino (Galleria Pattari 2, tel. 02.89092539, www.signorvino.it), una splendida location dove vini di tutte le regioni d’Italia si possono gustare abbinati a piatti tipici facilmente riconoscibili anche da un pubblico internazionale di passaggio in città, con il plus di essere direttamente affacciati sul Duomo. Ottimo cibo e selezione di etichette per il piacere del buon bere. Infine due indirizzi da non perdere: La Cantina di Manuela (via Procaccini 41, tel.02.3452034, www.lacantinadimanuela.it), ultima delle botteghe vinarie aperte da Franco Rossi è una location curata e familiare, dall’atmosfera antica, che propone una cucina strutturata con eccellenti piatti ideati dallo chef Alessio Algherini, da accompagnare ad una ricchissima e selezionata gamma di vini. Mentre Enocratia (5. via Sant’Agnese 14, tel. 02.36525816, www.enocratia.com), all’interno di un antico palazzo, propone un emozionante viaggio del palato tra accostamenti di cucina e territori, vino e cibo, in tre diversi ambienti con volte e mattoni a vista, arredi insoliti e ricercati.

Volemose Bene via della Moscova 25, tel. 02.36559618 Ultimo nato tra i vari ristoranti che propongono cucina romana in città. Per chi ama l’atmosfera e l’ambiente un po’ caciarone delle tipiche trattorie della capitale, dove gustare splendidi supplì, saltimbocca, carciofi alla giudia, pasta cacio e pepe o alla gricia e tutto il meglio delle specialità gastronomiche del Lazio. www.volemosebenemilano.it


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Quiroma

Un viaggio nella Capitale, fra nuove boutique e locali a cura di Alessia Merati e Luca Stillitano

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2. Burberry, piazza San Lorenzo in Lucina 36 Questo di Burberry è il primo negozio in Europa dedicato esclusivamente agli accessori. La boutique riflette il nuovo concept: materiali e temi inglesi sono utilizzati in modo innovativo, mescolati con tecnologie digitali all’avanguardia. http://it.burberry.com Morfosis, via del Babuino 52 È il brand indossato dalle star internazionali, come Madonna o la regista Rebecca Miller, ma l’azienda è tutta italiana. Morfosis unisce all’originalità del design e la sartorialità dell’artigianato. www.morfosis.it 3. Balenciaga, via Borgognona 7E Appassionati di moda e di accessori di qualità devono appuntarsi questo nuovo indirizzo. La maison francese Balenciaga ha scelto una location di prestigio: a pochi passi da piazza di Spagna, il punto vendita si trova inserito in un palazzo storico del diciottesimo secolo. Raffinato il concept delgli interni, che rispecchia lo spirito intimo e accogliente di un nobile appartamento romano. www.balenciaga.eu/it

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1. Malo, via Borgognona angolo via Belsiana Il nuovo monomarca di Malo si situa nel cuore pulsante dello shopping di lusso. La boutique sorge all’interno di uno storico palazzo romano e occupa una superficie di ben 400 mq, interamente dedicata alle linee proposte dal brand: dagli accessori al Fashion, dalle Collezioni Uomo e Donna, fino al Kidswear e alla Home Collection. L’atmosfera risulta preziosa e ricercata, grazie anche alla presenza di oggetti di design e di antiquariato. www.malo.it

Louboutin, piazza San Lorenzo in Lucina Dopo una lunga attesa, ha finalmente aperto la prima boutique monomarca Louboutin: all’inaugurazione era

2 presente anche lo stilista, che ha svelato le nuove creazioni. www.christianlouboutin.com 4. Twin-Set, viale Europa 70/72/74 Twin-Set Simona Barbieri ha aperto il suo primo monomarca capitolino, caratterizzato da un’atmosfera romantica, ricreata dai colori avorio e dai dettagli neri dei fiocchi e dei cuori. Il design degli interni accosta invece un gusto retrò e moderno. www.twin-set.it 5. Peuterey, via Bergognona 4 Peuterey inaugura uno store progettato con materiali naturali, come il legno delle pareti e il pavimento in pietra: tutto richiama un’atmosfera di montagna, senza dimenticare uno spirito contemporaneo. Stesso concept per il punto vendita di Cortina. www.peuterey.it



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l’intervista Simone Turbolente

STREET FOOD Boccone piazza di Pietra 35, tel. 06.6990799 C’era una volta il “panino della mamma”, fatto per merenda e con amore da sapienti mani. Oggi da Boccone, in piazza di Pietra, a due passi dal Pantheon, è possibile rivivere la stessa emozione di farsi un panino “su misura”: già, perché qui è possibile scegliersi il tipo di pane (biologico o ai cereali), la dimensione del panino e resta solo da divertirsi nell’abbinare a proprio gusto i tantisssimi ingredienti a disposizione e uscire fuori e gustarsi, “boccone dopo boccone”, la nostra leccornia con vista sul magnifico Tempio di Adriano. La materia prima è di altissima qualità ed è composta da fiordilatte, pomodori secchi, tonno, polpa di granchio e i nomi dei panini a cui sono abbinati – New York, Stoccolma, Roma – strizzano l’occhio ai tantissimi turisti che passeggiano per le vie del centro e ai romani che sognano di partire in vacanza. Filetti di baccalà Vale il viaggio. Si usa definire così una deviazione dal percorso che riesce a regalare a un palato esigente il piacere di assaporare una delizia per la gola. Impossibile, allora, non fare un salto nel Ghetto di Roma per assaggiare i filetti di baccalà fritti per cui “vale” sicuramente la definizione. Qui, non serve avere un indirizzo preciso, basta affidarsi all’intuito o, meglio, all’olfatto per essere guidati in uno dei tanti ristoranti che lo propongono in menù. La ricetta, tipica della cucina della tradizione ebraica, è apparentemente semplice e prevede il filetto di baccalà, la farina, l’olio e il sale con l’acqua gassata per la pastella. Ma non fatevi ingannare, dosare tutti gli ingredienti per creare la miscela di pastella perfetta è un’arte, o segreto, che non vi svelerà nessuno… Vanno gustati rigorosamente bollenti, appena usciti dalla friggitrice e seduti su un marciapiede con “vista”.

Professione: giornalista, capo ufficio stampa del Sindaco di Roma Piatto preferito: filetto magrissimo, rigorosamente alla griglia e condito solo con sale grosso Il vino preferito: quello che non fa male Ristorante preferito al mondo: Le Cirque di Sirio Maccioni al Bellagio di Las Vegas Ristorante preferito a Roma: Camponeschi a piazza Farnese “Carbonara” o “gricia”, “trippa” o “pajata”: rigorosamente carbonara e gricia, per il secondo... passo Non rinunceresti mai: al dolce di fine pasto e ad assaggiare quello nel piatto dell’amico In cucina…: lasciamo le donne... Il tuo dolce è: il tiramisù del Caminetto, se possibile due porzioni La tua ricetta è: bufala a temperatura ambiente, con solo un goccio d’olio, ma di quello buono. Semplice no? Un pranzo di lavoro: a base di pesce... Sennó poi chi lavora... Spuntino di mezzanotte con: beh, che domande... pane e nutella! Andresti a cena con: chi mi fa ridere e non si lamenta del servizio lento


2 1. Said dal 1923 Antica Fabbrica del Cioccolato via Tiburtina 135, tel. 06.4469204 Chi non ha mai sognato nella propria vita di entrare nella Fabbrica di Cioccolato del film di Tim Burton o nel celebre negozio del film Chocolat con Juliette Binoche e Johnny Depp? Nel cuore di Roma esiste un luogo così, ricco di storia e di magia, dove il cioccolato più che un cibo, è un’avventura: SAID, un antica fabbrica di cioccolato nel quartiere di San Lorenzo, con un’atmosfera creata dal cioccolato stesso. Nata nel 1923, oggi SAID ha mantenuto tutto il fascino di un luogo di lavorazione artigianale degli anni venti, senza intaccare l‘aspetto originario della fabbrica, a cui ha aggiunto un

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per il cioccolato. Si inizia alle 10 del mattino con praline e dolcezze varie, poi ci si ferma per un “pranzo veloce” per finire, dopo un aperitivo decisamente diverso, con la cena che prevede anche piatti… al cioccolato, naturalmente. www.said.it P31 Caffè viale Romania 31, tel. 06.8079363 Al numero 31 di viale Romania, ai Parioli, il caffè trova casa da P31: il concept bar caratterizzato dall’innovativa e rarissima macchina del caffè M39 White Lady di La Cimbali che macina e miscela caffè agli amanti dell’esotica bevanda. Qui fanno da padrone l’accoglienza e la genuinità dei prodotti. Sin dalle prime luci

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ristorante dove gustare delizie gastronomiche abbinate al cacao. Pasticceria, museo storico, aperitivi, ristorante aperto fino a mezzanotte: è il luogo ideale dove tornare indietro con la memoria e sognare un dolce futuro. Ad accogliervi tra arredi retrò, poltrone, vetrate e marmi, troverete la naturalezza di Checco Tornielli che sapientemente reinterpreta la tradizione e la passione della famiglia De Mauro

dell’alba fino all’aperitivo, dal lunedì al venerdì, i fratelli Giorgio e Moreno Amantini sono diventati con il loro piccolo locale il punto di riferimento dei tanti studenti dell’adiacente Università Luiss. Oltre al caffè e ai piatti espressi per pranzo, da segnalare il P31 Club Sandwich con pomodoro, lattuga, mozzarella e pollo in glassa di miele; il tramezzino con radicchio, salsa tartufata e vitello e il menù di dolci con il tortino

SUGGESTION Calanchi di Vaiano di Paolo e Noemia D’Amico Un grande bianco, uno chardonnay coltivato da Paolo e Noemia D’Amico nei vigneti calcarei di Castiglione in Teverina, nell’alta valle del Tevere, al confine tra Lazio, Umbria e Toscana. Un paesaggio suggestivo caratterizzato, appunto, dai calanchi: una zona protetta dall’Unesco per la sua particolarità e rara bellezza. Il vino prodotto qui, dopo una maturazione in botti e affinamento in bottiglia, regala al naso piacevoli e raffinati profumi di agrumi e frutta bianca e grandi soddisfazioni al palato con note minerali e fresche, specie se accompagnato a minestre, risotti, pesce e carni bianche. Da provare. www.paoloenoemiadamico.it

al cioccolato al cuore caldo, la cheese cake con glassa di fragole o ciliege. Mille modi per soddisfare il palato ed esaudire piccoli peccati di gola da chiudere rigorosamente con una tazzina di caffè della torrefazione Molinari. 2. Coso via in Lucina 16L, tel. 06.68210420 In un vicolo del centro storico, tra via del Corso e piazza del Parlamento, si trova Coso, la nuova realtà enogastronomica capitolina. Inaugurato in primavera, è subito diventato il ritrovo per tutti quelli che amano la cucina tradizionale romana abbinata alla degustazione di vini. Simone Galioto e Mauro Abate hanno puntato sui sapori storici della cucina romanesca che attirano non solo i turisti ma anche tantissimi residenti. Quello che colpisce è la struttura su due livelli, il bar-enoteca sotto e, al piano superiore, il ristorante, il tutto accompagnato da bottiglie di vino esposte alle pareti.


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JUSTINTOWN

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MIAMI 1. Alexander McQueen, Unit 176, 9700 Collins Avenue Alexander McQueen ha inaugurato una boutique di 212 mq, tutta dedicata all’abbigliamento femminile e agli accessori. Sofisticato e accattivante, il nuovo spazio è caratterizzato dalla prevalenza di tonalità chiare, come il tortora, l’oro pallido, il lilla e il bianco declinato in tutte le sue sfumature. La boutique presenta un nuovo concept, studiato da Sarah Burton e Alexander McQueen e realizzato da David Collins Studio. www.alexandermcqueen.eu

Quimondo

I nuovi indirizzi per lo shopping e per una pausa gourmand

a cura di Claudio Burdi, Ilaria Maggi, Alessia Merati

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5 New York ✰✰ ✰

4. Baccarat, 979 Third Avenue È il primo showroom dedicato agli elementi di illuminazione quello che Baccarat ha aperto presso il Design&Decoration Building. Qui anche tutte le opere realizzate in collaborazione con i più celebri designer. www.baccarat.com 5. Pretty Ballerinas, 27 East 67th Street Alti soffitti, predominanza di rosa, nero e oro: è il nuovo store di Pretty Ballerinas negli States. E per l’occasione è stata creata Rosario born in the USA (in foto). www.prettyballerinas.com Dodo, 645 Madison Avenue, 10022 Un clima frizzante e giocoso ha travolto la grande mela: erba che cresce dal soffitto, mosaici blu. È la nuova boutique di Dodo. www.dodo.it

Louboutin, 808 Washington Street Interamente dedicato all’uomo, il nuovo store di Louboutin presenta un design innovativo e un’atmosfera post-industriale. www.christianlouboutin.com Emporio Armani, 601 Madison Avenue L’apertura di Emporio Armani negli States è di sicuro impatto: 1800 mq, su due livelli, concepiti per ospitare tutto l’universo del brand. Particolare è l’uso della pietra, che conferisce allo spazio un look moderno e casual. www.armani.com

PARIGI Elsa Schiaparelli, 21 Palace Vendôme Non si conosce ancora l’identità del direttore artistico e i misteri sono ancora molti. Quello che è certo è che l’atelier di Elsa Schiaparelli ha riaperto le sue porte, riportato alla luce dal gruppo presieduto da Diego della Valle, che ha rilevato il marchio. www.schiapparelli.com LOS ANGELES 2. Moncler, Rodeo Drive Entrando si è accolti dalle boiserie francesi in legno intagliato con motivi floreali: Moncler sceglie un’atmosfera ispirata alle altezze alpine per la sua nuova boutique. Recente anche l’apertura del punto vendita di Miami, che adesso si può trovare al 9700 di Collins Avenue. https://moncler.com SHANGHAI 3. Trussardi, Yifeng mall Il nuovo flagship di Trussardi, il primo in Cina, cattura subito l’attenzione per la scintillante facciata dorata. Particolari i dettagli in pelle, materiale che il marchio usa da 100 anni: richiamato dalla sofisticata tonalità del marrone tabacco, crea con l’oro un connubio ricercato, perfetto interprete del lusso della maison. www.trussardi.com

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TOP 10 SKY BAR

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HONG KONG. OZONE, è il“più alto bar al mondo”, al 118esimo piano dell’hotel Ritz Carlton. www.ritzcarlton.com/en/Properties/HongKong BANGKOK. SKY BAR, THE DOME, al 63° piano del Lebua Hotel. Un drink sospesi o una cena all’attiguo Sirocco, completamente all’aperto. www.lebua.com/ MUMBAI. AER, rooftop bar al 34esimo piano dell’hotel Four Seasons; dalle 17.30 alle 20 c’è il Sunset Happy Hour con cocktail a metà prezzo e dj set. www.fourseasons.com/mumbai LOS ANGELES. THE ROOFTOP @ Standard Hotel: piscina, pista da ballo, bar e Biergarten, dalle 12 all’1.30 di notte. www.standardhotels.com/downtown-la BARCELLONA. ECLIPSE, al 26esimo piano dell’avveniristico W Hotel. Per ballare fino a notte fonda (da venerdì a sabato fino alle 4 di mattina). www.w-barcelona.com/eclipse-bar SAN PAOLO. SKYE (1), per un drink o una prelibatezza dello chef Emmanuel Bassoleil. All’ultimo piano dell’Hotel Unique. www.hotelunique.com.br SINGAPORE. KU DE TA, al 57esimo piano della Tower 3 del Marina Bay Sands; brunch il sabato e la domenica, club lounge fino a notte fonda, e SkyBar. www.marinabaysands.com TOKYO. NEW YORK BAR è uno dei simboli della metropoli, qui hanno girato anche diverse scene di Lost in translation, si degusta whisky o cognac pregiato mentre si ascolta musica jazz. Al 52esimo piano del Park Hyatt. http://tokyo.park.hyatt.com ISTANBUL. 360istanbul, nel quartiere di Beyoglu. Vista a 360°, cucina turca che strizza l’occhio all’Europa, ampia selezione di vini e nel weekend djset e divertimento. www.360istanbul.com NEW YORK. SALON DE NING, vista sulla Fifth Avenue, è un incontro tra Oriente e Occidente con dettagli della Shangai anni‘30 e il glamour tutto newyorkese. Al 23esimo piano del The Peninsula Hotel. www.peninsula.com

Mercato sì, ma gourmand PARIGI Nel cuore del Marais, al Marché des Enfants Rouges, ogni domenica il brunch è a La petite Fabrique (4). Un universo di gourmandise: torte salate o dolci, pasticcini, mousse al cioccolato, cookies, accompagnati da un ottimo caffè del Guadalupe. Da mangiare sul posto o da portare a casa. Dalle 10.30 alle 17. 30, rue de Bretagne http://lapetitefabrique-paris.com

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MADRID Se c’è un luogo dove la tradizione del mercato è più sentita, quello è Madrid. Tappa al Mercado San Anton, nel quartiere di Chueca: vivace, colorato, con i migliori prodotti freschi e un ristorante sulla terrazza dove è possibile gustare quello che si è scelto in una delle bancarelle al piano inferiore. Calle de Augusto Figueroa, 24 www.mercadosananton.com

LONDRA

3 “BUONI” MOTIVI PER TORNARE POST-OLIMPIADI Bistrot Bruno Loubet (2), chef Bruno Loubet Cosa? Brasato di manzo all’indocinese con mango e insalata. Dove? The Zetter, St John’s Square, Clerkenwell Road. Perché? Francese di nascita, lo chef è approdato qui dopo aver girato il mondo che porta nei suoi piatti. Apsleys (3), chef Heros De Agostinis Cosa? Gamberi siciliani su cous

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3 cous di peperoni rossi. Dove? The Lanesborough Hotel, 1 Lanesborough Place. Perché? Tiene alto l’onore del suo maestro Heinz Beck, a cui è succeduto dallo scorso giugno in qualità di executive chef. Lima restaurant, chef Virgilio Martinez Cosa? Maialino da latte con anacardi dall’Amazzonia, lenticchie e pere. Dove? 31 Rathbone Place, Fitzrovia. Perché? La cucina peruviana è in sorprendente ascesa.

NEW YORK Nel quartiere più cool, Brooklyn, si viene a fare spesa nel weekend e ci si ferma per uno spuntino, un pranzo, un brunch in uno dei tanti corner. Al Brooklyn Flea Food Market gli amanti della carne si fermano da The Meat Hook o da Brooklyn Bangers by Saul Bolton, mentre la tradizione ebraica è nei piatti del Mile End Delicatessen. 45 Main St., Brooklyn www.brooklynflea.com SAN FRANCISCO Qui vengono i migliori chef della città a fare spesa. I prodotti sono di prima qualità e a km zero, provenienti da fattorie e aziende agricole della regione. È il Ferry Building Marketplace, dove trovare formaggi e salumi di produzione artigianale - da Boccalone per un gustoso panino -, pasticcini francesi da Miette, oppure un gelato tipicamente italiano da Ciao Bella Gelato. One Ferry Building www.ferrybuildingmarketplace.com


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that’s nice a cura di Felice Limosani

IL PALLONCINO IN LATTICE VA GONFIATO A BOCCA, CON UNA POMPA AD ARIA E CON LE BOMBOLE DI ELIO. QUELLI PIENI D’ARIA NON VOLANO, MENTRE QUELLI GONFIATI AD ELIO Sì. A ME SONO SEMPRE PIACIUTI QUELLI CHE VOLANO. OGNI VOLTA CHE MI CAPITA DI VEDERNE UNO NEL CIELO PENSO SEMPRE FINO A CHE PUNTO RIUSCIRÀ A SALIRE. IN QUESTO CASO IL PALLONCINO È UN ALTOPARLANTE DALLE MISURE RIDOTTE A 55X55X55. IN SOLI 20 GRAMMI C’È IL DESIGN NECESSARIO PER CONTENERE UNA BATTERIA CON 4,2 ORE DI AUTONOMIA A VOLUME MASSIMO, RICARICABILE VIA USB. LA MUSICA PUÒ RENDERCI PIÙ LEGGERI DELL’ARIA. NATURALMENTE DIPENDE DALLO STATO D’ANIMO DI CHI L’ASCOLTA, OLTRE CHE DALLA PLAYLIST. MUSICA E TEMPO LIBERO SONO L’IMMAGINE PERFETTA DELLA LEGGEREZZA. E SE UN’IMMAGINE VALE MILLE PAROLE, MI CHIEDO SE LA MUSICA BASTI PER VOLARE. DISPONIBILE ON LINE SU THEFANCY.COM


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KULTURA

Simone Massi / autore e regista di film d’animazione, illustratore, artista celebrato e pluripremiato all’estero. quasi sconosciuto in Italia, anche se vincitore dell’ultimo David di Donatello firma la nuova sigla e il manifesto della 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia /di Maria Rita Macchiavelli

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Con la sua “matita” racconta storie oniriche legate alla cultura contadina. Per creare la sigla della Mostra di Venezia a cosa si è ispirato? La sigla è un omaggio al cinema che ho amato. Lo stile, zoom, piano-sequenza, narrazione circolare e il segno sono i miei. Nell’ispirazione c’è molto istinto, io penso per immagini che poi metto insieme. La storia si riassume così: un bambino pesca il sogno del cinema e lo stende sul palmo della mano, lo guarda dibattersi come un pesciolino, poi un uomo vede lo stesso sogno, a lui pare grande come la notte, lo tira su di sé e ci si copre le spalle. Perché il rinoceronte? Nel 2012 ci hanno lasciato due grandi poeti del cinema: Theo Angelopoulos e Tonino Guerra. Li ho omaggiati citando L’eternità e un giorno e E la nave va. Il rinoceronte è un animale commovente e l’ho fatto mio lasciandolo sulla barca di Fellini a

fianco del bambino. Nei fotogrammi si citano vari film, ci può svelare quali e perché li ha scelti? Oltre ai due già citati: il contadino e la bambina da L’albero degli zoccoli di Olmi, l’angelo da Il cielo sopra Berlino di Wenders, il rivoluzionario da Arsenale di Dovženko, la guida e il cane da Stalker di Andrej Tarkovskij. Ho sempre guardato al cinema di poesia perciò ho scelto i registi che mi hanno insegnato qualcosa. Lei è ancora un artigiano del cinema di animazione. Disegna, fa la regia e le riprese. Per la sigla veneziana con chi ha collaborato? In genere parto da migliaia di fogli bianchi e ci lavoro anni. Faccio un cinema piccolo, umile, povero e un pò folle con l’orgoglio di essere artigiano. Curo la maggior parte delle fasi, ma chiedo aiuto per colonna sonora e postproduzione. Alla sigla di Venezia ho lavorato con Fabrizio Tassi e i miei collaboratori storici: Stefano Sasso, Lola Capote-Ortiz, Francesca Badalini e mia moglie Julia Gromskaya. Come si è trovato a operare su un prodotto istituzionale? In Italia lavoro poco, salvo rare eccezioni. Questa è stata l’opportunità per dare il massimo. Non per rivalsa, ma perché lo dovevo, oltre a me stesso, a

coloro che hanno creduto in me: Alberto Barbera che mi ha scelto dandomi piena libertà creativa, a Fabrizio Tassi che mi ha sostenuto dall’inizio alla fine del progetto. Come lei dice per creare un corto impiega degli anni, e per fare la sigla della Mostra? Poco più di quattro mesi a tempo pieno. La richiesta le è arrivata dopo i recenti riconoscimenti in patria? (David di Donatello 2012)? Sono stato contattato il giorno del compleanno di mia madre, il 29 febbraio. A diciassette anni dall’uscita del mio primo corto, Immemoria, e due mesi prima di vincere il David. Sono numeri che appunto sul petto come medaglie. Lei vive e lavora in provincia. Va mai al cinema? E cosa le piace? Il cinema del mio paese è stato chiuso. Forse c’è qualcosa lungo la costa ma io detesto guidare e comunque ho perso poco di ciò che avrei voluto vedere: il Faust di Sokurov e The Tree of Life di Malick. 30 secondi della sua sigla hanno preceduto ogni film della Mostra di Venezia. E’ stata la cosa più vista in assoluto. Come cambierà la sua vita lavorativa? Non lo so.


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STREET FOOD A CHI?

Al grido “Pelle all’arrabbiata”, gli chef di sei tra i ristoranti più underground del panorama internazionale hanno dato libero sfogo alla loro creatività. Per un gastro-evento dal gusto decisamente street. A Milano, lo scorso luglio, per Le Grand Fooding insieme agli chef c’eravamo anche noi testo di Ilaria Maggi, foto di Marco Ferrari e Mirko Lamonti


WADE BROWN & ANDREAS DAHLBERG, BASTARD, MALMÖ (SVEZIA) Da dove arriva l’ispirazione? AD: dal viaggiare, dal fare e dalle persone. Un ingrediente o piatto preferito? AD: i fagioli, di tutti i tipi e di tutti i colori. Un piatto dell’infanzia? AD: la zuppa di coda di bue con paté di riso della nonna. Che musica ascolti mentre cucini? AD: rock’n’ roll a tutto volume. Un oggetto cult? AD: le Lucky Strike, una pausa perfetta! Un posto del cuore? AD: Bjärehalvön, nel sud della Svezia. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? AD: con Jamie Oliver, per il mio staff al Bastard!


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EUGENIO RONCORONI E BENIAMINO NESPOR, AL MERCATO, MILANO (ITALY) Da dove arriva l’ispirazione? BN: dai libri di cucina, dal mangiare fuori, dal viaggiare e assaggiare ingredienti nuovi. ER: da tutto quello che mi circonda, a seconda del mio stato d’animo. Un ingrediente o piatto preferito? BN: come ingrediente l’avocado nero messico californiano.

ER: al momento direi tutto quello che ha a che fare con le zuppe orientali. Un piatto dell’infanzia? BN: gli gnocchi di spinaci e ricotta della domenica di mia nonna materna, saltati con burro e salvia. Probabilmente la ragione della mia giovane obesità! ER: i sofficini. Che musica ascolti mentre cucini? BN: principalmente reggae, rap e hip hop, ma dipende dal momento. ER: buona.

Un oggetto cult? BN: la triumph tr6. ER: il porta uovo alla coque. Un posto del cuore? BN: Parigi. ER: San Francisco. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? BN: Ducasse, e mi avrebbe fatto piacere avere mia mamma come cliente ad Al Mercato. ER: lo ribadisco sempre, Marco Pierre White.


32 JON SHOOK & VINNY DOTOLO, ANIMAL, LOS ANGELES (USA) Da dove arriva l’ispirazione? VD: dall’infanzia, dal cibo, dalla lettura, dalla vita, dall’arte, dall’esperienza, dal tempo trascorso in cucina, dalle conversazioni, dalla famiglia. JS: dai miei occhi, da tutto quello che tocco, che annuso, che mangio, ma anche dagli amici e dalla mia famiglia. Un ingrediente o una ricetta preferita?

VD: il formaggio. JS: il salato. Un piatto dell’infanzia? VD: la salsa della domenica. JS: il latka di patate. Che musica ascolti mentre cucini? VD: quando riesco cose come Nas, Jay-z, Billy Joel, Modest Mouse, Sublime, The Allman Brothers, Bad Religion. JS: non lasciamo ascoltare musica ai nostri cuochi. A casa mia ascolto di tutto, dal hip-hop al country.

Un oggetto cult? VD: surfare, cosa che non faccio mai ma adoro. JS: il legno. Un posto del cuore? VD: Tokyo. JS: Messico. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? VD: per la famiglia, che apprezza le cose semplici e lo sforzo. JS: con il mio fidanzato, ma ho poco tempo. Quindi appena posso, lo faccio.


JAMES LOWE & ISAAC MCHALE, THE YOUNG TURKS, LONDRA (UK) Da dove arriva l’ispirazione? JL: da ogni parte – da quello che vedo, che leggo, mangio e dalle persone con cui lavoro. IM: dalla famiglia e dagli amici, ma anche dai produttori e coltivatori. Un ingrediente o piatto preferito? JL: i piselli sono in assoluto il mio ingrediente preferito. IM: adoro le pesche. Un piatto dell’infanzia? JL: la crema al limone della nonna. IM: la frittella di pollo (cibo da strada tipico pakistano) di Glasgow. Che musica ascolti mentre cucini? JL: soprattutto David Bowie o qualsiasi cosa Isaac mette nella playlist, avrebbe dovuto fare il dj! IM: classica, pop… Un oggetto cult? JL: i coltelli da cucina mi rendono felice! IM: mi piace il design: coltelli, piatti fatti a mano e ciotole in legno. Un posto del cuore? JL: mi piace andare in montagna, essere circondato dalla neve. Ma devo dire che sono stato di recente a Sorrento e l’ho trovata splendida. IM: la parte ovest delle Highlands scozzesi. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? JL: io e Isaac abbiamo cucinato per gli chef venuti a Londra per la premiazione dei World’s 50 Best Restaurant San Pellegrino e ci siamo divertiti parecchio! IM: sì, è stata una bella esperienza.

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JÉRÔME BIGOT, LES GRÈS, LINDRY (FRANCIA) Da dove arriva l’ispirazione? Da tutto quello che offre la natura, i suoi colori, le stagioni; ma a volte anche dalla musica, da un quadro. Un ingrediente o piatto preferito? Senza dubbio i latticini, li metto ovunque e in tutte le loro forme: siero di latte, panna fresca, panna acida, formaggi freschi… danno un tocco gradevole ai piatti, un che di dolce che bilancia l’acidità con cui sono abituato a trattare. Un piatto dell’infanzia? La polenta che preparava la mia nonna italiana. Che musica ascolti mentre cucini? Nina Simone e Coltrane sono degli ottimi compagni in cucina,

ma mi piacciono anche cose più festaiole, mentre cucino, come ad esempio The Rapture. Un oggetto cult? Un quadernino della Moleskine, ne porto sempre uno con me, dove annoto tutto quello che mi passa per la testa: idee, piatti, frasi, il titolo di un libro, una musica, ci faccio sopra degli schizzi… Un posto del cuore? Tanti… Le Verre Volé a Parigi dove bere del buon vino, Istanbul, Copenhagen, New York, il mare della Bretagna… e la mia cucina. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? Avrei voluto cucinare per Francis Bacon o per Henri Miller ma risulta complicato. O per gli chef a cui mi ispiro: René Redzepi, Daniel Patterson, Inaki Aizpitarte…


MATTEO TORRETTA, VISCONTI STREET FOOD E AL V PIANO, MILANO (ITALY) Da dove arriva l’ispirazione? Dalla musica e dalla gente comune. Un ingrediente o una ricetta preferita? La pizza e come ingrediente il brodo. Un piatto dell’infanzia? Il tiramisù. Che musica ascolti mentre cucini? Marracash. Un oggetto cult? La cintura. Un posto del cuore? San Sebastian. Con chi ti piacerebbe cucinare? O per chi? Con Andrea Berton; se fosse viva, per Moana Pozzi.


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LAFIERADELLEVANITA’

PARIS BRILLE Ogni angolo è un gioiello, una pietra preziosa che va a comporre un sofisticato diadema. I meravigliosi gioielli che le più importanti maison di alta gioielleria hanno presentato all’ultima Biennale des Antiquaires hanno ispirato un viaggio in questo scrigno delle meraviglie testo d Ilaria Maggi, illustrazioni di Maria Rita Macchiavelli


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SPESSO E’ PROPRIO A PARTIRE DA UNA PIETRA PARTICOLARMENTE IMPORTANTE CHE VIENE REALIZZATO IL DISEGNO E POI IL GIOIELLO

Parigi è tutto un brillare. Una gioielleria a cielo aperto, dove si passeggia lasciandosi sorprendere a ogni angolo. Ogni stagione è buona, ogni itinerario è una scoperta, ogni angolo riserva sorprese. Che ci si vada ogni mese o una volta nella vita, l’effetto è per tutti lo stesso. Qui persino le fermate del metro sono eleganti esercizi di stile, la sua urbanistica e i suoi palazzi sono arte e cura nei dettagli, i suoi giardini sono perfette composizioni cromatiche, così come la tradizione e la maestria dell’arte orafa che qui trova la sua massima espressione. Se si parla di gioielli, il pensiero corre subito a Place Vendôme, alle sue vetrine scintillanti, un concentrato di storia e abilità, una wunderkammer delle meraviglie. Qui ha trovato casa la prima boutique di Louis Vuitton Joaillerie, è in fase di restyling quella di Jaeger-LeCoultre, qui si trova uno dei maestri specializzati in gioielli antichi, Martin du Daffoy, ma fermarsi a questa piazza sarebbe riduttivo e scontato. Si parte dal Grand Palais, monumentale ed elegante, al centro della città, con affaccio sulla Senna, dove lo scorso settembre si è tenuta la Biennale des Antiquaires. Questa volta a firmare l’allestimento ci ha pensato Karl Lagerfeld, a dare il suo tocco magico e raffinato, creando un contesto perfetto per le tante opere d’arte d’inestimabile valore presentate. Ma erano soprattutto le creazioni di alta gioielleria a risplendere. Tutte le più importanti maison internazionali si sono date appuntamento qui, per mettere in mostra, e mettersi in mostra, con il meglio della loro produzione. Gioielli inediti; alcuni creati per l’occasione, altri appartenuti a grandi personaggi; riedizioni di collezioni storiche; gioielli dai nomi evocativi che rimandano a sogni e fasti di epoche lontane; che seguono le forme delle stelle, delle comete, dei segni zodiacali. Pezzi unici che sono testimonianza della maestria nei tagli delle pietre, nell’accostamento dei colori, nella scelta delle pietre, perché spesso è proprio a partire da una pietra particolarmente importante che viene realizzato il disegno e poi il gioiello.

All’appello hanno risposto proprio tutti: c’era Cartier, Harry Winston, Dior, Piaget, Van Cleef & Arpels, Boucheron; c’era per la prima volta anche Bulgari, un ingresso trionfale, a giudicare dalle creazioni presentate. E ancora Chaumet, Wallace Chan, Chanel, con un omaggio al 80esimo anniversario della collezione di alta gioielleria disegnata da Coco in persona. Ottanta pezzi ispirati alla prima collezione di diamanti presentata nel 1932 da Mademoiselle. Fu l’unica da lei creata e per questo anniversario un omaggio era d’obbligo. Purché favoloso. Ecco come hanno preso corpo orecchini, anelli, collier ispirati agli elementi del cosmo – sole, stelle, luna – ai nastri, ai fiocchi – segni distintivi di Chanel – e al leone – segno zodiacale di Coco. Un universo onirico e sofisticato che rispecchia in toto Mademoiselle. Se Chanel ha reso omaggio alla sua creatrice, Bulgari non poteva che scegliere la sua musa ispiratrice: Elizabeth Taylor. Oltre alla celebre collezione Taylor, acquistata da Bulgari in occasione dell’asta battuta da Chriestie’s nel dicembre 2011, sono stati svelati alcuni monili ispirati all’attrice, che vedono protagonisti gli smeraldi, dalle forme e sfumature di straordinaria rarità. Il serpente, celebre tema ispirato al mito di Cleopatra, ritorna in uno splendido bracciale in oro rosa le cui scaglie sono interamente riviste di diamanti, mentre il motivo floreale si sviluppa in spille, orecchini, anelli che alternano zaffiri blu intensi e luminosi, a petali di corallo, madreperla o turchese, intervallati, e a volte circondati, da pavé di diamanti. Su tutto domina l’uso delle pietre di colore. Se si può trovare il vero tratto distintivo della maison italiana, oltre alla maestria e al gusto raffinato, quello è il colore, una varietà di combinazioni cromatiche, dalle più intense alle più sofisticate, realizzata grazie all’uso di gemme semipreziose – come tormaline, ametiste, spinelli, citrini, coralli, perle e granati – che vengono accostate a rubini, zaffiri, smeraldi. Van Cleef & Arpels ha pensato di uscire dagli spazi del Grand Palais per andare a occupare quelli del Musée des Arts Decoratifs. Se durante

In apertura: collier di zaffiri e diamanti su platino, Harry Winston; anello in platino con zaffiro taglio cuscino, smeraldi, onice e brillanti, Cartier; diadema Joséphine in platino e diamanti, Chaumet; anello con motivo a fiocco, Chanel; anello Rose Bagatelle in oro bianco e giallo, diamanti e rubini, Dior; bracciale in oro rosa e diamanti, Bulgari; spilla Acquario con zaffiri, lacca nera e diamanti, Van Cleef & Arpels. In questa pagina: collier Comete in oro bianco e diamanti, Chanel. Nella pagina accanto: l’allestimento della Biennale des Antiquaires all’interno del Grand Palais di Parigi curato da Karl Lagerfeld; sautoir in platino con zaffiri e diamanti, Bulgari.


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la Biennale è stata presentata la collezione consacrata allo Zodiaco e dedicata al tema della Fortuna – non a caso chiamata Palais de la Chance – con una carrellata di pietre preziose degne di qualsiasi regina, la navata centrale del Museo è location per le oltre 400 creazioni che hanno reso celebre la maison sin dal 1906. Ispirazione, immaginazione, savoir-faire sono il fil rouge che accompagna l’esposizione che per la prima volta traccia una linea cronologica nella storia del marchio. Un trionfo di opali bianchi, zaffiri di colore, perle bianche e diamanti: nella mostra L’Art de la Haute Joaillerie (fino al 10 febbraio) un terzo dei monili è inedito. Fra questi, la parure del 1925 che vinse un premio all’Expo di Parigi di quell’anno, il nécessaire da sera Minaudière creato negli anni Trenta in funzione di borsetta da sera, il collier Zip, suggerito dalla Duchessa di Windsor, tuttora uno dei modelli più celebri della maison. (www.artdelahautejoaillerie-vancleefarpels.com) Il gioiello nei tempi antichi era un talismano porta fortuna che proteggeva dalla cattiva sorte. Senz’altro a indossare uno di questi saggi di perfezione e bellezza ci si sente fortunati.


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STORIEDISUCCESSO


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QUANDO LO STILE DETTA LA MODA Doriani, la storia di un’imprenditoria tutta italiana, che ha fatto del cashmere un sinonimo di eleganza e di tendenza: incontriamo l’ad Gisberto Carlo Sassi in occasione dei 40 anni del brand testo di Alessia Merati

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Sono passati quarant’anni da quando il marchio Doriani ha fatto la sua prima comparsa nel mercato: da quel momento molte cose sono cambiate e l’azienda è in continua espansione. In occasione di quest’importante anniversario, abbiamo deciso di incontrare l’ad Gisberto Carlo Sassi, che ci ha raccontato la storia e gli sviluppi del brand. Nato negli anni ’70, Doriani si impose subito come punto di riferimento per gli uomini che amavano vestire un’eleganza sobria e raffinata, di altissimo livello. Uno stile che elogiava l’identità milanese dell’azienda, italianissima, anche quando la tendenza del mercato di quegli anni proponeva una moda british, d’ispirazione anglofila. Filosofia, questa, che è stata portata avanti negli anni, consacrando il marchio Doriani fra le eccellenze del made in Italy e facendo di tutto ciò che ruota intorno alla parola cashmere, il core business dell’azienda: “già

negli anni ‘30 il nonno aveva una fabbrica di tessuti, alla fine degli anni ‘40 nacque un’azienda di produzione e una catena di negozi in tutt’Italia. Nel 1972 è nato il marchio Doriani concentrando la propria mission nella maglieria di filati pregiati ed in particolare del cashmere”. Doriani ha infatti scommesso molto sul cashmere, scegliendo sempre e solo filati di qualità superiore: questa predilezione per l’eccellenza e per l’esclusività ha fatto sì che, anche a livello internazionale, pochi potessero essere i diretti competitor. Puntare tutto sull’identità, sulla qualità delle confezioni e del filato (il cashmere viene utilizzato anche nelle collezioni estive, mischiato, anche con il cotone e la seta) è la formula che Doriani persegue con costanza. Una scelta vincente, come dimostra l’incredibile successo riscontrato dalla nuova collezione Autunno/Inverno, che propone versatilità e possibilità di


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combinare gli accessori. Un esempio? “Quest’anno abbiamo puntato su maglie abbastanza pesanti, con accessori che si staccano, come i gilet interni alla maglia – una vera novità – e devo dire che il mercato sta rispondendo molto bene a questo tipo di prodotto, come il nuovo pullover con gilet in flanella staccabile o il pullover in cashmere a cinque fili con gilet di nylon interno, che funziona anche da antivento”. La capacità di sperimentare e di proporre capi classici e discreti, ma con dettagli accattivanti, come gli inserti in camoscio e in nappa, sono alla base delle creazioni di Doriani per la collezione Autunno/Inverno 12/13: basti pensare al trattamento waterproof applicato al filato di cashmere o all’uso che l’azienda fa del colore. Anche quando nella moda era imperante l’uso del nero e del colore non-colore, Doriani ha sempre scelto di puntare su nuance sofisticate e abbinamenti di colori nuovi, andando forse contro tendenza, ma dettando il proprio stile. Quest’anno il colore di tendenza è il verdone, ma ci si può sbizzarrire, scegliendo fra la palette colori degli azzurri, dei grigi, dei marroni e beige. “Sin dall’inizio siamo sempre stati dei fautori del colore. Il cashmere negli anni ’60 e ’70 era considerato una cosa da vecchi e nei negozi si trovava solo la maglieria inglese grigia, bordeaux, cammello. Noi abbiamo inserito il colore, prendendo spunto dalle località turistiche: ad esempio, d’estate, a Portofino, si trovavano tutti i milanesi con la camicia di lino bianca, magari un paio di jeans e, buttato sulle spalle, un pullover colorato. Da qui è nata l’idea di sviluppare il colore nel cashmere e il tempo ci ha dato ragione”. Ed è proprio nelle località più esclusive, oltre che nelle boutique di Milano, che si possono trovare i monomarca storici di Doriani quali Portofino, Forte dei Marmi e Santa Margherita Ligure. “Per scelta non abbiamo

In apertura: alcuni capi Doriani Cashmere della collezione Autunno/Inverno. In questa pagina, dall’alto in senso orario: una vista degli interni della boutique Doriani a Milano; uno scorcio del punto vendita a Forte dei Marmi; un pullover della nuova collezione uomo Autunno/ Inverno; l’elegante boutique di Doriani a Milano.


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A sinistra: due preziosi capi della capsule collection dedicata alla donna, disegnati da Maria Buccellati per Doriani. In basso: un capo della collezione uomo per l’Autunno/Inverno.

mai voluto ingrandire troppo l’azienda, per dare sempre il massimo della qualità”. Per rimarcare le preferenza per l’esclusività di zone strategiche, è stata recentemente attuata una collaborazione con il gruppo Orient Express, che ha portato i capi del brand all’interno dell’Hotel Cipriani a Venezia, dello Splendido a Portofino e del Caruso a Ravello. Dietro alla strategia di aprire in queste località c’è la lungimiranza del brand che ha permesso di far conoscere il marchio anche alla clientela straniera e di farlo apprezzare anche fuori dai confini nazionali, come dimostra la distribuzione nei migliori negozi di abbigliamento in Russia, Giappone, Canada e Hong Kong. La conoscenza del brand in ambito internazionale è infatti in continua crescita e per soddisfare tutte le richieste, Doriani ha attuato un piano di espansione, che lo vede protagonista soprattutto nell’Est e nei paesi emergenti. È infatti in previsione l’apertura di un punto vendita a Mosca e l’azienda ci conferma anche un imminente opening in una località di lusso in Europa, senza però svelarci tutti i dettagli, ancora top secret. Ben due sono invece i corner (uomo e donna) di Doriani aperti nel tempio dello shopping londinese, Harrods; inoltre, a dimostrazione della salda conquista del mercato anglo-americano, il marchio è stato anche selezionato dal sito MRPORTER.COM, che venderà anche le collezioni Doriani Cashmere. Ma Doriani non è solo sinonimo di moda uomo, da qualche stagione viene presentata anche una una capsule collection preziosa e molto esclusiva rivolta alla donna. Si tratta di una linea 100% cashmere, impreziosita da inserti in pelliccia, calibrata su nuance di tendenza: grigi, beige, rubino, bacca, prugna, ciclamino, petunia, pervinca, neri e bianchi arricchiti talvolta da inserti in lurex, ideali per la sera. Particolari anche le speciali tute da jogging, sempre in cashmere. L’azienda è in grande fermento e, fra imminenti opening e nuove creazioni, saprà stupire: non ci resta che attendere di scoprire quali saranno le prossime novità.

SIN DALL’INIZIO SIAMO SEMPRE STATI DEI FAUTORI DEL COLORE. NOI ABBIAMO RISCHIATO, PRENDENDO SPUNTO DALLE LOCALITÀ TURISTICHE E IL TEMPO CI HA DATO RAGIONE


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BIKE&THECITY

URBAN CYCLING


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E’ esplosa la nuova era della bicicletta metropolitana: mezzo di trasporto che dribbla il traffico cittadino, ma anche prodotto industriale dal design raffinato che diventa oggetto di culto e incarna uno stile di vita

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testo di Mirta Oregna

Un tempo la bicicletta connotava le scampagnate domenicali e le città di provincia, con le loro ampie piazze e i tranquilli viali alberati, in opposizione ai frenetici ritmi metropolitani; poi esistevano il ciclismo in quanto sport vero e proprio, al limite la mountain-bike per i terreni più accidentati. Ma a usare in città le due ruote erano in pochi temerari: scomode, poco eleganti, faticose… Oggi questo oggetto, vanto dell’industria italiana, da attrezzo sportivo si è trasformato in efficace mezzo di trasporto per dribblare il traffico e, soprattutto, in pezzo cult, osannato nei suoi vari aspetti da un nucleo di appassionati che vi ricercano dettagli fashion e di design, decretando la nascita di un vero e proprio stile di vita all’insegna dell’urban cycling. Ecco allora che sulle piste ciclabili o tra bus e auto, si vedono sfrecciare i Bike Messangers di Roberto Peia (www.urbanbikemessengers.it), corrieri in bicicletta, corredati di caschetto, divisa e borsa da postino a tracolla, che nelle città di Milano e Bologna consegnano in velocità e, soprattutto, senza inquinare


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Bags & Books su due ruote

pacchi, missive e persino gli hamburger di 202. Nel caso di Milano, premiati tra le 7 aziende più ecologiche della città, sono già consulenti del Sindaco per il miglioramento della viabilità ciclabile. A collaborare con il Comune di Milano anche una delle ultime nate tra le realtà legate all’urban cycling: si chiamano Ultracicli (http://ultracicli.com) e per il Marchio Milano hanno realizzato alcuni modelli esclusivi dedicati alla metropoli lombarda. La loro bikee-boutique segue un progetto pilota di successo aperto lo scorso anno in Pietrasanta; i fondatori, Marco Martelli, che viene dalla comunicazione, e Marco Donati, architetto, hanno creato un luogo dedicato al lifestyle della bicicletta (una “bicicletta moderna pensata a mano”), dove le due ruote e gli accessori che trattano (ad esempio, vendono in esclusiva le Manhattan Portage, vedi box) sono oggetto di design e del desiderio. Così come la Sartoria Cicli (www.sartoriacicli.it ), sempre a Milano, dove Luca Lanzani, comunicatore, e Simone Russo, designer, hanno voluto trasferire il concetto sartoriale dell’abito da uomo sul velocipede: i loro, per capire, sono numerati e il numero di serie è ricamato su un’etichetta realizzata in lino spalmato, così come il logo posizionato sul canotto. Per l’autunno, come nelle collezioni di moda, lanciano la Vestita, un omaggio alla moda dove il tessuto Principe di Galles in lana-seta veste il telaio di una Bianchi anni ’40. Tornano poi alla ribalta anche i modelli d’antan, con quel sapore vintage che si respira in Toscana partecipando all’Eroica (http://www.eroicafan.it ), la cui XVIa edizione si è corsa lo scorso 7 ottobre. Nata per amore del ciclismo di una volta e a salvaguardia delle strade bianche di Toscana, tra il Chianti senese, la Valdarbia e la Valdorcia, è aperta a oltre 5000 corridori, che devono obbligatoriamente presentarsi con una bici ante-1987. Siamo passati al versante “country” della pedalata, che appassiona e coinvolge gli urban cycle-maniac più agguerriti. Perché anche loro hanno diritto al weekend fuoriporta, ma rigorosamente su due ruote.

In alto: uno scorcio di Ultracicli, neonata boutique milanese della bicicletta di Marco Donati e Marco Martelli. A sinistra: un dettaglio della Vestita, la dueruote “in Principe di Galles” disegnata da Sartoria Cicli.

Nel 1993, due fratelli designer di Zurigo, Markus e Daniel Freitag, spostandosi per lavoro in bicicletta, cercavano una borsa messenger impermeabile: fu così che, ispirati dai colori dei teloni di camion, cucirono la loro prima borsa a tracolla, rifinita con camere d’aria e cinture di sicurezza d’auto. Oggi la Freitag, diventata azienda, conta più di 130 collaboratori e produce 300.000 borse all’anno vendute in tutto il mondo e vere icone di design: il libro Freitag – Out of the Bag (curato da Museum für Gestaltung Zürich e Renate Menzi per Lars Müller Publishers) appena uscito e presentato a Parigi, racconta l’incredibile case history di successo di un brand che incarna il paradosso di un prodotto di massa ma individualistico. I fratelli Freitag alla classica linea Fundamentals di borse da postino, ha aggiunto le Reference, collezioni stagionali con chicche come l’ultima F60 Joan, borsa trasformista che può essere portata a tracolla irridendo gli accessori da stilista, ma studiata per essere legata al manubrio della bicicletta o per metterci un giornale o una baguette (www.freitag.ch). Ben 10 anni prima, a New York, nasceva con gli stessi intenti Manhattan Portage (www.manhattanportage.com): le sue messanger rispondevano ai bisogni di chi sfrecciava su due ruote nel traffico impazzito della Grande Mela. A distanza di 30 anni le sue borse sono un oggetto cult, come la loro red label con lo skyline della città, ma i modelli si sono moltiplicati e aggiornati, per soddisfare gusti e necessità di tutti. Versatili, artigianali, fatte con materiali di primissima qualità, impersonano l’originale New York thought. Tra le novità della stagione,


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A sinistra il nuovo divertente modello “da manubrio” della Freitag: la femminile F60 JOAN. A destra, in senso orario: alcune tra le ultime uscite editoriali sul tema “urban cycling”.

la partnership stretta con il marchio spagnolo Loreak Mendian, che apre il mondo biking alle influenze di musica, arte e architettura. In Italia invece il veronese Marco Lai ha fondato nel 2007 Hell’s Kitchen (http://www.hellskitchen.it ), brand 100% recycle-chic le cui borse sono disegnate e prodotte utilizzando camere d’aria di biciclette, trattori e camion, nell’ottica in cui anche un accessorio fashion deve essere il più possibile sostenibile. Non solo: il logo della linea HK, Urban RE- Generation, che trae spunto dalla toppa per le camere d’aria di bicicletta, invita a “rimettere in pista” anche l’usato, ma con classe: un taglio meno da biker convinto (anche se le loro best seller sono le borse messanger Spaghetti e Maccheroni), ma senza dubbio tangente a questo mondo. Si moltiplicano infine blog, forum e pubblicazioni (non tecniche) legate al mondo della bicicletta , dalla casa editrice specializzata Ediclo, ai pratici manuali come La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città di Ilaria Sesana (Ponte alle Grazie) scritto in soccorso dei tantissimi ciclisti urbani che affollano le nostre strade, fino ai raffinati coffetable che invece rispondono alla filosofia di urban biking come stile di vita. Se Cycle Style del fotografo Horst Friedrichs (Prestel) con le sue immagini che immortalano ciclisti stylish mentre pedalano per le vie di Londra, è già andato esaurito alla prima edizione, Thames & Hudson ha pubblicato Cycle Chic che mette in passerella una serie di ciclisti sparsi per il mondo e ritratti nelle loro più curiose mise giornaliere.


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WHAT’

Dimostrare meno anni è il vostro cruccio? Invece di ricorrere alla chirurgia, c’è un modo migliore per mantenersi in forma e attivi. Volete sapere quale? Prendete parte al seminario One Wellness Move: un training specializzato, che dà consigli su alimentazione, esercizio fisico, capacità a gestire le emozioni, grazie all’esperienza di un team di professionisti. A Milano, il 20 ottobre e il 1 dicembre, e Roma, il 10 novembre, dalle 10 alle 13. Per informazioni e iscrizioni: Be For srl, info@befor.it tel. 02.39522750. www.1wm.it

CREMA O GIOIELLO?

È una crema ma vale quanto un gioiello. È il più prezioso dei trattamenti viso, creato da Clé de Peau Beauté, divisione premium del gruppo Shiseido, per celebrare il suo 30° anniversario. L’edizione limitata di la crème, la crema viso multi-attiva, creata nel 1996, è racchiusa in una confezione di cristallo con 3 anelli di platino a evocare passato, presente, futuro. Ne sono stati creati solo tre pezzi, esposti all’Espace Clé de Peau Beauté di Tokyo, al terzo piano dell’edificio di Shiseido “The Ginza” e unico flagship store Clé de Peau Beauté al mondo. In vendita esclusivamente dietro prenotazione, chi si sarà aggiudicato questa crema da oltre 13.000 dollari? www.shiseido.it

CHARITY TIME

Consueto appuntamento – giunto alla 17esima edizione – che unisce il charity alle eccellenze enogastronomiche italiane: torna dal 22 al 26 novembre (dalle 10 alle 19), il mercato enogastronomico organizzato da Amnesty International presso i locali dell’Unione Femminile Nazionale, in corso di Porta Nuova a Milano. L’iniziativa sostiene l’impegno e il lavoro svolto dall’associazione in difesa della libertà e dei diritti umani. Un ottimo motivo per peccare di gola: qui troverete infatti vini, dolciumi, paste, mostarde, extravergini di qualità e altre prelibatezze che vi permetteranno di contribuire alla causa. www.amnestylombardia.it

Un evento straordinario: il Maha Kumbh Mela Dal 27 gennaio al 25 febbraio quando il sole entra in Ariete e Giove è nell’Acquario, secondo gli astrologi vedantici si creano le condizioni ideali per una perfetta meditazione e concentrazione e si ritiene che le acque del Gange si trasformino nel mitico nettare dell’immortalità e, caricandosi di positive radiazioni del sole, della luna e di Giove, purifichi dal cattivo karma accumulato, assicurando a chi vi si immerge la rinascita in una forma più elevata. Milioni di fedeli si riversano a Prayag (l’attuale Allahabad) per immergersi nel luogo di confluenza delle acque dei fiumi Gange, Yamuna e Saraswati. “Mela” equivale a festa, ma non è una semplice cerimonia religiosa: è il Maha Kumbh Mela, il giubileo hindu, il più grande raduno umano di tutti i tempi, a cui Kel 12 dedica 4 itinerari che si incontrano tutti ad Allahabad. Che si scelga di visitare anche il Nepal o il Rajasthan, l’importante è non perdersi il grandioso evento spirituale che si svolge una volta ogni 12 anni e per il quale sono previsti oltre 70 milioni di pellegrini. Scoprite gli itinerari e le partenze su www.kel12.com


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Buon compleanno Louis Ghost!

Disegnata da Philippe Starck nel 2002, icona del design e best seller in assoluto di Kartell, la sedia Louis Ghost festeggia quest’anno i dieci anni. A celebrarla, un road-show che coinvolge tutti i monomarca Kartell nel mondo che per l’occasione hanno personalizzato le loro vetrine a tema 10th Anniversary Louis Ghost around the world, esponendo scatti di celebri fotografi che ritraggono la globale diffusione della sedia. E infine a sancire l’importante anniversario, Kartell ha deciso di mettere in vendita un’edizione speciale, disponibile nella più iconica versione trasparente, con al centro dell’ovale la firma di Starck incisa a laser. www.kartell.it

PROFUMO DI CAPRI

GRECIA DI CHARME Gli ultimi scampoli d’estate, gli ultimi bagni di sole e di mare si godono da un rifugio esclusivo: il nuovissimo Amanzoe, aperto a inizio settembre, a Porto Heli nel Peloponneso orientale. È il primo resort in Grecia della Amanresorts, che ha scelto una delle zone più intatte e autentiche del paese, dove la vita scorre tranquilla secondo i ritmi della natura e dei suoi abitanti, per creare questo complesso di suite e prossimamente anche ville sulla collina, dai cui giardini e terrazzi si ammira il borgo, l’isola di Spetses e l’inteso blu dell’Egeo. Aman in sanscrito significa “pace” e Zoe in greco vuol dire “vita”: il nome la dice già lunga su quello che si può ritrovare qui. Pace, serenità, relax, il tutto ovviamente a cinque stelle. Trovano così posto ristorante, lounge bar, spa, biblioteca, beach club e intorno le tante bellezze naturali, storiche e architettoniche della Grecia antica. www.amanresorts.com

Ricorda Capri, i suoi aranceti e il Mediterraneo, la nuova fragranza prodotta dalla maison Impero Couture, e presentata in occasione dell’opening a fine settembre della sua nuova sede nell’innovativo complesso Siné - Sinergie di Creatività delle eccellenze campane, una delle location più esclusive per design e dimensioni. L’aroma che compone l’essenza è estrapolato dalle note olfattive del Mediterraneo ed è sublimato dall’intenso profumo rilasciato dagli aranceti creando un’atmosfera di intense note che ricordano l’isola di Capri e che coccolano i sensi di chi le indossa e stimolano quelli di chi le circonda. Insieme alla fragranza è abbinato uno shower gel e a un’emulsione idratante per il corpo. www.imperocouture.com

AFRICA IN COMODITÀ

Immersi nel parco del Serengeti, patrimonio mondiale dell’UNESCO, ma coccolati da ogni comfort in perfetto stile “Four Seasons”. Credete non sia possibile? Da quest’autunno sì, grazie alla nuovissima apertura del Four Seasons Safari Lodge Serengeti. Suite e ville richiamano l’architettura locale, armoniosamente inserite nel contesto, punto di partenza ideale per safari alla scoperta dei big five. Dopo una giornata nella savana si torna al campo base, dove il servizio, l’offerta gastronomica e le proposte benessere fanno da cornice all’esperienza tutta africana. Tra i prossimi progetti di Four Seasons hotel c’è un campo tendato nell’area protetta del Ngorongoro e un’esperienza esclusiva sulle spiagge di Zanzibar. www.fourseasons.com

Beauty experience

Partnership d’eccezione tra due centri votati alla bellezza. Entrambi promettono trattamenti che riusciranno a far staccare dai ritmi snervanti. Per l’autunno Percorso Wine – Bacco: peeling ai semi d’uva, bagno turco, avvolgimento con mosto d’uva, massaggio con olio di borragine e di vite rossa, maschera cromatica ai semi di vinacciolo. Accompagnato dalla degustazione di uva, scaglie di Parmigiano Reggiano e Barolo. A Milano, da Biostudio Natura, corso Magenta 11, tel. 02 86451904; a Roma, da Delia Benessere e Bellezza, piazza della Rotonda 7, tel. 06 68809244


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affinità elettive/dimenticate il food design, qui si parla di progettualità e sintonia. Come quella tra lo chef Andrea Berton e l’architetto Tiziano Vudafieri. E il nuovo ristorante Pisacco a Milano è solo l’inizio /a cura di Andrea Berton, foto di Marco Ferrari


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Tiziano Vudafieri: Ero un grande fan della sua cucina, la vera esperienza è stata scoprire Andrea dall’altra parte: innanzitutto vedere come lavora un cuoco del genere, ma anche cosa vuol dire mettere a punto un piatto di spaghetti al pomodoro… ti dici “li faccio abbastanza bene anch’io”, invece la qualità è un’altra cosa, ieri sera c’era gente (al Pisacco, ndr) che diceva: “non ho mai mangiato degli spaghetti al pomodoro così”. Andrea Berton: l’obbiettivo era quello! TV: ho capito solo adesso il parallelo che si può fare tra la cucina e il design, tra il suo lavoro e il mio. Non parlo di food design, non è presentare il cibo in maniera carina. Non ne posso più del food design. Intanto in inglese “design” significa progetto, non stile. Quindi parliamo di food e progetto, come progetto del cibo e progetto del luogo. Lui è un cuoco… AB: di progetto! TV: beh su questo non ci sono storie! Ci sono luoghi che non assomigliano per niente a lui, alla sua cucina, mentre ce ne sono altri che sono identici a lui. Per questo c’è un legame profondo: trovare un posto preciso come lui significa individuare un posto che ha un’attenzione al dettaglio maniacale come lui… Non è detto che un cuoco debba essere come lui, né un designer debba essere come me, che dei dettagli me ne frego abbastanza, mi interessa di più la fotografia generale – non è giusto o sbagliato, è solo un’altra maniera di vedere le cose –. Andrea ha fatto della precisione la sua forza; ha un grande talento culturale in cucina, nel senso che sta facendo la cosa giusta per questi anni, questo è sicuro! Nel fare un ristorante abbiamo avuto anche discussioni accese e quello di cui mi rendo conto – ed è la sua forza – è che lui il minimo dettaglio lo trasforma in un problema immenso. A me del minimo dettaglio non interessa molto. AB: in cucina però è un po’ diverso… TV: certo… lui è come uno skipper in Coppa America che dà un ordine e in una frazione di secondo gli altri devono eseguire, non si discute, poi se sbaglia la virata sono fatti suoi. Io ho tempi di recupero più lunghi, magari quello che avresti dovuto fare in tre settimane lo devi fare in una, però resta pur sempre una settimana… lui ha quattro minuti. AB: in cucina hai i minuti contati, sincronismi diversi.. però c’è un qualcosa di complementare: il design o la realizzazione di un progetto di architettura ha tempi e movimenti che devono essere calcolati sulla carta, mentre in cucina sono calcolati sull’azione. C’è un’assonanza tra le due cose, c’è un parallelo tra design e cucina. Non solo nel design come realizzazione del piatto finito, bensì nello sviluppo di quello che è il percorso costruttivo del progetto. Secondo me l’insieme ci porta a capire che sia nella cucina sia nell’architettura c’è sempre una progettualità, che deve essere rispettata e portata avanti. Un piatto prima di renderlo vivo e assemblarlo, te lo immagini e te lo disegni: questa è la progettualità della cucina. Poi lo sviluppi, metti insieme gli ingredienti, per dargli una forma intrigante, anche a livello visivo. TV: che tu ci pensi o no, è quello che sottolinea il modo in cui è stato costruito quel piatto e magari ti suggerisce anche il modo in cui mangiarlo. Per esempio, i piatti di Andrea che io stesso un paio di anni fa consideravo un pochino troppo “laccati” come presentazione, adesso sono ancora più precisi, ma naturali in maniera pazzesca. Ho visto un’evoluzione significativa. Quello che diceva Andrea è simile nel mio lavoro: la cucina di Andrea è la cucina di Andrea, non è quella di Bottura né quella di Alajmo. Ecco, se lui ogni mese cambia menu anche totalmente, ma guardi il suo lavoro sul lungo termine c’è un progetto, c’è un segno; così io progetto i negozi per Tod’s, per Roger


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Club Sandwich vegetariano dall’interpretazione architettonica: ha l’effetto di due torri inclinate, è omaggio alla città di Milano che sta crescendo in altezza. Ogni piano ha un ingrediente diverso seguendo una precisa logica che contribuisce a creare la dinamica del piatto Andrea Berton

Vivier, poi faccio una casa in Cina poi qualcos’altro, li guardo, mi sembrano tutti diversi, invece tutti mi dicono che nel lavoro degli ultimi cinque anni si vede una linea, una continuità. AB: si capisce che è il tuo lavoro. TV: ho un pensiero, una sensibilità, delle priorità, come lui ha le sue. AB: è un altro dei motivi per cui le due professioni si avvicinano. Tiziano realizza progetti diversi a seconda della location o delle esigenze del cliente però hanno un’impostazione, una linea guida che li identifica; lo stesso vale per la cucina. L’architettura di un ambiente è importante, il contenitore deve avere una logica, dalle sedute al tavolo, a quelli che possono essere altri aspetti che vedi mentre sei seduto ma che non ti distolgono dal piatto, anzi lo valorizzano. Tiziano riesce a creare questo tipo di simbiosi, di sintonia. TV: ad esempio, il negozio di Vuitton assomiglia a Vuitton non a Prada, no? Casa tua deve assomigliare a te, non a qualcun altro, c’è poco da fare! Quindi se tu vivi un’esperienza come quella di una cucina del genere e sei nel posto sbagliato, avverti una dissonanza pazzesca, non ne capisci il senso. Credo che Pisacco assomigli a quello che è e a quello che vuole essere: un posto fresco, veloce, leggero, un po’ giusto un po’ sbagliato, con un’atmosfera molto positiva – tutti ce lo dicono –, un posto dove subito si avverte che costa poco,


si mangia bene, perché trasmette tante piccole verità. Ma se fosse Andrea a cucinare non avrebbe alcun senso: non solo perché la cucina non gli basta, quello è ovvio... AB: rispecchia la mia filosofia, ma adattata a quello che è questo posto. TV: se hai un’esperienza di un tipo di cucina e sei in un posto che assomiglia a quella cucina hai fatto bingo! L’esperienza diventa totalizzante. AB: avere sintonia tra le due realtà – cucina e design – è creare un unico elemento che avvolge a 360° il cliente quando vive l’esperienza. Per questo le due realtà devono combinarsi assieme. C’è una crescita pensata assieme passo dopo passo, per arrivare, una volta finito il contenitore, a realizzare il piatto. Insieme si può ottenere molto di più e non considerare questo aspetto è sbagliato. Il cibo deve essere la parte protagonista di un ristorante, ma devi anche avere la capacità di capire l’importanza di una progettualità nel design, nell’arredo, tutti elementi che racchiudo la piacevolezza di andare al ristorante e che racchiudono l’esperienza che ti consente di farti avvolgere totalmente. TV: se facessi un ristorante per Andrea oggi, conosco bene la sua cucina; se l’avessi fatto anche solo un anno fa, probabilmente non dico che avrei sbagliato, ma non sarebbe stato così preciso al primo colpo. La conoscenza così ravvicinata di questi mesi mi ha fatto capire che l’uomo è davvero la sua cucina… beh, adesso me lo vedo già il ristorante! AB: non potrei mai lavorare con un architetto che non conosce quello che faccio o a cui non piace la mia cucina. L’architetto è come un tuo collaboratore quotidiano, anche se non presente fisicamente; collabora con te tutti i giorni perché ti ha costruito la macchina per andare avanti. Poi Tiziano oltre a essere un bravo architetto è anche un bravo cuoco, quindi parte già avvantaggiato... TV: sì, la cucina è una delle cose della mia vita.. insieme alla moda e al design… mi viene in mente una cosa, era l’’80-’81, ero studente di architettura a Venezia e insieme a un amico matto come me organizzai delle cene di prova a casa: si chiamavano “ipercromatico party” e consistevano nel mettere tonnellate di coloranti alimentari nei cibi. Avevamo iniziato con il blu di metilene e avevamo fatto un riso blu. Ragionavamo sul fatto che se lo mangiavi a occhi chiusi era un semplice riso al burro, ma se lo guardavi non potevi non pensare che sapesse di qualcosa. Avevamo fatto le prove bendati per capire la percezione. È da allora che ruoto intorno alla cucina.. E ora, con Andrea e altri due amici (Diego Rigatti e Giovanni Fiorin, ndr) abbiamo creato food.different, una società che segue progetti legati all’universo del food, di cui Pisacco è solo l’inizio... AB: quando l’ho visto realizzare il ristorante (Pisacco, ndr) ci mette un’anima, una passione, vedi che lo vive direttamente come una cosa sua. Non c’è distacco, ti rendi conto quando hai a che fare con un architetto statico a cui manca la spinta per fare la differenza e rendere tutto più vero. Come quando cucini: se ci metti la passione, l’anima, si vede.

Disegno realizzato da Paul McCarthy, maestro dell’arte contemporanea, di una “lampada da tavola” che avremmo dovuto costruire: una sorta di fuoco da wild west con la presa elettrica. E’ un oggetto concettuale che parla molto di design e convivialità, di quanto il valore simbolico degli oggetti sia più importante dello stile Tiziano Vudafieri

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Pugnitello, dalla soffitta al salotto/breve storia di un vitigno che sembrava destinato all’estinzione che oggi ha rivoluzionato il Chianti Classico /a cura di Leonardo Bellaccini

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Ormai da qualche anno nel dibattito tra vitigni della tradizione e vitigni internazionali si è inserito un terzo contendente: il vitigno quasi perduto. E qui a San Felice possiamo dire che ne abbiamo salvato uno davvero esemplare. Parlo del Pugnitello, vitigno toscano di cui si erano quasi perse le tracce anche nel suo habitat originario, la zona orientale della regione, in provincia di Grosseto. La sua “resurrezione” è iniziata circa trenta anni fa con il progetto “Vitiarium” quando l’Agricola San Felice e l’Università di Agraria di Firenze hanno creato un grande vivaio di conservazione e osservazione per vitigni in via di estinzione: 2 ettari dove sono stati messi a dimora oltre 270 vitigni. A quel tempo non immaginavamo che avremmo scoperto questo piccolo tesoro che è il Pugnitello e tutti i vitigni impiantati erano oggetto di pari attenzione. Successivamente abbiamo selezionato secondo parametri morfologici e fisiologici 30 varietà che sono state vinificate singolarmente – in tini lillipuziani –cercando di mettere in luce le identità di ognuna e, vendemmia dopo vendemmia, abbiamo scartato quelle con scarso potenziale produttivo. È stato così che abbiamo scoperto le peculiarità del Pugnitello: grappolo piccolo, acini non serrati, bassa produzione per ceppo, buccia molto spessa e resistente, ottima resistenza alle muffe. E ancora: buona gradazione alcolica, acidità sostenuta, ricca componente polifenolica, insomma tutti i “requisiti della qualità” forse non apprezzati in passato perché molto avaro in quantità e difficile da gestire in vigna. Ci sono voluti venti anni di sperimentazione, tre anni di microvinificazioni in laboratorio, sei vendemmie a livello sperimentale in cantina e quelli necessari per ottenere l’iscrizione all’Albo della Varietà e l’autorizzazione alla coltivazione. Poi finalmente nel 2006, con la vendemmia del 2003, dalla teoria siamo passati alla bottiglia. Sull’etichetta non poteva che esserci che un nome: Pugnitello. Da quel debutto sono passati sei anni e la storia del Pugnitello ha fatto ulteriori

passi avanti scompigliando le carte della tradizione. San Felice del resto da quando è nata, alla fine degli anni ‘60, ha fatto della sperimentazione e della cultura della terra il suo punto di forza e oggi questo “sistema” che combina sensibilità per la ricerca e profonda conoscenza del territorio ha dato vita a vini davvero unici. Infatti dopo aver conquistato, nella versione in purezza, la critica nazionale e internazionale e – soprattutto – un proprio pubblico di consumatori appassionati, questo vitigno (che oggi è allevato a San Felice in 12 ettari e giustamente si sta diffondendo anche presso altri viticoltori) sta rivelando splendide doti di “spalla” accanto ai principali vitigni della tradizione. Dall’annata 2004 è entrato con una piccola percentuale nella cuvée del Poggio Rosso, il nostro Chianti Classico Riserva Cru (nato nel 1978), esaltandone le caratteristiche gustative. Ma non è finita. Incoraggiati dai successi di Pugnitello e Poggio Rosso, abbiamo deciso di fare un ulteriore passo avanti nella direzione della qualità e dell’identità e dall’annata 2009 – uscita sul mercato proprio quest’anno - abbiamo inserito un 10% di Pugnitello anche nel nostro Chianti Classico annata, che produciamo in oltre 300.000 bottiglie. Un passo enorme e una vera rivoluzione che ha smentito chi pensava che sul Chianti Classico non si potesse dire più nulla di nuovo. Affiancare al Sangiovese e al Colorino questo outsider che viene dal passato e farlo su così larga scala è stata una vera sfida ma oggi siamo orgogliosi che il San Felice Chianti Classico 2009 abbia letteralmente entusiasmato i consumatori di tutto il mondo. Un successo che si spiega assaggiandolo. Infatti oltre a offrire intensi profumi di prugna, mora e lampone, un corpo pieno ed equilibrato e quella freschezza che è sinonimo della sua denominazione, grazie all’apporto del Pugnitello risponde a quel trend tutto contemporaneo di autenticità e originalità. E c’è un’altra cosa, forse ancora più profonda: è un vino che afferma a ogni sorso che si può - si deve - trovare nelle proprie radici la ragione della propria innovazione.


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Borgo San Felice A San Felice vivono fianco a fianco vino e ospitalità. Infatti l’antico borgo medioevale è da oltre vent’anni anche un prezioso Relais & Châteaux chiamato appunto Borgo San Felice: un incantato rifugio a cinque stelle per chi voglia vivere le emozioni della Toscana più autentica. Per gli ospiti sono a disposizione 46 tra camere e suites, tutte arredate con mobili d’epoca di artigianato toscano e tessuti preziosi, una nuovissima Spa con vinoterapia e, per le gioie del palato, il Ristorante Poggio Rosso il cui menù è firmato da Francesco Bracali. www.borgosanfelice.it


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UN CASTELLO PER L’ARTE Breve storia di un castello medievale, alle porte di Torino, che dopo lunga decadenza è rinato a nuova vita grazie alla passione di un collezionista d’arte testo di Monica Zerboni, foto di Carlo Carossio

L’ingresso della rustica ed elegante residenza situata all’interno di un minuscolo borgo di case contadine, con vista su Torino e le montagne circostanti. Nella pagina accanto: nel salotto, la vetustà decadente delle murature e degli infissi contrasta con la preziosità delle opere di arte contemporanea collezionate dal padrone di casa.


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Fra le ridenti colline che circondano Torino si trova un piccolo gioiello di arte e architettura, un luogo che vive nel presente ma appartiene al passato, un rifugio segreto che il suo proprietario, collezionista d’arte, ha salvato dal degrado pur conservandone intatta la purezza. L’edificio, originariamente un castello medievale, fu rimaneggiato nel Settecento, assumendo così le fattezze di una villa di campagna che dalla cima di una collina gode della vista sulla città e sulle montagne circostanti. Un minuscolo borgo di case contadine gli si stringe attorno e fa da corollario alla rustica eleganza della residenza che alla fine del secolo scorso venne abbandonata e utilizzata come deposito di mezzi agricoli, decretandone così l’inesorabile degrado. “E’ stato durante uno dei miei tour alla ricerca di oggetti antichi che mi sono imbattuto in questo piccolo borgo, fatiscente e

abbandonato” racconta il proprietario, ex-art director, ex- antiquario, ex-gallerista, oggi semplicemente appassionato d’arte. “Ma è stata proprio l’atmosfera decadente della casa a esercitare su di me una profonda suggestione e a convincermi che non ci fosse scenario migliore per mettere in mostra le mie collezioni” . Oggi quadri, fotografie e sculture, opere che portano la firma di grandi artisti moderni e contemporanei, fanno bella mostra di sé appese a vecchi muri dall’intonaco scrostato, disposte sotto antiche volte di pietra, installate accanto a camini di mattoni grezzi o su pavimenti consumati dal tempo. L’arte moderna convive con le antichità in un ardito contrasto che le esalta reciprocamente e dà loro una straordinaria forza espressiva. Così ogni stanza della casa risulta un’insolita scenografia da vivere e gustare con ammirato stupore.

Nella grande cucina di impianto medievale tavolo e sedie sono dell’Ottocento piemontese. Sopra la zona pranzo il prezioso candeliere, ugualmente ottocentesco, è stato realizzato da maestri artigiani di Murano.


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Nella villa un restauro rigorosamente conservativo ha lasciato intatti i segni del passato sia all’interno che all’esterno, a cominciare dal giardino dove una fitta vegetazione volutamente “ribelle”, fatta di alberi secolari e cespugli lussureggianti, cinge la casa in un abbraccio geloso e protettivo, come a nasconderla da occhi indiscreti. Nei vari ambienti le murature mostrano con orgoglio la patina del tempo, i pavimenti conservano i rivestimenti originali di cotto e di raffinati marmi policromi mentre porte, finestre e serramenti esterni sono stati restaurati e ridipinti nei delicati colori del passato, dal crema al verde acqua al grigioazzurro. In omaggio alla semplicità la casa non è dotata di un impianto di riscaldamento e nei mesi più freddi ci si riscalda soltanto davanti al fuoco dei camini. Al pari delle opere d’arte, anche gli arredi sono stati scelti con la passione del collezionista. Si tratta di preziosi pezzi d’epoca che il proprietario ha raccolto nel fertile mondo dell’antiquariato piemontese insieme a soprammobili e objets trouvées scovati fra rigattieri e mercatini delle pulci. Tra questi spiccano alcune rarità, come il divano originale del Seicento con tappezzeria d’epoca e una curiosa collezione di frutti di cera dell’Ottocento proveniente dal Museo di Storia Naturale di Torino. Racconta il padrone di casa che in questo luogo egli ama trascorrere soprattutto l’estate. Qui dove tutto è lasciato al naturale manifestarsi del tempo, velocità e progresso cedono il passo a semplicità e lentezza e l’arte moderna rivela il suo significato più profondo attraverso il confronto con il passato.

Dall’alto in senso orario: una foto dell’artista Vanessa Beecroft campeggia sopra un antico camino; il piano intarsiato del tavolino ottocentesco è formato da minuscole perline di vetro; sulla scala che porta al piano superiore il quadro alla parete è dell’artista torinese Salvatore Astore; il giardino dal fascino selvaggio è un’oasi di pace nei giorni d’estate; una vecchia seggiola da sacrestia funge oggi da portariviste.


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In primo piano, accanto all’antico camino tuttora funzionante, due poltroncine dell’ottocento a cui è stata mantenuta la tappezzeria originale. Antiche volte in pietra, pavimenti consumati dal tempo e muri dall’intonaco scrostato convivono con quadri, fotografie e sculture che portano la firma di grandi artisti moderni e contemporanei.


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MODA

LE MATERIE DELL’INVERNO

Non sono quelle che si studiano, sono quelle che si toccano, che decorano o lucidano il guardaroba del prossimo inverno. Pelli squamate, borchiate o ricamate. Colori decisi, abbinamenti audaci, materiali inediti. Ecco l’autunno-inverno 12/13 riassunto per voi servizio di Gloria Storchi, foto di Marco Cardelli@MKS, stylist Andrea Barra@MKS


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L’UOMO IN GRIGIO GIACCA: FAY PULL: HARMONT & BLAINE CAMICIE: REDAVATI CRAVATTE: HERMÈS SCARPE: CORNELIANI CALZE: GALLO


ANIMALIER GIACCHINO: FUERTEVENTURA PORTA SMART PHONE: COCCINELLE BORSA IN PELO: MORESCHI BORSA ANIMALIER: ZANCHETTI TRACOLLA CON GANCIO: FAY TRONCHETTO: COCCINELLE


BORCHIE CAMICIA CON FIOCCO: TREND SETTERS POCHETTE: HOGAN BALLERINA: PHILIPPE PLEIN BRACCIALI: QUERIOT TRONCHETTO: JEFFREY CAMPBELL


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LUCIDA VERNICE GIACCA: HOGAN BORSA VIOLA: COCCINELLE CINTURA FIOCCO: ANNARITA N DECOLLETÈ: HOGAN SNEAKERS: PHILIPPE PLEIN BRACCIALI SMALTATI: HERMÈS OCCHIALI DA SOLE: MYKITA MYLON


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MATERICA GIACCA BOMBER: ANTEPRIMA ABITO MOHAIR: BRAGIA FIORE: ANDREA SACRINI BORSA A MANO: TOD’S SIGNATURE CINTURA IN PELLE E FELTRO: HERMÈS BALLERINA: PRETTY BALLERINAS


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METALLO GONNA E SOTTOGONNA BORDATO: ANTEPRIMA GUANTI: MANGO BRACCIALI: TIFFANY & CO BUSTA ORO: ANNARITA N BUSTA ARGENTO: COCCINELLE


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PELLE COLORATA GIACCA: GF FERRÈ GUANTI COLORATI: HARMONT & BLAINE GUANTI NERI: HERMÈS PORTA I-PAD E PORTA SMART-PHONE: MONTBLANC BORSA A MANO: ZANCHETTI TRONCHETTO: BALDININI


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SPORT-CHIC BOMBER: HARMONT & BLAINE PANTALONI CHIARI: CORNELIANI PANTALONI ROSSI: HARMONT & BLAINE SNEAKERS: ALEXANDER MCQUEEN PER PUMA CAMICIA QUADRI: TIMBERLAND CRAVATTA IN MAGLIA: CORNELIANI OROLOGI: AUDEMARS PIGUET CALZE: GALLO


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POLACCHINO IN PELLE STEFANO E MARIO LIMITED EDITION, MORESCHI.

CALENDARIO ANNUALE IN ORO BIANCO, BRACCIALE IN ORO BIANCO, QUADRANTE BLU, MOVIMENTO MECCANICO A CARICA AUTOMATICA, PATEK PHILIPPE.

dandy chic o impeccabile?/ due stili molto diversi, due look che fanno personalità, ma che spesso possono coesistere /di Gloria Storchi

POLACCHINO STRINGATO IN PELLE, CON CALDO INTERNO DI PELO, CAR SHOE.

PANTALONI E CAPPOTTO SPIGATO, TUTTO SALVATORE FERRAGAMO.

MORBIDO CARDIGAN REMY, FINITO CON CUCITURE IN COTONE E TINTURE FATTE A MANO, SULTAN.

CAPPOTTO MONOPETTO SPAZZOLINO E PANTALONE DA SERA IN LANA/SETA CON PIEGA SUL DAVANTI, CAMICIA DA SMOKING BIANCA MATELASSÉ MODELLO CON ABBOTTONATURA NASCOSTA, CRAVATTA NERA IN RASO E SCARPA NERA MATELASSÉ STRINGATA MODELLO PANTOFOLA, ERMENEGILDO ZEGNA.



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CERCHIETTO IN TESSUTO CON DETTAGLIO PIUMA, KREISICOUTURE.

irriverenza maschile o femme fatale?/vestirsi è avere personalità, ogni look fa parlare di sé /di Gloria Storchi

SCARPA ALLACCIATA IN CAMOSCIO CON DETTAGLI SWAROVSKI, CHURCH’S. OROLOGIO COLLEZIONE KALPARISMA, NELLA VERSIONE IN ACCIAIO CON FILE LATERALI DI DIAMANTI E CINTURINO IN PELLE: UN VERO E PROPRIO GIOIELLO, PARMIGIANI FLEURIER.

THE LITTLE BLACK JACKET IL NUOVO PROGETTO FIRMATO CHANEL, UNA RIVISITAZIONE DI KARL LAGERFELD E CARINE ROITFELD, DELLA CLASSICA GIACCA DELLA MAISON. SONO STATE FOTOGRAFATE 109 PERSONALITÀ PER CREARE UN LIBRO DISPONIBILE DALL’AUTUNNO 2012.

GIACCA MONOPETTO UN BOTTONE IN CRÊPE DI LANA, GRIGIO CON CONTRASTI FUCSIA, PANTALONI CON DUE PINCE IN LANA DOUBLE MINICHEVRON SU TONO GRIGIO, GIORGIO ARMANI.

CAPPOTTO IN LANA BLU, TUTA KIMONO DRAPPEGGIATA VIOLA, GUANTI BICOLORE IN PELLE ROSSA E NERA, CLUTCH IN SUEDE ROSA A FORMA DI CUORE, DIANE VON FURSTENBERG.




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Chanel vs Elie Saab/trame e note, fili e ingredienti si intrecciano, si fondono, si inseguono fino ad arrivare al genio, al capolavoro, al mito /di Samantha Colocci

Mademoiselle Chanel è prima di tutto sogno, desiderio, leggenda. Ciò che ha contato per lei è stata la linea, il comfort, la libertà di muoversi con naturalezza, il rifiuto dell’inutile e contemporaneamente, il desiderio di sedurre, coltivando un’altra forma di femminilità: l’arte di essere se stessa. Chanel è sinonimo di materiali nuovi per il periodo: il jersey è rubato alle sottovesti, la casacca alla marinara, “l’abitino nero”, la giacca in tweed bordato, la borsa con la tracolla di catena intrecciata con la pelle, i sandali beige con la punta nera, ma anche lo spirito barocco unendo gioielli preziosi e bigiotteria. Tutti grandi miti, perenni nel tempo, “la moda passa, ma lo stile resta” amava dire. Coco Noir è un orientale luminoso. Uno slancio frizzante seguito da un cuore sensuale ed elegante che termina in un ricordo orientale, magnetico e avvolgente. È un viaggio sulle orme di Chanel a Venezia in una scrittura olfattiva caratterizzata dall’audacia barocca notturna e lo splendore. Sandalo, vetiver, incenso, patchouli, fava tonka e muschio diventano avvolgenti e preziosi. La freschezza pepata delle bacche rosa e del pompelmo insegue il cuore bianco del gelsomino, della rosa e del narciso che lo rendono vibrante.

Elie Saab stilista di grande istinto, ha un senso innato del taglio, nel suo atelier impiega oltre un centinaio di prodigiose manine, tra cui una cinquantina di fate ricamatrici dagli occhi di lince che lavorano sete meravigliose. “Amo le donne donne quelle che fanno volteggiare i loro abiti con tanto desiderio e orgoglio” dichiara Saab, di qui la sua particolare arte di valorizzare la sensualità delle donne rispettando la loro eleganza, senza rinunciare alla magia. Distilla nelle proprie creazioni purezza e fasto, un insieme sontuoso di ricami e drappeggi, è sempre temperata da tagli impeccabili dal profilo rigoroso, che costituiscono con modernità l’architettura della silhouttte. Elie Saab Le Parfum è un’ode alla luce, floreale solare boisé, lo splendore e la luminosità di una femminilità raggiante. Sin dalle prime note, lo slancio del fiore d’arancio, seducente più che mai, al centro della composizione le sontuose note del gelsomino si accompagnano a un cuore di patchouli. Nel fondo un accordo boisé cedro prende dal miele di rosa le sue note inebrianti.


beauty news/a settembre tre nuovi trattamenti promettono risultati sorprendenti /di Samantha Colocci La prova dello specchio Nella grande enciclopedia botanica di Sisley nuovi ingredienti e nuove formule con Global Pefrect Pore Minimizer. È un trattamento preventivo e correttore istantaneo, grazie a un concentrato di efficaci attivi scelti: affina la pelle grazie alla lenticchia verde, riduce il sebo grazie al the di Java, rinforza la struttura dermica della pelle matura grazie alla soia e il salice bianco, ha un effetto astringente grazie all’estratto di ratania, l’incarnato diventa omogeneo grazie a nitruro di boro. In qualche settimana la pelle è fresca, levigata, luminosa, vellutata. Si utilizza come un siero da solo o prima del trattamento 1 o 2 volte al giorno. È un prodotto trans-generazionale adatto sia per l’uomo che per la donna.

Una sferzata di energia e idratazione La Mer presenta The Moisturizing Soft Cream che dona gli stessi intensi benefici di Crème de La Mer, in una texture soffice e lussuosa. Un’avanzata tecnologia, le Sfere Idratanti, permette di penetrare in profondità per ripristinare l’idratazione e la forza della pelle. Un miglioramento immediato dell’idratazione che dopo otto settimane di utilizzo diventa un visibile miglioramento del tono della pelle. La pelle appare rinnovata e piena di energia, luminosa e dall’aspetto giovane. Grazie anche ai due potenti ingredienti, il Miracle Broth™ e il Lime Tea Extract™, la pelle viene trasformata diventando morbida, dall’aspetto più tonico, virtualmente senza età.

Risulati immediati la prairie propone Skin Caviar Liquid Lift, un siero straordinariamente efficace che possiede la più alta concentrazione di puro estratto di Caviale. Trasforma immediatamente la pelle alla vista e al tatto, portandola a un livello di perfezione incredibile. Le promesse sono: tonificare e distendere immediatamente la pelle nel momento stesso dell’applicazione grazie all’effetto tensore; migliorare l’elasticità della pelle, aumentare le sue proprietà antiossidanti e rafforzarne la naturale barriera di difesa. Gli altri ingredienti pregiati idratano, nutrono, proteggono la pelle, con un’azione anti rughe.


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Mi serve, lo voglio!

Carezzevole Gite lontane, rovi che nascondono golose more, grandi sorrisi. La nuova fragranza Blackberry & Bay di Jo Malone è un’esplosione intensa di succo di more e pompelmo frizzante che va a fondersi con l’alloro, per chiudersi con delicati fiori bianchi su una base di vetiver e legno di cedro. Con Lime Basil & Mandarin acquista vitalità, con Nectarine Blossom & Honey tempera la dolcezza con un nota verde ed erbacea.

Utile Onails S43 Soluzione rinforzante è la soluzione per le unghie fragili che tendono a spezzarsi facilmente. Grazie alla formula esclusiva, rinforza la struttura. 3-4 applicazioni al giorno la prima settimana su tutta l’unghia, insistendo sul bordo, per 3 settimane, di BioNike.

Necessario Bastano poche gocce e tutte le pelli, anche le più disidratate, riprenderanno vita! Hydra-Crono+ Sérum di Lierac ha una texture sorbetto, oil-free, capace di diffondere l’acqua in modo continuato. La pelle è rimpolpata, vellutata, liscia, le rughe di disidratazione scompaiono, il comfort è ottimale. Usato da solo assicura un’idratazione da record. Usato prima del trattamento abituale ne aumenta l’efficacia per tutta la giornata. CURIOSITÀ: qualche goccia nel fondotinta ne facilità l’applicazione e ne potenzia il comfort! .

E PER LUI... IL MARE D’INVERNO E L’INNOVAZIONE PIÙ ARDITA SONO AL CENTRO DI LUNA ROSSA DI PRADA, IL NUOVO PROFUMO CHE TRASMETTE FORZA ED ENERGIA DINAMICA. LA COLONNA PORTANTE DELLA FRAGRANZA È LA LAVANDA CHE QUI VIENE PERÒ SPINTA AL LIMITE IN UN’ORIGINALE INTERPRETAZIONE MODERNA. L’ESSENZA DI ARANCIA AMARA ATTIVA UNA SFACCETTATURA FRESCA ED ENERGIZZANTE. LE ESSENZE AROMATICHE DI SALVIA SCLAREA E DI MENTA NANAH EVOCANO LO SPIRITO DEI GRANDI SPAZI APERTI E L’ASPREZZA DEGLI ELEMENTI

NATURALI. L’AMBROXAN E L’ASSOLUTO DI AMBRETTE CREANO UN ACCORDO BOISÉ.

POTREBBE ESSERE UNA STORIA DI DESIDERIO O UN FILM NOIR, SICURAMENTE UN GIOCO ABILE DI RUOLI, ENCOUNTER DI CALVIN KLEIN VIAGGIA SULLE NOTE SENSUALI E LEGNOSE, UNA MISCELA APPASSIONANTE DI SPEZIE BRIOSE, ARDENTE COGNAC E LEGNI SENSUALI. UN CONTRASTO DI FRESCHEZZA E CALORE, CHE FA DI QUESTA FRAGRANZA MASCHILE UNA NUOVA E DISTINTIVA ESPRESSIONE DI VIRILITÀ SEDUCENTE.


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quando il cibo incontra il corpo/non basta e non serve sottrarre e moltiplicare le calorie: è necessario capire meglio cosa succede quando il cibo incontra il corpo /a cura di Sara Farnetti

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Quello Metabolico-Funzionale è un modo di pensare l’alimentazione fisiologico, naturale ma innovativo. Propone una combinazione personalizzata di alimenti, capace di condizionare il lavoro degli organi e la liberazione degli ormoni che sono alla base dell’accumulo di grasso nelle diverse zone del corpo e dell’insorgenza di numerose malattie. Gli alimenti devono essere scelti, preparati e associati sulla base del funzionamento degli organi e delle esigenze specifiche del soggetto per curare i disturbi presenti e prevenire l’insorgenza di patologie. Devono allora necessariamente essere sfatate credenze e luoghi comuni che riguardano i cibi, superando il modo comune di pensare secondo cui

alcuni di essi fanno ingrassare e altri vanno assolutamente vietati. Tutto ciò che è sano si può mangiare. La cotoletta, la pasta alle vongole, ricche insalate condite con olio extra vergine di oliva finalmente senza contagocce, il cioccolato e la panna montata. Il segreto? Un mix furbo degli alimenti che mettiamo nel piatto e regole semplici. A ogni pasto deve essere presente un alimento che stimola il fegato, uno che agevola il rene nell’escrezione dei liquidi e dei tossici, uno che stimola la tiroide se il metabolismo è lento, come ad esempio il pesce, un solo alimento che richiede l’impegno del pancreas che produce insulina, specie per chi è in sovrappeso o ci tiene a mantenersi in forma. Quindi solo uno zucchero (pasta,


83 riso, patate, pane, frutta), un soffritto per l’azione sul fegato, pesce per la tiroide, verdure crude o frutta per il rene. Mai dimenticare nessun organo: come un abito, il giusto mix deve essere su misura, adatto alle necessità degli organi di quel soggetto. Come un vestito non può mancare dei pantaloni o della camicia, deve prevedere un’attenzione globale all’organismo. È un’inversione di prospettiva. Dobbiamo pensare al motore piuttosto che alla benzina: un litro di carburante è appena sufficiente per percorrere pochi chilometri con un’auto sportiva, ma con una piccola utilitaria si attraversa la città. Non dobbiamo preoccuparci di quante calorie mettiamo nel serbatoio: i consumi dipendono dal tipo di motore, ovvero dal nostro metabolismo. È un motore composto da tanti pezzi: fegato, pancreas, tiroide, reni. Se anche solo uno di questi organi non funziona al meglio, anche l’assunzione di poche calorie può comportare un aumento di peso o comunque uno scarso dimagrimento. Dobbiamo sfruttare gli alimenti per ripristinare gli equilibri perduti e a ogni pasto dobbiamo fare in modo di guadagnare salute prendendoci cura di tutti gli organi, di tutte le cellule

contemporaneamente. Non è affatto complicato prendersi cura di sé ogni giorno. Un buon dialogo con il nostro corpo, l’attenzione alle sue variazioni e la comprensione di determinate regole possono dare al nostro fisico un giovamento che i regimi rivoluzionari di cui sentiamo parlare non ci garantiscono. A ognuno il suo regime, a ognuno il suo abito. E se è un abito su misura è meglio, considerato che gli organi funzionano in maniera differente da persona a persona, che le necessità dei muscoli sono diverse, così come i fabbisogni energetici, che variano in base all’età, allo stile di vita e all’ereditarietà. Il punto centrale consiste nell’individuare cosa non funziona nella macchina del nostro corpo, quale organo non collabora con gli altri come dovrebbe; è solo in base a questo che possiamo ripensare a quali alimenti mettiamo nel piatto, e a come li abbiniamo tra loro. Un atteggiamento ben lontano dall’idea di privazione e restrizione veicolata dalle diete, un approccio che non impone all’organismo un periodo di carestia, non usa la forza per ottenere un risultato che ha come primo obiettivo la salute del corpo.

* Sara Farnetti è specialista in Medicina Interna e PhD in Fisiopatologia della Nutrizione e del Metabolismo all’Università Cattolica di Roma. Cura il regime alimentare di diversi personaggi dello spettacolo e dello sport. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative, collabora con diversi quotidiani e periodici e presta le sue conoscenze per trasmissioni radiofoniche e televisive, come Decanter, Ballando con le stelle e Miss Italia.

Per chi volesse iniziare a “stare bene” la Masseria San Domenico Spa- Talasso & Golf (Savelletri di Fasano), sempre più attenta a questi aspetti, si propone come luogo ideale dove poter imparare senza privazioni perché “si impara in vacanza e non lo si dimentica più”. Questo nuovo programma, rivoluzionario, sarà presentato prossimamente a Milano e si potrà poi sperimentare presso il resort in Puglia, tra i luoghi più all’avanguardia in fatto di attenzione al benessere psicofisico.


84 L’ARTEDELLAFUGA

BAGAN, LA RELIGIOSITA’ EDIFICATA

Una serenità fatta solo di silenzio. Perdersi, semplicemente girovagare tra memorie sacre, dimenticare il giorno e avere solo come riferimento il tramonto, trovare un punto elevato su cui salire e assistere allo spettacolo a cura di Kel 12, testo di Mario Romualdi


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I

I pinnacoli delle pagode che punteggiano la piana di Bagan paiono canne di un immenso organo che intona inni al Budda. Impossibile contare tutti i templi d’ogni forma costruiti specie sino alla fine del XIII secolo. Si dice fossero più di tredicimila. Il ripetersi di tante “copie” di luoghi di culto mi fa pensare al principio ispiratore della pop-art di Warhol: il proliferare di templi moltiplica la possibilità di fruizione degli stessi da un numero sempre più grande di fedeli, così come la pop-art garantiva, con la riproduzione illimitata degli oggetti, la più larga accessibilità all’arte stessa. Oggi ve ne sono molti meno, ma terremoti, piene dell’Irrawaddy, profanatori, incuria, ricostruzioni non hanno tolto nulla alla suggestione del luogo. Anzi, il tempo qui ha lasciato la sua impronta. Si può subire il fascino dell’opera antica perché coinvolti dal segno del tempo che qui sembra esso stesso arte.

Mi piacciono i materiali utilizzati, come i mattoni rossi, su cui gli elementi naturali intervengono, modificandoli in modo da scriverci sopra date diverse, successive, crescenti, che si identificano con il mutare dei colori originali, lo smussarsi di angoli. Si spezzano i pinnacoli e le crepe diventano evidenti. Così, guardando uno qualsiasi degli innumerevoli edifici imponenti e integri, o piccoli e ridotti quasi a cumuli di macerie, ci si legge sopra il tempo che è passato ma non è andato perduto. Oltre un secolo fa sir James George Scott ne “Il Birmano e le sue Convinzioni” scriveva: «Ogni più piccolo spazio è fittamente ricoperto di pagode tanto che non si può muovere un passo senza sfiorare qualcosa di sacro». Non è cambiato molto da allora e dall’inizio degli anni ’80, quando i viaggiatori che vi si recavano erano pochi e questa piana si chiamava ancora Pagan. Tra le rovine di questa capitale abbandonata


LE PROPOSTE BIRMANIA FIRMATE KEL 12 INCANTO BIRMANO – 10 GIORNI La “birmanità” è il motivo per cui si visita questo Paese. È quella specie di gonna indossata da uomini e donne, il “longyi”, che non è stato sostituito dai jeans. È il culto dei “nat”, guardiani di derivazione animistica che offrono protezione, tra i quali quello che vigila sulla casa rappresentato da una noce di cocco appesa al tetto, cui ogni giorno si rivolgono e offrono doni. È l’imperdibile processione mattutina dei monaci che con la ciotola in mano attendono le offerte dei fedeli. È gli orti galleggianti, le palafitte, le canoe-negozio e il particolarissimo modo di remare con i piedi per sospingere le imbarcazioni sul Lago Inle. Prossima partenza: 28 dicembre 2012 in compagnia di Francesca Serafin POPOLI DI CONFINE – 15 GIORNI L’itinerario tocca tre zone caratterizzate da una notevole concentrazione di minoranze etniche che andremo a conoscere con permesso speciale: la regione di Kyaing Tong – il cosiddetto “triangolo d’oro” – confinante con Laos, Thailandia e Cina, le colline che incorniciano il Lago Inle e il remoto Arakan al confine con il Bangladesh. Prossime partenze: 17 novembre e 9 marzo in compagnia di Nicola Pagano racchiusa in un’ansa dell’Irrawaddy, un’area di alcune decine di chilometri quadrati, si può camminare, girare in bicicletta e su carri trainati da cavalli. Tra gli oltre duemila templi si è inghiottiti da una serenità fatta solo di silenzio. Perdersi, non conoscere neppure il nome delle costruzioni, semplicemente girovagare tra memorie sacre, non sapere l’ora, dimenticare che giorno è e avere solo come riferimento il tramonto, trovare un punto elevato su cui salire e assistere al finire del giorno. Il Thatbyinnyu Pahto è un tempio buddista del XII secolo, all’estremità Sud-Est della Piana, alto oltre sessanta metri è il luogo ideale per incontrare il tramonto. È formato da due grandi cubi sovrapposti e connessi da tre livelli di terrazze. Alla sommità un sikhara, la classica torre a “pannocchia” dell’arte indù, dimostra la positiva contaminazione anche architettonica tra le due religiosità. Si sale sino all’ingresso superiore ai lati del quale due statue fanno da

In apertura da sinistra: uno degli oltre duemila templi che punteggiano la pianura di Bagan; la Yangon Pagoda Shwedagon. In questa pagina: la vita sulle zattere lungo l’Irrawaddy, fiume che attraversa l’intero paese. Nella pagina accanto: in alto, i colori del tramonto all’U-bein Bridge; sotto, i templi della valle di Bagan.

VIE D’ACQUA NELLA BIRMANIA DI UPAGOT – 16 GIORNI Kel 12 propone questo inusuale viaggio in Birmania da alcuni anni in esclusiva con cinque giorni su una bella barca solo per il nostro gruppo lungo il fiume Irrawaddy. Vi incontreremo Upagot. Non lo riconosceremo, ma capiremo perché ci stimola a evocarlo. Dimora vicino Bagan, l’eccessiva umana magnifica follia, il più sfarzoso luogo di culto al mondo la cui esistenza convince d’esser fieri d’appartenere alla razza umana. La Birmania ha tanto da dare che i viaggi risultano interessanti pur senza introdurvi nulla di inconsueto. Così, però, si spreca l’occasione di fruire appieno delle sue caratteristiche più intime. Per questo “osiamo” proporre un itinerario diverso, “colto” e assai gradevole, con un giorno in più rispetto al solito per visite più approfondite e rilassanti. Prossima partenza: 2 marzo in compagnia di Mario Romualdi


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SI PUÒ SUBIRE IL FASCINO DELL’OPERA ANTICA PERCHÉ COINVOLTI DAL SEGNO DEL TEMPO CHE QUI SEMBRA ESSO STESSO ARTE.


89 KEL 12: CHI SIAMO KEL 12 È UN TOUR OPERATOR CHE SI RIVOLGE A VIAGGIATORI ATTENTI E CURIOSI, PROPONENDO DESTINAZIONI ESCLUSIVE, IN TUTTO IL MONDO, SCELTE IN TANTI ANNI DI ESPERIENZE E DI RICOGNIZIONI, SELEZIONANDO I MIGLIORI E PIÙ AFFIDABILI CORRISPONDENTI LOCALI, CON GRANDE ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DEI SERVIZI E ALLA SODDISFAZIONE DEL VIAGGIATORE. CON SEDE UNICA NEGLI UFFICI DI MILANO, KEL 12 SI AVVALE OGGI DI UN TEAM DI ESPERTI, CHE PROGRAMMA E PIANIFICA VIAGGI DI GRUPPO E REALIZZA SOLUZIONI SU MISURA. LO STILE KEL 12 SI È CONSOLIDATO IN PIÙ DI 30 ANNI D’ESPERIENZA. DA SEMPRE L’OBIETTIVO È PERCORRERE LUOGHI DA SCOPRIRE, INCONTRARE GENTI PER CONOSCERNE LA STORIA, L’ARTE, LA RELIGIONE, FACENDOLO CON NOTEVOLE PREPARAZIONE, CON OTTIMA CONOSCENZA DEI LUOGHI E DELLE CULTURE LOCALI, CON ACCOMPAGNATORI DI ALTO LIVELLO, CON GRANDE PASSIONE E RISPETTO.

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guardiani e si arriva alla terrazza intermedia. Scalini scavati nella parete esterna portano fino alla cella con la statua del Buddha. Da qui una scala stretta conduce alle terrazze superiori, anch’esse decorate con minuscoli sikhara. Dall’alto, allontanando lo sguardo sulla pianura, pare che il sole si infili nella terra, per inabissarsi irrimediabilmente. Forme e sagome sono sempre più impalpabili, quasi perse. La suggestione mostra non più cumuli di mattoni sovrapposti per glorificare dei, ma architetture che l’imbrunire trasforma in profili di enormi termitai. Ovunque emergono templi, alcuni imponenti con pinnacoli alti decine di metri, altri modesti ma indispensabili per completare questa scena. Tutto è memoria e presente di una religiosità che ha lasciato segni di devozione che non ha eguali neppure a Roma, Gerusalemme, Varanasi, La Mecca. Nella piana circostante tra cespugli e alberi emergono edifici di mattone rossi e alcune guglie bianche, templi dorati, ocra e rossastri. Pare che un raffinato artista per alcuni secoli si sia impegnato a dipingere su questo spicchio di terra come su un’enorme tela. Neppure il terremoto del 1975 riuscì a danneggiare tutto ciò e i restauri sono stati persino eccessivamente curati. Questo introduce il tema della conservazione che è assai interessante, perché evidenzia il diverso rapporto con l’arte che hanno i birmani e la ragione per cui Bagan non è patrimonio UNESCO. Per i birmani un edificio sacro serve a glorificare una deità, privilegiano quindi la relazione con essa invece che la qualità estetica dell’edificio.

Le strutture religiose non sono solo restaurate ma spesso ricostruite completamente, sottovalutando la rilevanza artistica dell’opera originale. Anzi, per il forte attaccamento al sacro, arricchiscono opere in origine più sobrie e per questo, per esempio, sono stati recentemente dorati molti pinnacoli. L’Occidente, più laico, ha un legame meno forte con la religione e nell’opera ad essa rivolta il lato artistico può divenire prevalente e gli interventi risultare conservativi, rispettando l’aspetto originario. Per questo Bagan non è considerata Patrimonio dell’Umanità. In ogni caso Bagan resta la più fastosa, esagerata, sentita, glorificante forma di devozione agli dei, manifestazione di una megalomane autoaffermazione dei potenti e dell’utilitaristico popolare fervore religioso. Dall’alto, questo appare in tutta la sua immensa, eccessiva, godibile, umana magnifica follia.

Nella pagina accanto: volto di donna dell’Etnia Pa-ho. In basso: la bicicletta è uno dei mezzi più utilizzati dalla popolazione locale.


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a cura di Alessia Merati

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RIFLETTORI PUNTATI SUL LIDO Si è conclusa l’8 settembre la 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: numerosi i divi, fra cui Pierce Brosnan (1, smoking Giorgio Armani), gli appassionati e i curiosi che hanno affollato il Lido, ma il cinema internazionale, in tutte le sue forme d’arte e di spettacolo, è stato il vero protagonista. Madrina di quest’anno è stata Kasia Smutniak (2), bellissima alla cerimonia di apertura con l’abito rosso Armani Privè. Lunga l’attesa per conoscere il vincitore, ma alla fine il Leone d’Oro per il miglior film è andato a Pieta, di Kim Ki-duk (in foto 3 con l’orologio Reverso Jaeger-LeCoultre - photo Ian Gavan Getty Images). Charlotte Casiraghi (4, in Gucci) ha sfilato sul red carpet alla premiere della versione restaurata de Il Caso Mattei, di Francesco Rosi (5 con Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia), che quest’anno ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. Thelma Schoonmaker ha vinto invece la seconda edizione del Gucci Award for Women in Cinema, premiata da Salma Hayek-Pinault e Frida Giannini (6) per il suo lavoro nel montaggio di Hugo Cabret. Durante le Giornate degli Autori, è stata proiettata la serie di cortometraggi The Miu Miu Women’s Tales, diretti da importanti registe internazionali: per l’occasione, cena di gala a Cà Corner Della Regina, con ospiti Naomi Watts e Liev Schreiber (7, in Prada).


LONDRA OLIMPICA I Giochi Olimpici di Londra hanno avuto ufficialmente il via il 27 luglio. Lo skyline si è arricchito con architetture avveniristiche e numerose sono state le iniziative gravitate intorno a questo evento. Come l’inaugurazione della OMEGA House, esclusiva location aperta a sportivi e a ospiti prestigiosi, tra cui Nicole Kidman (in foto), che non è mancata al party d’apertura con dj set.

GUCCI OMAGGIA IL FASCINO DI HOLLYWOOD Il nuovo profumo Gucci Première trae ispirazione dalla collezione couture presentata a Cannes nel 2010, dagli abiti lussuosi delle attrici di Hollywood, dall’eleganza e dalla bellezza delle dive di altri tempi. Non a caso per la cena di presentazione è stata scelta Venezia e l’Hotel Cipriani: presente Blake Lively (in foto), volto della campagna pubblicitaria.

COSTA SMERALDA IN FESTA L’8 agosto, il Billionaire ha fatto da cornice al party, organizzato per festeggiare un doppio anniversario: il compleanno del fondatore della de GRISOGONO, Fawaz Gruosi, e il 50° anno della Costa Smeralda. Dress code bianco e oro, anche per la bellissima Irina Shayk (in foto con gioielli de GRISOGONO).

65° COPPA D’ORO DELLE DOLOMITI Il 2 settembre si è conclusa la Coppa d’Oro delle Dolomiti, storica gara d’auto d’epoca, che tra i suoi partecipanti ha annoverato Ernest Hemingway. Sponsor dell’evento Pershing, che nella Lounge Parmigiani ha esposto il cronografo Pershing CBF, creato in esclusiva da Parmigiani Fleurier. Presente anche Giorgia Surina, madrina e testimonial del brand.

A-PPY HOUR A-ppy Hour è l’aperitivo-evento promosso da Mercedes-Benz Milano e firmato Davide Oldani: si degustava un piatto gourmand, mentre si ammirava la nuova Classe A. E chi ha prenotato un test drive durante la serata o sul sito www.milano.mercedes-benz.it o sulla pagina Facebook, ha partecipato al concorso A cena con l’innovazione. In palio, per i cinquanta fortunati estratti, un’esclusiva cena per due persone, preparata dal celebre chef.


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DA MILANO A PARIGI La moda è andata in scena a Milano dal 19 al 25 settembre a Milano: a sfilare le collezioni donna per la Primavera/Estate 2013. Tutti i migliori stilisti hanno presentato nuove creazioni e alcuni di loro hanno approfittato dell’evento per inaugurare nuove boutique. Come ha fatto Just Cavalli, che ha presentato lo store in corso Matteotti, con un grandioso party: star dell’evento Sharon Stone (1, in abito Roberto Cavalli con il compagno Martin Mica), che è stata anche fra le protagoniste della serata organizzata da AmfAR. Alla sfilata di Gucci si è vista Charlotte Casiraghi (2, Courtesy of Gettyimages). A seguire è stato il turno di Parigi: dal 25 settembre al 3 ottobre il calendario è stato fitto di eventi e, nella magnifica cornice dell’Ambasciata Italiana, Tod’s ha presentato la nuova Signature Collection. Per celebrarla è stato creato un video esclusivo, Electric Signature, e numerosi vip non sono voluti mancare: tra questi, Scarlett Johansson (3, con Diego Della Valle).

LE NOTTI BIANCHE DELLA MODA Prima è stato il turno di Milano, il 6 settembre, poi è toccato a Roma (13 settembre), infine a Firenze (18 settembre): è la Vogue Fashion Night Out, l’appuntamento con lo shopping più glamour e i negozi aperti fino a tarda sera. È il caso di Mercedes che, nello store di Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, ha presentato la nuova Classe A e la nuova collezione di abbigliamento A-Next (disponibile nel Mercedes-Benz Center di Milano): ospiti lo chef stellato Davide Oldani e il pilota Nico Rosberg. In Montenapoleone, invece, Giorgio Armani ha accolto nella sua boutique Franca Sozzani e l’assessore Stefano Boeri (4). Ma la notte bianca della moda ha raggiunto anche New York, il 10 settembre. Per l’occasione, Calvin Klein Collection ha ospitato una serata speciale presso il flagship di Madison Avenue, con il nuotatore Ryan Lochte, Anna Wintour e la star del basket NBA Dwyane Wade (5, photo: Billy Farrel bfanyc.com)


ASPETTANDO RENAULT Una serata di musica e live performance è stata organizzata da Renault per festeggiare a Roma il gran finale del serial The Waiting, che durante l’estate ha entusiasmato il web e alimentato l’attesa dell’arrivo in Italia di Nuova Renault Clio. Protagonista assoluta dell’evento la Nuova Clio, finalmente svelata alla presenza degli ospiti: fra questi Luca Argentero (in foto), che era anche il principale interprete della serie.

L’ARTE IN MOSTRA A SAINT MORITZ Dal 24 agosto al 2 settembre, si è tenuta la quinta edizione di St. Moritz Art Masters. Presenti tutti grandi interpreti del nostro tempo, tra cui: Steve McCurry, protagonista del workshop The Expression of Identity, Tom Sachs, Ron Arad, Vik Muniz, Mimmo Rotella, Bettina Rheims, David LaChapelle (in foto Photo: stmoritzmasters.com). Musei, gallerie, hotel di lusso e spazi pubblici si sono trasformati in spazi espositivi per accogliere appassionati e artisti.

UNA VENDEMMIA CHIC Sono stati quattro giorni all’insegna dello shopping abbinato al buon vino, quelli trascorsi a Milano tra l’11 e il 14 ottobre. Anche quest’anno si è svolta La Vendemmia, evento promosso dall’Associazione di Via Montenapoleone, e per l’inaugurazione si sono tenuti party all’insegna dello shopping, visite guidate e, ovviamente, degustazioni di vini. Alla boutique di Officine Panerai, ad esempio, il sommelier Luca Gardini (in foto) ha fatto scoprire agli ospiti tre spumanti della Franciacorta.

A ROMA CON GUSTO Dopo aver deliziato Milano, l’happening gastronomico più seguito e atteso, si è trasferito a Roma per la prima edizione di Taste of Roma. In programma dal 20 al 23 settembre, l’evento ha riscontrato un ottimo successo: l’Auditorium Parco della Musica è stato trasformato in un grande temporary restaurant all’aperto e foodies, appassionati e golosi hanno gustato specialità cucinate da dodici fra i migliori chef dei ristoranti della Capitale, ovviamente in versione taste.

IL TEMPIO DELL’ALTA GIOIELLERIA Cartier ha festeggiato la riapertura della boutique in via Montenapoleone, con un esclusivo cocktail su invito, cui hanno partecipato protagonisti di spicco della vita mondana milanese e internazionale, accolti da un lungo tappeto rosso e un enorme “ecrin rouge”, segno distintivo della Maison. Fra questi, Monica Bellucci, qui fotografata al taglio del nastro con Bernard Fornas, presidente di Cartier International (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images for Cartier).


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The place to be

cultura, business, sport e benessere

www.harbourclub.it Via Cascina Bellaria 19 - 20153 Milano - 02 452861 - info@harbourclub.it


OnSTAGE

a cura della redazione

In foto: Pablo Picasso, Portrait de Dora Maar, 1937 (© Succession Picasso by SIAE 2012) è in mostra a Palazzo Reale a Milano fino al 6 gennaio 2013.


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PETER LINDBERGH Galleria Carla Sozzani Fino al 4 novembre Suoi i famosi ritratti di Mick Jagger, Tina Turner, Madonna, Sharon Stone, Catherine Deneuve, John Malkovich, e l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Parliamo di uno dei pilastri della fotografia, Peter Lindbergh: il suo tratto distintivo è la semplicità e la naturalezza che riesce a rendere nei ritratti così come nelle fotografie di moda, trasportando nello scatto sensazioni, emozioni, esperienze. A rendergli omaggio, la Galleria Carla Sozzani, con una retrospettiva dal titolo Known and “The Unknown” dove Known – Images of Women è una selezione di 40 immagini iconiche tratte dai numerosi editoriali realizzati per Vogue, Interview, Allure, Harper’s Bazaar, Marie-Claire, mentre “The Unknown” è un progetto/ ricerca personale. (©Peter Lindbergh, Kate Moss, New York, Usa, 1994) www.galleriacarlasozzani.org

OnSTAGE MILANO

COMING SOON La prima delle prime è, come vuole tradizione, fissata per il 7 dicembre, ma già si conosce il programma 2012/2013 – e già si è aperta la campagna abbonamenti – che il Teatro alla Scala ha previsto per questa stagione di grandi festeggiamenti. Ricorre infatti il bicentenario di Verdi e Wagner, si preannuncia quindi un cartellone di grandi ospiti e splendide performance. Inaugurazione in grande stile con l’opera Lohengrin, a dirigere il maestro Daniel Barenboim mentre la regia è affidata a Claus Guth (repliche 11, 14, 18, 21, 27/12). Ad aprire invece la stagione del balletto, il 19 dicembre (con repliche fino al 8 gennaio) sarà un Romeo et Juliette affidato a Sasha Waltz, tra le più interessanti coreografe del panorama contemporaneo internazionale, che debutta alla Scala e, attraverso un allestimento essenziale e intenso, coinvolge tutte le esperienze artistiche, ballo, orchestra e coro in un connubio totale. In scena l’etoile Roberto Bolle. www.teatroallascala.org

In autunno la città si riscopre culturale con mostre imperdibili, concerti e aperitivi musicali PABLO PICASSO Palazzo Reale Fino al 6 gennaio È la mostra clou dell’autunno. Oltre 2mila metri quadrati di percorso espositivo al piano nobile di Palazzo Reale. È un grande ritorno, quello di Picasso a Palazzo Reale, e questa volta può contare su un nome d’eccezione, Anne Baldassari, riconosciuta a livello internazionale fra i più importanti studiosi di Pablo Picasso e curatrice del Musée National Picasso di Parigi dov’è conservata la più grande collezione al mondo delle opere dell’artista spagnolo, che firma la curatela della mostra. Oltre 250 capolavori, tra dipinti, sculture, disegni e fotografie e una sezione dedicata alla mostra del 1953. (in foto: Pablo Picasso, Portrait de Dora Maar, 1937 © Succession Picasso by SIAE 2012) www.mostrapicasso.it TRIENNALE DI MILANO Due le mostre in programma per l’autunno, dedicate al design e all’architettura: Gino Sarfatti, fino al 11 novembre. Ricorre il centenario della nascita di Gino Sarfatti, fra i maestri del design italiano e internazionale, e il Triennale Design Museum con Flos decide di rendergli omaggio con la prima mostra antologica a lui dedicata. A lui si deve infatti un’opera pionieristica nel campo dell’illuminazione; tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Settanta, il designer ha ideato, con una straordinaria carica innovativa, oltre 650 apparecchi luminosi con Arteluce, l’azienda da lui fondata. L’Architettura del mondo, dal 9 ottobre al 10 febbraio. Il titolo fa riferimento esplicito a quelle opere che, come strade, ferrovie, aeroporti, più contribuiscono a dar forma al mondo e ne permettono il funzionamento, e al loro rapporto con funzioni e abitudini che cambiano e con un ambiente sempre più in pericolo. In mostra opere e progetti relativi a ciò che si produce al di fuori del nostro paese, a ciò che stato realizzato o è in corso d’opera in Italia e, infine, a ciò che inizia a presentarsi come un quadro geografico a scala globale al quale le nuove grandi infrastrutture si rapportano. www.triennale.it


SAVE THE DATE 9, 10 ottobre Biagio Antonacci Mediolanum Forum PRISCILLA – LA REGINA DEL DESERTO Teatro degli Arcimboldi Dal 6 novembre al 2 dicembre Chiamarlo musical è riduttivo. Questo spettacolo vi sorprenderà, divertirà, coinvolgerà al punto da farvi dimenticare la durata (150 minuti). Effetto non solo delle musiche – pezzi classici cantati in maniera superba che vi troverete a seguire in farsetto senza neanche accorgervene – ma anche della scenografia, irriverente e scintillante, e ancor di più dei costumi, un vero capolavoro di paillettes, lustrini e colorati accessori. E non ultima la storia, quella tratta dall’omonimo film cult Le Avventure di Priscilla la regina del deserto, un’avventura on the road di tre amici un po’ particolari che attraverso questo viaggio scopriranno molto più di quanto si aspettano. A Milano, prima di partire per una tournée che porterà il musical in giro per tutta Italia. http://teatroarcimboldi.it

APERITIVO IN CONCERTO Teatro Manzoni Dal 28 ottobre al 3 marzo Appuntamento ormai consolidato – siamo alla 28esima edizione – alla domenica mattina (h 11) con Aperitivo in concerto. Leit motive del cartellone di quest’anno è quell’afrocentrismo che ha caratterizzato gran parte della musica improvvisata afroamericana a partire dagli anni Sessanta. Seguendo questa linea guida, l’inaugurazione delle stagione è affidata al sassofonista Archie Shepp (28 ottobre) con il gruppo Dar Gnawa, storica e affascinante formazione di Tangeri che per antica tradizione rievoca la cultura degli schiavi neri in Nord Africa, seguita l’11 novembre dall’esibizione del sassofonista Idris Ackamoor, storico interprete californiano che, già negli anni Settanta, a capo di un complesso come The Pyramids, ha saputo tracciare una via particolarmente spettacolare e coinvolgente nella riscoperta dell’Africa da parte del jazz e della tradizione afroamericana. L’anno nuovo porta una prima mondiale di tutto rispetto: una collaborazione con il noto Punkt Festival, manifestazione musicale d’avanguardia che si tiene annualmente in Norvegia, diretta da Brian Eno. Se queste date vi hanno incuriosito, visitate il calendario completo su: www.aperitivoinconcerto.com e www.teatromanzoni.it/aperitivo

27 ottobre Cesare Cremonini Mediolanum Forum 29 ottobre Europe Alcatraz 29 ottobre The Cranberries Mediolanum Forum 30 ottobre Bon Iver Alcatraz 1 novembre Scissor Sisters Magazzini Generali 10 novembre Ennio Morricone Mediolanum Forum 12 novembre Gigi D’Alessio Mediolanum Forum

14 novembre Andrew Bird Magazzini Generali 14 novembre Emma Alcatraz 19 novembre Bat For Lashes Alcatraz 19 novembre Skunk Anansie Mediolanum Forum 20 novembre Marracash Alcatraz 27 novembre Gossip Alcatraz 4, 5 dicembre Laura Pausini Mediolanum Forum

CIRQUE DU SOLEIL Mediolanum Forum Dal 15 al 18 novembre Non ha bisogno di presentazioni questo gruppo di artisti, musicisti, acrobati, proveniente da ogni parte del mondo, che ormai da diversi anni calca le scene dei più importanti teatri internazionali e affascina il pubblico con performance davvero spettacolari. Come lo spettacolo Alegria, dove tra numeri acrobatici, musiche originali suonate dal vivo, costumi dallo stile operistico e barocco, si creerà un mix di abilità, eleganza, teatralità, con numeri che lasceranno gli spettatori a bocca aperta: l’energetico Aerial High Bars, in cui coraggiosi acrobati si lanciano da altalene in movimento all’altezza di 12 metri sopra il palco; il velocissimo Power Track, una brillante prova di coreografia sincronizzata, sopra un sistema di trampolini, che viene magicamente rivelato da sotto il palco; Russian Bars, dove gli artisti volano in aria con spettacolari salti mortali e capriole, atterrando su delle sbarre larghe 10 cm posate sulle spalle dei compagni. www.cirquedusoleil.com


FUORI PORTA Renoir Pavia, Scuderie del Castello Visconteo Fino al 16 dicembre Dipinti, disegni e pastelli ripercorrono la carriera del grande maestro francese, tra i fondatori dell’Impressionismo. La vie en peinture recita il sottotitolo della mostra, a mettere in evidenza quanto la vita dell’artista sia stata dedicata all’arte: il suo percorso artistico durò infatti circa sessant’anni, durante i quali realizzò oltre cinquemila opere. La mostra ha selezionato alcuni dei suoi capolavori, provenienti da prestigiose istituzioni come National Gallery of Art di Washington, il Columbus Museum of Art (Ohio), il Centre Pompidou di Parigi e il Palais des Beaux Arts di Lille. Tra questi: Jeune femme au chapeau noir; Portrait de Claude Monet, omaggio al collega e amico; Les collettes dedicato alla campagna intorno alla sua tenuta - una casa colonica del XIX secolo immersa in un bosco centenario e in un aranceto. (in foto: Pierre-Auguste Renoir, Picking flowers, 1875, Ailsa Mellon Bruce Collection) www.scuderiepavia.com

CARSTEN NICOLAI HangarBicocca Fino al 2 dicembre artista tedesco, musicista e personaggio di spicco della ricerca contemporanea tra musica elettronica e immagini, Carsten Nicolai presenta unidisplay, l’installazione audiovisiva realizzata appositamente per la navata di HangarBicocca che consiste in un’unica parete-display, lunga cinquanta metri, delimitata agli angoli da due muri specchianti che espandono così le immagini all’infinito. Le immagini interferiscono con la percezione dello spettatore attraverso l’illusione ottica, l’effetto flicker (lo sfarfallio di linee e segmenti), i movimenti impercettibili e la complementarietà dei colori. Il pubblico, coinvolto a livello sensoriale, si trova così a fronteggiare sequenze, motivi e forme grafiche di varie unità di tempo che si alternano e si susseguono come un enorme affresco astratto in movimento. Un potente intervento che esplora le leggi della percezione e dei segni ed entra in relazione con le dimensioni industriali di HangarBicocca e con la grande opera di Anselm Kiefer I Sette Palazzi Celesti. www.hangarbicocca.org

NEW OPENING È prevista per il 18 ottobre l’apertura di un nuovo centro espositivo: GAM Manzoni, in via Manzoni 45, già sede della storica Galleria del Naviglio. Non solo centro espositivo in realtà, ma anche centro studi per l’arte moderna e contemporanea. A inaugurare gli spazi, la mostra Divisionismo. Da Segantini a Pellizza, che raccoglierà trentacinque dipinti dei principali interpreti del movimento quali Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni e altri. Una scelta di direzione poiché mancava da oltre quarant’anni una mostra dedicata a questa corrente che proprio a Milano, a cavallo tra Ottocento e Novecento, vide il suo centro propulsore. www.gammanzoni.com

LA FEBBRE DEL SABATO SERA Teatro Nazionale Dal 18 ottobre al 16 novembre New York City: anni 70, la leggendaria era della disco. Il giovane attraente Tony Manero proviene da una povera famiglia di immigrati italiani e cresce a Brooklyn. Lui e i suoi amici sognano l’irraggiungibile Manhattan, dall’altra parte del fiume. Ogni sabato sera, i ragazzi sfuggono la realtà quotidiana frequentando la discoteca ‘2001 Odyssey’. Tony è il re della pista da ballo, le ragazze lo adorano, i ragazzi vorrebbero essere come lui. Quando una sera incontra la bella Stephanie Mangano, lascia la sua abituale compagna di ballo, Annette. Dopo numerosi scontri con la famiglia e gli amici, decide di tentare insieme a lei il difficile passo verso le luci della ribalta di Manhattan. Dall’omonimo film cult, un musical che vi trascinerà in un vortice di balli, canti e divertimento. www.teatronazionale.it

IN MOSTRA… Anselm Kiefer. Der fruchtbare Halbmond / La Mezzaluna fertile. Galleria Lia Rumma, fino al 31 ottobre. www.liarumma.it Nino Migliori. La Materia dei sogni. Fondazione Forma per la Fotografia, dal 18 ottobre al 6 gennaio. www.formafoto.it Martin Kobe e Jason Gringler. Brand New Gallery, dal 27 settembre al 31 ottobre. (in foto: ritratto di Jason Gringler) www.brandnew-gallery.com Fuoriclasse. 20 anni di arte italiana nei corsi di Alberto Garutti. GAM, dal 6 ottobre al 9 dicembre. www.gam-milano.com A.R Penck. Retrospective. Cardi Black Box, fino al 30 novembre. www.cardiblackbox.com Wildlife Photographer of the year. Museo Minguzzi, dal 20 ottobre al 18 dicembre. www.wpymilano.it … E IN SCENA Il diario di Mariapia, testo e regia di Fausto Paravidino. Teatro Franco Parenti, 10 ottobre. (in foto) www.teatrofrancoparenti.org Quello che prende gli schiaffi, regia di Glauco Mauri. Teatro Strehler, dal 16 al 28 ottobre. www.piccoloteatro.org La discesa di Orfeo, regia di Elio De Capitani. Teatro Elfo Puccini, dal 16 ottobre al 4 novembre. www.elfo.org Questa sera si recita a soggetto, regia di Ferdinando Ceriani. Teatro Carcano, dal 5 al 18 novembre. www.teatrocarcano.com Così è… (se vi pare), regia di Michele Placido, con Giuliana Lojodice. Teatro Manzoni, dal 13 novembre al 2 dicembre. www.teatromanzoni.it


SAVE THE DATE AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA www.auditorium.com 9 OTTOBRE PINO DANIELE 10 OTTOBRE JO HAMILTON 22 OTTOBRE HERBIE HANCOCK 31 OTTOBRE CRANBERRIES 1 NOVEMBRE NINA ZILLI 21 NOVEMBRE RADIODERVISH 25 NOVEMBRE STEFANO BOLLANI – IRENE GRANDI

MARIO GIACOMELLI Museo di Roma in Trastevere Fino al 20 gennaio Ha sempre rifiutato l’etichetta di fotografo, ripeteva di non ritrarre paesaggi ma “i segni e la memoria dell’esistenza”, tuttavia Mario Giacomelli resta uno dei migliori fotografi italiani del Novecento. La sua arte rifugge qualsiasi classificazione e definizione, le immagini trascendono la realtà, ne rivelano una potenza emotiva senza eguali, attraverso contrasti, e segni forti. Le sue fotografie sono poesia, un universo emotivo di rara intensità. In mostra 90 immagini e 13 lettere e documenti del celebre fotografo marchigiano, in sezioni cronologiche. (© Mario Giacomelli, La terra, 1955 – 1968 ) www.museodiromaintrastevere.it

OnSTAGE ROMA

Tanto cinema, ma anche fotografia, teatro e concerti. La Capitale dà il meglio di sé MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo L’Italia di Le Corbusier, dal 18 ottobre al 17 febbraio La mostra presenta le suggestioni delI’Italia nel percorso e nel lavoro del maestro: dai viaggi di formazione ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia. In mostra fotografie, disegni, acquarelli e dipinti realizzati dallo stesso Le Corbusier, insieme a opere di artisti italiani con cui era in contatto. Partner del MAXXI per la mostra è la Fondation Le Corbusier di Parigi. The Refusal of Time di William Kentridge, da novembre, Realizzata per Documenta 13 di Kassel, viene presentata al MAXXI in prima italiana, ripensata per gli spazi della Galleria 5. Installazione forte, avvolgente, suggestiva, è un’esplosione di musica, immagini, ombre cinesi con al centro una macchina pulsante di leonardesca memoria. I visitatori vivono un’esperienza totale, trasportati in un dimensione epica e fiabesca, dove il tempo si annulla. www.fondazionemaxxi.it

DIGITAL LIFE 2012 – HUMAN CONNECTIONS Ex GIL di Trastevere, Dal 15 novembre al 15 dicembre MACRO Testaccio, Dal 15 novembre al 10 gennaio È la terza edizione della rassegna dedicata alle connessioni fra i linguaggi artistici contemporanei e le nuove tecnologie, che intende indagare, attraverso un’ampia mostra - divisa in due sezioni - e una nutrita serie di appuntamenti, le relazioni fra arti visive e arti sceniche e il modo in cui, tramite le tecniche digitali e i nuovi media, gli artisti della scena migrano negli spazi espositivi e gli artisti visivi irrompono sui palcoscenici. La rassegna si articola in tre spazi: l’edificio ex GIL di Trastevere, il MACRO Testaccio e l’Opificio Telecom Italia, sede della Fondazione Romaeuropa, dove si tengono incontri e workshop con i protagonisti dell’innovazione in Italia. Sono coinvolti trentuno artisti fra i più significativi del panorama internazionale contemporaneo, eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica, ma accomunati dall’attitudine alla sperimentazione e alla multidisciplinarietà. Tra questi Marina Abramović, Masbedo, Jan Fabre, William Forsythe, Bruce Nauman. I lavori in mostra - installazioni multimediali, ambienti sonori, videoarte, opere interattive - dialogano con il mondo del cinema, del teatro, della musica, della danza, della scrittura, dell’architettura e del visual design, superando i confini tra i diversi linguaggi. (in foto: Zbig Rybczynski, The Fourth Dimension, 1988) www.romaeuropa.net


FOCUS ON... CINEMA

ROBERT DOISNEAU Palazzo delle Esposizioni Fino al 3 febbraio Si intitola Paris en liberté a rimarcare come Doisneau amasse percorrere le periferie della Ville Lumière per “impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente”. Ne nacquero immagini splendide, di grande intimità e forza, dove il quotidiano diventa sublime e ogni scatto sembra andare a comporre una sorta di album di famiglia dell’intera città. Più di 240 fotografie originali, scattate da Doisneau tra il 1934 e il 1991 e raggruppate tematicamente ripercorrendo i soggetti a lui più cari. Dopo essere stata presentata a Parigi e in Giappone, nel centenario della nascita del fotografo, la mostra arriva per la prima volta in Italia, a Roma, per poi spostarsi a Milano, allo Spazio Oberdan, dal 15 febbraio al 1 maggio. ( © Robert Doisneau, La ballata di Pierrette d’Orient, 1953 © atelier Robert Doisneau) www.palazzoesposizioni.it

Festival Internazionale del Film di Roma, dal 9 al 17 novembre. Settima edizione della manifestazione che porta nella capitale circa sessanta film in prima mondiale, un ampio spazio dedicato alle nuove correnti del cinema contemporaneo e a corollario, incontri, dibattiti per tutta la città. Auditorium Parco della Musica, www.romacinemafest.it Roma nel Cinema tra realtà e finzione, fino al 31 ottobre. Molti sono i registi che hanno proposto e a volte ricostruito la città, scoprendo ogni volta uno dei suoi mille volti. L’esposizione testimonia questo caleidoscopio di visioni attraverso 50 immagini, ma soprattutto racconta il meraviglioso lavoro del fotografo di scena, figura spesso relegata alla zona ombra della produzione cinematografica. Casa del Cinema, www.casadelcinema.it Storie del nostro cinema, fino al 2 dicembre. Rassegna di documentari sui grandi protagonisti del cinema italiano. Ogni opera presentata sarà accompagnata da un personaggio del cinema italiano contemporaneo devoto al protagonista o all’argomento trattato dal documentario. Casa del Cinema, www.casadelcinema.it Purché se ne parli, dal 13 ottobre al 18 novembre. Una mostra per celebrare la carriera di Enrico Lucherini, lo straordinario press agent romano che attraverso le sue invenzioni ha contribuito all’immagine del cinema italiano nel mondo e alla carriera di alcuni tra i suoi più grandi interpreti. Museo dell’Ara Pacis. (in foto) www.arapacis.it

AKBAR. IL GRANDE IMPERATORE DELL’INDIA Museo Fondazione Roma Dal 23 ottobre al 3 febbraio La rassegna comprende opere prodotte durante il regno del più grande imperatore dell’India degli ultimi 2000 anni. Jalaluddin Muhammad Akbar fu il più importante imperatore Mughal, divenuto Akbar - cioè il Grande - grazie all’impegno militare e alle molte conquiste, ma anche alle riforme amministrative, alla sua capacità di far convivere religioni diverse e di divulgare all’interno del proprio regno cultura, arte e bellezza. La mostra rievoca il favoloso splendore della corte Mughal attraverso acquarelli, dipinti, illustrazioni di libri, rarissimi frammenti di tessuti, tappeti, oggetti e armi tempestate di pietre preziose. In concomitanza, una rassegna cinematografica intitolata Bollywood Film Meeting Roma, che intende offrire uno sguardo sulle nuove tendenze che si vanno affermando nella produzione cinematografica in lingua hindi di Mumbai. www.fondazioneromamuseo.it

SAVE THE DATE 13 OTTOBRE BIAGIO ANTONACCI PALAOTTOMATICA

20 NOVEMBRE SKUNK ANANSIE PALAOTTOMATICA

10 NOVEMBRE MIKA ATLANTICO

26 NOVEMBRE MARCO CARTA ATLANTICO

13 NOVEMBRE CESARE CREMONINI PALAOTTOMATICA

28 NOVEMBRE GIOVANNI ALLEVI AUDITORIUM CONCILIAZIONE

16 NOVEMBRE ENNIO MORRICONE PALAOTTOMATICA

11, 12 DICEMBRE LAURA PAUSINI PALAOTTOMATICA

BIENNALE ANTIQUARIA Palazzo Venezia Dal 5 al 14 ottobre In programma l’ottava edizione della Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma, allestita nelle storiche sale di Palazzo Venezia. Dalla pittura e scultura, ai mobili, all’oggettistica, ai preziosi, ai tessili, con proposte di grande rarità e qualità; una vetrina con il meglio di quanto i grandi antiquari italiani e stranieri invitati alla Biennale abbiano da offrire a un pubblico di collezionisti, esperti, amanti delle arti e della bellezza. www.biennale-antiquariato.roma.it


IN SCENA Re Lear, regia di Michele Placido e Francesco Manetti. Teatro Quirino, dal 16 al 28 ottobre. www.teatroquirino.it I masnadieri, regia di Gabriele Lavia. Teatro India, dal 25 ottobre al 27 novembre. www.teatrodiroma.net La leggenda del grande inquisitore, regia di Pietro Babina, con Umberto Orsini. Piccolo Eliseo Patroni Griffi, dal 7 novembre al 9 dicembre, www.teatroeliseo.it Servo di scena, regia di Franco Branciaroli. Teatro Argentina, dal 20 novembre al 2 dicembre. www.teatrodiroma.net The country, regia di Roberto Andò, con Laura Morante. Teatro Eliseo, dal 27 novembre al 16 dicembre. www.teatroeliseo.it

VERMEER Scuderie del Quirinale Fino al 20 gennaio Conosciutissimo, apprezzato da collezionisti italiani e appassionati d’arte, Johannes Vermeer è il massimo esponente della pittura olandese del XVII, tuttavia nonostante la sua bravura e fama è poco rappresentato nelle collezioni italiane. Per questo la mostra in corso alle Scuderie del Quirinale è ancora più preziosa: include infatti una selezione di opere di Johannes Vermeer - rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo - e all’incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei. La famiglia, i gesti e i momenti della vita quotidiana, la lettura e la scrittura (soprattutto la corrispondenza privata), il corteggiamento, la musica e lo studio della scienza, e poi le vedute della città, gli squarci di un mondo silente e operoso, luminosi di ironia e di assorta tenerezza. Questi i temi vermeeriani che tanto si allontanano dai soggetti richiesti nello stesso periodo in Italia e che ora si possono ammirare in tutta la loro bellezza. (in foto: Johannes Vermeer, Girl with a Red Hat, 1665/1667 ca) www.scuderiequirinale.it

PAUL KLEE E L’ITALIA Galleria Nazionale d’Arte Moderna Dal 9 ottobre al 27 gennaio Paul Klee venne in Italia sei volte; Roma, Napoli e Firenze sono le tre tappe principali del suo primo viaggio di apprendistato artistico, povero di risultati creativi, ma ricco di pensieri che saranno sviluppati negli anni successivi. Nel corso di questi “pellegrinaggi” sviluppa quattro approcci differenti all’Italia: c’è la fase di studio dell’arte classica nei primi anni del Novecento, c’è il confronto con il futurismo negli anni Dieci, ci sono le vacanze durante gli anni Venti, quando il ruolo di insegnante al Bauhaus gli consente dei regolari viaggi all’estero, c’è infine la ricreazione nostalgica del Sud mediterraneo. Attraverso un articolato percorso che conta circa cento opere, sia di Klee sia di altri artisti stranieri e italiani (Kandinsky, Moholy Nagy, Max Bill, Albers, Licini, Soldati…), la mostra analizza l’influenza della cultura e dei paesaggi del nostro paese sul lavoro dell’artista rapportandosi alle varie fasi della sua biografia artistica. (in foto: Paul Klee, Mit der Gaslampe - Con la lampada a gas, 1915,73) www.gnam.beniculturali.it

N.B. FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma arriva al 2012 con un progetto che ne conferma la crescita e il respiro internazionale, promuovendo la fotografia contemporanea nelle sue diverse forme e linguaggi e valorizzando i talenti emergenti. Tema indagato dalla XI edizione è il “lavoro”,reinterpretato mediante una grande attenzione alle differenze e ai cambiamenti dei linguaggi della fotografia e del lavoro contemporaneo. Fino al 28 ottobre. www.fotografiafestival.it In contemporanea, la prima edizione di Affordable Art Fair Roma, dal 26 al 28 ottobre presso il Macro Testaccio La Pelanda: evento d’arte itinerante, da New York a Roma, con l’obiettivo di divulgare l’arte contemporanea in modo non convenzionale, coinvolgendo un pubblico ampio e incoraggiando così un nuovo collezionismo. Tra i partecipanti, la galleria on line di fotografia d’autore Artistocratic che presenta “Collezionare fotografia è collezionare il mondo”,un’eclettica collezione di artisti contemporanei ed emergenti, caratterizzati da quotazioni interessanti e un alto potenziale di crescita. www.affordableartfair.it

PRIMA FILA Reality, un film di Matteo Garrone, con Aniello Arena, nando Paone, Loredana Simioli. Uscita il 28 settembre. Appartamento ad Atene, un film di Ruggero Dipaola, con Laura Morante, Gerasimos Skiaderessis. Uscita il 28 settembre. Un sapore di ruggine e ossa, un film di Jacques Audiard, con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts. Uscita il 4 ottobre. Un giorno speciale, un film di Francesca Comencini, con Giulia Valentini, Filippo Schicchitano. Uscita il 4 ottobre. On the road, un film di Walter Salles, con Kristen Stewart, Garrett Hedlund, Kirsten Dunst, Viggo Mortensen. Uscita il 5 ottobre. Tutti i santi giorni, un film di Paolo Virzì, con Luca Marinelli, Thony. Uscita 11 ottobre. Il comandante e la cicogna, un film di Silvio Soldini, con Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Luca Zingaretti. Uscita il 18 ottobre. Io e te, un film di Bernardo Bertolucci, con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Pippo Delbono. Uscita il 26 ottobre. Amour, un film di Michael Haneke, con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant. Uscita il 26 ottobre. Le belve, un film di Oliver Stone, con John Travolta, Uma Thurman, Salma Hayek. Uscita il 26 ottobre.


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VENEZIA Trame di moda. Donne e stile alla Mostra del Cinema di Venezia Museo di Palazzo Mocenigo Fino al 6 gennaio Inaugurata lo scorso 1 settembre, in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, la mostra raccoglie oltre settanta capi provenienti dalle collezioni, dalle maison di moda e dai costumisti più famosi al mondo. Scopo è mettere in scena le corrispondenze tra i costumi dei grandi film girati nella città lagunare, la moda attuale, che a questi film e a queste suggestioni si è ispirata, e i preziosi capi conservati in museo. Nove film per altrettanti modelli femminili ed epoche storiche, da Mambo e Tempo d’estate a Senso, Anonimo Veneziano, Morte a Venezia, Casanova, Il Talento di Mr Ripley, Le ali dell’amore, The Tourist. Una parte significativa sarà riservata ai grandi abiti di red carpet degli ultimi cinquant’anni e alle attrici che li hanno indossati da Anna Magnani, Sophia Loren e Valentina Cortese fino a Gwyneth Paltrow, Anne Hathaway, Keira Knightley, Alba Rohrwacher, Tilda Swinton e Madonna. http://mocenigo.visitmuve.it

OnSTAGE MONDO Un autunno d’arte in giro per il mondo

AUTUMN IN NEW YORK NY Film Festival, Film Society of Lincoln Center, un calendario particolarmente ricco di proiezioni ed eventi – quest’anno ricorre il 50° anniversario – tra cui Fill the Void di Rama Burshtein, Beyond the Hills del romeno Mungiu, The Paperboy con Nicole Kidman, a cui è dedicato un tributo durante il festival. Dal 28 settembre al 14 ottobre. www.filmlinc.com/nyff2012 MET – The Metropolitan Museum of Art, Regarding Warhol: Sixty Artists, Fifty Years, in mostra una cinquantina di lavori del genio della pop art, affiancati a un centinaio di opere di altri artisti per evidenziare l’influenza che ebbe sulle generazioni successive. Dal 18 settembre al 31 dicembre. www.metmuseum.org Solomon R. Guggenheim Museum, Picasso Black and White, come dice il nome stesso la mostra ripercorre gli anni di ricerca del maestro del Cubismo nella sfera cromatica del bianco e nero attraverso oltre cento disegni, sculture e lavori su carta. Dal 5 ottobre al 23 gennaio. www.guggenheim.org/new-york/ Openhouse, è un occasione unica per vedere oltre cento spazi della metropoli, normalmente nascosti, aperti al pubblico. Terrazzi, stazioni, seminterrati, residenze private, luoghi storici si visitano in compagnia di architetti e progettisti. Il 6 e 7 ottobre. venerdì 5 dalle 19 alle 21 l’evento di inaugurazione a Times Square. http://ohny.org/

FIRENZE Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Dal 5 ottobre al 27 gennaio La mostra trova il suo punto di partenza in un nucleo di dipinti del grande maestro Francis Bacon, la cui opera entra in dialogo con il lavoro di cinque artisti internazionali contemporanei (Nathalie Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu Shiota, Annegret Soltau) che condividono l’interesse di Bacon nella riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo e la rappresentazione della figura umana. Insieme a grandi opere provenienti da collezioni internazionali, la mostra ospita, per la prima volta in Italia, anche tre opere non finite di Bacon, da lui stesso conservate nel suo studio per lunghi anni e dal 2005 esposte alla Dublin City Gallery The Hugh Lane. I dipinti di Bacon in mostra - selezionati da Barbara Dawson - sono messi in relazione con una selezione di materiali fotografici e d’archivio dello studio dell’artista: ritratti fotografici, riproduzioni di grandi capolavori del passato, still da film, immagini tratte da libri e riviste. www.strozzina.org

BILBAO Egon Schiele The Guggenheim Museum Bilbao Dal 2 ottobre Provengono dal Museo dell’Albertina a Vienna e sono un’insieme di oltre cento opere tra le più significative di uno degli artisti simbolo dell’Espressionismo tedesco. Una produzione intensa che copre circa un decennio e che verrà bruscamente interrotta dalla morte prematura dell’artista a soli 28 anni. Produzione che tuttavia dimostra la carica esplosiva dell’universo creativo di Schiele, il segno marcato, i colori accesi, il rifiuto del naturalismo a cui oppone una stilizzazione drammatica delle figure, spesso ritratte nude. La retrospettiva ne porta il luce tutta la sua grandezza e forza rivoluzionaria. www.guggenheim-bilbao.es


PARIGI E LA FOTOGRAFIA

MADRID

Ricorre l’appuntamento con la fotografia contemporanea: oltre cento gallerie ed espositori si danno appuntamento, insieme agli oltre 50mila visitatori, al Grand Palais per Paris Photo. Una fiera, dal 15 al 18 novembre, ma anche un momento per fare il punto sulla fotografia contemporanea, attraverso incontri, tavole rotonde, persino un premio dedicato ai giovani talenti emergenti. In contemporanea la città porta in scena una serie di mostre ed eventi a tema, segnaliamo: Manuel Álvarez Bravo. Un fotografo in guardia, Jeu de Paume, dal 16 ottobre al 20 gennaio La fotografia in cento capolavori, Biblioteca Nazionale di Francia, dal 12 novembre al 17 febbraio La fotografia in Francia, 1950-2000, collettiva che vanta i nomi di Cartier-Bresson, Boltanski, Klein, Roche, a La Maison Européenne de la Photographie, dal 13 novembre al 13 gennaio Voici Paris – Modernità fotografica, 1920-1950. Collezione Christian Bouquet. Centre Pompidou, dal 17 ottobre al 14 gennaio.

Gauguin e il viaggio nell’esotico Museo Thyssen-Bornemisza Dal 9 ottobre al 13 gennaio Il titolo non lascia dubbi sulla direzione che intende seguire l’esposizione: parte infatti proprio dai viaggi compiuti dall’artista nella Polinesia Francese, il fascino che queste isole ancora intatte, con la loro bellezza naturale, i loro colori lasciano nell’immaginario di Gauguin, al punto di stregarlo a tal punto che sceglierà di trasferirsi qui. L’esposizione raccoglie alcune delle sue opere significative di quegli anni, per dimostrare la trasformazione avvenuta nel linguaggio dell’artista e l’influsso che questa svolta ebbe sul panorama artistico internazionale, sugli esponenti dell’Espressionismo tedesco così come sui pittori Fauves capitanati da Matisse. www.museothyssen.org

E ANCORA FOTOGRAFIA… Parigi Alice Springs La Maison Européenne de la Photographie Fino al 4 novembre Era la moglie di Helmut Newton. Non aveva mai fotografato in vita sua fino a quando il marito le chiese di realizzare una foto pubblicitaria per il marchio di sigarette Gitanes, lui non poteva, era a letto con l’influenza. Il celebre ritratto che ne uscì segnò l’inizio di una carriera inaspettata quanto radiosa. Alice Springs era lo pseudonimo usato da June Newton, suoi i tanti ritratti di personalità di spicco della scena culturale internazionale, da Yves Saint Laurent a Karl Lagerfeld, da Diana Vreeland a Billy Wilder, suo un approccio intimo e spontaneo, che tanto si allontanava da quello del marito. In mostra gli oltre 40 anni di onorata carriera. (in foto) www.mep-fr.org Lucca David LaChapelle Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art Fino al 4 novembre «Posso fare qualunque cosa. Se lo vedo nella mia mente riesco a ricrearlo. Amo il fatto che sia teatrale e collaborativo». Sono le parole di David LaChapelle, artista e fotografo tra i più visionari e dissacranti che il panorama mondiale abbia prodotto negli ultimi anni. A lui, alla sua originalità, Lucca e il suo centro di fotografia contemporanea dedica una grande mostra che racconta il percorso antologico della sua produzione attraverso dieci serie – tra cui Star System, Earth Laughs in Flowers, After the Pop, Destruction and Disaster, Excess, Plastic People – per un totale di 53 scatti. Un percorso per conoscere questo artista geniale, scoperto giovanissimo da niente meno che Andy Warhol, per il quale inizia a collaborare per la rivista Interview. Sue cover e servizi speciali per Vanity Fair, Vogue, Rolling Stones; la sua filosofia non è l’immagine rubata, bensì l’immagine costruita fino al minimo dettaglio, fino alla perfezione. Inventa il momento e la fotografia diventa quasi pittura. www.luccamuseum.com

LONDRA Valentino: Master of Couture Somerset House Dal 29 novembre al 3 marzo La maison apre i suoi archivi e porta in scena 130 abiti di haute couture disegnati da Valentino per grandi dive del cinema come Grace Kelly, Sophia Loren, Gwyneth Paltrow e tante altre ancora. diviso in 3 sezioni, il percorso espositivo si compone di una parte “privata” con foto provenienti dagli archivi personali dello stilista, una passerella – la sezione si chiama non a caso The Catwalk – dove le parti sono invertite e a sfilare sono i visitatori attraverso le creazioni dello stilista, e infine una parte dedicata al savoir faire tutto italiano che si cela dietro la creazione di ogni abito, attraverso anche un video girato in atelier. (in foto: Valentino with models, 2007 © Lorenzo Agius) www.somersethouse.org.uk


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