IT - Myeloma Today - Volume 23 Numero 3 - Estate 2023

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Una pubblicazione dell’International Myeloma Foundation

14° Vertice Annuale

dell’IMWG dell’IMF

I massimi esperti di mieloma discutono di MGUS, SMM, MRD, terapia di prima linea, recidive e delle immunoterapie nuove ed emergenti

SEMPRE IN QUESTO NUMERO:

I principali abstract sul mieloma

dai meeting ASCO ed EHA 2023

Dati entusiasmanti sono stati presentati sulle immunoterapie, sulla gestione dei pazienti con mieloma recidivato e molto altro! PAGINA 6

La terapia con cellule CAR T

nel contesto della recidiva precoce

I dati degli studi clinici presentati ai meeting ASCO ed EHA confermano le promesse delle terapie con cellule CAR T nelle fasi iniziali del decorso del mieloma PAGE 7

La presente edizione di Myeloma Today è stata realizzata con il supporto di AbbVie

VOLUME 23 NUMERO 3 | ESTATE 2023
• Amgen • Bristol Myers Squibb • GSK • Janssen Oncology • Karyopharm Therapeutics • Sanofi • Takeda Oncology

14° Vertice Annuale dell’IMWG dell’IMF

I massimi esperti di mieloma discutono di MGUS, SMM, MRD, terapia di prima linea, recidive e immunoterapie

Il 6 giugno, oltre 130 tra i più importanti ricercatori mondiali sul mieloma si sono riuniti per un intenso programma di tre giorni di incontri in occasione del Vertice 2023 dell’International Myeloma Working Group (IMWG, Gruppo di lavoro internazionale sul mieloma). L’IMWG è un’iniziativa collaborativa nata per favorire il miglioramento degli esiti per i pazienti affetti da mieloma. È l’organizzazione mondiale più prestigiosa per i ricercatori sul mieloma e il vertice dell’IMWG è un importante evento annuale che riunisce i massimi esperti di mieloma per favorirne la collaborazione e realizzare la missione paziente-centrica dell’organizzazione.

I membri dell’IMWG collaborano per identificare, sostenere e concretizzare le ricerche più promettenti finalizzate a prevenire l’insorgenza del mieloma, migliorare le terapie e trovare una cura. Ospitare l’importante lavoro dell’IMWG e dei suoi membri è un elemento fondamentale dell’impegno dell’IMF finalizzato a stimolare la ricerca internazionale sul mieloma e informare i pazienti affetti dalla malattia.

Ogni anno, da 14 anni, il vertice dell’IMWG è un’esperienza unica e straordinaria. È un evento che si distingue dalle altre occasioni di incontro e confronto di medicina in generale e sul mieloma in particolare. Il nostro obiettivo collettivo primario è quello di far progredire la ricerca del mieloma per ottenere il massimo beneficio per i pazienti. Il vertice IMWG 2023 si è concentrato sui seguenti argomenti che hanno caratterizzato

la maggior parte dell’incontro, con una combinazione di presentazioni e discussioni di brainstorming:

MGUS e SMM

Il dott. S. Vincent Rajkumar (Mayo Clinic, Rochester, Minnesota) ha co-presieduto con me il vertice IMWG 2023 e ha presieduto la sessione sulla gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS) e sul mieloma multiplo smoldering (SMM). Questi disturbi asintomatici sono caratterizzati dalla proliferazione di plasmacellule monoclonali nel midollo osseo e dall’assenza di danni agli organi finali.

Prevalenza di MGUS e di SMM

La dott.ssa Sigrun Thorsteinsdóttir (Università dell’Islanda) ha riassunto i risultati dello studio di screening della popolazione iStopMM (Iceland Screens Treats or Prevents Multiple Myeloma), che fa parte della Black Swan Research Initiative® (BSRI®, Iniziativa di Ricerca Cigno Nero) dell’IMF. Il progetto iStopMM ha coinvolto in Islanda più di 80.000 adulti di età superiore ai 40 anni in un programma di screening finalizzato a comprendere meglio i tassi di MGUS, SMM e mieloma attivo e le fasi iniziali del mieloma.

In particolare, il 5% delle persone di età superiore ai 50 anni è affetto da MGUS, condizione che presenta un rischio ridotto (1% all’anno) di progressione verso SMM o mieloma attivo.

info@myeloma.org myeloma.org 2 ESTATE 2023 Scienza e clinica
Più di 130 tra i più importanti ricercatori internazionali sul mieloma hanno partecipato al Vertice IMWG 2023 Autore: Brian G.M. Durie, MD Presidente del Consiglio di Amministratore e Direttore scientifico dell’IMF Presidente del Vertice IMWGG

Una scoperta sorprendente è che il rischio di mieloma IgA non aumenta con l’età, a differenza degli altri tipi di mieloma (IgG, IgD, IgE o IgM). Capirne il motivo potrebbe portare a intuizioni utili a impedire la progressione dei pazienti verso il mieloma attivo.

Poiché la ricerca è ancora in fase iniziale, lo screening di tutta la popolazione per il MGUS non è raccomandato. I nuovi metodi di analisi, come la spettrometria di massa, sono molto sensibili e possono rilevare anche livelli estremamente bassi di proteina del mieloma (proteina M) e al momento non è chiaro se sia opportuno identificare i pazienti con livelli così bassi di proteina M come affetti da MGUS.

Stratificazione del rischio e gestione dello SMM

La dott.ssa María-Victoria Mateos (Università di Salamanca, Spagna) ha discusso due modi per identificare i pazienti con SMM ad alto rischio (HR SMM): il modello di rischio della Mayo Clinic e il modello di rischio spagnolo. Pur basati su approcci diversi, questi modelli di rischio sono entrambi efficaci nell’identificare i pazienti ad alto rischio di progressione. La dott.ssa Mateos ha affermato che la gestione della SMM dovrebbe essere adattata al rischio. Nei pazienti con rischio del 50% di progressione verso il mieloma a 2 anni, i risultati degli studi clinici attuali supportano l’uso della terapia di induzione con Revlimid® (lenalidomide) + lo steroide desametasone (Rd), seguita dal mantenimento con Revlimid per ritardare o prevenire la progressione.

La dott.ssa Mateos ha anche esaminato i dati degli studi clinici CESAR e ASCENT ancora in corso che, basati su approcci diversi verso la SMM, stanno entrambi dimostrando risultati eccellenti. Nella discussione che ne è seguita, i partecipanti al vertice hanno rilevato come la valutazione della SMM continui a evolversi, suggerendo che la diagnosi di HR SMM vada raggruppata insieme con il mieloma attivo, perché come tale questo viene trattato. I ricercatori hanno tuttavia ritenuto importante mantenere la designazione di SMM, poiché questa condizione definisce un gruppo di pazienti che possono beneficiare di un trattamento a minore intensità.

Malattia minima residua

Il dott. Rajkumar ed io abbiamo co-presieduto la sessione sulla malattia minima residua (MRD), che comprendeva le seguenti presentazioni:

Approcci alla MRD basati sul sangue periferico

La dottoressa Noemi Puig (Università di Salamanca, Spagna) ha presentato una relazione dedicata alla metodologia di rilevamento delle cellule di mieloma nel sangue. Queste sono chiamate cellule tumorali circolanti (CTC). Sulla base dei metodi attuali, ha scoperto che non tutti i pazienti nel cui midollo osseo vi sono cellule di mieloma rilevabili presentano CTC rilevabili nel sangue. Sono in corso ricerche

per individuare metodi più sensibili per rilevare le CTC, magari utilizzando la spettrometria di massa.

I campioni di sangue sono più accessibili rispetto a quelli di midollo osseo e possono essere monitorati nel tempo come è impossibile fare con i campioni di midollo osseo. La maggior parte dei ricercatori ritiene che, pur non arrivando a poter sostituire gli esami del midollo osseo per la diagnosi e la stadiazione del mieloma, gli esami del sangue per le CTC potrebbero diventare nel tempo strumenti di monitoraggio utili e sensibili.

Approcci alla MRD basati sul midollo osseo

Il dott. Nikhil C. Munshi (Dana-Farber Cancer Institute, Boston, Massachusetts) ha passato in rassegna gli attuali approcci alla misurazione della MRD nei pazienti con mieloma. Ritiene rilevante, predittivo e significativo lo stato sostenuto nel tempo di negatività MRD. I pazienti che raggiungono e mantengono uno stato MRD-negativo tramite metodi di test sensibili non tendono a manifestare recidive.

È importante quando la negatività alla MRD viene raggiunta durante il trattamento? I ricercatori non hanno rilevato evidenze che faccia ritenere che sia così. La terapia di mantenimento può indurre nel tempo la negatività MRD in pazienti che in precedenza erano MRD-positivi, per cui vale la pena continuare il trattamento.

È possibile decidere quando iniziare o interrompere il trattamento sulla base ai risultati del test per la MRD?

I ricercatori ritengono che in linea generale il processo decisionale clinico non dovrebbe essere influenzato dallo stato della MRD. La maggior parte dei ricercatori conviene tuttavia che i pazienti con mieloma ad alto rischio e stato MRD-positivo continuato tendono a sentirsi a proprio agio nell’intensificare il trattamento per cercare di raggiungere la negatività MRD. La malattia ad alto rischio è definita come mieloma con una o più mutazioni cromosomiche ad alto rischio.

Terapia di prima linea

Il dott. Jesús San Miguel (Università di Navarra, Spagna) ha presieduto la sessione sulla terapia di prima linea, la prima terapia che il paziente riceve dopo la diagnosi di mieloma.

+1 800-452-CURE numero verde da Stati Uniti e Canada +1 818-487-7455 da tutto il mondo ESTATE 2023 3 (continua alla pagina successiva)
I dottori Nikhil C. Munshi, S. Vincent Rajkumar e Brian G.M. Durie

Mieloma di nuova diagnosi e strategie di trattamento

La dott.ssa Nisha Joseph (Winship Cancer Institute, Emory University, Atlanta, Georgia) ha esaminato i dati clinici relativi all’uso di anticorpi monoclonali anti-CD38 nella terapia di induzione, incluso lo studio clinico GRIFFIN, che ha esaminato l’aggiunta di Darzalex® (daratumumab) al regime di induzione a tre farmaci (“tripletta”) di Velcade® (bortezomib) + Revlimid + desametasone (VRd) e lo studio clinico GMMG-HD7 che ha esplorato la “tripletta” di Sarclisa® (isatuximab) + VRd (Isa-VRd). La dott.ssa Joseph ha inoltre condiviso i dati istituzionali di Emory.

Tutti gli studi dimostrano che l’aggiunta di anticorpi anti-CD38 al regime di induzione comporta una maggiore profondità di risposta con tassi di negatività MRD più alti. I ricercatori concordano che, data la risposta più profonda, l’utilizzo di un anticorpo anti-CD38 nel regime di induzione dovrebbe essere lo standard di cura (SOC) per la maggior parte dei pazienti con mieloma di nuova diagnosi. Si noti che circa l’85% dei pazienti affetti da mieloma presenta malattia a rischio standard e il 15% malattia ad alto rischio. I ricercatori concordano che la combinazione di un anticorpo anti-CD38 + VRd produce risultati migliori per i pazienti a rischio standard. Per i pazienti ad alto rischio, i risultati sono stati inconcludenti rispetto alla terapia con VRd.

La dott.ssa Joseph ha anche esaminato le evidenze riguardanti l’uso degli inibitori del proteasoma nei regimi di prima linea, tra cui Velcade e Kyprolis® (carfilzomib). Ha concluso che esiste

un ruolo per gli inibitori del proteasoma nel trattamento di prima linea per i pazienti con mieloma ad alto rischio.

Strategia di trapianto

Il dott. Peter Voorhees (Atrium Health Levine Cancer Institute, Charlotte, North Carolina) ha ripercorso il passato e discusso il presente e il futuro del trapianto di cellule staminali nel mieloma. Ha affermato che il percorso verso una cura del mieloma passa attraverso la MRD. I pazienti che raggiungono e mantengono lo stato di negatività MRD tendono a rimanere in remissione più a lungo. I dati di molte sperimentazioni cliniche dimostrano che il percorso migliore per ottenere una negatività MRD sostenuta è l’induzione/consolidamento iniziale di una tripletta o di una quadrupla seguita da trapianto autologo di cellule staminali (ASCT).

Il dott. Voorhees ha discusso degli studi clinici in corso che orienteranno in futuro il trattamento del mieloma. Lo studio MIDAS sta esplorando il concetto di adattamento del consolidamento e del mantenimento al rischio per mezzo dei test MRD. CARTITUDE-6 sta studiando l’ASCT rispetto alla terapia con cellule CAR T con Carvykti® (cilta-cel). Diversi studi di fase II stanno valutando gli anticorpi bispecifici (chiamati anche T-cell engagers) nei pazienti con nuova diagnosi. I ricercatori hanno espresso ottimismo sul ruolo del miglioramento delle terapie nell’avvicinarci a una cura.

Gestione delle recidive precoci

Il dott. Philippe Moreau (Ospedale Universitario di Nantes, Francia) ha presieduto la sessione sulla gestione delle recidive precoci.

info@myeloma.org myeloma.org 4 ESTATE 2023
IMWG 2023 – CONTINUA DA PAGINA 3 Scienza e clinica
VERTICE
La tavola rotonda sull’immunoterapia con i dott. Thomas Martin, Ajai Chari, Paula Rodriguez-Otero, Nikhil Munshi, Rakesh Popat e Brian G.M. Durie La tavola rotonda sulla gestione delle recidive precoci con i dott. Saad Z. Usmani, Meletios A. Dimopoulos, Philippe Moreau e Sagar Lonial

Approccio alla recidiva precoce

Il dott. Meletios A. Dimopoulos (University of Athens School of Medicine, Grecia) ha discusso le recidive precoci, definite come ricadute che si verificano durante le prime 3 linee di terapia. Il dott. Dimopoulos ha sottolineato che i fattori legati alla malattia, al trattamento e al paziente giocano tutti un ruolo nella scelta della terapia alla prima recidiva. Gli obiettivi del trattamento includono la massimizzazione della risposta, il mantenimento del controllo della malattia e il bilanciamento dell’efficacia con la tollerabilità e la qualità di vita. Le considerazioni sui farmaci verso cui il paziente può essere resistente o refrattario e la durata della precedente remissione sono essenziali nella scelta della terapia successiva.

Molti pazienti sono resistenti o refrattari a Revlimid al momento della recidiva, perché molti ricevono Revlimid come mantenimento per un lungo periodo di tempo. Sebbene gli anticorpi anti-CD38 siano stati un punto fermo del trattamento di seconda linea, man mano che questi diventano più comuni nell’uso in prima linea, altre terapie come quelle con cellule CAR T e gli anticorpi bispecifici possono essere anticipate nel trattamento. Il 10%-15% dei pazienti affetti da mieloma che hanno una ricaduta rapida dopo il primo trattamento sono difficili da trattare perché questa situazione tende a indicare una malattia aggressiva. I ricercatori concordano sul fatto che gli studi clinici possono essere una buona opzione per molti di questi pazienti.

Immunoterapia

Questa sessione è stata presieduta dal dott. Munshi.

Terapia CAR T e terapia bispecifica: selezione dei pazienti, gestione degli effetti collaterali

Il dott. Ajai Chari (Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York) ha esaminato la terapia con cellule CAR T e gli anticorpi bispecifici, che hanno dimostrato tassi di risposta senza precedenti nel mieloma di circa il 70-100%. Questi nuovi approcci terapeutici presentano tuttavia anche alcuni effetti collaterali degni di nota che sono nuovi nel campo del mieloma. La sindrome da rilascio di citochine (CRS), una sindrome infiammatoria sistemica acuta caratterizzata da febbre e sintomi simil-influenzali, si manifesta nella maggior parte dei pazienti, in genere in modo lieve. Può essere trattata con steroidi e/o tocilizumab. Anche l’infezione è comune nei pazienti trattati con cellule T CAR o anticorpi bispecifici.

L’IMWG ha pubblicato di recente delle raccomandazioni per la prevenzione delle infezioni, che possono essere pericolose nei pazienti con mieloma. Altro effetto collaterale raro ma grave che può verificarsi è la neurotossicità. I medici devono monitorare attentamente i pazienti per individuare gli eventuali segni di neurotossicità e intervenire tempestivamente. Considerando le numerose nuove immunoterapie oggi disponibili e l’evoluzione degli standard di cura in prima linea, è necessario prestare attenzione alla sequenzialità del trattamento.

Immunoterapie nuove ed emergenti

Il dott. Thomas Martin (UCSF Helen Diller Family Comprehensive Cancer Center, San Francisco, California) ha discusso della risposta senza precedenti alle terapie con cellule CAR T e agli anticorpi bispecifici che prendono di mira l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), una proteina presente sulla superficie delle cellule del mieloma e ha sottolineato come molti altri nuovi bersagli siano in arrivo. Esistono opportunità per utilizzare le terapie in modi, combinazioni e fasi nuove (esempio: nelle prime linee di terapia o come mantenimento). I dati preliminari suggeriscono che le terapie con cellule CAR T e gli anticorpi bispecifici possono avere risultati ancora migliori nelle prime linee di trattamento, perché le immunoterapie sfruttano il sistema immunitario del paziente per uccidere le cellule del mieloma e i pazienti tendono ad avere un sistema immunitario più robusto nelle prime linee di terapia.

Lo studio clinico RedirecTT-1 ha combinato l’anticorpo bispecifico Tecvayli™ (teclistamab) con talquetamab, un altro anticorpo bispecifico che ha un bersaglio diverso. Questo studio ha dimostrato un impressionante tasso di risposta del 96,3% in una delle coorti di dosaggio. È risultato efficace anche nei pazienti con malattia extramidollare.

Comitati IMWG

Nonostante i progressi compiuti, degli interrogativi persistono e nuovi set di dati reali sono necessari per abbinare al meglio il singolo paziente alla terapia per lui ottimale e per determinare la sequenza delle terapie. Nella parte conclusiva del vertice, i membri dei seguenti comitati IMWG hanno presentato le loro relazioni: il comitato SMM, il comitato per le malattie ossee, il comitato per le immunoterapie e il comitato per la spettrometria di massa e la MRD.

Nel complesso, il 14° vertice annuale dell’IMWG è stato vivace e produttivo. Questa collaborazione esemplare nella ricerca porterà senza dubbio a nuovi ed entusiasmanti sviluppi che miglioreranno la vita dei pazienti affetti da mieloma. MT

Visitare videos.myeloma.org per vedere il video IMWG

Conference Series: Making Sense of Treatment e tutti gli altri video della serie Ask Dr. Durie. Visitare blogs.myeloma.org per il blog Week in Review del dott. Brian G.M. Durie.

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ASCO ed EHA 2023: Bispecifici, CAR T e altro!

Numerosi abstract di ricerca sul mieloma sono stati presentati da eminenti esperti in occasione dei congressi annuali dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO, Società americana di oncologia clinica) e dell’European Hematology Association (EHA, Associazione europea di ematologia) che si sono tenuti a giugno 2023. Grande interesse è stato suscitato dall’uso della terapia con cellule CAR T nelle fasi iniziali della malattia. I dati della sperimentazione clinica CARTITUDE-4 sono stati presentati sia all’ASCO che all’EHA. Questo studio confronta Carvykti® (ciltacabtagene autoleucel o cilta-cel) con le terapie standard di cura (SOC) nelle recidive precoci.

I risultati ottenuti con Carvykti hanno mostrato una riduzione del 74% del rischio di progressione. Il tasso di risposta completa (CR) e di risposta completa stringente (sCR) è stato del 73,1% con Carvykti rispetto al 21,8% con la terapia SOC. Al follow-up attuale, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è di 11,8 mesi per la SOC, mentre non è stata ancora raggiunta per Carvykti. Questo dato è simile ai risultati dello studio clinico KarMMa-3 che ha confrontato Abecma® (idecabtagene vicleucel o ide-cel) con la SOC, dimostrando un sostanziale beneficio in termini di PFS per l’approccio Abecma.

I dati emergenti con gli anticorpi bispecifici sono stati presentati sia all’ASCO che all’EHA. Primi risultati entusiasmanti sono stati presentati dallo studio clinico RedirecTT-1, che ha valutato l’impatto degli anticorpi bispecifici Tecvayli® (teclistamab) e talquetamab somministrati simultaneamente per colpire sia BCMA che GPRC5D. Nella fase Ib di determinazione della dose, il 33% dei partecipanti allo studio presentava citogenetica ad alto rischio e il 32% malattia extramidollare (EMD).

Al livello di espansione della dose massima tollerata (MTD), l’impressionante tasso di risposta globale (ORR) è stato

del 96,3%, con il 40,7% dei pazienti che hanno raggiunto la CR o sCR. Una scoperta inaspettata è stata l’alto tasso di risposta dell’85,7% nei pazienti con EMD, con il 28,6% che ha ottenuto la CR o sCR e la scomparsa delle lesioni multiple dei tessuti molli in tutto il corpo. L’approccio a “doppio bersaglio” è una delle nuove strade percorribili e applicabile sia agli approcci terapeutici con bispecifici che con cellule CAR T.

Il video “The IMWG Conference Series: Making Sense of Treatment” cattura la vivace discussione sulla ricerca sul mieloma che ha animato i meeting ASCO ed EHA 2023, oltre ai punti salienti del vertice IMWG 2023. Moderato dal dott. Brian G.M. Durie e con i dottori María-Victoria Mateos e Thomas Martin in qualità di relatori, non perdetevi la replica di questo evento estremamente informativo registrato il 15 giugno 2023. Guardatelo per essere in prima linea sulle ultimissime novità sul mieloma! MT

GUARDA

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Scienza e clinica
IMWG Conference Series ASCO ed EHA 2023
LA REPLICA https://mmsm.link/44ppr34
sottotitoli auto-generati di YouTube potrebbero essere disponibili
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Le terapie con cellule CAR T mostrano risultati promettenti se utilizzate precocemente nel mieloma #WHEREISDRJOE

La terapia a base di cellule T esprimenti il recettore chimerico per l’antigene (CAR) sta già avendo un profondo impatto su molti tumori del sangue, mieloma incluso. La Food and Drug Administration (FDA, Agenzia per gli alimenti e i medicinali”) statunitense ha già approvato due terapie con cellule CAR T per l’uso nel mieloma.

Nel marzo 2021, Abecma® (nome generico “idecabtagene vicleucel” o “ide-cel” in breve) è diventata la prima terapia a base di cellule CAR T approvata dalla FDA per i pazienti affetti da mieloma ed è la prima terapia a cellule CAR T che prende come bersaglio l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA), una proteina coinvolta nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule del mieloma. Abecma è approvato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma recidivante o refrattario dopo quattro o più linee di trattamento precedenti, incluso un agente immunomodulatore, un inibitore del proteasoma, e un anticorpo monoclonale anti-CD38.

Nel febbraio 2022, la FDA ha poi approvato Carvykti® (“ciltacabtagene autoleucel” o “cilta-cel” in breve) per il trattamento degli adulti con mieloma recidivante o refrattario che hanno ricevuto quattro o più precedenti linee di terapia, compresi un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulante e un anticorpo monoclonale anti-CD38.

L’approccio delle cellule CAR T al trattamento del mieloma è un’immunoterapia che potenzia il sistema immunitario, la difesa naturale del nostro organismo progettata per distruggere le cellule infette e maligne (cancerose) e per rimuovere i detriti cellulari. La terapia con cellule CAR T prende le cellule T del paziente e le ingegnerizza per attaccare e distruggere le cellule del mieloma. Per raggiungere questo obiettivo, le cellule T vengono “raccolte” dal flusso sanguigno dei pazienti e inviate a un laboratorio di produzione altamente specializzato dove vengono ingegnerizzate e moltiplicate fino a produrre un numero di cellule T attive sufficiente a rendere efficace la terapia. Il prodotto a base di cellule T viene quindi somministrato al paziente mediante infusione. Le cellule T infuse iniziano immediatamente ad attaccare le cellule del mieloma.

Stiamo osservando tassi di risposta anche di 3 volte superiori rispetto alle terapie precedenti nel mieloma pesantemente

pretrattato, addirittura fino a quasi il 100%! Ma i tassi di risposta non sono solo elevati, ma producono anche risposte che durano molto a lungo. Alcuni pazienti hanno mostrato risposte durature per anni. Tuttavia, sia Abecma che Carvykti sono approvati dalla FDA per l’uso in pazienti con almeno quattro precedenti linee di terapia. Questo potrebbe presto cambiare. Due ampi studi clinici, uno con Abecma e uno con Carvykti, stanno utilizzando la terapia con cellule CAR T in contesti di trattamento di prima linea, incluso il mieloma di nuova diagnosi.

Lo studio clinico KarMMa-3 sta valutando Abecma in pazienti con 2-4 linee di terapia precedenti, confrontandolo con uno dei 5 regimi standard di cura (SOC) attualmente utilizzati nel mieloma recidivato:

1. Darzalex® (daratumumab) + Pomalyst® (pomalidomide) + desametasone (DPd),

2. Darzalex + Velcade® (bortezomib) + desametasone (DVd),

3. Ninlaro® (ixazomib) + Revlimid® (lenalidomide) + desametasone (IRd),

4. Kyprolis® (carfilzomib) + desametasone (Kd), o

5. Empliciti® (elotuzumab) + Pomalyst + desametasone (EPd).

Con un follow-up di poco più di 18 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) è stata di 13,3 mesi nel braccio di studio Abecma contro 4,4 mesi nel braccio di studio SOC e il tasso di risposta è stato rispettivamente del 71% contro il 42%. Si tratta di una differenza davvero notevole a favore della terapia con cellule CAR T.

I dati dello studio clinico CARTITUDE-4 su Carvykti sono stati recentemente presentati ai meeting annuali dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO, Società americana di oncologia clinica) e dell’European Hematology Association (EHA, Associazione europea di ematologia). Carvykti è stato valutato in pazienti con 1-3 linee di terapia precedenti rispetto ai regimi SOC DPd e DVd. Con circa 16 mesi di follow-up, la PFS per il braccio di studio con regimi SOC è stata di 11,8 mesi rispetto al braccio di studio con Carvykti, dove la PFS non è ancora stata raggiunta. La differenza nelle curve di PFS è piuttosto evidente. C’è stata anche una differenza significativa

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Ciencia y clínica

nei tassi di risposta, con l’85% nel braccio di studio Carvykti contro il 63% nel braccio di studio con regimi SOC.

In entrambi gli studi sembra che la somministrazione della terapia con cellule CAR T in una fase precoce del decorso del mieloma abbia ridotto la tossicità: meno sindrome da rilascio di citochine (CRS), tossicità neurologica e conta ematica bassa. Ciò non è del tutto sorprendente, considerando che i nuovi trattamenti tendono a essere più efficaci nelle prime linee di terapia, ma il grado di miglioramento è degno di nota. Può anche darsi che i linfociti T dei pazienti siano più efficaci e sicuri quando vengono utilizzati prima.

Quindi cosa significa questo per i pazienti con mieloma?

È gratificante vedere questi risultati impressionanti e riteniamo che nel prossimo futuro la FDA modificherà le approvazioni di questi prodotti per la terapia con cellule CAR T per consentirne l’uso in una fase precoce del decorso della malattia. Detto questo, molti pazienti affetti da mieloma incontrano difficoltà nell’accesso alle terapie con cellule CAR T. Si tratta di un problema complesso che include problemi di produzione, disponibilità presso i centri di trattamento, razza

ed etnia, stato socio-economico e geografia: alcuni pazienti affetti da mieloma semplicemente non vivono abbastanza vicino ai luoghi in cui le terapie con cellule CAR T vengono somministrate.

Qualche speranza però inizia a intravvedersi, con l’aumentare della produzione e con un maggior numero di centri di cura che iniziano a offrire la terapia con cellule CAR T. I risultati degli studi clinici KarMMa-3 e CARTITUDE-4 sono davvero entusiasmanti. Stiamo ora valutando la terapia con cellule CAR T in prima linea e la stiamo già confrontando anche con il trapianto autologo di cellule staminali. Potremmo presto vedere terapie con cellule CAR-T utilizzate nelle fasi iniziali del decorso del mieloma. MT

Restate sintonizzati per il nuovo editoriale #WHEREISDRJOE del dott. Mikhael e contattate l’InfoLine dell’IMF per domande o dubbi sul mieloma. Le linee telefoniche sono raggiungibili dalle 9 alle 16 (ora del Pacifico) dal lunedì al giovedì, e dalle 9 alle 14 il venerdì, al numero telefonico 1.800.452.CURE in Stati Uniti e Canada o al numero 1.818.487.7455 in tutto il resto del mondo. Per inoltrare elettronicamente eventuali domande, inviare un’email all’indirizzo InfoLine@myeloma.org.

info@myeloma.org myeloma.org 8 ESTATE 2023
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