Le potenzialità dell’HPP nei semilavorati di frutta
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Manipolazione automatizzata nel caseario
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SISTEMI PER PRODURRE
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Nella produzione alimentare i robot Stäubli soddisfano i più severi requisiti in materia di igiene e di sicurezza, eseguendo tutti i processi con precisione, a dabilità, massima produttività e sicura collaborazione uomo-robot.
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Stäubli – Experts in Man and Machine
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6 In copertina
Trealosio: lo zucchero poco dolce che valorizza il bakery
Gabriella Bottega racconta perché TREHA®, il trealosio brevettato da Nagase Viita e distribuito in esclusiva in Italia da Faravelli Food Division, risponde efficacemente alle esigenze dei prodotti da forno: molto meno dolce del saccarosio, esalta gli aromi e preserva fragranza e struttura.
20 Acqua e climate change: le priorità ESG per l’industria alimentare
La ricerca “Materialità 2024” di Omnicom mette in luce i temi giudicati più rilevanti da un campione del settore food&beverage nell’ambito dei fattori ambientali, sociali e di governance.
26 L’impegno di Nateeo per la sostenibilità nell’agroalimentare
Per misurare in modo oggettivo il proprio impatto lungo l’intera filiera, il produttore di ingredienti alimentari si è affidato a tre prestigiosi rating di sostenibilità: Sedex, EcoVadis e SI Rating.
34 Le potenzialità dell’HPP nei semilavorati di frutta
L’uso delle alte pressioni prolunga la shelf-life preservando gusto e nutrienti senza l’impiego di calore e additivi. Il progetto Agroval ha contribuito alla diffusione delle potenzialità di questa tecnologia innovativa.
50 Manipolazione automatizzata di forme di formaggio
Il caseificio tedesco Leupolz ha installato un innovativo sistema di stoccaggio e manutenzione automatizzato, che prevede la movimentazione di forme da 80 kg con un robot Stäubli a sei assi.
EDITORIALE
Nessuno vince da solo (A. Bignami) 4
IN COPERTINA
Trealosio: lo zucchero poco dolce che valorizza il bakery (A. Bignami) 6
ATTUALITÀ
Enologia e beverage: Simei conferma la vocazione tecnologica italiana 12
DOP: un’economia da 20 miliardi di euro e 850.000 occupati 17
Acqua e climate change: le priorità ESG per l’industria alimentare 20
APPUNTAMENTI
Evolio Expo celebra l’olio di oliva made in Italy
INGREDIENTI
Così gli ingredientisti possono guidare la transizione del food&beverage (B. Mansell-Lewis)
La valorizzazione dei rifiuti
E editoriale
| di Alessandro Bignami
Quando si parla di fattori ESG nell’industria alimentare, emergono soprattutto le questioni relative alla ge stione di risorse primarie come l’energia e l’acqua, anche per la loro connessione con la crisi climatica. Lo conferma la ricerca “Materialità 2024” della società di consulenza Omnicom. Questa consapevolezza porta le aziende alla ricerca di soluzioni tecnologiche innovative a partire dal campo, per esempio con il precision farming, l’uso di droni e sensori per il monitoraggio delle colture e altri sistemi finalizzati ad aumentare l’ef ficienza produttiva, ridurre gli sprechi e garantire la sicurezza alimentare. Proprio la sicurezza e la qualità del prodotto rappresentano un altro criterio ESG centrale per il settore, mentre cresce la focalizzazione sugli aspetti salutistici e nutrizionali, con l’inserimento di informazioni dettagliate in etichetta. E sempre più stra tegici sono considerati, anche nel food&beverage, indicatori ESG come l’impegno su diversità e inclusione e la capacità di attrarre talenti.
NESSUNO VINCE DA SOLO
Anche dallo studio di Omnicom appare chiaro, dunque, che i criteri ESG si intrecciano strettamente con le sfide centrali già presenti nel settore alimentare e che sempre di più lo saranno nei prossimi anni. Sfide che culmina no evidentemente nella lotta al cambiamento climatico, che sta mettendo a dura prova le pratiche tradizionali nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento. Emissioni, approvvigionamento energetico, uso dell’acqua, sprechi lungo la filiera, smaltimento dei rifiuti, sicurezza e proprietà nutrizionali del prodotto finale, etichetta tura e condizioni di lavoro: sono i punti nevralgici su cui le aziende agroalimentari sanno di dover lavorare più che mai per raggiungere la sostenibilità richiesta da normative e consumatori e al contempo per competere con successo in uno scenario sempre più esigente. È però fondamentale che i produttori non siano lasciati soli su questo inerpicato sentiero. Occorrono iniziative di collaborazione con istituzioni e associazioni italiane ed euro pee, oltre che luoghi e momenti dedicati al dialogo e allo scambio di informazioni, anche fra diversi settori. Perché nessuna delle epocali sfide di oggi si può affrontare da soli.
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Gabriella Bottega racconta perché TREHA®, il trealosio brevettato da Nagase Viita e distribuito in esclusiva in Italia da Faravelli Food Division, risponde efficacemente alle esigenze dei prodotti da forno: molto meno dolce del saccarosio, esalta gli aromi e preserva fragranza e struttura.
TREALOSIO: LO ZUCCHERO POCO DOLCE CHE VALORIZZA IL BAKERY
Quando, durante il workshop, ha mostrato una composizione in mattoncini Lego per illustrare le due molecole di glucosio che compongono il trealosio, Gabriella Bottega ha fatto improvvisamente breccia nell’attenzione dei partecipanti. Product Manager presso Faravelli Food Division, Bottega trasmette le tante proprietà di questo ingrediente unendo la passione per la chimica, sviluppata nei diversi anni trascorsi in università a fare ricerca, con la capacità di connettersi alle esigenze pratiche e quotidiane dei produttori alimentari. Nel seminario di ottobre, organizzato da Faravelli per gli operatori del settore bakery, Bottega ha fatto da trait d’union fra la presentazione scientifica del produttore giapponese Nagase Viita (che ha brevettato il trealosio con il marchio TREHA®) e l’assaggio delle prelibatezze preparate con questo speciale ingrediente dal Maestro pasticcere Luigi Biasetto.
Qualche settimana dopo il seminario, abbiamo incontrato Gabriella Bottega nella storica sede centrale di Faravelli a Milano, per saperne di più sul trealosio e sull’approccio lavorativo della Product Manager.
Dottoressa Bottega, quali sono i suoi compiti in Faravelli?
“Lavoro in Faravelli da settembre 2021 nella posizione di Product Manager. Sono responsabile di alcuni prodotti dei nostri principali partner, quasi sempre con distribuzione esclusiva per l’Italia. La mia area di responsabilità spazia dagli ingredienti dairy, quindi derivati del latte, agli zuccheri come il trealosio, oltre a fibre, amidi e concentrati aromatici. Occuparmi di prodotti molto diversi è stimolante e mi dà la possibilità di avere una visione ampia del mercato: soprattutto mi permette di affrontare problematiche e richieste da molteplici punti di vista. La parte più bella del mio lavoro sta proprio nel trovarmi davanti a situazioni ed esigenze sempre nuove”.
Cosa significa essere responsabile di un prodotto, nella sua quotidianità lavorativa?
“Vuol dire anzitutto conoscere l’ingrediente, studiarlo, valutare le sue possibili applicazioni nei mercati che seguiamo, supportare e orientare gli sforzi dell’area commerciale, individuare strategie di promozione, interagire costantemente
di Alessandro Bignami
con il fornitore, coordinare l’approvvigionamento e lo stoccaggio in magazzino al fine di garantirne la continua disponibilità. Ovviamente non è un lavoro che si può fare da soli, anche alla luce dei diversi partner di cui sono responsabile e dell’ampia gamma di prodotti che devo gestire. Faravelli è una società fortemente strutturata che mette a disposizione le sue diverse competenze, dall’amministrazione al marketing, fino alla vendita e all’assistenza tecnica. Fondamentale, inoltre, è il continuo supporto di tutti i miei colleghi che lavorano all’interno della divisione Food, oltre che dei nostri partner”.
Ha anche il compito di individuare nuove applicazioni e mercati per i prodotti che distribuite?
“Sì. Le idee possono nascere dal confronto con il fornitore, ma ancora più spesso da domande sollevate dai clienti. Ogni richiesta nuova diventa una sfida a cui trovare una soluzione che non è stata ancora trovata: e per trovarla devo saper legare la mia preparazione tecnica a uno sguardo attento all’evoluzione del mercato. Ho comunque il prezioso supporto del nostro Technical Manager, che ha una grande esperienza e una conoscenza fine del nutrito portafoglio prodotti che offriamo”.
Il Maestro pasticcere Luigi Biasetto collabora con Faravelli nell’esplorazione e divulgazione delle caratteristiche del trealosio per la preparazione di dolci e prodotti da forno
L’idea di far conoscere di più il trealosio nel bakery viene dalle sue esperienze in questo settore?
Gabriella Bottega, Product Manager in Faravelli Food Division
“In realtà ho iniziato ad approfondire la conoscenza del trealosio poco più di tre anni fa, proprio quando sono arrivata in Faravelli. Ma era pressoché sconosciuto persino fra gli addetti ai lavori. Pur essendo stato inserito tra i novel food già dal 1998, nemmeno i corsi universitari lo avevano mai trattato molto. Quando qui ho cominciato a studiarlo non ho potuto fare a meno di appassionarmi e di farmi sorprendere
“Pur essendo un novel food, il trealosio era quasi sconosciuto perfino fra gli addetti ai lavori. Quando ho cominciato
a studiarlo mi sono appassionata alle sue speciali caratteristiche”
dalle sue caratteristiche. Sono davvero contenta di aver avuto l’opportunità di far conoscere questo ingrediente nel seminario all’Università degli studi di Milano, con cui sono rimasta in contatto dopo il mio dottorato di ricerca nel Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari. Sono stata invitata dalla Professoressa Alessandra Marti a tenere una lezione, nell’ambito del corso di Tecnologie per i cereali e derivati, per parlare dell’attività di Faravelli e di alcuni ingredienti che distribuiamo. Quando ho descritto il trealosio ho subito notato che si era acceso un forte interesse fra gli studenti, che per definizione rappresentano il futuro del settore”.
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Cosa l’ha interessata di questo ingrediente, in particolare?
“Anzitutto il fatto che sia un prodotto molto semplice – essendo uno zucchero a tutti gli effetti – ma al contempo
“Il trealosio rispetta ed esalta il profilo aromatico del prodotto, che verrebbe altrimenti parzialmente coperto dall’eccesso di dolcezza”
ricco di proprietà uniche, che lo rendono performante in qualunque settore alimentare”.
Quando questa passione si è tradotta in una vera e propria strategia di mercato?
“Già da prima che arrivassi io in Faravelli, la Divisione Food aveva proposto ai clienti alcuni workshop dedicati a questo ingrediente, raccogliendo feedback positivi. Da sempre sono e siamo convinti che il trealosio possa andare ben oltre il settore del gelato, dove si è maggiormente affermato in Italia fino ad oggi, e che possa avere grandi riscontri soprattutto nel bakery. Una scelta vincente è stata poi quella di coinvolgere il Maestro pasticcere Luigi Biasetto. Con lui abbiamo potuto aggiungere, alla classica presentazione teorica, una dimostrazione concreta dei risultati che si ottengono con l’utilizzo del trealosio. Il Maestro conosceva già il prodotto e confrontandosi con noi ha esplorato ulteriori possibili applicazioni, fino a selezionare cinque ricette di prodotti da forno, tra dolci e salati, che ci ha illustrato nel recente seminario nel nostro stabilimento di Nerviano”.
Il vostro partner Nagase Viita è stato pioniere nella produzione del trealosio su scala industriale… “Sì, perché ha sviluppato per la prima volta l’estrazione enzimatica che ha reso possibile la produzione industriale del trealosio e quindi il suo ingresso nel mercato. La sua molecola, commercializzata con il marchio TREHA®, è protetta da brevetto ed è l’unica al mondo ad avere una purezza del 99%. Le prestazioni del trea-
Una molecola molto comune in natura
Il trealosio è un disaccaride non-riducente, simile al saccarosio. È formato da due molecole di glucosio legate tra loro da legame glucosidico α,α-1,1. È molto comune in natura. Si trova principalmente in muffe e lieviti come il Saccharomices cerevisiae. Si estrae industrialmente mediante idrolisi enzimatica dell’amido, che dà una polvere cristallina bianca con un alto grado di purezza, inodore e dal sapore leggermente dolce.
TREHA ® è il trealosio originale e protetto da brevetto di Nagase Viita, azienda che ha messo a punto il processo di estrazione che, ancora oggi, attraverso severi controlli di qualità, produce l’ingrediente con grado purezza min. 99%.
È uno zucchero naturale con dolcezza pari al 38% rispetto a quella del saccarosio, non igroscopico e non riducente. Risulta particolarmente stabile a pH acidi e alle alte temperature e non partecipa alla reazione di Maillard.
Tra le sue numerose proprietà, il TREHA® ha anche quella di impedire la formazione dei cristalli di ghiaccio di grosse dimensioni, proprietà particolarmente apprezzata in prodotti come gelati o sorbetti.
È molto efficace nel prevenire la retrogradazione degli amidi e la denaturazione delle proteine così come l’ossidazione/degradazione degli acidi grassi, preservando quindi la qualità dei cibi. Il dosaggio tipico è del 3-5%.
TREHA® di Nagase Viita è un ingrediente alimentare Novel Food, certificato Kosher e Halal, non-OGM.
I principali settori di applicazione includono: prodotti da forno (migliora la texture e mantiene la morbidezza); dolci e prodotti di pasticceria (previene la cristallizzazione degli zuccheri); gelato (migliora la struttura del prodotto e il gusto); piatti pronti e gastronomia (prolunga la freschezza e la stabilità); carni e prodotti salati (mantiene l’umidità e migliora la consistenza); preparazioni plant-based (assicura texture morbide e sapori autentici senza l’impiego di additivi).
del grado di dolcezza nei diversi zuccheri
Sweetness Comparison with Common Sugars
Comparazione
losio di Nagase Viita non sono dunque eguagliabili dalle altre varianti sul mercato”.
Quali sono le caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto al settore bakery?
“I trasformatori di prodotti da forno apprezzano molto la minore dolcezza rispetto al saccarosio, pari a un rapporto di 38 su 100. Questo significa ottenere la stessa struttura, i gradi brix e il residuo secco di un prodotto zuccherato, ma con una percezione molto meno dolce al palato. In tal modo viene rispettato ed esaltato il profilo aromatico del prodotto, che verrebbe altrimenti parzialmente coperto dall’eccesso di dolcezza. La forza di questo straordinario zucchero sta dunque anche nella sua ‘discrezione’, che lascia esprimere pienamente i profumi degli altri ingredienti. Quando, durante il seminario, il Maestro Biasetto ha aperto la confezione del pane morbido, i partecipanti sono rimasti sedotti dal suo profumo fresco e inebriante. Lo stesso accade con i prodotti dagli aromi fruttati. Nel bakery, il trealosio è ideale anche perché non viene fermentato dal lievito, prolungando così i vantaggi dello zucchero anche dopo il processo di lievita-
Foto di gruppo al termine del workshop dedicato alle applicazioni del trealosio nel bakery, nello stabilimento di Faravelli a Nerviano (MI)
Distributore di ingredienti e materie prime dal 1926
Dal 1926, Giusto Faravelli distribuisce ingredienti e materie prime chimiche per diversi settori industriali: alimentare, nutraceutica, farmaceutica, cosmetica, nutrizione animale, chimica.
È un’azienda familiare italiana, con sede centrale nel cuore di Milano. La sua mission è accompagnare con competenza globale e sensibilità locale i propri partner verso scelte innovative e rivolte al futuro, attraverso ingredienti e soluzioni affidabili e sostenibili.
zione. Infine, il trealosio è una barriera naturale agli scambi di umidità con l’esterno. Lo si vede bene, per esempio, quando viene utilizzato nell’acqua di cottura del riso per il sushi: i chicchi non perdono idratazione e conservano la propria struttura. In qualsiasi alimento, funziona da barriera sia tra il ripieno e la parte esterna, sia tra la superficie del prodotto e l’ambiente. Così vengono preservate la freschezza, la croccantezza e la texture”.
Ha messo a fuoco qualche obiettivo o progetto per il 2025?
“Più che altro ci stiamo chiedendo cosa ci aspetta. Non è facile avere delle risposte chiare in questo momento, perché le condizioni del mercato stanno cambiando velocemente e sarà tutto da vedere l’impatto del nuovo governo degli Stati Uniti sull’economia europea. Per quanto mi riguarda, l’obiettivo per il 2025 è crescere ulteriormente insieme ai nostri fornitori e avviare nuovi progetti nel settore alimentare, pur con la consapevolezza che le nostre iniziative spesso hanno bisogno di non poco tempo per raccogliere i primi risultati. Lo stiamo verificando proprio con il trealosio. A distanza di qualche tempo dalle prime attività dedicate, oggi vediamo la domanda di campionatura in fortissima ascesa: ci auguriamo che possa tradursi in uno scatto delle vendite nel secondo semestre 2025”.
CEREAL DOCKS INAUGURA LA NUOVA SEDE DI MANTEGNA ACADEMY
L’11 novembre è stata inaugurata la nuova sede di Mantegna Academy, nel nuovo roof-top all’ultimo piano dell’headquarter di via dell’Innovazione a Camisano Vicentino. Con i dipendenti e collaboratori arrivati dalle varie le sedi del Gruppo, è stato celebrato l’avvio di una nuova fase della corporate school che conferma la volontà di mettere al centro le persone e la formazione continua per valorizzare il capitale umano e nutrire le relazioni con i vari stakeholder.
“Vogliamo che la Mantegna Academy diventi un vero e proprio ambiente di apprendimento, capace di facilitare la formazione e
di favorire il coinvolgimento delle persone e delle organizzazioni interne ed esterne all’azienda”, ha detto Giovanni Fanin, Business Director di Cereal Docks durante l’inaugurazione. “La nuova Mantegna Academy sarà un hub concepito come punto d’incontro tra persone, in cui condividere, in una logica multidisciplinare, idee, contenuti, progetti”.
Cereal Docks ha fissato due obiettivi principali per la nuova Corporate School: allineare il capitale umano e intellettuale dell’organizzazione agli obiettivi strategici in un contesto competitivo in continuo cambiamento, e creare un’interazione stabile con l’ambiente esterno, dalle università agli enti formativi, ai clienti e fornitori, fino alle comunità e al territorio.
“Sarà un percorso che richiederà tempo, energia, risorse che implementeremo nel prossimo piano industriale che ci guiderà fino al 2027”, ha aggiunto Giovanni Fanin. “Questo luogo è stato concepito come un simbolo”, ha spiegato il presidente di Cereal Docks, Mauro Fanin. “A partire dalla forma della sala, che richiama le linee di una nave: viaggio, movimento, dinamicità, la scoperta di nuove rotte e l’esplorazione
MONDI AVVIA UNA NUOVA LINEA DI ESTRUSIONE
Mondi, protagonista internazionale nel settore imballaggi e carta sostenibili, ha annunciato l’avvio di una nuova linea di estrusione presso Mondi Coating Št ĕ ti, in Repubblica Ceca, ponendo un’altra pietra miliare nell’impegno del Gruppo a supportare i clienti nella transizione a soluzioni sostenibili. La linea di estrusione fa parte di un investimento più ampio che comprende uno stabilimento di produzione con attrezzatura all’avanguardia, tra cui impianti di rivestimento e taglio. L’operazione amplia la produzione di carte con effetto barriera e altre carte rivestite ad altissima qualità, offrendo soluzioni in
base carta con proprietà barriera personalizzate. Gli utilizzi vanno dall’imballaggio food e non-food fino alle soluzioni industriali, come il rivestimento per scatole di cartone solido e rivestimenti
di nuove terre. Una delle mie fonti di ispirazione è stato Magellano e la storia della sua circumnavigazione del globo scritta da un vicentino, Antonio Pigafetta. Ma ancora prima ho pensato al coraggio di andare verso l’ignoto, al viaggio di Ulisse che riesce a superare le prove della vita con la forza dell’ingegno”.
Il presidente ha sottolineato come il Gruppo stia intraprendendo un viaggio verso nuovi obiettivi di crescita e consolidamento, nuovi modelli organizzativi e di business, una maggiore valorizzazione delle risorse umane, un approccio sempre più strutturato alla sostenibilità, una visione come “sistema di aziende” interconnesse e una forte consapevolezza del proprio ruolo civile.
“Crescere insieme è un obiettivo sfidante che possiamo raggiungere solo condividendo il percorso, le sue fatiche e le inevitabili difficoltà che si presenteranno lungo il nostro viaggio”, ha proseguito Mauro Fanin. “Fino ad oggi, i risultati hanno premiato questo approccio: l’ultimo anno si è chiuso con risultati positivi che verranno condivisi con tutti voi collaboratori, che ne siete stati gli artefici”.
con effetto barriera per scatole in corrugato. Come parte della gamma re/cycle di Mondi, questa serie innovativa di carte con effetto barriera offre soluzioni che possono essere riciclate negli
esistenti flussi di riciclo della carta in tutta Europa.
“L’avvio della nuova linea di estrusione presso Štĕtí rispecchia l’impegno di Mondi nell’aiutare i clienti durante il loro percorso verso la sostenibilità”, afferma Marko Schuster, COO Functional Paper & Films presso Mondi.
“Contribuisce ulteriormente a soddisfare i nostri obiettivi dell’iniziativa MAP2030, progettando soluzioni d’imballaggio e in base carta innovative, che mantengono i materiali in circolo e diminuiscono l’originarsi di rifiuti. Siamo felici di continuare a collaborare a stretto contatto con i nostri clienti, contribuendo a all’economia circolare”.
La crescita di visitatori e di espositori e l’esibizione di innovazioni tecniche capaci di conquistare i mercati internazionali hanno riportato in primo piano lo storico evento di Milano.
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ENOLOGIA E BEVERAGE: SIMEI CONFERMA LA VOCAZIONE TECNOLOGICA ITALIANA
Ha accolto 33mila visitatori la trentesima edizione di Simei, il Salone internazionale leader mondiale per il settore delle macchine per enologia e imbottigliamento di Unione italiana vini, andata in scena lo scorso novembre a Fiera Milano Rho. Il dato, che segna +10% di presenze sul 2022, si aggiunge all’esaurimento degli spazi espositivi (con 578 aziende), in crescita del 20% sull’edizione precedente.
Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, “Simei si conferma il Salone dell’innovazione, il punto di incontro tra un’offerta e una domanda altamente specializzata, capace di soddisfare le esigenze e attrarre gli interessi di buyer nazionali ed esteri. Puntiamo a offrire nel 2026 un Simei ancora più completo grazie alla partnership con Ipack Ima e il loro marchio Bevertech e al potenziamento di Distillo”.
Oltre alle premiazioni dell’“Innovation Challenge Lucio Mastroberardino”, Simei 2024 ha infatti ospitato la terza edizione di Distillo, ma anche la prima edizione di Beer Forum, gli stati generali della birra in Italia, L’Oleoteca di Olio Officina, ed Enovitis Business, appuntamento indoor dedicato alle tecnologie per la coltivazione del vigneto.
Simei ha inoltre premiato le otto aziende che hanno partecipato al Salone fin dalla sua prima edizione, nel 1963: Cavagnino & Gatti Spa, Dal Cin Gildo Spa, Enoplastic (Crealis), Garbellotto Spa, Gruppo Bertolaso Spa, Maselli Misure Spa, TMCI Padovan Spa e Zambelli Enotech Srl. A Gai Macchine Spa è andato invece il Prestige Award.
Complessivamente l’azione di incoming con Agenzia Ice ha portato a Simei 350 operatori specializzati esteri provenienti da 32 Paesi.
IMBOTTIGLIAMENTO E DINTORNI: UN SETTORE DA 5 MILIARDI DI EURO
Innovazione tecnica e presidio dei mercati internazionali. È la ricetta “anticrisi” che il comparto macchine per bevande, enologia e imbottigliamento, ha esibito in occasione di Simei. Il settore vale secondo le stime dell’Osservatorio del vino Uiv circa 5 miliardi di euro l’anno (3 miliardi per la sola filiera del vino) con una bilancia commerciale attiva di 2,2 miliardi di euro. Secondo un sondaggio realizzato dall’Osservatorio su un panel rappresentativo del settore (oltre 1 miliardo il fatturato aggregato) in occasione della trentesima edizione del Salone internazionale, la propensione all’export è del 46%, con una presenza capillare sulle piazze in tutti i continenti e, in particolare, tra i principali produttori mondiali di vino e bevande. Secondo la fotografia scattata dal sondaggio dell’Osservatorio Uiv, il 61% del comparto si aspetta infatti di chiudere l’anno in contrazione e con un calo del fatturato stimato attorno al 4%, mentre sono rispettivamente il 25% e il 14% quelli che prevedono un 2024 in linea o in crescita rispetto al 2023.
“In 9 cantine su 10 in tutto il mondo sono presenti macchine o componenti progettati e realizzati in Italia”, ha spiegato il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti.
“Si tratta di un comparto spesso trascurato nelle analisi di settore, che tuttavia rappresenta un asset importante e cruciale per l’indotto dell’intero sistema vino, che vive una congiuntura complessa. In questo scenario – ha aggiunto Castelletti – assumono ancora più importanza i contratti di filiera attesi per il 2025, finanziati con i fondi del PNRR, che prevedono investimenti fino al 2027 per un valore complessivo di 5 miliardi di euro, finanziati al 40% a fondo perduto (2 miliardi di euro).
Investimenti che riguarderanno in buona parte anche i settori merceologici presenti a Simei”.
Per Marzio Dal Cin, presidente di Anformape (Associazione nazionale
fornitori macchine accessori e prodotti per l’enologia), “l’Italia vanta la leadership globale per l’impiantistica, un primato importante trainato anche dal balzo degli Stati Uniti negli ultimi anni. Chiaramente il contesto economico, con il rallentamento dei mercati, e quello politico internazionale, considerato l’effetto che la nuova presidenza Usa può avere sulla politica commerciale americana, si riflettono anche sull’andamento di questo comparto, che – conclude Dal Cin – inizia ad esprimere qualche preoccupazione”. In particolare, coerentemente con la dinamica del mercato, a destare maggiore attenzione è proprio il settore vino, da cui per quest’anno è attesa una riduzione della domanda da parte dell’85% degli intervistati, a fronte di un 2% di ottimisti che segnalano una crescita e un 13% che la valuta stabile. Sempre incerte, ma sicuramente più positive, le previsioni per birra (stabile per il 50% dei rispondenti e in contrazione per il 43%), spirits (in contrazione per il 41% e stabile per il 33%, ma visti in crescita dal 27%) e olio (stabile per il 53% e in contrazione per il 38%).
Il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, ha spiegato che in 9 cantine su 10 in tutto il mondo sono presenti macchine o componenti progettati e realizzati in Italia
DEALCOLAZIONE: L’OFFERTA MADE IN ITALY ATTRAE I PAESI ESTERI
“Negli States preferiamo chiamarli low sugar più che low alcol”. Il diverso sguardo – pragmatico e non ideologico – sul tema dei vini dealcolati lo sintetizza Randy Ullom, enologo e vicepresidente del colosso californiano del vino Jackson Family Wines. Al Simei, le tecnologie per la dealcolazione hanno registrato molto interesse. Anche da parte dei 70 buyer statunitensi in rappresentanza delle principali imprese del vino a stelle e strisce: da Constellation Brands a Francis Ford Coppola fino appunto a Jackson Family, gigante con vigne negli Usa, Canada ma anche in Italia, Francia, Sud Africa, Cile e Australia. A fargli eco è David Crippen, director of winemaking di Bear Creek Winery, la sesta più grande azienda vinicola e vitivinicola a conduzione familiare degli Stati Uniti, a Simei proprio per studiare l’offerta di macchinari da dealcolazione. “Quasi tutte le attrezzature che abbiamo in cantina sono italiane – ha detto – e il salto di qualità che hanno fatto i vini tricolori ne-
Nel 2026 si aggiungerà Bevertech: tra liquidi alimentari e bevande
UIV-Unione Italiana Vini e Ipack Ima hanno siglato un accordo strategico che prevede la co-organizzazione di una nuova fiera verticale dedicata al settore Liquid Food & Beverage: Bevertech.
Simei esprime una leadership mondiale come manifestazione dedicata alle macchine e ai prodotti per l’enologia, spirits, olio e birra. A complemento, Ipack Ima è il punto di riferimento delle tecnologie packaging, processing e i materiali per un universo variegato di prodotti che include bibite, latte alimentare, soft drink, acque minerali, birra, functional & energy drink, succhi, baby drink e alimenti per l’infanzia, ma anche zuppe, dressing e salse. Queste due anime insieme vogliono presidiare un mercato globale in modo integrato, puntando a consolidare un network che favorisce l’incontro tra domanda e offerta, accrescendo le opportunità di sviluppo per le aziende e promuovendo le migliori pratiche del
gli ultimi 40 anni è probabilmente correlato anche a queste tecnologie”.
Una tendenza produttiva Nolo (no e low alcol) che non a caso incontra al Simei un matching con l’offerta made in Italy, Paese leader nelle tecnologie per il vino che vuole rimanere della partita, nonostante il divieto alla dealcolazione ancora in vigore. Nei giorni di fiera è stato presentato il sistema di dealcolazione “Libero”, forse una delle ultime innovazioni per la produzione su larga scala di dealcolati. Un ciclo continuo in grado di togliere l’alcol al vino che Omnia Technologies ha chiamato così perché “in grado di far gustare il vino senza vincoli”. “In fiera – dicono dal gruppo italiano che conta 400 ingegneri e tecnici in 39 sedi produttive – abbiamo riscontrato un interesse senza precedenti, in particolare da Spagna, Grecia e Stati Uniti. Anche i produttori italiani
settore a livello internazionale.
“Verticalità e innovazione dell’offerta sulla piattaforma integrata di Ipack Ima, questa è l’azione che stiamo attuando. Quest’anno abbiamo potenziato le collaborazioni e attivato nuove alleanze strategiche, in piena coerenza con il piano industriale e questo nuovo accordo ne è testimonianza”, dice Valerio Soli, presidente di Ipack Ima. “Il nostro traguardo è quello di diventare un ecosistema di fiere specializzate e complementari capaci di favorire contaminazioni che svolgano il ruolo di acceleratore di business”.
“Verticalità e specializzazione – ha detto l’amministratore delegato di Unione italiana vini Servizi, Paolo Castelletti - rappresentano il futuro delle fiere business internazionali, a vantaggio delle imprese. Quella del beverage è un’industria che trova naturale collocazione in Italia e non può prescindere dal settore enologico fortemente rappresentato in una
Al Simei, le tecnologie per la dealcolizzazione hanno registrato molto interesse, soprattutto da parte delle aziende vitivinicole statunitensi
presenti con una delegazione di 70 buyer
fiera leader come Simei. Confidiamo molto in questa partnership che permette sviluppi e opportunità per una fiera in crescita come la nostra”.
A riprova del potenziale evolutivo del settore
Liquid Food & Beverage ci sono i dati, che a livello globale stimano un alto tasso di crescita media annua, sia a livello di produzione che di tecnologie.
esprimono curiosità, ma la loro condizione di stallo non gli permette di azzardarsi oltre”. Anche per Vason, da cinquant’anni nel campo dell’industria enologica, le giornate sono state un via vai di spagnoli, argentini fino a indiani. “Il mercato c’è, in due
anni l’interesse è lievitato”, ha detto il presidente, Albano Vason. “Certo sarebbe ben diverso se l’Italia potesse competere ad armi pari, in vigna e in cantina”.
A livello mondiale, infatti, la produzione di bevande e liquid food raggiungerà un valore di oltre 1.600 miliardi di euro a fine 2024 con una previsione di crescita del +4,7%. In testa gli Usa con 218,9 miliardi, seguiti da Germania, con 53,3 miliardi, Francia con 46,2 e Italia con 40,9. Se si parla di macchinari di packaging, il settore liquidi alimentare e bevande è un mercato mondiale che vale 14,9 miliardi di euro, con una crescita media annua del 2,9%. Rivolgendo lo sguardo al segmento delle macchine per la lavorazione e preparazione invece, il valore espresso si attesterà a 23 miliardi di euro a livello mondiale a fine 2024, con una stima di crescita media del 5,5%. (fonte: Ucima/Mecs).
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Schempp, Corporate sustainability officer di Endress+Hauser
ENDRESS+HAUSER IN LINEA CON GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE DEL CLIMA
Endress+Hauser ha raggiunto un ulteriore traguardo in tema di sostenibilità: l’iniziativa Science Based Targets (SBTi) ha validato gli obiettivi di riduzione dei gas serra del Gruppo. Sia l’obiettivo a breve termine per il 2034 sia quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 sono in linea con il percorso volto a rispettare il limite di 1,5°C dell’Accordo di Parigi sul clima.
“Solo attraverso la protezione del clima e dell’ambiente sarà possibile garantire un futuro vivibile sulla Terra”, commenta il Ceo di Endress+Hauser, Peter Selders. “La sostenibilità non è quindi un ideale, ma una necessità che dobbiamo rendere economicamente praticabile. Possiamo supportare la trasformazione sostenibile dell’industria di processo con i nostri prodotti. Dobbiamo anche diventare più sostenibili noi stessi, ed è ciò che stiamo facendo”.
La SBTi ha ora validato gli obiettivi di riduzione di Endress+Hauser, che includono le emissioni assolute di GHG derivanti dal consumo energetico aziendale (Scope 1) e dall’energia acquistata (Scope 2), oltre che dalle catene del valore a monte e a valle (Scope 3). Rispetto all’anno base 2023, il Gruppo dovrà ridurre le sue emissioni del 90%, con
MORTADELLA BOLOGNA IGP IN CRESCITA
Nei primi nove mesi del 2024 sono stati venduti quasi 25 milioni e mezzo di kg. Rispetto allo stesso periodo del 2023 le vendite sono cresciute dell’1,2% (dati forniti dall’organismo di controllo IFCQ certificazioni).
L’affettato in vaschetta registra un aumento del 3,8%, confermando il gradimento della comodità del formato da parte del consumatore finale.
Sul fronte export, che rappresenta il 22,2% delle vendite totali, si registra una crescita del 5,2%. Nel dettaglio, il
un massimo del 10% che potrà essere compensato attraverso la rimozione e lo stoccaggio permanente del carbonio secondo le linee guida della SBTi.
Come obiettivo a breve termine, Endress+Hauser si è impegnata a ridurre le emissioni assolute di GHG negli ambiti 1 e 2 dell’80% entro il 2034, rispetto al 2023. Le emissioni dell’ambito 3 dovranno essere ridotte del 35% nello stesso periodo. “Questi obiettivi sono ambiziosi, ma siamo ben posizionati”, ha dichiarato Julia Schempp, responsabile della sostenibilità aziendale del Gruppo.
Endress+Hauser intende aumentare la quota di energia rinnovabile, adottare ulteriori misure per migliorare l’efficienza e ampliare la mobilità elettrica.
La società ha anche adottato una serie di misure per ridurre le emissioni nelle catene del valore a monte e a valle. Con il 97%, lo Scope 3 rappresenta quasi l’intera impronta di carbonio del Gruppo. “Questo deriva dall’acquisto di acciaio e alluminio, che utilizziamo nei nostri dispositivi, oltre che dalla lunga durata della nostra tecnologia di misura”, ha spiegato Julia Schempp. L’azienda intende affrontare questo aspetto attraverso gli acquisti e il design dei prodotti.
Regno Unito registra il maggior incremento percentuale pari a +10,5%, seguito da Spagna +7,6% e Francia +6,1%. Non è un caso che questi Paesi siano quelli in cui il Consorzio porta avanti attività di promozione e comunicazione destinate a opinion leader e consumatori finali. In particolare, in Francia, il Consorzio è impegnato con il progetto di promozione Deli Meat, che comprende un’articolata attività di PR, Advertising e promozione nel canale Ho.Re.Ca.
“Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti nei primi 9 mesi, poiché confermano la crescita delle vendite e dell’export della Mortadella Bologna, già riscontrata nei primi 6 mesi”, afferma Guido Veroni, presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna. Questo vuol dire che siamo in presenza non di fattori congiunturali, ma strutturali. Il valore percepito della Mortadella Bologna è solido e impermeabile a situazioni esterne. Nonostante la recente rimodulazione dei consumi delle famiglie italiane, infatti, la Mortadella Bologna non solo continua a far parte del carrello della spesa, ma aumenta le occasioni di acquisto e consumo”.
In Italia, la GDO si conferma il principale canale di vendita con una quota del 55,1%, seguita dal Normal Trade col 27,1% e dal Discount col 17,7%.
Julia
Guido Veroni, presidente del Consorzio Mortadella Bologna
DOP: UN’ECONOMIA DA 20 MILIARDI DI EURO E 850.000 OCCUPATI
È stato presentato a Roma lo scorso 2 dicembre 2024, con l’intervento del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, il Rapporto Ismea-Qualivita 2024, ovvero l’analisi della Dop economy italiana sui valori economici e produttivi dei settori agroalimentare e vitivinicolo DOP IGP.
La Dop economy italiana, malgrado le varie criticità del sistema produttivo agricolo e dei mercati, si mostra in salute. I dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita descrivono un settore da 20,2 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2023 (+0,2% su base annua), per una crescita del 52% in dieci anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Cresce del 3,5% il comparto del cibo che supera per la prima volta i 9 miliardi di euro, mentre il vino imbottigliato frena sia come quan-
tità (-0,7%) che come valore (-2,3%) e si attesta su 11 miliardi di euro. Bene l’export, con i prodotti DOP IGP leva del made in Italy nel mondo, che conferma un valore di 11,6 miliardi di euro con trend positivo nei Paesi UE. Il sistema della Dop economy italiana si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura che coordinano il lavoro di oltre 194.000 imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850.000 occupati.
“Il XXII Rapporto Ismea-Qualivita ci descrive una Dop economy che continua a essere un pilastro fondamentale per il nostro sistema agroalimentare”, ha detto Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. “Un valore complessivo alla produzione di oltre 20 miliardi di euro e una crescita del comparto del cibo del 3,5% nel 2023, testimoniano la for-
za delle nostre filiere e la qualità che il made in Italy rappresenta nel mondo. Nonostante le attuali sfide geopolitiche, i nostri prodotti DOP e IGP guidano l’export, confermando il ruolo strategico dei 317 Consorzi di tutela, che coordinano il lavoro di quasi un milione di operatori. Guardiamo al futuro con ottimismo, certi del valore che il nostro agroalimentare sa generare, rafforzando il territorio e l’identità italiana”.
ANICAV: “SERVONO NORME CONDIVISE PER TUTELARE IL POMODORO DA INDUSTRIA”
I risultati di una campagna di trasformazione del pomodoro lunga e difficile condotta in balia dell’incognita climatica; lo squilibrio del prezzo della materia prima rispetto a quello degli altri Paesi trasformatori; la concorrenza di Paesi extra europei che non rispettano gli standard europei di qualità e sostenibilità; e, infine, una serie di proposte di intervento a tutela e a supporto della filiera. Sono questi i principali temi affrontati durante l’assemblea pubblica di Anicav, tenutasi a dicembre a Parma nel corso della dodicesima edizione de Il Filo Rosso del Pomodoro a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e i principali player del comparto della trasformazione del pomodoro e della rappresentanza professionale agricola.
“Tra infrastrutture strategiche e tutela del Made in Italy è il tema scelto per questa giornata”, dichiara Marco Serafini, presidente di Anicav. “Alla politica chiediamo risposte. Noi imprenditori abbiamo tenacia e ottimismo per progettare ed investire anche
in tempi incerti: chiediamo solo di poter fare il nostro lavoro in un contesto che ci permetta di operare al meglio in un confronto leale e con regole certe. È imprescindibile un intervento tempestivo e mirato delle istituzioni per sostenere la competitività della filiera del pomodoro da industria. Nell’ambito del Tavolo pomodoro istituito presso il MASAF abbiamo chiesto regole chiare sulla messa in commercio in Europa di derivati del pomodoro a basso costo provenienti da Paesi che producono sotto le soglie minime di sostenibilità ambientale e sociale”, continua Giovanni De Angelis, Direttore Generale di Anicav. “In Gran Bretagna, una recente inchiesta giornalistica ha messo in dubbio l’origine della materia prima utilizzata per alcune passate di pomodoro che i consumatori d’oltremanica trovano a scaffale. Ciò impone una duplice riflessione. Prima di tutto sulle metodologie usate per questa indagine che non ci risultano avere fondamento scientifico. Rimane poi la questione normativa. Per nostra natu-
ra siamo ‘culturalmente’ favorevoli a mercati aperti e liberi da dazi, tuttavia in alcuni casi limite potrebbe essere necessario porre in essere, in sede europea, mirate politiche protezionistiche. A tal fine salutiamo positivamente l’adozione del Regolamento ‘Products made with forced labour’ che vieta l’immissione sul mercato europeo di prodotti realizzati utilizzando lavoro forzato”.
La campagna di trasformazione del pomodoro 2024 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate, in leggera riduzione (-2,5%) rispetto al 2023. L’Italia si conferma il terzo paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale, dopo la Cina (che registra un incremento del 31% rispetto al 2023 e del 68% sul 2022) e gli USA (in calo del 14% sulla scorsa campagna). Il nostro Paese rappresenta l’11,8% della produzione mondiale (pari a 45,8 milioni di tonnellate) e il 47,4% del trasformato europeo, con un fatturato totale che dovrebbe attestarsi sui 5,5 miliardi di euro.
PAOLO BERETTA ALLA GUIDA DEL CONSORZIO CACCIATORE ITALIANO
L’Assemblea dei Consorziati, che si è tenuta in dicembre a Modena, ha nominato all’unanimità presidente del Consorzio Cacciatore Italiano Paolo Beretta, del Salumificio F.lli Beretta Spa, che subentra a Lorenzo Beretta, rimasto alla guida del Consorzio dal 2012 ad oggi.
“Sono consapevole delle sfide che ci at-
Passaggio del testimone fra Lorenzo Beretta (a sinistra) e Paolo Beretta
tendono”, ha commentato Paolo Beretta. “In un contesto economico sempre più complesso, ritengo fondamentale lavorare con sempre maggiore attenzione alla sostenibilità economica del Consorzio. Sarà importante definire con attenzione le azioni più efficaci per la promozione, tutela e valorizzazione del Cacciatore Italiano. Altresì, sarà importante – a mio avviso – rifocalizzarsi sui Paesi esteri che dimostrino il
loro potenziale. Attenzione anche ai costi di produzione per le aziende che stanno aumentando per una serie di fattori. Obiettivo: mantenere una elevata qualità rimanendo competitivi”.
Con una produzione di circa 4 milioni di kg l’anno, per un giro d’affari di circa 40 milioni di euro e con una percentuale sulla produzione totale del 30% destinata all’export, i Salamini Italiani alla Cacciatora si confermano uno dei salami DOP più apprezzati in Italia e all’estero.
Ad oggi, al Consorzio aderiscono 22 aziende che rappresentano i nomi più noti del comparto produttivo dei salumi del nostro Paese.
La ricerca “Materialità 2024” di Omnicom mette in luce i temi giudicati più rilevanti da un campione del settore food&beverage nell’ambito dei fattori ambientali, sociali e di governance.
La crescita di visitatori e di espositori e l’esibizione di un’innovazione tecnica capace di conquistare i mercati internazionali hanno riportato in primo piano lo storico evento di Milano.
TITOLO TITOLO ITITOLO TITOLO
ACQUA E CLIMATE CHANGE: ECCO LE PRIORITÀ ESG PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE
Omnicom PR Group Italia, società di consulenza in comunicazione parte del Gruppo Omnicom attivo in oltre 70 Paesi nel mondo, ha presentato i risultati della ricerca “Materialità 2024” riferiti alle aziende food, la prima di questo genere realizzata nel nostro Paese sui temi ESG più rilevanti per il settore.
La ricerca – che fa parte di una più ampia analisi sugli otto settori industriali più rilevanti – ha analizzato e confrontato le scelte di doppia materialità (ovvero i temi ESG più rilevanti per otto delle più importanti aziende e i loro stakeholder) in base alle cinque dimensioni SASB (sustainability accounting standards board): sociale, ambientale, capitale umano, modelli di business e innovazione, governance. L’obiettivo è comprendere lo sviluppo competitivo e sostenibile di settori industriali chiave per l’economia italiana grazie all’analisi comparata delle materialità comunicate dalle aziende di riferimento, oltre a valutare
la mitigazione dei rischi messa in atto e gli ESG materiali scelti con più frequenza da imprese e comparti. E ancora, collegare gli SDGs (Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite con quanto stanno realizzando le organizzazioni private.
UN SETTORE SENSIBILE AI TEMI ESG
Le SASB individuate come issue rilevanti per il settore alimentare sono: energy management, waste and waterwaste management, product quality & safety, customer welfare, selling practices & product labelling, product design & lifecycle management, supply chain management, materials sourcing & efficiency.
Il 91% del panel analizzato, che include alcune delle più grandi multinazionali nel settore food & beverage, ha risposto alle suddette issue rilevanti identificate nelle cinque dimensioni da SASB, posizionandosi così al se-
condo posto, dietro solo al fashion (93%), per la percentuale di risposta, a testimonianza della sensibilità e consapevolezza che il settore ha verso queste tematiche.
LE ISSUE PIÙ RICORRENTI
Se si guardano nel dettaglio le cinque dimensioni, partendo dall’ambiente, si evince come SASB abbia ravvisato nell’energy management e nel water and waste management le due issue più rilevanti per il settore food & beverage. I campioni della industria, oggetto dell’analisi, hanno decisamente confermato (62,5%) l’importanza del water management come indicatore materiale ESG già identificato come issue da SASB, al quale però hanno aggiunto anche un altro importante indicatore, ritenuto determinante per il settore: il “climate change and action”. Il 62,5% delle aziende analizzate ritiene infatti la gestione dell’acqua e il cambiamento climatico come i 2 maggiori fattori ESG materiali per tutta l’industria. Tecnologie emergenti quali il precision farming, l’uso di droni e sensori per il monitoraggio delle colture offrono nuove opportunità per migliorare l’efficienza produttiva, ridurre gli sprechi e, al tempo stesso, garantire la sicurezza alimentare.
E la sicurezza alimentare è proprio una delle issue più rilevanti, secondo l’analisi SASB nella dimensione sociale, cui le aziende sono chiamate a porre l’attenzione: oltre alla sicurezza c’è la qualità dei prodotti, il benessere dei consumatori, e il selling practices & l’etichettatura del prodotto. L’analisi sulle industrie alimentari conferma l’importanza della product quality & safety (37,5%) come indicatore ESG materiale prioritario in risposta ai rischi rilevanti di settore, al quale affianca l’health & nutrition, considerato un indicatore rilevante dal 50% delle aziende analizzate. Sempre di più i consumatori sono consapevoli dell’importanza di
adottare uno stile di vita sano ed equilibrato, facendo scelte alimentari che contribuiscano alla propria salute. Testimonianza di questa consapevolezza è l’aumento delle informazioni riguardanti gli aspetti nutrizionali che vengono inserite nelle etichette dei prodotti, per favorire una scelta informata e consapevole die consumatori.
Nella dimensione del capitale umano, per il settore food & beverage, SASB non ha identificato issue specifiche, laddove invece le aziende analizzate considerano strategici i due indicatori ESG: DE&I (75%), talent attraction (25%). A testimonianza del fatto che queste tematiche, sempre più attuali e dibattute, rappresentano un elemento importante da monitorare anche in questo settore.
Per la dimensione modelli di business e innovazione SASB ha identificato come issue particolarmente rilevanti il design del prodotto e la sua gestione del ciclo di vita, la gestione della supply chain e l’approvvigionamento e l’efficienza della materia
Tecnologie emergenti quali il precision farming, l’uso di droni e sensori per il monitoraggio delle colture offrono nuove opportunità per migliorare l’efficienza produttiva, ridurre gli sprechi e garantire la sicurezza alimentare
L’analisi sulle industrie alimentari conferma l’importanza della product quality & safety (37,5%) come indicatore ESG materiale prioritario, al quale affianca l’health & nutrition, considerato un indicatore rilevante dal 50% delle aziende analizzate
prima. I campioni dell’industria confermano sicuramente come i 2 indicatori ESG materiali principali il sustainable sourcing of raw materials (50%) e il product design & portfolio (50%) testimoniando l’attenzione all’approvvigionamento delle materie prime, alla tracciabilità ed alla trasparenza in risposta alle richieste dei consumatori, sempre più attenti e consapevoli.
Per la dimensione governance SASB non prevede issue rilevanti nel settore food & beverage industry, mentre da parte loro le aziende ritengono invece la corporate governance & ethics l’indicatore ESG materiale prioritario (37,5%).
“OCCORRE
INVESTIRE SULLA DIVERSITÀ DEI TALENTI”
“Il settore food & beverage si trova ad affrontare una serie importante di sfide. Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova l’agricoltura e l’allevamento e di conseguenza si fa sempre più stringente la necessità di una maggiore efficienza lungo tutta la filiera produttiva. D’altra parte, le normative stanno diventando sempre più rigorose e diversificate a seconda delle regioni e dei mercati e coprono un’ampia gamma di temi ESG, come le emissioni di gas serra, l’uso dell’acqua, la salute e la nutrizione e i prodotti, la gestione dei rifiuti, gli standard di lavoro, l’etichettatura”, afferma Paola Chiasserini, vice president e food&nutrition industry lead di Omnicom PR Group Italy. “In tale contesto, un asset importante per le aziende è rappresentato dalla capacità di creare innovazione qualificata in grado di permettere alla filiera di adattarsi ai cambiamenti climatici e di rispondere ai rischi rilevanti per il settore. Per fare questo, oltre alla stretta connessione con istituzioni e partner, è auspicabile agire sul design della struttura aziendale introducendo nuovi ruoli e investendo sulla diversità dei talenti”.
DALL’AI ALL’INTERCONNESSIONE NELLA ZOOTECNIA
Una piattaforma digitale che permette di gestire l’intera filiera produttiva “dal campo alla tavola”, la gestione innovativa del piazzale per ottimizzare i processi di logistica e l’innovativo utilizzo dell’AI per valutare e monitorare nel tempo il benessere animale delle bovine da latte. Questo il cuore delle tre Start Up presentate al convegno “Innovazione e Competenza, il futuro dell’agricoltura e della zootecnica”, organizzato da Hub della conoscenza, in collaborazione Cassa Padana e il Politecnico di Milano, nel contesto della 79ª edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali, presso CremonaFiere. Si tratta di tre realtà
innovative che stanno ridefinendo il panorama agroalimentare con soluzioni tecnologicamente avanzate e sostenibili.
Pioniera nell’applicazione dell’intelligenza artificiale alle scienze della vita, concentrandosi in particolare su agritech e settore medicale, è stata presentata Orobix LIFE. Durante l’evento, il Ceo Pietro Rota ha esposto come la loro tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere animale e l’ottimizzazione agricola. Con sistemi di supporto decisionale per agricoltori e allevatori, Orobix LIFE facilita la stima delle rese e il monitoraggio della qualità nel tempo. Un esempio chiave è il loro sistema
SONOCO ACQUISISCE EVIOSYS
Sonoco Products Company, player internazionale nel settore imballaggi sostenibili ad alto valore, ha annunciato il completamento dell’acquisizione precedentemente comunicata di Eviosys, il principale produttore europeo di imballaggi in metallo, da KPS Capital Partners, LP. Questa fusione crea un leader globale nella produzione di lattine alimentari e aerosol in metallo, rafforzando l’impegno per l’innovazione, la sostenibilità e un servizio clienti eccellente a livello mondiale.
per il riconoscimento precoce delle zoppie nelle bovine da latte tramite analisi video, migliorando il benessere degli animali attraverso un approccio non intrusivo e basato sull’AI.
La trasformazione digitale dell’agroalimentare è affidata a In4Agri, nata nel 2021, una società benefit che integra competenze IT nell’intera filiera. Con il loro sistema avanzato di Food & Farm Management, In4Agri sostiene la strategia europea “Farm to Fork”, assicurando tracciabilità e sostenibilità attraverso l’uso di tecnologie come IoT, AI e blockchain. La piattaforma permette alle aziende di otti-
A seguito del processo di integrazione, Eviosys passerà al marchio Sonoco nei prossimi mesi e opererà sotto il segmento Consumer Packaging di Sonoco. L’azienda continuerà a essere guidata da Tomás López, Ceo di Eviosys. Questa continuità nella leadership consentirà di mantenere i rapporti di fiducia instaurati con i clienti di Eviosys. L’integrazione di quest’ultima in Sonoco permetterà alla nuova entità di rispondere alle esigenze dei clienti con un rinnovato fo -
mizzare l’uso delle risorse naturali e ridurre i costi operativi tramite decisioni strategiche basate su dati in tempo reale. In4Agri, di fatto, ha spiegato Aldo Musci, è “l’Alexa dell’agroalimentare: oggi esistono diversi oggetti con diverse app, l’importante è averli sotto un’unica piattaforma e poterli correlare tra di loro”, fornendo dati utili alla produttività e alla gestione. Legur è invece una realtà innovativa nata dalla sinergia tra la software house Gulliver di Brescia e un team di esperti in innovazione digitale. Specializzata nei processi di logistica nel settore agroalimentare, ha sviluppato LYMA, una piattaforma per la gestione del piazzale che affronta le criticità dei processi logistici inbound. Legur migliora la sicurezza e l’ottimizzazione delle risorse. “Immaginate uno stabilimento produttivo che deve ricevere la merce in un tempo ristretto, ma si ritrova a gestire il trasporto in maniera destrutturata e complessa: noi abbiamo sviluppato un sistema molto semplice per strutturarlo, grazie ad una Mobile App”, ha spiegato Maria Pavesi di Legur.
cus sull’eccellenza e sull’innovazione. “Inizia un nuovo capitolo per Eviosys con l’ingresso nella famiglia Sonoco”, commenta López. “Entrare a far parte di Sonoco ci consentirà di ampliare le nostre soluzioni di imballaggio innovative e i nostri standard di qualità a un mercato più ampio”.
“Questa fusione ci posiziona tra i protagonisti globali nell’imballaggio in metallo”, aggiunge Howard Coker, presidente e Ceo di Sonoco.
ARKEMA ACQUISISCE IL BUSINESS
DI ADESIVI PER IMBALLAGGI FLESSIBILI DI DOW
Arkema ha finalizzato a inizio dicembre l’acquisizione del business degli adesivi per laminazione di imballaggi flessibili di Dow, uno dei principali produttori mondiali del settore. Con un fatturato annuo di circa 250 milioni di dollari USA, l’attività di adesivi per laminazione di imballaggi flessibili di Dow offre un’ampia gamma di soluzioni di alta qualità per applicazioni alimentari e mediche, nonché per la laminazione industriale. Con tecnologie all’avanguardia e brand riconosciuti, il business di adesivi per laminazione ha posizionato Dow come uno dei principali fornitori storici di soluzioni per l’industria degli imballaggi, con presenza in Nord America ed Europa, gestendo cinque siti di produzione all’avan -
guardia in Italia, Stati Uniti e Messico e impiegando 280 persone. Questa acquisizione consentirà alla BU Adhesive Solutions di Arkema di completare la sua attuale presenza commerciale, l’offerta di prodotti e l’ampiezza tecnologica per l’imballaggio flessibile. Oltre a beneficiare della ripresa del mercato, il Gruppo mira a cogliere rapidamente nuove opportunità di crescita. Si aspetta inoltre di fornire un elevato livello di sinergie di costi e sviluppo, che dovrebbero rappresentare circa 30 milioni di dollari di EBITDA dopo 5 anni. Il valore complessivo dell’acquisizione si attesta intorno a 150 milioni di dollari e genererà circa 50 milioni di dollari di costi di implementazione o capex nei prossimi tre anni.
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“Questa operazione segna un cambiamento radicale per noi nel mercato degli adesivi per imballaggio flessibile e rappresenta un’opportunità unica per posizionarci tra i partner chiave per i clienti nel settore”, afferma Thierry Le Hénaff, presidente e amministratore delegato di Arkema.
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EVOLIO EXPO CELEBRA L’OLIO DI OLIVA MADE IN ITALY
Il nostro Paese si conferma uno dei principali esportatori al mondo di olio d’oliva, subito dopo la Spagna. Secondo le elaborazioni di Ismea su dati Istat, nei primi sette mesi del 2024, l’export italiano è cresciuto del 7% in volume e del 61% in valore, superando 1,9 miliardi di euro. Per le imprese italiane olivicole, infatti, il canale estero rappresenta uno sbocco importante, ed è fondamentale alimentare occasioni di scambio con i principali Paesi importatori e consumatori di olio d’oliva come gli Stati
L’agenda
Sigep
18-22 gennaio 2025
Rimini www.sigep.it
Evolio
30 gennaio - 1 febbraio 2025 Bari fieradellevante.it/eventi/ evolio-expo
AquaFarm 12-13 febbraio 2025
Pordenone www.aquafarm.show
NovelFarm e AlgaeFarm 12-13 febbraio 2025
Pordenone www.novelfarmexpo.it
Uniti, primo cliente italiano con il 29% dei volumi e il 31% degli introiti. È questo uno degli obiettivi di Evolio Expo, la nuova fiera internazionale B2B organizzata da Senaf e sostenuta dal Dipartimento di Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia, da Pugliapromozione (Agenzia Regionale del Turismo) e dall’associazione nazionale Città dell’OIio, che si terrà dal 30 gennaio al primo febbraio 2025 presso la Fiera del Levante.
L’Italia può contare su un livello qualitativo dell’olio d’oliva molto alto e si distingue per la varietà delle olive da olio (oltre 500 genotipi) e per numero di olii extravergine a denominazione (42 Dop e 8 Igp).
Consolidando dunque il suo ruolo di fiera B2B, Evolio Expo offre ai produttori olivicoli l’occasione di presentare la propria offerta unica – costruita su tradizione, qualità e identità territoriale – ai principali mercati di sbocco,
rafforzando relazioni e aprendo nuove possibilità di business. Evolio Expo proporrà anche momenti di approfondimento rivolti ai profes sionisti del settore attraverso conve gni, corsi di formazione, panel test, talk sull’oleoturismo e aree dimostra tive che coinvolgono associazioni, istituzioni, espositori e visitatori.
“Evolio Expo nasce con l’obiettivo di sostenere e valorizzare il settore olivicolo italiano”, afferma Gaetano Frulli, presidente di Nuova Fiera del Levante. “La manifestazione sarà una piattaforma strategica per favorire il dialogo tra produttori, buyer italiani e internazionali e istituzioni, creando nuove opportunità di collaborazione e sviluppo. Il nostro scopo è quello di supportare le imprese italiane af finché possano competere al meglio sul mercato globale, valorizzando le eccellenze del nostro olio e rafforzan do l’immagine dell’Italia come leader nel settore”.
BBTech Expo 16-18 febbraio 2025 Rimini www.bbtechexpo.com
SANA Food 23-25 febbraio 2025
Bologna www.sana.it
Pack Expo Southeast 10-12 marzo 2025
Atlanta, Georgia, Usa www.packexposoutheast.com
Foteg Istanbul 24-26 aprile 2025
Istanbul, Turchia www.fotegistanbul.com
IFFA
3-8 maggio 2025
Francoforte, Germania iffa.messefrankfurt.com/ frankfurt/en.html
SPS Italia
13-15 maggio 2025 Parma www.spsitalia.it
Vitafoods Europe
20-22 maggio 2025
Barcellona, Spagna www.vitafoods.eu.com
Ipack-Ima
27-30 maggio 2025 Milano www.ipackima.com
Drinktec 15-19 settembre 2025
Monaco, Germania www.drinktec.com/en
World Dairy Expo
30 settembre - 3 ottobre 2025
Madison, Wisconsin, Usa www.worlddairyexpo.com
Anuga 4-8 ottobre 2025
Colonia,Germania www.anuga.com
Gulfood Manufacturing 4-6 novembre 2025
Dubai, Emirati Arabi Uniti www.gulfoodmanufacturing. com
Per misurare in modo oggettivo il proprio impatto lungo l’intera filiera, il produttore di ingredienti
alimentari si è affidato a tre prestigiosi rating di sostenibilità: Sedex, EcoVadis e SI Rating.
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L’IMPEGNO DI NATEEO PER LA SOSTENIBILITÀ NELL’AGROALIMENTARE
Cosa significa davvero sostenibilità quando si parla di cibo e alimentazione? Oggi, la richiesta di sostenibilità di consumatori e aziende esige sempre di più un impegno profuso lungo l’intera filiera: dall’approvvigionamento responsabile delle materie prime alla distribuzione. È questo il principio che guida Nateeo, azienda del Gruppo Cereal Docks, che si è affermata tra i principali attori in Europa nel settore degli ingredienti per l’industria del food, impegnandosi per contribuire a creare un sistema alimentare che risponda alle esigenze di oggi senza compromettere quelle di domani.
Grazie alla sua posizione strategica nella supply chain, Nateeo dialoga sia con i fornitori “a monte” che con l’industria “a valle” della filiera agroalimentare. Da questa prospettiva privilegiata, l’azienda ha scelto di fare della sostenibilità ambientale, della responsabilità etica e del benessere delle comunità in cui opera i pilastri del proprio
purpose. L’obiettivo è ambizioso, ma chiaro: costruire un ecosistema collaborativo fondato su valori condivisi, in cui innovazione tecnologica e responsabilità procedono di pari passo, rafforzandosi reciprocamente.
Per misurare in modo concreto e oggettivo l’impatto delle proprie azioni lungo la filiera, Nateeo si affida a tre prestigiosi rating di sostenibilità: Sedex, EcoVadis e SI Rating, adottando un approccio basato su valutazioni costanti e validazioni esterne e indipendenti che testimonia l’impegno dell’azienda nel perseguire un percorso di miglioramento continuo e trasparente.
SEDEX E IL METODO SMETA PER L’ADOZIONE DI SOLUZIONI ETICHE
Sedex, Supplier Ethical Data Exchange, è un’organizzazione no profit che costituisce la piattaforma tecnologica leader in Europa, specializzata nella raccolta e nell’analisi
di Simone
Ghioldi
ed Emanuela
Tenconi
di dati, insights e servizi, con l’obiettivo di promuovere pratiche etiche e migliorare la sostenibilità nelle catene di fornitura globali. Adottando la metodologia di audit SMETA (Sedex Members Ethical Trade Audit), Sedex monitora le prestazioni aziendali in aree fondamentali come le condizioni di lavoro, salute e sicurezza, ambiente e pratiche aziendali, per valutare la conformità agli standard etici e sostenibili lungo tutta la filiera. Nateeo utilizza questo strumento per migliorare le performance sociali lungo l’intero processo produttivo, ottimizzando la gestione dei fornitori, riducendo i rischi etici e rafforzando le relazioni di fiducia con tutti gli stakeholder coinvolti.
ECOVADIS: L’ECCELLENZA PLATINUM
Dal 2018, Nateeo viene valutata anche da EcoVadis, una piattaforma SaaS che consente di gestire, monitorare e ottimizzare le performance di sostenibilità lungo l’intera catena del valore. L’analisi si concentra su una serie di issue fondamentali: ambiente, diritti umani, pratiche lavorative, etica e acquisti sostenibili, migliorando la gestione dei rischi e l’aderenza agli standard ESG (Environmental, Social, and Governance).
Nel 2023, Nateeo ha ottenuto un punteggio di 87/100 nella valutazio-
ne di EcoVadis, ricevendo il prestigioso riconoscimento Platinum, che la colloca nell’1% delle migliori aziende a livello globale. L’analisi ha premiato Nateeo per l’eccellenza nell’area etica (100/100), per i risultati in ambito ambientale (90/100) e nel rispetto del lavoro e dei diritti umani (80/100).
SI RATING: L’IMPEGNO VERSO GLI SDG
Sì Rating è un algoritmo sviluppato dalla società benefit ARB SB, in collaborazione il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), entità noprofit e punto di riferimento nell’analisi dei rischi finanziari legati agli aspetti ESG.
Questo strumento consente di effettuare una valutazione accurata delle performance di sostenibilità, identificando in modo oggettivo i rischi e le
opportunità ESG legate alle operazioni aziendali. Permette inoltre alle aziende di allineare le proprie attività agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, proponendo azioni concrete per migliorare la sostenibilità e guidare l’organizzazione verso un miglioramento continuo.
Nella valutazione effettuata lo scorso anno, Nateeo ha ottenuto un punteggio complessivo del 75%, raggiungendo il livello Bronzo. Tra i punti di forza emersi, l’eccellenza nelle aree sociale e di governance, con valutazioni positive sulla qualità e sicurezza dei prodotti.
GUARDANDO AL FUTURO
Lo stabilimento produttivo di Nateeo (Gruppo Cereal Docks) a Camisano Vicentino
Guardando al futuro, Nateeo prosegue gli investimenti in iniziative che aumentino la sostenibilità lungo tutta la filiera. Tra i prossimi passi, l’azienda continuerà a concentrarsi su un’offerta sempre maggiore di soluzioni di packaging progettate per ridurre l’impatto ambientale attraverso l’uso di materiali riciclabili e a basso impatto. Altro elemento fondamentale per l’azienda è l’offerta di un modello di logistica sostenibile che ottimizza l’uso dei mezzi per diminuire le emissioni di CO2 e garantire al contempo efficienza e rapidità di servizio ai clienti. Tutte queste attività, che vengono verificate ogni anno, riflettono l’impegno costante di Nateeo nel miglioramento continuo, lavorando in stretta collaborazione con fornitori, clienti e partner per promuovere una cultura della sostenibilità che generi benefici concreti per l’ambiente e le persone.
I produttori di ingredienti alimentari contribuiscono a rispondere alla domanda di sostenibilità e di nutrizione sana da parte dei consumatori, stimolando nuove idee e trovando soluzioni pratiche ai cambiamenti in corso nell'incerto contesto economico attuale.
TITOLO TITOLO ITITOLO TITOLO
COSÌ GLI INGREDIENTISTI
di Briony Mansell-Lewis, Amministratore delegato di Food Matters Live
POSSONO
GUIDARE LA TRANSIZIONE
DEL FOOD&BEVERAGE
Dagli shock della catena di approvvigionamento alla crisi del costo della vita, fino alle anomalie climatiche, gli ultimi anni hanno indubbiamente ridisegnato il contesto in cui operano migliaia di aziende del settore alimentare e delle bevande nel Regno Unito e in Europa.
In effetti, l'impatto dell'invasione russa dell'Ucraina e della precedente pandemia Covid-19 è stato particolarmente visibile, con interruzioni nella catena di approvvigionamento di materie prime essenziali come il grano e il petrolio, prezzi record dei fertilizzanti, insieme a pressioni inflazionistiche più ampie, volatilità dei prezzi e carenza di manodopera. Di conseguenza, le aziende del settore alimentare e delle bevande sono state costrette a reinventare e ripensare continuamente i propri piani strategici in questa nuova e incerta realtà.
Mentre si assiste a una stabilizzazione dell'inflazione e a un più ampio adeguamento del mercato alle perturbazioni
degli ultimi anni, l'industria alimentare e delle bevande continua a operare in un contesto di incertezza, con sfide continue come la difficile reperibilità di manodopera. Nonostante la sua capacità di recupero, il settore ha bisogno di una guida per aiutare le aziende a superare queste sfide.
IL DIFFICILE PERCORSO VERSO LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI
La necessità di una guida è forse meglio illustrata dalla risposta del settore al cambiamento climatico. Con l'aggravarsi degli effetti di questa crisi globale, molti governi hanno accelerato l'attenzione verso leggi incentrate sulla sostenibilità, fissando obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica legalmente vincolanti e pratiche di biodiversità per le aziende.
Inoltre, la maggiore consapevolezza dell'impatto ambientale dei prodotti alimentari si sta intrecciando sempre più
con la crescente richiesta di un'alimentazione sana. Come indicato dai rapporti di ricerca del settore (ad esempio, lo studio Innova Market Insight, Euromonitor International), un numero crescente di consumatori presta particolare attenzione agli alimenti naturali e minimamente lavorati, nonché a settori quali la salute dell'intestino, la salute del cuore, l'alimentazione attiva e sportiva. I consumatori guardano naturalmente con interesse alle innovazioni introdotte dall’industria alimentare e delle bevande per favorire la transizione verso un'alimentazione sostenibile e salutare. Come hanno affermato molti leader del settore, se da un lato questa transizione può aprire molte porte, dall'altro la crescente pressione legislativa può ostacolare la capacità dell'industria di tradurla in soluzioni. Questa pressione è testimoniata dalle leggi previste in materia di approvvigionamento sostenibile, tra cui il Regolamento UE sulla deforestazione (EUDR). La legge imporrebbe alle
aziende di presentare una dichiarazione di "due diligence", supportata da dati di geolocalizzazione, per verificare che i loro prodotti non provengano da terreni deforestati dopo il 2020, lasciando le piccole e medie imprese all'oscuro della sua attuazione. Considerando la complessità di queste nuove leggi, le aziende del settore alimentare e delle bevande hanno bisogno di una piattaforma e dell'accesso a una comunità in grado di guidarle attraverso questo cambiamento di paradigma normativo.
Come ci dicono gli operatori del settore, le piattaforme con workshop e seminari dedicati, ad esempio incentrati sull'approvvigionamento sostenibile, svolgono un ruolo fondamentale per orientarsi tra questi cambiamenti e queste sfide.
"L'evento Food Matters Live, in particolare il seminario sulla deforestazione del primo giorno, è stato fantastico. Una sessione davvero mirata e informativa che ha riunito il settore su un tema davvero impegnativo e complesso", ha dichiarato Martina Dell, responsabile dei progetti e della consulenza di The Sustainable Restaurant Association.
Queste piattaforme offrono anche
Un evento organizzato da Food Matters Live nel 2024
uno spazio unico per costruire un dialogo e una collaborazione intersettoriale attraverso interventi di esperti, panel e tavole rotonde. Questo spazio è fondamentale per stimolare nuove idee, costruire collaborazioni e trovare soluzioni pratiche ai cambiamenti in corso nell'attuale contesto economico, che si tratti di turbolenze geopolitiche, cambiamenti climatici, modifiche normative o tendenze emergenti dei consumatori.
IL POTENZIALE NON SFRUTTATO DEI PRODUTTORI DI INGREDIENTI
Gli innovatori degli ingredienti hanno una forte influenza sull’orientamento del settore. Come ribadito da un responsabile dell'innovazione che lavora nel settore alimentare del Regno Unito, i produttori alimentari non utilizzano abbastanza i loro fornitori di ingredienti per trarre spunti e indicazioni per lo sviluppo di nuovi prodotti. Il ruolo degli innovatori nel campo degli ingredienti alimentari è particolarmente importante per rispondere alla domanda di sostenibilità e di nutrizione virtuosa da parte dei consumatori, e i principali produttori di ingredienti sono in prima linea nel fornire soluzioni innovative. Tra questi, le creazioni da
Una piattaforma per eventi dedicati al food&beverage
Food Matters Live è una piattaforma leader nel Regno Unito per l'organizzazione di eventi dedicati ai professionisti dell'industria alimentare e delle bevande. Attiva da oltre 10 anni, ospita eventi intersettoriali con panel, conferenze e tavole rotonde, che vedono il confronto fra gli esperti del settore su temi di maggiore interesse e attualità per il food&beverage.
forno vegane senza uova di AIT Ingredients, l'olio di palma da coltivazione etnica di Daabon, le alternative di carne e pesce a base vegetale di Kreglinger e BENEO e le proteine testurizzate per concetti ibridi e a base vegetale di International Flavours & Fragrances (IFF).
Il contributo degli innovatori degli ingredienti può produrre un impatto positivo più profondo per il comparto alimentare e delle bevande in generale. Questi innovatori sono oggi alla ricerca di una piattaforma per dimostrare la loro esperienza e il loro potenziale di valore aggiunto. Abbiamo riscontrato che, combinando discussioni approfondite e informative e concentrandosi su esclusive sessioni di degustazione di innovazioni alimentari, si crea un ambiente di innovazione collaborativa. Fondamentalmente, una piattaforma che mira ad accentuare l'innovazione alimentare sostenibile deve basarsi su un formato unico e intimo, che offra agli innovatori degli ingredienti uno spazio per concentrarsi su un pubblico dedicato e per entrare in contatto con i produttori, i rivenditori, i servizi alimentari e gli operatori del settore. In particolare, questa opinione è stata
maggiore collaborazione con gli innovatori di ingredienti che sono essenziali per fornire soluzioni innovative. Oltre a un centro per i principali innovatori alimentari di oggi, il settore ha urgentemente bisogno di una piattaforma vivace che promuova i marchi e i prodotti di ingredienti emergenti. Questo duplice approccio trasformerà senza dubbio il settore.
espressa da uno dei rappresentanti dei nostri partner, Matthew Stokes, direttore del design per il Nord Europa di IFF, che ha dichiarato: "Il formato e il modo in cui viene gestito Food Matters Live è ottimo per noi. L'intimità con il cliente è fantastica: si ottiene un'interazione davvero piacevole".
Considerato il panorama attuale, è fondamentale che l'industria alimentare e delle bevande abbracci una
“Le aziende alimentari sono destinate ad affrontare una nuova serie di ostacoli. Il dialogo e la collaborazione intersettoriale, uniti a soluzioni pratiche, saranno essenziali per garantire la resilienza e il futuro del settore”
IL FUTURO TRA SOSTENIBILITÀ, NORMATIVE E INNOVAZIONE
Parlando con i leader del settore della filiera alimentare e delle bevande, i cambiamenti normativi legati al cambiamento climatico continueranno a dominare l'agenda nei prossimi mesi. In particolare, l'entrata in vigore della legge europea sulla deforestazione, prevista inizialmente per il 30 dicembre, è stata rinviata di un anno, aumentando le incertezze normative per l'industria alimentare e delle bevande. Le mutevoli tendenze dei consumatori derivanti dal nuovo panorama politico, economico e ambientale, unite alla richiesta di un'alimentazione salutare e di soluzioni alimentari innovative, sono destinate a dominare le priorità del settore nel prossimo futuro.
Le aziende del settore alimentare e delle bevande sono indubbiamente destinate ad affrontare una nuova serie di ostacoli. Il dialogo e la collaborazione intersettoriale, uniti a soluzioni pratiche, saranno essenziali per garantire la resilienza nel percorso che ci attende.
OQEMA PRONTA ALLE SFIDE DELLA DISTRIBUZIONE
OQEMA si dedica all’approvvigionamento e alla distribuzione di materie prime alimentari di alta qualità, in modo che siano sicure, sostenibili e rispondenti alle normative in continua evoluzione. Le materie prime alimentari, strettamente connesse alla chimica di base, sono alla base di un’industria che deve affrontare sfide sempre più complesse. In questo contesto, l’ufficio qualità gioca un ruolo fondamentale nel garantire che i prodotti dell’azienda soddisfino gli alti standard di sicurezza, efficienza e innovazione. Le materie prime alimentari forniscono le fondamenta per la produzione di additivi, conservanti, aromi e coloranti utilizzati nei prodotti finali. La chimica di base – che comprende sostanze come acidi, basi, sali e altri composti – è essenziale per la creazione di formulazioni alimentari sicure e gustose. In qualità di distributori, OQEMA lavora a
stretto contatto con i clienti per garantire e selezionare materie prime chimiche idonee per le loro produzioni e che rispondano alle loro esigenze.
Oggi OQEMA è impegnata verso l’innovazione e la sostenibilità, attraverso la selezione delle materie prime alimentari che distribuisce. La domanda di alimenti più sani e naturali è in costante crescita e l’azienda è pronta a rispondere a questa esigenza, selezionando fornitori che adottano pratiche sostenibili e tecnologie innovative. Le materie prime alimentari, come i nuovi ingredienti vegetali o le alternative proteiche, sono cruciali per rispondere alle tendenze di mercato e OQEMA garantisce che queste innovazioni siano sicure e di alta qualità.
Le sfide nel futuro della distribuzione delle materie prime alimentari sono molteplici, e una delle più importanti riguarda la sicurezza. La gestione delle contaminazioni, la trac-
ciabilità dei lotti e la garanzia della conformità alle leggi internazionali sono compiti complessi che richiedono una vigilanza costante. OQEMA ritiene che rafforzare il proprio ruolo come distributori significhi garantire che ogni materia prima alimentare soddisfi i più elevati standard di sicurezza e qualità.
A questo proposito l’ufficio qualità diventa il cuore pulsante dell’attività. Per garantire che ogni materia prima alimentare distribuita rispetti gli elevati standard richiesti, il team qualità di OQEMA lavora a stretto contatto con i fornitori, monitorando, verificando e accompagnando l’ufficio acquisti e quello commerciale nelle fasi del processo di approvvigionamento e distribuzione. Oggi, l’azienda è consapevole che la distribuzione di materie prime alimentari richiede una continua attenzione alla qualità, alla sicurezza e all’innovazione e il suo ufficio
ACQUISIZIONE NEL SETTORE SIERO DI LATTE
L’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito ha approvato l’acquisizione da parte di Arla Foods Ingredients del ramo d’azienda Whey Nutrition di Volac. Il via libera del regolatore giunge a seguito di una valutazione avviata dopo la firma dell’accordo di acquisizione tra le due società il 18 aprile 2024.
“Si tratta di una decisione molto positiva in un momento in cui la domanda di ingredienti di siero di latte di alta qualità è in crescita”, ha commentato Luis Cubel, vicepresidente del gruppo e amministratore
delegato di Arla Foods Ingredients. “Questo ci avvicina a una significativa acquisizione che consoliderà la nostra posizione di leader nel settore della nutrizione a base di siero di latte. Procederemo ora con il processo formale necessario per integrare il ramo Whey Nutrition di Volac in Arla Foods Ingredients. Una volta completata l’operazione, potremo commentare più nel dettaglio i numerosi vantaggi derivanti dall’unione di questi due importanti produttori di ingredienti di siero di latte, non solo per entrambe le aziende, ma anche per i nostri clienti e per
l’intero settore”.
“Abbiamo sempre avuto fiducia nel fatto che Arla Foods Ingredients avesse le competenze e i valori necessari per portare il nostro business Whey Nutrition a un livello superiore, e siamo lieti di aver raggiunto questa tappa importante nel processo di acquisizione a nome della famiglia Neville”, ha affermato James Neville, co-proprietario di Volac. “È una notizia eccellente per Volac Whey Nutrition e per il settore degli ingredienti di siero di latte che queste due aziende innovative possano unire le forze”.
La sede di OQEMA a Rivazzano Terme (PV)
LA VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI DEI FRANTOI D’OLIVA
PhenOlives, un’azienda che trasforma i rifiuti dell’olio d’oliva in farina d’oliva senza glutine, ha presentato al GR-I-CE, una conferenza internazionale sull’innovazione verde e sull’economia circolare svoltasi ad Atene, un documento sul potenziale della sansa d’oliva e delle acque reflue, evidenziando un approccio di frazionamento per raggiungere una valorizzazione sostenibile. PhenOlives, che è stata pioniera della tecnologia per trasformare il sottoprodotto della produzione di olio d’oliva in farina d’oliva, ha esortato i partecipanti e l’industria dell’olio d’oliva ad affrontare la necessità di soluzioni innovative per le sfide ambientali poste dai rifiuti dei frantoi (OMWs). Con una media dell’85% delle olive sprecate a causa della rapida ossidazione, il potenziale è enorme. Per le 3 milioni di tonnellate di olio d’oliva prodotte globalmente ogni anno, attualmente vengono sprecate circa 15-20 milioni di tonnellate di sottoprodotti.
“Abbiamo sviluppato un processo di frazio-
namento brevettato che non solo recupera e separa componenti preziosi dagli OMWs, ma li trasforma anche in risorse sostenibili”, ha affermato Chen Lev Ari, CEO di PhenOlives.
L’impatto della soluzione totale (TSI) di PhenOlives si basa sui principi della bioeconomia circolare: dare priorità all’efficienza
delle risorse e alle pratiche sostenibili. Nel processo continuo di PhenOlives, tutta l’acqua utilizzata viene raccolta e trattata per filtrarla a un livello che ne consenta il riutilizzo all’interno del frantoio in un sistema chiuso o per scopi di irrigazione. Gli scienziati di PhenOlives hanno sottolineato il potenziale degli OMWs, osservando che la polpa ricca di nutrienti può essere utilizzata per alimenti funzionali e integratori alimentari, mentre la buccia di alta qualità può essere riutilizzata per bioplastica e fissazione del carbonio, oltre ad altri percorsi sostenibili e di upcycling. Il processo TSI genera anche un concentrato di polifenoli, che viene poi essiccato in polvere, pronto per l’uso commerciale. I polifenoli, noti per le loro potenti proprietà antiossidanti, hanno una vasta gamma di applicazioni nell’industria alimentare, nella cosmesi e nella farmacia.
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+ Tutti i sistemi sono progettati in conformità agli standard di sicurezza GFSI e FSMA
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L’uso delle alte pressioni prolunga la shelf-life preservando gusto e nutrienti senza l’impiego di calore e additivi. Il progetto Agroval ha contribuito alla diffusione delle potenzialità di questa tecnologia innovativa.
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di Elena Bortolazzo1, Anna Garavaldi1, Valeria Musi1, Chiara Cavazzini2
LE POTENZIALITÀ DELL’HPP
NEI SEMILAVORATI DI FRUTTA
Il 2023 è stato caratterizzato da una contrazione dei consumi, tuttavia la categoria dei trasformati di frutta e verdura di IV e V gamma ha fatto registrare una crescita sia a valore che a volume, spinta da proposte innovative in termini di salubrità e contenuto di servizio.
Il ricorso a tecnologie innovative, in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori in termini di prodotti sani, naturali e privi di conservanti, rappresenta quindi una scelta vincente per le industrie alimentari che vogliono essere competitive sul mercato.
La tecnologia HPP (High Pressure Processing) è una tecnica di conservazione degli alimenti che utilizza pressioni idrostatiche elevate per inattivare i microrganismi patogeni e deterioranti (Listeria, Salmonella, E. coli, Vibrio, Anisakis, muffe, lieviti…) rendendo i prodotti trattati microbiologicamente stabili più a lungo, conservabili e sicuri.
Si tratta di una tecnologia a freddo, che non utilizza calore per uccidere i microrganismi preservando le caratteristiche nutrizionali e sensoriali dei prodotti e garantendo una maggiore shelf-life senza ricorrere all’impiego di additivi, conservanti chimici e senza aggiungere sale o zucchero.
Il trattamento HPP avviene su prodotti confezionati e sigillati, pertanto l’effetto di abbattimento microbiologico si estende anche ad eventuali contaminazioni avvenute nella fase di manipolazione e confezionamento del prodotto.
I prodotti trattati con le alte pressioni sono anche sostenibili perché hanno una vita utile da 3 a 5 volte superiore rispetto ai prodotti non trattati, riducendo così scarti e sprechi alimentari.
La diffusione delle potenzialità della tecnologia HPP rientra tra le attività del Progetto “AGROVAL - Strategie
di Simone
Ghioldi
ed Emanuela
Tenconi
per valorizzare i prodotti agroalimentari orientate ad aumentare la competitività e individuare nuovi mercati”, finanziato dal PSR 20142020 dell’Emilia-RomagnaOperazione 1.2.01 - Focus Area 3A. CRPA ha collaborato con Parma IS Srl di Traversetolo (PR), azienda specializzata nella formulazione di piatti pronti e snack salutari a base di frutta e verdura di alta qualità, alla realizzazione del progetto denominato “Formulazione di semilavorati freschi di frutta e verdura pronti all’uso con shelf-life estesa e spiccate proprietà salutistiche - Healthy Fruit&Vegetable” (PSR 2014-2020 - operazione16.2.01). Il progetto aveva l’obiettivo di ottenere prodotti vegetali minimamente processati e stabilizzati mediante l’applicazione di nuove tecniche di packaging eco-sostenibili e dell’altissima pressione (HPP). Il progetto della durata di 18 mesi si è concluso a febbraio 2024 e ha portato alla formulazione di 16 nuovi semilavorati di IV gamma a base di frutta e verdura (macedonie, pesti, verdure porzionate sottovuoto e puree di frutta) con caratteristiche nutrizionali e sensoriali paragonabili a quelle delle materie prime di partenza e con una shelf-life prolungata.
FORMULAZIONE DI PUREE DI FRUTTA
FRESCA TRATTATE CON HPP
Particolarmente interessanti per la praticità d’uso sono risultate le puree di frutta, realizzate in sei versioni: mela, pera, frutti rossi, ananas, mango e ananas/mango.
La formulazione dei nuovi prototipi ha previsto la selezione della materia prima attraverso l’analisi colorimetrica, la valutazione del grado zuccherino e del grado di maturazione, la determinazione della composizione centesimale e la caratterizzazione sensoriale.
Le materie prime selezionate sono state lavate, cubettate e spremute, eventualmente mixate, confezionate in buste in mono polipropilene riciclabili e successivamente pastorizzate a freddo con il trattamento HPP a 6.000 bar per pochi minuti.
Il trattamento delle puree con le alte pressioni è avvenuto presso HPP Italia Srl, la prima azienda italiana a investire in questa tecnologia, a partire dal 2014.
Nella fase di R&S, Parma IS si è avvalsa della collaborazione di CRPA, che attraverso le principali tecniche di analisi sensoriale ha raccolto le informazioni necessarie per realizzare delle formulazioni in grado di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei consumatori.
Figura 2: sei nuove referenze di puree trattate con HPP
TEST SENSORIALI PER LO SVILUPPO E LA VALIDAZIONE DELLE PUREE DI FRUTTA
Focus group - Durante la messa a punto delle nuove referenze è stata applicata la tecnica del focus group con referenti del canale HoReCa e con operatori della GDO, potenziali distributori dei nuovi prodotti; in parallelo si sono svolti focus group con consumatori abituali di frutta di differenti fasce di età, per esplorare le loro opinioni e le loro preferenze verso i nuovi prototipi di IV gamma.
Questa tecnica di ricerca ha fornito preziose informazioni circa il formato, il tipo di packaging, le indicazioni da riportare in etichetta, le potenziali occasioni d’uso e gli abbinamenti preferiti nel caso di puree preparate con mix di frutta.
Figura 1: esecuzione di un focus group sulle puree di frutta con i consumatori
Analisi quantitativa descrittiva e definizione della shelf-life - Successivamente, le puree sono state sottoposte all’analisi quantitativa descrittiva (QDA) per caratterizzarle dal punto di vista sensoriale, valutare eventuali differenze con il semilavorato non trattato e stabilirne la shelflife. La valutazione sensoriale è stata condotta da un panel costituito da giudici selezionati ed addestrati secondo la norma ISO 8586:2014 interno a CRPA.
Per la preparazione dei test e la determinazione della qualità sensoriale delle referenze si è operato secondo la norma UNI 13299:2016. L’attività di analisi sensoriale è stata condotta
in un ambiente controllato (laboratorio CRPA a norma UNI ISO 8589:2014). La valutazione è stata effettuata impiegando una scheda descrittiva che presenta differenti attributi sensoriali (olfattivi, gustativi, retro-olfattivi, tattili), misurati su una scala continua strutturata di 10 cm corrispondente a valori da 1 a 10 (1= per niente intenso, 3= poco intenso, 5= abbastanza intenso, 7= intenso, 10= molto intenso). L’analisi è stata eseguita in doppio (2 repliche) per ciascuna referenza: sulla purea non trattata (NT) a T0 e sulla purea sottoposta al trattamento (HPP) a T0 e a T finale (ovvero dopo 45 giorni).
Per tutte le sei puree non si sono registrati scostamenti rilevanti tra i profili medi sensoriali della referenza NT e di quella HPP tempo 0 e tra le referenze HPP tempo 0 e HPP finale a 45 giorni. Nel caso della purea di pera (figura 4), gli odori e i gusti dolce e acido sono risultati invariati in tutte e tre le tesi. L’odore complessivo è risultato uguale nella tesi HPP e NT a T0 e T finale e compreso tra abbastanza intenso e intenso. L’odore fruttato è quello predominante a livello abbastanza intenso ed è risultato simile nelle tre tesi.
Segue l’odore erbaceo/vegetale percepito a livello poco intenso in tutte
La ricerca al servizio dell’agroalimentare
CRPA SCPA è un ente di ricerca che si occupa della conduzione di ricerche, della realizzazione e della gestione di servizi per i produttori agricoli, l’industria agro-alimentare e gli enti pubblici competenti, con lo scopo di promuovere il progresso tecnico, economico e sociale del settore primario e di conseguire una generalizzata diffusione delle forme più avanzate di agricoltura ecocompatibile.
La sezione alimentare di CRPA è costituita da un laboratorio di analisi sensoriale realizzato secondo la norma UNI EN ISO 8589:2014 e dispone di tutta l’infrastruttura necessaria per condurre test sensoriali.
È presente, inoltre, una sala prove lattiero-casearia dove possono essere simulati i principali processi lattiero-caseari, grazie ad una impiantistica progettata per raccogliere in continuo e in modo automatizzato tutti i parametri di lavorazione.
I servizi offerti consentono alle imprese alimentari di valutare l’operatività e le potenzialità applicative di innovazioni di prodotto e/o di processo.
Figura 3: giudice durante l’analisi
QDA di puree di frutta
Figura 4: evoluzione della shelf-life sensoriale della purea di pera e confronto con la purea non trattata. Significatività secondo il test di Duncan α= 0,05 (p < 0,05 *, p < 0,01 **; p < 0,001 ***; n.s. nessuna differenza)
le tesi. Gli odori negativi di fermentato sono appena percepibili e di pari intensità in tutte e tre le tesi. Il gusto dolce tende al valore medio sulla scala di misura ed è stato avvertito di pari intensità nei campioni in studio. Il gusto acido è poco intenso in tutte le tesi. Sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra le tesi solo per quattro descrittori sensoriali: astringente, intensità aroma, aroma fruttato e altri aromi. La sensazione trigeminale astringente è appena percepibile e risulta leggermente inferiore nella purea trattata a T0 (p<
0,05). L’aroma complessivo si attesta tra abbastanza intenso e intenso nella purea non trattata e in quella trattata a fine shelf-life; risulta intenso nella tesi trattata a T0 (p < 0,01). L’aroma fruttato è stato percepito a livello abbastanza intenso in due tesi; risulta di poco superiore nella purea trattata a T0 (p < 0,01). L’aroma erbaceo/vegetale è stabile a livello poco intenso in tutte le tesi. Gli aromi negativi di fermentato sono risultati più intensi nelle tesi trattato a T0 e T finale rispetto al non trattato (p < 0,001) pur pur restando, in tutti i casi, appe-
Figura 3
Figura 4
na percepibili e ben al di sotto della soglia di accettabilità.
Attraverso la combinazione di analisi
QDA e analisi microbiologiche eseguite il giorno stesso del confezionamento e a due tempi di analisi successivi per tutte le 6 tipologie di puree di frutta è stata definita una shelf-life pari a 45 giorni.
Test di accettabilità - Infine, le sei puree trattate con le alte pressioni a T0 sono state valutate da un gruppo di 60 consumatori abituali di frutta e verdura per conoscerne il livello di gradimento e la propensione all’acquisto. Il gradimento sulle diverse referenze è stato determinato mediante un test di accettabilità che prevede inizialmente la somministrazione ai consumatori di un breve questionario sulle abitudini di acquisto e consumo di frutta fresca e di semilavorati. Successivamente i consumatori hanno valutato le 6 puree, somministrate in blind, e sono stati invitati ad indicare il loro gradimento su una scala edonistica a 9 punti (1= estremamente sgradito, 9 = estremamente gradito, per l’aspetto visivo, il sapore, la consistenza e un giudizio complessivo (UNI ISO/WD 4121 - Analisi sensoriale - Linee guida per l’utilizzo di scale quantitative di risposta, 2001). Inoltre, è stata chiesta la propensione o meno al riacquisto delle referenze assaggiate. In generale tutte le puree sono state apprezzate. Quelle di mela, pera, frutti rossi e mango/ananas hanno ottenuto punteggi di gradimento pari o superiore a 7 per tutti gli aspetti considerati. Le puree di solo ananas e solo mango sono state molto apprezzate visivamente, mentre agli altri aspetti
Figura 5: scala edonistica impiegata per il test di accettabilità
sono stati assegnati punteggi leggermente inferiori a 7.
Le puree di ananas e di mango verrebbero riacquistate rispettivamente dal 63,9% e dal 65,6% degli intervistati. La propensione al riacquisto si alza per le altre referenze arrivando a 70,5% per la mela, a 78,7% per la purea ai
nologica in grado di valorizzare i semilavorati di frutta e di soddisfare le esigenze dei consumatori in termini di alimenti più naturali e clean label. Grazie alla combinazione di questo trattamento innovativo e di tecniche sensoriali di monitoraggio delle caratteristiche dei prodotti è stato pos-
frutti rossi e addirittura all’83,6% per la purea di pera, che è risultata in assoluto la più gradita.
CONCLUSIONI
L’applicazione delle alte pressioni idrostatiche si dimostra una strategia tec-
sibile formulare nuove referenze che garantiscono una shelf-life prolungata e mantengono le proprietà delle materie prime fresche sia da un punto di vista nutrizionale che sensoriale e che risultano gradite dai consumatori.
Figura 6: predisposizione per il test di accettabilità sulle puree di frutta e panel leader durante la distribuzione delle referenze ai consumatori
Gradimento medio delle puree di frutta Gradimento visivi
Figura 7: valori medi dei giudizi di gradimento delle puree
IL POTENZIALE ANTITUMORALE DELLA NOCCIOLA
Enea ha realizzato uno studio che mette in luce il potenziale antitumorale delle biomolecole attive contenute in un estratto della nocciola tradizionale del viterbese, la Tonda Gentile Romana (Corylus avellana L.). Pubblicati sulla rivista internazionale Natural Product Research, i risultati dello studio aprono la strada a futuri sviluppi terapeutici e di prevenzione nella lotta contro il cancro al fegato.
“Abbiamo dimostrato che il nostro estratto di nocciola è in grado di uccidere cellule tumorali in vitro, attraverso una specifica azione diretta che favori-
sce il ripristino delle condizioni fisiologiche di crescita del tessuto epatico”, spiega Barbara Benassi della divisione Biotecnologie dell’Enea, che ha condotto la ricerca in collaborazione con la collega Maria Pierdomenico. Le recenti evidenze scientifiche identificano nel cambiamento del contenuto intracellulare di due piccole molecole di RNA una delle chiavi per comprendere le proprietà antitumorali di nuove formulazioni farmaceutiche per applicazioni in campo oncologico. “Nel tessuto malato il livello intracellulare dei due microRNA diminuisce rispetto alla controparte sana, causando la proliferazione neoplastica”, aggiunge Benassi. “Riportare a livelli normali i due microRNA è una delle possibili strategie ‘intraprese’ dai nuovi farmaci per ridurre la progressione della malattia tumorale; parallelamente, mantenere sotto controllo la loro integrità intracellulare, evitando che diminuiscano nell’arco
della vita di un individuo, rappresenta una possibile strategia di prevenzione verso la trasformazione in neoplasie”. In sintesi, lo studio ENEA ha dimostrato che l’estratto di nocciola è in grado di stimolare in modo significativo il livello intracellulare delle due molecole di microRNA nelle cellule tumorali di fegato, inibendone la proliferazione e causandone la successiva morte in vitro. “Il prossimo passo sarà quello di identificare con maggiore precisione le biomolecole attive responsabili di tale effetto citotossico contro le cellule tumorali, anche se uno studio preliminare in silico, ossia al computer, ha individuato alcuni possibili candidati. In particolare, alcune sostanze derivanti dall’acido caffeico e dalle catechine, di cui l’estratto di nocciola è ricco, sulle quali è necessario condurre ulteriori approfondimenti in modelli preclinici più complessi in vitro e in vivo, per validare la potenziale efficacia di nuove formulazioni quali innovativi coadiuvanti terapeutici per la cura del tumore al fegato”, conclude Benassi.
LA RICERCA DEL POLITECNICO DI TORINO PER L’ECO-INNOVAZIONE
E LA SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA ENOLOGICA
Il Politecnico di Torino è fortemente impegnato nella ricerca nel settore dei processi sostenibili e ha partecipato alla 30ma edizione del Salone Internazionale delle Macchine per Enologia e Imbottigliamento, lo scorso novembre a Milano, con la presentazione dei risultati del progetto “Eco-innovazione della filiera enologica”, sviluppato da un team di ricerca del Dipartimento di Scienza Applicata e TecnologicaDISAT guidato dalla professoressa Anna Carbone, e in collaborazione con l’azienda “Gamba La Semplice” di Castell’Alfero (Asti).
All’interno del progetto, il gruppo di ricerca del Politecnico di Torino si
occupa dell’analisi statistica e della modellizzazione dei dati acquisiti dal sistema in filiere di produzione di aziende enologiche o oleifici, i cui flussi possono generare automaticamente informazioni relative, ad esempio, alla consegna e alla verifica delle prestazioni e alla qualità del prodotto attraverso la definizione di indicatori relativi per esempio al residuo, o ai tempi di esecuzione del ciclo di manutenzione e altro. Si tratta di soluzioni ottimali per ottenere in sicurezza informazioni sulla qualità e sul trattamento dei prodotti, recuperando e analizzando i residui dei sistemi di stoccaggio al momento dello svuotamento e
quindi, integrati nella filiera, rappresentano una modalità semplice, sicura ed economica di tracciabilità dei prodotti.
Al Salone il progetto “Ecoinnovazione della filiera enologica” ha ottenuto anche il prestigioso riconoscimento Innovation Challenge.
“L’eco-innovazione è un’eccellente opportunità per le aziende agro alimentari per garantire qualità del prodotto e rispetto dell’ambiente”, commenta Anna Carbone, docente al Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia DISAT del Politecnico di Torino, e responsabile dell’attività di ricerca.
FIORI DI MELO: DA SCARTO A RISORSA PER L’INDUSTRIA
I fiori di melo nascondono un enorme potenziale inesplorato. I due ricercatori Stefano Tonini e Ali Tlais Alabiden del gruppo di ricerca di Micro4Food di unibz, diretto dalla professoressa Raffaella Di Cagno, hanno sfruttato il processo della fermentazione per cercare di far emergere questo potenziale ottenendo dei peptidi, brevi catene di amminoacidi che derivano dalla frammentazione delle proteine, con attività antiossidante e antifungina, che potrebbero essere impiegati nell’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica.
Una particolarità del melo è la presenza del corimbo: non sono presenti infatti singoli fiori, ma delle infiorescenze “a grappolo” con in media 5 fiori, appunto il corimbo. Mandare a frutto tutti e 5 i fiori significherebbe avere mele di dimensioni inferiori e di bassa qualità, e potrebbe causare una minore produttività della pianta nell’anno seguente. Per questo nella pratica agronomica si procede al dirado, ovvero all’eliminazione dei fiori o dei frutticini laterali del corimbo per favorire lo sviluppo del fiore centrale, il cosiddetto “king flower”, affinché diventi frutto. Nella filiera di produzione delle mele, infatti, solo il 7% dei fiori viene portato a maturazione, mentre la restante parte diventa a tutti gli effetti uno scarto.
L’obiettivo della ricerca è stato capire come valorizzare questi fiori scartati sfruttando il loro potenziale intrinseco come fonte di molecole funzionali. I ricercatori hanno quindi confrontato il campione di fiori non fermentato con fiori sottoposti a diversi tipi di fermentazione: una fermentazione spontanea, che sfrutta i microrganismi già naturalmente presenti sui fiori e due fermentazioni controllate che utilizzavano da un lato un batterio fruttofilico e, dall’altro, un lievito derivato dalle mele. Dopo la fermentazione i ricercatori hanno ottenuto da ciascun campione un estratto di cui hanno testato le capacità antifungine e antiossidanti. I campioni fermentati erano significativamente più capaci di inibire la crescita delle muffe e avevano un’attività antiossidante nettamente più elevata rispetto all’estratto ottenuto dal campione non fermentato.
“Siamo riusciti ad identificare ben 1.797 nuovi peptidi in seguito alla fermentazione: un numero elevatissimo”, spiega Stefano Tonini, il principale ricercatore dello studio.
IMPIANTO DI IMBOTTIGLIAMENTO RINNOVATO IN BIRRIFICIO
Krombacher investirà oltre 100 milioni di euro per l’installazione di una nuova area di smistamento e per la sostituzione di quattro linee.
Nei prossimi sei anni, il birrificio tedesco Krombacher investirà un totale di oltre 100 milioni di euro nel radicale rinnovamento del suo impianto di imbottigliamento, preparandosi così per il futuro. Con il più grande ed esteso progetto di investimento nella lunga storia dell’azienda, il birrificio non solo sottolinea il suo forte impegno nei confronti della propria sede, ma anche la sua rilevanza come uno dei principali datori di lavoro della regione Renania Settentrionale, Vestfalia.
La prima fase del progetto di ammodernamento del complesso di Littfetal – sede della divisione imbottigliamento e logistica del birrificio –prevede l’installazione di una nuova area di smistamento dotata di sistemi all’avanguardia che ottimizzeranno il flusso dei prodotti.
“I birrifici trattano quotidianamente un grande volume di vuoti, il che rende necessaria una cernita continua e veloce per reinserirli nel ciclo di produzione. Il processo è complesso a causa della varietà di tipi e forme di bottiglie. I nuovi sistemi lo renderanno molto più efficiente”, afferma Ludger Hense, responsabile dell’imbottigliamento di Krombacher.
“Il rinnovamento ci permetterà di aumentare notevolmente l’efficienza della logistica”, aggiunge Michael Kröhl, responsabile della logistica.
“Ci stiamo preparando per il futuro, puntando su sistemi riutilizzabili e rendendo i nostri processi resilienti ai cambiamenti futuri”.
NESSUNA INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ
A partire dal 2026, verranno sostituite anche quattro linee di imbottigliamento. Questi interventi rappresentano una sfida logistica importante, che si svolgerà senza interruzioni delle attività produttive, una circostanza che richiede una pianificazione meticolosa e il massimo impegno da parte di tutti i collaboratori coinvolti. Le prime fasi del progetto sono già in corso, mentre il completamento dell’intero piano è previsto per il 2030.
“La modernizzazione dei nostri impianti di imbottigliamento è una chiara dimostrazione del nostro impegno verso il futuro del birrificio e l’ampliamento della varietà delle nostre referenze”, afferma Manfred Schmidt, direttore tecnico di Krombacher. “Nonostante le grandi sfide che questo processo comporta, il nostro obiettivo rimane quello di attuare l’intervento senza intoppi, garantendo i nostri elevati standard di qualità, offrendo sempre il massimo in ogni momento”.
L’investimento in moderne tecnologie di riempimento e in efficienti si-
stemi di smistamento non solo mi gliora notevolmente il controllo del processo, ma crea anche maggiore flessibilità nella produzione. Grazie a ciò, il birrificio è già in grado di ri spondere in modo affidabile alla crescente domanda di varietà da parte dei consumatori e di offrire una gam ma sempre più ampia di prodotti, assicurandosi di mantenere questa capacità anche nel lungo periodo.
Sebbene l’attenzione rimanga foca lizzata sull’ammiraglia Krombacher Pils, verrà considerata anche la cre scente complessità delle diverse refe renze, dalle specialità di birra innova tive alle bevande analcoliche.
In qualità di importante datore di la voro e sostenitore dell’economia lo
cale, Krombacher continua a investi re nella sua regione d’origine, garantendo posti di lavoro stabili e a lungo termine.
“Perseguiamo una strategia di cresci ta sostenibile e focalizziamo i nostri investimenti su progetti a lungo ter mine, per offrire stabilità e opportu nità future ai nostri collaboratori”, afferma Schmidt. “Stiamo investen do nel nostro futuro, e con esso nelle persone che condividono la nostra passione per la buona birra. Non ve diamo l’ora di evolvere la nostra pro duzione verso un modello ancora più sostenibile per i prossimi decenni”.
Mettler Toledo contribuisce a contrastare l’aumento dei costi nella produzione alimentare con i sistemi di verifica automatici applicati nei dispositivi dedicati alla rilevazione dei metalli.
LA VERIFICA AUTOMATICA
NELLA METAL DETECTION
In un mondo in rapida evoluzione con l’affermarsi dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento automatico e persino delle automobili volanti, la produzione alimentare fa ancora molto affidamento sulla verifica manuale per la metal detection, in particolare per i sistemi di formatura, riempimento e sigillatura verticali (VFFS). Ciò vale soprattutto per prodotti come snack, dolci, latte in polvere per neonati, farina sfusa e polveri nutraceutiche.
Tuttavia, la verifica manuale ha i suoi svantaggi e può essere migliorata con un sistema automatico di verifica (ATS - Automatic Test System).
L’ATS NELLA PRATICA
La tecnologia ATS automatizza il processo di verifica per i metal detector a caduta verticale e integra i test manuali periodici. Questa tecnologia replica
la sensibilità in corrispondenza della linea centrale del rilevatore, la parte meno sensibile del metal detector, fornendo risultati coerenti e accurati in vari punti di verifica. Tarando il sistema in modo che corrisponda al punto più debole nel campo del rilevatore, l’ATS offre una misura affidabile delle prestazioni complessive del rilevatore, affrontando eventuali variazioni di sensibilità. Tradizionalmente, le verifiche manuali utilizzano il “metodo a caduta”, in cui i campioni di prova vengono inseriti manualmente nel flusso di prodotti. Sebbene l’ATS non sostituisca completamente la verifica manuale, riduce significativamente la frequenza degli interventi manuali, migliorando l’efficienza e la produttività.
L’implementazione della tecnologia ATS nei sistemi di metal detection offre una soluzione pratica a sfide di produzione quali sicurezza operativa, accuratezza e integrità del prodotto.
di Simone Ghioldi
ed Emanuela Tenconi
di Kati Hope, Global Key Account Management, Ispezione Prodotti Mettler-Toledo
RIDUZIONE DEI COSTI
1) Diminuzione dei tempi di verifica
L’ATS riduce i costi di gestione semplificando le procedure di verifica. Con tempi di verifica ridotti a meno di 40 secondi, le aziende possono beneficiare di una maggiore efficienza e produttività. Ciò si traduce in un notevole risparmio di tempo e risorse, consentendo alle aziende di ottenere una maggiore velocità di produzione senza compromettere la sicurezza o l’accuratezza.
2) Sicurezza dell’operatore
L’ATS migliora la sicurezza degli operatori riducendo al minimo la necessità di lavorare in altezza o di allungarsi sui sistemi di produzione. Questo miglioramento non solo protegge i lavoratori, ma riduce anche il rischio di incidenti costosi. Il valore della sicurezza dell’operatore, ovviamente, non ha prezzo.
3) Ridurre il rischio di richiami del prodotto
Grazie alla verifica automatica e non invasiva dell’ATS, il rischio di contaminazione incrociata o difetti del prodotto che possono portare a costosi richiami è ridotto al minimo. Questo approccio basato sulla precisione
contribuisce a garantire la qualità e l’uniformità dei prodotti, riducendo la probabilità di richiami grazie all’individuazione dei problemi nelle prime fasi del processo produttivo. Inoltre, la tracciabilità automatica del sistema fornisce un audit trail affidabile, migliorando la conformità in materia di sicurezza alimentare e la tracciabilità.
4) Migliorare l’accuratezza e l’affidabilità
Grazie alla verifica automatica e non invasiva dell’ATS, il rischio di contaminazione incrociata o di difetti del prodotto, che possono portare a costosi richiami, è ridotto al minimo
La tecnologia ATS offre un’accuratezza senza pari grazie all’uso di sofisticati algoritmi per allineare la sensibilità in corrispondenza della linea centrale al bordo dell’apertura. Ciò significa prestazioni di rilevazione costanti per l’intero prodotto, eliminando la variabilità spesso riscontrata in altri metodi. La taratura automatica del sistema aumenta l’affidabilità, determinando un minor numero di
errori, una maggiore produttività e, in ultima analisi, contribuendo al risparmio sui costi riducendo i tempi di fermo e contribuendo a garantire una qualità costante dei prodotti.
CASO DI STUDIO
Si consideri un tipico produttore britannico di snack con 24 linee di pesatura/confezionamento, ciascuna in funzione a 100 sacchetti al minuto, 20 ore al giorno, 360 giorni all’anno. Attualmente, lo stabilimento verifica manualmente i metal detector per confezionatrici verticali ogni 2 ore e ogni test richiede 3 minuti. Questi approfonditi test manuali comportano significativi tempi di fermo della produzione e perdite di prodotto.
Utilizzando la tecnologia ATS:
• la verifica è ridotta a 30 secondi per test;
• invece di perdere 72.000 sacchetti al giorno, lo stabilimento ne perde solo 12.000, in un anno questo si traduce in oltre 21 milioni di sacchetti in più;
• le ore di operatore necessarie per la verifica scendono da 4.320 a sole 720 ore all’anno, con un risparmio di circa 54.000 sterline all’anno.
È semplice: l’ATS può contribuire a ridurre drasticamente i costi di gestione, aumentare la produttività e proteggere la qualità dei prodotti.
CONCLUSIONE
L’adozione della tecnologia ATS nei sistemi di metal detection offre una valida soluzione alle sfide che i produttori alimentari devono affrontare.
Migliorando la sicurezza, l’accuratezza e la produttività, l’ATS contrasta l’aumento dei costi, preservando al contempo la qualità dei prodotti e la brand reputation. Questa tecnologia consente ai produttori alimentari di essere lungimiranti, anche in un mondo in cui le auto volanti diventeranno presto la norma.
Per ulteriori informazioni: www.mt. com/md-ats-pr.
MBS ha sviluppato un particolare tipo di scambiatori a parete raschiata che rimescolano il fluido in lavorazione in modo che la sua temperatura sia uniforme, prevenendo l’adesione alle pareti stesse. Per il movimento rotatorio si è affidata ai giunti di trasmissione Mayr.
GIUNTI PER SCAMBIATORI
DI CALORE A FASCIO TUBIERO
Nella Marca Trevigiana ha sede l’unità produttiva di MBS, azienda con sede centrale a Parma, che dal 1995 produce scambiatori di calore per l’industria farmaceutica e svariati segmenti alimentari. Le soluzioni MBS derivano da anni di studi nell’ambito dello scambio termico condotti in collaborazione con prestigiose università italiane. Innovativi, affidabili e certificati da enti indipendenti, i prodotti MBS sono realizzati nel rispetto degli stringenti requisiti qualitativi dei settori in cui trovano impiego. Per questo l’azienda utilizza materie prime e componenti d’eccellenza: compresi i giunti Mayr. MBS fa parte di CSF Inox Group, che produce componenti in acciaio inox, e può contare sull’apporto di professionisti con esperienza in tutti i settori industriali di destinazione dei componenti: il gruppo è un player europeo nella produzione di pompe per i settori food&beverage, chimica e pharma.
SCAMBIO TERMICO UNIFORME
AL CENTRO E VICINO
ALLE PARETI DEL TUBO
Centrale nell’attività di MBS è la realizzazione di scambiatori di calore a fascio tubiero, le cui eccellenti presta-
zioni derivano da approfonditi studi svolti in collaborazione con alcune delle più importanti università italiane sull’effetto della corrugazione dei tubi nell’ambito dello scambio termico.
Nell’industria alimentare e nel settore farmaceutico, gli scambiatori di calore tubolari costituiscono la scelta d’elezione per realizzare uno scambio di energia termica fra due fluidi senza che questi si miscelino. Il loro funzionamento è semplice: la sostanza da lavorare passa attraverso un tubo, mentre in un altro tubo coassiale al primo, generalmente in direzione opposta, passa il fluido preposto a scaldarla o raffreddarla.
In un normale scambiatore può avvenire che lo scambio non sia perfettamente omogeneo, poiché la parte a contatto con le pareti del tubo si scalda o si raffredda più di quella al centro. In alcuni casi questo può essere un problema: alcuni fluidi possono scaldarsi troppo e attaccarsi alle pareti, mentre la parte al centro rimane a una temperatura più bassa di quella desiderata. Per ovviare a questo inconveniente, MBS ha sviluppato un particolare tipo di scambiatori di calore a parete ra-
di Simone
Ghioldi
ed Emanuela
Tenconi
Nella foto in alto: scambiatori di calore Hercules di Mayr
schiata, denominati Hercules. Questi contengono elementi rotanti che sfiorano le pareti del tubo, rimescolando il fluido in lavorazione in modo che la sua temperatura sia uniforme e prevenendone l’adesione alle pareti stesse.
TRASMISSIONE DEL MOVIMENTO PRECISA E COSTANTE
La rotazione delle pale è resa possibile da un motore che trasmette il movimento rotatorio alle pale stesse tramite un giunto di trasmissione. Per garantire la continuità e uniformità del processo produttivo la trasmissione del movimento deve essere precisa, uniforme e costante nel tempo: per questo è fondamentale utilizzare un giunto affidabile, che non richieda manutenzione, in grado di funzionare alle temperature richieste dalla lavorazione e che possa, se necessario, essere igienizzato con i detergenti adatti a mantenere gli standard igienici richiesti nel settore di utilizzo.
Dove trovare un componente con queste caratteristiche? Diego Reginato, da quasi vent’anni parte dell’organico MBS, dove segue la pianificazione degli acquisti e della produzione, non ha avuto dubbi: “Sin da quando Hercules era a tutti gli effetti ancora un semplice prototipo, per la fornitura del giunto ci siamo rivolti a Mayr, azienda della quale avevamo avuto modo di apprezzare la competenza e l’affidabilità: valori sovrapponibili quindi ai nostri. Il fornitore ha lavorato al nostro fianco per trovare una soluzione tecnica appropriata che potesse sod-
disfare tutti i requisiti della nostra applicazione”.
All’interno dell’ampio catalogo Mayr, i tecnici commerciali hanno identificato il giunto ROBA-DS come componente ideale per lo scambiatore Hercules.
GIUNTO LAMELLARE ROBUSTO
ROBA-DS è un giunto lamellare in acciaio torsionalmente rigido e completamente privo di gioco, fra i più apprezzati nell’industria per la sua robustezza e precisione.
Adatto a situazioni in cui è necessario azzerare le necessità di manutenzione per garantire un funzionamento costante dell’impianto, ROBA-DS è ideale per gli scambiatori Hercules, utilizzati in settori in cui l’affidabilità è fondamentale ed eventuali fermi macchina sarebbero particolarmente onerosi.
Caratteristiche progettuali e costruttive di ROBA-DS lo rendono idoneo a operare in un ampio range di temperature; la struttura in acciaio inox è
ROBA-DS con bussole coniche
Reginato, responsabile acquisti di MBS
studiata per resistere ai detergenti aggressivi usati per mantenere elevati livelli di igiene come, ad esempio, nell’industria alimentare.
UNA PARTNERSHIP VINCENTE
Per MBS, Hercules si è rivelata una scelta vincente. “Dal 2011, quando abbiamo introdotto Hercules sul mercato, ad oggi, sono state vendute quasi 500 macchine: numeri importanti per la nostra produzione”, spiega Reginato. “Configurabile e disponibile con varie opzioni, ha saputo conquistare con la sua affidabilità le più importanti aziende nei settori alimentare e farmaceutico”.
Non sono state solo le ottime prestazioni del giunto ROBA-DS a conquistare MBS: alle caratteristiche tecniche del componente si è affiancato un servizio inappuntabile da parte del fornitore.
“Mayr si è rivelata affidabile nel tempo, mantenendo costantemente elevati gli standard produttivi e la puntualità nelle forniture; oltre al riscontro sotto l’aspetto qualitativo possiamo quindi confermare la soddisfazione per il rapporto professionale da parte nostra e dei nostri clienti”, conclude Reginato.
Anche con MBS, Mayr si è dunque confermato un partner affidabile, pronto a soddisfare le esigenze in materia di trasmissione di potenza e controllo del movimento.
Diego
Giunto lamellare ROBA-DS
FISSACAVO MODULARE IMPILABILE
Per un fissaggio facile, rapido e sicuro di cavi e tubi, icotek presenta il fissacavo modulare impilabile MSMC utilizzato con range di serraggio da 10 a 55 mm. I vantaggi principali sono:
• Sistema espandibile: l’installazione affiancata o multilivello permette di adattare il prodotto ad ogni applicazione. L’accoppiatore CMC30 permette di accoppiare fissacavo con range di serraggio differenti.
• Elevata resistenza alla corrosione: le viti sono costruite con acciaio zincato passivato che offrono un’elevata resistenza agli agenti atmosferici.
• Resistenza a forze di trazione e torsione: le nervature longitudinali e trasversali dei semigusci
consentono un’elevata stabilità e l’assorbimento delle forze di torsione e trazione.
• Fissaggio flessibile: il foro isolato centrale viene utilizzato come punto centrale di fissaggio del fissacavo su diverse superfici. Il fissacavo è composto da due parti e da viti esagonali, l’adattatore permette la combinazione di diversi prodotti affiancati. Per aumentare la stabilità della soluzione, i fissacavi possono essere fissati anche da viti esagonali più lunghe.
Gamma prodotto:
• Set A: per il montaggio impilato o affiancato. Lo stato di fornitura comprende un fissacavo, un accoppiatore, viti di serraggio corte per la chiusura e viti di serraggio lunghe per il
MSMC montato su guida C
montaggio impilato.
• Set B: per il montaggio affiancato. Lo stato di fornitura comprende un fissacavo, un accoppiatore e le viti di serraggio corte per la chiusura.
Il fissacavo modulae MSMC può essere combinato con un adattatore scorrevole per il fissaggio su una guida C, aumentando così la flessibilità del sistema. Questo fissacavo modulare è
ARMADIO PER ESTERNI STANDARD, A DOPPIA
PARETE E INSTALLABILE IN BATTERIA
Le esigenze in evoluzione richiedono soluzioni rapide e semplici – e questo accade anche per l’installazione di armadi per esterni. L’evoluzione della gamma Rittal CS Toptec ora standardizza il principio di facile unione in batteria degli armadi di grandi dimensioni Rittal anche per i nuovi armadi per esterni a doppia parete. Con vantaggi notevoli: i produttori di impianti beneficiano di una disponibilità rapida,
opzioni di espansione versatili e un’installazione flessibile sul campo. In passato, le soluzioni speciali erano l’unica scelta preferita quando i produttori di impianti cercavano un armadio per esterni a doppia parete di grandi dimensioni. Con relative conseguenze negative: costi elevati, lunghi tempi di consegna e installazione complessa. Rittal propone ora una soluzione a questa situazione con l’evoluzione del suo armadio per esterni CS Toptec. Per farlo, Rittal ha trasferito il principio dei suoi armadi modulari agli armadi per esterni a doppia parete. Questi vengono ora prodotti in serie e sono disponibili in magazzino in larghezze di 600 e 800 mm, profondità di 600 e 800 mm e altezze di 1200, 1600, 1800 e 2000 mm – con predisposizione opzionale per un’unità di raffreddamento. Così, invece di optare per un singolo armadio di grandi dimensioni e pesante, i produttori
l’ideale per le applicazioni dove è necessario garantire un’elevata tenuta alla trazione e torsione in combinazione con il serraggio di cavi fino a 55 mm di diametro. Il fissacavo MSMC può garantire numero certificazioni come: EN 45545-2 HL3, EN61373, REACH, RoHS e IK07. È possibile chiedere un prodotto direttamente al fornitore.
di impianti possono selezionare due o più armadi singoli e anche aggiungerne ulteriori in qualsiasi momento.
I tempi di consegna sono significativamente più brevi – la promessa di consegna entro 24 o 48 ore tipica di Rittal si applica anche a CS Toptec. I produttori di impianti possono quindi rispondere immediatamente a nuove esigenze senza dover considerare lunghi tempi di pianificazione, progettazione e produzione.
Rittal si concentra in particolare sulle diverse opzioni di espansione degli armadi tramite un’ampia gamma di accessori di sistema e sulla versatile installazione sul posto. Il lavoro tecnico sul posto è ridotto al minimo grazie al design semplice degli armadi in batteria.
La documentazione digitale ePOCKET assicura un accesso sempre aggiornato a tutte le informazioni chiave. Come per ogni armadio Rittal, questa tasca digitale per gli schemi di cablaggio è integrata anche in CS Toptec e facilmente accessibile ai clienti tramite l’Eplan Cloud.
IL DIGITAL EXPERIENCE CENTER CHE AIUTA I PRODUTTORI A MIGLIORARE SICUREZZA, PRODUTTIVITÀ E SOSTENIBILITÀ
Emerson ha lanciato il suo Digital Experience Center, un ambiente di formazione interattivo che presenta la vasta gamma di soluzioni di automazione avanzate dell’azienda. I produttori e gli utenti dell’industria di processo che visitano il centro, situato all’interno dello stabilimento di produzione di Emerson a Ede, nei Paesi Bassi, possono acquisire un’esperienza pratica con tecnologie digitali trasformative e apprendere come queste forniscano informazioni fruibili, aiutando a ottenere miglioramenti in termini di sicurezza, produttività, affidabilità e sostenibilità. Emerson dispone di un portafoglio di soluzioni di automazione per la digitalizzazione di operazioni e processi in un’ampia gamma di settori. Il nuovo centro ospita dimostrazioni live di molte di queste tecnologie, tra cui il Sistema di comando distribuito
DeltaV™ che opera in una vasta gamma di applicazioni di controllo e misura industriale. Queste tecnologie moderne ed avanzate aiutano a realizzare la visione Boundless Automation di Emerson per un’architettura di nuova generazione.
La Boundless Automation mira a liberare i dati in silo, eliminare i punti operativi ciechi e liberare la potenza del software di analisi per aiutare a identificare le opportunità per accelerare i miglioramenti delle prestazioni dell’impianto. Questo inizia con un campo intelligente, utilizzando sensori e dispositivi avanzati insieme a soluzioni di connettività innovative come il Bluetooth®, WirelessHART® e il 5G che trasmettono dati da un’ampia gamma di applicazioni di misura. Il centro evidenzia vari esempi di queste applicazioni, tra cui:
• Sistemi di rilevamento della corro-
sione wireless non intrusivi che consentono operazioni più sicure e redditizie monitorando continuamente le perdite di metallo nelle tubazioni.
• Sensori di misura acustici wireless che aiutano a ridurre l’utilizzo di energia e le emissioni rilevando perdite da scaricatori di condensa o valvole di sicurezza.
• Sensori che aumentano la sicurezza monitorando la condizione di sostanze chimiche altamente reattive e infiammabili in contenitori portatili.
CONTROLLER ADATTABILI PER APPLICAZIONI SPECIFICHE
In occasione di SPS Norimberga, Yaskawa ha continuato l’espansione della sua piattaforma di automazione “iCube Control”, presentando la serie iC9226 in funzione. Il controller iC9226 funziona con il chip industriale TRITON di Yaskawa e può controllare fino a 64 assi servo in modo sincrono. Può inoltre essere programmato utilizzando lo strumento software iCube Engineer e può essere opzionalmente equipaggiato con un FSoE Safety Master integrato.
La novità è che ora è possibile utilizzare EtherCAT per controllare non solo servoazionamenti e convertitori di frequenza, ma anche robot Delta e Scara, cinematica specifica del cliente e altri dispositivi di terze parti. Grazie al suo design modulare, i controller della serie iC9226 dispongono di funzioni che possono essere attivate per configurarli in modo da adattarli ad applicazioni specifiche, riducendo i costi di layout e implementazione.
Per facilitare l’attuazione, il controllore può essere programmato in un’ampia gamma di linguaggi di programmazione. Questi non comprendono solo gli standard internazionali definiti nella IEC 61131,
ma anche linguaggi come C#, C++, Python o Mathlab Simulink. iCube Control viene inoltre ampliato passo dopo passo per creare un sistema completo di controllo del movimento e di automazione conforme alla standard di sicurezza internazionale IEC62443-4-1, dallo sviluppo del prodotto alla sua implementazione.
L’apertura, la flessibilità e la scalabilità fornite dal software iCube Engineer basato su Linux si traducono in un sistema operativo che comprende tutti gli altri prodotti.
Yaskawa ha basato lo sviluppo dei propri prodotti sull’ecosistema aperto PLCnext Technology di Phoenix Contact, nel contesto di una partnership tecnologica iniziata nel 2020. Ciò ha portato alla creazione di una vera e propria community e di prodotti iCube, nonché uno Store utilizzato per condividere competenze. Phoenix Contact e Yaskawa hanno l’obiettivo comune di passare da soluzioni proprietarie a un ecosistema aperto a prova di futuro per l’automazione industriale. Yaskawa sta attualmente lanciando l’iC9226M in tutto il mondo, nella sua divisione Motion and Robotics.
EVITARE LA PERDITA DI PRODOTTO GRAZIE AI SENSORI DIELETTRICI
L’eccessivo spreco nei processi di espulsione delle aziende lattiero-casearie può essere evitato mediante una rilevazione più accurata del contenuto presente nelle tubature. Una soluzione efficace è rappresentata dai rilevatori dielettrici di Collo.
Se le aziende lattiero-casearie si affannano per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dalla Direttiva Europea CSR prima del 2025, le pesanti perdite nei processi di espulsione sono state identificate come obiettivi facilmente raggiungibili da molte imprese. La perdita di prodotto rappresenta un grave problema per molte aziende lattiero-casearie e può avere un forte impatto sull’impronta di CO2
Tuttavia, tecnologie di misurazione approssimative impediscono spesso agli operatori di affrontare il problema in modo efficace, poiché può essere difficile identificare correttamente il prodotto che passa attraverso le tubature. Ma con una tecnologia di misurazione adeguata, la fine di un batch e l’inizio del successivo possono essere individuate con precisione. Il contenuto presente nelle tubature viene comunemente misurato utilizzando uno dei seguenti sensori: di flusso, di torbidità o di conducibilità. Un quarto metodo si basa sul monitoraggio della dielettricità del liquido, ovvero la sua capacità di trattenere una carica elettrica. Questo è possibile utilizzando un sensore che identifica con precisione la sostanza che si muove attraverso la tubatura, poiché un campo elettromagnetico a radiofrequenza viene indotto nel liquido. Liquidi diversi hanno una diversa costante dielettrica che li rende distinguibili tra loro e gli garantisce una impronta digitale unica.
UNA TECNOLOGIA DI MISURAZIONE PER QUALSIASI TIPO DI LIQUIDO
“La misurazione delle proprietà dielettriche del liquido presenta notevoli vantaggi rispetto ai metodi tradizio-
nali”, spiega Matti Järveläinen, CEO di Collo, azienda esperta nei sistemi di analisi della dielettricità dei liquidi. “I sensori di flusso mancano di precisione e i torbidimetri non riescono a riconoscere i liquidi trasparenti, come ad esempio il siero di latte, dall’acqua, e si ostruiscono in presenza di liquidi densi come la panna.
La conducibilità elettrica dei prodotti a base di latte è simile a quella dell’acqua, il che si traduce in una bassa sensibilità di questi sensori nel rilevamento delle interfacce del prodotto. Il sensore dielettrico può rilevare qualsiasi liquido, più o meno denso, colorato, incolore, opaco o trasparente.
Questo significa che la stessa tecnologia di misurazione può essere applicata in tutto l’impianto lattiero-caseario, mentre in passato occorreva selezionare il sensore in base al tipo di liquido processato in ogni diversa postazione”.
Recentemente i sensori Collo sono stati installati in quattro punti nel gruppo di ricevimento latte crudo di un impianto lattiero-caseario che trasforma 243 milioni di litri di latte crudo all’anno. In precedenza l’im-
pianto utilizzava misuratori di flusso per controllare le espulsioni ma, data la loro scarsa precisione, ciò che sembrava essere un timing ottimale ha comportato una perdita pari a 600.000 litri all’anno. La maggiore accuratezza del sensore dielettrico, 108 volte superiore a quella del flussometro, ha ridotto le perdite a soli 5.000 litri all’anno, riduzione superiore al 99%.
Lo stabilimento lattiero-caseario ha così deciso di introdurre la tecnologia Collo nell’intero impianto, automatizzando il processo.
“Occorre ridurre gli sprechi nella produzione lattiero-casearia”, conclude Järveläinen. “Processi produttivi rispettosi dell’ambiente sono richiesti sia dalle nuove normative che dai consumatori. Con la versatile tecnologia Collo siamo in grado di aiutare gli impianti a ridurre anche l’uso di acqua, altro tema di grande interesse per i consumatori e gli organi regolatori. Lavorando a stretto contatto con il cliente, Collo può giocare un ruolo davvero importante nel raggiungimento di un processo produttivo più sostenibile nell’industria lattierocasearia”.
ENDRESS+HAUSER RICEVE LA CERTIFICAZIONE PER LO SVILUPPO SICURO DEI PRODOTTI
Endress+Hauser ha ottenuto la certificazione IEC 62443-4-1 per lo sviluppo sicuro dei prodotti, ponendo così un ulteriore tassello verso la conformità con il Cyber Resilience Act europeo.
Ad ottobre 2024, TÜV Rheinland, l’ente tedesco per le ispezioni tecniche della regione della Renania, ha certificato il processo di sviluppo sicuro dei prodotti di Endress+Hauser in conformità con lo standard di sicurezza IEC 62443-4-1, livello di maturità 3. Cinque centri di produzione hanno ottenuto la certificazione e soddisfano così i requisiti per l’intero ciclo di vita dei prodotti.
Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il Cyber Resilience Act (CRA) nell’ottobre 2024. Questo richiede che i prodotti garantiscano un alto livello di sicurezza informatica per tutto il loro ciclo di vita.
Misure e metodi appropriati devono essere implementati già nella fase di sviluppo dei prodotti. Endress+Hauser segue questo approccio “Security by Design” per fornire ai clienti il miglior supporto possibile nella protezione dei loro sistemi.
“Siamo felici di questo certificato, poiché riconosce i molti anni di impegno per raggiungere il massimo livello di sicurezza nei nostri centri di sviluppo dei prodotti“, afferma Mirko Brcic, Product Security Officer di Endress+Hauser.
Un‘azienda che allinea i propri processi allo standard IEC 62443-4-1 deve dimostrare che la sicurezza informatica è integrata in tutto il ciclo di vita di un prodotto. Nell’ambito della certificazione di gruppo, l’ente certificatore verifica, tra gli altri, i seguenti aspetti: analisi dei rischi e delle mi-
nacce, security by Design, test di sicurezza, gestione delle vulnerabilità, manuale di sicurezza per i clienti.
Cinque centri di competenza del Gruppo sono stati certificati: Endress+Hauser Flow, E+H Level+Pressure, E+H Liquid Analysis, E+H Temperature+System Products e E+H Digital Solutions.
ANALISI ENZIMATICA PER VERIFICARE GLI ALIMENTI FREE-FROM
I kit enzimatici di nuova generazione Enzytec TMLiquid di R-Biopharm rappresentano uno strumento unico per verificare l’assenza di glutammati, zuccheri e sodio, lattosio, solfiti, nitrati.
Il mondo degli “alimenti senza” si riferisce a tutti quei prodotti alimentari privi di determinati ingredienti che, se assunti in quantità elevate o in particolari condizioni, possono aumentare i rischi per la salute. Data la crescente attenzione verso il benessere e l’alimentazione sana si sono ampiamenti diffusi “claim” quali: senza glutammati aggiunti, senza sale aggiunto, senza zuccheri aggiunti, senza alcool, senza solfiti, senza lattosio, senza nitriti.
Per un’ampia gamma di prodotti alimentari e nutraceutici esiste, dunque, l’esigenza di monitorare la presenza in tracce di questi componenti al fine di garantire la conformità alle specifiche dichiarate in etichetta. Glutammati, zuccheri quali il latto-
sio, solfiti, cloruro di sodio, etanolo e nitrati sono molecole chimicamente molto diverse tra loro, il cui dosaggio richiede la disponibilità di svariate tecniche analitiche quali HPLC, LC-MS, GC, assorbimento atomico, e fasi laboriose di purificazione del campione. Spesso, la presenza in tracce di tali componenti in matrici estremamente complesse rende difficile la quantificazione.
Le tecniche di analisi enzimatica sono di grande supporto perché l’uso di enzimi altamente purificati garantisce una elevata specificità e sensibilità che si traducono in assenza di interferenze e limiti di quantificazione molto bassi. Inoltre, i kit enzimatici di nuova generazione Enzytec TM Liquid sono di semplice utilizzo, perché pronti all’uso e stabili. Il loro uso combinato con l’analizzatore automatico Pictus 500 per-
mette di automatizzare tutte le fasi dell’analisi, dalla dispensazione dei reagenti fino al calcolo analitico. In più, lo strumento porta in formato di micro-volume l’analisi in cuvetta, riducendo il consumo di reagenti e abbassando, di conseguenza, il costo test di circa dieci volte. Pertanto, con un sistema analitico unico, composto da analizzatore e kit enzimatici, è possibile misurare un’ampia gamma di componenti con procedure operative automatizzate, semplici e a basso costo.
Il caseificio tedesco Leupolz ha installato un innovativo sistema di stoccaggio e manutenzione automatizzato, che prevede la movimentazione di forme da 80 kg con un robot Stäubli a sei assi.
TITOLO TITOLO ITITOLO TITOLO
MANIPOLAZIONE AUTOMATIZZATA
DI FORME DI FORMAGGIO
La qualità del formaggio dipende da una corretta conservazione e stagionatura. Per questo motivo il caseificio Leupolz, nelle Alpi tedesche, ha optato per un innovativo sistema di stoccaggio e manutenzione completamente automatizzato, in cui le forme di formaggio di Emmental del‘Algovia, del peso di circa 80 chili ciascuna, vengono movimentate da un robot Stäubli a sei assi.
Il caseificio Leupolz è situato a nord del Lago di Costanza, nei pressi di Wangen, in una zona tranquilla caratterizzata dalla presenza di boschi, pascoli e prati. Fondata nel 1960, l‘azienda impiega 25 persone e si fa rifornire da circa 170 fornitori di latte. Lavora circa 45 milioni di litri all’anno, equivalenti a circa 125.000 litri al giorno. Tra le specialità del caseificio ci sono le “forme” di formaggio di circa 80 chili, di cui circa 6.000 escono dall’azienda ogni anno e di cui circa il 10% si qualifica per il marchio biologico Demeter.
La corretta manipolazione e cura di queste modeste forme di formaggio è un’attività molto laboriosa. “Ogni forma di formaggio deve essere curata circa tre volte alla settimana per garantire una qualità ottimale“, spiega Achim Baumgärtner, assistente di direzione di Leupolz. “Con un periodo di stagionatura di livello medio (quattro mesi), i formaggi devono essere lavati, spazzolati e salati tra le 40 e le 50 volte, il che implica costi elevati in termini di manodopera e spesa”.
Il team management di Leupolz era alla ricerca di una soluzione che fosse tanto efficiente quanto economica, in modo da poter offrire questo prodotto a un prezzo competitivo nonostante l’intenso sforzo necessario per la sua conservazione. La visione di un sistema completamente automatizzato ha iniziato perciò a prendere forma...
di Simone
Ghioldi
ed Emanuela
Tenconi
in acciaio inossidabile e si è costruita una reputazione particolarmente stabile nel settore alimentare.
Il sistema di manipolazione del formaggio in acciaio inox, entrato in funzione nel 2019, è un ottimo esempio dell’esperienza progettuale di Lemmermeyer. Durante il processo, si è data importanza al rispetto di severi standard igienici, all’eliminazione di spazi morti e alla scelta appropriata del robot per la gestione delle forme di formaggio. In questa occasione la scelta è ricaduta sullo Stäubli a sei assi TX200L HE.
“Se avessimo utilizzato i classici assi lineari per i processi di movimentazione all’interno dell’impianto, ci saremmo trovati di fronte a notevoli difficoltà legate all’igiene”, afferma Manfred Görthofer, responsabile
ROBOT IGIENICI: UNA RISPOSTA
EFFICACE AI PROBLEMI DEGLI ASSI
LINEARI
Per la realizzazione di questo progetto, è stata coinvolta Lemmermeyer, un produttore di impianti con sede nella città bavarese di Deiningen. L’azienda ha una vasta esperienza nel campo della costruzione di impianti
Sopra: il robot a sei assi TX200L HE rimuove una forma di formaggio da uno scaffale di stoccaggio
verso l’utilizzo di robot Stäubli incapsulati con design igienico”.
80
FORME DI FORMAGGIO ALL’ORA
della gestione dei progetti di Lemmermeyer. “In questo caso non si sarebbe potuto evitare l’accumulo di condensa e la contaminazione del lubrificante attraverso le giunzioni degli assi, e questo rappresenta un reale problema nella lavorazione di alimenti non confezionati. Ecco perché ci stiamo orientando sempre più
Achim Baumgärtner, assistente esecutivo presso Leupolz
Il setup di Leupolz dimostra chiaramente che il sistema di manipolazione di formaggio assistita da robot non solo soddisfa i rigorosi standard igienici, ma convince anche in termini di prestazioni, con circa 80 forme di formaggio che passano attraverso il sistema nell’arco di un’ora. Il compito del robot TX200L HE (HE = Humid Environment, Ambiente Umido) consiste nel caricare e scaricare scaffali con quattro o otto ripiani sui quali vengono conservate le ruote di formaggio. Un carrello elevatore preleva i bancali dalla camera di stagionatura, li consegna all’area di lavorazione e poi li riporta indietro. Il robot a sei assi è dotato di una pinza speciale che assomiglia alle forche di un carrello elevatore.
La utilizza per prelevare il tagliere di legno su cui poggia il formaggio posizionandolo sul nastro trasportatore dell’impianto. Il passo successivo consiste nel separare il tagliere dalla sua forma di formaggio. Questo viene poi ripulito, mentre il formaggio viene lavato, spazzolato, salato e asciugato con un soffiatore. Il passaggio finale consiste nel riposizionare la forma di formaggio sul suo tagliere e spostar-
la sul nastro trasportatore. In questo caso, il TX200L HE preleva il tagliere insieme alla forma di formaggio, posizionandoli nell’apposito scomparto della griglia.
Per garantire che il robot a sei assi possa avvicinarsi a tutte le stazioni senza ostacoli, è montato su un basamento. Il TX200L ha uno sbraccio di poco meno di 2,6 metri e capacità di carico trasportabile di 100 chilogrammi (80 kg di forma di formaggio, tagliere da 5 kg e pinza da 15 kg), l’asse 6 funziona a pieno carico utile.
OPERATIVITÀ SENZA PROBLEMI FIN
DAL PRIMO GIORNO
Anche con il massimo del carico utile, il robot riesce ad operare agevolmente senza interruzioni nel funzionamento. Come afferma Achim Baumgärtner, “il nostro TX200L HE ha funzionato senza problemi sin dalla messa in servizio. Lo stesso vale per l’intero sistema. Non abbiamo riscontrato alcun guasto e anche le nostre routine quotidiane di pulizia non hanno causato danni né al sistema né al robot”.
I robot HE di Stäubli sono stati infatti progettati per resistere anche alle procedure di pulizia più difficili con fluidi acquosi da 2pH a 12pH. Questi
Baumgärtner. “Naturalmente, ciò permette di ridurre le spese in termini di personale e, ancor più rilevante, ci dà la possibilità di liberare i nostri dipendenti dall’obbligo di lavorare nei fine settimana, permettendoci di destinarli a compiti più urgenti senza dover fare affidamento costante sul loro impegno in ore di straordinario. Il livello più elevato di automazione ha portato a un miglioramento sostanziale sia dell’ambiente di lavoro in produzione sia della gestione dei carichi di lavoro”.
Un altro aspetto importante riguarda la cura e la manutenzione delle forme stesse. L’enorme capacità del sistema robotizzato consente di ri-
Sopra: per la manipolazione dei formaggi, il robot a sei assi è equipaggiato con un’ampia pinza a forche
A destra: l’innovativa installazione, che soddisfa severi standard igienici, gestisce circa 80 forme di formaggio ogni ora
robot resistono senza problemi anche alla spruzzatura di un getto d’acqua ad alta pressione. Ciò significa che possono essere utilizzati senza un rivestimento protettivo aggiuntivo e puliti accuratamente e rapidamente.
QUALITÀ SUPERIORE, ADDETTI PIÙ
SODDISFATTI
L’impiego di robot ha generato notevoli risparmi economici. “In passato, avevamo bisogno di tre persone per gestire la lavorazione del formaggio. Oggi invece viene impiegato metà del personale”, afferma Achim
durre significativamente gli intervalli di lavaggio e quindi di migliorare la qualità complessiva. Ancora Baumgärtner: “Con l’ausilio del robot, siamo ora in grado di gestire le ruote di formaggio fino a tre volte a settimana, mentre prima eravamo limitati a solamente una o due volte. Questa maggiore frequenza di cura migliora significativamente la qualità del formaggio e aumenta la resa del prodotto, beneficiando di conseguenza anche il consumatore finale. Il nostro Emmentaler dell’Algovia non è mai stato così buono!”
LA CEDRATA TASSONI CANDIDATA AL COMPASSO D’ORO 2026
Tassoni, celebre marchio italiano da oltre 230 anni simbolo di qualità nel mondo dei soft drink, che nel 2023 ha lanciato la sua nuova era, è stata selezionata da ADIAssociazione per il Disegno Industriale per ADI Design Index 2024 e, di conseguenza, come candidato al Compasso d’Oro 2026. La selezione rappresenta una panoramica dei migliori prodotti, dall’arredamento ai mezzi di trasporto, dal design sociale agli allestimenti espositivi, ed è il primo passo verso il più antico e autorevole premio mondiale di design: il Compasso d’Oro, istituito nel 1954 da un’idea di Gio Ponti.
I prodotti di design scelti da ADI Design Index 2024 sono stati oggetto di una mostra all’ADI Design Museum di Milano che si è spostata poi a Roma.
L’Osservatorio permanente dell’ADI ha deciso di includere il restyling dell’iconica Cedrata Tassoni identificando tra i caratteri innovativi del progetto, partito dalle caratteristiche intrinseche del prodotto
e dal territorio per guardare al futuro, la nuova identità della marca che valorizza le caratteristiche di autenticità, storicità e artigianalità, ma le reinterpreta in chiave contemporanea.
La nuova bottiglietta in vetro “a buccia d’agrume” espone un rilievo ben visibile del logo, della data di fondazione e sot-
tolinea il legame con il territorio del Lago di Garda, luogo d’origine di Tassoni. La stondatura alla base è stata pensata per innalzare e dare maggior rilievo e stabilità alla bottiglia, prendendo ispirazione dalle colonne greche. Una base importante, salda, un po’ maschile che si affianca ad una spalla più delicata e slanciata, più femminile. Il nuovo tappo di alluminio riprende i colori della nuova confezione, resa più elegante dai richiami allo stile floreale Liberty che caratterizza Salò e il Garda. Le nuove etichette passano dalla plastica alla carta, in ottica di attenzione alla sostenibilità ambientale.
Il design realizzato in collaborazione con RobilantAssociati ha introdotto un linguaggio espressivo audace e attuale. Il nuovo posizionamento è contraddistinto da un’identità visiva all’insegna del “lusso di osare”, inteso come invito a compiere scelte non convenzionali, che prende ispirazione dai fasti dello stile Liberty.
CHIUSURE IN VETRO ELEGANTI E FUNZIONALI PER VINI E BEVANDE
Vinolok® ha partecipato alla 30° edizione del SIMEI, il Salone delle Macchine per l’Enologia ed Imbottigliamento che si è tenuto a Fiera Milano. Riflettori puntati dunque sulle innovative chiusure in vetro che, al design sofisticato ed elegante, uniscono un’eccellente funzionalità ed affidabilità. La peculiarità di queste chiusure in vetro, totalmente sostenibili, consiste nel preservare l’integrità di vini e bevande, distinguendosi anche come chiusura perfetta per i vini da invecchiamento,
e di conseguenza sempre più richiesti dalle cantine.
Nei giorni di SIMEI, a dimostrazione delle caratteristiche performanti di queste chiusure, sono stati organizzati momenti di degustazione oneto-one con vini d’annata invecchiati in bottiglia (15-20 anni).
Un impegno verso l’eccellenza: è questa la direzione seguita dall’azienda ed è alla base delle relazioni instaurate con i propri clienti. Entrambi, infatti, condividono il desiderio di fornire la migliore esperienza possibile al consumatore, quella in cui il vero carattere del vino viene preservato dal momento in cui viene sigillato a quello in cui viene degustato. Vinolok non solo garantisce una eccellente presentazione dei
propri vini, ma anche una meticolosa protezione. Il valore intrinseco di questo prodotto sta infatti anche nelle sue proprietà enologiche. Il vetro è chimicamente inerte, ossia non interagisce con il vino, impedendo così qualsiasi cambiamento indesiderato nel quadro gustativo, sensoriale e nella struttura. La neutralità è un fattore fondamentale per i vini, dove anche il minimo cambiamento ambientale può influire sul processo di invecchiamento e sull’esperienza complessiva.
Vinolok si propone quindi come un chiaro riferimento nell’innovazione, offrendo alle aziende l’opportunità non solo di proteggere i loro prodotti, ma grazie al packaging premium, di rafforzare il loro messaggio di qualità e distinzione, rispondendo soprattutto ai criteri di sostenibilità.
Simone Masè, amministratore delegato Tassoni e direttore generale Gruppo Lunelli di cui Tassoni è parte dal 2021
IMBALLAGGI SOSTENIBILI: 118 AZIENDE PREMIATE A
ECO PACK 2024
248 progetti di ecodesign premiati, presentati da 118 aziende che salgono sul podio dell’undicesima edizione di Eco Pack, il Bando CONAI per l’ecodesign. E, come ogni anno, cinque innovazioni di design circolare che ottengono i cinque superpremi per l’innovazione circolare, oltre a una menzione speciale.
È la fotografia del palmarès di un’annata da record per il Bando che, per la prima volta, supera i 400 casi presentati (414) con un aumento dell’11% rispetto al 2023.
“Una partecipazione che conferma la crescente attenzione delle aziende italiane verso un modello di produzione più sostenibile”, commenta Simona Fontana, direttore generale CONAI. “Parliamo di 118 imprese che hanno saputo cogliere la sfida di ripensare i loro imballaggi riducendone l’impatto ambientale: un passo fondamentale non
solo per le singole realtà produttive, ma per l’intera filiera e per il Paese, sempre più sensibile e vicino agli obiettivi europei di economia circolare. I 248 casi premiati sono esempi concreti di come si possano integrare efficienza dei processi e sostenibilità: potranno sicuramente ispirare molte altre realtà aziendali a muoversi nella stessa direzione. E, come CONAI, abbiamo il compito e il dovere di sostenere questo percorso”. Per i casi premiati a questa undicesima edizione, i benefici ambientali medi degli indi-
catori di analisi del ciclo di vita fanno emergere come gli interventi di ecodesign promossi abbiano permesso di ridurre del 27% le emissioni di anidride carbonica, di tagliare del 20% i consumi energetici e di abbattere del 18% i consumi idrici rispetto a come sarebbero stati gli imballaggi prima degli interventi di riduzione del loro impatto ambientale.
Nuova S.A.I.M.P.A. Srl vince il super-premio per la leva del riutilizzo. Massimo Zero Srl sale sul podio per la facilitazione delle attività di riciclo in forma congiunta con Sdr Pack Spa. L. Manetti - H. Roberts Spa trionfa per l’uso di materiale riciclato. Premiata Lindt & Sprungli Spa per l’uso di nuove applicazioni o tecnologie. Per la stessa leva ha vinto anche Sdr Pack Spa insieme a Margherita Srl. Menzione speciale per l’ottimizzazione di un imballaggio nel settore e-commerce a Litocartotecnica Valsabbina Srl.
SISTEMA PER IL CONFEZIONAMENTO DEL VINO IN BAG-IN-BOX
Goglio, attivo a livello internazionale nel settore del packaging flessibile, e CG Europoligrafico, azienda italiana di riferimento nel packaging con carta e cartoncino litografato ad alta definizione, hanno partecipato per la prima volta alla fiera SIMEI che si è tenuta a metà novembre presso Rho Fieramilano. Le due realtà hanno presentato nello stesso spazio espositivo un innovativo e completo sistema di confezionamento in Bagin-Box (BIB) per il settore enologico, che unisce tecnologia e sostenibilità. Nello specifico, Goglio ha proposto la riempitrice au-
tomatica G18 WW, una macchina Vertical Form Fill & Seal (VFFS) progettata appositamente per liquidi, a differenza delle precedenti VFFS, storicamente destinate a polveri e solidi. Questa linea si distingue per la capacità di confezionare vino in buste/pack a 3 saldature, disponibili anche nella versione monomateriale “pronta per il riciclo”, rispondendo così alle crescenti esigenze di sostenibilità del settore. Il sistema, che consente di gestire elevati volumi di produzione, rappresenta una soluzione efficiente ed economicamente vantaggiosa ideale sia per il mer-
cato retail che per il food service.
Grazie alla collaborazione con CG Europoligrafico, i pack vengono confezionati in scatole in poliaccoppiato di carta e cartoncino completamente persona-
lizzabili in termini di dimensioni, stampa e struttura, adattabili alle diverse necessità dei produttori di vino, offrendo in questo modo ai clienti una soluzione di confezionamento completa e su misura.
L’intero sistema è progettato per integrare laminati, macchine, scatole di confezionamento, servizi avanzati ed erogatori.
Le copertine di TECNOLOGIE ALIMENTARI
In
questo
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