La pulce nell'orecchio

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La pulce nell’orecchio Informazioni su acufeni, tinnito e fischi all’orecchio

Testi

Cinzia Santo

Allen Scrigner

Bruno Bazzucchi

Redazione

Cinzia Santo, Comunicazione ATiDU

Informazioni e contatti

ATiDU Ticino e Moesano

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Gregorio Cascio per C-comunicazione e design, Lugano

Introduzione pag. 3

Definizione origine/cause/statistiche pag. 4—5

Impatto fisico psicologico nel quotidiano pag. 6—7

Diagnosi clinica accertamenti danni neurologici o altro pag. 8—9

Trattamenti medicamenti tecnologie terapie pag. 10—13

miglioramento della qualità di vita Consigli pratici pag. 14—15

L’importanza di sentirsi accolti: il gruppo di ascolto «Sebbene io sia un medico, non avevo alcuna idea di come potesse essere brutto il tinnito finché non ne sono stato colpito io stesso. Non immaginavo quanto forte e implacabile potesse rivelarsi e quali sofferenze potesse causare. Credo che la stessa cosa capiti anche a molti medici e professionisti della salute. Considerare in veste di medico l’altra faccia delle cose rappresenta, come in molti altri casi, un’esperienza avvilente e sconfortante.» Dott. Paul D’Arezzo Chi soffre di acufeni riporta spesso il senso di solitudine legato a questo sintomo, per questo consigliamo fortemente di partecipare a gruppi di ascolto. La condivisione di un vissuto comune aiuta a sentirsi compresi e non abbandonati. Condividere le proprie esperienze personali sapendo di poter essere capiti dagli altri in quanto coinvolti in prima persona, permette di convivervi più agevolmente. Il gruppo di ascolto diventa così un mezzo importante per non sentirsi soli con il proprio tinnito. Il confronto stimola il dibattito, origina nuove idee e strategie atte al miglioramento della qualità di vita dei partecipanti e dei loro familiari, i quali spesso partecipano agli incontri per migliorare la loro comprensione della problematica. Il gruppo di ascolto è dunque composto da persone affette da tinnito le quali si ritrovano con cadenza regolare al fine di darsi sostegno reciproco. Uno stato d’animo sereno è fondamentale nel riuscire a tenere sotto controllo il sintomo, e la frequentazione del gruppo favorisce senz’altro tale circostanza.

Definizione origine cause statistiche

Il tinnito, o acufene, è un sintomo, non una malattia. In termini medici si definisce come una percezione uditiva nella regione della testa in assenza di una fonte esterna, in questo caso viene definito «soggettivo», ossia si avvertono suoni e rumori «non esistenti».

Nel caso invece di tinnito «oggettivo» la fonte sonora è concreta, tuttavia si tratta di una circostanza piuttosto rara. Si ipotizza che il gruppo di cellule nervose (cellule ciliate) o il nervo acustico (in gergo tecnico reti neurali), che di norma regolano i segnali di rumore e di dolore, possano alterarsi sviluppando una percezione cronica di queste sensazioni. Un ronzio, un sibilo, un cinguettio, unilaterale, bilaterale, nella testa, nell’orecchio, davanti, dietro, continuo o pulsante, più marcato o più lieve. Alcuni descrivono un costante ronzio nelle orecchie, altri rumori diversi e altri addirittura un suono che ricorda una melodia. L’origine di questo disturbo è imprecisata, o meglio, le sue cause possono essere molteplici, anche se va sottolineato che nel circa il 60% dei casi è legato alla perdita di udito e/o altre patologie/lesioni dell’orecchio.

In base alla durata dei rumori auricolari, è possibile distinguere tre forme di acufene:

Acufene acuto

Acufene subacuto

Acufene cronico

Si parla di acufene acuto quando gli interessati soffrono di rumori fastidiosi alle orecchie che si verificano improvvisamente e durano fino a tre mesi. Se questi rumori persistono da più di tre mesi ma meno di dodici, gli specialisti parlano di acufene subacuto. Un acufene cronico è un rumore auricolare persistente da più di un anno che è quindi percepito in modo permanente.

Tra le cause più ricorrenti: traumi acustici, stress emotivo, reazioni a farmaci, blocchi cervicali, problemi mandibolari o vascolari, invecchiamento e molto altro ancora. In base alle statistiche più recenti, nel 2022 la percentuale di residenti in Svizzera che soffre di tinnito/ acufene si aggira attorno al 10-12%.

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«Io ho come un treno in corsa nella testa»
Gina

Impatto fisico psicologico nel quotidiano

Il tinnito assume forme diverse e appunto soggettive, ma esistono ulteriori variazioni. Generalmente si avverte un suono debole e costante, simile a un fischio, che aumenta di intensità col passare del tempo fino a diventare impossibile da ignorare.

In altri casi l’acufene appare all’improvviso con un’intensità che rimane costante. Il tinnito inoltre cattura la totale attenzione del soggetto e rende difficile concentrarsi su altri suoni, a quel punto è inevitabile avere reazione fisiche ed emotive poco piacevoli. Sappiamo che il volume del tinnito è sempre stabile, quindi è il livello di benessere generale della persona a definirne intensità e grado di percezione.

L’impatto sul quotidiano è soggettivo e c’è chi riesce a gestire meglio il disturbo, ma anche chi, al contrario, non riesce più a dormire la notte con conseguenze facilmente immaginabili. Nei casi più gravi la vita subisce un vero e proprio stravolgimento, sentimenti come rabbia e angoscia sono purtroppo frequenti in chi si trova a dover vivere quest’esperienza, sfociando non di rado in attacchi di panico fino ad arrivare alla depressione.

«Io invece… come un aereo al decollo»
Paolo
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Diagnosi clinica accertamenti danni neurologici o altro

Capita di frequente di sentire fischi o ronzii dopo essere stati esposti a forti rumori, sul lavoro o durante una serata di svago a ballare o assistendo a un concerto, e normalmente il disturbo svanisce col passare delle ore. Se invece persiste, dopo un paio di giorni è consigliabile rivolgersi a un medico ORL, il quale accerterà che il problema non abbia origine organica, come ad esempio problemi di circolazione, cervicali, tappo di cerume o infiammazioni.

Una volta escluse tali opzioni, il medico diagnostica il tinnito e ne stabilisce l’origine neurologica e la tipologia, nella stragrande maggioranza dei casi, come abbiamo visto, «soggettiva».

A quel punto il medico esegue un test audiometrico, cercando eventualmente di stabilire la frequenza del rumore da tinnito percepito, e grazie al quale è possibile stabilire una terapia del suono personalizzata, tra le più usate per contrastare il disturbo.

«Il silenzio?
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Cos’è?» Gabriella

Trattamenti medicamenti tecnologie terapie

Ad oggi non esiste una cura definitiva che elimini il tinnito, non a caso si parla di «rieducazione» e non di guarigione, dunque i trattamenti disponibili sono orientati all’attenuazione del disturbo e ad una serena convivenza con lo stesso.

Va tenuto presente che nel caso di tinnito «acuto» è possibile che il sintomo sparisca autonomamente così come si è presentato, mentre negli altri casi le terapie aumentano del 20% le possibilità di una remissione totale dello stesso.

Sono disponibili trattamenti di vario genere, vediamone alcuni tenendo presente che i risultati ottenuti differiscono a seconda del soggetto e della tipologia del sintomo.

Terapia farmacologica: I maggiori risultati a livello di medicamento si sono raggiunti grazie all’effetto placebo. Ad oggi non esistono terapie farmacologiche specifiche per l’acufene, anche se vengono utilizzate differenti classi di farmaci come vasodilatatori, antistaminici, corticosteroidi e antidepressivi per gestire gli stati di ansia e depressione conseguenti all’insorgenza del tinnito.

Mascheratore acustico/Terapia del suono: Del tutto simile a un normale apparecchio acustico, questo apparecchio produce suoni che il soggetto identifica come «non allarmanti», facendo sì che il cervello riprogrammi i procedimenti di percezione togliendo «importanza» al tinnito spostandolo in secondo piano.

Supporto psicologico o counseling: L’acufene può in molti casi essere legato a una situazione di forte stress e di malessere generico derivato da uno stile di vita poco corretto. Può dunque essere d’aiuto rivolgersi a un terapista o a un counselor per tentare di stabilire quali possano essere i comportamenti da cambiare e le migliorie da apportare nel quotidiano.

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«Non sentirsi soli è importante.»
Simona

Fisioterapia/chiropratica/osteopatia: Se l’origine del tinnito viene individuata a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, come per esempio un blocco cervicale o vertebrale, o uno scompenso posturale, sedute di manipolazione possono risultare efficaci nell’attenuazione del sintomo.

Chirurgia maxillo-facciale/odontoiatria: Tra le principali cause di «tinnito non uditivo» c’è il malfunzionamento dell’articolazione temporo-mandibolare. Le asimmetrie, le malocclusioni dentali, il bruxismo e lo stress, sono responsabili di un’eccessiva contrattura dei muscoli masticatori. Se la mandibola non funziona correttamente, la tensione muscolare si estende fino all’orecchio e si trasforma in acufene. La risoluzione del problema, correlata ad un’origine cranio-mandibolare, sarà oggetto di valutazione da parte di uno specialista.

Camera iperbarica: L’ossigenoterapia iperbarica può essere utile nel trattamento di un acufene di recente insorgenza, in fase acuta o subacuta, entro circa 3 mesi dall’esordio. L’aumento dell’ossigeno tissutale giova al corpo umano in diversi modi, in questo caso incrementa l’afflusso di sangue dei tessuti mal irrorati e favorisce la rivascolarizzazione, che sappiamo essere una delle maggiori cause della comparsa del tinnito.

Terapie non convenzionali: tecniche come agopuntura, shiatzu, cranio-sacrale e via dicendo, possono essere complementari alla terapia primaria adottata.

Sperimentazioni: la ricerca sta lavorando per una migliore comprensione del legame tra tinnito e cervello, le terapie future potrebbero essere orientate in questa direzione.

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Miglioramento della qualità di vita

Consigli pratici

L’aspetto primario nell’affrontare il tinnito è comprendere di non essere affetti da una malattia, ma da un disturbo della percezione.

Utile spiegare ai familiari la situazione coinvolgendoli e chiedendo il loro supporto.

Esercizi di training autogeno, discipline come yoga, meditazione e trascorrere del tempo nella natura migliorano lo stato d’animo del soggetto, alzando il livello di benessere generale diminuendo lo stress.

Essere attivi e distrarsi a seconda delle proprie passioni e inclinazioni, frequentare amici e conoscenti, evitare di isolarsi.

Evitare di stare a lungo in un ambiente silenzioso, ove possibile ascoltare musica rilassante che aiuta a spostare l’attenzione dal tinnito, mentre per la notte si possono usare suoni ambientali, come ad esempio le onde del mare, per conciliare il sonno.

Tenere un diario dove annotare i miglioramenti.

Esistono i gruppi di ascolto per chi soffre di acufene, dove si condivide e si apprende, frequentarli è un aiuto importante.

«Ci sono giorni più difficili, la musica aiuta a distrarmi»
Martina
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«Il rumore non si ferma mai, ma noi possiamo arginarlo insieme» dal gruppo di ascolto

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