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APPROFONDIMENTO

GIANNI MORESI, «FARE»

CON IL SORRISO

A cura di Maria Grazia Buletti

SOMMARIO

SOSTENITORI

Repubblica e Cantone Ticino

Fondo Swisslos

Fondazione Ernst Göhner

Info ATiDU

Periodico di ATiDU Ticino e Moesano, Associazione per persone con problemi d’udito

REDAZIONE

Cinzia Santo, redattrice responsabile

Allen Scrigner

COMITATO ATiDU

Gian Luca Casella, Presidente

Bruno Bazzucchi

Samuele Della Santa

Dr. Andrea Ferrazzini

Don Massimo Gaia

Francesca Micheletti Zufferey

Liliana Sabbadin-Panzeri

Christian Siano

TEAM

Sabrina Bernasconi Chittaro

Cinzia Santo

GRAFICA

Gregorio Cascio per C-comunicazione e design

STAMPA

Progetto Stampa, Chiasso

TIRATURA

600 copie

SEDE, INFORMAZIONI E CONTATTI

ATiDU Ticino e Moesano

Salita Mariotti 2

CH-6500 Bellinzona

Tel.: 091 857 15 32

E-mail: info@atidu.ch

Web: www.atidu.ch

COPYRIGHT

Pubblicazione gratuita con citazione della fonte

Al passo con le nuove

Apparecchi acustici e prestazioni AI 12

APPROFONDIMENTO

Gianni Moresi «fare» con il sorriso 20 ATTUALITÀ

Acufene e mindfulness

Piacevolmente a tavola

CURIOSITÀ

Francisco Goya

L’ANGOLO DELLA CONSULENZA

GENITORI E FIGLI

Dall’equilibrio all’apprendimento

Storie silenziose

EDITORIALE

A cura del team ATiDU

Questo 55esimo di InfoATiDU è un numero speciale, perché oltre alle consuete rubriche e ad alcune piccole novità che scoprirete nel corso della lettura, è dedicato a Gianni Moresi, che saluta il suo mandato di Presidente della nostra associazione dopo ben undici anni, per diventarne Presidente Onorario. Infatti, in occasione dell’annuale assemblea ordinaria del 7 maggio, è avvenuto il cambio della guardia con l’insediamento del nuovo presidente Gian Luca Casella, già membro del comitato.

Ci è sembrato giusto e doveroso rendere omaggio a chi ha saputo condurre ATiDU verso traguardi significativi e che, grazie alle sue qualità umane e diplomatiche, ha contribuito a renderla un punto di riferimento per le persone deboli d’udito nella Svizzera italiana.

Di Gianni parla dunque l’approfondimento, da sempre punto centrale di ogni numero della nostra rivista, che nell’intervista con Maria Grazia Buletti ci racconta emozionato i passi compiuti nell’arco del suo mandato, senza dimenticare di attribuire il dovuto merito a collaboratrici e collaboratori, ricordando i valori sui quali è fondata l’associazione.

I saluti e ringraziamenti speciali e personali di ogni membro di comitato, compagni di viaggio e di discussioni costruttive, all’interno di riquadri stilizzati, fanno da introduzione a tutte le altre rubriche.

Il tributo si estende grazie a un concetto fotografico composto da una serie di immagini in grado di far sentire il loro suono guardandole, dalla potenza espressiva tale da dar voce a ciò che non si può sentire, proprio come fa ATiDU sin dalla sua nascita dando voce a ogni persona con problemi di udito. Così hanno portato avanti Milena prima, e Gianni a seguire, lo spirito della nostra associazione; siamo certi che Gian Luca saprà dare continuità in questo senso. Sentire con gli occhi, intuire voci, immaginare suoni, per ascoltare e tradurre in azione concreta, portando una voce gentile ma decisa nella politica e nella società. Ecco caro Gianni, per tutto questo ti ringraziamo; le tue frasi storiche accompagneranno il lavoro di noi che restiamo, sicure di poter contare su di te ogni qualvolta ATiDU ne avrà bisogno.

Evviva l’ATiDU dici sempre tu, Evviva Gianni aggiungiamo noi.

RIASSUMENDO:

Questo è un numero speciale, dedicato a Gianni Moresi che lascia la presidenza dopo 11 anni. Per l’occasione evidenziamo un progetto a lui caro: la collaborazione con ATTE. Trovate ora infatti nel nostro sito aitdu.ch la raccolta di tutti gli articoli pubblicati in questi anni sulla rivista terzaetà.

NOTIZIE

«La buona notizia è che le cattive notizie possono venire trasformate in buone notizie quando cambi il tuo atteggiamento» [Robert Harold Schuller]. Mi sembra che questo aforisma ben descriva l’atteggiamento di Gianni di fronte alle notizie che via via si presentavano alla sua attenzione; anche in Comitato ha sempre condiviso con gioia le notizie belle, mentre quelle «così così», anche con l’aiuto degli altri membri del Comitato stesso o del team, ha cercato di «trasformarle» in qualcosa d’altro, qualcosa di più positivo e utile per l’associazione e i suoi membri.

È l’atteggiamento che cambia le cose, sempre. Cambia ciò che all’inizio potrebbe sembrare negativo o controproducente. L’ho sempre apprezzato molto in Gianni e mi è stato di edificazione, come per tutti coloro che, in modi diversi, hanno cercato di farmi capire che ogni difficoltà può essere un ostacolo oppure un’opportunità. Dipende, davvero, solo dall’atteggiamento che si mette in gioco.

Le informazioni riportate in questa rubrica della nostra rivista hanno proprio questo scopo, ossia riportarvi delle notizie che possono divenire per voi delle opportunità e, magari, delle piccole gioie.

Don Massimo Gaia

NOTIZIE DAL SEGRETARIATO

Importante assemblea di ATiDU

L’annuale assemblea ordinaria di ATiDU si è tenuta mercoledì 7 maggio, come di consueto presso La Casa del Popolo di Bellinzona, al cospetto di un nutrito pubblico composto da soci, collaboratori e simpatizzanti.

Di norma si tratta di un evento che, al netto del suo carattere istituzionale, consente alle persone di ritrovarsi e di conoscerne di nuove creando unità, concetto che costituisce le fondamenta dell’associazione.

Nello scorso 2024 abbiamo messo molta carne al fuoco proponendoci di ottenere maggior visibilità, quindi maggior forza, attraverso canali mediatici e nuove pubblicazioni sia cartacee che virtuali, sensibilizzazioni e attività sul territorio nonché rilanciando il sito «unveroamico», una campagna rivolta ai più giovani.

Allo stesso tempo ci siamo preparati a un cambiamento che chiude un’epoca molto positiva aprendone una nuova che tutti ci auguriamo esserlo altrettanto, se non di più, poiché il nostro obbiettivo è certamente fare ogni anno sempre meglio.

A presiedere i lavori è stato infatti per l’ultima volta il presidente uscente Gianni Moresi, che dopo undici anni di stimata collaborazione rimette il suo mandato in favore di Gian Luca Casella, già membro del comitato di ATiDU.

L’inizio di un nuovo corso, rappresentato dal giusto tributo a Gianni e l’accoglienza a Gian Luca, è stato un momento di grande emozione per tutti i presenti.

Va sottolineato il fatto che, come Gianni, anche Gian Luca è debole d’udito; condizione certamente utile a comprendere le dinamiche della problematica uditiva e l’impatto sulle vite di chi ne è affetto.

È stata anche l’occasione per ringraziare e salutare due membri del comitato, Margherita Gerber, collaboratrice della prima ora, ed Emanuele Merighi, audioprotesista, al quale subentra il collega Samuele Della Santa.

Un ringraziamento speciale va a Maud Morotti, Responsabile del Servizio valutazione prestazioni presso lo IAS, che ha presenziato in qualità di presidente del giorno.

Ritorna la campagna unveroamico

Oggi un adolescente su cinque lamenta un disturbo uditivo, e i numeri risultano in aumento del 30% negli ultimi 15 anni.

Il rilancio della campagna di informazione e sensibilizzazione unveroamico, interamente rinnovata per grafica e contenuti, rappresenta il nostro tentativo di coinvolgere e informare i più giovani sulla prevenzione delle problematiche uditive, educandoli a una corretta gestione dell’ascolto della musica.

Attraverso un’interfaccia chiara e accattivante, la campagna propone un sito internet e un totem espositivo, con strategie e accorgimenti atti a preservare il proprio udito, informando sui pericoli derivati da una prolungata esposizione al volume elevato.

Non solo; sono disponibili contenuti di vario genere e formato: testimonianze utili, videoclip, informazioni, consigli ed esperienze multimediali interattive.

Crediamo inoltre che il confronto diretto con docenti e allievi rappresenti l’opportunità di porre la dovuta attenzione verso chi già una problematica uditiva ce l’ha, creando di fatto un ponte tra udenti e deboli d’udito attraverso strategie alternative di comunicazione.

La campagna sarà presente in varie sedi di scuola media nel prossimo anno scolastico, il calendario è in fase di programmazione.

Invitiamo eventuali interessati a contattare il segretariato e a visionare il nuovo sito unveramico.ch.

NOTIZIE DA ASSOCIAZIONI AMICHE

ASGBA, Associazione Svizzera dei Genitori di Bambini Audiolesi, è un’associazione di auto-aiuto fondata nel 1979 da un gruppo di genitori di figli audiolesi.

L’obbiettivo che essa si pone è quello di portare avanti le richieste specifiche dei genitori verso le istituzioni, le scuole, le assicurazioni sociali e la società, in modo da assicurarsi che i diritti dei loro figli vengano rispettati.

Tra le varie attività che ASGBA svolge per sensibilizzare e informare, vi è l’organizzazione di un annuale Congresso dei genitori, dove le famiglie al completo sono invitate a partecipare.

Le attività prevedono un programma informativo per gli adulti, composto da workshop e conferenze, mentre per bimbi e ragazzi viene organizzato uno spazio ludico ricco di giochi e attività.

Quest’anno, il congresso dei genitori avrà luogo dal 24 al 26 ottobre 2025 a Fiesch, nell’Alto Vallese.

ASGBA è, assieme ad ATiDU, Pro Infirmis e Federazione Svizzera dei Sordi, membro del gruppo Krisalide.

Il gruppo Krisalide è composto da ATiDU, Pro Infirmis, Federazione Svizzera dei Sordi ed ASGBA. L’unione di queste associazioni nasce allo scopo di coordinare il supporto verso le famiglie con figli audiolesi e tradurlo in atti concreti sul territorio, rendendo visibile le problematiche uditive infantili e giovanili.

Di recente, Krisalide è stato protagonista di SEGNI, programma legato al mondo della sordità, in onda su RSI, che verrà trasmessa il giorno 29 giugno alle ore 10:00 su LA1.

Il titolo della puntata sarà il seguente: «Krisalide: trasformare la solitudine in supporto reciproco».

RIASSUMENDO:

Per maggiori informazioni riguardo al progetto unveroamico potete contattare ATiDU via e-mail a info@atidu.ch oppure telefonando allo 091 857 15 32.

Per ulteriori informazioni riguardo a Krisalide consultare il volantino specifico sul nostro sito nella rubrica informazioni.

Invitiamo chi avrà piacere di seguire il programma, a pubblicizzare l’evento con famigliari e conoscenti: maggiore è la diffusione, più forte è la nostra voce.

AL PASSO CON LE NUOVE

TECNOLOGIE

A cura di Gianni Camponovo, articoli tratti dalla rivista Dezibel della Pro Audito Schweiz

Occhiali con sottotitoli

Gli occhiali con sottotitoli Hearview visualizzano i sottotitoli sulle lenti in tempo reale. Il prodotto è stato approvato negli Stati Uniti e in Europa, e dal 2025 è in commercio in Svizzera al prezzo è di circa 850.– Chf. Qualche anno fa, Google ha introdotto un modello di occhiali per la realtà aumentata in grado di visualizzare i sottotitoli in tempo reale, e persino di tradurli in diverse lingue. Tuttavia, non era chiaro se e quando il prodotto sarebbe stato immesso sul mercato. Informazioni e acquisto sul sito www.hearview.ai.

Secondo il loro produttore, gli occhiali con sottotitoli

Hearview offrono le stesse caratteristiche:

• Si collega al telefono cellulare tramite Bluetooth

• Un’ app di riconoscimento vocale trasforma la voce in testo

• Il testo viene visualizzato sulla lente ed è visibile solo a chi porta gli occhiali

• Il testo può essere tradotto simultaneamente in 30 lingue

• Segnalano eventi particolari come il suono di clacson, allarmi, campanelli, chiamata telefono, ecc.

Il produttore garantisce una affidabilità del 95%, ma resta da capire se gli occhiali funzionino davvero bene, se sono pratici (non troppo pesanti) e in che misura rappresentino un ausilio tecnico pratico per le persone con problemi di udito. Un altro problema al quale non esiste risposta riguarda le persone che hanno una diminuzione della vista e che quindi portano già gli occhiali: in quel caso come si fa?

Gli AirPods sono adatti come apparecchi acustici?

Alla fine del 2024, Apple ha aggiunto le funzioni di apparecchio acustico alle sue cuffie in-ear, le AirPods Pro 2 (https://www.apple.com/it/airpods-pro/).

Attualmente sono disponibili solo alcuni test effettuati da persone con problemi di udito.

La signora Helga Velroyen, sviluppatrice software e autrice di «Dezibel» (rivista di Pro Audito Schweiz), ha effettuato lei stessa una prova.

Gli AirPods si distinguono per il buon design del prodotto. Sono piccoli, eleganti e pratici. Anche la base di ricarica è comoda e di alta qualità ed è anche una «Powerbank», cioè possiede una batteria propria che ricarica gli AirPods. Anche alcuni apparecchi acustici hanno anche una base di ricarica «Powerbank», ma nessuno di questi è piccolo e pratico come quello degli AirPods.

Gli AirPods sono sorprendentemente comodi da indossare, anche sotto un berretto e una mascherina. Tuttavia, non si avvicinano minimamente agli apparecchi acustici poiché non hanno né una forma, né un’amplificazione personalizzata, poiché non è possibile alcuna regolazione. Anche l’effetto occlusivo richiede un po’ di tempo per abituarsi e potrebbe ad esempio comportare difficoltà a persone con acufeni. Gli AirPods tappano il condotto uditivo in modo simile agli apparecchi, ma senza il foro di ventilazione.

In genere, gli AirPods adattano bene l’amplificazione alla perdita uditiva. Nella maggior parte delle situazioni quotidiane la loro qualità è accettabile, ovvero paragonabile a un apparecchio acustico di fascia bassa o media. Talvolta, però, emergono chiaramente i loro limiti rispetto agli apparecchi acustici tradizionali. Il rumore del vento ad esempio, non viene quasi mai attenuato e i rumori accidentali, come il tintinnio delle posate, vengono amplificati in modo sgradevole.

Gli AirPods sono performanti quando si tratta di ridurre il rumore di fondo e amplificare esclusivamente il suono diretto. Sfruttando al massimo entrambe le funzioni in situazioni come un ristorante affollato, si può avere la sensazione di essere seduti da soli.

Il loro costo è di circa 200.– Chf

RIASSUMENDO:

Potete trovare molti mezzi ausiliari in prova presso la nostra Audioteca. Contattate il segretariato di ATiDU.

SOCIALITÀ APPARECCHI ACUSTICI E PRESTAZIONI AI

Caro Gianni, dopo undici anni alla guida dell’

Associazione ATiDU, hai deciso di lasciarne la presidenza.

Lo fai nel tuo stile: senza clamore, con sobrietà, lasciando spazio a nuove energie.

Ma per chi ha condiviso con te questo percorso, non si chiude solo un incarico: si conclude una stagione preziosa.

Ti ho affiancato fin dall’inizio del tuo mandato: sono entrato nel comitato proprio quando sei diventato presidente. All’inizio ero incerto, non del tutto pronto a un coinvolgimento attivo. Ma tu, insieme al gruppo operativo, mi avete accolto con naturalezza, facendomi sentire a casa. Così ho capito quanto fosse importante far parte davvero di questa «famiglia».

Da allora ho avuto modo di affiancarti anche nel ruolo, discreto e mai ostentato, di vicepresidente. Un’esperienza che mi ha permesso di conoscere da vicino il tuo modo di essere guida: paziente, concreto, sempre disponibile. Mai protagonista, ma sempre presente. Un equilibrio da vero diplomatico.

Come libero professionista ho cercato di essere «un’antenna», portando all’interno dell’associazione la voce di chi, nel mondo del lavoro, vive sulla propria pelle le difficoltà dell’essere debole d’udito.

E tu hai sempre ascoltato con attenzione sincera, facendo sì che quelle voci trovassero spazio, ascolto e, quando possibile, soluzioni.

In questi anni hai saputo tenere insieme sensibilità diverse, dando forza e continuità al lavoro comune.

Ora che scegli di fare un passo indietro, ti rivolgo un grazie autentico: personale, ma anche a nome di tanti che hanno potuto contare sulla tua dedizione.

Ti auguro buon cammino, Gianni.

Con stima e affetto. Christian

Info ATiDU è intervenuta più volte a proposito della Riforma dell’AI del 2011, quella che ha ridotto notevolmente i sussidi per l’acquisto di apparecchi acustici (AA), e segnatamente con i numeri 20, 31, 32 (La mannaia dell’UFAS…), 33, 40 (Indagine UFAS condotta nel 2015) e 50, dove abbiamo riassunto l’intera problematica.

In occasione della Giornata Mondiale dell’udito (3 marzo) di quest’anno, la Pro Audito Schweiz ha pubblicato un proprio studio che torna sul tema degli effetti della riforma del 2011 (obiettivi e risultati), di cui vi proponiamo per intero il relativo comunicato stampa.

Questo studio riporta inoltre i dati più recenti (inizio 2024) sulla situazione dei deboli d’udito in Svizzera, che val la pena di riportare:

• I portatori di AA sono 340’000, corrispondenti al 3,8% della popolazione (1 persona su 26);

• Coloro che ritengono il proprio udito compromesso sono però il doppio! Il comunicato stampa mette in evidenza tra le cause anche il fatto che molti rinunciano all’acquisto degli AA per via dei costi;

• 3 anziani su 5 dichiarano di non sentirci più come una volta, ma non portano AA;

• I portatori di AA nelle case per anziani sono tra il 21 e il 35 %; la percentuale varia da cantone a cantone;

• I portatori di impianto cocleare sono 3050.

Per quanto riguarda le spese di AVS/AI per la fornitura di mezzi sanitari, esse ammontavano nel 2023 a 357 mio, così ripartiti:

• Fornitura di AA: 107 mio (30,5%, la maggior spesa in questo settore)

• Fornitura di sedie a rotelle: 76 mio (21,2%).

Comunicato stampa Pro Audito Schweiz Giornata Mondiale dell’udito, 3 marzo 2025

Una riforma con effetti collaterali: lo Stato risparmia a spese delle persone con problemi di udito

La riforma del finanziamento degli apparecchi acustici del 2011 ha portato a enormi risparmi per AVS e AI, ma a discapito della società e, in particolare, delle persone che dipendono dagli apparecchi acustici. Uno studio pubblicato da Pro Audito Schweiz evidenzia questa situazione, basandosi su dati ufficiali per offrire un’analisi dettagliata del finanziamento degli apparecchi acustici in Svizzera.

Dopo la riforma del 2011, che ha ridotto significativamente i contributi di AVS e AI per gli apparecchi acustici, sempre meno persone acquistano questi dispositivi e devono pagare una quota maggiore di tasca propria. Questo ha comportato risparmi per AVS e AI di circa 50-100 milioni di franchi all’anno, per un totale di oltre un miliardo di franchi (circa 600 milioni per AVS e 400 milioni per AI). Questo valore è di gran lunga superiore alle aspettative di risparmio iniziali dell’Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali (UFAS).

Lo Stato risparmia, la società paga

I costi sociali della perdita uditiva sono estremamente elevati. L’Osservatorio Svizzero della Salute (Obsan), in uno studio del 2022, ha calcolato che i costi complessivi per la società ammontano a 7 miliardi di franchi all’anno, ovvero 786 franchi per ogni abitante della Svizzera.

Obiettivi della riforma 2011 mancati L’obiettivo della riforma era duplice:

• Ridurre i costi per AVS e AI

• Aumentare la concorrenza tra i fornitori di apparecchi acustici, con la speranza di abbassare i prezzi.

Il primo obiettivo è stato raggiunto, ma il secondo no: i prezzi degli apparecchi acustici sono rimasti alti, mentre i costi per la società sono aumentati. Inoltre, le persone con problemi di udito ora devono affrontare spese molto più alte.

Anche il Consiglio federale ha riconosciuto che la riforma non ha portato a una riduzione dei prezzi degli apparecchi acustici, come confermato nella sua risposta all’interpellanza «Garantire l’accesso a strumenti moderni» di giugno 2024.

Meno persone ricevono apparecchi acustici

Lo studio di Pro Audito dimostra che la riforma ha ridotto drasticamente il numero di persone che ricevono un contributo per gli apparecchi acustici. Ciò è dovuto a soglie di accesso più alte: oggi bisogna avere una perdita uditiva più grave per ricevere aiuti economici da AVS e AI.

Molte persone a basso reddito rinunciano completamente ad acquistare un apparecchio acustico a causa dei costi elevati. Questo è un problema, perché una diagnosi e un trattamento precoce ridurrebbero costi sanitari futuri legati a problemi secondari.

I tagli sono stati applicati esclusivamente agli apparecchi acustici, colpendo in modo sproporzionato le persone con problemi di udito.

Il Consiglio federale non cambia rotta

Nel suo rapporto del 2024, il Consiglio federale ha previsto solo correzioni minime alla politica sugli apparecchi acustici. L’importo totale dei contributi potrebbe aumentare leggermente, ma le soglie di accesso rimarranno alte.

Nonostante sia noto che un trattamento precoce migliori la qualità della vita e riduca i costi sanitari complessivi, il Consiglio federale non prevede misure aggiuntive, giustificandosi con «sfide finanziarie legate all’invecchiamento della popolazione».

Secondo Pro Audito, questa logica è inaccettabile: l’invecchiamento della popolazione non può essere una scusa per ignorare le esigenze delle persone con problemi di udito.

Pro Audito chiede soluzioni concrete

Lo studio dell’Obsan suggerisce diverse misure per ridurre i costi:

• Prevenzione e diagnosi precoce

• Trattamenti efficaci e riabilitazione

• Migliore accesso agli apparecchi acustici

Secondo il World Report on Hearing (2021) dell’OMS, ogni dollaro investito negli apparecchi acustici genera un ritorno di 16 dollari grazie alla riduzione dei costi sociali e sanitari.

Le persone con apparecchi acustici ricevono meno sussidi, hanno costi privati più alti e contribuiscono di più all’economia, riducendo le spese sociali.

Non si può continuare a risparmiare sulla pelle delle persone con problemi di udito Pro Audito chiede un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte, affinché la situazione attuale possa essere migliorata.

RIASSUMENDO:

Per ulteriori informazioni e per accedere allo studio completo: www.pro-audito.ch

APPROFONDIMENTO GIANNI MORESI, «FARE»

CON IL SORRISO

Caro Gianni, per le persone affette da una disabilità uditiva nella Svizzera italiana, oggi ATiDU rappresenta molto più di un’associazione; è una famiglia e un punto di riferimento, un luogo in cui le persone trovano ascolto, sostegno e opportunità di crescita. È il risultato di undici anni di passione e impegno che, insieme a fidi collaboratrici e collaboratori, tu hai dedicato alla nostra causa.

Dico nostra perché oltre a essere un membro attivo del comitato, sono prima di tutto debole d’udito, proprio come te e buona parte dei nostri soci e sostenitori, che ringrazio per la fiducia accordatami. Per questo credo sia un grande onore e allo stesso tempo una grande responsabilità, andare a sostituirti nel ruolo di Presidente di ATiDU.

A questo proposito, sulla scia del tuo prezioso lavoro e nel rispetto degli insegnamenti di Milena, la nostra fondatrice, è mia intenzione continuare a dare voce, con l’aiuto di tutti e in ogni luogo e forma possibili, a chi troppo spesso rischia di non essere ascoltato.

Grazie di tutto, Gian Luca

Gianni Moresi, tra il «fare» e il sorriso: un decennio di presidenza ATiDU «Care amiche e cari amici, mi accingo a scrivere, non senza un po’ di nostalgia, il mio ultimo saluto nell’ambito del «Rapporto annuale 2024» di ATiDU. Nei 2025 è infatti previsto il cambio di presidenza, ruolo che ho assunto nel 2014 con entusiasmo e motivazione»

Gianni Agostino Moresi, classe 1952, è sposato con Fiorenza Rinaldi e padre di quattro figli: Patrizia, Carlo, Fabia e Luiz Ricardo. Economista attivo nella formazione professionale (il cui ruolo più pregnante è stato Direttore aggiunto della Divisione della Formazione professionale al DECS), è nato e cresciuto a Bissone, paese di cui è stato Sindaco.

Ma Gianni Moresi è, è stato e ha fatto molto di più (per questo vi rimandiamo alla sua biografia completa che svela una persona e un professionista estremamente versatile e attento ai giovani e all’evoluzione di un grande ventaglio di realtà a cui ha saputo dare il proprio contributo).

E di Gianni (solo Gianni, non me ne voglia per la confidenzialità) sono grandi l’apporto e l’eredità di cui ATiDU si potrà fregiare in rapporto ai suoi undici anni di presidenza durante i quali è stato spesso solo «Gianni» ma pure molto di più, percorrendo il solco di quell’impronta di dinamicità ed evoluzione dell’Associazione, condividendo lavoro, ma soprattutto risultati e riconoscimenti, con i suoi collaboratori e le sue collaboratrici che ha sempre avuto cura di porre in primo piano.

Gianni non ha mai fatto ombra, esercitando nel contempo una presidenza «di polso», con il timone ben orientato e con la netta convinzione che da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme si costruisce.

Lo incontriamo per una chiacchierata durante la quale emergono, insieme al suo lato più personale, i punti salienti della sua presidenza che ha traghettato ATiDU verso un futuro sempre più strutturato nel sostegno alle persone deboli d’udito di ogni età, e verso la sensibilizzazione sul tema purtroppo ancora oggi spesso permeato di tabù:

«ATiDU è viva e può guardare al futuro con fiducia e ottimismo»

Negli anni ’90 Gianni si rende conto di essere debole d’udito; racconta di essersi sottoposto a un test nel ’92 ed «effettivamente la perdita di udito era di circa il 60%, anche se in seguito non è peggiorata».

Subito emerge il tabù che ancora oggi, dicevamo, aleggia sulla vita di chi ha problemi d’udito: «Mi sono abituato abbastanza velocemente agli apparecchi acustici (dobbiamo però ricordare che 30 anni fa la tecnologia era agli esordi e non era quella odierna: bisognava fare i conti con una sorta di «corpo estraneo» nelle orecchie che amplifica anche la voce). Racconta che per non farli vedere teneva i capelli sempre un po’ lunghi, a coprire le orecchie, ed elenca sommariamente i progressi dell’audioprotesica accennando al fatto che: «Per trent’anni che ho trascorso sempre a contatto con la gente, la maggior parte non si è mai accorta che io fossi debole d’udito, e quando lo dicevo rimanevano sorpresi».

«Un consiglio che mi sento di dare è di superare psicologicamente il tabù: gli apparecchi acustici sono qualcosa di essenziale e facilitano tanto la vita»

A un certo punto, Milena Donadini, la fondatrice e allora presidente di ATiDU, gli chiede di entrare a far parte del Comitato dell’associazione. Una richiesta che, racconta, gli causa «lo stress dovuto al tabù che permeava il tema: non volevo che ogni volta che incontravo qualcuno mi si chiedessero ragguagli e per questo non ho aderito subito all’invito di Milena». In seguito, ripensandoci, ha compreso che testimoniando la propria esperienza avrebbe potuto dare il proprio contributo.

Da quel momento la sua strada in seno ad ATiDU è tracciata: «Ero membro di comitato da diversi anni quando Milena è mancata e mi è stato chiesto di assumere la presidenza».

Ancora una volta egli testimonia la resistenza legata al tabù che, solo per un momento, lo ha attraversato: «Ero un po’ in difficoltà a immaginarmi come «primus inter pares» perché non volevo che tutti venissero a sapere del mio problema». E di nuovo hanno prevalso la ragione e la volontà di sdoganare una condizione che nulla avrebbe da nascondere.

Nel 2014 assume quindi la carica di Presidente di ATiDU: «Stavo andando in pensione e mi sono detto che sensibilizzare le persone fosse molto più importante del tabù. Il team di ATiDU era quasi consolidato: con la storica segretaria Angela, e Cinzia Santo che già lavorava come consulente».

I suoi undici anni di presidenza sono iniziati sotto l’egida di una chiara volontà di scalfire i preconcetti inerenti il problema uditivo, per poi accingersi a realizzare molto altro…

«La sensibilizzazione è molto importante perché permette di avvicinare tutti alla causa e alla consapevolezza dei problemi uditivi, indistintamente gli udenti insieme a coloro che ne hanno più bisogno: giovani, anziani e pure nelle case di riposo, negli ospedali e nelle cliniche»

Gianni Moresi sottolinea il tema fondamentale e strategico dell’attività di sensibilizzazione che ATiDU porta avanti con lo scopo principale di rendere l’utente conscio e sensibile alle problematiche uditive e delle conseguenze che esse causano al debole d’udito, andando a informarlo sulle regole basilari per una comunicazione funzionale.

Passando in rassegna i «punti cardine» degli interventi a favore della sensibilizzazione, emerge l’importanza di fornire a più persone possibili gli strumenti per riflettere su «cosa significa sentire e non capire; comprendere come funziona il nostro udito; come sente la persona udente e come sente quella affetta da perdita uditiva», insieme all’educazione verso una corretta, efficiente e personalizzata gestione dell’apparecchio acustico.

Così come il presidente, pure i formatori di ATiDU sono spesso persone con problemi di udito o loro famigliari. Ciò ha il pregio di portare a conoscenza, oltre alla teoria, delle esperienze dirette che a loro volta facilitano la comprensione della difficoltà e favoriscono la presa di coscienza delle regole di comunicazione. «Questa è una formula di sensibilizzazione che abbiamo perfezionato negli anni, e che risulta essere molto apprezzata da tutti gli ordini scolastici nei quali siamo ospiti».

L’ampio spettro di utenza raggiunto nel tempo ha prodotto riscontri positivi: sono state apprezzate le video-testimonianze realizzate nel corso degli anni passati, le animazioni raffiguranti situazioni pratiche e i simpatici giochi di ruolo.

Accanto alla sensibilizzazione, le consulenze specifiche relative alla gestione della problematica uditiva restano una parte fondamentale della missione di ATiDU: «Sono consulenze gratuite effettuate dal personale del team e da persone con difficoltà uditive a livello personale; ci rivolgiamo ai portatori di impianto cocleare, ai genitori di bambini audiolesi, a persone con acufeni o altro, secondo le necessità di ciascuno».

Sono altresì implementate le attività dei gruppi di incontro come quello dei portatori di impianto cocleare, di auto-aiuto tinnito e acufeni, insieme alle attività ricreative come, ad esempio, «visite culturali e attività all’aria aperta, sempre molto gradite come occasione di crescita, confronto e condivisione».

«Quando ho assunto la carica di presidente, ATiDU era percepita come un’associazione rivolta solo alle persone anziane. Ne abbiamo voluto dare un’impronta più ampia, così da riuscire a raggiungere anche bambini, giovani e adulti. Questo è stato possibile grazie allo sviluppo di un’importante informazione capillare»

L’informazione rimane uno dei principali obiettivi dell’associazione: «Dai volantini iniziali alla creazione di una rivista, InfoATiDU, fino alla pubblicazione, nel 2022, del libro «1992–2022 - In ascolto, 30 anni al servizio dei deboli d’udito», che considero un vero e proprio fiore all’occhiello, a segnare i 30 anni di attività sempre in evoluzione».

Di fatto, la rivista «Info ATiDU» si è rinnovata sempre più nei temi e nella presentazione, che oggi vanta pure un nuovo concetto grafico a valorizzarne i contenuti. Parallelamente alla rivista, un’intera pagina dedicata ad ATiDU, presente cinque volte l’anno sulla «Rivista terzaetà» di ATTE, completa i principali mezzi divulgativi cartacei.

Infine, il 2024 vede pure l’uscita del nuovo volantino informativo «La via verso l’apparecchio acustico» contenente strumenti utili a orientarsi nella scelta di un dispositivo acustico.

Riassumendo, la presenza di ATiDU sui media è tanto cara al sodalizio quanto al presidente. Inoltre, sempre nell’ottica divulgativa, si accenna alla collaborazione saltuaria con ACSI (Associazioni consumatori e consumatrici della Svizzera italiana), con la RSI e con SWISS TXT. Quest’ultima è recentemente incentrata sull’accessibilità e l’ascolto delle necessità delle persone con problemi uditivi. Completa il quadro informativo la presenza su altri media che puntualmente danno spazio al tema.

«Fra i progetti a me cari: l’acustica della costruzione degli spazi aperti al pubblico, la norma SIA 500 (che sarebbe da far rispettare più di quanto oggi non si faccia ancora), il mandato di prestazione che ha portato ATiDU al riconoscimento di una maggiore professionalizzazione e apprezzamenti anche a livello nazionale…»

Parecchi i progetti che «snoccioliamo» nella chiacchierata con Gianni Moresi. Progetti che proviamo solo a riassumere, ma che hanno indubbiamente segnato un solido radicarsi di ATiDU.

«Quando sono arrivato, il mandato di prestazione dell’UFAS tramite la PAS ci permetteva di avere un segretariato professionale con 1.2 unità. Era la base per poter iniziare a sviluppare determinati progetti. Oggi questo mandato è aumentato gradualmente e il budget di cui possiamo disporre è egregio».

È soddisfatto mentre cita la collaborazione con l’Ospedale Cantonale di Lucerna, nata a seguito della giornata dedicata all’impianto cocleare, poi sfociata nella redazione di un primo protocollo in proposito.

La continuità della collaborazione con Inclusione andicap ticino ha contribuito a progredire con l’impegno a favore dell’acustica della costruzione negli spazi aperti al pubblico: «Nel 2016 è stata elaborata una procedura di segnalazione ai comuni dei casi non conformi relativi alle domande di costruzione per la realizzazione di impianti a induzione negli spazi pubblici. Nel corso del 2024, grazie anche alla collaborazione del nostro consulente acustico Virgilio Kohler, abbiamo continuato a lavorare in questa direzione, vigilando sul rispetto della norma vigente sul territorio». Tutto questo impegno è stato profuso per favorire la diffusione di sale dotate di impianti di ascolto adeguati alle problematiche uditive (come ad esempio al Lac di Lugano). Un progetto ancora «work in progress», spiega Gianni: «Al mio successore va il testimone per portare avanti, ad esempio, l’ulteriore procedura di verifica dell’attuazione della norma

SIA500, insieme alla mappatura più precisa delle sale dotate di sistemi di ascolto adeguati».

«Quando sono arrivato come presidente, ATiDU si rivolgeva solo a persone anziane. Un aspetto che mi sta particolarmente a cuore riguarda il dare un’impronta più ampia all’associazione, a partire dai bambini…»

Nasce il gruppo di lavoro interdisciplinare Krisalide, composto da ATiDU, dalla Federazione Svizzera dei sordi, da Pro Infirmis e da ASGBA (Associazione svizzera di genitori con bambini audiolesi). Con il suo team, Gianni si rende presto conto dell’importanza di intervenire velocemente sui diversi aspetti della presa a carico del bambino affetto da perdita uditiva, e uno dei punti di forza è rappresentato dal gruppo di lavoro sul territorio: «L’unione fa la forza».

I canali con i quali ATiDU si allarga a macchia d’olio sul territorio diventano sempre più variegati: la maggiore diffusione del proprio operato è inarrestabile, così come le proficue collaborazioni con le associazioni e gli enti sul territorio cantonale e nazionale: «La collaborazione con il nostro ente mantello Pro Audito Schweiz è molto proficua circa le informazioni della problematica uditiva e nella difesa dei diritti delle persone deboli d’udito. Inclusione andicap ticino è un partner importante con cui collaboriamo per le sensibilizzazioni nelle varie scuole del Cantone. Inoltre, ci rapportiamo con l’Ufficio Assicurazione Invalidità per quanto attiene alle tematiche dei portali di fatturazione e ai costi e finanziamenti degli apparecchi acustici».

«Regala un ascolto»: la nostra campagna promozionale ha l’obiettivo di raggiungere un maggior numero di persone e far conoscere la nostra associazione…»

Così, ci avviciniamo al «passaggio di testimone», con un’ultimo appello: «Tra le altre cose, oltre ad aver pubblicato il nuovo opuscolo informativo con i consigli per l’acquisto di apparecchi acustici, abbiamo messo in campo una campagna promozionale di adesione alla nostra associazione». L’invito per tutti, udenti, simpatizzanti e persone deboli d’udito, è quello di associarsi ad ATiDU: «Per avere sempre maggiore forza e voce, abbiamo bisogno di persone udenti oltre che di deboli d’udito».

Gianni, ricorda che i soci di ATiDU usufruiscono di tutte le informazioni elaborate dall’associazione e possono partecipare alle attività promosse. Inoltre, ATiDU mette pure a disposizione diversi mezzi ausiliari dell’audioteca e un impianto a induzione per persone deboli d’udito che partecipano a riunioni e conferenze. ATiDU è un’associazione che si adopera per realizzare progetti specifici e mirati, con una «professionalizzazione» del sodalizio sempre più concreta che favorisce l’amplificazione della sua voce a tutela dei diritti, del sostegno e dell’integrazione delle persone deboli d’udito.

Egli ci tiene a ribadire la missione dell’associazione, attraverso alcune delle ragioni che dovrebbero portare ad associarsi: «Fondata nel 1992, ATiDU si è sempre posta all’ascolto dei bisogni delle persone deboli d’udito e dei loro famigliari per accompagnarli nel migliorare la qualità della vita».

Con un ultimo breve punto della situazione, Gianni Moresi si accinge dunque a lasciare il testimone al suo successore: «Il team di segretariato è solido nel suo lavoro di organizzazione, consulenze individuali gratuite, collaborazioni con altri enti e istituzioni. La strategia di comunicazione integrata e visibilmente ampliata segue il suo corso. La situazione è buona anche grazie al generoso contributo dei nostri oltre 300 soci e al sostegno del Fondo Swisslos».

Si accomiata così, riconoscendo nuovamente al Comitato e al segretariato il grande lavoro svolto, e ringraziando tutti, «ma proprio tutti i nostri sostenitori e i numerosi volontari per il grande lavoro svolto».

Un’ultima parola è spesa per assicurare la propria presenza in seno ad ATiDU «come testimonial» e per augurare buon prosieguo di lavori al suo successore: «Mi accomiato da voi augurando al nuovo Presidente e al nuovo Comitato ancora tanti successi e soddisfazioni, gli stessi da me vissuti in questi oltre dieci anni di presidenza».

Gianni Agostino Moresi, 1952, sposato con Fiorenza Rinaldi e padre di Patrizia, Carlo, Fabia e Luiz Ricardo. Nato e cresciuto a Bissone, villaggio nel quale sono stato Sindaco. Sono un economista attivo nella formazione professionale. Dopo un esperienza quale docente di materie economiche in diverse scuole professionali, ho lavorato in banca, per poi assumere la funzione di Direttore aggiunto della Divisione della formazione professionale, Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino.

In particolare, professionalmente, sono stato ideatore e Presidente del Comitato di organizzazione di EspoProfessioni e Presidente del Consiglio di fondazione di Changins.

E, sportivamente, Presidente della Società pallanuoto Bissone e Addetto stampa nell’Hockey Club Lugano. Attualmente sono Presidente dell’IVVT Interprofessione della vite e del vino ticinese e Presidente Onorario di ATiDU Associazione ticinese per le persone deboli di udito.

Lettera di ringraziamento dell’Onorevole

Raffaele De Rosa a Gianni Moresi.

ATTUALITÀ ACUFENE E MINDFULNESS

Una mattina di fine estate di qualche anno fa, mi svegliai con un ospite inatteso e indesiderato. Era lì, tanto simile a quella sensazione che si ha al ritorno da un concerto, ma misteriosamente perdurante. Oggi ne parlo serenamente, e questo per molti motivi. Uno di essi è indissolubilmente legato a Gianni Moresi, e fra poche righe vi spiegherò il perché.

Purtroppo le persone soggette a questo sintomo (il tinnito o acufene), spesso nella fase iniziale del disturbo non vengono approcciate in modo corretto. Per quanto attiene alla mia storia, ma anche a tante altre che ho sentito, non ho dubbi su due cose: che il momento più difficile siano le prime settimane, e che in quel periodo sia fondamentale trovare quelle rassicurazioni e informazioni rilevanti che accelerano l’uscita da una parentesi spiacevole sul piano psicologico. Ed è proprio quello che trovai subito avvicinandomi ad ATiDU, con cui, grazie alla grande umanità e lungimiranza di Gianni, tutt’ora collaboro con entusiasmo.

Ricordo molto bene le prime interazioni con l’associazione e l’incontro con lui. Un pranzo, uno scambio di idee, e quell’ascolto così attento, curioso e inclusivo da parte sua. Nel giro di pochi minuti mi propose di entrare nel comitato dell’associazione, quasi a scatola chiusa, facendo affidamento sulle sensazioni, sul rapporto umano e di amicizia che percepiva o intuiva più rapidamente di me. Accettai e feci la scelta giusta. In questi anni di collaborazione non ho avuto che conferme di quanto Gianni si sia speso con quel segno così distintivo dei generosi: darsi senza aspettarsi niente in cambio. Un amico che mi sento di salutare con affetto e grande riconoscenza.

Grazie Gianni!

Bruno Bazzucchi

L’ acufene è la percezione di un suono che non ha una reale origine esterna. Si stima che tra il 10% e il 15% della popolazione globale lo abbia sperimentato almeno una volta nella vita, cifra che equivale a circa 700 milioni di persone in tutto il mondo. Di questi, circa l’1-2% soffre di acufene grave, che influisce significativamente sulla qualità della vita.

L’aspetto psicologico dell’acufene è cruciale: chi ne soffre sa quanto possa essere stressante e debilitante, causando ansia, depressione, insonnia e difficoltà di concentrazione. Questi effetti lo rendono qualcosa di più di un semplice sintomo.

Per questo motivo, negli ultimi anni le cure per l’acufene si sono concentrate non solo sulle cause, ma anche sugli effetti psicologici. Una delle tecniche adottate mira a «desensibilizzare» la mente alla presenza dell’acufene, attraverso un processo di apprendimento che riduce l’attenzione costante a questo suono. Comprendere i meccanismi fisiologici di questa strategia richiede di comprendere la natura dell’acufene. Si ritiene che questo disturbo insorga quando l’attività elettrica dei sistemi di elaborazione del suono, sia nell’orecchio sia nel cervello, è amplificata.

Il sistema uditivo è molto sensibile, ma in condizioni normali filtra il rumore di fondo, ignorandolo per dare priorità ai suoni esterni. Tuttavia, se questo «rumore di fondo» supera una certa soglia, può manifestarsi come un sibilo o un ronzio: l’acufene.

In alcune persone, il sistema nervoso percepisce questo suono come un segnale d’allarme, una sorta di pericolo, portando il cervello a concentrarsi su di esso per proteggersi. Questo fenomeno rende difficile «staccarsi» dal rumore di sottofondo, e fa sì che un suono di pochi decibel venga percepito come fastidioso.

La reazione che si ha all’acufene può portare ad amplificarlo o ad attenuarlo. Imparando a conviverci e ad accettarlo, si inizia a rilassarsi. Il cervello smette di vederlo come una minaccia e lo filtra naturalmente, riducendo così ansia e stress, abbassando il livello di rumore nel sistema nervoso.

Cos’è la mindfulness?

La mindfulness, radicata nella cultura buddista, è una tecnica che aiuta a sviluppare la capacità di vivere il presente in modo non giudicante. Secondo la filosofia orientale, osservare un aspetto negativo della propria vita senza rifiutarlo, permette di viverlo in modo più sereno. Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore americano, ha creato alla fine degli anni ’70 il programma «Mindfulness Based Stress Reduction» (MBSR), un corso di otto settimane pensato per insegnare il controllo dell’attenzione attraverso di essa. Questo programma si è rivelato utile per chi soffre di acufene, spesso accompagnato da ansia e paura. Questa tecnica insegna ai pazienti a cambiare il proprio approccio all’acufene, cercando di eliminare il disagio.

Mindfulness e acufene: cosa dice la scienza

Uno dei primi studi sull’uso della mindfulness per gestire patologie croniche fu condotto nel 1985 da Kabat-Zinn, Lipworth e Burney. In questo studio effettuato su 90 pazienti con dolore cronico, i risultati mostrarono una riduzione significativa dello stesso e dei sintomi come ansia e depressione, con miglioramenti che si mantennero per circa 15 mesi.

Altri studi recenti hanno esplorato la mindfulness per l’acufene cronico. Un esperimento avvenuto in Galles ha combinato terapia comportamentale e mindfulness su 25 persone affette dal disturbo, ottenendo miglioramenti significativi nell’80% dei pazienti. Un altro studio ha confrontato la mindfulness con tecniche di rilassamento su 25 pazienti, osservando che la mindfulness ha aiutato a ridurre le emozioni negative e il rimuginare sul problema, mantenendo più a lungo i benefici rispetto alle tecniche di solo rilassamento.

Uno studio del 2013 dell’Università della California ha confermato l’efficacia del MBSR nella gestione dell’acufene cronico, rilevando una diminuzione del disagio, dell’ansia e dello stress, con miglioramenti nella qualità di vita e nella riduzione dell’uso di sonniferi. I partecipanti hanno giudicato la tecnica sicura ed efficace.

Come si impara a praticare la mindfulness?

La mindfulness è una pratica che sviluppa la capacità di essere consapevoli e pienamente presenti nel momento attuale, accogliendo l’esperienza senza giudizio. Si può iniziare con semplici esercizi di respirazione, fino a seguire percorsi guidati con il supporto di un professionista.

Ecco i punti fondamentali su cui si basa:

1. Meditazione di base: la meditazione di mindfulness spesso inizia con esercizi di respirazione. Ci si siede in una posizione comoda, si chiudono gli occhi e si porta attenzione al respiro, notando ogni inspirazione ed espirazione. La mente tenderà a distrarsi, ma lo scopo è riportarla delicatamente al respiro ogni volta che accade.

2. Scansione del corpo: questa tecnica prevede di portare attenzione a ogni parte del corpo, dalla testa ai piedi, osservando sensazioni, tensioni o dolori, senza cercare di cambiarli.

3. Mindfulness nelle attività quotidiane: la mindfulness può essere applicata ad ogni attività, dal mangiare al camminare. Si tratta di svolgere queste azioni lentamente e con consapevolezza, concentrandosi sulle sensazioni del momento e apprezzando i dettagli di ogni esperienza.

4. Mindfulness formale e informale: la pratica può essere sia «formale», dedicando del tempo alla meditazione, sia «informale», integrando la consapevolezza nella vita quotidiana.

5. Mindfulness guidata e programmi strutturati: esistono percorsi guidati, come il programma MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction), che insegnano la mindfulness in modo progressivo e strutturato. Spesso i corsi includono sessioni di meditazione, esercizi di consapevolezza e momenti di riflessione di gruppo.

Apprendere la mindfulness richiede tempo e pratica costante, ma i benefici diventano evidenti con il tempo: chi la pratica regolarmente nota un miglioramento nella gestione delle emozioni, un ridotto livello di stress, e una maggiore capacità di vivere nel presente.

Risultati nella cura per l’acufene

Il numero di studi è ancora limitato, ma i risultati mostrano che, anche se l’acufene non scompare del tutto, la maggior parte dei pazienti trattati con MBSR ha sperimentato un miglioramento della qualità di vita, del sonno e della capacità di concentrazione, riducendo l’ansia e lo stress quotidiani.

PIACEVOLMENTE A TAVOLA

Un’energia positiva. È un’espressione che si sente spesso, e forse svalutata, malgrado ciò mi sembra proprio la più adatta per descrivere il lungo impegno di Gianni Moresi nell’ATiDU.

L’ho conosciuto entrando nel comitato in cui lui era già presente e poi in particolare dal momento in cui ha assunto, con grande senso di responsabilità, la lunga presidenza.

Sotto il suo impulso sono state snellite molte procedure e si è rafforzata la progettualità concreta con molte attività realizzate con efficacia, senza trascurare gli aspetti economici.

Le capacità organizzative, lo spirito imprenditoriale e l’abitudine a curare le relazioni pubbliche hanno trasformato l’ATiDU dandole un grando slancio adatto alle sfide attuali. Tutto questo, svolto con impegno personale a titolo di volontariato, accompagnato da un perenne buon umore e da una voglia di ricavare il meglio da ogni persona e ogni situazione.

Da qui l’energia positiva di cui parlavo.

E anche per questo sicuramente ci mancherà come guida, anche se la squadra è affidabile e rodata e in conclusione del mandato è riuscito ancora a dare slancio con un ritiro di pianificazione per il futuro, lasciandolo come utile strumento al suo successore.

Anche da parte mia un sincero: grazie Gianni!

Dr. Andrea Ferrazzini

Una serata in compagnia al ristorante dovrebbe essere una piacevole occasione di svago, ma per i deboli d’udito spesso e volentieri diventa fonte di frustrazione e scoramento, al punto che la volta successiva si preferisce restarsene a casa propria.

Le cause sono molteplici e naturalmente non impattano per tutti allo stesso modo poiché ogni sordità è differente, ma la problematica è altamente condivisa.

Innanzitutto i ristoranti sono di per sé posti chiassosi dove al vocio dei propri commensali si aggiungono quello degli altri tavoli e del personale di sala, il rumore di piatti e stoviglie nonché la musica tenuta ad alto volume.

Altri aspetti riguardano la tendenza degli ultimi anni nel rendere gli ambienti sempre più minimali, eliminando tappeti, arredi imbottiti e controsoffitti, ovvero elementi che favoriscono l’assorbimento del suono.

Materiali ed elementi di arredo ricalcano invece quelli degli spazi industriali dove prevalgono acciaio, vetro, pareti lisce, arredi di metallo, impianti di areazione a vista, tutti elementi i quali favoriscono la propagazione del rumore.

Tutto questo rende la comunicazione faticosa e frammentaria, causando un notevole stress a chi già in un contesto tranquillo avrebbe delle difficoltà.

Alla società udente potrebbe apparire come un paradosso, in quanto si crede che alle persone audiolese il rumore non arrechi disturbo, mentre accade esattamente l’opposto.

Gli apparecchi acustici sono degli amplificatori tecnologicamente sofisticati, ma riescono a isolare il suono dell’ambiente circostante in maniera solo parziale, quindi in situazioni rumorose come appunto un ristorante, chi li indossa riceve un’accozzaglia di suoni molto difficile da decifrare.

Bisogna inoltre considerare che il livello di rumore in un locale affollato può raggiungere gli 80/90 decibel, qualcosa tra il traffico stradale e il rombo di una fresatrice. Tra parentesi, esporsi per ore a un tale livello sonoro è cosa poco raccomandabile per tutti, udenti e non.

Oltreoceano si sono accorti del fenomeno, ed è nato un trend da considerarsi molto positivo.

Nelle recensioni dei ristoranti, oltre alle valutazioni su cibo, location, prezzi e quant’altro, sono spuntate anche quelle sul livello di rumorosità, col risultato che una parte consistente di avventori ha iniziato a frequentare locali più silenziosi.

Pro Audito Schweiz, tornando dalle nostre parti, fornisce sul proprio sito una lista di locali e ristoranti a Zurigo e dintorni appositamente testati e risultati adatti a una clientela audiolesa.

Fondamentale sapere che è comunque possibile limitare i danni evitando di rinunciare al gusto della convivialità, vediamo come.

Scegliere un luogo tranquillo è senz’altro al primo posto tra le strategie da adottare, ma quando questo non fosse possibile, esistono altri accorgimenti da mettere in atto.

Ad esempio, è utile che il locale in questione sia arredato con mobilio fonoassorbente, tappeti e/o tende incluse.

L’illuminazione è un altro fattore importante: optare per un ristorante ben illuminato o una postazione luminosa permetterà di vedere anche i segnali non verbali, come espressioni e movimenti, che possono aiutare a comprendere situazioni e conversazioni e agevolare la lettura del labiale.

In caso di bella stagione, mangiare all’aperto è sicuramente una delle soluzioni preferibili.

Sarebbe inoltre opportuno che, al momento di riservare un tavolo, a sceglierlo sia la persona con gli apparecchi acustici, poiché i posti a sedere lungo la parete della sala sono solitamente i più silenziosi.

In quella posizione, i suoni del ristorante non provengono da tutti i lati e quindi sarà più agevole dedicarsi alla conversazione. Qualora fosse necessario, è consigliabile sedersi direttamente di fronte alla persona con cui si sta parlando oppure trovarla sulla diagonale a una distanza ragionevole, in modo da poter sentire frontalmente la voce quando ci si gira.

A questo proposito, la chiave per una cena riuscita è senza dubbio la pazienza, ed è più semplice per tutti averne quando si conosce la situazione in anticipo.

Capita che le persone audiolese vengono accusate di drammatizzare la loro condizione, quindi è cosa saggia spiegare ai commensali le proprie difficoltà e chiedere il loro supporto, cosa che di norma predispone all’apertura mentale e alla gentilezza, evitando fastidi in caso di richiesta di cambi di tavolo/posto o altro.

Chiedere un tavolo lontano dalla cucina è un altro consiglio utile: sarà sicuramente la fonte di rumore principale, soprattutto se il ristorante è affollato. Evitare le ore di punta potrebbe essere un’altra utile soluzione non solo per cenare in un luogo più silenzioso, ma anche per poter chiedere eventualmente di abbassare la musica.

Nel caso queste soluzioni non siano adottabili o lo siano solo parzialmente, è importante cercare di mantenere la calma e lo stress sotto il livello guardia.

Talvolta accade che anche il personale del ristorante si mostri infastidito da certe richieste; a questo punto è consigliabile chiedere di interloquire con il titolare e spiegare i motivi per cui sono state fatte, anche perché la problematica uditiva non sempre viene notata.

Dal punto di vista tecnologico è importante imparare a gestire correttamente i propri dispositivi acustici, utilizzando il programma adeguato alla situazione.

Nel caso lo si ritenga opportuno, è di certo una buona idea recarsi dal proprio audioprotesista di fiducia (importantissimo averne uno) per trovare insieme una soluzione al problema. Negli apparecchi di ultima generazione esistono infatti programmi di gestione del rumore, non dovrebbe essere difficile realizzare un settaggio personalizzato da utilizzare in tale circostanza. È chiaro che anche seguendo tutti questi consigli le difficoltà non spariranno come per magia, ma con pazienza e voglia di sperimentare si possono raggiungere miglioramenti impensabili.

Bisogna sempre ricordarsi che affrontare una disabilità sensoriale è un costante work in progress; saper accettare che non sempre tutto è possibile, ma allo stesso tempo non rinunciare alla socialità.

RIASSUMENDO:

È nostra intenzione stilare una lista di locali e ristoranti tranquilli sul nostro territorio, dove sia possibile trascorrere una serata facendo conversazione con maggiore facilità; in questo senso saranno molto apprezzati i suggerimenti di soci e simpatizzanti, potete comunicarceli scrivendo a info@atidu.ch.

CURIOSITÀ FRANCISCO GOYA

La prima volta che ho incontrato Gianni è stato anni fa quando lavoravo come logopedista.

La sede del nostro servizio doveva traslocare presso un’altra scuola. Il nuovo centro era in ricostruzione e io ero stata delegata dal mio capo a presenziare una volta al mese alle riunioni di cantiere.

Gianni Moresi era il responsabile di questi incontri in quanto capo ufficio per il DECS.

Un po’ timida e spaesata mi sono presentata a questo gruppo di professionisti della costruzione.

Gianni però, mi ha accolto con empatia. Saputo che di professione ero logopedista, mi ha subito mostrato le sue protesi acustiche e spiegato i vantaggi di questi ausili nella sua attività lavorativa.

Abbiamo dunque avuto un primo istruttivo scambio professionale. A quei tempi sapevo qualcosa di sordità profonda per via di mia sorella sorda dalla nascita, però ne sapevo poco delle regole di comunicazione da mettere in atto con i deboli di udito.

Così, al mio primo tentativo di intervento nella discussione di cantiere, ho semplicemente iniziato a parlare proprio come purtroppo, nell’impeto emotivo, mi capita di fare ancora oggi.

Gianni mi ha zittito con un perentorio: «si parla uno alla volta!». Già, ed è proprio così che si dovrebbe sempre fare! In seguito ho incontrato di nuovo Gianni all’Assemblea ordinaria di ATiDU quando è stato nominato Presidente. Non ricordo se subito o forse un anno dopo, qualcuno del Comitato ha dato le dimissioni e Gianni mi ha chiesto di colmare il posto. È stato allora che ci siamo davvero conosciuti.

Abbiamo iniziato insieme il nostro percorso nel comitato di ATiDU, e insieme lo chiudiamo. Gianni è sempre stato una persona affabile, molto preparato sui temi da discutere e pieno di nuove idee da attuare per far conoscere e migliorare ATiDU.

La sua capacità di guida in queste situazioni è sempre stata centrata e naturale. Oltre agli aspetti organizzativi, ha privilegiato il mantenere e curare i rapporti con professionisti di tutti i settori legati ai problemi d’udito e alla disabilità in generale.

Interessanti sono anche sempre state le Assemblee ordinarie, dove ha ingaggiato regolarmente un Presidente del giorno scegliendolo tra persone conosciute nell’ambito politico o professionale, dando a molti di noi, soci e collaboratori, l’occasione di poterli conoscere da vicino.

Sicuramente abbiamo tutti apprezzato molto anche gli incontri da lui proposti per qualche argomento speciale nel nostro ambito, ma soprattutto per quelli intorno a una buona tavola al grotto o in ristoranti speciali.

In conclusione posso dire che ho apprezzato l’opportunità di affiancarlo nel Comitato per tutti questi anni, e gli auguro una continuazione di vita ricca di tante altre soddisfazioni e soprattutto in piena salute.

Margherita Gerber

Per chi nasce udente, il sopraggiungere della sordità in età adulta rappresenta uno sconvolgimento, una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo.

Per Francisco Goya, celebre pittore e incisore spagnolo vissuto a cavallo tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, autore di celebri opere come «La maja desnuda» e «Saturno che divora i suoi figli» e molte altre diverse tra loro, questo momento fatidico arriva nel 1793, all’età di 46 anni.

L’artista, che ha studiato in Italia sulle orme di Giambattista Tiepolo, la cui carriera è fino a quel momento legata al regime monarchico vigente nel suo paese, tanto da aver ottenuto il titolo di «Pintor del Rey» da Carlo IV di Spagna, improvvisamente si ammala. I sintomi di cui soffre sono atroci tanto quanto è misteriosa la loro origine, al punto che esistono tuttora due diverse teorie in proposito.

La più accreditata sostiene che avendo frequentato a lungo gli ambienti aristocratici e la vita di corte, Goya abbia tenuto per diversi anni uno stile di vita dissoluto e libertino, ideale a contrarre la sifilide.

Altrove si ipotizza un avvelenamento da piombo, metallo contenuto nei pigmenti usati per dipingere, visto che l’artista era solito inumidire i pennelli con la propria saliva.

Costretto per mesi a letto da una paralisi, Goya è colto da brutali emicranie, gravi disturbi alla vista, vertigini, tinnito e perdita dell’udito.

Quando si rimette in piedi dopo aver seriamente temuto per la propria vita, è un uomo profondamente cambiato nell’animo e nel corpo, poiché uno dei numerosi disturbi ha resistito alle cure.

Francisco Goya è diventato sordo, evento che influirà marcatamente sulla sua straordinaria creatività.

Inoltre, costretto al silenzio e all’introspezione, che lo portano a riflettere sul significato del suo ruolo di artista nella società, Francisco sente la necessità di allontanarsi dall’aristocrazia e di avvicinarsi al popolo vessato dalla guerra e dai soprusi dei governanti.

Colore, luce e armonia nelle sue opere lasciano progressivamente spazio a cupezza e bizzarria, elementi che però aveva sempre inserito, seppur quasi nascondendoli, nella fase precedente della sua carriera.

Abbandona i ritratti reali e le opere a tema mondano realizzando «Los caprichos» (Capricci), una serie di incisioni in bianco e nero che raffigurano uomini circondati da creature bizzarre su scenari surreali e inquietanti, e su una di queste trascriverà una frase ancora oggi usata come monito: «Il sonno della ragione genera mostri».

L’opera crea grande scandalo, dato che i volti di alcuni dei personaggi ritratti ricordano sinistramente quelli di certi membri del governo, infatti il Tribunale dell’Inquisizione dispone il suo ritiro dal commercio.

Anni dopo, inviso al regime borbonico e ormai anziano, Goya si ritira nella periferia di Madrid in una casa che battezza «Quinta del sordo», sulle cui pareti dipinge il memorabile ciclo delle «pinturas negras» (pitture nere), ovvero sette dipinti per piano, larghi circa quanto gli spazi tra le porte e le finestre.

La problematica uditiva è stata certamente una tragedia personale per l’uomo Francisco Goya, poiché all’epoca non esisteva alcun tipo di rimedio.

Tuttavia, artisticamente parlando, una nuova coscienza sociale ha ispirato una svolta epocale nelle sue opere, che seppure ora caratterizzate da ombrosità e tormenti interiori, gli hanno permesso di raggiungere picchi di rimarchevole genialità.

L’ANGOLO DELLA CONSULENZA

Mi chiamo Emanuele Merighi, sono un audioprotesista e rappresento la categoria nel Comitato di ATiDU.

Presto lascerò questo ruolo in favore del collega Samuele della Santa, ma sono stati anni di proficua collaborazione sotto la presidenza di Gianni Moresi, che in quest’occasione desidero ringraziare e salutare.

A mio parere, Gianni è riuscito in un’impresa ai limiti dell’impossibile, ovvero prendersi la responsabilità di sostituire la nostra Milena nel ruolo di presidente di ATiDU.

Ho potuto constatare di persona che non solo ha svolto quest’incarico con grande impegno e rigore, ma soprattutto mettendoci grande passione.

Ho sempre apprezzato la sua capacità di affrontare al meglio le tematiche proposte alle riunioni di comitato, portando avanti con grande determinazione un lavoro che sicuramente ha arricchito e compattato l’associazione nel suo insieme.

Grazie di tutto Gianni, è stato bello poter lavorare al tuo fianco; grande umiltà, grandi traguardi.

Emanuele Merighi

Dichiarazione dei redditi: si possono dedurre gli apparecchi acustici?

Posso detrarre dalla dichiarazione dei redditi i costi per il mio apparecchio acustico? A questa domanda, gli uffici cantonali di tassazione danno risposte dissimili. Allora, quali regole valgono? E a che cosa occorre prestare attenzione se non siete d’accordo con l’autorità di tassazione?

Il signor Piero (nome di fantasia) non ci capisce più niente. Con una perdita della capacità uditiva superiore al 70 percento, il pensionato deve utilizzare apparecchi acustici e per questo ha anche beneficiato di un contributo dell’AVS. Nella dichiarazione dei redditi ha riportato il costo dei suoi nuovi apparecchi come «spese per disabilità», allegando come giustificativo la relativa fattura unitamente alla garanzia dell’assunzione dei costi ricevuta dall’assicurazione sociale. L’ufficio di tassazione tuttavia non gli riconosce la deduzione, facendo riferimento alla prassi cantonale in materia fiscale. A questo punto, deluso, il signor Piero si rivolge alla Consulenza neutrale sull’udito (CNU) di Pro Audito.

La CNU dà ragione al signor Piero

La consulente dell’udito Claudia Bisagno lo conferma: «Siamo regolarmente interpellati per questioni fiscali da persone con problemi di udito ma anche da esperti fiscali di vari Cantoni. Questo dimostra che si conosce ancora troppo poco il meccanismo delle deduzioni per gli apparecchi acustici e che le istruzioni contenute nei promemoria non sono abbastanza chiare nemmeno per i consulenti fiscali. Spesso gli uffici di tassazione si rifanno all’affermazione che «gli occhiali e gli apparecchi acustici non si possono dedurre poiché si tratta di disturbi lievi, ai quali si può ovviare facilmente con un mezzo ausiliario». Eppure, la persona che riceve un importo forfettario dall’AI o dall’AVS per i suoi apparecchi, va considerata disabile ai sensi delle norme fiscali. Chi è dunque in grado di allegare alla dichiarazione dei redditi una corrispondente garanzia di assunzione dei costi, dovrebbe poter dedurre l’importo pagato di tasca propria per i dispositivi acquistati.»

Tradotto da Dezibel del 1.1.2025 da Franco Panzeri

Anche il fatto che le disabilità sensoriali rientrino tra i problemi fisici non è sempre chiaro a tutti. Nei documenti fiscali si trovano formulazioni riprese dalla legge sull’eliminazione di svantaggi nei confronti di disabili (Legge sui disabili). Nella stessa, le disabilità sensoriali non sono citate esplicitamente.

Torniamo al nostro signor Piero

Piero si rivolge per chiarimenti all’ufficio di tassazione, che gli richiede un certificato medico a conferma della sua disabilità. Al riguardo Claudia Bisagno osserva: «Rilasciando una garanzia dell’assunzione dei costi, in effetti l’AVS ha già confermato la necessità degli apparecchi acustici. E questo in base al referto stilato da uno specialista ORL.» Alla fine il signor Piero ottempera alla richiesta delle autorità e invia il certificato medico. E fa bene: perché nella decisione di tassazione definitiva, i suoi apparecchi acustici verranno considerati quali spese supplementari per disabilità.

In conclusione

Le persone che hanno ricevuto un contributo forfettario per apparecchi acustici, ad es. dall’AI o dall’assicurazione militare o contro gli infortuni, sono considerate disabili ai fini dell’imposizione fiscale. Se la deduzione dovesse essere rifiutata, raccomandiamo di fare tempestivamente opposizione.

GENITORI E FIGLI

DALL’ E UILIBRIO

ALL’ APPRENDIMENTO

A cura di Allen Scrigner

È arrivato il momento di salutare Gianni Moresi nella veste di presidente dell’ATIDU.

Nella nostra rubrica vorremmo fare un tuffo nel passato, negli anni «anta» e immaginarlo bambino. Immaginiamo di visitare la sua scuola durante la ricreazione.

Riusciremo a riconoscerlo?

Una volta arrivate ci accoglie il vociare tipico di quella situazione. Ci guardiamo in giro.

Vi sono diversi gruppi di ragazzini e, semplicemente, ci rendiamo conto che le nostre perplessità non hanno ragione d’esistere. Infatti, individuiamo subito un ragazzino solare che all’apparenza sembra un pacato osservatore dalla visione ampia simile all’aquila. Ha un sorriso per tutti, ascolta con partecipazione e regala consigli.

La sua persona emana un’innata e delicata fermezza. Osserviamo infatti come non abbia bisogno di imporsi, perché la sua sola presenza convoglia verso di lui l’attenzione degli altri.

Sembra di sentire il rumore prodotto dai suoi pensieri, che hanno però una linea diretta con il cuore.

È consapevole delle sue capacità e un po’ se ne compiace, solo un po’, perché il bene degli altri è importante quanto il suo.

Nei nostri occhi si legge una muta domanda: «Avrà una piccola debolezza?» Il tempo di uno sguardo e voilà, eccola palesarsi: una piccola grande debolezza che ha il nome di «golosità», o forse meglio sarebbe chiamarla «gioia nell’assaporare la vita» e quindi debolezza non è.

Osserviamo come con gesti misurati, per godere ancora di più del momento magico, libera la sua

merenda dalla carta stagnola, ne ispira il profumo; vediamo gli occhi brillare e finalmente dopo il momento rituale inizia a mangiare con gusto e piacere. Gli amici lo chiamano, ma lui non ha fretta di terminare e prolunga il più possibile questo momento.

Una volta finito, con la soddisfazione dipinta sul volto, si avvicina ai compagni.

Il tempo di tirare un paio di calci al pallone e il suono della campanella richiama tutti in classe.

Con calma, seguendo il suo ritmo, si avvia verso la sua aula.

Lo guardiamo allontanarsi e riflettiamo che le sue particolarità l’hanno portato ad essere una persona unica, così come lo è ognuno di noi. Così come lo sono i bambini che vediamo con piacere alle attività proposte da Krisalide. Ognuno di loro ha una propria storia, ha delle proprie difficoltà ma anche delle qualità. Queste qualità vanno accolte e rinforzate perché tutti hanno qualcosa di speciale da condividere con gli altri. È importante dare fiducia ai bambini, credere in loro e quindi accoglierli per come sono nella loro unicità.

Gianni, questa tua unicità ti ha permesso di diventare la persona che sei e raggiungere obiettivi importanti per ATiDU! Ci ricorderemo sempre del tuo motto che hai spesso condiviso con tutti noi: «le migliori idee nascono attorno ad un tavolo, condividendo un momento conviviale».

Grazie!

Liliana e Francesca

Il sistema vestibolare: dall’equilibrio all’apprendimento Il gruppo di lavoro Krisalide nasce nel 2015.

Costituito da ATiDU, ASGBA, Federazione Svizzera dei Sordi e Pro Infirmis, associazioni che si occupano di disabilità uditiva, organizza regolarmente incontri ed eventi legati alla tematica sul nostro territorio e rivolti alle famiglie di giovani audiolesi, ai professionisti e a tutti gli specialisti del settore.

Gli obiettivi che si pone sono molteplici: dall’informare le famiglie sulla modalità di gestione delle difficoltà uditive dei bambini al rilevare le loro esigenze e, ove possibile, tradurle in soluzioni concrete e personalizzate.

Lo scorso 27 novembre 2024 a Bellinzona, con le stesse premesse, Krisalide ha invitato il Dr. Etienne Jacot, medico specialista ORL, chiamato a relazionare su un tema molto importante: Il sistema vestibolare e la sua influenza sull’apprendimento nei bambini.

Si è trattato di una serata informativa aperta a famiglie e professionisti dove il Dr. Jacot ha spiegato in che modo il sistema dell’equilibrio compromesso possa incidere sull’apprendimento nei bambini con disabilità uditiva.

Ma cos’è il Sistema Vestibolare, cosa fa?

Quest’organo è posizionato nell’orecchio interno insieme alla coclea, una parte del sistema uditivo; insieme costituiscono il labirinto.

La sua funzione primaria è quella di essere, assieme alla vista e al sistema muscolo-scheletrico (o posturale), uno dei sensi che regolano l’equilibrio, contribuendo a coordinarlo con il movimento e l’orientamento nello spazio.

Il suo scopo è quello di garantire un campo visivo stabile e contribuire alla sicurezza fisica ed emotiva del bambino.

In base alle statistiche disponibili, quasi la metà dei bambini con sordità importanti soffre di disturbi vestibolari.

Analizzando il comportamento di bambini sordi e ipoacusici gravi con accertati problemi vestibolari, si sono potuti osservare problemi di stabilità, coordinazione e postura associati anche ad alcune caratteristiche nell’apprendimento.

Può infatti accadere che il bambino con disfunzioni vestibolari, per sopperire a queste difficoltà, attinga alle proprie riserve di energia e attenzione, togliendole però allo scopo primario per cui si trova a scuola, ossia l’apprendimento.

Vediamo quali sono queste difficoltà Uno dei primi segni che si possono riscontrare in questi bambini, è la difficoltà nel mantenere l’attenzione. Dal momento in cui il controllo posturale non avviene in modo automatico, dovranno cercare di focalizzare la loro attenzione sul cercare di star seduti al banco con la schiena eretta.

Questo crea un «ingorgo» a livello delle funzioni cerebrali superiori.

Essendo costantemente forzato a cercare di concentrarsi contemporaneamente sullo svolgimento di compiti differenti come lo stare seduto, ascoltare l’insegnante, leggere, scrivere e altro ancora, il bambino si ritrova presto in una condizione di esaurimento e affaticamento tali per cui il sistema nervoso si trova letteralmente di fronte ad una scelta: focalizzarsi sul compito di matematica o cadere dalla sedia.

Questo continuo sforzo mentale, naturalmente, determinerà una mancanza di motivazione. Compiti di facile esecuzione si possono così trasformare in ostacoli insormontabili. Questo può far apparire questi bambini pigri e svogliati. Sono bambini che spesso vediamo adagiati sul banco o con la testa frequentemente appoggiata sulla mano per sorreggerla o che assumono posizioni inappropriate al computer o mentre guardano la Tv.

Quando si osservano caratteristiche di questo genere, è opportuno richiedere una visita con uno specialista ORL per approfondire l’esame vestibolare. Un’eventuale conferma della diagnosi può aiutare i genitori, gli insegnanti e lo stesso interessato, a comprendere la causa di certe difficoltà e soprattutto della stanchezza che ne consegue. In questo modo è possibile apportare strategie per poter far fronte a queste con comprensione, evitando frustrazioni inutili.

In conclusione, trattandosi di un campo vasto e complesso, nonché di stretta competenza medica, è difficile condensare in poche righe l’argomento, ma abbiamo cercato qui di offrire un’introduzione in proposito.

Per chi volesse approfondire, in calce all’articolo sono disponibili le fonti da cui abbiamo attinto alcune informazioni presenti nello scritto.

Naturalmente le associazioni del gruppo Krisalide sono a disposizione per ulteriori informazioni ed eventuali consulenze.

RIASSUMENDO:

Per informazioni rivolgersi ad ATiDU o agli altri membri di Krisalide.

Fonti consultate: www.dirime.com www.centroevoluzionebambino.it

TEMPO STORIE SILENZIOSE

Caro Gianni, abbiamo collaborato con l’ATiDU sin dalla sua nascita nel lontano 1992.

Presidenti e membri di Comitato si sono succeduti nel corso degli anni. Ognuno con priorità e approcci diversi affinché l’ATiDU potesse svolgere al meglio l’operato a favore delle persone deboli d’udito.

Con te abbiamo intensificato la collaborazione con la Pro Audito Schweiz e altri enti in Svizzera che operano nell’ambito della problematica uditiva.

Grazie alle tue ampie conoscenze, si sono estesi i rapporti con i media e con diverse associazioni, permettendo una maggiore visibilità dell’ATiDU nella Svizzera italiana.

Un sentito grazie per aver messo a disposizione del segretariato, del comitato e dei soci: tempo, energia e passione. Sperando di rivederti in occasione dei momenti ludici proposti dall’associazione, ti inviamo il nostro amichevole saluto.

Mentre cammino penso al film iniziato ieri sera che ho finito di vedere stamattina.

Parla di un famoso musicista che in seguito ad un trauma personale sceglie di isolarsi dal mondo. Si trasferisce in una casa nel bosco dove continua a comporre, che è il suo lavoro.

Va a pescare sul lago, passeggia con il cane e spesso si inoltra nella natura per registrare suoni e rumori che poi elabora e innesta nei suoi lavori, cosa che anch’io ero solito fare.

Era la seconda di diverse analogie.

La prima fra tutte era che il protagonista si chiamava come me, il nome è anche nel titolo, cosa che mi ha incuriosito e spinto a vedere il film.

Detta così sembra una storie triste, in parte lo è.

Non c’è nemmeno un vero lieto fine, bensì un immergersi agrodolce nel proprio destino.

Il mio trauma è stato perdere l’udito, che un brutto giorno mi ha abbandonato.

In verità non è successo in un giorno, è stato un lungo addio.

Ogni giorno un po’ peggio di quello precedente, fino al silenzio quasi totale.

Adesso anch’io abito vicino al bosco e ad un fiume, ma non in solitudine.

Non vado a pescare, però ho un lavoro.

Adesso è lì che sto andando.

Liberi di non crederci, ma per me è il lavoro dei sogni.

Un posto pieno zeppo di libri dove non girano soldi.

In un mondo capitalista, a me sembra una gran cosa.

Io ci dormirei.

In mezzo ai libri.

Prendersi cura di loro è un privilegio.

Li tolgo dai ripiani, dove passo straccio e detergente, poi li spolvero e li ripongo al loro posto.

Spesso una copertina mi attira e allora sfoglio qualche pagina.

Quasi sempre trovo una frase, un pensiero, uno spunto su cui riflettere.

Purtroppo durerà solo qualche mese, è una supplenza.

So già che mi mancherà.

Come il mio udito.

Forse non così tanto.

A volte il silenzio non è un male, ma un privilegio.

Posso averlo quando voglio.

Con la Pasqua alle porte, la città vecchia si è riempita di turisti.

Devo farmi largo tra processioni di giovani e meno giovani, chiedere permesso, pardon, excuse me. Il brusio che sale è una fastidiosa Babele.

Passando accanto a una famigliola, lo strillo di un neonato mi trafigge le orecchie.

Basta un gesto a silenziare i miei apparecchi acustici, che è quel che faccio.

Esco svelto dalla calca, percorro qualche decina di metri e poi mi volto a guardare.

Un mucchio di gente che fa andare mani, piedi e bocche. Come guardare un acquario.

Quando non ci senti, non è facile trovare un impiego.

Per questo, lavorare è la mia vacanza.

Ogni giorno percorro questo tratto di strada con un pizzicore allo stomaco, come quello che ti viene nell’attesa di un appuntamento con chi ti piace.

Si fa un gran parlare del cuore, va bene, ma lo stomaco è il termometro delle nostre emozioni.

Nell’ultimo tratto di strada ecco le boutique.

L’ ora di pranzo è un momento di calma e le gerenti sono sedute ognuna davanti al proprio negozio, preda dell’afa.

Fumano sigarette vere o finte, gli occhi bassi a consultare i loro telefoni.

L’ ultima, quella più vicina alla mia età, è l’unica a guardarsi in giro.

Questo fa sì che ci si riconosca.

Vedo la sua bocca muoversi e ricambio il saluto.

Chissà come mi è uscita la voce.

Senza gli apparecchi non la sento più.

Arrivato sulla soglia della biblioteca li riaccendo. Incrocio colleghe e colleghi che escono per un pasto veloce.

Buon pranzo, buon lavoro. Ho il turno pomeridiano di sorveglianza.

Per un po’ sarò da solo in tutto l’edificio, se venite a chiedere informazioni è me che trovate.

Siate pazienti, mi raccomando.

APPUNTAMENTI

Tra le nostre numerose attività, abbiamo anche incontri dedicati alla problematica uditiva e alla comunicazione, temi per noi importanti per creare ponti tra il mondo degli udenti e il mondo della sordità. Riportiamo qui le parole della nostra socia ATiDU che cura per noi alcuni di questi appuntamenti. Nel suo scritto Luana riassume perfettamente lo spirito che anima queste attività, nello specifico il corso tenuto lunedì 12 maggio «Comunicare meglio con chi ha problemi di udito»

L’ascolto profondo: un ponte tra mondi diversi

A cura di Luana Asiak Branchini

Cosa significa davvero ascoltare? È solo un atto fisico legato all’udito oppure è qualcosa di molto più ampio, più profondo, più umano?

Io sono debole d’udito, e per molto tempo ho pensato che questo significasse semplicemente «sentire meno». Col tempo ho capito che era anche un’opportunità per sentire di più.

Non con le orecchie, ma con il cuore.

Ogni volta che qualcuno si ferma, mi guarda negli occhi prima di parlarmi, mi ripete una frase con pazienza e dolcezza, non sta solo comunicando: sta amando. Sta ascoltando anche me, non solo con le parole ma con la presenza, con l’anima.

E questo è un dono enorme.

L’ascolto vero, profondo, accade quando scegliamo di incontrare l’altro nel suo mondo.

Quando non ci fermiamo alla superficie delle parole, ma andiamo a toccare i bisogni, le emozioni, le sfumature che abitano dietro ogni gesto. Nel mio caso, ascoltarmi davvero significa anche capire cosa può mettermi a mio agio, in che modo posso sentirmi inclusa, rispettata, riconosciuta.

Ma c’è un’altra verità importante che sento di voler dire ad alta voce: anche chi è vicino a una persona con difficoltà uditive ha dei bisogni.

Spesso si dà per scontato che questo debba soltanto «adattarsi», ma l’amore non vive di adattamenti forzati. Vive di scambi autentici, di cura reciproca, di dialoghi sinceri.

Chi è accanto a noi può sentirsi stanco, frustrato, impotente, ma anche lui, o lei, ha diritto a essere ascoltato, visto, accolto.

È qui che l’ascolto profondo diventa un ponte tra due mondi: il mio e il tuo. Un ponte che si costruisce giorno

dopo giorno con fiducia, pazienza e amore.

Per me ascoltare non è più solo una questione di suoni.

È un atto sacro, una danza invisibile tra due anime che scelgono di esserci davvero.

È accorgersi di un’espressione, di una pausa, di un bisogno non detto.

È imparare a parlare anche senza parole.

Ecco perché credo che sia giunto il momento di costruire una nuova cultura dell’ascolto.

Una cultura che non si fermi all’orecchio, ma tocchi il cuore.

Una cultura in cui le diversità non separano, ma avvicinano.

Una cultura in cui l’ascolto è amore.

Per restare aggiornati riguardo alle nostre attività, vi ricordiamo che potete seguirci sulle nostre pagine di Facebook e Instagram ATiDU Ticino e Moesano. Per maggiori informazioni e iscrizioni contattateci o seguiteci sul nostro sito www.atidu.ch.

RIASSUMENDO:

INDIRIZZI UTILI

ENTI

Pro Audito Schweiz

Feldeggstrasse 69

Postfach 1332

8032 Zurigo

Tel.: 044 363 12 00 www.pro-audito.ch

Pro Infirmis Ticino e Moesano

Via dei Sindacatori 1

6900 Massagno

Tel.: 091 960 28 70 www.proinfirmis.ch

Servizio sociale per sordociechi

Via Nosetto 3

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 82 72 www.ucbc.ch

Sonos

Oberer Graben 48

8400 Winterthur

Tel.: 044 421 40 10 www.sonos-info.ch

Aspeda

Freiburgstrasse 21

3150 Schwarzenburg

Tel.: 031 731 33 44 www.aspeda.ch

Federazione

Svizzera dei Sordi

Via Besso 5

6900 Lugano

Tel.: 091 950 05 48 www.sgb-fss.ch

Pro Senectute

Ticino e Moesano

Via Chiosso 17

6948 Porza

Tel.: 091 912 17 17 www.prosenectute.org

MEDICI ORL

Dr. Fabio Pandolfi (Perito AI)

Via Nosetto 3

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 86 86

Dr. Andrea Ferrazzini (Perito AI)

Via Lugano 4

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 25 13

Dr. med. Flavio Sicurella c/o Centromedico Viale Officina 7

6500 Bellinzona

Tel.: 091 640 24 24

Dr.ssa Daniela Soldati (Perito AI)

Via Sempione 8

6600 Muralto

Tel.: 091 751 79 77

Dr. Nikola Roknic (Perito AI)

Via Castelrotto 15

6600 Locarno Tel.: 091 751 55 12/15

Dr. Luca Ingold (Perito AI)

Pal. Pax, Viale Stazione 9

6600 Locarno

Tel.: 091 743 33 22

Dr. Nicola Melik (Perito AI)

Via dell’Ospedale 14

6600 Locarno Tel.: 091 760 06 60

Dr. Paolo Erba (Perito AI)

via Vincenzo Vela 11

6600 Locarno

Tel.: 091 224 55 22

Dr. Etienne Jacot (Perito AI)

c/o EOC

Via Tesserete 46

6600 Lugano

Tel.: 091 811 61 11

Dr. Francesco

De Righetti (Perito AI)

Via Monte Boglia 5

6900 Lugano

Tel.: 091 972 88 44

Dr. Antonio Pellanda (Perito AI)

Via Pioda 5

6900 Lugano

Tel.: 091 923 77 06

Dr. Raffaele Pelloni (Perito AI)

Via Moncucco 7

6900 Lugano

Tel.: 091 968 22 12

Dr.ssa Elena Scotti (Perito AI)

Viale Castagnola 27

6900 Lugano

Tel.: 091 923 36 28

Dr. med. Thomas Roth (Perito AI) c/o Centromedico Palazzo della stazione

6900 Lugano

Tel.: 091 913 76 76

Dr. Stefano Ermanni (Perito AI)

Via Nassa 21 6900 Lugano

Tel.: 091 923 48 75 Via Turconi 23 6850 Mendrisio

Tel.:/Fax: 091 646 63 54

Dr. Aleardo Del Torso (Perito AI)

c/o Centromedico

Corso San Gottardo 6

6830 Chiasso

Tel.: 091 640 24 40

AUDIOPROTESISTI

Amplifon SA

Via Nassa 38

6900 Lugano

Tel.: 091 923 14 09

Audio Centro Acustico

Via Francesco Soave 5a

6900 Lugano

Tel.: 091 225 50 24

Audika

Via Motta 1

6900 Lugano

Tel.: 091 922 90 10

Belotti SA

Piazza Teatro

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 81 83

Centro Acustico

Ticinese Via alla Bozzoreda 37

6963 Pregassona

Tel.: 091 940 30 30

Cisenti Sagl

Via Bagutti 2B

6900 Lugano

tel.: 091 961 65 65

Fielmann AG

Via Pietro Peri 4

6900 Lugano

Tel.: 091 911 95 30

M&M acustica

Via della Posta 6

6600 Locarno

Tel.: 091 760 06 46

«La gentilezza è un linguaggio che il sordo può sentire e il cieco può vedere.»

Mark Twain

ATiDU si pone all’ascolto dei bisogni delle persone deboli d’udito e dei loro famigliari al fine di migliorarne la qualità di vita. Sostieni anche tu la nostra associazione!

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I soci di ATiDU usufruiscono di tutte le informazioni elaborate dall’associazione e partecipano a tutte le attività da essa promosse.

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Doni, lasciti, contributi di ogni entità sono i benvenuti e andranno a sostenere i nostri progetti.

Non esitate a contattarci per avere maggiori informazioni.

ATiDU vi accoglie nella sede di Bellinzona, Salita Mariotti 2. Risponde al numero 091 857 15 32 e all’indirizzo e-mail info@atidu.ch

Tutte le informazioni sul nostro sito internet www.atidu.ch

Camorino

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