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Li accomuna la generosità Madre Natura e il giardiniere Nazzareno lei dona e lui raccoglie con garbo e grazia

«IL LAVORO NOBILITA». TUTTI!

A cura di Maria Grazia Buletti

SOMMARIO

SOSTENITORI

Repubblica e Cantone Ticino

Fondo Swisslos

Fondazione Ernst Göhner

Info ATiDU

Periodico di ATiDU Ticino e Moesano, Associazione per persone con problemi d’udito

REDAZIONE

Cinzia Santo, redattrice responsabile

Allen Scrigner

COMITATO ATiDU

Gianni Moresi, Presidente

Bruno Bazzucchi

Gian Luca Casella

Dr. Andrea Ferrazzini

Don Massimo Gaia

Margherita Gerber

Emanuele Merighi

Francesca Micheletti Zufferey

Liliana Sabbadin-Panzeri

Christian Siano

TEAM

Sabrina Bernasconi Chittaro

Cinzia Santo

GRAFICA

Gregorio Cascio per C-comunicazione e design

FOTOGRAFIA

Marco Antonio Varrone

STAMPA

Progetto Stampa, Chiasso

TIRATURA

600 copie

SEDE, INFORMAZIONI E CONTATTI

ATiDU Ticino e Moesano

Salita Mariotti 2

CH-6500 Bellinzona

Tel.: 091 857 15 32

E-mail: info@atidu.ch

Web: www.atidu.ch

COPYRIGHT

Pubblicazione gratuita con citazione della fonte

Vedere quello che non si riesce a sentire 8

SOCIALITÀ

Echi dalla sessione parlamentare 12

APPROFONDIMENTO

«Il lavoro nobilita». tutti! 20

ATTUALITÀ

Studiare senza barriere: «qui ho buone chances!» 22

Acufeni e cervicali, legami possibili?

CURIOSITÀ Thomas Alva Edison

ASGBA: una grande famiglia

La memoria sonora

INDIRIZZI UTILI

EDITORIALE

A cura di Gianni Moresi

Cari soci e amici, siamo quasi arrivati alla fine dell’anno bisestile 2024 e l’eco delle manifestazioni legate al 30° anniversario di ATiDU risuona potente ancora oggi, e a testimonianza del lavoro svolto vado qui a rammentarne i momenti più significativi: il grande evento del 5 ottobre 2022 presso la SSSAT, Scuola superiore specializzata del settore alberghiero e del turismo, Bellinzona, alla presenza di oltre duecento persone.

Di seguito, il 3 marzo 2023, in concomitanza con la giornata mondiale dell’udito, la presentazione del volume «1992 - 2022 In ascolto. 30 anni al servizio dei deboli di udito», curato da Maria Grazia Buletti e Cinzia Santo, presso il LAC di Lugano. Nel 2024 è invece ripreso il progetto Unveroamico con la nuova e moderna versione grafica curata dagli studenti della SSSAA, Scuola superiore specializzata di arte applicata, Lugano.

Ed ora ecco che è pronto anche il N. 54 della nostra rivista Info ATiDU.

Non sto ad elencare i vari articoli e gli interessanti contributi di questo numero in quanto li trovate nell’indice qui accanto, mi piace solamente citare alcuni capitoli che meritano di essere segnalati. Innanzitutto l’APPROFONDIMENTO dall’intrigante titolo «il lavoro nobilita. Tutti!» curato da Maria Grazia Buletti, tema questo a me molto caro in quanto mi sono occupato, nella mia vita lavorativa, di formazione professionale toccando con mano le sfide e le risorse ad essa legate. Invito quindi tutti a leggerlo attentamente in quanto utile e interessante sia per le persone - giovani, adulti e anziani - con problemi di udito, sia per chi è a stretto contato con loro - famigliari, amici, compagni di scuola e di lavoro. Rimarchevole anche il concetto fotografico che ritrae le variegate professioni che si possono apprendere e svolgere sul nostro territorio (agricoltore, panettiere/pasticciere, libraio, meccanico, idraulico, autista, erborista, fotografo, medico veterinario), grazie agli scatti artistici di Marco Antonio Varrone, che fa da ideale corollario agli articoli di questo numero.

Infine il capitolo SOCIALITÀ, dove Renato Rossini, partecipante in rappresentanza della nostra associazione, assieme a Gian Luca Casella, ad Anna Bernardi e a chi vi scrive, riferisce sulla sessione parlamentare delle persone con disabilità organizzata da Pro Infirmis che si è tenuta con successo nella Sala del Gran Consiglio, lo scorso 5 giugno. Il lavoro sul campo di ATiDU va a toccare molteplici tematiche, ma sempre finalizzate ad aiutare le persone deboli di udito a vivere serenamente la loro condizione. Per questo colgo l’occasione di ringraziare di cuore tutti coloro i quali collaborano con entusiasmo, competenza e motivazione per raggiungere costruttivamente gli obiettivi associativi. Anche in vista del passaggio di presidenza previsto durante l’assemblea generale ordinaria 2025, sono sicuro che possiamo guardare al futuro con fiducia e ottimismo.

Ad multos annos… Evviva l’ATiDU!

NOTIZIE

NOTIZIE DAL SEGRETARIATO

Le notizie dal segretariato sono state selezionate dal sito di Pro Audito Schweiz (pro-audito.ch)

Apparecchi usati: cosa fare?

Quando arriva il momento di cambiare gli apparecchi acustici, di norma ogni 5/6 anni, ci si ritrova a chiedersi cosa fare di quelli vecchi, che magari sono ancora in buono stato e funzionanti.

Alcuni decidono di tenerli come coppia di riserva, in modo da non restare senza nel caso quelli nuovi debbano essere mandati in assistenza per una riparazione. Altri invece scelgono di provare a recuperare una parte dei soldi spesi per l’acquisto; un’opzione spesso presa in considerazione anche da chi si trova a ereditare i dispositivi di un familiare a cui purtroppo non servono più. La compravendita di apparecchi acustici usati è infatti sempre più diffusa anche in Svizzera, ed è sicuramente un’ottima notizia in termini di consumo sostenibile e lotta allo spreco.

Nei vari siti dedicati agli affari tra privati è possibile reperire a prezzo vantaggioso dispositivi in buone/ ottime condizioni, ma prima di procedere all’acquisto vanno valutati con attenzione alcuni aspetti.

Una volta verificato che si tratti di dispositivi medici certificati, e accettato il fattore igienico, va tenuto presente il fatto di comprare un qualcosa fatto su misura per un’altra persona; servirà un audioprotesista per poterlo ricalibrare in base alle proprie esigenze.

Ci sono alcuni centri acustici specializzati che offrono questo servizio, anche se va detto che non è scontato trovarli sotto casa propria.

Di più: oltre al fatto che AI e AVS non forniscono contributi finanziari per l’acquisto di apparecchi acustici usati, potrebbero sorgere costi di riparazione inattesi; un rischio che va sempre calcolato quando si acquista un prodotto di seconda mano.

Per quanto riguarda la vendita, oltre ad offrire i propri dispositivi ai privati, è possibile rivolgersi alle aziende manifatturiere, che potrebbero valutarne il ritiro per poi ricondizionarli.

Un’alternativa sono le donazioni; esistono infatti associazioni che inviano gli apparecchi ai centri di riciclaggio per farli riparare e poi destinarli a missioni sanitarie nei paesi in via di sviluppo.

Oggi viaggiare in treno è più sicuro per le persone audiolese in Svizzera

Nel suo ultimo aggiornamento, l’applicazione per smartphone «Inclusive FFS», nata per abbattere la barriera acustica degli annunci nelle stazioni ferroviarie, spesso incomprensibili per chi soffre di una problematica uditiva, implementa una nuova e utile funzione. Oltre a trascrivere ogni sorta di informazione in merito al viaggiare in treno, autobus e tram, Inclusive FFS è ora dotata di un servizio SMS per inoltrare una situazione di emergenza alle forze dell’ordine.

Il messaggio conterrà la posizione geografica della persona richiedente l’aiuto e, nel caso, il numero del treno su cui sta viaggiando.

Il servizio è nato da una collaborazione con la Fondazione PROCOM, la quale riceve la notifica e la inoltra alla Polizia, che poi proseguirà la comunicazione con l’utente audioleso sempre in forma scritta.

L’app è gratuita, disponibile nelle tre lingue nazionali e per i sistemi iOS e Android. Per maggiori informazioni visitate il sito www.sbb.ch

Per info generali potete contattare ATiDU via e-mail info@atidu.ch oppure telefonando allo 091 857 15 32.

RIASSUMENDO:

PUBBLICAZIONI DI ATIDU

Nuovo volantino «La via verso l’apparecchio acustico»

Accettare di dover ricorrere agli apparecchi acustici è un momento molto delicato della propria vita, un cambiamento che porta con sé speranza, ma anche preoccupazioni, dubbi e interrogativi, ci si trova infatti a doversi districare in mezzo a un groviglio di informazioni, pubblicità, luoghi comuni e quant’altro.

Noi di ATiDU abbiamo pensato di fare chiarezza in merito attraverso la pubblicazione di un volantino specifico: «La via verso l’apparecchio acustico. I passi per sentire e vivere meglio» Questi i punti affrontati: come viene stabilita una perdita uditiva, i modelli disponibili, i costi e il diritto a contributi finanziari, la burocrazia e la figura dell’audioprotesista, consigli e tecniche per un rendimento ottimale dei dispositivi.

Aggiornata con le informazioni più recenti, l’obiettivo che si pone è quello di fornire gli strumenti adatti a scegliere con cognizione di causa e in base alle proprie esigenze, delineando un percorso che accompagna, passo per passo, alla scoperta di strategie utili allo scopo. La pubblicazione è visionabile sulla pagina web di ATiDU nella sezione «Informazioni/Documentazione» e reperibile in cartaceo presso la nostra sede di Bellinzona nonché in studi medici e centri acustici della Svizzera italiana.

NOTIZIE DA ASSOCIAZIONI AMICHE

PIPA: In Ticino si cade meno

Le cadute riguardano ogni fascia d’età. Nelle persone anziane le conseguenze possono essere gravi, irreversibili e spesso conducono ad una riduzione dell’autonomia nella vita quotidiana.

PIPA (Prevenzione Incidenti Persone Anziane), un’associazione mantello nata nel 1996, si occupa di sensibilizzare gli anziani, i famigliari e i professionisti della salute sui fattori di rischio di caduta, in modo olistico, focalizzandosi sui determinanti della salute come il movimento, l’alimentazione equilibrata e trasmettendo le conoscenze per spostarsi sia in casa che nello spazio pubblico in modo sicuro.

I dati rilevati dal confronto intercantonale, evidenziano che il Ticino risulta essere il Cantone dove gli anziani che vivono a domicilio cadono meno in assoluto in Svizzera: una persona su cinque sopra i 65 anni cade almeno una volta all’anno (20,5%). A livello nazionale la prevalenza delle cadute riguarda quasi una persona su quattro, ovvero il 24,5 % (OBSAN, 2024).

Ci piace pensare che questo risultato sia dovuto, almeno in parte, alla nostra attività di prevenzione, ma soprattutto alle collaborazioni con gli enti e le associazioni attive sul territorio, come ATiDU, che ci permettono di moltiplicare l’efficacia del nostro messaggio.

RIASSUMENDO:

Per ulteriori informazioni consultare l’Associazione PIPA sul sito www.pipa.ticino.com, scrivendo a pipa@ticino.com o telefonando allo 079 357 31 24.

VEDERE UELLO CHE NON SI RIESCE A SENTIRE

Malgrado indossino le protesi, alcuni dei nostri soci faticano a sentire bene in situazioni di conferenza.

Oltre ad alcune applicazioni per smartphone che permettono la trascrizione del parlato, è da poco in commercio un sistema più articolato che comprende un dispositivo microfonico hardware di alta qualità.

Il costo è importante, (3’099.– Chf licenza per 1 anno inclusa), ma il dispositivo si presta ad essere utilizzato anche dagli udenti in situazioni dove si ha necessità di tradurre da altre lingue, e potrebbe quindi essere un buon investimento anche per ditte o uffici.

Vi riportiamo qui il descrittivo del prodotto direttamente dal sito del fornitore:

SpeakSee è stato progettato appositamente per le persone non udenti o con problemi di udito che hanno regolarmente difficoltà a comunicare. Grazie alla versatilità del sistema SpeakSee, il kit microfono può essere utilizzato anche per fornire un supporto aggiuntivo alle persone che parlano un’altra lingua.

Il kit microfono Speaksee è il primo sistema microfonico al mondo progettato specificamente per la creazione di sottotitoli in tempo reale per conversazioni di gruppo. Il kit microfono converte il parlato in testo in tempo reale con velocità e precisione leader di mercato, anche in ambienti rumorosi. Durante un’interazione, a ogni membro del gruppo viene fornito un microfono individuale. Tramite l’app Speaksee, i sottotitoli vengono visualizzati per ogni partecipante in fumetti di diversi colori.

AutoCaption porta i sottotitoli di alta qualità di Speaksee nella tua vita digitale. Utilizzando la stessa tecnologia speech-to-text, l’app software AutoCaption può essere utilizzata su qualsiasi PC o laptop per creare sottotitoli per qualsiasi segnale vocale rilevato.

Completamente compatibile con tutti i video Le piattaforme di videoconferenza sono ideali per trascrivere contenuti online come video tutorial, workshop online, podcast, YouTube, BBC, Netflix o altri servizi di streaming.

A colpo d’occhio:

• Sintesi vocale

• Il rumore di fondo è isolato

• Può essere utilizzato con più gruppi

• Supporta fino a 9 microfoni contemporaneamente (in arrivo nei prossimi mesi)

• Le conversazioni vengono visualizzate in fumetti di colori diversi

• Tutta la comunicazione dei dati è crittografata tramite software e hardware

• Privacy assoluta per tutte le conversazioni

• Traduttori spontanei (interpreti)

Inclusi nella fornitura sono:

• 1x custodia rigida

• 1x licenza

• 1x kit di microfoni

• 3x piastre di diversi colori per lo scambio

• 3x passanti magnetici per il collo per microfoni

• 1x cavo di ricarica USB-C con alimentatore

• 1x manuale utente da scaricare (disponibile in tedesco, francese, italiano e inglese)

• 1x formazione di persona (con noi) o tramite Teams max.1 ora

App su telefono

RIASSUMENDO:

Potete trovare molti mezzi ausiliari in prova presso la nostra Audioteca. Contattate il segretariato di ATiDU.

Microfoni

SOCIALITÀ ECHI DALLA SESSIONE

PARLAMENTARE

A cura di Renato Rossini

5 giugno. Sessione parlamentare delle persone con disabilità

Di questa sessione riportiamo la presentazione uscita sulla rivista Notiziario, pubblicazione trimestrale di inclusione andicap ticino , nonché le impressioni della nostra socia Anna Bernardi, apparse sulla stessa rivista. In corsivo una nostra aggiunta per chiarire il contributo di ATiDU a questa giornata.

Al Palazzo delle Orsoline a Bellinzona nel pomeriggio del 5 giugno scorso, si è tenuta la prima Sessione parlamentare delle persone con disabilità del Canton Ticino, organizzata con l’obiettivo di promuovere il coinvolgimento e la rappresentanza in politica delle persone con disabilità e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro inclusione e la loro partecipazione in tutti gli ambiti della vita. Durante la Sessione, un gruppo parlamentare composto da persone con disabilità ha discusso e votato una Risoluzione che è stata poi indirizzata al Gran Consiglio, al Consiglio di Stato e ai Municipi. Il testo base della Risoluzione è stato elaborato da una commissione preparatoria composta da Manuele Bertoli, Denise Carniel e Romolo Pignone, e ha toccato principalmente tre ambiti: diritti politici, accessibilità, sostegno e aiuti, coinvolgimento e conoscenza.

ATiDU, a questa sessione parlamentare, era rappresentata dal suo presidente Gianni Moresi e dai soci Anna Bernardi, Gian Luca Casella e Renato Rossini. Prima della sessione del 5 giugno, è stato chiesto ai rappresentanti delle varie associazioni di leggere attentamente il testo base della Risoluzione e di eventualmente proporre degli emendamenti. In totale sono arrivati 35 emendamenti e la Sessione del 5 giugno è consistita essenzialmente nella loro presentazione, nell’espressione del parere della commissione preparatoria, nella discussione e nell’approvazione. Alcuni di questi emendamenti sono stati proposti anche dall’ATiDU. Il principale (accettato all’unanimità), indirizzava al Consiglio di Stato questa precisa richiesta: «Intensificare il miglioramento degli standard per un’acustica accogliente negli spazi aperti al pubblico negli edifici, far rispettare la norma SIA 500 Acustica della costruzione negli spazi aperti al pubblico e garantire i necessari controlli affinché vengano adottati sistemi di ascolto adeguati alle persone con problemi uditivi.»

La Sessione parlamentare cantonale delle persone con disabilità è un’iniziativa della Presidenza del Gran Consiglio e dei Servizi del Gran Consiglio e rientra nell’ambito delle «Giornate nazionali per i diritti delle persone con disabilità 2024». L’organizzazione è stata affidata a Pro Infirmis Ticino e Moesano. La Sessione era aperta a tutti e (dopo essersi registrati) vi si poteva partecipare in presenza o in streaming.

Sottolineiamo che la sala del Gran Consiglio è stata resa maggiormente accessibile grazie all’introduzione di rampe. È stato anche organizzato un supporto audiovisivo e sono intervenute interpreti per la traduzione in lingua dei segni.

Anna Bernardi, deputata di questa Sessione, architetto e insegnante universitaria

Riguardo alla mia partecipazione in qualità di deputata alla prima Sessione parlamentare cantonale per le persone con disabilità, la prima cosa che mi viene da dire è che è stata indubbiamente un’occasione preziosa per avanzare in maniera sempre più sostenuta verso la piena inclusione sociale. Come architetto e docente universitaria non udente, non posso fare a meno di constatare come, ancora oggi, in Ticino e in Svizzera, si riscontrino delle difficoltà nell’attuazione di diversi articoli della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD), stilata a scopo di garantire alle persone con disabilità la partecipazione a pieno titolo alla vita sociale, politica, culturale ed economica. Per esempio, in diversi luoghi pubblici persistono forti barriere comunicative che impediscono di fatto alle persone con un deficit uditivo un accesso eguale e paritario all’informazione e alla cultura. Qui penso, ad esempio, alle sale cinematografiche ticinesi, dove la maggior parte dei film proposti viene spesso proiettata senza sottotitoli. Per i non udenti, i sottotitoli costituiscono un’importante fonte di informazione, in quanto aiutano la comprensione dei dialoghi parlati. Per il mio lavoro, inoltre, mi capita spesso di dover partecipare a conferenze pubbliche che, nella maggior parte dei casi, riesco a seguire comprendendo solo il 50% delle parole ascoltate, anche se mi siedo nelle prime file. È molto raro che un relatore o una relatrice si premuri di esporre su schermo le informazioni acustiche riguardanti le loro relazioni secondo il «principio dei due sensi».

La dolcezza di Mima nel suo locale curato sta nei suoi dolci come nel suo sorriso

RIASSUMENDO:

Articolo «Quando la politica fa ben sperare» tratto dalla rivista Notiziario 3/24 di inclusione andicap ticino.

Quando si parla di apportare aggiustamenti all’accessibilità di uno spazio pubblico per i non udenti, nella maggior parte dei casi si tende a considerare solo due linee guida: l’installazione di specifici impianti acustici e l’intermediazione di un interprete di lingua dei segni. Tuttavia, bisogna considerare il fatto che non tutti i non udenti sono uguali. Io, per esempio, faccio parte della categoria dei non udenti che non può beneficiare né degli impianti acustici, né dell’interprete della lingua dei segni. Durante la Sessione ho usufruito dei sottotitoli, grazie ai quali ho potuto seguire il 90% dei dialoghi. Tuttavia, questi, dovendo essere trasmessi attraverso una piattaforma web esterna (presumo su YouTube), venivano visualizzati con un ritardo di diverse decine di secondi. Ciò ha inevitabilmente causato uno scompiglio – per me, a dir poco, imbarazzante – durante le votazioni, perché alzavo la scheda di voto nel momento sbagliato, o quando tutti l’avevano già tirata giù. Sarebbe stato meglio (e sicuramente più inclusivo) se i sottotitoli fossero stati trasmessi in tempo reale e, magari, su uno schermo grande, in modo che tutti ne potessero beneficiare. In generale, i sottotitoli possono essere utili a tutti, anche ai parlamentari che si siedono nell’aula del Gran Consiglio, all’insegna del motto «Tutti per uno, uno per tutti».

Cacciavite alla mano
Angelo il meccanico ridà buona vita a freni e motori

«IL LAVORO NOBILITA». TUTTI!

L’essere umano cresce quando si sente parte di qualcosa: lavorare è una delle condizioni che favorisce la sua evoluzione e, per questo motivo, ogni persona ne ha egual diritto.

L’origine del proverbio «Il lavoro nobilita l’uomo» è da sempre stata attribuita a Charles Darwin, lo scienziato britannico che ha dato vita alla Teoria dell’evoluzione. In realtà, non è chiaro se la genesi sia realmente questa, ma così fosse, si può attribuirne la provenienza inglese e collocarla nel corso del XIX secolo. Peraltro, il significato risulta essere molto chiaro nella sua profondità: un individuo accresce la propria morale e viene nobilitato (nel senso che eleva il proprio status) per l’appunto attraverso l’occupazione. Ovviamente non va letto in senso figurato, ma nell’ottica certamente più virtuosa della crescita personale come cammino evolutivo che tutti (è importante sottolinearlo) hanno diritto di percorrere lungo il corso della propria vita. Il legittimo diritto al lavoro è sancito, per ogni cittadino e per ogni cittadina, dall’articolo 8 cap 3 della Costituzione federale: «Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l’uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l’istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro uguale». Ciononostante, bisogna fare i conti con un mondo del lavoro come quello di oggi, nel quale spesso è limitato lo spazio per chi presenta diversità, compresa quella uditiva.

Come datore di lavoro, offrireste una possibilità d’impiego a una persona sorda o con problemi di udito? Questa la domanda a cui provare a dare risposta per comprendere dapprima, e poi affrontare, il problema di chi si trova confrontato con una perdita uditiva ed è alla ricerca di un impiego. Un tema dalle tante sfumature, conferma la Segreteria di Stato per la formazione la ricerca e l’innovazione (SEFRI) nel rapporto «Formazione professionale 2030» che, parlando dell’accesso alla formazione professionale per persone sorde e deboli d’udito, sottolinea: «I sordi e i deboli d’udito non costituiscono un gruppo omogeneo per quanto riguarda il loro vissuto e le loro modalità di comunicazione. Il residuo uditivo varia notevolmente da persona a persona, così come cambia la prima lingua di riferimento».

Dal canto suo, pure l’Associazione Schwerörigen-Verein Nordwestschweiz osserva che non si tratta di un tema trascurabile, in quanto l’8.4% della popolazione svizzera ha un deficit uditivo diagnosticato (ed è probabile che in virtù dei casi non segnalati il numero salga ulteriormente), e presenta chiari dati sulla portata del problema uditivo nell’ambito della ricerca di un impiego e dell’occupazione: considerando le età in cui si entra nel mondo del lavoro (apprendistato), è diagnosticata una perdita d’udito nell’8.4% dei giovani di 15 – 24 anni; del 18% negli adulti tra 55 – 64 anni. Fra questi, la perdita di udito del 20 – 40% è considerata lieve (rumori e sussurri silenziosi sono compresi a malapena); la perdita del 40 – 60% è moderata (diventa difficile seguire le normali conversazioni), l’ipoacusia del 60 – 80% è più intensa (spesso non si sentono più i rumori forti e i discorsi), mentre una perdita dell’80 – 95% è considerata grave (per cui anche i rumori più forti sono percepiti solo con vibrazioni).

Questa fotografia permette ben presto di comprendere come le sfide sul posto di lavoro possano essere molteplici: «Comunicare con più persone richiede una maggiore concentrazione da parte delle persone ipoacusiche, e questo comporta una certa stanchezza spesso compensata dalla rinuncia alle attività di svago. Per i deboli d’udito, le conversazioni non strutturate possono essere impegnative e diventa estenuante dover richiedere sempre una comunicazione personalizzata». Per non parlare della svalutazione e discriminazione che la perdita di udito può comportare, poiché le competenze della persona possono venire sottovalutate rendendo quindi più difficili l’accesso all’occupazione e ad eventuali possibilità di promozione.

I primi passi nel mondo del lavoro «Siamo una famiglia del Sottoceneri con due ragazzi di 11 e 15 anni, entrambi audiolesi con una perdita medio-grave bilaterale. Cristian, mio figlio di 15 anni, ha terminato le scuole medie a giugno 2024 senza avere alcun dubbio sulla scelta del percorso scolastico da intraprendere in seguito: sin da bambino è stato un grande appassionato di mezzi pesanti (camion, pullman), e quando si è trattato di decidere ha subito pensato al meccanico/meccatronico di mezzi utilitari (pesanti), per cui già durante le scuole medie aveva già svolto diversi stages senza mai esitare su quella che aveva deciso essere la sua strada».

Rubiamo in questo scatto l’impegno quotidiano di chi lavora per noi senza essere visto

Gira e rigira arriva ovunque

l’autista bruno

nel suo mezzo giallo

Sono le parole della mamma di Cristian, che spiega come il figlio sia stato assunto per l’apprendistato grazie ai diversi stages, alla sua passione, all’entusiasmo e alla curiosità che gli hanno permesso di «farsi apprezzare»: «Il suo problema di udito non ha influenzato la scelta del lavoro e neppure la possibilità di essere assunto; non abbiamo mai riscontrato nessuno che abbia avuto da obiettare o segnalato problemi». Oggi, datore di lavoro, colleghi, collaboratori e persone con cui egli si rapporta sono «molto disponibili e gentili: loro stanno imparando a conoscere lui, e lui sta imparando a conoscere loro». Purtroppo non è sempre così come dovrebbe essere e lo testimonia Cinzia Santo, di ATiDU, che sta accompagnando una persona in una riqualifica che dovrebbe permetterle di integrarsi nel mondo lavorativo: «in alcuni uffici ci è stato richiesto un certificato medico che spiegasse cosa può fare o non può fare. Ma non dovrebbe funzionare in questo modo perché non si può generalizzare qualcosa di così soggettivo». Cinzia sottolinea come invece bisognerebbe capovolgere il paradigma: «Ci sono per contro tante cose che si possono fare con i giusti adattamenti, come rispondere al telefono, ma con un apparecchio adatto; mettendo in campo strategie e modifiche a favorire lo svolgimento del lavoro anche per la persona debole d’udito, per porre in essere un’integrazione non pregiudiziale… purtroppo ancora molto lontana dall’essere messa in pratica».

A conferma di quanto sopra, la testimonianza di Marco, libero professionista con una formazione superiore e un passato da indipendente, che afferma come il suo interesse verso le difficoltà uditive nel mondo del lavoro nasca da una riflessione sul modo in cui queste sfide sono affrontate quotidianamente, pensiero universale che tocca vari settori professionali: «Le difficoltà uditive hanno influito in modo significativo sia nella ricerca di lavoro che nello svolgimento dell’attività: spesso ho incontrato barriere comunicative, specialmente durante i colloqui o nell’uso di tecnologie non accessibili. Riunioni e conversazioni di gruppo possono risultare complesse in ambienti rumorosi o non adeguatamente attrezzati». Tuttavia, egli ammette che «alcuni datori di lavoro e clienti riconoscono il valore di un approccio inclusivo e cercano di adattarsi». Egli porta pure alla ribalta il «fattore chiave» dell’aspetto economico: «A parità di competenze, nell’assunzione

può essere preferita una persona senza disabilità che, per contro, potrebbe altrimenti essere assunta con finalità speculative piuttosto che per un reale impegno all’inclusione». In buona sostanza, Beratung für Schwerörighe und Gehörlose (Consulenza per udenti e sordi) conferma e riassume le preoccupazioni, i pregiudizi e i dubbi dei datori di lavoro: «Alcuni di essi sono preoccupati per la sicurezza o la capacità di lavorare dei dipendenti con problemi di udito». A ragione, sottolinea: «Le persone audiolese e sorde possono, ad esempio, beneficiare di una formazione qualificata in tutti gli apprendistati riconosciuti presso la scuola professionale per audiolesi». E spezza un’ulteriore lancia a favore delle persone deboli di udito o sorde: «Le limitate capacità di scrittura e di parola di molte persone sorde o nate gravemente ipoudenti possono facilmente trarre in inganno. Grazie alla loro spiccata percezione visiva e spaziale, sono collaboratori attenti e prudenti. Sono facilmente raggiungibili via e-mail, chat, messaggi di testo e videochiamate proprio come gli udenti, e sono interlocutori competenti se rispettano semplici regole di comunicazione». Ponendo infine l’attenzione sulle competenze speciali delle persone deboli d’udito: «Esse hanno un elevato livello di osservazione e, con gli appositi ausili, sono anche in grado di telefonare e partecipare alle riunioni. Le persone sorde sono anche meno distratte dalle stimolazioni acustiche e hanno una migliore capacità di concentrazione, o addirittura una maggiore produttività lavorativa. Nelle aree di lavoro logistiche, la guida di automobili e carrelli elevatori non rappresenta, ad esempio, un problema».

Tabù e stigma da abbattere

Tutto ciò non si esime dal riportare alla ribalta il concetto di tabù, talvolta da ambo le parti, purtroppo ancora pregnante nella ricerca di un impiego del debole d’udito. E questo è ben descritto da Allen, 50 anni, impiegato attualmente come operaio generico in una biblioteca dove svolge una supplenza (dunque a tempo determinato): «Non ho mai ricevuto risposte all’invio di CV e lettera di motivazione; in un unico caso sono stato convocato a un incontro conoscitivo. Era accaduto solo perché l’azienda non si era accorta del mio problema uditivo ma, una volta appreso, mi hanno ringraziato scusandosi per avermi fatto perdere tempo». Allen ha trovato il lavoro temporaneo attuale grazie al supporto di ATiDU e la Fondazione IPT: «Ho fatto

dapprima uno stage a titolo gratuito e, in seguito, sono stato assunto regolarmente, seppur a tempo determinato». A proposito del sostegno di ATiDU, Cinzia Santo ne ribadisce la missione di mediazione tra mondo del lavoro e problematiche uditive, invitando le persone a richiederlo: «Se non veniamo sollecitati non possiamo intervenire, mentre siamo qui per questo».

Un’esperienza analoga a quella di Allen la descrive Milena Gianferrari, 47 anni, formatrice per adulti in ambito commerciale e attualmente alla ricerca di un impiego: ai colloqui parlo spontaneamente della mia problematica uditiva; in alcuni casi questo fa preoccupare i datori di lavoro, nel senso che percepisco la loro perplessità sul fatto che potrebbe essermi difficile espletare certe mansioni richieste». Un pregiudizio iniziale dilagante da parte di chi si trova a decidere le assunzioni, che può ripercuotersi anche emotivamente sulla persona, come spiega Allen: «Direi che i problemi di udito hanno avuto un impatto effettivamente pesante nella ricerca di impiego; la mia (personale) sensazione è che per i datori di lavoro assumere qualcuno con questa condizione comporti un rischio che in pochissimi sono disposti a correre».

Eppure, parecchie sono le fonti di supporto per quanto attiene alla problematica dei deboli d’udito nell’ambito professionale, a cominciare dall’accesso alla formazione professionale per persone sorde e deboli d’udito: un progetto con dettagliato rapporto finale elaborato dalla SEFRI, rientrante nell’iniziativa «Formazione professionale 2030», che fornisce una panoramica dei vari programmi e delle opzioni di supporto, identifica le responsabilità e sottolinea i problemi da affrontare. Tuttavia, stando alla Federazione svizzera dei sordi (SGB-FSS): «Molti ancora non sanno come fornire una consulenza e un accompagnamento adeguati alle persone in formazione sorde e deboli d’udito». In tutto ciò, è importante sapersi affidare a chi è preposto a dare una mano, come racconta sempre la mamma di Cristian (apprendista debole d’udito): «La scuola ti aiuta nella ricerca, ma nel caso di Cristian che già sapeva cosa fare, la ricerca dell’apprendistato è stata svolta in autonomia. In un secondo momento, una volta scelta la strada e trovato il posto di lavoro, sono stati coinvolti l’OPI e l’AI per il passaggio di informazioni tra scuola media e post-obbligo, come pure il contatto con il datore di lavoro».

Misure e adattamenti da mettere in campo sul posto di lavoro

«Lavoro per una ditta svizzera che si occupa proprio di mezzi ausiliari per persone con difficoltà sensoriali, e con loro avevo introdotto nel mio lavoro in classe con gli studenti (come formatrice) un sistema completo di microfoni che mi permetteva di sentire tutti gli allievi direttamente nelle mie protesi acustiche. Oltre a facilitarmi la comprensione, questo sistema ha diminuito notevolmente la mia stanchezza rispetto a prima. Sto inoltre frequentando una formazione durante la quale consegno il microfono al mio docente in modo da poter seguire meglio tutta la lezione, soprattutto nelle aule che non sono disposte in modo ottimale». È la testimonianza di Milena Gianferrari che mette in luce un concetto essenziale: tutti possono fare qualcosa, attuare qualche semplice misura, qualche adattamento, per favorire l’inserimento e semplificare lo svolgimento del lavoro del debole d’udito. «Nel mio lavoro la comunicazione diretta presenta ovviamente delle difficoltà, tra cui la principale è stata quella telefonica al cui proposito, data la natura temporanea della mia occupazione, si sono trovate soluzioni - ponte come le deviazioni delle chiamate esterne presso altri, mentre per quelle interne leggo il numero sul display e mi reco nel settore o dalla persona da cui sono richiesto», racconta Allen a conferma della possibilità di attuare misure atte a favorire lo svolgimento del lavoro. Così pure Marco, che racconta di aver adottato diverse strategie per migliorare la comunicazione e l’efficienza citandone alcune: «Uso apparecchi acustici, lettura labiale, microfoni distribuiti sul tavolo delle riunioni e collegamenti bluetooth. Particolarmente utile è lo streaming telefonico diretto alle protesi acustiche che ha migliorato notevolmente la mia capacità di gestire telefonate professionali. Preferisco evitare gli open space, optando per ambienti più tranquilli e richiedo riunioni in spazi silenziosi con poche persone, quando possibile».

Di fatto, anche datori di lavoro e colleghi del team possono fare parecchio per favorire la persona debole d’udito. Lo riassume chiaramente l’Associazione

Schwerörigen-Verein Nordwestschweiz, che sottolinea come i datori di lavoro possono assicurarsi che i supervisori e i dipendenti siano sensibilizzati quando lavorano con persone con problemi d’udito; sono

invitati a sviluppare una cultura inclusiva del dialogo e dovrebbero impegnarsi per una buona acustica in azienda nonché fornire, al bisogno, ausili (tecnici).

Inoltre, è auspicabile siano in grado di contribuire all’organizzazione del lavoro individuale come orari di lavoro flessibili e pause acustiche, promuovendo infine al meglio tutti i dipendenti.

Per quanto attiene ai colleghi del team, Schwerörigen-Verein Nordwestschweiz consiglia di valorizzare le capacità e le competenze di tutti, di mostrare comprensione per le sfide e le reazioni insolite, offrire supporto, garantire una comunicazione priva di interferenze e comprendere la necessità di evitare eventi rumorosi.

D’altro canto, si invita i dipendenti con deficit uditivo a trovare un equilibrio tra la difesa delle proprie preoccupazioni e l’accettazione di non essere capiti; li si esorta a usufruire della consulenza, a cercare lo scambio con altre persone affette dalla stessa problematica, a difendere i propri bisogni e ad essere coinvolti nei processi di negoziazione aziendale, cercando nel contempo buone soluzioni con superiori e colleghi.

E sul luogo di lavoro la percezione in rapporto alla difficoltà uditiva varia secondo le differenti esperienze. Marco racconta che in alcuni contesti manca consapevolezza o vi è difficoltà del datore di lavoro o del team di adattarsi a nuovi strumenti di comunicazione come dispositivi di amplificazione o ambienti più silenziosi. Però: «Quando il deficit è chiaramente spiegato, solitamente c’è una buona disponibilità a collaborare con semplici accorgimenti come parlare più chiaramente o riformulare quanto detto, se necessario».

Dal canto suo, Allen in biblioteca ha trovato nei colleghi «persone pazienti e disposte a ripetere una frase senza problemi, ed è (stato) certamente d’aiuto, mentre con l’utenza i risultati sono alterni, ma in generale buoni». Anche Milena riferisce un’esperienza positiva: «Quando comunico di avere problemi uditivi, le persone sono sempre disponibii e a volte magari pensano di dover gridare invece di parlare più chiaramente; una volta spiegato cosa bisogna fare, poi trovo sempre disponibilità».

L’impegno civile e politico È confortante osservare che è ben saldo l’impegno della Confederazione a tutelare i diritti delle persone

con disabilità, e cresce la sensibilità verso l’inclusione e le pari opportunità, anche nell’ambito professionale. Ad esempio, sulla base del rapporto del Consiglio federale «Possibilità di riconoscimento giuridico della lingua dei segni in Svizzera» (2021), il Dipartimento federale dell’interno è stato incaricato di avviare un dialogo strutturato al quale hanno preso parte la comunità sorda, gli uffici di Confederazione e Cantoni e altri attori rilevanti, al fine di approfondire le possibilità di miglioramento indicate. Fra i diversi campi d’azione individuati, figura la formazione professionale che sta prendendo piede proprio nel quadro dell’iniziativa «Formazione professionale 2030».

Inoltre, la legge federale sull’assicurazione per l’invalidità (AI), presenta una serie di articoli di legge pure a supporto delle persone con problematiche d’udito che si confrontano con l’ambiente del lavoro.

La sensibilizzazione sulle problematiche uditive rimane al centro e al di sopra della stigmatizzazione e dei tabù: «È fondamentale che le persone siano state informate e sensibilizzate adeguatamente. Per il giovane con disabilità uditiva può risultare difficile parlare della propria condizione, ma una situazione poco chiara può portare a conclusioni errate sulle sue prestazioni (ndr: e in generale dell’impiegato)». In buona sostanza, politica, società e organizzazioni per audiolesi possono fare molto per combattere la discriminazione delle persone deboli d’udito, promuovendo le pari opportunità, semplificando l’accesso e il finanziamento dei dispositivi di assistenza (per le persone con perdita d’udito), rendendo visibile la perdita uditiva e migliorando i servizi per i lavoratori con problemi d’udito.

ATiDU, dal canto suo, non può che ribadire – per voce di Cinzia Santo – la propria disponibilità alla consulenza e al supporto, invitando il debole d’udito a superare il timore di parlarne pensando di essere poi svantaggiato sul posto di lavoro: «Venendosi incontro con i giusti adattamenti si possono fare tante cose e favorire in tal modo l’attività lavorativa di chi presenta problematiche d’udito, ma che non per questo è meno adatto o performante degli altri impiegati del team».

L’esortazione è di non soffermarsi nel vedere sempre le differenze come un problema, ma soprattutto come un’opportunità.

Provvedimenti di integrazione professionale dell’AI Opuscolo per gli assicurati

Il principio fondamentale dell’AI è la «priorità dell’integrazione sulla rendita». I provvedimenti d’integrazione hanno lo scopo di ripristinare, migliorare o conservare la capacità al guadagno degli assicurati. A tal fine l’AI deve tenere conto dell’età, del grado di sviluppo e delle capacità dell’assicurato nonché della durata probabile della sua vita professionale residua. Per aumentare le probabilità di (re)integrazione, i provvedimenti devono essere svolti per quanto possibile nel mercato del lavoro primario, ma, se opportuno, possono essere attuati anche in un ambiente protetto.

Gli assicurati sono tenuti a contribuire attivamente a limitare il più possibile i costi dei provvedimenti d’integrazione professionale. In particolare, hanno l’obbligo di adoperarsi da soli per l’integrazione, senza dovere necessariamente ricorrere ai provvedimenti dell’AI. Sono tenuti a collaborare e a facilitare l’esecuzione di tutti i provvedimenti esigibili. Un provvedimento è considerato inesigibile soltanto se non è adeguato alle condizioni di salute dell’assicurato.

Di regola il diritto a provvedimenti d’integrazione professionale si estingue quando la persona raggiunge l’età di riferimento dell’AVS o riscuote anticipatamente la totalità della rendita AVS. Per principio i provvedimenti devono essere eseguiti in Svizzera.

RIASSUMENDO:

Per maggiori informazioni contattare l’ufficio invalidità o consultare il sito internet www.avs-ai.ch o rivolgersi al segretariato di ATiDU.

Le mani di Luigi il libraio ci porgono letture che comunicano con noi dalla notte dei tempi

ATTUALITÀ STUDIARE SENZA BARRIERE:

«

UI HO BUONE CHANCES!»

Tradotto da Dezibel del 1.4.2004 da Franco Panzeri (nei riquadri abbiamo aggiunto le risposte dell’Università della Svizzera italiana e dalla SUPSI da noi interpellate)

Una guida allo studio per persone con difficoltà uditive

Quanto sono accessibili le università svizzere senza barriere? Rispondono alle esigenze delle persone con difficoltà uditive? La rivista Dezibel ha indagato per voi…

Una buona formazione è di particolare importanza per le persone con problemi di udito, affinché possano affrontare le sfide normalmente già presenti sul mercato del lavoro. Chi sente male incontra difficoltà proprio nel settore dell’istruzione terziaria, si pensi – ad esempio – alle aule con una cattiva acustica e/o affollate di studenti. Per questo, chi si appresta a seguire lunghi anni di studio dovrebbe porsi la questione delle offerte di sostegno e dei servizi di contatto già al momento della scelta dell’università. Ecco una panoramica di quanto offrono le università di Berna, Basilea e Zurigo, ma anche la Scuola universitaria professionale SUP di Lucerna.

Esiste un punto di contatto per studenti con disabilità?

Università di Berna

«Il servizio che si occupa delle persone disabili all’Uni di Berna è il Centro di coordinamento pari opportunità. Tra i suoi compiti primari vi sono i chiarimenti delle esigenze degli interessati, colloqui individuali di consulenza e indirizzamento verso gli uffici preposti, l’aiuto nell’organizzazione della compensazione degli svantaggi e l’adattamento delle postazioni di lavoro, come pure la sensibilizzazione e l’informazione per chi frequenta l’università.»

Università di Basilea

«StoB – Studiare senza barriere è il servizio che fornisce informazioni, organizza colloqui di consulenza e cura la compensazione degli svantaggi per gli studenti con disabilità o con malattie croniche, perché possano affrontare gli studi senza ostacoli. Questo servizio collabora a stretto contatto con le varie facoltà.»

SUP Lucerna

«Il Servizio di contatto senza barriere è il primo interlocutore per questioni riguardanti l’accessibilità degli studenti con disabilità. Esso offre consulenza agli studenti e al personale e aiuto nella preparazione delle proposte di compensazione degli svantaggi. A seconda della situazione collabora inoltre con gli uffici interni interessati, i servizi esterni di supporto e altri istituti di formazione.»

Università di Zurigo

«Il Centro studi e disabilità (FSB) è il centro di competenza per i temi che concernono i diritti delle persone disabili o con malattie croniche, l’inclusione, le pari opportunità, l’assenza di barriere e la compensazione degli svantaggi. Fornisce informazioni e consulenza e aiuta ad organizzare il sostegno necessario.»

Università della Svizzera italiana

«Presso l’Università della svizzera italiana, i punti di contatto per studenti e studentesse con disabilità e con bisogni formativi speciali sono il Servizio pari opportunità e il Servizio amministrazione studenti che lavorano congiuntamente al Prorettore per la formazione e la vita universitaria. I due Servizi si occupano di offrire consulenza, organizzare il sostegno necessario, fornire informazioni sulle misure compensative e dispensative offerte dall’Università per la compensazione degli svantaggi al fine di garantire dei percorsi di apprendimento e di studio paritari, inclusivi e senza barriere. In base ai casi, i due Servizi collaborano con altre unità interne interessate e con le Facoltà.»

SUPSI

«Il punto di riferimento per gli studenti e le studentesse con Bisogni formativi speciali (BFS) è il Servizio Gender e Diversity, all’interno del quale operano due co-referenti per le disabilità e i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) alla SUPSI. Le persone referenti offrono un servizio di consulenza e supporto al personale e alle studentesse e agli studenti con BFS, interfacciandosi con la rete interna e di supporto territoriale. Il Servizio Gender e Diversity si occupa altresì di sviluppare iniziative informative e formative rivolte al personale docente SUPSI, in sinergia con i Servizi interni competenti, e realizzare attività di sensibilizzazione rivolte a tutta la comunità accademica.»

Avete esperienza con studenti che hanno problemi di udito o sordi?

Università di Berna «Abbiamo maturato esperienze nella consulenza a chi ha difficoltà di udito. Durante la pandemia è stato inoltre necessario trovare rapidamente soluzioni per l’insegnamento digitale (sottotitolazione ecc.). Il nostro servizio di contatto ha del resto già fornito consulenza a un docente con problemi di udito.»

Università di Basilea

«Sono diverse le persone con problemi di udito che frequentano l’Uni di Basilea e che sono assistite da noi.»

SUP Lucerna

«Durante l’ultimo anno di studi, il servizio «senza barriere» ha dato indicazioni ad alcuni studenti con problemi di udito.»

Università di Zurigo

«Nel 2022, hanno dichiarato disturbi dell’udito sette studenti (su un totale di 402), che sono stati seguiti dal Centro studi e disabilità.»

Università della Svizzera italiana

«Nel corso nel biennio 2020-22, si è registrato ed è stato preso a carico un caso di una persona appartenente al corpo studentesco con problemi di udito. L’USI ha messo a disposizione dello studente un dittafono per registrazione delle lezioni.»

SUPSI

«Nel corso degli anni abbiamo maturato esperienza con studenti e studentesse ipoudenti, per le quali sono attivate soluzioni individualizzate che favoriscono una didattica inclusiva e garantiscono un accesso ottimale alla formazione.»

Quali offerte di sostegno esistono in particolare per gli studenti ipoudenti e/o sordi?

Università di Berna

«Nelle aule più grandi è installata una bobina a induzione per le persone con problemi di udito. Anche l’Aula magna ne è dotata. I locali della banca dati dell’Uni di Berna dove sono installate queste apparecchiature sono indicati in modo speciale. Sul posto, il settore con la bobina a induzione è visibile sul piano accanto alla porta d’ingresso. Inoltre, in occasione di eventi come ad es. quelli dell’Università della terza età, gli organizzatori segnalano questi posti alle persone con difficoltà uditive. Talvolta agli eventi organizzati dalla sezione per le pari opportuntità sono presenti interpreti della lingua dei segni. Per i docenti esiste inoltre un promemoria con raccomandazioni, informazioni e indicazioni didattiche per l’insegnamento a studenti con problemi di udito.»

Università di Basilea

«Accanto alla consulenza individuale del servizio StoB, l’Uni Basilea dispone di due diversi sistemi di trasmissione (impianti a induzione e FM), installati in locali predefiniti, che sono contrassegnati in modo speciale all’ingresso. Per quelli che ne sono privi, il servizio StoB presta set mobili di trasmissione e ricezione agli studenti. Questo servizio collabora a stretto contatto con i responsabili per gli spazi e la tecnica.» Il servizio svolge altresì opera di sensibilizzazione per il personale e i docenti e ha allestito promemoria sugli impianti acustici, oltre a indicazioni didattiche per il corpo insegnante, disponibili anche alla nostra homepage.»

SUP Lucerna

«Nelle ali di nuova costruzione della SUP di Lucerna sono installate o sono previste bobine a induzione. Ulteriori possibilità di sostegno didattico sono predisposte secondo

le necessità individuali. Per i docenti si trova sul nostro sito web un promemoria con indicazioni didattiche per l’insegnamento a persone con problemi uditivi.»

Università di Zurigo

«Il Centro studio e disabilità FSB offre consulenza sui temi della compensazione degli svantaggi o per altri adattamenti dello studio e formula raccomandazioni mirate alle facoltà. Esso offre inoltre una panoramica delle aule dotate di bobine a induzione e in che modo è possibile attuare la sottotitolazione diretta per eventi di ascolto. In più, nell’aula è possibile riservare posti a sedere dedicati (ad es. vicino all’insegnante), consentendo anche a chi soffre di difficoltà sensoriali di beneficiare il più possibile della lezione.»

Università della Svizzera italiana

«Il Servizio pari opportunità e il Servizio amministrazione studenti offrono consulenza sui temi relativi a bisogni formativi speciali e sulle misure attuabili a sostegno anche di studenti e studentesse con problemi d’udito secondo le indicazione della «Linee guida per la gestione degli esami di studenti con riconosciute esigenze specifiche nell’apprendimento». In base ai casi e ai bisogni specifici, in accordo con le Facoltà, vengono concesse le registrazioni delle lezioni, formulate eventuali raccomandazioni per il corpo docente della facoltà coinvolta, attivate altre modalità di sostegno personalizzate secondo le necessità individuali. Attualmente, l’USI sta aggiornando le suddette Linee guida. Questo permetterà di allargare il concetto di disabilità e di intervenire con la proposta di percorsi formativi e modelli didattici che garantiscano l’inclusione e le pari opportunità e che includono il sostegno e la formazione anche per il corpo docente sul tema dei bisogni formativi speciali.»

SUPSI

«La SUPSI mette a disposizione di coloro che sono coinvolti nella formazione delle indicazioni istituzionali concernenti le condizioni quadro, le misure compensative nonché i principi e le buone pratiche per un insegnamento accessibile ed inclusivo, ispirandosi al modello dell’Universal Design for Learning. Oltre alla consulenza personalizzata da parte delle due co-referenti disabilità/DSA SUPSI, vengono attivate soluzioni individualizzate per ogni situazione specifica, in particolare per quanto riguarda l’organizzazione degli studi, la valutazione/certificazione, la didattica e l’accessibilità dei materiali. La SUPSI dispone, altresì, di un’aula attrezzata con un impianto per persone ipoacusiche, all’interno della quale le studentesse e gli studenti, che ne hanno necessità, possono collegare il loro impianto acustico a conduzione ossea all’impianto audio. Inoltre, alcune soluzioni temporanee quali casse, cuffie o microfoni aggiuntivi, vengono predisposte in particolare in occasione di eventi puntuali.»

ACUFENI E CERVICALI, LEGAMI POSSIBILI?

L’acufene, o tinnito, è un disturbo uditivo che comporta la percezione di suoni persistenti o intermittenti privi di una fonte esterna. Ma esiste nello specifico un legame fra acufeni e cervicale? La domanda sorge dopo aver letto un articolo sulla rivista specializzata tedesca Tinnitus Forum, che non riportiamo qui per la lunghezza e per questioni tecniche, ma che potete richiederci in segretariato qualora foste interessati a leggere la traduzione che abbiamo fatto.

Nel corso degli anni sono stati svolti diversi studi scientifici per capire meglio l’insorgenza di questo sintomo: nel 2018 è stato pubblicato un articolo, una revisione sistematica su «Trends in hearing», dove è stata indagata l’associazione fra acufene e disordini temporo-mandibolari e cervicali. I risultati hanno evidenziato una significativa associazione in particolare fra gli acufeni e i disturbi temporo-mandibolari.

È stata rilevata una relazione bidirezionale, ovvero i pazienti con l’acufene hanno sperimentato più frequentemente disturbi temporo-mandibolari rispetto a soggetti senza acufene.

A differenza dei disordini cervicali, dove i risultati hanno evidenziato solo una relazione unidirezionale, ovvero i pazienti con acufene segnalavano più frequentemente dolore al collo ma non viceversa.

Cercando informazioni nel web abbiamo trovato diversi siti di centri di fisioterapia o centri specializzati che trattano l’argomento, pertanto abbiamo scelto di riportare qui parte di uno scritto selezionato per la semplicità con cui espone la tematica, che di per sé semplice non è, con lo scopo di sottoporla all’attenzione del lettore.

Acufeni causati dalla cervicale: come riconoscerli e curarli

Gli acufeni causati dalla cervicale rappresentano un tema tanto interessante quanto preso un po’ alla leggera o, talvolta, descritto superficialmente. I fischi nell’orecchio, il ronzio causato dalla cervicalgia non è né chiaro come molti vorrebbero far credere, né semplice da individuare e risolvere. Molto spesso sembra di avere problemi d’orecchio tappato. La soluzione a questo problema può offrirla l’esperto, chi conosce bene l’anatomia e sa come trattare il disturbo. Tanto per cominciare, lo specialista sa riconoscere quando gli acufeni sono o non sono associati al disturbo cervicale. Sa anche capire se i sintomi che avverti possono migliorare risolvendo l’infiammazione del tratto cervicale con la fisioterapia, osteopatia ed esercizi mirati.

Acufeni causati dalla cervicale: caratteristiche Non tutti gli acufeni sono dovuti a cervicalgia. Oltretutto, quelli collegati al disturbo che coinvolge il tratto cervicale hanno caratteristiche specifiche. Sono rumori incostanti che avverti nell’orecchio, una sorta di fruscio; cambiano, vanno e vengono nel corso della giornata a seconda dei movimenti del collo.

Hai la certezza che siano collegati al disturbo cervicale quando il rumore aumenta ogni qualvolta la cervicalgia si «sveglia» e l’infiammazione al rachide si fa particolarmente sentire. In quei momenti, ti accorgi che i tuoi pseudo acufeni sono collegati alle condizioni di muscoli e vertebre cervicali interessati da infiammazione e dolore ai trapezi. Sono anche associati a cefalea muscolo-tensiva ed alle tue periodiche sensazioni di sbandamento, capogiri causati dalla cervicalgia.

Quali sono i meccanismi anatomici che collegano il tuo problema cervicale agli acufeni?

Acufeni e cervicali: il perché della correlazione

Sono principalmente tre gli elementi che collegano il fenomeno degli acufeni ai disturbi della cervicale: certi muscoli cervicali prossimi all’orecchio, i centri nervosi coinvolti nell’infiammazione del tratto cervicale e problematiche alla mandibola (ad esempio, malocclusione).

Un muscolo cervicale, in particolare quando è fortemente contratto, causa gli acufeni: è il muscolo sternocleidomastoideo inserito vicino al padiglione auricolare. Grazie a mobilizzazioni ed esercizi specifici del tratto cervicale, la situazione può migliorare.

Le prime 3 vertebre cervicali sono collegate ai centri nervosi del tronco dell’encefalo (associati alla vista, udito, sistema neurovegetativo, ecc.). Quando questa regione è affetta da patologia i centri nervosi vengono attivati provocando cefalea muscolo-tensiva, sbandamenti, acufeni (veri e propri sintomi neurologici).

La correlazione tra acufeni e disturbi mandibolari (come la malocclusione) è facilmente intuibile: la mandibola è molto vicina alle orecchie. In più, esiste il legamento disco-malleolare che fa da ponte tra mandibola ed orecchio interno.

Gli acufeni potrebbero scatenarsi anche a seguito di un trauma cervicale (ad esempio il colpo di frusta), sforzi eccessivi, movimenti bruschi, tensioni muscolari dovute a posture errate che possono provocare un fruscio incostante e variabile a seconda dei movimenti del collo, che possono ridurlo o accentuarlo.

Sceglie con dedizione le essenze essenziali l’erborista Sabrina col suo sguardo attento
La cura della veterinaria Martina sta nel suo ascoltare animali e umani al di là delle parole

Quando gli acufeni non sono dovuti a disturbi del tratto cervicale

Gli acufeni veri e propri sono quelli che non cambiano a seconda dei movimenti del collo, generano un fischio costante, fisso seppure a frequenza variabile, come quello prodotto da un frigo.

Non peggiora né migliora, sta lì, magari da anni. Si tentano terapie ma il disturbo non si risolve.

Si ha la certezza che non si tratta di un collegamento con la cervicalgia se il fischio non cambia a seconda dei movimenti del collo, se è un problema che dura da anni, se lo avverti senza interruzione e, soprattutto, se non soffri affatto di problemi al tratto cervicale.

Diagnosi acufeni cervicali

Di regola, per diagnosticare acufeni causati dalla cervicale è necessario effettuare una visita otorinolaringoiatrica per l’esame dell’udito e comprendere l’origine precisa dell’acufene cervicale, una radiografia nell’area interessata e una TAC o risonanza magnetica nucleare al rachide cervicale ed all’encefalo per identificare le cause del problema cervicale e la correlazione con gli acufeni.

Il punto è che cercare di individuare gli acufeni causati dalla cervicale non è così semplice.

Da una radiografia o risonanza magnetica il medico ortopedico potrebbe scoprire un’ernia discale o un’artrosi cervicale senza, peraltro, riuscire a collegare i tuoi disturbi all’orecchio con la cervicalgia.

L’unico modo per scoprirlo è risolvere il problema cervicale e verificare se, migliorandolo, si riescono a risolvere anche gli pseudo acufeni.

Acufeni causati dalla cervicale: affidati alla fisioterapia Il dolore cervicale è il primo sintomo da eliminare insieme all’infiammazione che lo provoca. Agli acufeni penserai dopo o, probabilmente, durante. Se sono causati da cervicalgia, risolvendo questa ti sbarazzerai anche dei fischi o fruscii incostanti con cui convivi da un po’ di tempo.

Abbiamo chiesto alla Dottoressa Angela Inguanta, specialista in acufeni, un commento al nostro articolo che vi proponiamo di seguito:

La mia figura professionale, negli anni mi ha portato a conoscere diversi pazienti con Acufeni. Le cause di questo «suono fantasma» sono molteplici e possono davvero riguardare molte sfere: quella personale (causa di stress), audiologica (ipoacusia, trauma acustico, malattia), la sfera neurologica, cervicale, posturale o dell’ATM (Articolazione temporo-mandibolare), problemi ai denti.

Dopo la lettura di questo interessante articolo, mi sento di precisare solo che ci sono anche altri parametri da prendere in considerazione, ad esempio un’anamnesi ben dettagliata o un esame oggettivo come l’Acufenometria. Inoltre l‘acufene cervicale può peggiorare nei momenti di stress, specialmente tensivo-muscolare o da posture errate a scrivania e PC.

Ad ogni modo, tutte le persone che si rispecchiano in questa categoria di acufeni cervicali e non, possono avere un confronto, un aiuto e una visita più approfondita con gli specialisti competenti (ORL, Audiometristi, Fisioterapisti, Osteopati). Queste figure professionali sicuramente possono trattare e cercare di risolvere la problematica. «Insieme si può».

Dott.ssa Audiometrista Angela Inguanta

RIASSUMENDO:

Per ulteriori informazioni consultare il sito internet www.ryakos.it

CURIOSITÀ THOMAS ALVA EDISON

Thomas ha dieci anni e a scuola si annoia, come buona parte dei bambini, che forse preferirebbero giocare all’aperto.

Lui però manifesta interesse e vorrebbe davvero imparare, quindi fa molte domande, soprattutto sulla natura e gli aspetti manuali del programma didattico. Gli insegnanti ignorano invece la sua curiosità, imponendo di imparare le lezioni a memoria. Il rendimento di Thomas è mediocre.

Un giorno rientra a casa con in mano una busta, che consegna alla madre.

Aprendola, la donna scoppia a piangere. «La scuola dice che sei troppo intelligente rispetto ai tuoi compagni per continuare a frequentarla, d’ora in poi studierai a casa».

Thomas non batte ciglio, in fondo a lui la scuola non piace.

Nel frattempo la sua educazione casalinga va a gonfie vele, sua madre risponde a tutte le sue domande e lui può sviluppare liberamente la sua fervida immaginazione; inizia ad amare la lettura appassionandosi in particolare al giornalismo.

Comincia a lavorare giovanissimo per aiutare la famiglia facendo il fruttivendolo, il macellaio e sfacchinando alle ferrovie.

A quattordici anni Thomas stampa e distribuisce un settimanale e, caso unico, lo fa a bordo di un treno, facendo parlare di sé a tal punto che persino il Times scrive un articolo su di lui.

A diciott’anni lavora come agente pubblicitario e telegrafista, ma il desiderio di inventare è forte, così inizia i suoi primi esperimenti.

In seguito a un grave incidente causato da uno di questi, Thomas, il cui udito è già in parte compromesso a causa dei postumi di una malattia infantile, diventa quasi completamente sordo, rimanendo unicamente con un residuo da un lato.

Dopo alcune invenzioni di minor rilievo, nel 1877 brevetta il fonografo, di fatto il primo apparecchio in grado di registrare e riprodurre un suono, mentre nel 1880 è il turno della lampada a incandescenza elettrica; riesce infine nell’intento portare la luce nelle case degli americani e in seguito avrà un ruolo importante nello sviluppo del primo modello di cinepresa. Si tratta di svolte epocali che lo consacrano come una delle menti più brillanti e discusse della storia.

Nell’arco della sua carriera fa brevettare un numero impressionante di invenzioni, anche se di alcune di queste viene, ad onor del vero, messa in dubbio la paternità.

Al momento della sua morte sono 1.093 in totale, davvero niente male per una persona con un’istruzione prima parentale e in seguito da autodidatta, e soprattutto affetta da un grave deficit uditivo.

Interpellato in proposito, Thomas sostiene che il non sentirci gli ha permesso di concentrarsi su esperimenti e ricerche, salvandolo da distrazioni e chiacchiere inutili, ma che gli ha complicato non poco le relazioni interpersonali.

Aggiunge inoltre di aver provato a costruire un dispositivo acustico che potesse permettergli di recuperare in parte il suo udito, rammaricandosi di non essere riuscito nel suo intento: «È destino dell’inventore creare per gli altri e non per sé stesso», le sue parole.

Quando la madre muore nel 1908, tra gli averi di lei Thomas ritrova la famosa lettera che aveva sancito la fine della sua esperienza scolastica in tenera età e decide di leggerla:

«Gentile signora, vostro figlio ha lentezza nell’apprendere dovuta ad un ritardo mentale. La preghiamo vivamente di non mandarlo più nella nostra scuola».

Nell’occhio sensibile di Marco il fotografo s’imprime la bellezza di ogni dettaglio

L’ANGOLO DELLA CONSULENZA

Domanda da un socio

Anche se con l’apparecchio acustico capisco molto meglio al telefono, mi rimane comunque una certa insicurezza e a volte ho paura di perdermi qualche cosa, c’è altro che posso fare per capire meglio al telefono?

Risposta della redazione

Il sentire bene al telefono dipende da molti fattori, prima di tutto è importante prestare attenzione al luogo in cui si effettua la telefonata, eliminare tutti i rumori di sottofondo e scegliere di parlare al telefono in una stanza con una buona acustica.

Altro sostegno possibile è quello di attivare il vivavoce nel dispositivo che si sta usando, spesso in questo modo si può sentire meglio. Inoltre suggeriamo di dotarsi di un telefono adatto alle persone con difficoltà uditive, ve ne sono molti sul mercato che amplificano sia la voce parlata sia il trillo del suono della chiamata. Chiedete anche al vostro audiprotesista consigli in merito e valutate di farvi attivare la posizione T nell’apparecchio acustico.

Se anche con questi accorgimenti telefonare resta un problema, suggeriamo un’applicazione che si può scaricare su tutti i telefoni cellulari. La nostra socia Antonella Lolli, che ringraziamo molto per la sua disponibilità, ha provato l’app Roger Voice per noi e riporta qui le sue osservazioni.

Roger voice: l’app rivoluzionaria per persone con problemi uditivi

«La perdita dell’udito non significa la perdita della comunicazione; significa solo che dobbiamo trovare nuovi modi per ascoltare e comprendere.»

Nel mondo moderno, sempre più connesso, le applicazioni mobili stanno rivoluzionando la vita delle persone in molti modi. Una di queste innovazioni è Roger Voice. Quest’app, disponibile per iOS e Android, si pone l’obiettivo di migliorare la vita delle persone con problemi uditivi offrendo un modo innovativo per effettuare e ricevere chiamate telefoniche. Le chiamate sono una parte essenziale della vita quotidiana, ma possono essere estremamente difficili per persone con problemi uditivi. Roger Voice rimuove questa barriera consentendo loro di comunicare in modo efficace e indipendente.

Come funziona Roger Voice

Roger Voice è progettata per essere intuitiva e facile da usare.

1. Trascrizione in tempo reale: durante una chiamata vocale Roger Voice trascrive in tempo reale ciò che viene detto dall’interlocutore in concomitanza con l’audio. Il testo viene visualizzato sullo schermo, consentendo alle persone con problemi uditivi di leggere ciò che viene detto.

2. Comunicazione bidirezionale: la trascrizione avviene sia per le parole dell’utente che parla sia per quelle dell’interlocutore. In questo modo entrambe le parti possono comunicare efficacemente, anche se tutte e due hanno problemi uditivi.

3. Personalizzazione: Roger Voice offre anche opzioni di personalizzazione per adattarsi alle esigenze degli utenti. È possibile regolare la dimensione del testo, il colore dello sfondo e altre impostazioni per garantire una migliore esperienza d’uso.

I vantaggi di Roger Voice

1. Maggior inclusione sociale e professionale: con l’aiuto di Roger Voice le persone con problemi uditivi possono partecipare attivamente a conversazioni telefoniche con amici, familiari, colleghi e clienti.

2. Semplificazione della vita quotidiana: l’app non solo migliora la comunicazione telefonica, ma ora la persona con problemi uditivi può risolvere rapidamente le questioni personali tramite telefono, senza la necessità di intermediazioni o di cercare aiuto.

Costi di Roger Voice

1. Chiamate tra dispositivi con Roger Voice installato (App-to-app): queste chiamate, sia che si tratti di cellulari o tablet, sono gratuite e illimitate. Questo è simile al modello di funzionamento di applicazioni come Whatsapp, dove le chiamate tra utenti sono gratuite. Quindi se entrambi gli utenti hanno installato Roger Voice sui propri dispositivi, possono effettuare chiamate senza costi, indipendentemente dalla durata della chiamata o dalla distanza geografica.

2. Chiamate verso dispositivi fissi o cellulari senza Roger Voice (modalità App-to-phone): quando si effettuano chiamate verso numeri fissi o cellulari che non hanno installato Roger Voice è necessario avere un piano tariffario. Roger Voice propone due abbonamenti acquistando «minuti» di telefonate. Anche con questa modalità potete chiamare in tutti i Paesi.

3. Discrezione dell’utente e privacy: è importante notare che durante una chiamata (app-to-phone), chi riceve la telefonata non avverte che la persona che utilizza Roger Voice ha problemi d’udito. Questo garantisce la privacy e il rispetto dell’utente, consentendo di comunicare in modo naturale e senza preoccupazione riguardo alla percezione da parte dell’interlocutore.

In conclusione Roger Voice rappresenta una vera e propria rivoluzione per le persone con problemi uditivi, migliorando significatamene la loro capacità di comunicare e partecipare alla vita quotidiana, senza ostacoli. Grazie ad ATiDU, sempre all’ascolto dei bisogni delle persone deboli d’udito e dei loro famigliari al fine di migliorarne la qualità di vita, ho potuto conoscere e sperimentare questa utilissima applicazione.

Roger Voice App su telefono

GENITORI E FIGLI ASGBA: UNA GRANDE

FAMIGLIA

Congresso dei genitori dell’ASGBA, Associazione svizzera dei genitori di bambini audiolesi

Dal 25 al 27 ottobre 2024, allo Sport Resort a Fiesch in Vallese, si è svolto il consueto congresso dei genitori, quest’anno ancora più speciale grazie ai festeggiamenti per i 50 anni dell’associazione.

Tutti i partecipanti hanno trascorso un bel fine settimana ricco di input durante il quale si sono ripercorsi i primi 50 anni dell’ASGBA. La discussione in apertura del congresso, i workshop e la presentazione conclusiva hanno fornito agli adulti vari spunti per la loro quotidianità. I workshop di quest’anno hanno spaziato su temi molto diversi fra loro; dal «Lavorare e seguire una formazione con una disabilità uditiva» alla «Formazione digitale nel 2024», al «Migliorare la comunicazione con mio figlio/ mia figlia», al più tecnico «Streaming audio su apparecchi acustici e IC» a quello invece pratico del «Corso intensivo in lingua dei segni».

I bambini e gli adolescenti, invece, si sono divertiti nello Sport Resort grazie ai vari gruppi divisi per fascia di età, con attività anche per loro molto variegate, come giochi e lavoretti o lo spazio al movimento in palestra, al Badminton con Swiss Deaf Sport, o al divertente Workshop di pasticceria

Il programma serale ha infine riunito grandi e piccini. Nell’ascoltare le esperienze dei genitori abbiamo potuto constatare ancora una volta quanto sia difficile ricevere una diagnosi per il proprio figlio riguardo alla sordità e quanto sia importante avere un accompagnamento neutrale che faccia ordine nei vari aspetti da affrontare. Si è parlato molto anche della fatica che un genitore vive a causa dei molti impegni legati alle varie terapie, ai controlli e alla stimolazione a casa da intraprendere soprattutto nei primi tempi.

E’ stata portata anche attenzione alla necessità di non trascurare i figli udenti presenti nel nucleo famigliare, i quali spesso per forza di cose, vengono messi in secondo piano rispetto ai molti bisogni dei fratelli e sorelle audiolesi.

Per farla breve la parola d’ordine è senza dubbio fiducia e pazienza nel trovare le soluzioni adeguate ad ogni situazione e credere fortemente nelle capacità di questi bimbi con problematiche uditive.

Come si può ben evincere da quanto raccontato sopra, dagli incontri dell’ASGBA si hanno moltissimi benefici. Ascoltare altre esperienze di genitori, incontrare altri bambini e ragazzi con impianti cocleari o apparecchi acustici, poter discutere serenamente di questo tema con persone esperte, permette di non sentirsi soli e aiuta a creare legami con altri genitori utile a confrontarsi nel tempo, magari creando delle amicizie.

Non ci resta dunque che ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questo fine settimana. Anche quest’anno si è potuta vedere la forza, l’impegno e la dedizione di ASGBA, che è senza dubbio una grande e accogliente famiglia.

Un libro per tutti

Un progetto rivolto ai bambini con problemi di udito, ma non solo, è stato realizzato in collaborazione tra ASGBA (Associazione svizzera dei genitori con bambini audiolesi) e l’illustratore Walter Pfenninger.

Si tratta di un libro illustrato cerca-e-trova intitolato «Suriflo», il quale è un suricato che accompagna i protagonisti nelle attività raffigurate sulle pagine.

La particolarità del volume sta nell’essere privo di testo, ragion per cui le storie possono essere raccontate sia oralmente che in LIS.

Oltre a Suriflo vi sono altri personaggi ricorrenti, come ad esempio Svenja, che ha 4 anni, adora stare all’aperto ed ha sempre con sé i suoi due apparecchi acustici.

Oppure Oscar, che di anni ne ha 8, ed è un bambino curioso sempre pronto a nuove avventure che non si separa mai dai suoi impianti cocleari.

Ci sono altri personaggi audiolesi e sordi, che sanno sia parlare che usare la lingua dei segni.

Il senso del libro non sta solo nel cercare di ritrovarli in ogni situazione rappresentata, ma nello stimolare i bambini a scoprire e interpretare il mondo, nell’inventare nuove storie e tutto ciò che la loro immaginazione può concepire.

Legge, rilegge scrive e riscrive ascolta e ascolta la redattrice Cinzia

RIASSUMENDO: Il libro è acquistabile nelle librerie e sulla pagina web di ASGBA www.suriflo.ch Nella piccola biblioteca di ATiDU, abbiamo una copia da poter sfogliare ed eventualmente prendere in prestito.

Gli occhi antichi di Monica l’artigiana associano pietre alla preziosità di ognuno

TEMPO LA MEMORIA SONORA

A cura di Allen Scrigner

La visita guidata presso la Fonoteca Nazionale Svizzera, in quel di Lugano, organizzata di recente da ATiDU, è stata senza dubbio una delle più suggestive tra le attività di gruppo svolte in quest’annata ricca di eventi.

Facente parte della Biblioteca Nazionale Svizzera, parliamo di un ente attivo sin dal 1987 che riveste un importante ruolo storico culturale e che consigliamo caldamente di visitare.

Nel suo immenso archivio, oltre mezzo milione di documenti sonori, sono conservati prodotti dell’industria discografica, storiche registrazioni radiofoniche e ricerca scientifica: dalla classica al rock, pop, jazz, musica popolare, opere teatrali, libri narrati e quant’altro; in sintesi tutto ciò che è stato prodotto dall’inizio della storia della registrazione audio, ovvero verso alla fine del diciannovesimo secolo, e legato alla storia della Confederazione.

La consultazione del materiale è possibile presso biblioteche, conservatori, archivi e università: una lista dei punti d’ascolto è disponibile sulla pagina web della Fonoteca.

La realizzazione di questo servizio richiede, oltre a documentazione e catalogazione, visto il continuo aggiungersi di nuovi reperti, un costante e fondamentale lavoro di restauro e mantenimento, lavoro che viene svolto da personale competente e totalmente dedicato.

Uscendo dalla Fonoteca, affascinati da quanto visto, la sensazione è stata quella di aver visitato un monumento alla memoria.

Come altrimenti definire una struttura al cui interno viene conservata una tale mole di storia, o cronaca, che dir si voglia?

Per chi soffre di una perdita uditiva, il parallelismo sorge spontaneo: orecchio e ricordo vanno protetti e nutriti usando la stessa cura con cui il personale della Fonoteca svolge il proprio mestiere.

La storia narra che quando uno dei più grandi compositori della storia, Ludwig Van Beethoven, scrisse la sua celebre «Nona», fosse ormai diventato completamente sordo, e non sarebbe più stato in grado di ascoltare la musica che aveva composto.

Con la tecnologia dei moderni dispositivi acustici, probabilmente oggi avrebbe potuto, ma all’epoca, oltre alla sue conoscenze in materia, doveva affidarsi alla memoria uditiva e all’immaginazione.

Ed è sempre la tecnologia che, attraverso macchinari e software sempre più sofisticati, contribuisce a preservare il patrimonio sonoro di una nazione.

Potrebbe sembrare un paradosso, ma i deboli d’udito amano la musica tanto quanto gli udenti, e forse perché hanno sviluppato una certa tenacia nell’affrontare la vita accompagnati dalla loro problematica, si ostinano a non rinunciarvi; continuano ad ascoltarla, alcuni persino a suonarla.

Non è raro infatti incontrare portatori di apparecchi acustici e impianti cocleari ad un concerto, sia tra il pubblico che tra gli elementi di un’orchestra o di una band. Chi ha avuto la fortuna e il tempo di ascoltare tanta musica finché ci sentiva bene, ha fatto la scorta per quando il suo udito ha iniziato a deteriorarsi.

Infatti ogni qual volta andrà ad ascoltare un brano che gli piace o comunque conosce, ecco che la memoria gli verrà in soccorso.

Allo stesso modo di un operatore che ripara un cilindro fonografico vecchio di cent’anni, il cervello andrà a ricostruire il paesaggio sonoro, ridandogli la forma che se proprio non sarà la stessa che fu in origine, ci si avvicinerà molto; l’immaginazione farà il resto.

APPUNTAMENTI 2024/25

ATTIVITÀ RICREATIVE

A cavallo tra 2024 e 2025 verranno proposte attività culturali di vario genere, come ad esempio una visita alle esposizioni del MASI a Lugano. Nel mese di febbraio ci sarà un incontro con l’equipe di TXT dove verranno illustrate le nuove modalità di fruizione dei sottotitoli sui vari dispositivi.

A primavera tornerà anche il corso «Conoscenza delle erbe selvatiche» con Luciana Moro. Inoltre, a seconda delle opportunità offerte dal territorio, andremo alla ricerca di nuove esperienze da offrire.

NOVITÀ

Sentire con le protesi acustiche

Come posso sentire meglio con le protesi acustiche?

Allenare il nostro orecchio a sentire con una protesi è molto importante. Il corso verrà tenuto un lunedì al mese da Gabriella Forrer, audiopedagogista, ed è rivolto esclusivamente alle persone portatrici di apparecchi acustici e/o impianti cocleari. Durante questi incontri pomeridiani verranno proposte attività ed esercizi pratici volti ad affinare le abilità uditive, permettendo così una migliore comprensione nelle diverse situazioni della vita quotidiana nonché l’ottimizzazione dell’ascolto con gli ausili acustici.

GRUPPI DI ASCOLTO

Gruppo di ascolto per chi soffre di acufeni Il gruppo si riunisce ogni due o tre mesi, alternando incontri tra Sopraceneri e Sottoceneri. Gli obbiettivi principali del gruppo sono molteplici, e consistono nel condividere le proprie esperienze personali sapendo di venire compresi dagli altri membri inquanto coinvolti anch’essi in prima persona, nonché nel creare momenti di informazione e sensibilizzazione mirati a proporre strategie di convivenza concrete attraverso esercizi, tecniche e sostegni pratici e, infine, supportare e informare i famigliari per un approccio globale alla problematica.

CORSI

Lettura labiale

Come ormai da diversi anni, sarà organizzato un corso di lettura labiale finalizzato all’apprendimento delle basi della lettura labiale. Il corso è aperto a tutte le persone interessate. Le date e il luogo sono ancora da definire. Eventuali interessati possono contattare il nostro segretariato che sarà volentieri a disposizione a fornire tutte le informazioni necessarie.

L’incontro: appuntamento con la salute

«I segreti delle spezie e dei the»

Martedì 3 dicembre in zoom, riprendiamo l’appuntamento sempre apprezzato con Chiara Pelossi, appassionata di cucina e alimentazione sana, soffermandoci questa volta, sul tema delle proprietà benefiche di spezie e the.

Gruppo di ascolto per portatori di impianto cocleare (IC) Il gruppo di auto-aiuto diventa un mezzo importante per non affrontare da soli il percorso pre/post-intervento e la quotidianità con l’impianto. Gli incontri solitamente sono suddivisi in due tempi: una parte dedicata alla cultura o al divertimento, l’altra allo scambio di esperienze, al proprio vissuto nonché al sostegno reciproco. Gli obiettivi del gruppo sono il condividere le proprie esperienze personali sapendo di poter essere compresi dagli altri in quanto coinvolti in prima persona e favorire momenti di informazione e di sostegno concreti famigliari e amici sono benvenuti nel gruppo. Il gruppo è anche attivo sulla piattaforma Whatsapp, luogo di scambio e di richiesta di consigli pratici.

RIASSUMENDO:

Per restare aggiornati riguardo alle nostre attività vi ricordiamo che potete seguirci sulla pagina Facebook di ATiDU Ticino e Moesano.

Per maggiori informazioni e iscrizioni contattateci o seguiteci sul nostro sito www.atidu.ch, potete inoltre consultare le nostre corrispondenze sia in forma elettronica sia cartacea.

Inoltre se avete suggerimenti o desideri di attività potete liberamente comunicarcelo.

INDIRIZZI UTILI

ENTI

Pro Audito Schweiz

Feldeggstrasse 69

Postfach 1332

8032 Zurigo

Tel.: 044 363 12 00 www.pro-audito.ch

Pro Infirmis Ticino e Moesano

Via dei Sindacatori 1

6900 Massagno

Tel.: 091 960 28 70 www.proinfirmis.ch

Servizio sociale per sordociechi

Via Nosetto 3

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 82 72 www.ucbc.ch

Sonos

Oberer Graben 48

8400 Winterthur

Tel.: 044 421 40 10 www.sonos-info.ch

Aspeda

Freiburgstrasse 21

3150 Schwarzenburg

Tel.: 031 731 33 44 www.aspeda.ch

Federazione

Svizzera dei Sordi

Via Besso 5

6900 Lugano

Tel.: 091 950 05 48 www.sgb-fss.ch

Pro Senectute

Ticino e Moesano

Via Chiosso 17

6948 Porza

Tel.: 091 912 17 17 www.prosenectute.org

MEDICI ORL

Dr. Fabio Pandolfi (Perito AI)

Via Nosetto 3

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 86 86

Dr. Andrea Ferrazzini (Perito AI)

Via Lugano 4

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 25 13

Dr. med. Flavio Sicurella c/o Centromedico Viale Officina 7

6500 Bellinzona

Tel.: 091 640 24 24

Dr.ssa Daniela Soldati (Periti AI)

Via Sempione 8

6600 Muralto

Tel.: 091 751 79 77

Dr. Nikola Roknic (Perito AI)

Via Castelrotto 15

6600 Locarno Tel.: 091 751 55 12/15

Dr. Luca Ingold (Perito AI)

Pal. Pax, Viale Stazione 9

6600 Locarno

Tel.: 091 743 33 22

Dr. Nicola Melik (Perito AI)

Via dell’Ospedale 14

6600 Locarno Tel.: 091 760 06 60

Dr. Paolo Erba (Perito AI)

via Vincenzo Vela 11

6600 Locarno

Tel.: 091 224 55 22

Dr. Etienne Jacot (Perito AI)

c/o EOC

Via Tesserete 46

6600 Lugano

Tel.: 091 811 61 11

Dr. Francesco

De Righetti (Perito AI)

Via Monte Boglia 5

6900 Lugano

Tel.: 091 972 88 44

Dr. Antonio Pellanda (Perito AI)

Via Pioda 5

6900 Lugano

Tel.: 091 923 77 06

Dr. Raffaele Pelloni (Perito AI)

Via Moncucco 7

6900 Lugano

Tel.: 091 968 22 12

Dr.ssa Elena Scotti (Perito AI)

Viale Castagnola 27

6900 Lugano

Tel.: 091 923 36 28

Dr. med. Thomas Roth (Perito AI) c/o Centromedico Palazzo della stazione

6900 Lugano

Tel.: 091 913 76 76

Dr. Stefano Ermanni (Perito AI)

Via Nassa 21 6900 Lugano

Tel.: 091 923 48 75 Via Turconi 23 6850 Mendrisio

Tel.:/Fax: 091 646 63 54

Dr. Aleardo Del Torso (Perito AI)

c/o Centromedico

Corso San Gottardo 6

6830 Chiasso

Tel.: 091 695 17 30

AUDIOPROTESISTI

Amplifon SA

Via Nassa 38

6900 Lugano

Tel.: 091 923 14 09

Audio Centro Acustico

Via Francesco Soave 5a

6900 Lugano

Tel.: 091 225 50 24

Audika Via Motta 1

6900 Lugano

Tel.: 091 922 90 10

Belotti SA

Piazza Teatro

6500 Bellinzona

Tel.: 091 825 81 83

Centro Acustico

Ticinese

Via alla Bozzoreda 37

6963 Pregassona

Tel.: 091 940 30 30

Cisenti Sagl

Via Bagutti 2B

6900 Lugano

tel.: 091 961 65 65

Fielmann AG

Via Pietro Peri 4

6900 Lugano

Tel.: 091 911 95 30

M&M acustica

Via della Posta 6

6600 Locarno

Tel.: 091 760 06 46

«Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la vita!»

Confucio

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ATiDU vi accoglie nella sede di Bellinzona, Salita Mariotti 2. Risponde al numero 091 857 15 32 e all’indirizzo e-mail info@atidu.ch

Tutte le informazioni sul nostro sito internet www.atidu.ch

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