Inchiostro Pavia 126 - luglio 2013

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Il giornale degli studenti dell’Università di Pavia

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Luglio 2013 Distribuzione gratuita Anno XVIII - Numero 126

L’AMORE AI TEMPI DI BANG YOUR FRIENDS AR NORD COR FRICCICHìO NER CORE NELLA GIUNGLA DEL MERCOLEDì SERA TEST: E TU CHE VERITAS SEI?


Sommario EDITORIALE Augusto Erri Pino Chef VOTA MARIO! Movimento Mario

BESTIE DA BIBLIOTECA/ UNA SESSIONE D(A)MARE Ilene Blusa/Spash IL VALZER DEL CALABRONE Cristina Pigliamosche

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TORPILOQUIO, MISERIA E NOBILTÀ Nonna Papera

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CHE VERITAS SEI? InChiostroVeritas STORIA DEL RAP SU YOU TUBE Mc Doddola

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BANG YOUR FRIEND LOve Giudice IT’S A WILD WORLD Itala Vomitilla UNA GIORNATA QUALUNQUE Larissa d’Oratarda AR NORD COR FRICCICHIO NER CORE VeronicaBionica ANDREA DIPRÈ Arduro Cioppo

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Il giornale degli studenti dell’Università di Pavia Anno XVIII - Numero 126 - Simpatico 2013 Sede legale: Via Mentana, 4 - Pavia Tel. 338/1311837 (Giuseppe) 338/7606483 (Maria Grazia) 338/2334933 (Claudio) 346/7053520 (Simone) E-mail: redazione@inchiostro.unipv.it Internet: http://inchiostro.unipv.it DIRETTORE RESPONSABILE: Matteo Miglietta COMITATO EDITORIALE: Giuseppe Enrico Battaglia, Maria Grazia Bozzo, Claudio Cesarano, Simone Lo Giudice DIRETTORE BLOG: Stefano Sfondrini TESORIERE: Camilla Rossini IMPAGINATORI: Chiara Pertusati, Stefano Sfondrini VIGNETTE: Chiara Vassena CORRETTORI DI BOZZE: Veronica Di Pietrantonio, Camilla Rossini, Stefano Sfondrini, Chiara Valli Iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti Fondi 2013: 6368 Euro. Stampa: Industria Grafica Pavese s.a.s. Registrazione n. 481 del Registro della Stampa Periodica Autorizzazione del Tribunale di Pavia del 23 Febbraio 1998. Tiratura: 1000 copie Questo giornale è distribuito con licenza Creative Commons Attribution Share Alike 2.5 Italy Questo giornale è andato in stampa in data 03-07-2013 IN QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO:

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IPSE DIXIT SPORTIVI The Soccer’s Sensei e Teste Nefasto

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ESPORT DE NOUTRA TERA Greundza Carral

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NON C’È LIMITE ALPEGGIO B. Stefani

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OROSCOPO Sara BrumBrum e Cri BramBram

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GIOCHI DA SPIAGGIA SENZA SPIAGGIA Lady Ziggurat

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CONCORSO: Inchiostro a volontà

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Giuseppe Enrico Battaglia, Irene Brusa, Francesca Carral, Matteo Conca, Claudio Cesarano, Elena Di Meo, Veronica Di Pietrantonio, Irene Doda, Sara Ferrari, Erica Gazzoldi, Giorgio Intropido, Francesca Lacqua, Simone Lo Giudice, Matteo Merogno, Cristina Motta, Chiara Pertusati, Camilla Rossini, Stefano Sette, Stefano Sfondrini, Chiara Valli, Chiara Vassena

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Edit(tat)oriale INCHIOSTRO ANTIPATICO di Augusto Erri Pino Chef “Oh, caspita, siamo già in quel periodo dell'anno. È uscito il numero simpatico di Inchiostro. La sessione estiva è nel vivo.” Questo immagino sia il pensiero degli aficionados che ci trovano nei nostri vari dispenser. Ebbene, a tutti voi e a tutti quelli che ci leggono per la prima volta, sappiate che non c'è nulla da ridere (volevo usare altri termini, ma sarei incappato nella censura vaticana in caso di abuso, e mi serviranno per dopo). La sessione estiva è una schifezza. Mica come la maturità. Le probabilità di perdere il senno aumentano del 300% circa, e visto che nessuno di noi ha un cugino astronauta di nome Astolfo, la storia rischia di prendere tangenti poco raccomandabili. In primavera iniziano a sbocciare i fiori e continua a piovere che Dio la manda: i professori dispensano sorrisi e consigli quasi genitoriali, cordialità e coccole per i piccoli virgulti che stanno forgiando con le loro dolci parole e fondamentali nozioni. “Che bello”, penserete, “agli esami sarà una Woodstock accademica, potrò spiegare alla data prof che questo esame mi ha tirato scemo e lei sicuramente mi capirà!”. Manco per il cazzo. I professori vi odieranno in una moltitudine di casi che richiederebbe un intero numero per avere adeguata elencazione. Se affermi di aver preparato un 6 crediti in tre settimane, ti dicono che ci hai messo pochissimo. Perché in una sessione ci si aspetta di dare in media due o tre esami, ma sia mai che si dedichino “solo” 21 giorni della propria vita ad un misero esame a modulo unico. Se però affermi di averci messo di più, allora non hai metodo. Un esame, molte volte, ci mette semplicemente in competizione con la nostra pazienza. Con un po' di faccia fecale e affabulazione a volontà se ne esce. Se tra gli insulti, tanto meglio. Studiare per gli esami, sì, ma dove?. A casa si fa razzia di tutti i generi commestibili: dal gelato nei più svariati gusti, al peperoncino frantumato da calarsi in bocca direttamente dal dispenser Cannamela. Finché non rimane quel paio di birre che avevamo deciso di non bere perché “no, dai, se inizio a bere non studio più nulla”. E ti attacchi su Facebook a cozza. A quel punto viene l'idea geniale: “Andiamo in biblioteca!”. Mentre compi il tragitto verso il luogo di erudizione e scambio d'idee per eccellenza, le melodie del “Gladiatore” accompagnano la tua speranza di trovare un Leonida carismatico che conduca te e altri 299 sfigati verso una preparazione miracolosamente priva di buchi ed errori interpretativi. Ci si preparerà duramente, le sessioni di studio saranno veramente tali, pensi, e... e poi entri.

Dopo gli esami anche voi potrete andare in giro come il nostro dittatore preferito senza sembrare ridicoli. Forse. Di Leonida, trovi solo gli odori che ha lasciato dopo un'indigestione dal Mc Donald's. La puzza di umanità è mitigata solo dal fatto che le finestre siano aperte, ma fa comunque un caldo porco. Così arriva la Diletta, che con fare materno chiude le finestre e attacca il condizionatore. “È fatta”, pensi, “finalmente un posto in cui mi vogliono bene”. Manco per il cazzo. La chiusura degli infissi limiterà drasticamente il Lebensraum dei più svariati odori corporali secreti dai variopinti lozzi da biblioteca. E tu che leggi, hai buone probabilità di essere tra quelli. A tutti coloro che commettono genocidi olfattivi colposi nelle biblioteche do un paio di consigli: - fare due o tre docce al giorno non è eccesso di zelo, ma rispetto nei confronti del prossimo vicino di banco nella biblioteca; - il deodorante va utilizzato. Ma solo dopo la doccia, mica per coprire gli odori. Caghereste voi nelle vostre camere da letto, nascondendo poi il risultato sotto la scrivania? Penso di no. Siete offesi da queste mie parole? Mi auguro di sì. Ma se siete arrivati fin qui e avete colto lo sfogo di un cretino che, come voi, è già alla frutta per questa sessione, meritate di leggervi degli articoli veramente simpatici, che troverete nelle pagine a venire. Dai che anche a questa sessione la sfanghiamo.

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Messaggio promozionale per la campagna “Mario 2019” di Movimento Mario

Io non lo so mica chi è questo Rugge. Per questo, quando mi hanno detto che il nuovo rettore era « un pezzo grosso di Scienze Politiche» s'è accesa una speranza. Così, in uno slancio d'entusiasmo, ho detto «Mi stai forse dicendo che ha vinto Mario?». Vi risparmio il racconto delle prese per il culo generali. Credevano scherzassi, ma è così - mentre cercavamo di spartire il conto della colazione con Mario in sottofondo che stava già per darci degli incapaci - che è nata questa avventura. Mario lo conoscete tutti. È un’ istituzione, un luogo mentale ma anche fisico. Puoi non sapere quale sia il Cortile Volta ma se si decide di andare “da Mario” non ci sono dubbi (provate a fare check in su Foursquare per conferma).

E poi Mario è anche una persona. La vita di tutti di noi è stata in un modo o nell'altro influenzata da quest'uomo: perciò, se dobbiamo pretendere un rettore che sia vicino agli studenti sosteniamo colui che lo è letteralmente sia nei momenti di scazzo che in quelli tragici da “se non finisco il libro l'esame va a farsi benedire e i miei mi bloccano il sussidio per i Mojito”. Uniti nel Movimento Mario e con lo slogan “Pavia è il paese che amo” prepariamo la candidatura del nostro leader (che preferisce definirsi “megafono incazzato di natura”) alle elezioni del rettore per il prossimo sessennio (e no, frenate gli ormoni vuol dire tipo “sei anni”) nel 2019.

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Per un' Università che rivolga uno sguardo severo verso il futuro e che è già avvezza di suo a prenderti per il culo, scegliamo la guida di un uomo forte, di un uomo del fare. Siamo solo alla fase d'avvio della campagna “Mario 2019” e già abbiamo riscosso i primi consensi: tra i nomi importanti, in particolare, abbiamo ottenuto l'appoggio di Maccio Capatonda che ha sposato la nostra iniziativa con immediato entusiasmo. Il comico conosce bene il nostro Mario al punto da aver realizzato un biopic sulla sua vita trasmesso nei mesi scorsi da MTV: per tutelare la privacy del nostro “eroe modesto” alcune informazioni secondarie – come la professione, i modi di dire, gli eventi narrati – sono stati leggermente alterati ma Maccio Capatonda ha insistito che il titolo originario “Barista: vita da cameriere” fosse sostituito con un più celebrativo “Mario”.

Abbiamo grandi progetti: perchè, infatti, limitarsi a Pavia? Siamo convinti che il “Movimento Mario” sia già pronto per essere esportato nella politica nazionale e per questo stiamo stendendo un Mariofesto del Movimento. Tipo, le Pari Opportunità sono belle che fatte: “tu, uomo, sei un coglione, lei, signorina, gradisce qualcos'altro?”. Una leadership senza inciuci e mezze misure di cortesia. Certo, ci sono già i professionisti del “fanculo” che il loro bel 25% se lo sono guadagnati a colpi di bip sui telegiornali nazionali ma vi sfido a farlo come lo fa Mario: in un dibattito su SKY TG 24 Grillo finirebbe coi lacrimoni. Voi tenetevi pronti che si fa presto ad arrivare al 2019: l'esercito di Mario continuerà a lavorare per realizzare il sogno di un mondo meno stucchevole e più aMario.


BESTIE DA BIBLIOTECA Anche tu ce la puoi farcela di Ilene Blusa Questo è un simpatico reportage dal regno della disperazione: la biblioteca universitaria in sessione estiva. Chi vuole condividere il proprio disagio, sa che in quel posto troverà degni compagni. Tra pile di libri e appunti consumati, si scorgono infatti gli studenti universitari: non sempre una visione gradevole. Data la stagione calda, non si odono le melodie da scatarramento, né si intravedono fazzolettini stracolmi di sostanze non meglio definibili; ma ben altre presenze riempiono l’aria. Si parla delle prelibate “pezze sott’ascella”, che potrebbero far concorrenza alle macchie di Rorschach, della serie: dimmi cosa vedi nella pezza e ti dirò quanto stai messo male. Queste meraviglie della natura, sfoggiate più o meno consapevolmente, rievocano i famosi ricordi d’infanzia dei nostri nonni, quando si correva nei campi-appena concimati-e magari c’era anche un cavallo, che è un po’ la sintesi dell’olezzo regnante nella biblioteca. Non solo! Parliamo dell’inquietudine che certi personaggi trasmettono. Prendiamo ad esempio un’esperienza realmente accaduta. Un bel pomeriggio entro in biblioteca e comincio male, scegliendo di sedermi accanto allo studente di biologia: mormora un rosario di elementi chimici, e non si sa perché, ogni tanto, alterna una parola ad un gemito; uno poi non deve aver paura del prossimo? Ma ecco il meglio schifo: un giovane uomo che ha abbandonato ogni speranza e dorme(?) con la testa spiaccicata sul tavolo, presentando un notevole rivolo di bava che si è raccolto in pozza; questa tenta di esondare sui libri del suo sfortunato vicino, che prontamente e con abilità che manco Papà Castoro, deve costruire una diga raccattando matite e ciarpame vario. Sono quasi convinta che peggio di così non possa capitare, quando ECCOLA. La tizia che tira fuori un contenitore gigante pieno di zucchine, peperoni e finocchi, e comincia a tagliarle a striscette rondelle e tocchetti, con il coltello ( vuole che muoro?) che ha tirato fuori dalla borsa. Qui decido di uscire dalla biblioteca, con l’eco dei suoi ‘cronch cronch’ di sottofondo. Tutta la mia solidarietà a chi sta affrontando anche quest’anno la mistica esperienza dello studio con circa quaranta gradi, resistendo alla tentazione dell’accoppiata piscina&sciallo con coraggio, e da vero eroe beve i caffè scadenti delle macchinette; invece il mio ringraziamento va a chi si lava per conservare un briciolo di dignità e cerca di trovare un senso a questo studio, anche se questo studio(a volte) un senso non ce l’ha.

UNA SESSIONE D(A)MARE

Perché “studiare al mare” è tra le tre maggiori illusioni del XXI secolo di Splash

Il mondo è equamente bipartito tra coloro che vorrebbero vivere al mare e quelli che al mare ci sono nati. Dato che la vita è oggettivamente ingiusta, solo raramente le due categorie coincidono creando una vita idilliaca. Succede che il soggetto nato al mare fuoriesca dal nativo borgo selvaggio e si ritrovi a vivere la calda estate pavese. Pianura. Zanzare. Cappa di umidità. Tac. L’idealizzazione è pronta: il mare. Miraggio. Quindi, inforcati gli occhiali da sole, biglietto del treno e crema solare, si torna da dove si era partiti. Si arriva a casa, baci e abbracci, si posano le borse, si prende l’asciugamano, l’ombrellone, il rastrello e… MA. In tutto questo c’è un pesantissimo MA. Il “ma” si chiama SESSIONE ESTIVA. Il MA, non guarda in faccia a nessuno, nemmeno il nostro studente erroneamente vacanziero. Mancano TRE FOTTUTISSIMI GIORNI AL FOTTUTISSIMO ESAME. Tuttavia lui non si lascia scoraggiare e immaginando la distesa blu, sorride, pensando che il problema non sussista perché lui STUDIERA’ IN SPIAGGIA. Del resto è un lunedì e si sa che la gente lavora. Così va in camera e riempie lo zaino di ogni possibile oggetto accademico - tre libri, quattro quaderni, una scatola di evidenziatori, un compasso, due pacchi di slides - l’unica cosa che lascia è l’asciugamano, che mai gli venga l’idea di fare un bagno, lui deve studiare, lui ha il FOTTUTO ESAME. Finalmente felice, dopo una camminata di venti minuti buoni sotto il sole, approda all’agognata spiaggia. Per qualche inspiegabile ragione astrale il nostro studentello si dovrà ricordare che esistono categorie sociali che al lunedì di metà giugno non lavorano. A seguito di un incidente sulla diramazione est infatti, il nostro pavesotto, si ritroverà schiacciato – e no, non ne sarà felice- tra due simpaticissime amiche quindicenni in perenne ansia da dieta e blàblabla, mi è successo bla e poi ti ricordi di blaebla. Il nostro piccolo eroe non si scoraggia e inizia a leggere i suoi preziosissimi appunti. Tuttavia le urla di un assatanato bambino <<Gelatoooooo, comprami un gelatooooooo!>>, ecciteranno nella sua mente un turbinio di domande. “ perché i bambini chiedono – urlando- il gelato ad ogni ora del sudato giorno estivo?”; “Perché la doccia del vicino è sempre meno ghiacciata?” ; “ Ma non ti sembra un po’ caldo per presentarti in spiaggia con gli stivali con il pelo?” e così via discorrendo: “ Qualcuno potrebbe regalare al proprietario del chiosco di bibite un nuovo cd? Voglio dire, l’estate 1995 è volata da un pezzo” ; “ Le meduse, da dove vengono?”; “ Davvero l’industria dei racchettoni è ancora in piedi?”; “Perché non metti il silenzioso al tuo cellulare?”; “Ma davvero ogni uomo nasconde sotto la camicia una canottiera bianca su cui sfoggiare una bellissima catenina d’oro zecchino?” “ Perché deve sempre esserci il bambino che fa il giro della spiaggia tenendo un granchio per la chela? ”. Sparare sugli anziani in spiaggia è come sparare sulla Croce Rossa: parole crociate, Paolo Fox, i ferri per la maglia, i cappellini di jeans. Ci tengo a porgere solo un cortese saluto all’ allegra settantenne in bikini fucsia con i capelli biondo platino e tre tatuaggi sulle braccia. Onore al merito. Sono passate due ore. Il nostro studente gira la prima pagina dei suoi fantomatici appunti. Non è sicuro di poter resistere ancora. Poi un solo pensiero lo fa alzare e fuggire definitivamente. Potrebbero arrivare i Centri Estivi. Si ritorna in pianura.

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QUESTO È IL VALZER DEL CALABRONE Battaglia allʼultimo prelievo di Cristina Pigliamosche Quando mi trasferii a Pavia, circa due anni fa, non diedi particolare peso al fatto che nella mia casetta in affitto non vi fossero zanzariere alle finestre. Anzi, a dire il vero non me ne curai minimamente. D'altronde, da povera genovese, ancora non sapevo a cosa sarei andata incontro, né sapevo della battaglia all’ultimo sangue (Dio, quanto me ne hanno portato via) che avrei combattuto e perso miseramente. Tutto ebbe inizio una sera d’Agosto: il caldo era a dir poco soffocante e il piccolo ventilatore comprato in saldo alla Lidl, davvero poco efficace. Fu così che decisi di aprire le finestre (tutte) per fare corrente e per rinfrescare un po’ la casa: non mi pentii mai più tanto di un gesto apparentemente così innocuo. Nel giro di pochissimi minuti la casa si riempì di zanzare (la più piccola pesava tre chili e parlava quattro lingue) ed io entrai nel panico: richiusi immediatamente le finestre ed impiegai un’ora abbondante per uccidere tutte le maledettissime zanzare che mi infestavano la casa – la mia ciabatta e i muri ne sanno qualcosa. Vinsi la prima battaglia, ma lasciai anche io la scia di sangue per terra: avevo così tante punture di zanzara addosso che dovetti fare una capatina al pronto soccorso, dove mi beccai anche una bella botta di cretina da parte dell’infermiera di turno: «Signorina? Ma lei non ha mai sentito parlare delle zanzariere?». Detto fatto,

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il giorno seguente acquistai alcune zanzariere adesive e le sistemai alle finestre di casa, convinta di aver trovato la soluzione definitiva al problema (povera illusa). La verità è che per le zanzare e tutti gli altri insetti lombardi geneticamente modificati, vale la stessa regola che esiste per i demoni nel film Constantine: tu vedi loro, loro vedono te. E una volta che t’hanno adocchiato, non c’è scampo. Badate, non parlo solo di zanzare - che già da sole costituiscono un problema da non sottovalutare: mi riferisco anche a ragni di ogni forma, colore e dimensione (no, non sto esagerando, giuro di non averne mai visti di così grossi e variopinti in tutta la mia vita) e a scarafaggi giganti, come quelli che popolano il cortile del condominio in cui vivo e che ogni tanto decidono di farmi visita risalendo le tubature del bagno. Per non parlare di calabroni, vespe e tafani. Sarebbe bello potersi appellare alla regola «non considerarli, non infastidirli, e loro non ti faranno niente» ma dal momento che questi insettoni sono onnipresenti è praticamente impossibile non averci a che fare, che sia per difesa o per necessità. Solo pochi giorni fa mi ritrovai costretta a cimentarmi in un’estenuante combattimento con un ragno gigantesco che aveva deciso di riposarsi esattamente sul buco della serratura della mia porta d’ingresso. Beh, dovevo entrare in casa in qualche modo, così

valutai due possibilità: annientare il ragno con la forza, o provare a spaventarlo al fine di farlo scappare. Optai per la seconda, ma essendo fortemente aracnofobica finii per spaventarmi più io del ragno, dal momento che ogni mio tentativo di incutere timore si traduceva in un suo movimento stizzito (e disgustoso) e in un mio seguente attacco di panico. Entrai in casa mezz’ora più tardi, quando il ragno – evidentemente stanco delle mie urla – prese spontaneamente la decisione di andarsene. Non so perché questi insetti se la predano tanto con noi (con me); forse sono mossi da istinti omicidi nei confronti dell’intera razza umana (anche giustificati, se uno va a vedere), o magari sono governati da una misteriosa mente malefica superiore. Magari stanno meditando di conquistare il mondo, o forse stanno unendo le forze per creare una specie dominante e assetata di sangue. Magari in questo preciso istante sono lì, rannicchiati nell’unico angolo buio che non riesci a vedere, e studiano un modo per attaccarti, quando meno te lo aspetti. O magari io la smetto di guardare film come Aracnophobia e comincio a dedicarmi a Z la formica e A bug’s life.


MISERIA E NOBILTÀ DEL TURPILOQUIO di Nonna Papera

“Ogni reverentia et pudore è alieno da li bagnaroli, che non si vergognano petare, cacare, rutare et pissare in publico, mostrando spessissime volte senza rubore li culli, cazi et pote…” Non è un ubriacone al bar, ma Floriano Dolfo che scrive al marchese Gonzaga (1494). Per descrivere la giornata tipo alle terme di Porretta, non si fa scrupolo di sciorinare termini che farebbero impallidire le oneste comari e i padri di famiglia. Il signore di Mantova (bontà sua!) se li leggeva in pace; le nostre mamme/ maestre/nonne, in vista d’un improbabile debutto a Versailles, si sono affannate a sradicarceli dalla bocca, senza misericordia per la nostra (allora) tenera età. Per vendicarci dell’infanzia tartassata, ci possiamo però rivolgere a potenti santi in Paradiso, fra i quali Dante Alighieri (1265-1321). Il Sommo Poeta, infatti, non si perita di descrivere una “sozza e scapigliata fante/che là si graffia con l’unghie merdose” (Inf. XVIII, vv. 130-131). Naturalmente, precisa che “Taide è, la puttana…” (ibid., v. 133). Questo per non citare solo quello, il solito “ed elli avea del cul fatto trombetta” (Inf. XXI, v. 139). Per restare nella rubrica “Galanteria e altri guai”, Ludovico Ariosto (1474-1533) dà consigli su come assicurarsi la fedeltà delle mogli: “…si sveglia il mastro, e truova/che ‘l dito alla moglier ha ne la fica.//Questo annel tenga in dito, e non lo muova/mai chi non vuol ricevere vergogna/da la sua donna…” (Satira V, vv. 323-327). La verità –dice una vecchia canzone- fa male. Ha fatto sicuramente malissimo a Niccolò Machiavelli (1469-1527), quando ha scoperto che un suo appuntamento al buio l’aveva gettato fra le braccia della più orrenda megera mai partorita. A un suo più fortunato amico, ammette: “Voi, fottuto che voi avesti colei, vi è venuta voglia di rifotterla […] io non credo, mentre starò in Lombardia, mi torni la foia” (lettera a Luigi Guicciardini, 8 dicembre 1509). Meglio non ripensarci –e lamentarsi, piuttosto, del caro collega Ariosto, che, nella conclusione dell’ “Orlando Furioso”, ha ricordato molti poeti, ma lasciando il povero Niccolò “indreto come un cazo” (17 dicembre 1517). E che dire di Giacomo Leopardi (1798-1837)? Il “nerd” del XIX secolo, una volta tanto, lascia perdere l’ “ermo colle” e la sua Silvia per vuotare il sacco su Francesco Cancellieri: “è un coglione, un fiume di ciarle” (al fratello Carlo, 25 novembre 1822). Del resto, caro Leo, quando ci vuole, ci vuole. L’ha capito anche l’azzimato Giovanni Verga (1840-

1922), che scodellava romanzi a puntate per le dame eleganti, prima di cimentarsi con pescatori, arrampicatori sociali e cave di rena rossa. Fa sudare sette camicie al suo don Gaetanino, attore dilettante, che, nel ruolo del “Paggio Fernando”, “diventava un minchione”. Se certi vocaboli sono sventolati da cotanti autori, cos’è successo? Come funziona la detronizzazione delle parole? Più o meno, si è ripetuto ciò che capita tutti i giorni, quando si porta la spazzatura al cassonetto. Ciò che ci ricorda la nostra corporeità viene rimosso come “sgradevole”. Perché è “umano, troppo umano”, direbbe F. Nietzsche. Cosicché, i vari “cazi”, “culli”, “pote” vengono pudicamente rivestiti di metafore, che svolgono, alla bell’e meglio, la funzione di foglie di ficO (occhio alle vocali!). Dante, Ludovico, Niccolò, Giacomo e Giovanni vengono cortesemente relegati sugli scaffali: salvo, poi, essere presentati come indispensabili modelli di lingua italiana, quando si tratta di giustificare i programmi scolastici. Il loro posto, nell’educazione verbale, viene, di fatto, occupato da vari personaggi perbene, che sostanziano i propri insegnamenti con votacci e/o scapaccioni. Così nasce la “parolaccia”: da un’occhiata storta ricevuta da bambini, per aver pronunciato due sillabe fino allora innocue. Conviene, allora, dare retta a tutt’altra citazione: “vuolsi così colà dove si puote/ ciò che si vuole” (Inf. III, vv. 95-96). In altre parole: tra Dante e la mamma, vince sempre la mamma.

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E TU CHE VERITAS SEI? di InChiostroVeritas

inchiostroveritas@gmail.com @ChiostroVeritas

L’estate è il momento delle creme solari, delle serate tiepide, dei libri leggeri e anche delle più mondane riviste. E sono proprio quest’ultime che quasi sempre tra una pagina e l’altra nascondono dei simpatici test che vogliono saggiare la tua sfera sentimentale, il tuo carattere, la tua capacità di seguire una dieta. Oggi InChiostroVeritas augura una buona estate a tutti proponendo un test che tra le righe si chiede: «Chi sono e come faccio ad esprimerlo?» Non ridete, non piangete, ma comprendete! Buona estate. 1) a. b. c.

Devo assolutamente: Sentirmi indispensabile Sentirmi libero/a Sentirmi autentico/a

2) La psicoterapia: a. È lo strumento più adeguato per conoscere il “vero te” b. Funziona solo se il paziente è riflessivo c. È quella che fanno i pazzi, vero? 3) Sono in compagnia, mi fumo una sigaretta: a. Mi dà una calmata: meglio questo che gli psicofarmaci b. Cosa c’è di strano... di qualcosa bisogna pur morire? c. So che potrei e non ci sarebbe niente di male, ma proprio non mi interessa 4) Il protagonista è: a. L’Io b. Il senso della vita c. Il Carpe Diem 5) Ho sempre fatto: a. Quello che amavo di più b. Le cose senza pensarci troppo c. Di tutto per essere perfetto/a

6) Quale trinità mi ha cambiato la vita? a. Bacco, tabacco e Venere b. Padre, Figlio e Spirito Santo c. Tesi, Antitesi e Sintesi 7) Al cinema nell’ultimo periodo: a. Gatsby mi ha colpito b. Venuto al Mondo ti fa sicuramente riflettere c. Fast&Furious6 ovviamente 8) Mi immagino da bambino ad una festa di compleanno: a. Anche se non è il mio spengo le candeline prima del festeggiato b. Mi diverto sempre alle feste degli altri, alle mie mai. Perché? c. Spero che non legga il biglietto davanti a tutti è solo per lui/lei 9) Citazioni con la parola vita: a. La vita è una lotta, accettala -Maria Teresa b. Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita -Oscar Wilde c. Tu non sei nient’altro che la tua vita -Jean-Paul Sartre

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12-20 Sei il seduttore di Kierkegaard. Ami ballare il valzer dell’istante. Non vuoi scervellarti troppo perché credi sia come sprecare l’esistenza. Credi di essere te stesso in tutto, ma sei sicuro di conoscere tutto te stesso? Ti sei trovato davanti al dolore, ma non sei riuscito a convertirlo in energia creatrice. Uno spunto per cominciare potrebbe essere: Fai bei sogni di Massimo Gramellini.

21-28 Chi sono? Non hai sempre voglia di chiedertelo, ma soprattutto di risponderti. Devi ancora scavare dentro e fuori di te, non perché sia un imperativo da seguire dogmaticamente, ma perché potrebbe portarti a interrogarti su i temi più importanti dell’uomo. Meglio affrontare che nascondere, sempre. Allenati con Candide di Voltaire.

29-36 Sei il filosofo di socratica memoria, vuoi combattere per ciò in cui credi. Conosci per imparare e impari per conoscere. Non arrenderti mai e nutri con amore il tuo demone socratico. Ti consiglio L’Apologia di Socrate di Platone, l’ideale per testare il livello di consapevolezza.


BREVE MA VERIDICA STORIA DEL RAP SU YOUTUBE Excursus sulla poesia musicale contemporanea di McDoddola YouTube è un importante strumento di espressione per gli artisti di oggi. Già, ma solo per gli artisti?

Lil Angel$ Il popolare canale di condivisione dei video ospita non solo lezioni di chitarra in streaming e geniali creazioni di registi emergenti (le cose serie sono in realtà le più difficilmente reperibili), ma anche e soprattutto scleri adolescenziali di directioners e beliebers, improbabili imprese di animali domestici affetti da nevrosi e – argomento principe di questa trattazione sintetica- alcune perle poeticomusicali di giovani rapper. Decisamente ispirati, nonché fonte di ispirazione. Ve ne presenterò un campione casuale. A voi lettori, l’ardua sentenza su chi sia il migliore. Lil Angel$: è il classico dei classici. Milioni di critici si sono sbizzarriti sul suo “Sexy baby, sexy mami, gireranno con, gireranno con…”, presentandone varie interpretazioni. Un caso letterario. Nessuna di esse è stata condivisa dalla maggioranza del mondo accademico. Una sorta di “papé Satan, papé satan aleppe” dantesco. Gioker: è il compare di Lil, quello con la maglia verde e il cappellino da baseball. Anche lui folgorato dalle nove muse ha composto una poesia d’amore, con tanto di violini inziali, dal titolo “Eri la mia”. Straziante inno sull’abbandono. Vi proponiamo alcuni passi: “ma lo sai che mi sono veramente rotto, pensavo fossi la best dell’altro mondo” “Troppo stronza se adesso per ricordo/ pensa che per lei il mondo debba girarle attorno/ ma prima o poi io mi rompo e non per fare lo stronzo/ma se mi richiami non so se ti rispondo” (da notare in questo luogo l’influenza dei Darii) “Sei stata la mia ragazza numero 101/ tutti questi fra ora ti mando affan***o/ ragazza falsa brutta baldr***a mentitrice/numero uno stronza in barca come un’attrice” E il testo in versione integrale rende anche meglio.

Mc Fred Vinile: per chi si diletti con la letteratura di viaggio, altamente consigliato Mc Fred Vinile. Il suo capolavoro, nonché opera d’esordio che lo ha portato all’attenzione del grande pubblico è Sono in giro per Modena, delicata, arcadica, aulica rappresentazionedel capoluogo di provincia emiliano. I riferimenti alla storia della città sono numerosi e precisi – chiaramente un omaggio al “vero storico” manzoniano. “Tu vedi quella torre, l’hanno costruita tanti di quegli anni fa” “Questo è Giuseppe Garibaldi, serve per non farti dimenticare che…sono in giro per Modena” Senza Limiti: Per coloro che preferiscono invece le atmosfere più crude e le descrizioni realistiche ci sono i Senza Limiti, con “167 Bronx”. Una commovente descrizione della vita di strada, con tanto di spunti tratti da storie vere, direttamente dalla periferia di Malnate. “In questo luogo non devi sbagliare, se non vuoi farti pestare, si fa fatica ad andare avanti…”. Come rimanere insensibili al grido di dolore di questi giovani sbandati e abbandonati a se stessi?

MC Fred Vinile

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Lʼamore ai tempi del BANG YOUR FRIEND di LOve Giudice Gabriel Garcia Marquez credeva che niente più di un’esperienza come il colera potesse palestrare l’amore. Ma l’edizione spagnola di uno dei suoi romanzi più riusciti risale al casto e illibato 1985. Mica al nostro 2013 libertino e guascone! Ma sia ben chiaro: toglieteci tutto, PROPRIO TUTTO, ma non il Breil dell’anonimato! Nella società del MI PIACE, ecco l’ultima moda: “Bang your friends – Anonymously find friends who are down for the night”. E alla fine anche il sesso diventò un’APPLICAZIONE scaricabile e condivisibile. Ma proviamo a capire come funziona l’ennesima frontiera della virtualità. Dopo aver gironzolato sulle bacheche dei vostri amici, createvi una lista dei contatti che vi bombereste. Che poi sappiate già a priori dove andare a parare (si sa che ognuno di noi ha i suoi pallini!) è un altro paio di maniche. Però fare un ripassino della situa non fa male! Stilato l’elenco degli amici che vi garberebbero, fate un’ulteriore cernita e spuntate i fantastici quattro (l’applicazione non pone limiti alle vostre richieste, ma io troverei immorale mandare un numero di poke dalla cinquina in su: che ne dite?). E se l’idea di stare con voi sotto le lenzuola (meglio sopra, considerando la stagione in corso) solleticherebbe anche l’amico prescelto, ecco la magia. Il sistema automatico si mette in moto e comincia a bombardarvi: a colpi di mail e notifiche avete appena saputo che il nostro spuntamento (avrei dovuto dire sentimento?) è condiviso. Vi siete scelti a vicenda! E allora - come augurava voyeuristicamente Iago pensando all’accoppiata Otello-Desdemona - “felicità alle vostre lenzuola!”. Una notte rovente vi aspetta. Che poi magari nel frattempo qualcuno vi progetta l’app copulativa (e non mi riferisco alla copula del predicato nominale!) e riusciamo anche a virtualizzare l’atto fisico, chi lo sa? Un attimo. Bisogna prendere in considerazione anche l’altra scomoda ipotesi. Se l’amico spuntato ti ha appena dato un poke di picche? DON’T WORRY, BE HAPPY: c’è l’escamotage dell’estremo anonimato! In soldoni il vostro pseudo-misero-codardo-tentativo di abbordaggio resterebbe segreto, ma soprattutto visualizzabile esclusivamente accedendo dal vostro account e da nessun altro. Per un pelo (ok, avrei dovuto evitare un espressione simile considerando il campo semantico del “bang your friends”, lo so

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bene) non sei stato scoperto! Magari abbassa un po’ le pretese al prossimo spuntamento. Ma c’è di più. L’app “Bang your friends” non è scaricabile solo su Facebook, ma soprattutto sugli smartphone (per la gioia degli amici muniti di iOS oppure Android) con la possibilità di bombare direttamente dall’autobus, magari facendo la spesa oppure mentre sei in fila a un esame. Che cosa non si farebbe per smorzare la tensione! Vi starete chiedendo: ma chi diamine può aver progettato una cosa simile? Sono stati tre laureati della California: ebbene sì, a volte farsi una cultura può contribuire a farsi anche qualcos’altro! =) Ideatori giovani che incoraggiano gli utenti a scaricare app, ma anche a condividere adventures a luci bollenti sul blog “Happy Endings”, una sorta di vetrina virtuale delle bangate avvenute con successo. Si dice che il Web renda tutto fruibile da tutti. “Bang your friends” vuole esserne l’ennesima dimostrazione. Per la gioia (perché no?) dell’Italia grillina di questi tempi che, da quando era in fasce, credeva e confida di decidere tutto con la Rete. E magari adesso pensa anche di poterci bangare sopra.


OH BABY BABY ITʼS A WILD WORLD Questa giungla ci distrugge

di Itala Vomitilla

B U U U U U U M! Bene. Ora ho la vostra attenzione, faremo presto, che fa caldo, e poi potrete tornare a studiare, o a guardare il ragazzo... Sì, esatto, quello sulla destra con i baffetti e la camicia azzurra. Ma comunque. Dicevo, siamo circa a metà della sessione estiva: questo significa evaporare diggiorno per il caldo, ed evaporare la sera per l'alcol. Della fauna diurna non ci occuperemo. Voglio dire: lasciamo perdere no? Sorvoliamo, siamo tutti bellissimi, abbiamo tutti braccia toniche, la cellulite non esiste e la ceretta è refrigerante. Ma la sera, la sera l'aria si rinfresca davvero ( NON PENSARE ALLE ZANZARE. NON PENSARE ALLE ZANZARE, HO DETTO DI NO, quaaak! – censura di Epic Meal Time) e la fauna, quella da mercoledì sera particolarmente, comincia ad affollare la giungla di Piazza della Vittoria. * Oh baby baaaaaaaaaaby, it's a wild world * Essa è costituita da: - quello che rimorchia in inglese: difficile dire esattamente a quale specie appartenga. Vi basti sapere che esiste, come la conoscenza dell'inno della Juve per un'interista, ed è quel genere di cosa che si palesa tra un TOT di alcol ingerito e un TOT di succhi gastrici espulsi; - quello che rimorchia in pugliese, anche detto: “FAI DI NECESSITA' VIRTÙ”. E chi non ama le orecchtt cn le cim de rep? (avvistato anche in quel di Perugia); - il folto gruppo dell’“ANDIAMO A INGRANARCI DA POLLO”: in quest'ultima categoria rientrano, in ordine di resistenza di stomaco: - i MORIGERATI: quelli che «Facciamo una tessera in tre, dai daaai». Il più delle volte devono arrangiarsi, sborsare dieci euro e bere a s s o l u t a m e n t e controvoglia questi tre coctel ebbasta; - il branco con un lupo solo, o meglio GLI INFAMI: quelli che rispondono ai morigerati con un: «Col cattso, io mi faccio due longailand e un sex on the beach»; - quelli che “è quasi magia: Jhonny”, idolo delle masse, con le guance che sudano a chiazze: - quelli che “Facciamo chiusura al Chilometro e poi andiamo al Black Bull con Pollo”. È gente pericolosa. PERICOLOSISSIMA. Il tragitto che separa questi due luoghi di perdizione è breve, lo so bene, ma le sfide da affrontare e i pericoli da schivare sono tanti. E non finisce bene. Non finisce m a i bene. Ancora più da temere, da temere davvero, abbiamo: - quelli che “l'Erasmus in Irlanda ti tempra”. Non c'è possibilità di salvezza. Non puoi sfuggirgli. Ti troveranno e tu ti renderai conto che non potrai mai essere al loro livello. Nel frattempo ci provi, ma il tuo stomaco è un secchiello da spiaggia in confronto al loro silo. Ci sarebbero molti altri tipi: come coloro che sanno fermarsi, o le categorie composte da una persona sola. Tipo quella del ragazzo di Scienze Politiche che vive a Voghera, le cui serate solitamente seguono un percorso circolare, cominciando con il STASERA NON BEVO, deviando un attimo su qualche gin tonic, continuando con un DEVO BERE-ANDIAMO A BERE, per poi finire sulla strada verso casa in un PIÙ-NON BEVO PIÙ. Oppure quella della Sardostana: fisico minuto ma stomaco d'acciaio, che forse ultimamente sta dando qualche cenno di cedimento. O forse sta solo facendo spazio per altro Jack Daniel's. Tutto questo per dire che è una dannata competizione. Con il nostro stomaco più che altro. E finché si ride e si scherza va tutto bene, ma non fate i ciula. Non è il caso di guidare dopo aver bevuto ed è testato che la sbronza per dimenticare non sia efficace. Perciò bevete, fate bere, beviamo assieme, ma state attenti. O almeno ricordatevi di non parcheggiare in Piazza Petrarca la sera, perché sì, la mattina poi lì ci fanno il mercato. E di non saltare come un canguro per quattro ore se la massima attività sportiva che fate è chinarvi per prendere la bottiglietta d'acqua al distributore. Ah. Ecco. A proposito di acqua: due bei bicchieri prima di andare a dormire, e il giorno dopo sarete freschi come una rosa. Una rosa recisa e nell'acqua da un po' di giorni, ma pur sempre una rosa.

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CRONACA DI UNA GIORNATA QUALUNQUE Come divincolarsi nella giungla dei luoghi comuni

di Larissa d’Oratarda

Prima di avviare questa banale narrazione, è bene fare una piccola precisazione: per Signor Fagiolo si intende uno qualunque, definizione che secondo un datato ma intramontabile dizionario tascabile significa “questo o quello, l’uno o l’altro che sia”. Pertanto, ogni riferimento all’italiano medio è da intendersi come puramente voluto. La vita del soggetto il cui anagramma può riportare alla mente un aggettivo indefinito non è difficile da immaginarsi. Il Signor Fagiolo ogni mattina si mette alla guida della sua macchina – un aratro, più che un’automobile – con la convinzione che sarebbe meglio farsi timbrare il cartellino da un affabile collega piuttosto che rendere un servizio alla società con il suo inutile lavoro. E come ogni mattina, la strada da percorrere prima di dormire in ufficio è lunga e travagliata. «L’autostrada non è mai una via sicura quando si vuole raggiungere un posto lontano», confiderebbe il Signor Fagiolo a qualche vecchietta, in attesa sotto la pensilina di un autobus che non arriverà mai. In effetti, con quelle segnaletiche indecifrabili, c’è da star contenti di non essere alla ricerca di una meta ignota. E mentre il Signor Fagiolo si compiace dell’ottima istruzione geografica impartitagli, quando era solo un fanciullo, non può fare a meno di notare l’impossibilità degli automobilisti di mantenersi ciascuno nella propria corsia. Un disagio generazionale sembra coglierli ogni qual volta si vedano sorpassati da un veicolo più grosso del loro – basta anche un SUV per farli ricredere sul detto consolatorio che “le misure non sono importanti”. Non che si possa pretendere di avere sempre un righello a portata di mano: incapaci di inquadrare bene la situazione sembrano esserlo anche i motociclisti al momento di trovare parcheggio. Solamente il Signor Fagiolo, e quelli del suo rango, permettono a qualche riccone senza autista di occupare ben tre posti auto per il proprio siluro a numero di ruote variabile. «Il rigore dello stile di vita e il rispetto per le regole non sono gli elementi caratterizzanti il popolo dello Stivale», è la considerazione a cui giunge la mente del Signor Fagiolo mentre il suo corpo è impegnato, in fase di retromarcia, a lasciare qualche graffietto-ricordo sulla carrozzeria dei suoi rivali. Ma il Signor Fagiolo non può concedersi il lusso di lanciarsi in considerazioni metafisiche su come cambiare i comportamenti dei suoi connazionali, perché neanche il tempo di abbandonare la sua ventiquattrore ed è già arrivato il momento di fare una pausa. Il set di diapositive che trasformano la sua esistenza in un teen drama, lo vedono ora prendere posto in un bar qualunque e ordinare un caffè qualunque. Attorno a lui pullula una gran varietà di personalità:

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- Espresso macchiato caldo! - Decaffeinato bollente con poca schiuma! - Caffè d’orzo macchiato freddo doppio zucchero! M a sovrastare le variopinte richieste, la voce più significativa di tutte: un giornalista di un TG trasmesso da una rete locale aggiorna i consumatori del bar sulla situazione politica del Paese. Il Signor Fagiolo non si stupisce nell’apprendere dell’ennesimo volta bandiera in sede di elezioni, e neanche del tentativo di resistenza di un qualsivoglia politico affezionatosi senza riguardo alla sua poltrona. «Il magna magna fa parte della cultura di questo Paese», ha tempo di commentare il Signor Fagiolo con il suo vicino, il quale prontamente si limita ad annuire. Ma ancora una volta la sua vita frenetica lo distoglie dalle sue elucubrazioni. Prima che la mezz’oretta di apertura dello sportello comunale lo lasci senza documenti, il Signor Fagiolo sale sul suo aratro parcheggiato in seconda fila («no, ma la colpa è di quei dannati motociclisti») e volante alla mano, piede sull’acceleratore, si prepara a fronteggiare la nemica di coloro che vanno di fretta: la burocrazia. Considerando che in un locale affollato il genio sta nell’intuire l’ordine di arrivo dei militanti senza fretta, il Signor Fagiolo sa bene che, se anche dovesse arrivare il suo turno, lo sportello a cui ha scelto di rivolgersi è quello sbagliato. Una maratona priva di percorso tracciato, in cui le tappe sono contrassegnate da funzionarie pubbliche che scuotono la testa con evidente disapprovazione, è quello che lo aspetta nel restante quarto d’ora che ha a disposizione, prima che la baracca venga chiusa per quattro giorni lavorativi. Chiaramente non potrà che ottenere solo un «Torni al prossimo orario di apertura» e a consolarlo, una volta tornato a casa, ci penserà il suo cibo in scatola e la sua birretta, da consumarsi preferibilmente davanti alla televisione sintonizzata sul canale Partita. E allora cosa? Questo pezzo non è stato ideato con l’obiettivo di snocciolare una morale. Qui se c’è qualcuno con i requisiti necessari per rivestire la carica di moralizzatore è il Signor Fagiolo, che presto lascerà il suo lavoro per lanciare una collezione di t-shirt decorate con le sue frasi migliori. Niente da dire, di questi tempi sarà un grande investimento.


AR NORD COR FRICCICHÌO NER CORE Perché noi romani semo tutti Rugantini di VeronicaBionica

Quanno ho detto a mi’ madre che volevo veni’ ar Nord, m’ha guardato co’ l’occhi sgranati: ’sta fìa cresciuta sui sampietrini, nei vicoli de Trastevere, all’ombra der Colosseo, dove la luna “se specchia sur Fontanone”, me preferisce la nebbia ar Cupolone? Aò, Roma nun se lassa mai. E poi ar Nord fa freddo, nevica – e se sa, noi romani co’ la neve nun c’annamo tanto d’accordo. Che ve devo dì’, volevo cambia’ aria, fa ’n’esperienza, ce volevo vive coi “polentoni”. E poi oh, io so’ come San Tommaso: sta nebbia, se nun la vedo, nun ce credo. Prendi er Frecciarossa da Termini e in tre ore sei a Milano, e pensi: “Oh, finalmente, so’ arivata dove tutto funziona, no come da noi in Terronia”. Manco er tempo de fini’ er pensiero che t’aritrovi sbragata sur borzone ad aspetta’ er treno (in ritardo) pe’ Pavia. ’Sta Pavia, poi, che c’avrà mai? A parte esse la città natale de quello degli otto otto tre, ce sta la pellicciaia e quelli che fanno er riso. Embe’?. Ma damojela, ’na chance. Magari nun è poi così male. Certo che però se arivi “ner centro de Pavia”, e quanno ar bar je chiedi ’n’caffè ar vetro te guardano manco fossi n’aliena, allora nun ce semo. Se poi je chiedi ’n’cornetto semplice, allora avoja a diggiuna’: se chiama brioche. E nun è semplice: è vòta. C'è da di’ però che se de prima mattina,mentre stai a fa’ colazione (non ar bancone, sia chiaro: qui nun se usa), e nun te va de parla’, ar Nord t’arispettano: nun c’hanno voja de chiacchiera’, non c’hanno er tempo. Ar Nord se lavora, mica

come a Roma che nun famo niente. Me l’avevano detto che qua “so tutti freddi”; ma si sa che ar Nord “è difficile entrà n’confidenza”. Mica so’ come noi de giù, tutti amici pure se “nun avemo mai magnato ne lo stesso piatto”; e quanno poi t’aritrovi a ’na festa de collegio a tene’ la capoccia a una de Bolzano, capisci che in fondo “tutto er monno è paese” e che ’sti ragazzi der Nord nun so’ poi così male. Anzi, quanno c’è da beve so’ i primi ad apri’ le danze, perché “ar Nord ce sta la nebbia, fa freddo la sera pe’ sta ’n’giro, quindi i ragazzi beveno e basta”. E beveno sì, stanno sempre a beve: all’aperitivo, a cena, dopo cena. Sì, la cena, quella delle 20:00, perché “ar Nord se magna come le galline” e la domenica nun fai er pranzo in famija ma er brunch co’ l’amici. E li problemi veri vengono dopo. Sì, perché prova ad apri’ bocca, tu romana, anche solo a di’ “piascere”: superati i convenevoli, ogni vocale aperta o chiusa, ogni zeta al posto della esse, ogni “Fabio” pronunciato co’ ’na “b” de troppo è ’na guera: vajelo a spiega’, a ’sti polentoni, che nun è corpa tua se c’hai er “raddoppiamento”. E nun è manco corpa tua se la segnaletica stradale è ’n’optional: er traffico de Roma è ’na giungla, e pe’ la sopravvivenza nun ce so’ regole che tengheno: morte tua, vita mea (e pure er parcheggio). Ma anche se se famo manna’ “er cibbo bono” da mamma, se nun famo la differenziata, se co’ ’n’volante ’n’mano famo solo danni, se sa: a noi romani tutto è concesso, “perché er romanaccio fa ride” (sarà per l’ “aò” sempre pronto), e in fondo ve la magnate de gusto la matriciana de ’sta “Roma ladrona”.

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ANDREA DIPRÈ Ovvero “la violenza antropofaga delle cosce”, “il basico istinto per la seduzione” e altre incredibili avventure di Arduro Cioppo

Il 1° giugno 2013, nel ridente paesino di Gragnano Trebbiense (PC), accadde che un nutrito gruppo di perditempo – tra cui anche il redattore di questo articolo – incontrò uno tra i personaggi sicuramente più discussi e influenti del panorama trash all’italiana, che solo chi sa scavar bene in quel vaso di Pandora che è YouTube sa riconoscerne il vero valore. Oramai il suo nome è noto ai più, ma già solo un anno fa le citazioni ai suoi video (da parte di chiunque avesse anche solo un minimo di dimestichezza con l’internèt e le sue meraviglie) non erano così inflazionate come or ora. Sicuramente avrete capito: oggetto, anzi protagonista di queste poche righe è il critico d’arte Avv. Andrea Diprè. Sì perché fu proprio lui che scorgemmo in una piccola piazza di provincia, catafratto nella sua divisa d’ordinanza composta da un completo blu scuro e dall’immancabile cravatta rossa, immerso tra i flash dei fotografi e le calorose strette di mano dei fan più accaniti. E quel sorriso sornione ma furbo, la palpebra calante (…) e il repertorio di aggettivi superlativi distribuiti a mani basse non potevano che ammaliare la piazza gremita, urlante e in festa per la presenza del most famous art critic in the world. E da bravi aspiranti reporter quali siamo, pienamente consci di avere tra le mani l’occasione di una vita – quella capace di catapultare la propria firma in un giornale prestigioso, tipo La Provincia Pavese – ecco che subito ci siamo fiondati tra microfoni, fari alogeni e opere d’arte mobili riuscendo a trascinare il famoso critico trentino nel retro di un piccolo bar del centro. E fu lì, alla presenza di pochi eletti, che riuscimmo a strappare qualche parola (quando non addirittura un sorriso) a colui che per questa generazione Y ha la stessa carica simbolica che ebbe Che Guevara per i sessantottini, o Corrado Fumagalli per noi teledipendenti degli anni novanta. Un divano, il biliardino, i video poker e qualche birra: l’atmosfera diventa confidenziale e rilassata, la chiacchierata può partire. I più affamati di curiosità chiedono subito della celebrità: Sasha Grey. Diprè (avvinazzato) risponde: «Sarà difficile superare Sasha Grey, è un’eroina moderna. È gente che ama le cose estreme e fa bene, ognuno deve fare quello che vuole, la vita è una sola. Rispetto lei e le scelte che ha fatto così come posso rispettare una suora». Il racconto degli esordi televisivi del nostro lascia gli astanti col fiato sospeso: «Nasco inizialmente con i miei canali televisivi. Poi per accontentare i parenti di alcuni artisti ho provato a mettere alcuni video su YT. Notai poi che la

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gente cominciava a parlare di Paniccia, io comincio a farmi domande. Allora riguardo il video e… Mio Dio, tutto è nato con Paniccia. Feci anche un programma su La9 in cui io e una “modella” presentavamo un quadro, cosa che si ripeté con Mercedes Ambrus a La Grande Notte di Gene Gnocchi in cui fummo eliminati in semifinale da Richard Benson. Fummo in seguito ripescati e vincemmo in finale il Wolfango d’Oro». Palla al balzo, chiediamo di Richard Benson: «Be', sarebbe bello poter intervistare personaggi quali Benson, oppure Matteo Montesi, così come ho intervistato Giuseppe Simone. Montesi sembra più bigotto, non saprei…». E mentre continua la lista dei casi umani, dalle sorelle Poliseno studiose dell’esoterico all’incredibile Patricia Bordes Rientes, o ancora da Salvatore Marino “maschio 100%” alle varie dominatrici sparse per la penisola, arriva il momento tristezza. Chiediamo della diatriba con Achille Bonito Oliva a Mi manda RaiTre: «Quello è stato un capitolo molto triste e grave, il servizio pubblico non può permettersi di fare una trappola a uno che lavora seriamente… Mi accusavano, senza contraddittorio, di aver guadagnato soldi sugli artisti». Si ferma, riprende su Bonito Oliva: «Ma chi se ne frega, chi lo conosce… Sì insomma, è conosciuto in ambito artistico, ma la “sciura Maria” non lo conosce, quindi io non lo conosco. Perché devo portare rispetto per uno che non conosco? Poi a me hanno distrutto lavorativamente. Io vendevo spazi televisivi così come lo fa qualsiasi altra TV privata, mettendo gli artisti in onda. Se poi il quadro non viene venduto non è colpa mia, non piacerà. Io non ho mai detto a nessuno “ti vendo il quadro”, ma ho solo invitato gli artisti a farsi notare. Da lì nasce il discorso di internet». Molto altro si è detto e altro ancora non è stato pronunciato. Ma poi ecco il gran finale… L’emozione sul suo viso e un posto nel nostro cuore: «La vita non ha un significato. Tutto ciò che queste persone, i vari Paniccia, Olivari, Cera ecc. possono fare è regalare un’emozione».


IPSE DIXIT SPORTIVI

Celebri gaffe dal mondo dello sport di The Soccer’s Sensei e Teste Nefasto C'è spazio per la penetrazione di Penev. (Sandro Piccinini durante Valencia-Roma, andata dei sedicesimi di finale di Coppa UEFA 1990-91) Anzitutto una notizia: quel signore, prima, che ha lanciato un’accusa gratuita e grave nei miei confronti è stato già arrestato. Siccome abbiamo i telefoni controllati stiamo mandando, abbiamo già mandato la polizia a casa di questo signore che è stato arrestato. Quindi dovrà rendere conto di quello che ha detto, provare, documentare… poi vediamo, intanto adesso è in galera. Quindi state molto attenti con le telefonate: qui i telefoni sono controllati, per cui immediatamente scatta un controllo con la polizia che arriva a casa e vi arresta. (Maurizio Mosca rivolto a un telespettatore che 4 minuti prima aveva telefonato accusandolo di aver comprato della droga) Incidono, non incidono, fanno notizia, non fanno notizia. Io reagisco, chi mi conosce lo sa. Io sono… non perché quando firma qualcuno c’è… io devo conoscere prima qualcuno, devon conoscermi loro, devono essere tutti insieme, non per cattiveria… è facile, uno per uno, carino, fa l’articolino; quello che non è presente al limite danneggia l’articolo carino per mettere il titolo per far notizia, se no chi lo compra se io vinco e do la carezza a qualcuno? Mi dà fastidio che nessuno… io sono maresciallo non perché… tutti i brigadieri se passano marescialli non per meriti sportivi, ripeto. Perché al limite, se volendo, in esercito o da qualche altra parte qualcuno mi ha detto che ero colonnello… quindi non è che non voglio mettere il ditino, metterò il ditone. (Alberto Tomba rispondendo alla domanda ‘Dopo tanti anni che sei sulla cresta dell’onda, tutte quelle cose che succedono al di fuori dello sport continuano a incidere, o incidono parzialmente sul tuo rendimento?’, tratto da Mai dire Gol)

Ma è una vecchia storia quella che gli arbitri si trovano il puttanone in camera la sera prima della partita. Ma dai! Ma su! Ma voglio dire… ma non vuol dire corromperli, anzi è la mania di distendersi quando sono stanchi. È un sedativo… sedativo non lo so perché, sai, bisogna vedere cosa fanno. Magari quello si mette sopra, si mette sotto, io non lo so. Poi sai gli arbitri, ognuno, magari col fischietto… non lo so. Gli arbitri hanno un sesso tutto loro, tutto particolare, fatto di sibili. (Maurizio Mosca, tratto da Mai dire Gol) La ragazza ci deve essere, se gli vuoi bene sei più felice del mondo, ma appena c’è qualcosa sei il più triste del mondo, il più… si può dire quello che ne risente sentiment… non è facile vivere… nel periodo poi invernale, ecco ci dev’essere quella che ti aspetta non dico a casa, però che sa comportarsi a… a modo, nel momento che, quando parti al cancelletto; devi essere, ecco, tranquillo, sereno. Che poi, litighi come ho, feci anni scorsi e vinci la gara lo stesso quando sono io che lo voglio perché, problemi ne ho avuti tanti, poi puoi fare il caldo e il freddo quando vuoi, delle volte prendo la bacchetta magica e faccio “No! Questa gara mi piace, è la mia amica, voglio vincere”. E così è stato. (Alberto Tomba intervistato da Beppe Severgini) Sono fiducioso, a Parma non ho mai perso. Anche perchè non ci ho mai giocato. (Roy Hodgson alla vigilia di Parma-Inter, stagione 1996-97) Abbiamo giocato male nel primo tempo, ma nel secondo tempo abbiamo fatto un grande primo tempo. (Christian Abbiati dopo Juventus-Milan, stagione 1998-99) La ho mi era

vicenda passaporti? E io che ne so? Ieri però visto Recoba e gli ho chiesto: ma te ti chiaveramente Recoba? (Christian Vieri dopo che emerso che il passaporto di Recoba era falso)

La stiamo vincendo! La stiamo vincendo! La stiamo vincendo! (Mauro Suma nell’intervallo di Milan-Liverpool, 3-0 per il Milan. Nel secondo tempo il Liverpool pareggiò e vinse ai rigori) La semifinale è difficile, la Germania non è il Pizzighettone. (Alessandro Del Piero alla vigilia di Germania-Italia, semifinale di Coppa del mondo 2006) Se è vero che il Borgomastro di Dortmund ha proibito ai tifosi azzurri i caroselli dopo la partita ci vado io coi campanacci. (Giampiero Galeazzi dopo Germania-Italia, Coppa del mondo 2006)

Albertone Tomba

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ESPORT DE NOUTRA TERA Le tradizioni sportive valdostane spiegate ai pavesi di Greundza Carral

bataille de reines Quando si parla di Valle d’Aosta, è necessario fare un’importante premessa: questa Regione esiste davvero. Il fatto che sia piccola non significa che si possa ignorarla. Per chi è consapevole della sua effettiva esistenza, urge sottolineare un altro punto saliente: la VdA non si riassume in settimane bianche passate a Courmayeur, operazione di semplificazione tipica dei fighetti milanesi, senza offesa per gli esponenti della categoria. La Valle, come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti, è montagna, convivialità (modo elegante per definire le sbronze in compagnia) e, soprattutto, tradizione. Andiamo dunque ad analizzare un aspetto di queste tradizioni, cercando di spiegare ai profani pavesi i quattro sport valdostani più rappresentativi: lo tsan, il fiolet, la rebatta e il palet. Poiché si tratta di giochi complicati, sarà necessario illustrarli a grandi linee, cosa di cui mi scuso sinceramente con tutti i puristi di queste discipline, che meriterebbero di essere trattate in modo più serio da persona più esperta. Tsan: sport di squadra simile al baseball, il cui campionato si articola in una fase primaverile e una autunnale. Il gioco vede fronteggiarsi su un prato due squadre formate da quattordici giocatori. I membri della prima squadra si alternano alla pertse, una pertica di legno messa obliquamente rispetto al terreno, per colpire una pallina (tsan) con una lunga mazza. Gli avversari cercano di intercettare il tiro tramite delle palette di legno

(boquet). Ogni lancio considerato valido è detto “buona”. Le due squadre si scambiano poi le posizioni. Terminata questa fase, le buone devono essere trasformate in metri. Ogni giocatore che ha segnato dei punti usa un attrezzo detto piota per tentare di intercettare un tiro particolarmente alto fatto da un lanciatore della squadra avversaria. Si calcola quindi la distanza in metri raggiunta da ogni lancio intercettato. La vittoria va alla squadra che ottiene un vantaggio di almeno 40 metri sugli avversari, altrimenti la partita si chiude con un pareggio. Fiolet: disciplina individuale o giocata da squadre di sette elementi. Il terreno di gioco è un prato lungo 150 metri, segnato da semicerchi posti a 15 metri l’uno dall’altro. Ogni giocatore colpisce due volte con una lunga mazza una pallina ovoidale, detta fiolet, posta sopra una pietra liscia e tonda. Il primo colpo è volto a far alzare in aria la pallina, il secondo a mandarla il più lontano possibile. Si guadagna un punto per ogni semicerchio superato dal fiolet. Rebatta: disciplina individuale o giocata da squadre di sei elementi. Il terreno di gioco è simile a quello usato per il fiolet. Ogni giocatore deve battere con una mazza una pallina posta sulla fioletta, un supporto di legno a forma di pipa. L’azione di battuta si articola in due fasi: nella prima, detta toccata, si fa alzare in aria la pallina, nella seconda si cerca di spedirla verso il campo. Per ogni settore raggiunto si assegna un punteggio diverso. Palet: variante delle bocce, si

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svolge su un campo di terra battuta lungo 16 metri e largo 2. Lo scopo del gioco è lanciare dei dischi di ferro il più vicino possibile al boccino. Esploriamo ora un altro aspetto del folclore valdostano: la Bataille de reines. Letteralmente questa espressione significa “Battaglia delle regine” e indica un duello tra mucche. Avete capito bene, è uno scontro tra bovine di razza valdostana pezzata nera o castana, particolarmente aggressive. È il caso di dire che si tratta di scaramucce in cui vince chi allontana per prima l’avversaria, quindi sono incruente. La manifestazione è molto sentita a livello popolare e le mucche guerriere sono adorate come eroine. Tutto ciò prova forse che i valdostani sono un popolo barbaro? Probabilmente sì, ma sono anche molto orgogliosi di esserlo.

fase del gioco dello tsan


Se non recintiamo i pascoli montani di B. Stefani

1) Partenza col botto. Se avete pensato alla maratona di Boston siete cattivissime persone. 2) So che le mie battute non fanno ridere, ma mi diverto a scriverle. Unire l'umile al dilettevole. 3) Era così basso da avere solo quattro corde. Ma nessuno poteva vederle. 4) Aprire è il verbo più crudele. 5) Chirurgia estetica? Mah, col seno di poi... 6) Raccontare ai bambini dei trofei di guerra degli indiani d'America fa sempre scalpore. 7) Moccia e Volo: Lettieratura italiana contemporanea. 8) Lesse un'intera pila di libri filosofici. Ma non gli bastò per trovare l'illuminazione. 9) Bere il decotto fa bene, tisana. 10) «Quindi, messo lo shampoo sui capelli, scivolasti nella doccia?» «Sicuro, cadei». 11) Non sono portato, a far niente. Ci vado da solo a piedi. 12) Il casco... Avrebbero potuto trovargli un nome migliore. 13) «Lo sai perché non scendiamo mai due volte nello stesso fiume?» «Perché è il Ticino». 14) Dubbi? Mettiamo uno specchio sul soffitto e riflettiamoci sopra. 15)«Cesare, la Macedonia avanza!» «Per Bacco, dev'essere scaduta da tantissimo!» 16) Esiste una mappa della ferrovia sotterranea? Naa, legenda metropolitana. 17) In circostanze sospette dormono loschi pagliacci. 18) «Ti amo!», disse il pescatore alla preda. 19) Se vuoi essere accettato in collegio, devfarti un kulo così. 20) «Cesare, il popolo chiede sesterzi!» «...Accattoni». 21) Jannacci, Califano, Little Tony. Non so chi fermerà la musica, ma è il suo anno. 22) Non c'è dittatore senza golpe. 23) Ricordo Babbo Natale a Montecarlo con la slitta in panne: le renn ne va plus. 24) Chi è che mangia il gallo? Il pappagallo. (grazie a Vincenzo) 25) «Generale, il cecchino non c'è!» «Impossibile, non manca mai». 26) Alla gara di chi la faceva più lontano, ho minto io. 27) L'Italia è una repubblica (af)fondata. Punto. 28) L'unica cosa bella che c'è a Milano subirà un ritardo

di 180 minuti. Ci scusiamo per il disagio. 29) Scegliete la vita, o perdete tempo con quelle degli altri. TrainSpotted. 30) In arrivo l'app per schivare i controllori, l'iEjebrazorf. 31) Ignoranza e moralismo in quantità sui social: un vero e proprio flusso di coscenza. 32) Duo acustico offresi per cerimonie funebri: "Chris and The Miss"

33)

34) Un feticista orgoglioso si farà mai mettere i piedi in testa? 35) Mercato dei mobili in crisi, colpa del relativismo. «Quella è la sua miglior credenza? Soltanto una sua opinione!» 36)"Ostia, pedoni investiti dai cartelli elettorali". Non manca un punto esclamativo? 37) Non discutere mai con un giornalista: ti trascina al suo livello e poi ti querela. 38) Non sei bloccato nel traffico, sei tu il traffico: autoimmobilista. 39) Come disse il padre di Paul Bradley Couling: «Chi è causa del suo Mal, pianga se stesso». 40) Zapping: dita rubate all'agricoltura.

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42) Un uomo entra in un caffé. «Me lo corregge, per favore?». 43) Come vorrei tu mi ascoltassi, quando ti parlo. How I wish you were ear. 44) Chi va volontario non lo fa a cuor leggero: s'offre. 45) Se vuoi che ti caghino, un po' stronzo devi esserlo. 46) Vendo paio di pantaloni per combattere stress e ritrovare energia: jeanseng. 47) Vince concorso per la più bella figlia dei fiori di Jackson: Mrs. Hippy. 48) Gli diede un lassativo "per via anale". Quando provò a inserirlo nel navigatore, quello lo mandò a cagare. 49) Cosa faceva uno sputo sulle scale? Schifo. 50) Massima di sartoria: la vita è un'asola. 51) Laureato specialista di ani VIP: dottore del buco del cool. 52) La elezione è l'oppio del popolino. 53) Branca della geometria che studia i solidi ottenuti ruotando un triangolo rettangolo intorno a uno dei suo cateti: conoscienza. 54) Qual è il colmo per un benzinaio? Un serbatoio col pieno. 55) Cosa fanno due caramelle in un cam-

72) Ulisse contro la droga: «Fatti! Non foste a viver come bruti!» 73) La vipera cambia pelle in silenzio, fa la muta. 74) Era il progenitore di quella famiglia di usci, il capostipite. 75) Se ti liberi il naso dal muco non dirlo a nessuno. Che rimanga un secreto. 76) Tutti diventerebbero capaci di dire “Li vuoi quei kiwi?”, piuttosto che dire “Ti amo”. 77) _______________________ 78) Pornoattrice lascia il mondo dell'hard temporaneamente: è il suo ano sabbatico. (A Ribo) 79) Pan Etteria – da Eraclito, tutto quello che vi serve. 80) Ho fatto una battuta di caccia al cervo. «Dovrebbe far ridere?», ha risposto l'ar-

tiodattilo. 81) Ho cambiato di posto i due agricoltori, ma il risultato della moltiplicazione è rimasto uguale. Proprio vero che scambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia. 82) «Ho il testo e la linea melodica... E adesso?» «Arrangiati». 83) Dall'otorino: «Dottore, non mi sento bene».

DONNE! UOMINI! È ARRIVATO L’ARROTINO? 84)

85) «Cesare...» «No, non c'è. (Emmobbasta)». 86) Non so se lamentarmi o essere contento: ho comprato un irrigatore che fa acqua da tutte le parti. 87) E anche molta famme. 88) Non guardo mai le gare di auto da corsa. So già come vanno a finire, con tutti quegli spoiler. 89) Sei certa che sia proprio una tipica costruzione mesopotamica? Ziggurat? (A Fabio Jones) 90) L'invenzione del motore a scoppio fu una rivoluzione, anche nel settore attentati. 91) FAACK! I cancelli ci cercano! 92) Se non erro, so esattamente dove sto andando. 93) Dicono che per l'Italia serva un piano Marshall. E un amplificatore Steinway, perché no? 94) «Posso chiamare il capitano dell'Olandese Volante per nome?» «È Davy!» (al Memmo) 95) L'unico frutto dell'admin, è la bannaaana, è la bannaaana. 96) Ormai così di fretta da non riuscire nemmeno a soffiarci il naso. Abbiamo sempre meno Tempo. 97) Non so dire di no a un bel gelato. In che lingua, poi?! 98) Mostra la buca: falla vedere.

È tutta farina del mio sacco, ma mi sarebbe piaciuto scrivere con altre tre persone un pezzo a turchi (66

NON CʼÈ LIMITE ALPEGGIO

po da calcio? Le Goleador. 56) Campeggio vicino al mare? No, tende ad allagarsi. 57) Sinceramente... Un ossimoro? 58) Lo sa bene il costumista di film hard: l'abito non fa il manico. 59) Ar-lecchino, adulatore de du' padroni. 60) Basta con questa pantomima, m'hai rotto il lazzo. 61) «Che faccia tosta!» disse il cannibale affamato. 62) Ho fatto un dolce buonissimo ma non dirlo in giro. Acquolina in bocca. 63) Dopo la prima passata di shampoo, ho capito perché di solito si fa coi pomodori. 64) Cacciate i pregiudizi: è una fauna ancora ben nutrita. 65) Mi iscrivo ai Procrastinatori Oltranzisti Italiani. POI. 66) È tutta farina del mio sacco, ma mi sarebbe piaciuto scrivere con altre tre persone un pezzo a turchi. 67) Altro che sedute spiritiche, per vedere i defunti vado dal loculista. 68) «Dove abita lo strappo alla regola?» «In via dalle balle, che ho da fare». 69) 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 70) Ho smesso con l'infuso ma son dubbioso. Non vivo più senza the (anche se, anche se...)

100) A questo punto nessuno ha ancora riso. Ma a Pavia non è un problema.

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OroScopo

di Sara BrumBrum e Cri BramBram

Il vostro segno di fuoco vi regala grandi emozioni. In amore ci sarà un incontro travolgente con una simpatica scimmia. Niente fraintendimenti: il segno zodiacale cinese. Presto muovetevi! Prendete il primo aereo per Pechino, la vostra scimmia gemella vi aspetta! Per i più pigri di voi anche un Acquario vi darà il giusto equilibrio per affrontare al meglio la relazione. Avanti così con l’università, ottimi risultati in arrivo!

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Avrete voglia di staccare dagli esami, conclusi con successo, e dalla monotonia dell’inverno. Feste e divertimenti saranno all’ordine del giorno per voi e la vostra estate passerà tra una discoteca e l’altra, all’insegna dell’alcool. Ottima scelta. Attenzione però al fegato! In amore molti incontri per voi. Prediligerete le avventure, ma per chi di voi aspetta da tempo l’amore della sua vita avrà grandi probabilità ad incontrarlo. In bocca al lupo dunque!

In amour siete un po’ possessivi ma anche fedeli e costanti. Cercate di lavorare sul primo punto e sarete dei partner perfetti. Per i single nessuna regola: in fatto di seduzione siete tra i migliori ma sempre senza tralasciare la spontaneità e la simpatia. L’università sembra darvi soddisfazioni, ma non accontentatevi mai, mi raccomando. Per quest’estate: pochi pensieri e tanto divertimento!

Sarete colpiti da un enorme bisogno di affetto che, misto alla calura estiva, vi farà innamorare di ogni persona ‘passabile’ che incontrerete nel vostro cammino. Attenti però a fare una giusta selezione, al giorno d’oggi non si sa mai chi si incontra!!! Nello studio invece tutto procede bene. Gli esami andranno per il meglio e il vostro impegno verrà premiato. Non vi rimane che godervi una bella vacanza di sole e relax. Buon divertimento!

Cari Gemelli non abbattetevi. Se l’inverno non è stato dei migliori, l’estate vi porterà serenità, spensieratezza e soprattutto tanti soldi. Un’ingente vincita vi farà sognare. Ma non fate come il Mattia Pascal. Non inscenate il suicidio per fuggire dalla vostra vita quotidiana. Abbiate cura di ciò che avete e delle persone che vi stanno accanto, sono quelle giuste!! In tutto ciò però attenzione a non trascurare lo studio!!

La fedeltà non è il vostro forte ma a partire dal prossimo mese potreste stupire e stupirvi con effetti speciali, sono in arrivo incontri interessanti e, chi lo sa, magari rapporti più duraturi. La vostra naturale inclinazione alla distrazione non aiuta affatto per gli esami. Coraggio sono gli ultimi sforzi. Quest’estate leggete un po’ di più. Il catalogo dell’Ikea e Topolino non valgono!!!

Siete un segno molto deciso e caparbio ma per voi quest’estate sarà all’insegna di turbolenze e cambiamenti. Con l’arrivo del caldo, non solo avete deciso di fare il “cambio degli armadi” ma anche di amici e amori. Vorrete lanciarvi in nuove avventure, nuove esperienze e questo sarà il vostro momento. Nello studio invece dimostrerete la vostra costanza e tenacia, puntando sempre in alto. Avanti così!

Durante quest’anno accademico il vostro “cuoricino” è andato un po’ in letargo. Don’t worry! Siete circondati da amici e ammiratori e Cupido vi sta già puntando da tempo. Siete il segno della determinazione e della costanza e questo si riflette anche nello studio e nel lavoro. Siete delle rocce. Bravi! Inoltre quest’estate avrete tante occasioni per fare tante nuove esperienze. Go, go, go capricorno go, go!

Siete il segno della passione, del Sole, del fuego! Olè! Chi meglio di voi può fare strage di cuori? Dopo un inverno non proprio favorevole dal punto di vista sentimentale, mio caro felino, avrai la tanto meritata rivincita. Sul lavoro e nello studio, grazie al tuo carisma invidiabile, hai una marcia in più. Ti aspetta un’estate ricca di viaggi, divertimenti e tante sorprese. ER MEJO!

Per quanto riguarda l’amore un solo imperativo: DECIDETEVI. Se vi piace una persona dichiaratevi. Se non funziona più con il vostro partner parlatene. Ricordate: La vita è ora, sveglia!!! L’indecisione vi blocca un po’ anche nello studio. Fissatevi degli obiettivi e tutto andrà per il verso giusto. Prendetevi dunque questa estate per schiarirvi le idee e riflettere sui rapporti con le persone che vi stimano e vi vogliono bene.

Continuate così! Con la vostra dolce metà siete i più dolci e premurosi (non per niente siete tra i segni più altruisti e sensibili) e verrete felicemente ricambiati. Per i single: molti di voi al momento hanno trovato l’equilibrio interiore stando soli, altri quest’estate o a partire da settembre potrebbero conoscere una persona destinata ad essere importante. Sui libri, come per ogni cosa, siete precisini quasi maniacali. Estate all’insegna del rilassamento e dello studio, ma magari fatevi una birretta ogni tanto!

Per voi pesciolini estate sì! Siete nella parte dell’anno a voi sfavorevole ma grazie all’aiuto di Marte, Plutone, Zeus, Giunone, la Terra, Nettuno, il Sole, Eros (sono forse troppi?) questa sarà la vostra estate! In amore coppia vincente con un focoso Leone: vi darà la carica giusta per prendervi le vostre rivincite. Non tralasciate, però, lo studio. Se non siete stati perfetti durante l’inverno non abbattetevi, potrete tornare a dare il meglio di voi durante l’estate. Forza!!!


GIOCHI DA SPIAGGIA SENZA SPIAGGIA Stufi della sessione estiva? Allora armatevi di Inchiostro e matita, andate sul Ticino e... Su, un poʼ di fantasia. Buon divertimento! di Lady Ziggurat

ORIZZONTALI: 1. Lo sono espressioni come “Li vuoi quei kiwi?” - 10. Il calciatore nigeriano con la Forza - 13. In inglese, con la “i” è piana - 16. Lo sfiori con un dito ma non è fragile - 17. Eufemismo per decrepito - 19. Supervisiona i cantieri secondo un famoso sito - 20. L'Arno al positivo - 22. Schede di memoria parzialmente allucinogene - 23. Misure acide - 25. Indecisi Anonimi - 27. Fermati di nuovo da Buffon - 30. Chi ce l'ha, non punta al 27 - 33. Matematico caloroso - 35. Crema ...tante! - 37. Il vizio del mercoledì pavese - 38. Se Noè sbaglia a montarla - 41. Inizia tradizionalmente per H - 42. Braciole di maiale - 45. Una provincia e un pronome - 46. 9 verticale - 47. Coesi, ma senza capo né coda - 48. Con Montale, rese la Mosca un cervo volante - 51. Umberto...erto...erto... - 53. Ne abbonda la calamita - 56. Non è pazzo...non è mazzo... - 57. Lo sono le vocali - 58. Una delle tre opere teatrali che fanno parte della trilogia lorchiana (cit. Wikipedia).

VERTICALI: 1. Pennuto arrosto - 2. “Il rissi i il...” in Stendhal - 3. Do-pota utpota... - 4. Relativo a una troia con la T maiuscola - 5. Il retro del bruco della seta - 6. Il davanti del bruco della seta - 7. Eulero e Venn ci hanno pagato le vacanze - 8. Lei Ti Detesta - 9. 46 orizzontale - 11. Spumante secco shakerato - 12. Li presento a Ben Stiller - 13. Anziano parente favorevole all'accidia - 14. Con “sa” è in zucca 15. Chi le spiega guarda tutti dall'alto - 18. Osai nelle vocali - 21. Soprano che non canta - 24. Vi si soggiorna a scopo d'evasione - 26. Il medico che ti scruta molto nel profondo - 28. Epoca storica di notevole spessore - 29. Total Request S Live - 30. Anno Domini - 31. Così negano gli abitanti di Kingston 32. Anno Domini Transformers - 36. È dolce in un cartone animato - 37. Un fiore di ragazza - 39. Restare Attoniti Ammirando Dio - 40. Un gran pezzo di ex-ministra - 41. ...Ti presento Senly - 42. La più famosa bionda tedesca - 43. Di pericoli e di peli - 44. Il papà di Ulisse per gli amici - 49. L'inizio del sogno americano - 50. Anagramma di reo (su dai non ci sono molte possibilità!) - 52. Famoso mago monosillabico - 54. Vedi 14 verticale (siamo alla fine, capitemi) - 55. Dove in francese, non in greco.

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à à t n o l o v aà edizioneà VIIIà à à

Non è mai troppo presto! A novembre scade il termine per partecipare al nostro concorso letterario. Usate lʼestate per spremervi le meningi e preparate i vostri racconti: per i primi tre classificati in palio fantastici premi!


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