Inchiostro Fresco - novembre-dicembre 2018

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Direttore Responsabile: Marta Calcagno

PATENTE IN SCADENZA?

RINNOVALA DA NOI

dal 1985... la voce di Rondinaria e dell'Oltregiogo

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ANNO XXXIII / N. 9 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2018

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iaggiare è sempre stata un’aspirazione dell’uomo. La scoperta di nuovi posti, l’imprevisto, l’avventura. Ma oggi viaggiare vuol dire lavoro. E nella stragrande dei casi vuol dire alzarsi presto la mattina, correre in stazione con i minuti contati e saltare sul treno, o la corriera che sia, per arrivare per tempo in ufficio, in fabbrica o a scuola. Questa è la vita dei pendolari, che già di per se stessa è dura, ma che potrebbe diventare anche piacevole se i trasporti pubblici funzionassero a dovere. Ma così non sembra, come risulta dal pezzo che ci pubblichiamo qui a fianco e che ci arriva da una pendolare stressata, alla quale, con tutto il cuore, a lei come agli altri pendolari, dedichiamo la prima pagina di questo ultimo numero del 2018 de “l’inchiostro fresco”, con la speranza che Babbo Natale, porti loro in regalo treni puliti e in orario. Marta Calcagno

L’Odissea dei pendolari della “Genova – Ovada - Acqui Terme”

"Babbo Natale ascoltaci"

Il Natale si sta avvicinando e quale potrebbe essere il più bel regalo per i pendolari dell’ovadese e della Valle Stura, e più in generale per chi, di buon mattino, corre in stazione per prendere il treno? Un servizio efficiente, con orari rispettati e carrozze calde e pulite, per arrivare sereni al lavoro o a scuola. Cara Trenitalia potresti far trovare questo bel regalo sotto l’albero di Natale ai tuoi utenti?

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stacoli sulla linea, treni rotti, passaggi a livello che non si alzano, frane, deragliamenti. Per un totale accumulato di più di 600 minuti di ritardo in una sola settimana, dal 5 al 9 novembr e 2018, e nella sola linea ferro-

viaria “Genova – Ovada - Acqui Terme”. Con tutto ciò che ne comporta. Questa linea trasporta ogni giorno migliaia di pendolari, studenti e lavoratori, che si devono spostare verso Genova e ormai, dopo il terribile disastro del crol-

A colloquio con i viaggiatori mentre il treno è in transito tra Acqui e Genova

La voce dei pendolari CHIARA P., 20 ANNI Sono diventata una pendolare quando ho iniziato l’Università a Genova. Sono più le volte che arrivo in ritardo che quelle in cui sono puntuale. Però non ho molta scelta. Il treno è il mezzo più veloce per raggiungere la facoltà: via Balbi è vicina alla stazione di Genova Principe ed è il meno costoso (in realtà 72.50 euro al mese di abbonamento per una tratta di poco più di 40 km mi sembrano tanti). Perlomeno potrebbero mettere degli sconti studenti, in alcune regioni so che lo fanno per i mezzi pubblici. Ho almeno ancora due anni di Università quindi spero che la linea venga potenziata o, perlomeno, migliorata.

LAURA, 51 ANNI Prendo ogni mattina questo treno per andare a Genova da quasi vent’anni. Ho la patente ma per una questione di costi ho sempre preferito il treno, oltre alla questione parcheggi, a Genova è un miracolo trovarne uno. Poi dal crollo per Ponte Morandi, ahimè, il treno è quasi l’unico modo per raggiungere il posto di lavoro in tempi umani, conosco colleghi che venivano in ufficio in automobile ma, dopo essere rimasti nel traffico per ore la mattina, si sono visti costretti a prendere il treno. Il servizio su questa linea non è mai stato dei migliori, abbiamo sempre avuto dei problemi di ritardi, di carrozze rotte o

con il riscaldamento guasto. C’è stato un piccolo miglioramento qualche anno fa, quando hanno messo su questa linea i Vivalto (serie di treni a due piani e dotati di prese elettriche, n.d.r.) che comunque, dopo pochi mesi, hanno tolto e sostituito con quelle vecchie carrozze con le panchine al posto dei sedili, delle vere stalle. Quasi tutti gli inverni, poi, abbiamo problemi di ritardi, dovuti principalmente alle cattive condizioni meteo come neve e ghiaccio, ma gli ultimi due anni sono stati proprio un disastro. Nnon mi aspetto più di arrivare all’orario prestabilito, chiamo a casa per avvisare solo se il treno è in orario!

GIOVANNI P., 57 ANNI La cosa che mi dà più fastidio? Indubbiamente che abbiano potenziato la linea costiera mentre le linee “Genova-Ovada-Acqui Terme” e “Genova-Busalla-Arquata Scrivia” siano state completamente dimenticate da Trenitalia. Siamo quelli che risentiamo di più del crollo del Ponte Morandi, secondo me, e al posto di aumentare il numero di treni sulle due linee, sono aumentati solo i disagi. Sono stufo di questa situazione, e penso di parlare a nome di molti che come me sono costretti a prendere il treno tutti i giorni. Interviste raccolte da Ilenia Procopio

lo del Ponte Morandi, è il modo più veloce per raggiungere il centro del capoluogo ligure senza rimanere imbottigliati nel traffico delle ore di punta. Per questo, da settembre ad oggi, il numero di pendolari è cresciuto in maniera evidente. In risposta a questo Trenitalia, oltre a non aver aumentato il numero di corse, ha introdotto i Jazz, treni dal design indubbiamente moderno ma assurdamente piccoli, solo cinque vagoni per meno di 300 posti, la metà dei “cugini” Vivalto. A questo si aggiungono i sopracitati ritardi, guasti e ostacoli che hanno reso invivibile la vita per molti pendolari che si sono trovati bloccati sul treno per ore, spesso in stazioni come Genova Acquasanta da cui, peraltro, è difficile raggiungere il centro. Ritardi pesantissimi, anche oltre i 100 minuti, che creano problemi sul posto di lavoro ma anche agli studenti, ricordiamo infatti che alcuni istituti genovesi non permettono l’entrata dopo le 9 del mattino. Queste situazioni, ovviamente, non sono semplici eccezioni, ormai è diventata quasi la prassi che i treni su questa linea abbiamo almeno dieci minuti di ritardo. I treni in orario sono una rarità ormai, una vera e propria bestia rara. E Trenitalia cosa fa? Si scusa per il ritardo. E intanto ogni anno il costo dei biglietti e degli abbonamenti cresce in modo direttamente proporzionale al disagio dei pendolari.

L’editoriale del Comitato Pendolari

Cittadini in campo

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ato nel 2013 il Comitato Difesa Trasporti valle Stura ed Orba si prefigge di tutelare i diritti dei pendolari, sia della linea ferroviaria “Genova - Acqui Terme” che dei bus ATP che collegano il capoluogo ligure (e Voltri) con i paesi della Valle Stura, Tiglieto ed Ovada. Con oltre 4.000 tra iscritti e simpatizzanti è il portavoce e referente istituzionale dei pendolari e dei Sindaci liguri e piemontesi interessati, ed è accreditato presso il Tavolo Tecnico istituito dall’Assessorato ai Trasporti della Regione Liguria. Oltre alle ormai note “battaglie” per avere un effettivo cadenzamento orario con un treno ogni ora, tempi di percorrenza certi e brevi, ora che la linea è vitale per i collegamenti con il capoluogo dopo il crollo del “Morandi”, il Comitato si batte per l’esecuzione degli interventi sulla linea (rimozione della frana di Mele, raddoppio dei binari nelle stazioni di Granara e Prasco), ma anche per maggiori informazioni ai passeggeri sia sui treni che nelle stazioni, pulizia e riscaldamento dei convogli, oltre ovviamente per la puntualità. Se è vero che il trasporto pubblico è un diritto del cittadino cerchiamo tutti, istituzioni ed utenti, di fare il nostro dovere affinché lo sia e sia sempre più efficiente! Fabio Ottonello, Presidente del CDTVSEO

Ilenia Procopio

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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

CULTURA E SOCIETÀ

Note di viaggio: luci e ombre di una nazione in declino?

Il Cotonificio ligure di Rossiglione

America: così vicina, così lontana

Storia e rovine

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a nostri due affezionati Chiara e Roberto, titolari dell’agenzia di viaggi “Cosmolandia” di Novi Ligure (Al), riceviamo questo reportage sulle impressioni che, quali moderni Toqueville, hanno avuto durante un loro soggiorno negli Stati Uniti. Ma da quanto ci hanno scritto, più che trovare la “Democrazia in America”, hanno riscontrato grandi povertà, differenze sociali e una diffusa bigotteria. Forse la vera America è in Italia? Anche noi abbiamo alle spalle una storia di sofferenza, come ci dimostra l'articolo qui a fianco sul Cotonificio di Rossiglione, ma nel tempo siamo riusciti a creare uno "Stato Sociale" del quale oggi dobbiamo andare fieri, preservandolo da ogni pericolo. Gian Battista Cassulo

Cari Amici de "l’inchiostro fresco", Durante il volo che ci ha portato negli States (precisamente in California, Nevada, Utah e Arizona), oltre ai luoghi che volevamo visitare, la nostra curiosità era anche quella di cercare di capire lo spirito americano. Per vedere come vivono e cosa pensano gli uomini di questa grande nazione che sisente la guida del mondo. Volevamo insomma dare un taglio sociologico al nostro viaggio per fare appunto un breve reportage sulla società americana nella quale, pur con la precisazione che le differenze tra i vari Stati spesso sono molto ampie, si possono riscontrare alcune regole valide per tutto il popolo americano. L’ARRIVO Appena scesi dall’aereo e per tutto il viaggio, la prima cosa che salta all’occhio, è il vedere bandiere a stelle e strisce ovunque. La bandiera per gli americani è sacra, simboleggia la fierezza di appartenere a quello che loro considerano il “miglior paese al mondo” e un paragone sorge spontaneo: da noi, purtroppo, questo senso di identità si sta perdendo. L’INFLUENZA DELLA RELIGIONE Un’altra cosa che si nota subito sono le chiese. Chiese ovunque e di qualsiasi credo religioso. Ad esempio in un piccolo paese come Page (Arizona) di appena 7.500 abitanti abbiamo contato almeno 15 chiese una attaccata all’altra in un solo isolato. Gli americani sono molto religiosi e per loro la messa domenicale è una festa, un momento per ritrovarsi, per condividere qualcosa insieme tra abbracci, canti e allelluia!

IL CIBO E LA MUSICA Girando, purtroppo, si vedono molte persone obese anche tra i giovani. Questo non meraviglia infatti osservando le loro abitudini alimentari, si trovano moltissimi fast food e pub dove servono hamburger giganteschi con una montagna di patatine fritte., Questi hamburger sono talmente grandi che siamo stati costretti ad usare le posate a mo’ di coltello. Un altro rito alimentare è il BBQ, vale a dire la carne alla griglia, si trovano molti locali dove il classico mandriano-cowboy arrostisce sul momento la carne su una mega griglia, il tutto accompagnato dalle immancabili salse e spesso musica

country dal vivo, nel perfetto stile west. Non dimenticatevi di pagare la mancia è praticamente obbligatoria ovunque, una volta ricevuto il conto dovete aggiungere da un poco discreto 15% fino a un esorbitante 22% sul totale, la mancia è concepita per rimpinguare lo stipendio del personale di sala che spesso riceve una paga sotto la soglia minima di guadagno considerata per vivere. LE ARMI Un’altra cosa che ci è rimasta impressa sono i cartelli che si trovano davanti ai negozi (soprattutto in Utah), vi è raffigurata una pistola sbarrata, vietato entrare armati,

per loro possedere e girare con un’arma è una cosa del tutto normale. I SENZATETTO Un problema più serio che sicuramente ho notato è la presenza di moltissimi senzatetto soprattutto nelle città di Los Angeles e San Francisco, li si incontrano un po' ovunque lungo le strade, molti sono giovanissimi, si avvicinano e chiedono qualche dollaro o un po' di cibo, questo è l’esercito dei dimenticati e degli invisibili da parte dello stato americano. Chiara e Roberto (Cosmolandia agenzia viaggi)

Ecco cosa può accadere quando la sanità non è pubblica

Un episodio reale

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urante il nostro ultimo viaggio negli Stati Uniti, mia moglie Chiara, è stata costretta a ricorrere a delle piccole cure mediche in un ospedale dell’Utah. Vorrei rendervi partecipe della nostra esperienza. All’arrivo al Pronto soccorso, neppure cinque minuti di attesa ed è stata fatta accomodare in una stanza privata. Gli è stato fornito un camice e un’infermiera si è subito presa cura di lei. Inoltre ci è stata fornita anche una t r a dutt r i c e dall’inglese

all’italiano nel caso ci sfuggisse qualche parola, in pochi minuti è arrivata la dottoressa che le ha prestato le cure del caso facendo tutti i controlli ed esami immediati. Per fortuna il tutto si è risolto con la somministrazione di una medicina e mia moglie già il giorno dopo stava meglio.

Ma perché vi ho raccontato tutto questo? A parte la pulizia, l’efficienza dell’ospedale e il personale, molto gentile, quello che voglio farvi notare, è stata la parcella presentata alla fine della prestazione medica: 4.350 $ (circa 3.800 euro) per neppure 3 ore di cure. La sanità americana è tutta a pagamento e solo chi può permettersi certe cifre può avere accesso a delle cure adeguate, quindi prima di partire è molto importante fare un’assicurazione medica completa che possa coprire ogni imprevisto, come noi prontamente avevamo fortunatamente fatto . Roberto

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’è un luogo con una storia insolita nella nostra valle, una storia che sta lentamente scivolando nell’oblio della memoria popolare. Quanti di voi, guidando dal casello di Masone verso Ovada, hanno fatto caso a quell’enorme rudere accasciato a Rossiglione, sulla riva sinistra dello Stura, come un grande capodoglio morente? E quanti di quelli che l’hanno notato si sono chiesti “ma che cos’è?”. Magari a molti di voi sarà nota la sua storia, ma immagino che molti adesso si staranno chiedendo di cosa sto parlando. Bene, partiamo dal principio: nel lontano 1871 il Cavalier Figari, un uomo potente e famoso, decise di costruire proprio in quel punto un Cotonificio per la lavorazione e la filatura del cotone. L’azienda ebbe un enorme successo, così tanto da richiamare l’attenzione di alcuni esponenti dell’alta borghesia genovese che trent’anni dopo lo acquistarono e fusero con uno stabilimento simile, a Massa. Nacque così il Cotonificio Ligure, fonte di ricchezza e prestigio per tutta la Valle Stura e le zone limitrofe. Nonostante le varie crisi provocate dall’irrequietezza dei mercati, dalle alluvioni e dai bombardamenti nazisti (pensate che nel 1944 lo stabilimento di Rossiglione venne quasi completamente distrutto), il Cotonificio Ligure riscosse un successo internazionale. Cominciarono ad arrivare ordini dal Nord Europa, dal Nord America e dall’Oriente, vennero assunti tantissimi operai fino a raggiungere quota 4500 alla fine degli anni Cinquanta. Quasi

tutti i dipendenti erano donne, anche ragazze giovanissime, che con quel misero stipendio potevano mettere da parte qualcosina per il corredo nuziale. Il decennio 1950-60 fu una vera e propria Golden Age per la Valle Stura: corriere cariche di operai correvano avanti e indietro tra Masone e Rossiglione per portare i dipendenti al Cotonificio. Bar, taverne e ostelli fiorivano, i piccoli negozi di alimentari erano sempre affollati, Rossiglione era diventata una “piccola Bologna”, come raccontano molti ex dipendenti. E poi tutto finì. La concorrenza estera, soprattutto orientale, mise in crisi il Cotonificio che non riusciva in nessun modo a rendere i suoi prezzi ancora più competitivi. Molti, moltissimi operai vennero licenziati, tantissimi si trovarono improvvisamente senza lavoro. I bar, le taverne, i negozi cominciarono a chiudere, le famiglie, per sopravvivere, a trasferirsi a Genova. Il calo economico e demografico era iniziato. Questa è una piccola, piccolissima, parte di una storia che molto spesso viene taciuta, una storia di luci e ombre che hanno portato a trovarci oggi davanti alle rovine della memoria. Ilenia Procopio

"I Promessi Sposi"

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ul nostro sito e pagina facebook “I Promessi Sposi” interpretati dagli alunni della classe 5° Scuola prima “F.lli Puppo” di Rossiglione, con la regia della maestra Maria Grazia Zunino.


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Valle Stura e Val d’Orba Il segno e il tempo: in tutte le ere l'uomo ha sentito il bisogno di lasciare una sua impronta

Un incontro tra i graffiti liguri

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e nostre strade, i nostri fiumi, le nostre colline. Sono lì da tempo immemore, da sempre, tanto da dimenticarcene. Quelle stesse strade, quegli stessi fiumi, una volta erano percorsi da gruppi di uomini che, con armi rudimentali, cercavano di proteggere se stessi e il bestiame dagli attacchi e dalle intemperie. Quegli uomini, nella loro semplicità, sentivano il bisogno di raccontare, di narrare le proprie storie, le proprie paure, nel modo più semplice che conosciamo: attraverso il disegno. Le valli liguri hanno un’altissima concentrazione di graffiti e di ritrovamenti risalenti all’Età del Bronzo (tardo III millennio a.C. – 600 a.C.), un’epoca di enorme sviluppo per le prime società umane. Proprio di questo si è parlato durante il convegno tenutosi recentemente presso la sala delle conferenze del Museo della Filigrana a Campo Ligure. A illustrare questo mondo poco conosciuto erano presenti cinque relatori, archeologi e studiosi, da anni al lavoro su questi ritrovamenti. I cinque interventi partivano da un’introduzione alla Preistoria ligure, tenuta da Angiolo del Lucchese, studioso di grandissima fama e autore di numerosi articoli, passando per un’esplorazione delle incisioni rupestri del finalese grazie alla presentazione della Dott.ssa Mordeglia, del Museo Archeologico di Finale Ligure, e delle tracce archeologiche e l’arte rupestre della Val Bormida e del Parco del Beigua, interventi svolti dall’archeologo Carmelo Prestipino e dalla Dott.ssa Pirotto. L’incontro si è concluso con la presentazione della Dott.

ssa Bianchi sulle nuove ricerche e sui dati del Monte Bego, il più grande sito europeo di incisioni rupestri, che ha restituito graffiti e reperti di inestimabile valore storico che ci riportano a un periodo in cui le persone viaggiavano tantissimo, molto di più di quanto possiamo immaginare. Uomini che a piedi attraversavano catene montuose, foreste e le vaste distese nordiche per barattare o ottenere lo stagno, materiale indispensabile per creare il bronzo. Una storia che abbiamo così vicino a noi, di uomini e donne che hanno vissuto e do-

mato queste impervie valli, che ha bisogno di essere fatta conoscere, per restituire l’identità di quello che siamo. E al termine di questo interessante convegno non abbiamo potuto fare a meno di sentire la voce degli amministratori locali. I Relatori di "Graffiti Liguri"

Sindaco, Campo Ligure negli ultimi anni è cresciuta tantissimo a livello turistico grazie anche alla promozione culturale. Avete intenzione di aumentare il numero di eventi di questo tipo o è in programma l’orga-

nizzazione di mostre per i “non addetti ai lavori”? Alcuni anni fa dei privati e l’ex assessore Bongera sono riusciti a trovare lungo il torrente Pon-

zema delle incisioni rupestri che hanno portato all’approfondimento di questo tema, ci stanno lavorando da anni e penso ci lavoreranno ancora perché cre-

a tanti anni fa, quando si andava a ballare al “Cian du Dan” (Piano del Dano); oggi, come gli altri paesini dell’entroterra, patisce la lontananza dai centri abitati più grandi, e le strade, messe a dura prova dalle piogge e dalle gelate invernali, sono sempre più dissestate e pericolose: mentre si vorrebbe che questa piccola “Svizzera”, nonostante le lunghe distanze, non rimanga isolata dal resto del territorio comunale.

Assessore Ottonello, durante il suo discorso conclusivo ha detto che questo è solo un punto di partenza per il rilancio culturale e archeologico di queste zone. Quali saranno i prossimi passi? Sicuramente iniziare con un lavoro di tutela e valorizzazione da cui inevitabilmente sorgeranno dei problemi su quanto bisogna tutelare e quanto invece bisogna diffondere. Sicuramente bisognerà affiancarlo a un lavoro di diffusione, nel senso proprio di educazione di questo nuovo aspetto. Spesso e volentieri questi segni dell’arte rupestre non vengono neanche riconosciuti e non si sa neanche che occorre tutelarli perché non abbiamo ancora quel tipo di educazione e di cultura pubblica, bisogna quindi lavorare anche su questo. Ciò potrebbe diventare un lavoro di collaborazione nei prossimi anni tra il nostro comune, Rossiglione e Masone, avvalendoci anche delle competenze degli studiosi che oggi erano qui con noi.

Matteo Serlenga

Ilenia Procopio

La località più “lurbasca” di Sassello

Laggiù nel Dano

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gglomerato di case nel territorio comunale di Sassello, ma ad un tiro di schioppo dalle due Vare: stiamo parlando del Dano (Dan in dialetto), la località più “lurbasca” del comune dell’entroterra savonese, che dista ben 25 chilometri dal Palazzo municipale nel centro del paese e solo un chilometro dal comune di Urbe, aldilà del ponte sull’Orba, che fa da confine naturale tra i due comuni. Questo ameno territorio, che veniva definito come una piccola “Svizzera”

per via dei suoi bei prati curati, delle sue numerose cascine e delle sue fresche fonti, conta ad oggi solo una decina di residenti stabili, mentre durante la bella stagione arriva a contare fino ad una cinquantina di persone, grazie all’arrivo di numerosi villeggianti. Una piccola località che gravitava attorno al suo antico mulino, come ci ricorda Liberina Zunino: “Il mulino era il fulcro della vita del Dano” ci racconta, “vi veniva macinato il grano, che rendeva bene, ed ogni famiglia disponeva di più campi. E vi si servivano anche gli abitanti di Piampaludo”. Una piccola comunità quindi legata ancora alla terra e ai suoi prodotti, come le castagne, che, come ci spiega Liberina, “venivano raccolte in gran quantità e vendute e scambiate con altri prodotti quali il riso, la polenta o l’olio di Oneglia”, ed i

funghi (ben 40 chili essiccati nel 1946!), che quest’anno si sono potuti trovare fino a metà novembre. Una località ricca di storia che ha visto passare sui suoi sentieri gli antichi liguri, romani, napoleonici e tedeschi, come ci spiega Giorgio Siri: “queste zone erano popolate fin dall’antichità”, ci racconta “e hanno visto numerose battaglie e passaggi di truppe di ogni epoca”, in particolare durante l’ultima guerra, come dimostrano le targhette ed i monili di quel periodo. Il Dano inoltre è rinomato per le sue fresche fonti: è proprio da questi monti infatti che sgorgava la celebre “acqua del Faiallo”, una delle più pure e buone di tutta Europa. Il Dano e le sue bellezze (tra cui la bellissima chiesetta intitolata alla Madonna della Guardia) conservano ancora il fascino di un piccolo mondo antico, e il tempo sembra essersi fermato

do che siano temi che vadano approfonditi e studiati. Per ora però sono dati ancora riservati agli studiosi. È chiaro che, se ci saranno approfondimenti, verranno estesi almeno alle scuole medie e agli studenti della nostra Valle. A livello turistico Campo Ligure, negli ultimi vent’anni, ha lavorato moltissimo, è stato riconosciuto come uno dei Borghi più Belli d’Italia e credo che questo paese abbia un futuro in quest’ambito, ci teniamo e sicuramente ci lavoreremo ancora tantissimo.

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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

“Amici del Presepio” esultano

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ll’inizio di ottobre nel piccolo centro della Valle Stura la notizia ha fatto l’effetto di una doccia fredda: “il presepe meccanizzato probabilmente quest’anno non si farà”. Detta così può sembrare una cosa di poco conto ma, se consideriamo ciò che rappresenta il presepe meccanizzato nel Natale dei campesi, la valutazione cambia immediatamente. Si tratta infatti di una tra le più rinomate rappresentazioni della Natività a livello regionale, se non addirittura nazionale, creata alla fine del 1800 ed allestita nel periodo natalizio in luoghi diversi nel tempo fino al 1976 quando l’antico Oratorio di San Sebastiano e Rocco è diventato la sede ufficiale. La notizia è stata quasi subito confermata dai componenti del gruppo “Amici del Presepio” che, pur essendo i custodi della tradizione, hanno dovuto fare i conti con la recente grave perdita di alcuni importanti membri della loro associazione. Il tam tam è subito entrato in azione e in breve tempo le offerte di collaborazione sono arrivate numerose, da volonterosi campesi “innamorati” del loro paese. La data di apertura del presepio è stata già resa nota e tutti possono tirare un sospiro di sollievo certi che anche quest’anno dal 8 dicembre fino alla fine di gennaio le porte dell’oratorio di San Sebastiano saranno aperte ai visitatori. Giacomo Piombo

VALLE STURA Rossiglione: in Valle Stura si sente già l'aria delle festività

“Mercatino di Natale 2018” T ra tutte le tradizioni natalizie, quella dei mercatini è una delle più attese e apprezzate, e vede numerosi turisti recarsi nei paesi del nord Europa a visitare queste suggestive manifestazioni per comprare i primi regali o semplicemente per respirare un po’ di aria natalizia. Dal 7 al 9 e dal 14 al 16 dicembre lo spirito natalizio si può respirare anche in Valle Stura grazie al Mercatino di Natale di Rossiglione, organizzato dal Gruppo Operatori Economici Rossiglione 2000; giunto ormai alla sua dodicesima edizione, vedrà come ogni anno presenti presso l’area Expo tantissimi banchetti di espositori con i loro prodotti locali durante i primi due fine settimana di dicembre. L’8 dicembre in occasione del primo weekend di mercatini la Pro Loco di Rossiglione organizzerà la nuova “castagnata di Natale”, dove i “valoi”, con i

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a diversi anni si sente parlare sempre più di crisi economica, le grandi aziende sono costrette a chiudere i battenti e la disoccupazione, in particolare quella giovanile, aumenta di anno in anno. Numerose sono state le proposte per tentare di arginare la situazione, ma per il momento nulla sembra essere cambiato concretamente. Recentemente però da Campo Ligure, paesino dell’entroterra ligure, sembra essere arrivata una soluzione innovativa contro il problema: Giuseppe Rizzo, imprenditore campese, ha infatti ideato quello che lui definisce come “il sistema meno faragginoso e più efficace nel creare maggiore equità e benessere economico e sociale a favore di aziende e cittadini”.

IL PROGETTO “RIZZO EUROPLUS” Il progetto si chiama “Rizzo EuroPlus” e, come il suo ideatore ci spiega, prevede l’utilizzo di una carta elettronica prepagata a favore di lavoratori e pensionati con retribuzione mensile infe-

tradizionali padelloni, cuoceranno le castagne e in aggiunta si potrà anche trovare il simpatico “trenino delle caldarroste”, un banchetto a forma di locomotiva, mentre a partire dalle ore 15 si terrà la rappresentazione dal titolo: “Aspettando il natale”, uno spettacolo di

intrattenimento a tema natalizio dedicato ai più piccoli. Il 12 dicembre ci sarà il concerto dei maestri della scuola di musica “Faber” di Rossiglione, mentre il 15 ed il 16 dicembre ci sarà un intrattenimento teatrale interattivo per i bambini con giochi, burattini e narrazioni,

curato da “Il Teatrino di Bisanzio di Andrea Benfante & Anna Giarrocco”. Immancabile l’ormai consueto appuntamento con Babbo Natale che, come ogni anno, aspetterà con ansia tutti i bambini che vorranno visitare la sua casa e farsi una fotografia con lui. “Come ogni anno abbiamo cercato di puntare sulla qualità degli stand per chi verrà alla ricerca di un regalo di natale originale e pregiato” afferma Marino Pizzorni, rappresentante del gruppo operatori economici Rossiglione 2000. “Naturalmente la stessa attenzione l’abbiamo adoperata per scegliere gli stand enogastronomici che proporranno prodotti di sicuro interesse. Per ricreare l’atmosfera tipica del centro storico abbiamo potenziato le luminarie natalizie che sicuramente susciteranno il tradizionale spirito natalizio.” Luca Serlenga

Campestre di Mioglia

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ercoledì 28 novembre, si è svolta a Mioglia la seconda edizione della corsa campestre dell'Istituto Comprensivo di Sassello alla quale hanno partecipato gli alunni delle classi seconde e terze dei plessi di Stella, Urbe, Sassello e Mioglia. I partecipanti erano divisi in 4 categorie: terza media femminile, seconda media femminile, terza media maschile e seconda media maschile. La coppa è stata vinta dal plesso di Mioglia. Alla manifestazione, che ha avuto una grande partecipazione, hanno collaborato il Comune di Mioglia, l'Istituto Comprensivo di Sassello e la Croce bianca di Mioglia. A fine gara tutti gli atleti hanno partecipato al rinfresco con focaccia e the caldo. Marì Pastorino, II C. Scuola media Mario Rapetto

Nel clima natalizio, un consiglio per migliorare la vita dei cittadini

EuroPlus, ovvero l’uovo di Colombo dopo aver versato quella reale su conto corrente intestato direttamente allo Stato. Questo sistema aumenterebbe il potere d’acquisto del suo utilizzatore in quanto, ad ogni cifra caricata, l’utente riceverebbe un “plus” del 40%. “Se il cittadino effettuasse una ricarica di 1000 € - spiega Rizzo - si ritroverebbe con un saldo complessivo di 1400 €, interamente spendibili tramite i canali di pagamento tracciabili”. riore ai 2000 € e dei beneficiari dei sussidi welfare, emessa direttamente dalla personalità dello Stato. Questa scheda funziona esattamente come la SIM di un telefono cellulare: per essere utilizzata deve essere ricaricata, senza vincolo o scadenza, con la cifra desiderata dal cittadino, che riceverà la somma in forma elettronica sulla propria carta EuroPlus,

PIÙ SPENDI, PIÙ GUADAGNI In parole più semplici, il cittadino, spendendo il proprio denaro in domanda, otterrà un bonus del 40% che verrà accettato dal venditore, il quale a sua volta potrà servirsene per le proprie spese. Qualora qualsiasi venditore decidesse di incassare il denaro, prelevandolo dalla propria prepagata EuroPlus, riceverebbe unicamen-

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te la cifra versata inizialmente dall’acquirente, senza la maggiorazione del 40%. Tuttavia questa pratica non farà subire perdite a colui che deciderà di monetizzare il denaro virtuale, poiché il 40% aggiuntivo gli sarà compensato tramite un credito d’imposta del medesimo valore. PIÙ POTERE D’ACQUISTO, PIÙ BENESSERE, PIÙ LAVORO L’obiettivo di questo sistema innovativo è quello di aumentare il benessere del cittadino che, ritrovandosi con un maggior potere d’acquisto, porterebbe ad un incremento della prosperità delle aziende. In questo modo i posti di lavoro aumenterebbero, portando la disoccupazione a diminuire, e la stessa economia statale ne risentirebbe in positivo, grazie al fatto che i pagamenti EuroPlus,

in quanto elettronici e perciò tracciabili e sicuri, impedirebbero il fenomeno dell’evasione fiscale, aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. L’imprenditore Giuseppe Rizzo si dichiara disponibile verso chiunque voglia conoscere più approfonditamente questa soluzione, in modo tale che, come è auspicabile, possa essere attuata nel più breve tempo possibile, considerando l’opportunità che il sistema Europlus potrebbe rappresentare nella imminente gestione del “Reddito di Cittadinanza”, consentendone l’erogazione senza oneri diretti per lo Stato. Giacomo Piombo Per saperne di più: Giuseppe Rizzo rizzoeuroplus@gmail.com


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VALLE STURA E ALTA VALLE DELL'ORBA Urbe, un insieme di frazioni definito “Il reame boscoso”

Lorenzo Zunino

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rbe (Sv) è un insieme di frazioni, ognuna con una sua caratteristica ben precisa. Si potrebbe dire tanti gruppi di case raccolti sotto l’egida di un solo organismo amministrativo, il comune appunto, che, quasi per una sorta di equidistanza, sorge isolato dai vari concentrici. Alcuni dicono che Urbe faccia parte di un “reame boscoso”, altri lo considerano una “Repubblica dei varelfi”. Insomma la fantasia non manca per definire Urbe per quello che è: un luogo magico che sa darti tante sensazioni e, soprattutto, sotto l’aspetto paesaggistico prospettive diverse: dagli spazi aperti del Faiallo, alle rive boscose dell’Orba che scorre su un letto scosceso di tornanti sassosi. Noi di Urbe ce ne occupiamo spesso, anche perché qui il dibattito politico è molto vivo. Dopo aver dato la parola al sindaco Fabrizio Antoci, oggi abbiamo sentito uno dei due esponenti della minoranza consiliare, Lorenzo Zunino (l’altro esponente è Franco Dimani) che per una manciata di voti nel 2014 non è riuscito a conquistare il seggio più alto del comune. “La situazione amministrativa locale è stata gestita in chiaro...scuro – ci dice subito Zunino – Antoci ha lavorato a volte in modo condi-

visibile, a volte no”. Ma quali sono i problemi di Urbe? “Indubbiamente la viabilità, anche in considerazione dell’assetto geografico del paese distribuito in diverse frazioni – ci risponde Zunino – Ultimamente la Provincia di Savona ha provveduto a rifare alcuni tratti di asfalto ed è intervenuta per ricostruire un ponte”. In effetti tra Vara Inferiore e Vara Superiore vi sono stati degli interventi manutentivi ed è stato rifatto anche il ponte tra San Pietro d’Olba e Martina, certo è che la rete stradale è lunga e che ancora molto resta da fare. “Le strade favoriscono il turismo – ci sottolinea Zunino – ma il turismo non basta a far vivere Urbe. Occorre

sostenere l’economia locale favorendo l’insediamento di attività compatibili con il territorio, quali la lavorazione del legname, l’artigianto, un adeguato sfruttamento delle risorse idriche e spingere sull’uso delle risorse energetiche alternative”. E per contrastare il fenomeno dello spopolamento cosa si potrebbe fare? “Le scuole e i piccoli negozi, assieme al lavoro, sono gli elementi indispensabili per tenere la gente qui – ci risponde con sicurezza Zunino - L’Amministrazione comunale per le scuole devo dire che ha fatto uno sforzo grandissimo e per ora siamo riusciti a tenere qui il ciclo completo sino alle medie. Per i piccoli negozi si dovrebbe combattere per la riduzione delle tasse locali e per l’abbattimento dell’IVA”. Urbe può contare su aiuti esterni per sostenere le sue politiche pubbliche? “Avere i giusti referenti sia in provincia, sia in Regione per un Comune è importantissimo – ci spiega Zunino – per quanto mi concerne posso dire il consigliere regionale Angelo Vaccarezza di Savona e la V. Presidente della Provincia Luana Isella, si stanno dando molto da fare per Urbe e il suo circondario”. Gian Battista Cassulo

“Masone’s Got Talent”

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vento natalizio presso il Piccolo Cottolengo di Genova, La truppa solidale dei ragazzi del Masone’s Got Talent (il “festival solidale” dell’entroterra) torna sulle scene con un nuovo spettacolo natalizio che si terrà venerdì 21 dicembre 2018 dalle ore 14:30 presso il Teatro “Von Pauer” all’interno della struttura del Piccolo Cottolengo di Don Orione - Istituto Paverano di Via Ayroli in Genova San Fruttuoso. Dopo la loro recente partecipazione al concorso europeo GaYa Film Festival, gli artisti della Valle Stura hanno deciso di portare l’allegria e la spensieratezza del loro format anche ai pazienti di questa struttura, continuando le loro “esibizioni solidali” cominciate lo scorso anno presso l’Ospedale Pediatrico Gaslini. A differenza dell’ultima edizione natalizia, questa volta lo spettacolo sarà aperto al pubblico, che potrà gustarsi le esibizioni dei cantanti, ballerini, attori, musicisti e di tutti gli aritsti “MGT” in salsa natalizia. Ospiti d’eccezione saranno la cover rock band Keyser Soze, la ballerina Daniela Bagliano e il rapper Mike from Campo. La conduzione sarà di Serena Sartori e la parte tecnica sarà curata da Mario Rollandini. Matteo Serlenga

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I "MARCHI DOC" DELLE ECCELLENZE DEL TERRITORIO

CANTINA SOCIALE DI MANTOVANA

I nostri vini e gli abbinamenti gastronomici Sta per arrivare la stagione invernale, e con esso il piacere di trovarsi in ottima compagnia, al caldo attorno ad una bella tavola imbandita, con i piatti della tradizione culinaria italiana, e Vi vogliamo suggerire alcuni accorgimenti, per scegliere il vino giusto da abbinare, della Cantina Sociale di Mantovana.

Piatti di Pesce o Crostacei

metta ai commensali di iniziare il pranzo in maniera “semplice”, in questo caso vediamo bene il Piemonte Bonarda d.o.c “Rovannina”., la cui naturale vivacità, aiuterà nella pulizia del palato. Per primi saporiti quali cannelloni ripieni, lasagne al forno o i cappelletti in brodo, è necessario un vino sempre rosso ma più corposo con media acidità, ad esempio il nostro Dolcetto di Ovada “Il Piaggio”, anche nella versione Ovada superiore D.O.C.G, che renderà ancor più deliziosi i vostri primi piatti. Per un secondo di arrosto o selvaggina possiamo salire ancora di corpo, scegliere un vino profumato che possa farci concludere al meglio il vostro tanto atteso pranzo, in questo caso vi consigliamo il nostro Barbera del Monferrato d.o.c. “Cerretta”, anche nella versione Barbera Monferrato d.o.c.g. superiore, molto indicato per secondi importanti e speziati

Dolci Per gli antipasti con crostacei e di pesce e vediamo particolarmente indicato il Piemonte Chardonnay d.o.c. “Rugiada” frizzante come da tendenza del momento che “obbliga” a pasteggiare cenare con le bolle. Il “Rugiada” è indicato perché si sposa anche con verdure e formaggi poco stagionati. Per i primi con pesce, vi consigliamo vini bianchi profumati o anche vini rossi ma di poco corpo. Guardando alla nostra selezione potreste proseguire con lo Chardonnay “Rugiada” o il Cortese dell’Alto Monferrato “Bandiasso”, oppure scegliere il nostro Piemonte Rosato d.o.c. “Fior di Rosa, che si sposa molto bene con i crostacei. i secondi ovviamente dipende, per i piatti a base di pesce Vi consigliamo il nostro Gavi d.o.c.g. “Sguardo”. Questi piatti tendono al dolce e quindi il vino non deve essere troppo alcolico. Se scegliete i crostacei l’ideale è l’ottimo Rosè Spumante “Frattina” in grado di sgrassare la pietanza. Se avete del pesce al forno o arrostito in padella potreste abbinare un vino bianco con buona struttura, come in ns. Monferrato Bianco “San Lorenzo”, in quanto il sapore di un vino troppo leggero potrebbe non reggere il sapore marcato del piatto.

Primi Piatti, Carne, Formaggi e, Salumi Per l’antipasto di formaggi e salumi possiamo portare a tavola un vino rosso non troppo corposo che per-

Per i dolci molto dipende dal gusto delle persone. A chi preferisce abbinare al dolce lo Spumante secco, consigliamo I nostri spumanti Brut “Marengo” o “Monteri”, entrambi di ottima qualità, dal fine perlage e dal piacevole sapore tipico di lievito. A chi preferisce abbinare i vini dolci, consigliamo “Giocoso”, vino Moscato dolce, delicato e profumato , oppure “San Biagio” Monferrato Freisa, amabile e con un piacevole profumo e aroma muschiato. Comunque per finire vi consigliamo di bere con moderazione, e bere vino di qualità, quindi il vino della Cantina Sociale di Mantovana, in questo modo potrete esaltare i sapori del cibo e comunque far del bene al vostro corpo!

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Novembre/Dicembre 2018

Ovada, ovadese e Rondinaria Lantero: “Bisogna ragionare in termini di territorio per superare questo difficile momento”

Ovada: una città in crescita

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e noi Sindaci potessimo governare i nostri comuni con la dovuta autonomia, potremmo rispondere meglio e a quasi tutte le richieste dei nostri concittadini”. Con queste parole il sindaco di Ovada, Paolo Lantero, ci accoglie nel suo ufficio di Palazzo Delfino, sede del municipio di questa bella cittadina ricca di storia e posta alla confluenza dello Stura con l’Orba, quasi visiva cerniera tra Piemonte e Liguria. “Purtroppo non è così! - ci dice il sindaco continuando nel suo ragionamento - Questa è l’amara situazione odierna e non bisogna avere la verità in tasca per dire ciò, ma occorre affrontare l’attuale emergenza economica ascoltando tutti, a prescindere dal credo partitico dei vari interlocutori, perché il Sindaco – ci sottolinea Lantero - non deve essere di parte, non è nel mio carattere, ma rappresentare tutti, perché gli integralismi, di destra o di sinistra, sono pericolosi per la società”. Una posizione questa più che condivisibile, ma sul piano pratico quali le risposte da dare per mantenere in equilibrio le richieste della gente? “In primo luogo il lavoro – ci dice Lantero – Dai dati desunti dalla Camera di Commercio notiamo nell’ovadese, perché personalmente considero Ovada un tutt’uno con il suo circondario, una sostanziale tenuta delle sue storiche aziende con un positivo incremento occupazionale, anche perché gli imprenditori locali hanno saputo reinventarsi”. Un esempio? “L’esempio potrebbe venirci dai mobilieri che un tempo erano l’élite imprenditoriale ovadese. Adesso, dopo la spietata concorrenza della grande distribuzione – ci fa notare Lantero – i mobilieri si

sono creati una nicchia di mercato, magari piccola, fornendo servizi di qualità e mobili su misura. Potrebbe essere la base per una rinascita artigianale specifica”. Altre opportunità per Ovada e il suo circondario? “Il turismo – risponde senza incertezze il Sindaco – il nostro territorio rappresenta da se stesso un’eccellenza. Penso ai borghi che fanno da corona ad Ovada e Ovada li aiuta a farli vivere, fornendo loro servizi essenziali, quali l’ospedale, i trasporti, e servizi sociali”. Effettivamente il turismo potrebbe essere la vera industria del domani. “Certa-

IL MOTIVO DEL CONDERE “Ho letto con un po’ di sorpresa la risposta del sindaco Lantero all’articolo pubblicato da questo giornale – ci dice Cassulo - alle critiche rivoltegli dal direttivo della nostra sezione. Mi ha sorpreso in particolare il fatto

mente e lo stanno dimostrando i numerosi agriturismo che intorno a noi stanno nascendo, all’insegna dell’ospitalità lenta (ndr.: lo slow food), per non parlare delle iniziative che da tempo abbiamo messo in cantiere”. Ad esempio? “Il mercatino dell’antiquariato che, tanto per citare alcune date, a Pasqua, a Ferragosto e l’8 dicembre, attira ad Ovada appassionati del settore da ogni dove”. Il turismo però implica buoni collegamenti ferroviari e stradali. “È vero e su quel piano come amministrazione ci stiamo seriamente impegnando, anche perché personalmente, essendo un pendolare anch’io, so cosa vuol dire viaggiare” ci risponde il Sindaco che ci illustra come, per la linea ferroviaria “Ovada – Alessandria”, vi siano buone aspettative per una possibile riapertura al traffico passeggeri, sia pure in determinate fasce d’orario, grazie ad un accordo in via di perfezionamento tra Regione e un soggetto privato. E per il sevizio su gomma? “La Saamo, come tutte le aziende del settore, soffre anche perché penalizzata dai minori conferimenti che ora giungono solo dalla Regione la quale, in materia, ha assunto anche le competenze della Provincia. A livello nazionale però manca una vera politica per incentivare i trasporti pubblici”. E allora? “Noi, al di là di tutto, ci stiamo attivando per mettere in sicurezza la Saamo perché è una Spa dove i soci sono tutti i comuni dell’ovadese, quindi è un’azienda patrimonio della comunità che contribuisce a mantenere la gente sul territorio. E noi dobbiamo contrastare lo

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La Lega di Ovada pronta ad un confronto pubblico

È già campagna elettorale?

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entre tutte le altre forze politiche in opposizione all’amministrazione del comune di Ovada stranamente tacciono, solo la Lega ovadese da tempo è scesa in campo per mettere in rilievo le criticità delle scelte operate dalla Giunta guidata dal sindaco Lantero”, con queste parole ci accoglie nella sede del suo partito, Piersandro Cassulo per controbattere alle le risposte del Sindaco Paolo Lantero sulle critiche rivoltegli dalla Lega, anche sulle colonne di questo foglio d’informazione locale. Poiché le questioni sono complesse e articolate, abbiamo ritenuto interessante far conoscere meglio ai lettori le rispettive ragioni di questa contesa sentendo nuovamente ambedue le voci. L’AVVIO DI UN CONFRONTO Dando per cavalleria l’ultima parola al Sindaco, inizialmente ci rivolgiamo al Segretario politico della sezione Lega di Ovada, Pier Sandro Cassulo, da molto tempo impegnato nelle vicende ovadesi. Cassulo, già vice sindaco a Silvano d’Orba e poi per molti anni sindaco a Capriata d’Orba suo paese d’origine, è sempre stato uno dei più stretti collaboratori, all’interno del Partito Socialista di Ovada, del

compianto politico Vincenzo Genocchio.

Taglio alberi in Valle Stura

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l 15 Novembre è stato emesso un comunicato sulla gestione del territorio, da parte dei comuni del SOL. Da come si legge sulle pagina Facebook del comune di Rossiglione infatti, a seguito dell’incontro tra i primi cittadini dei comuni di Rossiglione, Campo Ligure, Mele, Masone e Tiglieto ed i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, è stato disposto che: “i proprietari dei fondi i cui alberi incombono sulle strade di uso pubblico devono provvedere, entro il 15 dicembre, al taglio degli stessi laddove costituiscano pericolo e comunque entro una fascia di 6 metri dall’asse stradale fuori dai centri abitati”. Il post sulla pagina del Comune di Rossiglione continua affermando che: “come pesantemente dimostrato a Mele nel corso dell’ultima allerta e a Masone lo scorso dicembre, questi alberi costituiscono un grave pericolo per la circolazione e per l’incolumità della cittadinanza ed è tassativo ed urgente che i proprietari provvedano ai doveri sanciti a loro carico dal codice civile, codice della strada ed altre numerose prescrizioni il più tempestivamente possibile.” Non mancheranno i controlli da parte delle autorità competenti: infatti nel post in questione si preme a ricordare che “in caso di inadempienza sono previste una sanzione pecuniaria (Ndr.: da 169 a 680€ applicabile ad ogni fattispecie, ossia potenzialmente ad ogni albero) e la sanzione accessoria del ripristino dei luoghi”. Si rammenta, infine, che “nel caso di danni a Continua a pagina 10


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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

Prosegue dalla pagina precedente: "Ovada una città in crescita"

spopolamento perché esso, assieme alla speculazione urbanistica (intesa a livello nazionale ma non un problema locale), è alla base dei disastri ai quali stiamo assistendo”. Parlando di turismo e di collegamenti, non possiamo non citare la Valle Stura. Quali i rapporti di Ovada con questa Valle? “L’acqua ci insegna tutto – ci risponde Lantero - Lo Stura dal Turchino arriva sino a noi, come l’Orba che nasce alle falde del Faiallo. Noi siamo intimamente legati alla Valle Stura, ma anche a Urbe, a Tiglieto e a tutta l’Alta valle dell’Orba. Siamo dei buoni vicini e Ovada alla Valle Stura offre molti servizi, in primo luogo l’Ospedale, che è un nostro patrimonio da preservare”. Ecco a proposito dell’Ospedale cosa ci può dire? “Stiamo facendo di tutto per tenerlo in attività puntando molto sul Pronto Soccorso ove, di concerto con l’Ospedale di Novi, ospitare i casi meno gravi. Fare cioè rete con le altre realtà ospedaliere, pur nella consapevolezza che i codici del 118 rispondono ad una loro specifica organizzazione”. E sempre in tema di assistenza una parola è d’obbligo sul Lercaro. “Le nostre parole d’ordine per questa residenza per anziani sono mantenimento e miglioramento. Ci sono state polemiche in materia, ma noi stiamo lavorando in modo silenzioso senza lasciarci trascinare nello scontro politico. Per noi è prioritario il benessere degli anziani e questo è il nostro vero obiettivo, perché il Lercaro è un bene prezioso per il territorio”. Abbiamo parlato degli anziani, e per i giovani? “Abbiamo in città diverse strutture che servono anche ai paesi a noi circostanti. Uno fra tutti è l’impianto del Geirino, nonostante le molte difficoltà economiche, oggi ha i conti in equilibrio. La prossima tappa sarà quella degli investimenti per potenziare questa struttura utile a tutti. Di certo è un impianto che ben difficilmente trova riscontri in altre realtà delle nostre dimensioni”. Chiudiamo qui questa nostra lunga intervista di fine anno con il Sindaco di Ovada, che ci ha

OVADA Prosegue dalla pagina precedente: "Iniziata la campagna elettorale"

che anziché limitarsi a rispondere come suo diritto sui temi amministrativi da noi evidenziati sia sceso anche sul piano etico dandoci dei bugiardi e mettendo in rilievo seppur senza fare nomi un percorso politico chiaramente rivolto al sottoscritto”. L’ANTEFATTO Sul numero di settembre del nostro giornale, nella rubrica dedicata alla politica ovadese era infatti apparso un intervento a firma del Consiglio direttivo della Lega ove venivano evidenziate alcune criticità locali, quali la raccolta rifiuti, le vicende dello Story Park, dell’Ostello del Geirino la questione Saamo, mentre nella stessa rubrica apparsa sul numero di luglio venivano evidenziate le carenze politiche sull’ospedale, sul Lercaro e in materia di gestione degli uffici comunali. Temi questi che a “l’inchiostro fresco” sono risultati, anche dai riscontri ottenuti parlando con la gente, molto sentiti dalla popolazione. Il Sindaco, con molta puntualità, ha raccolto queste osservazioni provenienti dal basso, inviando, non solo al nostro giornale ma anche a tutti gli altri organi d’informazione locale, una sua nota che abbiamo pubblicato sul numero di ottobre/novembre, sempre nello spazio dedicato alla bacheca della politica ovadese, con la quale sostanzialmente confutava come non veritiere le critiche rivoltegli. Da qui l’odierna levata

di scudi della Lega ovadese. LA RICHIESTA DI UN PUBBLICO CONFRONTO “Per quanto riguarda il fatto che il Sindaco nella sua risposta ci abbia praticamente definito bugiardi – ci anticipa a questo proposito Piersandro Cassulo - il Direttivo di sezione mi ha incaricato ufficialmente di incontrarlo in un pubblico dibattito, su temi importanti come: Raccolta rifiuti, Ospedale, Lercaro, Saamo, Ostello, Story Park, ecc. così i cittadini avranno finalmente la possibilità di capire dove sta la verità. visto che noi siamo ben sicuri di quello che abbiamo affermato”. Un dibattito pubblico, dunque, e la cosa poi non è così male visto che in democrazia “il governo è fondato sulla discussione”, come citava il laburista nel 1962 Clement Attlee, analizzando il sistema politico inglese. LE NECESSITÀ DEMOCRATICHE DEL CONFRONTO Le cose quindi, per meglio essere comprese e sviscerate, devono essere discusse alla luce del sole, come naturalmente avviene nei Consigli comunali, ma anche sulle pubbliche piazze o, come in questo caso, con l’ausilio dei mezzi d’informazione locale, quando questi, naturalmente, sappiano riportare con imparzialità tutte le opinioni.

presentato il suo comune, che ha un bilancio annuo di circa undici milioni e mezzo di euro, come una realtà virtuosa perché “Chiudiamo ogni anno con un avanzo di bilancio e, come amministrazione, non abbiamo mai chiesto alla nostra tesoreria un’anticipazione di cassa, così come non abbiamo debiti fuori bilancio”, ci dice con un certo orgoglio il sindaco, congedandoci.

UN FATTO PERSONALE Ma prima di lasciarci, Piersandro Cassulo vuole puntualizzare, per fatto personale in quanto tirato in ballo direttamente, una sua questione: “Sul mio percorso politico larvatamente criticato dal Sindaco, posso solo rispondergli che non credo sia quello che, in questo momento così difficile, interessi ai cittadini ovadesi, ma se lo ritiene utile avremo sicuramente, in sede pubblica, modo di analizzare le scelte che hanno contraddistinto i nostri rispettivi percorsi e le conseguenti motivazioni”.

Federica Riccardi

Federica Riccardi

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta indirizzata dal Sindaco di Ovada, Paolo Lantero, al Segretario politico della sezione di Ovada della Lega, Pier Sandro Cassulo. Ricordiamo ai nostri lettori che quest’ultimo ha “sfidato” pubblicamente il sindaco in carica ad un pubblico confronto.

Al Signor Pier Sandro Cassulo

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entile Segretario, riscontro volentieri la Sua lettera del 5 novembre. É naturale che ogni forza politica possa liberamente valutare la situazione amministrativa o anche quella più generale della Nazione. È uno dei principi più importanti della nostra vita democratica e spero che Lei, ma soprattutto la forza che rappresenta, condivida come me l’augurio che continui ad essere tale. Non è mai stata mia intenzione spostare la dialettica politica sul piano etico: il rispetto delle persone non deve mai venire meno; si possono però criticare i comportamenti, su questo spero che sarete d'accordo. Non ho mai scritto che siete dei

bugiardi e non ho mai espresso valutazioni sulle Vostre persone o sui Vostri valori etici. Nello specifico, all'interno di alcune considerazioni sulla situazione amministrativa ovadese, ho rilevato tre affermazioni non vere, cioè false, cioè bugie. Vedo che non sono stato chiaro e provo allora a riprenderle. • Sulla raccolta differenziata dei rifiuti affermate: "Mentre i comuni di Novi Ligure, Tortona e Acqui Terme (...) hanno rimandato al prossimo anno (…)" e invece non è vero: ad Acqui la raccolta è partita contemporaneamente

Nuovo Direttore responsabile N

el quadro dei ciclici avvicendamenti ai quali siamo usi, per il 2019, e a far data da questo numero, il nuovo Direttore de “l’inchiostro fresco” sarà Marta Calcagno, socia storica del giornale e che con noi ha conseguito, già da dieci anni, il patentino da “giornalista pubblicista”. Marta Calcagno insegna lettere presso l’Istituto Ciampini-Boccardo di Novi Ligure, dove si occupa anche di comunicazione, coordinando il giornalino d’istituto “Nota di Classe”, Ringraziando il Direttore uscente, Fabio Mazzari oggi interessato ad altre iniziative, ci apprestiamo ad affrontare il nuovo anno e lo faremo senza incertezze, dando voce alle persone e riferendo i fatti per quello che sono, con la speranza di essere il più obiettivi possibile, anche se sappiamo che è cosa molto difficile! Gian Battista Cassulo

ad Ovada. • Sul turismo affermate (l'articolo è di settembre) che l'ostello era chiuso e che "la crescita turistica dell'ovadese è dovuta solamente (...) ai comuni limitrofi ad Ovada". Qui di cose non vere ce ne sono due: durante i mesi estivi l'ostello era aperto; i flussi turistici (arrivi) sono aumentati anche in Ovada, nonostante condivida con voi la necessità di insistere sullo sviluppo turistico, come stiamo cercando di fare da anni. • Infine su SAAMO l'affermazione "fortunatamente gli altri Sindaci hanno bocciato tale richiesta!" non risponde al vero. C'è stata una decisione comune dei soci (Ovada compresa quindi). Come vede, ben lungi da esprimere valutazioni etiche (non ne avrei né il diritto né l'autorità morale) mi sono limitato ad elencare affermazioni non vere. Naturalmente sarò ben lieto di incontrarLa, se Lei vorrà, nel mio ufficio per approfondire queste o altre questioni. Sono certo che entrambi abbiamo a cuore il bene di Ovada e dell'Ovadese. La campagna elettorale, ormai prossima, ci vedrà sicuramente impegnati in dibattiti pubblici a cui non mi sono mai sottratto. Ah! A proposito di etica e di comportamenti: ho ricevuto la Sua lettera (datata 5 novembre) ieri 6 novembre, però i giornali ne riportavano il contenuto già sabato 3 novembre.... Che strano! Anch'io magari passerò ai giornali questa lettera (spero che Lei non abbia nulla in contrario) ma prima cercherò di farglieLa recapitare. Cordialmente. Paolo Giuseppe Lantero

a l b e r g o

r i s t o r a n t e

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l’inchiostro fresco

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OVADA E OVADESE

Il 15 dicembre un grande festa per l’edificio dove hanno studiato migliaia di giovani

La primaria “Damilano” compie 90 anni

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icorre quest’anno un compleanno importante per la Scuola Primaria “Padre Andrea Damilano” di Via Fiume e per la storia culturale dell’Ovada di ieri e di oggi. Sono infatti 90 anni che l’edificio venne costruito per una spesa allora enorme di oltre un milione di lire con l’inaugurazione il 15 ottobre 1928. L’idea di costruire una bella scuola, per la verità nacque già nel 1909, ma a causa della prima Guerra Mondiale il progetto fu abbandonato. Solo nel 1922 l’Ingegnere Pietro Carlevaro diede il via alla costruzione che in pochi anni fu ultimata e che ancora oggi “troneggia” davanti alla piazza. La scelta del luogo non fu poi causale perché facilmente raggiungibile e davanti ad una grande piazza, oggi Piazza Martiri della Benedicta, ma comunemente chiamata “Piazza Rossa”. dove si teneva una volta il mercato

settimanale, poi teatro delle sfide di tamburello, per molti anni sede del circo e sempre pronta ad accogliere manifestazioni fieristiche. L’edificio fu poi intitolato al Sacerdote Scolopio Padre Andrea Damilano, il primo Direttore che guidò gli insegnanti dal 1924 al 1953. Fu proprio Lui ad insistere con l’Amministrazione Comunale affinché nella Scuola

ci fossero la palestra e le stanze per la refezione scolastica. Il Sacerdote continuò comunque ad essere sempre presente nei locali della Scuola anche se non esercitava più il ruolo di Direttore fino a pochi anni prima del suo decesso avvenuto l’11 dicembre 1978. L’edificio che si caratterizza per gli alti finestroni, sostituiti nel tempo, ma sempre in linea con la

struttura, è formato da una parte centrale dove dalle estremità partono due corpi laterali con un ampio cortile all’interno. Numerosi lavori sono stati effettuati naturalmente nel corso degli anni per conservare l’edificio in buono stato di conservazione, nonostante i novant’anni di costruzione. Le Amministrazioni Comunali che si sono succedute negli anni

hanno sempre avuto una grande attenzione adattandola alle esigenze dei nuovi percorsi scolastici. Fu intitolata a Padre Damilano nel 99 ed oggi rientra nell’Istituto Comprensivo “Pertini”. Sabato 15 dicembre, durante l’appuntamento di “Scuole Aperte”, dalle 9.30-12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 bambini ed insegnanti saranno felici di mettersi a disposizione

per un assaggio di quel che si fa a scuola per imparare a diventare grandi; ci saranno manufatti, mostre, piccoli assaggi di abilità, mentre il Museo Passatempo di Rossiglione preparerà alcune sorprese. Chi avrà piacere potrà aiutare il corpo docente che vi opera per rendere più attrezzata la scuola e, in vista di un obiettivo ancora più alto, il festeggiamento del centenario, vengono invitati tutti a portare vecchie foto della scuola, di alunni, maestre e maestri. E’ anche possibile raccogliere vecchi documenti e articoli. che verranno digitalizzati per essere subito restituiti. Due chiacchiere per raccogliere testimonianze di ex alunni di ogni età sono altrettanto ben accette. Da non dimenticare che l’attuale Vescovo di Acqui Mons Luigi Testore fu ex allievo della Scuola di Via Fiume Luisa Russo

Inaugurata la lapide dedicata ai Caduti in frazione Gnocchetto

Premi e diplomi con la Pro Loco

Un cippo per non dimenticare

Presepi in Ovada

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stata inaugurata lo scorso 3 novembre nel piazzale della Chiesa del S.S. Crocifisso di Gnocchetto la lapide in ricordo dei 38 caduti delle due Guerre Mondiali, nati o vissuti nelle frazioni Gnocchetto d’Ovada e Santo Criste di Belforte e nelle cascine del circondario situate nella zona del Termo, nella valle di Pian del Merlo, lungo la strada del Turchino, in regione Ciutti, in una vasta parte del Monte Colma e lungo il confine tra il comune di Rossiglione ed i comuni di Ovada e Belforte (tutte le cascine un tempo legate alla frazione Gnocchetto). La lapide è stata collocata nel cippo dove accanto figurano i deceduti del deragliamento del treno del 27 febbraio 1945 in territorio del comune di Belforte Monferrato che si è fatto carico della sua realizzazione. Dopo la benedizione della lapide da parte dei Sacerdoti Don

Benzi e Don Caviglione è seguito il discorso del sindaco di Belforte, Franco Ravera e nella Parrocchiale lo storico Lorenzo Pastorino ha ricordato tutti i caduti. In tutto sono trentotto: diciannove della Prima Guerra Mondiale ed altri diciannove della Seconda Guerra Mondiale; 17 erano nati nel comune di Ovada, 9 nel comune di Belforte, 7 nel comune di Tagliolo,

5 nel comune di Rossiglione. Si tratta di persone morte in campi di concentramento in Russia e in Germania, fucilate, decedute in combattimento, morte per ferite di guerra o gravi malattie, disperse in Russia o in Jugoslavia, scomparse dopo affondamenti navali. Erano ragazzi di età compresa tra i 19 ed i 43 anni. Di molti di loro si stava perdendo ogni ricordo. La

ricerca sui caduti è stata svolta da Renzo Pastorino che, per ognuno di loro, è riuscito ad individuare la località di nascita o di residenza, i nomi dei genitori, la località o nazione in cui sono morti, le date di nascita e morte o scomparsa. La ricerca è durata due anni ed ha interessato un territorio vastissimo, situato intorno alla frazione e suddiviso tra i comuni di Ovada, Belforte, Rossiglione e Tagliolo. Per l’occasione, è stato stampato un fascicolo che contiene le informazioni sulla storia dei trentotto caduti, alcune riflessioni sulla ricerca ed i ringraziamenti rivolti a tutte le persone che hanno collaborato. Un ringraziamento particolare viene rivolto all’Amministrazione Comunale di Belforte, ai parenti dei caduti e a tutte le persone che hanno fornito informazioni. Luisa Russo

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opo il successo dello scorso anno la Pro Loco Ovadese, con il patrocinio del Comune ripropone dal 22 Dicembre 2018 al 6 Gennaio 2019 la seconda edizione di “Presepi in Ovada” riservata agli Asili Nido, alle Scuole dell’Infanzia e Primarie della città oltre alle associazioni di volontariato. Ogni classe può utilizzare nell’allestimento del presepe tecniche e materiali diversi e deve collocare la Sacra Rappresentazione su una base di appoggio oppure su un cartellone. La partecipazione all'esposizione è gratuita e nella giornata conclusiva verrà assegnato un attestato di partecipazione ed un piccolo premio in denaro. Inoltre, rispetto alla scorsa edizione, la Pro Loco ha invitato anche i proprietari di mini-presepi ad aderire all’appuntamento. L.R.

Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo • Direttore responsabile: Marta Calcagno • Trattamento dati: Gian Battista Cassulo Presidente: Ass. Club F.lli Rosselli • Comitato di redazione: Luisa Russo (Ovada, Ovadese) Matteo e Luca Serlenga (Valli Stura e Orba) Marta Calcagno (Rondinaria, Novi) Federica Riccardi (Valle Scrivia, Val Lemme) Samantha Brussolo (Val Borbera, Valle Spinti)

• Rubriche: Chiara Frisone (Passeggiando con Chiara) Ester Matis (Esternando) Fabiana Rovegno (Dalla vostra parte) • Sport: Enzo Prato • Grafica e impaginazione in proprio: Anna Barisone grafica2@inchiostrofresco.it “l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985 R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998 Iscr. online: n. 36 del 11/01/2016

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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

Chiude l’oreficeria Malaguti

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opo la Confetteria Isnaldi chiude la storica Orologeria Oreficeria Malaguti, dopo 55 anni di attività. Un'attività che chiude grata ai propri clienti, molti dei quali divenuti amici nel corso degli anni. Nonostante un panorama commerciale completamente ribaltato dai nuovi costumi, molti di essi hanno continuato a servirsi in questo negozio e, in questa occasione, hanno caldamente espresso il loro disappunto e dispiacere, presentandosi, per tutta risposta, in via Cairoli 34 per gli ultimi acquisti in occasione della svendita che durerà fino ad esaurimento scorte (presumibilmente entro fine novembre). Aperta nel 1963 a Ovada in via Roma da Remo Malaguti, orologiaio di scuola tedesca, successivamente affiancato dalla moglie Paola, l'attività si è trasformata e rinnovata nel tempo, fino al trasferimento in Via Cairoli, scelta quasi forzata da una serie di situazioni sfavorevoli che, circa 10 anni fa, ha spinto all'esodo, se non alla chiusura, di gran parte dei commercianti di quella zona. La notizia della chiusura di questa attività storica ha colpito in gran parte gli ovadesi e i clienti del circondario, in particolare quelli che affermano di "perdere" un pezzo di Ovada stessa e che hanno da più generazioni legato momenti significativi della loro vita a gioielli e orologi acquistati da Remo (e successivamente dalle sue figlie). La scelta di questa (ennesima) chiusura di attività deriva da una serie di motivi personali e aziendali, “aiutata” da un clima commerciale decisamente poco rassicurante. Enzo Prato

VITALITÀ DEL TERRITORIO Protezione Civile: sede completata

“Tre bicchieri” prestigiosi per aziende ovadesi

Enoteca Regionale La recinzione U L na notizia veramente importante per tutto il territorio, che ha visto tre aziende dell’Ovadese meritarsi l’importante riconoscimento dei “Tre Bicchieri” della guida del Gambero Rosso. Tre tipologie di vini diversi, tre realtà importanti del nostro panorama vitivinicolo e un riconoscimento che evidenzia, ancora di più, le assolute potenzialità della zona. Premiate, con il massimo riconoscimento del Gambero Rosso, le aziende Facchino con il Barbera del Monferrato DOC 2016, Gaggino con l’Ovada DOCG 2016 e Tacchino con il Dolcetto di Ovada DOC 2016. L’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato ha espresso la massima soddisfazione per questo risultato: sono infatti tre Soci storici della realtà ovadese che hanno sempre creduto nelle potenzialità del territorio e

dell’Enoteca, quelle che risultano insignite di questo straordinario riconoscimento, “Molti dei nostri Soci hanno conseguito risultati prestigiosi (ndr.: è di pochi giorni fa la premiazione del Marengo d'oro con il premio per il miglior vino rosso all'azienda Alemanni) e sempre più aziende vedono riconosciuto il loro lavoro anche con la menzione in guide di importanza nazionale. Per l’ovadese avere per la prima volta ben tre aziende che meritano i Tre Bicchieri è motivo di vanto e di prestigio per noi deve essere un punto di partenza da cui costruire una solida strategia di rilancio" dichiara Mario Arosio, Presidente dell’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato. Intanto è stato assegnata la nuova gestione dell’Enoteca Regionale di Via Torino dopo lo scioglimento del rapporto con la Pignatta. Subentrano Anita

Brunengo ed Erik Fanelli rispettivamente di 39 e 38 anni. Lei è cresciuta nelle colline di S.Evasio ed è diventata sommelier sviluppando la sua attività con il commercio del vino, mentre Lui è milanese di nascita con esperienze nel campo della ristorazione. L.R.

a sede della Protezione Civile di Ovada in località Coinova ha raggiunto uno degli obiettivi che si era prefissata: la recinzione. Come afferma il coordinatore Andrea Morchio sul suo profilo “Per tanti sono solo un po’ di paletti, una rete e un cancello..... per noi volontari della Protezione Civile di Ovada è qualcosa di più... significa affiatamento e professiona-

Prosegue dalla pagina 7: Taglio alberi in Valle Stura cose o persone procurate da crolli di rami o abbattimento di alberi sussiste in capo al proprietario/conduttore del fondo la responsabilità civile e penale, oltre alle sanzioni pecuniarie di cui sopra.” Un’ulteriore preoccupazione per i cittadini chiamati in causa che si vedono quindi obbligati ad improvvisarsi boscaioli o ad affidarsi al lavoro di costose imprese professioniste per non rischiare di incappare nelle dispendiose sanzioni promesse dai comuni delle valli. Luca Serlenga

lità ...non solo in momenti di emergenza.... questa "impresa" come le future, ci permette di essere ancora più "insieme" quando verrà il momento di aiutare il prossimo...noi ci siamo sempre”. Parole semplici, ma che colpiscono l’animo di ognuno, pensando che ad Ovada ci sono volontari fieri di far parte del gruppo di Protezione Civile e soprattutto di aiutare gli altri. La sistemazione della struttura, grazie al materiale offerto dal Comune, rappresenta la continuazione di un anello di solidarietà che gli splendidi volontari hanno scritto quale pagina di una storia che continua. Questi momenti di lavoro, hanno infatti permesso di rafforzare l’affiatamento tra i componenti in vista dei futuri interventi e calamità naturali che non vorremmo mai assistere ma che purtroppo non sono tardati ad arrivare in queste ultime settimane e che trovano i volontari sempre in prima linea. L.R.

In piazza Rossa chiedono dove siano finite le due campane

Ovada: giochi di luci e allegria

E il vetro dove lo metto?

Le luminarie

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ino al 1° novembre scorso in Via Fiume, vicino al condominio S. Anna, erano sistemati due contenitori blu per il vetro, ma dopo sono stati eliminati. La ragione di questo è da ricercarsi nel fatto che il 1° novembre, giorno di mercato e del mercatino, nei due contenitori avevano trovato posto non solo il vetro, ma una scopa elettrica, un sacco bianco e bottiglie di plastica. Così il giorno dopo gli operatori di Econet avevano provveduto a rimuovere i due contenitori con grande disappunto di chi vi abita. Sembra che il contenitore del vetro non sia previsto in quella zona, perché ne sono presenti tre nella vicina Piazza XX Settembre, ma questa decisione non viene accettata e le proteste non tardano ad arrivare alla sede di Econet. Secondo gli abitanti una campana del vetro potrebbe essere

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sistemata vicino al distributore di acqua dove prima trovavano posto i contenitori della carta e dell’indifferenziata. Intanto si registrano i primi comportamenti incivili da parte di molti, come era prevedibile, con sacchetti che vengono lasciati un po' ovunque. Dispiace per queste situazioni che si verificano dopo che ad Ovada il sistema della

raccolta porta a porta è stato illustrato in diverse riunioni e gli stessi operatori di Econet hanno cercato di andare incontro alle esigenze di ognuno, ma evidentemente questo non è bastato. Continua invece con successo il servizio di Ecobus tanto che si prospetta per il prossimo anno un’ ulteriore sosta in Piazza Mazzini. L.R.

atale si avvicina a grandi passi ed anche Ovada, come gli altri centri zona della provincia, cerca idee nuove ed originali. Il Comitato organizzatore rappresentato dai commercianti di “Vivi Ovada” si è infatti riunito e propone una serie di appuntamenti. Innanzitutto l’apertura domenicale dei negozi e questo ha comportato lo slittamento per la prossima primavera del mercato da Forte dei marmi presentato dagli Amici del Borgo e in un primo tempo fissato per la replica il 9 dicembre. Poi è stata ripetuta la bella iniziativa di Ovada illuminata con accensione il 1° dicembre in occasione della fiera di S. Andrea, apprezzata da molti residenti e turisti che ha visto lo scorso anno luminarie, non solo nel centro

storico, ma anche nella periferia con gli alberi illuminati oltre ai principali incroci della città e con un particolare addobbo nella nuova rotatorio di Piazza xx Settembre. Ci sono poi altre manifestazioni collaterali con uno sforzo non indifferente da parte di tutti. Nel contesto natalizio si inserisce Presepi in Ovada presentata presso la Loggia dagli alunni e naturalmente le sacre rappresentazioni nelle Chiese di Ovada che potrebbero costituire un itinerario per il passeggio tra shopping e tradizioni. Classici appuntamenti con le Messe della Mezzanotte: al Gnocchetto alle 21; alle 22 a Grillano e dalle Passioniste; alle 22.30 a Costa, alle 24 San Lorenzo, Parrocchia, S. Paolo e Scolopi.

AI LETTORI Informiamo che il responsabile della raccolta pubblicitaria per “l'inchiostro fresco” è il geom. Umberto Cecchetto socio dell'Ass. "Club F.lli Rosselli". Contattarlo al:

328 60.87.969 cecchettoumberto@gmail.com

L.R.


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EVENTI NELL'OVADESE E RONDINARIA

L'angolo della Poesia oesia

Accanto all’attività teatrale, ecco un’altra iniziativa: il calendario!

Il Tempo

“Centro amicizia anziani”

È

in vendita il calendario 2019 del Centro Amicizia Anziani “Don Rino Ottonello”. Un buon numero di copie è già stato venduto a conclusione dello spettacolo che il gruppo dei “diversamente giovani” ha effettuato allo Splendor nello scorso novembre, ma bisogna incrementare la diffusione per realizzare il sogno, cioè aprire una porta che dalla sede del Centro di Via Buffa permette di uscire nel giardino ex Oberti e che richiede una cifra non a disposizione del Centro. Per l’occasione la Compagnia che sono i frequentatori del Centro si è arricchita di nuovi attori tanto da raggiungere le trenta unità. “Ci tenevo – spiega la coordinatrice del Centro, Marina Ratto - a portare in scena tutti gli amici del centro e questa volta effettivamente sono presenti quasi tutti.

Un granello di sabbia scivola, ivvolaa, uno dopo l’altro, in un eterno giro. Tu pensi a come fermaree uunn momento della tua vita e con questo pensiero i granelli di sabbia scivolano, oci ci, ancor più veloci, rapidi.

Trovare un testo che si adattasse ad un cast così numeroso era impossibile per cui ho dovuto cimentarmi io nel diventare anche autrice del testo. La scena si svolge nella nostra sede e non è altro che la vita quotidiana del centro un po’ rielaborata per realizzare uno spettacolo teatrale” Così gli amici del centro deci-

dono di fare un calendario con le loro foto per venderlo e con il ricavato realizzare il progetto di aprire un’area esterna nel giardino ex Oberti attiguo alla sede. Questa non è un’idea teatrale, ma un vero progetto che Marina Ratto e il suo gruppo vorrebbero realizzare. Infatti, oltre ai relativi permessi,

occorre come sempre anche il denaro per poter concretizzare l’idea. Per questo scopo, sono in vendita i calendari realizzati grazie ad alcuni fotografi ovadesi che gratuitamente hanno prestato la loro opera.

Nei dialetti le origini dei soprannomi

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nulla scaturisce i suoi natali dallo spagnolo gallofa, il pane dato in elemosina ai pellegrini che andavano da Santiago di Compostela a San Jacopo di Galizia. Mamalüch, deriva dall’arabo mamlūck, e per noi equivale a sciocco, stupido. In realtà i mammalucchi erano mercenari al servizio del sovrano d’Egitto e il termine equivaleva a schiavo. Molto curiosa è l’origine di macareu. Letteralmente maccherone (pasta tagliata a forma di cannello vuoto). Così venivano chiamati, in modo spregiativo, i meridionali che migravano al nord, considerandoli vuoti di cervello, stupidi. L’origine etimologica è davvero strana: dal greco bizantino makaronia = canto funebre, che sarebbe passato a significare il pasto del funerale e quindi la pietanza da servire durante questo ufficio. Ancora oggi

è attestato in Tracia orientale nel senso di pietanza a base di riso servita durante i funerali. E che dire di turututena: semplicione, babbeo, noioso, banale, sciatto. In realtà l’etimologia del nome è molto diversa dal suo significato

Un caro ricordo

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el 6° anniversario della scomparsa di Napoleone Siri, la moglie e i figli, con i nipoti, la nuora, i generi e tutti i parenti lo ricordano con amore e in suo onore hanno fatto celebrare una Messa ricordo, officiata domenica 25 novembre 2018 da Mons. Alessandro Cassulo nella parrocchia della Natività di Maria Vergine a Fresonara (Al).

Tu non sei altro che un granello di sabbia nella clessidra, statua nel deserto. Il tempo ti sfiora e lascia su te tutti suoi segni, piccola virgola di un grande libro. Inesorabile e sfuggente più che il vento, nulla rimane se non lo spirito: più eterno del tempo.

Marialuisa M arial ialuis uisa N Ni Nieddu, iedd ddu, ha 56 anni e vive a Rossiglione (Ge). È una ex dipendente delle Poste Italiane, attualmente in pensione. Si diletta a scrivere poesie. Pubblichiamo questa che ci ha molto colpito per la sua tenerezza, ma anche per la sensazione che ci ha trasmesso sull’inesorabile trascorrere delle stagioni, spronandoci ancor più, sin che ci viene permesso, a lasciare un segno tangibile del nostro passaggio su questa terra.

L.R.

Vittorio Sgarbi usa spesso l'appellativo di "Capra", ma dovrebbe ricercarne la fonte

ertamente non vi saranno sfuggite le occasioni per cogliere in TV gli insulti che l’agguerrito opinionista Vittorio Sgarbi rivolge alle malcapitate vittime che hanno l’ardire di contraddirlo nei talk show. Sgarbi è di Ferrara, ma se fosse di Fresonara potrebbe comunque attingere dal nostro vocabolario dialettale epiteti non certo meno ingiuriosi di quelli che comunemente lancia via etere. Ad esempio turlupüpu (sciocco, folle, pazzo) che deve la sua origine a Turlupin, soprannome di Henry Legrand, buffone alla corte francese di Luigi XIII. Deriva da Gagliaudo, leggendario salvatore di Alessandria assediata dal Barbarossa, il termine gajàud: contastorie, bugiardo, impostore. Gajof, cioè mendico, pezzente, pitocco, vile, poltrone, buono a

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spregiativo. Il turututena era il cantastorie girovago che si annunciava al suono di tromba. Il nome deriva da quello di un rozzo strumento musicale fatto di un bastone con una corda-budella tesa e tenuta distante da esso per mezzo di una vescica gonfia d’aria o della scorza secca di una zucca, che servivano da cassa di risonanza armonica. Un archetto soffregato sulla corda produceva un rozzo suono monocorde. Fino ai primi decenni dell’800 gli idioti con la turututena deliziavano il volgo delle piazze con improvvisazioni in cui motteggiavano i presenti e terminavano con turututena-turututà. Ci fermiamo qui perché a Natale siamo tutti più buoni, ma ne avremmo almeno un altro centinaio. Dom&Nico BISio

Castelletto d'Orba: Natale in Polisportiva

È

tutto pronto per la tradizionale festa natalizia castellettese, giunta quest’anno alla seconda edizione. L’8 e il 9 dicembre il centro polifunzionale di Castelvero si animerà di suoni luci e colori per anticipare le feste natalizie, con bancarelle e stand enogastronomici. I tradizionali mercatini di Natale ritornano ad allietare le feste, con oggetti artigianali e tipicità del territorio, chincaglierie, manufatti artistici. L’iniziativa organizzata come di consuetudine dalla Polisportiva comunale castellettese, (Presidente Stefano Cavanna), prevede l’esibizione di numerose specialità atletiche che vedranno protagonisti gli allievi. Tornei di spade medievali animeranno le due giornate di festa. Non mancherà anche quest’anno il concorso di disegno riservato alle scuole con la cerimonia di premiazione. Marta Calcagno


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RONDINARIA Quasi al termine del mandato, facciamo il punto con il sindaco di Capriata

Daniele Poggio e il suo paese S “

in dal primo giorno che mi sono insediato in questo ufficio ho cercato di tenere unito il paese e favorire il dialogo tra le sue diverse genti” ci dice Daniele Poggio, sindaco dal 2014 del Comune di Capriata d’Orba, grosso centro agricolo ed urbano della Valle dell’Orba, posto esattamente a mezza strada tra Novi Ligure e Ovada, e alla confluenza della bella Val Lemme. “Capriata infatti è un po’ lo specchio dell’Italia in generale, dove l’immigrazione è uno dei temi dominanti – ci spiega meglio il Sindaco – e anche qui abbiamo diverse etnie presenti sul territorio delle quali la più numerosa è quella romena. Noi abbiamo avviato tutte le politiche necessarie alla loro migliore integrazione e devo dire che ci siamo riusciti”. I romeni infatti a Capriata d’Orba costituiscono una realtà veramente attiva, con una forte presenza nel mondo dell’edilizia, dell’agricoltura e del commercio. “Per me è stata veramente una bella sorpresa perché all’ultima Festa della Lega la comunità romena si è molto attivata per la riuscita di questo appuntamento tra il politico e la sagra paesana!”. Un risvolto sociale non da poco questo, ma sul piano politico/amministrativo quali i risultati più significativi? “Certamente il riordino di tutte le spese comunali – ci dice prontamente Poggio – che magari non danno visibilità politica ma che sono utili alle casse comunali. E poi gli interventi sul territorio”. Elenchiamone alcuni. “In primo luogo la viabilità comunale ed extra comunale. Ora le strade sono quasi tutte in ordine e pronte per l’inverno. Poi il recupero di Castelvecchio con la sua torre storica. Inoltre la sistemazione dell’area mercatale e la creazione nel Centro storico di una piazzetta alle spalle dell’edificio comunale, ricavata dalla demolizione di un fatiscente ed abbandonato edificio”. E i rapporti con i comuni vicini oltre che con quelli dell’Unione colinare del Gavi dove Capriata è comune capofila? “Ottimi sia con la Maggiolino di Silvano, Pesce di Castelletto d’Orba, Ludovici di Basaluzzo e Rapetti di Predosa, ol-

La nuova piazzetta alle spalle del Comune intitolata ad Oriana Fallaci

treché, naturalmente, con i sindaci di Francavilla Bisio e Tassarolo che sono della Unione”. Due perole a proposito dell’Unione? “Direi che sta funzionando bene grazie all’accorpamento di alcuni servizi strategici, quali protezione civile, Vigili urbani, Ufficio tecnico, assistenza”. In pratica con l’Unione supplite alla mancanza della Provincia? “Effetti-

vamente sulla questione provincia è meglio stendere un velo pietoso – ci risponde Poggio a questo proposito – Si voleva eliminarle e invece sono sempre lì. L’unica cosa che hanno fatto è quella di impoverirle e Gianfranco Baldi sta facendo miracoli per tenere almeno le strade in ordine”. Per quanto riguarda la vita sociale del paese? “Senza ombra di

dubbio è molto viva e in testa come al solito c’è la storica Società di Mutuo soccorso di Carlo Campora, ma anche le realtà più giovani come l’Ente Manifestazioni di Morgan Benso, con l’ormai suo famoso Presepe vivente, l’Associazione Alto Monferrato di Edy Ferrari, si stanno dando da fare con sagre quale quella estiva degli Stubiaroi ed altro ancora”. E i giovani? “I giovani – ci anticipa il Sindaco – si stanno organizzando nell’associazione Amici di Bacco presieduta da Davide Cairello con lo scopo di concorrere a far ancor più conoscere la nostra cantina sociale” Un’ultima domanda:.sotto il profilo personale, cosa le rimane di questi cinque anni? “La soddisfazione di essere stato utile alla mia gente, di sentirmi a posto con me stesso e di avere realizzato cose che resteranno nel futuro del mio paese”. Federica Riccardi

Predosa: fermato un 38enne per spaccio

Un blitz dei Carabinieri

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Carabinieri di Capriata d’Orba, in seguito ad alcune segnalazioni e dopo mirate indagini, hanno effettuato un blitz in una zona boschiva nei pressi di Predosa, che era diventata punto di ritrovo di consumatori di sostanze stupefacenti. Nel corso della brillante operazione, i Carabinieri hanno denunciato per concorso in detenzione ai fini di spaccio un 38enne novese, già noto alle forze dell’ordine per spaccio e reati contro il patrimonio. I militari hanno inoltre identificato una serie di soggetti, alcuni dei quali si sono dati ad una precipitosa fuga perdendo 100 grammi di eroina. I Carabinieri, ipotizzando che tra le persone fermate e identificate poteva esservi qualche complice di chi si è reso irreperibile, hanno svolto ulteriori indagini, raccogliendo numerosi elementi a carico del 38enne fermato. In particolare, è stato rico-

struito che l’uomo si trovava in zona per procacciare clienti ai fuggitivi spacciatori, ed era in possesso di circa 1.000 euro, sottoposti a sequestro da parte dei Carabinieri di Capriata d’Orba. Per tale ragione è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per concorso in detenzione ai fini di spaccio, mentre le indagini stanno proseguendo per identificare altri complici. Gian Battista Cassulo


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RONDINARIA

Silvano: piccola San Remo

L’Italia dei furbi in salsa ovadese tra poco sugli schermi

I Tartassati: ciak!

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on la 1° edizione di “Karaoke per Telethon” in ricordo di Stefania, svoltasi presso la Saoms di Silvano d’Orba, sono stati raccolti 380 Euro che aiuteranno la ricerca di Telethon per le persone affette da malattie genetiche e rare. Per la categoria maschile primo posto per Costanzo Cuccuru, per la femminile Anna Maria Manca e per “best in show” Graziano Paterniani. Si è anche svolta l’asta benefica degli oggetti donati da cantanti italiani e internazionali. Presente come sempre il presidente provinciale Telethon Enzo Fasanella. L’evento è stato organizzato dal figlio della compianta Stefania Daniele Barca con la moglie Patrizia Cetti, da Roberto Coccellato, dal marito di Stefania Carmelo Barca in collaborazione con il Circolo Mosto e Luppolo di Francesco Bosio. Molte le persone che hanno preso parte all’evento sensibili allo scopo per cui è stato organizzato. Il prossimo appuntamento di Telethon è a maggio con la manifestazione di calcio giovanile in programma a Castelletto d’Orba. Enzo Prato

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’Italia un paese di furbi? Non saprei, certamente il nostro Paese storicamente è stato terra di conquista e gli italici, dopo la caduta dell’Impero romano, si sono dovuti adattare alle varie dominazioni, facendo fatica a vedere un volto amico nei padroni di turno. E sembra che nei confronti dello Stato, ancora oggi sia così, stando ai dati dell’evasione fiscale, dei conti all’estero, delle “scatole cinesi” con le quali alcuni furbastri organizzano le loro aziende. A volte però tra gli evasori ci sono anche personaggi faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, gli evasori per necessità, ma più spesso chi evade lo fa per ingordigia. Per “familismo amorale” direbbero gli studiosi. Un esempio di questo “familismo”, sia pure in termini ironici, ci è dato da un film che ha fatto epoca, “I tartassati”, uscito nel 1959 alle soglie del boom economico, magistralmente interpretato da Totò e Aldo Fabrizi per la regia di Steno. Un film che ci fa vedere un’Italia appena uscita distrutta dalla guerra, dove Totò, impersonando il Cav. Pezzella, un ricco commerciante esponente della nuova nascente medio borghesia, cercava di “fregare” con ogni strattagemma lo Stato, rappresentato dal maresciallo Topponi, un integerrimo sottufficiale della Guardia di Finanza, interpretato da Aldo Fabrizi. Ma il figlio del primo si innamora della figlia del secondo e tra Totò e Fabrizi nasce un’amicizia, che si rafforza perché nel frattempo le cose al negozio del Cav. Pezzella non vanno più bene, tanto che la schedina del Totocalcio diventerà per i due un’ancora di salvezza. Oggi Maurizio Silvestri, autore teatrale, regista e presentatore di Castelletto d’Orba, ripropone questo film in salsa ovadese. “Vedo che i giorni nostri, nonostante i progressi fatti, non sono poi così tanto diversi da quelli degli anni Sessanta – ci dice Silvestri – i problemi sostanzialmente sono gli stessi, come lo sono le fur-

bate e allora mi sono detto: rifacciamo i Tartassati!” con il titolo: “I Tartassati….nulla è cambiato”. Nel film in lavorazione Totò sarà interpretato dallo stesso Silvestri, Fabrizi da Fabio Travaini di Molare, la moglie di Totò da Cinzia Malaguti e la moglie di Fabrizi da Carmen Palmieri, mentre Alberto Olivotti e Susanna Bosio saranno i due rampolli. Le riprese e il montaggio saranno effettuate da Carlo Martinotti della CDM di Bistagno, la regia è affidata a Ermanno Africano. “La maggior parte delle riprese saranno eseguite ad Ovada – ci dice Silvestri – mentre la scena dell’ospedale sarà fatta al Lercaro e quella della caccia alla Pieve di

Silvano d’Orba”. Il tutto con 230 comparse in rigorosi abiti stile anni Sessanta. Tra gli altri interpreti anche Nadia Putzu che interpreta la commessa del negozio oggetto d’indagini da parte della Guardia di Finanza. Una bella idea questa, rigorosamente autofinanziata e sostenuta dalle Amministrazioni locali che vedono in questa iniziativa anche un motivo di reclame per il territorio dell’ovadese, che sempre più si sta proponendo come un luogo per il turismo e la villeggiatura. “Questa è un’avventura che mi mancava – ci dice ancora Silvestri - con la quale voglio festeggiare il compleanno della mia compagnia teatrale In sciu palcu che proprio quest’anno compie vent’anni!!”. G.B. Cassulo

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i sono concluse le iniziative celebrative del trentennale della Riserva Naturale del Torrente Orba. L’evento, organizzato dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellesealessandrino, si è svolto presso il Mulino comunale di Via Marconi 18 a Bosco Marengo, che è sede della Riserva, con un incontro dal titolo “Dalla Garzaia alla Riserva Naturale del Torrente Orba – 30 anni di storia raccontati dai protagonisti”.

GLI INTERVENTI E I RINGRAZIAMENTI Sono intervenuti: Francesco Bove, Presidente - Dario Zocco, Direttore - Piero Mandarino, Consigliere (già Vice presidente) – Laura Gola, Tecnico Faunistico – Paola Palazzolo, Guardiaparco, Enzio Notti, già Presidente del Comitato Comprensoriale di Alessandria, Silvio

Sentire bene: vivere meglio N

on c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. È un vec“ chio adagio che oggi potrebbe cadere nel desueto, perché con i moderni apparecchi acustici non ci sono scuse. E la riprova l’abbiamo avuta visitando il punto consultazione dell’Audio Center a Novi Ligure dove abbiamo incontrato il titolare, dott. Pietro Nizzi, e il suo collaboratore dott. Paolo Zurla. Nel centro assistenza, ubicato presso Ottica Pastorelli in Corso Romualdo Marenco, vengono infatti eseguite le valutazioni che consentono a chi ha difficoltà uditive di definire soluzioni più adatte per sopperire a questo disturbo “Gli apparecchi acustici – ci spiega il dott. Nizzi – sono strumenti utili a sopperire a perdite di udito anche gravi, inoltre le moderne tecnologie ci mettono a disposizione prodotti

sempre più precisi”. Ma come ci si accorge del calo uditivo? “Vi sono diversi gradi di perdita uditiva – ci dice Paolo Zurla - da quella più lieve, quando iniziamo ad avere difficoltà a captare solo alcune parole o suoni, a quella più grave che impedisce la normale conversazione”. Come bisogna comportarci in questi casi? “La prima cosa da fare – ci dice Nizzi –è una valutazione audiometrica che consiste nel distinguere parole e suoni trasmessi attraverso apposite cuffie. Il risultato dell’esame si traduce in un grafico dal quale il medico desume il grado del calo uditivo e noi, tecnici, provvediamo parametrare su quel calo l’apparecchiatura acustica più idonea, anche tenendo conto dello stile di vita e delle esigenze pratiche del paziente”. Sono soddisfacenti questi apparecchi? “Le in-

novazioni tecnologiche digitali e informatiche applicate a questo settore – ci spiega Zurla – hanno contribuito in maniera determinante a migliorare la qualità del suono, affinandone la definizione , inoltre sono state create applicazioni per l’uso del telefono e della TV”. I costi? “I costi - ci viene risposto - fortunatamente si possono abbattere grazie ai contributi erogati da ASL e INAIL per gli aventi diritto ai quali è stato prescritto l’uso delle protesi acustiche”. Un’ultima domanda: esteticamente come sono questi apparecchi? “Praticamente sono invisibili – ci dice Nizzi – perché l’innovazione tecnologica in questo settore ha permesso di miniaturizzarli il più possibile, proprio per soddisfare le esigenze estetiche degli utilizzatori ”.

Spanò, già Professore di Zoologia presso l’Università di Genova. Un perticolare ringraziamento è stato rivolto agli ex presidenti dell'EnteParco Pier Luigi Cavalchini e Ettore Broveglio, nonché ai rappresentanti locali che hanno fatto parte del Consiglio nel corso dei 30 anni di vita di questo Ente e ai Sindaci dei Comuni interessati dalla Riserva naturale: Casalcermelli, Bosco Marengo, Fresonara, Basaluzzo, Predosa e Capriata d’Orba. LA RISERVA NATURALE DELL’ORBA La Riserva naturale dell'Orba ricopre un ruolo molto importante perché fa parte della più estesa Zona speciale di Conservazione (ZSC) e della Zona di Protezione Speciale (ZPS), che rientrano nella Rete Natura 2000. I COMPITI Ricordiamo che all’Ente-Parco è assegnato il compito di conservare il patrimonio naturale dell’area protetta, ma anche di fare da laboratorio per uno sviluppo sostenibile, per il restauro del paesaggio fluviale e per la crescita nella popolazione di una maggiore consapevolezza del valore ambientale e culturale del proprio territorio. Durante il convegno si è parlato di fauna e di flora, ma anche delle risposte scientifiche che l’Ente ha cercato di dare alla domanda di sicurezza dei territori che si affacciano sull’Orba

Gian Battista Cassulo Gian Battista Cassulo


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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

POLITICA

Viagio tra gli Amministratori Locali La politica del territorio e i rapporti tra Cittadini, Istituzioni e Partiti Cari amici de “l’inchiostro fresco, il 2018 tra poco sarà archiviato con tutte le sue novità, le sue vicissitudini e le sue tragedie, in primis quella del “ponte Morandi”, che a tutti noi ha riempito gli occhi di lacrime, ma che ci ha fato capire come con il crollo di quest’opera un tempo considerata ardita, sia anche crollata visivamente un’intera classe politica che dal Dopoguerra ad oggi ha governato questo Paese.

Daniele Poggio ci dice: “Una cavalcata entusiasmante che mi ha riempito la vita”

25 anni di passione

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Ma il 2018 è stato anche l’anno dove ha preso l’avvio un inedito governo nel quale, per la prima volta, non compaiono le classiche rappresentanze partitiche tradizionali. I vecchi partiti, che, per restare al potere, hanno cambiato nome pur sempre rappresentando gli stessi gruppi d’interesse, infatti non sono più riusciti a reggere l’onda d’urto di un elettorato che chiedeva e chiede un cambiamento di rotta nella politica nazionale. “Meno ai ricchi e più ai poveri” potrebbe essere in soldoni lo slogan della svolta alla quale stiamo assistendo? Non possiamo ancora dirlo. Attendiamo. E proprio sull’onda di questi epocali avvenimenti il 2019 si aprirà sotto nuovi auspici e così, in attesa delle elezioni politiche di maggio, iniziamo a ad aprire una carrellata sui politici locali che hanno e stanno animando il panorama partitico locale, a partire dal Dott. Daniele Poggio di Capriata d’Orba. Poggio, dal nulla ha creato tra l’ovadese e il novese un’organizzazione di base che ha portato la Lega - prima espressione del Nord e ora dell’Italia intera - ad essere, a livello locale, una delle realtà partitiche più organizzate e più attive che mai, in grado di dare vita ad eventi politici misti a sagre paesane che attraggono a Capriata d’Orba sia i grandi nomi della politica nazionale, sia militanti e semplici cittadini proveniente da ogni dove. Ecco qui a fianco una sua presentazione fatta in prima persona dallo stesso Daniele Poggio La redazione

La Lega dalle origini ad oggi

M

ebbi l’onore di salire sul palco con il sen. Umberto Bossi che per anni fu mio ospite alla festa e dettò le linee della politica italiana.

i chiamo Giovanni Battista Daniele Poggio e sono nato a Capriata d’Orba il 9 ottobre del 1955. Mi sono laureato in medicina e chirurgia nel 1982 ed ho iniziato ad esercitare la professione di medico dentista. Non ho mai fatto politica fino all'età di 38 anni.

IL MIO ESORDIO IN POLITICA Tutto iniziò quando un amico mi portò un volantino della Lega Lombarda e leggendolo mi colpì immediatamente la frase "padroni a casa nostra" con la quale s'intendeva rimarcare che le risorse economiche dei vari territori italiani rimanessero, almeno per la maggior parte, disponibili per le popolazioni dalle quali provenivano. Di grande effetto fu l’immagine di una gallina dalle uova d'oro che rappresentava un Nord produttivo le cui risorse venivano destinate ad altre parti d'Italia. Al primo comizio di Umberto Bossi, che era diventato il leader incontrastato di questa neo formazione, iniziai a capire cosa si intendesse per

federalismo. Cosi feci la prima iscrizione ad un partito politico nella sezione della Lega a Novi Ligure per la quale l'anno successivo mi candidai al Senato della Repubblica. LA MIA MILITANZA E LA “FESTA DELLA PADANIA” Fu un'avventura bellissima dove la Lega correva da sola dopo essersi staccata da Forza Italia con un ottimo risultato in provincia raggiungendo il 18%. Successivamente iniziai ad aprire la prima sede della lega a Predosa a casa di Italo Pollarolo e in seguito la sezione venne trasferita a Capriata d 'Orba. e 23 anni fa creai una delle manifestazioni più importanti del Piemonte: La festa della Padania. In occasione della prima manifestazione

LA POLITICA LOCALE 15 anni fa con una lista civica abbiano conquistato il comune di Capriata d’Orba e per 10 anni ho ricoperto il ruolo di vicesindaco e finalmente, nel 2013, sono diventato sindaco con grande soddisfazione da parte di tutta la Lega del mio paese. Da circa due anni ricopro il difficile compito di segretario della lega alessandrina. Quest'anno ho avuto l'onore di organizzare, a Capriata d'Orba, la festa regionale della Lega piemont con la presenza del Capitano Matteo Salvini. È stata una emozione grandiosa otre 5000 persone in un paese di 2000 anime. È impossibile descrivere in poche righe 25 anni di attività politica. Questo è solo un assaggio e spero, se l'inchiostro fresco me lo permetterà, di entrare più nei dettagli e ricordare i tanti amici che mi hanno aiutato. Daniele Poggio

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i può dire che l’idea della Lega nasca con le europee del 1979 quando, sulle schede elettorali, appare il simbolo della “Liga veneta”, ma il vero esordio di Umberto Bossi con Giuseppe Leoni è nella lista autonomista dell’Union Valdotaine alle amministrative del 1980. Occorre però aspettare il 1985 per veder nascere il vero embrione della Lega, quando Bossi riesce ad aggregare alla sua Lega lombarda, anche la Lega emiliano-romagnola, l’Alleanza toscana, l’Union ligure, la Liga veneta e il Piemonte autonomista, ottenendo alle politiche del 1987 un buon 4% che permetterà a lui di diventare deputato e a Leoni di entrare in Senato. IL LUNGO CAMMINO Inizia così un lungo cammino che porterà la Lega Nord, questo il nome che nel frattempo ha preso, ad una espansione elettorale e organizzativa inarrestabile, che porterà nel 1993 Marco Formentini a diventare sindaco di Milano. Con il crollo dei partiti storici in seguito alle indagini del Pool Mani Pulite di Milano (17 febbraio 1992, arresto di Mario Chiesa) e con l’implosione dei due grandi partiti di massa a legittimazione esterna, il P.C.I. (3 febbraio 1991 – nasce il P.d.S.) e la D.C. (18 febbraio 1994 si scioglie in mille rivoli), in seguito alla caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989), alle politiche del 27 marzo 1994, la Lega Nord si presenta alleata a Forza Italia nata il 30 novembre 1993 e, sotto il cartello elettorale del “Polo per le Libertà”, entra al governo con Silvio Berlusconi. L’EPOCA DELLE GRANDI CONTRADDIZIONI In Italia si scatena una caccia alle

streghe e Bossi preoccupato per la crescente impopolarità del governo in carica, si sgancia dal Centrodestra e il 21 aprile 1996 apre a Mantova il Parlamento del Nord, presentandosi da solo alle politiche di quell’anno dove raccoglie una media di consensi attorno all’11% con punte sino al 30% in Veneto e Lombardia. La Lega Nord è ormai un partito e si organizza sul territorio dotandosi anche di un suo organo d’informazione: l’8 gennaio 1997 nasce il suo quotidiano che si chiamerà “La Padania”. E come in tutti i partiti iniziano al suo interno a profilarsi diverse posizioni, quella più dura e pura impersonata da Roberto Calderoli e quella più tollerante e neo democristiana di Fabrizio Comencini, ma su tutto domina la voce di Umberto Bossi sostenuto dalle camicie verdi di Erminio Boso. AI GIORNI NOSTRI E sin qui la parte epica della Lega che oggi a tutti gli effetti, con l’ascesa al potere di Matteo Salvini (dicembre 2013) che ha impugnato lo scettro ceduto da un Umberto Bossi ormai stanco e malato, è diventata un partito nazionale, con sedi sparse dal Nord al Sud Italia e con consensi sempre più ampi. I sondaggi, che tanto oggi vanno di moda, gli assegnano infatti in caso di elezioni, addirittura un 34% (ndr.: fonte L7), che forse è sottostimato. Percentuali che un tempo erano prerogativa della D.C. e del P.C.I., il cui elettorato in buona parte si è spostato nella Lega, vedendo in essa un baluardo contro le grandi multinazionali, il grande capitale, il corporativismo e la povertà diffusa. Temi appunto che una volta erano i cavalli di battaglia della sinistra. La redazione


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Sergio Scolaro

Novembre/Dicembre N Nov embbre/Dic Di emb em re 2018

Il giornalino i li delle d ll Scuole S l Primarie P i i dell'Oltregiogo

SCUOLE PRIMARIE E SCUOLA PARITARIA

UN LIBRO CHE POTREBBE ESSERE UNA BELLA IDEA PER UN REGALO SOTTO L’ALBERO DI NATALE

e "PIOVO NO DA L CIE LO NOT E DI NATALE "

In questi anni abbiamo cercato di raccontare il N Nata t lle sempre in modo diverso con l'entusiasmo e l'impegno che non sono mai venuti meno, anzi sono sempre cresc iuti proprio come noi. Anche quest’anno, noi alunni della Scuole Primarie di Isola del Cant one e di Vobb ia racconteremo il Nata le le, ––cantando e recitando nello spettacolo “Piov ono dal cielo note di Nata le” le”, il giorno 15 dice mbre alle ore 09.00 nella Chie sa di San Mich ele Arca ngel o o, con la partecipazione degli alunn i cinquenni della Scuo la dell’I nfan zia Parit aria Asilo infan tile di Isola del Cant one one. Canteremo brani natalizi noti e ne racconteremo l’origine e il significato, uniti a una riflessione sul valore del Natale e su come questa festività e la musi ca uniscano le persone andando oltre i confini. Il nostro mess aggio è quello di collaborare nel rispetto reciproco, vivendo insiem e un’esperienza che lega le nostre scuole e le nostre realtà, in un lavoro di due mesi che, un po’ come l’Avvento, ci prepara al Natale con gioia.....e questa gioia vorremmo condividerla, com e gli anni scorsi, non solo con le nostre famiglie, ma anche con gli ospiti dell’Ospedale Ricovero di Isola in una replica, a dicembre presso la cappella attigua.

Gli alunni

Margherita Orsero Orsero, nata ad Alessandria e cresciuta a Ronco Scrivia attualmente impegnata in un dottorato in storia Scrivia, dell’arte medievale tra l’Université de Lausanne, l’Università di Genova e il Camposanto monumentale di Pisa che è l’oggetto dei suoi studi di ricerca dottorale. Questa l’autrice di un bel libro di favole presentato nella civica biblioteca di Ronco Scrivia durante un laboratorio a tema natalizio. “Scrivo da quando ero piccola – ci dice questa giovane autrice - mi è sempre piaciuto tantissimo, ma non avevo mai provato a mandare qualcosa di mio ad una casa editrice. Lo scorso anno, forte dell’entusiasmo suscitato nei miei nipotini Alessandro e Tommaso, ommaso mi sono convinta a partecipare con alcune mie favole (scritte appunto per loro due) ad un concorso bandito da una casa editrice bolognese, la Giovanelli Edizioni Edizioni, che metteva in palio la pubblicazione dell’opera vincitrice senza alcuna spesa da parte dell’autore”. E vince il concorso! “A quel punto - ci racconta Margherita Orsero - ho contattato una mia carissima amica chiedendole se aveva voglia di “imbarcarsi” con me in una nuova avventura illustrando le mie favole, e così, eccoci qui: il libro “Una settimana a Trifoglioverde” che ha finalmente preso forma grazie alla mia penna e al pennello di Eleonora Papone!”. Una bella Papone avventura letteraria che ci fa piacere raccontarvi.

Gian Battista Cassulo

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Andrea e Alessandra Chiapuzzo

augurano Buone Feste


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COME È NATO IL LIBRO “I COLORI DEL NON TI PARLO PIÙ”

ADELE E VIOLA HANNO MESSO IL

1AA 1AB

IL “MURETTO DI MOLARE”

BRONCIO

Adele: “Ti avevo detto di no non ffare lla spia!” !” Viola: “Ma io.... credevo di fare bene ...non ho pensato.” Adele: “Ecco, appunto, tu non pensi mai....” Le due bambine mettono il broncio e se ne vanno.... Ros Le maestre si rivolgono agli alunn i di quarta e dicono: “Questo ragazzi è un esempio di litigio , ci direste cos'è secondo voi un litigio?” Dalle loro rispo ste e dalle strategie che abbiamo attivato insieme agli alunni per risolvere i conflitti quotidiani, è nata l'idea di “I colori del non ti parlo più” PERC HÉ QUE STO TITO LO? Il silenzio, il non parlarsi è spesso la condizione in cui i bambini si trovano dopo un litigio . Spesso per i piccoli è più facile che per gli adulti risolvere le divergenze: come? Con un abbraccio, un sorriso o un'alzata di spalle. Quando non ci riescono è utile “mettere su un pensiero” e partire verso il dialogo e magari la lettura di un libro adatto. Con la classe abbiamo letto brani tratti dal libro di Daniele Novara “Litigare fa bene” che ci ha fornito spunti di confronto costruttivo. COM E REAL IZZA RE QUA NTO IMPA RATO? Attraverso le avventure di Adele e Viola le protagoniste di questo libro, due bimbe che assom igliano ai nostri alunni. E allora, via ai disegni, alle parole, ai dialoghi, ai pensieri, alle illustrazioni che vedrete e leggerete e che speriamo possano piacervi!

Gli alunni e le maestre di quarta

la

sicurezza

per noi

è...

corso del to di Ala ssio ” su cui, nel Tutti conosciamo il “Mu ret piastrelle in ceramica con se ero num oste app e tempo, sono stat osi. Noi a scuola ografi di personaggi fam la riproduzione degli aut tutti i 29 di e firm le con lo ear to ricr a Mo lare abbiamo volu ì che resti cos e, prim si clas nno le due bam bin i che frequentera ché questo per , aria Prim nella Scu ola memoria del loro ingresso dei loro genitori e lla que in , vita loro a nell è un momento unico i inutile dirlo, bin i, ancheranno. Quei bam degli insegnanti che li affi Soprattutto bri. bri cele i agg son più di per sono importanti come e iare un iniz o figli il ere e unica ved per i genitori è un’emozion ’infanzia i loro bambini dell ola scu a Nell ico. last nuovo percorso sco ettare il proprio rocciarsi alle regole, a risp hanno imparato ad app re solidali esse ad e se clas di ni pag turno, gli orari, i propri com a scrivere, re ara imp no ran primaria dov oltre con gli altri. Nella scuola ma e; der ren piti a casa e app a leggere, a svolgere i com zioni sociali rela erà solid con bino bam a fare e imparare, ogni scoprirà il colore hi e relazioni di gruppo, attraverso attività, gioc una scuola che in i altr gli di viverle con e delle emozioni e la gioia promozione sociale dov di , rca rice di , ogo dial sia comunità di nità per una crescita ortu opp liori mig le are ogni alunno possa trov integrale. n anno scolastico!!! Perciò diciamo a tutti: buo gnanti delle classi I A e I B Le inseg


l’inchiostro fresco

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“ BASTA UNA FOGLIA ...PER L’ARTE DEI BAMBINI.”

Per riprodurre il profilo d dii que questi esti e sti a ani animali malil abbiamo usato solo foglie autunnali autunnali. In questa stagione i colori sono davvero straordinari!! Ci siamo divertiti un mondo liberando la nostra fantasia, ma non solo … abbiamo imparato che esistono foglie di tantissimi colori colori, tantissime forme e dimensioni dimensioni, ma tutte hanno le nervature, il margine, il picciolo e sono indispensabili per la vita degli alberi.

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ABBIAMO LETTO “I PROMESSI SPOSI”

LA RECENSIONE Abbiamo iniziato a leggere il roma nzo di Aless andro Man zoni “I promessi sposi”. La storia si svolge nell’anno mille seice ntov ento tto e racconta la Lom bard ia nel XVII seco lo lo. La parte iniziale descrive il lago di Com o e il territorio di Lecco,in modo geografico. Lecco nel seicento era una cittadina di campagna,un paese per precisare . In paese c’era un matrimonio da festeggiare fra Renz o Tram aglin o e Lucia Mon della , il responsabile era il signor Curato, nonché il prete Don Abbo ndio Ma il matrimonio non si celebra subito,per ché prete con i brav i ,scagnozzi di Don Rodr igo igo, un ricco signore temuto da tutta Lecco. Essi gli dicono di non celebrare la cerimonia o saranno guai. Lucia e Renzo, insieme a Tonio , Gerv aso e Agne se la madre della ragazza, cercano di sposarsi di nascosto, ma quando Don Abbondio sente la formula getta a terra un tavolo e grida, grida . Poi le campane che suonano, i bravi che scappano e gli abitanti che si svegliano “La famo sa nott e degl i imbrogli” Cosa penso: Mi sono fatto un’idea su come erano vestiti, cosa mangiavano i ricchi o i poveri,com e erano le case e la giustizia a quell’epoca. La notte degli imbrogli è l’episodio che mi è piaciuto di più. I personaggi che mi sono piaci uti di più sono: Fra Crist oforo e Don Abbo ndio . Il prete per la sua comicità e il frate per il coraggio. Penso che Don Rodrigo è potente/p repotente, il prete un codardo. L’Inn ’Inno omin mina ato to era il più temuto,nessuno osav a nominarlo,lui era spietato e crudele. Renzo e Lucia credo siano stati molto sfortunati, per me sono persone buone e ones te.

Riccardo Olivieri classe 5°

Gli alunni delle classi 1^ A e 1^ B della scuola Primaria “ G. Pascoli” di Novi Ligure del

I disegni sono frutto di un progetto interdisciplinare di arte e scienze, eseguiti dopo un lavoro di osservazione diretta del mondo naturale e degli elementi caratteristici dall'autunno. caratt

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Le insegnanti Laura Angiati e Wanda Giarola Gli alunni della 1°D della Scuola Primaria Pascoli di Novi Ligure

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Sulla nostra pagina Facebook il filmato della recita!

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LE ATTIVITÀ COMMERCIALI


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Scrivia e Polcevera Da Novi Ligure attaverso gli Appennini, ad oltre i Giovi I lavoratori presidiano la fabbrica sentendola parte della storia di Novi

Una realtà novese

Siamo noi la Pernigotti

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ono loro la Pernigotti, i 250 dipendenti tra fissi, stagionali e indotto che il 6 novembre 2018 hanno scoperto da un giorno all’altro di non avere più un lavoro. La Pernigotti è Lidia, entrata a lavorare in quest’azienda a 19 anni quando ancora gli ovetti venivano incartati a mano. Sono tutti quei lavoratori che ormai da un mese presidiano lo stabilimento giorno e notte per impedire che vengano portati via prodotti e macchinari, alcuni giovani altri con un’esperienza di lavoro trentennale alle spalle. Sono tutte quelle persone che anche se per pochi giorni hanno lavorato nella storica azienda dolciaria novese e che in quest’ultimo mese sono stati al fianco dei propri colleghi. È Emanuele, che nonostante abbia già trovato un altro lavoro, passa le sue pause pranzo a fianco della sua “famiglia”. Perché per i lavoratori la Pernigotti non è solo una fabbrica: “Noi, a differenza di altre aziende, abbiamo un grande senso di appartenenza verso questo stabilimento e verso la storia di questo marchio”, ha spiegato Luca, uno dei dipendenti più giovani. “Per noi è stato come essere buttati via!”, racconta Lidia, una delle “stagionali” storiche che, insieme a una sessantina di colleghi, all’arrivo dei nuovi padroni Turchi nel 2013, sono passati al contratto interinale. “Per noi quello è stato il primo schiaffo. A livello di busta paga - dice Lidia - può non cambiare niente ma a livello morale si. Il passaggio ad interinali è stato il primo colpo al cuore. Piccolo, paragonabile ad un attacco di tachicardia, in confronto alla chiusura che invece è stato un vero e proprio infarto”. Che qualcosa stesse per cambiare i dipendenti lo avevano intuito già

da tempo, vista la poca volontà da parte dei nuovi proprietari di investire se non nel marketing, ma non una decisione così drastica: “Io ero presente quel giorno quan-

do un loro legale di una studio di Milano ingaggiato da meno di un mese, con una freddezza glaciale, ci ha comunicato per telefono la decisione della proprietà – spiega

Piero Frescucci, dipendente della Pernigotti da 31 anni e rappresentante sindacale dei lavoratori – L’unica spiegazione che ci è stata data è che la proprietà per salva-

guardare il marchio deve chiudere i rami secchi. Questi proprietari non sono mai venuti una volta allo stabilimento. Non sanno nemmeno cos’è la Pernigotti”. In attesa di risposte, i dipendenti, combattivi e speranzosi, continuano il presidio allo stabilimento da ormai un mese per salvare la “loro” azienda, grazie anche al sostegno e alla solidarietà dei cittadini novesi che in questo mese sono passati spesso allo stabilimento e hanno anche partecipato alla manifestazione tenutasi sabato 1° dicembre con il corteo per le vie cittadine. Federica Riccardi

“La Pernigotti era professionalità, passione e competenza”

Più che una fabbrica...

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ianfranco Romero ha lavorato 28 anni nell’azienda Pernigotti e ancora oggi ricorda quel periodo con affetto ed orgoglio. Dopo diverse esperienze nel campo dell’edilizia come geometra, nel 1966 entra nella storica azienda dolciaria novese in qualità di allievo venditore. Finito il periodo di prova, Romero inizia a ricoprire diversi ruoli nel settore della vendita, occupandosi anche di selezione e formazione del personale, e delle pubbliche relazioni fino al 22 dicembre del 1994, quando l’azienda passa alla proprietà Averna e viene licenziato per esubero di personale: “Alla fine del mio periodo di prova chiesi al vice direttore di poter passare un mese in fabbrica come operaio per conoscere le lavorazioni dei prodotti che avrei dovuto vendere e le materie prime utilizzate.

Vendere nel settore alimentare non è facile e per avere dei risultati bisogna conoscere a fondo il prodotto. Gli addetti alla vendita della gelateria, ad esempio, dovevano imparare a fare il gelato prima di passare alla vendita”. Nel raccontare la sua esperienza alla Pernigotti, Gianfranco ricorda la professionalità, la passione e la competenza che

contraddistinguevano ognuno dei dipendenti dell’azienda: “Per l’incartamento – ci dice Romero - la maestra a capo del tavolo insegnava il procedimento ad una ad una delle operaie, controllando allo stesso tempo il lavoro delle altre. I prodotti erano sempre perfetti.” Nonostante siano trascorsi 23 anni dai giorni passati allo stabilimen-

Il punto della situazione

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opo il tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo a Roma tenutosi venerdì 30 novembre, il confronto con la proprietà è stato rimandato a martedì 8 gennaio 2019, nella speranza che la proprietà turca cambi idea optando per una cassa integrazione straordinaria. I lavoratori, in attesa di risposte, continueranno l’assemblea permanente allo stabilimento, mentre in loro sostegno è stato aperto un conto corrente intestato alla Diocesi di Tortona Caritas per finanziare un fondo di solidarietà. (fe.ri.)

to di Viale della Rimembranza, il suo legame con la Pernigotti è ancora forte, così come il dispiacere per la decisione di chiudere lo stabilimento: “Quando giro per i supermercati, controllo se e quali prodotti della Pernigotti ci sono sugli scaffali. Per me è stato un gran dolore non vedere più il gelato della Pernigotti in alcune gelaterie della città. Portare via da Novi Ligure il marchio e i prodotti Pernigotti vuol dire sminuirli. La Pernigotti è Novi.” Federica Riccardi

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ei primi anni del 1800 la famiglia Pernigotti conduce una brillante attività di drogherie e coloniali. I prodotti qualificati e le idee imprenditoriali fanno si che nel 1860 venga creata un’azienda che produce una variegata qualità di articoli, in particolare cioccolato e torrone, prodotti che vengono distribuiti in Piemonte, Liguria e Lombardia. Il primo Presidente di quest’azienda è Francesco Pernigotti. Il figlio Paolo e il nipote Stefano migliorano il ciclo produttivo e la distribuzione che copre buona parte dell’Italia. Al cioccolato, al torrone si aggiungono gli articoli pasquali e nel 1935 i semi lavorati per gelateria. Sotto l’illuminata guida del Commendator Paolo, l’azienda acquisisce sempre più quote di mercato e negli anni 40 viene acquistata la Fratelli Sperlari di Cremona. La “Stefano Pernigotti e figlio” diventa leader nel settore dei prodotti torronieri e della gelateria, con buone quote delle confezioni di cioccolatini, dei prodotti da banco, negli articoli pasquali, nel cioccolato in genere (in particolare i gianduiotti). Nel 1969 muore il Commendator Paolo e diviene presidente dell’azienda il signor Stefano che la guiderà sino al 1994. Grazie al signor Stefano l’azienda trascorre un periodo brillante che porta l’acquisto della ditta Streglio di None (1971). Purtroppo nel 1980 un grave incidente stradale avvenuto in Uruguay causa la morte di Paolo e Lorenzo, i giovani figli di Stefano e Attilia. Al dolore della famiglia si unisce quello di tutte le maestranze

Continua alla pagina seguente


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l’inchiostro fresco Novembre/Dicembre 2018

Prosegue dalla pagina precedente: Una realtà novese che si stringono agli sfortunati genitori. Il signor Stefano prosegue nella guida dell’azienda, anche se si comprende, che il futuro di questa meravigliosa realtà diventa più buio. Viene ceduta (1981) la Fratelli Sperlari, e dal primo gennaio 1995 la “Stefano Pernigotti e Figlio” passa alla Fratelli Averna. I titolari dell’azienda nel 2013 cedono la società (divenuta Pernigotti 1860) alla famiglia Toksoz, attuale proprietaria. È di questi giorni la notizia della grave situazione in cui si trova l’azienda con il forte dubbio che le cose finiscano poco bene per i lavoratori. È umano pensare che si arrivi ad una soluzione di compromesso che permetta di salvare i posti di lavoro e che Novi possa sempre andare fiera di una realtà che per oltre 150 anni è stata il suo orgoglio. Pierfranco Romero

NUOVA LIBARNA E VALLE SCRIVIA Serravalle Scrivia: si è parlato di benessere e di medicina complementare

Il convegno sulle cure alternative A Serravalle Scrivia due serate per parlare di benessere, per diffondere la conoscenza delle pratiche olistiche e il loro ruolo nella medicina contemporanea

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enerdì 16 e 30 novembre presso la biblioteca civica di Serravalle Scrivia, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e in collaborazione con UNIDuevalli Borbera e Scrivia, si sono svolti due serate dedicate al tema delle medicine complementari. Monica Puzzo, operatore olistico e radioestesico, formatosi presso la “scuola di naturopatia ad indirizzo energetico” di Chiavari, ha parlato di “Pulizia pranica e riequilibrio dei chakra”, argomenti per molti ancora sconosciuti, che

tuttavia sono oggi presenti concretamente in alcune delle nostre strutture di cura, per lo più come ausilio alla medicina tradizionale e solo raramente in sua sostituzione, allo scopo di favorire la risoluzione di innumerevoli malattie e, soprattutto, il benessere del paziente. In un breve video introduttivo alla relazione di Monica Puzzo, le parole di Veronesi confermano che la medicina occidentale, sull’onda di necessità evidenziate dall’esperienza con il paziente, sta scoprendo o riscoprendo la possibilità di integrare il proprio operato con pratiche e conoscenze appartenenti ad altre aree culturali e, spesso, molto antiche. Accade così che, sempre più frequentemente, modalità e pratiche curative tipiche di altre culture, vengano valutate e, quando ritenute valide, introdotte come vere

e proprie terapie o come supporto alla medicina allopatica che si pratica nei nostri ospedali. A Milano, presso il Centro di Medicina Psicosomatica dell'Ospedale S. Carlo Borromeo, per esempio, trattandosi di tecniche non invasive di distensione e analgesia, svariate pratiche vengono impiegate come trattamento

a Pernigotti chiude. Questa la notizia che in un batti baleno ha fatto il giro di Novi. E così a ridosso del Natale imminente oltre duecento famiglie vedono il loro futuro in bilico. Non uso il termine "improvvisamente" perché qualcosa era già nell'aria, ma come sempre la speranza era l'ultima a morire. Oggi la notizia della possibile liquidazione della Pernigotti, prestigiosa fabbrica del famoso cioccolatino che dal 1860 ha legato il suo nome a Novi. Un lavoratore, consegnando al Sindaco il Tricolore con sopra le firme di tutti i lavoratori dello storico stabilimento, ha letto l'art. 1 della Costituzione, dove si cita il lavoro come elemento fondante della società italiana e l'art. 4 dove la Repubblica promuove

tutte le condizioni utili affinché questo diritto sia effettivo. Avrebbe però dovuto citare anche un altro articolo, mai attuato, della Costituzione: l'art. 46, dove la Repubblica riconosce ai lavoratori il diritto a partecipare alla gestione delle aziende. È il principio della cogestione sempre avversato dagli imprenditori, che male sopportano le ingerenze “altrui” nei loro affari, e anche dai sindacati che forse vedono in questo articolo compromesso il loro ruolo di mediazione. Eppure se gli operai potessero entrare nella "stanza dei bottoni", per dirla alla Pietro Nenni, delle aziende dalle quali dipende la loro vita molte cose potrebbero cambiare. A par-

tire dalle decisioni sui cambi di proprietà senza garanzie e sulle delocalizzazioni! Certo è che in questi ultimi anni abbiamo visto cose che "non credevamo mai di vedere" (scusate il gioco di parole), con i nostri migliori marchi in mani straniere e con una privatizzazione selvaggia che ha portato alla dismissione dei nostri servizi pubblici e delle nostre aziende e industrie di Stato più pregiate, cedute ad una ristretta élite internazionale che sembra quasi prepararsi ad un dominio mondiale. Quali le risposte a questo stato di cose? Forse in Italia non c'è più nessuno che abbia il desiderio e l'ambizione di fare l'imprenditore? Gian Battista Cassulo

Marta Calcagno

Intervista al Sindaco di Pozzolo Formigaro

Chiude una fabbrica, sparisce un pezzo di storia

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di supporto e integrativo nella terapia del dolore del malato cronico, così accade all'Ospedale Versilia dell'Azienda Sanitaria della Regione Toscana e al Policlinico di Roma. “Il fine ultimo della medicina olistica, in sostanza, è quello di ristabilire l’equilibrio psico-fisico dell’individuo, perché solo quando

corpo e psiche sono in armonia fra loro è possibile ristabilire l’equilibrio energetico, di un soggetto malato che è necessario alla sua salute” – ribadisce Monica Puzzo sulla scorta delle parole di Veronesi. Rimuovendo l’energia bloccata ed energizzando con il Prana (o il KI ) le parti del corpo sofferenti si ristabilirà il movimento energetico naturale dei Chakra, con evidenti benefici per la nostra persona, sia in condizioni normali che in presenza di malattie.” Oggi più che mai, nel ritmo sempre più convulso della nostra routine, si impone la necessità di saper ascoltare se stessi; per questo le pratiche energetiche possono fornire un valido contributo alla ricerca di un equilibrio necessario non solo alla salute, ma a una condizione di benessere generale.

"C'è un piano cave redatto"

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l fatto che la Cascina Romanellotta sia destinata a ricevere le terre di scavo di tutte e quattro le talpe meccaniche non è una sorpresa. C’è un piano cave redatto dalla Regione Piemonte che lo indica” – spiega il Sindaco Domenico Miloscio affrontando l’argomento delle cave del Terzo Valico a Pozzolo Formigaro. Il paese presenta sul suo territorio ben 7 cave di deposito del materiale di scavo del Terzo Valico, di cui alcune di proprietà di privati già presenti sul suolo di Pozzolo, per un totale di quasi il 45% del territorio occupato dall’intera tratta piemontese dell’opera. “Non appena è stato presentato il piano cave aggiornato, l’Amministrazione Comunale ha inviato un ricorso al Tar del Piemonte, anche perché nel piano sono stati aggiunti dei siti tra cui la Cascina Guendalina

che, come avevamo evidenziato in precedenza, non ha l’autorizzazione a ricevere altro materiale. – ha spiegato il Sindaco - Inoltre Bettole, che è un importante centro abitato del Paese, è stata accerchiata dalle opere del Terzo Valico e non

ne siamo contenti.”. Miloscio ha poi chiarito l’impegno dell’Amministrazione Comunale per quanto riguarda l’attenzione ed il controllo sul territorio: “Il nostro compito, di fronte ad un’opera ormai in corso e destinata ad essere portata avanti, è di far rispettare le regole a chi sta eseguendo i lavori, dando priorità alla tutela dell’ambiente e della salute del cittadino. I controlli vengono fatti regolarmente su più livelli da chi ne ha la competenza ed i risultati ci vengono comunicati. Noi stessi più volte ne abbiamo sollecitati alcuni. Ad oggi i controlli effettuati nella Cascina Romanellotta sono sempre risultati nella norma, ma nel caso si manifestassero delle anomalie l’amministrazione ha la facoltà di sospendere i lavori.” Federica Riccardi


l’inchiostro fresco

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NUOVA LIBARNA E VALLE SCRIVIA

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Al cinema Moderno Robbiano presenta Robbiano. Una staffetta tra padre e figlio

La storia della Patriottica di Tassarolo

“Novi nel cuore...”

Le radici

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obbiano presenta Robbiano”, padre e figlio insieme, per una volta uniti per presentare l’ultima opera letteraria di Lorenzo, “Novi nel cuore. Erano gli anni sessanta”. Al Cinema Moderno di Novi Ligure, di recente apertura, domenica 18 novembre debuttano con una performance sui generis, che tutto può far pensare, ma non alla presentazione di un libro. Sembra di assistere ad una pièce teatrale dai toni umoristici e dagli accenti fortemente connotativi di un legame, quello filiale, tra un noto scrittore di storia novese e un brillante artista di teatro, il figlio Andrea. Lorenzo Robbiano è un prodigo autore, un grande conoscitore della storia della sua città e può per-

mettersi il vanto di consegnare alla narrazione scenica e alle convenzioni dialogiche del monologo, le pagine del suo libro, che così diventano attraverso una voce familiare, piena di allusioni, di loquaci sketch dialettici, straordinari spunti di riflessione, come solo la potenza del teatro sa trasmettere. La Novi degli anni sessanta, interpretata attraverso dalla

mimesi recitativa di Andrea Robbiano, sembra appartenere ad un’epoca tanto lontana, di cui non c’è più traccia, per un giovane come Andrea che finge la fatica di leggere in dialetto, di non comprendere le scelte musicali del padre legate ad un conservatorismo nostalgico dei vecchi tempi. In realtà la finzione teatrale smaschera l’intento ideologico dell’autore, mette a

nudo che la distanza dal passato non è così grande, i problemi della Novi di ottant’anni fa sono mutati, ma nella forma e non nella sostanza. Pagine di nostalgica memoria, pezzi di vita della città e della gente, dei novesi che hanno vissuto la guerra e negli anni 60 con timidezza e cautela e affrontano il progresso, senza nemmeno conoscerne gli effetti, ma inconsciamente pronti al cambiamento. Al cinema Moderno a rievocare quegli anni, non poteva mancare il Sindaco Rocchino Muliere che ha sempre una parola per celebrare la sua Novi, il moderatore Direttore de: Il Novese Andrea Vignoli e per rendere davvero vintage l’atmosfera, dalla voce di Franco Orlando e la chitarra di Enzo Abruzzese un repertorio di brani musicali che rievocano vividamente quegli anni. Marta Calcagno

Ricordi di un vigile in pensione

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i sentivo al servizio di Novi, perché la divisa che indossavo era il suo biglietto da visita”. Con queste parole, Renzo Fasciolo, vigile in pensione dal 1991 di Novi Ligure, mi accoglie nel negozio di biciclette di suo figlio Diego, che da tempo conduce la storica officina di cicli nata nel 1946 per iniziativa del nonno materno, Mario Ravera. “Diego rappresenta la terza generazione dei Fasciolo/Ravera che tiene aperto questo negozio da sempre punto di riferimento dei ciclisti novesi, sito in Corso Marenco dietro il Bar Peso, altro locale storico novese. Una città questa dove la bici non manca a nessuno”. A Renzo Fasciolo però vogliamo chiedere un suo ricordo sul suo lavoro da Vigile. “Più che un lavoro, sin da quando vi sono entrato nel lontano 1977, lo sentivo come un compito. Tutti

noi ci sentivamo responsabilizzati perché avevamo addosso sempre gli occhi della gente e volevamo esserne all’altezza”. I vostri comandanti in che modo vi spronavano in questa vostra attività? “Anzitutto con l’esempio. Eravamo 38 vigili con un territorio da controllare assai complesso e in espansione, anche se le incombenze burocratiche a quei tempi erano meno di quelle che oggi hanno i miei colleghi in sevizio – mi risponde Fasciolo – ma nei nostri comandanti trovavamo sempre un punto di riferimento”. Ricordiamo i loro nomi? “Sì con piacere. Il primo fu Carlo Zunino, ma quello del quale sono stato più a lungo sottoposto è stato Gianfranco Bergaglio, sempre disponibile, quanto esigente” E con i sindaci quale è stato il suo rapporto? “Ho avuto tre sindaci, Armando Pagella, Mario Angeli

e Mario Lovelli. Tre personalità diverse tra loro ma tutte molto disponibili, che sapevano darti fiducia ed anche difenderti quando a volte nascevano degli attriti”. Qualche esempio? “Uno dei problemi più difficili che si trovò ad affrontare Novi in materia di ordine pubblico si verificò negli anni Ottanta quando al CIPIAN si insediò una comunità di nomadi. Furono anni particolarmente cruciali, ma Pagella prima e Angeli dopo, seppero sempre stare al nostro fianco”. La collaborazione con le altre Forze dell’Ordine come si è sviluppata nel tempo? “Sempre in modo ottimale, anche quando le normative non erano così specifiche come oggi. Con i Carabinieri poi eravamo un tutt’uno”. Il rapporto con la gente? “Ottimo perché i novesi vedevano in noi non un repressore ma una figura amica. E noi

cercavamo, pur facendo rispettare il codice, di non creare fratture mettendoci sempre a disposizione di ogni necessità. Ad esempio in diverse occasioni abbiamo dato una mano a riportare a casa persone anziane che si erano perse o aiutare mamme che, indaffarate con i bambini, avevano smarrito le chiavi di casa”. E mentre stavamo raccogliendo queste note, di fronte a noi passa un ex sindaco, Mario Lovelli, e così cogliamo l’occasione di scattare la foto che vedete a connessa questo articolo e che bene completa questa intervista dal dolce sapore dell’amarcord. Gian Battista Cassulo Nella foto in alto: Renzo Fasciolo (a sinistra) con l'ex sindaco Mario Lovelli

P

er uno scrittore appassionato di storia come Dino Bergaglio, non poteva mancare nella sua collana letteraria un libro sulla lunga storia della Società Patriottica di Mutuo Soccorso di Tassarolo. Dopo la pubblicazione di “Buono come il pane. Storie e figure d’altri tempi” e “Colori e profumi di un paese”, che hanno testimoniato la profonda conoscenza dell’autore per la vita sociale e culturale tassatolese, in questo suo ultimo lavoro l’attenzione di Bergaglio si è spostata su una delle istituzioni che più hanno caratterizzato la storia operaia nel periodo che va dal 1868 ad oggi. In occasione dei 150 anni della fondazione della Società Patriottica, Dino Bergaglio ha voluto ricordare l’evento e nella sala della Sumps di Tassarolo, rievocando il giorno in cui quindici virtuosi tassarolesi fondarono la “Società Normale in Qualità d’Arte”, quella che viene denominata ufficialmente Società unitaria patriottica di Mutuo soccorso, che diventa la più antica forma di assistenza di solidarietà mutualistica. Questo suo ultimo libro, “150 anni di solidarietà a Tassarolo”, è stato presentato da Lorenzo Robbiano, alla presenza del Sindaco Paolo Castellano e del Presidente della Società Giuseppe Merlano. Si è rivelato un racconto appassionato, da cui

trapela l’attaccamento dell’autore all’istituzione, di cui fu in passato Presidente, ma anche un laborioso lavoro di ricerca documentaria svolto nell’archivio della Società stessa. Con grande puntiglio critico, Dino Bergaglio ha rivelato ancora una volta il ruolo fondamentale della Sumps e dei valori su cui essa si fonda, anche in relazione alle prospettive e agli scenari che si aprono oggi nella società odierna. Il ruolo della solidarietà, incarnato dalla Patriottica, seppur mutato in relazione ad un diverso contesto sociale, oggi non può tramontare, non può lasciar spazio all’individualismo e all’indifferenza, ma deve trovare una nuova collocazione, grazie a rinnovate forme di mutualità e di assistenzialismo, più moderne e aderenti alle richieste del tessuto sociale. Un messaggio implicito, importante, vivo, un monito rivolto ai giovani, da parte da chi, come Dino Bergaglio ha vissuto il passato e conosce bene la storia della società operaia. A Tassarolo è stata inaugurata anche la “Sala di lettura”, in ricordo dell’ex Sindaco Giuseppe Luigi Cavriani. Marta Calcagno Nella foto: Gabriella Merlano introduce i lavori. Al tavolo Bergaglio, Robbiano, Castellano, Merlano e Piccinini

In ricordo di Dino Bergaglio

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entre stiamo andando in stampa apprendiamo che l’amico Dino Bergaglio è improvvisamente mancato. Ci associamo al dolore della famiglia per l’immenso vuoto lasciato da Dino in tutti noi, anche perché Dino

Bergaglio ha sempre avuto un occhio di riguardo per “l’inchiostro fresco”, assegnando ad esso nel 2008 l’ambito “Premio Stampa”. Bergaglio era la memoria storica del nostro territorio e di lui resteranno i suoi libri a testimonianza della suo amore per i suoi posti. Di noi in definitiva nel ricordo collettivo resta quello che abbiamo saputo fare in vita e chi ha saputo dare di più, maggiormente sarà ricordato. Questa, in ultima sintesi, è la vera vita eterna e Dino, con i suoi libri, sarà sempre vivo nel ricordo di chi verrà dopo di noi. La redazione de “l’inchiostro fresco”


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I PROBLEMI DEL TERRITORIO

Ronco Scrivia: mettere in sicurezza l'alveo del torrente

Parla Rosa Oliveri

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a mia partecipazione alla vita pubblica di Ronco Scrivia è iniziata nel 1996 con l'allora sindaco Gian Luigi Sacchi, che era subentrato al Commissario prefettizio e la stagione del commissariamento la vissi molto male perché mi dispiaceva vedere il mio comune amministrato non da una persona eletta, ma da un funzionario dello Stato che si occupa solo dell’ordinario. E fu lì che decisi di entrare in politica iniziando una carriera che dura ancora oggi, ma che la svolgo non per professione ma per amore per i luoghi dove vivo!!!". Con queste parole Rosa Oliveri, Sindaco di Ronco Scrivia, laureata in Scienze sociali, ci accoglie nel secentesco Palazzo Spinola, sede del comune, dove ormai ci “vive” da 22 anni la stessa età di suo figlio che ha dovuto da sempre fare i conti con questo impegno. La Sindaco precisa che non ha mai dimenticato il mondo del volontariato dal quale nasce la sua vera esperienza. “I miei primi passi in politica sono stati infatti incarichi nel mondo dello sport, delle attività ricreative e della cultura” ci dice Rosa Oliveri, ricordando i tempi di quando l’allora sindaco Gianluigi Sacchi

la introdusse nel mondo della attività amministrativa. “Sono passati molti anni ma l’esperienza fatta con Sacchi è ancora molto viva: il Comune aveva da risolvere tanti problemi e forse come sempre l’incoscienza oltre che la passione ci aveva portato tutti a scegliere di fare qualcosa.” L’espereinza è proseguita in Consiglio e in Giunta dove vi è stata sino al 2014 con il successore di Sacchi, Simone Franceschi, ora sindaco a Vobbia, per poi nel 2105 indossare la fascia di Primo cittadino. Un cursus honorum completo dunque quello di Rosa Oliveri che forse manca ai politici delle nuove generazioni, ma che, per il bene della politica, sarebbe

Appennino. Investire contro marginalità e spopolamento

È “

necessario invertire la tendenza verso una progressiva marginalizzazione e spopolamento del nostro Appennino, aiutando gli amministratori comunali e il sistema economico locale con investimenti pubblici sia con un piano straordinario di manutenzione del territorio sia con incentivi per chi decide di fare impresa nelle terre di montagna. La qualità dei servizi (scuola sanità trasporti) deve poi essere riportato ad un livello adeguato per poter consentire ai comuni dell’Appennino di essere attrattivi per nuovi residenti. È quindi indispensabile riavviare una nuova stagione progettuale per il rilancio del nostro Appennino, cercando di attrarre finanziamenti comunitari, nazionali e regionali, oltre a quelli privati”.

Lo scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, on. Federico Fornaro a margine del convegno organizzato dall’Uncem a Cantalupo Ligure sul futuro dell’Appennino ligure piemontese.

necessario per tutti. Adesso che è a capo della Giunta cittadina, quale è il problema che vorrebbe più degli altri risolvere? “Mettere in sicurezza il corso del torrente Scrivia” ci risponde subito Rosa Oliveri. “In questo senso sono promotrice di uno studio sui sedimenti dello Scrivia da Montoggio a Isola perché l’acqua trascina a valle la ghiaia che si ferma proprio qui da noi, favorendo poi le cicliche inondazioni che tanti danni hanno fatto a Ronco e a valle”. Il sindaco, indicandomi dalla finestra del suo ufficio, l’ansa del torrente dove, quando le acque sono in piena, si forma un vero e proprio tappo di ghiaia e quant’altro, prosegue: “Mi sono fatta interprete del problema presso l’Ass. regionale Giacomo Giampedrone, per conferire all’Università di Genova uno studio idrodinamico del torrente per individuare le sue criticità e avere la possibilità di dragare depositi ghiaiosi e conseguentemente rimuovere ogni pericolo per la cittadinanza e le attività produttive”. Per Ronco dove sono queste zone a rischio? “Qui la ghiaia si deposita nel tratto dove il torrente costeggia la zona sportiva e la Borgata Ferriere e quando lo Scrivia riceve molta acqua dalla valle Pentemina in località Montoggio o quando il si aprono le chiuse della diga del Busalletta qui per noi è un disastro!!!”. Come poter intervenire nell’attesa dello studio? “Abbiamo ad oggi ottenuto un contributo regionale di 850 mila euro per l’innalzamento di un muro d’argine in via Delle Piane, ma non è un intervento radicale”. Terminiamo qui la nostra intervista non prima però di visitare l’edificio comunale con la sua bella sede consiliare dove il Sindaco mette al corrente che si sta attivando per ottenere i fondi necessari per abbattere le barriere architettoniche ancora presenti nel palazzo. Gian Battista Cassulo

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Isola del Cantone: "il biodigestore non si fa"

Intervista ad Assale P roseguendo nel nostro giro d’incontri con i sindaci dell’Alta Valle Scrivia, dopo avere intervistato Loris Maieron, sindaco di Busalla, e Rosa Oliveri sindaco di Ronco, incontriamo Giulio Assale, sindaco di Isola del Cantone, medico veterinario con ambulatorio a Busalla ma con nel cuore la passione politica. E subito chiediamo al sindaco una sia pur breve panoramica del suo comune. “Seppur con una popolazione ridotta, Isola del Cantone è il più esteso dei comuni rivieraschi dello Scrivia ancora in terra ligure – ci dice subito Assale accogliendoci nel suo ufficio – e garantire i collegamenti stradali tra tutte le nostre numerose frazioni e agglomerati di case sparse su un territorio montuoso come quello isolese, soprattutto con l’inverno incombente, non è facile. Quando c’era la Provincia, un aiuto in più lo avevamo – ci spiega il Sindaco – ma oggi, con l’istituzione della Città Metropolitana, le risorse si sono impoverite e facciamo fatica anche a fare l’ordinaria manutenzione”. Si potrebbe dire “Mal comune, mezzo gaudio” perché le stesse parole le abbiamo sentite anche da altri sindaci, ma per entrare nel merito delle principali vicende amministrative locali e non, la nostra intervista si incentra subito sulla questione del Biodigestore. “Devo anzitutto dire che sono molto grato agli amministratori del vicino Basso Piemonte per le manifestazioni di solidarietà e sostegno in questa vicenda, che andava in qualche modo ad interessarli. In particolare vorrei ringraziare il comune di Arquata – prosegue il Sindaco – che è ricorso al TAR ligure assieme a noi contro le risultanze della V.I.A. (ndr.: commissione Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Liguria”. E a livello locale? “La cittadinanza è stata solidale con l’Amministrazione e in particolar modo è stata molto attiva l’associazione locale A.I.A. (ndr.: Associazione Isolese Ambientalista, nata nel 1993, quando si paventava in

loco l’insediamento di un Centro polifunzionale di stoccaggio e trattamento rifiuti industriali, la RAMOCO)”. Chiediamo al Sindaco il perché dell’interessamento di questo tipo di ditte per il suo comune. “Isola del Cantone – ci spiega Assale – è ben servita sia dai collegamenti autostradali, sia da quelli ferroviari ed è decentrata ma non lontana dai grandi centri urbani. Quindi, sotto l’aspetto logistico, appetibile per tali insediamenti”. Per entrare nel merito, cosa è un biodigestore? “È un impianto che produce gas metano ottenuto dalla fermentazione di materie organiche dei rifiuti solidi urbani (RSU), che vengono trattate macinandole, umidificandole e portandole a temperature idonee per la fermentazione” E con quali inconvenienti? “Probabili miasmi, rischio di sversamenti e produzione di residui organici che sono a loro volta residui speciali”. Inconvenienti non da poco per la popolazione residente in prossimità della località Camposaragna, tra le frazioni di Prarolo e Mereta, dove avrebbe dovuto sorgere questo impianto, in fregio alla linea ferroviaria “Torino – Genova” e prospiciente lo Scrivia. Uno scampato pericolo dunque? “Certamente, anche perché – ci sottolinea il Sindaco – la ditta interessata aveva presentato un progetto per un impianto che rientra tra quelli per la produzione di energie alternative, a cui è concessa l’Autorizzazione Unica (A.U.) procedura

per la quale, in caso di approvazione, si prevede automaticamente variante al Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) e l’esproprio dei terreni” La Città Metropolitana di Genova aveva infatti iscritto il progetto come avente diritto alla procedura di Autorizzazione Unica. L’esito positivo del ricorso al TAR presentato da Isola del Cantone e Arquata Scrivia contro l’autorizzazione del V.I.A. regionale (Regione Liguria), del quale abbiamo già detto, sommato al diniego di Ferrovie alla deroga per poter costruire a 15 metri dai binari, anziché ai 30 previsti per legge, ha però bloccato tutto. “Ora – conclude il Sindaco - è possibile da parte della ditta interessata un ricorso in Cassazione contro tale bocciatura, ma noi siamo saremo pronti a qualsiasi evenienza”. E all’orizzonte quali altri problemi si profilano? “Sperando di avere definitivamente chiuso la vicenda Biodigestore, sotto il profilo ambientale, il nostro prossimo obiettivo – ci anticipa Assale – è quello di risolvere il più realisticamente possibile il problema della ghiaia nell’alveo del torrente Vobbia in località Vobbietta, che rappresenta un vero e proprio tappo al deflusso delle acque con tutte le conseguenze immaginabili!”. Un tema del quale noi de “l’inchiostro fresco” ne avevamo già parlato con un articolo titolato “L’oro di Vobbia” alcuni anni fa (dicembre 2010). Gian Battista Cassulo


l’inchiostro fresco

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I PROBLEMI DEL TERRITORIO Un snodo strategico per le vie di comunicazione tra Liguria e Piemonte

La storia di Isola del Cantone L à dove il Vobbia termina la sua irruente corsa nelle acque dello Scrivia, nasce Isola del Cantone, un comune dalla vastissima estensione, dove sui suoi quasi 50 chilometri quadrati si adagiano, attorno al principale aggregato urbano isolese, quindici frazioni e una ventina di aggregati di case sparse. Il tutto su un territorio montuoso che passa dagli oltre mille metri del Bric delle Camere ai 230 metri sul livello del mare della frazione di Pietrabissara. Un paradiso per gli escursionisti che hanno a disposizione numerosi sentieri che ricalcano i tragitti delle antiche “Vie del Sale”, collegando le valli del Lemme, dello Scrivia e del Vobbia, da Voltaggio sino al Passo di san Fermo.

Oggi il comune di Isola del Cantone, servito dalla storica “Torino – Genova” - inaugurata il 20 febbraio 1854 da Carlo Alberto e fortemente voluta dal Cavour per collegare la capitale del Regno di Sardegna al suo maggior porto, acquisito in seguito agli accordi scaturiti dal

congresso di Vienna del 1815 - nonché dal casello della A/7 – l’ex “Camionale” inaugurata il 29 ottobre 1935 dal Re Vittorio Emanuele II e da Benito Mussolini per alleggerire il crescente traffico sulla “Strada Regia” realizzata, attraverso il Passo dei Giovi, nel 1823 - è stato in-

globato, dopo la riforma delle Province (Ddl 1542, noto come Legge Delrio - 2014), nella Città Metropolitana di Genova, diventandone il suo comune più a Nord, posto sul confine tra Liguria e Piemonte. Per la sua posizione strategica e per la facilità dei suoi collegamenti sia con Genova come con i maggiori centri piemontesi e lombardi, Isola del Cantone, si può dire sia diventato un centro residenziale, dove però resiste ancora una vocazione agricola di montagna assieme ad alcune realtà industriali e commerciali. Ma una carta vincente per Isola, che oggi conta una popolazione di circa 1600 abitanti, potrebbe essere il cosiddetto “turismo di prossimità”. Giacomo Piombo

Il Parco dell’Antola aderisce a

“I Borghi Autentici d'Italia” L ’Ente Parco Antola ha aderito all’associazione Borghi Autentici. Ciò su decisione della presidente del Parco, Daniela Segale che ha proceduto a questa iscrizione in considerazione dell’esistenza nel perimetro del parco stesso di due realtà quali Pentema e Senarega dalle potenzialità molto elevate, perché in grado di usufruire di fondi europei. Venerdì 23 novembre si è tenuta proprio a Pentema una riunione con il dr. Mazzoni del

Consiglio direttivo dell’associazione, con l’intervento di Daniela Segale e dei consiglieri del g.r.s. Nel frattempo fervono i lavori perché tutto sia in ordine per l’apertura del presepe di Pentema, prevista il 15 dicembre, anche se è indispensabile che già entro il week end precedente i lavori siano completati, prevedendo visite straordinarie delle scuole fra il 10 e il 14 dicembre. (g.b.c)

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Ecosostenibilità a Fontanigorda D

ue giovani Dottori di ricerca dell’Università di Genova, Guido Bonello e Marco Scarsi di Zoea hanno lanciato un progetto innovativo per la rinascita del centro ittico di Fontanigorda, una seconda vita per una struttura abbandonata da anni che rinascerà all’insegna dell'eco-sostenibilità e dell’economia circolare. Il progetto, stato presentato ufficialmente al pubblico gli scorsi 21 e 22 luglio, è stato ideato con la collaborazione del prof. Luigi Pane (DISTAV), il Comune di Fontanigorda, in testa il sindaco Margherita Asquasciati, ha accolto da subito con entusiasmo la proposta mettendo a disposizione la struttura. “Si tratta di un centro nato negli anni Settanta e che è abbandonato ufficialmente dal 2001, salvo qualche sporadica gara di pesca – ci spiegano Guido Bonello e Marco Scarsi – dopo oltre quindici anni di abbandono abbiamo iniziato a recuperarlo con tecniche altamente innovative”. Il progetto di Zoea prevede non solo la riparazione ed il rinnovamento della struttura ma la sua trasformazione all’insegna della riduzione degli sprechi al minimo, della sostenibilità ambientale e dell’ecologia coniugate con l’economia. “Il Comune di Fontanigorda e il Sindaco Asquasciati hanno dato da subito la disponibilità dell’impianto alla ZoEA, che dopo uno studio sul da farsi – proseguono

Bonello e Scarsi – si è deciso di non tornare alla classica acquacoltura ma un’idea più innovativa, cercando di riutilizzare al massimo le risorse. Il progetto di recupero riguarderà le otto vasche e l’incubatoio”. Bonello e Scarsi di Zoea hanno iniziato i lavori di ripristino e pulizia delle vasche nel mese di marzo. “Dato che l’acqua utilizzata – ci spiegano i responsabili di AcquaZoea – verrà scaricata in un affluente del Trebbia, si rende necessaria la riduzione dell’impatto ambientale. In quest’ottica, le vasche saranno ripopolate con la Trota Fario di ceppo mediterraneo, una specie autoctona delle nostre zone. Insieme all’allevamento delle specie ittiche vi sarà la coltura acquaponica con l’acqua delle vasche che verrà utilizzata per coltivare specie vegetali. Il progetto di Zoea, una volta completato, utilizzerà per questo circa un decimo dell’acqua che viene impiegata solitamente!”. Infine, ci spiegano, Guido Bonello e Marco Scarsi, vi sarà l’allevamento, ai fini di ripopolamento, dei gamberi di fiume, una specie che è stata inserita nella lista rossa IUCN, ovvero delle specie protette, che può essere pescata esclusivamente per fini scientifici. Il lavoro di Zoea sarà inoltre rivolto alle scuole ed ai gruppi, con laboratori e attività didattiche. Marta Calcagno


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alla scoperta del nostro territorio

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Alta Val Borbera: il Pobbio Attività 2019 C F hi raggiunge il borgo di Pobbio in Alta Val Borbera formato da poche case circondate da terrazzamenti ora invasi da alberi, rovi e cespugli, inevitabilmente pensa a come gli abitanti di un tempo dovessero vivere un'esistenza di fatica e di disagio come in tutti gli ambienti di montagna. L'inizio di un'indagine con chi ha vissuto in quel luogo ci svela una realtà completamente diversa. Il primo documento in cui appare Pobbio è il diploma di Ottone I del 962 in cui si riconfermano i beni ceduti da Liutprando a San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, pertanto a una realtà monastica. La storia continua e arrivando fino agli anni '60 del 1900 si scopre un'economia notevole e fruttuosa grazie anche alla posizione soleggiata e ricca di acqua. Interessante è scoprire

che venivano prodotte notevoli quantità di grano duro acquistato da importanti ditte produttrici di farine; in una zona abbandonata si evidenziano i resti di un mulino di grandi dimensioni collegato con i borghi circostanti, pertanto esisteva tutta una rete di comunicazioni che si sta cercando di ritrovare e di ripristinare. Un'altra eccellenza che quest'anno si è

rivelata evidenziando l'altissima qualità del prodotto di ciò che è rimasto, era la produzione di centinaia di quintali di mele, a questo si collegano le fagiolane di una varietà molto apprezzata. Importante era l'allevamento di animali come buoi alimentati da erba di notevole qualità sia per il pascolo sia per lo sfalcio e di maiali per i quali veniva coltivato il

granoturco. Ogni anno venivano ricavate migliaia di quintali di legname pregiato anche perché la zona è ricca di faggete e qui arrivavano dal bergamasco per la produzione di carbone. Il crollo di questa economia iniziò nei primi anni '50 quando la maggioranza degli abitanti trovarono un lavoro in pianura o emigrarono in America, soprattutto in Argentina. Lo studio di questo territorio di cui si sono già occupati storici e antropologi continuerà con la ricerca sul territorio soprattutto con la collaborazione di persone che continuano a vivere in queste zone e che ne sono la memoria storica. Ovviamente la storia sarà collegata con l'ambiente naturale, qui particolarmente interessante per una grande biodiversità. Gianna Timossi

Partendo da Arquata Scrivia un anello naturalistico di 130 chilometri

Il Sentiero sociale

I

n Val Borbera qualcosa si sta muovendo per il turismo. Già da tempo la Pro Loco di Cabella, rivitalizzata dall’opera della sua presidentessa, Caterina Fasolini di Martino, di concerto con l’Amministrazione comunale guidata da Roberta Daglio, sta allestendo eventi di sicuro interesse. A Magioncalda, caratteristica frazione di Carrega Ligure posta a 980 m.s.l., dove esiste una sorgente di acqua incontaminata probabilmente sgorgante dal monte Carmetto (1400 m.s.l.), è in atto il recupero di un vecchio mulino grazie ad una sinergia tra amministrazione comunale e il Consorzio frazionale di Magioncalda. Anche il CAI, con la cura dei sentieri, non fa mancare la

Le tappe del percorso “Il Sentiero sociale” 1) Arquata Scrivia - Persi 2) Persi – Cantalupo – Rocchetta – Albera 3) Albera – Cabella – Cosola 4) Cosola – Carrega – Vegni 5) Vegni – Reneusi Dova 6) Dova – Sisola – Borassa 7) Borassi – Roccaforte – Grondona Arquata info: giacomodale90@gmail.com

sua presenza, così come le varie manifestazioni sportive organizzate dai più diversi sodalizi, quali la gara de “Le porte in pietra” giunta quest’anno alla sua 13° edizione, che ogni anno accoglie

centinaia di appassionati del trekking e della corsa podistica. Occorrerebbe ripristinare la famosa “StraBorbera” , marcia competitiva individuale e a staffette di 33 chilometri da Novi Ligure a Cabella che si correva il 25 Aprile per onorare, attraverso lo sport la memoria storica di questi luoghi. “Nei testimoni delle staffette – ci dice infatti Gian Battista Cassulo che la ideò nel 1982 con la sua Polisportiva Novese ed organizzandola per quasi un decennio– mettevamo i temi redatti dagli studenti delle scuole novesi sul 25 Aprile, e gli staffettisti li consegnavano al Sindaco di Cabella al loro arrivo. Sarebbe un’iniziativa sportiva e culturale da riprendere”. Oggi a tutto ciò si sta aggiun-

gendo anche un’altra lodevole iniziativa. Quella di Giacomo D’Alessandro che ha ideato “Il sentiero sociale”, un percorso turistico sportivo ad anello lungo 130 chilometri che, con partenza da e arrivo ad Arquata Scrivia, permette un’interessante escursione a tappe tra i monti della Val Borbera che, sfruttando gli agriturismo e le strutture ricettive presenti, si può percorrere in sette giorni. Il turismo dunque, quale “arma” vincente per questo lembo dell’Oltregiogo che per la sua natura, a volte selvaggia, sa dare emozioni uniche a chi si avvicina a i suoi luoghi.

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n a m i d a t a t r o p a o d Il mon

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Marta Calcagno

erve l'attività sezionale per la stesura finale del programma delle attività sociali della sezione di Novi Ligure; tante le proposte per le uscite di escursionismo e di escursionismo TAM legati agli aspetti di tutela ambientale e culturale, di alpinismo, di ciclo escursionismo e MTB e alpinismo giovanile. Per fine anno il programma completo sarà disponibile presso la sede stampato in un comodo opuscolo e pubblicato sul sito della sezione. Da dicembre sarà possibile procedere al tesseramento per il nuovo anno, le quote sono diversificate a seconda dell'età del socio e dell'eventuale iscrizione del nucleo familiare. L'adesione al Club Alpino garantisce: • la copertura assicurativa per l'attività che si svolge, e ottenere

100 anni a Camperbulèn

S

u iniziativa della Pro Loco di Cosola, di Musa e dell'Associazione Ricreativa Culturale “Cosola”, a Camparbulèn, in alta Val Borbera, è stato festeggiato il centenario della costruzione della fontana e della strada che collega Cabella a Cosola. Opere realizzate nel 1918 da Giovan Battista Gambarotta, l'industriale del famoso amaro, che nel 1906 trasferì la distilleria da Novi a Serravalle. Hanno parlato il sindaco di Cabella Ligure, Roberta Daglio, la nipote di Gambarotta, Pepita, i cosolani Ippolito Negro e Annalisa Burrone. Don Luciano Maggiolo, parroco di Dova, ha benedetto la fontana. (g.b.c.)

il rimborso delle spese di soccorso anche all'estero, • frequentare i corsi sulle varie discipline montane organizzati sia dalle scuole delle diverse sezioni, così come partecipare alle attività proposte dalle diverse sezioni d'Italia, • Alloggiare nei rifugi Cai a condizioni particolari • ottenere sconti per l'acquisto di materiale tecnico • ricevere la rivista mensile “Montagne 360°” • poter usufruire dei materiali e attrezzature che la Sezione mette a disposizione dei soci: corde, ramponi, picozze, ciaspole, sci da alpinismo, pelli, ecc • poter usufruire della biblioteca sociale (libri, filmati e carte geografiche)

È sempre possibile poter partecipare ad alcune attività anche non essendo soci, pagando una quota assicurativa entro due giorni prima della data fissata. GENNAIO • Ciaspolata in Alta Val Borbera sulle tracce del Lupo FEBBRAIO • Giornata di sci di fondo aperta anche a chi è alle prime armi MARZO • Grotta Arma della Pollera: un mondo al buio • Escursione sul Monte Alfeo APRILE dal 27 al 28 escursionismo e bici • La Via Francigena da Lucca a Siena Attenzione: ogni gita viene confermata entro il venerdì precedente in base alle previsioni meteo. Federica Riccardi

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LOCAZIONE E AFFITTO

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ell lilinguaggio i comune spesso i termini locazione e affitto vengono utilizzati come sinonimi o comunque confusi. In realtĂ si tratta di due concetti diversi.

CHE DIFFERENZA Câ€™Ăˆ TRA QUESTI TERMINI? Con il termine locazione il codice civile fa riferimento a tutti i contratti mediante i quali un soggetto si impegna a far utilizzare ad un altro un bene mobile o immobile per un certo tempo a fronte di un determinato corrispettivo. L'affitto, invece, è un tipo particolare di contratto di locazione che riguarda solo i beni produttivi, si pensi ad esempio all'affitto di un terreno. Mentre quando si parla di immobili urbani ci si riferisce alla locazione ad uso abitativo e alla locazione ad uso commerciale. Tralasciando quest'ultima, ecco alcuni brevi cenni sulla LOCAZIONE AD USO ABITATIVO. • Quali sono i principali tipi di contratto di locazione ad uso abitativo? - CONTRATTO A CANONE LIBERO (4+4): le parti possono liberamente concordare il canone, con il vincolo però della durata minima di 4 anni, con rinnovo automatico di altri quattro, salvo facoltĂ di disdetta da parte del locatore in alcune ipotesi previste per legge. - CONTRATTO A CANONE CONCORDATO (3+2): il canone è calcolato sulla base di accordi tra le associazioni dei proprietari e degli inquilini e anche le altre condizioni sono conformi ai contratti tipo definiti in sede locale da tali organizzazioni, che determinano dei parametri valutati in base alle caratteristiche degli immobili; la durata non può essere inferiore ai 3 anni, decorsi i quali, ove le parti non si accordino per un rinnovo, il contratto è prorogato automaticamente di altri 2 anni.

HELTER SKELTER

Avv. Fabiana Rovegno

- CONTRATTO AD USO TRANSITORIO: è utilizzato per esigenze temporanee (non turistiche), che vanno documentate in allegato al contratto; può avere durata non superiore a 18 mesi; le parti possono concordare liberamente il canone solo se l’immobile è in un Comune con un numero di abitanti inferiore a diecimila, mentre negli altri Comuni occorre fare riferimento agli accordi locali. • Come si è giunti alla normativa attuale? Le parti del contratto si definiscono locatore (proprietario) e conduttore (altresĂŹ detto inquilino). Per tutelare quest'ultimo il legislatore è ricorso per decenni ad adottare misure di proroga della durata dei contratti e a graduare in modo vincolante gli incrementi dei canoni. La profonda crisi del settore immobiliare condusse nel 1978 alla c.d. Legge sull'Equo Canone, che prevedeva una durata minima obbligatoria di 4 anni, di regola rinnovabili per uguale periodo, ed una calmierazione del corrispettivo, ossia il c.d. Equo canone. La spinta verso la liberalizzazione del mercato portò successivamente ad ulteriori modifiche, che introdussero nel 1992 la possibilitĂ di stipulare dei “patti in derogaâ€? rispetto all'equo canone e infine nel 1998 all'attuale normativa. Avv. Fabiana Rovegno

NCIPIT. Torino, 3 settembre 2018. Due ragazzi di razza caucasica, in autobus, alla vista di un giovane, di razza africana, gli rivolgono queste cordiali parole: ÂŤquesti negri non dovrebbero salireÂť. Un altro, bianco, reagisce al posto dell’offeso, ma in nome proprio, e viene suonato di brutto. Il medico J.F. Blumenbach - 1775 - divide l'umanitĂ in cinque razze: africana, americana, caucasica, malese, mongola. La caucasica è la razza originaria: la pelle bianca, difatti, “è l’unica ad abbronzarsiâ€?. Anche la SharÄŤah o ÂŤLegge di DioÂť è sconosciuta agli uomini, ma non ai giuristi. Chiaro. Insomma, l'“eternoâ€? non esiste dall'“eternitĂ â€?. Tuttavia certe idee incantano e ancor piĂš le distinzioni. Una massima rabbinica, ad esempio, enumera 39 mestieri vietati. La Mishneh Torah è del 1170. Con le classificazioni l’uomo esercita una signoria sulle cose e sugli altri. RICONCILIAZIONI. Nel 1955 gli autobus di Montgomery - Alabama - erano divisi in tre settori: uno per i bianchi; uno per i neri; nel mezzo, sedici posti promiscui. Rosa Parks, una sarta, viene arrestata per violazione delle leggi sulla segregazione razziale e del regolamento di viaggio, secondo cui il black-people deve sempre cedere il posto al white-people anche nel settore promiscuo.La Parks, quindi, condannata al pagamento di una multa di pochi dollari. I “niggerâ€? (da niger - lat. arc. - ma detto con disprezzo) reagiscono: incendiando gli autobus di Montgomery e per un anno li boicottano, dopo averli incendiati. Nel 1956 la Corte Suprema USA dichiara illegittima la segregazione razziale sui mezzi pubblici di trasporto. Infine, tutte le segregazioni pubbliche ven-gono abolite dal Civil Rights Act (1964). I diritti e le libertĂ fondamentali della nostra bella Costituzione vigono dal 1° gennaio 1948. Consoliamoci. Rosa Parks, comunque, ottiene nel 1999 la Medaglia d'Oro del Congresso. DE LIBERTATE. Eravamo partiti bene. L’Habeas Corpus, sancito nella Magna Charta, è del 1215. Il diritto di imprigionare “a free manâ€?, legittimo solo se derivante da

un “lawful judgementâ€?. Il corso della storia giuridica risulta però stravagante. Registriamo cosĂŹ qualche abuso. 1307. Il novarese Dolcino predica disobbedienza al papa e paupertate vivere. Gli strali di Bonifacio VIII non mancano. Dolcino diretto al rogo da Raniero degli Avogadro, non senza processo tuttavia. Le lettres de cachet - ancora nel 1700 - comandano l’imprigionamento sine die. Ne sono testimoni l’avvocato Pietro Giannone e le Marquis De Sade. La Costituzione Americana è del 1787. Solo con il XIII emendamento - 1865 - si enuncia che la “schiavitĂšâ€? non può esistere negli Stati Uniti. Si dovrebbe tacere dove non si può parlare. CAOS. La parola APOCALISSE significa rivelazione, ossia salvezza. Non distruzione. Molti credettero all’invasione aliena, nel 1938. Ma la Guerra dei mondi era un’opera radiofonica. Helter Skelter è un brano dei Beatles ed è uno scivolo per ragazzi. Ma Charles Manson lo utilizzò per siglare un massa-cro. Forse nella morte pensava di trovare la libertĂ . Concludiamo. Il CAOS è l'origine delle cose che prima non erano. E “die welt ist alles was der fall istâ€?. Eppure una miscela nefasta di religione, morale, politica e legge, ha sempre prevalso, anche nelle meno confuse coscienze. Sono i “valoriâ€? le regole del gioco degli incantatori. Povero WITTGENSTEIN: “naufra-gium fecitâ€?, per quanto “bene navigavitâ€?. Nel frattempo, ignoriamo se a Torino i corrissanti avessero acquistato il biglietto.

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 Le rubriche de

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Con gli addobbi giusti la casa è subito ppronta per il Natale!

o adoro decorare la casa per il Natale: vorrei che fosse sempre così! Non servono grandi cose: i colori sono sempre quelli della tradizione: oro, argento, rosso, bianco e verde. Scegli uno, due colori di base per i nastri: aggiungi addobbi particolari, dettagli naturali (cannella, pigne,, spezie), e mantieni lo stesso stile per tutte le stanze. Non con-avolo e mensole mensole, per evitare che il centrare tutto solo sull'albero (o sul presepe), addobba anche tavolo risultato finale sia quello di un Natale a "macchie": una ghirlanda alla porta di ingresso, un vaso (o un bel sacco di juta) con rami di pino, pigne ed agrifoglio in corridoio e, il giorno della festa, un bel centrotavola abbinato alla tua tovaglia. Puoi appendere festoni di pino sintetico alle tende del salotto, coordinati al resto della decorazione. Renderanno l'atmosfera più calda, senza rubare la scena al protagonista principale del tuo salotto: l'Albero di Natale. Simona

l'Orto di Marisa

Preparazione: Sbucciare i pomodori, eliminare acqua e semi e tritarli grossolanamente. Tritare sempre un po’ grossi sedano, peperone, acciughe, tonno, capperi, cipollotto e mollica bagnata e ben strizzata. Tritare finemente timo, salvia, maggiorana e aglietti. Riunire tutti i triti in una ciotola, mescolare bene e condire con poco olio, sale e una generosa manciata di pepe. Tostare al forno le fette di pane leggermente bagnate di olio, strofinarle con gli aglietti e ricoprirle con cucchiaiate del composto preparato. Servite come antipasto e...

Buon Appetito!

Ester… nando…!!! Riflessioni a ruota libera di Ester Matis

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cchio W Alla scoperta del ve

uesto mese vogliamo portarvi nel vecchio West, se siete sempre stati affascinati dai cowboy e dai film di Sergio Leone, allora la vostra meta in USA è già decisa: Bodie, la più suggestiva e ben conservata cittadina Western che avrete mai occasione di visitare. Non si tratta di una ricostruzione, ma di una città reale, fondata nel 1859 quando nella zona si scoprì un giacimento d’oro. Ben presto arrivarono gangster, ladri, prostitute e giocatori d’azzardo; la città si popolò di saloon (ben 65) e bordelli, divenne un luogo pericolosissimo in cui vivere, dove gli assassinii e le sparatorie erano all’ordine del giorno. Al suo apice la cittadina raggiunse il numero di 100.000 abitanti. Con l’esaurirsi della miniera negli anni Trenta, la città incominciò a spopolarsi, fino a quanto alla fine degli anni ’40 anche l’ultimo abitante se ne andò, bene da allora nessuno ha più toccato nulla, tutto è come allora cristallizzato in una bolla temporale, sarete circondati da tipiche case di legno, fra cui saloon, botteghe, abitazioni private, la casa dello sceriffo, la chiesa metodista, il laboratorio del becchino con le bare abbandonate sul posto, la scuola con ancora le scritte sulle lavagne dell’ultimo giorno di lezione. Preparate il vostro capello, il cinturone, non dimenticate la vostra Colt e pronti a viaggiare nel tempo a Bodie!!!! Visitate il mondo con Cosmolandia

Il mondo a portata

Bruschetta “mediterranea” piemontese

Ingredienti: Fette di pane fatto in casa asa o tipo tippo pugliese pugl g iese un po’ po’ grosse g sse spesse gro sppesse un dito,, 3 po ppomodori modori maturi, 1 cuore di sedano, ½ peperone giallo, 3 aglio (più 3 per strofinare il pane) e 1 cipollotto, 4 filetti di acciuga, 100 gr di tonno e 7/8 capperi dissalati, abbondante timo, 2 foglie tenere di salvia e maggiorana a piacere, mollica di 1 panino ammollata in aceto e vino, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

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Il Boia, i Platani e il Mare… nel cassetto

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n altro bollettino di guerra. Un disastro su tutto il fronte. Alberi spezzati, sradicati, torrenti esondati, frane, fango, alluvioni, il mare e le barche scaraventati nelle vie e nelle case. Ancora vittime umane e animali. Di fronte a certe calamità e a certa violenza della natura è difficile fare prevenzione ovunque, certo. Restano comunque da considerare le responsabilità umane per alcune situazioni che è sempre bene ricordare e a cui si può porre rimedio, ma che per qualcuno anche solo il parlarne era diventata un’eresia, un peccato mortale! Siamo il paese in cui se desideri piantare un paletto nel tuo cortile devi chiamare il geometra e pure il geologo e l’ingegnere e pagarli profumatamente in cambio di un bollo, di un timbro e un benestare, ma siamo anche il paese in cui si lascia costruire in posti assurdi, su terreni franosi, il paese in cui si scatenano polemiche a voler pulire i fiumi, guai a toccare la ghiaia dei torrenti, peste ci colga a smuovere le foglie dei bo-

schi e a rimuovere le sterpaglie dai fossi e a tagliare le piante malate nei centri abitati (ne saprà qualcosa un sindaco di queste parti, che per aver fatto esaminare i platani centenari del suo paese e fatto abbatterne alcuni pericolosi si è visto affibbiare l’appellativo di Boia dei Platani. A qualche chilometro di distanza, invece, un suo collega si starà grattando in testa, dopo che un grande albero è piombato per il recente maltempo sulla recinzione di una casa). Eppure anche un bambino capisce che non è sempre bene la-

sciare le cose come stanno con la scusa che se no la natura se la prende o gli uccellini si spaventano. Rispettare la natura e conviverci vuol dire anche condizionarla e curarla in modo che non crei danni e costi imprevisti e soprattutto morti. Per il resto si può solo sperare nella clemenza divina, perché il mare nel cassetto è bello solo sotto forma di souvenir, qualche pietruzza colorata, qualche scheggia di conchiglia… ma non tutta la spiaggia! Ester Matis


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Ecco la storia della ASD Vallescrivia 2018. L'unione fa la forza

Tre società per fare grande il calcio locale

Foto settore giovanile femminile. Foto settore giovanile leva 2008

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a Società Vallescrivia 2018 si presenta come la nuova realtà calcistica della valle dove scorre la parte ligure dello Scrivia, ha però radici profonde nelle società che hanno contribuito alla sua nascita, l’Unione Sportiva Ronchese 1916, l’ASD Isolese 2014 e il Calcio Vallescrivia 2010. Le tre società hanno portato forte la loro identità fondendo la storia centeneria della Ronchese con l’entusiasmo dei dirigenti dell’Isolese e la passione per il calcio giovanile del Calcio Vallescrivia. Si parte partecipando al Girone A della Promozione ligure con la prima squadra ed iscrivendo altre 16 squadre di calcio giovanile femminile e maschile, con l’obiettivo di crescere strutturandosi per diventare società solida che risponde con competenza e serietà ai bisogni dei tesserati e delle loro famiglie. Essere moderni con radici profonde radicate nelle strutture composte da due campi a 11 di cui uno sintetico del centro sportivo di Ronco Scrivia, nel campo a 9 frutto della collaborazione con l’U.S. Isorelle di Savignone e del campo a 5 del Tennis Club di

Busalla. “Ci auguriamo di veder calcare i nostri campi da ragazzi pronti, divertiti, felici e preparati come impone lo spirito della nostra Società”, ci dice il Presidente Mirco

Cirri, e noi come giornale locale altro non faremo che seguire il lavoro di questa società riportandone cronaca e risultati. Foto Prima squadra

Gian Battista Cassulo

Ottimi risultati per l’Atletica Novese

Novi Ligure: Museo dei Campionissimi

CorriPiemonte 2018

Benemerenze sportive

C

on la gara di Castellazzo Bormida del 4 novembre scorso si è concluso il Corripiemonte 2018, un vero e proprio giro podistico a tappe che si è sviluppato dal febbraio scorso in 14 tappe. Per l’Atletica Novese sono arrivati grandi risultati con il secondo posto nella classifica a

Bergaglio

squadre alle spalle della fortissima Brancaleone e soprattutto con la vittoria assoluta di Diego Scabbio. Nelle classifiche di categoria vittorie per Valerio Ottoboni, Livio Denegri, Giovannino Mocci, Camillo Pavese, Ilaria Bergaglio. Red

Denegri

Pavese

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l 1° dicembre, nella cornice del Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, sono state consegnate le benemerenze CONI. Presente Bruna Balossino, delegata provinciale di Alessandria e membro della giunta regionale del CONI Piemonte la Stella d’Oro di quest’anno è stata consegnata a Giorgio Cardini di Acqui Terme: “Autentico pioniere italiano del badminton”, ha detto Balossino Le Stelle di Bronzo per i dirigenti sportivi sono state assegnate invece a Giovanni Como, Vallorino Fazzini, Enzo Monticone e Sergio Torazza. Ben due le Medaglie d’Oro ad Alessandro Pierguidi, pilota della Ferrari su strada e Giulia Barba-

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Giulia Barbaro

ro per il tiro con l’arco. Medaglie di bronzo a: Riccardo Bonaldo (tamburello), Marco Carlevaro e Alberto Cavagnaro (bocce), Margherita Costa e Andrea Mortarotti (bridge), Silvia Garino (pallacanestro), Valentina Margaglio (sci) e Luciano Randazzo (pugilato). Premi questi relativi

alla stagione 2017. Per il 2018 il CONI Alessandria ha istituito premi speciali: Il Premio Talento, è andato a tre neodiciottenni: Alessandro Fusco (nuoto), Enola Chiesa (tennis) e Francesca Semino (pattinaggio artistico). Il Riconoscimento Atleta, è stato attribuito a Federica Parodi (triathlon), Machmach Abdessalam (atletica) e Letizia Camera (pallavolo). Premiati anche gli studenti del Liceo Amaldi, con il Premio Scuola per i piazzamenti ai campionati studenteschi nazionali di Palermo, ottenendo il secondo posto nel beach volley ed il terzo nel calcio a undici. La Redazione


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SPORT Dal 1892, la “Forza e Virtù” una società che è nel cuore dei novesi

Una fucina di grandi atleti CAVALLI E DINTORNI

Criniere C i i e folletti f ll tti

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e discipline olimpiche dell'equitazione sono tre: salto ostacoli, completo e dressage. Chi pratica quest'ultima disciplina, oltre alle 1000 cose che deve imparare (assieme al cavallo...) per ottenere buoni risultati, deve anche imparare a fare le treccine alla criniera del cavallo con cui gareggerà. Un aspetto affascinante di questa attività “da parrucchiere” è che... non è richiesta. Prendete il regolamento delle gare di dressage, leggetevelo tutto, anche le cose scritte in piccolo, le note, ma non troverete mai scritto nulla riguardo alle treccine. Eppure tutti le fanno, perché sennò hanno l'impressione di presentare un cavallo trasandato. E non dimentichiamo che la tradizione vuole anche altro: le treccine devono essere in numero dispari! Ma non è questo l'unico caso in cui il cavallo si può ritrovare con treccine alla criniera. A volte basta lasciarlo in box la notte, per trovare la sua criniera intrecciata, a volte poco, in altri casi un bel po'. Tanto è vero che in scuderia uno spruzzino per il districante non manca mai. Come mai? Chi sa di cavalli sa di chi è la colpa: è stato un qualche folletto che si è introdotto nelle scuderie e si è divertito a intrecciare le criniere dei cavalli (e anche la coda, magari). Di più: si sa anche il nome di questo folletto, anche se curiosamente il suo nome varia a seconda dell'area o addirittura del paesino in cui si trova il cavallo. Ad esempio, nel piacentino si chiama Mazapegul ed agisce soprattutto nel paese di Vernasca. Mentre in aree della Toscana nord occidentale si chiama Buffardello, oppure il Linchetto. In Abruzzo sono i Mazzamuril, mentre in Calabria si chiamano Marrauchicchi. In Basilicata troviamo il Monachicchio, citato persino in “Cristo si è fermato ad Eboli”, di Carlo Levi. O i Quagg, e così via... Insomma, paese che vai (nome di) folletto che trovi! Di bello c'è che girovagando per la rete si possono trovare molte ispirazioni per belle storie da raccontare ai bambini nel periodo natalizio (e non solo). Se invece si preferisce andare a cercare delle spiegazioni “serie”, niente di meglio che segnalare: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17911269 Una analisi del “perché” i cavi si aggroviglino, pur se non supportata da un modello convincente, rimanendo più al livello di analisi di dati sperimentali, di simulazioni. Curiosamente, in rete si trovano molte citazioni di questo lavoro, molte di più di quelle che uno si aspetterebbe per una pubblicazione scientifica di questo tipo e livello. C'è una spiegazione, racchiusa in un nome: IgNobel. Per la precisione, anno 2008, per la Fisica. Chi non conosce questo premio, si informi: altre storie da raccontare d'inverno davanti alla stufa.

Foto dal sito di eventingitaly

In questo numero di fine anno presentiamo una carrellata dei grandi successi ottenuti dalla “Forza e Virtù” di Novi Ligure, negli ultimi scorci del 2018 La redazione

La “Forza e Virtù” sul podio del Campionato italiano di Serie C maschile LA COMPAGINE NOVESE SI FA ONORE A FERMO Per la prima volta negli ultimi anni, una squadra novese di ginnastica Maschile, è salita sul podio di un campionato italiano di serie C, che si è svolto a fine ottobre a Fermo nelle Marche, conquistando la terza posizione. Natan Frau, Gabriele Bruni e il prestito Ettore Dalla Mutta proveniente dalla “Corpo

Mortara: seconda prova regionale maschile di squadra allievi Gold BENE I PORTACOLORI DELLA “FORZA E VIRTÙ” Si è svolta ad inizio novembre a Mortara, la seconda prova del “Campionato regionale Allievi Gold di squadra” dove era impegnata la squadra “Forza e Vitù” di Novi Ligure (Al), formata da Matteo Missiaglia, Matteo Lamborizio, Renè Buccigrossi, Jari Frau e Pietro Cocorullo. I giovani ginnasti novesi hanno disputato una buona prova, migliorando di alcuni decimi di punto la loro precedente prestazione che ha loro permesso di piazzarsi al secondo

Libero Gymnastic” team di Padova, sono stati gli artefici di questo

posto assoluto nel campionato regionale. L’impegno e la determinazione di questa giovane squadra, che ha dimostrato in gara di poter competere a livello regionale con le alter migliori compagini, ha permesso ai portacolori della “Forza e Virtù” di ipotecare l’ammissione alle prossime finali nazionali di questa categoria previste a dicembre a Modena. Sarà la classifica unificata di tutta Italia a determinare la 60 squadre finaliste per il campionato Italiano. “Considerato il buon punteggio ottenuto – dicono i dirigenti della “Forza e Virtù” - siamo fiduciosi che possa essere sufficiente all’ammissione per i nostri ragazzi”.

Si ringrazia l’Ufficio stampa della “Forza e Virtù” di Novi Ligure per la gentile collaborazione

grande successo, in un campionato di serie C molto serrato che alla

Al loro esordio sono già sul podio SUCCESSO NEL “TROFEO DELLE REGIONI SILVER” Si sono svolte a fine ottobre a Mortara, le fasi regionali del “Trofeo delle Regioni silver” dove erano impegnate tre squadre di giovani ginnasti della “Forza e Virtù” di Novi Ligure (Al). Quasi tutti al loro esordio, i portacolori della compagine Novese, si sono comportati bene, salendo con tutte e tre le rappresentative societarie sul podio. La squadra composta da Luca Vasylika, Alessandro Caffarone e Jacopo Ricci, impegnata nella categoria allievi LA, si è classificata in terza posizione, disputando una buona prova vicino alle loro possibilità. Nella categoria allievi LB hanno concluso la loro prova in seconda posizione assoluta Alberto Baci-

fine delle tre prove previste, determinerà le sei squadre che saliranno in B2 nell’anno 2019. “Grazie al duro lavoro dei nostri ginnasti – dicono i dirigenti della “Forza e Virtù” novese - siamo riusciti, anche con il prezioso aiuto del ginnasta in prestito fondamentale negli attrezzi che ha presentato in gara, finalmente ad arrivare ai vertici di un campionato che ci ha visto protagonisti nella zona tecnica 1, quella più competitiva ovvero della zona nord dove gareggiano le più prestigiose società del panorama italiano”.

no, Giacomo Bacino e Alessandro Copelli, mentre nella stessa categoria LB, ma nella fascia Open ovvero quella dedicata alle squadre composte da allievi e junior, Sebastiano Chiappino, Manuel Girgenti e il piccolo Mattia Caraccio hanno conquistato la prima posizione. Soddisfatti gli allenatori di queste tre squadre, Lorenzo Chiaramonte e Giulia Gemme, che hanno detto: “Adesso il proseguo di campionato, prevede per le prime due rappresentative di ogni fascia in fase regionale, una finale nazionale prevista per il mese di dicembre dove i ginnasti novesi porteranno ancora in gara i loro esercizi con la maglia della nostra società, rappresentando il Piemonte e la valle d’Aosta”. Gian Battista Cassulo


PROFESSIONI E ARTIGIANI

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LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO


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