Ore 21, Celtic-Roma Contro un avversario affascinante, in uno stadio che sa di calcio, la Roma è chiamata a dare una risposta dopo i due ko in campionato. Questa è una sfida che conta (e tanto) per l’Europa, ma serve soprattutto a noi stessi per dimostrare che la Roma c’è
GLASGOW CALLING
Le ultime Wesley è recuperato, c’è l’ipotesi Elsha
Celtic-Roma 6ª Giornata
Gasperini ci crede e ha deciso di premiarlo, dandogli spazio sin dall’inizio: contro il Celtic in mediana ecco Pisilli
L’impegno non manca mai, la qualità delle sue giocate però non si vede: Tsimikas non convice e partirà dalla panchina
IL CELTIC È UN’OTTIMA SQUADRA, HO VISTO L’ULTIMA GARA DISPUTATA E NONOSTANTE IL RISULTATO NEGATIVO È STATA OTTIMA. NON È MAI FACILE GIOCARE IN QUESTO STADIO
Arbitri: Kovacs (Marica-Tunyogi). Quarto uomo Kovacs. Var Popa. Avar Brisard Tempo Pioggia
Celtic Park Ore 21.00
Radio Romanista Di Carlo-Lo Monaco
Tv Sky (Compagnoni-Serena)
Gian Piero Gasperini
Ferguson
Celik
Wesley
Svilar
Psilli
Hermoso
Shaarawy
Mancini
Cristante
Ndicka
Dybala
CELTIC PARK, ORE 21 (ITALIANE)
QUANTO VALE L’EUROPA
A GLASGOW LA RISPOSTA
Gara sei La Roma in Scozia, ma un pensiero va anche al Como e alla Juventus
Daniele Lo Monaco
Inviato a Glasgow
Bisogna capire quanto valga adesso, in questo particolare momento della stagione, questa sfida col Celtic, gara 6 di una competizione europea in cui la Roma finora ha funzionato a corrente alternata, con tre vittorie e due sconfitte nelle prime cinque, anche qui senza pareggi, un po’ come in campionato, dove il saldo è stato comunque migliore, nove vittorie e cinque sconfitte. Non conosce mezze misure la Roma di Gasperini, e allora bisogna capire adesso quanto e come valuti proprio l’allenatore l’impegno di stasera (Celtic Park con circa 2200 romanisti presenti, calcio d’inizio ore 21 italiane, le 20 locali, telecronaca esclusiva su Sky, radiocronaca integrale obbligatoria su Radio Romanista), contro una delle squadre più titolate del mondo (120 trionfi, quarto bottino del pianeta, dopo Nacional Montevideo (163) e Peñarol (150) in Uruguay e l’Al-Ahly (125) in Egitto, ma che non attraversa certo il momento migliore della sua storia, essendo arrivata già al terzo allenatore della stagione, dopo il divorzio con Brendan Rogers e, quello recentissimo, con il traghettatore Martin O’Neill. Ora tocca al francese Nancy che ha esordito con idee e un sistema di gioco nuovi (si è passati dal 433 al
343), e però con una sconfitta casalinga 1-2 con gli Hearts, che ora guidano il campionato proprio con questi tre punti di vantaggio. Non un bel biglietto da visita per il nuovo allenatore, ora già sotto pressione: dopo la sfida di stasera con la Roma, infatti, il Celtic è atteso domenica alla finale di Coppa di Lega con il Saint Mirren e quindi in questi giorni dovrà trovare il modo di gestire le forze. Che è un po’ quello che sarà costretto a fare Gasperini, considerando che lunedì (per gentile concessione
della Lega) dovrà vedersela con il Como e il sabato successivo con la Juventus, per due sfide fondamentali contro due rivali dirette per il quarto posto: all’interno dell’ambiente romanista si comincia infatti a pensare che Inter, Napoli e Milan sembrano destinate a tenere un passo che difficilmente la Roma potrà eguagliare. Ma sarà fondamentale vincere l’altro campionato, quello per l’appunto contro Juventus, Bologna, Como e chiunque altro possa ambire ad un piazzamento per la Champions
DAL CAMPO Gasperini
lancia Pisilli In attacco c’è Dybala
Andrea Di Carlo Inviato a Glasgow
Fattore C. No, non fraintedeci, nessun richiamo alla Dea Bendata (anche se rimane sempre gradito il suo intervento). Parliamo invece di Celtic e Como, le prossime due avversarie sul cammino della Roma tra Europa e Serie A: a loro sta pensando intesamente Gian Piero Gasperini, consapevole di quanto una vittoria in Scozia sposterebbe ai fini della qualificazione agli ottavi di finale, ma anche quanto lunedì sera non ci sia margine di errori se c’è la volontà di blindare il quarto posto dalle inseguitrici. Senza Dovbyk, ma recuperando a sorpresa Angelino, il tecnico giallorosso è intenzionato a cambiare qualcosa dagli undici recentementi schierato: qualche gamba più fresca in campo per contrastare il ritmo della squadra scozzese.
CELIK E WESLEY PRONTI SULLE FASCE, BALLOTTAGGIO APERTO PER COMPLETARE IL REPARTO OFFENSIVO
League del prossimo anno. E quindi Gasp dovrà scrutare bene i suoi ragazzi campo stasera verso le 19,30 (le 18,30 in Scozia) per capire a chi dare fiducia (Pisilli potrebbe avere finalmente la sua chance) e chi far riposare (per esempio uno fra Soulé e Pellegrini, se non tutti e due). I bookmakers danno la Roma favorita: 2,20 la quota per il colpo in trasferta dei giallorossi, 3,30 per il pareggio, 3,10 per la vittoria del Celtic. Non ci sono invece precedenti tra la Roma e i biancoverdi cattolici. Ma Gasperini ha già portato da queste parti i suoi ragazzi poco più di un mese fa, per affrontare i più mesti rivali dei Rangers, ed è tornato con tre punti e diverse certezze in più (poi la vittoria col Midtjylland ne ha fornite altre, tanto che ora la classifica vede la Roma pascolare a nove punti, tra la decima e la quindicesima posizione della classifica). Una vittoria darebbe la quasi certezza del passaggio almeno al turno dei playoff, una sconfitta sarebbe comunque recuperabile. Ma se Gasperini la pensasse così sarebbe molto pericoloso. Non lo farà. ■
I GIALLOROSSI SONO FAVORITI SECONDO I BOOKMAKERS. ANCHE I BIANCOVERDI DOVRANNO GESTIRE LE FORZE: DOMENICA HANNO UNA FINALE Angeliño convocato due mesi dopo l’ultima volta
Dopo esser tornato a lavorare con il resto della squadra venerdì scorso, Angeliño è partito ieri insieme ai compagni verso Glasgow. Gasperini, infatti, l’ha inserito nella lista dei convocati, oltre due mesi dopo l’ultima volta (Roma-Lille del 2 ottobre). La Roma, dopo la gara, dormirà in Scozia, tornando a Trigoria venerdì (MANCINi)
Le probabili mosse Davanti a Svilar, è pronto il terzetto titolare con Mancini, Ndicka ed Hermoso (lo spagnolo ha parlato in conferenza stampa). Sulle fasce spazio a Celik (squalificato col Como) e Wesley (rientrante dal piccolo fastidio muscolare che lo escluso dalla sfida di Cagliari). In mediana Pisilli chiede a gran voce spazio, dando così modo a Koné di ricaricare le pile apparse un po’ scariche recentemente; vicino a lui agirà invece Cristante. In attacco la certezza si chiama Ferguson al centro dell’attacco, mentre Dybala ed El Shaarawy potrebbero andare a completare il tridente offensivo, con Soulé e Pellegrini inizialmente in panchina. In corso d’opera serviranno anche loro per dare profondità alle rotazioni tanto care a Gasperini. ■
Dybala e Mancini nel corso della fase di attivazione della seduta guidata da Gasperini dopo la conferenza stampa di ieri MANCINI
Niccolò Pisilli durante la seduta di allenamento di rifinitura ieri sera al
Europa League
LA CONFERENZA STAMPA
«POCHI GOL PER COLPA DI TUTTI»
Gasperini Dybala può giocare 90’ così come gli altri Ferguson ha avuto tante occasioni. Spazio per Pisilli»
Alla vigilia della seconda trasferta stagionale a Glasow, stavolta contro il Celtic, Gian Piero Gasperini è intervenuto in conferenza stampa direttamente dalla “pancia” del Celtic Park per presentare il match di Europa League.
Domani Dybala può giocare 90’?
«Ha una settimana di lavoro in più e ha superato anche l’influenza. Un giocatore quando guarisce può giocare. Lui ha avuto un contrattempo ma l’ha superato, son tanti mesi che si allena. Tutti i giocatori sono in grado di giocare per tutta la partita, si tratta di problemi momentanei e superati».
Nelle ultime due partite si è tornato a produrre poco. È preoccupato di questo? Cosa ha detto alla squadra in settimana?
«Non siamo mai stati molto prolifici fin qui, è una nostra difficoltà strutturale. C’è da dire che a sprazzi abbiamo fatto ottimi periodi. In queste ultime due partite, col Napoli per il livello dell’avversaria e Cagliari per diverse difficoltà, abbiamo prodotto poco. Non è mai un problema singolo ma di tutta la squadra, dobbiamo trovare il modo di risolvere il problema tutti insieme».
In passato ha detto “la stanchezza non esiste”, ma in queste ultime due gare la squadra è
DA EVAN CI ASPETTIAMO UN ALTRO TIPO DI PROVE IN CAMPO. IL CELTIC È UN’OTTIMA SQUADRA
sembrata stanca. È solo una percezione?
«Dipende che tipo di stanchezza intende, se intende fisica... no. Anche per i parametri che ci sono. Ma sicuramente l’espressione della gara è stata meno efficace delle altre gare. Anche se faccio veramente fatica a intuire quale sia il tipo di stanchezza, si gioca dopo 4 giorni. Sotto l’aspetto fisico e atletico è una squadra che corre dall’inizio alla fine, poi magari ci sono altri tipi di stanchezza, come quella nervosa, che però è dovuta ad altre cose».
A Ferguson forse manca una scintilla per entrare nei meccanismi della squadra e nel trovare continuità. Che idea si è fatto?
Da qui a gennaio può migliorare? «Non ci sono antipatie o simpatie, ci sono le prestazioni. Ferguson ne ha avute tante di possibilità, tranne quando è stato infortunati. Poi lo vogliamo aspettare? Certo che lo aspettiamo, è giovane. Ci si può però aspettare un altro tipo di prestazione, non dal punto di vista tecnico. Hermoso lo conoscevo non personalmente, ma poi le sue qualità nello spogliatoio e in partita gli hanno permesso di essere un leader, un giocatore importante. Mi auguro che sia così anche per Ferguson, è stato fermo un anno. Speriamo di tirar fuori da lui quello che finora non siamo riusciti a tirare fuori».
Ha la possibilità di battere le due squadre più importanti del cal -
cio scozzese. Che cosa ne pensa della squadra di Nancy?
«Il Celtic è un’ottima squadra, ho visto l’ultima gara disputata e nonostante il risultato negativo è stata ottima. Non è mai facile giocare in questo stadio meraviglioso, che trasuda tradizione e storia. Penso che sarà una bella partita, mi auguro, tra due squadre che cercheranno di ottenere quei punti che iniziano a pesare, visto che stiamo per arrivare alla fine della Fase Campionato».
A che punto si è per arrivare alla soluzione della questione centravanti? «Abbiamo avuto delle defezioni tra Dovbyk e Ferguson. Alla fine ha giocato Dybala, ha giocato Baldanzi, per necessità. Chi ha fatto spesso bene è stato Baldanzi, poi anche gli altri in modo alterno. Il problema di aver realizzato poco è colpa di tutti, bisogna fare qualcosa in più sicuramente. Siamo rimasti all’assist di Mancini per Celik, è stato il momento più alto. Dobbiamo ripartire da quello». LÌ CELTIC
BISOGNA FARE QUALCOSA DI PIÙ. SIAMO RIMASTI ALL’ASSIST DI CELIK PER MANCINI
Il Celtic con Nancy ha schierato per la prima volta una difesa a 3. Lei è l’artefice della difesa a 3 così popolare, ci spiega i vantaggi? Cosa le è piaciuto del Celtic?
«Sono stati indubbiamente bravi, i gol subiti sono stati un po’ casuali. Hanno interpretato bene la gara, dimostrazione che i moduli ormai dopo anni sono acquisiti. Sono i dettagli che fanno la differenza e non più i moduli. Ora in Europa è un modo di giocare molto diffuso, prima l’Atalanta era la novità. Non so come giocherà il Celtic ma è una squadra che a me piace perché ha fatto una gara molto offensiva, molto aperta. Mi ha fatto un’ottima impressione».
Lei dice che non pensa mai alla partita successiva. Non sappiamo ancora se avrà Ndicka ed El Aynaoui col Como, ne terrà conto col Celtic?
«Non abbiamo ancora certezze, speriamo di averle presto perché lunedì è molto vicino. La società sta parlando con le Federazioni. In linea di massima posso dire
Nancy: «Rispetto molto Gasperini. Ho studiato il suo stile anni fa»
Wilfried Nancy è pronto all’esordio assoluto in Europa. Per il tecnico francese sarà la prima sfida in Europa League alla guida del Celtic e lo farà davanti ai propri tifosi nella sfida contro la Roma. Dopo l’esordio amaro a causa della sconfitta contro gli Hearts in campionato, ora Nancy non vuole commettere un altro passo falso ed è pronto a schierare il migliore undici a disposizione. Nella giornata di ieri il francese è intervenuto in conferenza stampa al Celtic Park per presentare la gara contro i giallorossi: «Sono davvero emozionato per questa sfida. Il mio compito da allenatore è trovare soluzioni e poi sta-
SONO VERAMENTE EMOZIONATO PER QUESTA SFIDA. IL MIO COMPITO È TROVARE SOLUZIONI
bilire le priorità su cui lavorare. Non dobbiamo dimenticare che partiamo da una buona base. Il mio lavoro non è rivoluzionare tutto, ma aggiungere delle cose a questa base sia dal punto difensivo che offensivo. Sono piuttosto felice di quello che ho visto finora. L’allenamento che abbiamo fatto stamattina mi ha davvero soddisfatto. Il livello di lavoro è stato impeccabile. È il segnale che i miei giocatori sono in grado di proporre ciò che vogliamo». Non sono mancati gli elogi per Gasperini: «Rispetto molto Gasperini perché il suo modo di giocare, il suo stile, è qualcosa che ho studiato molti anni fa».
Le possibili scelte Nancy sorride e nella seduta di rifinitura di ieri ha ritrovato Forrest, bandiera del club. Il francese è pronto a proporre il 3-4-3 con Schmeichel tra i pali, con Trusty, Scales e Tierney a comporre il terzetto difensivo. Nella linea a quattro di centrocampo Nygren ed Engels prenderanno posto sulle corsie esterne mentre McGregor e Hatate formeranno la coppia in mediana. Nel tridente offensivo Yang e Tounekti saranno le due ali mentre Maeda sarà l’unica punta. Iheanacho non è al top ma potrebbe entrare a gara in corso, out Carter-Vickers, Saracchi e Johnston. ■
Wilfried Nancy, tecnico francese del Celtic in conferenza stampa GETTY IMAGES
che giocherà Celik perché squalificato col Como. Vorrei dare spazio a Pisilli, per il resto dobbiamo essere una squadra attenta. Col Celtic è una partita vera, di Europa. Per Neil dobbiamo vedere se ha superato del tutto il suo problema al ginocchio, che si sta un po’ trascinando. Ndicka può giocare anche ogni giorno, giocare ogni 4 è relativo per lui».
Gasperini a Sky
Che ne pensa di questo stadio storico?
«Bello, è uno stadio che trasuda storia. C’è la pioggia e c’è il vento, c’è tutto. Domani è una bella battaglia».
Che idea si è fatto del Celtic, che ha cambiato tre allenatori?
«Sì, ho visto l’ultima partita con il nuovo allenatore e ha perso lo scontro diretto con la prima in classifica ma è stata una buona gara. Sul loro campo sono capaci di trasformarsi anche a buoni ritmi. Sarà una bella partita da affrontare».
Cosa le hanno lasciato le ultime due gare perse in campionato con Napoli e Cagliari?
«Abbiamo avuto un po’ di calo, abbiamo fatto una serie di partite con diversi giocatori a livelli alti e poi domenica, complice anche l’espulsione che ci ha messo in difficoltà, non siamo riusciti a ripetere una buona partita. Giocando ogni tre giorni si ha il vantaggio di dimenticare la vittoria e la sconfitta e ricominciare».
Come stanno Wesley e Angeliño?
«Per Angeliño è la prima convocazione, è quasi come un ripartire e riportarlo a respirare il clima della squadra dopo oltre due mesi ma non sarà della partita. È comunque un bel segnale. Wesley sta bene, ha fatto un ottimo allenamento lunedì ed è recuperato. Stiamo recuperando un po’ tutti, anche Dovbyk prossimamente. Speriamo di aver superato il periodo di difficoltà e di infortuni».
Pisilli è una soluzione possibile per la mediana?
«Ci sono caratteristiche giuste domani per lui. È un ragazzo che merita, ha fatto ottime prestazioni con l’Under 21 e domani può essere un bel test anche per lui».
A che punto è il suo percorso di crescita?
«Il percorso è fatto così, di momenti molto positivi e qualche buca, l’importante è che il trend sia sempre positivo. Stiamo cercando di fare una stagione stando dentro tutte le competizioni. In campionato, al di là delle ultime due partite, siamo in un’ottima posizione. In tanti elementi la squadra è cresciuta, non dimentichiamo mai la voglia e la capacità di migliorarsi sul piano del gioco. Il gioco è quello che dà fiducia per raggiungere
In collegamento con Vincenzo Italiano: dobbiamo andare a cena...
«Cerchiamo di tenere su il ranking italiano, tutti abbiamo bisogno di fare risultati e prestazioni» ■
Piogge su Glasgow da metà giornata, più insistenti durante il match
Un vasto e massiccio campo anticiclonico prosegue a dominare gran parte del bacino del Mediterraneo e del continente europeo, trovandosi centrato pienamente sull’Italia, dove continua ad apportare condizioni di marcata stabilità atmosferica; la persistenza di questa configurazione accentua il ristagno di aria umida nei bassi strati, favorendo la formazione di coltri di nebbia o nubi basse su molte zone del nostro Paese,
nonché condizioni di inversione termica nel ciclo notturno, durante il quale le temperature in pianura e nelle valli risultano svariati gradi inferiori a quelle registrate in montagna, mentre nelle ore di soleggiamento il clima è assai mite a tutte le quote. Nel frattempo, un fronte perturbato atlantico giunge ad attraversare le isole britanniche a partire dall’Irlanda, raggiungendo nella seconda parte della giornata la Gran Bretagna a partire dal
Glasgow Celtic Park Giovedì 11 dicembre 2025
versante occidentale. Il cielo oggi a Glasgow si presenterà molto nuvoloso al mattino, per farsi coperto entro metà giornata quando inizieranno le prime piogge, che caratterizzeranno poi, con maggiore insistenza, le ore pomeridiane e serali. Temperature massime sui 12°C, valori durante la gara sugli 8/9°C; venti meridionali da moderati a tesi al mattino, in attenuazione fino a deboli o moderati dal pomeriggio
IL RETROSCENA GASPERINI, SPALLETTI E I MESSAGGI AI NAVIGANTI
Un articolo molto interessante sul Domani, ieri mattina, metteva a fuoco le caratteristiche simili della nuova modalità di comunicazione che stanno adottando gli allenatori della new generation, tra i citati Fabregas, Chivu e naturalmente Daniele De Rossi. Il riferimento era alle modalità meno tossiche con cui i giovani tecnici approcciano le conferenze e soprattutto le interviste postgara, senza puntare sempre l’indice verso l’arbitraggio o verso altri fattori che potrebbero aver concorso magari ad una mancata vittoria. E nel finale dell’articolo c’era anche un elogio per la scelta comunicativa equilibrata adottata da Gasperini alla Roma.
Ascoltando invece le parole del tecnico romanista ieri al Celtic Park, e confrontandole con quelle di Spalletti alla vigilia della sfida della Juventus col Pafos, va registrato un altro tipo di somiglianza. E riguarda i messaggi piuttosto espliciti che i due allenatori stanno mandando ai loro giocatori. Già la settimana scorsa, il Gasp aveva fatto capire con quella differenza tra gli highlander (citando il gruppone che si allena sempre con costanza e sul campo porta sempre il suo contributo) e quelli non ancora allineati per via anche magari dei contrattempi fisici che hanno avuto (soprattutto Ferguson, Bailey e Dybala). Ieri ha rincarato la dose, con quel riferimento a chi ha giocato meno: «Non ci sono antipatie o simpatie, ci sono le prestazioni». Spalletti aveva gelato così invece chi gli aveva suggerito una soluzione per risolvere gli impacci di David (e cioè farlo giocare per 4-5 partite di fila): «Vi dico come funziona: per me un giocatore che vuole essere preso in considerazione prima mi da il massimo in allenamento per diversi giorni di fila, e quindi si guadagna la mia attenzione, poi magari lo metto dieci minuti, poi se me li fa bene e continua ad allenarsi così gli concedo 30 o 40 minuti o un tempo intero, e se poi continua magari gioca da titolare. E se lo scrivete chiaro mi fate anche un favore».
Gasperini e Spalletti sono indubbiamente tecnici preparati al di là dei gusti personali che possono portare ogni osservatore a preferire uno all’altro. Ma se entrambi lanciano questi messaggi anche nelle conferenze è segno che non sempre nelle teste dei giocatori che arrivano ad alti livelli rimbalzano gli impulsi giusti. Nel calcio di alto livello e nel confronto tra squadre top e tra allenatori così performanti, la differenza la fanno solo i giocatori che trovano le motivazioni per affrontare ogni singolo giorno di “lavoro” spingendo al massimo, a prescindere dal fatto che si giochi o no. Non sempre accade e oltre a dirlo evidentemente ai diretti interessati, può servire anche parlarne pubblicamente. In fondo si allena anche quando si affrontano le domande dei cronisti. L’obiettivo è sempre lo stesso: trarre il massimo dalla squadra che si allena. Magari a Trigoria non tutti lo hanno capito. E se è così, a questi ragazzi non resta che indicare dove sia la porta di uscita. ■
In foto da sinistra Gian Piero Gasperini in conferenza stampa. Qui accanto il tecnico giallorosso durante la rifinitura al Celtic Park MANCINI
TRA PAROLE E CAMPO
LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE
Hermoso «Con Gasperini mi sono sentito di nuovo considerato, spero per la Roma che resti a lungo Folorunsho? Non l’ho sentito. La Lega deve decidere fino a che punto certe cose sono accettabili»
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Gasperini e Hermoso, gemelli diversi. Anagrafe ed estetica, in realtà, non suggerirebbero punti di contatto, ma «siamo due persone simili, gente che va dritta per la sua strada, senza paura». Parola di Mario. È stato lui a sedere al fianco di Gasp in conferenza stampa al Celtic Park, alla vigilia della sfida di coppa che stasera darà indicazioni, forse definitive, sul cammino europeo della Roma. Al di là delle loro affinità elettive, sembra chiaro che Hermoso debba parecchio al tecnico di Grugliasco. Tornato a Roma in estate come corpo estraneo, con la forza del lavoro lo spagnolo si è guadagnato la fiducia di Gasp, fino al ruolo da titolare inamovibile in quella che rimane la miglior difesa d’Italia: «L’anno scorso è stato difficile e anche quando sono partito per giocare (al Leverkusen, ndr), un infortunio mi ha fermato. Devo molto a Gasperini. Ho avuto un colloquio con lui in estate, chiedendogli la possibilità di considerarmi durante il ritiro e lui me l’ha concessa». E ancora: «Il mister mi ha fatto provare di nuovo il piacere di allenarmi, di giocare, di affrontare le sfide senza paura e sentirmi parte di una squadra». La libertà è partecipazione. Non si è potuto fare a meno, poi, di tornare sul fatto di cronaca più recente. La sua discussione a Cagliari con Folorunsho, col centrocampista scuola Lazio che ha a più riprese insultato Hermoso e sua madre, con parole e gesti inequivocabili: «Non l’ho sentito e non ci siamo chiariti», ha spiegato Mario. «Non credo spetti a me commentare quello che è successo, anche perché non ce n’è bisogno. Direi piuttosto che spetta alla Lega stabilire fino a che punto determinati atteggiamenti e parole siano accettabili». Essenziale e inappuntabile. Caso chiuso, dal suo punto di vista, ora sguardo al campo, con Hermoso che anche stasera
L’AMBIENTE
DA CORPO ESTRANEO A TITOLARE: LA STRANA PARABOLA DI MARIO. IL CLUB STUDIA IL RINNOVO
Ufficiali le designazioni arbitrali per la 15ª giornata di Serie A. A dirigere Roma-Como di lunedì sera ci sarà Feliciani della sezione di Teramo. Tre precedenti con la Roma: un pareggio e due vittorie. Al monitor ci saranno il Var Mazzoleni e l’Avar Giua. Scatragli e Palermo gli assistenti, mentre il quarto uomo sarà Massimi (IPA)
partirà titolare. Una continuità di rendimento che non è passata inosservata a Trigoria. Gasperini più volte, compreso ieri, l’ha elogiato anche pubblicamente, mentre Massara ragiona sulla possibilità di prolungare (magari spalmando) il suo contratto, con l’attuale scadenza fissata al 30 giugno del 2027. D’altronde a guardare anche al futuro, suo e della Roma, ci pensa lo stesso Mario: «Spero che Gasperini possa rimanere qui a lungo, anche perché credo che i frutti del suo lavoro parlino per lui». E sulle idee tattiche di Gian Piero: «Il mister è stato uno dei pionieri di questo modo di giocare con la difesa a tre, fatta non per difendere soltanto, ma per invadere gli spazi avversari. Mi piace molto. Similitudini con Simeone? Sono due grandi tecnici, con idee forti e in grado di adattarsi ai gruppi a disposizione». ■
Deja-vu a Glasgow: quasi 2200 giallorossi sugli spalti del Celtic Park
Glasgow ci ha riaccolto più o meno come come ci aveva salutato circa un mese fa: forte vento, cielo grigio e un po’ di pioggia tipicamente british, tutti fattori che ci hanno regalato un insolito deja-vu in terra scozzese. Ancora una volta Glasgow, ma non l’anima protestante dei Rangers bensì quella cattolica e conservatrice del Celtic. Da Kelvingrove Park era nato il sogno per i fratelli MacBeath di fondare una squadra di calcio
che prese ispirazione da un club di rugby, un religioso inglese (Fratello Walfrid) anni dopo in risposta diede vita al Celtic Football Club. Il primo derby? Il 28 maggio 1888, vinse il Celtic per 5-2. Da lì una storia infinita di successi che ancora oggi la incorona come la Regina del calcio scozzese. In un ambiente caldo, visto come la stagione dei “The Bhoys” sia in netta ripresa dopo le iniziali difficoltà, la Roma farà visita al Celtic Park (nel museo è stata allestita una speciale mostra dedicata alla storia di questa sfida, con maglie e cimeli d’epoca) ma lo farà col supporto dei suoi tifosi (circa 2100).
IL MEETING POINT
RINNOVATO A MERCHANT CITY: DA LÌ SI RAGGIUNGE LO STADIO IN 45 MINUTI A PIEDI
Info per i tifosi Nella mattina del 9 dicembre tutti i supporters giallorossi hanno ricevuto in mail il loro tagliando d’accesso. Il settore ospiti è situato presso i settori 118-119120, Ingresso dai tornelli T62-65, T66-67. Sarà possibile accedere allo Stadio a partire da un’ora e mezza prima del calcio d’inizio, 18.30 ora locale. Il settore riservato ai possessori di biglietto di Tribuna per i tifosi giallorossi è il FS7, South Stand (T72-75). Meeting point rinnovato per le vie di Merchant City, da lì in 45 minuti a piedi si arriva alla casa del Celtic, per un’altra notte europea a forti tinte scozzesi. ■
Col Como arbitra Feliciani, Mazzoleni e Giua al Var
Mario Hermoso (30 anni) ieri in conferenza stampa al fianco di Gian Piero Gasperini, alla vigilia di CelticRoma di Europa League MANCINI
Andrea Di Carlo Inviato a Glasgow
POST PARTITA
Rossettini: «Faremo un esame di coscienza»
«Il nostro percorso ci sta dicendo che, a questo livello, oggi non possiamo competere». Semplice, quasi lapidario il commento del tecnico romanista Rossettini ai microfoni del club dopo i sei gol presi dal Chelsea a Stamford Bridge. «Avevo chiesto coraggio e personalità. Penso che ci abbiamo provato: abbiamo avuto anche delle buone transizioni. Purtroppo continua a essere un nostro difetto - ha aggiuntocreiamo delle opportunità, ma ci manca il cinismo necessario per sbloccare le partite, qualità che le squadre di questo livello hanno. L’autogol chiaramente ha indirizzato la gara, ma le ragazze avevano iniziato tenendo bene il campo. È chiaro che non possiamo essere contenti del risultato, ma dobbiamo anche fare un esame di coscienza. La Società farà le sue riflessioni e cercheremo di lavorare continuamente, au-
IL PERCORSO CI DICE CHE A QUESTO LIVELLO NON POSSIAMO COMPETERE. PECCATO PERCHÉ SI ERA INIZIATO TENENDO BENE
mentando le conoscenze delle ragazze». Conviene cancellare tutto presto e concentrarsi sul campionato: «Dobbiamo recuperare le energie e prepararci al campionato, le ragazzd stanno dando tutto anche alla luce delle assenze che abbiamo, continuare a ottenere risultati in Serie A non è affatto scontato, e chi lo pensa sbaglia di grosso».
L’ultimo passo in Champions sarà invece contro il St.Polten e Rossettini vuole onorarlo: «se non c’è la voglia di riscattare un risultato del genere davanti al nostro pubblico, allora c’è un grande problema. Mi fido della voglia di rivalsa delle ragazze: non si può pensare che non ci sia un po’ di sano orgoglio da tirare fuori». ■ LF
WOMEN’S CHAMPIONS LEAGUE
IN BALIA ARRIVA UN’ALTRA DEBACLE
A Stamford Bridge Il Chelsea ne segna 6. Roma aritmeticamente fuori dall’Europa
Chelsea 6
Roma 0
Chelsea (4-3-3)
Peng; Bronze, Bright, Buurman, Charles; Macario (1’ st Nusken), Walsh (1’ st Potter), Kaptein; Rytting Kaneryd (16’ st JeanFrançois), Kerr (25’ st Reiten), Baltimore (1’ st Hamano)
Lukášová; Thoghersen, Heatley, Oladipo, Bergamaschi (18’ st Di Guglielmo); Pandini, Giugliano (18’ st Greggi) Kuhl; Babajide (18’ st Galli), Dragoni (32’ st Corelli), Pilgrim (26’ st Pante)
La Roma Femminile è aritmeticamente fuori dalla Champions League con una giornata di anticipo. Ieri le giallorosse erano chiamate un’impresa titanica, battere il Chelsea a Stamford Bridge, per provare a tenere forse viva
qualche minima speranza. Il campo però ha emesso lo stesso verdetto che era venuto fuori dopo le sfide contro Real e Barcellona: una debacle senza appello, partendo con dignità per poi crollare brutalmente. Hanno vinto le inglesi 6-0 e il passivo poteva essere più ampio, ma la sostanza è che tra la dimensione della Roma e quella continentale a un certo livello c’è ancora un abisso. La cosa grave però non è aver perso contro una super potenza europea, quanto non aver “fatto la Roma” quando era davvero necessario e alla portata: il ko col Valerenga e il pareggio con il Leuven sono le gare che hanno condannato Giugliano e compagne all’eliminazione anticipata, perché in quel caso il dislivello non era siderale come con le altre tre, perché è un gran peccato non essersi giocati al meglio le proprie carte. Adesso resta l’ultima giornata da onorare con il St.Polten e poi concentrarsi in via totale e definitiva sul campionato, come del resto è sembrato aver già iniziato a fare Rossettini con qualche esperimento per l’11 titolare nella serata di Stamford Bridge.
Soltanto l’inizio
Il tecnico romanista ha schierato le sue con un 4-3-3 con un’inedita Dragoni ad agire da falso 9, modulo che si schiacciava da 4-5-1 verso la propria area di rigore quando attaccava il Chelsea. Per poco più di 10’ minuti
le giallorosse sono rimaste in gara, necessariamente dedite solo a tentare delle ripartenza, ma riuscendo a farsi vedere anche dalle parti di Peng, pur mantenendo l’atavica indecisione o imprecisione nell’ultimo terzo di campo. Forse in ottica campionato o forse (più difficile) per garantire mobilità al centrocampo e all’assetto difensivo Rossettini ha lasciato in panchina per 90’ Rieke e Viens, oltre a inserire solo al 63’ Greggi e Di Guglielmo. Le prove hanno smesso di funzionare al 13’ quando Bergamaschi ha colpito di testa un cross sbagliato dalla sinistra
Classifica
mettendolo alle spalle di Lukasova (tornata titolare e una delle poche note liete della sfida nonostante il passivo). Dopo l’1-0 è partita la debacle romanista. Al 26’ è arrivato il raddoppio a firma di Kaptein, tutta sola in area di rigore e poco prima dell’intervallo è arrivato anche il tris con Rytting Kaneryd. La ripresa della Roma è iniziata come era finito il primo tempo: soffrendo, non riuscendo a uscire e pagando caro i propri errori. Al 50’ Pandini ha calciato Nusken in area, intervento del Var, tiro dal dischetto e poker inglese con la stessa Nusken. Nonostante qualche flebile tentativo di reazione con Pilgrim e Dragoni le giallorosse non sono praticamente mai uscite dalla loro metà campo, schiacciate dal ritmo, dalla fisicità e dalla superiorità tecnica del Chelsea. Al 77’ Thøgersen ha colpevolmente tenuto in gioco Reiten, sponda per Hamano che ha siglato il5-0 e a 4’ dal 90’ un cross sbagliato da Lucy Bronze si è trasformato in un pallonetto imprendibile per Lukasova valso il 6-0. Ne hanno segnati 6 ma potevano essere di più, non c’era da aspettarsi tanto di meglio, ma un altro ko del genere tanto bene non può fare. La dimensione della Roma non è ancora questa, è evidente e il resto della stagione servirà a crescere oltre a non depauperare strada facendo la superiorità che si sta provando a costruire a livello domestico. Però, per adesso, la Champions è un’altra cosa e il campo di Stamford Bridge lo ha ribadito con brutale fermezza ■
Il momento
cui Kaneryd ha segnato il gol del momentaneo 3-0 per il Chelsea a Stamford Bridge GETTY IMAGES
Il tecnico romanista Rossettini ieri a Stamford Bridge GETTY IMAGES