Il Romanista del 9 dicembre 2025

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GASP SCRIVE LA LETTERINA E CHIEDE I GOL

Verso gennaio L’invenzione Baldanzi non ha risolto i guai

Se Ferguson saluta, al tecnico servono due colpi a gennaio

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu

Di tempo per fare gli addobbi natalizi non ce n’è stato, nell’otto dicembre romanista passato in campo ad allenarsi, ma per scrivere la letterina sì. E Gasperini la sua lista dei desideri ce l’ha ben chiara da un po’ e, i risultati delle ultime settimane, non hanno fatto che confermare la bontà delle richieste del tecnico ex Atalanta. Che poi sono le stesse rimaste inesaudite in estate, ovvero quelle date dalla necessità di aumentare il peso specifico dell’attacco con nuovi volti dal mercato. E se alle convinzioni estive si aggiunge un rendimento offensivo da 15 gol in 14 partite di campionato, il risultato non può che rimanere invariato, anche in vista di gennaio.

Pietro Laporta pietro.laporta@ilromanista.eu

Probabilmente, citare il celebre “niente piani di riserva” cantato da Gli Ultimi (punk band romana), per riassumere le difficoltà che le espulsioni portano a Gian Piero Gasperini, sarebbe quantomeno ingeneroso. Non lo è analizzare il rendimento della sua Atalanta e osservare come, nei nove anni con il tecnico, le espulsioni abbiano complicato parecchio le cose alla squadra bergamasca. Lo ha ammesso lo stesso Gasp domenica, parlando ovviamente della Roma e riferendosi al cartellino rosso di Celik. Una volta in inferiorità numerica, la squadra ha smesso praticamente di attaccare, reggendo quasi bene all’assedio del Cagliari, ma capitolando poi sul gol di Gaetano a meno di 10’ dalla fine. Un comportamento che ben si allinea con quello tenuto dall’Atalanta quando, con l’attuale allenatore giallorosso in panchina, si è ritrovata con uno (o più uomini) in meno. Non che sia successo tante volte: su 439 partite con Gasperini, soltanto in 22 occasioni la Dea ha chiuso con un rosso, per un totale di 24 calciatori espulsi (in due occasioni, Genoa-Atalanta 3-1 del 2018/19 e Sassuolo-Atalanta 1-0 del 2022/23, finirono addirittura in nove). Di queste 22 partite, soltanto 5 sono state poi vinte, l’ultima più

SOLO 15 RETI NELLE PRIME 14 GIORNATE DI SERIE A. ORA TORNA DOVBYK, BAILEY RIMANE UN MISTERO

Punta e a capo

Aspettando le mosse di Massara, in realtà il primo centravanti con cui Gasperini proverà a invertire il trend in attacco è Dovbyk. L’ucraino, infatti, è tornato a lavorare parzialmente in gruppo ieri durante lo scarico post-Cagliari e, già da Roma-Como, potrebbe essere a disposizione di Gasp. L’esperimento Baldanzi ha dato risposte positive solo a tratti, le fragilità fisiche di Dybala ne hanno condizionato anche quest’inizio di stagione e Ferguson non ha minimamente convinto. L’irlandese non ha sfruttato il lungo stop di Dovbyk per prendersi la Roma e, a gennaio, potrebbe tornare con qualche mese di anticipo al Brighton. Presto per escludere ancora il condizionale, ma le due società hanno già avuto un primo colloquio per capire la fattibilità dell’interruzione del prestito già a inizio 2026.

LE ESPULSIONI

IN ARGENTINA IMMAGINANO DYBALA AL BOCA

GIÀ A INIZIO 2026, MA RESTERÀ

ALLA ROMA. IDEA CHIESA

Se ci sei, batti un colpo In estate, le speranze offensive romaniste erano strettamente legate tanto a Ferguson quanto a Bailey. Anche il giamaicano, fermato più volte dal suo fisico, ha deluso. I tanti impegni nelle prossime settimane daranno modo a Gasperini di riproporlo in campo con un minimo di regolarità, in attesa di risposte convincenti da Leon. Certo è che, qualora questi acuti non dovessero registrarsi, a quel punto anche l’esterno sini-

SE VEDERE ROSSO COMPLICA LE COSE

I

dati In inferiorità in 22 gare, all’Atalanta

Gasp ne perse 13

di quattro anni fa: quarti di finale della Coppa Italia 2020/21, Atalanta-Lazio 3-2. In quell’occasione dopo l’espulsione di Palomino i nerazzurri riuscirono addirittura a migliorare il risultato una volta in inferiorità numerica, trovando il gol della vittoria: una sorta di impresa, visto che nel ciclo di Gasperini a Bergamo questo è successo solo in un’altra occasione (nel 2017/18, contro il Milan, sotto di un gol e di un uomo dopo l’espulsione di Toloi,

5 VITTORIE PER LA SUA DEA CON UN UOMO IN MENO, L’ULTIMA VOLTA 4 ANNI FA. IN SOLE 2 OCCASIONI IL RISULTATO È MIGLIORATO

stro di piede destro (il Sancho di agosto) tornerebbe di moda nei colloqui tra Gasperini e Massara, magari con l’uscita di qualcuno (vedi Baldanzi). Di nomi sul taccuino del direttore sportivo ce ne sono tanti e, tra questi, anche quello di Chiesa. L’ex Juve vorrebbe restare a Liverpool, ma continua a non trovare spazio (mai titolare in Premier e Champions). Qualora dovesse cambiare idea, a Trigoria potrebbe essere un nome gradito.

arrivò nel recupero il gol dell’1-1 firmato Masiello). I pareggi arrivati con l’Atalanta in dieci sono 4, e in nessuna di queste partite Gasperini partiva da situazione di vantaggio. Ciò dimostra perciò che la squadra, una volta rimasta in dieci, adottava una buona strategia difensiva, ed è confermato dai numeri: nelle 22 partite esaminate sono 35 i gol subiti, ma solo 13 di questi sono arrivati dopo l’espulsione. Per una difesa che reggeva, c’era però un attacco che (come quello giallorosso a Cagliari) spariva: soltanto 22 gol fatti in queste 22 gare, addirittura solo 5 con l’Atalanta in dieci uomini. Analizzando i risultati, sono infine 13 le sconfitte: va detto però che solo in 5 occasioni la Dea non si trovava già sotto nel risultato. Emergono, tra queste, sfide molto importanti: lo scontro per la vetta perso contro l’Inter (espulso Ederson) nello scorso campionato, gli ottavi di finale di Champions League persi contro il Bruges per 3-1 (Toloi), o la gara di UCL persa nel 2021 contro il Real Madrid (Freuler). Segno forse di una certa fragilità mentale nei momenti più importanti. Per chiudere, figura, tra i giocatori espulsi, anche un giovanissimo Gianluca Mancini, in un Juve-Atalanta del 2018 (sull’1-0, partita poi finita 2-0). C’è spazio anche per la Roma, che in casa nel 2018 riuscì soltanto a dimezzare lo svantaggio nonostante il rosso a De Roon: l’Atalanta di Gasp vincerà 2-1. ■

L’uscita dal campo di Zeki Celik, dopo il rosso rimediato a inizio secondo tempo col Cagliari MANCINI

Il tango può aspettare

A proposito di attacco e di ex Juve, nelle ultime ore in Argentina si è parlato parecchio di Dybala, ipotizzando un suo addio anticipato alla Roma a gennaio per ritrovare l’ex compagno Paredes al Boca. Paulo, in realtà, finirà la stagione nella Capitale e sta già pianificando la nascita della sua primogenita, nel prossimo marzo, a Roma. Sperando di ritrovare continuità e Joya, il tango può aspettare. ■

La sua assenza si è fatta sentire a Cagliari, visto che nel piano gara di Gasperini sarebbe stato proprio lui l’uomo designato per prendersi cura delle sgroppate di Palestra. E invece un risentimento muscolare lo ha tenuto ai box, ma il pit-stop è già alle spalle: ieri mattina si è allenato con i compagni, Wesley tornerà titolare giovedì sera in Scozia contro il Celtic. Nella delicata sfida di Europa League il dinamismo dell’esterno brasiliano sarà prezioso per tenere il ritmo dei calciatori scozzesi e per dare maggior elettricità ad un attacco visto in grande difficoltà contro il Cagliari.

Gasperini non ha concesso nessun giorno di riposo, tutti in campo all’indomani del ko dell’Unipol Domus Arena. Una lunga settimana di lavoro non ha evidentemente portato i benefici che il tecnico pensava invece di ottenere, per quello l’input è stato quello di tornare immediatamente a sudare in campo, per cancellare da testa e gambe le scorie negative dei due ko maturati in campionato (Napoli e Cagliari) e per

riproiettarsi con grande carica e convinzione nell’atmosfera europea: le vittorie contro Glasgow Rangers e Midtjylland hanno rilanciato le ambizioni giallorosse, occorre però non fermarsi e fare risultato col il Celtic per abbracciare le prime otto posizioni.

PIÙ VICINO IL RIENTRO DI DOVBYK: L’UCRAINO IERI È TORNATO PARZIALMENTE IN GRUPPO. ORA PUNTA ALLA CONVOCAZIONE COL COMO

Qui a fianco, lo scatto di Evan Ferguson durante il secondo tempo di Cagliari-Roma 1-0. A sinistra, in grande, lo sfogo di Gian Piero Gasperini nei confronti del quarto uomo all’Unipol Domus MANCINI Qui sotto, a sinistra, Federico Chiesa, al Livepool dal 2024 IPA

COGITO ERGO SUD di Tonino

GLASGO! NON MOLLARE ANCHE SE HAI GIOCATO (TANTO) MALE

NGiovedì sera tornerà quindi Wesley tra i titolari, non ancora Dovbyk che però punta con determinazione la sfida di lunedì sera contro il Como: l’ucraino ha lavorato parzialmente con i compagni, non partirà alla volta della Scozia ma il suo percorso di recupero volge ormai alla fine. Chi invece cerca spazio è Niccolò Pisilli. Il giovane centrocampista sta riflettendo sul suo futuro e sullo scarso minutaggio finora avuto in giallorosso, ma in tal senso sono arrivate rassicurazioni dallo staff tecnico: il suo spazio lo avrà, a maggior ragione con la partenza di El Aynaoui per la Coppa d’Africa, già a partire da giovedì sera al Celtic Park. Poi, se alla fine del mese di gennaio, la soddisfazione non sarà reciproca, si valuteranno le opzioni in ballo per mandare a giocare il ragazzo con maggior continuità. Per il resto Dybala è pronto a tornare dal 1’, dopo le due poco convincenti prestazioni contro Napoli e Cagliari: c’è bisogno della miglior Joya in certe notti europee. ■ ADC

on mollare anche se hai giocato, tanto, male. Alla Roma dopo Cagliari si può cantare questo e poco altro. Sconfitta meritata, partita brutta manco poco, ok, è così, ma riconosciuto ciò che bisogna concedere alla critica, poi passiamo oltre. Pare inutile sottolineare l’evidenza. Così come è evidente che la Roma non possa essere quella di Cagliari; magari non è nemmeno quella che ha giocato con lo smoking bianco col Milan per 40’, che ha messo l’Inter nella sua metà campo per tutto un tempo, che ha battuto il Bologna senza prendere un tiro in porta, quella che è stata per sette giornate in testa e adesso è “appena” quarta. Voi lo sapete com’è e cos’è la Roma ? Io non l’ho mai capito ma va benissimo così. La Roma adesso è sicuramente una squadra in costruzione, che da pochi mesi ha un nuovo tecnico, il che già di suo richiederebbe tempo, vieppiù se l’allenatore in questione è Gasperini, cioè uno di quelli che incide, che fa, che crea, che si immerge, che ha una visione, esperienza, ambizione, capacità. Perizia. Geppetto sta utilizzando anche legno bagnato per accendere una scintilla che pure ha già divampato. La Roma sta facendo bene, a Cagliari ha fatto male: stop. Altre partite le ha vinte bene, altre le ha vinte che non meritava, altre ancora le ha perse e non meritava di perderle, il totale fa comunque 27 punti, derby vinto (con palo al 94’ incorporato), quarto posto a 4 dal primo. Bene. Nessuno poteva pensare questo a luglio. Ora calma. Siamo in difficoltà, quindi è proprio questo il momento di fare la differenza: bisogna comportarsi come chi vuole male alla Roma non pensa. Calmi, compatti, più stretti e decisi, consapevoli che a Glasgow sarà partita e che poi ne abbiamo due ancora (molto) più difficili con Como e Juve. Siamo la Roma, una squadra in costruzione, con uno stadio sempre pieno, che ha da giocarsi ancora tutto in Italia, nel mondo e in Europa (vabbè nel mondo ancora no, ma c’è il coro). Sia chiaro di Cagliari non c’è da salvare niente, a parte Hermoso. Le cose accadono in campo e, capirai, mi va benissimo, però i moralizzatori non fateli a orologeria: l’altro ieri su un sito super mainstream c’era la condanna per il nervosismo e per il gesto (?) di Hermoso (peccato non aver segnato su quel fallo laterale non concesso), nessuna parola sull’altro giocatore. D’altronde la rovina del calcio è la pirateria, mica il Var a casaccio, le società fallite, gli stadi cessi, le curve da chiudere per un coro.... ma nessuno degli addetti ai lavori che ha preso posizione su quella situazione... di campo. Andiamo oltre. Non mollare anche se giochi male, pensa se hai già giocato quanto conta. Serve solo ai telavevodettisti e a chi si fa vedere, pure sui social, solo quando la Roma va male. Campano così. Noi no, “noi saremo qui a cantare: sei la squadra del mio cuor”. ■

TatticaMente

L’ANALISI DI CAGLIARI-ROMA

SE SI SOFFRE FISICAMENTE NON ESISTE UN PIANO B

I

down di Gasperini Come ai tempi dell’Atalanta, se la squadra va in riserva diventa molto complicato trovare risorse sostitutive per vincere la partita

Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu

PNel dettaglio

Cagliari, domenica 7 dicembre 2025 14ª giornata del campionato di Serie A

Cagliari Roma

1 gol 0

1,80 x.gol 0,36

45% possesso palla 55%

10 occasioni da gol 5

1 assist 0

4 calci d’angolo 1

9 contrasti vinti 9

48 palle recuperate 32

45 palle perse 58

18 falli commessi 16

4 fuorigioco 0

2 parate 7

0 rigori 0

2 ammonizioni 1

0 doppie ammonizioni 0

0 espulsioni 1

116 distanza percorsa (km) 111

275 passaggi riusciti 368

77% precisione passaggi 82%

10 passaggi chiave 5

15 tiri totali 6

8 tiri in porta 2

4 tiri fuori 0

3 tiri respinti 4

0 pali 0

10 tiri in area 6

5 tiri da fuori area 0

15 cross totali 15

3 cross riusciti 4

0 dribbling 0 Tempo di gioco

Totale 98’ 03”

Effettivo 49’ 28”

er evitare di rimanere incastrati nelle spirali delle esagerazioni tipiche del nostro ambiente cominciamo col dire che in rapporto alla composizione degli organici, alla bravura degli allenatori e alle particolarità di ogni club, riteniamo che con quello che ha ottenuto in questi primi mesi di stagione, la Roma stia viaggiando sopra la linea ideale che poteva essere tracciata ai blocchi di partenza. Non è dunque la sconfitta casuale di Cagliari, né quella meno casuale ma ugualmente estemporanea con il Napoli, a determinare oggi un giudizio negativo sul lavoro di Gasperini e sull’impegno dei suoi ragazzi. C’è semmai una curiosa coincidenza che un po’ inquieta ed è quella relativa ad una statistica che rimandava alle migliori partenze del tecnico nella sua carriera. Ebbene, dopo la vittoria di Cremona si era sottolineato come Gasperini stesse per migliorare la sua migliore partenza in assoluto, quella con l’Atalanta nella stagione 2022-2023, quando riuscì per l’appunto ad arrivare a 24 punti dopo 11 partite. In quella cavalcata, arrivati a quella giornata, Gasperini visse poi la scomoda esperienza di tre sconfitte consecutive che avevano portato a farci guardare con ottimismo alla prospettiva di poter migliorare il bottino: «Basterà almeno un punto - si diceva - nelle prossime tre partite». Due purtroppo sono andate con altrettante sconfitte, la prossima è lunedì col Como, avversario per niente facile (al netto della giusta sconfitta con l’Inter a Milano dello scorso weekend). Perché definiamo sinistra la coincidenza? Perché nella storia di Gasperini con l’Atalanta sono stati periodici i momenti di down in cui la sua squadra all’improvviso abbassava il rendimento per un certo numero di partite, salvo poi ripartire al massimo quando tutti la davano per spacciata. Questo ha contribuito sì ad accrescere la considerazione per il suo lavoro, ma in molte stagioni gli è costato la possibilità di lottare fino in fondo per il titolo di campione d’Italia, a cui magari per lunghi tratti della stagione la sua Atalanta sembrava destinata. Ciò significa che quando la condizione non è sufficientemente brillante le squadre di Gasperini faticano a portare a casa il risultato. Manca il piano B, il tecnico ritiene sufficiente il piano A.

La “decisiva” assenza di Wesley E infatti guarda caso, non appena si è avuta la sensazione (per noi può essere solo una sensazione, magari Gasperini avrà un riscontro anche sui dati) che qualche giocatore sia entrato in difficoltà dal punto di vista atletico (pensiamo a Mancini, Ndicka, Celik, Cristante, Koné, gli stessi Pellegrini e Soulé) la squadra è sembrata non essere più in grado di proporre gioco con continuità dopo aver bruciato molte energie nelle contrapposizioni individuali in fase di non possesso. Come chi segue questa rubrica avrà la bontà di ricor-

A CAGLIARI È STATA DECISIVA L’INFERIORITÀ NUMERICA, ALTRA

QUESTIONE TABÙ PER IL TECNICO

dare, ci è capitato spesso di sottolineare - anche quando Gasperini era un semplice avversario - che il gioco delle sue squadre tragga la sua linfa da un principio distruttivo prima che da uno costruttivo e cioè quello di annullare individualmente attraverso uno sforzo collettivo le risorse di gioco delle squadre avversarie per poi riproporsi con forza, spesso con transizioni veloci nella metà campo avversaria, per avere alla lunga la meglio sui rivali, non in virtù di un proprio gioco spettacolare, ma sfruttando al massimo le debolezze altrui. Per far questo c’è bisogno di due ingredienti fondamentali: la massima preparazione atletica per i giocatori, una certa impreparazione tecnica per gli avversari. Quando succede il contrario, quando cioè si abbassa il proprio livello tecnico e contemporaneamente sale la presenza atletica di chi sta di fronte, possono capitare partite oggettivamente di basso rango come quella di Cagliari in cui la Roma ha prodotto la miseria di 0,36 expected-goal e non ha mai dato la sensazione ai propri tifosi di poter gestire la partita per portare a casa i tre punti. Semmai è sembrata, già dal primo tempo, la classica partita che si può vincere solo con un episodio, ma con la consapevolezza che se l’episodio favorisce gli altri, allora la perdi quasi senza opporre resistenza. Tanto per fare un esempio, la faccia con cui Gasperini ha annunciato sabato il forfait di Wesley era tutto un programma. Probabilmente il tecnico aveva immaginato di contrapporre all’elemento ritenuto più perico-

La curiosità tattica della partita tra Cagliari e Roma è che due squadre schierate sempre con la difesa a tre alla fine risultano - a causa delle rotazioni di giococome se avessero giocate entrambe con la difesa a 4. Nel Cagliari, ad esempio, come si vede qui accanto nella grafica delle posizioni medie in fase di possesso palla, Palestra (2) ha fatto l’esterno di centrocampo, mentre Zappa (28) è stato il vero terzino destro, con Obert (33) terzino sinistro. Folorunsho (90) pur giocando a centrocampo è stato l’attaccante più avanzato del Cagliari. Stessa cosa nella Roma, con Mancini (23) terzino destro di una difesa a 4 con Ndicka (5), Hermoso (22) e Tsimikas (22), mentre Celik (19) risulta più alto di Pellegrini (7) e degli altri centrocampisti

loso della squadra avversaria, quel Palestra che lui stesso ha svezzato a Bergamo, proprio l’esterno brasiliano, il più veloce della rosa romanista, l’uomo migliore, magari con l’obiettivo di costringerlo a guardarsi un po’ più spesso alle spalle di quanto non abbia fatto nella gara di domenica. Ma, ovviamente, il grande rammarico sta anche nel fatto che nel corso di una settimana in cui aveva messo in conto un richiamo forte di preparazione, potendo lavorare per cinque giorni senza il fastidio di alcuna partita infrasettimanale, di aver dovuto far la conta dei giocatori via via indisponibili già dalla domenica sera, cominciando con il febbrone di Dybala, passando per la dissenteria di Baldanzi, finendo a quei piccoli fastidi ancora provati da El Aynaoui, Wesley e Ferguson, tutti fattori che hanno impoverito gli allenamenti e comunque depotenziato la settimana immaginata dall’allenatore fino a provocare la pessima prestazione che stiamo commentando. Il vento nemico Nello specifico, poco da dire: nel primo tempo, col vento a favore, la Roma ha provato a sfruttare le poche palle strappate agli avversari, ma non ha avuto la lucidità nell’andare a rete con la pulizia tecnica necessaria in questi casi, anche per il livello oggettivamente piuttosto limitato che potevano garantire nella spinta gli esterni Celik e Tsimikas e nella mancanza di un punto di riferimento offensivo più visibile di quanto non fosse il volenteroso Baldanzi. Mettiamoci pure che Soulé e Pellegrini non erano nella giornata migliore (ma da loro qualche spunto tecnico è comunque arrivato), ecco che le polveri delle munizioni giallorosse sono sembrate da subito bagnate. Nel secondo tempo, già il vento contrario che conteneva tutte le palle alzate dai romanisti ha cominciato a infastidire e preoccupare i giocatori in campo. Il patatrac è arrivato quando Folorunsho (non Bellingham) è partito dritto sfruttando un rimpallo e saltando nell’ordine Koné, Mancini e Celik, che per non saper far meglio lo ha steso proprio all’ingresso in area. Il tempo con il Var di capire l’ esatta dinamica e la giusta collocazione geografica dell’impatto e la Roma si è ritrovata senza un uomo e con lo stesso vento contrario di prima. Trovandosi in inferiorità numerica, che Gasperini ha provato limitare ai soli attaccanti chiedendo loro in due di contrapporsi ai tre difensori avversari, poi sono venute fuori le qualità dei giocatori del Cagliari. Ma giocare in dieci per una squadra di Gasp è sempre più complicato rispetto ad altri allenatori. E in più sono arrivati gli errori individuali, a cui ha messo il carico anche l’allenatore con la scelta sbagliata di Ghilardi su Palestra al posto di Tsimikas. All’orizzonte ora Celtic e Como, la prima sfida per rinsaldare le possibilità di qualificazione al turno successivo, la seconda per provare a superare quel tabù della terza partita dopo quel filotto di vittorie: un punto per garantire a Gasperini la sua migliore partenza in carriera. E il domani sarà migliore. ■

Le difficoltà di Ghilardi, subentrato a Tsimikas per contenere lo scatenato Palestra 1 Sul primo attacco dell’esterno del Cagliari, Ghilardi esce da solo per affrontarlo (senza copertura dei compagni) e con la postura del corpo sembra invitarlo ad attaccare la profondità, pronto a seguirlo nello scatto 2 Questo è l’errore decisivo: qui il difensore ha cercato di intervenire per fermare la corsa dell’avversario, ma il suo impulso ha spinto Palestra a spostare la palla e andare, diventando imprendibile

1 2 5 6 3 4 7 8

Ecco l’altro errore di Ghilardi, purtroppo decisivo per la vittoria del Cagliari 5 Sul calcio d’angolo che va a battere Esposito, la Roma come al solito si schiera a zona. Ultimo del castelletto è Ghilardi 6 Come si vede da questo fermo immagine che coglie il momento in cui Esposito batte, Ghilardi fa un altro passetto in avanti lasciando completamente scoperta la zona del secondo palo. Quando ci si schiera a zona, è fondamentale
3
è andato,
è rimasto
scivolata per coprire

LA STAGIONE 2025/26

08/02

11/02

15/02

Quarti*

Cagliari

22/02 - Roma - Cremonese

01/03 - Roma - Juventus

04/03 - Semifinali Andata*

08/03 - Genoa - Roma

15/03 - Como - Roma

19/03 - Ottavi Ritorno

22/03 - Roma - Lecce

04/04 - Inter - Roma

09/04 - Quarti Andata

12/04

Roma - Pisa

16/04 - Quarti Ritorno

19/04

22/04

Roma - Atalanta

Semifinali Ritorno*

26/04 - Bologna - Roma

03/05 - Roma - Fiorentina

10/05 - Parma - Roma

13/05 - Finale

17/05 - Roma - Lazio

24/05 - Verona - Roma

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I PROSSIMI AVVERSARI

NANCY FA LA CONTA DUBBIO IHEANACHO

Lì Celtic Il nigeriano ci sarà, ma difficilmente dall’inizio

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

Qualche certezza e tanti dubbi per Wilfried Nancy in vista della sfida di giovedì contro la Roma: il tecnico del Celtic, che ha debuttato sulla panchina dei biancoverdi con una sconfitta domenica, deve fare i conti con l’infermeria. In difesa sicuramente l’allenatore francese dovrà fare a meno del centrale Carter-Vickers, operato di recente al tendine d’Achille e di conseguenza escluso dalla lista UEFA, del terzino sinistro Saracchi, che giusto tre giorni fa ha accusato il riacutizzarsi di un problema alla coscia, e del terzino destro Johnston, andato sotto i ferri a metà settembre per un brutto infortunio alla coscia rimediato a fine ot-

tobre. Tutti e tre erano assenti già nella sconfitta casalinga per 2-1 rimediata domenica contro gli Hearts, che ha segnato l’esordio in panchina di Nancy, chiamato a sostituire il tecnico ad interim O’Neill. Un ko doloroso, perché ha permesso agli Hearts di staccarsi a +3 in vetta alla Scottish Premier League: il Celtic rimane secondo in solitaria con 32 punti.

In quella gara, la nota lieta per gli scozzesi è stata il ritorno fra i convocati di Kelechi Iheanacho, attaccante nigeriano classe 1996, arrivato in Scozia in prestito dal Siviglia. Il giocatore è stato vittima di un infortunio muscolare lo scorso 23 ottobre, nella sfida di Europa League contro lo Sturm Graz, e da allora non ha più disputato neppure un minuto. Domenica, pur essendo in panchina, Nancy ha preferito non rischiar-

lo: resta da capire se la scelta dell’allenatore fosse rivolta alla partita contro la Roma, ma considerando il periodo considerevole di stop, appare improbabile che Iheanacho scenda in campo dall’inizio giovedì. Molto più probabile che venga utilizzato a gara in corso.

La probabile formazione Fra i pali ci sarà Schmeichel, uno che - come Iheanacho - militava nel Leicester che la Roma di Mou batté nella semifinale di Conference League: davanti a lui, il terzetto composto da Trusty, Scales e Tierney. Nel probabile 3-4-2-1 scozzese la linea mediana sarà composta - da destra verso sinistra - da Yang, McGregor, Engels e Tounekti. Sulla trequarti la coppia composta da Nygren e Hatate; prima punta Maeda, con Iheanacho pronto a subentrare. ■

SERIE A DDR vince ancora. Milan in rimonta sul Toro

Ben tre sfide nel lunedì di Serie A, a chiudere la quattordicesima giornata. Un turno ricco di risultati importanti non solo per quanto riguarda la parte alta della classifica, ma anche e soprattutto per la zona retrocessione. Il Parma la spunta a Pisa, in casa della squadra di Gilardino, regalandosi 3 punti pesanti e allontanando almeno momentaneamente le ultime tre posizioni occupate proprio dai toscani terzultimi, poi Verona e, fanalino di coda, Fiorentina. Decide il calcio di rigore di Benedyczak. Esulta, ancora una volta, Daniele De Rossi con il suo Genoa. Vittoria in casa dell’Udinese, quarto risultato utile su quattro in campionato dall’arri-

vo di DDR. Finisce 2-1 al Bluenergy Stadium: la sfida si sblocca con il calcio di rigore di Malinovsky. Poi, nel secondo tempo, l’assedio dei padroni di casa culmina con il gol del pareggio di Piotrowski. I ros-

soblù sembrano non riuscire a far male, ma all’83’ un contropiede micidiale condotto da Ekuban e Messias sfocia nella rete della vittoria, che arriva grazie a Norton-Cuffy. Vince in rimonta il Milan in casa del Torino (3-2). Con Landucci in panchina (Allegri squalificato), i rossoneri vanno sotto nel primo tempo. Un uno-due micidiale dei granata con Vlasic al 10’ e Zapata al 17’. Al 24’, Rabiot accorcia le distanze con un eurogol dalla distanza. Ma è Pulisic a cambiare le sorti del match: lo statunitense entra al 66’, un minuto dopo segna il gol del pareggio. Al 77’, invece, l’attaccante rossonero completa la rimonta. LP

Kelechi Iheanacho, 29 anni, è tornato a disposizione dopo un infortunio alla coscia patito a fine ottobre GETTY IMAGES
Daniele De Rossi durante Udinese-Genoa GETTY
Nonostante la sconfitta col Cagliari, Wesley ha voluto mostrare tutto il suo sostegno (da casa) ai propri compagni. L’esterno sarà a nuovamente a disposizione di Gasperini per il Celtic
Dopo il pareggio in campionato contro la Juventus, la Roma Femminile ha lanciato sui social la sfida di Champions League contro il Chelsea. Giallorosse in campo domani alle 21
Emilie Haavi prosegue col percorso di recupero in attesa di tornare in campo. Nel frattempo, l’attaccante della Roma Femminile trascorre un pomeriggio al Christmas World di Villa Borghese

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