LE PAGELLE FERGUSON SENTE ARIA DI CASA E DIVENTA SIR EVAN
Celtic-Roma 0-3 In Scozia dominiamo e chiudiamo la partita già prima dell’intervallo con tre gol e un primo tempo straripante. Ferguson fa due reti, una da applausi. In campo non c’è gara, ancora meno sugli spalti, dove si sentono solo i romanisti. In Europa possiamo passare fra le prime otto. Ma ora testa al Como. Con questo spirito
FILOTTO DI SCOZIA
LA PARTITA
IN EUROPA ANDIAMO A DOMINARE
3-0 in casa del Celtic Succede tutto in un grande primo tempo con autogol iniziale e poi una splendida doppietta di Ferguson
Celtic 0
Roma 3
Celtic (3-4-3)
Schmeichel 5; Trusty 5,5, Scales 4,5, Tierney 5 (1’ st Donovan 5,5); Yang 5,5 (17’ st Ralston 5), McGregor 5,5, Hatate 6,5 (32’ st Balikwisha 6), Tounekti 6; Engels 5,5, Maeda 4,5 (1’ st Paulo Bernardo 6), Nygren 5 (1’ st Iheanacho 7)
Note: spettatori 60000 circa (di cui oltre 2200 romanisti).
Recupero: 1’ + 4’. Ammoniti: Hermoso, El Shaarawy, Soulé per proteste, Ndicka, Ziolkowski per gioco scorretto
Daniele Lo Monaco
Inviato a Glasgow
Con un primo tempo spettacolare, il più vicino alla perfezione gasperiniana tra tutte le partite giocate sin qui, e con un secondo di gestione superando alcune difficoltà in parte indotte dall’arbitro Kovacs, in parte dall’atteggiamento di subentrata cautela forse anche inevitabile vista la situazione, la Roma ha asfaltato il Celtic dando un impulso decisivo alla sua classifica di Europa League (ora è decima, a pari merito con lo Stoccarda che in gara 7 il 22 gennaio farà visita all’Olimpico, a un solo passo dal lotto di squadre che si eviteranno il fastidio del playoff di febbraio) e soprattutto mostrando nuove qualità nella rosa alla vigilia di una finestra di mercato controversa, in cui non è ancora ben chiaro quali e quanti siano gli obiettivi da cen-
KOVACS HA PROVATO A RIANIMARE
GLI SCOZZESI
CON UN RIGORINO, MA ENGELS
L’HA CALCIATO
SUL PALO
trare. Il centravanti, per dire, e in particolare Zirkzee, sembrava l’obiettivo scoperto e condiviso (in qualche modo lo stesso ds Massara pochi minuti prima della partita lo aveva confermato), ma proprio l’uomo che sembra destinato al taglio, Ferguson, si è preso la vetrina con una doppietta superba, con un gol di rapina e un raddoppio splendido, il terzo della serata dopo l’autogol di Scales sul primo corner battuto da Soulé, all’alba della partita. E l’altra risposta importante è arrivata anche sulla condizione fisica del gruppo: Gasp ha tenuto “a riposo” Pellegrini, Dybala, Bailey, Koné, Cristante e Wesley, molti di loro partiranno titolari con il Como lunedì sera e in ogni caso l’immagine del gruppo provato e dimesso di Cagliari è stata spazzata via dalla forza distruttiva e dalle ripartenze veloci mostrate ieri sera, in un tempio del calcio da cui i tifosi sono scappati prima del triplice fischio per non subire fino in fondo l’umiliazione di una sconfitta che poteva essere persino peggiore. Insomma, come l’aveva immaginata Gasperini la partita si è esattamente svolta, come quando ti siedi sul divano accanto a un amico ciarliero che ha già visto il film che tu vuoi gustarti e lui ti anticipa tutte le scene un momento prima che accadano. Sin dall’inizio questa gara è stata l’archetipo del calcio gasperiniano, a dispetto di scelte anche piuttosto inattese, con cinque cambi rispetto a Cagliari peraltro tutti concentrati tra centrocampo ed attacco. Così dopo all’immutabile difesa con Svilar, Mancini, Ndicka ed Hermoso, e con la conferma a destra di Celik, Gasp ha scelto l’inedita coppia di centrocampisti El Aynaoui-Pisilli, con Rensch preferito a Wesley a sinistra, e davanti El Shaarawy e Ferguson affiancati all’immancabile Soulé. Di fronte lo spaurito 343 del povero Nancy, arrivato a restituir lustro ad una squadra stratitolata ma in evidente difficoltà, al terzo cambio di allenatore stagionale, e alla vigilia di una finale di coppa di Lega che li vedrà affrontare domenica pomeriggio il St. Mirren. Di fronte poi i poveri scozzesi si sono trovati undici lupi famelici, che dopo essere apparsi stanchi e provati a Cagliari appena quattro giorni prima sono sembrati (anche i sei confermati) affamati di calcio nel clima piuttosto freddo e nella pioggiolina di Glasgow, aiutati nella prestazione anche
Nelle
dal potente contributo dei 2200 tifosi stretti nel settore ospiti, bravi a cantare forte tanto da ammutolire il resto dello stadio, come ormai da tradizione britannica. Il primo tempo è stato un monologo giallorosso, interrotto da una sola azione pericolosa al 38’, con un tiro di Hatate alto di poco sopra la traversa e poi dall’episodio che ha sfiorato il ridicolo a fine tempo. Prima, però, c’è stato un diluvio tutto romanista, tra i crescenti imbarazzi degli scozzesi, schierati secondo il nuovo verbo del 343 del neoassunto Nancy, ma stritolati dalle pressioni perfette dei giallorossi. Poco hanno potuto i pochi elementi biancoverdi che hanno provato a organizzare un calcio minimamente credibile, dagli esterni di centrocampo Tounekti e Yang, costantemente brutalizzati da Celik e Rensch, dagli interni Hatate e MacGregor, mangiati da El Aynaoui e Pisilli, dai difensori Trusty, Scales e Tierney, letteralmente terrorizzati rispettivamente da El Shaarawy, Ferguson e Soulé. Non pervenuti gli attaccanti Engels, Nygren e soprattutto il 28enne centravanti giapponese Maeda, bullizzato da Mancini. E la presenza in area del difensore romanista ha impaurito anche il tremebondo Scales che già al 6’ del primo tempo, su parabola perfettamente tagliata da Soulé da calcio d’angolo, per anticipare Gianluca ha deviato di testa mandando la palla sotto la traversa dell’esterrefatto Schmeichel. Ma la fortuna aiuta gli audaci, così la Roma non si è crogiolata sul vantaggio e ha insistito, cercando il gol del raddoppio prima con El Shaarawy e poi con Soulé. Al 16’ Celik ha battuto velocemente un fallo laterale per Soulé mentre il pubblico e mezza squadra del Celtic attendevano l’intervento dell’arbitro per restituire la pal-
la agli scozzesi, ma Kovacs non aveva interrotto alcuna azione e ha lasciato legittimamente proseguire il gioco, ma l’argentino è stato bloccato in calcio d’angolo. Ne batterà tre alla fine, tutti di collo interno, a creare tanti grattacapi ai difensori. Al 24’ un’altra grande azione con un triangolo veloce El Shaarawy-Ferguson avrebbe potuto avere un epilogo migliore, al 27’ ancora Ferguson ha colpito un palo calciando forte da dentro l’area dopo un bel recupero in pressione di El Aynaoui, al 29’ un’iniziativa insistita a sinistra è passata dall’altra parte sui piedi di Soulé che è rientrato sul sinistro e ha calciato forte a giro, costringendo Schmeichel al miracolo, poi Rensch ha servito sulla respinta El Shaarawy che ha però calciato alto. Al 32’ Ndicka ha servito Pisilli che ha calciato bene, ma ancora alto. Al 36’ il meritatissimo raddoppio con una perfetta sovrapposizione ancora su palla rubata alta di Celik su Soulé, con assist perfetto per Ferguson che da due passi ha realizzato il suo primo gol europeo con la maglia della Roma. E al 46’ ha realizzato addirittura la sua doppietta personale con un gol bellissimo, con assist centrale di Soulé, controllo a lasciar sul posto l’avversario e destro incrociato. Quando poi non si attendeva altro che il fischio finale, Kovacs ha provato a fare il protagonista, punendo con il rigore una lievissima trattenuta di Hermoso su Nygren, che al confronto quella di Bastoni su Wirtz in Inter-Liverpool era netta: e pensare che pochi istanti prima Soulé si era inferocito per aver resistito senza tuffarsi in area ad una evidente trattenuta di Tierney, senza che Kovacs ritenesse di intervenire. Al fischio dell’arbitro si sono scatenate le proteste dei romanisti e Hermoso ed El Shaarawy sono
Nella foto grande il contrasto ManciniScales da cui è venuto il primo gol della Roma.
foto dell’altra pagina i due gol segnati da Ferguson e il rigore sbagliato da Engels a fine primo tempo MANCINI
Celtic Roma
0 gol 3
53% possesso palla 47%
0 assist 2
4 calci d’angolo 4
41 palle recuperate 38
9 palle perse 10
10 falli commessi 9
3 fuorigioco 8
3 parate 2
1 rigori 0
0 ammonizioni 5
0 doppie ammonizioni 0
0 espulsioni 0
120,5 distanza percorsa (km) 118,6
492 passaggi riusciti 368
84% precisione passaggi 81%
9 tiri totali 12
2 tiri in porta 5
5 tiri fuori 5
2 tiri respinti 2
1 pali 1
6 tiri in area 9
3 tiri da fuori area 3
5 cross totali 10
1 cross riusciti 1
6 dribbling 10
NELLA RIPRESA GOL
ANNULLATI PER FUORIGIOCO A IHEANACHO E A BAILEY. PECCATO PER I 5 AMMONITI
stati sanzionati con due gialli per proteste, stessa sorte pochi istanti dopo per Soulé che ha esultato in faccia all’arbitro quando Engels ha calciato il rigore sul palo. Ad inizio ripresa Nancy ha inserito tre giocatori nuovi (Iheanacho, Donovan e Paolo Bernardo) e spostato più avanti Hatate, e i nuovi impulsi hanno rinvigorito l’attacco scozzese proprio mentre la Roma è entrata in modalità gestione, rinunciando così alle pressioni estreme che avevano caratterizzato tutto il primo tempo. Solo con un lampo di testa di Pisilli (fuori di poco, ma da posizione di fuorigioco), la Roma ha riguadagnato qualche posizione, ma Iheanacho con un destro che ha sfiorato il palo, McGregor con un tiro alto di poco e con un quasi autogol di Ferguson su corner il Celtic si è mostrato vivo. A smontare ogni ambizione è arrivato poco dopo il responso del Var che ha annullato per fuorigioco un gol segnato da Iheanacho su assist di Engels, sfuggito a El Shaarawy. Gasperini, infuriato per il pericolo corso, ha subito chiesto di cambiare tutto l’attacco, inserendo Bailey, Pellegrini e Dybala falso nove. E subito dopo è arrivato il gol del 4-0 proprio di Bailey, purtroppo annullato ancora per fuorigioco: peccato perché era stato bellissimo, con un sinistro al sette di precisione e potenza. Dopo altri cambi (dentro anche Ziolkowski per Hermoso) c’è stata un’altra doppia occasione per Bailey e Dybala (prodezza del portiere e respinta casuale della difesa sul tap-in dell’argentino) e infine Gasperini ha voluto restituire un po’ di fiducia ad Angeliño, mandato in campo da trequartista al posto di Pisilli, con arretramento di Pellegrini in mezzo al campo. Prove di futuro, ma il presente è tornato a sorridere con convinzione. ■
Kovacs scivola sul “rigorino”. Cartellini gialli a senso unico
Non sarà la serata del Celtic Park a rovinare, nella mente dei romanisti, il ricordo di Istvan Kovacs. Nell’immaginario a tinte giallorosse, infatti, il fischietto romeno rimarrà soprattutto l’arbitro della magica notte a Tirana, quando il 25 maggio del 2022 Pellegrini alzò al cielo la prima Conference League della storia. La prestazione in Scozia, però, non è delle migliori da parte dell’esperto Kovacs. Il clima british gli suggerisce un arbitraggio all’inglese, soprattutto in un primo tempo condotto bene.
A rovinare tutto, però, c’è l’episodio al tramonto della prima frazione. All’inizio del terzo minuto di recupero (ne aveva
ISTVAN KOVACS ROMANIA
4,5
concesso uno, estendendo poi il recupero per il secondo gol di Ferguson), Hermoso si appoggia a Hegels che scivola sul prato bagnato. Kovacs indica il rigore e il Var Popa non lo invita alla revisione in campo, scatenando le proteste dei romanisti che si prendono tre gialli (Hermoso, El Shaarawy, capitano, e Soulé). A loro si aggiungono, nella ripresa, Ndicka (eccessivo) e Ziolkowski (sacrosanto). Zero, invece, i gialli in direzione dei padroni di casa, nonostante i 10 falli commessi, uno in più rispetto ai romanisti. Infine, Kovacs viene colpito per due volte dal pallone. Sintomo di un posizionamento non perfetto. ■
Nel dettaglio
Glasgow, giovedì 11 dicembre 2025
Gara 6 - Fase campionato - Europa League
a cura di Simone Valdarchi
Dopo le otto partite della Fase Campionato, le prime otto squadre classificate nel grande gruppo composto dai 36 club partecipanti accederanno direttamente agli ottavi di finale dell’Europa League.
Quelle che otterranno un piazzamento tra il 9º e il 24º posto, invece, giocheranno i playoff per cercare di ottenere il pass per gli ottavi. Le squadre rimanenti saranno eliminate. Non sono previste retrocessioni in Conference, né retrocessioni dalla Champions (le altre due competizioni europee, infatti, avranno lo stesso format).
Per quanto riguarda la classifica. In caso di pareggio si terrà conto di, in ordine: differenza reti; gol segnati; gol segnati in trasferta; il numero di punti ottenuti dalle squadre affrontate; il numero di gol segnati dalle squadre affrontate; la migliore situazione disciplinare; il coefficiente Uefa.
LE PAGELLE
SIR EVAN FERGUSON
Trespotting L’irlandese sente aria di casa: annichilisce il Celtic e ritrova due gol da bomber vero El Aynaoui onnipresente prima di assentarsi. Celik torna ai ritmi pre-dicembrini. Mancini morde
6 MILE SVILAR
7
GIANLUCA MANCINI
6,5 EVAN NDICKA
6,5 MARIO HERMOSO
7 ZEKI CELIK
7 NEIL EL AYNAOUI
6,5 NICCOLÒ PISILLI
6,5 DEVYNE RENSCH
Fabrizio Pastore fabrizio.pastore@ilromanista.eu
Trespotting. Basta un tempo alla Roma per annichilire gli avversari scozzesi e riprendersi le certezze accantonate dieci giorni fa. Tre gol fatti, almeno altrettanti sfiorati, attacco (forse) ritrovato e mezza ipoteca sulla qualificazione. Quantomeno ai playoff, con uno sguardo fiducioso sul passaggio diretto agli ottavi.
6 SVILAR. Il palo fa la sua parte sul rigore e allora il primo intervento - nemmeno così complicato - lo deve compiere a metà ripresa. Il secondo, poco più impegnativo, arriva a tempo scaduto. La precisione coi piedi è da rivedere, ma in una serata tutto sommato tranquilla ci può stare.
7 MANCINI. Sembra l’autore del gol, tanto è perfetta la scelta di tempo e la dose dell’incornata: non lo è, ma poco male. Dietro è sicuro come sempre, fin da quando sbroglia l’unico graffio iniziale del Celtic, facendo capire che non è aria. Poi morde ovunque gli capiti a tiro un avversario. Tracotante.
6,5 NDICKA. Anticipa con puntualità disarmante e spesso ben oltre la metà campo ogni uomo a strisce bianco-verdi. Ovvero libidine di puro stampo gasperiniano.
6,5 HERMOSO. Nella prima mezz’ora è frequentemente a ridosso dell’area scozzese, tanto per dare la misura del baricentro romanista. Scelta che col senno di poi sembra anche più adeguata, quando a recupero già scaduto l’arbitro lo punisce due volte con rigore e giallo: il palo gli rende giustizia l’intensità cala e può gestire.
7 CELIK. All’inizio è più ala pura che esterno a tutta fascia: si propone con costanza e rapidità, provando anche il tiro (col mancino). Da una delle sue continue sovrapposizioni nasce il 2-0, con una velocità di scambi che deve aver inorgoglito la panchina. Nella ripresa non frena la sua corsa, tornando ai ritmi pre-dicembrini.
7,5
I ritmi forsennati imposti alla gara dissipano ogni dubbio sulle condizioni fisiche collettive, la fattura dei tre gol ha il suo marchio inconfondibile. Dominante.
7,5
7 EL AYNAOUI. Gasp vuole avvalersi di Neil fino all’ultimo momento utile, che per lui è proprio a Glasgow vista l’imminente partenza per la Coppa d’Africa. E il marocchino risponde presente. Anzi: onnipresente, in tutti gli angoli del Celtic Park.
6,5 PISILLI. Ha la prima chance da titolare e si percepisce che avrebbe voglia di mangiarsi il campo. Se non altro l’impegno è encomiabile e quella botta da fuori di poco alta meriterebbe miglior sorte.
6,5 RENSCH. Dentro dall’inizio un po’ a sorpresa e a sinistra, si presta da supporto a Elsha, confezionando ottimi scambi in velocità. Motorino
7 SOULÉ. Ispira i primi tre gol: suo il corner che frutta il vantaggio, apre il corridoio a Celik nell’azione del raddoppio e assiste la splendida girata di Evan per il 3-0. Quando gira così è un gran bel vedere.
6,5 EL SHAARAWY. Capitano di giornata, è padrone della corsia sinistra, fra accelerate, suggerimenti per i compagni, tentativi in proprio. Tutto fra alterne fortune, ma non lascia nulla d’intentato. Scrupoloso
7,5 FERGUSON. Nello stadio più irlandese fuori dall’Irlanda deve sentirsi a casa: ha l’occasione per il riscatto e fin dalle prime battute sembra starci col piglio giusto per sfruttarla. Tiene palla, fa salire la squadra, lotta, fa a sportellate e soprattutto, udite udite, tira: prima spacca il palo, poi trova la rete non una ma due volte con altrettanti guizzi da bomber vero. Il cielo di Scozia è dentro di te.
Dell’attacco che cambia è il suggeritore per eccellenza e negli spazi va al potere la fantasia.
A trequarti come in mediana, sempre dentro la gara.
Entra deciso a mostrare che in questa squadra ci può stare: peccato per quei centimetri che gli sottraggono un gran gol.
Finale col giallo.
Riassaggia il campo, alto a sinistra. Bentornato.
7 MATIAS SOULÉ
6,5 STEPHAN EL SHAARAWY
7,5 EVAN FERGUSON
6,5 PAULO DYBALA
6,5 LORENZO PELLEGRINI
6,5 LEON BAILEY
S.V. JAN ZIOLKOWSKI
S.V. JOSÉ ANGELIÑO
GIAN PIERO GASPERINI
EVAN FERGUSON
L’ALLENATORE
IL MIGLIORE
DAL CAMPO
Angeliño si rivede
Solo 20’ per Dybala
Iacopo
Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
Dopo i due passi falsi commessi contro Napoli e Cagliari, la Roma torna in Europa e conquista tre punti importantissimi per la classifica (attualmente al decimo posto in classifica a meno 1 dall’ottavo posto) grazie alla vittoria straripante per 3-0 in casa del Celtic. Una gara senza storia fin dai primi minuti di gioco, con la Roma che ha dominato per tutto l’arco della partita. Gasperini ha stravolto l’undici iniziale a partire dalla mediana con El Aynaoui e Pisilli (solo 47’ per lui fino a questo momento) che hanno preso il posto di Koné e Cristante.
Tra le buone notizie spicca sicuramente quella relativa al ritorno in campo di Angeliño dopo più di due mesi di assenza. Ora lo
PREVISTO PER QUESTA MATTINA IL RIENTRO NELLA CAPITALE, POI TUTTI A TRIGORIA PER LA RIPRESA DEGLI ALLENAMENTI
spagnolo torna a piena disposizione di Gasp e punta a ritrovare una maglia dal primo minuto. Verso il Como Come confermato anche da Gasp in conferenza, Dybala ha recuperato a pieno la propria condizione fisica ma contro il Celtic è sceso in campo solo al 70esimo. Ora l’argentino punta il Como per tornare al gol in Serie A. Questa mattina la squadra farà ritorno nella Capitale e nel pomeriggio ci sarà la ripresa degli allenamenti a Trigoria per iniziare a preparare la sfida contro la squadra di Fabregas. El Aynaoui non ci sarà con il Como a causa della convocazione con il Marocco, ci sono invece buone probabilità di vedere Ndicka ancora in campo con la maglia giallorossa prima di raggiungere la Costa d’Avorio per l’inizio della Coppa d’Africa. ■
TORNA A SORRIDERE: «BELLA ROMA, AVANTI COSÌ»
Il commento «Non era facile. Ferguson è giovane, bisogna avere pazienza»
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Il paradiso per davvero. Difficile assicurare che Celtic-Roma si sia giocata veramente al Celtic Park, o The Paradise come lo chiamano a Glasgow. Forse la pioggia costante è stato l’elemento più scozzese della serata. Per il resto, una Roma in grado di dominare in campo e chiudere la pratica col 3 a 0 raggiunto già prima dell’intervallo. Sugli spalti, poi, i tifosi di casa hanno assistito in silenzio al tracollo della squadra di Nancy, prima di lasciare lo stadio con un quarto d’ora d’anticipo sui tre fischi di Kovacs. Dall’altra parte, il settore con oltre 2.000 romanisti in festa. Insomma, il paradiso per davvero. L’ha confermato anche Gasperini: «Un’ottima gara. Non è mai facile vincere in questi stadi bellissimi e storici». Sarà, ma la sua Roma, in realtà, la gara l’ha resa facile fin da subito: «Abbiamo fatto molto
RISOLTO IL PROBLEMA IN ATTACCO? MAGARI, CI ASPETTANO TANTE GARE DIFFICILI, EVAN DEVE RIPETERSI. BENE PISILLI
bene nel primo tempo, riuscendo a creare pericoli con costanza. Merito soprattutto di come abbiamo gestito il pallone, anche se al livello di tiri in porta possiamo ancora crescere. C’è da dire, anche, che in Europa spesso affronti squadre in fiducia, che attaccano e ti lasciano più spazio per fare male». E, restando nel reparto offensivo, la copertina della serata se l’è presa Ferguson, autore della doppietta che ha fissato il risultato sul definitivo 3 a 0 dopo l’iniziale autogol di Scales. Proprio su Evan è stato incalzato Gasp nel postpartita, dopo che in conferenza alla vigilia l’aveva punzecchiato un po’: «Ha fatto la sua prova più convincente. Gli ho visto fare cose simili anche in allenamento. È un ragazzo giovane, che va aspettato, ma abbiamo bisogno di questo tipo di prestazioni ancora, con questa intensità e questo spirito, anche perché arrivano delle partite difficili». Como e Juventus, per l’esattezza, prima del Natale. E se davvero l’avvicinarsi delle feste rende tutti più buoni, di certo Gasperini è sembrato più disteso. Merito di una squadra, la sua Roma, in grado di imporsi dopo le due sconfitte consecutive contro Napoli e Cagliari. Gare che avevano fatto sorgere il dubbio anche sulla condizione atletica della squadra: «Non credo funzioni come una spina che stacchi e riattacchi», precisa Gasp. «Se la stanchezza fosse stata veramente A CALDO GASP
Nancy: «Ritmo troppo elevato per noi»
Al termine della sfida di Europa League tra Celtic e Roma, terminata con un netto 3-0 a favore degli ospiti, il tecnico degli scozzesi, Wilfried Nancy, ha commentato così il duro passivo subito dai suoi in campo: «Non siamo stati in grado di far fronte alla loro grande intensità. La battaglia si è fatta troppo accesa per noi, molto semplice. Sul secondo gol potevamo sicuramente fare meglio, ma su tante cose dobbiamo certamente migliorare. Però devo dire che mi è piaciuto molto il secondo tempo, abbiamo avuto una buona reazione. Ho visto tante cose buone, da queste ripartiremo e per queste rimango fiducioso. Per noi non è stato facile preparare la partita sapendo che abbiamo una finale tra pochi giorni (il Celtic è atteso dalla finale della Coppa di Lega in programma domenica, ndr). Per nostra fortuna sarà una sfida completamente differente, avremo dei giorni di lavoro importanti dove andare a trovare la miglior formazione possibile da schierare»
fisica, non saremmo riusciti a riproporre una prestazione simile poche ore dopo Cagliari. Credo, piuttosto, che spesso dipenda da diversi fattori, come quello mentale, della concentrazione. Non è facile sempre andare al massimo e lo vediamo anche in campionato, dove tutte perdono punti». Stanca o no, dalla Sardegna alla Scozia il tecnico ha cambiato cinque undicesimi: «Entriamo in un periodo della stagione importante, bisogna capire su quanti elementi si può fare affidamento. Sono arrivate buone risposte da Rensch, El Shaarawy che lo conosciamo, Pisilli che ha fatto molto bene. Sono tutte soluzioni che allargano la rosa». Tre gol, di cui due da Ferguson, che sembrava destinato a salutare. A Gasperini viene chiesto, se il problema in attacco sia risolto: «Magari (ride, ndr). Pensiamo solo a lavorare. Il focus è sulle prossime gare, al mercato penseremo da gennaio in poi». In Scozia, intanto, la Roma ha ripreso il filo. ■
LA STANCHEZZA NON È SOLO FISICA, MA SPESSO MENTALE. IN EUROPA LE SQUADRE TI LASCIANO PIÙ SPAZIO. AL MERCATO PENSEREMO POI
Gian Piero Gasperini, 67 anni, dà indicazioni ai suoi durante Celtic-Roma 0-3, gara di Europa League di ieri sera al Celtic Park di Glasgow MANCINI
Paulo Dybala, attaccante della Roma mentre applaude il settore ospiti a Glasgow GETTY
«La prima cosa che ci siamo detti dopo Cagliari è stata di tornare a mostrare la nostra intensità». Quella di ieri per Gianluca Mancini e la Roma forse era più di una partita, o quanto meno era una sfida che aveva in sé tanti obiettivi. Rialzare la testa dopo il mko in Sardegna era uno di questi: «Abbiamo fatto una buona partita - ha detto il 23 giallorosso dopo il 3-0 al Celtic - quando succede che non metti in mostra caratteristiche che hai sempre non vai a dormire sereno. Quindi ci siamo detti di essere aggressivi, di andarli a prendere e di andare forte. Personalmente a giocare così io mi diverto tanto. Poi
Rangers o Celtic non fa differenza, Ibrox Stadium e il Celtic Park fanno solo da sfondo all’ennesima notte magica in terra scozzese. La Roma è bella, vince e convince. E lo fa con la ferocia di un guerriero ma allo stesso tempo con l’eleganza del “filo di Scozia”. Il tutto di fronte a oltre 2000 tifosi giallorossi che hanno reso uno degli stadi britannici più iconici di sempre (il terzo più importante per capienza di tutto l’universo britannico, dopo Wembley e Old Trafford) un avamposto dell’impero roman-ista. Come se si giocasse in casa, niente e nessuno è stato in grado di spezzare il filo diretto tra campo e spalti, tra squadra e tifo.
Ma questo anche nelle ore che avevano preceduto la sfida: sciarpe e cappelli giallorossi sbucavano ad ogni angolo sia si Glasgow che della non lontana Edimburgo. Il settore ospiti si è poi riempito rapidamente, tanta era la voglia di vedere la Roma
DAVVERO EMOZIONANTE L’ATMOSFERA NEL PREGARA, MA DOPO “YOU’LL NEVER WALK ALONE” SI SENTIVANO SOLO I NOSTRI
sono usciti dei bellissimi gol e un buonissimo primo tempo. Siamo contenti perché lo abbiamo fatto tutti». A Mancini è stato chiesto anche della gestione mentale dei momenti complessi, come quando agli scozzesi è stato concesso un rigore a dir poco generoso, costato inoltre tre ammonizioni in un minuto: «Se in campo e ti fai un mazzo così per 45’ e ti viene assegnato un rigore che credo non sia fallo per nessuno è frustrante, poi magari prendi gol e la gara cambia. Non è facile, in quel caso la panchina ci ha aiutato a calmarci». Mancio è uno dei leader di questa squadra e ha commentato come tale anche la prova di Ferguson: «Per la sua fiducia i gol sono importantissimi, ma io stasera l’ho visto lottare come non mai. In allenamento lo vedi subito che è forte, speriamo che questa sia la svolta». Svolta o meno, lo stesso Fer-
L’AMBIENTE
IL TECNICO SI ASPETTA TANTO DA ME. SONO FELICE CHE SIA ANDATA COSÌ BENE
Evan Ferguson
guson difficilmente dimenticherà la sera della sua prima doppietta da romanista: «Mi sono sempre allenato, cercando di dare il massimo e stavolta è andata bene. Mi piace giocare in stadi come questi - ha aggiuntopoi io sono irlandese e io mi sono sentito quasi come casa. Gasperini cerca di spingerci sempre al massimo delle possibilità, da me si aspetta tanto ed è per questo che lavoriamo ogni giorno». Ieri sera ha avuto un’opportunità importante anche Pisilli, ben sfruttata, per la soddisfazio-
ne sua e dell’allenatore che lo ha elogiato. «Siamo molto contenti - ha commentato il centrocampista romanista ai canali del club dopo il successo sul Celtic - c’era bisogno di fare una grande partita dopo le ultime due gare negative. Siamo molto contenti della prestazione». La Roma ha dato un’impronta importante alla partita con degli ottimi 45’: «Siamo stati molto bravi nel pressing. Ogni volta che riconquistavamo palla creavamo un’occasione da gol. Loro rimanevano aperti e noi l’avevamo preparata così. ■
ASSOLO ROMANISTA 2200 PAZZI DI GIOIA
Al Celtic Park Inno, esultanze e tanti cori: il resto è noia
all’opera in uno stadio dal richiamo così forte. In silenzio, come una forma di rispetto, ad ascoltare l’imponente “You’ll never walk alone” cantato da tutto il Celtic Park, prima di alzare al cielo di Glasgow sciarpe e bandiere, intonando l’inno più bello del mondo sotto una pioggerellina che non ha mai dato tregua.
L’autogol di Scales ha indirizzato la serata, facendo impennare subito i decibel del settore. Poi Ferguson ha avuto modo di completare l’opera, con una doppietta che ha mandato in visibilio tutti i tifosi giallorossi presenti. Un primo tempo che riempito gli occhi e il cuore di chi aveva, ancora una volta, macinato diversi chilometri per non far mancare il supporto alla squadra di Gasperini. Nella ripresa ha poi preso vita un lento ma costante avvicinamento alla vittoria finale. Sul finale l’abbraccio con la squadra, il ringraziamento, sciarpe al vento, per una serata che in tanti ricorderanno. La Roma torna nella Capitale con 6 punti in tasca dopo le due trasferte in terra scozzese e due lezioni di tifo impartite al pubblico di casa. Tanta storia, tradizione e un fascino immortale, ma quei du colori de Roma nostra non hanno nulla da invidiare alla culla del calcio scozzese. L’applauso alla squadra fino all’annuncio dello speaker di lasciare lo stadio. Si torna a casa, felice e follemente innamorati di questa Roma. ■
Gianluca Mancini esulta con Neil El Aynaoui dopo il vantaggio romanista in casa del Celtic grazie all’autogol di Scales MANCINI
Andrea Di Carlo Inviato a Glasgow
L’ORA DEL DERBY
DI RISPOSTE
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
Undici atleti Roma chiamò. Oggi più che mai in stagione. È tempo di derby, stavolta per la Primavera: si gioca alle 18, nel solito Stadio Tre Fontane dell’Eur. In una sfida ora ancor più importante. Perché alla 15ª giornata di volo, le turbolenze non sono finite. C’è da ristabilire l’equilibrio: un solo successo è arrivato nelle ultime 5, con due pareggi (contro Inter e Lecce) e due ko (prima con la Juve e poi col Cesena). Poca roba per quelle che sono le vette toccate dalla squadra di Guidi. Sprizzante, sì; ma allo stesso tempo fumosa. Servirà questo: convinzione sottoporta. L’appuntamento è in tv su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre, e in streaming su app e sito dell’emittente.
L’ora de mostra’ C’è un luogo e un tempo per ogni cosa. E in casa Roma è arrivata “l’ora de mostra’”. Davanti ci sarà una Lazio che allo stesso modo non sta sorprendendo: 2 vittorie (di cui una in Coppa Italia) e 3 sconfitte nelle ultime 5, con annesso 16º posto. A 2 punti dai playout. La pericolosità non è di casa per la formazione di Punzi. Ma l’impegno, in quanto derby, non andrà sottovalutato. In alcun modo. Anche perché ci sono numeri da ingrandire, quelli storici. Che vedono una Roma in netto vantaggio. 159 derby tra Campionato e Coppa Italia; quindi 57 vittorie, 60 pareggi, 42 sconfitte. Dal 2015-16, anno dell’ultimo torneo vinto dalla Roma, sono arrivati 8 successi contro i biancocelesti. 4 le sfide terminate in parità, solo 2 le eccezioni in 14 incontri. «Il risultato con la prestazione» Ora, la realtà è più dura da affrontare. L’ultima è finita 3-1 per il Cesena. 31 tiri, 3,45 expected goals. «La
prestazione non è stata coniugata al risultato, ma tanto dipende anche dagli episodi», ha spiegato Federico Guidi alla vigilia. «Però la squadra ha prodotto tanto. Abbiamo colpito una traversa, due pali, il rigore sbagliato, tre o quattro volte a tu per tu con il portiere. Mi preoccuperei se non succedesse». Ora c’è una partita diversa. «Puntiamo però sempre alla stessa prestazione, sperando di tornare alla vittoria. Vogliamo arrivare al risultato attraverso un gioco che faccia esprimere i ragazzi». La riflessione riguarda tutto il movimento: «Abbiamo a che fare con dei
ARRIVANO I BIANCOCELESTI SEDICESIMI IN CLASSIFICA.
GUIDI: «VOGLIAMO FARE LA STESSA PRESTAZIONE DI SEMPRE». PRONTO ARENA
ragazzi in formazione. Non dobbiamo speculare sul risultato, perché molto spesso negli anni abbiamo visto anche squadre che hanno vinto lo Scudetto ma non hanno proiettato nemmeno un calciatore in Serie A». Ritrovare lo smalto Va quindi ritrovato smalto in zona offensiva. E il rientro di Arena dal 1’ sarà fondamentale, in questo senso: dovrebbe guidare lui l’attacco del 3-4-2-1. Presidiato in porta da De Marzi. In difesa dovrebbe tornare il terzetto Mirra-Seck-Nardin. Nessun turnover di peso programmato a centrocampo: i soliti Romano e Bah, nonostante l’insidiosa sfida al Monza di martedì prossimo, si scaldano, con Lulli a destra e uno tra Marchetti e Sangaré a sinistra. A trequarti, ancora Di Nunzio e Della Rocca. Ci sono tre punti in palio, che valgono più di tre punti. Per il peso della partita e del momento. Tempo di risposte. Parola al campo. ■
15ª giornata
La squadra della Roma Primavera prima del fischio d’inizio del match col Torino, ultimo successo giallorosso allo Stadio Tre Fontane GETTY IMAGES
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