LE PAGELLE SOULÉ INCANTA LA SCALA. KONÉ DOMINANTE Valdarchi Pag 5
Inter-Roma 0-1 A San Siro vinciamo noi! Ce la giochiamo a viso aperto, ribaltando i pronostici e meritando. La decide Soulé, l’uomo del momento. 18° risultato utile di fila e l’Europa come meta. Avanti un altro
MATI COL BOTTO
LA PARTITA
UNA ROMA FORMATO CHAMPIONS
Espugnata Milano! Splendida partita preparata da Ranieri e interpretata dai suoi con coraggio. Decisivo il gol di Soulé
Inter 0
Roma 1
Inter (3-5-2)
Sommer 6,5; Pavard s.v. (14’ pt Bisseck 5), Acerbi 6, Carlos Augusto 5,5; Darmian 6 (18’ st Dumfries 6), Frattesi 6 (35’ st Zielinski 5), Calhanoglu 6, Barella 6 (35’ st Correa 5,5), Dimarco 5,5 (18’ st Zalewski 6,5); Lautaro 6, Arnautovic 5,5
N.e.: Di Gennaro, Martinez, De Vrij, Asslani, Taremi
Allenatore: Inzaghi 6
Roma (3-5-2)
Svilar 6,5; Celik 6,5, Mancini 7, Ndicka 7; Soulé 8 (40’ st Rensch s.v.), Cristante 7,5, Koné 8 (24’ st Gourna-Douath 6), Pellegrini 6,5 (24’ st Pisilli 6,5), Angeliño 7; Dovbyk 6 (40’ st El Shaarawy s.v.), Shomurodov 6,5 (13’ st Baldanzi 6)
Arbitro: Fabbri 5,5 (CostanzoPasseri). Var: Di Bello
Note: spettatori 70.240 (settore ospiti chiuso). Recupero: 2’ + 5’. Ammoniti: Mancini, Lautaro, Koné per gioco scorretto
Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu
Dopo Spalletti e Mourinho ecco il capolavoro di Ranieri. Si torna a sbancare San Siro due anni e mezzo dopo José e otto dopo Luciano e lo si fa con pieno merito, con il risultato indirizzato già in un primo tempo dominato e con una ripresa più accorta, ma non meno esaltante. L’ha decisa Soulé, il migliore in campo, a conferma della ormai definitiva evoluzione che l’attaccante argentino ha raggiunto fino al rango di elemento decisivo a livelli assoluti. Con questo sono ormai diciotto i risultati utili consecutivi della Roma di Ranieri, un altro ed è praticamente un girone intero, e senza Dybala, a rendere a questo punto davvero concrete le possibilità di Champions, o anche solo di Europa League. Serviva un miracolo per alimentare il sogno, serviva vincere quasi tutte le partite, ed il miracolo la Roma lo sta facendo: ora ne restano quattro da giocare, due in
SCELTO IL 352 PER AFFRONTARE
L’INTER A SPECCHIO, LINEE ALTE E PRESSIONI FIN SUI
DIFENSORI
casa (con Fiorentina e domenica e col Milan) e due fuori (a Bergamo e l’ultima a Torino col Toro), dieci punti sono un obiettivo a questo punto credibile e con dieci punti si arriverebbe a quota 70, utile per raggiungere il quarto posto negli ultimi quattro campionati. Continua invece la crisi dell’Inter, alla terza sconfitta consecutiva: e così dopo la Coppa Italia, rischia di svanire anche l’obiettivo dello scudetto, ora che il Napoli si è portato avanti di tre punti battendo poi in serata senza patimenti il Torino al Maradona. E si vedrà che succederà mercoledì a Barcellona, andata della semifinale di Champions. Il calcio sa essere crudele, Inzaghi è all’improvviso sul banco degli imputati, ma una settimana fa era in odore di santità.
Onore al merito di Ranieri, piuttosto, che si è giocato la partita con la mentalità della grande squadra, senza timori reverenziali e con la strategia di gara migliore per mettere in difficoltà l’Inter stanca e distratta di questi tempi: linee alte, pressioni offensive, fonti di gioco inaridite e ripartenze profonde e costanti. Un piano perfetto, interpretato nella maniera migliore dai giocatori scelti dal tecnico, con la conferma del terzetto arretrato più affidabile, con Celik, Mancini e Ndicka, la proposta più offensiva che difensiva di Soulé e Angeliño sulle fasce, un centrocampo solido, dinamico e tecnico composto da Cristante sul centrodestra, Koné in cabina di regia e Pellegrini mezzala di sinistra, il ruolo che il capitano interpreta meglio; e davanti il bidente pesante, un inedito dal primo minuto, con Shomurodov accanto a Dovbyk, quasi un monito per gli avversari: non ci sottovalutate e non vi azzardate ad attaccare troppo, noi siamo qui, pronti a farvi del male. Insomma, un atteggiamento decisamente diverso rispetto alle gare giocate all’Olimpico con Juventus e Lazio. L’Inter è sembrata sorpresa da tanto coraggio, Inzaghi aveva scelto la formazione più logica, dovendo fare a meno degli squalificati Mkhitaryan e Bastoni, non potendo ancora contare su Thuram e con Dumfries inizialmente in panchina, ha abbassato Carlos Augusto come terzo di difesa, con Acerbi nel mezzo e Pavard nel centro destra (fuori peraltro dopo 14 minuti per una leggera distorsione alla caviglia, al suo posto è entrato Bisseck a consumare il primo slot), con il centrocampo più aggressivo possibile
dall’alto l’esultanza dell’argentino, la squadra schierata prima della partita e il settore ospiti desolatamente chiuso MANCINI
con Frattesi e Barella ai fianchi di Calhanoglu, Darmian e Dimarco sulle fasce e Arnautovic al fianco di Lautaro Martinez. Neanche il tempo di scaldarsi e Fabbri (al 3’) ha punito Mancini con un giallo per una strattonata a Lautaro; il tempo finirà con un giallo a Lautaro per una strattonata di reazione a Mancini, unici ammoniti della prima frazione di gioco, per il resto piuttosto corretta. Nell’azione del gol annullato a Frattesi al 6’ si è intravista in realtà tutta l’aggressività tattica della Roma studiata per l’occasione da Ranieri: sulla combinazione veloce per Lautaro sulla trequarti con spizzata alle spalle della linea difensiva, la difesa giallorossa non si è fatta fregare e ha lasciato Arnautovic in fuorigioco (inutile poi il cross basso per il facile tocco sottoporta di Frattesi, con l’esultanza dei 70240 di San Siro strozzata in bocca per la bandierina alzata da Costanzo). Al 12’ l’infortunio di Pavard ha costretto Inzaghi a dar fondo subito ad un cambio, al 20’ Soulé ha suonato il primo squillo insinuandosi alle spalle di Dimarco e puntando la difesa nerazzurra verso il centro, scaricando poi per Koné che di destro ha calciato forte a giro sfiorando l’incrocio dei pali. Sul bis, due minuti dopo, è arrivato il vantaggio romanista: Mati ha tagliato di nuova da destra verso il centro, stavolta ha servito Pellegrini che ha calciato basso, trovando una doppia deviazione di Carlos Augusto e Shomurodov finendo dalle parti di Soulé che aveva seguito l’azione e l’ha rifinita calciando di destro sotto le gambe di Sommer. In vantaggio la Roma non ha affatto cambiato atteggiamento, anzi ha creato altre due nitide occasioni da gol, al 25’ con un recupero di Koné, per un’azione ficcante della Roma che è finita sui piedi di Pellegrini, e da lì in area per Cri-
stante che da ottima posizione ha sparato in curva, e un’altra al 27’ con l’ennesima iniziativa partita a destra e finita a sinistra, aperta da Pellegrini per Angeliño e messa in area rasoterra per il tap-in a colpo sicuro di Shomurodov che però ha miracolosamente trovato sulla traiettoria una tibia di Carlos Augusto, lanciata sulla linea di porta come la stampella di Enrico Toti. E così si è andati all’intervallo, con la sensazione che la Roma meritasse la vittoria con un punteggio più alto e che però proprio per questo rischiasse la beffa. E invece il secondo tempo è ripartito inizialmente come il primo, con l’Inter slegata e priva di autorevolezza, e comunque fronteggiata sempre con attenzione dalla Roma. Ranieri le aveva studiate bene le pressioni: Dovbyk su Acerbi, Shomurodov in verticale su Calhanoglu, e sui due braccetti di Inzaghi ha spedito Cristante (a destra, e quindi sul centrale di sinistra Carlos Augusto) e Pellegrini (a sinistra, e quindi sul centrale di destra Bisseck). Poi se l’Inter trovava il varco per uscire la Roma si riposizionava più bassa, con Soulé e Angeliño pronti ad allinearsi con i tre centrali e i tre centrocampisti pronti a far muro fuori area. Una strategia che ha sfibrato Shomurudov (primo cambio Baldanzi, al 13’ del secondo tempo) e che ha davvero complicato il piano di lavoro di Inzaghi. E nelle transizioni la Roma è stata sempre velenosa, come al 9’, con un lancio dritto per dritto partito direttamente dal piede di Svilar a rifinire un due contro uno mal sfruttato da Pellegrini (incapace di servire Soulé tutto solo dalla parte opposta). Il primo squillo di Baldanzi (ma resterà l’unico) è arrivato al 15’, al 17’ ci ha provato ancora Soulé con un sinistro a giro stavolta decisamente fuori misura. Al 18’ Inzaghi si è giocato
Il gol di Mati Soulé che ha deciso la partita di San Siro. Nell’altra pagina,
domenica 27 aprile 2025
34ª giornata del campionato di Serie A
Inter Roma
0 gol 1
70% possesso palla 30%
15 occasioni da gol 19
0 assist 1
4 calci d’angolo 3
7 contrasti vinti 14
51 contrasti persi 43
46 palle recuperate 39
16 palle perse 6
11 falli commessi 9
2 fuorigioco 0
5 parate 2
0 rigori 0
1 ammonizioni 2
0 doppie ammonizioni 0
0 espulsioni 0
117 distanza percorsa (km) 119
547 passaggi riusciti 212
90% precisione passaggi 78%
15 passaggi chiave 19
17 tiri totali 19
2 tiri in porta 7
15 tiri fuori 8
0 tiri respinti 4
0 pali 0
11 tiri in area 14
6 tiri da fuori area 5
33 cross totali 10
12 cross riusciti 7
11 dribbling 10
TANTE OCCASIONI PER IL 2-0
MANCATE NEL 1° E NEL 2° TEMPO, BISSECK RECLAMA UN RIGORE
i jolly sulle fasce, inserendo Zalewski e Dumfries per Dimarco e Darmian, risparmiati per Barcellona. Al primo cross, l’olandese ha sovrastato Angeliño, così Ranieri ha ordinato un altro cambio tattico: Ndicka e lo spagnolo si sono invertiti i ruoli, il centrale è andato esterno e il terzino si è abbassato da terzo. Per rinvigorire la squadra verso il finale, nella Roma sono entrati Gourna-Douath e Pisilli al posto di Koné e Pellegrini, un po’ frastornato dall’errore ad inizio ripresa dopo un primo tempo di ottimo livello. E la Roma ha ritrovato in due minuti due ghiotte occasioni: al 27’ Soulé ha pescato solo in area Pisilli che ha ciabattato male la conclusione, al 28’ Angeliño ha guidato una transizione in due contro uno alzando un cioccolatino per Dovbyk che però per scartarlo ha perso tempo e l’ha così gettato via calciando in curva (con deviazione di Acerbis, che ha esultato come se avesse fatto gol). L’ucraino ha poi cercato il riscatto muovendosi bene in mezzo a quattro nerazzurri e calciando lo stesso in porta (attento Sommer). Nel finale l’Inter ha provato l’assalto disperato e la Roma ha alzato l’argine (e quando qualcuno mollava qualcosa, tipo Baldanzi che ha fatto tirare troppo facilmente Calhanoglu al 30’, Cristante non gliele ha certo mandate a dire). Inzaghi ha inserito anche Correa e Zielinski (che ha calciato fuori da buona posizione al 39’) per un 3412 più offensivo, Ranieri ha risposto con El Shaarawy e Rensch (per Dovbyk e Soulé) per un 541 molto difensivo. Al 44’ i tifosi hanno protestato parecchio per una trattenuta lieve ma prolungata di Ndicka a Bisseck (ne parliamo qui a fianco) mentre le occasioni migliori sono state ancora per il 2-0 della Roma, con Rensch e Angeliño stoppati da Sommer. Daje così. ■
a cura di Simone Valdarchi
Fabbri, domenica a fischi alterni. Dubbi su Ndicka-Bisseck
Domenica a fischi alterni per Michael Fabbri. L’esperto fischietto (a dicembre compirà 42 anni) della sezione di Ravenna non sfigura nel big match di giornata tra Inter e Roma, nonostante qualche valutazione di campo eccessiva e alcune polemiche (da indirizzare in realtà più al Var che a lui) destinate a caratterizzare i prossimi giorni in casa nerazzurra. Il match, tutto sommato corretto, vede subito Fabbri protagonista quando, dopo neanche due giri di lancette, Mancini si perde in marcatura Lautaro e decide di aggrapparsi all’avversario. L’arbitro non ci pensa neanche un secondo e fischia fallo in favore dell’Inter, estraendo il primo cartellino (giallo) dell’incontro. Le altre due ammonizioni sono una
MICHAEL FABBRI RAVENNA
5,5
per parte: al 45’ nei confronti dello stesso Lautaro, reo di colpire a palla lontana proprio Mancini (l’attaccante poi rischia il doppio giallo nelle proteste reiterate), e al 63’ per Koné, intervenuto in ritardo su Frattesi. Pochi fischi, in generale, a favore della Roma, soprattutto nei contrasti a metà campo. Nel finale, Ndicka protagonista di due contatti in area di rigore romansita. Il primo, con Dumfries, viene giudicato correttamente da Fabbri come fallo in attacco. Restano dubbi sul secondo, con la trattenuta (seppur lieve) del 5 romanista ai danni di Bisseck, che cade a quel punto davanti a Svilar. Di Bello non richiama il collega al monitor, tra le proteste dei padroni di casa.
Nel dettaglio
Milano,
LE PAGELLE
SOULÉ BRILLA ALLA SCALA
Roba da Mati A San Siro battiamo l’Inter col gol dell’uomo del momento, ancora una volta decisivo
Koné si esalta e trascina la Roma in mezzo al campo. Cristante in crescendo, Angeliño è ovunque
6,5
MILE SVILAR
6,5 ZEKI CELIK
7 GIANLUCA MANCINI
7 EVAN NDICKA
8 MATIAS SOULÉ
7,5 BRYAN CRISTANTE
8 MANU KONÉ
6,5
LORENZO PELLEGRINI
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Lupi a San Siro. Ribaltando i favori del pronostico, la Roma sbanca il Meazza, battendo di misura l’Inter grazie al gol nel primo tempo di Soulé e tornando al successo in un big match. Tre punti pesanti, che alimentano le speranze europee in vista del finale di stagione.
6,5 SVILAR. Questa volta a Mile non viene chiesto nessun miracolo, ma lui dà comunque il suo contributo alla vittoria, con diverse uscite preziose, su tutte quella ben oltre la sua area di rigore, anticipando di testa Calhanoglu.
6,5 CELIK. Gara disciplinata da parte del turco, che tranne qualche sbavatura iniziale contiene la fascia sinistra dell’Inter. Bravo a salire coi tempi giusti, lasciando Arnautovic in fuorigioco in occasione del gol, annullato, di Frattesi.
7 MANCINI. Inizia nel peggiore dei modi, perdendosi Lautaro e prendendo, dopo neanche due minuti, il giallo. L’ammonizione però non gli pesa, amministra la difesa per il resto della gara.
7 NDICKA. Gioca sempre, ma sembra non saperlo. Nelle ultime uscite appare addirittura in crescita, come a San Siro, dove è sempre puntuale e in anticipo sugli avversari. Copre nel finale su Dumfries e rischia nel contatto con Bisseck, ma Fabbri e Di Bello gli danno ragione.
8 SOULÉ. È l’uomo del momento. Ranieri lo mette a tutta fascia, sulla destra. Ogni volta che parte illumina San Siro e crea pericoli. Aiuta Celik in copertura su Dimarco, prima di dare il via all’azione del gol, che porta ancora una volta la sua firma. Il migliore.
7,5 CRISTANTE. Un violento crescendo. Bryan, impiegato da mezzala, inizia male, sprecando col destro su cross di Pellegrini e sbagliando per tre volte l’ultimo passaggio per arrivare in porta. Uscito Koné,
Cambia la Roma, sfrutta il momento di difficoltà dell’Inter e subodora la possibilità del colpaccio. Ha ragione, ancora. 18° risultato utile di fila. Chapeau
Ranieri lo mette davanti alla difesa e Bryan sale in cattedra. Recupera palloni a non finire, riprende i compagni meno attenti e guida la resistenza romanista nel finale.
8 KONÉ. Quando il gioco si fa duro, Manu inizia a giocare. Fa il regista, moderno e dinamico, in grado di ribaltare continuamente il fronte di gioco. Vince duelli con Barella e Frattesi, non due qualunque. Ammonito, esce a 20’ dalla fine.
6,5 PELLEGRINI. Titolare un po’ a sorpresa, è bravo a rifinire le azioni romaniste nel primo tempo. Col passare dei minuti paga il doppio lavoro in mezzo al campo, risultando poco lucido nei momenti decisivi. Sostituito al 68’.
7 ANGELIÑO. Copre tutti gli spiragli in difesa e ogni ripartenza romanista nel finale porta la sua firma. Ha un motore nelle gambe e non intende spegnerlo.
6 DOVBYK. Aiuta la Roma a risalire il campo. Fallisce l’unica occasione a disposizione, calciando addosso ad Acerbi. Esce nel finale di gara.
6,5 SHOMURODOV. Segue ovunque Calhanoglu, mettendo in difficoltà la manovra interista. Su cross di Angeliño calcia a botta sicura, ma Carlos Augusto gli nega il 2 a 0.
6 BALDANZI. Con lui in campo, Dovbyk è un po’ più solo, ma anche la fase della gara incide. L’unico suo acuto termina, docile, tra le braccia di Sommer.
6,5 PISILLI. La solita corsa generosa in mezzo al campo gli permette di recuperare diversi possessi. Ha sul destro la palla del 2 a 0, ma davanti a Sommer non prende lo specchio della porta.
6 GOURNA-DOUATH. Polmoni preziosi a servizio del risultato. Interrompe, anche con qualche fallo intelligente, il forcing dell’Inter.
SV RENSCH. Si mette a destra negli ultimi minuti e per poco, di testa, non chiude i conti.
SV EL SHAARAWY. Corsa e sacrificio nel finale.
7 JOSÉ ANGELIÑO
6 ARTEM DOVBYK
6,5 ELDOR SHOMURODOV
6 TOMMASO BALDANZI
6,5 NICCOLÒ PISILLI
6 LUCAS GOURNA-DOUATH
SV DEVYNE RENSCH
STEPHAN EL SHAARAWY 8
CLAUDIO RANIERI
8
MATIAS SOULÉ
L’ALLENATORE
IL MIGLIORE
DAL CAMPO
Ora testa alla Viola Zero minuti per Paredes
Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
La Roma espugna San Siro e batte l’Inter (terza sconfitta consecutiva per i nerazzutti tra campionato e Coppa Italia) contro ogni pronostico alla vigilia. Ancora una volta Matias Soulé è l’uomo decisivo, sua la rete al 22esimo del primo tempo che ha deciso la gara e ha regalato un successo pesantissimo per la corsa Champions League. L’argentino è l’uomo in più di questo finale di stagione e ora sembrerebbe aver trovato la giusta serenità mentale e la perfetta condizione fisica per incidere e fare la differenza in campo. Ora l’obiettivo quarto posto è nuovamente in piedi anche se sarà come sempre il campo a dare il verdetto finale. Ancora 4 partite per tentare il miracolo, il tasso di difficoltà è altissimo ma
DUE GIORNI DI RIPOSO CONCESSI DA RANIERI, MERCOLEDÌ CI SARÀ LA RIPRESA. DOMENICA C’È LA FIORENTINA ALL’OLIMPICO
la vittoria di Milano è una grandissima dose di fiducia.
Si torna all’Olimpico Dopo la trasferta di San Siro ora è il momento di tornare tra le mura dell’Olimpico, soprattutto con il supporto dei propri tifosi che mancherà nelle due restanti trasferte (oltre che in quella di ieri a Milano). Claudio Ranieri ha concesso due giorni di riposo ai suoi giocatori, con la ripresa degli allenamenti fissata per mercoledì. Domenica nella Capitale arriverà la Fiorentina con il fischio d’inizio fissato alle 18. Dopo i 90’ in panchina contro l’Inter, Paredes si candida per un posto da titolare in cabina di regia così come anche Saelemaekers rimasto a riposo a Milano. In avanti spazio nuovamente a Soulé e Dovbyk, dubbio Pellegrini dal primo minuto. ■
L’ULTIMA ALLA SCALA DEL CALCIO
«UNA VITTORIA DEDICATA
A TUTTI I NOSTRI TIFOSI»
Ranieri «Siamo venuti qui per vincere la partita con voglia e determinazione»
Andrea Di Carlo Inviato a Milano
Ese davvero si è trattata dell’ultima da allenatore sul manto erboso di San Siro, di meglio non avrebbe potuto chiedere Claudio Ranieri: la sua Roma non si ferma più, diciottesimo risultato utile consecutivo e una vittoria dal sapore di Champions League, presa ai danni di un Inter in evidente affanno. Ma i tre punti conquistati dai giallorossi adesso aprono scenari impensabili nella difficile notte di Como, quando molti tifosi romanisti avevano temuto che nemmeno uno come Ranieri fosse in grado di raddrizzare la rotta di una nave completamente alla deriva. Dal terzultimo posto a pochi punti dal terzo: «Questa vittoria la dedichiamo ai mostri tifosi, non sono potuti venire e abbiamo fatto una grande prova con la voglia di vincere. Se poi gli episodi ci condannano pazienza.
SOULÉ? LA SUA STOFFA È PREGIATA. ORA HA CAPITO QUANDO PUNTARE L’UOMO O ANDARE IN PORTA: DEV’ESSERE PRATICO
La prima mezz’ora è stata molto bella, poi giochiamo contro l’Inter. Sono stati bravi e noi siamo stati molto diligenti a chiudere ogni spazio e a vincere».
Una partita preparata per cercare di sfruttare al meglio le difficoltà del momento dell’Inter: «L’avevamo fatto anche a Udine, non c’era Soulé ma Rensch ed era andato molto bene. Gli avevo rifatto vedere la partita e gli avevo chiesto di ripeterci, siamo andati molto bene. Io sono veramente contento per i tifosi e per i giocatori, non avevamo mai vinto contro una grande e siamo venuti qui a vincere. Siamo molto contenti, ora arriva la Fiorentina e pensiamo a loro perché sono in un bel momento».
Soulé decide e regala alla Roma una vittoria pesantissima, che avrebbe potuto esser ancor più rotonda se i giallorossi avessero approfittato delle occasioni da gol create: «Sì, soprattutto il primo tempo. In quella mezz’ora avevamo fatto molto bene, peccato, ma l’importante è aver conquistato i 3 punti». Di certo sulla sfida di San Siro c’è il marchio dell’argentino, un altro gol da tre punti messo a referto in questa stagione: «La stoffa di Soulé è pregiata e i compagni lo sapevano. Lui adesso ha capito quello che gli chiedo sempre, per la qualità che ha quando lui prende palla tutti devono capire che qualcosa può succedere, dev’essere pratico e rapido nel
Inzaghi: «I ragazzi hanno dato tutto»
Deluso e dispiaciuto del ko contro la Roma, Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, ha commentato così la sfida di San Siro: «Una brutta sconfitta che è anche una brutta battuta d’arresto. Adesso tra poche ore saremo in campo contro il Barcellona. Avremo Thuram? Non lo so, adesso serve tutto. Riposo, freschezza, avevamo squalifiche e infortuni, ma questo abbiamo voluto, i ragazzi danno sempre l’anima e avranno la mia riconoscenza. Non c’era bisogno di vederlo contro il Real per capire che tipo di squadra dovremo affrontare, abbiamo alzato l’asticella, ma dobbiamo andare avanti. Due giorni dopo saremmo in campo col Verona, andiamo avanti con fiducia cercando di recuperare i giocatori che ci servono. Ci siamo meritati di essere nelle migliori quattro migliori d’Europa e ce la giochiamo. Rigori? Sarebbe troppo facile parlarne, noi dobbiamo solo capire il perché di alcune dinamiche e capire dove lavorare».
pensare, deve puntare l’uomo e farlo rapidamente. Ora capisce quando puntare e quando andare in porta, ma lo fa ad una velocità superiore e deve continuare a migliorare su questo».
La soddisfazione è tanta, ma Ranieri non vuole ancora guardare la classifica: «Onestamente no, non l’ ho guardata, io sto già pensando alla Fiorentina. Come diceva un allenatore del passato: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Noi stiamo dando tutto noi stessi, stiamo bene fisicamente. I ragazzi si aiutano l’uno con l’altro, adesso dobbiamo lavorare nel riuscire a giocare sempre come nei primi 30 minuti». La Champions ora non è più così lontana, ma Ranieri non ha cambiato idea, per lui conta più il lavoro delle scommesse: «Siete stati voi a parlare di scommesse, io penso a lavorare. Da piccolo mio padre voleva farmi giocare la schedina, ma io non ci capivo niente...». E il lavoro sta pagando, la Champions è in vista.
LA CHAMPIONS LEAGUE? IO CONTINUO A NON VOLER SCOMMETTERE, PENSO SOLO A LAVORARE. CLASSIFICA? NON LA VEDO
Claudio Ranieri pochi istanti prima dell’inizio della sfida tra Inter e Roma, conclusasi con il successo dei giallorossi GETTY IMAGES
Leandro Paredes a Trigoria durante una seduta di allenamento GETTY IMAGES
GLI SPOGLIATOI
«STIAMO FACENDO QUALCOSA DI UNICO»
Mancini «Non molliamo il treno»
Soulé: «Più fiducia grazie a Ranieri»
Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu
Il diciottesimo risultato utile consecutivo in campionato è prestigioso: il ritorno alla vittoria contro l’Inter a San Siro dopo due anni e mezzo con l’ottavo 1-0 consecutivo tiene ancora vive le speranze europee, e testimonia la grande forza di volontà di una squadra che - dopo una partenza disastrosa - ha scalato la classifica con caparbietà. Ancora una volta decisivo Matias Soulé, al quinto gol stagionale (tutti in trasferta, tenendo conto anche del derby), che si è portato a casa il premio come MVP della gara: «Mi sento molto bene - le parole dell’argentino ai microfoni di DAZN - e devo continuare su questa strada, che è quella giusta. L’inizio della stagione non è stato facile, ma ora anche grazie a Ranieri e ai miei
compagni ho più fiducia». Tra i compagni un ruolo decisivo l’ha giocato il connazionale e amico Paulo Dybala, che continua a spronarlo e a motivarlo: «Lui per me è un esempio, un idolo fin da quando ero un bambino. Cerco di imparare non soltanto da lui, ma anche dai compagni con più esperienza, cercando di fare sempre del mio meglio». Tra i migliori in campo anche Gianluca Mancini, che ha saputo tenere a bada Lautaro con una marcatura attenta e puntuale: «Vogliamo rimanere attaccati al treno Champions - dice il centrale difensivo - e non dobbiamo fermarci: ci godiamo queste ultime sfide dando sempre il massimo. Abbiamo fatto qualcosa di unico, se si tiene conto che a gennaio avevamo 23 punti». Elogi al match-winner Soulé: «Conoscevamo le sue qualità. Abbiamo iniziato male la stagione, poi ci
sono stati tanti cambiamenti e per lui non è stato facile, in una piazza così importante. Ma con Ranieri sta dimostrando quanto di buono fatto vedere già l’anno scorso, quindi sono molto contento per lui».
IO SEMPRE IN CAMPO?
È UN PIACERE GIOCARE A CALCIO E PER LA ROMA
Evan Ndicka
La prova del reparto difensivo è stata nel complesso ottima: in tal senso, merita una menzione anche Evan Ndicka, ieri alla quarantaseiema presenza stagionale. L’ex Eintracht è, assieme a Baschirotto del Lecce, l’unico calciatore di movimento ad aver disputato ogni singolo minuto di questo campionato. «È sempre il Mister che decide - spiega l’ivoriano ai microfoni di DAZN - ma per me è sempre un piacere giocare per la Roma. Ora che abbiamo una sola partita a settimana è anche più semplice, perché si recupera meglio». Quindi Evan minimizza in merito al contatto con Bisseck in area giallorossa
(«Per me non è fallo: lo sa anche lui che è un difensore. In qualche maniera dovevo pur difendere la nostra porta») e analizza il ritorno alla vittoria in un big-match a più di quattro mesi dal derby di inizio anno: «A volte c’è bisogno di difendere bassi, ma siamo contenti per questa bella vittoria: la dedichiamo ai tifosi che non sono potuti venire». Felice del prestigioso successo anche Paulo Dybala, che su Instagram ha pubblicato una story davanti alla tv, accompagnata dalla didascalia «Quanto siete forti», con tanto di applausi e un cuore all’indirizzo dei compagni. Esultano sui social network anche Paredes, che scrive «Dajeeee» a corredo della grafica con il risultato finale, e Angeliño («Grande vittoria» il post dello spagnolo). Ora non resta che proiettarsi alla sfida di domenica prossima contro la Fiorentina.
Gianluca Mancini, ieri alla 42sima presenza stagionale GETTY IMAGES
VOGLIA DI TRE PUNTI
LO SPRINT COL GENOA
35ª giornata Al “La Sciorba” la chance di salire a quota 76
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
Al “La Sciorba” si gioca per lo sprint. Contro il Genoa, la Roma Primavera ha l’obbligo di vincere. A maggior ragione se si guardano le avversarie: il Sassuolo si è fermato in casa col Cagliari e l’Inter è attesa dal mai facile incontro con la Juventus. Un momento da sfruttare per salire a quota 76 e avvicinarsi sensibilmente alle semifinali dei playoff scudetto. Eppure, la sfida coi rossoblù nasconde insidie da rispettare. Le ultime due vittorie, con Lecce e Samp, hanno dato una spinta e adesso la banda di Sbravati è nona a quota 51 punti. Lontano dai playout, a meno tre dalla Lazio sesta. Posizionamento che varrebbe i playoff. La sfida, dunque, è apertissima. Servirà attenzione massima. Zero relax dopo lo storico 9-0 con l’Udinese.
#ROMANISTAGRAM
«Una squadra organizzata»
«Per noi che viviamo a Roma è stata sicuramente una settimana difficile. Abbiamo giocato in un clima particolare, non da settore giovanile».
Così Gianluca Falsini, alla vigilia della sfida, si è espresso sugli ultimi giorni di lavoro nella Capitale. Condizionati, oltre che dai rinvii, dai funerali di Papa Francesco. Ora l’attenzione si sposta nuovamente sul rettangolo verde. Lì, un bel po’ di difficoltà ad attendere la Roma: «Giocare da loro è sempre difficile, perché il loro, è un campo sintetico ma non di ultima generazione. Troveremo
DAVANTI CI SONO I ROSSOBLÙ, A MENO TRE DALLA ZONA PLAYOFF. FALSINI: «IMMAGINO UNO SPIRITO INDOMITO DA PARTE DEGLI AVVERSARI»
SETTORE GIOVANILE
Under 16 vittoriosa a Napoli Ko per l’U18
Lorenzo Paielli
una squadra ben organizzata. Mi aspetto uno spirito indomito da parte loro, per noi non sarà facile». Uno dei temi, ancora una volta, sarà il reparto offensivo, privato dell’incisività di Misitano: «Stiamo cercando di sviluppare le caratteristiche individuali dei ragazzi a disposizione. Le ultime partite sono state ottime nella finalizzazione delle occasioni». La speranza è di vedere progressi anche a Genova.
Rotazioni e adattamento
Sarà ancora tempo di trovare soluzioni. Golic, Levak e Di Nunzio rischiano di dare forfait: necessario, quindi, adattarsi alle esigenze. Nel 4-3-2-1 del tecnico, dunque, potrebbero figurare Sangaré, Nardin, Seck e Cama di fronte a Marcaccini. Poi, a centrocampo, sono ipotizzabili Mannini e Coletta ai lati di Romano. Infine, davanti, spazio a Graziani e Zefi a supporto di Almaviva. Per l’ultimo sprint in campionato. ■
Sorridono a metà le giovanili della Roma, divise tra fasi finali e regular season. I baby giallorossi dell’Under 16 allenata da Mattia Scala si aggiudicano l’andata degli ottavi di finale dei play off scudetto contro il Napoli. Impegnati in casa della squadra allenata da Liguori, in occasione della sfida che apre di fatto la fase finale della stagione, i giallorossi volano in vantaggio al 19’ del primo tempo con un gran gol di Dal Bon. Solo tre minuti più tardi, la Roma rimane in dieci uomini per l’espulsione di Giammattei. Ma l’inferiorità numerica non impensierisce la squadra e l’inerzia della sfida non cambia. Intorno all’ora di gioco, nell’arco della ripresa, arriva la rete del raddoppio e del definitivo 2-0 firmato da Proietti. Una prova di gran coraggio e di maturità del gruppo; ma, soprattutto, un risultato che lascia ben sperare in vista del ritorno che si giocherà nella Capitale tra una settimana. La Roma, in ogni caso, partirà con un doppio vantaggio: anche se la sfida dovesse essere vinta dal Napoli con due gol di scarto, i giallorossi volerebbero al prossimo turno perché meglio posizionati in classifica nel corso della regular season. Non può festeggiare l’Under 18 romanista di Ciaralli, sconfitta in casa dell’Inter in una partita piena di gol: finisce 4-3 per i nerazzurri. Per i giallorossi, in gol Belmonte; Scacchi e Sugamele, attaccante classe 2007 già noto ai tifosi romanisti, vista la convocazione nel ritiro estivo con la Prima Squadra allora allenata da Daniele De Rossi. Un ko che dovrà essere un monito per i giallorossi in vista del finale di stagione, per consolidare quantomeno il secondo posto in classifica, visto il Torino in cima alla classifica a +2 e con una sfida in meno (i granata sono impegnati oggi in casa dell’Atalanta). ■