Ore 15, Inter-Roma A San Siro sfidiamo i campioni d’Italia, una delle migliori squadre d’Europa che però viene da due grosse delusioni. Servono forza e coraggio per continuare a coltivare i nostri sogni europei. Serve cogliere l’attimo. Forza ragazzi!
PUNTO E VIRGOLA ORA O MAI PIÙ
CARPE DIEM
DAVANTI C’È DOVBYK
Dal campo L’ucraino torna titolare. In mediana Paredes
PARLA RIZZITELLI
«A RANIERI VA DETTO GRAZIE ARTEM? SERVE CATTIVERIA»
Radio Romanista: «Dall’undici
Daniele Lo Monaco
rima sabato, poi domenica, poi la deroga per il sabato, poi di nuovo domenica, ma alle 15. Si chiama da sempre all’italiana, questo tipo di compromesso, perché da noi si fa così, di solito...
Dovbyk col Verona ha giocato gli ultimi 20’ e non segna da quasi un mese. Oggi può tornare titolare per colpire a San Siro
Eldor Shomurodov, matchwinner all’ultima di campionato, oggi torna a essere la prima alternativa al centravanti
San Siro Ore 15
Inter (3-5-2)
A disposizione 13 Martinez, 12 Di Gennaro, 6 De Vrij, 31 Bisseck, 59 Zalewski, 21 Asllani, 8 Arnautovic, 99 Taremi, 2 Dumfries, 7 Zielinski
Allenatore: Inzaghi
Diffidati: Pavard, Asllani
Squalificati: Mkhitaryan, Bastoni
Indisponibili: Thuram
Altri: -
Arbitri: Fabbri (Costanzo-Passeri). Quarto uomo Marinelli. Var Di Bello. Avar Piccinini
Tv Dazn (Pardo-Stramaccioni)
Radio Romanista Di Carlo
Roma (3-5-2)
A disposizione 95 Gollini, 70 De Marzi, 15 Hummels, 2 Rensch, 66 Sangaré, 34 Salah-Eddine, 27 Gourna-Douath, 61 Pisilli, 7 Pellegrini, 35 Baldanzi, 92 El Shaarawy, 14 Shomurodov
Allenatore: Ranieri
Diffidati: Paredes, Pellegrini
Squalificati: -
Indisponibili: Nelsson, Abdulhamid, Dybala
Altri: -
Tempo Piovoso
Claudio Ranieri
STADIO SAN SIRO, ORE 15
NESSUN COMPLESSO, C’È UN’OCCASIONE BELLISSIMA
Ora
o mai più
Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu
PLa Roma in casa della capolista Inter, in affanno e distratta
rima sabato, poi domenica, poi la deroga per il sabato, poi di nuovo domenica, ma alle 15. Si chiama da sempre all’italiana, questo tipo di compromesso, perché da noi si fa così, di solito. Si stabilisce una cosa, vengono fuori i motivi per cui sarebbe opportuno farla diversamente, si afferma l’autorità di chi quella decisione deve farla rispettare, e poi si trova la scappatoia, la deroga appunto, un colpo al cerchio e uno alla botte. La Roma, nello specifico, ha fatto da spettatrice, e ha atteso che si decidesse la collocazione di questa gara così importante contemperando le diverse esigenze. Alla fine è saltato fuori questo orario: contro l’Inter dunque si gioca di domenica, come tutti, il calcio d’inizio sarà alle ore 15, la telecronaca è in esclusiva su Dazn e la radiocronaca è obbligatoria per i nostri lettori su Radio Romanista Diciamolo chiaro subito: per la Roma è un’occasione bellissima, come canterebbe l’Orchestraccia. Affrontare l’Inter è da sempre uno dei nostri più solidi tabù, l’unico a vincere a San Siro negli ultimi otto anni è stato Mourinho che pure in tanti altri confronti ha sofferto molto contro la sua ex squadra. In assoluto, l’album dei ricordi delle sfide in Lombardia è impietoso: in 91 confronti, la Roma è tornata
a casa con il bottino pieno solo 16 volte, 47 volte è rientrata invece a bocca asciutta. E anche stavolta i bookmakers non assegnano molte chances: la vittoria dei padroni di casa viene pagata mediamente 1.80 volte la posta, quella della Roma 4,70 volte.
Eppure non potrebbe esserci un momento migliore per affrontare l’armata di Inzaghi, reduce dalla brutta eliminazione nella semifinale di Coppa Italia con il Milan, dalla beffarda sconfitta in campionato con il Bologna e alla
vigilia della complicatissima sfida nella semifinale di Champions League contro il Barcellona. In più, il giudice sportivo ha tolto dalle scelte del tecnico le candidature di Bastoni e Mkhitaryan, due tra i più importanti interpreti della squadra nerazzurra. Logico pensare che l’Inter concentrerà i suoi sforzi soprattutto nella prima parte della gara e che nella ripresa se la partita è indirizzata in qualche modo (in un senso o nell’altro) difficilmente i giocatori in campo si danneranno l’anima oltre il neces-
Hummels: «L’unione tra Ranieri e la squadra funziona»
«La combinazione tra tecnico e gruppo funziona molto bene» Parole al miele per Ranieri da parte di Hummels, nell’intervista al canale Youtube della Serie A: «Ha un’autorevolezza naturale ed è coerente, lo rispetto sempre perché fa il bene della squadra». Il tedesco ha commentato anche alcuni momenti della sua esperienza in giallorosso: «In città sono tutti della Roma, amo la loro passione. Il mio inizio è stato duro, con Ranieri spingiamo sui nostri punti di forza»
DAL CAMPO A San Siro con Dovbyk e Paredes da titolari
In volo verso San Siro con equilibrio e la consapevolezza di affrontare un avversario fortissimo ma non nel suo momento migliore. Rispetto alla gara col Verona e i cambi fatti «col bilancino del farmacista», citando Ranieri, per Inter-Roma il tecnico di San Saba potrebbe optare per una formazione più “accorta” difensivamente e più fisica in avanti. Un 3-5-2, con il terzetto difensivo composto dagli ormai collaudati Celik-Mancini-Ndicka e a centrocampo il rientro di Paredes da titolare da mediano, dopo i 90’ in panchina contro i gialloblù da diffidato.
Pellegrini è un’opzione per uno dei due posti a fianco del 16 argentino, anche il capitano è diffidato e non ha giocato nell’ultima partita, ma può valere come risorsa a gara in corso nel ruolo “ibrido” tra mezzala e trequarti-
IDEA SOULÉ DA SECONDA
PUNTA NEL 3-5-2. OPZIONI PELLEGRINI E SHOMURODOV A GARA IN CORSO. IN DIFESA CELIK
sario, esattamente come è capitato mercoledì sera con il Milan in Coppa Italia. Resta da capire con quale strategia la Roma affronterà l’impegno, considerando il ruolino di marcia decisamente negativo tenuto con le grandi negli ultimi campionati. Le indiscrezioni della vigilia indicano il 352 quale sistema più probabile, una versione più cauta del 3421 che viene solitamente utilizzato dal tecnico.
Sarebbe un peccato perché il 3421 consentirebbe come altre volte è accaduto un rapido passaggio al 4231 che rappresenta anche il modo migliore dal punto di vista tattico per affrontare un 352, considerando la semplicità degli accoppiamenti in campo sia schierando la squadra con il coraggio che non dovrebbe mai mancare (alzando i terzini sui quinti avversari i trequartisti sui tre della difesa) sia difendendo a blocco basso (quindi chiedendo magari agli esterni alti di attendere i quinti).
Chissà se Ranieri si è fatto ispirare da Italiano che in questa maniera domenica scorsa ha irretito Inzaghi. Tra poco sapremo. ■
I BOOKMAKERS NON SI FANNO INCANTARE DALLE DIFFICOLTÀ
DI INZAGHI: LA VITTORIA
CASALINGA È PAGATA 1,80
VOLTE LA POSTA, IL KO 4,70
sta. Favoriti dunque Koné e Cristante per completare il trio in mediana, con Saelemaekers largo a destra e Angeliño a sinistra. Davanti tocca di nuovo ad Artem Dovbyk, in campo soltanto 20’ contro il Verona e senza reti dalla firma decisiva a Lecce quasi un mese fa. Il centravanti ucraino ex Girona in questa stagione a San Siro ha già fornito un assist a Dybala in campionato (splendido colpo di tacco) e segnato un gol in Coppa Italia (purtroppo inutile) nelle due trasferte contro il Milan e oggi vuole tornare a colpire. A fianco a lui l’opzione Soulé, in un ruolo che di solito svolgeva Dybala, sull’onda dell’entusiasmo del suo miglior momento da quando veste la maglia romanista. Torna in panchina Shomurodov, molto prezioso anche se subentra a partita in corso ■
Ranieri guida il gruppone giallorosso prima di salire sull’aereo che ieri ha portato la Roma a Milano in vista della sfida di questo pomeriggio AS ROMA VIA GETTY IMAGES
Dovbyk ieri in partenza con la squadra in aereo per Milano AS ROMA VIA GETTY IMAGES
L’INTERVISTA
«DOVBYK, PIÙ CATTIVO»
Rizzitelli «Da lui mi aspettavo molto di più. Il pallone, se non arriva, bisogna andare a prenderselo
Ranieri va ringraziato per quello che ha fatto. Al suo posto vorrei Ancelotti, o in alternativa Pioli»
Alessandro Cristofori
«Non vedevo l’ora di parlare della Roma». È il saluto di Ruggiero Rizzitelli appena ci risponde al telefono. Attaccante giallorosso per sei anni, romanista per tutta la vita. Come arrivò la chiamata della Roma?
«Nell’estate del 1988 dovevo andare a giocare l’Europeo Under 21 con la nazionale ma prima di partire avevo parlato, insieme al mio procuratore, con Boniperti per trasferirmi alla Juventus. Quando ero in Germania però, mi chiamò il presidente del Cesena Edmeo Lugaresi, dicendomi di aver fatto tutto. Io lo rassicurai dicendogli che avevo a mia volta trovato l’accordo con Boniperti, ma lui mi fermò subito dicendomi che ero stato ceduto alla Roma. Rimasi sorpreso, ma allo stesso tempo felice perché a Cesena vivevo con Nappi e Bonaiuti, due romanisti sfegatati che mi avevano già trasmesso la passione per questi colori. In un certo senso ero diventato un tifoso anche io, ma quando poi indossai quella maglia divenni un vero e proprio ultrà».
28 marzo 1993: a Brescia fosti sostituito da un giovane Francesco Totti, che quel giorno debuttò in Serie A. Ti saresti mai aspettato che quel ragazzino sarebbe diventato uno dei calciatori più forti di sempre?
«In quegli anni quasi tutti i ragazzi che venivano in prima squadra dimostravano di avere qualità. Il settore giovanile giallorosso è stato sempre molto interessante. Poi però bisognava dimostrare la personalità e non era semplice. Sapete perché? Questi ragazzini si aggregavano al gruppo il giovedì, quando c’era la partitella nella quale non si aveva molta voglia di correre e faticare. Quindi ai giovani si diceva di fare piano e non esagerare. Francesco se ne infischiava altamente: correva, faceva dribbling, numeri e giocate. Prendeva botte ma non gli importava. Ci faceva impazzire, ma tutti noi capimmo che questo oltre ad avere talento aveva anche grande carattere».
Come gestiste voi giocatori di esperienza il dopo esordio di Totti?
«All’epoca c’era un po’ di “nonnismo” da parte nostra nei confronti dei Primavera. Ad esempio, non potevano entrare nello spogliatoio dei grandi nemmeno per bere l’acqua e infatti Francesco ha raccontato spesso che era molto rispettoso nei nostri confronti anche quando si trattava di dover pranzare insieme. Poi dopo l’esordio qualcosa cambia, perché entri a far parte di un gruppo. Abbiamo aiutato questo ragazzo, Giannini era il capitano ed è stato il primo a dargli una mano anche se lui è sempre stato molto timido ma poi in campo
questa timidezza svaniva».
Quando Totti era a fine carriera tu lavoravi alla tv ufficiale della Roma.
E dopo quei due gol segnati al Torino dicesti che quelli che lo definivano un “bollito” si sarebbero dovuti sciacquare la bocca. «Non rinnego niente di quello che ho detto. Lavoravo a Roma Tv e qualcuno ha provato in un certo senso a “tapparmi la bocca”, perché criticavo l’allenatore e la società. Ma erano cose che in tanti pensavano: poi adesso Spalletti e Francesco si sono riappacificati, però credo che lui non fu trattato come avrebbe meritato. Parliamo di un giocatore che ha vissuto per questi colori, ma alcuni episodi che si sono verificati non sono stati belli. Quella sera con il Torino ma anche in altre occasioni si è ripreso tutto quello che gli spettava e sono convinto che anche Spalletti si sia ricreduto. La sua presenza scatenava due reazioni opposte ma importantissime: caricava i compagni e impauriva gli avversari e questo è determinante nel calcio».
Come hai vissuto la sua ultima partita contro il Genoa?
«Avevo chiesto di non essere in studio perché avrei voluto assistere al match da bordo campo ma non fu possibile. Maledizione. Ripensandoci mi emoziono ancora, perché vedere una bandiera che lascia la sua squadra all’ultima partita con quella lettera bellissima è davvero toccante. Ha colpito tutti noi, tant’è vero che dopo aver ascoltato quelle parole non volevo entrare in studio perché non riuscivo a parlare, proprio come adesso (si commuove, ndr ndr). Mi ha colpito la
sincerità, quel rivolgersi alla sua gente con “adesso ho paura, aiutatemi”. Una cosa tosta da dire e da ascoltare».
A proposito di capitani, a Cesena quando avevi ventuno anni il tuo capitano è stato Agostino Di Bartolomei: qual era il tuo rapporto con lui?
«Lui arrivò nel nostro primo anno di Serie A e io ero un ragazzo che si affacciava al grande calcio. Per me lui era un mito e infatti gli davo del lei. Mi ha dato dei consigli fondamentali: mi diceva di stare tranquillo e di non aver paura di niente, perché dietro ci sarebbe stato lui con gli altri compagni a supportarmi e difendermi. Posso assicurare che quando sei a inizio carriera sentirti dire certe parole da un personaggio così vuol dire tanto. Come quando arrivai a Roma e in sala stampa trovai un numero impressionante di giornalisti. Ma chi li aveva mai visti? Il presidente Viola in quel caso capì il mio imbarazzo e mi tranquillizzò mettendomi una mano sulla spalla e sussurrandomi all’orecchio che non dovevo avere timore di quella platea, perché accanto avevo lui».
A CESENA TANTI CONSIGLI DA AGO: LUI RENDEVA TUTTO PIÙ FACILE. TOTTI?
DA RAGAZZINO AVEVA GIÀ
UNA GRANDE PERSONALITÀ
Con Di Bartolomei parlaste anche della Roma?
«Certamente, ma già prima che ebbi notizia del mio trasferimento. Agostino mi diceva che un amore così viscerale lo avrei potuto trovare solo in quella piazza. Soprattutto mi ripeteva sempre che se un giorno mi sarebbe capitato di vestire quella maglia non l’avrei dimenticata per tutta la vita. E così è stato».
Qual è il consiglio più bello che ti ha dato?
«“Corri che la palla ti arriva” (ride, ndr). Fantastico nella sua semplicità ma soprattutto vero. Perché lui aveva un lancio capace di metterti la palla direttamente sui piedi. Inoltre mi diceva sempre di non aver paura di sbagliare. Avevo la protezione di Ago alle mie spalle e, quando è così, tutto diventa più semplice anche per un ragazzino».
A proposito di personalità, ripenso a quella semifinale di ritorno di Coppa Uefa con il Broendby. Decidesti di commettere un brutto fallo per dare una scossa a una partita che si stava giocando a basso ritmo. Quanto è difficile per un calciatore capire quando è il momento di compiere un gesto del genere?
«Intanto la rete della vittoria è di Voeller, io ho calciato solo il suo scarpino e mi sono fatto anche male (ride, ndr). Tutti davano per scontata la nostra qualificazione alla finale. Si parlava solo di questo. Quella sera, pochi minuti dopo il fischio d’inizio, mi resi conto che molti non avevano la giusta concentrazione. Anche il nostro allenatore se ne accorse e iniziò a urlare, ma quando le cose non le prepari bene poi in
campo fai fatica. La mia pazzia fu quella di rincorrere tutti gli avversari per lanciare un segnale. Quando feci quel fallo, davvero molto brutto, mi rialzai urlando ai miei compagni con tutto il fiato che avevo in corpo. Fui un pazzo perché rischiai l’espulsione e me ne resi conto subito dopo. In qualunque match ci vuole qualcosa che faccia scattare la molla e a volte basta poco, come in quel caso».
Veniamo all’attualità: chi vorresti come successore di Raneri? «Intanto dobbiamo ringraziare il mister per quello che ha fatto. Adesso stiamo sognando un posto in Europa, ma dopo il match casalingo contro il Bologna eravamo a pochi punti dalla Serie B. Qualcuno ha anche il coraggio di criticarlo, è incredibile. Chi vorrei al suo posto? Io dico Carletto Ancelotti. Penso sia un sogno per tutti, ma poi se lo prendi gli devi fare una squadra. Ma noi abbiamo questa possibilità? Tutti i grandi tecnici ti farebbero questa domanda. Serve un gruppo all’altezza, altrimenti dopo tre mesi senza risultati i problemi iniziano a diventare tanti. Se non si arrivasse ad Ancelotti a me non dispiacerebbe Stefano Pioli». A gennaio sei stato molto critico con Dovbyk. Hai rivisto il giudizio oppure no?
«Sono molto deluso da questo giocatore. Per quello che mi riguarda ho cercato di aspettare un po’ prima di esprimermi, perché è giusto dare del tempo per l’adattamento a un nuovo campionato. Però penso si possa dire che ci si aspettasse molto di più. I numeri dicono che i gol li ha fatti ma a volte sembra assente: non fa i movimenti giusti per liberarsi, sembra avulso dal collettivo e anche lo stesso Ranieri ha detto che pretende di più. I gol sono fondamentali ma la gara dura 90’. A volte vedo che anche qualche compagno non è soddisfatto di come si muove. Sento dire che non è servito nel modo giusto, ma tu devi anche andartela a prendere e dettare il passaggio. Capisco anche la difficile situazione del suo Paese che potrebbe avere ripercussioni sul suo umore: massimo rispetto, ci mancherebbe. Però se lo devo giudicare per quello che ho visto penso che debba dare molto di più». Forse accanto gli ci vorrebbe un compagno come Rizzitelli. «Sembra un ragazzo troppo buono, deve trovare la cattiveria. Non ti passano il pallone? Incazzati. Io con Haessler lo facevo sempre: lui era bellissimo da vedere, ma quando andava sul fondo mandava a vuoto il suo marcatore e poi rientrava, perdendo un tempo di gioco: questo comportava che la palla o mi arrivava in ritardo oppure per niente e quindi mi arrabbiavo. Anche Voeller aveva la stessa mia reazione, solo che lui lo insultava in tedesco e quando sono andato al Bayern ho capito che lo faceva davvero in maniera pesante (ride, ndr)». ■
Ruggiero Rizzitelli sotto la Curva Sud prima di un derby di qualche anno fa AS ROMA VIA GETTY IMAGES
Inter-Roma
CHIAMATELO STACHANOV
Evan c’è sempre Superato un piccolo problema muscolare in settimana, Ndicka sarà titolare a San Siro. Arrivato a zero l’anno scorso, non ha saltato neanche un minuto in questa Serie A
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Duemilanovecentosettanta, più recupero. Tanti sono i minuti che fin qui Evan Ndicka ha giocato nella Serie A 2024/25. Tutti, più semplicemente. Perché nelle 33 partite disputate fin qui dalla Roma in campionato, il difensore ivoriano è sempre sceso in campo da titolare e non è mai stato sostituito, neanche per un finale di gara, fermandosi sempre e soltanto al triplice fischio. Solo Baschirotto del Lecce, tra i giocatori di movimento del campionato italiano, ha giocato tanto, considerando però che il capitano dei salentini non ha avuto l’impegno, a differenza di Ndicka, delle coppe europee. Già, perché alle 33 presenze in Serie A, per Evan sono da aggiungere le 2 da titolare in Coppa Italia e le 11 di Europa League (unica competizione in cui il numero 5 ha saltato una partita, quella in Belgio contro l’Union Saint-Gilloise, per febbre). E adesso, a cinque turni dalla fine della stagione, Ndicka punta all’en plein. Anche oggi pomeriggio, nella delicata e fondamentale sfida di San Siro contro l’Inter, mister Ranieri lo schiererà nella sua difesa a tre, come braccetto di sinistra. Evan, infatti, ha recuperato dal fastidio muscolare che in settimana l’ha portato ad alcuni allenamenti individuali, riuscendo comunque a tornare in gruppo già dalla giornata di giovedì. Ndicka è il sempre presente della rosa romanista, anche per mancanza di alternative nel ruolo, c’è da dirlo: Hermoso non ha mai convinto e, una volta andato via lo spagnolo a gennaio, Evan è rimasto l’unico
DALLA CORSA ALL’EUROPA PUÒ DIPENDERE ANCHE
IL SUO FUTURO. PER RANIERI È CENTRALE, MA POTREBBE PARTIRE PER IL BILANCIO
I FUNERALI
Cielo
molto nuvoloso e pioggia intermittente durante la
La circolazione di bassa pressione che venerdì ha innescato rovesci e temporali a carattere sparso, ma localmente forti, lungo la nostra penisola, e anche ieri ha mantenuto condizioni di residua instabilità soprattutto sulle regioni meridionali, ha ormai abbandonato la sua influenza sul territorio italiano. Nel frattempo, però, un’ondulazione barica di origine atlantica, facendo ingresso sul Mediterraneo
Milano Stadio Meazza
occidentale, ha dato luogo alla formazione di un nuova circolazione depressionaria chiusa, strutturata solo in quota, in corrispondenza di un campo di pressione nei bassi strati atmosferici molto lasco e livellato, centrata fra le Baleari e la Sardegna. Tale configurazione, nella giornata di oggi, rinnova su gran parte del nostro Paese condizioni favorevoli allo sviluppo di piogge, rovesci e temporali, soprattutto
Domenica 27 aprile 2025
gara
durante il ciclo diurno, con particolare, anche se non esclusivo, riferimento alle ore pomeridiane. La domenica a San Siro trascorrerà con cielo molto nuvoloso o coperto, e vedrà qualche tratto piovoso, a carattere intermittente, nel corso della giornata. Le temperature durante la gara corrisponderanno alle massime della giornata, sui 18/20°C; venti deboli dai quadranti orientali. FILIPPO THIERY
18°/20°
mancino del reparto arretrato. Arrivato l’estate scorsa a parametro zero, con il passare dei mesi Ndicka si è preso spazio già nella scorsa stagione, fino al ruolo fondamentale ricoperto in questa complicata annata romanista. Ad agosto Evan compirà 26 anni e per Ranieri, come dimostrato nei fatti e ribadito più volte a parole, il numero 5 è un punto fermo del presente, dal quale ripartire anche per il futuro. Il suo di domani, però, dipenderà anche da quello della Roma. Il Sir di San Saba ce l’ha ricordato anche di recente, la società deve fare i conti per altre due sessioni di mercato con i paletti del settlement agreement firmato con la Uefa e, qualora la squadra dovesse finire fuori dall’Europa, Ndicka potrebbe rappresentare una plusvalenza utile al bilancio. Meno dolorosa, non ce ne voglia Evan, rispetto a un addio a Svilar. ■
Quattrocentomila persone per l’ultimo saluto a Papa Francesco
Circa quattrocentomila persone ieri a Roma per l’ultimo saluto a Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco I, venuto a mancare a 88 anni lunedì scorso. Piazza San Pietro ha iniziato a popolarsi fin dalla primissima mattina per l’ultimo saluto al Pontefice: le esequie hanno avuto inizio alle 10, alla presenza delle delegazioni di 166 Paesi. Oltre al Presidente della Repubblica Mattarella e alla Presidente del Consiglio Meloni, ai funerali hanno preso partetra gli altri - anche il presidente statunitense Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky e i capi di Stato provenienti da ogni parte del mondo.
Davanti a circa 250mila fedeli presenti sul sagrato della Basilica di San Pietro, il cardinale decano Giovanni Battista Re nella sua omelia ha ricordato così Papa Francesco: «Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. È stato un Papa in mezzo alla gente, con cuore aperto verso tutti. Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti e i cuori».
Terminata la funzione, il feretro ha lasciato Piazza San Pietro e, dalla Porta del Perugino, è partito il corteo funebre che ha accompagnato la salma a Santa Maria Maggiore, dove è stata tumulata. Lungo il percorso, presenti circa 150mila persone, la maggior parte delle quali erano sul posto già dall’alba. Un cammino a passo d’uomo per 6 chilometri fino alla Basilica, dove lo stesso Bergoglio aveva richiesto di essere sepolto. Applausi e commozione da parte dei fedeli. Alla tumulazione, iniziata alle 13, hanno preso parte i familiari di Bergoglio. LL
Evan Ndicka, 25 anni, in campo allo Stadio Olimpico durante Roma-Juventus 1-1 AS ROMA VIA GETTY IMAGES
Una visuale dall’alto di Piazza San Pietro durante i funerali GETTY IMAGES
Domenica
SCALPITA C’È L’EX FRATTESI
La formazione Lautaro guiderà l’attacco
Davide Fidanza davide.fidanza@ilromanista.eu
Ci siamo. Oggi pomeriggio alle 15 alla scala del calcio andrà in scena Inter-Roma, valevole per la trentaquattresima giornata del campionato di Serie A. I nerazzurri sono al momento in testa alla classifica, a parimerito con il Napoli a quota 71.
La squadra di Inzaghi tuttavia è reduce da due sconfitte di fila, una in campionato contro il Bologna e una in Coppa Italia contro il Milan nel derby della semifinale della competizione. Ad aggiungere complessità al periodo e al calendario, oltre alla sfida con la Roma di questo pomeriggio, va aggiunta la trasferta in Spagna per la semifinale di Champions League
di andata contro il Barcellona in programma per mercoledì prossimo. Un periodo decisamente complicato reso più tosto anche a causa di alcune assenze che peseranno a partire dalla partita di quest’oggi. Inzaghi infatti dovrà fare a meno di Thuram - affaticamento agli adduttori - e di Bastoni e Mkhitaryan squalificati. Recuperati invece Zielinski e Dumfries, anche se per entrambi è più probabile un utilizzo ragionato a gara in corso piuttosto che dall’inizio.
INZAGHI DOVRÀ RINUNCIARE A THURAM PER INFORTUNIO E A BASTONI E MKHITARYAN SQUALIFICATI. DUMFRIES E ZIELINSKI A DISPOSIZIONE
Sul modulo pochi dubbi, con Inzaghi che schiererà l’ormai rodatissimo 3-5-2; Sommer in porta e un terzetto difensivo che, in assenza di Bastoni, verosimilmente sarà composto da Pavard, Acerbi e Carlos Augusto, con quest’ultimo in ballottagio con Bisseck; a centrocampo da destra verso sinistra Darmian, Barella, Calhanoglu, Frattesi e Dimarco, anche se l’esterno italiano non è in perfette condizioni e potrebbe non avere i novanta minuti nelle gambe. Il tandem d’attacco vedrà sicuramente il capitano Lautaro Martinez titolare - chiamato agli straordinri vista la situazione infortunati - affiancato da uno tra Arnautovic, Correa e Taremi. L’argentino tra i tre candidati sembra essere quello con maggiori chances
Al Viola Park, in semifinale Scudetto, contro una squadra milanese. Oggi iniziano le Final Four per lo Scudetto Primavera, lì dove lo scorso maggio la Roma Femminile veniva eliminata dal Milan (quest’anno nemmeno qualificato) dalla corsa per il quinto titolo di fila, oggi alle 17.30 le giovani giallorosse sfidano le nerazzurre per riprendersi un posto nella finale tricolore: anche qui, come nel pomeriggio di San Siro, si gioca Inter-Roma. Le due squadre sono arrivate al termine della stagione regolare rispettivamente seconda e terza, entrambe con 44 punti totalizzati in 22 partite con le nerazzurre più avanti (e quindi oggi “in casa”) in virtù di migliori risultati negli scontri diretti (doppio ko gialloroso, un 2-3 in casa e un 1-3 a Milano). Le romaniste hanno fatto registrare di gran lunga il miglior attacco del campionato (69 gol realizzati, poi c’è la Juve a quota 57), hanno concesso un po’ troppo dal punto di vista difensivo (36 reti subite) ma hanno chiuso la prima fase del campionato con sette vittorie in altrettante gare per acciuffare il quarto posto. Dall’altra parte del tabellone, e in campo prima della Roma, a lottare per la finale di martedì alle 16.30 ci sono Juventus e Sassuolo, con fischio d’inizio alle 11.30. Tutte le gare della Final Four saranno trasmesse su VivoAzzurro Tv.
Promessa Ventriglia Talento cristallino e stella delle giovani giallorosse è Rosanna Ventriglia, classe 2007 autrice di 22 gol nel campionato Primavera, ma capace di segnare anche con la Prima squadra al debutto in Champions League contro il Galatasaray al Tre Fontane.