Tradizione Dopo quattro mesi di stop, Pellegrini torna e segna il suo quarto gol alla Lazio, tutti sotto la Nord e in derby vinti. Gasperini lo vuole recuperare e ha chiesto l’aiuto di ambiente e club. Dall’addio sfiorato in estate a quello probabile a fine stagione: in mezzo un anno da vivere insieme, da romanisti
FINCHÉ VEDRAI
Dal campo Individuale per Hermoso, terapie per Dybala
Verso Nizza-Roma
L’UOMO DERBY
PELLEGRINI RIPETE, VIVA LA TRADIZIONE
Ancora tu Dopo il lungo stop, Lorenzo è tornato titolare al derby, decidendolo con il suo 4° gol contro la Lazio
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Se non lo fa Paganini, a ripetere ci pensa Pellegrini. La mossa forte, e per certi versi folle, di Gasperini ha ripagato con gli interessi, trasformando ancora una volta Lorenzo nell’uomo-derby, con il gol che è valso tre punti e una serenità immediatamente ritrovata dentro Trigoria dopo l’incidente di percorso di Roma-Torino. Ancora una volta, già, perché quello a Provedel è stato il quarto gol di Pellegrini contro la Lazio, tutti e quattro messi a segno in derby poi vinti: quello dell’altroieri, il tiro a giro del gennaio scorso (2-0), la punizione magistrale nel marzo del 2022 (30) e il tacco nel 2018 (3-1).
Tutti e quattro sotto la Nord. In faccia ai maligni e ai superbi,
COLLOQUI INDIVIDUALI E RISPOSTE A TRIGORIA: COSÌ GASP HA DECISO DI MANDARLO IN CAMPO DOMENICA
con alle spalle il vento amico di chi pochi istanti prima del suo destro aveva esposto lo striscione: «Bentornato Capitano». Il Capitano senza fascia, come un ministro senza portafoglio, sempre Capitano e ministro restano. L’ha certificato lui stesso, nel postpartita: «Abbiamo tanti uomini e calciatori che tengono a questa squadra e io mi sento orgoglioso di essere uno dei capitani di questa squadra». La gioia di Pellegrini ha coinciso con quella dei romanisti, come giusto che sia dopo un derby vinto, e quella di Gian Piero Gasperini, che l’ha già definito «recuperato» dopo la stracittadina vinta. Per carità, la strada è lunga e già a gennaio scorso il miracolo combinato Ranieri-Pellegrini funzionò contro la Lazio, salvo poi restare l’unico acuto di una stagione deludente. Stavolta, però, Lorenzo ha ben poco da
Tre delle quattro meraviglie di Pellegrini nei derby sotto la Nord: qui a fianco quello di domenica scorsa; a destra, dall’alto, il tacco del 2018 e la punizione nel 3 a 0 del marzo 2022 AS ROMA
IL SUO CONTRATTO SCADE A GIUGNO. IL FUTURO LO DECIDERÀ IL CAMPO, COME DETTO DA RANIERI
perdere. La società gli ha già comunicato di volersi separare da lui e l’addio fallito in estate, per mancanza di offerte, è ad oggi solo rimandato. Gasp, però, è stato chiaro: «Io Pellegrini lo recupero, ma non deve essere inviso ai tifosi o alla società». Parafrasando: non recupero un giocatore che dovrò salutare a gennaio. L’addio a zero Lorenzo non l’ha mai preso neanche in considerazione e, ovviamente, la società vuole evitarlo. Presto per tratteg-
giare ogni tipo di scenario, rinnovo compreso, che come detto da Ranieri: «Dipenderà dal campo». Parola all’unico vero giudice, allora, il campo. Lì è nata l’idea di Gasperini di rilanciare Pellegrini nel derby, a quattro mesi e mezzo dall’ultima presenza. Le risposte arrivate dagli allenamenti e quelle nei colloqui individuali, diversi, che sono andati in scena a Trigoria nelle ultime settimane. Gasp ha capito di poter contare sull’uomo, oltre che
VIA GETTY IMAGES
sul calciatore, definito come il secondo più tecnico in rosa dopo Dybala. Il tecnico di Grugliasco, però, ha anche aggiunto che deve ritrovare l’atleta. Questa la sfida (Pelle) dentro la sfida (Roma) per il tecnico. Da parte sua, Lorenzo è contento di avere la possibilità di lavorare, anche solo per una stagione, con Gian Piero. Del doman non v’è certezza, intanto Pellegrini si gode il bentornato della sua gente, dopo aver ribadito la tradizione. ■
TRIGORIA
PARLA PATO MOURE
«Io ricordato da una Curva che è magica» Un’emozione unica. Così Pato Moure ha definito la coreografia a lui dedicata nel derby ai canali del club. La citazione è alla canzone “Roma Gol!”, scritta da Alberto Mandolesi e da lui cantata negli Anni 80: «Non ne sapevo nulla! Io ho visto la gara, me lo ha fatto notare un mio amico romanista. Mi sono detto: non è possibile che qualcuno si ricordi di me. Sono stato ricordato da una curva che è magica»
IN CAMPIONATO
Pelle fa 46 in A 3° giocatore più prolifico nel suo ruolo
A centrocampo Solamente Pasalic e Çalhanoglu hanno segnato di
Davide Fidanza davide.fidanza@ilromanista.eu
RWesley recupera e torna in gruppo
Ancora lavoro individuale per Hermoso
Neanche il tempo di festeggiare a dovere la vittoria del derby - decisivo il gol di Lorenzo Pellegrini al 38esimo del primo tempo - che la Roma è tornata immediatamente al lavoro sui campi di Trigoria per preparare la gara di domani contro il Nizza, appuntamento alle ore 21 all’Allianz Riviera con il capitolo dell’Europa League che è ufficialmente iniziato. Oggi alle 15 nella Capitale andrà in scena la seduta di rifinitura e la stampa potrà accedere per i primi 15 minuti, poi alle 17.55 la partenza per Nizza e alle 19.30 Gasperini parlerà in conferenza stampa insieme a un calciatore.
Tra buone e cattive notizie
Nel derby Gasp ha dovuto fare a meno Wesley a causa di problemi gastrointestinali che lo hanno costretto al forfait. Nella seduta di allenamento di ieri mattina il terzino brasiliano è tornato ad allenarsi regolarmente insieme al resto del gruppo e dopo aver seguito da casa la stracittadina contro la Lazio, ora è pronto a conquistare una maglia da titolare per
la prima gara di questa edizione dell’Europa League, con Rensch che proverà a convincere Gasp a confermarlo dopo la buonissima prestazione nel derby. Ziolkowski non ci sarà per squalifica mentre sono da valutare le condizioni di Hermoso che ieri ha svolto sedu-
OGGI ALLE 15 SEDUTA DI RIFINITURA APERTA ALLA STAMPA, POI LA PARTENZA PER NIZZA E ALLE 19.30 LA CONFERENZA DI GASPERINI
ta individuale. Ancora terapie per Paulo Dybala.
Info per Nizza Per i tifosi giallorossi che andranno in trasferta in Francia sarà possibile accedere al Fan Meeting Point presso Piazza Yitzhak Rabin e si potrà accedere dalle 14 alle 19. Nel Meeting Point i tifosi dovranno scambiare il loro voucher con un biglietto cartaceo per accedere al settore ospiti dell’Allianz Riviera dove sarà possibile arrivare con apposite navette con le stesse che accompagneranno i tifosi anche al termine della partita.
Le possibili scelte di Gasp L’Europa League sarà ricca di insidie e per questo Gasperini proverà a contare sull’intero organico e dopo le fatiche del derby potrebbe cambiare qualcosa nell’undici iniziale. Ghilardi potrebbe trovare la sua prima presenza ufficiale in giallorosso. In avanti Dovbyk potrebbe partire dal primo minuto con Pisilli e d El Aynaoui che scalpitano per una maglia da titolare. ■ IM
anieri diceva di Pellegrini che era uno dei migliori centrocampisti italiani nel far gol. I numeri in questo hanno sempre dato ragione a Sir Claudio e Lorenzo, grazie al sigillo nel derby, ha realizzato il suo sessantaseiesimo centro personale tra i professionisti, il quarantaseiesimo in Serie A. Numeri importanti per un centrocampista - seppur dalle doti spiccatamente offensive - che lo rendono, almeno tra i pari ruolo, uno dei giocatori più prolifici del nostro campionato. Per numero di reti realizzate in Serie A infatti, solamente Pasalic e Çalhanoglu tra i centrocampisti hanno realizzato più gol: il calciatore dell’Atalanta infatti ha messo a segno ben 53 sigilli nella nostra competizione mentre il nerazzurro 52, appena uno in meno. Pellegrini è subito dietro con 46 e si trova sul podio in questa speciale classifica che vede i tre centrocampisti condividere più o meno gli stessi anni di esperienza nel massimo campionato italiano. Lorenzo ha cominciato nel Sassuolo nel 2015-2016, Pasalic un anno dopo mentre Çalhanoglu nella stagione 2017-2018. Appena dietro Pellegrini con 46 c’è Zielinski con 44, anche lui in Serie A dalla stagione 2015-2016. Chiaramente, nella nostra competizione ci sono tantissimi calciatori che nel corso della loro carriera, in alcuni casi anche molto lunga, hanno segnato un grande numero di gol in altri campionati: vedi Modric
e De Bruyne tanto per citarne due. Se allora andassimo a considerare i gol segnati in tutte le competizioni, e non soltanto in Serie A, quelli di Pellegrini salirebbero a 66 tra Roma e Sassuolo, comprensivi di campionato e coppe. In quest’altra classifica ovviamente apparirebbero i due già citati Modric e De Bruyne - 97 gol il primo e 157 il secondo - mentre altri vedrebbero la loro posizione “drogata” magari in seguito a una moltitudine di gol realizzati in campionati minori. Tuttavia, Pellegrini rimarrebbe nella lista dei centrocampisti più prolifici del campionato insieme a Rabiot (57), Zielinski (58), Çalhanoglu (128), Pasalic (91), gli stessi Modric e De Bruyne e anche Koopmeiners, che di gol ne ha segnati 77 ma molti di questi nel campionato olandese.
Che si tratti della lista di gol segnati esclusivamente in Serie A o in tutte le competizioni, Pellegrini risulta essere sempre nelle primissime posizioni insieme a centrocampisti universalmente riconosciuti come grandissimi calciatori. La speranza è che Gasperini riesca a regalargli quella continuità venuta meno nell’ultimo periodo, per poter godere fino in fondo della sua grandissima dote realizzativa ■
CONSIDERANDO TUTTE LE COMPETIZIONI LE RETI DI LORENZO ARRIVANO A 66 E RIMANE COMUNQUE NELLA LISTA DEI TOP SCORER
Lorenzo Pellegrini, 29 anni, centrocampista GETTY IMAGES
Wesley, terzino brasiliano della Roma GETTY
TatticaMente
L’ANALISI DI LAZIO-ROMA
LA PRESSIONE FUNZIONA SERVE RECUPERARE TUTTI
L’ha
vinta Gasperini Il gol di Pellegrini grazie al recupero alto su Tavares
Ma il calo nel finale preoccupa il tecnico. Davanti bisogna entrare meglio
Nel trionfo del derby che conforta il lavoro di Gasperini e ne preserva in qualche modo la filosofia, bisogna valutare tutti gli aspetti che hanno portato la Roma a vincere la partita, ma anche quelli che avrebbero potuto penalizzarne l’esito, in riferimento soprattutto a ciò che è successo nel convulso finale con la sopraggiunta superiorità numerica nei minuti, cioè, in cui la Roma avrebbe dovuto legittimare il suo vantaggio e possibilmente, chiudere la questione in anticipo, e ha rischiato invece di vanificare tutto con una condotta arrendevole e un preoccupante blackout di corrente in molti degli uomini che erano in campo. Ma partiamo dalle cose belle.
La scelta tattica di Pellegrini Il primo motivo che può far sorridere, Gasperini riguarda proprio il match-winner della sfida, Lorenzo Pellegrini. Gasperini ha raccontato nel post partita di aver deciso già nelle prime sedute settimanali di schierare l’ex capitano per una motivazione, ma questo non l’ha detto esplicitamente, che è stata innanzitutto tattica. L’aspetto di cui maggiormente va tenuto conto se si vuole provare ad intuire le scelte che può fare di volta in volta l’allenatore riguarda infatti la filosofia stessa che ispira il suo gioco. Il suo sistema trae il suo principale fondamento nel contro-gioco: quando mette in campo la squadra, infatti, dispone i suoi uomini nell’ottica di una pressione alta che non può che essere individuale, senza troppe oscillazioni di reparto (sono previsti semmai degli aggiustamenti a scalare a mano a mano che gli avversari avanzano sul campo). Il che significa che deve invariabilmente tener conto di come si schiera la squadra avversaria. Poi, nel suo sistema di gioco conosce anche delle varianti che gli consentirebbero di giocare in maniera diversa anche contro uno stesso sistema, ma per il momento che sta attraversando la squadra e per la mancanza di giocatori chiave come Bailey e Dybala, era facilmente intuibile che contro il 433 di Sarri avrebbe disposto la sua squadra con un trequartista centrale e due punte. Questo avrebbe obbligato, quindi, chiunque avesse avuto il compito di rifornire i due attaccanti (che sarebbe stati inevitabilmente Soulé e Ferguson) di doversi occupare in prima battuta, quindi sul momento della pressione offensiva, del centrocampista centrale, il cosiddetto play: Rovella (e poi Cataldi). In settimana aveva valutato tutte le possibilità: da El Aynaoui, che però nel ruolo era appena stato bocciato sette giorni prima, a Pisilli (al ragazzino piace but-
LA SCELTA DI LORENZO DOVUTA
A
tarsi verso l’area a sorpresa, caratteristica che al tecnico piace molto) e persino a Cristante, che nel ruolo con lui ha giocato con profitto qualche anno fa, retrocedendo semmai El Aynaoui vicino a Koné. Alla fine, però, la scelta di Pellegrini è sembrata la più sensata per diversi motivi. Il primo è che non voleva dare l’idea di una squadra poco disposta ad attaccare scegliendo quindi nel ruolo un centrocampista difensivo. Il secondo è la qualità che Pellegrini gli garantiva: Gasperini ha già detto di considerarlo secondo solo a Dybala. Il terzo è l’esperienza e quella voglia di “riscatto” che indubbiamente lo avrebbe animato. Il quarto è proprio la sua abilità realizzativa: non è facile trovare un centrocampista in grado di segnare così tante reti in carriera (70, per la cronaca). Il dubbio, semmai, riguardava la sua condizione atletica generale e in questo indubbiamente Gasperini ha voluto correre un rischio. Non sapeva neanche lui quanto e, soprattutto, se avrebbe retto, considerate la particolarità della temperatura delle 12:30 dell’Olimpico, di fatto l’ultimo vero giorno d’estate dell’anno, e anche l’intensità che avrebbe messo il suo dirimpettaio. Per fortuna, da questo punto di vista, Pellegrini si è trovato di fronte un avversario, Rovella, in condizioni precarie, tanto che dopo quello sprint verso la porta di Svilar ha addirittura alzato
C’è una rispondenza grafica nell’atteggiamento un po’ supponente che ha avuto la squadra giallorossa nella seconda parte del secondo tempo, quando sono entrati i giocatori inizialmente tenuti in panchina a gestire un vantaggio persino in superiorità numerica negli ultimi undici minuti (5 di gioco e 6 di recupero) della partita. Come si vede qui accanto, la distribuzione delle posizioni medie della squadra titolare è stata equilibrata, con il giusto baricentro, l’occupazione delle zone centrali e di quelle esterne per un sistema di gioco con tre difensori, quattro centrocampisti, un trequartista e due punte. Nel finale i giocatori si sono ammassati tutti in mezzo e il baricentro si è abbassato, favorendo la spinta finale dei laziali
bandiera bianca. Sia come sia, la scelta ha pagato e quando è così bisogna riconoscere i giusti meriti all’allenatore e, ovviamente, al giocatore che ha risposto ancora una volta in maniera così significativa.
I prodromi della filosofia Un altro aspetto molto importante che conforta il tecnico in questo avvio di stagione riguarda l’applicazione che i giocatori stanno mettendo nell’interpretazione tattica da lui richiesta. Il gol, ad esempio, nasce da una pressione alta portata da Rensch, esterno di centrocampo, sul terzino avversario, Tavares, con immediata trasmissione su Soulé e poi su Pellegrini. Tre giocatori capitati lì non per caso a creare le condizioni per una superiorità numerica (a sinistra di Pellegrini ci sarebbe stato anche Ferguson ad intervenire) che è insita nel dna gasperiniano. Ma se ci può essere casualità nell’errore di un singolo (Tavares, non a caso sostituito già l’intervallo), non c’è nell’impostazione stessa della gara con la pretesa di pressare così alti, nonostante l’inevitabile fatica, i rischi che si possono correre alle spalle e pure la temperatura. L’efficacia dell’interpretazione si è vista anche nei numerosi anticipi, nei contrasti che hanno garantito i difensori, in quegli uno contro uno assai rischiosi che possono avere effetti collaterali pericolosissimi come si è dimostrato in occasione della cavalcata solitaria di Dia verso la porta di Svilar al 10º minuto della ripresa.
La preoccupazione sulle alternative Sistemato il campionato con i tre punti che hanno rilanciato la Roma al terzo posto, c’è poi da considerare che da questa settimana, con la sfida di domani a Nizza, con gli impegni internazionali comincia anche la sperimentazione di un modello di turn-over che dovrà permettere alla Roma di presentare di volta in volta la formazione più efficace sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo della brillantezza atletica. Se sulle fasce e in difesa sono tante le alternative a disposizione, davanti la situazione finché non tornano a disposizione Dybala e Bailey non è semplice. E va ricordato che Baldanzi è fuori dalla lista Uefa. La preoccupazione sta nel fatto che, come ha dimostrato anche il finale di tempo con la Lazio, certe alternative non garantiscono lo stesso standard di rendimento e questo indubbiamente può indurre a qualche preoccupazione l’allenatore. Se la Roma ha staccato la spina pericolosamente qualche minuto prima del 90º, infatti, la responsabilità è anche di chi entrando in campo non ha saputo interpretare il compito con la stessa autorevolezza che avevano dimostrato i giocatori precedentemente chiamati in causa. ■
Che sul gol della Roma ci sia stato un errore di Nuno Tavares non c’è alcun dubbio, che la sapiente pressione romanista abbia indotto il giocatore all’errore è però altrettanto inconfutabile 1 Come si vede nell’immagine, su ogni laziale c’è un romanista in pressione, in un angolo di campo assai vicino alla bandierina. In particolare Gila e Romagnoli stanno invitando il compagno a trasmettere il pallone verso Provedel 2 Qui Tavares, ignorando i consigli, cerca di rientrare col tacco per liberarsi di Rensch
1 2 5 6 3 4 7 8
3 Uno dei segreti di quando si ruba un pallone in pressione alta per rendere immediatamente efficace la
ll paradosso di questa azione è che lo scarico lo ha involontariamente garantito Mancini anticipando il suo avversario, Dia
transizione è di trasmetterlo subito ad un compagno. La palla, già passata da Rensch in caduta nel contrasto, a Soulé, raggiunge velocemente Pellegrini che raggiunge centro area staccando Rovella, che teoricamente dovrebbe marcarlo, ma resta piantato 4 Qui il pezzo forte di Pellegrini: il suo tiro è secco e preciso e il pallone si infila nell’angolo più lontano da Provedel
7 La palla viene recuperata da Cataldi che approfitta dello spazio che si è creato alle spalle di Mancini e serve in profondità il suo compagno. E qui c’è forse l’errore degli altri due centrali che non si staccano dai riferimenti (Celik su Zaccagni, Ndicka su Pedro) per coprire Mancini 8 Dia in corsa allunga e entra in area in solitaria e poi calcia alto: è indubbiamente un errore suo, ma in qualche modo ha inciso anche la straordinaria scelta di tempo dell’uscita di Svilar. Dia può solo provare ad alzare il tiro
UN DERBY DA IMPAZZIRE
21 settembre 2025
ESSERE
ROMANISTA
Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu
Il giocatore crocifisso si stacca dai chiodi delle critiche, allarga le braccia verso un mondo che torna a essere suo, si libera dalla croce e poi raccoglie le mani sul viso come per pregare una preghiera che è già esaudita. Ha segnato al derby. La Roma è in vantaggio. Tutto quello che voleva lui, tutto quello che volevamo noi, tutto sta tornando… Penso che Lorenzo Pellegrini fosse solo in quel momento, con le mani sul viso mentre si guardava dentro. Nell’attimo della gioia più sfrenata, nel momento più condiviso (anche di persona, con gli abbracci, e non solo sui social), in quello più urlato, Lorenzo Pellegrini era solo con sé stesso e il suo silenzio, con tutto quello che aveva passato, quello
che aveva sognato e, soprattutto, quello che forse aveva smesso di sognare. In quell’istante riaveva tutto. Qualcosa come il ritorno della donna amata, la correzione su una storia sbagliata, la possibilità di ridire le parole giuste, ma anche qualcosa di più. Non è solo la sensazione di una seconda chance, ma quella di averla sfruttata. Perché 4 gol al derby sotto la Nord con 4 vittorie vanno in archivio come storia, perché adesso qualsiasi cosa accada Lorenzo Pellegrini non può più essere una storia sbagliata. Chi gli rimproverava una mollezza insopportabile – pretendendo, anche giustamente, un verace romanismo anche dal punto di vista agonistico - oggi però, proprio in virtù di ciò che lo faceva arrabbiare, non può non stare con lui. Con chi segna alla Lazio sotto alla Nord. Con chi segna alla Lazio e quando segna
vince. Con uno della Tuscolana che dice che la Roma la ama. Ho sempre sostenuto Pellegrini come giocatore della Roma e non ho mai sopportato tutte le cattiverie che gli piovevano addosso, però non sono mai stato un “pellegriniano doc” (cosa di cui ovviamente chiedo perdono, come ho potuto non amarti se ti chiami Lorenzo e tuo padre Tonino…), una cosa però l’ho sempre sottolineata: il suo atteggiamento è stato sempre clamorosamente dignitoso. Ha accettato tutto. S’è preso tutto. S’è stato zitto mentre tutto il mondo faceva rumore. Mi ha ricordato molto Giuseppe Giannini quando gli dissero dopo il rigore sbagliato al derby di non essere degno di indossare quella maglia. Ok i soldi, la fama e tutto quello che si dice in questi casi, ma voi vi immaginate ad essere un Capitano della Roma entrare in campo a Roma-Udinese e
sentire 40.000 persone che ti fischiano appena tocchi il pallone (perché la Sud non c’era)? Voi, dico, come me, che se leggete un commento negativo sui social ci rimanete male, vi immaginate che significa – soprattutto se sei romanista – venire pressoché detestato da certi tuoi tifosi e diventare quasi una barzelletta in radio? Poteva urlare un “vaffa” al mondo domenica e invece s’è commosso.
Non era solo la sensazione di una seconda chance, ma quella di averla sfruttata. Perché 4 gol al derby sotto la Nord vanno in archivio come storia, perché adesso qualsiasi cosa accada Lorenzo Pellegrini non può più essere una storia sbagliata. E perché non è per niente detto purtroppo che resterà. E aver dato tutto, e detto ti amo quando forse è già finita, è forse la cosa più romanista che ci sia nella vita. ■
COGITO ERGO SUD
Scene da un derby trionfale. Dall’alto a sinistra, in senso orario: il destro di Lorenzo Pellegrini che vale l’1-0; la formazione titolare; Manu Koné libera
la gioia a fine gara rivestendo la bandierina del corner con la sua maglia; il sorriso di Gian Piero Gasperini; la festa dei giocatori
a fine partita sotto
la Sud; Gianluca
Mancini sventola
una bandiera dei gruppi della Curva; la coreografia
prima della sfida; l’emozione di Pelle subito dopo
il gol condivisa col suo amico
Mancio; il numero 7 festeggiato dal resto del gruppo MANCINI, GETTY IMAGES
Il resto del mondo
Classifica
Cremonese
LÌ NIZZA Haise cerca il riscatto E in campo si rivede Abdi
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
4ª giornata Lecce-Cagliari
Prossimo turno (28/09/2025)
Como-Cremonese 27/09 ore 15
Juventus-Atalanta 27/09 ore 18
Cagliari-Inter 27/09 ore 20.45
Sassuolo-Udinese 28/09 ore 12.30
Roma-Verona 28/09 ore 15
Pisa-Fiorentina 28/09 ore 15
Lecce-Bologna 28/09 ore 18
Milan-Napoli 28/09 ore 20.45
Parma-Torino 29/09 ore 18.30
Genoa-Lazio 29/09 ore 20.45
I marcatori
3 reti:Thuram (Inter), Pulisic (Milan)
2 reti: Vlahovic (Juventus), Belotti (Cagliari), Calhanoglu (Inter), De Bruyne (Napoli), Orsolini (Bologna), De Ketelaere e Krstovic (Atalanta), Nico Paz (Como), Mandragora (Fiorentina)
1 rete: Pellegrini, Soulé, Wesley (Roma), Bonazzoli, Baschirotto e Vazquez (Cremonese), Anguissa, McTominay, Gilmour, Spinazzola e Lucca (Napoli), Pavlovic e Loftus-Cheek (Milan), Douvikas e Kempf (Como), Pasalic e Scamacca (Atalanta), Dimarco e Dumfries (Inter), David (Juventus), Berardi (Sassuolo), Ekuban (Genoa), Mina e Luperto (Cagliari), Simeone (Torino), Zaccagni (Lazio) Pallone d’Oro a Dembélé
Le prossime gare della Roma
Nizza-Roma Europa L. domani
Roma-Verona Serie A 28/09
Roma-Lille Europa L. 21/09
Fiorentina-Roma Serie A 05/10
Roma-Inter Serie A 19/10
Roma-Viktoria Plzen Europa L. 23/09
Sassuolo-Roma Serie A 26/10
Roma-Parma Serie A 29/10
Milan-Roma Serie A 02/11
Rangers-Roma Europa L. 6/11
Roma-Udinese Serie A 09/11
Cremonese-Roma Serie A 23/11
Roma-Midtjylland Europa L. 27/11
Roma-Napoli Serie A 30/11
Una montagna russa. Così, a grandi linee, è definibile l’inizio di stagione del Nizza. Prossimo avversario della Roma. L’ultima in Ligue 1, contro il Brest, si è chiusa con un 1-4 di rilievo. Risultato sconcertante: perché a oggi, la squadra di Haise si trova al 12º posto in classifica. Riavvolgendo il nastro, sono state tre, in totale, le sconfitte accumulate in campionato (con Tolosa prima e Le Havre poi); due le vittorie (3-1 all’Auxerre, 1-0 al Nantes). Ma lo score negativo si allarga includendo anche i due ko nei preliminari di Champions, due 2-0 del Benfica. Un momento non proprio roseo. Lo stesso si può dire dell’infermeria. Che ieri ha visto però l’uscita di uno dei tanti lungodegenti: Ali Abdi, laterale tunisino. L’ultimo allenamento lo ha svolto coi compagni. Per quanto riguarda l’impiego nel match di domani, c’è tanto da analizzare. Attendono ancora di tornare a disposizione Abdelmonem e Ndayishimiye (fuori causa infortuni al crociato). E poi Tanguy Ndombele, out dallo scorso febbraio per via di una pubalgia che lo tormenta. Tutte risorse utili al tecnico, ma non incluse all’interno della lista Uefa della sua squadra. Dunque, sulla scia delle ultime uscite, il 3-4-2-1 pare la scelta più probabile. Condita dai migliori in lista Uefa. In porta Diouf, poi Oppong, Bah e l’esperienza di Dante a comporre la linea difensiva. Sulla fascia destra è ballottaggio tra Clauss e Louchet, mentre sul versante opposto si scalda Bard (schierato centrale nell’ultimo ko). Con Vanhoutte e Boudaoui a completare il centrocampo. E in avanti dovrebbe prendere ancora posizione la punta Moffi, supportata dai due trequartisti Diop e Boga (tra l’altro, accostato alla Roma la scorsa estate). Occhio alla possibilità Ali-Cho. ■
Il Pallone d’Oro del 2025 se l’è portato a casa Ousmane Dembélé. L’attaccante del PSG è arrivato primo davanti alla stella del Barcellona Lamine Yamal. 9° l’italiano Donnarumma
Adue giorni dalla vittoria della Roma di Gasperini sulla Lazio di Sarri, anche al femminile ora arriva il momento di ribadire, se mai fosse necessario, la superiorità cittadina della Roma. Questa sera alle 20.30 al “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia va in scena la sfida contro le biancocelesti, con in palio un posto nella finale della neonata Serie A Women’s Cup. Giallorosse e biancocelesti sono le uniche due squadre ad aver raggiunto questo turno con soltanto vittorie all’attivo, l’ultima delle quali per la squadra di Rossettini è stata foriera di nuove idee tattiche (il 4-3-3 invece del 3-4-2-1, opzione da prendere in considerazione anche per oggi) e di un nuovo entusiasmo che ha di certo aiutato a com-
piere poi la rimonta in Champions ai danni dello Sporting Club di Lisbona. Dalla gara di ritorno contro le portoghesi invece la Roma ha preso una spinta di consapevolezza e convinzione, oltre ad aver dato il “bentornata” a Viens, in campo nel finale a Lisbona e questa sera completamente a disposizione del tecnico, magari anche per un utilizzo dal 1’. Dall’altro lato la squadra di Grassadonia non è da sottovalutare: non ha ovviamente impegni europei, nel suo percorso in questa competizione ha battuto non senza soffrire il Napoli al debutto
GARA SECCA, IN CASO DI PARITÀ AL 90’ SI VA DIRETTAMENTE AI RIGORI.
ROSSETTINI: «LA CHIAVE È L’ASPETTO MENTALE»
stagionale e ha chiuso battendo il Parma in scioltezza, ma nel mezzo è riuscita a battere la Juventus a Torino con una rete di Visentin al 93’. Servirà la miglior Roma in ogni caso, sia per il valore della partita in sé, sia per prendersi la semifinale e dare continuità alla crescita e alla definizione della nuova Roma: vincere un derby non può che essere d’aiuto. La gara sarà trasmessa su Sky Sport, la vincente andrà in finale contro una tra Juventus e Inter, da affrontare nuovamente a Castellammare di Stabia il 27 settembre.
«I derby si vincono prima di tutto dal punto di vista mentale. Quelle che erano già presenti l’anno scorso - ha detto il tecnico Rossettini alla vigilia ai canali del club - stanno cercando di far capire alle nuove la particolare importanza di questa partita. Mi aspetto una gara aperta, difficile come tutte quelle giocate finora». ■
La grinta dell’allenatore romanista Rossettini durante l’ultima gara di Serie A Women’s Cup, vinta per 3-0 contro il Sassuolo al Tre Fontane GETTY IMAGES